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Notizie dal mondo - Igus investe nel riciclo della plastica - Com’è andato il 2019 di Granarolo - Benchmark globale sul benessere animale - One Express tiene accesi i motori e la speranza

Igus investe nel riciclo della plastica

Igus ha investito nella tecnologia a reattore catalitico idrotermico per trasformare i rifiuti plastici in petrolio e fabbricare nuovi prodotti a base di polimeri.

Ogni anno otto milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. Allo stesso tempo il valore di queste risorse sprecate ammonta a 80 miliardi di dollari. Il problema è che, finora, la maggior parte delle plastiche viene bruciata e solo il 14% viene effettivamente riciclato.

Consapevole che la questione del riciclo della plastica è decisiva, lo scorso ottobre Igus ha introdotto il programma “chainge”, compiendo un passo importante in termini di riciclo classico (triturazione/rigranulazione e riutilizzo delle plastiche).

L’azienda ritira le catene portacavi al termine del ciclo di vita della macchina – indipendentemente dal produttore – riduce la plastica in granuli e li lavora nuovamente, avviando così il riciclo della plastica di vecchi prodotti,

che resta l’approccio migliore per i polimeri ad alte prestazioni.

Rigenerare del petrolio con acqua, temperature elevate e pressione

Se ci concentriamo invece sulle plastiche più comuni, parliamo di grandi quantità di rifiuti misti (volumi da 100 a 1.000 volte più grandi), in tutto il mondo. In questo caso il ‘riciclo chimico’ offre nuove soluzioni. Per questo Igus ha deciso di investire quattro milioni di sterline (4,7 milioni di euro) nell’azienda Mura Technology Limited e quindi nella costruzione del primo impianto Cat-HTR. Il sistema brevettato del reattore catalitico idrotermico è stato sviluppato nel 2007 ed è stato testato per 10 anni in un impianto pilota in Australia. Con il CatHTR, i rifiuti in plastica normalmente non riciclabili si possono trasformare in petrolio in 20 minuti, ed è un metodo più sostenibile per l’ambiente rispetto all’estrazione di petrolio fossile. Perché per separare e unire nuovamente le molecole servono solo acqua, temperature elevate e pressione. Un solo impianto sarà in grado di lavorare 20.000 tonnellate di plastica all’anno, riducendo così di 28.180 tonnellate l’impatto in CO 2 . Un valore paragonabile al consumo annuale di 5.983 automobili o al fabbisogno energetico annuale di 4.914 famiglie.

Riciclare la plastica con la tecnologia Cat-HTR

Il primo impianto commerciale Cat-HTR è attualmente in fase di progettazione a Wilton, in Gran Bretagna. La costruzione dovrebbe iniziare quest’anno. Le imprese che si occupano dello smaltimento forniranno i rifiuti plastici per raggiungere i propri obiettivi di riciclo. Verrà rigenerato del petrolio, che il cliente potrà acquistare a un prezzo simile a quello del petrolio fossile. A Wilton dovrebbero sorgere quattro reattori catalitici idrotermici, al fine di lavorare oltre 80.000 tonnellate di rifiuti plastici all’anno. In futuro, Mura prevede di concedere licenze per far costruire impianti in tutto il mondo.

COM’È ANDATO IL 2019 DI GRANAROLO

Il Gruppo Granarolo – fra i principali player dell’agroalimentare italiano guidato da Gianpiero Calzolari – ha presentato il bilancio relativo al 2019 che parla di un fatturato consolidato attestatori a 1.317 milioni di euro, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente, mentre il fatturato a perimetro costante e al netto dell’effetto cambi registra una sostanziale invarianza ( -0,4%) a fronte di un fenomeno deflattivo sui prezzi di vendita e della diminuzione di volumi che, anche nello scorso anno, ha caratterizzato il mercato italiano. Nel 2019 sono stati consolidati i risultati economici delle società Venchiaredo (IT) e Kaserei Denklingen Gmbh (DE). Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) del Gruppo, senza considerare l’effetto del nuovo principio IFRS 16, si attesta a 73 milioni di euro, pari al 5,5% dei ricavi, in riduzione rispetto al 2018 di 3,4 milioni di euro (-4,4%) ma sostanzialmente in linea con le previsioni aziendali. Il risultato netto dell’esercizio registra un utile pari a 13,3 milioni di euro, in decremento di 3,4 milioni di euro verso l’esercizio precedente. L’innovazione di prodotto contribuisce oggi per il 20% del fatturato del Gruppo Granarolo ed è rappresen tata da diversi prodotti a base latte, sui quali il Gruppo sta investendo in modo importante sia sul fronte commerciale, in Italia e all’estero, sia sul fronte infrastrutturale. Anche lo yogurt Yomo porterà delle novità di gusto e packaging per andare incontro a trend, gusto, sostenibilità e praticità. Le vendite del Gruppo sono tradizionalmente concentrate in Italia, (67,5% dei ricavi), ma anche i risultati derivanti dall’attività di internazionalizzazione sono molto positivi, e oggi le vendite estere ammontano a 429 milioni di euro e pesano per il 33% del fatturato, rappresentando il 7,3% delle esportazioni nazionali del comparto. Sui mercati esteri nel 2019 si è registrato un incremento del fatturato di 16 milioni di euro pari al +4%. Questo sviluppo è favorito dal fatto che il mercato Made in Italy all’estero sia stato molto apprezzato.

Benchmark globale sul benessere animale

È stata recentemente pubblicata l’ottava edizione del benchmark globale sul benessere degli animali d’allevamento BBFAW, uno strumento sempre più utilizzato per la valutazione e la comparazione delle politiche, delle performance e delle comunicazioni in tema di benessere animale dei principali leader dell’industria alimentare globale. Il benchmark analizza il modo in cui le aziende gestiscono e comunicano le proprie politiche e pratiche sul benessere animale, e le posiziona in una classifica che va dal livello 1 (nel quale vengono inserite quelle con i risultati migliori) al livello 6 (dove si trovano quelle che non hanno integrato questo tema nelle proprie strategie).

Dal report emerge che per il 79% delle aziende l’interesse dei consumatori per il benessere animale rappresenta la motivazione principale per cui scelgono di impegnarsi su questo tema e che, insieme allo slancio positivo avviato dalle scelte delle aziende alimentari più influenti del settore, rappresenta un fattore chiave nell’accelerazione del cambiamento.

Delle 150 aziende analizzate nel report a livello globale, 112 hanno pubblicato degli obiettivi di miglioramento del benessere animale (rispetto alle 15 della prima edizione nel 2012) e negli ultimi 8 anni, l’80% è salita di almeno un livello nella classifica del benchmark, a conferma di quanto il tema abbia acquisito sempre più un ruolo centrale nelle strategie delle aziende alimentari. I due elementi prioritari su cui si concentrano la maggior parte delle politiche aziendali sono l’eliminazione dei sistemi di confinamento e la riduzione dell’uso di routine degli antibiotici: 116 aziende (il 77%) si sono infatti impegnate ad abbandonare i sistemi di confinamento in almeno una delle proprie filiere, mentre 96 (il 65%) hanno preso impegni per la riduzione o l’eliminazione dell’uso profilattico di antibiotici.

Cosa succede in Italia

Sono ancora tutte straniere le aziende che occupano i livelli più alti della piramide, ma la presenza di otto realtà italiane appartenenti alla ristorazione, produzione e trasformazione e grande distribuzione può fornire un quadro rappresentativo di come il benessere animale sia affrontato nel nostro paese.

L’azienda a posizionarsi nel livello più alto tra le italiane è per il terzo anno di seguito Barilla, che quest’anno ha consolidato la propria posizione anche grazie al raggiungimento del proprio impegno a utilizzare solo uova da sistemi alternativi nel 100% delle proprie filiere globali. La maggior parte delle aziende italiane si posiziona nel livello 4 del benchmark, che classifica le realtà che stanno facendo progressi o sono in fase di implementazione dei propri standard di benessere animale: in questo livello troviamo Camst, Gruppo Cremonini, Ferrero, Gruppo Veronesi e Coop Italia. Rimangono invece nel livello più basso della piramide Conad e il leader della ristorazione Autogrill.

One Express tiene accesi i motori e la speranza

Con il DPCM del 22 marzo 2020 e la chiusura di fatto di tutte le attività non essenziali il motore dell’Italia è rallentato ulteriormente, ma c’è anche chi, impegnato in un servizio essenziale e nevralgico, il motore non l’ha mai spento e ogni giorno continua a garantire la circolazione di merci con la puntualità, le prestazioni e la Qualità di sempre. Questo l’obiettivo, anche in questi tempi così difficili, di One Express, il Pallet Network con sede a Bologna che riunisce oltre 120 aziende specializzate nel trasporti di merci su pallet e che viaggia sulle principali direttrici di tutta Europa.

Grazie alla vasta e capillare rete sinergica composta da oltre 120 affiliati presenti su tutta la Penisola, il network è riuscito a mantenere la filiera del trasporto espresso su pallet pienamente operativa e funzionante, superando così gli ostacoli che in queste difficilissime settimane hanno paralizzato molte aziende.

Forte di una mission aziendale che da sempre si nutre di valori come solidità, trasparenza, responsabilità e collaborazione, One Express è riuscita a garantire regolare servizio.

Un atto di grande responsabilità nei confronti degli attori di tutta la filiera, ma anche dei propri collaboratori che con tempestività sono stati messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza, attraverso l’adozione di strategie di prevenzione e contenimento come la distribuzione di DPI e la sanificazione dei magazzini e degli uffici. Una reazione importante di fronte all’emergenza e in linea con il messaggio che in questi giorni il Network è impegnato a lanciare #IoRestoaCasa, ma la One Express c’è.

“One Express vuole cogliere l’occasione per ringraziare tutti i suoi Affiliati per il lavoro svolto in questi giorni di estrema emergenza e difficoltà – dichiara il Preperare l’ostacolo e a vincere questa sfida”.

Un ringraziamento e un invito a cui si unisce Roberto Taliani, Direttore Marketing e Network Operation Manager di One Express: “Tanti sono gli eroi in corsia, ma meritano un plauso anche quelli su strada, le centinaia di autisti che hanno sa

sidente Claudio Franceschelli lanciando poi un appello a tutta la collettività – ora è necessario fare squadra e ritrovare insieme, come principale contromisura alla problematica, quella compattezza e determinazione che ha reso il nostro un Paese capace di trarre, anche nei momenti più ostici, spunti di rilancio. Dobbiamo mantenere viva la speranza in un futuro migliore lavorando in modo unito e coeso. Solo così riusciremo a suputo rispondere all’appello e hanno continuato, nonostante le innumerevoli problematiche, a recapitare puntualmente le merci, con grande abnegazione e un enorme senso di responsabilità. Mi emoziona pensare che tante persone abbiano saputo dimostrare un simile impegno fornendo, attraverso il loro sacrificio, un’attività essenziale di pubblico servizio, assicurando una parvenza di normalità in questi tragici momenti”.

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