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PINO, ILFIGLIODI VITOILLIMONAIO

Chissà quanti di voi conoscono Pino Scaringella, noto come “il maestro Scaringella”, e quanti di voi vorrebbero conoscerlo. Lo intervista per tutti noi Luigi De Luca.

PINO, IL FIGLIO DI VITO IL LIMONAIO

Pino Scaringella è una delle nostre eccellenze Made in Italy e questo non perché è famoso per il mestiere che fa, ma soprattutto per il segno che lascia. Nato a Corato, Ba, in Puglia nel 1943 – due anni prima che venisse dichiarata la fine della Seconda Guerra Mondiale –, i suoi primi anni sono quelli che lo forgeranno nel carattere. Per essere o fare quello che ha fatto Scaringella non bisogna studiare. Tutto nasce dal bisogno di dare ciò che si avrebbe voluto ricevere. Capitalizzare, in un mestiere come il nostro, significa “massacrare” anima e corpo, non smettendo di riflettere e fare analisi di coscienza prima e dopo aver tenuto un corso professionale. Riflettere, meditare, contemplare, condividere e diffondere è il suo segreto. A lui piace tantissimo visitare vari luoghi delle nazioni in cui viaggia, contemplando la natura e l’architettura. Ma non vorrei fermarmi solo sulla sua vita professionale che moltissimi, per non dire tutti, conoscono. Vorrei andare oltre il conosciuto, oltre le formalità e le azioni che ci spingono giornalmente a fare il nostro dovere. La mia non vuole essere una semplice intervista, ma un invito ad esplorare “nell’essere” di Pino. Con queste domande vorrei far conoscere il personag

“Pino per me è un grande maestro di vita. Una persona che mi ha preso per mano e mi ha fatto crescere. Per me è lo Steve Jobs del gelato, senza la grande voglia di pubblicità, di apparire. Pino ha sempre affermato che bisogna farsi conoscere e portare l’arte del sapere fuori dalla bottega, ma raccontando, mostrando il fare, spiegando il nostro mestiere…”

gio amato da molti e altrettanto criticato da chi non lo conosce.

Subito, a bruciapelo: come mai ti sei sempre prestato ad aziende di settore?

Sono stato consulente di aziende produttrici di macchine per gelateria e pasticceria per la ricerca e la formazione. Ho buoni rapporti con tutti e in alcuni casi anche di sentita amicizia con i titolari, come con Cristiano Ferrero, che hai conosciuto in occasione di una visita fatta nella tua gelateria in Little Italy e in Bondi Beach a Sidney, nel 2000. Lo accompagnavo perché si era alla ricerca di un distributore per l’Australia. E poi, quando ho iniziato a girare il mondo, era necessario collaborare, non trovando sempre attrezzature per la trasformazione degli ingredienti primi. Ora, se si tratta di come fare un gelato allo zabaione con Marsala, tuorlo e zucchero è presto fatto, altra cosa è produrre torrone per dare vita ad un crema gelato al torrone, a meno che un gelatiere sappia farlo. Raccogliere il frutto macadamia (nocciola australiana) per non dire nocciola o pistacchio, sgusciarli, tostarli, frantumarli,

raffinarli e trasformarli in purea è un’altra cosa. Inoltre, se non ricordo male, Luigi, tu stesso intorno al 2000 avevi dato vita ad un’azienda artigianale di semilavorati come servizio per facilitare la produzione di gusti australiani.

Quanto è importante scegliere la scuola migliore e come riconoscerla?

A livello mondiale è difficile individuare la scuola “migliore”, ma ne ho trovate diverse, in cui ho anche insegnato, fra Francia, Germania, Argentina, Cile, Uruguay, Brasile… In Italia ve ne sono molte, sia statali che private. Oppure consiglio, come usava una volta (e questo dava sempre i migliori frutti), di “andare a bottega”.

Perché chi non ha formalmente un mestiere si butta nel settore della gelateria: troppo facile?

Perché ci sono poche regole, specie in Italia. E poi si pensa a “soldi facili” e non ai sacrifici che il mestiere comporta.

Tu, come molti di noi, hai cominciato per tradizione e per passione. Quanta gente pensi che continui a farlo oggigiorno e perché?

Per quanto mi riguarda è per tradizione, esattamente come te, e anche per passione, altrimenti come potrei farlo ancora oggi. E come me, molti altri.

Cosa provi durante i corsi e qual è la differenza tra un corso e una demo?

Quando mi propongono una demo rifiuto il lavoro. Un “corso” è un’altra cosa.

Cosa ricordi con più affetto del tuo passato?

Ricordo quando, da ragazzino, andavo ai mercati generali con mio padre ad acquistare la frutta, specie i limoni che vendevamo ad altri gelatieri e che noi stessi trasformavamo in granita, in gelato e in bibita. Ricordo bene “io sono Pino, il figlio di Vito il limonaio”.

Credi che il nostro settore debba rimanere orientato sul sociale e che dovremmo ignorare che lo stanno trascinando verso il “volgare puro lucro”?

Se non è volgare come tu dici, perché no? La volgarità è data da chi vuole solamente apparire: dunque consiglio di non darvi questa opportunità.

Quale consiglio dai ai ragazzi?

Come ho già detto, andare a bottega e non pensare solamente al denaro.

Il padre di Pino Scaringella, “Vito il limonaio”, Cavaliere del Lavoro nel 1965. A lato, Pino, il più grande, con il fratello Enzo nel 1948. Sotto, con la moglie Rosanna.

Come ti racconteresti oggi, dopo questo lungo e intenso periodo di condivisione?

Non so raccontarmi, mi lascio giudicare dagli altri. Comunque ho rispettato sempre chi mi stava di fronte, ho vissuto sempre di luce mia, senza denigrare o prendere a “spintoni” gli altri per emergere. Per fare questo ci vuole tempo. Molto, molto tempo.

Cosa ti dà maggiore felicità?

Continuare a fare il mio lavoro con la stessa passione di sempre e insegnare. Pino non è un uomo di grandi parole ed ancor meno di vanità. La sua modestia e la sua umiltà sono qualcosa di raro. Egli è un uomo che lascia quotidianamente un segno e, per dimostrare quanto scrivo, voglio accompagnare l’intervista con una spontanea riflessione da parte di qualcuno dei tanti che ho voluto interpellare. Con questa testimonianza, desidero farvi osservare che Pino è come un’aquila che non solo torna sempre a casa, ma rimane fedele ad un’unica Patria.

Luigi De Luca JPBusiness & Community Facilitator luigi@studio-deluca.net

“Persona spontanea, estroversa e di grande cultura, conosce molto bene il gelato artigianale, sia gli aspetti tecnici produttivi della merceologia, delle materie prime e della bilanciatura, che la parte storica legata alle tradizioni ed alle origini. Nei suoi corsi dispensa consigli, suggerimenti, ricette e le migliori informazioni su come realizzare progetti di aperture di nuove gelaterie, laboratori centralizzati o progetti commerciali di ogni tipo”.

PIATTI,NONPAROLE.

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