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CAPITALI DELLA CULTURA CON TERMOVALORIZZATORI

di MASSIMO BOCCUCCI

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Bergamo e Brescia sono le capitali italiane della cultura 2023, oltre a essere ormai da anni tra le prime in classifica per qualità della vita, ambiente e lavoro. L’ha ricordato legittimamente con un post su Facebook il consigliere comunale di maggioranza Francesco Zaccagni (Socialisti Civici Popolari) nel fare presente, altrettanto legittimamente, che ospitano due grandi termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti. “Ma allora si può fare cultura e vivere bene - ha spiegato Zaccagni sui social - anche dove si bruciano rifiuti. Non ci avrei mai creduto”.

Gli ha risposto l’ambientalista incallito Ubaldo Emanuele Scavizzi: “Secondo Ispra è la città più inquinata d’Italia, soprattutto per le alte concentrazioni di Pm10. Il dato, è contenuto nell’edizione 2018 del rapporto Ispra-Sistema nazionale di protezione dell’ambiente sulla qualità dell’ambiente urbano che prende in esame ben 120 città e 14 aree metropolitane”. La replica di Zaccagni è stata a dir poco arguta: “Strano, io credevo fosse Gubbio la città più inquinata d’Italia”.

PER I CONSENSI. Al di là del siparietto social, questa caccia alle streghe ambientalista continua in realtà a essere una partita tutta esclusivamente politica. Non c’entra nulla il buon Scavizzi, che un percorso politico ideologico pure l’ha fatto al tempo di Goracci sindaco, e visto cosa è rimasto di quell’infausta lunga parabola cittadina è meglio soprassedere. In questa storia delle cementerie, il Css, le polveri sottili e altri orpelli ideologici c’è in verità la solita spasmodica caccia al voto, al consenso politico-elettorale di fasce sociali a metà tra l’ambientalismo come tarlo e la paura di fasce sociali inconsapevoli della materia. La battaglia è esclusi-

CONTRADDIZIONI EUGUBINE DI FRONTE A BERGAMO E BRESCIA , CHE INCENERISCONO I RIFIUTI E SONO DA ANNI

Le

TRA LE PRIME IN CLASSIFICA PER QUALITÀ DELLA VITA, AMBIENTE E LAVORO vamente politica, con qualche risvolto collaterale di convenienza o tornaconto, oppure vendetta mista a invidia sociale.

MAGGIORANZA SPACCATA. Il problema è che a Gubbio si formano strane maggioranze al governo perché ci stanno i talebani e quelli che contro i talebani dell’ambientalismo e della lotta ai famosi “padroni” ci vanno ma soltanto a parole perché spesso e volentieri votano a favore quegli atti che tanto piacciono e vengono proposti proprio dai talebani. Curioso: parti della maggioranza dicono di essere a favore dell’attività delle cementerie (che producono ricchezza e lavoro) e del Css, ma il voto sugli atti contro le cementerie e il Css è compatto. Veramente singolare come comportamento. Sul Css, per esempio, è bene chiarire che l’autorizzazione deriva da normative europee e nazionale con il Decreto Cingolani che ha semplificato e la Regione Umbria che ha recepito, concedendo l’autorizzazione dopo aver messo i bastoni tra le ruote chiedendo come Giunta Regionale di centrodestra la procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale) allineandosi perfettamente alla sinistra eugubina. Il Comune di Gubbio ha fatto peggio con la maggioranza compatta (compresi quelli che a chiacchiere sono pro-cementerie) a contrastare il Css fino a lasciare che la Giunta Stirati promuovesse il ricorso al Tar (perso) con le spese legali a carico del bilancio e quindi dei cittadini. È vero che è stata respinta in aula consiliare l’ultima scorribanda del “crociato” Orfeo Goracci, ma è altrettanto vero che spesso il voto sui documenti del Css ha visto la convergenza talebana senza distinzioni di sorta. E Zaccagni (come altri) sa benissimo contano gli atti assunti, con i relativi voti e le decisioni, più che le posizioni parolaie che servono più che altro a rabbonire il popolo.

Calogero Alessi lascia in eredità la passione politica e l’impegno per la città

La passione politica con un forte impegno per la città è l’eredità lasciata da Calogero Alessi, figura di spicco della Democrazia Cristiana ai tempi d’oro prima di Tangentopoli e poi dirigente di Ppi, Margherita e Pd, ricoprendo incarichi istituzionali e tecnici di alto livello. Il dottor Alessi si è spento il 3 febbraio scorso all’Hospice di Perugia, dov’era stato trasferito da qualche giorno dall’ospedale di Branca e dopo aver lottato con un tumore. Una folla numerosa e commossa gli ha dato l’ultimo saluto il 6 febbraio nella chiesa parrocchiale di Sant’Agostino. Lascia il figlio Diego, i fratelli e la sorella.

Era nato il 7 gennaio 1940 e si era impegnato fortemente fin da giovanissimo per dare un apporto nella crescita e sviluppo della propria città. Ha mosso i primi passi in politica come allievo e collaboratore dell’altro storico rappresentante della Dc eugubina Vinicio Baldelli. Da sempre impegnato sulla tematica economica e sociale del territorio eugubino, si è battuto fino in fondo per togliere dalla marginalità questa zona dell’Umbria. Fece nel 1976 una prima esperienza elettorale candidandosi alla Camera dei Deputati, senza risultare eletto, ma entrò in Consiglio Regionale nelle elezioni del 1985 e venne confermato nel 1990. Si distinse nell’assemblea regionale per la sua particolare sensibilità istituzionale tanto che fu chiamato a presiedere la commissione istituita per la prima revisione dello Statuto regionale. La sua esperienza come direttore dell’Enasarco, l’ente di tutela dell’artigianato regionale, ha qualificato anche il suo impegno regionalista su i temi economici e sociali del territorio umbro. Professionalmente, dopo alcuni anni da insegnante alle scuole medie, ha ricoperto incarichi nell’Enalc (Ente nazionale per l’addestramento dei lavoratori del commercio), è stato direttore dell’Artigiancassa prima in Umbria e poi in Lombardia, fino a ricoprire per diversi anni fino al 2013 la carica di presidente di Sviluppumbria. Come appassionato di storia, ha dato vita insieme ad altri all’associazione culturale Federico II, che si è distinta per alcuni importanti convegni sulla figura e l’influenza dell’imperatore svevo.

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