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12 TV
TREVISO
Mercoledì 15 Maggio 2019 Corriere del Veneto
Le accuse al prete a processo «Molestati sessualmente, da lui cercavamo solo aiuto»
Pieve di Soligo
Malore mentre pranza, stroncato a 58 anni L’allarme dell’ex moglie
L’
ex moglie, che vive a Refrontolo, non riusciva a mettersi in contatto con lui da ore e ha dato l’allarme. Ma quando ieri pomeriggio i vigili del fuoco hanno aperto la porta dell’appartamento per Emilio Bortolin, 58enne di Pieve di Soligo, non c’era ormai nulla da fare. L’uomo era a terra nella sua cucina vicino al tavolo apparecchiato, senza vita. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri e del Suem 118 Bortolin, che soffriva di alcune patologie, sarebbe morto per cause naturali. Un malore che lo ha colpito mentre stava pranzando e che non gli ha lasciato scampo.
Inauladuedellequattropresuntevittimedell’excappellanodegliospedali
VITTORIO VENETO «L’avevo cercato perché avevo bisogno del conforto di un sacerdote, ma invece di aiutarmi mi ha fatto del male». A parlare è una delle presunte vittime di don Fe d e r i c o D e B i a n c h i , i l 43enne noto come «il prete social», all’epoca dei fatti cappellano degli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano, accusato di aver molestato sessualmente quattro giovani con problemi psichici palpeggiandoli nelle parti intime e baciandoli (due di loro, assistiti dagli avvocati Patrizia Vettorel e Jacopo Stefani, si sono costituiti parte civile). N e l co r s o d e l l a p r i m a udienza del processo, che si è svolta ieri, sul banco dei testimoni sono salite due delle presunte vittime, un 35enne e un 31enne chiamati dal pubblico ministero Barbara Sabattini. I fatti risalgono al periodo tra il 2009 e il 2011 ma sono arrivati in procura solo nel 2015, dopo un anno dalla prima segnalazione all’Usl 7. Visibilmente vulnerabili ma determinati hanno riconosciuto il cappellano, presente in aula, e raccontato dei loro problemi mentali, dei farmaci e delle cure. Allo stesso modo, senza reticenze, hanno spiegato perché don Federico avrebbe fatto loro del male. Il primo, affetto da un disturbo borderline, ha descritto l’incontro avvenuto nel 2009 all’ospedale di Vittorio Veneto: «La mia bisnonna stava morendo, ero andato da lei. In quel periodo credevo di avere i diavoli nella testa e chi meglio di un sacerdote avrebbe potuto aiutarmi... Per questo mi sono recato nella chiesa dell’ospedale e ho conosciuto quel sacerdote. Mi ha portato nella sua stanza, chiudendo la porta a chiave. Mi ha offerto due sigarette e detto di parlargli dei miei peccati, e io gli ho confidato che mi toccavo. “Non è un peccato”, mi ha detto. E ha iniziato a toccarmi una gamba, dopodiché è salito ai genitali. Ero come congelato. Non sono riuscito a reagire. Neanche quando, dopo avergli spiegato che ero preoccupato per le dimensioni
Protagonista sui social Don Federico De Bianchi, 43 anni, finito a giudizio: ieri la prima udienza
del mio pene, mi ha chiesto di mostrarglielo. Mi sono spogliato e lui mi ha sfiorato». A interrompere le molestie, ha raccontato il giovane, fu il nonno che lo chiamava al cel-
lulare, e al quale non ha rivelato nulla. Il giorno dopo lo sfogo: «Ho ricevuto un messaggio dal cappellano: “Non pensare che io sia gay. Io li studio i gay”. È stato in quel
L’approccio «Avevo problemi e andai a cercarlo, mi chiuse nella stanza palpeggiandomi»
I messaggi «Il giorno dopo mi mandò un sms dicendo “Non sono gay, io li studio i gay”»
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Preganziol
«W la droga»: vandali imbrattano l’oratorio Scritte subito cancellate
R
aid nella notte all’oratorio di Preganziol. Vandali hanno imbrattato i muri esterni con scritte inneggianti alla droga: «W la ganja, W la coca» sono le frasi comparse (come si nota dalla foto tratta dalla pagina Facebook «Sei di Preganziol»), poi rimosse in giornata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Paga o vi faccio del male»: alla sbarra il capoclan zingaro Hudorovich avrebbe estorto 25 mila euro a un barista La proposta di un investimento che, di fronte al rifiuto, si trasforma in un’estorsione con tanto di minacce rivolte anche a un neonato di pochi mesi. Questa l’accusa di cui deve rispondere a processo «il re degli zingari» Adriano Hudorovich, noto per essere più volte finito nei guai con la giustizia per le truffe delle vendite di telefonini e gioielli. Il 67enne, difeso dal legale Francesco Murgia, è accusato di aver estorto 25 mila euro a un 43enne di Quinto che, assistito dall’avQUINTO DI TREVISO
vocato Catia Salvalaggio, si è costituito parte civile. I fatti risalgono al 2009 ma la presunta vittima ha sporto denuncia solo qualche anno dopo per paura di ritorsioni. Il barista e il capoclan dei nomadi di Paese si sarebbero conosciuti perché Hudorovich frequentava il suo locale di Quinto e gli avrebbe proposto di investire 25 mila euro in un affare. Ma il barista si è rifiutato: «Non ho i soldi», gli avrebbe detto. Risposta che il 67enne non avrebbe gradito, tanto da intimargli di farseli
La morte di Busato a Treviso
Autopsia sul «Mago» La Procura vuole escludere l’ipotesi omicidio colposo TREVISO La procura ha deciso di effettuare l’autopsia sul corpo di Walter Busato, il 68enne ritrovato senza vita nel Cagnan, a Treviso, in Pescheria, nel pomeriggio del 3 maggio. Il sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà, che conferirà oggi l’incarico al medico legale Alberto Furlanetto, ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo a carico di ignoti. Anche se sul corpo l’esame cadaverico esterno non ha evidenziato segni di violenza il magistrato, visti i precedenti penali e la vita a volte fuori
momento che ho deciso di parlarne con il nonno». Il 35enne non si è mai contraddetto, sebbene alcune parti del racconto fossero frammentarie: «Non ricordo bene. Secondo la psicologa ho eretto un muro nella mente per proteggermi». Meno sicuro dei suoi ricordi è stato il secondo teste, che ha conosciuto don De Bianchi durante un ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Conegliano: «Ho un disturbo schizo-affettivo e sono stato tossicodipendente. L’ho conosciuto nel 2010, veniva in reparto. Ha iniziato a parlarmi ma il suo atteggiamento mi infastidiva. Era ambiguo per un prete. Mi chiedeva della mia vita sessuale. So di aver detto che mi ha toccato i genitali, ma adesso non lo ricordo: è passato molto tempo. Ricordo però che ha provato a baciarmi sul collo e che dopo quell’incontro ho perso il controllo. Sono stato male per due giorni». Secondo gli avvocati del prette, Massimiliano Paniz e Stefano Trubian, «le testimonianze hanno lasciato molti dubbi». Milvana Citter
Conosciuto Busato aveva 68 anni
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L’imputato Gli avevo prestato io quella somma, non voleva restituirla
Mogliano prestare iniziando a minacciare lui, la moglie e anche il bimbo nato da poco: «Avete un figlio piccolo, datemi i soldi, non costringetemi a fare quello che non voglio fare». Passando poi a minacce ancora più dirette: «Se non mi consegnate il denaro vengo a casa vostra con i miei nipoti». Nonché a veri e propri blitz intimidatori nei confronti della compagna del 43enne che, all’apertura del bar, avrebbe trovato varie volte ad aspettarla Hudorovich, che l’avrebbe apostrofata con frasi oscene. Lei e il marito, terrorizzati, avevano allora deciso di pagare. Hudorovich però si difende: «Quella somma gliel’avevo prestata per acquistare il bar e non voleva restituirla». M. Cit.
Colpo allo Zoodom Rubata la cassaforte con 3 mila euro
L
adri in azione allo «Zoodom» di via Oberdan a Mogliano. Il bottino è di circa 3 mila euro. Il titolare del negozio di articoli per animali si è accorto del furto, avvenuto tra sabato sera e domenica notte, solo lunedì mattina alla riapertura dell’esercizio. I malviventi sono entrati forzando uno degli ingressi e hanno rubato la cassaforte che era sistemata nell’ufficio. All’interno c’erano, secondo le stime, c’erano appunto circa 3 mila euro, l’incasso dei giorni precedenti. Al titolare non è rimasto altro da fare che sporgere denuncia. Sul posto i carabinieri, che hanno effettuato i rilievi a caccia di impronte e tracce dei ladri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domenica la manifestazione
dalle righe del 68enne, che in città era noto con il soprannome del «Mago» e per la sua goliardia, vuole procedere con un approfondimento per escludere definitivamente l’ipotesi che nella sua morte vi sia la responsabilità di terzi. Il corpo del 68enne era stato visto affiorare nell’acqua, incastrato, sotto le volte del palazzo che si affaccia sul Cagnan, da un tecnico che stava lavorando su un condizionatore. Secondo quanto accertato dai carabinieri Busato era in acqua da parecchie ore e aveva i pantaloni abbassati come se l’uomo, forse la sera prima, si fosse fermato vicino al canale per un bisogno fisiologico e fosse scivolato. Questo farebbe pensare a un incidente. Ma la procura vuole averne la certezza. M. Cit. © RIPRODUZIONE RISERVATA
In marcia contro i pesticidi Zanoni: «Troppi vigneti, Zaia protegga il territorio» FOLLINA Ambientalisti contro il
Prosecco, è fissata per domenica la «Marcia stop pesticidi». Gli organizzatori hanno deciso di inserirsi nel filone di iniziative analoghe che quel giorno si terranno anche a Verona, Trento, Caldaro, Codroipo, Bologna e Potenza Picena. Partenza programmata da Cison di Valmarino (raduno alle ore 10 alla rotatoria Est) e percorso fino a Follina (la manifestazione arriverà alle 12.30 nel Parco dell’Abbazia). Tre le richieste: bloccare l’espansione dei vigneti, riconversione biologica di
Nel mirino Trattamenti su un terreno
quelli esistenti (40 mila ettari soltanto nella provincia di Treviso) e protezione delle aree sensibili. Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, annuncia la propria presenza: «L’espansione incontrollata del Prosecco, agevolata da Zaia a suon di milioni, è un danno per tutti – dice -. Per i cittadini, costretti a convivere con una coltura impattante che fa abbondante uso di pesticidi, per l’ambiente, ma anche per i produttori perché il mercato è ormai saturo». L’esponente democratico conclude con un monito: «La mobilitazione di domenica prossima è l’ennesimo segnale inviato alla Regione, vedremo se il governatore ancora una volta farà orecchie da mercante». Mauro Pigozzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE ATTUALITÀ
Corriere del Veneto Mercoledì 15 Maggio 2019
Sanità di Michela Nicolussi Moro
Schede ospedaliere, più letti «Soddisfatti tutti i territori»
● L’editoriale
La fiducia e gli slogan delle liste
Via libera della Regione. Ma a Belluno scoppia «il caso Tso» Dopo l’approvazione in commissione Sanità, lo scorso 30 aprile, ieri la giunta Zaia ha dato il definitivo via libera alle schede ospedaliere 2019/2023 e alle ultime modifiche apportate in seguito alle audizioni di medici, associazioni e parti sociali e le richieste di sindaci e territori. Il risultato, rispetto alla prima versione, è un aumento dei posti letto, che invece di 17.852 sono 17.990 (+138), di cui 14.901 per acuti (compresi i 398 riservati ai pazienti di fuori regione), 3.089 per la riabilitazione (274 per malati del resto d’Italia) e 2013 nelle strutture intermedie. Centri dedicati alle persone dimesse perchè non più in fase acuta ma non ancora in grado di tornare a casa. Aumentano anche i primariati: dai 754 della ste-
VENEZIA
Il sindaco Massaro «Pochi posti in Psichiatria, quattro ore per far ricoverare una donna di notte» sura iniziale a 772. «Abbiamo trovato il giusto equilibrio tra le necessità della gente, l’evoluzione delle condizioni di salute generali, lo sviluppo delle tecnologie, le leggi nazionali, le indicazioni arrivate in commissione e le esigenze espresse dai territori — dice il governatore Luca Zaia —. Non ci sono stati né tagli né ridimensionamenti, ma una rivisitazione delle dotazioni in base ai nuovi bisogni di cura». Rispetto al 2013, fa sapere la Regione, i letti sono cresciuti: in area medica da 6707 a 7091; in area chirurgica da 4830 a 4873; in Terapia intensiva da 696 a 717; in Riabilitazione da 2662 a 2815. Scendono invece, da 2038 a 1822, nel Materno-infantile, «per il forte calo generalizzato delle nascite». «Le ultime schede tengono conto dell’aumento della cronicità e dell’aspettativa di vita, del calo della natalità, di tecniche chirurgiche innovative che hanno diminuito l’invasività di molti interventi e di conseguenza la durata dei ricoveri — spiega l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin —. Sono inoltre stati assegnati più letti di quelli occupati negli ultimi cinque anni, quindi nessuno resterà senza. Mi aspetto grandi risultati pure dalla riorganizzazione della fase post-acuta, con i reparti di Riabilitazione funzionale che sostituiranno progressivamente le Lungodegenze, senza sospendere l’assistenza nemmeno per un giorno». Rispetto alla situazione disegnata dalle schede del 2013, oggi la popolazione del Veneto è diminuita dell’1%, gli over 70 sono aumentati del 13%, stessa percentuale del crollo delle nascite. La degenza media in Chirurgia è scesa del 4%, così come sono calati del 7% i ricoveri in Riabilitazione. E’ infine cresciuta del 20% la quota di pazienti veneti che affrontano la riabilitazione in altre regioni, perciò sono stati potenziati servizi e letti in quest’area. Ma c’è già una prima voce fuori dal coro. Il sindaco di Belluno, Daniele Massaro, contesta: «La Regione ha sba-
gliato la programmazione, si stanno verificando i primi problemi legati al taglio dei letti». Si riferisce al Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) da lui firmato alle 1.45 di ieri notte per una donna in stato alterato, quindi pericolo-
sa per sè e per i familiari, come certificato dalla polizia e dalle Guardie mediche accorse a domicilio. «Per farla ricoverare abbiamo dovuto aspettare quattro ore al Pronto Soccorso, perchè non c’erano letti in Psichiatria nè a Belluno nè a
La dotazione Anche nelle Terapie intensive sono stati aumentati i posti letto
Feltre — racconta Massaro —. Come avevamo detto, con la chiusura del reparto a Pieve di Cadore e il mancato aumento dei posti negli altri ospedali, ci siamo ridotti a dover inviare i nostri pazienti nel resto del Veneto». Diversa la versione di Adriano Rasi Caldogno, direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti: «La signora è arrivata al Pronto Soccorso alle 3.20, è stata visitata alle 3.27 e ricoverata in Psichiatria all’ospedale San Martino di Belluno alle 4.25. L’Usl conta 29 letti di Psichiatria, 16 nel capoluogo e 13 a Feltre, contro i 20 previsti dalla programmazione nazionale. I 6 posti di Pieve sono stati riassorbiti nei 29, quindi nessuna riduzione dell’offerta. Tantomeno per effetto delle nuove schede ospedaliere». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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I numeri ● Nell’ultima stesura delle schede ospedaliere, i posti letto in Veneto aumentano a 17.990 (+138): 14.901 per acuti (compresi i 398 riservati ai pazienti di fuori regione); 3.089 per la riabilitazione (274 per malati del resto d’Italia); 2013 nelle strutture intermedie
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SEGUE DALLA PRIMA
iste costruite attorno alle figure degli aspiranti primi cittadini, nella miriade di borghi che costituiscono il tessuto regionale, dai nomi e motti evocanti soprattutto desideri. E l’illusione di creare aggregazioni attorno a singole parole. Non c’è grande differenza fra le varie realtà venete quando, il 26 maggio prossimo, alle urne amministrative andranno 21 realtà con oltre 15.000 abitanti, un solo capoluogo di provincia, Rovigo, e poi 80 comuni vicentini (almeno qui con città importanti come Bassano, Schio, Arzignano, Montecchio), una cinquantina di padovani, trevigiani e veronesi, e poi a scalare bellunesi, rodigini ed appena una dozzina di veneziani. Le liste, a parte le molte che si appellano al nome ed evocano il candidato sindaco, scorrono sotto i vari «impegno», «fare per…», «insieme», «vivi», «obiettivo comune», «passione comune», «io scelgo», «io amo», «uniti per», «cambia» e «cambiare»”,e così andando, con rare più incisive originalità. Certo la vicinanza dei candidati con gli elettori del proprio paese non ha bisogno di troppi appellativi o di un marketing raffinato. Raro che in giro ci si preoccupi della sostanza dei programmi che accompagnano le formazioni dei candidati. In gioco c’è soprattutto la fiducia. E forse la chiave per riappropriarsi della politica (quella cittadinanza attiva che nei piccoli borghi ha una più diretta espressione rispetto alla dimensione estesa della città) sta proprio nel sottolineare come dalle periferie può trovare alimento rigeneratore la stessa città. Attraverso la scelta degli uomini giusti (e naturalmente donne) idonei alla gestione delle amministrazioni periferiche si crea quell’empatia che facilita le relazioni, rende giustizia, evita oppressioni, non ci fa sentire assediati dalle burocrazie, offre e garantisce ragionevoli servizi, costruisce portavoce dei bisogni, restituisce all’arte di amministrare la doverosa dignità. Forse anche la semplicità, la ripetitività degli slogan con cui i candidati ad un seggio in comune si propongono non è elemento indicativo di scarsa fantasia al tempo della comunicazione assillante e dei messaggi travolgenti, quanto piuttosto di un desiderio di autenticità. Qualcuno potrebbe dire di un desiderio di tornare dal pathos al logos. Per dare attenzione al piccolo. Per una coesione sociale che alimenta democrazia diretta. Giandomenico Cortese © RIPRODUZIONE RISERVATA
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BELLUNO
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Il piano per gli ospedali
Più riabilitazione meno culle Ecco la nuova sanità veneta La Regione approva le schede ospedaliere, i posti letto sono 18mila, calano quelli del pubblico mentre aumentano nel privato. Invariati primariati e reparti zioni contrastanti: la sanità di Palazzo Balbi privilegia il criterio del tasso di occupazione medio rispetto alla dotazione teorica di partenza; i medici di Anaao e Assomed ne contestano la riduzione in termini reali, la Cgil critica il calo di degenze in ambito pubblico a fronte dell’aumento di prestazioni private (giudicate più
Filippo Tosatto VENEZIA. Una rimodulazione della sanità che riflette i capelli bianchi e le culle vuote del Veneto. Che accresce le risorse erogate alla medicina e alla riabilitazione dell’età adulta e taglia quelle destinate al polo materno-infantile. Che sconta l’esodo di medici dal servizio pubblico e attinge in misura crescente all’offerta privata. Che evita le sforbiciate al circuito degli ospedali confermando – nella sostanza almeno – degenze, reparti e primariati. È questo il leit motiv delle schede ospedaliere 2019-2024 allegate al Piano sociosanitario: dopo il via libera in commissione ed il confronto con le parti, nel pomeriggio la Giunta di Luca Zaia le ha approvate in via definitiva. Nel complesso, il sistema veneto di assistenza e cura potrà
Il governatore Zaia ha assicurato «Qui nessuno resterà senza cure» Intervento chirurgico in ospedale
contare su 17.990 posti letto contro i 17.861 della precedente programmazione: di questi, 14.901 per pazienti acuti (compresi 398 riservati agli extraveneti) e 3089 per la riabilitazione (274 per chi arriva da altre regioni). A questi
oggi corteo e sit-in
La polizia penitenziaria chiede la chiusura della sezione psichiatrica BELLUNO. In piazza dopo
l’ennesima aggressione. Corteo e sit-in, questa mattina, per gli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Belluno, che chiedono la chiusura della sezione Articolazione Salute Mentale della casa circondariale di Baldenich. I poliziotti e i rappresentanti sindacali di Cisl Fns, Cgil Fp, Sappe, Fsa Cnpp, Osapp e Uilpa portano in piazza la protesta contro la situazione di degrado e insi-
Un agente penitenziario
venerdì un incontro
Un patto scuola-genitori contro il cyberbullismo BELLUNO. Un incontro per parlare del delicato tema del cyberbullismo. È questa la proposta delle “Scuole in Rete per un mondo di solidarietà e pace” con l’evento intitolato “Internet e i nostri figli: un patto educativo per sopravvivere al web” dedicato in particolare alle famiglie, insegnanti ed educatori. L’iniziativa, realizzata con la collaborazione dei genitori in consiglio di isti-
Franco Chemello
se ne aggiungono 2013 nelle strutture intermedie, pensate per assistere al meglio i pazienti nella fase intermedia tra il ricovero e rientro a casa ma, ad oggi, rimaste perlopiù sulla carta. Un capitolo, quello dei posti letto, oggetto di valuta-
curezza in cui versa la sezione del carcere bellunese in cui sono ospitati i detenuti psichiatrici e per denunciare la grave situazione lavorativa che penalizza tutto il personale dell’istituto penitenziario. Il corteo partirà alle 9 dalla casa circondariale e si concluderà con un sit-in sotto il porticato della Prefettura di Belluno. Richiesto anche un incontro al prefetto, che riceverà i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria alle 11. Sindacati e i lavoratori chiedono la chiusura della sezione Articolazione Salute Mentale, la revisione e integrazione degli organici del personale del corpo di polizia penitenziaria e di quello amministrativo, la tutela del personale e rivendicano il diritto a lavorare in sicurezza. —
tuto del liceo Renier di Belluno, avrà come relatrice il magistrato Roberta Gallego, pubblico ministero presso il tribunale di Belluno e referente del tribunale dei minori. Interverrà anche il referente delle Scuole in Rete Franco Chemello, membro dell’osservatorio regionale Miur sul tema bullismo e cyberbullismo e curatore dell’indagine sul tema nelle scuole bellunesi. Verrò lanciata l’idea di instaurare un patto tra scuole e famiglia per contrastare il dilagante fenomeno. L’appuntamento è fissato per venerdì alle 20.30 al centro Giovanni XXIII di Belluno. – E. D. C.
convenienti sul versante della spesa). Nel dettaglio, il documento di programmazione distingue cinque grandi comparti, comparando il trend del quinquennio precedente e il confronto tra vecchie e nuove dotazioni.
In Area Medica nel 2013 i posti letto erano 6707 (nelle nuove schede sono 7091) mentre il tasso di occupazione reale è stato pari a 6201. Nell’Area Chirurgica, i pl risultavano 4830 (sono diventati 4873) dei quali 3031 occupati. Area Terapia Intensiva: erano 696, sono saliti a 717, l’occupazione ha raggiunto quota 520. La Riabilitazione sale invece da 2662 a 2815 posti letto (il tasso precedente è stato di 2288). Fa eccezione, si diceva, l’Area Materno Infantile, condizionata dalla forte e generalizzata flessione delle nascite: qui le 2013 degenze disponibili (1078 delle quali effettivamente occupate) sono scese a 1822 nelle nuove schede. Ancora: negli ultimi 5 anni la popolazione complessiva ha segnato un -1%; gli ultrasettantenni sono aumentati del 13% e identica percentuale ma in negativo - ha scandito l’andamento delle nascite. La degenza media chirurgica è diminuita del 4%, i ricoveri in riabilitazione del 7% ed è cresciuto del 20% il numero di veneti che hanno fatto la riabilitazione altrove. «A dispetto dei catastrofismi fatti circolare a piene mani, è stato cercato e trovato il giusto equilibrio tra i vari fattori che determinano le scelte programmatorie in sanità», commenta il governatore Zaia «non ci sono stati né tagli né ridimensionamenti, ma una ri-
visitazione delle dotazioni sulla base dei servizi da erogare per rispondere alle nuove esigenze di cura. Questa manovra dà forma e sostanza alla sanità veneta dei prossimi anni, con l’obiettivo di farla crescere rispetto ai già ottimi livelli attuali, a più riprese riconosciuti a livello nazionale e ministeriale»; «Forse qualcuno lo sperava, ma in Veneto ancora una volta nessuno rimarrà senza cure né tanto meno, morirà sulla porta di un ospedale». — aZienda Zero
Con gli acquisti centralizzati 135 mln di risparmi La Commissione regionale sulla sanità ha votato a maggioranza la relazione del direttore generale dell’Azienda Zero, Patrizia Simionato, relativa al 2018. La gestione si è articolata nei seguenti ambiti: centralizzazione degli acquisti, che ha determinato un risparmio di 135 milioni; concorsi pubblici; contabilità, monitoraggio attività delle Aziende sanitarie, fascicolo sanitario elettronico, gestione dei sinistri, formazione sanitaria, analisi in ambito epidemiologico.
computer e smartphone
Nuove tecnologie, un corso per avvicinare gli over 65 È organizzato da Sersa a villa Gaggia Lante a Cavarzano “Ambasciatori digitali” è pensato per favorire l’inclusione sociale degli anziani BELLUNO. Non è mai troppo tardi per imparare a usare computer e telefonini di ultima generazione. È partito lunedì il corso di “digitalizzazione” per over 65 chiamato “Ambasciatori digitali”, curato dall’associazione Informatici senza frontiere in collaborazione con l’Università di Padova, per avvicinare gli anziani all’uso delle nuove tecnologie. «Questi corsi sono utilissimi per favorire l’inclusione sociale e abbattere gli stereotipi legati all’invecchiare», spiega Paolo Santesso, amministratore unico di Sersa, «le nuove tecnologie, infatti, migliorano e aumentano la facilità di accesso a diritti e servizi degli over 65, offrendo loro nuove opportunità». Le attività, interamente finanziate dalla Regione con un bando che punta all’invecchiamento attivo, sono ospitate nella sede di Sersa a villa Gaggia Lante, a Cavarzano. I primi due corsi si occuperanno dell’uso generico del pc e dell’utilizzo di smartphone e tablet». I pc saranno disponibili nella struttura, mentre gli “studenti” del corso per
Un’anziana davanti al computer
smartphone e tablet dovranno già possedere uno di questi strumenti. Verso fine estate, inoltre, verrà organizzato un ulteriore corso di “digital storytelling” (il racconto attraverso immagini e testi realizzati al computer), per stimolare la creatività e la socialità dei corsisti, scattando fotografie e video, scrivendo racconti, registrando audio, per creare piccoli progetti digitali creativi e narrativi. «Questa è un’attività che si va ad aggiungere alle tante altre ospitate da Sersa che non la fanno essere una “semplice” casa di riposo,
ma la rendono un luogo di comunità e di incontro», aggiunge l’assessore alle politiche sociali del Comune di Belluno, «questo progetto è una grande occasione di confronto tra la generazione dei “nativi digitali”, o di chi vive e lavora con le nuove tecnologie, e chi invece ci si avvicina per la prima volta, continuando il lavoro già iniziato con il progetto Interreg Eca. r. e. , accorciando o addirittura annullando, grazie agli strumenti informatici, le distanze nel nostro territorio». — F. R.
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Verso le elezioni europee le delle imprese. Il decreto dignità del ministro Di Maio ha creato solo problemi ai nostri alberghi, in grosse difficoltà nelle assunzioni del personale stagionale. Non si trovano camerieri e cuochi. E sono in ballo migliaia di posti». Ma del governo non salva proprio nessuno: che ne pensa del premier Conte? «Il presidente del consiglio ha una missione molto delicata: tenere a galla la barca che rischia di affondare perché i due capitani Di Maio e Salvini navigano su rotte opposte.Conte ha certamente delle qualità e se trova il coraggio di decidere in autonomia può dare un contributo allo sviluppo dell’Italia». Nel suo programma c’è
«L’Europa ci aiuti a salvare Venezia e a liberare il mare dalla plastica» Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo, in lista per Forza Italia «Fermare l’offensiva della Cina, più tutela ai nostri prodotti» L’INTERVISTA
Albino Salmaso osa può fare l’Europa? Liberare il mare e i fiumi con una direttiva che metta al bando le bottiglie e i sacchetti di plastica. E poi creare una Zes, una zona economica speciale a Venezia come quella di Gioia Tauro o dell’Irlanda e con i benefici fiscali potremo pagare la manutenzione del Mose». Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo, ha accettato di candidarsi per le elezioni europee del 26 maggio con Forza Italia e il suo nome chiude
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«Ma quale polemica De Luca è un cliente affezionato della nostra spiaggia» la lista guidata da Silvio Berlusconi. Zoggia non ama cavalcare le polemiche, anche se il video di Crozza-De Luca suscita rabbia. Sindaco, cosa ne pensa dell’attacco sferrato a Jesolo dal governatore della Campania De Luca? «Mi sembra un caso montato ad arte da Crozza per scatenare assurde polemiche con un perfetto collage di dichiarazioni raccolte qua e là. A me risulta che Vincenzo De Luca venga spesso in vacanza a Jesolo e ciò dimostra che lui ap-
prezza il nostro mare, la spiaggia e l’offerta di una delle capitali mondiali del turismo». Quindi è solo invidia quella di De Luca? «Probabilmente soffre a leggere le statistiche dell’Istat che ha calcolato 6 milioni di presenze a Jesolo ma sono almeno dieci se sommiamo tut-
«Va appoggiata la battaglia di Greta Thunberg in difesa dell’ambiente» ti coloro che hanno la seconda casa e non sono censiti negli alberghi. Con il litorale del Cavallino, regno dei campeggi, si arriva a 20 milioni e con gli altri 30 milioni di turisti d’arte e cultura che visitano Venezia, si capisce perché il Veneto ha il primato in Italia. Le nostre spiagge sono conosciute in tutto il mondo e l’offerta alberghiera di altissimo livello regala comfort e benessere. Certo, bisogna poi difendere il mare e la qualità delle acque dei fiumi e la Ue può giocare un ruolo decisivo con una direttiva che metta al bando la plastica che sta sommergendo i mari». Le acque in Veneto non sono proprio cristalline come quelle della Sardegna o della Grecia: come si può intervenire nel concreto? «Obiezione respinta perché sbagliata. La questione è globale. Io sono nato a Venezia e cresciuto nella laguna di Jesolo e ho visto la profonda
evoluzione dell’ecosistema con il boom industriale. Da ragazzo mi svegliavo alle 4 di mattina e in bici pedalavo per 12 chilometri per raggiungere poi in pullman San Donà, dove mi sono diplomato ragioniere. Mi sento profondamente legato alle mie valli e quando incontro i pescatori che nelle reti raccolgono più plastica che pesci, soffro con loro. Quando ci sono le mareggiate per il maltempo siamo sommersi da tonnellate di rifiuti che arrivano dal Sile, Tagliamento e Piave. I tronchi d’albero si riciclano, mentre la plastica crea solo problemi. Per questo condivido la campagna avviata da Greta Thunberg in difesa dell’ambiente. La studentessa svedese viene strumentalizzata ma il suo messaggio va colto e per salvare l’ecosistema non bastano i divieti di Jesolo o dell’Italia. Ci vuole una risposta globale e l’Europa può dare un segnale importante: deve approvare una direttiva che metta al bando la plastica. E
«I pescatori nelle loro reti raccolgono pochi pesci e tante bottiglie e sacchetti» poi va avviato il confronto sul Global Compact con l’America e la Cina. Ci vuole il coraggio di fare scelte lungimiranti per i nostri figli». Lei è un commercialista e lavora a stretto contatto con le aziende: cosa chiedo-
«Ho firmato l’appello per creare la Zes Il Mose va completato e fatto funzionare»
TESSERA. Da Tessera ieri mattina l’assessore Elena Donazzan ha sancito ufficialmente il suo passaggio a Fratelli D’Italia e il suo impegno nella campagna elettorale per far votare Giorgia Meloni, leader del partito.
per una ragione affettiva: conosco Giorgia da anni ed anni, quella è la mia casa naturale e natale, nasco a destra e morirò a destra. Seconda ragione è quella politica: mi piace la voglia di inclusione, il fatto di avere a aperto alla società civile e a persone provenienti da altre esperienze politiche come Elisabetta Gardini, come Sernagiotto e altri imprenditori». Non solo: «C’è poi la questione di prospettiva, io guardo all’al-
leanza veneta al governo». «Se gli imprenditori italiani riescono a fare grandi cose con uno Stato contro» ha detto Meloni «chissà cosa potrebbero fare se lo Stato li aiutasse. Questo appuntamento e questo invito al voto di Elena Donazzan è importante perché ci consente di raccontare come Fratelli d’Italia sia il partito di riferimento di chi produce: per me sapere che Donazzan assessore del Lavoro in Veneto locomotiva d’Italia sceglie di fare campagna per noi significa che abbiamo fatto bene il nostro lavoro. Questo governo ha appaltato la politica economica ai 5 Stelle, sostiene tesi sconfitte dalla storia come decreto dignità e chiusure domenicali». Marta Artico
Le interviste ai candidati Valerio Zoggia, 69 anni, commercialista, da 8 anni sindaco di Jesolo, è in lista con Forza Italia nella circoscrizione Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Il sindaco della capitale delle spiagge del Nordest ha ottenuto il giusto riconoscimento dal partito di Berlusconi per la qualità del lavoro svolto e nella lista ci sono altri 4 veneti: la senatrice Roberta Toffanin, Emanuele Crosato, Anna Leso e Matteo Tosetto. Dopo l’intervista a Toni Da Re, segretario della Lega, ecco quella a Valerio Zoggia di Forza Italia.
no all’Ue? «Gli imprenditori sono preoccupati dall’offensiva commerciale della Cina: Trump ha introdotto i dazi, noi ci dobbiamo difendere con i marchi di tutela. Penso al vetro di Murano in ginocchio per la concorrenza dell’Est. Corriamo seri rischi anche per la sicurezza alimentare: al porto di Rotterdam arrivano milioni di suini dall’Asia che da quel momento diventano europei perché macellati qui. La nostra salute è in pericolo. Non sarà semplice bloccare l’espansione della Cina e dell’India ma ci può riuscire solo l’Europa unita, per questo l’offensiva dei sovranisti è sbagliata». Berlusconi invoca Salvini
Donazzan: «Con Fratelli d’Italia daremo una spallata al M5S» Obiettivo? Consolidare il gruppo e l’alleanza con la Lega per dare una spallata ai 5 Stelle. «Oggi inizia un percorso» ha spiegato ieri mattina dalla sede della Berti Srl, esempio di come i lavoratori possono risorgere dalle ceneri di una ditta fallita ed acquistarsela, «io alle europee farò votare Fratelli d’Italia». I motivi sono tre, uno storico affettivo, il secondo più politico e il terzo di prospettiva. «Meloni mi convince
il Paese. «È vero che la Lega in Veneto ha una capacità di penetrazione totale ed è il partito più grande, ma si deve essere alleati per intercettare quel voto che magari leghista non è. L’Italia è un paese di centrodestra, ma ha bisogno di una tradizione». Forza Italia è orfana in Regione? «Non avevo la tessera da molto tempo». Giorgia Meloni è arrivata in aereo e si è recata direttamente alla Berti Slc. Insieme hanno fatto il giro dell’azienda. «Dopo il 26 l’Italia resta e dobbiamo pensare che deve essere governata in modo migliore di oggi. L’alleanza innaturale tra Lega e 5 Stelle deve trovare un’alternativa e io la immagino con questa parte di espressione politica, dobbiamo esportare il modello dell’al-
VaerioZoggia stringe la mano a papa Francesco
l’assessore regionale ha scelto il partito di giorgia meloni
«La Lega in Veneto è molto forte, ma bisogna tornare a essere alleati nel centrodestra Forza Italia? Non avevo più la tessera da tempo»
pre ragione. Salvini ha tradito il centrodestra e Forza Italia e per quanto riguarda l’economia ha condiviso scelte sbagliate: non si crea lavoro con il reddito di cittadinanza, quei 5-6 miliardi vanno investiti per ridurre il cuneo fisca-
anche l’impegno per la salvaguardia di Venezia: cosa può fare Bruxelles? «Ci vuole la consapevolezza che Venezia è patrimonio dell’umanità e va salvata dall’invasione del turismo mordi e fuggi puntando sulla qualità dell’offerta, ma non si possono alzare barriere perché tutti, almeno una volta nella vita, vogliono visitare Rialto e Piazza S.Marco. Quindi bisogna trovare le risorse adeguate, non basta ripristinare la Legge Speciale. Intanto va completato e fatto funzionare il Mose la cui gestione va affidata al commissario e poi agli enti locali. Ma l’Europa può fare la sua parte». Insomma, va introdotto lo status speciale? Qui non si porta a casa nemmeno l’autonomia da Roma... «Sono tra i promotori con il sindaco Brugnaro, la Città metropolitana e il presidente di Confindustria Marinese della proposta che punta a creare la Zes, zona economica speciale, dove non si pagano i dazi sull’import- export e scattano dei benefici fiscali. Ce ne sono altre in Europa. Il protocollo è stato firmato. Vivere a Venezia ha dei costi altissimi e mi limito alla raccolta dei rifiuti, ai trasporti sull’acqua e alla manutenzione delle case: da soli non ce la possiamo fare ». —
Meloni e Donazzan
largamento che deve vedere il centro destra naturalmente alleato con la Lega: io sono in Giunta con la Lega, da nove con Zaia, credo che questa alleanza politica e amministrativa debba tornare a governare
a tornare nel centrodestra e a far cadere il governo: lei considera il M5S un pericolo per l’Italia? «Berlusconi ha come sem-
«Salvini deve far cadere il governo e tornare nel centrodestra»
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Verso le elezioni europeee il vicepremier e leader della lega a verona
apre la nuova sede
Salvini ai 5 Stelle: «Tempo scaduto su autonomia e Alta velocità»
Cassa depositi e prestiti lancia piano triennale da 80 miliardi
«Di Maio spieghi ai veneti perché si è rimangiato la parola». Replica il ministro Lezzi: fuori il progetto Maio e Salvini come protagonisti di «un Grande Fratello versione horror dove si litiga sempre e non si lavora mai». C’è né anche sul versante federalista e in riva all’Adige è Flavio Tosi a puntare l’indice: «Il grande bluff è servito ed è destinato a consumarsi in farsa», profetizza l’ex sindaco cacciato dal Carroccio «Di Maio ha seppellito definitivamente l’autonomia definendola una “deriva”. Salvini gli ha risposto che “non si può dire di no a tutto” mentre Zaia si dice “in imbarazzo” per l’alleanza con il M5S. Qui ci prendono tutti in giro: chi ha deciso di sposare i grillini e di tradire il centrodestra? La verità è che preparano la crisi dopo le Europee e vogliono darsi alla macchia per fuggire dalle loro responsabilità e non rispondere dei danni causati: i populisti fregheranno il popolo, succede sempre così...» .
dall’inviato Filippo Tosatto VERONA. L’epifania veneta di
Matteo Salvini riserva una parola buona per tutti. L’alleato-rivale a Cinque Stelle? «Il signor Di Maio venga a spiegare ai veneti e ai lombardi che si è rimangiato la parola sull’autonomia e sull’Alta velocità Brescia-Padova, con i signor no non si costruisce nulla, in Italia abbiamo bisogno di sì»; gli avversari dem? «Per quelli della sinistra prima vengono gli altri, i rom, i richiedenti asilo, e alla fine i poveri italiani, ma solo se avanza qualcosa»; l’Unione di Bruxelles e i suoi supporter? «Sono stufo di quest’Europa che ci vuole tutti precari e sudditi, in pensione a 97 anni ci vadano la Merkel, Soros e Juncker, qui abbiamo altre idee per i nostri figli».
SALE LA TENSIONE
L’approssimarsi del voto europeo acuisce i contrasti gialloverdi e se il vicepremier grillino punge l’alleato – «La Lega la smetta di soffiare sul fuoco, nelle piazze sale la tensione, d’ora in poi la marcheremo stretta» – il ministro degli Interni ribatte a muso duro: «C’è troppa sintonia tra M5S e Pd, vogliono io che riapra i porti, contestano il decreto sicurezza, si oppongono alla flat tax... In questi undici mesi noi abbiamo rispettato il contratto, facciano altrettanto oppure dicano finalmente cosa intendono fare. Non c’è più tempo da perdere, le famiglie, i lavoratori, le imprese sono stanche delle chiacchiere da salotto, vogliono risposte». Saltabeccando dai comizi nel Vicentino alla visita istituzionale di Verona – accolto dai fischi e i buu di una decina di antagonisti, ha presenziato all’inaugurazione della prima se-
CALENDA: «È UN HORROR»
Verona, l’intervento di Matteo Salvini all’inagurazione della nuova sede alla Cassa depositi e prestiti
«La sinistra? Prima rom e migranti poi, se avanza qualcosa i poveri italiani» de territoriale di Cassa depositi e prestiti – il Matteo di lotta e di governo ha ribadito la ricetta sovranista in economia: «I limiti del 3% nell’aumento di spesa? Alla faccia degli euroburocrati e dei loro scudieri, noi investiremo tutto il denaro che serve finché la disoccupazione in Italia non sarà dimezzata. In questi anni i vertici dell’Ue hanno massacrato le nostre banche e i nostri ri-
sparmiatori: il bastone per l’Italia, la carota a Francia e Germania, due pesi e due misure, sì. Ma dal 27 maggio cambierà tutto e il popolo ritroverà voce e potere decisionale: chi dice che vogliamo distruggere l’Europa sbaglia di grosso, noi vogliamo rilegittimarla e salvarla dal baratro». BRUNETTA: CHE DISASTRO
La politica romana non gli risparmia frecciate: «Parole irresponsabili, per i trader internazionali la linea economica di Lega e Cinque Stelle rappresenta un rischio per l’Unione Europea perché sostiene politiche assistenzialiste e con pochi effetti sul Pil, basate sul
«L’Ue ci vuole precari In pensione a 97 anni ci vadano Merkel Juncker e Soros» non rispetto della disciplina fiscale», sentenzia Renato Brunetta di Forza Italia. «Grandi promesse ma la situazione peggiora, smetta di fare campagna elettorale e inizi a governare seriamente per cambiare le cose», rincara la Cgil per voce del segretario Maurizio Landini mentre Carlo Calenda, il capolista del partito democratico nella circoscrizione Nordest, definisce Di
È proprio così? «Sull’autonomia noi non abbiamo intenzione di perdere tempo, però vorremmo leggere il progetto, come si fa con tutti i provvedimenti. Ad ogni Consiglio dei ministri attendiamo il testo definitivo, è dal 22 ottobre che lo promettono», graffia Barbara Lezzi, il ministro a 5 Stelle per il Sud. «Il decentramento lo vogliamo anche noi, ma va fatto bene e senza diktat», fa eco Mattia Fantinati, il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione. A proposito di Nord e Mezzogiorno: domani Salvini sarà a Napoli e il governatore De Luca preannuncia un dono di benvenuto: «Ho contattato Attolini, il sarto de “La grande bellezza”, perché gli confezioni un bel vestito, non se ne può più di felpe e giubbini». Ah, l’ospitalità sudista. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
nuovo fronte gialloverde
Le nomine politiche in sanità Grillo dice stop, Regioni furiose Il ministro del M5S: «Sì ai bravi medici, basta raccomandati» Veneto leghista pronto al ricorso Bond (Forza Italia): «Atto lesivo daremo battaglia in aula» ROMA. Ennesimo dispetto in casa gialloverde. Il ministro a 5 Stelle della Salute, Giulia Grillo, ha presentato un emendamento al decreto “omnibus” sulla Calabria che prevede, sostanzialmente, di
sottrarre a tutti i presidenti di Regione la facoltà di nominare i direttori generali delle Ulss. Uno schiaffo alle velleità di maggiore autonomia e in particolare al Veneto leghista che un anno fa aveva impugnato, con successo, un analogo decreto firmato dall’allora ministro, Beatrice Lorenzin. Nel dettaglio, oggi, la normativa prevede che i governatori scelgano i manager nell’ambito della “rosa” elaborata da
una commissione composta da tre esperti (Regione, Università, Agenas) che a sua volta attinge all’elenco nazionale dei professionisti dotati dei requisiti previsti. Se la riforma Grillo avrà successo, invece, sarà la commissione a stabilire direttamente la graduatoria dei più meritevoli e ai presidenti regionali non resterà che certificarne la scelta, senza facoltà discrezionale. «Sì ai bravi medici, no ai rac-
Giulia Grillo ministro della Salute accanto al vicepremier Luigi Di Maio
VERONA. Cassa depositi e prestiti apre ai territori, e vara un piano di aperture di nuove sedi in tutta Italia. La prima è stata inaugurata a Verona: «Questa scelta testimonia la nostra volontà di sostenere lo sviluppo delle amministrazioni e le piccole e medie imprese come volano della crescita del sistema Paese», le parole del presidente Massimo Tononi «il senso di responsabilità nei confronti degli oltre 26 milioni di risparmiatori postali e dei nostri azionisti ci impone di privilegiare gli interventi che generano maggiori ricadute sull’economia e sul benessere dei cittadini». L’attività viene ridisegnata in funzione delle esigenze delle comunità locali, con un cambio di passo rispetto al passato: «L’obiettivo è valorizzare le sinergie con partner bancari e istituzioni locali. Le nuove sedi porteranno alle imprese sul territorio tutti i prodotti e i servizi del Gruppo Cdp, che punta a supportare 60 mila aziende nei prossimi tre anni, mobilitando risorse proprie per oltre 80 miliardi di euro». «C’è un rapporto storico che ci unisce ai territori e oggi lo rafforziamo avviando dal Veneto questo progetto», ha fatto spiegato l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo «i nuovi uffici saranno operativi in tutta Italia, con un’offerta integrata di strumenti dedicati alle pmi e agli enti locali. Grazie al nuovo modello portiamo sul territorio le professionalità e le competenze del gruppo fatto di tecnici al servizio del Paese». All’evento, nel cinquecentesco Palazzo Giusti, è intervenuto il ministro degli Interni e vicepremier Matteo Salvini: «Questa è la politica vera, seria», ha detto «Cdp si apre al territorio e realizza nei fatti l’autonomia finanziaria». –
comandati. Basta nomine politiche in sanità, sono fonte di scandali ovunque, dall’Umbria alla Calabria, è tempo di garantire trasparenza», la parola d’ordine dei 5 Stelle, con Luigi Di Maio lesto a schierarsi al fianco del ministro. Prevedibile l’altolà della Lega, secco “no” annunciato anche da Forza Italia: «Calare dall’alto scelte così delicate rappresenta una violazione dell’autonomia del territorio, e soprattutto, lede il rapporto fiduciario tra istituzioni e manager, ci opporremo con forza», dichiara il deputato Dario Bond. Fulminante il commento di Vicenzo De Luca: «Di Maio», graffia il governatore dem della Campania «è un truffatore politico». — Filippo Tosatto
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Verso le elezioni europee le delle imprese. Il decreto dignità del ministro Di Maio ha creato solo problemi ai nostri alberghi, in grosse difficoltà nelle assunzioni del personale stagionale. Non si trovano camerieri e cuochi. E sono in ballo migliaia di posti». Ma del governo non salva proprio nessuno: che ne pensa del premier Conte? «Il presidente del consiglio ha una missione molto delicata: tenere a galla la barca che rischia di affondare perché i due capitani Di Maio e Salvini navigano su rotte opposte.Conte ha certamente delle qualità e se trova il coraggio di decidere in autonomia può dare un contributo allo sviluppo dell’Italia». Nel suo programma c’è
«L’Europa ci aiuti a salvare Venezia e a liberare il mare dalla plastica» Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo, in lista per Forza Italia «Fermare l’offensiva della Cina, più tutela ai nostri prodotti» L’INTERVISTA
Albino Salmaso osa può fare l’Europa? Liberare il mare e i fiumi con una direttiva che metta al bando le bottiglie e i sacchetti di plastica. E poi creare una Zes, una zona economica speciale a Venezia come quella di Gioia Tauro o dell’Irlanda e con i benefici fiscali potremo pagare la manutenzione del Mose». Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo, ha accettato di candidarsi per le elezioni europee del 26 maggio con Forza Italia e il suo nome chiude
«C
«Ma quale polemica De Luca è un cliente affezionato della nostra spiaggia» la lista guidata da Silvio Berlusconi. Zoggia non ama cavalcare le polemiche, anche se il video di Crozza-De Luca suscita rabbia. Sindaco, cosa ne pensa dell’attacco sferrato a Jesolo dal governatore della Campania De Luca? «Mi sembra un caso montato ad arte da Crozza per scatenare assurde polemiche con un perfetto collage di dichiarazioni raccolte qua e là. A me risulta che Vincenzo De Luca venga spesso in vacanza a Jesolo e ciò dimostra che lui ap-
prezza il nostro mare, la spiaggia e l’offerta di una delle capitali mondiali del turismo». Quindi è solo invidia quella di De Luca? «Probabilmente soffre a leggere le statistiche dell’Istat che ha calcolato 6 milioni di presenze a Jesolo ma sono almeno dieci se sommiamo tut-
«Va appoggiata la battaglia di Greta Thunberg in difesa dell’ambiente» ti coloro che hanno la seconda casa e non sono censiti negli alberghi. Con il litorale del Cavallino, regno dei campeggi, si arriva a 20 milioni e con gli altri 30 milioni di turisti d’arte e cultura che visitano Venezia, si capisce perché il Veneto ha il primato in Italia. Le nostre spiagge sono conosciute in tutto il mondo e l’offerta alberghiera di altissimo livello regala comfort e benessere. Certo, bisogna poi difendere il mare e la qualità delle acque dei fiumi e la Ue può giocare un ruolo decisivo con una direttiva che metta al bando la plastica che sta sommergendo i mari». Le acque in Veneto non sono proprio cristalline come quelle della Sardegna o della Grecia: come si può intervenire nel concreto? «Obiezione respinta perché sbagliata. La questione è globale. Io sono nato a Venezia e cresciuto nella laguna di Jesolo e ho visto la profonda
evoluzione dell’ecosistema con il boom industriale. Da ragazzo mi svegliavo alle 4 di mattina e in bici pedalavo per 12 chilometri per raggiungere poi in pullman San Donà, dove mi sono diplomato ragioniere. Mi sento profondamente legato alle mie valli e quando incontro i pescatori che nelle reti raccolgono più plastica che pesci, soffro con loro. Quando ci sono le mareggiate per il maltempo siamo sommersi da tonnellate di rifiuti che arrivano dal Sile, Tagliamento e Piave. I tronchi d’albero si riciclano, mentre la plastica crea solo problemi. Per questo condivido la campagna avviata da Greta Thunberg in difesa dell’ambiente. La studentessa svedese viene strumentalizzata ma il suo messaggio va colto e per salvare l’ecosistema non bastano i divieti di Jesolo o dell’Italia. Ci vuole una risposta globale e l’Europa può dare un segnale importante: deve approvare una direttiva che metta al bando la plastica. E
«I pescatori nelle loro reti raccolgono pochi pesci e tante bottiglie e sacchetti» poi va avviato il confronto sul Global Compact con l’America e la Cina. Ci vuole il coraggio di fare scelte lungimiranti per i nostri figli». Lei è un commercialista e lavora a stretto contatto con le aziende: cosa chiedo-
«Ho firmato l’appello per creare la Zes Il Mose va completato e fatto funzionare»
TESSERA. Da Tessera ieri mattina l’assessore Elena Donazzan ha sancito ufficialmente il suo passaggio a Fratelli D’Italia e il suo impegno nella campagna elettorale per far votare Giorgia Meloni, leader del partito.
per una ragione affettiva: conosco Giorgia da anni ed anni, quella è la mia casa naturale e natale, nasco a destra e morirò a destra. Seconda ragione è quella politica: mi piace la voglia di inclusione, il fatto di avere a aperto alla società civile e a persone provenienti da altre esperienze politiche come Elisabetta Gardini, come Sernagiotto e altri imprenditori». Non solo: «C’è poi la questione di prospettiva, io guardo all’al-
leanza veneta al governo». «Se gli imprenditori italiani riescono a fare grandi cose con uno Stato contro» ha detto Meloni «chissà cosa potrebbero fare se lo Stato li aiutasse. Questo appuntamento e questo invito al voto di Elena Donazzan è importante perché ci consente di raccontare come Fratelli d’Italia sia il partito di riferimento di chi produce: per me sapere che Donazzan assessore del Lavoro in Veneto locomotiva d’Italia sceglie di fare campagna per noi significa che abbiamo fatto bene il nostro lavoro. Questo governo ha appaltato la politica economica ai 5 Stelle, sostiene tesi sconfitte dalla storia come decreto dignità e chiusure domenicali». Marta Artico
Le interviste ai candidati Valerio Zoggia, 69 anni, commercialista, da 8 anni sindaco di Jesolo, è in lista con Forza Italia nella circoscrizione Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Il sindaco della capitale delle spiagge del Nordest ha ottenuto il giusto riconoscimento dal partito di Berlusconi per la qualità del lavoro svolto e nella lista ci sono altri 4 veneti: la senatrice Roberta Toffanin, Emanuele Crosato, Anna Leso e Matteo Tosetto. Dopo l’intervista a Toni Da Re, segretario della Lega, ecco quella a Valerio Zoggia di Forza Italia.
no all’Ue? «Gli imprenditori sono preoccupati dall’offensiva commerciale della Cina: Trump ha introdotto i dazi, noi ci dobbiamo difendere con i marchi di tutela. Penso al vetro di Murano in ginocchio per la concorrenza dell’Est. Corriamo seri rischi anche per la sicurezza alimentare: al porto di Rotterdam arrivano milioni di suini dall’Asia che da quel momento diventano europei perché macellati qui. La nostra salute è in pericolo. Non sarà semplice bloccare l’espansione della Cina e dell’India ma ci può riuscire solo l’Europa unita, per questo l’offensiva dei sovranisti è sbagliata». Berlusconi invoca Salvini
Donazzan: «Con Fratelli d’Italia daremo una spallata al M5S» Obiettivo? Consolidare il gruppo e l’alleanza con la Lega per dare una spallata ai 5 Stelle. «Oggi inizia un percorso» ha spiegato ieri mattina dalla sede della Berti Srl, esempio di come i lavoratori possono risorgere dalle ceneri di una ditta fallita ed acquistarsela, «io alle europee farò votare Fratelli d’Italia». I motivi sono tre, uno storico affettivo, il secondo più politico e il terzo di prospettiva. «Meloni mi convince
il Paese. «È vero che la Lega in Veneto ha una capacità di penetrazione totale ed è il partito più grande, ma si deve essere alleati per intercettare quel voto che magari leghista non è. L’Italia è un paese di centrodestra, ma ha bisogno di una tradizione». Forza Italia è orfana in Regione? «Non avevo la tessera da molto tempo». Giorgia Meloni è arrivata in aereo e si è recata direttamente alla Berti Slc. Insieme hanno fatto il giro dell’azienda. «Dopo il 26 l’Italia resta e dobbiamo pensare che deve essere governata in modo migliore di oggi. L’alleanza innaturale tra Lega e 5 Stelle deve trovare un’alternativa e io la immagino con questa parte di espressione politica, dobbiamo esportare il modello dell’al-
VaerioZoggia stringe la mano a papa Francesco
l’assessore regionale ha scelto il partito di giorgia meloni
«La Lega in Veneto è molto forte, ma bisogna tornare a essere alleati nel centrodestra Forza Italia? Non avevo più la tessera da tempo»
pre ragione. Salvini ha tradito il centrodestra e Forza Italia e per quanto riguarda l’economia ha condiviso scelte sbagliate: non si crea lavoro con il reddito di cittadinanza, quei 5-6 miliardi vanno investiti per ridurre il cuneo fisca-
anche l’impegno per la salvaguardia di Venezia: cosa può fare Bruxelles? «Ci vuole la consapevolezza che Venezia è patrimonio dell’umanità e va salvata dall’invasione del turismo mordi e fuggi puntando sulla qualità dell’offerta, ma non si possono alzare barriere perché tutti, almeno una volta nella vita, vogliono visitare Rialto e Piazza S.Marco. Quindi bisogna trovare le risorse adeguate, non basta ripristinare la Legge Speciale. Intanto va completato e fatto funzionare il Mose la cui gestione va affidata al commissario e poi agli enti locali. Ma l’Europa può fare la sua parte». Insomma, va introdotto lo status speciale? Qui non si porta a casa nemmeno l’autonomia da Roma... «Sono tra i promotori con il sindaco Brugnaro, la Città metropolitana e il presidente di Confindustria Marinese della proposta che punta a creare la Zes, zona economica speciale, dove non si pagano i dazi sull’import- export e scattano dei benefici fiscali. Ce ne sono altre in Europa. Il protocollo è stato firmato. Vivere a Venezia ha dei costi altissimi e mi limito alla raccolta dei rifiuti, ai trasporti sull’acqua e alla manutenzione delle case: da soli non ce la possiamo fare ». —
Meloni e Donazzan
largamento che deve vedere il centro destra naturalmente alleato con la Lega: io sono in Giunta con la Lega, da nove con Zaia, credo che questa alleanza politica e amministrativa debba tornare a governare
a tornare nel centrodestra e a far cadere il governo: lei considera il M5S un pericolo per l’Italia? «Berlusconi ha come sem-
«Salvini deve far cadere il governo e tornare nel centrodestra»
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
BELLUNO
MERCOLEDÌ 15 MAGGIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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I problemi della sanità nel Bellunese
Mancano letti in Psichiatria, caos per un Tso Ci è voluta una notte per sistemare una paziente. Massaro: «Ha dovuto attendere in una stanza di emergenza» Paola Dall’Anese BELLUNO. I tagli inflitti in questi anni alla sanità bellunese stanno mostrando i loro effetti negativi sui servizi. A denunciare un episodio grave è il sindaco Jacopo Massaro che racconta quanto capitatogli nella notte tra lunedì e martedì. «È quasi la mezzanotte di lunedì quando vengo chiamato per effettuare un trattamento sanitario obbligatorio: un’operazione quasi di routine, che però alle 4 del mattino è ancora in corso», denuncia Massaro in una nota ufficiale. «Non è stato possibile trovare un solo posto nelle psichiatrie degli ospedali di Belluno e Feltre per ricoverare la paziente. Si stanno verificando i primi contrtattempi legati al taglio dei posti letto voluto dalla Regione: con la riduzione della Psichiatria a Pieve di Cadore e il mancato aumento della disponibilità di letti per lo stesso reparto negli altri ospedali, siamo arrivati al tutto esaurito». Per oltre un’ora, nel cuore della notte, sindaco, operatori sanitari, équipe di Psichiatria e agenti di polizia «hanno contattato le strutture ospedaliere venete, da Bassano a Treviso, per individuare una sistemazione in un reparto psichiatrico». Il sindaco è stato presente fino alle 4.30 di martedì, «poi, dopo la somministrazione alla paziente dei farmaci, è stato possibile ospitarla in una stanza di emergenza, dove è rimasta in attesa dell’uscita dal reparto di un altro degente, previsto per ieri». Una vicenda che suscita lo sconcerto e la rabbia di Massaro. «Non è accettabile che si verifichino situazioni simili. Lo abbiamo già denunciato come Conferenza dei sindaci: il taglio dei letti nel Bellunese porta a inevitabili disagi e pericoli. Quanto accaduto è la fotografia di quello che sta avvenendo in tutti quei reparti degli ospedali periferici che stanno subendo il progressivo smantellamento. Una situazione che, oltre alla riduzione dei
servizi al territorio, genera problemi di gestione e sovraffollamento negli ospedali centrali». «La razionalizzazione», prosegue Massaro, «può essere accettata solo se i posti letto vengono commisurati ai bisogni della popolazione, ma così non è e con il taglio previsto si verificheranno molti casi come questo. In poche parole, si concretizza quello che la Re-
Per il primo cittadino «colpa dei tagli che sono stati imposti dalla Regione» gione ha sempre negato: i cittadini bellunesi saranno costretti ad andare fuori provincia anche per ottenere cure di routine. Se alcuni effetti delle nuove schede ospedaliere, come la mancata attivazione della Chirurgia h24 o della Radiologia interventistica, li vedremo in situazioni molto più gravi, qualche contraccolpo lo notiamo anche in casi ordinari. Non si può lasciare una paziente che ha bisogno di assistenza psichiatrica senza un ricovero: la Regione riveda al più presto le schede ospedaliere o questi episodi diventeranno la regola». LE PRECISAZIONI DELL’USL
«Il sindaco ha firmato il ricovero obbligatorio all’1,45. La paziente è giunta al Pronto soccorso alle 3,20, dove è stata visitata dal medico dell’emergenza alle 3,27 e ricoverata in Psichiatria alle 4,25», dice l’Usl. Sui posti letto, l’azienda evidenzia che «ci sono 16 posti letto a Belluno e 13 a Feltre, superiori ai 20 previsti dal ministero della Salute, che impone un letto ogni 10 mila abitanti. I sei posti di Pieve sono stati riassorbiti nei 29 che la provincia offre ai pazienti psichiatrici in fase acuta e l’assistenza viene garantita su base territoriale. Quindi nessuna riduzione dell’offerta nel nostro territorio». —
l’emergenza
Un disservizio molto grave Il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro (in foto) è stato protagonista di un fatto molto grave all’ospedale San Martino (foto a sinistra) ai danni di una paziente in gravi difficoltà psichiatriche: la donna è rimasta una notte senza un posto per il ricovero.
la posizione dei sindacati
Roffarè: «Invitiamo Zaia a farsi un giro negli ospedali» Luca Barutta dell’Anaao critica la politica veneta che assegna più posti al privato De Carli: «Qui è a rischio la sicurezza dei cittadini» BELLUNO. «Avevamo ragione
a contestare le schede sanitarie imposte dalla Regione. Questo caso dimostra, sempre ce ne fosse stato bisogno, che a pagare in prima persona i taglia alla sanità bellunese, è l’utente». A rincarare la dose di critiche contro la Regione è il rappresentante dell’Anaao, Luca Barutta. «L’assenza di po-
i comitati dei cittadini
«Venezia ci nega un diritto siamo pronti alla battaglia» BELLUNO. «Prima ci hanno tol-
to quel parametro per la montagna che ci assegnava più posti letto e ora, con le nuove schede ospedaliere, negano alle aree del Cadore e dell’Agordino un livello essenziale di assistenza: in poche parole, i montanari non hanno le stesse garanzie di assistenza in caso di emergenza traumatologica rispetto a chi vive in pianura. Questo costringerà i cittadini a ricorrere al Consi-
glio di Stato per vedere riconosciuto un loro diritto». Il coordinamento dei comitati per la sanità bellunese è scandalizzato da quanto avvenuto alla paziente psichiatrico al San Martino e denuncia per l’ennesima volta il diverso trattamento riservato dalla Regione alla montagna. «Abbiamo sentito il legale e stiamo già raccogliendo i soldi per presentare il ricorso al Consiglio di Stato: è l’uni-
co strumento che abbiamo per difenderci dalla politica attuale e per tutelare un diritto negato dalla Regione». E poi, rivolti al governatore Zaia: «Siamo stufi dei suoi proclami per la difesa della montagna, basta prese di giro. Lui vive in zone dove i servizi non mancano, quindi la smetta di negarli a chi vive sulle Dolomiti». Anche il deputato bellunese Roger De Menech stigma-
sti letto liberi per le emergenze dipende dalla scure che si è abbattuta sull’ospedale a Pieve. In realtà, i posti letto ci sarebbero, ma a mancare sono i medici. E così il 15 aprile il reparto di Psichiatria è stato chiuso. A questa operazione, però, non ha fatto seguito un rafforzamento degli ospedali di Belluno e Feltre, così queste due strutture si trovano ora a dover gestire anche i pazienti del bacino cadorino. Possiamo immaginare le conseguenze, con i posti letto costantemente esauriti. Questa politica di tagli, con gli spostamen-
tizza il piano socio sanitario regionale e il taglio dei posti letto operato dalla giunta Zaia: «Fra pochi anni saremo costretti ad andare a curarci in pianura. È tanto se avremo il Pronto soccorso. L’episodio della scorsa notte, con una paziente che per ore non ha trovato posto nei reparti di Psichiatria degli ospedali bellunesi, è la prova provata che la Regione ha deciso di depotenziare la sanità provinciale a favore di quella della pianura». «In Regione», prosegue, «c’è un piano preciso per smantellare la nostra sanità, chiudere reparti, renderla meno attrattiva e ridurla a servizi minimi come, appunto, il Pronto soccorso o poco di più. Nella loro testa la salu-
ti di posti dal pubblico al privato, porta a queste situazioni molto gravi». Anche i segretari generali di Cisl e Cgil, gridano alla vergogna per quanto accaduto. «Questo episodio, che ha rischiato di mettere a rischio la salute e la sicurezza di un malato, dimostra che tra la teoria del piano socio sanitario e la pratica ci sta in mezzo la salute delle persone», denuncia Rudy Roffarè segretario della Cisl, che annuncia l’intenzione di redigere «un documento sulla sanità che vogliamo», assieme agli altri sindacati di catego-
te dei cittadini è un costo e stanno facendo di tutto per attuarlo, anno dopo anno. La cosa più grave è l’accettazione di questo piano da parte dei consiglieri della Lega eletti dai bellunesi. Non solo votano a favore dei provvedimenti che riducono il diritto alla salute dei bellunesi, co-
Per De Menech «fra qualche anno avremo soltanto il Pronto soccorso» me bravi soldatini, ma li sostengono apertamente. Ricordiamo a questi che la salute è un diritto costituzionale, non una concessione tempo-
ria. Roffarè si rivolge anche al governatore veneto: «Zaia continua a dire che la sanità quassù in montagna è a posto: è vero dal punto di vista teorico, ma la pratica è un’altra cosa. Invitiamo il presidente a fare un giro con noi, così gli spieghiamo come stanno realmente le cose». Della stessa idea Mauro De Carli della Cgil: «L’operazione di deospedalizzazione in atto da tanti anni in provincia è diventata pesante ed eccessiva, come eccessivo e drammatico è il taglio di posti letto. Ma la Regione», si chiede De Carli, «intende realmente rispettare le richieste del territorio? Il numero dei posti letto non può essere blindato: se si insiste sull’eccessivo rispetto dei numeri e dei conti, si rischia, infatti, di non riuscire a far fronte alle emergenze». — P.D.A.
ranea». Parla di «episodio vergognoso», la presidente di Cittadinanzattiva e Tribunale del malato, Ottorina Bompani. «Le schede sanitarie devono essere riviste se non vogliamo che quello che accade di rado, diventi una routine». Per Bompani «qui si rischia di allontanare sempre più la gente dalla montagna, perché alcuni servizi non sono più garantiti, visto che la riduzione dei posti letto ha comportato un accorpamento degli operatori sanitari. E quello che l’azienda chiama alta e medio-bassa intensità di cura non è altro che fumo negli occhi, che nasconde la volontà di rinviare alle famiglie la cura dei loro cari». — P.D.A.
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Primo Piano
Mercoledì 15 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Verso le Europee
iorgia Meloni è al telefono, tra una tappa e l’altra della campagna elettorale che l’ha portata anche in Veneto. Ha i minuti contati, e la linea è calda.
G
L’intervista Giorgia Meloni in Veneto
Vogliamo tranquillizzare (o far preoccupare ulteriormente) Di Maio: quanto spesso vi sentite al telefono lei, Salvini e Berlusconi? «Con cadenza normale, quando ci sono questioni da analizzare. Il filo non si è mai interrotto. Ma fossi in Di Maio sarei più preoccupato dalla sua inconcludenza».
«L’autonomia? Mai con questo governo»
Trova Salvini stressato, come dice il capo dei 5 stelle? «Non sono la sua analista. Ma non si può pensare di stare al governo con chi ti accusa di stare con i fucili in mano. Salvini ha commesso l’errore di voler governare con gente strutturalmente di sinistra e lasciare a loro la responsabilità delle politiche economiche, con danni inenarrabili».
La leader di FdI: «L’errore di Salvini `«Il voto del 26 maggio può essere è stato allearsi con gente di sinistra» decisivo a staccare la spina a Conte» `
Libia, con Fincantieri, con la Merkel e Macron che si mettono d’accordo per creare un superstato dominante nella Ue».
Il M5s è di sinistra? «Neanche Bertinotti ormai dice le assurdità che sostengono i grillini: gli “imprenditori-prenditori”, il lavoro che si ottiene se si alzano le tasse... è francamente folle. E i risultati si vedono. Siamo rimasti noi di Fratelli d’Italia a dire no allo spreco del Reddito di cittadinanza, alla fatturazione elettronica, allo Stato che ti entra nei conti correnti. E a proporre la tassa piatta sui redditi incrementali».
Qual è il primo progetto che gli eurodeputati di Fdi presenteranno nel nuovo parlamento europeo? «Abbiamo tre grandi questioni: la difesa del marchio italiano, con la lotta alla contraffazione e all’acquisto di aziende storiche italia-
ne per far passare per italiani prodotti che non lo sono. Il sostegno alla natalità, perché in capo a 50 anni rischiamo di diventare un continente islamico: vorrei incentivi per fare figli. Terzo punto: infrastrutture e sostegno allo sviluppo, scomputando le spese per investimenti dal calcolo del rapporto deficit-Pil». C’è più “tensione sociale” del solito in Italia o è la solita campa-
E i vostri alleati locali della Lega? «Niente. Abbiamo chiesto di applicare il modello del “più assumi meno paghi” alle aziende. Niente. Anche la Lega dice no, e in molti casi ci sono rimasta davvero male». Ma Salvini staccherà la spina al governo dopo le Europee? «Sono gli italiani che possono deciderlo con il voto del 26 maggio. Se dai risultati emergerà che c’è una maggioranza alternativa di persone che non devono litigare per decidere, il nodo verrà al pettine da solo. Il voto più utile di tutti è quello dato a FdI, perché se si
FRATELLI D’ITALIA Giorgia Meloni
vota PD o FI si rafforza questa opinione europea, se si vota Lega o M5s si rafforza questo governo. Non resta che FdI».
SECONDO ME A ROMA LA PROPOSTA DI RIFORMA FEDERALISTA NON È NEANCHE STATA SCRITTA
Berlusconi dice che Lega e FDi senza FI sono ininfluenti in Europa. «Gli sfugge un particolare: FdI fa parte del gruppo dei Conservatori europei, che oggi è la terza grande famiglia politica in Europa. Altro che ininfluenti. Senza conservatori è impossibile costruire una maggioranza alternativa a sinistra e populisti».
TEDESCHI E FRANCESI SONO MOLTO PIÙ ANTI-ITALIANI DEI PAESI DEL GRUPPO DI VISEGRAD
Ma sono utili all’Italia alleanze con governi come quelli del gruppo di Visegrad, i più anti italiani sulla piazza? «Non è vero, sono molto più anti italiani i francesi e i tedeschi, quelli che hanno fatto finta di essere europeisti solo perché l’Europa era uno strumento delle loro mani. Io non dimentico quello che ho visto fare alla Francia in
L’assessore Donazzan in FdI
«Sostengo Giorgia con il cuore» VENEZIA «Una scelta consapevole, di prospettiva e di cuore»: così ieri Elena Donazzan ha ufficializzato il suo sostegno a Fratelli d’Italia. Accompagnando Giorgia Meloni alla vetreria Berti di Tessera, l’assessore regionale ha auspicato l’asse Lega-Fdi: «L’Italia merita di essere governata da un’alleanza naturale, come quella di centrodestra guidata da Luca Zaia».
e7ddb4d0-1e4a-49c3-afb5-1c42b0c4c953
gna elettorale? «La tensione sociale è alimentata da quelli che la denunciano. Ogni volta che arriva una campagna elettorale, i movimenti di destra diventano bersaglio dell’intellighentia di sinistra, dei giornaloni, dei centri sociali, che non sono in grado di batterli sui contenuti. Un meccanismo che non funziona più». C’è un pericolo fascista in Ita-
lia? «Mi sembra abbastanza ridicolo. Sarebbe come dire che c’è un pericolo comunista. Sono pericoli che non esistono. Forse bisognerebbe chiedere a Zingaretti, che nel suo libro scrive che dobbiamo ringraziare l‘Urss: io dell’Urss ricordo i milioni di morti, i gulag, Praga, Budapest». Non pensa che dovrebbe esserci una posizione più netta rispetto ad alcune frange? «Non ho mai avuto problemi ad essere netta: non tollero la violenza, non tollero l’intolleranza, non ho mai organizzato manifestazioni contro qualcuno, non sono mai andata a interrompere o disturbare le manifestazioni di altri. Sul tema della libertà, della democrazia, del rispetto, posso dare lezioni. Piuttosto, vedo molta reticenza a sinistra». Vista da Nordest, c’è la sensazione che in molti la proposta di riforma dell’autonomia non l’abbiano nemmeno letta... «Non è che non è stata letta: secondo me non è stata neanche scritta. È un anno che se ne parla, e ogni settimana annunciano che la prossima è quella decisiva. Di una cosa sono sicura: con questo governo, l’autonomia non sarà mai votata». Ario Gervasutti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
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Verso le Europee
iorgia Meloni è al telefono, tra una tappa e l’altra della campagna elettorale che l’ha portata anche in Veneto. Ha i minuti contati, e la linea è calda.
G
L’intervista Giorgia Meloni in Veneto
Vogliamo tranquillizzare (o far preoccupare ulteriormente) Di Maio: quanto spesso vi sentite al telefono lei, Salvini e Berlusconi? «Con cadenza normale, quando ci sono questioni da analizzare. Il filo non si è mai interrotto. Ma fossi in Di Maio sarei più preoccupato dalla sua inconcludenza».
«L’autonomia? Mai con questo governo»
Trova Salvini stressato, come dice il capo dei 5 stelle? «Non sono la sua analista. Ma non si può pensare di stare al governo con chi ti accusa di stare con i fucili in mano. Salvini ha commesso l’errore di voler governare con gente strutturalmente di sinistra e lasciare a loro la responsabilità delle politiche economiche, con danni inenarrabili».
La leader di FdI: «L’errore di Salvini `«Il voto del 26 maggio può essere è stato allearsi con gente di sinistra» decisivo a staccare la spina a Conte» `
Libia, con Fincantieri, con la Merkel e Macron che si mettono d’accordo per creare un superstato dominante nella Ue».
Il M5s è di sinistra? «Neanche Bertinotti ormai dice le assurdità che sostengono i grillini: gli “imprenditori-prenditori”, il lavoro che si ottiene se si alzano le tasse... è francamente folle. E i risultati si vedono. Siamo rimasti noi di Fratelli d’Italia a dire no allo spreco del Reddito di cittadinanza, alla fatturazione elettronica, allo Stato che ti entra nei conti correnti. E a proporre la tassa piatta sui redditi incrementali».
Qual è il primo progetto che gli eurodeputati di Fdi presenteranno nel nuovo parlamento europeo? «Abbiamo tre grandi questioni: la difesa del marchio italiano, con la lotta alla contraffazione e all’acquisto di aziende storiche italia-
ne per far passare per italiani prodotti che non lo sono. Il sostegno alla natalità, perché in capo a 50 anni rischiamo di diventare un continente islamico: vorrei incentivi per fare figli. Terzo punto: infrastrutture e sostegno allo sviluppo, scomputando le spese per investimenti dal calcolo del rapporto deficit-Pil». C’è più “tensione sociale” del solito in Italia o è la solita campa-
E i vostri alleati locali della Lega? «Niente. Abbiamo chiesto di applicare il modello del “più assumi meno paghi” alle aziende. Niente. Anche la Lega dice no, e in molti casi ci sono rimasta davvero male». Ma Salvini staccherà la spina al governo dopo le Europee? «Sono gli italiani che possono deciderlo con il voto del 26 maggio. Se dai risultati emergerà che c’è una maggioranza alternativa di persone che non devono litigare per decidere, il nodo verrà al pettine da solo. Il voto più utile di tutti è quello dato a FdI, perché se si
FRATELLI D’ITALIA Giorgia Meloni
vota PD o FI si rafforza questa opinione europea, se si vota Lega o M5s si rafforza questo governo. Non resta che FdI».
SECONDO ME A ROMA LA PROPOSTA DI RIFORMA FEDERALISTA NON È NEANCHE STATA SCRITTA
Berlusconi dice che Lega e FDi senza FI sono ininfluenti in Europa. «Gli sfugge un particolare: FdI fa parte del gruppo dei Conservatori europei, che oggi è la terza grande famiglia politica in Europa. Altro che ininfluenti. Senza conservatori è impossibile costruire una maggioranza alternativa a sinistra e populisti».
TEDESCHI E FRANCESI SONO MOLTO PIÙ ANTI-ITALIANI DEI PAESI DEL GRUPPO DI VISEGRAD
Ma sono utili all’Italia alleanze con governi come quelli del gruppo di Visegrad, i più anti italiani sulla piazza? «Non è vero, sono molto più anti italiani i francesi e i tedeschi, quelli che hanno fatto finta di essere europeisti solo perché l’Europa era uno strumento delle loro mani. Io non dimentico quello che ho visto fare alla Francia in
L’assessore Donazzan in FdI
«Sostengo Giorgia con il cuore» VENEZIA «Una scelta consapevole, di prospettiva e di cuore»: così ieri Elena Donazzan ha ufficializzato il suo sostegno a Fratelli d’Italia. Accompagnando Giorgia Meloni alla vetreria Berti di Tessera, l’assessore regionale ha auspicato l’asse Lega-Fdi: «L’Italia merita di essere governata da un’alleanza naturale, come quella di centrodestra guidata da Luca Zaia».
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gna elettorale? «La tensione sociale è alimentata da quelli che la denunciano. Ogni volta che arriva una campagna elettorale, i movimenti di destra diventano bersaglio dell’intellighentia di sinistra, dei giornaloni, dei centri sociali, che non sono in grado di batterli sui contenuti. Un meccanismo che non funziona più». C’è un pericolo fascista in Ita-
lia? «Mi sembra abbastanza ridicolo. Sarebbe come dire che c’è un pericolo comunista. Sono pericoli che non esistono. Forse bisognerebbe chiedere a Zingaretti, che nel suo libro scrive che dobbiamo ringraziare l‘Urss: io dell’Urss ricordo i milioni di morti, i gulag, Praga, Budapest». Non pensa che dovrebbe esserci una posizione più netta rispetto ad alcune frange? «Non ho mai avuto problemi ad essere netta: non tollero la violenza, non tollero l’intolleranza, non ho mai organizzato manifestazioni contro qualcuno, non sono mai andata a interrompere o disturbare le manifestazioni di altri. Sul tema della libertà, della democrazia, del rispetto, posso dare lezioni. Piuttosto, vedo molta reticenza a sinistra». Vista da Nordest, c’è la sensazione che in molti la proposta di riforma dell’autonomia non l’abbiano nemmeno letta... «Non è che non è stata letta: secondo me non è stata neanche scritta. È un anno che se ne parla, e ogni settimana annunciano che la prossima è quella decisiva. Di una cosa sono sicura: con questo governo, l’autonomia non sarà mai votata». Ario Gervasutti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mestre
Mercoledì 15 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Continuità di lavoro nel tempo? Grazie alle competenze `La Fondazione Coin
al Pacinotti: ecco come redarre un documento NUOVA OCCUPAZIONE MESTRE Che ne è del mito del
AL LAVORO La visita della delegazione alla Berti di Tessera, l’azienda salvata dai dipendenti (Nuove Tecniche/ Claudio Springolo)
«Così abbiamo salvato la Berti» L’assessore regionale Donazzan con Meloni `«Vendiamo anche all’estero, ma in Italia all’azienda di Tessera rilevata dagli operai le imprese del territorio non sono tutelate» `
IMPRESE Elena Donazzan si schiera con Fratelli d‘Italia e porta Giorgia Meloni in visita a un‘azienda simbolo del Veneto, la Berti di Tessera. In via Triestina, a due passi dall‘aeroporto, l‘assessore regionale al Lavoro e il leader di Fratelli d‘Italia visitano l‘azienda e ascoltano la storia da Antonio Pasqualetto, presidente della cooperativa formata dai lavoratori che hanno preso la decisione di tenere aperta l’azienda. Si tratta infatti, come ricorda Donazzan, di uno dei sei attuali “worker buyout” veneti, cioé di una coop che ha rimesso in piedi un’impresa in crisi che era destinata alla chiusura lasciando a casa tutti i lavoratori. MESTRE
LA RINASCITA Era il 2015 quando arrivò la brutta notizia del fallimento della ditta veneziana, attiva dal 1962 nel settore del vetrocamera e dei serramenti. E da lì partì la mobilitazione dei dipendenti che non volevano rassegnarsi: 22 lavoratori su 46 avevano deciso di versare la loro indennità di mobilità in una nuova società facendo ripartire la pro-
duzione. Con loro c‘era Lega Coop, che aveva contribuito mettendo parte del capitale. Un’esperienza nuova, in un momento comunque difficile per l‘economia del Paese. «Non è stato facile e per due anni abbiamo dovuto lottare - spiega il presidente Pasqualetto -. Ma eravamo in 22 e adesso siamo in 40, abbiamo acquistato la fabbrica e pensiamo di prendere nuovo materiale e attrezzature. Fondamentale è stato il sostegno di Lega Coop, ma anche quello dei giudici di Venezia che ci hanno aiutati a risolvere le situazioni più complesse».
L’ORA DELL’EXPORT La nuova società, dopo un inizio lento, ora sta iniziando a esportare. «Vendiamo in Francia, negli Stati Uniti, in Svizzera - aggiunge Pasqualetto -. Purtroppo il problema resta
VENTIDUE LAVORATORI HANNO INVESTITO I SOLDI DELLA MOBILITÀ NELLA NUOVA SOCIETÀ PER FAR RIPARTIRE LA PRODUZIONE
l’Italia. Un esempio su tutti, la nuova area della stazione di Mestre: si concede di aprire nuovi alberghi ma non si impone di rivolgersi, per costruirli, a imprese del territorio. Qui in Italia non siamo protetti e nelle grandi opere del nostro Paese non riusciamo a entrare. In Francia fanno di tutto per favorire le loro aziende e per mette-
Zelarino Legittima difesa Il Sap a congresso MESTRE Legittima difesa e sicurezza partecipata sono i temi sui quali si confronteranno venerdì al Centro cardinal Urbani di Zelarino gli iscritti al Sindacato autonomo di Polizia (Sap). I lavori si apriranno alle 9.30; sull’evoluzione normativa in materia di legittima difesa interverranno il sottosegretario Nicola Molteni, l’ex magistrato Carlo Nordio, il segretario aggiunto del Sap Gianni Tonelli, il consigliere comunale Enrico Gavagnin e il segretario provinciale del Sap Gioergio Pavan.
re in condizione di lavorare nei loro cantieri». Nel corso della visita Pasqualetto presenta a Donazzan alcuni dei lavoratori stranieri. Come un venticinquenne della Sierra Leone che le spiega di essere felice di aver trovato quel posto di lavoro: «Si alza ogni giorno alle 5 e viene qui a lavorare. Qui abbiamo tre persone che avevano bisogno di un contratto di lavoro per restare in Italia, sono ottimi collaboratori» le dice. Meloni gli risponde che è sempre sbagliato generalizzare: «Sono tutte persone diverse. Se diciamo che bisogna governare i flussi è anche per garantire le migliori condizioni di vita a chi arriva qui».
contratto a tempo indeterminato? Non è più una ricchezza, perché sono le competenze che garantiscono la continuità di lavoro nel tempo. Oggi si parla di “web reputation”. Uno studente che affronta la ricerca di lavoro deve stare attento che la sua immagine sui social network non appaia compromettente. Deve essere anche in grado di presentare un videocurriculum, atteggiarsi e parlare in modo corretto in un colloquio. È quanto emerge da “Il mio passaporto per il lavoro”, l’iniziativa che Fondazione Coin ha proposto in due giornate formative per le classi quinte dell’Istituto Pacinotti Massari, giunta alla quattordicesima edizione. Il seminario ha l’obiettivo di dare una preparazione specifica su come gestire il dopo-maturità, e ha coinvolto un centinaio di studenti di tutti gli indirizzi. Con la collaborazione della società “Lavoro e Persone” di Padova, specializzata in formazione e selezione del personale, sono stati fissati i concetti più importanti di come scrivere una lettera di presentazione, redigere un curriculum vitae e affrontare un colloquio di selezione.
IL COLLOQUIO A divertire “educando” gli studenti è stata soprattutto la simulazione di un colloquio di lavoro, recitato da due attori professionisti, che in un’ironica gag teatrale hanno cercato
di trasmettere i concetti da fissare in mente. «Dalle esperienze lavorative elencate nel CV devono emergere delle competenze trasversali» ha sottolineato Mattia della VA elettrotecnici. Ma chi vuole lavorare non può essere indeciso. «Deve sapere coinvolgere, divertire attirare l’attenzione» ha detto il suo compagno Simone. Le competenze più ricercate dagli studenti? Il lavoro di gruppo e il “problem solving”. Tra gli errori da evitare? «Non puoi parlare sempre in continuazione» commenta Leonardo con posture di immedesimazione «Devi stare seduto normale, non a mani e gambe incrociate». Si è parlato del ruolo delle agenzie interinali, del volontariato come palestra di vita, e quest’anno anche di “intelligenza emotiva”. «Insegnare ai ragazzi a prendere le decisioni giuste senza lasciarsi condizionare dalle fragilità emotive» spiega Elena Zancanaro, segretario di Fondazione Coin - diventa parte di un percorso formativo importante in ambito lavorativo e personale. Gli studenti devono arricchire le loro esperienze di apprendistato e lavoro a tempo determinato, che il mercato offre oggi». Sono intervenuti esperti della selezione del personale, psicologi del lavoro, e Loris Sanmartin, di Eurointerim spa, che ha illustrato ai ragazzi le caratteristiche che le aziende ricercano oggi. «Teniamo conto delle esigenze del mondo del lavoro - afferma Marco Zorzi, vicepreside del Pacinotti - Vogliamo orientare e accompagnare gli studenti verso una nuova realtà, dando loro gli strumenti per valorizzare le loro competenze con una comunicazione efficace». Filomena Spolaor
EUROPA E LAVORO Donazzan conferma quanto sia difficile fare impresa in Italia: «La Berti è un’azienda eroica che va avanti tra mille difficoltà. Alle Europee sostengo Fdi perché oggi è inclusiva e ci garantisce una prospettiva di futuro, per un’Italia governata in modo migliore. L’alleanza di governo è innaturale, questa Regione invece è l’esempio di un centrodestra che funziona». Melody Fusaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
PASSAPORTO PER IL LAVORO La scolaresca del Pacinotti che ha partecipato all’iniziativa di Fondazione Coin
Il Rotary premia le eccellenze al servizio degli altri “Bloccati” i fanghi da smaltire
Arriva l’ordinanza del sindaco
LAVORO
AMBIENTE
MESTRE i dieci Rotary club della
città metropolitana di Venezia hanno assegnato il premio “Eccellenze a servizio della comunità - Virtuosi 2019” a otto professionisti e imprenditori distintisi per avere lavorato, nell’ambito della propria attività, mettendo il proprio talento a servizio degli altri, con spirito di servizio ed attenzione ai problemi sociali, operando in osservanza dei valori etici del Rotary. La cerimonia si è tenuta nell’auditorium del Museo M9 alla presenza del governatore del Rotary - Distretto 2060 Riccardo De Paola, del presidente della Fondazione Venezia, Giampietro Brunello e dell’assessore al Turismo Paola Mar. I presidenti dei Rotary club
MESTRE I Ministeri dell’Am-
di Caorle, Jesolo, Noale, Portogruaro, Riviera del Brenta, San Donà, Venezia e Venezia Mestre Torre hanno consegnato il premio a Luca Ginetto, per i giornalisti, Davide Fraccaro, per la categoria ingegneri, architetti e geo-
metri, Donatella Noventa per i medici, Elio Dazzo per i commercianti, Michela Barin per la categoria avvocati, Anna Maria Babbo, per la categoria professori e ricercatori, Piero Pellegrini per gli industriali e Paolo Lenarda
per i commercialisti. Al termine il governatore Riccardo De Paola ha assegnato la massima onorificenza rotariana “Paul Harris Fellow” all’insegnante Maria Babbo, per l’attività di insegnamento, svolta in 47 anni d’attività.
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biente e delle Infrastrutture non rispondono e il sindaco è costretto a firmare un’ordinanza urgente per consentire lo smaltimento dei fanghi. È dal febbraio del 2018 che la Sifa, la società del Sistema integrato Fusina ambiente, ha presentato la sua proposta per lo stoccaggio dei fanghi provenienti dalle acque reflue urbane nell’area dei 23 ettari del vallone Moranzani, con successivi solleciti anche nel febbraio e nel marzo scorso. Ma le risposte dei due Ministeri non sono arrivate, ed ora i fanghi bisogna per forza smaltirli
da qualche parte. E non sarebbe neanche bastata la convocazione della conferenza dei servizi voluta dalla Regione Veneto e fissata per il prossimo 20 maggio a risolvere la situazione. Così il sindaco Brugnaro ha firmato l’altroieri un’ordinanza “immediatamente esecutiva” per consentire alla Sifa il ricevimento e lo stoccaggio dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione di Veritas nell’area dei 23 ettari “anche se ricadenti al di fuori del sito di interesse nazionale di Porto Marghera” (era questa la modifica del vincolo chiesta da Sifa), permettendo così la prosecuzione dello smaltimento. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Economia
DAVID BECKHAM ENTRA NELLA SQUADRA SAFILO: L’EX CALCIATORE HA FIRMATO UN ACCORDO DI LICENZA PER UNA LINEA DI OCCHIALI DA SOLE David Beckham e l’Ad Angelo Trocchia Mercoledì 15 Maggio 2019 www.gazzettino.it
economia@gazzettino.it
Euro/Dollaro -0,17%
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Conad compra Auchan e Simply Accordo tra il gruppo della grande distribuzione bolognese `Operazione che cambia anche gli equilibri in Veneto, e i francesi, che cedono oltre 1500 piccoli punti vendita e iper dove la nuova realtà da 17 miliardi avrà oltre 2mila addetti `
COMMERCIO VENEZIA Auchan passa la mano a Conad che acquisisce per una cifra vicina al miliardo quasi tutta la rete del gruppo francese, 1600 punti vendita a marchio anche Simply e Sma (una cinquantina in Veneto, limitata la presenta in Friuli Venezia Giulia) e diventa leader in Italia. L‘operazione è stata fatta da Conad con il supporto di Wrm group, società che fa capo al finanziare Raffaele Mincione, e ora deve passare il vaglio dell‘antitrust. L’acquisizione sarebbe stata effettuata con Bdc Italia in cui Conad detiene il 51% e Mincione il 49%. Il valore del deal è stato stimato tra 700 milioni e un miliardo di euro. Mincione viene spiegato - sarà proprietario degli immobili di Auchan Retail Italia, che affitterà a Conad. Con quest’affare, Conad potrà superare Coop, diventando leader di mercato della grande distribuzione in Italia. La quota di mercato di Conad, attualmente al 13%, salirà al 19% grazie al 6% attualmente in mano ad Auchan. L’operazione dovrebbe essere completata nella seconda metà del 2019 e metterà insieme quelli che attualmente sono il secondo gruppo (Conad) e il quinto (Auchan) della Gdo in Italia. Nell’anno fiscale 2018 Auchan Retail Italia aveva circa 1.600 punti vendita di vari marchi (compresi Auchan e Simply), un fatturato di circa 3,7 miliardi di euro e circa 18.000 di-
L’AD PUGLIESE: «RIPORTATA NELLE MANI DI IMPRENDITORI ITALIANI UNA RETE DI GRANDE VALORE»
pendenti, mentre Conad registrava circa 3.300 punti vendita e ricavi per 13,4 miliardi. I ricavi della nuova Conad salirebbero quindi a 17,1 miliardi circa. Auchan in Italia resterà solo con 33 punti di vendita a gestione diretta in Sicilia (che potrebbero essere venduti a un operatore lcoale) e 50 drugstore a insegna Lillapois. Le gallerie commerciali in cui sono presenti i negozi Auchan e Simply venduti a Conad, continueranno a operare con Ceetrus. Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad: «Siamo soddisfatti di aver acquisito e riportato nelle mani di imprenditori italiani una rete di distribuzione di grande valore, che sta attraversando un periodo di difficoltà ma che ha grandi potenzialità ed è complementare a quella di Conad. Oggi nasce una grande impresa italiana».
LA LETTERA «Come sapete, Auchan Retail sta vivendo oggi grandi difficoltà economiche. Questo ci costringe a scelte e rinunce che non siamo stati in grado di fare finora. Decisioni difficili ma ora indispensabili - ha scritto in una lettera ai dipendenti il presidente di Auchan Italia Edgard Bonte -. Nonostante gli investimenti e gli sforzi, Auchan Retail Italia non è stata in grado di soddisfare le esigenze dei clienti italiani in modo economicamente sostenibile e resta quindi costantemente in perdita da troppi anni. Al fine di garantire la sostenibilità delle attività commerciali in Italia, abbiamo deciso di vendere queste attività a Conad, il secondo più grande distributore alimentare italiano. Questa nuova unione darà vita al primo retailer del mercato italiano. Sono convinto che questa decisione sia la migliore per ognuno di voi». M.Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La sindacalista Cisl: «Traditi dai francesi, ora temiamo tagli» LE REAZIONI NEL NORDEST
AUCHAN PASSA DI MANO Uno dei supermercati del Veneto
La grande distribuzione alimentare Chi guadagna di più e chi di meno tra le grandi catene (risultati netti cumulati dal 2013 al 2017 in milioni di euro) 1
Esselunga
1.245
2
Conad
871,8
3
Eurospin
4
Selex
5
Lidl
8
Coop
816,8 618,2 397,9 216,2
16 Crai
43,6
17 Pam
38,7 -663,7
18 Carrefour 19 Auchan
-874,2
Fonte: Mediobanca
Unicredit, ipotesi Commerz al lavoro Lazard e JpMorgan IL CASO MILANO Saltate le nozze con Deutsche Bank, su Commerzbank si è posato lo sguardo insistente di Unicredit che, secondo quanto raccolto da Reuters, a fronte di una potenziale offerta avrebbe nominato come advisor Jp Morgan e Lazard, e in particolare l’ex viceministro delle Finanze tedesco Joerg Asmussen che della banca d’affari è managing director nel financial advisory. L’interesse per l’istituto di Francoforte è di vecchia data con un approccio finalizzato all’even-
tuale aggregazione già nel 2017. Tuttavia l’offerta, secondo le ricostruzioni di allora, non maturò tanto per l’opposizione politica in Germania quanto perché la banca italiana era nel mezzo di una ristrutturazione delle sue attività. Ora le posizioni sarebbero cambiate, con la banca tedesca nelle mire anche di Ing e Bnp Paribas. Qualunque accordo avrebbe comunque bisogno del benestare di Berlino che controlla il 15%. L’indiscrezione che raccoglie i no comment dei diretti interessati (anche del ministero delle Finanze tedesco) e una precisazione di Unicredit
diffusa in tarda serata, ricorda anche che la banca italiana è da tempo interessato ad espandere le attività in Germania. Area in cui è già presente con quasi 450 sportelli.
LE FUSIONI CROSS-BORDER «Le fusioni cross-border sono molto complesse da portare a termine», ha detto anche in occasione dell’ultima trimestrale, il ceo Jean Pierre Mustier. Quanto alle reazioni del mercato, ieri il titolo Unicredit ha ceduto l’1,7% mentre quello di Commerbank ha guadagnato il 5%. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENEZIA Il colpo è da vertice nazionale. Ma avrà grandi ricadute anche in Veneto, regione dove Auchan, con anche i marchi Simply e Sma, ha una cinquantina di punti vendita con cinque ipermercati e più di mille addetti. «Con quest’acquisizione Conad potrebbe diventare il primo marchio della grande distribuzione in Veneto con più di 100 punti vendita, con grande presenza nel Veneziano, e oltre duemila addetti complessivi. Superando anche Coop Alleanza, in piena ristrutturazione commenta Maurizia Rizzo, segretaria veneto del sindacato Cisl Fisascat - è positivo che le attività di Auchan passino a un gruppo italiano che in questi anni ha dimostrato di saper crescere e di aver puntato probabilmente sulla tipologia commerciale più valida, quelle delle piccole e medie superficie nei centri storici, negozi vicini alla gente più che grandi supermercati. Ma c’è anche da sottolineare come i gruppi stranieri del commercio stanno abbandonando l’Italia e il Veneto: prima di Auchan c’era stata Billa e anche Carrefour sta tagliando. La notizia della fusione ha creato grande sconcerto tra i lavoratori, è stato proclamato lo stato di agitazione e ora attendiamo con preoccupazione il vertice del 28 maggio al ministero a Roma». Conad è italiana, e questo potrebbe dare fiducia agli addetti, ma in passato si è dimostrata un osso duro per il sindacato. «È una compagine sociale con
tanti piccoli imprenditori, di fatto è un sistema destrutturato dove ogni punto vendita è un’impresa a se - spiega Rizzo -: hanno la politica di mantenere per tre anni l’esistente con al loro società centrale, la Sgr, dopo cedono a loro volta ai dipendenti o a piccoli imprenditori associati alla loro piattaforma. E questa è la fase più delicata, dove potrebbero sorgere i tagli alla manodopera e all’orario, al reddito come in passato è già accaduto per l’acquisizione di Billa. E anche in Veneto c’è il rischio di sovrapposizioni». Per questo il confronto del 28 maggio si annuncia già decisivo. I francesi se ne vanno anche perché hanno perso la fiducia nell’Italia dopo le proposte di limitare le aperture estive? «Le proposte del governo e della maggioranza sulle chiusure estive sono finite nel cassetto. Auchan poi ha sempre tenuto aperto, non credo se ne sia andata per le limitazioni domenicali - risponde la sindacalista della Cisl -. Il problema è che c’è una liberalizzazione selvaggia che ha fatto chiudere tanti piccoli negozi e anche la Regione Veneto non ha saputo fare accordi per tutelare il territorio». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA
MAURIZIA RIZZO: «LE PROPOSTE DI CHIUSURE DOMENICALI NON HANNO PROVOCATO QUESTA FUGA, I PROBLEMI SONO ALTRI»
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Atttualità
Mercoledì 15 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Mose, niente sconti: la Procura chiede conferme per tutti Il Pg ripropone in Appello la sentenza di primo grado: condanna per Cinque, prescrizione per Orsoni. Matteoli, no alla riabilitazione `
LO SCANDALO VENEZIA «Non ci sono spazi per assoluzioni al processo per lo scandalo Mose». Ieri, in apertura del processo d’appello, il sostituto procuratore generale Alessandro Severi ha concluso la sua requisitoria chiedendo la conferma quasi integrale della sentenza emessa nel settembre del 2017 dal Tribunale di Venezia, sollecitando solo qualche parziale modifica dovuta alla morte dell’ex ministro alle Infrastrutture, Altero Matteoli e ad ulteriori prescrizioni per il troppo tempo trascorso, in aggiunta ai reati già dichiarati prescritti in primo grado.
ATTENDIBILITÀ Il rappresentante della pubblica accusa ha sostenuto che sono credibili e riscontrate le confessioni rese dall’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, e dagli altri soggetti che hanno collaborato con la Procura, tutti usciti dall’inchiesta con il patteggiamento. E sono quindi da respingere le numerose eccezioni sollevate dalla difesa negli argomentati ricorsi presentati per chiedere l’assoluzione di tutti:
dalla competenza territoriale alla correttezza della perizia che ha stabilito l’incapacità di Mazzacurati di poter deporre al processo a causa di una malattia degenerativa, non possibile da prevedere al momento dell’arresto.
L’EX MINISTRO Il pg ha dichiarato che il decesso di Matteoli, intervenuto alla fine del 2017, prima del deposito delle motivazioni della sentenza, non consente di entrare nel merito delle accuse di corruzione contestate, per le quali il politico di An era stato condannato a 4 anni di reclusione: di conseguenza la Corte d’appello di Venezia è stata invitata a dichiarare il non doversi procedere per morte dell’imputato, nonostante il suo difensore si stia battendo per un riabilitazione “post mortem” che ha ben pochi appigli giuridici per essere accol-
NO ALL’ASSOLUZIONE PER L’EX SINDACO IN RELAZIONE AI FINANZIAMENTO DI 250.000 EURO DA MAZZACURATI
ta. In ogni caso, il decesso fa “cadere” la condanna al risarcimento danni milionario stabilito in primo grado. La pubblica accusa ha invece chiesto la conferma della condanna per corruzione a 4 anni di reclusione (e al risarcimento milionario), per l’amico e coimputato di Matteoli, l’imprenditore romano Erasmo Cinque, che fu imposto dall’allora ministro a Mazzacurati per i lavori di disinquinamento di Porto Marghera, affidati al Cvn (invece che messi a gara pubblica) proprio in cambio della presenza dell’azienda di Cinque, la Scostramo, che avrebbe guadagnato 50 milioni di euro senza fare nulla. Secondo il pg, l’imprenditore romano meriterebbe una pena più severa, ma nessuno ha impugnato la concessione delle attenuanti generiche.
L’EX SINDACO Già passata in giudicato l’assoluzione per il finanziamento elettorale “in bianco” ricevuto nel 2010 dal Cvn, il processo d’appello per l’ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, riguarda soltanto il finanziamento di 250 mila euro che l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, sostiene di avergli versato “in nero”: la Pro-
L’ULTIMA UDIENZA Gli avvocati Giuseppe Chiaia, Sandro Mason, Luigi Ravagnan e Paola Bosio (FotoAttualità)
cura generale ha chiesto la conferma della sentenza di prescrizione emessa dal Tribunale, sostenendo che la norma sul finanziamento pubblico ai partiti è applicabile anche ai sindaci, in quanto candidati al consiglio comunale. «Non c’è alcuno spazio per un’assoluzione», ha dichiarato il pg Severi, ribattendo alla richiesta di assoluzione piena della difesa, secondo la quale Orsoni non ha commesso alcun reato.
già dichiarata in primo grado. La prescrizione è stata sollecitata anche per l’imprenditore veneziano Nicola Falconi, la cui condanna di primo grado per corruzione (2 anni e 2 mesi) si è prescritta lo scorso aprile. Parziale prescrizione, infine, è stata chiesta per gli episodi più datati tra quelli contestati all’avvocato romano Corrado Crialese (accusato di millantato credito) per il quale l’accusa ha proposto una
GLI ALTRI
RISARCIMENTI, SÌ A QUELLI DECISI DAL TRIBUNALE: PROVVISIONALI PER 4 MILIONI, CONFISCA PER 19
Quanto all’ex presidente del Magistrato alle acque, Maria Giovanna Piva, accusata di corruzione per essere stata al soldo di Mazzacurati, il pg ha sostenuto che vi è «evidenza delle condotte contestate», ma deve essere confermata la prescrizione
riduzione di tre mesi (pena finale un anno e sette mesi).
RISARCIMENTI Presidenza del Consiglio dei ministri, ministero delle Infrastrutture, Regione Veneto, Città Metropolitana e Comune di Venezia e Consorzio Venezia Nuova hanno arringato per ottenere la conferma dei risarcimenti disposti dal Tribunale: 4 milioni di provvisionali e la confisca di oltre 19 milioni di euro. La Corte, presieduta da Carlo Citterio, ha rinviato l’udienza all’11 giugno per ascoltare le arringhe dei difensori di Piva, Falconi e Cinque, i quali si batteranno per una piena assoluzione. Quindi, se resterà tempo sufficiente, in serata la sentenza. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Mercoledì 15 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Stallo sulla riforma
Di Maio-Salvini, sale la tensione: niente vertice sull’autonomia Il capo M5s: «Noi pronti da un mese, `Il leader della Lega: «Spieghi ai veneti ma dopo Siri il tema non sarà in Cdm» che si è rimangiato la parola, io no» `
LA TRATTATIVA VENEZIA Sarà anche a distanza, ma suona sempre più come un dialogo tra sordi il confronto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini sull’autonomia. «Ero pronto un mese fa», dice il capo politico del Movimento 5 Stelle; «Sono mesi che discutiamo», ribatte il segretario federale della Lega. Divergono perfino le ricostruzioni temporali, ma il risultato finale non cambia: la trattativa si è definitivamente inchiodata e il Veneto, oltre alla Lombardia e all’Emilia Romagna, ribolle.
dendo da un mese un vertice di governo, ma dopo la richiesta di dimissioni di Siri il capo della Lega l’ha presa sul personale». E ancora il vicepremier in verde: «Se uno ha cambiato idea, vuole perdere tempo, lo dica. Non solo ai veneti o ai lombardi, ma a tutti, perché l’autonomia la stanno chiedendo tutti». Puntura del ministro del Lavoro: «Sono disponi-
bile, ma senza vertice per dirimere temi e nodi non si può procedere. Se si va a rilento la Lega lo chieda a se stessa». Stilettata del ministro dell’Interno: «Inizio a notare troppi accoppiamenti tra Pd e Cinquestelle, troppa sintonia. Dicono no all’autonomia, no alla flat tax, no al nuovo decreto sicurezza». E così salta il faccia a faccia a Palazzo Chigi, a giudica-
re dalle affermazioni sarcastiche del campano: «Non mi risulta che al Consiglio dei ministri arriveranno l’autonomia e la flat tax, questa sarebbe una notizia». Provocazione piccata del lombardo: «Il signor Di Maio lo venga a spiegare ai veneti e ai lombardi che si è rimangiato la parola data, perché io di parola ne ho solo una».
La contestazione A Verona
LA GIORNATA Per tutta la giornata i due alleati, o presunti tali visto il crescendo di ruvidezza dei toni reciproci, si sono lanciati sfide e controsfide: Di Maio da Roma, Salvini da Verona. Il pentastellato: «Prima di dare autonomia alle Regioni bisogna cacciare dalla sanità i raccomandati e i “figli di”». Il leghista: «Sono mesi che discutiamo di autonomia. Tutti i ministri sanno tutto, tutti i sindaci, tutti i governatori». Di nuovo il vicepremier in giallo: «Sull’autonomia ero pronto un mese fa. Sto chie-
LA MINISTRA LEZZI PROVOCA LA COLLEGA STEFANI: «VORREMMO LEGGERE IL PROGETTO, È DAL 22 OTTOBRE CHE LO PROMETTONO»
IN VENETO Matteo Salvini ieri alla Cassa Depositi e Prestiti (foto ANSA)
LA ROTTURA Sfiancato dall’ennesimo rinvio, il governatore leghista Luca Zaia deve aver esaurito anche le parole, se sui social finisce per rilanciare piuttosto il video del comizio veronese di Salvini: «Noi abbiamo mantenuto la parola nei confronti degli altri, ora sull’autonomia mi aspetto che loro mantengano la parola data ai veneti». Ma la pentastellata Barbara Lezzi, ministro per il Sud, riaccende la miccia: «Noi non abbiamo nessuna intenzione di perdere tempo, però vorremmo anche leggere il progetto, del resto come si fa con tutti i provvedimenti. Siamo in attesa ad ogni Consiglio dei ministri di vedere questo progetto definitivo, siamo qui, è dal 22 di ottobre che promettono che arrivi questo progetto». Dichiarazioni che non piaceranno di certo alla collega leghista Erika Stefani, titolare degli Af-
Striscione contro il leghista, la Digos lo filma VERONA «Prima gli esseri umani e poi... i 49 milioni». Questo lo slogan apparso sullo striscione che è stato esposto ieri mattina alla finestra di un palazzo all’ultimo piano a Verona, a pochi metri da Giardini Giusti, dov’era atteso il ministro Matteo Salvini per l’inaugurazione della sede della Cassa Depositi e Prestiti. La scritta, accompagnato dal motto «No Tav», è stata filmata dalla Digos. Episodi simili si sono ripetuti in giornata anche in Campania.
VENEZIA Nella guerra gialloverde sull’autonomia, si apre un nuovo fronte di scontro. Nell’ambito del decreto sul commissariamento della sanità in Calabria, ieri il Movimento 5 stelle ha depositato un emendamento che punta a eliminare la discrezionalità dei presidenti delle Regioni nella scelta dei direttori generali. Una proposta letta dalla Lega come un’arma di ricatto rispetto alle richieste di Emilia Romagna, Lombardia e soprattutto Veneto, che sulla difesa delle prerogative locali nelle nomine dei dg aveva già vinto una battaglia davanti alla Corte Costituzionale contro il precedente governo di centrosinistra.
IL TESTO Non a caso proprio dai parlamentari veneti è stato letto con irritazione il testo circolato a margine dei lavori della commissione Affari Sociali di Montecitorio, a cura della relatrice pentastellata Dalila Nesci: «Nelle more della re-
visione dei criteri di selezione dei direttori e comunque non oltre 18 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, la rosa dei candidati è proposta secondo una graduatoria di merito, sulla base dei requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell’incarico da attribuire». Traduzione del deputato bellunese Dario Bond (Forza Italia), ricordando il precedente della legge Madia, la quale inizialmente prevedeva che il conferimento degli incarichi sanitari, da scegliere attraverso un elenco nazionale dei soggetti idonei, avvenisse senza l’accordo delle Regioni: «Vogliono far rientrare dalla finestra quello che era già uscito
IL BELLUNESE BOND (FI) CONTRO LA PROPOSTA PENTASTELLATA SUL DECRETO CALABRIA: «SI VUOLE OSTACOLARE I GOVERNATORI»
La Camera boccia il taglio dell’Iva sugli assorbenti ROMA Arriva il primo via libera, da parte della Camera, alla proposta di legge governativa per le semplificazioni fiscali. Non passa, dopo una nuova battaglia in Aula a Montecitorio, la richiesta partita dalle opposizioni di abbassare l’Iva sugli assorbenti perché mancano le copertura, 212 milioni passando dall’attuale 22% al 10% e oltre 300 milioni per portarla al 5%. Il provvedimento sulle semplificazioni ha ottenuto 265 voti a favore e nessun contrario, ma 188 astenuti. Ora passa all’esame del Senato. Ecco in sintesi le principali novità. Basta imposte su affitti mai incassati: i proprietari di casa
IN TELEVISIONE Luigi Di Maio ieri sera era ospite su Canale 5 del programma Matrix (foto LAPRESSE)
dalla porta con la sentenza della Consulta, che aveva imposto la riscrittura della norma. Questo è chiaramente un emendamento contro l’autonomia, perché mira a limitare la capacità e la rapidità decisionale dei governatori».
Semplificazioni fiscali
incappati in inquilini morosi non dovranno più aspettare la convalida di sfratto: basterà l’intimazione. La novità vale per i contratti stipulati dal 2020. Eliminata anche la Tasi, dal 2022, per le imprese di costruzione che non sono riuscite ad affittare o vendere. Viene meno l’obbligo di rinnovo della cedolare secca. Sconti del 25% del costo per chi acquista prodotti per i tre quarti fatti con riutilizzo di rifiuti. Per le imprese ci sarà un credito d’imposta. Rimborso totale dei tributi comunali, per massimo 4 anni, a chi rialza le saracinesche di negozi chiusi, da almeno sei mesi, in cittadine sotto i 20 mila abitanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GOVERNATORE ZAIA RILANCIA IL VIDEO DEL MINISTRO DELL’INTERNO, INTANTO LA SICILIA CELEBRA IL SUO ANNIVERSARIO
Nuovo fronte: le nomine dei dg in sanità «Lo Stato deve controllare le Regioni» L’EMENDAMENTO
fari Regionali, che un giorno sì e l’altro pure ricorda di aver consegnato la bozza d’intesa ancora a febbraio. Ormai l’impressione è di piena rottura, se addirittura il dialogante sottosegretario Mattia Fantinati arriva a puntualizzare: «L’autonomia la vogliamo anche noi, ma fatta bene. Il M5s faceva parte dei comitati referendari e l’abbiamo inserita nel contratto di governo. Ma non possiamo accettare diktat su tempi e forme». Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, vede in questo muro contro muro la dimostrazione di «come il contratto di governo fosse un inganno programmatico utile solo per spartirsi il potere». In tutto questo oggi la Sicilia celebra il 73esimo anniversario dell’autonomia: la sua. Angela Pederiva
«ANTI-RACCOMANDATI» Presentato come «anti-raccomandati», il provvedimento è stato difeso a spada tratta da Luigi Di Maio, anche in relazione ai recenti scandali che hanno interessato l’Umbria: «Voglio andarmi a curare in un ospedale in cui chi sta lì a capo deve ringraziare il proprio curriculum e non un politico e per questo ci aspettiamo che la Lega voti l’emendamento al decreto Calabria nelle prossime ore». Ha aggiunto la ministra pentastellata Giulia Grillo: «Oggi più che mai è urgente rescindere il legame tra politica e nomine dei dirigenti sanitari. La sanità è un settore di altissima corruzione, per questo l’autonomia delle Regioni deve essere bilanciata dalla possibilità dello Stato di controllare e sanzionare le Regioni stesse, ma ciò oggi
non è possibile e non esiste uno strumento normativo che consenta allo Stato di far valere tali principi».
IL FRENO Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio, ha provato a porre un freno alla valanga scatenata dalla correlazione tra l’autonomia differenziata e le nomine sanitarie: «Quello è un emendamento che il ministero della Sanità sta già predisponendo e andrà in qualche provvedimento che non riguarda le autonomie, che hanno un respiro costituzionale che va oltre una norma condivisibile ma di carattere ordinario». Il numero due della Lega ha anche precisato che la riforma sollecitata da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna va ben oltre la contingenza politica: «L’autonomia è nel contratto di governo, non è richiesta di Zaia o dei nostri governatori, è richiesta del popolo, che si è espresso con il referendum, e va fatta». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
XVI
Riviera
ATTESA PER LE SCHEDE Solo oggi si saprà se Dolo avrà ripreso o meno il primario del settore materno-infantile, come da richiesta dei primi cittadini dell’area vasta
del Brenta
Mercoledì 15 Maggio 2019 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Sanità, l’ultima carta dei sindaci Ieri, a poche ore dall’approvazione delle nuove schede, `Le indiscrezioni: Anestesia e Rianimazione potrebbe faccia a faccia con Luca Zaia e con l’assessore Lanzarin essere stata trasformata in unità operativa complessa `
I bambini a lezione di pace dal sindaco
LOTTA PER GLI OSPEDALI
PIANIGA
Nuove schede ospedaliere approvate ieri dalla giunta regionale tra le speranze dei sindaci della Riviera e del Miranese che appena poche ore prima erano stati ricevuti dal presidente della Regione, Luca Zaia, e dall’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, per ribadire la loro richiesta di ridimensionare i tagli previsti per Dolo e Mirano. Per la Riviera, le prime anticipazioni non ufficiali riguarderebbero Anestesia e Rianimazione che potrebbe essere stata trasformata in unità operativa complessa, mentre qualcosa in più potrebbe essere stato portato a casa anche per Radiologia. Solamente oggi però si saprà se il nosocomio di Dolo avrà riguadagnato o meno il primario del settore Materno-infantile o conquistato nuovi posti letto, così come richiesto appunto dai primi cittadini in delegazione a Venezia. Va detto che in generale i numeri contemplati dalla nuova programmazione a livello regionale sono aumentati di 129 unità. «Il presidente si è dimostrato disponibile – ha riferito il sindaco di Fiesso d’Artico e vicepresidente del comitato dei sindaci del distretto Mirano-Dolo, Andrea Martellato – Zaia ha detto di comprendere la nostra preoccupazione. Abbiamo sottolineato ancora una volta quanto sostenuto in queste settimane, vale a dire la necessità di mantenere le schede del 2016, evitando di penalizzare oltremodo il nostro territorio». Marco Dori ha aggiunto: «Per Mira ho avuto anche l’occasione di sottoporre a Zaia la vicenda del nuovo
Il sindaco di Pianiga Federico Calzavara e l’assessore alla Pubblica Istruzione Chiara Cazzagon hanno incontrato alcune settimane fa i bambini della classe IV A della scuola primaria di Pianiga nell’ambito di un progetto didattico di educazione civica. I giovanissimi studenti, entusiasti per la visita ricevuta, hanno raccontato l’esperienza sostenuta in classe attraverso lo studio e il confronto di alcuni articoli della Costituzione e hanno riflettuto sulla loro vita e su cosa significa essere cittadini attivi fin da piccoli. Hanno affrontato anche una tematica “dura” come la guerra attraverso l’articolo 11 della Costituzione e la lettura di brani del “Diario di Anna Frank”, ragionando sull’impegno che ciascuno può assumere individualmente per evitare situazioni di conflitto. Da queste riflessioni è stato poi creato un “albero della pace”: su ogni foglia ciascun alunno ha fissato un impegno da prendere nella propria vita quotidiana. Partendo dall’articolo 30 i bambini hanno poi approfondito il tema della famiglia, composto a piccoli gruppi delle poesie, ragionato sui sistemi scolastici nei vari Paesi del mondo, le cui caratteristiche principali sono state poi messe in alcune scenette. Non ultime le problematiche ambientali relative all’inquinamento dell’aria e dell’acqua, al disboscamento, allo smaltimento dei rifiuti e alla tutela del patrimonio artistico.
MARTELLATO (FIESSO): «IL PRESIDENTE COMPRENDE LE PREOCCUPAZIONI» DORI (MIRA): «C’E PURE LA QUESTIONE DISTRETTO»
MOBILITAZIONE I sindaci di Riviera e Miranese schierati davanti all’ospedale di Dolo. In alto il nosocomio di Noale.
distretto sanitario: mi è stato garantito che la questione sarà approfondita».
Tribunale del malato
LA PROTESTA
«Decine di proteste per esami in ritardo»
La protesta dei sindaci era iniziata ufficialmente poco più di un mese fa con un simbolico tour nelle strutture sanitarie del territorio - Dolo, Mirano e Noale - ed era poi proseguita con un primo sit in a palazzo Ferro Fini. A fine aprile infatti i primi cittadini erano già stati ricevuti dall’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, proprio nella stessa giornata in cui erano state approvate dalla quinta Commissione regionale alcune ulteriori modifiche alle schede, con l’assegnazione di 10 posti letto in più per Dolo (4 a Medicina, 2 a Cardiologia, 2 a Chirurgia e 2 a Ostetricia), più altri 35 posti, oltre ai 10 già accordati in
Liste di attesa, decine le segnalazioni al Tribunale del malato per il mancato rispetto dei tempi di evasione delle richieste negli ospedali di Dolo e Mirano. Il problema riguarda per lo più i primi accessi, vale a dire le prestazioni che servono a fare una diagnosi iniziale. Nell’ultimo trimestre è arrivata notizia di almeno una trentina di situazioni critiche. «I ritardi interessano in particolare gli esami strumentali come ad esempio risonanza magnetica, tac, ecografia» - spiega Sandra Boscolo, presidente del Tribunale. Ma riguardano pure le prestazioni che rientrano
nelle classi B e D, “breve” e “differibile”, che dovrebbero essere eseguite entro 10 e 30 giorni. Il nuovo Piano nazionale sulle attese, che entrerà in vigore tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, riduce i tempi fissati per le prestazioni “P”, cioè quelle patologie per le quali non è previsto un aggravamento nel breve periodo, da 180 a 120 giorni. Anche il limite massimo per un intervento di classe D, le patologie che non causano immediato dolore o disabilità, viene fissato a 12 mesi. La Boscolo si domanda: «Come sarà possibile rispettare le nuove regole?» (E.Cal.)
precedenza, per Recupero e riabilitazione funzionale. Radiologia e settore Materno-infantile erano state allora riqualificate come unità semplice dipartimentale. Per Mirano non c’erano state novità di rilievo, mentre nel complesso la previsione si era attestata su 98 posti letto in meno nei due ospedali. I sindaci si erano dichiarati insoddisfatti, e la mobilitazione era appunto proseguita con la richiesta di un ulteriore incontro. Nel frattempo per Dolo sono arrivati 40 milioni di fondi Cipe, che serviranno a ristrutturare i primi quattro piani del vecchio monoblocco, e a costruire tre livelli sopra al nuovo Pronto soccorso per ospitare lungodegenza, terapia intensiva e geriatria. Elena Callegaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sgravi fiscali dopo i disagi per i lavori in centro»
LIBRETTO A conclusione hanno creato una piccola brochure con la descrizione di alcune conseguenze dei comportamenti negativi e delle buone azioni per il miglioramento del loro paese. «Ringrazio chi mi ha dato l’opportunità di vivere questo incontro – ha commentato il sindaco Calzavara - un’esperienza arricchente che mi ha ricordato la fortuna di essere amministratore del nostro Comune». S.Zan © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAMPAGNA LUPIA I lavori su via Repubblica a Campagna Lupia per la creazione della rete fognaria nera sono terminati ma lasciano ancora il segno. Il cantiere ha occupato la via principale del capoluogo da dicembre a marzo; ora una lettera aperta, indirizzata al sindaco Alberto Natin, agli assessori e consiglieri di maggioranza, sottolinea “il malcontento e il disagio vissuti da molti commercianti ed esercenti durante i lavori”. A firmare la missiva che, viene riferito, verrà anche protocollata in Comune - il gruppo del M5s locale e 17 attività del centro. Nella nota non solo lamentela, vengono avanzate anche delle proposte da
considerarsi “ristori” dei disagi causati alle attività, come la promozione di una “Notte bianca” e la valutazione di uno sgravio fiscale su Imu e Tari. La situazione è emersa durante un incontro che il M5s locale ha organizzato alcuni giorni fa al centro civico: «Il cantiere limitava l’accesso ad entrambe le carreggiate – riporta la lettera - molti esercenti e commercianti non sono stati avvertiti dell’inizio dei lavori. Gran parte di loro lamenta, altresì, un’ingiustificata assenza, parziale o totale, delle istituzioni comunali durante il rifacimento della rete fognaria. Una comunicazione aperta fra commercianti e amministrazione avrebbe potuto alleviare l’entità dei disagi economici, logistici ed organiz-
zativi subiti. Se ci fosse stata la possibilità per il Comune di posticipare l’avvio dei lavori a luglio-settembre si sarebbero probabilmente causati meno problemi».
PROPOSTE Così, dopo l’incontro con i commercianti, il Movimento avanza due proposte, chiedendo il patrocinio del Comune: «Una “Notte bianca” - propon-
M5S E COMMERCIANTI CHIEDONO CHE IL COMUNE CONCEDA AGEVOLAZIONI LANCIATA PURE L’IDEA DI UNA “NOTTE BIANCA”
“PROTESTA” Il centro di Campagna Lupia
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gono i grillini - e per non gravare sulle “casse” degli operatori un’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione di suolo pubblico e dalle eventuali spese di pulizia. Chiediamo, inoltre, all’amministrazione comunale di valutare uno sgravio fiscale, ossia una riduzione percentuale della Tari e dell’Imu comunali, per quanti fossero in grado di dimostrare un reale ammanco rispetto allo stesso periodo». «Auspichiamo per il futuro – concludono - una più tempestiva presenza “fisica” di questa amministrazione ed in particolare del sindaco Natin, agli eventi ed alle problematiche che riguarderanno da vicino il tessuto commerciale di Campagna Lupia». Gaia Bortolussi
EDUCAZIONE CIVICA Il sindaco Calzavara e l’assessore Chiara Cazzagon tra i bimbi della IV A
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Nordest
DETENUTI PSICHIATRICI, SIT-IN A BELLUNO Oggi corteo della polizia penitenziaria da Baldenich alla Prefettura: i sindacati chiedono maggiore sicurezza nell’ala del carcere riservata ai malati di mente.
Mercoledì 15 Maggio 2019 www.gazzettino.it
Sanità, priorità al fascicolo elettronico Veneto, approvati il rendiconto e gli indirizzi di Azienda Zero `Nel 2019 dovrà essere completata la digitalizzazione, che finora Dalla centralizzazione nel 2018 ottenuti risparmi per 135 milioni riguarda 1.200.000 utenti. Al via l’accorpamento di 80 magazzini `
Medici di base
IN COMMISSIONE VENEZIA Se il 2018 è stato l’anno dei risparmi, 135 milioni rispetto alla spesa storica che salgono a 195,8 in riferimento alle basi d’asta, il 2019 dovrà essere quello del fascicolo sanitario elettronico e della centralizzazione della logistica. Sono queste le indicazioni emerse ieri dalla seduta della commissione regionale Sanità dedicata all’Azienda Zero, in cui sono stati approvati a maggioranza il rendiconto della gestione passata e gli indirizzi per l’attività futura. Morbida la posizione delle minoranze e in particolare del Partito Democratico, che rivendica l’importanza di questo tipo di monitoraggi: «Grazie al jolly che ci siamo giocati durante il dibattito consiliare sulla riforma, oggi possiamo vigilare sul corretto funzionamento di un ente indubbiamente importante», sottolinea il consigliere Claudio Sinigaglia.
Gorini (Fimmg): «Pazienti scortesi? Vanno cacciati dall’ambulatorio»
ACQUISTI E CONCORSI Dalla relazione del direttore generale Patrizia Simionato sul 2018, risulta che sono state bandite 22 gare sopra la soglia di rilevanza comunitaria, per un importo di indizione di oltre 1,7 miliardi: per esempio quelle per il servizio di lavanolo per tutte le aziende del sistema sanitario regionale, per l’applicativo unico per il sistema informativo ospedaliero e per la gestione dell’ospedale Codivilla-Putti a Cortina d’Ampezzo. Nel frattempo sono state aggiudicate 23 gare sopra soglia per l’acquisto di farmaci, dispositivi medici e servizi vari, per un valore di aggiudicazione di quasi 1,2 miliardi: ad esempio per la ristorazione (da rifare dopo le sentenze del Consiglio di Stato, su cui ora pende un ricorso in Cassazione), la vigilanza e l’approvvigionamento di medicinali. Inoltre, anche per conto delle amministrazioni pubbliche non sanitarie della Regione, sono state aggiudicate altre 11 gare, sia sopra che sotto soglia, per 49,7 milioni, fra cui quelle per il sistema di posta elettronica (19,6 milioni), il servizio di reti radio (18,6 milioni) l’attività di supporto scolastico (13,1 milioni). Sul fronte dei concorsi, ne sono stati espletati 5 per diverse figure professionali del comparto sanitario (infermieri, tecnici, as-
TRASLOCO IN VISTA Fra giugno e luglio la sede di Azienda Zero a Padova si sposterà da Passaggio Gaudenzio alla ristrutturata Casa Rossa
sistenti sanitari) ed è stato dato avvio alle selezioni per i dirigenti medici. Sono stati poi indetti gli avvisi per il conferimento di 5 strutture complesse, è stata presa in carico l’organizzazione del concorso per l’ammissione alla Scuola di formazione in medicina generale, è stata assunta la gestione delle graduatorie della medicina convenzionata e delle zone carenti ed è stato avviato un secondo ciclo di mobilità per il potenziamento della dotazione organica di Azienda Zero, che ha portato alla graduale assunzione in servizio del personale individuato. Al riguardo è stato annunciato che tra giugno e luglio dovrebbe avvenire il trasloco della sede di Padova da Passaggio Gaudenzio alla Casa
OK A MAGGIORANZA ALLA RELAZIONE DEL DG SIMIONATO. SINIGAGLIA (PD): «GRAZIE AL NOSTRO JOLLY ORA VIGILIAMO SULL’ENTE»
Rossa, dove la ristrutturazione sta per essere ultimata e troveranno posto 150 dipendenti.
FSE
195,8
Ma nei prossimi mesi dovrà trovare compimento, stando ai programmi previsti per il 2019, anche il fascicolo sanitario elettronico (Fse). Alla fine del 2018 lo strumento risulta attivato da 1,2 milioni di cittadini, che hanno prestato il loro consenso attraverso i medici di base, gli Uffici relazioni con il pubblico (Urp) e l’app “Sanità km zero”, che permette da un lato di consultare il proprio dossier e dall’altro di gestire le ricette (opzione esercitata da 175.000 utenti, con accessi in aumento del 30%). Attualmente risultano caricati 245 milioni di documenti, tra cui 19 milioni di certificati clinici e in particolare 10 milioni di referti di laboratorio.
I milioni a cui ammontano i risparmi, nelle 34 gare aggiudicate in totale, rispetto alle basi d’asta
VALUTAZIONE
I cittadini che gestiscono le ricette attraverso l’applicazione informatica “Sanità km zero”
La novità di quest’anno per Azienda Zero riguarderà la centralizzazione della logistica. Sarà redatto uno studio di fattibilità per l’accorpamento dei depo-
150 Gli addetti di Azienda Zero che troveranno posto nella nuova sede a Padova a partire dall’estate
175.000
siti di farmaci, attualmente distribuiti fra 80 magazzini, cercando di puntare su quelli di proprietà per tagliare i costi degli affitti. Questo è uno degli indirizzi impartiti dalla commissione consiliare, insieme fra gli altri appunto al completamento del Fse, alla centralizzazione di gare, concorsi e copertura dei sinistri e del rischio clinico, all’avvio delle attività di indirizzo e coordinamento degli Urp in materia sanitaria e sociosanitaria. Spetterà invece alla Giunta approvare gli obiettivi e gli indicatori di dettaglio, secondo una griglia che è già stata predisposta. Le indicazioni di Ferro Fini da un lato e Balbi dall’altro concorreranno alla valutazione dell’operato dell’Azienda Zero e dei suoi vertici, basata per il 20% sul rispetto della programmazione regionale (di competenza della commissione Sanità) e per l’80% sulla garanzia dei Livelli essenziali di assistenza nel rispetto dei vincoli di bilancio (di competenza dell’esecutivo regionale). Angela Pederiva
TREVISO I pazienti maleducati e arroganti devono essere cacciati dagli ambulatori. È questo, in sintesi, l’appello lanciato ai medici di famiglia da Brunello Gorini, storica guida della Fimmg di Treviso, oltre che dottore di base a Salgareda. Lui l’ha fatto. «Qualche tempo fa – racconta – una signora ha fatto irruzione nel mio ambulatorio spalancando la porta mentre stavo visitando un’altra paziente e si è rivolta a quest’ultima chiedendole quanto le mancasse, perché stava attendendo ormai da venti minuti». È stato a quel punto che è intervenuto a Gorini: «L’ho presa per un braccio e l’ho accompagnata fuori, dicendole che visto che aveva tanta fretta, avrebbe dovuto cercarsi un altro medico. E così è stato». Secondo il 68enne, «tutti i medici di famiglia dovrebbero mettere alla porta i pazienti che non si comportano bene: nel momento in cui una persona viene “scaricata” più volte, si chiederà cosa c’è che non va. Il rapporto di fiducia è fondamentale. Ma non riguarda solamente il paziente verso il medico. Anche il contrario. Ci mancherebbe. Vent’anni fa cose del genere non sarebbero mai successe. È venuto meno il rispetto per la professione medica». A tutto ciò si aggiungono le mille richieste che i pazienti inoltrano ai medici via WhatsApp: «Inviano le foto, soprattutto per problemi dermatologici – rivela Gorini – chiedendo diagnosi online. Oppure chiedono di poter avere dei farmaci. Alcuni vengono in ambulatorio anche con copie di articoli trovati su internet o sui giornali, chiedendo di avere quel determinato trattamento...». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Schede ospedaliere, nuovo sì: 17.990 posti letto e 772 primari IN GIUNTA VENEZIA Nuovo via libera dalla Giunta regionale alle schede ospedaliere del Veneto. Si tratta dell’approvazione definitiva, dopo le correzioni apportate in commissione e in vista dell’approdo in Consiglio. La delibera ridisegna la dotazione di posti letto, reparti e primariati nella sanità pubblica.
I NUMERI Gli ospedali potranno contare su un totale di 17.990 posti letto
contro i 17.861 della precedente programmazione (129 in più), dei quali 14.901 per acuti (compresi i 398 da utilizzare per pazienti provenienti da fuori Veneto) e 3.089 per la riabilitazione (inclusi i 274 della mobilità extraregionale). A questi se ne aggiungono 2.013 nelle strutture intermedie, destinate alla fase che sta tra l’acuzie e il rientro a casa. I direttori dei reparti saranno 772. «I numeri generali – dicono da Palazzo Balbi – sono in sostanziale aumento sia rispetto alla precedente programmazione del 2013, sia rispetto alla prima proposta inviata dalla
Giunta alla Quinta commissione del Consiglio regionale, valutata dalla Commissione con l’espressione del parere dopo approfondita discussione e infine ritrasmessa alla Giunta per l’approvazione
VIA LIBERA DALLA GIUNTA DOPO LE CORREZIONI IN COMMISSIONE ZAIA: «NESSUN TAGLIO, MA UNA RIVISITAZIONE IN BASE ALLE ESIGENZE» ab9e7d78-6c78-416e-8a12-badf2a6aa750
IN CORSIA Nella foto di repertorio personale sanitario in servizio in un ospedale del Veneto
finale». Sottolinea l’assessore regionale Manuela Lanzarin: «Tutte le dotazioni assegnate per le aree medica, chirurgica, di terapia intensiva, materno infantile e riabilitativa sono superiori al tasso di occupazione medio degli ultimi 5 anni, il che significa che nessuno che ne abbia bisogno resterà senza il posto letto». Chiosa del governatore Luca Zaia: «Non ci sono stati né tagli né ridimensionamenti, ma una rivisitazione delle dotazioni sulla base dei servizi da erogare per rispondere alle nuove esigenze di cura». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
MERCOLEDÌ 15 MAGGIO 2019 IL MATTINO
Verso le elezioni europeee il vicepremier e leader della lega a verona
apre la nuova sede
Salvini ai 5 Stelle: «Tempo scaduto su autonomia e Alta velocità»
Cassa depositi e prestiti lancia piano triennale da 80 miliardi
«Di Maio spieghi ai veneti perché si è rimangiato la parola». Replica il ministro Lezzi: fuori il progetto Maio e Salvini come protagonisti di «un Grande Fratello versione horror dove si litiga sempre e non si lavora mai». C’è né anche sul versante federalista e in riva all’Adige è Flavio Tosi a puntare l’indice: «Il grande bluff è servito ed è destinato a consumarsi in farsa», profetizza l’ex sindaco cacciato dal Carroccio «Di Maio ha seppellito definitivamente l’autonomia definendola una “deriva”. Salvini gli ha risposto che “non si può dire di no a tutto” mentre Zaia si dice “in imbarazzo” per l’alleanza con il M5S. Qui ci prendono tutti in giro: chi ha deciso di sposare i grillini e di tradire il centrodestra? La verità è che preparano la crisi dopo le Europee e vogliono darsi alla macchia per fuggire dalle loro responsabilità e non rispondere dei danni causati: i populisti fregheranno il popolo, succede sempre così...» .
dall’inviato Filippo Tosatto VERONA. L’epifania veneta di
Matteo Salvini riserva una parola buona per tutti. L’alleato-rivale a Cinque Stelle? «Il signor Di Maio venga a spiegare ai veneti e ai lombardi che si è rimangiato la parola sull’autonomia e sull’Alta velocità Brescia-Padova, con i signor no non si costruisce nulla, in Italia abbiamo bisogno di sì»; gli avversari dem? «Per quelli della sinistra prima vengono gli altri, i rom, i richiedenti asilo, e alla fine i poveri italiani, ma solo se avanza qualcosa»; l’Unione di Bruxelles e i suoi supporter? «Sono stufo di quest’Europa che ci vuole tutti precari e sudditi, in pensione a 97 anni ci vadano la Merkel, Soros e Juncker, qui abbiamo altre idee per i nostri figli».
SALE LA TENSIONE
L’approssimarsi del voto europeo acuisce i contrasti gialloverdi e se il vicepremier grillino punge l’alleato – «La Lega la smetta di soffiare sul fuoco, nelle piazze sale la tensione, d’ora in poi la marcheremo stretta» – il ministro degli Interni ribatte a muso duro: «C’è troppa sintonia tra M5S e Pd, vogliono io che riapra i porti, contestano il decreto sicurezza, si oppongono alla flat tax... In questi undici mesi noi abbiamo rispettato il contratto, facciano altrettanto oppure dicano finalmente cosa intendono fare. Non c’è più tempo da perdere, le famiglie, i lavoratori, le imprese sono stanche delle chiacchiere da salotto, vogliono risposte». Saltabeccando dai comizi nel Vicentino alla visita istituzionale di Verona – accolto dai fischi e i buu di una decina di antagonisti, ha presenziato all’inaugurazione della prima se-
CALENDA: «È UN HORROR»
Verona, l’intervento di Matteo Salvini all’inagurazione della nuova sede alla Cassa depositi e prestiti
«La sinistra? Prima rom e migranti poi, se avanza qualcosa i poveri italiani» de territoriale di Cassa depositi e prestiti – il Matteo di lotta e di governo ha ribadito la ricetta sovranista in economia: «I limiti del 3% nell’aumento di spesa? Alla faccia degli euroburocrati e dei loro scudieri, noi investiremo tutto il denaro che serve finché la disoccupazione in Italia non sarà dimezzata. In questi anni i vertici dell’Ue hanno massacrato le nostre banche e i nostri ri-
sparmiatori: il bastone per l’Italia, la carota a Francia e Germania, due pesi e due misure, sì. Ma dal 27 maggio cambierà tutto e il popolo ritroverà voce e potere decisionale: chi dice che vogliamo distruggere l’Europa sbaglia di grosso, noi vogliamo rilegittimarla e salvarla dal baratro». BRUNETTA: CHE DISASTRO
La politica romana non gli risparmia frecciate: «Parole irresponsabili, per i trader internazionali la linea economica di Lega e Cinque Stelle rappresenta un rischio per l’Unione Europea perché sostiene politiche assistenzialiste e con pochi effetti sul Pil, basate sul
«L’Ue ci vuole precari In pensione a 97 anni ci vadano Merkel Juncker e Soros» non rispetto della disciplina fiscale», sentenzia Renato Brunetta di Forza Italia. «Grandi promesse ma la situazione peggiora, smetta di fare campagna elettorale e inizi a governare seriamente per cambiare le cose», rincara la Cgil per voce del segretario Maurizio Landini mentre Carlo Calenda, il capolista del partito democratico nella circoscrizione Nordest, definisce Di
È proprio così? «Sull’autonomia noi non abbiamo intenzione di perdere tempo, però vorremmo leggere il progetto, come si fa con tutti i provvedimenti. Ad ogni Consiglio dei ministri attendiamo il testo definitivo, è dal 22 ottobre che lo promettono», graffia Barbara Lezzi, il ministro a 5 Stelle per il Sud. «Il decentramento lo vogliamo anche noi, ma va fatto bene e senza diktat», fa eco Mattia Fantinati, il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione. A proposito di Nord e Mezzogiorno: domani Salvini sarà a Napoli e il governatore De Luca preannuncia un dono di benvenuto: «Ho contattato Attolini, il sarto de “La grande bellezza”, perché gli confezioni un bel vestito, non se ne può più di felpe e giubbini». Ah, l’ospitalità sudista. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
nuovo fronte gialloverde
Le nomine politiche in sanità Grillo dice stop, Regioni furiose Il ministro del M5S: «Sì ai bravi medici, basta raccomandati» Veneto leghista pronto al ricorso Bond (Forza Italia): «Atto lesivo daremo battaglia in aula» ROMA. Ennesimo dispetto in casa gialloverde. Il ministro a 5 Stelle della Salute, Giulia Grillo, ha presentato un emendamento al decreto “omnibus” sulla Calabria che prevede, sostanzialmente, di
sottrarre a tutti i presidenti di Regione la facoltà di nominare i direttori generali delle Ulss. Uno schiaffo alle velleità di maggiore autonomia e in particolare al Veneto leghista che un anno fa aveva impugnato, con successo, un analogo decreto firmato dall’allora ministro, Beatrice Lorenzin. Nel dettaglio, oggi, la normativa prevede che i governatori scelgano i manager nell’ambito della “rosa” elaborata da
una commissione composta da tre esperti (Regione, Università, Agenas) che a sua volta attinge all’elenco nazionale dei professionisti dotati dei requisiti previsti. Se la riforma Grillo avrà successo, invece, sarà la commissione a stabilire direttamente la graduatoria dei più meritevoli e ai presidenti regionali non resterà che certificarne la scelta, senza facoltà discrezionale. «Sì ai bravi medici, no ai rac-
Giulia Grillo ministro della Salute accanto al vicepremier Luigi Di Maio
VERONA. Cassa depositi e prestiti apre ai territori, e vara un piano di aperture di nuove sedi in tutta Italia. La prima è stata inaugurata a Verona: «Questa scelta testimonia la nostra volontà di sostenere lo sviluppo delle amministrazioni e le piccole e medie imprese come volano della crescita del sistema Paese», le parole del presidente Massimo Tononi «il senso di responsabilità nei confronti degli oltre 26 milioni di risparmiatori postali e dei nostri azionisti ci impone di privilegiare gli interventi che generano maggiori ricadute sull’economia e sul benessere dei cittadini». L’attività viene ridisegnata in funzione delle esigenze delle comunità locali, con un cambio di passo rispetto al passato: «L’obiettivo è valorizzare le sinergie con partner bancari e istituzioni locali. Le nuove sedi porteranno alle imprese sul territorio tutti i prodotti e i servizi del Gruppo Cdp, che punta a supportare 60 mila aziende nei prossimi tre anni, mobilitando risorse proprie per oltre 80 miliardi di euro». «C’è un rapporto storico che ci unisce ai territori e oggi lo rafforziamo avviando dal Veneto questo progetto», ha fatto spiegato l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo «i nuovi uffici saranno operativi in tutta Italia, con un’offerta integrata di strumenti dedicati alle pmi e agli enti locali. Grazie al nuovo modello portiamo sul territorio le professionalità e le competenze del gruppo fatto di tecnici al servizio del Paese». All’evento, nel cinquecentesco Palazzo Giusti, è intervenuto il ministro degli Interni e vicepremier Matteo Salvini: «Questa è la politica vera, seria», ha detto «Cdp si apre al territorio e realizza nei fatti l’autonomia finanziaria». –
comandati. Basta nomine politiche in sanità, sono fonte di scandali ovunque, dall’Umbria alla Calabria, è tempo di garantire trasparenza», la parola d’ordine dei 5 Stelle, con Luigi Di Maio lesto a schierarsi al fianco del ministro. Prevedibile l’altolà della Lega, secco “no” annunciato anche da Forza Italia: «Calare dall’alto scelte così delicate rappresenta una violazione dell’autonomia del territorio, e soprattutto, lede il rapporto fiduciario tra istituzioni e manager, ci opporremo con forza», dichiara il deputato Dario Bond. Fulminante il commento di Vicenzo De Luca: «Di Maio», graffia il governatore dem della Campania «è un truffatore politico». — Filippo Tosatto
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MERCOLEDÌ 15 MAGGIO 2019 IL MATTINO
PADOVA dente e il confronto tra vecchie e nuove dotazioni.
Programmazione Sanitaria 2019-2024
Più riabilitazione e meno culle Schede ospedaliere, sì finale Il Veneto può contare su 18mila posti letto: in calo quelli pubblici, cresce il privato Pressoché invariati primariati e reparti. Zaia: «Qui nessuno rimarrà senza cure»
Filippo Tosatto Una rimodulazione della sanità che riflette i capelli bianchi e le culle vuote del Veneto. Che accresce le risorse erogate alla medicina e alla riabilitazione dell’età adulta e taglia quelle destinate al polo materno-infantile. Che sconta l’esodo di medici dal servizio pubblico e attinge in misura crescente all’offerta privata. Che evita le sforbiciate al circuito degli ospedali confermando – nella sostanza almeno – degenze, reparti e primariati. È questo il leit motiv delle schede ospedaliere 2019-2024 allegate al Piano sociosanitario: dopo il via libera in commissione ed il confronto con le parti, nel pomeriggio la Giunta di Luca Zaia le ha approvate in via definitiva. TASSO DI OCCUPAZIONE
Nel complesso, il sistema veneto di assistenza e cura potrà contare su 17.990 posti letto contro i 17.861 della preceden-
Equipe in sala operatoria: le schede ospedaliere 2019-2024 aumentano i posti letto riservati alle chirurgie
te programmazione: di questi, 14.901 per pazienti acuti (compresi 398 riservati agli extraveneti) e 3089 per la riabilitazione (274 per chi arriva da altre regioni). A questi se ne aggiungono 2013 nelle strutture intermedie, pensate per assistere al meglio i pazienti nella fase intermedia tra il ricovero
e rientro a casa ma, ad oggi, rimaste perlopiù sulla carta. Un capitolo, quello dei posti letto, oggetto di valutazioni contrastanti: la sanità di Palazzo Balbi privilegia il criterio del tasso di occupazione medio rispetto alla dotazione teorica di partenza; i medici di Anaao e Assomed ne contestano la riduzio-
ne in termini reali, la Cgil critica il calo di degenze in ambito pubblico a fronte dell’aumento di prestazioni private (giudicate più convenienti sul versante della spesa). Nel dettaglio, il documento di programmazione distingue cinque grandi comparti, comparando il trend del quinquennio prece-
POPOLAZIONE IN CALO
In Area Medica nel 2013 i posti letto erano 6707 (nelle nuove schede sono 7091) mentre il tasso di occupazione reale è stato pari a 6201. Nell’Area Chirurgica, i pl risultavano 4830 (sono diventati 4873) dei quali 3031 occupati. Area Terapia Intensiva: erano 696, sono saliti a 717, l’occupazione ha raggiunto quota 520. La Riabilitazione sale invece da 2662 a 2815 posti letto (il tasso precedente è stato di 2288). Fa eccezione, si diceva, l’Area Materno Infantile, condizionata dalla forte e generalizzata flessione delle nascite: qui le 2013 degenze disponibili (1078 delle quali effettivamente occupate) sono scese a 1822 nelle nuove schede. Ancora: negli ultimi 5 anni la popolazione complessiva ha segnato un -1%; gli ultrasettantenni sono aumentati del 13% e identica percentuale - ma in negativo - ha scandito l’andamento delle nascite. La degenza media chirurgica è diminuita del 4%, i ricoveri in riabilitazione del 7% ed è cresciuto del 20% il numero di veneti che hanno fatto la riabilitazione altrove. GLI OBIETTIVI DEL FUTURO
«A dispetto dei catastrofismi fatti circolare a piene mani, è stato cercato e trovato il giusto equilibrio tra i vari fattori che determinano le scelte programmatorie in sanità», commenta il governatore Zaia «non ci sono stati né tagli né ridimensionamenti, ma una rivi-
sitazione delle dotazioni sulla base dei servizi da erogare per rispondere alle nuove esigenze di cura. Questa manovra dà forma e sostanza alla sanità veneta dei prossimi anni, con l’obiettivo di farla crescere rispetto ai già ottimi livelli attuali, a più riprese riconosciuti a livello nazionale e ministeriale»; «Forse qualcuno lo sperava, ma in Veneto ancora una volta nessuno rimarrà senza cure né tanto meno, morirà sulla porta di un ospedale». — azienda zero
Con gli acquisti centralizzati 135 mln di risparmi Ieri la Commissione regionale sulla sanità ha votato a maggioranza la relazione del direttore generale dell’Azienda Zero, Patrizia Simionato, relativa al 2018. La gestione si è articolata nei seguenti ambiti: centralizzazione degli acquisti, che ha determinato un risparmio di 135 milioni; concorsi pubblici; contabilità, monitoraggio attività delle Aziende sanitarie, fascicolo sanitario elettronico, gestione dei sinistri, formazione sanitaria, risistemazione della ex Casa Rossa a Padova, analisi in ambito epidemiologico. Votato a maggioranza l’indirizzo per l’attività e degli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi di Azienda Zero per l’anno 2019.
MERCOLEDÌ 15 MAGGIO 2019 LA TRIBUNA
CASTELFRANCO
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La nuova Sanità
L’ingresso all’ospedale di Castelfranco, appena “riformato” dall’approvazione delle schede ospedaliere da parte della giunta regionale
Schede ospedaliere La giunta regionale approva il piano «Evitate sforbiciate» Una rimodulazione che riflette l’aumento degli anziani e le culle vuote ma che sconta la crescita del privato
Filippo Tosatto CASTELFRANCO. Una rimodulazione della sanità che riflette i capelli bianchi e le culle vuote del Veneto. Che accresce le risorse erogate alla medicina e alla riabilitazione dell’età adulta e taglia quelle destinate al polo materno-infantile. Che sconta l’esodo di medici dal servizio pubblico e attinge in misura crescente all’offerta privata. Che evita le sforbiciate al circuito degli
ospedali confermando – nella sostanza almeno – degenze, reparti e primariati. È questo il leit motiv delle schede ospedaliere allegate al Piano sociosanitario 2019-2023: dopo il via libera in commissione ed il confronto con le parti, nel pomeriggio la Giunta di Luca Zaia le ha approvate in via definitiva. PIÙ POSTI LETTO
Nel complesso, il sistema veneto di assistenza e cura potrà contare su 17.990 posti let-
to contro i 17.861 della precedente programmazione: di questi, 14.901 per pazienti acuti (compresi 398 riservati agli extraveneti) e 3089 per la riabilitazione (274 per chi arriva da altre regioni). A questi se ne aggiungono 2013 nelle strutture intermedie, pensate per assistere al meglio i pazienti nella fase intermedia tra il ricovero e rientro a casa ma, ad oggi, rimaste perlopiù sulla carta. Un capitolo, quello dei posti letto, oggetto di valutazioni contrastanti: la
le reazioni
Beltramello (Pd): «Sancita la morte dei servizi generalisti» CASTELFRANCO. «Il nostro ospedale è quello che vede crescere i posti letto in misura più significativa a livello regionale, passando da 300 a 390 posti letto. Il San Giacomo cresce in quantità e qualità, anche se molti non vogliono sentirlo dire». Il consigliere regionale Lista Zaia Nazzareno Gerolimetto, sa bene che continua la mobilitazione del comitato “Difendiamo il nostro ospedale” contro il taglio dei posti generalisti
che scendono da 300 a 189. «Con l’approvazione delle schede ospedaliere è stata sancita la morte della parte ospedaliera dedicata ai servizi generalisti», commentava ieri il consigliere comunale Pd Claudio Beltramello, medico specializzato in gestione e organizzazione di sanità, che ha partecipato al recente corteo di protesta contro la riorganizzazione dei servizi del San Giacomo, insieme a oltre 1500 cit-
tadini, per la la stragrande maggioranza non iscritti a partiti. «Ma in totale avremo 390 posti – sottolinea Gerolimettoperché a regime saranno attivi 171 posti dello Iov, Istituto oncologico veneto, (compresi i 6 dell’hospice) a cui si aggiungono i 189 dell’Usl, e 30 posti con l’insediamento dell’ospedale di comunità». Il conto torna, in termini di aumento di posti letto. Ma è in termini di crescita della quali-
sanità di Palazzo Balbi privilegia il criterio del tasso di occupazione medio rispetto alla dotazione teorica di partenza; i medici di Anaao e Assomed ne contestano la riduzione in termini reali, la Cgil critica il calo di degenze in ambito pubblico a fronte dell’aumento di prestazioni private (giudicate più convenienti per la spesa). Nel dettaglio, il documento di programmazione distingue cinque grandi comparti, comparando il trend del quinquennio precedente e il confronto tra vecchie e nuove dotazioni.
i nUmeri
189 I posti letto generalisti per malati non oncologici scenderanno da 300 a 189; arriveranno 171 posti per pazienti affetti da tumore; altri 30 posti saranno attivati con l’insediamento dell’ospedale di comunità per un totale di 390 posti.
tà dei servizi che si apre la diatriba. Secondo Gerolimetto i servizi generalisti, quelli che assicurano le cure ai non oncologici, saranno assicurati appieno. «La giunta ha recepito il parere della V Commissione regionale Sanità, avallando l’aumento da 169 a 189 posti letto generalisti, grazie ai 15 posti di chirurgia generale e agli ulteriori 5 di chirurgia vascolare che sono stati salvaguardati, rispetto alla precedente ipotesi». Lo step migliorativo evidenziato da Gerolimetto è riconosciuto da tutti. Ma è considerato del tutto insufficiente da molti. «La parte generalista viene schiacciata dallo Iov, Gerolimetto la smetta di raccontare che lo Iov si occuperà della parte generalista, non ci so-
«GIUSTO EQUILIBRIO»
Fondi: 7,3 i milioni di euro di spesa deliberata dal Crite per la realizzazione del bunker di radioterapia "a garanzia della stabilità dello Iov" a Castelfranco.
«A dispetto dei catastrofismi fatti circolare a piene mani, è stato cercato e trovato il giusto equilibrio tra i vari fattori che determinano le scelte programmatorie in sanità», commenta il governatore Zaia «non ci sono stati né tagli né ridimensionamenti, ma una rivisitazione delle dotazioni sulla base dei servizi da erogare per rispondere alle nuove esigenze di cura. Questa manovra dà forma e sostanza alla sanità veneta dei prossimi anni, con l’obiettivo di farla crescere rispetto ai già ottimi livelli attuali, a più riprese riconosciuti a livello nazionale e ministeriale»; «Forse qualcuno lo sperava, ma in Veneto ancora una volta nessuno rimarrà senza cure né tanto meno, morirà sulla porta di un ospedale». —
no le convenzioni che assicurano ciò- aggiunge Beltramelloper di più nelle schede è specificato che i reparti di gastroenterologia e urologia sono dedicati ai soli pazienti oncologici». L’osservazione è amara: “di fatto i castellani troveranno risposta solo se si ammaleranno di tumore». Ma Gerolimetto non ci sta: «C’è una convenzione tra Usl e Iov che impegna reciprocamente le strutture a prendersi carico dei pazienti, anche non oncologici, in tutti i casi di necessità, chi è scettico si rasserenerà quando leggerà la convenzione». Beltramello resta in attesa dei documenti e aggiunge: «Il nostro sarà un ospedale Cenerentola, sempre meno appetibile per i professionisti che vo-
gliono crescere. Così anche la parte dell’ospedale generalista che resta è destinata a morire». Opposta la visione di Gerolimetto: «Il San Giacomo passa da ospedale spoke ad hub di riferimento a livello regionale e nazionale con l’arrivo di importanti specialità chirurgiche oncologiche. Si innalzeranno le competenze, miglioreranno i servizi. Non vedo di cosa i cittadini possono lamentarsi». Non solo: «Il Crite ha autorizzato la spesa di 7,3 milioni di euro per la radioterapia, a giorni vedremo la firma dell’atto di cessione del terreno dall’Usl allo Iov, per la realizzazione di un bunker con 3 acceleratori. Il progetto c’è, i soldi anche». — Maria Chiara Pellizzari
AREA MEDICA
In Area Medica nel 2013 i posti letto erano 6707 (nelle nuove schede sono 7091) mentre il tasso di occupazione reale è stato pari a 6201. Nell’Area Chirurgica, i pl risultavano 4830 (sono diventati 4873) dei quali 3031 occupati. Area Terapia Intensiva: erano 696, sono saliti a 717, l’occupazione ha raggiunto quota 520. La Riabilitazione sale invece da 2662 a 2815 posti letto (il tasso precedente è stato di 2288). Fa eccezione, si diceva, l’Area Materno Infantile, condizionata dalla forte e generalizzata flessione delle nascite: qui le 2013 degenze disponibili (1078 delle quali effettivamente occupate)
sono scese a 1822 nelle nuove schede. Ancora: negli ultimi 5 anni la popolazione complessiva ha segnato un -1%; gli ultrasettantenni sono aumentati del 13% e identica percentuale - ma in negativo ha scandito l’andamento delle nascite. La degenza media chirurgica è diminuita del 4%, i ricoveri in riabilitazione del 7% ed è cresciuto del 20% il numero di veneti che hanno fatto la riabilitazione altrove.
20 mila 20mila le firme raccolte dal movimento “Difendiamo il nostro ospedale” contro il taglio degli attuali servizi generalisti; 3 i cortei, di cui l’ultimo il 5 maggio scorso, con la partecipazione di circa 1500 persone.
7,3 milioni