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Anziani ucraini, la disperata difesa da una guerra feroce

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PANTERE GRIGIE

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SPECIALE UCRAINA

ANZIANI UCRAINI, LA DISPERATA DIFESA DA UNA GUERRA FEROCE

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ANGELA BAGLIONI

Al buio, al freddo, senza cibo, né acqua e medicine, con i giorni che passano aspettando il suono delle sirene e l’annuncio di un nuovo bombardamento. È tragica la condizione in cui versa il popolo ucraino, e quella degli anziani lo è ancora di più. Molti di loro sono rimasti soli perché non hanno voluto - o forse non hanno potuto - fuggire dalla guerra, testimoni involontari e impotenti delle atrocità che non hanno risparmiato neanche i bambini e i vecchi, il futuro e la memoria. Altri hanno preso frettolosamente poche cose e si sono incamminati verso altre città, nel tentativo di salvarsi. Gli occhi di un azzurro chiarissimo di Ihor, intervistato in un mattino freddo di aprile, fanno già parte della storia di questa guerra iniziata il 24 febbraio scorso con l’invasione del territorio ucraino da parte delle forze armate russe. Ihor ha 82 anni. È stanco, dopo una notte trascorsa in un rifugio improvvisato, e cammina a fatica per una vecchia ferita al ginocchio. La sua casa non c’è più. È stata distrutta dalle bombe, e lui racconta di essersi salvato perché

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quando c’è stata l’esplosione stava cercando nei campi il suo unico compagno di vita, un gatto rosso terrorizzato e fuggito non si sa dove. È andata diversamente per due coniugi di 85 anni intervistati a Kiev. Nei loro volti solcati dal tempo e dalla paura si legge tutta la disperazione di chi ha visto crollare tutto quello che ha costruito nel corso di un’intera esistenza, e ora cerca solo riparo dai missili. Sono riusciti a salvare il loro cagnolino, lo baciano e lo stringono al petto. “È tutto quello che è rimasto della nostra vita di prima”, dicono mentre si incamminano verso il rifugio. In Ucraina gli anziani rappresentano il 25% della popolazione, che conta poco più di 44 milioni di abitanti. Qualcuno una guerra l’ha già vissuta da bambino, e non pensava che a distanza di quasi ottanta anni dovesse affrontarne una nuova. Qualcun altro, invece, ha deciso di imbracciare un fucile come Valentyna K., 79 anni. La sua immagine ha fatto il giro del mondo. All’inizio della guerra Valentyna è stata ripresa in un video girato in un campo di addestramento mentre si esercitava con un Kalashnikov. Il quotidiano britannico The Times le ha dedicato una prima pagina. “Sto imparando a sparare - ha scritto su Twitter. - Se dovesse accadere qualcosa difenderò la mia casa, la mia città, i miei nipotini”. Stessa tempra d’acciaio quella di due coniugi di Voznesensk, nella regione di Mikolai, che hanno impedito ai soldati russi di entrare nel giardino della loro casa. A tracciare un quadro ancora parziale dell’emergenza che investe gli anziani è HelpAge International. All’inizio di marzo l’associazione, attraverso la propria rete di 200 volontari è riuscita a contattare 1.513 dei circa cinquemila anziani assistiti, che vivono nella fascia di contatto stabilita tra il governo di Kiev e i separatisti filorussi nel 2014, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. I risultati, secondo quanto si legge nel sondaggio condotto da HelpAge, “sono molto preoccupanti”. Il 91% degli anziani raggiunti ha riferito di avere grandi difficoltà a procurarsi cibo in quantità sufficiente per sopravvivere; il 79%, invece, ha detto di non avere a disposizione acqua pulita. Il 91% non dispone più dell’elettricità e del gas per riscaldarsi. Del resto, con i bombardamenti che si sono susseguiti a ritmo incalzante, la grande maggioranza delle infrastrutture strategiche come acquedotti, linee elettriche e reti del gas, sono andate distrutte. Il 34% ha dichiarato di non avere medicine per curare le patologie da cui è affetto. La situazione descritta, come detto, si ferma allo scorso mese di marzo; c’è da ritenere che oggi sia peggiorata ancora. E nonostante tutto questo il 99% degli anziani raggiunti ha dichiarato di non voler abbandonare la propria terra. “La nostra priorità più urgente al momento – si legge sul sito di Help Age - è mantenere il nostro personale e i nostri volontari al sicuro. Ma, nonostante i rischi dovuti all’attuale conflitto, il team è impegnato a rispondere ai bisogni degli anziani colpiti e delle loro famiglie”. Essere anziani in un Paese in guerra significa essere ancora più vulnerabili ed esposti ai pericoli. Nonostante il progresso economico degli ultimi anni il reddito medio degli ucraini, prima dell’inizio della guerra, era ancora tra i più bassi d’Europa. In uno scenario come questo molti anziani che già non disponevano di denaro sufficiente a garantire un tenore di vita appena accettabile hanno problemi enormi a procurarsi ciò di cui hanno bisogno. E non si tratta solo di cibo. Andare avanti con l’età spesso comporta la necessità di curare malattie importanti, e in questo momento anche trovare le medicine è impossibile. Chi volesse sostenere HelpAge Italia nell’acquisto di cibo, medicine e dispositivi sanitari per gli anziani ucraini può farlo contattando il sito dell’associazione (www.helpage.it).

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