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ARTICOLI/PAPERS LIEVITI/YEASTS Zymomonas mobilis: una possibile alternativa a Saccharomyces cerevisiae nella produzione di impasti lievitati Zymomonas mobilis: a possible alternative to Saccharomyces cerevisiae for the production of leavened doughs
A. Musatti - C. Mapelli - M. Rollini - R. Foschino - C. Picozzi
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CONTENTS 54 - CONVENTION
100 - INTERVIEW
56 - CEREALS
106 - NEWS
66 - FEEDS
112 - LAWS
72 - PASTA
116 - DIARY
82 - BREAD-MAKING
122 - BOOKS
86 - MACHINERY
127 - COMPANY ADDRESSES
96 - ANALYSIS
128 - ADVERTISER INDEX
Convegni
54 - Congresso europeo sul sorgo: un cereale su cui scommettere (R. Contato)
Cereali
56 - Andamento delle campagne risicole in Italia e Ue - Replica delle piante di riso attraverso semi clonali - Valutazione della contaminazione da micotossine del grano saraceno - Il riso supersalutistico
Mangimi
66 - Diete di soia ad alto contenuto di acido oleico per latte più grasso - Insetti e semi di lino nella dieta dei conigli - Semi di zucca sulla carne di agnello - Le microalghe nell’alimentazione dei ruminanti
Pasta
72 - Con l’IGP di Gragnano cresce la filiera della pasta certificata italiana - Influenza della consistenza soffice dei chicchi sulla pasta fresca di grano duro - Proprietà della pasta di miglio - Effetti di funghi in polvere nella pasta di grano duro - Aggiunta di zigolo dolce e gomma di xantano nella pasta - Farina innovativa per la pasta - Alimenti ricchi in amilosio: una nuova opportunità per l’assunzione di fibre
Panificazione
82 - Pane senza glutine di farina di riso con gomma di tamarindo - Migliorare le proprietà tecnologiche dei pani senza glutine - Amido ceroso contro il raffermamento del pane senza glutine - Impatto di diversi ceppi di S. cerevisiae sul pane senza glutine
Macchine
86 - Bogasari Flour Mills sceglie l’avanguardia di Ocrim per le linee H, I & J - Impianti per l’arte bianca - Sterilizzazione degli alimenti a luce pulsata - Nuova cella di carico analogica e digitale Confezionamento snack delicati
Analisi
96 - Imaging iperspettrale nel vicino infrarosso - Determinazione dell’acrilamide negli alimenti Rilevazione di mircoorganismi in alimenti e sulle superfici
L’intervista
100 - Un italiano in Borsa (S. Scaparone)
Notizie
106 - Un buon anno per le macchine del packaging - Molino Rossetto lancia le farine in brik - Ferrari nuovo vicepresidente di Federalimentare - Gestione delle etichette basata su cloud pubblico - Assofertilizzanti a Bari per il 30° forum di medicina vegetale
Leggi 112 - Aggiornamenti legislativi per la filiera agroalimentare e mangimistica Agenda
116 - Conto alla rovescia per IDMA 2019 - Zoomark International 2019, nuovi giorni per facilitare le visite internazionali - A Colonia riapre Victam International 2019 - Calendario delle manifestazioni
122 - Libri 127 - Aziende citate nella parte redazionale 128 - Indice inserzionisti
Zymomonas mobilis: una possibile alternativa a Saccharomyces cerevisiae
nella produzione di impasti lievitati Alida Musatti - Chiara Mapelli - Manuela Rollini Roberto Foschino - Claudia Picozzi* Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione, l’Ambiente Università degli Studi di Milano - 20133 Milano - Italia *email: claudia.picozzi@unimi.it
Parole chiave: Zymomonas mobilis, Lactobacillus sanfranciscensis, intolleranza al lievito, lievitazione, prodotti da forno, Saccharomyces cerevisiae, anticorpi anti-S. cerevisiae
40 ˙ febbraio 2019
SOMMARIO Zymomonas mobilis, batterio Gram negativo, possiede un metabolismo fermentativo analogo a quello di Saccharomyces cerevisiae; tuttavia non è mai stato sfruttato nel settore degli impasti lievitati in quanto fisiologicamente non è in grado di utilizzare il maltosio. Nell’ottica di sviluppo di prodotti lievitati consumabili da chi presenta intolleranza a S. cerevisiae, nel presente lavoro Z. mobilis viene proposto come agente lievitante. Per superare la sua incapacità a fermentare il maltosio, gli impasti sono stati preparati addizionando glucosio oppure allestendo le prove in associazione con Lactobacillus sanfranciscensis, fisiologicamente dotato di attività idrolitica nei confronti del maltosio. Mentre il glucosio liberato da Lactobacillus non viene totalmente utilizzato da Z. mobilis a causa dell’acidità prodotta, quello direttamente addizionato all’impasto viene efficacemente fermentato. Il lavoro pone le premesse per la messa a punto di prodotti innovativi lievitati da Z. mobilis.
Tecnica Molitoria - vol. LXX
Zymomonas mobilis: a possible alternative to Saccharomyces cerevisiae for the production of leavened doughs
Keywords: Zymomonas mobilis, Lactobacillus sanfranciscensis, yeast intolerance, dough leavening, bakery products, Saccharomyces cerevisiae, anti-S. cerevisiae antibodies ABSTRACT Among Western population baker’s yeast (Saccharomyces cerevisiae) intolerance is rising. Zymomonas mobilis, Gram negative bacterium used in tropical areas to produce alcoholic beverages, has only occasionally been considered for dough leavening because it ferments only glucose, fructose and sucrose. However similarly to S. cerevisiae, it provides equimolar mixtures of ethanol and CO2 that can rise a dough. In the present research we propose Z. mobilis as innovative leavening agent; to overcome its physiological limit the following strategies were applied: glucose was added directly to the dough, or maltose hydrolytic activity of L. sanfranciscensis was exploited. While glucose released by L. sanfranciscensis is not so well fermented by Z. mobilis due to the strong acidification, glucose addition let Z. mobilis efficiently leaven a dough. The use of Z. mobilis as leavening agent can contribute to increase the variety of baked goods alternative to those traditionally leavened by S. cerevisiae.
lieviti INTRODUZIONE Saccharomyces cerevisiae è il lievito comunemente impiegato per la produzione di pane, vino e birra ed è il lievito più importante e utilizzato nel settore alimentare. Il suo impiego per la produzione di alimenti risale agli antichi Egizi. Nel corso degli anni la grande versatilità di questa specie ha spinto la ricerca verso la selezione di ceppi con caratteristiche genetiche e bio-tecnologiche diverse in funzione della tipologia di utilizzo, favorendone quindi l’impiego a livello alimentare, biotecnologico ed industriale. Negli ultimi anni, infatti, il suo utilizzo si è esteso al settore degli integratori alimentari (Mansueto et al., 2006), nell’alimentazione animale (Salamati et al., 2015), nonché nella produzione di vaccini (Rinaldi et al., 2013). Se ne deduce che, almeno nella popolazione occidentale, la frequenza di esposizione del tratto gastro-intestinale umano alle componenti strutturali delle cellule di S. cerevisiae è in continuo aumento (Sicard e Legras, 2011). I fenomeni infiammatori conseguenti all’ingestione di prodotti alimentari sono ormai riconosciuti come una delle cause dell’insorgenza di patologie di tipo intestinale; a tale riguardo già da parecchi anni è stato evidenziato l’effetto negativo dovuto all’ingestione di cellule di lievito (Mansueto et al., 2006). Le reazioni avverse all’ingestione di lievito da pane si ritrovano percentualmente in misura maggiore in pazienti affetti dalla Sindrome da Intestino Irritabile (IBD, Inflammatory Bowel Disease) e dal morbo di Crohn (CD, Crohn’s Disease): in questi casi S. cerevisiae viene riconosciuto come antigene e nell’organismo si sviluppano anticorpi anti-S. cerevisiae (ASCAs, anti S. cerevisiae antibodies), diretti contro i mannani presenti nella parete cellulare del lievito (Israeli et al., 2005; Muratori et al., 2003). In tutti questi soggetti la terapia dietetica prevede la completa esclusione di tutti i prodotti sottoposti a lievitazione biologica o contenenti lievito (ovvero birra non filtrata). Sebbene nella letteratura scientifica siano ancora scarsi i febbraio 2019 ˙ 41
Fig. 1 - Panini ottenuti nelle prove sperimentali di panificazione con Z. mobilis.
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dati relativi allo studio del fenomeno dell’intolleranza al lievito da pane, alcune condizioni cliniche tipo le patologie autoimmuni potrebbero beneficiare di una ridotta esposizione a questo tipo di microrganismo (Bansal et al., 2017). Sulla base di queste considerazioni, la possibilità di sostituire S. cerevisiae in alcuni prodotti alimentari fermentati appare interessante e degna di approfondimento. Nello specifico, l’impiego di Zymomonas mobilis come agente lievitante può contribuire a incrementare la varietà di prodotti da forno alternativi a quelli in cui è presente il lievito da pane, incontrando una richiesta specifica da parte di una nicchia di consumatori che manifestano fenomeni di intolleranza all’ingestione di S. cerevisiae. Z. mobilis può quindi essere considerato un microrganismo interessante per la creazione di una nuova area di prodotti lievitati “yeast-free” (Fig. 1). Z. mobilis, riconosciuto come GRAS (Generally Recognized As Safe), viene comunemente utilizzato nelle regioni tropicali come agente fermentante di estratti vegetali per l’ottenimento di bevande alcoliche come ad esempio la pulque messicana e il vino da palma africano (Sahm et al., 2007). Z. mobilis dal punto di vista metabolico è in grado di utilizzare solo glucosio, fruttosio e saccarosio, producendo attraverso la via metabolica di Entner Doudoroff (ED): attraverso la gliceraldeide-3-fosfato, si forma una molecola di piruvato e una di ATP per ogni glucosio metabolizzato; l’associazione di tale metabolismo con enzimi quali la piruvato decarbossilasi e l’alcool deidrogenasi consente la conversione del piruvato in acetaldeide e la sua successiva riduzione in etanolo con produzione di anidride carbonica, analogamente a quanto avviene per S. cerevisiae (Musatti et al., 2015).
Tecnica Molitoria - vol. LXX
lieviti Il ridotto range di substrati fermentescibili rappresenta certamente un limite tecnologico di Z. mobilis rispetto a S. cerevisiae, che tuttavia in questo lavoro ci si propone di superare come segue: 1) addizionando alla formulazione dell’impasto uno zucchero fermentescibile; 2) sfruttando un’attività enzimatica idrolitica sul maltosio operata da Lactobacillus sanfranciscensis. Questo batterio lattico, eterofermentante obbligato tipicamente presente negli impasti acidi, idrolizza il maltosio producendo acido lattico e acetico (Picozzi et al., 2006; Musatti et al., 2018). Questa associazione microbica non convenzionale è già stata investigata su impasti modello preparati ad elevata concentrazione cellulare e per un tempo di lievitazione limitato (Musatti et al., 2016). La ricerca in questo caso ha invece la finalità di comparare le performance fermentative di Z. mobilis in condizioni di formulazione e tecnologiche simili ad un processo di produzione di un impasto acido di tipo I.
MATERIALI E METODI Microrganismi e terreni colturali La ricerca è stata condotta impiegando i ceppi Z. mobilis subs. mobilis DSM 424 (DSMZ: Deutsche Sammlung von Mikroorganismen und Zellkulturen GmbH) e L. sanfranciscensis DSM 20663. Z. mobilis è stato conservato in terreno liquido DSM, mentre la produzione di biomassa è stata condotta in terreno IC (16). Entrambi i terreni contengono 10 g/L di bacto-peptone (Costantino SpA, Torino, Italia) e 20 g/L di glucosio (Sigma Aldrich, Missouri, USA), mentre differiscono tra loro per la presenza di 10 g/L di estratto di lievito (Costantino SpA) nel DSM, che viene sostituito da 10 g/L di idrolizzato enzimatico di caseina (Costantino SpA) nell’IC; tale sostituzione garantisce la caratteristica “yeast-free” del prodotto finito. Per
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entrambi i terreni colturali, il pH è stato settato a 5,8 e la sterilizzazione condotta a 112°C per 30 minuti. L. sanfranciscensis è stato conservato e coltivato in terreno MRSm (Musatti et al., 2016). Le colture sono state tutte incubate a 30°C in condizioni stazionarie per 16-24 h. Un’aliquota delle sospensioni microbiche di entrambi i batteri è stata conservata a -80°C nei rispettivi terreni colturali (DSM per Z. mobilis e MRSm per L. sanfranciscensis) addizionati del 20% (v/v) di glicerolo (VWR International, Leuven, Belgio). Produzione di biomassa La produzione di biomassa di Z. mobilis è condotta in beute da 1 L contenenti ciascuna 600 mL di terreno colturale liquido IC, inoculato con il 5% (v/v) di una pre-coltura cresciuta per 9 h in terreno DSM. L. sanfranciscensis è stato fatto crescere in beute da 1 L contenenti 600 mL di terreno MRSm, inoculato con il 2% (v/v) di una precoltura cresciuta per 24 h nello stesso terreno. Le colture sono state incubate a 30°C in condizioni stazionarie per 16 h per Z. mobilis e per 24 h per L. sanfranciscensis. La determinazione dello sviluppo microbico è stata condotta impiegando uno spettrofotometro impostato a OD 600 nm (Mod. 6705 UV-Vis Spectrophotometer, Jenway, UK), utilizzando per ciascun ceppo una retta di calibrazione costruita con le coordinate (OD 600 vs. UFC, unità formanti colonia/mL), in modo tale da determinare il volume della coltura idoneo alla preparazione dell’impasto (concentrazione cellulare espressa come Log UFC/g impasto). Produzione dell’impasto e determinazioni analitiche Gli impasti sono stati preparati mescolando 333 g di una farina commerciale tipo 0 Manitoba (Simec SpA, Santa Giusta, Oristano, Italia) con 167 mL di acqua di-
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lieviti stillata, con o senza aggiunta del 5% (p/p rispetto alla farina) di glucosio. Z. mobilis è stato addizionato da solo (7 Log UFC/g impasto) o in associazione a L. sanfranciscensis (5 Log UFC/g impasto), in modo tale da ottenere un rapporto cellulare Zymomonas:Lactobacillus pari a 100:1. Gli ingredienti sono stati miscelati in un mixer (CNUM5ST, Bosch, Stuttgart, Germania) a velocità 1 per 6 minuti. L’impasto ottenuto è stato diviso in due porzioni: 400 g sono stati inseriti in un cilindro graduato da 1 L per valutare l’incremento del volume fino a 24 h di lievitazione, mentre la porzione rimanente è stata lasciata in un beaker a lievitare, prelevando ad intervalli appropriati dei campioni utili alla determinazione del pH dell’impasto, della conta microbica e all’analisi HPLC. Tutte le analisi sono state condotte a 0, 8, 16 e 24 h di lievitazione. Determinazione della popolazione microbica presente negli impasti Circa 10 g di impasto sono stati sospesi in acqua peptonata (10 g/L bacto-peptone, Costantino, Italia, pH 6,8), omogeneizzati in uno Stomacher 400 Circulator (Seward, Worthing, UK) per 5 minuti a 260 rpm e la sospensione ottenuta sottoposta a diluizioni decimali successive. Le diluizioni appropriate sono state piastrate in terreni colturali diversi, nello specifico: MRSm agar (MRSm brodo addizionato di agar 15 g/L) per la determinazione di L. sanfranciscensis, e DSM agar (DSM brodo addizionato di agar 15 g/L) per Z. mobilis. Le piastre sono state incubate a 30°C per 3 giorni in condizioni anaerobiche. La carica batterica mesofila totale (CBT) è stata determinata impiegando Tryptic Soy Agar (TSA, Scharlab, Barcellona, Spagna) dopo incubazione a 30°C per 48-72 h. La conta dei lieviti e muffe è stata allestita in Yeast Glucose Chloramphenicol Agar (YGC-Scharlab, Barcellona), incubando i campioni a 25°C per 3-5 giorni.
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Analisi HPLC e controllo del pH dell’impasto Il consumo di zuccheri così come la produzione di etanolo nel corso della lievitazione sono stati monitorati tramite HPLC (L 7000, Merck Hitachi, Tokyo, Giappone) come riportato in Musatti et al. (2016). In breve, 4 mL di campione omogeneizzato sono stati centrifugati (Eppendorf 5804, Amburgo, Germania) a 10.600 × g per 10 minuti; i surnatanti sono stati filtrati (0,45 µm, VWR International, Radnor, USA) prima dell’analisi HPLC. I dati sono stati rapportati a 1 g di impasto (mg/g impasto). Il pH dell’impasto è stato misurato sul campione di impasto integro e non diluito (pH-meter Eutech Instruments pH 510, Toronto, ON, Canada). Analisi statistica
Fig. 2 - Andamento del volume dell’impasto (mL), sviluppo microbico (Log CFU/g) e pH di impasti lievitati con Z. mobilis in assenza (verde) oppure con il 5% p/p di glucosio aggiunto (blu).
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Tutti i campioni sono stati preparati e analizzati almeno in triplo. L’effetto di due fattori, come ad esempio la % di glucosio addizionato e il co-inoculo con L. sanfranciscensis, è stato investigato impiegando l’Anova, in accordo con il modello lineare. Tecnica Molitoria - vol. LXX
lieviti I risultati delle conte microbiologiche sono stati trasformati nei rispettivi logaritmi decimali per ottenere una distribuzione normale lineare. I dati sono stati processati impiegando Statgraphic R Plus 5.1 per Windows (StatPoint, Inc., Herndon, USA). Quando un effetto è stato trovato significativo (p<0,05), la differenza tra le medie è stata valutata tramite LSD test.
RISULTATI E DISCUSSIONE Addizione di glucosio all’impasto Le prove sono state allestite addizionando glucosio all’impasto in ragione del 5% (p/p). In assenza di glucosio (controllo negativo), Z. mobilis fermenta solo quello naturalmente presente nella farina (2,01±0,59 mg/g impasto); anche se sono presenti attività idrolitiche amilasiche endogene della farina, la limitata concentrazione di glucosio non consente una produzione di CO2 da parte di Z. mobilis adeguata ad una idonea lievitazione dell’impasto, soprattutto per tempi ridotti di incubazione. L’aggiunta di glucosio all’impasto incrementa la produzione di CO2: l’impasto supera gli 850 mL, rispetto ai 735 mL raggiunti senza glucosio aggiunto (Fig. 2). Da notare inoltre che in assenza di glucosio, Z. mobilis cresce di circa 1,3 Log UFC/g in 24 h, mentre in presenza del 5% di glucosio la popolazione incrementa di due cicli logaritmici. I risultati ottenuti dall’analisi HPLC relativi alla produzione di etanolo evidenziano che fino ad 8 h di lievitazione la sua concentrazione non è risultata statisticamente diversa tra le prove; la più elevata produzione si evidenzia tra le 8 e le 16 h nelle prove allestite con glucosio, quando il monosaccaride viene effettivamente utilizzato dal batterio (Tab. 1).
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Tabella 1 - Concentrazione di etanolo (espresso come mg/g impasto, media e deviazione standard) presente a 0, 8, 16 e 24 ore in impasti lievitati da Z. mobilis in assenza oppure con il 5% (p/p) di glucosio.
Glucosio (% p/p)
Lievitazione (h)
Etanolo (mg/g)
0
0 0,00 8 1,14±0,13 16 2,79±0,49 24 3,38±0,33
5
0 0,00 8 0,72±1,01 16 9,73±0,13
24
13,65±2,46
Associazione Z. mobilis - L. sanfranciscensis L’associazione di Zymomonas con i batteri lattici è stata già descritta, soprattutto nel settore delle bevande fermentate (Alcántara-Hernández et al., 2010; Escalante et al., 2008; Nwachukwu et al., 2006; Valadez-Blanco et al., 2012). Nel presente lavoro è stata valutata la possibilità di ottenere un rilascio graduale di glucosio sfruttando l’attività idrolitica sul maltosio tipica di Lactobacillus sanfranciscensis (Musatti et al., 2016). Quando i due batteri sono inoculati insieme in un impasto, i valori medi di volume dell’impasto non risultano statisticamente differenti da quelli ottenuti impiegando Z. mobilis da solo (Fig. 3), indicando che il contributo dei due microrganismi in associazione non è additivo. Per quanto riguarda l’andamento dell’acidificazione e delle conte batteriche durante la lievitazione, i dati evidenziano la grande influenza del batterio lattico: il pH dell’impasto diminuisce fino a valori di circa 4 e la popolazione di Lactobacillus è incrementata di circa 4 Log UFC/g, non essendo influenzata dalla presenza di Zymomonas. Al contrario, Z. mobilis, quando cresciuto in presenza di L. sanfranciscensis, riduce significativamente la sua concentrazione cellulare dalle
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lieviti
Fig. 3 - Andamento del volume dellâ&#x20AC;&#x2122;impasto (mL), sviluppo microbico (Log CFU/g) e pH di impasti lievitati da Z. mobilis e L. sanfranciscensis da soli o in associazione.
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16 h di lievitazione in avanti; questo comportamento è probabilmente dovuto all’acidificazione intensa dell’impasto impartita dal batterio lattico, in grado di interferire con la vitalità e la capacità fermentativa di Z. mobilis. Le analisi HPLC confermano il consumo di maltosio da parte di L. sanfranciscensis e il rilascio di glucosio negli impasti che però non viene consumato completamente da Z. mobilis (Tab. 2). Riassumendo, i risultati evidenziano che quando è inoculato da solo, Z. mobilis è in grado di consumare tutto il glucosio presente in un impasto, mentre quando viene impiegato in associazione a L. sanfranciscensis, le sue performance fermentative diminuiscono, presumibilmente a causa dell’acidità creata dalla produzione di acidi organici.
CONCLUSIONI I risultati ottenuti dimostrano che Z. mobilis è in grado di lievitare efficientemente un impasto quando il glucosio è direttamente presente nella sua formulazione;
Tabella 2 - Concentrazione di glucosio ed etanolo (espressi come mg/g impasto, media e deviazione standard) presenti a 0, 8, 16 e 24 h in impasti lievitati con L. sanfranciscensis, Z. mobilis oppure con la loro associazione. Microrganismo
Lievitazione (h)
Glucosio (mg/g)
Etanolo (mg/g)
L. sanfranciscensis (5 Log CFU/g)
0 8 16 24
2,08±1,01 0,00 3,20±0,82 0,00 4,01±0,28 0,00 4,54±0,52 0,00
Z. mobilis (7 Log CFU/g)
0 8 16 24
1,96±0,06 0,00 1,12±0,13 1,14±0,13 0,23±0,33 2,79±0,49 0,00±0,00 3,38±0,33
L. sanfranciscensis - Z. mobilis (5-7 Log CFU/g)
0 1,04±0,56 0,00 8 0,92±0,31 0,75±0,28 16 0,56±0,79 3,73±0,70
24
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0,82±0,35 4,91±1,23
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lieviti risultati meno incoraggianti sono invece stati ottenuti in presenza di L. sanfranciscensis. La ricerca futura sarà focalizzata sulla possibilità di mettere a punto un’associazione microbica con altri microrganismi in grado di idrolizzare il maltosio, parallelamente alla messa a punto di formulazioni di impasti naturalmente contenenti un idoneo quantitativo di zuccheri fermentescibili da Z. mobilis. In tale contesto, il saccarosio potrebbe anche essere considerato un’alternativa interessante al glucosio, tenendo in considerazione che in questo caso andranno rivalutate le performance di lievitazione e presumibilmente modificata la formulazione dell’impasto.
RINGRAZIAMENTI Il presente lavoro è stato finanziato attraverso il Bando Linea R&S per Aggregazioni, Regione Lombardia, Programma Operativo Regionale 2014-2020, Strategia “InnovaLombardia” (D.G.R. No. 2448/2014), numero progetto 145007.
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essiccazione e compostaggio drying and composting plants
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convegni
Congresso europeo sul sorgo: un cereale su cui scommettere Il 7 e 8 novembre a Milano-Malpensa si è tenuta la seconda edizione del congresso “Sorghum the safe bet for the future”, organizzato da Sorghum ID, associazione interprofessionale europea per la promozione del sorgo. Questo cereale “rustico”, senza glutine, di cui si distinguono varietà da foraggio e varietà da granella, trova impiego in alimentazione animale e umana, come biomassa per uso energetico e nella produzione di etanolo e birra. Poiché è fra le colture che richiedono meno acqua e pochi trattamenti con fertilizzanti e fitosanitari, può rivelarsi utile per affrontare le attuali sfide globali (cambiamenti climatici, crescita demografica, ecc.). Il sorgo è il quinto cereale coltivato al mondo, con oltre 40 milioni di ettari
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convegni Pasta Nutracentis a base di sorgo, prodotta da Agricultura Biologica e distribuita da Carrefour Italia.
e una produzione di 60 milioni di tonnellate l’anno (stime 2018). I principali Paesi esportatori sono Stati Uniti (dove negli ultimi 10 anni è raddoppiata la superficie coltivata a sorgo), Argentina e Australia, mentre i più grossi importatori sono Cina, Giappone e Messico. In Europa (fortemente deficitaria) l’Italia è il quarto Paese produttore, con 46.000 ettari coltivati, preceduta da Russia (in testa alla classifica, con 225.000 ettari), Francia e Ucraina. Al congresso si è discusso di miglioramento genetico per aumentare la resa e la resistenza agli stress abiotici, tecniche agronomiche per ottimizzare le opportunità di coltivazione, iniziative di cooperazione tra attori della filiera per agevolare produzione e distribuzione, politiche agricole a sostegno. Attualmente
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sono in corso due progetti finanziati con fondi comunitari per promuovere il sorgo e la sua ibridazione genetica in 5 Paesi dell’Unione europea (Francia, Italia, Spagna, Romania e Bulgaria) e 2 dell’Europa dell’Est (Russia e Ucraina). Oltre alle sessioni plenarie, il congresso ha incluso alcuni workshop satellite, uno dei quali ha visto la partecipazione di aziende produttrici di alimenti e bevande senza glutine a base di sorgo, tra cui le italiane Agricultura Biologica di Bergamo (pasta Nutracentis, distribuita da Carrefour Italia in quanto vincitrice del Let’s Emerge Award a Seeds&Chips 2018), Molino Martini (farina), Isola Bio (bevanda sostitutiva del latte), Fiorentini (biscotti) e OttodiSettembre (“birra”). Rossella Contato
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cereali
Andamento delle campagne risicole in Italia e Ue L’Ente Nazionale Risi ha divulgato i dati del bilancio della campagna risicola 2017/2018, relativi sia all’Italia che all’Unione Europea, presentando anche le previsioni per il biennio 2017/2018. Ne riportiamo gli aspetti principali, rimandando i lettori a consultare i dati completi pubblicati nel documento “Riso - Evoluzione di mercato e sue prospettive” disponibile su www.enterisi.it.
Italia Dopo tre anni di incremento degli investimenti, nel 2017 vi è stata un’inversione di tendenza con una diminuzione dell’area coltivata a riso di circa 4.600 ettari rispetto alla campagna precedente. La minore superficie e un rendimento agronomico pari a 6,59 t/ha, inferiore a quello rilevato nella campagna 2016/2017 (6,83 t/ha), hanno determinato una produzione di 1.512.228 t, in diminuzione del 5,4% rispetto alla produzione del 2016 (1.598.027 t). 56 ˙ febbraio 2019
La disponibilità vendibile di riso lavorato, pari a 917.269 t, è risultata in diminuzione del 5,7% rispetto al livello della campagna precedente. I produttori hanno trasferito all’industria di trasformazione e ai commercianti un quantitativo di 1.552.484 t di risone, corrispondente al 95% della disponibilità vendibile; rispetto alla precedente campagna i trasferimenti sono risultati superiori di 59.915 t (+4%). Il collocamento sul mercato italiano si è attestato a 410.510 t, in calo di 5.989 t (-1,4%) rispetto al dato record della campagna precedente. Si tratta di un’inversione di tendenza dopo quattro campagne in cui la domanda è cresciuta progressivamente, passando dalle 322.096 t del 2012/2013 alle 416.499 t del 2016/2017, con un incremento di ben 94.403 t (+29%). Il confronto con la campagna precedente evidenzia un aumento di 3.260 t (+4,4%) del collocamento del riso Tondo ed un aumento di 22.644 t (+31,6%) per il riso Lungo B, mentre risulta in ca-
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cereali lo di 31.893 t (-11,8%) il collocamento del riso Medio e Lungo A. Il dato del consumo di riso Tondo (77.118 t) rappresenta il migliore risultato di sempre, così come quello relativo al riso Lungo B (94.340 t). Export La situazione delle vendite di prodotto italiano verso gli altri Paesi dell’Unione europea è stata elaborata sulla scorta dei dati ISTAT, che si basano sulle dichiarazioni mensili Intrastat degli operatori (riso da seme escluso). Nel periodo 1° settembre 2017-31 agosto 2018 risultano collocate sul mercato dell’Unione europea 542.399 t di riso, base lavorato, con un incremento di 29.059 t (+5,7%) rispetto alla campagna precedente (513.340 t). Il confronto tra le due campagne evidenzia un incremento di 11.133 t (+7,4%) delle consegne verso i Paesi produttori di riso che si attestano a 160.684 t, mentre quelle verso i Paesi non produttori, pari a 381.715 t, fanno segnare un aumento di 17.926 t (+4,9%). Nella campagna 2017/2018 le esportazioni commerciali dall’Italia hanno riguardato 132.212 t di riso, base lavorato e al 5% di rottura, in aumento di 5.166 t (+4%) rispetto alla campagna precedente. Import Nel corso della campagna 2017/2018 le importazioni italiane, risone incluso, hanno riguardato 124.143 t di riso, base lavorato, facendo segnare una diminuzione di 29.922 t (-19,4%) rispetto alla campagna precedente.
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Le importazioni dai Paesi dell’Unione europea sono risultate pari a 26.097 t, con un decremento di circa 6.000 t (-19,2%) rispetto alla campagna precedente. Le importazioni dai Paesi Meno Avanzati (PMA) hanno riguardato 14.135 t a fronte delle 15.727 t della scorsa campagna, facendo segnare un calo di 1.592 t (-10%) per effetto delle minori importazioni dalla Cambogia (-1.930 t). Risultano sostanzialmente stabili le importazioni dagli altri PMA. Nell’ambito dei contingenti Gatt, i quantitativi assegnati agli operatori italiani sono risultati pari a 1.831 t, in calo di 277 t (-13%) rispetto alla campagna precedente. Riso da seme Nella campagna 2017/2018 la superficie destinata alla produzione di riso da seme è diminuita di 525 ettari (-5%) rispetto alla campagna precedente, di conseguenza anche la produzione di sementi certificate di riso ha fatto segnare un calo, nell’ordine di 1.300 t (-3%), portandosi al più basso livello degli ultimi 26 anni. Relativamente agli scambi commerciali con gli altri Paesi si registra un aumento di circa 550 t (+8%) dell’export e di circa 35 t (+37%) dell’import. Per quanto riguarda le consegne di sementi certificate italiane ad altri Paesi dell’Unione europea ed extra Ue, nella campagna 2017/18 è stato inviato all’estero circa il 17,5% delle sementi certificate di riso prodotte nel nostro Paese.
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(Fonte: “Riso - Evoluzione di mercato e sue prospettive”; Ente Nazionale Risi).
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cereali Andamento del mercato interno negli ultimi sette anni con il dettaglio per tipologia di riso. (Fonte: “Riso - Evoluzione di mercato e sue prospettive”; Ente Nazionale Risi).
Campagna 2018/2019 Nel 2018 la superficie investita a riso si è attestata a 217.195 ettari, con una riduzione di 12.352 ettari (-5,4%) rispetto al 2017. La superficie investita a riso di tipo Indica (Lungo B) è risultata in aumento di 5.498 ettari (+12%), mentre quella investita a riso di tipo Japonica (Tondo, Medio e Lungo A) si è ridimensionata di 17.850 ettari (-9,7%). Gli elementi del bilancio di collocamento 2018/2019 sono, quindi, rappresentati da: ▹ volume del raccolto: è stimato in circa 1.451.000 t di risone, con un calo di quasi 61.000 t (-4%) rispetto alla
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campagna precedente, in conseguenza della riduzione della superficie solo in parte compensata da una maggiore resa agronomica; ▹ resa media alla lavorazione: le rese alla lavorazione sono risultate nella media, con un dato complessivo che si attesta al 61,2%, in calo rispetto al valore registrato nella campagna precedente (62,5%); ▹ produzione netta in riso lavorato: è stimata in 859.000 t circa, con una riduzione di circa 58.000 t (-6,3%) rispetto allo scorso anno; ▹ scorte iniziali: le scorte di riporto dalla scorsa campagna si sono attestate ad un livello di 206.148 t;
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▹ scorte finali: si stima un volume di circa 151.000 t, base lavorato, con una riduzione di quasi 55.000 t (-26,5%) rispetto alle scorte finali della campagna precedente, per effetto della minore disponibilità di prodotto; ▹ importazioni da Paesi dell’Unione europea: si stima un volume di 26.000 t circa, in linea con il dato della campagna precedente; ▹ importazioni da Paesi terzi: si stima un quantitativo di 110.000 t, quasi tutto di riso Lungo B, con un aumento di circa 12.000 t rispetto alla campagna precedente in considerazione dell’aumento del 12% registrato nel primo scorcio di campagna. Il bilancio preventivo, fondato sugli elementi sopra citati, porta la disponibilità vendibile totale ad un livello di 1.050.000 t di riso lavorato, con un calo di circa 38.500 t (-3,5%) rispetto al volume collocato nella precedente campagna di commercializzazione. Prospettive del collocamento La disponibilità vendibile di riso lavorato della campagna di commercializzazione 2018/2019 può essere di 940.000 t sul mercato interno e 110.000 t sul mercato dei Paesi Terzi. Il quantitativo del mercato interno risulterebbe in calo di circa 16.300 t rispetto alla campagna 2017/2018, ma con una riduzione contenuta in termini percentuali (-1,7%), mentre il calo di circa 22.200 t (-16,8%) previsto per l’export è plausibile alla luce delle minori esportazioni realizzate nei primi tre mesi di campagna, per effetto soprattutto della 60 ˙ febbraio 2019
minore domanda da parte della Turchia che quest’anno ha ottenuto un raccolto abbondante. Entrando nel dettaglio per tipologia, risulterebbe un calo di circa 55.000 del collocamento del riso Tondo a causa della minore disponibilità di prodotto. Il discorso è analogo per il riso Medio e Lungo A per i quali si prevede un calo nell’ordine di 39.000 t. Per quanto riguarda il riso Lungo B lo scenario è completamente diverso; infatti, l’aumento di disponibilità e l’eventuale applicazione della clausola di salvaguardia dovrebbero garantire un maggiore sfogo per questa tipologia di riso con un incremento stimato in 56.000 t.
Unione Europea Per la campagna 2017/2018 la Commissione europea ha elaborato un bilancio di collocamento nel quale risulta un calo di superficie (-11.000 ettari) rispetto alla campagna 2016/2017, con una riduzione di 22.000 ettari per il riso Japonica ed un aumento di 11.000 ettari per Lungo B (o Indica). La riduzione di superficie ha determinato un calo di produzione di riso, base lavorato, di 101.000 t. Nonostante il calo produttivo, la disponibilità totale è risultata superiore di 82.000 t rispetto a quella della campagna precedente per effetto dei maggiori stock iniziali (+100.000 t) e delle maggiori importazioni (+83.000 t). I maggiori consumi (+101.000 t) e le esportazioni più consistenti (+23.000 t)
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cereali (Fonte: “Riso - Evoluzione di mercato e sue prospettive”; Ente Nazionale Risi).
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hanno determinato un calo degli stock finali (-40.000 t). Per la campagna 2017/2018 le importazioni in ambito Ue, elaborate sulla base dei quantitativi effettivamente sdoganati, risultano pari a 1.316.058 t, base lavorato, in aumento di circa 72.000 t (+6%) rispetto alla scorsa campagna. Si precisa che i dati della campagna 2017/2018 sono ancora provvisori. Campagna 2018/2019 La Commissione europea ha presentato un bilancio di collocamento del riso a livello di Unione europea per la nuova
campagna (2018/2019), evidenziando che i dati sono provvisori a livello di Stato membro. Il confronto con il bilancio della campagna precedente evidenzia un calo di 13.000 ettari della superficie, con una riduzione di 19.000 ettari per il riso di tipo Japonica ed un aumento di 6.000 ettari per il riso di tipo Indica. La produzione è prevista in calo di 53.000 t, base lavorato, mentre le importazioni sono stimate allo stesso livello della campagna precedente. Il consumo è previsto in calo di 68.000 t, così come gli stock finali (-16.000 t).
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cereali
Replica delle piante di riso attraverso semi clonali I ricercatori dell’Università della California di Davis hanno scoperto un modo per far riprodurre le piante di riso attraverso semi clonali. Anche se 400 specie di piante selvatiche producono semi vitali senza fecondazione, lo stesso processo non si è evoluto nella maggior parte delle specie di colture commerciali. Il lavoro guidato da Imtiyaz Khanday, ricercatore post-dottorato, e Venkatesan Sundaresan, professore di biologia vegetale e scienze delle piante alla UC Davis, è un importante passo avanti. I ricercatori hanno scoperto che il gene del riso BBM1, appartenente a una famiglia di geni delle piante chiamata “Baby Boom” (BBM), è espresso in cellule spermatiche ma non negli ovuli. Dopo la fecondazione, il BBM1 viene espresso nella cellula fecondata, ma, almeno inizialmente, questa espressione deriva dal contributo maschile al genoma. BBM1 attiva la capacità di un ovulo fecondato di formare un embrione. Usando l’editing genetico, i ricercatori sono stati in grado di impedire alle piante di innescare la meiosi e di formare invece cellule uovo per mitosi, ereditando una serie completa di cromosomi dalla madre. Quindi hanno indotto questi ovociti ad esprimere il gene BBM1, cosa che normalmente non farebbero senza fecon-
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dazione, per cui si ottiene una cellula ovulo diploide capace di produrre un embrione, che cresce in un seme clonale. Secondo Sundaresan, il processo ha un’efficienza di circa il 30%, ma si spera di aumentarla con ulteriori ricerche. L’approccio dovrebbe funzionare in altri cereali, che hanno geni equivalenti al BBM1, e anche in altre colture.
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Valutazione della contaminazione da micotossine del grano saraceno Ricercatori lituani hanno pubblicato i risultati del loro studio su come quantificare la contaminazione da micotossine del grano saraceno all’inizio e a maturazione completata e stimare gli effetti delle condizioni meteorologiche sulla presenza di micotossine, oltre a considerare le misure naturali
che potrebbero potenzialmente ridurre la contaminazione nei prodotti a base di grano saraceno (“Risk factors for mycotoxin contamination of buckwheat grain and its products”, I. Keriene et al., World Micotoxin Journal 11[4]:519529). Sono state analizzate le micotossine DON, T-2, ZEA, aflatossina B1 (AFB1) e ocratossina A (OTA) nel grano saraceno maturo del 2013 e 64 ˙ febbraio 2019
nelle fasi iniziali di maturazione delle annate 2014 e 2015, nel campo della Perloja Experimental Station del Centro ricerca per l’agricoltura e le foreste della Lituania. Le concentrazioni minime sono state rilevate nel grano saraceno del 2013, mentre concentrazioni particolarmente alte di AFB1 (fino a ~ 72 µg/kg) sono state riscontrate nelle fasi iniziali della maturazione sia del 2014 che del 2015. Sembra che il grano saraceno sia stato contaminato dall’aflatossina in condizioni climatiche favorevoli, insolite per il clima lituano (caldo e secco in fase di fioritura e inizio maturazione), e che hanno limitato la sintesi di altre micotossine (DON, T-2, ZEA e OTA). I contenuti elevati di AFB1 mettono in discussione la qualità dei prodotti a base di tale grano: la contaminazione della gluma è risultata 10 volte superiore a quella del chicco, fatto che conferma la sua funzione di scudo protettivo contro la contaminazione da parte di questa micotossina del decorticato, della crusca e della farina. È stato scoperto che i composti fenolici riducono il rischio di presenza di micotossine nei cereali: con concentrazioni superiori di rutina, quercitina e composti fenolici totali nei campioni di gluma e chicchi, il contenuto di tricoticeni è significativamente minore (P<0,05)
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cereali
Il riso supersalutistico Il riso è apprezzato in tutto il mondo: dal sushi alla paella possiamo scegliere il piatto che incontra i nostri gusti. Purtroppo, il riso lavorato non aiuta il nostro giro vita. Pertanto, ricercatori australiani della National Science Agency, in collaborazione con la Chinese Academy of Sciences, hanno sviluppato un riso super-salutistico. Il riso lavorato è ottenuto dal riso semigreggio, al quale sono stati tolti gli strati più esterni, quali pula, crusca e germe, per un tempo di cottura più breve con la perdita, però, della maggior parte dei nutrienti e delle fibre, rendendolo di fatto meno salutistico. Grazie alla crescente richiesta di varietà di riso più salutistiche, questi ricercatori hanno identificato un riso con uno strato più esterno, detto aleurone, che è dalle quattro alle dodici volte più spesso del riso usuale. Stu-
diandolo, è stato individuato il gene responsabile di questo cambiamento, rendendo possibile aggiungere valore nutrizionale e fibre che promuovono la salute dell’intestino del riso integrale alle varietà preferite, grazie a una pulitura leggera. Inoltre, i nuovi chicchi possono essere trasformati in una farina integrale adatta per molti alimenti extra-nutrienti. Quest’innovazione è stata testata con successo da selezionatori cinesi su varietà di riso rosso e nero: infatti, non sono stati osservati effetti negativi su crescita e resa. I ricercatori cinesi stanno cercando di capire se è possibile applicare queste conoscenze nella creazione di grano, orzo e sorgo più salutistici e continuano la collaborazione con i ricercatori australiani per aumentare ulteriormente il contenuto nutrizionale delle creazioni culinarie a base di riso.
Le differenze tra un chicco di riso usuale e uno con lo strato aleuronico più spesso.
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mangimi
Diete di soia ad alto contenuto di acido oleico per latte più grasso La letteratura scientifica dimostra, come noto, che un’alimentazione libera comprensiva di oli vegetali ricchi di acido oleico comporta una maggiore secrezione di grasso nel latte rispetto ad una dieta con oli ricchi di acido linoleico. Alcuni ricercatori della University of Wisconsin hanno pubblicato un lavoro volto ad analizzare gli effetti dell’acido oleico e linoleico somministrato sotto forma di semi di soia completamente grassi e l’interazione tra dimensione delle particelle di soia e profilo degli acidi grassi (fatty acid, FA) (“Feeding high oleic acid soybeans in place of conventional soybeans increases milk fat concentration”, K.A. Weld et al., Journal of Dairy Science 101[11]:9768-9776). I semi di soia sono stati inclusi nelle diete come estratto iso-eterico, bilanciandole in proteina grezza usando farina di semi di soia. L’esperimento 1 ha utilizzato 63 mucche (28 primipare, PP; 35 multipare, MP) alloggiate liberamente in una stalla con cancelli per il controllo del consumo di foraggio Insentec (Marknesse, Paesi Bassi). Le mucche sono state divise in 4 gruppi misti di parità all’interno della stessa penna, assegnando due gruppi a ciascuna delle due diete: soia integrale grezza Plenish (WP, alto oleico, Dupont-Pioneer, Johnston, IA) o soia integrale convenzionale (WC, ad alto linoleico). Le vacche MP hanno mostrato un aumento
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mangimi significativo della resa di grasso nel latte nella dieta WP rispetto alla dieta WC. Rispetto agli animali alimentati con WC, è stata osservata una resa di acidi grassi C18 nel latte significativamente maggiore delle vacche MP alimentate con WP, ma non è stata rilevata alcuna differenza nel rendimento di C16 o di FA a catena corta. Non sono stati osservati effetti nelle mucche PP. L’esperimento 2 ha utilizzato 20 mucche (10 PP, 10 MP) in 2 quadrati latini 5 x 5 bilanciati in parità. Esse hanno ricevuto 5 diete: diete WP e WC grezze, Plenish macinato grezzo, diete convenzionali di soia (GP e GC, rispettivamente) e un controllo a basso contenuto di grassi. Un beneficio significativo è stato riscontrato per la dieta GP rispetto alla dieta GC per la concentrazione e la resa in grasso del latte. Nell’esperimento 2 non è stata osservata alcuna differenza tra le vacche nutrite con il WP rispetto alla dieta WC. Nell’esperimento 2, gli animali che consumavano le diete Plenish producevano meno latte rispetto a quando consumavano le diete convenzionali a base di soia. Le diete a base di soia hanno portato a un aumento significativo di C18 e meno trans-10 18: 1, un FA spesso in aumento nel calo di grasso del latte, rispetto a quelli alimentati con diete tradizionali di soia, sebbene non siano state osservate differenze nell’acido linoleico coniugato trans-10, cis-12. Questi risultati indicano che l’alimentazione con semi di soia integrali ricchi di acido oleico può causare un aumento della secrezione di grasso nel latte rispetto ai semi di soia interi convenzionali contenenti alti livelli di acido linoleico. Questo vantaggio è chiaro per i semi di soia ricchi di acido oleico macinati rispetto ai semi di soia tradizionali macinati.
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Insetti e semi di lino nella dieta dei conigli Un’équipe di ricercatori portoghesi ha pubblicato un lavoro volto a valutare gli effetti dell’aggiunta della frazione grassa delle mosche soldato nere (Black Soldier Fly, BSF) o dei semi di lino estrusi (LIN) nella dieta dei conigli in accrescimento sugli acidi grassi (fatty acids, FA), i dimetilacetali (DMA), la stabilità ossidativa e il colore della carne (“Incorporation of Black Soldier Fly (Hermetia illucens L.) larvae fat or extruded linseed in diets of growing rabbits and their effects on meat quality traits including detailed fatty acid composition”, Antonella Dalle Zotte et al., Meat Science 146:50-58). 48 conigli dell’età di 35 giorni sono stati mantenuti in gabbie singole e alimentati con una delle seguenti quattro diete: (LIN basso, 30 g/kg di grasso da LIN; LIN alto, 60 g/kg di grasso da LIN; BSF-basso, 30 g/kg di grasso da BSF, BSF alto, 60 g/kg di grasso da BSF). Sono stati quindi macellati dopo 5 settimane. Le diete con BSF riducevano il contenuto intramuscolare di acidi grassi, ma aumentavano di 12:0 e 14:0 nella carne rispetto a quelle con LIN, mentre le diete LIN aumentavano la deposizione di acidi 18:3n-3 nella carne. Le regressioni tra l’assunzione di FA e la loro concentrazione nella carne indicano che la deposizione di 12:0 e 14:0 nella carne dei conigli alimentati con BSF era inferiore a quella di PUFA n-3 nella carne dei conigli alimentati con LIN. Nel complesso, i profili lipidici della carne dei conigli nutriti con BSF sono risultati meno sani, ma la carne dei conigli alimentati con LIN era più suscettibile all’ossidazione.
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mangimi
Semi di zucca sulla carne di agnello Alcuni ricercatori croati hanno indagato sulla parziale sostituzione della farina di soia con panelli di semi di zucca nell’alimentazione degli agnelli, valutandone gli effetti sulle caratteristiche della carcassa, i parametri ematochimici e gli acidi grassi nella carne (“Partial replacement of soybean meal with pumpkin seed cake in lamb diets: effects on carcass traits, haemato-chemical parameters and fatty acids in meat”, Z. Antunovi´c et al., South African Society for Animal Science 48[4]:695-704). La composizione della dieta degli agnelli condiziona infatti le caratteristiche di produzione e la qualità della carne, in particolare le proporzioni degli acidi grassi. Recentemente, nell’agricoltura biologica, la farina di soia è stata spesso sostituita con mangimi ricchi di proteine. Scopo di questo studio era di determinare gli effetti della sostituzione parziale della farina di soia con un cake di semi di zucca sulle caratteristiche della carcassa, i parametri biochimici e gli acidi grassi della carne di agnello prodotta secondo i dettami dell’agricoltura biologica. La ricerca è stata condotta su agnelli di 70 giorni di razza Merinolandschaf. Trentasei agnelli sono stati raggruppati per sesso e suddivisi in tre gruppi, ai quali è stata assegnata una delle tre diete: dieta di controllo senza panello di semi di zucca; una dieta in cui il 10% della farina di soia era stata sostituita con il 10% di panello di semi di zucca; e una dieta in cui il 15% della farina di soia era stata sostituita con il 15% di panello di semi di zucca. Il periodo di alimentazione sperimentale è durato 30 giorni. Fieno e acqua sono stati forniti ad libitum. Sono stati effettuati esami del sangue e parametri ematologici differenziali, analizzando le concentrazioni di minerali, parametri biochimici e l’attività enzimatica nel siero ematico. Le caratteristiche della carcassa e il colore della carne dell’agnello hanno
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mostrato differenze a seconda dei trattamenti dietetici. Sono state invece osservate differenze significative nelle concentrazioni di alcuni parametri biochimici, che indicavano un buon bilancio energetico e proteico e cambiamenti nel metabolismo dei grassi che non alteravano lo stato antiossidante. Rispetto al controllo, la concentrazione di acido linoleico (C18: 2 n-6) è risultata più alta nelle diete contenenti il 10 e il 15% delle sostituzioni con semi di zucca. I risultati hanno indicato che la sostituzione parziale della farina di soia con il 10 o il 15% di panelli di semi di zucca potrebbe essere adottata nell’alimentazione degli agnelli allevati secondo il metodo biologico senza importanti cambiamenti nelle caratteristiche della carcassa, parametri ematochimici e il profilo di acidi grassi nella carne.
Le microalghe nell’alimentazione dei ruminanti Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha pubblicato una panoramica sull’impiego delle microalghe nell’alimentazione dei ruminanti e le sue implicazioni sulla qualità del latte (“Use of microalgae in ruminant nutrition and implications on milk quality - A review”, Iolanda Altomonte et al., Livestock Science 214:25-35). Le microalghe sono microrganismi fotoautotrofi unicellulari o pluricellulari di dimensioni inferiori a 400 µm, utilizzabili come fonte di alimentazione animale. I ruminanti sembrano essere destinatari promettenti di questo nuovo mangime, in quanto possono anche utilizzare l’azoto non proteico presente nelle alghe e digerire le pareti cellulari degli organismi algali. Nonostante il potenziale utilizzo delle microalghe, gli autori riportano che le applicazioni sono ancora limitate e non esistono recensioni in let-
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mangimi teratura sugli effetti sulla resa e la qualità del latte. Questo lavoro esamina gli studi sull’uso delle microalghe nell’alimentazione dei bovini da latte al fine di fornire informazioni complete sullo stato dell’arte, sui limiti e il loro potenziale utilizzo. Gli effetti principali delle microalghe sulla produzione di latte sono i cambiamenti che si verificano nel profilo degli acidi grassi in esso presenti, in particolare quelli legati agli acidi grassi a catena lunga e alla serie Omega 3, soprattutto DHA ed EPA, noti per gli effetti benefici per la salute umana. Si tratta di risultati interessanti dal momento che i tentativi di aumentare il contenuto di omega 3 nel latte attraverso l’alimentazione hanno portato a risultati limitati, poiché la bioidrogenazione dei PUFA nel rumine è enorme. Tuttavia, un’eccessiva integrazione di alghe potrebbe avere un impatto negativo sull’appetibilità, sull’assunzione di cibo, sul metabolismo ruminale, sulla produzione e il contenuto di grasso nel latte. In conclusione, occorre prestare particolare attenzione alla quantità di alghe integrate nei mangimi e considerare forme di ruminoprotezione al fine di prevenire una ridotta assunzione del mangime e una riduzione della resa e della qualità del latte. Sono quindi necessari ulteriori studi per identificare le specie e i mangimi più appropriati e gli effetti di un’integrazione prolungata.
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pasta
Con l’IGP di Gragnano cresce la filiera della pasta certificata italiana Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, ha annunciato l’approvazione di un pacchetto di azioni a sostegno della filiera grano pasta affiancandosi alle buone notizie che arrivano anche dal settore delle produzioni certificate DOP IGP. La pasta certificata italiana ha finalmente la dimensione che si merita, dopo i grandi formaggi, i salumi e i vini DOP IGP, prende corpo una vera filiera garantita per uno dei grandi simboli del Made in Italy. Sono infatti eccezionali i risultati per la Pasta di Gragnano IGP entrata nel registro delle Indicazioni Geografiche europee poco più di 5 anni fa. Grazie alle 21 aziende ad oggi riconosciute per la produzione IGP, la quantità di produzione annua certificata supera i 300.000 quintali nel 2017, con un andamento in crescendo per il 2018. Ma il dato più positivo lo fa segnare il valore alla produzione che nel periodo 2016-2017 ha visto un balzo del +7,2%. Notevole l’impatto dell’export che pesa sulle vendite per il 75% della produzione certificata. Grazie a questi risultati la Pasta di Gragnano IGP è l’11° prodotto assoluto per valore tra le DOP IGP italiane e il terzo tra quelli del Mezzogiorno (Fonte: Rapporto IsmeaQualivita). 72 ˙ febbraio 2019
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pasta A garantire una crescita in linea con la storica qualità dei pastai di Gragnano, c’è CSQA Certificazioni che ha ottenuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, l’Autorizzazione ad esercitare i controlli di conformità. Tra le novità del nuovo piano di controllo, approvato dal Mipaaft, un incremento sia delle attività ispettive che di controllo qualità, a garanzia delle produzioni certificate IGP. “Il valore aggiunto dato dall’IGP e dall’imminente costituzione del Consorzio di Tutela – ha dichiarato il presidente dello stesso Consorzio, Massimo Menna – produrranno effetti sempre più positivi per la pasta di Gragnano. La collaborazione nata con l’ente certificatore CSQA va nella direzione di garantire sempre di più il nostro prodotto a tutela del consumatore, nostro prioritario obiettivo finale”.
Influenza della consistenza soffice dei chicchi sulla pasta fresca di grano duro Un team di ricercatori ha svolto uno studio che ha esaminato la qualità della pasta fresca a base di 3 varietà di un nuovo tipo di grano duro con chicchi a consistenza soffice, rispetto alla pasta fresca prodotta da campioni commerciali di semola di grano duro, farina di grano duro e farina per panificazione, ciascuno con 3 livelli di idratazione (28, 30 e 32%, rispettivamente) (“Influence of soft kernel texture on fresh durum pasta”, Jessica C. Murray et al., Journal of Food Science 83[11]:2812-2818). Il grano duro soffice si caratterizza per la presenza di una piccola parte del cromosoma 5D che contiene i geni del locus decretato alla durezza e quelli che codificano le proteine puroindoline. Le linee di grano duro
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“soffice” derivano dalle varietà di grano duro Svevo, Alzada e Havasu. La pasta ottenuta con questo grano mostra un basso incremento del peso di cottura (dovuto all’assorbimento di acqua) (dal 115% al 122%), la perdita in cottura più bassa (~3% al 4%), consistenza elevata (269,3; 265,8 e 297,9 g per Soft Svevo, Soft Havasu e Soft Alzada, rispettivamente, contro 239,7 e 273,6 g per la farina di grano duro e semola, rispettivamente), bassa collosità (da 4,17 a 4,96 g per i duri soffici rispetto a 5,04 per la semola), e colore della pasta cruda e cotta comparabile o superiore a quelli della pasta di semola di grano duro (L * e b * elevate). I campioni di grano tenero hanno anche mostrato una qualità della pasta superiore sia rispetto ai campioni di farina di grano duro che di farina da pane. Questi risultati mettono in discussione l’idea consolidata che la pasta di alta qualità debba essere prodotta con semola di grano duro, mentre a livello pratico mettono in evidenza la qualità e le potenziali applicazioni del grano duro soffice nella produzione di pasta.
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pasta
Proprietà della pasta di miglio Dei ricercatori dell’University of Minnesota hanno condotto uno studio su 4 varietà di miglio coltivate in Minnesota e selezionate per la produzione di pasta fresca senza glutine (“Cooking quality, digestibility, and sensory properties of proso millet pasta as impacted by amylose content and prolamin profile”, Ingrid G. Cordelino et al., LWT 99:1-7). Sono stati determinati i contenuti di amido e proteine, il colore e i carotenoidi presenti sia nella pasta cruda che in quella cotta e i risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti con la pasta fresca senza glutine e quella di semola disponibili sul mercato. Per la cotta sono state anche verificate la qualità in cottura, la digeribilità di amido e proteine in vitro e la qualità sensoriale. La pasta di miglio contiene amido meno digeribile rapidamente rispetto alla pasta senza glutine commerciale, ma entrambi contemplano proteine meno digeribili della pasta di semola. I degustatori hanno rilevato nei campioni di miglio maggiori granulosità e contenuto d’amido. Le varietà di miglio differiscono per il contenuto in amilosio e per il profilo delle prolamine, fattori che influiscono sulle proprietà della pasta: infatti, la pasta con più amilosio e prolamine ad alto peso molecolare ha una minore perdita in cottura e una minore collosità. Un maggior contenuto di amilosio, inoltre, corrisponde a maggiori compattezza e masticabilità della pasta di miglio. Il campione di miglio con il contenuto più basso di amilosio e prolamina ha portato alla pasta di qualità inferiore. I risultati indicano che selezionate varietà di miglio possono essere adatte per la produzione di pasta fresca e il miglioramento della qualità è garantito dalle ottimizzazioni di ricette e processo.
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Effetti di funghi in polvere nella pasta di grano duro Lo studio, condotto da ricercatori neozelandesi e cinesi, riporta gli effetti dell’aggiunta di funghi in polvere sulle proprietà nutrizionali, sulla risposta glicemica in vitro e sul potenziale antiossidante della pasta di grano duro (“Addition of mushroom powder to pasta enhances the antioxidant content and modulates the predictive glycaemic response of pasta”, Xikun Lu et al., Food Chemistry 264:199-209). Nello studio sono stati utilizzati una semola disponibile in commercio (Sun Valley Foods, Auckland, Nuova Zelanda), funghi shiitake essiccati e funghi porcini a fette (Jade Phoenix, Cina), oltre a champignon freschi prodotti da Meadow Mushrooms (Christchurch, Nuova Zelanda). Tale aggiunta ha ridotto in modo significativo la degradazione dell’amido e l’area sotto la curva degli zuccheri riducenti rilasciati durante la digestione, mentre il contenuto fenolico totale e le capacità antiossidante dei campioni sono risultati maggiori. È stato osservato un sistema di mutua inibizione tra il grado di gelatinizzazione dell’amido e la capacità antiossidante dei campioni di pasta. Questi risultati suggeriscono che i funghi in polvere possono essere incorporati nella pasta fresca di grano duro, apportando caratteristiche più salutistiche, diminuendo, a livello teorico, la risposta glicemica e migliorando la capacità antiossidante della pasta.
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pasta
Aggiunta di zigolo dolce e gomma di xantano nella pasta La farina di Cyperus esculentus (tiger nut flour, TNF; zigolo dolce) è una fonte ricca di fibre dietetiche che può essere utilizzata nei prodotti a base di cereali, anche se la ricerca sul miglioramento delle proprietà reologiche dei suoi impasti è limitata. Nello studio è stato determinato l’effetto dell’incorporazione nella pasta fresca all’uovo di TNF e di gomma di xantano (X) sulle proprietà reologiche termiche e dinamiche rispetto alla pasta di semola (durum wheat semolina, DWS) utilizzata come controllo (“Functional, thermal and rheological properties of high fibre fresh pasta: effect of tiger nut flour and xanthan gum addition”, M.E. Martín-Esparza et al., Food and Bioprocess Technology 11[12]:2131-2141). Sono stati analizzati gli impasti ricchi in fibre (20 e 40% TNF) con o senza X (0 e 1%). Per determinare la viscoelasticità sono stati condotti sia test fondamentali (oscillazione dinamica e deformazione) che empirici (analisi del profilo della texture). Sono state caratterizzate la composizione chimica, la distribuzione delle dimensioni delle particelle e le proprietà funzionali sia della pasta TNF che di quella DWS, oltre alla determinazione dell’attività dell’acqua, del contenuto di acqua e delle temperature di gelatinizzazione della pasta sia fresca che cotta. I risultati dei test reologici hanno messo in evidenza che una parziale sostituzione di DWS con TNF porta a strutture
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meno coesive e più deboli a causa di una minore presenza del reticolo glutinico, anche se l’aggiunta di X ha migliorato in modo significativo la risposta reologica degli impasti con TNF. L’analisi termica ha mostrato un singolo picco endotermico nella temperatura tra i 60° e i 78°C durante il riscaldamento che corrisponde alla gelatinizzazione amilopectinica. Comunque, quando il 40% di DWS è sostituito con TNF, sono osservate transazioni di due fasi, probabilmente associate alla gelatinizzazione dell’amido dello zigolo dolce o alla formazione di complessi amilosio-lipidi. Il tempo ottimale di cottura per la pasta con lo zigolo dolce è di 2 minuti, come determinato dall’analisi calorimetrica.
Farina innovativa per la pasta Il fonio è un antico e pregiato cereale africano dimenticato per millenni, appartenente alla famiglia botanica del miglio e simile alla quinoa. Dal punto di vista nutrizionale, è fonte di proteine, ricco di fibre, zinco, ferro e ha un basso indice glicemico. Contiene, inoltre, buoni livelli di fosforo, magnesio, calcio e vitamine del gruppo B, oltre che di acido folico. È ricco degli 8 aminoacidi essenziali, in particolare metionina e cisteina: il primo, utile all’apparato digerente e al metabolismo, aiuta a espellere i metalli pesanti; il secondo è un alleato contro il processo di invecchiamento, grazie alla sua azione anti-radicali liberi. Il basso contenuto di nichel completa il profilo nutrizionale di questo cereale. È, quindi, un’alternativa ad altri antichi cereali e un superfood a tutti gli effetti. Obà Food è l’azienda italiana che per prima l’ha introdotto in Europa, gestendone con successo il processo di approvazione come Novel Food da parte della Commissione Europea per la Sicurezza Alimentare (vedi Reg. di esecuzione (Ue) 2018/2016 pubblicato
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pasta sulla GU dell’Unione europea L 23 del 19/12/2018). Lo sviluppo di questo ingrediente innovativo si colloca nell’ambito di un ambizioso progetto dell’azienda a favore di un’agricoltura sostenibile e della biodiversità: infatti, il fonio cresce nelle zone aride sub-sahariane, senza richiedere acqua o antiparassitari, si sviluppa in sole 6-8 settimane, rendendosi pertanto disponibile al consumo tra un raccolto e l’altro degli altri cereali che richiedono molto più tempo. La farina semi-integrale di fonio, oltre ad essere indicata per un’alimentazione sana ed equilibrata, grazie alle sue qualità tecnologiche è risultata perfetta nella pastificazione, con un’ottima lavorabilità ed elasticità, con utilizzo solitamente intorno al 30% sul peso della miscela, insieme a farine di riso o mais (o della semola per pasta tradizionale). Il fonio ha un sapore più delicato e meno caratterizzante di teff e grano saraceno, e tendente al dolce rispetto alla quinoa: risulta quindi versatile e, grazie al basso indice glicemico e all’apporto nutrizionale, è preferibile a riso e mais. Tale farina indicata sia per lavorazioni artigianali che industriali, di pasta secca o fresca, garantisce ottima riuscita nei processi di estrusione, senza per altro richiedere il termo-trattamento preventivo, con il conseguente impoverimento nutrizionale. La natura e struttura degli amidi contenuti, con l’ottimo potere di gelatinizzazione e grazie a elevati valori di viscosità a caldo, “sopperiscono” in parte all’assenza di glutine, favorendo naturalmente un impasto di qualità reologica. A conferma di questo comportamento, basti pensare che la viscosità massima del fonio all’amilografo è pari a 1.050 BU, rispetto a quella del sorgo di 490 BU e della quinoa di 300 BU. Il fonio, dunque, consente di pastificare con la farina cruda, ovvero non pregelatinizzata, e solo con acqua senza alcun tipo di additivo: la pasta così ottenuta non rilascia amidi in cottura e ha un’ottima elasticità e resistenza al taglio. Al fine di preservarne i valori nutrizionali, è consigliata la tecnica dell’essiccazione a bassa temperatura.
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Il fonio, superfood dall’Africa (Obà Food).
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Alimenti ricchi in amilosio: una nuova opportunità per l’assunzione di fibre Una dieta povera è riconosciuta come uno dei principali fattori di rischio che possono essere modificati per prevenire la crescita a livello globale di malattie non trasmissibili e le morti attribuite a queste. Migliorare la qualità nutrizionale degli alimenti di base, quali i cereali, offre una strategia promettente per gestire le diete con carenze. Il grano integrale è particolarmente importante in questa strategia per il suo potenziale di promotore della salute e la sua versatilità come ingrediente di alimenti che attraggono l’interesse del consumatore. Pertanto, ricercatori australiani hanno utilizzato strategie di selezione del grano per svilupparne uno con elevato contenuto di amilosio (>80%) nell’endosperma e hanno dimostrato che questo migliora gli indici glicemico e della salute dell’apparato digerente (“Highamylose wheat foods: a new opportunity to meet dietary fiber targets for health”, M. Newberry et al., Cereal Foods World 63[5]:188-193). Test hanno messo in evidenza che l’alto contenuto in amilosio porta a pani e grano soffiato con più amido resistente (RS) (>200%), noodle udon (60 volte superiore) e noodle per il ramen (15 volte superiore) rispetto ai prodotti equivalenti preparati con grani convenzionali. Questi aumenti di RS sono ottenuti utilizzando farina raffinata ricca in amilosio (HAW) che non ha impatti negativi sulla lavorazione, sulla qualità del prodotto finito o sulle proprietà sensoriali. Ancora sono da stabilire i benefici che l’HAW può fornire per migliorare la salute e prevenire le malattie non trasmissibili. 80 ˙ febbraio 2019
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Pane senza glutine di farina di riso con gomma di tamarindo Ricercatori sudcoreani hanno esplorato la fattibilità dell’applicazione della gomma di tamarindo nella produzione di pane senza glutine a base di farina di riso. Sono state analizzate le proprietà di idratazione delle gomme e di impastamento della farina di riso con le gomme con il Rapid ViscoAnalyzer, oltre alle proprietà dell’impasto e le caratteristiche qualitative del pane a base di riso arricchito con gomme (“Exploring the applicability of tamarind gum for making gluten-free rice bread”, Kyoungjin Jang Ye Eun Hong et al., Food Science and Biotechnology 27[6]:1639-1648). A parte con la gomma di guar e di xantano, la viscosità finale dopo l’idratazione delle altre gomme e le proprietà di impastamento della farina di riso addizionata con gomme sono risultate simili. Inoltre, le proprietà dell’impasto e la qualità del pane di riso con la gomma di tamarindo sono equivalenti o superiori a quelle dei pani contenenti altre gomme. È stato anche riscontrato che l’aggiunta di gomma di tamarindo e pectina porta a un aspetto più fine, ma la pectina, a causa del basso pH, può causare sgradevoli gusto e odore acidi del prodotto finito.
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panificazione
Migliorare le proprietà tecnologiche dei pani senza glutine Ricercatori polacchi hanno pubblicato uno studio volto a migliorare le proprietà tecnologiche dell’impasto e quelle fisico-chimiche dei pani senza glutine, preparati con miscele contenenti idrossipropil cellulosa, isolati proteici di soia, inulina e maltodestrine (“The effect of the addition of water, soy protein, inulin, and maltodextrin on the quality of dough and gluten-free breads”, M.A. Przybysz et al., Italian Journal of Food Science 30[4]:762-774). Durante gli esperimenti è stato variato il quantitativo di acqua nell’impasto, tra 80 e 100 g, in base al peso totale delle miscele. Sono state misurate le proprietà di texture dell’impasto senza glutine (TPA test) e determinati il volume del pane e la porosità, l’umidità e la compattezza della mollica. I risultati mostrano che l’impatto migliore sulle proprietà di texture dell’impasto senza glutine si ottiene con l’aggiunta di 0,5 g/100 g di idrossipropil cellulosa, 5,0 g/100 g di isolato proteico di soia e 10,0 g/100 g di maltodestrine con 100 g di acqua per 100 g di miscela. I risultati suggeriscono, inoltre, che il contenuto di acqua è fortemente associato al raffermamento del pane. Nonostante le differenze a livello sensoriale, questi pani sono stati apprezzati dai consumatori.
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Amido ceroso contro il raffermamento del pane senza glutine Un’équipe di ricercatori dell’Università di Cracovia ha indagato l’influenza dell’amido ceroso (waxy starch, WS) sulla formazione della struttura e il ritardo del raffermamento nel pane senza glutine a base di amido (“Waxy starch as dough component and anti-staling agent in gluten-free bread”, Mariusz Witczak et al., LWT 99:476-482). La miscela di amido di mais/patata utilizzata nella formulazione del pane è stata parzialmente sostituita con una miscela di amido di mais ceroso/patata cerosa, controllando i cambiamenti nelle proprietà reologiche dell’impasto e della qualità del pane, nonché la cinetica del raffermamento. Si è concluso che la presenza di amido ceroso ha modificato le proprietà reologiche dell’impasto, provocando un aumento dei valori dei moduli di elasticità tangenziale e di perdita (G’ e G, rispettivamente) e la viscosità di taglio nulla, a causa dell’aumento della capacità di rigonfiamento dell’amido ceroso. Inoltre, una sostituzione del 10% della miscela di amido originale con il mix WS ha prodotto l’effetto ottimale sul volume del pane, accompagnato solo da lievi modifiche nella struttura della mollica. La presenza di WS in quantità del 10-15% ha avuto un impatto positivo sulle caratteristiche di consistenza della mollica, riducendone la durezza e masticabilità rispetto al controllo e limitando l’aumento di questi parametri durante la conservazione. L’amido ceroso WS aggiunto a livelli del 10-15% ha prodotto una riduzione dell’entalpia dell’amilopectina retrograda, il che indica che potrebbe essere un fattore efficace per ridurre il consumo di pane senza glutine a base di amido. 84 ˙ febbraio 2019
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panificazione
Impatto di diversi ceppi di S. cerevisiae sul pane senza glutine Per la prima volta, ricercatori irlandesi, hanno valutato differenti lieviti provenienti dall’industria della panificazione e da quella birraria in un sistema senza glutine. Infatti, è stata valutata la capacità di far lievitare un impasto senza glutine di cinque diversi ceppi di lievito (US-05, WB-06, T-58, S-23 e lievito per pane) della specie Saccharomyces cerevisiae, determinando caratteristiche qualitative dell’impasto, quali la crescita dipendente dal tempo e dalla temperatura, la composizione chimica e il pH. Inoltre, sono stati valutati attributi qualitativi del pane, quali volume, texture, struttura, aroma e sapore. I risultati ottenuti (“Impact of different S. cerevisiae yeast strains on gluten-free dough and bread quality parameters”, S. W. Horstmann et al., European Food Research and Technology 245:213-223) indicano livelli di attività differenti tra i ceppi di lievito selezionati. Gli impasti preparati con US-05 hanno mostrato una crescita più lenta e un’altezza ridotta rispetto al lievito per pane utilizzato come controllo. Per contro, l’applicazione di WB-06 e T-58 ha portato a una crescita più rapida e ad un’altezza maggiore, con bolle di gas più grandi (p<0,05). Le stesse osservazioni sono state registrate nei pani cotti: questi due lieviti hanno portato a un maggiore volume specifico e ad una mollica più morbida rispetto al lievito di controllo. L’analisi statistica ha messo in evidenza una stretta correlazione tra livello di attività, proprietà dell’impasto e proprietà del pane. I risultati ottenuti mostrano che i ceppi di lievito selezionati raggiungono diversi livelli di attività a seconda di temperatura, tempo e zuccheri, e che i ceppi provenienti dall’industria birraria sono adatti alla panificazione senza glutine.
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macchine
Bogasari Flour Mills sceglie l’avanguardia di Ocrim per le linee H, I & J Ocrim, una delle più grandi aziende al mondo per la costruzione di impianti molitori, dal 1971 è uno dei principali fornitori della indonesiana Bogasari Flour Mills, prevalentemente per il complesso di Jakarta. Infatti, entrambe vantano anni di partnership, che ha arricchito e rafforzato il business sia loro che dei Paesi a cui appartengono. Ancora una volta, quindi, Bogasari Flour Mills ha scelto Ocrim per eseguire un completo retrofit, in due step, delle linee dei molini H, I & J di Jakarta, con obiettivi produttivi ben precisi. Le linee, ormai in servizio da oltre 40 anni e sempre di fornitura Ocrim, lavoravano 800 t/24 h ogni linea. I due step hanno interessato, in prima battuta, il rifacimento delle linee di pulitura e, poi, il completo rifacimento delle 3 linee di macinazione, con la richiesta di portarle alla massima capacità possibile all’interno dello stesso fabbricato. Ocrim ha accettato la sfida, rifacendo le tre linee di macinazione per una capacità giornaliera del 50% superiore alle precedenti e cioè per una capacità di 1.200 t/24 h per singola linea. È stata una vera prova sia nel ricercare il layout ideale che nell’ottimizzare gli spazi. Per conseguire i risultati desiderati è stato necessario rinforzare la struttura del fabbricato, integrandolo con un piano aggiuntivo
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macchine per sfruttare il più possibile il concetto di risparmio energetico applicato all’intero impianto e, inoltre, è stato possibile inserire alcuni laminatoi sovrapposti di ultima generazione Ocrim, per ottenere un prodotto finale eccellente, e applicare dei plansifter modulari da 10 canali anche per l’ottimizzazione degli spazi. Già 40 anni fa era stato eseguito un lavoro simile al fine di ottenere uno state of art plant e furono inseriti laminatoi LKK, allora considerati avveniristici. Oggi, per questo nuovo progetto, è possibile constatare che sono state riservate le stesse accortezze di allora, in quanto l’intero lavoro è stato concepito attraverso un approccio innovativo che riguarda l’aspetto progettuale, tecnico e tecnologico. Altro elemento rilevante sono le tempistiche d’azione e operatività: il progetto è stato approcciato in fasi, come da richiesta di Bogasari Flour Mills, per non compromettere la produzione in essere. Questa scelta ha portato Ocrim a ricorrere a metodi e strategie di progettualità e installazione specifiche, partendo dalla sostituzione delle linee di pulitura, per arrivare alle linee di macinazione, fermando una linea per volta. Ocrim ha equipaggiato le tre linee con state of art technology machines, dove la presenza dell’acciaio inox è predominante, per garantire la salubrità dei prodotti finiti e con alcune particolarità, come il pressastacci automatico sui plansifter, così da garantire tempi di fermate per manutenzione ridotte al minimo. Il dipartimento automazione di Ocrim ha dotato le tre linee con l’innovativo software @rollermills che permette di controllare i laminatoi da remoto attraverso tablet e quindi di programmarli con un’uni-
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macchine
Franciscus Welirang, CEO di Bogasari Flour Mills, e Alberto Antolini, CEO di Ocrim, firmano il laminatoio personalizzato (Ocrim).
ca operazione, svolta in qualsiasi punto del molino e non più attraverso il pannello a bordo macchina. Questo sistema consente di intervenire tempestivamente qualora ci fossero problemi, ottimizza i tempi di produzione, poiché non più legata alla componentistica per il controllo a bordo macchina, abbatte quasi del tutto i tempi di settaggio dell’intera linea ed è innovativo anche ai fini della sicurezza, in quanto, nonostante funzioni con wifi, garantisce una sicura protezione da agenti esterni. È stato introdotto il concetto di modularità, di cui Ocrim è mastermind, per ridurre le pause per le operazioni di manutenzione, ottimizzando, così, il relativo planning. La modularità dà la possibilità di fermare solo una parte del molino, consentendo la manutenzione solo sulle macchine interessate. Tutto ciò è stato possibile grazie a soluzioni tecnologiche di layout, impiantistica (plant design) e automazione all’avanguardia. È stata un’ardua prova per Ocrim, viste le richieste particolari del cliente, che hanno generato iniziative e proposte nuove, dando spazio a tutta la propria state of art knowledge per eseguire un lavoro al di sopra delle aspettative del cliente. Nuovamente Ocrim ha dimostrato di essere un partner attento, affidabile e innovativo, scelto da una delle aziende molitorie più grandi al mondo per lavori di taglio avveniristico. Ancora una volta Ocrim è orgogliosa del proprio operato, avendo accresciuto il bagaglio d’esperienza, da un punto di vista tecnologico e impiantistico. Communications & Marketing dept. di Ocrim
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macchine
Impianti per l’arte bianca Iteca, commercializza, progetta e installa avanzati impianti completi automatici e semiautomatici di panificazione, disegnati “su misura” in base alle esigenze degli utilizzatori. Fanno parte della sua gamma di produzione il forno a tunnel industriale EP 2179654 con innovativo sistema di isolamento che permette di accedere all’interno del forno stesso, tramite porte, per operazioni di ordinaria manutenzione, e la catena di trasporto EP 2261143 per forni a secco, ovvero senza lubrificazione, che permette di evitare fenomeni di evaporazione da parte dei lubrificanti all’interno del forno e consente un cospicuo risparmio economico nei costi di gestione. La linea EP 2164334 per la laminazione in continuo di pasta alimentare da pallina permette di ridurre drasticamente gli spazi richiesti, mentre EP 2071956 è una macchina multitesta per la laminazione in continuo di porzioni di pasta alimentare, per esempio pizza, ad azione verticale con logica di funzionamento ad inseguimento per ottimizzare gli ingombri. Con questa macchina l’operazione di laminazione avviene in linea e non più ricorrendo ad ingombranti laminazioni con trasportatori disposti a 90 gradi in successione. Completano l’offerta di Iteca i sistemi di controllo attivo della laminazione, il sistema di calibrazione dei dischi di pasta alimentare, il sistema di formatura per pasta per la realizzazione di dischi di pasta con spessore crescente dal centro verso l’esterno, fino a creare un bordo in rilievo lungo la periferia; un dispositivo per il supporto e la movimentazione di pasta alimentare; l’impianto per la produzione di prodotti da forno e il sistema di trasporto, con stazioni di carico e scarico dei prodotti da forno sui/dai sistemi di trasporto; infine, l’apparato per la formatura di porzioni di pasta alimentare, per esempio palline di pasta lievitata per pizza, in grado di emulare la formatura manuale dei pizzaioli.
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Linea completa per la produzione industriale di pane (Iteca).
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Sterilizzazione degli alimenti a luce pulsata Per soddisfare i criteri di sicurezza alimentare sempre più rigorosi senza ricorrere all’uso di additivi e conservanti, la olandese Pulsed Light Power propone la sua tecnologia di sterilizzazione a luce pulsata che, generando intensi lampi di luce UV sui prodotti per una frazione di secondo, inattiva i batteri e le spore presenti danneggiandone il DNA. I test effettuati hanno dimostrato, ad esempio, una riduzione del 99,85% di listerie e salmonelle. Con questo trattamento si riduce o elimina la necessità di disinfettanti chimici e l’aggiunta di conservanti, prolungando la conservazione dei prodotti e migliorandone la qualità, senza condizionarne sapore, colore e odore. Inoltre, la luce pulsata, eliminando i germi, non solo disinfetta alimento e imballaggio, ma sembra indurre anche una riduzione del numero di allergeni naturalmente negli alimenti. La sterilizzazione a luce pulsata risulta particolarmente efficace sui prodotti umidi poiché la luce ha bisogno di un conduttore per raggiungere tutti i punti con l’energia rilasciata. Inoltre, si può trattare la maggior parte delle plastiche da imballaggio, che trasmettono bene la luce UV, con l’eccezione di PET, policarbonato, polistirene e PVC.
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macchine
Nuova cella di carico analogica e digitale Minebea Intec propone un innovativo sviluppo della cella di carico di successo PR 6201 che apre una vasta gamma di opportunità ai clienti di vari settori: dal semplice controllo della quantità di riempimento fino alla pesatura di alta precisione, anche per silo e dei serbatoi di grande capacità. Migliore, più precisa e più resistente, la nuova cella di carico Inteco di Minebea Intec, grazie al segnale analogico in uscita di 2 mV/V assicura, innanzitutto, l’integrazione con lo standard di mercato, e garantisce la flessibilità nella scelta dell’elettronica di pesatura. Inteco oggi è già disponibile con capacità di carico fino a 75 t. Tali capacità consentono di pesare in sicurezza anche silo e serbatoi di elevata capacità e garantiscono una soluzione di pesatura più economica, utilizzando ad esempio tre celle di carico, anziché quattro. L’approvazione C6 documenta le ampliate classi di precisione e la accuratezza di misura superiore. Anche nella scelta del materiale sono state tenute in considerazione le esigenze sempre maggiori dei clienti. L’introduzione di una nuova tipologia di acciaio inox rende la cella di carico Inteco ancora più resistente alla corrosione rispetto alla precedente versione PR 6201, incrementando ulteriormente la durata in ambienti difficili. Nonostante tutte le innovazioni, la cella di carico Inteco rimane fedele alle dimensioni del collaudato best-seller a livello globale PR 6201. Pertanto, le misure della cella di carico sono rimaste immutate, così da facilitarne la sostituzione senza bisogno di nuovi kit di montaggio, per un aggiornamento economico e senza problemi, anche a lungo termine.
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Come soluzione digitale, la nuova cella di carico Inteco offre una maggiore trasparenza nel processo di dosaggio e pesatura (Minebea Intec).
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Inoltre, la cella di carico Inteco è sia in versione analogica che digitale. In particolare, grazie a quest’ultima soluzione, l’utente ottiene un notevole aumento dei vantaggi: ad esempio, la presenza del convertitore Connexx rende l’installazione di Inteco semplice ed economica, senza necessità di scatole di giunzione. I rapidi tempi di propagazione del segnale permettono un processo di dosaggio affidabile e preciso, oltre a una trasparenza ottimale. Poiché i valori di peso sono disponibili anche per ogni cella di carico, le celle di carico difettose possono essere facilmente identificate e sostituite. L’interfaccia standard CANopen consente una semplice attivazione e calibrazione da PC. Inoltre, sono disponibili lunghezze dei cavi fino a 200 metri.
Confezionamento snack delicati La capacità di Ishida di ideare soluzioni universalmente disponibili per prodotti e applicazioni specifiche è stata sottolineata dall’introduzione di una nuova pesatrice multitesta nella sua gamma Sector Solutions. CCW-RV-216W-1S-20-SS-STK1 è un modello standard progettato per gestire le particolari sfide dei prodotti snack in stick ad alta velocità – fino a 120 confezioni al minuto – senza perdita di accuratezza o qualità del prodotto. I bastoncini pretzel – nelle varietà salate, semplici, con semi e ripiene – sono uno spuntino molto popolare in Paesi come la Germania, la Turchia e il Medio Oriente e rappresentano un mercato in crescita in molte altre aree. La loro natura fragile e la tendenza a sbriciolarsi li rendono particolarmente difficili da confezionare con un sistema di pesatura automatizzato. La pesatrice per stick Ishida è stata progettata per la manipolazione delicata degli snack fragili per ridurre al
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macchine minimo il rischio di rotture. Garantisce un flusso ottimale dei bastoncini, con scivoli a pendenza ridotta, una tavola di dispersione convessa e le estremità a cascata per una transizione più fluida dei prodotti lunghi nelle tramogge di pesata. Speciali parti di contatto con lucidatura elettrostatica riducono l’accumulo di polvere durante il processo di pesatura. Per consentire la massima flessibilità nella gestione di confezioni di diverse dimensioni, da 35 a 250 g, la bilancia è dotata anche di speciali inserti per tramoggia che allineano i bastoncini e li mantengono in posizione verticale, pronti per un trasferimento senza scossoni. Dopo la pesatura iniziale, ogni lotto di bastoncini utilizzato nella combinazione viene trattenuto in una tramoggia speciale a metà dello scivolo di scarico per garantire il corretto allineamento, pronto per essere
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Un particolare della confezionatrice CCW-RV-216W-1S-20-SS-STK1 per snack in stick (Ishida).
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scaricato nel sacchetto. La corretta combinazione di prodotto viene quindi trasferita tramite uno scivolo di scarico ad alta velocità dotato inoltre di una guida interna per mantenere l’allineamento fino alla sezione successiva. Per raggiungere il sacchetto, i bastoncini passano attraverso una tramoggia a comando pneumatico a tripla iride che sistema il prodotto mentre ne oltrepassa ogni stadio. Al secondo stadio passa attraverso un dispositivo oscillante prima che un dispositivo di taglio intervenga nella terza fase per rimuovere la parte superiore di eventuali bastoncini disallineati residui. Eventuali bastoncini tagliati rimangono sulla parte superiore della porzione per garantire che il peso corretto non venga compromesso nel sacchetto finale. La pesatrice per bastoncini Ishida è particolarmente adatta per il confezionamento di prodotti in sacchetti, comprese le varietà a cuscino e a fondo rettangolare, ma è stata anche abbinata con successo con altre macchine a valle, ad esempio per lo scarico in vassoi. È disponibile in versione stand-alone o può essere fornita con una insacchettatrice per snack per una soluzione completamente integrata. Inoltre, Ishida è in grado di progettare e installare linee complete dall’uscita degli stick dal forno, con speciali alimentatori a nastro non vibranti che ne garantiscono il trattamento delicato e il corretto allineamento all’ingresso nella bilancia. La nuova pesatrice per stick, che fa parte della più recente linea di pesatrici RV, offre inoltre una serie di funzioni che garantiscono i più alti livelli di velocità e precisione, come il software avanzato, il filtraggio digitale migliorato, l’assenza di vibrazione al suolo, la velocità di elaborazione più rapida, il controllo dell’alimentatore più preciso e quello del peso medio migliorato, che si combinano per offrire ottime prestazioni e aumentare la produttività. La struttura robusta ne garantisce l’affidabilità a lungo termine, mentre un design ottimizzato comprensivo di telaio scorrevole per le tramogge di sincronizzazione a iride offre facilità di accesso per la manutenzione e la pulizia.
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COME PROGETTARE IMPIANTI ALIMENTARI
INGEGNERIA ALIMENTARE Tecnologie di produzione Impianti Produttivi Logistica - Economia
G. FERRETTI - R. RIZZO - G. VIGNALI 1084 pag. Rilegato (2017) € 85,00 App per iPad € 39,99 ISBN: 978-88-96027-34-9
INDICI Il corso di laurea Magistrale di Ingegneria Meccanica dell’Industria Alimentare fu attivato a Parma nell’anno 2004/2005 con il decisivo sostegno dell’imprenditoria locale. Nell’ambito ingegneristico, dopo un impegnativo rodaggio, il Corso di Laurea fu via via implementato di contributi scientifici e di insegnamenti mutuati da discipline affini e complementari agli Impianti Industriali, fino ad assumere l’attuale denominazione di Corso di Laurea Magistrale di Ingegneria degli Impianti e delle Macchine dell’Industria Alimentare. Con la pubblicazione di questo testo, dedicato all’Ingegneria Alimentare, è stato quindi rinnovato il tacito impegno assunto da parte del Prof. Ferretti e del Prof. Rizzo più di trent’anni prima. Le scienze tecnologiche attuali, delle quali questa opera dà ampia testimonianza, potrà essere d’aiuto agli specialisti del settore nel sostenere la subentrante civiltà cittadina-industriale nel continuare l’opera di quella rurale-artigianale, individuando e fissando il punto fermo d’equilibrio che consentirà ai fruitori delle risorse di integrare giorno dopo giorno, anno dopo anno, ciclo dopo ciclo, ciò che consumeranno.
PARTE PRIMA Criteri di progettazione igienica degli stabilimenti alimentari Cap. 1 – I fondamenti dell’Ingegneria Alimentare. Cap. 2 – Criteri ubicazionali per le industrie alimentari. Cap. 3 – Plant layout di una fabbrica alimentare. PARTE SECONDA Materie, prodotti e tecniche di corrente impiego nelle industrie alimentari Cap. 4 – L’acqua. Cap. 5 – I liquidi di governo. Le bevande. Gli sciroppi. Cap. 6 – Il trattamento igienico dei contenitori. Lavatrici. Sciacquatrici. Sterilizzatrici. PARTE TERZA Operazioni fondamentali nella fabbricazione degli alimenti confezionati Cap. 7 – Operazioni basilari nella preparazione e nella fabbricazione industriale degli alimenti. Cap. 8 – Il confezionamento degli alimenti. Realizzazione di una linea completa.
DATI PER LA SPEDIZIONE nome ditta/ente via città prov. tel. fax e-mail
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Ai sensi dell’Art 11 della Legge 675/96 ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento ed alla comunicazione degli stessi firma
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PARTE QUARTA Processi logistici e Tipologie di riferimento di alcune produzioni alimentari Cap. 9 – Logistica interna degli stabilimenti alimentari. Cap. 10 – I processi logistici della supply chain alimentare. Cap. 11 – L’industria vinicola. Cap. 12 – L’industria birraria. Cap. 13 – L’industria lattiero-casearia: Il Parmigiano Reggiano. Cap. 14 – L’industria delle conserve vegetali: Il Pomodoro. Cap. 15 – Prodotti carnei e conserve animali: Il Prosciutto. Cap. 16 – Impianti dell’industria molitoria e cerealicola. Cap. 17 – La pasta. PARTE QUINTA Elementi di Economia e Management dell’Industria Alimentare Cap. 18 – Studi di fattibilità nell’industria alimentare. Cap. 19 – Valutazione degli investimenti. Cap. 20 – Prospettive economiche sull’evoluzione dell’industria alimentare.
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analisi
Imaging iperspettrale nel vicino infrarosso La legge italiana impone che nella produzione di pasta non siano tollerabili percentuali di farina di grano tenero – CW (Triticum aestivum) – superiori al 3% nel grano duro – DW (Triticum durum). Pertanto, sono necessari metodi efficienti per la rilevazione di contaminazioni accidentali o intenzionali. Fino ad ora, tutti gli studi relativi al rilevamento di CW in DW sono stati principalmente basati su metodi di biologia macroscopica, microscopica o molecolare. In questo recente lavoro, un’équipe di ricercatori belgi ha valutato l’utilizzo dell’imaging iperspettrale nel vicino infrarosso (NIR) come strumento per discriminare le due specie di grano, sia a livello di singolo chicco che di campioni sfusi (“Discrimination between durum and common wheat kernels using near infrared hyperspectral imaging”, Philippe Vermeulen et al., Journal of Cereal Science 84:7482). Questo studio si è basato sull’analisi di 77 campioni di DW e 180 di CW. Sono state acquisite immagini NIR su un totale di 4.112 chicchi nel caso dell’analisi a livello di singoli chicchi e di un totale di circa 51,4 kg di prodotto sfuso. Per discriminare fra DW da CW sono stati studiati quattro approcci basati su criteri morfologici, profilo spettrale NIR, contenuto proteico e rapporto tra chicchi vetrosi e non vetrosi. L’analisi di-
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analisi scriminante dei minimi quadrati parziali è stata utilizzata come metodo di classificazione per la costruzione di modelli di discriminazione. I risultati hanno mostrato che, associando l’approccio morfologico e l’analisi NIR spettrale, è possibile rilevare le frodi durante la classificazione dei campioni con un’accuratezza del 99%.
Determinazione dell’acrilamide negli alimenti Due ricercatori iraniani hanno pubblicato un lavoro sulla messa a punto di un metodo di microestrazione a goccia singola seguito da gascromatografia e analisi con rilevatore a cattura di elettroni per la determinazione dell’acrilamide in campioni alimentari, nella fattispecie pane, patatine e biscotti (“Singledrop microextraction combined with gas chromatography-electron capture detection for the determination of acrylamide in food samples”, Mohammad Saraji et al., Food Chemistry 274:55-60). Questa sostanza è stata estratta con acqua e derivatizzata con acido bromidrico in presenza di perossidisolfato di ammonio. La derivatizzazione è stata effettuata a 45°C in 15 minuti, usando 46 µL di acido bromidrico e 98 mg di perossidisolfato di ammonio. Un volume di 3,0 mL dell’analita derivatizzato è stato estratto usando una goccia di 1,0 µL n-ottanolo, fatto pendere dalla punta dell’ago di una microsiringa per gascromatografia GC, per poi essere iniettato nel gascromatografo. È stata studiata l’influenza dei parametri sperimentali che agiscono sulla resa della reazione di derivatizzazione e sulle prestazioni di estrazione. Il limite di rilevazione e quantificazione, deviazione standard relativa e linearità del metodo sono stati 0,60 µg/L, 2,0 µg/L, <6,0% e 2,0-100,0 µg/L, rispettivamente.
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Rilevazione di microorganismi in alimenti e sulle superfici
Piastra Compact Dry pronta all’uso (R-Biopharm).
R-Biopharm offre due serie complete di piastre pronte all’uso per diversi parametri microbiologici di indagine: Bacillus cereus, conta totale, coliformi, E. coli e coliformi, lieviti e muffe, Enterobacteriaceae, enterococchi, Listeria spp, Salmonella, Pseudomonas spp. e Vibrio parahemoliticus. Le Compact Dry sono piastre a secco pronte all’uso per l’analisi di materie prime e prodotti finiti come alimenti, bevande e carne che aiutano a ridurre il tempo necessario per eseguire i test microbiologici, consentendo la massima produttività e aumentando l’efficienza. Inoltre, in combinazione con un sistema di campionamento a tampone umido come Promedia ST-25, queste piastre possono essere utilizzate anche per il monitoraggio delle superfici, specialmente in aree difficili da raggiungere. Il metodo del test produce risultati facili da leggere. È sufficiente porre 1 mL di campione (cibo liquido o cibo solido omogeneo/diluito) sulla piastra e attendere che il liquido si distribuisca da solo sulla sua superficie, quindi incubarla alla temperatura specificata e at-
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pulizia e macinazione di cereali Tecnica Molitoria - vol. LXX biologici ed antichi
analisi tendere lo sviluppo delle colonie, che assumono pigmentazioni diverse, sviluppate da substrati cromogeni e indicatori redox. Il tipo di batteri è identificato dal loro colore. Le singole colonie possono essere facilmente selezionate e prelevate dalla superficie della piastra per ulteriori indagini. Rida Stamp è invece la soluzione compatta, maneggevole e di lunga durata proposta da R-Biopharm per il monitoraggio microbiologico dell’igiene delle superfici delle linee di produzione e degli alimenti solidi. È possibile utilizzare queste speciali capsule Petri riempite di agar specifico come piastra a contatto su tutte le superfici nell’ambiente di produzione e sugli alimenti solidi. È sufficiente aprire la piastra, premere sulla superficie, chiudere il coperchio, incubare e contare il numero di colonie sviluppatesi. Le piastre, inoltre, sono ideali da impilare nell’incubatore grazie al design speciale e alle dimensioni ridotte. Allo stesso modo, lo stoccaggio in frigorifero richiede uno spazio limitato, mentre la lunga durata di conservazione rappresenta un vantaggio importante rispetto ad altri sistemi a base di agar. La gamma Rida Stamp contiene 11 diversi prodotti per diversi microrganismi.
Rida Stamp (R-Biopharm).
MACINA IN PIETRA NATURALE
MPN
i vantaggi della macinazione in pietra naturale in una macchina moderna Facile da registrare; Struttura in legno di rovere; Bassa velocità di macinazione per riscaldare vol. LXX - Tecnica Molitoria meno la farina e preservarne la qualità.
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l’intervista
Un italiano in Borsa Dallo scorso ottobre, a Rouen, Francia, Claudio Bongiovanni è stato eletto vicepresidente di questa Borsa, conosciuta anche come ECE – European Commodities Exchange. Si tratta di un’associazione che unisce le Borse Merci del settore cerealicolo di vari Paesi europei e che nasce con l’obiettivo di creare una concreta collaborazione tra gli operatori del settore per migliorarne i rapporti e facilitare gli scambi commerciali. Il consorzio, con sede presso la Borsa di Strasburgo, è stato inaugurato nel 1961 su iniziativa delle borse di Mannheim e la stessa Strasburgo. La Borsa del Commercio Europea si è ampliata nel corso degli anni e riunisce ora i presidenti di 38 Borse Merci, situate in 12 nazioni. La sua principale missione è l’organizzazione annuale del più importante evento mondiale di incontro e di business per gli operatori che svolgono attività di trading, brokeraggio, stoccaggio e logistica del settore delle commodities agricole. In quasi 60 anni di storia di ECE, Bongiovanni, piemontese, fondatore di Molini Bongiovanni di Cambiano, To, e già presidente della Borsa Merci di Torino, è il secondo italiano a cui è affidata la presidenza, che entrerà in vigore nel 2020, dopo due anni di vicepresidenza.
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l’intervista Cos’è la Borsa Europea del Commercio? È un consorzio di 38 borse europee che si trovano in Europa: ce ne sono tre italiane, mentre le altre vanno dall’Inghilterra fino alla Turchia e alla Polonia, con una grande concentrazione di realtà francesi, tedesche e dei Paesi del nord. I membri della Borsa Europea del Commercio si trovano due volte all’anno, in primavera e autunno, per organizzare la borsa vera e propria: una fiera delle commodities, il più importante evento mondiale per questo tipo di prodotti. Gli incontri sono anche un buon momento per affrontare argomenti comuni che possono essere discussi, parlando di problematiche legate agli scambi di prodotti agricoli tra i vari Paesi. Quale differenza c’è tra la Borsa Europea del Commercio e le Borse italiane? Una differenza sostanziale. La Borsa Europea del Commercio è un evento annuale che si svolge in luoghi sempre diversi, è molto grande e vanta un’ampia partecipazione. Le Borse Italiane sono locali, avvengono con frequenza settimanale e vi partecipano aziende più piccole. Alla Borsa Europea non si pubblica un listino, si tratta di un incontro tra soggetti e aziende con interessi in comune, che si trovano per conoscersi e, occasionalmente, per fare scambi. Nelle Borse Italiane settimanali ci si incontra, si fanno scambi e si pubblica un listino che ogni settimana viene ripreso sul Sole 24 Ore. Le Borse Italiane: quali e quante sono? Cosa differenzia quella di Torino dalle altre? Le borse sono dei mercati. La differenza tra un mercato qualunque e la borsa è che qui vengono tracciati gli affari e poi pubblicati dei listini a disposizione degli operatori. Milano, Bologna, Verona e Torino sono le più importanti, poi ci sono Roma, Foggia per il grano duro e Napoli per le merci di importazione. Torino e
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Verona sono più locali, mentre Bologna e Milano sono le più grandi. Cosa significa essere eletto vice presidente e quali sono le prospettive del suo impegno in vista della prossima presidenza? Lo statuto prevede che non si elegga mai il presidente, ma il suo vicepresidente per il biennio a venire. Il vicepresidente affianca quindi il presidente e poi automaticamente lo sostituisce: a me toccherà la carica presidenziale dal 2020 al 2022. Le prospettive sono quelle di un quadriennio impegnativo, perché mi piace fare le cose bene e quando mi rendo disponibile a una iniziativa mi impegno al massimo delle mie possibilità per ottenere i migliori risultati. Lavoreremo per rispettare il programma presentato ai membri della Borsa e poi votato: una serie di attività tra cui la messa a punto di un format ripetibile in cui gli espositori si possano trovare a muoversi con facilità anche cambiando città e luogo, poiché la Borsa Europea si svolge ogni anno in una città diversa. Un altro obiettivo che mi sono prefissato è quello di provare a creare un contratto unico europeo per lo scambio delle merci: ora si lavora con i contratti di Vienna, Parigi o Londra, che possiedono tutti caratteristiche diverse. Cosa manca alla Borsa Europea del Commercio oggi? Tutti i presidenti che si alternano sono persone che hanno occupazioni diverse e che non sono specializzate nell’organizzazione di eventi come questo. Alla Borsa Europea aderiscono un centinaio di espositori e oltre 3000 partecipanti paganti: è un evento importante a livello mondiale. Si tratta di una grossa responsabilità, tanto più per chi non lo fa di mestiere: per questo mi piacerebbe creare un vademecum comune con delle regole a cui attenersi al fine di organizzare l’evento al meglio. Su questo aspetto occorre infatti perfezionarsi in modo da facilitare il lavoro di chi organizzerà le prossime edizioni.
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l’intervista Com’è cambiata negli anni e quali sono gli obiettivi per il futuro? Negli anni è cambiata molto perché sono variati tanti aspetti del nostro settore. La facilità di comunicazione dell’ultimo decennio è una di queste, e forse la più importante: le merci agricole si scambiano da sempre, ma si è modificato tutto con l’avvento dei cellulari e di internet, che hanno sconvolto la presenza delle borse minori segnando un forte calo dei partecipanti. Quando ho iniziato io negli Anni ’80-’90 in via Andrea Doria, nella sede storica della Borsa torinese, nel salone non riuscivano a entrare tutti gli operatori. Negli anni le informazioni sono diventate di più semplice reperimento per tutti e il loro facile accesso non necessita della presenza operativa sul mercato. La conseguenza è stata che sono diminuite le borse locali, mentre si sono rafforzate quelle internazionali perché vedersi di persona, conoscendosi e incontrandosi una volta all’anno, è un valore che ha accresciuto la sua importanza e che è andato in sostituzione all’incontro con i locali. Che ruolo ha l’Italia tra i buyer di cereali nel mondo? L’Italia è il secondo compratore mondiale, dopo la Cina, di tutti i cereali messi insieme. Ed è seconda dopo l’Egitto per quanto riguarda l’acquisto di grano tenero e duro. La nostra importanza sui mercati è dunque fondamentale, siamo dei compratori e, insieme a Spagna e Grecia, siamo gli unici paesi europei deficitari e regolarmente importatori, come tutta l’Africa: tutto il resto del mondo è esportatore. Nel 2018 è stato raggiunto il 54% del fabbisogno di merci importate rispetto a quelle consumate: i consumi sono sempre in aumento e la produzione italiana è al palo perché, per una serie di motivi, l’agricoltura ha difficoltà a soddisfare il mercato interno e l’importazione ci salva, quasi come una medicina obbligatoria per tutti noi. Nel 2018 l’Italia ha importato circa 18 milioni di tonnellate di merci (tra cui mais, soia,
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orzo, grano duro) di cui più di 5 milioni solo di grano tenero, quasi 2 milioni di grano duro e 5 milioni e mezzo di mais; su 2 miliardi complessivi di merci che vengono prodotte al mondo, l’Italia ne importa 18 milioni. Come si è sviluppato negli anni il sistema molitorio italiano? È cambiato meno che in altri Paesi, ma è cambiato. Circa quarant’anni fa, quando ho iniziato, i mulini erano 1000, mentre oggi sono all’incirca 250. Ci sono meno aziende, ma con una grande capacità di macinazione: in passato era diverso e molto più complicato perché si doveva passare attraverso l’autorizzazione delle camere di commercio: con la sola autorizzazione sanitaria oggi invece si può realizzare un impianto. La concentrazione di molini è dunque aumentata e, allo stesso modo, è cresciuta la capacità produttiva di alcune realtà. Nonostante ciò la capacità produttiva complessiva nazionale è in eccedenza rispetto alla capacità di assorbimento del mercato delle farine: il che porta alla concorrenza, creando competizione e prezzi bassi. Durante gli incontri della ECE si affrontano anche argomenti come l’influenza delle variazioni climatiche sulle coltivazioni o il miglioramento genetico dei cereali? Non è nel dna della Borsa Europea del Commercio il fare cultura, bensì lo sono l’incontro e lo scambio di affari. In realtà sto cercando di apportare a livello internazionale ciò che ho fatto a Torino nel 2016, quando ho organizzato la borsa in città: cercare di avvicinare un po’ il mondo della cultura al mondo del business. Per questo motivo sono stato insignito socio dell’Accademia dell’Agricoltura: proprio a Torino abbiamo creato dei forum e un Agorà all’interno della borsa del Lingotto dove abbiamo tentato di far avvicinare i vari espositori e i partecipanti ad argomenti di interesse comune come la genetica o il cambiamento climatico, nell’ottica di informare per prevenire. Sarah Scaparone
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11 - Alla ricerca della funzionalità: un nuovo anello nella scala evolutiva 12 - L’evoluzione del controllo igienico e microbiologico nell’industria alimentare 13 - Evoluzione nella presenza e nel controllo degli infestanti 14 - L’evoluzione della sanificazione: dalle prime esperienze alle soluzioni attuali 15 - Dai test organolettici al marketing sensoriale 16 - Il consumatore: dal prodotto al messaggio verso la genomica della mente 17 - L’eco-innovazione nell’industria alimentare 18 - Evoluzione europea del rischio alimentare 19 - L’evoluzione del diritto alimentare: l’informazione del consumatore 20 - Prospettive di ricerca e sviluppo per l’industria alimentare italiana
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notizie
Un buon anno per le macchine del packaging Il 2018 porta i costruttori italiani a sfiorare i 7,7 miliardi di euro, con un + 6,8% del fatturato di settore, confermando lo slancio del comparto Il fine anno è sempre tempo di bilancio e per il 2018 si può guardare con fiducia al futuro. A entusiasmare gli animi sono infatti i dati pre-consuntivi del Centro Studi di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) che registrano un fatturato di settore in crescita di altri 6,8 punti percentuali, sfiorando i 7,7 miliardi di euro. Un obiettivo importante a cui hanno contribuito sia il mercato italiano che quelli internazionali, con le vendite oltre confine che hanno superato in valore i 6 miliardi di euro, un buon +6,6% sull’anno precedente. Secondo gli ultimi dati disaggregati disponibili e relativi ai primi otto mesi dell’anno, a trainare le vendite è il Nord America che cresce del +27,2% con gli Stati Uniti che si confermano il primo mercato di 106 ˙ febbraio 2019
sbocco delle tecnologie made in Italy con crescita record (+35,4%). Seguono l’Africa e Australia (+15,3%), l’Unione Europea (+9,6%) e il Sud America (+2,5%). In sofferenza invece le esportazioni nei Paesi dell’Europa Extra-Ue (-5,8%) e in Asia (-2,4%). Osservando il posizionamento per singolo Paese, dopo gli USA, spiccano la Francia, con un incremento del +3,1%, e la Germania (+1,5%). Bene anche il mercato interno, con ricavi per 1,6 miliardi di euro (+7,5%). Nell’interpretare i dati, il Presidente di Ucima, Enrico Aureli ha confermato che “È certamente in parte merito del piano Industry 4.0 che ha favorito l’adozione delle più innovative tecnologie proposte dalle nostre aziende da parte della clientela italiana ma anche della ripresa del mercato. Destano però preoccupaTecnica Molitoria - vol. LXX
notizie zione le politiche economiche e sociali del Governo che ad oggi pongono scarsa attenzione verso il mondo produttivo e che rischiano di marginalizzare l’Italia sullo scacchiere europeo. Per quanto riguarda
il 2019 prevediamo un lieve rallentamento della crescita: Secondo i dati elaborati dal nostro Centro Studi gli ordinativi dovrebbero crescere ad un ritmo compreso tra l’1 e l’1,5%”.
Molino Rossetto lancia le farine in brik
Molino Rossetto da Pontelongo, Pd, presenta la linea CR Top Farine proposta in brik da 750 g con chiusura a tappo. Un’idea pratica e sostenibile: il brik consente infatti di utilizzare la farina in modo efficiente e pulito, è resistente e facile da stivare. Non solo: si richiude facilmente e, una volta terminato il contenuto, la confezione può essere riutilizzata come contenitore, trovare nuova vita o essere riciclata separando il tappo in plastica dal resto della confezione, realizzata con carta FSC proveniente da foreste gestite in maniera responsabile e completamente riciclabile, assieme al film delle “finestre” trasparenti. Il packaging è infatti dotato di un oblò sul fronte che mostra il contenuto e di un indicatore del quantitativo rimanente sul retro, con diversi livelli di grammatura, per intuire a colpo d’occhio la scorta a disposizione. È inoltre ricco di informazioni sulla storia dell’azienda, giunta alla settima generazione, grazie ad una timeline che ne ripercorre le tappe fondamentali, ma anche sul prodotto, con valori nutrizionali e ricette. La novità
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è attualmente proposta nelle referenze farina di grano tenero “00”, farina di grano tenero “00” 100% grano italiano, farina integrale 100% grano italiano e farina di grano tenero “0” Manitoba. “Questa scelta – dichiara Chiara Rossetto, amministratore delegato, insieme al fratello Paolo – si inserisce nel nostro approccio orientato ad un maggiore rispetto dell’ambiente e della natura, sempre più apprezzato anche dai consumatori”. Da tempo infatti l’azienda è impegnata su questo fronte. Ne sono un esempio
Le tre farine in brik Molino Rossetto.
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il ricorso alle energie rinnovabili per soddisfare il fabbisogno energetico, l’impegno di utilizzare per tutti i packaging carta FSC e PEFC l’obiettivo di utilizzare per tutti gli imballaggi secondari carta riciclata e l’invito ai fornitori di produrre una puntuale autovalutazione delle proprie performance. Intanto l’azienda ha chiuso il 2018 con un fatturato di 18 milioni di euro, in linea con i risultati 2017, per 27 milioni di pezzi venduti circa. Tra i prodotti più
performanti, primo posto per il lievito madre essiccato da 100 g, con quasi 9 milioni di pezzi venduti, seguito dalla farina di grano tenero “00” da 1 kg, dalla farina d’avena da 400 g e dalla farina di grano tenero “0” da 1 kg. E nella top ten si inserisce anche la farina “00” 100% grano italiano, ottenuta dalla selezione di grani teneri selezionati di qualità superiore, a conferma dell’interesse del consumatore finale verso l’origine e la tracciabilità delle referenze.
Ferrari nuovo vicepresidente di Federalimentare “È una nomina che riempie di orgoglio e soddisfazione me e tutti i nostri associati – sono queste le prime parole di Marcello Veronesi, presidente Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici). Silvio Ferrari mi ha preceduto nel ruolo di presidente Assalzoo, svolgendo un lavoro di grande qualità e rilevanza, soprattutto nella definizione degli standard di produzione dei mangimi all’interno di una visione complessiva della sicurezza alimentare dell’intera filiera agroalimentare. Con questa nomina, dunque, si conferma l’efficacia del nostro lavoro e del nostro impegno per lo sviluppo non solo del settore mangimistico, ma di quello zootecnico e delle produzioni alimentari che ne derivano”.
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“Nell’augurare un proficuo lavoro per il prossimo quadriennio a Ferrari e al nuovo presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, confermo – conclude Veronesi – una visione di fondo che contraddistingue Assalzoo sin dalla sua fondazione: l’importanza sinergica della collaborazione fra tutti gli attori della filiera agro-alimentare per affrontare al meglio le sfide della modernità. Collaborazione che sarà ancor più importante negli anni a venire”. Il cambio ai vertici di Federalimentare ha portato Ferrari, già presidente e amministratore delegato di Cargill animal nutrition, alla vicepresidenza della Federazione di categoria di Confindustria, che sarà guidata per i prossimi 4 anni da Vacondio. Tecnica Molitoria - vol. LXX
notizie
Gestione delle etichette basata su cloud pubblico NiceLabel, leader mondiale nello sviluppo di software per la progettazione e soluzioni di gestione delle etichette, presenta il primo sistema di gestione delle etichette su cloud pubblico al mondo, sviluppato per consentire alle aziende la trasformazione digitale del processo di etichettatura in fabbrica e nel magazzino. Label Cloud è una soluzione softwareas-a-service (SaaS) basata sul Sistema di Gestione delle Etichette di NiceLabel. Consente agli utenti di gestire centralmente la progettazione delle etichette, i dati di prodotto e il controllo qualità permettendo anche alle filiali, ai fornitori e ai partner di accedere a tali informazioni nel cloud e di stampare le proprie etichette localmente. La soluzione cloud offre vantaggi per gli utenti, tra cui riduzioni dei costi in quanto non è necessario investire in infrastrutture IT, facilità d’uso, il che significa che l’IT non è più necessario per la progettazione e la distribuzione delle etichette, e una maggiore agilità e un time-to-market più rapido. L’aspetto più importante è la digitalizzazione del controllo qualità, che elimina i processi manuali, riduce la richiesta e i costi di manodopera e limita al minimo i rischi e gli errori. La soluzione è ideale per l’uso nell’etichettatura di produzione, etichette per allergeni e informazioni nutrizionali, re-
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Assofertilizzanti a Bari per il 30° forum di medicina vegetale Organizzato da ARPTRA (Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura), lo scorso dicembre si è tenuta a Bari la 30a edizione del Forum di Medicina Vegetale, evento annuale rivolto agli operatori del mondo agricolo e centrato sulle tematiche connesse alla
Lorenzo Gallo, presidente del gruppo Fertilizzanti Specialistici di Federchimica Assofertilizzanti.
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protezione delle piante e alla gestione tecnica delle colture. “La sfida del futuro nella protezione delle piante”, questo il titolo dell’edizione 2018, aveva per focus gli scenari e gli equilibri di un comparto sempre più attento alla sicurezza alimentare e all’implementazione di modelli di produzione sostenibili. Tre le sessioni presenti, con l’apertura dedicata alla tavola rotonda “L’impegno e la consapevolezza dei tecnici per la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile”. È proprio dai microfoni di questa tavola che è intervenuto Lorenzo Gallo, presidente del gruppo Fertilizzanti Specialistici di Federchimica Assofertilizzanti, focalizzandosi sulla necessità di dipanare definitivamente il nodo relativo ai biostimolanti. Infatti, nonostante la norma già in vigore li annoveri tra i fertilizzanti, essi vengono erroneamente da molti considerati prodotti dual use, in grado di svolgere contemporaneamente funzioni di difesa e di nutrizione. I fertilizzanti sono indispensabili per aumentare la fertilità del terreno e rappresentano per le piante quello che gli alimenti rappresentano per l’uomo: un nutrimento. Le stime parlano chiaro: senza il loro utilizzo possono verificarsi nei raccolti agricoli perdite pari anche al 75%.
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Aggiornamenti legislativi per la filiera agroalimentare e mangimistica La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 310 del 06/12/2018 riporta il “Regolamento (Ue) 2018/1903 della Commissione del 5 dicembre 2018 che rettifica gli allegati IV, VI e VII del regolamento (CE) n. 767/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’immissione sul mercato e sull’uso dei mangimi e gli allegati II, IV, V e VI di detto regolamento di alcune versioni linguistiche”. La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 314 dell’11/12/2018 riporta il “Regolamento di esecuzione (Ue) 2018/1936 della Commissione del 10 dicembre 2018 che modifica il regolamento di esecuzione (Ue) n. 371/2011 per quanto riguarda il limite massimo di dimetilaminoetanolo (DMAE)”. Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 316 del 13/12/2018 sono ri 112 ˙ febbraio 2019
portati i seguenti comunicati sugli additivi per mangimi: - “Rettifica del regolamento (CE) n. 2037/2005 della Commissione, del 14 dicembre 2005, che modifica le condizioni di autorizzazione di un additivo per mangimi appartenente al gruppo dei coccidiostatici”. - “Rettifica del regolamento (CE) n. 1096/2008 della Commissione, del 6 novembre 2008, che modifica il regolamento (CE) n. 1356/2004 per quanto riguarda le condizioni per l’autorizzazione dell’additivo per mangimi «Elancoban», appartenente al gruppo dei coccidiostatici e altre sostanze medicamentose”. - “Rettifica del regolamento (CE) n. 902/2009 della Commissione, del 28 settembre 2009, relativo all’autorizzazione di un preparato enzimatico
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leggi di endo-1,4-beta-xilanasi prodotto dal Trichoderma reesei (CBS 114044) come additivo per mangimi destinati a suinetti svezzati, polli da ingrasso, galline ovaiole, tacchini da ingrasso e tacchini allevati per la riproduzione (titolare dell’autorizzazione Roal Oy)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) n. 885/2011 n. 885/2011 della Commissione, del 5 settembre 2011, relativo all’autorizzazione del Bacillus subtilis (ATCC PTA-6737) come additivo per mangimi destinati a galline ovaiole, anatre da ingrasso, quaglie, fagiani, pernici, faraone, piccioni, oche da ingrasso e struzzi (titolare dell’autorizzazione Kemin Europa N.V.)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) n. 849/2012 della Commissione, del 19 settembre 2012, relativo all’autorizzazione di un preparato di acido citrico, acido sorbico, timolo e vanillina come additivo nei mangimi per polli da ingrasso, galline ovaiole, tutte le specie avicole minori da ingrasso e ovaiole e per suidi svezzati diversi da Sus scrofa domesticus (titolare dell’autorizzazione Vetagro SpA)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) n. 1365/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013, relativo all’autorizzazione di un preparato di alfa-galattosidasi prodotta da Saccharomyces cerevisiae (CBS 615.94) e di endo-1,4-beta-glucanasi prodotta da Aspergillus niger (CBS 120604) come additivo per mangimi
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destinati alle specie avicole minori da ingrasso e alle galline ovaiole (titolare dell’autorizzazione Kerry Ingredients and Flavours)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) 2015/518 della Commissione, del 26 marzo 2015, relativo all’autorizzazione del preparato di Enterococcus faecium NCIMB 10415 come additivo per mangimi destinati a galline ovaiole, specie avicole minori da ingrasso e specie avicole minori destinate alla produzione di uova e che modifica il regolamento di esecuzione (CE) n. 361/2011 per quanto concerne la compatibilità con i coccidiostatici (titolare dell’autorizzazione DSM Nutritional Products Ltd rappresentato da DSM Nutritional Products Sp. z o.o)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) 2015/661 della Commissione, del 28 aprile 2015, relativo all’autorizzazione del preparato di endo-1,4-beta-xilanasi ed endo1,3(4)-beta-glucanasi prodotte da Talaromyces versatilis sp. nov. IMI CC 378536 e da Talaromyces versatilis sp. nov. DSM 26702 come additivo per mangimi per polli da ingrasso, galline ovaiole e specie avicole minori da ingrasso e ovaiole (titolare dell’autorizzazione Adisseo France S.A.S.)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) 2015/1426 della Commissione, del 25 agosto 2015, relativo all’autorizzazione del preparato di acido benzoico, timolo, eugenolo e piperina come additivo per mangimi
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destinati a polli da ingrasso, galline ovaiole e specie avicole minori da ingrasso e ovaiole (titolare dell’autorizzazione DSM Nutritional Product)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) 2015/1105 della Commissione, dell’8 luglio 2015, relativo all’autorizzazione di un preparato di Bifidobacterium animalis ssp. animalis DSM 16284, Lactobacillus salivarius ssp. salivarius DSM 16351 ed Enterococcus faecium DSM 21913 come additivo per mangimi destinati a galline ovaiole e specie avicole minori non destinate alla produzione di uova, e relativo all’autorizzazione di tale additivo per mangimi da impiegare nell’acqua da abbeveramento per polli da ingrasso e che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 544/2013 per quanto riguarda il tenore massimo di tale additivo nell’alimento per animali completo e la sua compatibilità con i coccidiostatici (titolare dell’autorizzazione Biomin GmbH)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) 2016/329 della Commissione, dell’8 marzo 2016, concernente l’autorizzazione della 6-fitasi come additivo per mangimi destinati a tutte le specie aviarie e a suinetti svezzati, suini da ingrasso, scrofe e specie suine minori (titolare dell’autorizzazione Lohmann Animal Nutrition GmbH)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) 2017/420 della Commissione, del 9 marzo 2017, relativo all’autorizzazione di un preparato
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di olio di timo, olio sintetico di anice stellato e polvere di corteccia di quillaia come additivo per mangimi destinati a polli da ingrasso, galline ovaiole e specie avicole minori da ingrasso e ovaiole (titolare dell’autorizzazione Delacon Biotechnik GmbH)”. - “Rettifica del regolamento di esecuzione (Ue) 2017/440 della Commissione, del 13 marzo 2017, relativo all’autorizzazione del preparato di Bacillus amyloliquefaciens (PTA6507), Bacillus amyloliquefaciens (NRRL B-50013) e Bacillus amyloliquefaciens (NRRL B-50104) come additivo per mangimi destinati a polli da ingrasso, galline ovaiole e specie avicole minori da ingrasso e ovaiole (titolare dell’autorizzazione Danisco (UK) Ltd., operante con la denominazione Danisco Animal Nutrition)”. La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 317 del 14/12/2018 include il “Regolamento di esecuzione (Ue) 2018/1980 della Commissione del 13 dicembre 2018 che modifica il regolamento di esecuzione (Ue) 2017/2325 per quanto riguarda i termini dell’autorizzazione di preparati di lecitine liquide, lecitine idrolizzate e lecitine disoleate come additivi per mangimi destinati a tutte le specie animali”. Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 327 del 21/12/2018 contiene decisioni relative all’immissione in commercio di prodotti contenenti mais geneticamente modificato: - “Decisione di esecuzione (Ue) 2018/2045 della Commissione
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leggi del 19 dicembre 2018 che rinnova l’autorizzazione all’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da granoturco geneticamente modificato NK603 × MON 810 (MON-ØØ6Ø3-6 × MON- ØØ81Ø-6) a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio”. - “Decisione di esecuzione (Ue) 2018/2046 della Commissione del 19 dicembre 2018 che autorizza l’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati dal granoturco geneticamente modificato MON 87427 × MON 89034 × 1507 × MON 88017 × 59122 e dal granoturco geneticamente modificato che combina due, tre o quattro dei singoli eventi MON 87427, MON 89034, 1507, MON 88017 e 59122, e che abroga la decisione 2011/366/UE”. Nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 2 del 04/01/2019 sono riportati i seguenti regolamenti sugli additivi per mangimi: - “Regolamento di esecuzione (Ue) 2019/8 della Commissione del 3 gennaio 2019 relativo all’autorizzazione dell’analogo idrossilato di metionina e del suo sale di calcio come additivo per mangimi destinati a tutte le specie animali”. - “Regolamento di esecuzione (Ue) 2019/9 della Commissione del 3 gennaio 2019 relativo all’autorizzazione della betaina anidra come additivo per mangimi destinati agli animali da
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produzione alimentare, ad eccezione dei conigli”. - “Regolamento di esecuzione (Ue) 2019/10 della Commissione del 3 gennaio 2019 relativo all’autorizzazione di un preparato di una miscela naturale di illite-montmorillonite-caolinite come additivo per mangimi destinati a tutte le specie animali”. - “Regolamento di esecuzione (Ue) 2019/11 della Commissione del 3 gennaio 2019 relativo all’autorizzazione di un preparato di Enterococcus faecium NCIMB 10415 come additivo per mangimi destinati a scrofe, suinetti lattanti, suinetti svezzati e suini da ingrasso (titolare dell’autorizzazione DSM Nutritional products Ltd., rappresentata da DSM Nutritional Products Sp. z o.o.) e recante modifica dei regolamenti (CE) n. 252/2006, (CE) n. 943/2005 e (CE) n. 1200/2005”. - “Regolamento di esecuzione (Ue) 2019/12 della Commissione del 3 gennaio 2019 relativo all’autorizzazione dell’L-arginina come additivo per mangimi destinati a tutte le specie animali”. Infine, la Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 4 del 07/01/2019 include il “Regolamento (Ue) 2019/4 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018 relativo alla fabbricazione, all’immissione sul mercato e all’utilizzo di mangimi medicati, che modifica il regolamento (CE) n. 183/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 90/167/CEE del Consiglio”.
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agenda
Conto alla rovescia per IDMA 2019 Dal 20 al 23 marzo tornerà ad Istanbul l’8ª edizione di IDMA, il salone dedicato agli operatori dei settori di farina, mangimi, riso, legumi, pasta e biscotti, al quale è prevista la partecipazione di 40 comitati d’appalto nazionali, in particolare da Africa e Sud America, e migliaia di visitatori provenienti da 86 nazioni. L’organizzatore, la Parantez International Fair, ha operato in collaborazione con 58 associazioni e organizzazioni non governative di tutto il mondo per promuovere la fiera e la partecipazione di gruppi provenienti da 27 Paesi. Accanto alla parte espositiva, che proporrà macchinari e tecnologie per i set-
tori sopraccitati, si terrà la 3a edizione della sezione dedicata alla formazione molitoria, in collaborazione con Tabader, Associazione turca di settore. L’evento si svolgerà in due padiglioni dedicati rispettivamente all’industria delle farine e dei mangimi, con la traduzione simultanea in inglese e turco. Fra gli argomenti comuni ai due ambiti figurano: gestione dell’energia, innovazione, ricerca e sviluppo, produzione e distribuzione, controllo di qualità e analisi del rischio, mentre quelli specifici di ciascun settore riguardano tecniche speciali di stoccaggio per farine e mangimi, nuove tendenze globali, diagrammi, additivi e vitamine, controllo qualità, automazione, macchinari e manutenzione meccanica, preparazione delle razioni, purificazione preliminare e linee di macinazione. Gli oratori responsabili della formazione teorica saranno esperti provenienti dal mondo accademico e industriale di settore, affiancati da demo di prodotti e tecnologie organizzate nel quartiere fieristico. www.idma.com.tr/en
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agenda
Zoomark International 2019, nuovi giorni per facilitare le visite internazionali Zoomark International 2019 aprirà dal 6 al 9 maggio a Bologna, permettendo così agli operatori professionali italiani e internazionali di organizzare la loro visita nei giorni di loro maggiore gradimento e garantendo anche una migliore distribuzione dell’afflusso. La decisione di spostare le date nei giorni infrasettimanali è il risultato di una ricerca effettuata tra i professionisti che visitano la fiera e gli espositori: l’obiettivo è superare le 27.000 presenze di visitatori del 2017, di cui un terzo provenienti dall’estero. È questa una delle novità più rilevanti della 18a edizione, che si svilupperà con un nuovo layout fra i padiglioni 25 e 26 e i nuovi 28, 29 e 30, aumentando la superficie espositiva di circa il 10%. “Il nostro obiettivo è quello di innalzare ulteriormente la fruizione – afferma Marco Momoli, direttore commerciale di BolognaFiere –. Abbiamo spostato le date per rispondere alle esigenze dei grandi buyer internazionali che prediligono viaggiare durante la settimana. Inoltre, lunedì è un tradizionale giorno di riposo per i negozi che, in alcune zone d’Italia, chiudono anche nei pomeriggi di mercoledì o giovedì. Pensiamo anche di mettere a disposizione di buyer e visitatori pacchetti che comprendano, oltre alle prenotazioni
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alberghiere, un programma di visite turistiche. Siamo consapevoli di offrire il meglio degli espositori internazionali di questo settore ma, anche, di offrirlo in una città ricca di attrattive culturali, di
cibo ottimo, di occasioni di intrattenimento di qualità”. Zoomark International inaugurerà dopo un anno intero di promozione all’estero: Mosca e Canton sono state le location dove Zoomark ha accompagnato le imprese italiane e internazionali desiderose di approcciare e/o ampliare i mercatichiave russo e cinese, fino a estendersi a tutto l’Oriente. www.zoomark.it
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A Colonia riapre Victam International 2019 Victam International, il più grande evento europeo per mangimi e cereali, tornerà dal 12 al 14 giugno 2019 presso la KölnMesse di Colonia (Germania), dove mostrerà le ultime tecnologie per la produzione di mangimi per animali domestici e acquatici. Oltre alla vasta gamma di attrezzature ausiliare necessarie (sili, nastri trasportatori, elevatori, ecc.) il salone presenterà anche i più recenti strumenti per la macinazione di grano, riso e farina e la produzione di pellet da biomassa. Al Victam International 2019 ritorneranno il matchmaking aziendale. Il pro-
gramma online di matchmaking consentirà di organizzare riunioni di lavoro tra espositori e visitatori prima e durante l’evento. In combinazione con lo strumento on-line, verrà offerto un servizio in loco che consentirà di incontrarsi in una delle sale riunioni dedicate. Inoltre, i consulenti specializzati di matchmaking contatteranno personalmente espositori e visitatori prima dell’evento al fine di discutere su come utilizzare al meglio questo programma e sul tipo di aziende e persone che si vuole incontrare. www.victaminternational.com
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agenda
calendario
Siccome potrebbero avvenire cambiamenti dopo la stampa di questo calendario, raccomandiamo ai lettori di effettuare una verifica prima di organizzare la visita. Il verde indica le manifestazioni alle quali potrete trovare le riviste Chiriotti Editori in distribuzione. * indica una manifestazione non ancora segnalata o che ha subito variazioni.
9-12 marzo 2019 - New Orleans (USA): GEAPS Exchange, mostra-convegno per la filiera cerealicola - www.geaps.com/exchange-expo 11-13 marzo 2019 - Bangkok (Tailandia): 6th Global Feed & Food Congress 2019, convegno sui mangimi e alimenti - www.gffc2019.com 12-14 marzo 2019 - San Paolo (Brasile): Anufood Brazil, salone int. dei prodotti alimentari www.anufoodbrazil.com.br 18-20 marzo 2019 - Londra (Gran Bretagna): Pro2Pac, salone int. del processo e confezionamento - www.pro2pac.co.uk 20-23 marzo 2019 - Istanbul (Turchia): IDMA, salone int. dell’industria dei cereali - www.idma. com.tr/en 26-28 marzo 2019 - Chicago (USA): ProFood Tech, salone dell’industria alimentare e delle bevande - www.profoodtech.com 26-29 marzo 2019 - Melbourne (Australia): Auspack, salone int. delle tecnologie per alimenti e bevande - www.auspack.com.au 1-3 aprile 2019 - Amsterdam (Paesi Bassi): Food Allergy Forum, conf. int. sulle allergie alimentari - www.foodallergyforum.org 9-11 aprile 2019 - Norimberga (Germania): Powtech, salone int. sulle tecnologie per la lavorazione di polveri e prodotti granulari - www. powtech.de/en
- www.iaom.info/event/123rd-annual-conferenceexpo 18 aprile 2019 - Milano: SAVE, mostra-convegno su automazione, strumentazione, sensori - www. exposave.com/milano 24-25 aprile 2019 - Vienna (Austria): 19th ICC Conference, forum sugli sviluppi nella scienza e tecnologia dei cereali - www.icc2019.icc.or.at/en 24-26 aprile 2019 - Nantes (Francia): Simposio europeo IAFP sulla sicurezza alimentare www.foodprotection.org/europeansymposium 6-9 maggio 2019 - Milano: TuttoFood, salone int. dedicato al food & beverage - www.tuttofood.it 6-9 maggio 2019 - Bologna: Zoomark, 18° salone int. dei prodotti e delle attrezzature per gli animali da compagnia - www.zoomark.it 7-9 maggio 2019 - Ginevra (Svizzera): Vitafoods, salone int. degli ingredienti e nutraceutici - www. vitafoods.eu.com 28-30 maggio 2019 - Parma: SPS IpcDrives Italia, mostra-convegno sulle tecnologie per l’automazione e il digitale per l’industria - www. spsitalia.it 28 maggio - 1° giugno 2019 - Bangkok (Tailandia): Thaifex, salone int. dell’alimentazione www.thaifexworldoffoodasia.com
10-11 aprile 2019 - Parma: Cibus Connect, salone int. del Made in Italy alimentare - www.cibus.it
10-13 giugno 2019 - Gdansk (Polonia): 22nd European Symposium on Poultry Nutrition, simp. europeo sulla nutrizione avicola - www.espn2019. com
15-19 aprile 2019 - Denver (USA): IOAM Conference & Expo, mostra-convegno annuale dell’Associazione internazionale dei mugnai Ioam
11-12 giugno 2019 - Londra (Gran Bretagna): IGC Grains Conference, conf. int. per il comparto cerealicolo - www.igc.int
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12-14 giugno 2019 - Colonia (Germania): Victam 2019, salone int. dei mangimi, petfood, acquacoltura e biomasse - www.victaminternational.com 17-20 giugno 2019 - Napoli: SLIM, convegno int. sulla shelf-life degli alimenti - www.slim2019.org 26-28 giugno 2019 - Leuven (Belgio): 5 GlutenFree, simposio internazionale sui prodotti a base di cereali e bevande senza glutine - www.gf19.icc.or.at th
27-28 giugno 2019 - Barcellona (Spagna): Snackex, salone int. per l’industria degli snack salati - www.snackex.com 8-11 settembre 2019 - Las Vegas (USA): IBIE, salone int. prodotti da forno - www.ibie2019.com *10-13 settembre 2019 - Rennes (Francia): Space, salone int. per l’allevamento animale www.space.fr 24-26 settembre 2019 - Norimberga (Germania): FachPack, salone europeo dell’imballaggio - www.fachpack.de 7-10 ottobre 2019 - Berlino (Germania): Aquaculture Europe, mostra-convegno su ricerche e innovazioni in acquacoltura - www.aquaeas.eu 14-16 ottobre 2019 - Belfast (Irlanda del Nord): WMF, The World Mycotoxin Forum, e IUPAC International Symposium on Mycotoxins, convegno sulle micotossine in alimenti e mangimi www.worldmycotoxinforum.org 17-18 ottobre 2019 - Vienna (Austria): 59th European Commodities Exchange, Borsa Merci Europea delle Commodity - www.ece-vienna2019. com
23-26 ottobre 2019 - Shanghai (Cina): E-Pack Tech, salone int. dedicato alle tecnologie e ai materiali di imballaggio per l’e-commerce www.ipackima.com/it/pages/e-packte0ch2019 29-31 ottobre 2019 - Dubai (Emirati Arabi): Gulfood Manufacturing, salone int. dell’industria alimentare - www.gulfoodmanufacturing.com *16-19 novembre 2019 - Rimini: Foodnova, salone int. dei nuovi alimenti - www.foodnova.eu 3-5 dicembre 2019 - Parigi (Francia): Fi Europe & Ni, salone int. degli ingredienti alimentari e naturali - www.figlobal.com/fieurope *9-11 dicembre 2019 - Cairo (Egitto): Pacprocess MEA, salone int. dell’imballaggio www.pacprocess-mea.com 11-14 gennaio 2020 - Parigi (Francia): Europain, salone dei prodotti da forno, pasticceria e cioccolato - www.europain.com 29 gennaio - 1 febbraio 2020 - Verona: Fieragricola, salone int. per la zootecnia e le fonti rinnovabili - www.fieragricola.it 7-9 aprile 2020 - Portland (USA): IOAM Conference & Expo, mostra-convegno annuale dell’Associazione internazionale dei mugnai Ioam - www. iaom.info/event/124th-annual-conference-expo 7-13 maggio 2020 - Düsseldorf (Germania): Interpack, salone int. dell’imballaggio - www. interpack.com 19-22 maggio 2020 - Norimberga (Germania): Interzoo, salone int. dei prodotti per animali da compagnia - www.interzoo.com
22-25 ottobre 2019 - Parma: Cibus Tec, salone int. dell’industria alimentare - www.cibustec.it
18-22 ottobre 2020 - Parigi (Francia): SIAL, salone int. dell’alimentazione - www.sialparis.com
23-24 ottobre 2019 - Verona: SAVE, mostraconvegno su automazione, strumentazione, sensori - www.exposave.com
23-26 marzo 2021 - Colonia (Germania): Anuga FoodTec, salone degli ingredienti e processi alimentari, sicurezza alimentare e confezionamento - www.anugafoodtec.com
23-26 ottobre 2019 - Cremona: Fiere Zootecniche, salone int. sulla zootecnia - www. fierezootecnichecr.it
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23-28 ottobre 2021 - Monaco (Germania): Iba, salone int. della panificazione - www.iba.de
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LA QUALITÀ PASSA ANCHE DAI CONTROLLI SUGLI ALIMENTI
SICUREZZA ALIMENTARE I controlli sugli alimenti di origine non animale
Carlo Donati, Carlo Brera, Francesca Galluccio Veronika Jezsó, Francesco Montanari 90 pag. Rilegato (2017) € 45.00 App per iPad € 17,99 ISBN: 978-88-96027-35-6
La sicurezza alimentare accompagna da sempre la storia dell’umanità, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. Basti pensare che fin dai tempi più antichi i nostri antenati si sono posti il problema della conservazione degli alimenti che riuscivano a procurarsi, inventando metodi che spesso sono arrivati fino ai nostri giorni. Analogamente, dai tempi più remoti, si è fatto strada il concetto di igiene, non solo personale, ma anche alimentare: di conseguenza, si è creato gradualmente un corpus di normative mirate a standardizzare i comportamenti, a ridurre i rischi potenziali degli alimenti, a stabilire controlli ufficiali ed eventuali sanzioni. È, infatti, noto che un’alimentazione contenente cibi contaminati può costituire un importante problema di salute pubblica, non solo con effetti acuti anche gravi, ma anche con effetti a lungo termine. Si pensi, da un lato, alle tossinfezioni alimentari oppure alle micotossicosi acute, e dall’altro alle patologie croniche derivanti dall’ingestione ripetuta di alimenti contenenti micotossine, pesticidi o diossine. Questo Manuale si rivolge agli operatori dediti al controllo degli alimenti di origine non animale e, in particolare, si prefigge alcuni obiettivi: 1) illustrare la normativa ed i vari livelli di controllo prescritti dall’Unione Europea; 2) fornire le basi biologiche e giuridiche della necessità di svolgere questi controlli; 3) definire le diverse modalità di controllo ufficiale, fornendo istruzioni pratiche sull’esecuzione di un campionamento in diverse circostanze e per diverse matrici alimentari. Lo scopo principale è quello di fornire un aiuto a chi intraprende l’attività pratica di ispezione, per avere un ragguaglio rapido sulla normativa e informazioni sulle modalità operative fondamentali.
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Sicurezza alimentare FOOD CONTROL AND BIOSECURITY Vol. 16 (Controllo e biosicurezza alimentare Vol. 16) a cura di: A.M. Holban e A.M. Grumezescu XXVI+589 pag. - illustrato b/n - edito da Academic Press Elsevier - www.elsevier.com - brossurato - 2018 - US$ 150 - ISBN 9780128114452 - lingua: inglese (disponibile anche in eBook US$ 150) Questo sedicesimo volume della collana dedicata al controllo e alla biosicurezza alimentare è l’ultima versione della serie di manuali di bioingegneria alimentare e rappresenta una risorsa per chiunque nel settore abbia bisogno di approfondire il tema della sicurezza e del controllo di qualità, al fine di prevenire o ridurre la diffusione di malattie di origine alimentare. Esso offre un quadro di conoscenze e definizioni per il controllo del rischio alimentare, la gestione di quello potenziale, gli approcci preventivi alla resistenza antimicrobica, epidemiologia e monitoraggio
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libri di ogni rischio potenziale associato a residui di pesticidi e farmaci veterinari, organismi geneticamente modificati, metalli pesanti, microrganismi patogeni, tossine naturali, parassiti, inquinanti organici persistenti, contaminanti fisici e adulteranti, prioni e zoonosi. Le informazioni contenute possono risultare utili ad esportatori e trasportatori, importatori e rivenditori, offrendo preziosi strumenti per misurare la qualità degli alimenti e allo stesso tempo illustrando standard e normative governative per la produzione, la lavorazione e il consumo alimentare, presentando, inoltre, metodi all’avanguardia per il rilevamento di composti pericolosi all’interno degli alimenti, compresi i prodotti chimici cancerogeni. Sono, inoltre, discussi altri argomenti correlati riguardanti la sicurezza e la difesa alimentare.
Imballaggio PACKAGING LOGISTICS – Understanding and managing the economic and environmental impacts of packaging in supply chains (Logistica del packaging – Comprendere e gestire l’impatto economico e ambientale del packaging lungo la filiera) H. Pålsson - XVIII+212 pag. - illustrato - edito da KoganPage - www.koganpage.com - brossurato - 2018 - £ 39.99 - ISBN 9780749481704 - lingua: inglese (disponibile anche in eBook £ 33.32) Il packaging ha un impatto importante sulle prestazioni della filiera, poiché inf luenza tutte le attività logistiche nelle catene di approvvigionamento. Un imballaggio efficace ed efficiente può migliorare significativamente le prestazioni delle aziende
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generando valore e riducendo i costi e gli impatti ambientali negativi lungo la filiera. Il testo utilizza un approccio sistematico per esaminare tutti i ruoli essenziali del packaging nelle catene di approvvigionamento, dall’acquisto delle materie prime alla produzione e alla vendita di prodotti finiti, nonché al trasporto e alla distribuzione. Esamina il ruolo strategico del packaging e la sua importanza operativa, spiega le basi teoriche, presenta metodologie, strumenti e concetti utili e fornisce supporto decisionale per l’innovazione del packaging. Inoltre, propone diversi esempi degli impatti ambientali complessivi dell’imballaggio: sulla logistica e sull’efficienza dei trasporti, sugli scarti di prodotto e su quelli dovuti al materiale di imballaggio. L’opera copre argomenti essenziali come imballaggi monouso e riutilizzabili, imballaggi industriali e di consumo, ICT, fine vita, ambiente, innovazione, e-commerce, tendenze e sfide future. Questo libro, basato sulla ricerca ma anche con un taglio pratico, accompagna il lettore in ogni fase del processo di imballaggio e lo relaziona alla supply chain e alla logistica, illustrata da numerosi casi di studio. Dopo un primo capitolo che definisce la logistica di imballaggio, si passa a indagare le prestazioni dell’imballaggio nelle catene di approvvigionamento, la metodologia delle prestazioni di imballaggio e la gestione dell’impatto ambientale della logistica del packaging. Altri capitoli sono dedicati a: gestione dei rifiuti di imballaggio; gestione delle caratteristiche ICT del packaging; sistemi di imballaggio riutilizzabili; valutazione degli imballaggi industriali; supporto decisionale per l’imballaggio industriale; organizzazione dello sviluppo degli imballaggi; capacità di innovazione del packaging; gestione della logistica degli imballaggi nei canali dell’e-commerce; gestione della logistica dell’imballaggio nei Paesi in via di sviluppo.
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Tecnica Molitoria - vol. LXX
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indice inserzionisti 3S Metalmeccanica - Faicchio............dic.
Gluten Free Expo - Rimini ................ set.
Officine Loporcaro - Altamura ......... gen.
Agrinova - Savigliano .......................... 14
Grespan - Villorba ................................. 8
Oli - Medolla.................................... gen.
Air International - Fara Gera d/A..........17
Group Pack - Acquaviva (RSM) ............. 9
Olocco - Fossano ................................ 31
Amandus Kahl - Reinbek (D) ............. nov.
Gulfood Manufacturing -
Pagani Imballaggi - Saronno............. gen.
Antenore Visentin - Treviso ........... 98-99
Dubai (UAE).................................... set.
Partisani - Forlì ................................ dic.
Arda Innovations - Lugagnano Val d’Arda .. set.
Hitech - Bari .................................... feb.
Perten Instruments - Roma ................ 29
Atlas Copco Italia - Cinisello B. ........ set.
Immac - Codevilla ............................ gen.
Petkus - Reggio Emilia ....................... dic.
Barra Project Int. - Nembro ............. ott.
Impac - Noceto ............................... nov.
Pizeta - Galliera V. ............................ dic.
Beccaria - Scarnafigi ........................ nov.
Ipack-Ima - Rho .............................. mar.
PLP - Lugagnano Val D’Arda .............. dic.
Bellintani Zeno - S. Benedetto Po ..... gen.
Irom Italia - Brugherio ...................... set.
Powtech - Norimberga (D) ................... 111
Bonfanti - Medolago............................ 30
Italpack - S. Arcangelo ..................... gen.
Puliservice - Castelnuovo B/A ............. 33
Bontà Infinite - Terme Vigliatore ........ ott.
Italsave - Sarano S. Lucia................ cop. 3
Rambaldo - Curtarolo......................... 109
Borghi - Melara .................................. 24
Italvibras - Fiorano M....................... gen.
Ricciarelli - Pistoia ........................... dic.
Brambati - Codevilla ........................ gen.
Jtic - Parigi (F) .................................. ago.
Rima Articoli Tec. - Mezzolara di B. .... gen.
Bühler - Segrate ............................ cop. 1
La Nuova Lampa - Savignano........... gen.
S.com - Limena ................................... 23
Camlogic - Cavriago ........................... 32
Landucci - Pistoia ............................ gen.
Schule - Reinbek (D) ........................... 81
Caredi - Silea .................................. gen.
LTA - Thiene ................................... nov.
Scolari - Paderno F. ............................. 53
Chiarini e Ferrari - Anzola E. ................nov.
Magnetica Torri - Rezzato.................... 5
Sefar Italia - Collegno ......................... 35
Chiriotti Editori - Pinerolo......................125
Marani - Sissa Trecasali ....................... 34
Siat - Castello d’Argile ...................... gen.
Cimas - Ponte Felcino ............................ 2
Mazzolari - Corte De’ Cortesi............... 4
Sigep - Rimini ................................... dic.
Cimbria (ex Sea) - Imola ..................... 13
MF Tecno - Tordandrea d’Assisi ............. 3
Sima - Spresiano............................... gen.
Cimbria Heid - Imola ......................... 15
Mill Service - Teolo.......................... nov.
Sircem - Scafati.................................gen.
CMB - Marostica............................. 10-11
Millbo - Trecate ................................ set.
Stolz-Gerico - Albignasego.................. 27
CMF Ferrari Carlo - Pontoglio ......... nov.
Miozzo - Vigodarzere........................... 32
Storci - Collecchio............................. dic.
Codega - Mulazzano ............................81
Molitecnica Sud - Altamura ............. gen.
Tecalit - S. Martino .......................... nov.
Colombo - Oggiono ............................ 20
Mossa Engineering -
Technobins - Rubiera........................ gen.
Concetti - Bastia U. ............................. 7
St. Petersburg (RU) ........................ nov.
Tecnograin - Curtatone ....................... 6
CPS - Funo d’Argelato .......................gen.
MTD - Pescantina ................................16
Tecnomov - Altamura ...................... gen.
Cusinato - San Martino di Lupari ...... 10-11
Mulmix - Campo San Martino ........... nov.
TMG Impianti -
Defino & Giancaspro - Gravina in P. .. cop. 4
Mundialnyl - Casnate con Bernate ..... ott.
S. Martino di Lupari ......................... dic.
Dellavalle - Mezzomerico................... ott.
Namad - Roma.................................... 34
Torex - San Prospero sulla Secchia ......... 21
Dolzan - Galliera V. .......................... nov.
Natro Tech - Romano di L. ................. giu.
Tubimont - Guarene............................ 25
Erigo - Gorgonzola ........................... nov.
Newpharm - Santa Giustina in C. ....... lug.
Vega Italia -
Essebiemme Plast - Massarosa ............ 22
Niccolai Trafile - Pistoia ...................... 36
S. Prospero sulla Secchia.................. ins.
Fava - Cento .............................. cop. 2-1
Nord Motoriduttori -
Verdi - Castelnovo S......................... gen.
FoodExecutive.com ........................ gen.
S. Giovanni in Persiceto ..................... 28
Vomm - Rozzano................................. 26
Fragola - S. Maria A. ....................... 18-19
OBR Bulgarelli - Luzzara .................... 12
Wam Italia - Ponte Motta di Cavezzo.. nov.
Gauss Magneti - Brescia .................... apr.
Ocrim - Paglierani - Cremona........... nov.
Zanin - Casale sul Sile.........................ott.