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CADE DAL MOTORINO E DA UNA FRATTURA SCOPRE DI AVERE UN TUMORE
di MASSIMO BOCCUCCI
Se non fosse caduto accidentalmente dal motorino chissà come sarebbe andata a finire.
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Proprio grazie a una disavventura, un quattordicenne eugubino per la frattura del femore ha potuto scoprire di avere una rara forma di tumore osseo, fortunatamente presa in tempo e risolta positivamente dopo tutte le cure del caso attraverso la tempestiva diagnosi. A volte il male si nasconde e diventa particolarmente subdolo, tanto che serve una spia per rivelarlo e permettere di intervenire prima che sia troppo tardi. Il tumore corre se non preso in tempo e lo fa ancora di più quando si è giovani. Si era insospettito il dottor Andrea Leli, medico del reparto di ortopedia dell’ospedale di Branca, quando ha preso in mano la lastra radiografica del ragazzo per controllare la situazione e verificare gli effetti di quella caduta accidentale. Dietro la frattura del femore c’era una realtà durissima da dover principalmente intuire. C’era in sostanza qualcosa che non convinceva: l’osso che il medico stava visionando aveva qualcosa di strano che valeva la pena di approfondire senza esitare. Oggi il ragazzo sta bene, si è lasciato il peggio alle spalle anche se chiaramente ci sono i controlli periodici da sostenere perché monitorare tutto è sempre il modo migliore per assicurarsi che il decorso non abbia ricadute.
LA VICENDA. Questa storia di buona sanità comincia nell’agosto 2021, è un pomeriggio come tanti e Tommaso decide di uscire con il motorino. Finisce a terra, si spaventa e soprattutto i dolori sono lancinanti con la corsa in ospedale tanto inevitabile quanto rapida. La radiografia mostra inequivocabilmente la frattura del femore, ma il dottor Leli rivela ai genitori del ragazzo che qualcosa non lo convince affatto e che sarebbe bene fare altre verifiche seduta stante senza perdere tempo. La famiglia di Tommaso non nasconde un’accentuata diffidenza iniziale sull’effettuare altri accertamenti, avendo avuto esperienze sanitarie complicate e non delle migliori.
LA STORIA DI UN UN QUATTORDICENNE EUGUBINO CHE È RIUSCITO A CONTRASTARE UNA FORMA RARA DI NEOPLASIA OSSEA GRAZIE AI SOSPETTI DEL DOTTOR ANDREA LELI DEL REPARTO DI ORTOPEDIA
ALL’OSPEDALE DI BRANCA, CHE HA ATTIVATO
LA STRUTTURA SPECIALIZZATA DEL RIZZOLI A BOLOGNA
LA PAURA. L’approfondimento diagnostico risulta decisivo per rivelare in tutta la sua crudezza una lesione osteolitica, con l’immediato ricovero al reparto ortopedico di Branca e il ricorso all’esame Tac per capire esattamente come stanno le cose. Il referto non lascia dubbi: c’è una forma di tumore in una lesione lunga 7,5 centimetri, larga 3,4 e profonda 3,1 con la parte esterna dell’osso assottigliata. Questo porta ad attivare rapidamente le procedure per cercare subito la strada migliore da percorrere in sinergia tra l’Usl Umbria 1, con l’ortopedia del nosocomio comprensoriale dell’eugubino-gualdese, e l’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Si sa che in questi casi le tempistiche per attuare i protocolli sono fondamentali per aggredire subito il tumore ed evitare che si espanda nella localizzazione ed eventualmente a livello di metastasi, specialmente in un soggetto molto giovane dove il riprodursi delle cellule è più veloce nei percorsi di crescita. Il dottor Leli organizza con la direzione sanitaria il trasferimento, d’intesa con i sanitari del centro specializzato bolognese che dopo qualche giorno sottopongono il giovane a un delicato intervento chirurgico, con il ricorso al trapianto osseo.
OTTIMI SEGNALI. Quell’esperienza ora è un ricordo. A distanza di un anno e mezzo, infatti, il ragazzo sta bene e i familiari sono ancora oggi particolarmente grati al dottor Leli e all’ospedale di Branca per aver capito quello che stava succedendo. Possono raccontare che una caduta dal motorino e l’occhio clinico di un bravo medico ha salvato la vita al proprio figlio. “Questa vicenda così particolare e complessa - spiega Teresa Tedesco, direttore sanitario del presidio ospedaliero di Branca - testimonia come si possano trattare al meglio certi casi. Nella presa in carico di un paziente si vuole sempre prestare tutta l’attenzione affinché, nelle sinergie tra le strutture e nel seguire le procedure, la persona e i suoi familiari sanno di non restare mai soli. L’assistenza in ogni passaggio garantisce le migliori pratiche sanitarie per aiutare a risolvere le problematiche”.
Parco Ranghiasci, il degrado continua
L’incuria domina sempre più incontrastata nel centro storico così come in periferia. Gestire il territorio si rivela complicato e i piani d’intervento sono ridotti ai minimi termini tra la carenza di risorse economiche, perché i bilanci del Comune sono appesantiti dai soliti vecchi “bubboni” del passato, e la scarsa operatività.
La situazione a parco Ranghiasci sta degenerando. Il senso di abbandono si traduce nel fatto che il polmone verde del centro a San Martino è ormai sopraffatto dalle devastazioni dei cinghiali, il crollo degli alberi e anche le perdite d’acqua con le segnalazioni agli uffici comunali che restano perlopiù fine a se stesse.
L’allarme è continuo sulle condizioni del parco, che è frequentato da chi ama camminare e correre tra il verde e la bellezza di quell’angolo di storia e natura. Comune e Provincia non riescono a trovare il modo di coordinare un intervento serio ed efficace di manutenzione, così il parco è colpevolmente lasciato al proprio destino nel degrado.