IL CUBO - n.28 2020

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TRENODIA NIKI PANCALDI

Per un pugno di note, addio ad Ennio Morricone di Niki Pancaldi

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al coro gracchiante delle cicale estive, nella calura sudaticcia del primo grande caldo dopo “lo grande morbo che tutti si piglia” si è alzato (non richiesto) un suono metallico ed argentino. Un suono sfacciato da ottone scoperto, solista, senza vergogna. “Tuba, mirum spargens sonum, per sepùlchra regiònum” recita il testo latino del requiem. Una tromba che spande il proprio suono sui sepolcri del mondo. Ed oggi sappiamo anche chi appartenga quella

tromba funesta. Ennio Morricone ci ha lasciato. E’ piuttosto ridicolo tentare di comporre un necrologio per un uomo che se l’era già scritto da solo negli ultimi giorni, con l’appunto preciso di “non voler disturbare”. Tocca ad altri, cercare di disturbare. Tocca ad altri coprire il suo silenzio con un suono qualsiasi, perché di fronte a certi abbandoni sarebbe disumano non fare rumore, specialmente in memoria di chi passò una vita intera nell’intento di riempirlo, quel

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