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Cronaca 17
L'ARENA
Martedì 7 Maggio 2019
L'INTERVISTA
di Enrico Santi
ERIKASTEFANI,ministrodelleRiforme
2001. Stiamo solo dandogli esecuzione.
L’Autonomiaèneipatti, si può fare prima del voto E rika Stefani, vicentina, esponente della Lega, è ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie.
Ministro, il cammino dell’autonomia, con i continui distinguo dei suoi colleghi di governo del Movimento 5 Stelle appare ancora accidentato. I testi che ho sottoposto ai colleghi sono gli stessi da mesi, ci sono nodi politici sulle materie ancora da sciogliere e ho chiesto un incontro al presidente Conte per chiedere qual è la sua valutazione. Dal ministero delle Finanze ho il placet dal 14 febbraio. I testi, lo ripeto, sono sempre gli stessi, chiedo ora una presa di posizione politica: se su qualche passaggio ci sono perplessità sono a disposizione per discuterne. Ma al M5s chiedo qual è la posizione sull’autonomia, vorrei che se ne parlasse, ma non sui giornali. I tempi tecnicamente li avevamo, e ci sono.
ora anche Barbara Lezzi ripetono che non ci devono essere cittadini di serie B. Qual è la sua risposta? Il principio che guida il mio lavoro è la norma sancita dalla Costituzione, noi dobbiamo dare una risposta nel pieno rispetto della Costituzione. C’è un’istanza forte per l’autonomia ed è doveroso che tale progetto non vada a detrimento di nessuna regione: il saldo finanziario deve stare assolutamente in piedi. Ho sempre cercato un rapporto diretto con il ministero delle Finanze proprio per poter costruire l’autonomia su questo principio... Il testo bisogna leggerlo bene.
Quindi, in questo momento, manca la volontà politica per chiudere la partita? Per quanto mi riguarda si può chiudere benissimo prima delle elezioni europee.
ErikaStefani(Lega), ministroperleRiforme
anche del sistema di reclutamento.
Il vicepremier Luigi Di Maio e
Sul tema della scuola c’è parecchio dibattito... La proposta recepisce del tutto l’accordo con i sindacati sul rispetto, ad esempio, dell’unitarietà nazionale dei programmi e
DOMANI. Ore 17.45
GIOVEDÌ. Alle18in Bra VENERDÌ
In salaBirolli lecandidate democratiche alleEuropee
Federalisti estudenti inpiazzaper invitarealvoto
Sciopero deidipendenti pubblici, servizi nongarantiti
Interventi per il lavoro, la parità di genere, misure concrete contro violenza di genere: sono tante e legittime le aspettative che le donne veronesi e venete possono e debbono riporre nelle prossime elezioni europee. Se ne discuterà domani, mercoledì 8 maggio, alle 17.45 in Sala Birolli di via Macello 17 (zona Filippini) nel corso dell’incontro “Le donne per l'Europa: Verona incontra le candidate del Nord-Est“ moderato dalla professoressa Donata Gottardi, ordinaria di Diritto del Lavoro alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Verona, al quale parteciperanno tutte le candidate democratiche della Circoscrizione Nord Est alle elezioni europee 2019 del 26 maggio prossimo. Si tratta di Elisabetta Gualmini, Isabella De Monte, Cécile Kyenge, Alessandra Moretti, Roberta Mori, Francesca Puglisi, Laura Puppato. L’appuntamento è organizzato dalla segreteria provinciale del Partito democratico di Verona in collaborazione con le Donne Democratiche di Verona e con il coordinamento delle Conferenze Regionali Donne Democratiche del Nord-Est. Al termine dell’incontro di sala Birolli verrà offerto un aperitivo. •
Giovedì 9 maggio, Festa dell'Europa, in ricordo della Dichiarazione Schuman che avviò il processo di unificazione europea è prevista per le ore 18 in piazza Bra una manifestazione con bandiere europee, striscioni e volantini per invitare i cittadini a votare per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. L'iniziativa nasce dalla collaborazione tra Liceo artistico, Movimento federalista europeo, Consulta provinciale studentesca, Scuola e territorio – Educare insieme. Gli studenti e i militanti del Movimento federalista proporranno azioni divulgative di forte impatto: flashmob del gruppo di hip hop del Liceo artistico; installazione artistica vivente della bandiera europea; photo-frame scaricati dal sito della campagna “Stavoltavoto” con cittadini e turisti, da divulgare poi sui social; volantinaggio e consegna di bandiere e gadget adesivi. Quella di Verona sarà una delle varie manifestazioni o flash mob che i federalisti stanno organizzando in varie città italiane. La principale si terrà a Milano, in Piazza della Scala, con proiezione della bandiera europea su Palazzo Marino, sede del Comune. Per il Veneto è stata scelta Verona, che conta la sezione col maggior numero di iscritti. •
Venerdì 10 maggio sciopero generale dei dipendenti pubblici. Per tutta la giornata non sarà garantito il regolare funzionamento dei servizi. Lo sciopero, proclamato dalle associazioni sindacali USB P.I. e ANIEF, coinvolgerà tutti i comparti del pubblico impiego, compresi scuola, vigili del fuoco e lavoratori precari di qualsiasi tipologia contrattuale. Saranno comunque garantiti i servizi essenziali di Polizia municipale (piantone del comando, portineria municipale, centrale operativa, pronto intervento, ufficiale comando, coordinamento servizi); di ufficiale di Stato Civile per denunce di nascita e morte; di assistenti sociali per nuclei minori ed anziani; di Protezione civile; di personale tecnico e stradini nelle sedi della prima e dell’ottava Circoscrizione. I musei d’arte e i monumenti resteranno aperti dalle 8.30 alle 14, esclusa la Galleria d’Arte Moderna al Palazzo della Ragione, che effettuerà l’apertura dalle 15 alle 19. Al Museo di Storia naturale di lungadige Porta Vittoria, invece, sarà garantito l’accesso al pubblico solo nelle sale di Stratigrafia, Bolca e Minerali. Infine, la Biblioteca Civica effettuerà apertura dalle 14 alle 19. •
Ministro, è delusa da come vanno le cose? Diciamo che è un percorso un po’ lungo... Ma si sapeva. È una riforma istituzionale, ma non c’è nessuna novità,
nel senso che utilizziamo lo stesso sistema di finanziamento previsto dalla legge sul federalismo fiscale, che esiste da anni, su costo storico e fabbisogno standard. Non abbiamo inventato nulla e l’articolo della Costituzione è lì dal
Qual è la posizione del presidente Conte? Deve essere di garanzia. Vi siete dati un termine? Il governatore Zaia sollecita a far presto perché ci ha messo la faccia e i cittadini hanno votato... Ci hanno messo la faccia tutti i veneti, non solo la Lega. Il progetto dell’autonomia non deve avere il colore di una bandiera, perché la richiesta viene dal territorio. È lo stesso impianto previsto per Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Umbria, Marche, Toscana, Liguria, Campania... Non mi sembra siano tutte regioni governate dalla Lega: è un progetto trasversale ed è in quest’ottica che bisogna guardarlo, non come una battaglia di bandiera. Le elezioni europee stanno influendo su questa continua schermaglia? È ovvio che noi della Lega nasciamo da un sentimento e da un territorio che da sempre ha nel cuore l’autonomia. Ma ormai è un concetto sdoganato che fa parte di un’agenda politica e istituzionale. Ho presentato le bozze in Consiglio dei ministri ai primi di ottobre, se ne sta parlando da mesi e le richieste dei territori vanno rispettate. Essa fa parte del contratto di governo e io chiedo semplicemente che anche questo punto venga rispettato... pacta sunt servanda.
Scontrosulla riforma
Mai5stellenoncistanno «Solobuoneintenzioni» ETosiattaccaSalvini Iltema delleautonomie regionalicontinua ad alimentarepolemiche nel governoConte.Adaprire il fuocoinunaintervista al Messaggero,èil ministroper il Sud,Barbara Lezzi,del Movimento5Stelle. «Non siamocontrariall’autonomia, anzi,efa partedelcontrattodi governo.Ma finora», afferma, «abbiamoascoltatosolobuone intenzioni»comeil fatto che «nonavrà costiper loStato e chenonci sarannocittadinidi serieAeserie B». Einsiste: «Vogliamovedere i testienoni buonipropositi. Sel’autonomia noncosta nienteal bilancio delloStatoealle regionidel Sudcome faa essere più vantaggiosaper il Nord? Qualcunodovrà pagare, alla fine.Se sisupera questo ostacolo,vabene.Ma nessuno nedeveuscirepenalizzato». Il ministroLezzi, infine,esclude unprimomattone sull’autonomiavenga posto primadelleelezionieuropee: «Occorreessere responsabili senzaprenderci ingiro con spotelettorali». Sulledichiarazionidel ministroper il Sud Barbara Lezziinterviene l'exsindaco FlavioTosi.«Hamesso lapietra tombalesull'autonomia. Sostenevodaun pezzoche sarebbefinita così, delresto Salviniusa i 5Stellecome strumentoe alibi,maè ilprimo aessere contrario
all'autonomia.Losa ancheZaia, cheperòper timore diSalvini tace etemporeggiaeintantoèsempre piùsoloeisolato nelCarroccio, comesi vedeanchescorrendole listedeicandidati alle elezioni europee». «Purtroppo»,continua Tosi, «questanonèsolo l'ennesima cambialepoliticachela Lega, dopolamancatariformafiscale, il bloccodellegrandi opere eil redditodicittadinanza, sta pagandoai 5Stelle, forza assistenzialistaecentralista.No, sitrattadiqualcosa dipiù,cioè», affermal’ex vicesegretario federaledellaLega Nord,«della definitivamutazionegenetica dellaLegasalviniana, partito che daunpezzohaabbandonatoi ceti produttividel Paese equalsiasi culturaliberaleefederalista. Sela Legaèsempre stata un movimentoautonomista ed europeista,agganciatoalla locomotivadelcentro-nord Europa,con Salvini èdiventatoun partitodirigista eisolazionista, controil federalismo el'Europa, chesonodue valori chesi sommanoperaffrancarsi dallo Statocentrale».Econclude: «Salviniconquesto atteggiamentopoliticoècontro il Nord,maèanchecontro quel Sud chesivuole liberareda clientelismoemalgoverno.Del restola presa sul meridionedella Legasta avvenendo prevalentementecon vecchi capi-bastonericiclatieuomini dalladubbia eticapolitica».
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l duello è fissato per domani al Consiglio dei ministri. Ma sarà all’ultimo sangue oppure Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che a parole affilano sempre più le armi, troveranno una formula senza vincitori né vinti sul bollente caso-Siri? Ad ascoltare le bordate che alla vigilia i due contendenti si scambiano sul destino del sottosegretario leghista indagato per corruzione (i Cinquestelle esigono che lui lasci, con la stessa veemenza con cui i leghisti pretendono che rimanga), il governo è sull’orlo di una crisi almeno di nervi. Per evitare il rischio della crisi vera, Giuseppe Conte, che alle critiche leghiste risponde rivendicando d’essere «il presidente del Consiglio e non un arbitro», prova comunque a rassicurare le parti: «Al Consiglio dei ministri non andremo alla conta». Perché se questo avvenisse, se la partita si trasformasse in un derby stile «tutto il voto ministro per ministro» sulle dimissioni di Siri, l’aritmetica assegnerebbe ai pentastellati la vittoria a tavolino. Ma la politica imporrebbe allo sconfitto Salvini di non poter accettare un simile affronto, per giunta subìto dall’alleato. E allora: Siri si dimetterà lui per evitare lo scontro? I leghisti diserteranno il vertice o metteranno il dissenso solo a verbale? Si vedrà in che modo la resa dei conti sarà «interpretata» dai duellanti per suprema ragion di governo. «Io non abbandono mai gli uomini con cui si è fatto un pezzo di strada insieme», è l’avvertimento del leader leghista a difesa del sottosegretario. Intanto la Procura di Milano apre un’inchiesta sull’acquisto di una palazzina a Bresso da parte di Siri. E Salvini ironizza: «Gli contestano il mutuo? È il reato di tutti gli italiani». In realtà, l’aspetto giudiziario è fuori dalla diatriba: è evidente che solo la magistratura potrà accertare come sono andate le cose. La questione è invece politica: Di Maio e Conte considerano inopportuno che un indagato per corruzione vesta i panni istituzionali del sottosegretario, mentre Salvini invoca la costituzionale presunzione d’innocenza che deve valere anche per un sottosegretario. Il caso è così diventato un braccio di ferro per vedere chi comanda nella maggioranza gialloverde. Con il conseguente risvolto elettorale che il vincitore spera di trarre dalle incombenti Europee del 26 maggio. Il verdetto che potrà, semmai, aprire una crisi politica alla vista, oltretutto, della prossima e molto insidiosa legge di bilancio. www.federicoguiglia.com
Garda, scontro dopo la paura Torri del Benaco e Brenzone, assieme agli altri Comuni gardesani colpiti dall’eccezionale ondata di maltempo di domenica, sono pronti per attivare la richiesta di stato di calamità naturale. Il giorno dopo l’«apocalisse» che ha devastato i litorali, è scoppiata inoltre un’aspra polemica: i sindaci di Torri e Brenzone hanno imputato il disastro ai livelli troppo alti del lago. Ma
l’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo), ente deputato alla gestione dei livelli del Garda, respinge le accuse. La bufera non ha però colpito solo il Benaco. Dall’Ovest della provincia fino ad Est le organizzazioni agricole prevedono «perdite fino al 50%» per molte coltivazioni. A San Giovanni Lupatoto invece è polemica sull’ennesimo allagamento. > PAG 27a 30
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Dispersonel Mincio, ilraccontochoc: «Uscitodall’auto èriemersotrevolte madopoèsparito»
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SANBONIFACIO. Marito arrestato. Parla il passante
Feritoacoltellate persalvareladonna «Malofarei ancora» Si è costituito domenica notte ai carabinieri Aldo Oliverio, 53 anni, l’uomo che poche ore prima a San Bonifacio, al culmine di una lite, ha accoltellato la moglie e il figlio 27enne intervenuto per difendere la madre. Entrambi sono ricoverati in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. Marito e moglie si erano dati appuntamento alla stazione per affrontare questio-
SettantamediciperVerona Eccoirinforzipergliospedali «TEMPIBREVI».In arrivouna quarantinadi medici entro lafinedell’anno e l’iniziodi quellonuovo, oltrea43 infermieriprofessionaliead altri 71entro dicembre acuisi aggiungono 56operatorisocio-sanitari(Oss).Lo assicuraFrancesco Cobello, direttoregenerale dell’Aziendaospedaliera universitaria,che ierihaillustrato ilpiano perrimpolpareil personalemedicoeparamedico negli ospedali.Con lui, ildirettoregenerale dell’Ulss 9 Scaligera PietroGirardi, cheha annunciatochein prospettiva saranno assunti32 dirigenti medici. > CARDINALI PAG13
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di CANGRANDE
service
Pozzolo diMonzambano: vigilidel fuoco impegnati nellaricerca delgiovane romeno di23 anni, residente aValeggio, disperso nelfiume Mincio
DRAMMAAVALEGGIO
Nel Po è bastato mettere le barriere ferma-rifiuti a Pontelagoscuro, vicino a Ferrara, per recuperare un quintale di plastica, poi riciclata per realizzare una casa a Torretta. Quel Po nel quale sono stati rilevati nelle scorse settimane valori altissimi di Pfas, gli inquinanti che stanno avvelenando gli acquedotti e le falde di buo-
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LEGNAGO
SICUREZZAURBANA
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Controun’auto conloscooter Gravissimo uomodi45anni > PAG36
L’INTERVISTA
Plastiche,Pfasesmog: cambiareoabituarsi? L’inquinamento è attorno a noi, sotto casa. Non serve andare tanto lontano, al Polo Nord o all’Antartide per lo scioglimento dei ghiacci, negli Oceani per le isole di plastica grandi quanto una nazione oppure su quel che resta dei ghiacciai dove la pioggia porta le microplastiche anche oltre 2mila metri di quota.
ni legate alla separazione in corso, ma l’uomo ha aggredito la moglie con un coltello e il figlio si è messo in mezzo. Ferito anche un cittadino bosniaco intervenuto per difendere la donna con un gesto eroico. Si chiama Miramir Despot, ha 44 anni e ha ricevuto due fendenti al collo e all’addome: «Non mi pento di essere intervenuto, lo rifarei». > VACCARI e FIORIN PAG15
Rissefuoridalbar aSantaLucia: esercizioobbligato achiuderealle18 > GIARDINI PAG19
DENTI FISSI IN UNA SOLA SEDUTA? Da noi è possibile!
na parte della nostra pianura. Gli stessi Pfas che sono stati trovati, in tracce, nelle sarde del lago di Garda, e da qui il consiglio di non consumarle. L’inverno è trascorso nell’emergenza smog con raffiche di divieti per le auto più vecchie e di stop domenicali. Il clima cambia, ma noi riusciamo a cambiare le nostre abitudini?
CHIAMACI PER INFO IlministroStefani spingeilgoverno «L’Autonomia primadelvoto»
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> SANTI PAG17
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Via Scuderlando, 12 Castel D’azzano (VR) Direttore sanitario Dott. Rocco Lopiano
MARTEDÌ 7 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Il braccio di ferro sul federalismo: il presidente del consiglio intende prima risolvere il caso delle dimissioni di Siri
Conte e Stefani, “faccia a faccia” domani sera In Consiglio dei ministri slitta l’autonomia Albino Salmaso PADOVA. Autonomia delle re-
gioni: il “faccia a faccia” tra il premier Conte ed Erika Stefani si terrà mercoledì sera, dopo il consiglio dei ministri che dovrà affrontare le dimissioni di Armando Siri. Il sottosegretario leghista, che ha chiesto di essere ascoltato in procura a Roma si ritrova coinvolto pure in un’inchiesta a Milano sull’acquisto di una casa, e nel governo si augurano che faccia un passo indietro da solo. La strada è già tracciata: senza la sua lettera di dimissioni il premier proporrà il decreto di revoca del sottosegretario. E «non ci sarà una conta» tra Lega e M5S perché il voto non è previsto. L’appuntamento è fissato per le 10 a Palazzo Chigi e nessuno azzarda previsioni sull’esito finale, anche se Matteo Salvini non sembra intenzionato ad aprire la crisi di governo in questa fase, ma intende rinviarla a dopo le elezioni del 26 maggio sulle ali del successo alle europee. Il premier Conte è invece ottimista e ieri sera lo staff di
Palazzo Chigi ha fatto trapelare la notizia che il “faccia a faccia” con la Stefani è previsto per domani sera. E su questo slittamento dei tempi infuria la polemica, perché Matteo Salvini non intende retrocedere, pressato dal governatore Luca Zaia che pretende la corsia preferenziale per la bozza del Veneto, ferma da due mesi sulla scrivania di Conte. Salvini nel suo tour elettorale in Basilicata ha ribadito che «l’auto-
nuto il referendum a non possiamo accettarlo. Adesso la Lega sull’autonomia deve smettere di chiacchierare, deve fare fatti concreti. E deve farlo in consiglio dei ministri. Altrimenti sarà complice del M5S nel tradimento di Veneto e Lombardia» conclude Marco Marin. L’ultima bordata contro i grillini arriva dal senatore Antonio De Poli:«Con il centrodestra al governo l’autonomia sarebbe già realtà e invece con l’immobilismo gialloverde dopo 11 mesi siamo al nulla di fatto. Le parole del ministro Lezzi confermano che questa maggioranza ha
Marin (Fi) e De Poli (Udc) «La colpa dei ritardi è tutta di Di Maio»
Salvini e Giorgetti: «Il federalismo rientra nel contratto il M5s lo rispetti» Il ministro Danilo Toninelli e il ministro Ertika Stefani durante un vertice sulle infrastrutture
nomia fa bene anche alle regioni del Sud» proprio nella terra che non l’ha chiesta assieme alla Puglia. Più tardi, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, parlando a Mariano Comense, ha precisato: «Il governo è a rischio se non fa le cose che ha promesso. Dobbiamo confrontarci su quello che fa parte del contratto di program-
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ma. Lì ci sono ancora cose che vorremmo fare, l’autonomia ad esempio, e poi le tasse». Insomma, per la Lega i ritardi sono da addossare esclusivamente ai veti di quattro ministri del M5S, un giudizio condiviso anche dall’onorevole Marco Marin di Forza Italia: «Di Maio ha detto in tele-
visione da Lucia Annunziata che l’autonomia va bene. Solo che poi ha aggiunto un ma. Anzi ha proferito più ma: no alla scuola di serie A e B. Niente di nuovo: è chiaro a tutti che il M5S l’ autonomia non la vuole e il risultato del referendum del 22 ottobre 2017 non interessa proprio nulla. In poche parole milioni di vo-
ti che hanno detto sì all’ autonomia per Di Maio contano zero. Non si può accettare che il nord venga trattato e tradito così. Perché con questo modo di fare del M5S non è in ballo solo l’ autonomia, ma è in ballo anche la dignità dei Veneti e dei Lombardi. Noi di Forza Italia che abbiamo promosso, voluto e soste-
due anime che sono due vasi non comunicanti che non dialogano tra di loro. Rimandano alle Europee: l’ autonomia è su un binario morto», conclude De Poli (Udc). Il test verità è previsto per domani sera, quando Conte e la Stefani inizieranno a studiare i tre dossier di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Il premier intende coinvolgere in via preliminare il Parlamento e non ci sarà la firma delle intese. Ciò significa che la parola passerà ai presidente di Camera e Senato, che dovranno decidere l’iter legislativo. Quando? Dopo le europee. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
colpita tutta la costa del lago
negli uffici
è titolare del marchio gas jeans
Garda devastato dal maltempo Danni per vigneti e frutteti
Scuola, poco personale Oggi presidio a Mestre
Crisi Grotto, accordo per poter salvare i 50 posti di lavoro
MESTRE. Gli Uffici Scolastici
VENEZIA. Il tavolo regionale, convocato ieri a Venezia dall’Unità di crisi della Regione Veneto, ha sancito la positiva chiusura della vertenza dei lavoratori della logistica che prestano servizio per l’azienda di moda Grotto di Chiuppano, titolare del marchio Gas Jeans. L’incontro – che ha visto la presenza di tutte le parti interessate, cioè organizzazioni sindacali, rappresentati dei lavoratori, azienda Grotto e Traconf srl, la società di logistica che ha assunto l’intera gestione dei servizi al comparto moda – ha fatto il punto sugli esiti di una vertenza difficile, che ha interessato l’intero comparto logistico di Grotto, e che ha visto l’interessamento diretto e l’intervento di mediazione dell’Unità di crisi aziendali della Regione Veneto. Sono almeno tre i risultati raggiunti – è stato sottolineato – grazie al coinvolgimento e al senso di responsabilità dimostrato da tutte le parti in causa: la salvaguardia di tutti i 50 posti di lavoro, a fronte dei dieci inizialmente previsti; la trasformazione dei rapporti di lavoro in assunzioni a tempo indeterminato con piena applicazione del contratto collettivo nazionale logistica trasporto merci e spe-
GARDA. Danni ingenti sul Gar-
da. Torri del Benaco e Brenzone, assieme agli altri Comuni gardesani colpiti dall’eccezionale ondata di maltempo di domenica, sono pronti per attivare formalmente la richiesta di stato di calamità naturale alla Regione per ottenere un risarcimento. Il giorno dopo l’«apocalisse» che ha devastato i litorali del lago, è stato dedicato da una parte a proseguire con gli interventi di messa in sicurezza dei punti dove la pioggia, l’acqua e il vento hanno spazzato via tutto, dall’altra ad iniziare a contare gli ingentissimi danni provocati dalla tempesta che si è abbattuta sul Garda. Tra Torri e Pai lo scenario sembra davvero apocalittico: le passeggiate sul lungolago sono state stravolte, con la pavimentazione in marmo e in porfido che è saltata via a causa della forza dell’acqua e del vento. In diversi punti il Comune è stato pertanto costretto a chiuderle per metterle in sicurezza. Diversi plateatici in legno dei ristoranti sul lago, poi, sono stati gravemente danneggiati. Le spiagge non esistono più, sommerse e «mangiate» dal lago. Sono stati divelti gran parte dei pontili presenti sulla costa, da Brancolino fino a Pai, lasciando solo qua e là qualche palo di legno spuntare fuori dall’acqua. «Ci sono danni ovunque. Sui tredici chilo-
Il ristorante galleggiante staccato dagli ormeggi a Peschiera
metri di costa non è stato risparmiato un centimetro», afferma amareggiato il sindaco di Torri Stefano Nicotra. «Grazie allo straordinario lavoro degli uomini della Protezione civile di Torri, guidata da Cristian Salaorni, con la collaborazione della polizia locale e volontari, tra domenica scorsa e ieri siamo intervenuti, anch’io, in almeno 152 punti sul territorio». I danni più seri della seconda grandinata per l’agricoltura nel Veronese si sono estesi tra San Martino, Caldiero, Soave, Cazzano di Tramigna e Belfiore.
Secondo Coldiretti, nell’Est, specialmente a Soave, Zevio e Belfiore, vento e grandine hanno provocato danni ingenti per tutta la produzione locale. «I danni al momento non sono quantificabili, ma sono già evidenti», evidenzia Giuseppe Ruffini, direttore dell’associazione di categoria. «I vigneti sono nella fase della inflorescenza, per cui la valutazione delle perdite potrà essere effettuata solo quando si formeranno i grappoli e la frutticoltura è stata colpita da grandine molto sottile per cui bisognerà aspettare la crescita dei frutti». —
regionale e provinciali sono a corto di organico in tutto il Veneto. Tra le carenze attuali e un’ondata di pensionamenti in arrivo – Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Pa – stimano una mancanza di personale attorno al 30% con grave disagio per l’avvio del nuovo anno scolastico, dal momento che oggi si devono programmare graduatorie, trasferimenti, avvio delle scuole. Preoccupati per la situazione, Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Pa hanno organizzato un presidio oggi dalle 11 alle 12. 30 davanti alla sede dell’Ufficio scolastico di Mestre. «Dopo un’assemblea sindacale durante la quale è stata espressa l’unanime preoccupazione per la grave carenza di personale» riferisce Assunta Motta della Fp Cgil regionale «è stata inviata una nota al capo di gabinetto del ministero, al capo dipartimento programmazione e gestione risorse umane ministero, al direttore dell’ufficio risorse umane e strumentali di Roma e agli uffici del Veneto, ma nessuna risposta è pervenuta. Solo a Venezia, a fronte di 49 unità in servizio tra ufficio regionale e provinciale, ben 15 lasceranno il lavoro nel 2019 mentre altre uscite nel 2020». — M. A.
Un negozio Gas a Belluno
dizioni; e la riduzione di un passaggio nella filiera degli appalti, con positive ricadute sulle condizioni dei lavoratori e sulle relazioni sindacali. Inoltre, le parti hanno sottoscritto una clausola di legalità che le impegna al controllo periodico del pieno rispetto degli impegni contrattuali assunti. Negli ultimi anni – fa notare l’assessore regionale la lavoro – nell’ambito della logistica si sono presentate di frequente situazioni di tensione e difficoltà, spesso sfociate in combattute vertenze che hanno richiesto l’intervento mediatore dell’Unità regionale di crisi. L’intervento pubblico della Regione è sempre stato rivolto al miglioramento delle regolamentazioni più in uso nel settore. —
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PRIMO PIANO
Martedì 7 Maggio 2019 Corriere del Veneto
Politica e territorio
Autonomia, la rabbia delle imprese «Una farsa. Basta perdere tempo» Michielli: «Non ci scommetterei un euro ormai». Bonomo: «Finirà che l’avremo senza fondi»
VENEZIA «Siamo alla farsa, alla farsa» sillaba Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto. Lui, come altri, siede nella Consulta per l’autonomia voluta dal governatore Luca Zaia per consolidare, se mai ce ne fosse stato bisogno, il sostegno alla fame di autonomia del territorio. Le categorie economiche, gli stakeholder, anche il terzo settore. Ci hanno creduto tutti, al di là del credo politico. Ora, però, la speranza è ridotta al lumicino. Un minimo storico dopo le montagne russe di annunci degli ultimi mesi. «Mettiamola così - spiega Pozza - come ha detto Zaia
Salvini. Tanto che Flavio Tosi non perde l’occasione e, in una nota, parla di «mutazione genetica» del Carroccio proprio agganciandolo all’autonomia. «Il ministro per il Sud Barbara Lezzi – dice l’ex sindaco di Verona ed ex segretario della Liga Veneta – in un’intervista ha messo la pietra tombale sull’autonomia. Sostenevo da un pezzo che sarebbe finita così, del resto Salvini usa i 5 Stelle come strumento e alibi, ma è
il primo a essere contrario all’autonomia. Lo sa anche Zaia, che però per timore di Salvini tace e temporeggia e intanto è sempre più solo e isolato nel Carroccio, come si vede anche scorrendo le liste dei candidati alle elezioni europee». Tosi affonda il colpo e ne ha per tutti, quindi, non escluso il rivale di una vita, Zaia appunto. «Purtroppo – continua Tosi – questa non è solo l’ennesima cambiale politica che la Lega sta pagando ai 5 Stelle. No, si
tratta di qualcosa di più, cioè della definitiva mutazione genetica della Lega salviniana, partito che da un pezzo ha abbandonato i ceti produttivi del Paese e qualsiasi cultura liberale e federalista». Gli imprenditori, da parte loro, fanno i debiti scongiuri, sperano che il teorema di Tosi (e di molti altri) sia una forzatura. Eppure la preoccupazione c’è e il sobbollire dei ceti imprenditoriali somiglia sempre più a una rivolta. Mat-
L’ex leghista Tosi Autonomia? Il primo a non volerla è Salvini, nella Lega c’è una mutazione genetica ormai in questi giorni, sarà l’anno decisivo, nel bene o nel male. Onestamente, a sentire Salvini pare non ci siano dubbi che andrà in porto, lo ripete ogni volta che arriva in Veneto. Vedendo che sa imporsi con i temi che gli stanno a cuore... vogliamo augurarci si imponga anche su questo...». Nessuno lo dice a voce alta, ma a microfoni spenti il grande dubbio è che i voti del Sud, per la Lega sovranista, valgano bene l’autonomia del Nord. Sembra quasi una bestemmia, ma le mezze frasi si sprecano avvalorando la narrazione delle «due Leghe», quella «autentica» che ha il volto di Zaia e quella che sta cambiando pelle e veste la felpa molteplice di
L’intervista di Francesco Barana
Stakeholders Una riunione della Consulta per l’autonomia che riunisce tutti gli stakeholders della regione
E Stefani ammette: «La riforma va un po’ lunga Conte sia garanzia» Il ministro: i 5s dicano cosa vogliono
VERONA L’ammissione è a mezza bocca. Ma potente. «L’autonomia? Va un po’ lunga, ci sono da sciogliere dei nodi politici sulle materie. Dovrei vedermi con Conte mercoledì (domani, ndr)». Erika Stefani, ministro degli Affari Regionali, ieri era a Negrar, nel Veronese, per lanciare la campagna elettorale del candidato sindaco Marco Andreoli. Ma taccuini e orecchie erano tutte per il tema dell’autonomia. La Stefani conferma il passo indietro sulla scuola («nella proposta ho recepito l’accordo di Conte con i sindacati sul rispetto dell’unità nazionale, dei programmi e del sistema di reclutamento») e
Ministro La leghista Erika Stefani
non nasconde una certa irritazione per l’intervista di domenica a Il Messaggero della collega Barbara Lezzi, che ha liquidato come «bozze» quelle della Stefani e ha parlato di riforma discriminatoria per il resto del Paese: «Il testo l’ho mandato al ministero dell’Economia e delle Finanze e agli altri ministeri il 14 febbraio. Da allora ho il placet del Mef. Basterebbe che la Lezzi se lo studiasse bene». Alla Stefani più che altro preme andare alla conta: «Ho chiesto al premier e ai 5 Stelle una presa di posizione politica. Sono pronta anche a discuterne, ma tra di noi, non sui giornali...».
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Stefani Disponibile al confronto, ma mi venga detta la proposta di autonomia dei 5 Stelle
Ministro, quali le materie che dividono? «Ad oggi non ho avuto riscontri dall’Ambiente, la Sanità mi ha risposto parzialmente, Sviluppo Economico e Infrastrutture hanno accolto alcune proposte e altre no. Sulla giustizia invece abbiamo trovato la quadra». Tutti ministeri grillini, tra cui quello di Di Maio, che sostiene che va salvaguardo l’interesse nazionale. La Lezzi invece paventa il rischio di creare cittadini di serie A e B. Non sembrano dichiarazioni incoraggianti... «L’ho detto fin dal primo momento, i miei principi e obiettivi sono di procedere nel pieno rispetto della Costituzione. Dobbiamo dare esecuzione alla norma in modo costituzionale e non andare a detrimento di nessuna regione. Il sistema di finanziamento è quello della legge sul federalismo fiscale e la riforma è legittimata dall’articolo della Costituzione che è lì dal 2001. Il saldo della finanza nazionale deve stare assolutamente in piedi ed è per questo che ho sempre avuto un rapporto diretto con il Mef». Prima ha confidato di avere ottenuto il via libera da Tria. Il premier Conte invece, secondo lei, gioca con i 5 Stelle
teo Zoppas, presidente di Confindustria, non si stanca di ripetere: «L’autonomia è una formidabile occasione anche per il Sud. Ed è nel contratto di governo, non si capisce perché non vada avanti. Serve un governo che vada avanti a testa bassa sull’autonomia e prima delle europee. In venti giorni altrove si fanno rivoluzioni. Se non ci credono, non ci facessero perdere tempo e concedessero almeno la Zes (Zona economica speciale) per Venezia, sarebbe già qualcosa». Marco Michielli, al timone di Confturismo, è ancor più netto: «La preoccupazione? È altissima. Per carità, è lecito sperare anche l’impossibile, ma se dovessi scommettere un euro sull’autonomia, a questo punto non lo farei. La logica mi costringe a pensare che il rischio di uno scioglimento anticipato del governo sia reale, in questo contesto figuriamoci se può passare un provvedimento del genere. E da imprenditore temo che l’emergenza sia la manovra economica che incombe sul Paese. Per l’autonomia uno spiraglio c’era, ma temo si sia chiuso. Tinte fosche anche per Agostino Bonomo, a capo di Confartigianato: «Posto che avvicinare le decisioni al cittadino porta a prendere decisioni migliori perché si sa di essere sotto esame continuamente, la nostra grande paura è che alla fine il passaggio di competenze ci sarà ma senza un corrispondente trasferimento di risorse. Finirà con un “volete l’autonomia? Ve la pagate”? È un rischio». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
o è garante della riforma? «Il premier per ruolo deve essere di garanzia. Il suo compito è attenersi a questa linea di principio». I 5 Stelle nicchiano, mentre Zaia ricorda che la Lega ci ha messo la faccia... «Ci hanno messo la faccia tutti i veneti, non solo la Lega. Questo non è un progetto che deve essere colorato con una bandiera, ce l’ha chiesto il territorio, è una battaglia trasversale. E l’impianto della riforma è quello di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Umbria, Marche, Toscana, Liguria e Campania. Non mi sembra che siano tutte regioni della Lega». Ma c’è la volontà politica di andare fino in fondo? «Da parte mia e della Lega sì. Sono disponibile al confronto, ma mi venga detta la proposta di autonomia del 5 Stelle». Si aspetta un passo avanti prima delle Europee? «Certo, si può fare benissimo prima del 26 maggio, basta solo avere un riscontro». Può cadere il governo sull’autonomia? «L’autonomia è nel contratto. Noi il contratto lo abbiamo sempre rispettato. Pacta sunt servanda. Poi...». © RIPRODUZIONE RISERVATA
I nodi con il M5s
Lo stato dell’arte: impasse sui testi VENEZIA L’autonomia segna
il passo. «Stallo» è un termine ricorrente quando si discetta delle richieste venete, lombarde ed emiliane. Ma in cosa consiste, esattamente, la tenaglia morbida che ha inchiodato l’autonomia differenziata nel limbo romano? Tramontata l’era degli annunci mensili di premier e vicepremier (Matteo Salvini, non Luigi Di Maio): entro l’inverno, entro Natale e così via, la svolta tutta teorica è associata al consiglio dei ministri del 15 febbraio quando il ministro per le Autonomie, la vicentina e leghista Erika Stefani, ha presentato il testo dell’intesa a cui mancavano, però, una serie di contro deduzioni, per così dire, da parte di una serie di ministeri tutti a guida pentastellata, dalla Salute all’Ambiente. Sembrava questione di poco, invece a quasi tre mesi di distanza l’impasse è totale. E si è spostata completamente sui media come lamentava pochi giorni fa proprio il ministro Stefani («da allora nessun ministro del Movimento 5 Stelle ha cercato un confronto ulteriore con me»). Va detto, però, che il fuoco di sbarramento del M5s si è allargato anche ai dicasteri in quota Lega, in primis l’istruzione di Marco Bussetti che si ritrova messo alle corde soprattutto per il niet categorico dei sindacati della scuola. Quasi superfluo, infine, citare l’opposizione del Mit, il ministero per le Infrastrutture e i Trasporti affidato a Danilo Toninelli che ha già anticipato il suo «no» alla gestione delle autostrade. (m.za.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
ACQUE DEL CHIAMPO S.P.A.
Esito di gara - CIG 7526524C14 Questo ente informa che il 27/02/2019 è stata aggiudicata la procedura ristretta per i “Lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione industriale e civile di Arzignano (Vi) – 1° Lotto - II Stralcio - Nuova vasca di ossidazione biologica industriale”, al RTI: TORRICELLI SRL (Capogruppo mandataria) con MU.BRE COSTRUZIONI SRL (mandante). Importo offerto: € 5.809.526,51 + iva. Invo alla GUUE: 11/04/2019. Il direttore area tecnica Responsabile del procedimento ing. Giovanni Stevan
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Corriere del Veneto Martedì 7 Maggio 2019
Rovigo
● L’editoriale
Ospedale di Adria, Zaia contestato «Faremo piccoli aggiustamenti»
Cosa frena un’Europa migliore
ROVIGO Sindacati e cittadini hanno contestato il governatore Luca Zaia, ieri all’ospedale di Rovigo per inaugurare il Laboratorio d’analisi robotizzato. Una protesta scatenata dalle schede ospedaliere, che declassano il polo di Adria, privandolo di metà dei primariati. I sindaci hanno chiesto alla Regione un passo indietro. «Manteniamo l’ossatura ma faremo piccoli cambiamenti — ha concesso Zaia —. Nel 2010 l’ospedale di Rovigo era considerato quasi un lebbrosario, non un centro di livello, nel quale invece abbiamo investito». Critico Graziano Azzalin (Pd): «Non sappiamo perché Zaia abbia paragonato l’ospedale di Rovigo a un lebbrosario, fotografa la considerazione che ha del Polesine. Certo, funzionava meglio qualche anno fa, quando non mancavano medici». (Marco Baroncini)
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Mancano specialisti, altri concorsi «E neolaureati anche nei reparti» Il dg Simionato: previsto nel Piano sociosanitario. I medici: follia, non sono pronti Mentre tutte le sigle sindacali della sanità — medici e comparto — preparano su mandato dell’assemblea la documentazione necessaria a dichiarare lo stato di agitazione davanti al prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, uno dei motivi della protesta, il sottorganico, emerge evidente dagli ultimi dati comunicati da Azienda Zero. Per contrastare l’ormai cronica carenza di camici bianchi, il «cervello» della sanità regionale ha lanciato un secondo concorso per 411 specialisti richiesti dagli ospedali veneti dopo quello da 294 indetto lo scorso ottobre e che ha lasciato 40 posizioni scoperte. Nel nuovo bando saltano agli occhi la ricerca di 90 medici di Pronto Soccorso, 86 anestesisti, 40 ginecologi e 30 pediatri. Contro, per esempio, i 7 posti per neurologi, i 3 per ematologi o gli 8 per urologi. «I candidati per i reparti di Medicina interna e laboratorio analisi sono superiori ai posti messi a gara — spiega Patrizia Simionato, direttore generale dell’Azienda Zero — VENEZIA
L’ex primario di Davide Orsato
«Per strada, quando mi incontra, la gente mi chiede come mai deve aspettare così a lungo per un’operazione. Così ho deciso: lo faccio per la mia comunità. E non posso, né voglio, chiedere soldi». La firma è attesa per oggi: sarà il primo esperimento di «volontariato medico» in un ospedale del Veneto e ci sono diversi aspetti legali da limare. Francesca Sordo, 71 anni e già primario di Anestesia al «Mater Salutis» di Legnago, città dove è stata assessore ai Servizi sociali fino al 2015, ha deciso di rimettersi il camice, gratis. Lo farà per arginare l’assenza di anestesisti (ce ne sono 11, dovrebbero essere 20) nell’ospedale veronese.
La scheda ● La Regione ha comunicato al ministero della Salute la carenza negli ospedali del Veneto di 1295 specialisti. ● Azienda Zero a ottobre ha lanciato un concorso per 294 camici bianchi e adesso un altro per 411 posti
ma per Anestesia, Pronto Soccorso, Ginecologia, Pediatria e Ortopedia continuiamo a reiterare i concorsi, perché o vanno deserti o raccolgono un numero di adesioni decisamente inferiore ai desiderata delle aziende sanitarie». E nel frattempo in corsia è sempre più corsa a tappare le falle. «Finché non riusciremo a coprire tutte le posizioni, dovremo ricorrere a due opzioni consentite dal Piano sociosanitario — annuncia Simionato — e cioè contratti di libera professione a tempo determinato ai neolaureati, che saranno impiegati non più solo per smaltire i codici bianchi nei Pronto Soccorso ma anche in appoggio ad altri reparti. E poi ricorreremo ai medici di medicina generale per snellire ulteriormente codici bianchi e verdi nei poli di emergenza». Sul primo fronte, ricorda Adriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao Assomed (ospedalieri): «In passato le cooperative avevano fornito neolaureati per l’Ostetricia di Rovigo e la Chirurgia ge-
nerale di Chioggia. Ora stiamo a vedere dove saranno impiegati, ma forse i vertici regionali non si rendono conto di cosa significhi mettere un neolaureato, che non sa nulla di pratica, in un reparto. E’ una follia. Attenzione: non parliamo degli specializzandi dell’ultimo anno che, insieme agli strutturati, possono andare anche in sala operatoria. Qui parliamo di studenti che devono ancora iniziare il tirocinio e che non sono certo in grado di trattare i malati. Se manca personale — incalza Benazzato — si sospendano le attività carenti finché non se ne trovano e intanto si dirottino i pazienti in altri centri». Quanto all’impiego dei medici di medicina generale al Pronto Soccorso, il loro segretario regionale Domenico Crisarà (Fimmg) obietta: «Veramente noi non ne sappiamo nulla. Non ci ha detto niente nessuno, non abbiamo discusso del tema con la Regione. Sappiamo che l’idea sarebbe di ricorrere alle Guardie mediche, alle quali affidare
411
Posti per specialisti sono stati messi a bando da Azienda Zero
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Sono i medici di Pronto Soccorso richiesti negli ospedali veneti
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Le posizioni a gara per gli anestesisti, 40 per i ginecologi e 30 per i pediatri
«Pochi anestesisti? Troppi rischi, i giovani preferiscono fare altro»
VERONA
Anestesista Francesca Sordo
Dottoressa come si è accordata con l’Usl scaligera? «Sono stata chiara: ho chiesto di mettermi a disposizione per alcuni turni, in modo da consentire il lavoro di équipe che altrimenti verrebbe rimandato. Non mi interessa lavorare semplicemente, sarei andata nel privato, ma essere utile. E non voglio sostituire nessuno: se ci saranno abbastanza anestesisti, me ne andrò ben volentieri». Quando ha deciso di tornare in corsia? «Ho visto che c’era una reale necessità da parte di chi vive a Legnago, nella Bassa Veronese e in quella parte della provincia di Rovigo che fa riferimento al nostro ospedale. A farne le spese sono le perso-
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Sordo Per me è una ventata d’ossigeno
ne più deboli, anziani che devono trovare qualcuno che li accompagni in altri ospedali per ridurre i tempi. E non tutti hanno familiari che possano farlo. Ho capito che ricominciare a lavorare al Mater Salutis poteva essere un nuovo tipo di volontariato, un modo di stare accanto a chi ha davvero bisogno». Da quanto tempo è in pensione? «Dal gennaio 2013, ma non ho mai smesso di esercitare. Prima ho lavorato per alcune cliniche, ma ho capito che non faceva per me, poi ho mi sono impegnata nell’ambulatorio gratuito gestito dall’Usl scaligera per le persone in stato di povertà». Lei ha manifestato per la
codici bianchi e verdi, con un contratto di prestazioni aggiuntive rispetto all’impegno dalle 20 alle 8 sottoscritto con la categoria. Ma allora va codificata anche la modalità di trattamento dei pazienti, che cambia dal Pronto Soccorso all’ambulatorio della Guardia Medica. Se invece — aggiunge Crisarà — si vogliono chiedere ore aggiuntive ai medici di base, va ricordato che non possono essere più di 5 a settimana». Nell’attesa di risolvere il busillis, Azienda Zero ha lanciato bandi per reperire anche 11.947 operatori sociosanitari (la prova pratica è fissata per i prossimi 5 e 6 giugno), senza pre-selezione e con l’intento di creare una graduatoria utile pure ad altre Regioni; 6475 infermieri; 1082 tecnici di laboratorio. «Stiamo poi predisponendo altri concorsi per fisioterapisti, logopedisti, dietisti, terapisti occupazionali, ortottisti, tecnici di riabilitazione e amministrativi», chiude Simionato. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA
salvaguardia dell’ospedale di Legnago. «Sono seriamente preoccupata: il Mater Salutis serve un bacino molto ampio, ma per quanto riguarda gli anestesisti è sottodimensionato anche rispetto agli altri ospedali veronesi». Gli anestesisti, insieme ai medici del Pronto Soccorso, sono le figure più difficili da reperire dappertutto. Che succede? «Sono tra le specialità meno pagate e più rischiose, comprensibile che un neolaureato, potendo scelga altro, magari qualcosa che renda in libera professione. Ma è anche vero che la politica e le Università hanno sbagliato i conti: è almeno un decennio che questo problema è noto». Sicura di non pentirsene? «Questa scelta è un impegno, certo, ma un peso solo fino a un certo punto: non saprei stare senza il mio lavoro. Per me tornare in corsia è come una boccata d’ossigeno». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SEGUE DALLA PRIMA
ungo un crinale che separa i sovranisti da coloro che sono disposti a mettere l’Unione in condizione di farsi valere a scala planetaria. Ma quest’ultimo obiettivo diventerà raggiungibile solo se l’Unione si doterà delle istituzioni capaci di portare a sintesi democratica i bisogni dei popoli e degli stati europei. E le istituzioni fanno il loro mestiere solo quando prendono decisioni nei tempi richiesti. A Bruxelles questo non è più così da quando — bocciato il cosiddetto trattato costituzionale dai referendum francese e olandese nel 2005– l’Ue è vittima del «baco istituzionale», sovranista ante litteram, che impedisce alla Commissione di esercitare a pieno il suo diritto di iniziativa «nel comune interesse europeo» e al
Parlamento di codecidere a maggioranza dei suoi 751 deputati eletti a suffragio universale diretto. Il tutto per una riserva di potere a favore del mercanteggiamemto «intergovernativo» tra gli stati membri, proprio dell’attività del Consiglio. Il punto può apparire esoterico, incomprensibile ai più. Ma è maledettamente decisivo. Quando al Parlamento viene sottratta la codecisione e il Consiglio decide solo all’unanimità — o con maggioranze frutto della sommatoria casuale di espressioni di voto costruite «sovranamente» nelle singole capitali europee— il processo decisionale si inceppa. La buona notizia è che di questa incongruenza si è accorto anche un, a questo punto ex, sovranista come il premier austriaco Kurz. Occorrono nuovi trattati o almeno nuovi accordi interisitituzionali da approvare rapidamente . Poi con una Ue finalmente ritornata a saper decidere ci si potrà democraticamente dividere sulle soluzioni da dare ai diversi problemi. Ma sicuri di difendere con la UE la sovranità sostanziale degli europei e non quella formale, oggi velleitariamente nelle mani dei singoli stati membri. Paolo Costa
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REGIONE
MARTEDÌ 7 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
follesa (covepa) chiede chiarimenti
Pedemontana, allarme amianto Scatta la bonifica dei rifiuti Trissino, dopo la Miteni dev’essere ripulita dai sacchetti l’area a ridosso dell’Agno Il ministro dell’Ambiente convoca il commissario Pfas per fissare i limiti nazionali TRISSINO (VICENZA). Pfas e ri-
fiuti industriali: infuria la polemica sulla Pedemontana, con il sindaco di Trissino nel mirino dell’architetto Massimo Follesa, uno dei portavoce del Covepa, il comitato che si oppone alla superstrada che da Montecchio Maggiore collegherà Spresiano. L’inaugurazione del primo tratto fra Breganze e Thiene, annunciata per il 10 maggio dalla Sis che sta eseguendo i lavori, è invece destinata a slittare ancora a causa del maltempo e di alcuni collaudi imposti dal ministero delle Infrastrutture sui viadotti già realizzati nel tratto di sette chilometri. Il cantiere ogni giorno riserva delle sorprese, con il Covepa che ha scritto una lettera polemica agli assessori regionali Manuela Lanzarin e Giampaolo Bottacin e al sindaco Davide Faccio. Il motivo? A Trissino si sono diffusi dati allarmanti sui livelli di Pfas riscontrati nel sangue di alcune persone resi-
Un’immagine dall’alto della Pedemontana veneta: a Trissino una discarica di rifiuti da rimuovere
denti sotto il colle delle scuderie di villa Marzotto, dove la produzione di queste sostanze ebbe inizio negli anni Sessanta. Lo screening sanitario prosegue, come dal programma della Regione, mentre sta per partire la bonifica dell’a-
rea Miteni in base al piano stabilito dall’Arpav dopo l’inchiesta giudiziaria. Intanto oggi a Roma il ministero dell’Ambiente insedia finalmente il tavolo nazionale per fissare i limiti di Pfas. Al vertice sono convocati i tecni-
ci di Ispra e la regione del Veneto nel ruolo di “esperto della materia”. Da Venezia arriverà Riccardo Guolo, commissario Arpav, che porterà i dati raccolti per supportare la richiesta di introdurre i limiti nazionali sulla presenza
di Pfas, inclusi quelli di nuova generazione come il cC6O4, nelle nostre acque. L’allarme riguarda anche l’Emilia Romagna, perché nelle acque del Po i veleni sono altissimi, addirittura superiori a quelli riscontrati alla Miteni. L’altra emergenza riguarda la presenza di alcuni sacchi bianchi con la descrizione stampigliata del codice dei rifiuti. L’allarme è stato lanciato da chi stava passeggiando lungo l’argine dell’Agno a Trissino, a ridosso del cantiere della Pedemontana a pochi passi dalla chiesetta di San Rocco. Una distesa di sacchi bianchi, con un codice identificativo che parla da solo: «Cer 170503* Hp 7»: vale a dire sostanze pericolose. E ieri il mistero è stato chiarito: con una nota ufficiale, la giunta regionale parla di «rinvenimento di 270 metri cubi di materiale da destinare in discarica, proveniente da demolizioni, interrato su un’area di 270 metri. La scoperta risale a maggio 2015, durante lo scavo della trincea della Pedemontana a Trissino, che ha portato allo stop temporaneo dei lavori. Si tratta di materiali di risulta di piccole manutenzioni civili: cemento, pali per vitigni, coperture, sacchi in nylon, contenitori di plastica, oltre a frammenti di cemento-amianto molto ridotti». « Dalle analisi sono emerse concentrazioni di amianto inferiori a 100 milligramnni per chilo e i rifiuti sono stati smaltiti in una discarica per
inerti non pericolosi. Nel 2017, vista la presenza di amianto, l’Arpav ha classificato il deposito come terre e rocce da scavo contenenti sostanze pericolose. Nel novembre 2018 il Consorzio Sis che sta realizzando la Pedemontana ha stipulato un contratto per il trasporto e lo smaltimento in un discarica autorizzata. Le attività di insaccamento sono in fase di ultimazione e si completeranno in una decina di giorni». Insomma, sono passati quattro anni e nella nota ufficiale la giunta regio-
La Regione ammette «Si tratta di materiale da cantiere edile ritrovato nel 2015» nale sottolinea che la Sis di Dogliani è impegnata a ripulire i rifiuti abbandonati a due passi dall’Agno, il fiume che attraversa tutta la valle. Poi getta acqua nel fuoco della polemica: «Si tratta di inutili allarmismi, sovente diffusi». Per nulla d’accordo su questo giudizio è Massimo Follesa, che ribatte: «Al di là del materiale stipato correttamente dal consorzio Sis chiediamo di sapere da dove provengano le sostanze e per quanto tempo siano rimaste occultate senza che se ne avesse evidenza alcuna. Si tratta di una nuova minaccia alla salute e va fatta chiarezza fino in fondo».— Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
contro il governo
Pensionati del nord manifestano a Padova PADOVA. Lo slogan scelto dall’assemblea interregionale dei pensionati in vista della manifestazione nazionale unitaria del primo giugno a Roma è “Dateci Retta”. Saranno circa 1200 i pensionati di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilpensionati di tutto il Nord che si riuniranno giovedì 9 maggio a Padova, sede di una delle tre grandi assemblee nazionali (le altre sono a Roma e Napoli), per rilanciare in modo molto forte la mobilitazione dei pensionati contro il Governo. Mobilitazione che avrà il suo culmine nella manifestazione nazionale unitaria "Dateci retta" del primo giugno a Roma. A Padova i pensionati di Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna si confronteranno su cinque temi principali: la tutela delle pensioni (rivalutazioni); la riforma fiscale (riduzione delle tasse); il diritto alla salute e a una sanità pubblica efficiente; la legge nazionale sulla non autosufficienza; le politiche per l'invecchiamento attivo. Tutte questioni attuali e sul tappeto, sulle quali saranno accesi i riflettori e sulle quali si rifletterà approfonditamente. M.A.
Il campanile di San Marco, dietro si staglia la sagoma del monte Civetta (Foto di Claudio Vianello). A destra uno scatto dalla laguna di Venezia (Foto Marco Contessa)
Fotografi scatenati approfittano della finestra dil bel tempo per immortalare l’evento Tra il 4 e il 5 maggio le temperature più alte durante la notte e di giorno faceva più freddo
Il cielo di maggio, la neve fa spettacolo Da San Marco le Dolomiti a un passo
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lzarsi al Lido, puntare il binocolo a nord e sentirsi circondati dalle Dolomiti innevate. Solo che questa volta, il calendario segna primavera inoltrata. Lo spettacolo dello «stravedamento» si è ripetuto anche ieri, con il classico florilegio di fotografie piovute sui social network. Un fenomeno che, solo in alcune giornate particolarmente limpide, riesce ad accostare il campanile di San Marco, ritto davanti al-
le Dolomiti, come se le montagne spuntassero dalla periferia di Mestre. Approfittando del cielo terso e della inaspettata apertura di una finestra di bel tempo, molti fotografi si sono quindi esercitati nella nobile arte di questo fenomeno tutto veneziano, dando vita a un festival di immagini davvero straordinarie. Tra questi il blogger e fotografo jesolano Claudio Vianello, partito nella prima mattinata di ieri da Punta Sabbioni al-
la volta di Malamocco. Ad attenderlo c'era uno spettacolo meraviglioso: uno straordinario connubio tra architettura quella di piazza San Marco e delle chiese di San Giorgio e San Francesco della Vigna - e natura. Con le montagne più belle d’Italia, le Dolomiti, pronte a regalare a Venezia uno sfondo ai limiti dell’irreale, come in un quadro di Escher. Il campanile di San Marco si stagliava, maestoso, giusto davanti al monte Civetta. La
Schiara, l’Agner e il Pasubio che si toccavano con mano. Bizzarrie di questi giorni, in cui il termometro è sceso di dieci gradi rispetto alle medie stagionali, dando via a una coda dell’inverno che non accadeva da mezzo secolo: passi montani chiusi per neve, qualche impianto da sci riaperto in extremis, temperature polari e disagi alla circolazione. Un’anomalia che ha una spiegazione: «La discesa di una bassa pressione di origine artica: fenome-
no piuttosto anomalo a maggio» spiega Marco Monai, dirigente del Servizio centro meteorologico del Veneto. «La conseguenza più immediata è stata la neve a bassa quota, persino a 600 metri. Basse sono state le temperature». Una curiosità: nelle province di Venezia, Padova, Belluno e Treviso, le temperature più alte della giornata si sono registrate nella notte tra il 4 e il 5 maggio. La massima registrata nella stazione di Cavallino-Treporti è stata di 13 gradi, alle 3 di notte. La massima diurna, invece, è stata registrata alle 12 ed era pari a 10 gradi. Situazione analoga, quella verificatasi a Padova, con la stazione di Legnaro che ha registrato una massima di 13 gradi alle 3 di notte, mentre durante la giornata non si è saliti oltre i 9 gradi. A Belluno, invece, alle 3 di notte c’erano 10 gradi; 7, durante la giornata. L.B.
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Nordest
MALTEMPO VENEZIA Il maltempo “invernale” del fine settimana ha quasi certamente fatto una vittima: da domenica mattina è disperso nel Mincio il ragazzo rumeno di 24 anni di Valeggio finito nel fiume con l’auto assieme ad altri quattro amici mentre andava a pesca. Le ricerche sono continuate anche ieri ma sono poche le possibilità di ritrovarlo vivo. In attesa di altre perturbazioni, sembra comunque meno intense annunciate per domani e giovedì, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha firmato ieri mattina il decreto sullo stato di emergenza, già sul tavolo del governo: è nuovo, non un estensione del precedente decreto di un paio di settimane fa, non pone date-limite al censimento dei sindaci sui danni. Dopo il superlavoro di soccorso immediato, sgombero di alberi caduti e case allagate a cui sono stati costretti Vigili del fuoco (oltre 600 interventi tra sabato e domenica) e centinaia di volontari della Protezione civile, ripristinata l’energia elettrica a Tambre, rientrati i livelli dei fiumi (specie Brenta e Bacchigione), è partita la conta dei guasti provocati dalle nevicate di maggio anche a quote medio-basse, dal vento forte (punte di 130 km/h a Marano di Valpolicella), da grandinate e piogge. Mentre restano monitorati nel bellunese gli smottamenti di Borsoi e sull’autostrada A27 all’altezza del comune di Alpago sul lago di S.Croce. Il maltempo in Veneto ha colpito larghe fasce del territorio, la più presa di mira dalle pazzie del meteo è stata tutta la provincia di Verona, pianura, colline e basso lago, in particolare la zona del Garda. Ma anche il litorale (allagamenti a Sottomarina e
Martedì 7 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Maltempo: agricoltura flagellata, veronese ko Neve di maggio e grandine: vaste zone `A27 (Alpago) e Borsoi, smottamenti colpite, dal litorale alla Pedemontana monitorati. Fiumi, allerta rientrato `
Nel Vicentino
«Rifiuti lungo la Spv la bonifica è in corso»
FUORI STAGIONE Grandinate sulle colline del prosecco e le ricerche del ragazzo di 24 anni scomparso domenica mattina nel Mincio mentre andava a pesca con gli amici
Bibione), la fascia Pedemontana (Valdobbiadene “affondata” due volte in otto giorni), le zone collinari dove grandinate, gelate, raffiche hanno fatto male a vitigni, alberi da frutta (ciliegie, mele, pere, albicocche), ortofrutta, in un momento delicato della stagione. E in pianura le
LA PROTEZIONE CIVILE: «EVENTO ANOMALO». ZAIA HA FIRMATO LO STATO D’EMERGENZA. PAN: «ANNATA A RISCHIO»
piogge copiose e i ristagni d’acqua dopo le recenti semine non hanno certo giovato a mais, frumento, cereali, soia. «È stato senz’altro un evento anomalo» sintetizza Luca Soppelsa, direttore della Protezione civile regionale. Secondo un primo bilancio
VENEZIA Sacchi di rifiuti lungo il cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta a Trissino (Vicenza). A lanciare l’allarme era stato domenica il Covepa, con un video (in foto) che parlava di «materiale cancerogeno». Ieri la struttura di progetto della Spv ha fatto sapere che si tratta di 270 metri cubi di scarti, forse provenienti da demolizioni, rinvenuti ancora il 25 maggio 2015 e da allora oggetto di una procedura di bonifica. «Le risultanze analitiche hanno dato esiti di concentrazioni di amianto inferiori a 100 mg/kg», per questo gli inerti sono destinati a una discarica per rifiuti non pericolosi. Su disposizione delle autorità, il concessionario Sis ha così provveduto a farli insaccare. L’organismo regionale rimarca che proprio i lavori per la nuova arteria hanno condotto alla scoperta e alla ripulitura dell’area «dai rifiuti che nel tempo sono stati abbandonati». I consiglieri regionali Jacopo Berti e Manuel Brusco (M5s) chiedono di fare chiarezza: «La salute dei veneti non può essere sottoposta al profitto di alcuni». © RIPRODUZIONE RISERVATA
della Cia-Agricoltori italiani, Veneto ed Emilia-Romagna sono state le regioni più “maltrattate” per una stima di danni superiore al milione di euro. «Avremo sensibili riduzioni delle produzioni in alcune filiere - dice Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura - Non si prospetta certo una bella annata».
IL BILANCIO Ovviamente è presto per quantificare i danni. La Regione Veneto è in attesa del censimento dei sindaci cui sono state date alcune settimane di tempo. Nel settore agricolo, Avepa ha subito fatto partire i sopralluoghi. A premere sull’acceleratore sono le associazioni di categoria. «Il Nordest ha un peso agricolo consistente con una produzione che vale il 28% di quella nazionale - sottolinea la Cia - Siamo davanti a una situazione eccezionale che conferma come i cambiamenti climatici siano una realtà concreta. Gli agricoltori dovranno investire sempre di più in strumenti assicurativi per proteggere le colture dagli eventi estremi».
VERONESE La fascia colpita è macchia di leopardo ma estesa, fino al confine di Vicenza. Si stima che per i vigneti sia a rischio il 50% della produzione nella zona del Lugana: la grandine li ha tranciati in due spezzando i rami. «Un disastro anche nei frutteti senza rete: meli, pere, pesche, albicocche - osserva Pietro Spellini di Confagricoltura - tutti i frutti segnati e quindi deprezzati». «I danni al momento - evidenzia Giuseppe Ruffini, direttore della Coldiretti - non sono quantificabili. I vigneti sono nella fase della inflorescenza per cui la valutazione potrà essere effettuata più avanti nel tempo quando si formeranno i grappoli. La frutticoltura è stata colpita da grandine molto sottile in un momento in cui i frutti sono ancora molto piccoli per cui anche qui bisognerà aspettare l’evoluzione». Il lago di Garda è stato battuto da grandinate e raffiche oltre i 100 km/h, anche ad Affi e Cavaion Veronese, a Bardolino sradicate piante secolari. Paolo Francesconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Gelo, Marcato ironizza su Greta e scatena una bufera sul web LA POLEMICA VENEZIA Un selfie sotto l’ombrello e un saluto carico di sarcasmo: «5 gradi il 5 di maggio con diluvio di rito... surriscaldamento, surriscaldamento, surriscaldamento... magari a forza di ripeterlo funziona... buona domenica amici di Greta». Così l’altro ieri Roberto Marcato, assessore regionale all’Energia, ha scatenato una bufera sui social. Decine i messaggi critici verso l’esponente della Lega, accusato di sottovalutare gli effetti del cambiamento climatico e di denigrare la giovane attivista svedese.
ancora sotto gli occhi di tutti». Ma è soprattutto tra Facebook e Twitter che Marcato è finito nel mirino dei commentatori. Per esempio Tommaso Trevisanello: «“Oggi è freddo, quindi il riscaldamento globale non esiste” è il nuovo “vedo il sole che si sposta durante il giorno, quindi la Terra è ferma”». Oppure Gianluca Ruffato, ricercatore e docente universitario: «È molto triste constatare che l’assessore
LE ACCUSE La polemica ha agitato anche la politica. Achille Variati, candidato del Partito Democratico alle Europee, ha stigmatizzato le parole del leghista: «Lasciamo le battute ai tavolini del bar. L’assessore Marcato dovrebbe conoscere le conseguenze a cui il nostro pianeta sta andando incontro. Chi fa politica ha, oggi più che mai, il dovere di informare i cittadini sui rischi del cambiamento climatico, che sta già facendo danni ingenti nei nostri territori. E le ferite sono
L’ASSESSORE LEGHISTA: «5 GRADI IL 5 MAGGIO... SURRISCALDAMENTO, SURRISCALDAMENTO... MAGARI A FORZA DI RIPETERLO FUNZIONA»
veneto allo sviluppo ed energia ignora la differenza tra meteo e clima». O ancora, Maurizio Galigani: «Ha parlato lo scienziato! Ma informarsi scientificamente un po’ fa male, vero?». E poi Oliviero Cassarà: «Grande e grosso che se la prende con una ragazza di 16 anni». O Gianluca Mamone: «Lei sta usando come riferimento le condizioni meteo di un particolare punto dell’Italia per contestare un riscaldamento che è planetario: non si lamenti se la prendono in giro».
IL POST La fotografia e il saluto pubblicati domenica da Roberto Marcato. A sinistra la giovane attivista Greta Thunberg
LA DIFESA
Europee, Toscani firma il manifesto di Calò
Marcato però non sembra voler fare marcia indietro. «Queste persone – sbotta – dimostrano di avere un senso dell’umorismo pari a quello di un sasso del Piave. Dunque io non saprei nulla in quanto leghista, ma chi dice che invece i commentatori da social sono super-esperti di scienza? Personalmente mi sento in dovere di avere dubbi e capirne di più, invece i fondamentalisti ambientali vedono in Greta un oracolo e trattano gli altri con assoluta spocchia. Rispettosi dell’ambiente, ma non del prossimo». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il candidato del Pd
ACCOGLIE I MIGRANTI Antonio Calò
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TREVISO Il fotografo dei colori uniti e il professore che accoglie i profughi. È infatti Oliviero Toscani a firmare il manifesto elettorale del trevigiano Antonio Calò, candidato del Partito Democratico alle Europee. «La mia libertà inizia dove inizia la libertà degli altri» è l’eloquente slogan scelto da Fabrica, centro di ricerca creativa diretto da Toscani, per accompagnare il ritratto del docente. Le loro storie si erano incrociate durante le 36 ore di “Con-fusione”
organizzate dal polo di Benetton un mese fa, un evento che aveva voluto valorizzare il tema delle migrazioni. Calò, già proclamato “cittadino europeo dell’anno”, aveva aperto il festival raccontando la propria esperienza insieme a Toscani, oltre che a Vittorio Sgarbi. Da quell’incontro è nata un’amicizia che ora esprime un messaggio politico evidentemente condiviso e così sintetizzato sul santino: «La soluzione italiana per un’Europa umana». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
PFAS, VIA AL TAVOLO NAZIONALE Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, incontra oggi i rappresentanti di Ispra e Regione Veneto sui limiti statali alle sostanze perfluoroalchiliche. Martedì 7 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Ville venete, una riforma per salvarle Progetto della Regione per rendere più efficace la tutela `Espropri in caso di privati inadempienti e sportello unico dei 4.243 edifici storici: un centinaio sono a rischio crollo per gli interventi. Restucci verso la presidenza dell’Istituto `
IL PIANO VENEZIA Nel quarto anno di commissariamento, arriva la riforma per l’Istituto regionale ville venete. È stato depositato in Consiglio il progetto di legge con cui la Giunta punta a rivedere la quarantennale normativa che disciplina il funzionamento dell’ente, per renderlo più efficace e snello (anche attraverso gli espropri) nella tutela di un patrimonio che conta 4.243 edifici, di cui circa un quinto in condizioni critiche e un centinaio a rischio crollo, secondo l’allarme degli esperti. Nel frattempo si prepara la strada per il ritorno ad una presidenza di nomina politica: pare che la scelta potrebbe cadere su Amerigo Restucci, ex rettore dello Iuav.
IL TESTO Le ville venete sono 3.807 in Veneto e 436 in Friuli Venezia Giulia, motivo per cui i provvedimenti vengono decisi dalla prima Regione d’intesa con la seconda. Rispetto al totale, 2.059 immobili sono soggetti a vincolo e 24 sono stati progettati da Andrea Palladio. La maggior parte è di proprietà privata (86% in Veneto, 81% in Friuli Venezia Giulia), il 5% appartiene a realtà ecclesiastiche, la quota restante è di titolarità pubblica o mista (9% per Venezia, 14% per Trieste). Il testo proposto dall’assessore veneto Cristiano Corazzari mira a due finalità: «In primo luogo, la rilevante esigenza di implementare e ridefinire le funzioni dell’Istituto attribuendo allo stesso un ruolo più incisivo nell’ambito delle politiche culturali regionali, ridise-
gnandone la relazione con il territorio ed i suoi interlocutori, anche quale ente “facilitatore”. In secondo luogo, l’esigenza imprescindibile di una disciplina dell’Istituto conforme al principio di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica».
LE NOVITÀ Per quanto riguarda il primo obiettivo, la proposta di Palazzo Balbi che dovrà essere approvata da Ferro Fini specifica le attività che dovrà svolgere l’Irvv, con riferimento non solo alle storiche residenze, ma anche ai relativi parchi, giardini e pertinenze. Per esempio «sostegno al consolidamento e al restauro delle ville venete soggette a vincolo», «supporto alle politiche di promozione turistica», acquisto «anche attraverso l’istituto dell’esproprio» per garantirne la salvaguardia. A questo proposito, «qualora i proprietari non provvedano direttamente agli interventi necessari», l’ente «previo accordo con la competente Soprintendenza, può procedere direttamente all’esecuzione dei lavori», con oneri a carico degli stessi privati. Per semplificare le procedure di intervento, verrà istituito uno sportello unico dedicato. Inoltre, nel quadro della legge sul consumo di suolo, è previsto che l’eliminazione delle opere incongrue o degli elementi di degrado possa determinare un credito edilizio. Quanto alla seconda strategia, al posto del collegio ci sarà un revisore unico dei conti. Anziché ogni quattro mesi, il Consiglio di amministrazione si riunirà ogni tre. Mentre finora il compenso del presidente era fissato per legge fino al 40% dell’in-
GIOIELLO Villa Venier Contarini a Mira (Venezia) è la sede dell’Istituto regionale ville venete. Sopra Amerigo Restucci
dennità che spetta ai consiglieri regionali, adesso sarà la Giunta a determinare gli importi degli amministratori e i rimborsi spese saranno pari a quelli dei dirigenti (e non più degli eletti) in Regione. Il direttore verrà individuato «mediante selezione pubblica» e avrà un contratto di durata non superiore a tre anni.
Autovie: Castagna e Bembo confermati al vertice, ma resta il nodo della newco INFRASTRUTTURE TRIESTE Maurizio Castagna riconfermato alla guida di Autovie Venete fino all’approvazione del bilancio 2019, ma con un cda ridotto da sette a cinque membri. Modificato lo statuto per riportare l’esercizio all’anno solare (attualmente andava dal 1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo). Ma il nodo resta la nuova società Autostrade Aklto Adriatico al 33% controllata dal Veneto (oggi a poco più del 5%) che dovrà gestire la società riportandola interamente sotto il controllo pubblico facendo così scattare la concessione senza obbligo di gare. Vengono così «riorganizzati» il cda e il collegio sindacale in modo da «consentire alla società, in questa fase delicata e complessa di supportare efficacemente il completamento delle opere in fase di realizzazione e le manutenzioni dell’infrastruttura per garantire all’utenza, quanto prima, la fruizione della tratta autostradale ammodernata, con una gestione efficiente
ALLA GUIDA Maurizio Castagna
nell’ottica della preservazione del valore del patrimonio aziendale», ha commentato la presidente di Friulia, Federica Seganti che, per conto della Regione Friuli Venezia Giulia ha formulato le varie proposte. Oltre alla conferma di Maurizio Castagna, come presidente, vengono designati come vicepresidente Tiziano Bembo (nomina veneta, uomo della Lega),
Benedetta Zambon, Ornella Stradaioli e Giancarlo Fancel come componenti del cda. Regione Veneto ha oltre il 5% del capitale. Cambiata in gran parte la composizione del Collegio Sindacale. Riconfermata alla presidenza Tiziana Marcolin (di nomina del Ministero Economia e Finanza); new entry il designato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Donato Liguori. Gli altri tre sindaci effettivi sono Vera Ardito, Davide Scaglia e Paolo Marseu. Diego Spazzali ed Elena Cussigh i due sindaci supplenti. Il 6 novembre scorso i soci hanno dato il via libera al bilancio finanziario della concessionaria, quello compreso tra il 1 luglio 2017 e il 30 giugno 2018, che si è chiuso con un utile netto di 4,73 milioni (a fronte degli 8,77 milioni dell’esercizio precedente). Accontamenti per oltre 50 milioni pe ril rinnovo della concessione. Autovie è impegnata a realizzare la terza corsia. Il tratto Portogruaro - Palmanova dovrebbe essere inaugurato entro l’anno prossimo.
LA GUIDA Nel frattempo l’Istituto ha un nuovo commissario. Si tratta di Silvia Zangirolami, direttore delle Risorse strumentali di Palazzo Balbi, che per questo sino a fine anno non riceverà alcun emolumento ulteriore, com’era accaduto anche per il suo predecessore Vincenzo Fabris, l’ex capo della Pianificazione territo-
riale rimasto in carica dal 2016 al 2018. Per la verità lo scorso 28 dicembre la giunta Zaia aveva nominato al suo posto Restucci, ma i tempi per formale l’accettazione dell’incarico erano troppo stretti e così era scattata la decadenza. Da quanto trapela, tuttavia, all’architetto e docente sarebbe già stata chiesta la disponibilità a diventare il futuro pre-
sidente dell’Irvv, dopo che l’ultima era stata l’ex consigliera regionale forzista Giuliana Fontanella. Potrebbe quindi essere lui, attuale coordinatore del dossier per la candidatura all’Unesco delle colline del Prosecco, ad accompagnare l’attuazione della riforma. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
Avviso di vendita Il Commissario Liquidatore del Fondo RealShops in Liquidazione ex art. 57, comma 6-bis, TUF (Tribunale di Padova, sentenza n 5/2015) vende i seguenti immobili siti in Padova: - Lotto A2) nel pieno centro di Padova, alla Galleria Ezzelino: negozio, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 89, P.lla 1181, Sub. 42, articolato su due livelli (piano interrato e piano terra), locato, dell’estensione di mq. 176, prezzo base di vendita €. 792.000; - Lotto A3) nel pieno centro di Padova, alla Galleria Ezzelino: appartamento, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 89, P.lla 1181, Sub. 12 ad uso uficio, sito al piano primo, libero, dell’estensione di mq. 85, prezzo base di vendita €. 167.000; - Lotto A7) nel pieno centro di Padova, alla Galleria Ezzelino: appartamento, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 89, P.lla 1181, Sub. 34, ad uso uficio, sito al piano secondo, locato, dell’estensione di mq. 62, prezzo base di vendita €. 122.000. Al conduttore dell’immobile è riconosciuta la prelazione legale ex art. 38 della legge n. 393/1978; - Lotto B1.a) nella zona commerciale di Padova, alla via Longhin: negozio, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 94, P.lla 658, Sub. 6, al piano terra, libero, dell’estensione di mq. 117, con box (Fg. 94, p.lla 658, sub. 44) dell’estensione di mq. 16 e posto auto coperto (Fg. 94, p.lla 658, sub. 76) dell’estensione di mq. 16, siti al piano seminterrato, liberi, al prezzo base di vendita €. 104.000; - Lotto B1.b) nella zona commerciale di Padova, alla via Longhin: negozio, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 94, P.lla 658, Sub. 8, al piano terra, libero, dell’estensione di mq. 197, con box (Fg. 94, p.lla 658, sub. 45) dell’estensione di mq. 15 e posto auto coperto (Fg. 94, p.lla 658, sub. 77) dell’estensione di mq. 16, siti al piano seminterrato, liberi, al prezzo base di vendita €. 140.000; - Lotto B1.c) nella zona commerciale di Padova, alla via Longhin: negozio, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 94, P.lla 658, Sub. 9, al piano terra, libero, dell’estensione di mq. 129, con box (Fg. 94, p.lla 658, sub. 46) dell’estensione di mq. 18 e posto auto coperto (Fg. 94, p.lla 658, sub. 78) dell’estensione di mq. 16, siti al piano seminterrato, liberi, al prezzo base di vendita €. 107.000; - Lotto B1.e) nella zona commerciale di Padova, alla via Longhin: un box, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 94, P.lla 658, Sub. 51, dell’estensione di mq. 30 e un posto auto coperto (Fg. 94, p.lla 658, sub. 81) dell’estensione di mq. 13, siti al piano seminterrato, liberi, al prezzo base di vendita di €. 11.000; - Lotto C1) nel pieno centro di Padova, alla Galleria Garibaldi: appartamento, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 89, P.lla 300, Sub. 11, ad uso uficio, articolato su due livelli (piano primo e piano secondo), libero, dell’estensione di mq. 279, prezzo base di vendita €. 286.000; - Lotto C2) nel pieno centro di Padova, alla Galleria Garibaldi: n. 2 negozi contigui, iscritto in C.F. del Comune di Padova come Fg. 89, P.lla 1181, Subb. 77 e 76, di cui uno articolato su tre livelli (piano interrato, piano terra e piano primo), dell’estensione di mq. 388 e l’altro articolato su due livelli (piano interrato e piano terra) dell’estensione di mq. 83, entrambi liberi. Detti negozi vengono venduti in un unico lotto al prezzo base di vendita di €. 768.000. Le offerte andranno presentate entro le ore 12:00 del 25 giugno 2019 presso il Notaio Nicola Cassano, con studio in via Trieste n. 32, 35121 Padova, tel. 049.8752423, con le modalità riportate nel regolamento di vendita, che gli offerenti dovranno preventivamente ed incondizionatamente accettare. L’apertura delle buste e l’eventuale gara tra più offerenti avrà luogo avanti al detto Notaio il giorno 27 giugno 2019, alle ore 12:00. Gli interessati potranno consultare le perizie di stima e di due diligence, la documentazione relativa agli immobili ed il regolamento di vendita al seguente link: https://p4p.praxi.com/mps_p4p/fondo_real/immobili.asp Per informazioni ed appuntamenti per la visita degli immobili, le richieste potranno essere inviate al seguente indirizzo mail: realshops@praxi.praxi
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IL GIORNALE DI VICENZA
VENETO
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Martedì 7 Maggio 2019
Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
FEDERALISMO. ll colloquio per sbloccare l’itersi terràdomani, ma pare sarà slegato dal Consiglio dei Ministri. Al pettine i nodi sollevati dai grillini
Autonomia,ilpremierconvocaStefani Lezzi(M5s)attacca: «Bozzedifebbraio cambiate» L’ipotesidimodificheaicriteri persalvareiconti statalinontrovano confermaagliAffariRegionali Cristina Giacomuzzo
Il premier, Giuseppe Conte, ha chiesto un incontro con il ministro agli Affari regionali, la vicentina, Erika Stefani, per domani. Il tema che vuole affrontare è l’autonomia differenziata. L’iter è bloccato da mesi. Il nodo è politico prima che tecnico. Dopo l’ennesima giornata di attesa, martedì scorso, fonti Lega a palazzo Chigi hanno annunciato che se ne parlerà nel prossimo Consiglio dei ministri. Ma quello che si terrà domani, dalle 10, con tutta probabilità sarà monotematico: sarà cioè una seduta dedicata solo al caso Siri. E in quell’occasione potrà succedere di tutto. La tensione all’interno del Governo giallo-verde è all’apice. Per l’autonomia, quindi - quella fatta di bozze studiate al millimetro, fondate e rispettose della Costituzione, quella cioè di cui vuole parlare il ministro Stefani sarà difficile trovare spazio in Cdm. Intanto, sarà oggetto di confronto col premier. Anche in quest’ottica, Stefani è
pronta con i testi preparati in questi mesi insieme alle Regioni che per prime hanno iniziato l’iter: Lombardia, Emilia Romagna e, appunto, Veneto. BOZZE E PREZZI. Il ministro,
intanto, non intende rispondere alle polemiche che stanno montando in queste ore, non ultima l’intervista rilasciata al Messaggero dal ministro del M5s per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi. La grillina sostiene di aver parlato con Stefani: «Ci ha detto che ha aggiornato le bozze rispetto a febbraio, ma noi non le abbiamo viste. Non so se abbia recepito le nostre osservazioni, a partire da quella del ministro Tria durante l’audizione in Commissione bica-
Salvini:«Lafaremo efaràbene alSuddovetroppi politicihanno sbagliato senzapagare»
merale». Quindi Lezzi affonda: «Vogliamo vedere i testi e non i buoni propositi. Sulla scuola, poi, Stefani ha detto che avrebbe recepito l’accordo raggiunto dal premier Conte con i sindacati che sembrano uscire dal percorso autonomia. Quindi: o ha rivisto le bozze di febbraio o non lo so. L’importante è che i cittadini del Veneto, come quelli della Calabria, abbiano lo stesso accesso di qualità alla formazione». Non è finita. Secondo il Sole 24 ore, poi, ci sarebbe un’altra novità di peso nelle bozze che riguarda le modalità dei trasferimenti economici. Passo indietro per capire. Il meccanismo ipotizzato nell’intesa è basato su tre tappe: per il primo anno dopo la stipula i soldi che andranno dallo Stato alla Regione saranno definiti in base al criterio di spesa storica. Dopo si passerà a quello della media pro capite in attesa del terzo e definitivo criterio, di cui si parla da anni e che è ancora allo studio, e cioè i fabbisogno standard. Stando al quotidiano di Confindustria, la fase intermedia
Gliobiettivi CONTESULLA PROCEDURAE IL RUOLO DELPARLAMENTO «Sull’autonomiaandiamo avanti,perché quando prendoun impegnolo portoa termine.C’èuna particolarità:dal puntodi vistaproceduralebisogna capirebene comefar intervenireilParlamento. Cisembrapiùcorretto coinvolgere preliminarmenteil Parlamentonella procedurachestiamo studiando».Questala posizionedel premier Contea seguitodelle polemichesulruolo di Senatoe Camere.C’èchi sostieneche, tuttavia, i dueramidel parlamento sianogià allavoro visto chelaCommissione bicameraleha datempo avviatoanalisi eaudizioni. Dalpuntodivista dei contenuti,Conte specifica poichesi devono «garantirelacoesione nazionale,i livelli essenzialidi prestazionea tuttiedevitare chequesta riformacontribuisca ad aumentareildivario tra Norde Sud».
Ilpremier Giuseppe Contecon ilministro vicentinoErika Stefani
sarebbe stata modificata nella nuova bozza in mano a Stefani. Questo perché, dati alla mano, la media nazionale avrebbe potuto spostare miliardi di euro all’anno verso Veneto e Lombardia: ora ci sarebbe la garanzia che lo Stato non sborserebbe di più. I FRONTI APERTI. Stefani tira
dritto facendo intendere che non si può rispondere ad attacchi fondati sul nulla, strumentali. Fonti ministeriali assicurano: non ci sono nuove bozze e non è saltata la fase intermedia sui criteri economici. Restano concreti, però, i muri alzati dai ministri gril-
lini: Danilo Toninelli, Infrastrutture, sulle concessioni di autostrade e ferrovia; Giulia Grillo, Sanità, su ticket e tariffe; Sergio Costa, Ambiente, su bonifiche e valutazioni (Via e Vas). E ancora. Sul Lavoro gli ammortizzatori e sui Beni Culturali le Soprintendenze. C’è anche la scuola, anche se quello è ministero leghista a onor del vero. Ma da Benevento il leader della Lega e vice ministro, Matteo Salvini, ieri assicurava: «L’autonomia farà bene soprattutto alle Regioni del Sud dove troppi politici hanno sbagliato senza pagare». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Icommenti
FI:«DiMaio bocciailvoto deiveneti» «DiMaiohadetto intelevisione chel’autonomiava bene.Solo chepoi haaggiuntounma.Anzi nehaaggiuntitanti. Èchiaro ormaicheil M5s l’autonomia nonlavuole. DiMaioha bocciatol’autonomiacosì come l’hannovotata milionidiVeneti eLombardi.Non si può accettarecheil Nordvenga traditocosì. Adessola Lega sull’autonomiadevesmettere dichiacchierare,altrimenti sarà complicedelM5s». Così l’attaccoduro ai leghisti da partediMarcoMarin, deputato diForzaItalia. IntervieneancheAntonio De Poli,senatoreUdc: «Coni cinquestelle l’autonomianon vaavanti.Con un governodi centrodestra-coalizione dove ilprogramma delleautonomie èunpuntofondamentale sarebbegià realtà einvece con ilgovernodell’immobilismo dopo11mesi siamoal nulladi fatto.Le paroledelministro Lezzi(vedia lato) nonmi hanno stupitoeconfermanoche questamaggioranzahadue animeche sonodue vasinon comunicanti,chenondialogano tradi loro.Erimandano a dopo leEuropee:ma l’autonomia è giàsuun binariomorto». © RIPRODUZIONERISERVATA
LA REGIONE E UNA VICENDA DURATA QUATTRO ANNI. Ritrovamenti a Trissino ancora nel 2015 EMERGENZA. Oggiincontro preparatorioaRoma voluto daCosta
Pfas,sivaverso iltavolo Rifiuticonamiantoscoperti dalla Pedemontana: «Via tutto» chedovrà imporreilimiti Unalungatrafila dianalisi eprocedure:«Finirà tutto indiscarica autorizzata conla dittaVallortigara» VENEZIA
Altri rifiuti scoperti lungo il cantiere della Pedemontana Veneta, questa volta nella zona di Trissino. Ne ha dato notizia la Regione con la sua Struttura di progetto dedicata esclusivamente alla superstrada. «Negli ultimi giorni esordisce la nota - alcuni cittadini si sono preoccupati perché hanno visto lungo il cantiere di Pedemontana Veneta alcuni sacchi bianchi con la descrizione stampigliata del codice dei rifiuti. Si tratta di un rinvenimento di materiale di origine antropica, già alla vista definibile come rifiuto da destinare a discarica, probabilmente proveniente da demolizioni, interrato su un’area di circa 270 metri quadri per un metro di profondità»: in tutto 270 tonnellate circa di materiale. In realtà, ricostruisce la Regione, la scoperta è stata fatta 4 anni fa: il 25 maggio 2015, «durante le attività di scavo della trincea dell’infrastruttura in Comune di Trissino, a nord-est del centro abitato. Sono state immediatamente interrotte le lavorazio-
UntrattodellafuturaPedemontanaveneta vistodall’alto
M5s:«Vigiliamo» Iconsiglieri Jacopo Bertie ManuelBrusco(M5s) sottolineanochenei sacchidirifiuti c’è«una siglachestaa segnalare la presenzadi sostanze cancerogene»e attaccano: «Davantia questifatti e al silenziodelle istituzioni finoad orachiediamo: da dovevengonoquesti sacchi?Èveramente materialecancerogeno?. Dopoquello cheè successoa Montecchio doveuna discaricaabusiva èstatascavata perfarci passarela Spv,abbiamo il fondato sospettoche possatrattarsi di un episodioanalogo».
ni di scavo per avviare tutte le necessarie e preventive autorizzazioni prima della rimozione. Il materiale, non essendoci evidenze di potenziale contaminazione in quanto inerte, è stato lasciato in giacenza ove rinvenuto. L’area è stata recintata chiudendo eventuali varchi d’accesso, così come previsto dalla normativa». Furono avvisati Regione, Provincia, Comune, Prefettura, Dipartimento provinciale Arpav. Proprio Arpav ha poi analizzato campioni di rifiuti: «Si tratta di materiali interrati derivanti da piccole manutenzioni civili (cemento, pali in cemento per vitigni, coperture) e per l’agricoltura (sacchi in nylon, contenitori in plastica, ecc.) oltre a frammenti di cemento-amianto molto ridotti. In sostanza,
qualche cittadino poco sensibile alla sorte del proprio territorio, ha sotterrato i rifiuti derivanti da qualche lavoro di demolizione e agricolo anziché portarlo a discarica». È stato trovato amianto «a concentrazioni inferiori a 100 milligrammi a chilo. I rifiuti pertanto potevano essere avviati a recupero o smaltimento presso una discarica per rifiuti inerti o non pericolosi». Già tre anni fa l’allora commissario Silvano Vernizzi approvò il Piano operativo per la Gestione dei materiali, con ditta specializzata. Due anni fa «vista la presenza di amianto nell’ammasso, seppure in ridotte quantità» invece «si è preferito, in via del tutto cautelare, trattare l’intero ritrovamento come terre e rocce da scavo contenenti sostanze pericolose». Sei mesi fa infine «il concessionario ha quindi stipulato un contratto per il trasporto e lo smaltimento in discarica autorizzata con la ditta Vallortigara servizi ambientali Spa». Una trafila infinita. Comunque ora «si sta procedendo: le attività di insaccamento sono in fase di ultimazione», entro una decina di giorni. La Regione sottolinea che questi ritrovamenti «non sono ovviamente a causa della nuova strada. Semmai questa contribuisce a ripulire». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Bottacin:«La Regione èprontaa collaborare ea condivideredati econoscenze raccolti»
Pfas, oggi l’incontro preliminare per avviare il tavolo nazionale sui limiti di legge di queste sostanze. Lo annuncia la Regione del Veneto: «Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, incontrerà i rappresentanti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e della Regione». In particolare, il Veneto è chiamato a partecipare come “Regione esperta”. Alla riunione sarà presente Riccardo Guolo, Commissario di Arpav, che porterà le evidenze e i dati che la Regione ha raccolto per supportare la richiesta di porre limiti nazionali alla presenza di Pfas, inclusi quelli di nuova generazione come il C6O4. «Un primo passo è stato fatto – sottolinea Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’Ambiente – confermo che la Regione è a totale disposizione del Ministero per condividere dati ed esperienza in materia. Ribadisco che l’importante è agire rapidamente. Non possiamo aspettare di attivare azioni di emergenza solo quando vengono registrati dati allarmanti, come nel caso dei rilievi lungo il fiume Po, relativi alla presenza di anomale concentrazioni di
Gliattivisti di Greenpeace duranteunamanifestazioneanti Pfas
C6O4. Ci aspettiamo che il risultato della riunione sia l’attivazione immediata del tavolo». È da quella denuncia che il tema Pfas è tornato di attualità nell’agenda del ministro. La Regione, infatti, ha registrato lungo le acque dei fiume Po delle concentrazioni quotidiane di C6O4 elevatissime. In pratica, in quelle acque scorrono chili e chili di inquinanti. «Tutto questo ha solo un significato - aveva spiegato Bottacin -: c’è qualcuno che sta continuando a sversare nei fiumi quantità notevoli di sostanze perfluoroalchiliche». Il Veneto per primo, e unico, ha imposto dei limiti agli scarichi che sono stati impugnati da numerosi privati. Uno di questi ricorsi è stato anche perso perché questi li-
miti, per legge, li può imporre solo lo Stato. Di qui la necessità di riuscire a riunire un tavolo che fissi dei tetti massimi. La scorsa settimana l’assessore Bottacin aveva chiesto di affrontare l'emergenza sul Po durante la Conferenza del Bacino Padano tra Regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia e Veneto) e Ministero, riunita in realtà per parlare di smog e non di qualità delle acque. In quella occasione il ministro ha annunciato l’attivazione del tavolo nazionale per arrivare ad una soluzione. Costa ha anche sottolineato di avere chiesto alla Commissione Europea di porre limiti di 100 nanogrammi per la somma dei Pfas, 30 per i Pfos e 65 per i Pfoa registrando, però, l’opposizione di alcune nazioni. • © RIPRODUZIONERISERVATA
MARTEDÌ 7 MAGGIO 2019 IL MATTINO
MONSELICE - CONSELVE - ESTE - MONTAGNANA
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l’economia della bassa: il caso borgo Veneto
Il sindaco di Borgo Veneto Michele Sigolotto e il prosindaco Andrea Franchin indicano sulla mappa l’area del Parco del Fiumicello. A fianco un’immagine, risalente a inizio anno, dell’area che si sarebbe dovuta estendere su 250 mila metri quadri suddivisi in tre ambiti: uno da 51.700, uno da 114 mila e un altro da 90 mila metri quadri. Ora privati vi stanno investendo 150 mila euro : nella seconda immagine i primi interventi (FOTO ZANGIROLAMI)
Parco del Fiumicello al via I privati vogliono investire Dopo il fallimento e il degrado, primi segnali di ripartenza grazie al casello A31 Il sindaco Sigolotto è ottimista: «Il Comune si accollerà la manutenzione»
Nicola Cesaro BORGO VENETO. Il Parco ritorna produttivo? L’effettiva presenza del casello A31, le notizie positive in merito al prolungamento della nuova regionale 10 e la rivoluzione della fusione sembrano aver portato una ventata d’aria fresca al Parco produttivo del Fiumicello, l’area industriale e artigianale che sarebbe dovuta nascere a ridosso del casello dell’A31 Valdastico Sud a Santa Margherita d’Adige: 250 mila metri quadri di urbanizzazione industriale, posti sotto la gestione di una mente “pubblica”,
una società (tecnicamente una Stu, una Società di trasformazione urbana) composta da Comuni ed enti pubblici. La Stu è però rimasta in piedi meno di dieci anni: i continui bilanci in rosso ne hanno decretato il fallimento, archiviando i sogni di sviluppo di questi 250 mila metri quadri. Senza un collegamento all’A13 e al Veronese (la nuova regionale 10 è ferma a Carceri dal 2007), con un casello in ritardo (quello della Valdastico Sud è stato aperto solo nel 2014) e con una crisi economica giunta all’apice, nel 2014 ci si è resi conto che i pochi lotti venduti e lo scarso interesse le-
montagnana
Le Mamme no Pfas al concerto di Taranto
Le Mamme No Pfas sul palco del concerto a Taranto
gato all’area non potevano garantire futuro al Parco del Fiumicello. Da qui il fallimento e la condanna al degrado. SI RIPARTE
Oggi però la situazione è cambiata. Il casello della Valdastico Sud c’è, da Venezia si fa ben sperare per la nuova regionale 10 (dovrebbe realizzarla l’Anas) e il mercato pare essersi timidamente riacceso. «Qualche privato sembra aver dimostrato interesse a investire in quest’area e dunque abbiamo cercato il modo di riavviare l’urbanizzazione di questo spazio», conferma Michele Sigolotto, sindaco di Borgo Vene-
MONTAGNANA. Durante il con-
certo del primo maggio a Taranto – il secondo grande appuntamento nazionale dopo quello del Concertone di Roma – le Mamme No Pfas hanno portato la testimonianza della contaminazione delle acque subita in Veneto. Dall’unione dei gruppi ambientalisti di tutta Italia, formati da donne che come loro combattono per l’ambiente, è nato peraltro il progetto “Mamme da Nord a Sud”, presentato proprio l’altro ieri a Taranto. Le mamme del Basso Veneto, che da anni lottano contro la contaminazione da Pfas, hanno scoperto che molti di questi gruppi hanno percorsi e situazioni analoghi. — N. C.
to. L’ex Parco produttivo si sarebbe dovuto estendere su 250 mila metri quadri divisi in tre ambiti: uno da 51.700, uno da 114 mila e un altro da 90 mila. Oggi solo il primo ambito, quello da 51.700 metri quadri, è stato urbanizzato per oltre l’80%. Significa che ci sono sottoservizi, lampioni, marciapiedi, strade asfaltate e persino segnaletica verticale e orizzontale. I cinque anni di abbandono si toccano tuttavia con mano. LAVORI PER 150 MILA EURO
«Per far ritornare appetibili questi 51.700 metri quadri, il curatore fallimentare (che detiene il 50% dei lotti, ndr) e i
privati che avevano acquistato alcuni terreni (il Consorzio Zip, l’Immobiliare Bruna srl e la Costruzioni Castellin Lorenzo srl, ndr) si sono accordati per accollarsi i lavori per completare e riqualificare l’urbanizzazione dell’area» spiegano Sigolotto e il prosindaco Andrea Franchin «I privati, in particolare, investiranno 150 mila euro, mentre il Comune si accollerà spese e oneri di atti e pratiche. Ricordiamo infatti che l’area diventerà pubblica e che al Comune poi spetterà la manutenzione». L’obiettivo è chiaro: far sì che i privati interessati a comprare i lotti dell’ex Parco produttivo – si parla di nomi importanti della logistica – si trovino un’area già pronta all’utilizzo. E peraltro a costi d’acquisto minimi, visto che gran parte dei terreni sono in mano a un curatore fallimentare. «Speriamo in un effetto domino: se arrivasse qualche investitore in questo primo ambito, poi si potrebbe pensare anche a sistemare gli altri 200 mila metri quadri». Quelli più a ridosso del casello A31, dove dovrebbe essere realizzata una bretella che porta dalla Valdastico Sud al cuore del Parco produttivo. —
conselVe
Ginnastica ritmica Avdulaj d’oro nel nastro
Fabiola Avdulaj, 16 anni di Conselve, campionessa nazionale
la storia
Stu nata nel 2007 e morta nel 2014 con bilanci negativi Il Parco produttivo del Fiumicello è “morto” ufficialmente a dicembre 2014. I soci della Stu, nata nel 2007 per proporre interventi di trasformazione urbana ed edilizia nell’area del casello autostradale di Santa Margherita d’Adige, avevano decretato l’autofallimento del Parco. Soci del Parco sono stati sin dalla nascita i Comuni di Megliadino San Fidenzio, Megliadino San Vitale, Santa Margherita d’Adige e Montagnana, Provincia di Padova, Camera di Commercio e Consorzio Zip. Il Parco si è lasciato alle spalle un bilancio (non approvato) con 1,53 milioni di euro di perdite e oltre 10 milioni di debiti verso le banche. Questa società ha fatto registrare segni meno: su sette bilanci, solo uno in positivo. Nel 2013 era stato proposto un aumento di capitale, fatto naufragare dai “no” di Montagnana, Provincia e Camera di Commercio.
CONSELVE. Marcia trionfale ai nazionali di ginnastica ritmica per le atlete dell’associazione sportiva “Hera”. Alle competizione Serie A Confsport Asi ad Atri, in Abruzzo, Fabiola Avdulaj, 16 anni, di Conselve, si è laureata campionessa nazionale al nastro e si è classificata quinta al cerchio. Ottimi risultati anche per le compagne di squadra Giada Bianco, settima alle clavette, e Martina Menorello, ottava alla fune. Sara Finotello ha disputato il campionato nazionale di serie B dove si è messa in luce con un’ottima prestazione. Una grande soddisfazione per Gloria Antico, allenatrice di Hera, presente a Candiana, Conselve, Terrassa e San Pietro Viminario. — N. S.
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Cortina
LA SCADENZA Al termine mancherà un mese e mezzo alla data del 24 giugno quando verso le 18 a Losanna verrà emesso il verdetto finale sulla sede: Svezia o Italia?
Martedì 7 Maggio 2019 www.gazzettino.it
belluno@gazzettino.it
Olimpiadi: ultimo passaggio poi via al conto alla rovescia Candidatura presentata all’assembela `Il video collegamento con l’Australia delle federazioni degli sport invernali avverrà dalla sede romana del Coni `
CORTINA Oggi ultimo passaggio ufficiale della candidatura ai Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026, a un mese e mezzo dal congresso del Comitato olimpico internazionale a Losanna, del 24 giugno, quando ci sarà l’assegnazione dell’evento.
LA PRESENTAZIONE Questa mattina le due candidature, quella svedese di Stoccolma e quella italiana di Milano e Cortina, saranno presentate alla assemblea delle federazioni internazionali degli sport olimpici della neve e del ghiaccio, che si sta svolgendo in Australia, a Gold Coast, nel Queensland, sotto il patrocinio del Cio. «Le due candidate non parteciperanno direttamente ai lavori, in Australia, anche per contenere i costi, come ha richiesto il Cio, ma si presenteranno con un intervento video e audio. Per l’Italia la connessione avverrà dalla sede di Roma del Comitato olimpico nazionale», ha spiegato Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina, nel recente consiglio comunale. Anche in questa occasione le comunicazioni del sindaco sulla candidatura ai Giochi 2026 hanno chiuso la seduta, come avviene ormai da mesi: «Ognuno dei due progetti sarà presentato per mezz’ora; comincerà Stoccolma, dalle 8.30 alle 9; poi sarà la volta di Milano e Cortina, dalle 9 alle 9.30», ha aggiunto Ghedina. In Australia, per l’Italia, ci sarà Carlo Mornati, segretario del Coni; da Roma interverrà Giuseppe Sala, sindaco di Milano, presenti Giovanni Malagò presidente Coni e Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto. I dettagli delle due candidature saranno riassunti in filmati di cinque minuti; poi ci sarà anche spazio per rispondere alle domande che dovessero pervenire. Negli interventi ufficiali di questi giorni, sia da parte di Malagò, sia di Sala, si ribadisce la forza della candidatura italiana.
IL SOGNO olimpico ha i giorni contati: il 24 giugno a Losanna verrà deciso a che città assegnare i giochi
Sarà intitolata a Marco Da Pozzo, lo Scoiattolo di Cortina morto nove anni fa, la prima edizione del memorial di arrampicata sportiva per ragazzi, ospitata dalla palestra di Roccia Lino Lacedelli, a Sopiazes. L’evento è organizzato dal gruppo Scoiattoli, dalla locale sezione del Club alpino italiano, dall’associazione Cortina 360, che gestisce l’impianto sportivo. Si svolgerà sabato 11 maggio e sarà aperto alla categorie maschili e femminili, in cinque fasce d’età, da Under 8 a Under 16. La gara non competitiva di arrampicata indoor prevede che tutti i partecipanti
`65enne
ampezzano condannato ieri a 2 anni e 10 giorni CORTINA Due anni e 10 giorni di reclusione per aver picchiato la moglie (che nel frattempo è deceduta per altre cause ndr). È la sentenza pronunciata ieri, in Tribunale a Belluno, a carico di M.Z., 65enne di Cortina, chiamato a rispondere di maltrattamenti in famiglia. La donna finì anche diverse volte al pronto soccorso. Il pm Sandra Rossi aveva chiesto 3 anni. La difesa, affidata all’avvocato Enrico Rech, aveva incentrato la sua arringa sulla tesi sostenuta in tutto il processo: quelli erano solo incidenti domestici, dovuti al problema di etilismo della donna 62enne. Quindi cadeva dalle scale, nella doccia, si slogava la caviglia. Inoltre anche il 65enne ha problemi di alcolismo si trattava quindi di una situazione di disagio in cui però non ci sarebbero state quelle violenze. Il processo era stato rinviato a ieri solo per la lettura della sentenza che è arrivata nel
pomeriggio: colpevole dei maltrattamenti in famiglia. Condannato a 2 anni e 10 giorni di reclusione. I fatti risalgono al periodo compreso tra l’autunno del 2015 e la primavera del 2016 quando il 65enne avrebbe quotidianamente insultato e tormentato la moglie, arrivando anche a colpirla. Avrebbe approfittato, secondo quanto ricostruito dalla Procura, della minorata difesa della donna, che aveva 62 anni, ma era affetta da «anamnesi per l’etilismo e depressione». Le giornate di quella donna sarebbero iniziate con frasi del tipo: «Tr...put... speriamo che tu muoia, quando crepi?», che le avrebbe rivolto quotidianamente il marito. L’avrebbe anche aggredita fisicamente in alcune occasioni, causandole fratture in diversi episodi. Su questo hanno parlato in aula i testi dell’accusa come l’operatore della Croce Bianca che intervenne per un soccorso nella casa di Dogana Vecchia dove i coniugi vivevano. Trovò la donna ai piedi di una scala, dolorante e confusa. La 62enne non denunciò mai il marito, ma il procedimento partì d’ufficio, dopo l’accesso all’ospedale. Ieri la sentenza del giudice Angela Feletto che lo ha condananto.
A LOSANNA
Cortina
Regole: apertura di Chiave ai giovani proposta ora all’esame dei “marighe” Ci sarà presto una riunione dei “marighe”, i legali rappresentanti annuali delle 11 Regole d’Ampezzo, per confrontarsi sulla decisione presa domenica dall’assemblea della Regola di Chiave, che ha aperto ai giovani. È stata infatti accolta quasi all’unanimità la proposta preliminare formulata dal marigo Giorgio Degasper Meneguto per modificare due articoli del laudo, lo statuto della antica istituzione, e consentire l’ingresso in Regola, a pieno titolo, anche ai figli dei
consorti regolieri, per discendenza e non per eredità, così che non dovranno più attendere il decesso del genitore, come accade ora. Questa variazione consentirà di aumentare nel numero di partecipanti e di ringiovanire la compagine regoliera. Degasper si occupa da molti anni delle Regole, quale presidente della commissione agricoltura; ha esperienze di amministrazione comunale, consigliere negli anni Settanta; svolge attività agricole e turistiche ricettive. Mdib
Ieri intanto sono state diffuse le modalità di partecipazione al congresso di Losanna del Cio, le possibilità di accredito, il programma dettagliato dei lavori; il culmine si avrà nella giornata di lunedì 24 giugno, sino all’assegnazione dei Giochi invernali 2026. La presentazione tecnica di Stoccolma comincerà alle 9.10 per proseguire sino alle 10.55 con vari adempimenti; per Milano – Cortina si inizierà alle 10.55 e si terminerà alle 12.40. Dopo pranzo ogni candidata avrà mezz’ora per la presentazione finale: alle 14 comincerà Stoccolma, alle 14.45 sarà la volta del progetto italiano. La votazione avverrà nel corso del pomeriggio e l’annuncio è atteso alle 18, seguito immediatamente dalla firma del contratto fra il Cio e la città ospitante. Marco Dibona
Gara di arrampicata sportiva Duecento studenti rapiti dedicata a Marco Da Pozzo dalla storia di Benusiglio CORTINA
Botte alla moglie malata stangato marito violento
scalino con la corda dall’alto, su percorsi definiti dall’organizzazione; si svolgerà dalle 13 alle 17. Seguirà una festa per tutti, con musica, sino alla premiazione, alle 19. Marco Da Pozzo, noto fra gli appassionati di arrampicata come “Il Principe”, morì il 26 aprile 2010, cadendo sulla cuspide del campanile della chiesa parrocchiale di Cortina, mentre stava eseguendo lavori di manutenzione della struttura. Nel 2004 aveva fatto parte della spedizione degli Scoiattoli ampezzani al K2, sulle orme di Lino Lacedelli, il conquistatore della montagna del Karakorum, che accompagnò i suoi giovani compaesani sino al campo base, a oltre 5.000 metri. MDib.
CORTINA (MDib.) Giorgia Benusiglio ha catturato in pochi secondi l’attenzione di duecento ragazzi delle superiori del polo scolastico Valboite e li ha rapiti per due ore, raccontando la sua storia, l’assunzione di mezza pasticca di ecstasy a 17 anni, l’epatite tossica che le ha necrotizzato il fegato, il trapianto, il tumore e tutte le altre conseguenze di un gesto sconsiderato, fatto da adolescente, a segnarle la vita. Ha parlato del valore del tempo: «Ne abbiamo così poco, noi trapiantati». Ha narrato le vicende di altri ragazzi e ragazze come lei, molti dei quali non ce l’hanno fatta. Al mattino ha condotto
l’incontro con i ragazzi, introdotta dal dirigente scolastico Mario Baldasso, da Elisabetta Fontana, insegnante e presidente del Soroptimist club di Cortina, da Paola Coletti assessore comunale, che ha detto: «Quando si parla di droga, di alcol, di ludopatie voi siete certi di sapere, ma in questo caso avete l’opportunità di incontrare una persona che ha vissuto un’esperienza così forte e ve la può raccontare». Nel pomeriggio Giorgia Benusiglio ha incontrato genitori, educatori, insegnanti, altri ragazzi che a marzo videro il suo film “La mia seconda volta”. Ha ammonito: «Non vi dico cosa dovete fare. Voglio che siate consapevoli del rischio, per fare le scelte corrette».
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La Cassa rurale d’Ampezzo ora diventerà Banca Cortina CORTINA (MDib) I 2.500 soci della Cassa rurale e artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti stanno ricevendo in questi giorni l’invito all’assemblea che si svolgerà giovedì 23 maggio alle 17 a Cortina, al centro congressi Alexander Girardi. Nella lettera che accompagna la convocazione il presidente Alberto Lancedelli spiega i motivi per cui la Cassa cambierà nome e diventerà Banca Cortina, con una decisione assunta il mese scorso dal cda, che dovrà essere votata dall’assem-
blea, nella parte straordinaria, che aprirà i lavori: «È il momento di affidarsi a un nome rinnovato, adeguato alle esigenze dei tempi. Banca perché identifica le funzioni dell’istituto, è chiaro, diretto, affidabile, di comunicazione immediata, comprensibile a tutti. Cortina perché simbolo che ha superato i confini del suo territorio, è diventato valore identitario comune e condiviso, non solo delle Dolomiti, ma dell’intero Bellunese. Cortina perché sempre più importante nella comunicazione, con fondamentali ricadute, volano per il turismo internazionale».
Dall’Imu il maggior gettito: oltre 9 milioni per il 2018 CORTINA L’imposta municipale Imu ha portato 9 milioni 220.719 euro nelle casse del Comune di Cortina, nel corso del 2018, per cui rappresenta la maggiore entrata del bilancio, discusso nel recente consiglio comunale. «Ma quanti falsi residenti ci sono a Cortina? Bisognerebbe spingere i vigili urbani a fare i necessari controlli, per incassare l’Imu dovuta da queste persone. È una delle croci che Cortina si porta avanti da troppi anni, un peso nei confronti dei residenti reali, che vengono danneggiati», ha lamentato Giorgio Da Rin, capogruppo di opposi-
zione. Il sindaco Gianpietro Ghedina ha risposto: «Il comando della polizia locale esegue le verifiche nel momento in cui viene richiesta la residenza, ma l’organico dei vigili è piuttosto ridotto, per cui svolgono l’attività che riescono. Prendo nota comunque del suo sollecito, per valutare forme di contrasto, nei confronti delle false residenze». A Cortina l’Imu non si applica per l’abitazione principale, ad eccezione di alcune categorie catastali; c’è comunque una detrazione di 200 euro per la prima casa. L’aliquota ordinaria è invece fissata al 10.6 per mille, così come è stato confermato, anche per l’anno 2019, dal consiglio del 28 marzo scorso. MDib.