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CNA Impresasensibile, un progetto di integrazione ed inclusione dei profughi ucraini in Italia

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PANTERE GRIGIE

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SPECIALE UCRAINA

CNA IMPRESASENSIBILE, AL VIA UN PROGETTO DI INTEGRAZIONE ED INCLUSIONE DEI PROFUGHI UCRAINI IN ITALIA

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JACOPO BASILI

Inclusione educativa e sociale dei bambini e profughi ucraini tramite il percorso di protezione dell’identità, si intitola così il progetto per far fronte all’emergenza dei profughi ucraini in Italia che l’ente del terzo settore promosso da CNA sta sostenendo in partnership con l’associazione Scuola Ucraina Prestigio a Roma. Il progetto permetterà di accogliere almeno 100 ragazzi profughi all’interno di contesti scolastici, situati in varie zone del comune di Roma (a partire dal quartiere centrale dell’Esquilino, grazie alla disponibilità dell’Istituto statale superiore Pilo Albertelli). La collaborazione delle realtà scolastiche è essenziale poiché il progetto d’integrazione punta a impedire il fenomeno dell’abbandono scolastico, aiutando bambini e ragazzi (da 3 fino a 17 anni) a concludere il proprio ciclo educativo attraverso un iter formativo della durata di 10 mesi. Durante questo periodo, i giovani saranno seguiti da insegnanti, assistenti sociali, psicologi, volontari e avranno a disposizione tutto il materiale utile per le lezioni e le attività extra-scolastiche. La presidente dell’associazione partner Tatyana Kyzuk - cittadina ucraina naturalizzata italiana che vive da 20 anni nel nostro Paese - ci ha raccontato di questo e non solo, a partire delle conseguenze vissute in prima persona dai profughi a causa della guerra in Ucraina. Partiamo proprio dalle persone coinvolte: da una parte l’associazione, che segue tutti gli iter burocratici atti all’ammissione dei profughi nel circuito scolastico italiano, è formata da maestre ed insegnanti ucraini, residenti in Italia da molto tempo. Persone che coordinano ed organizzano le attività di integrazione quali mediatori culturali, oppure svolgono il ruolo di interpreti e traduttori per i bambini ed i ragazzi. Una funzione, questa, fondamentale per individui che nel giro di poche settimane si sono ritrovate in un Paese letteralmente sconosciuto. Dall’altra parte i beneficiari sono proprio i profughi. Al secondo giorno di conflitto, la presidente ha deciso di lasciare il proprio numero nei centri di raccolta individuati nella città di Roma e così è nato tutto. Nel momento in cui scriviamo, l’attività è aumentata a dismisura: i ragazzi ed i bambini coinvolti hanno superato le 200 unità, le classi

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di integrazione scolastica vanno ormai dall’asilo nido fino al liceo e l’associazione sta chiedendo nuovi spazi a tutti i municipi di Roma. La presidente Tatyana Kyzuk è stata colpita in particolare dai ragazzi provenienti dai luoghi dove il conflitto è stato più efferato, come Bucha e Irpin: ragazzi poco più che adolescenti devono farsi carico dei propri nonni strappati dalle terre in cui sono vissuti da sempre a causa dei bombardamenti incessanti e dell’arrivo delle forze di occupazione. Ragazzi, quindi, che sono dovuti diventare all’improvviso gli adulti di casa, poiché i genitori sono rimasti in Ucraina. Per quanto riguarda la macchina dell’accoglienza, regolata per ora dall’emergenza e dalla solidarietà diffusa, c’è da dire che inizia purtroppo a pesare la difficoltà di un’organizzazione poco strutturata. Le misure previste, sempre al momento in cui scriviamo, sembrano essere pensate per una crisi passeggera, per un rapido e veloce ritorno alla normalità. La guerra però non è così razionale, non è così prevedibile. C’è il rischio che molti degli attuali profughi diventino dei veri e propri rifugiati bisognosi di un’accoglienza più lunga ed adeguata. Infatti, secondo la presidente Kyzuk è anche la percezione del bisogno che sta cambiando. Mentre c’è un primo livello - quello del sociale e del quotidiano - in cui la società si dimostra ancora molto generosa e pronta a spendersi singolarmente tramite aiuti e donazioni, c’è un secondo livello - quello della risposta in teoria maggiormente organizzata - che al momento vede impegnate per lo più le associazioni del terzo settore. Sta iniziando a emergere, quindi, la difficoltà delle istituzioni e degli enti locali a considerare questa non più solo un’emergenza provvisoria. Un problema che saremo chiamati a risolvere, tutti insieme, molto presto. Facendo nostro l’appello della presidente, perciò, c’è sicuramente bisogno di tenere alta l’attenzione, in particolare nel prossimo futuro, rispetto alle conseguenze di questa terribile guerra che ha rotto un equilibrio di pace e prosperità in Europa durato per oltre 75 anni.

COME FUNZIONA IL PERMESSO DI SOGGIORNO PER I PROFUGHI DALL’UCRAINA

Sui criteri e i beneficiari del permesso di soggiorno per i profughi provenienti dall’Ucraina il patronato Epasa-Itaco ha inviato una circolare al territorio, indicando che il DPCM firmato dal premier Mario Draghi è in attuazione della Direttiva comunitaria sulla concessione di protezione temporanea. In dettaglio il permesso di soggiorno per la protezione temporanea ha una durata annuale a partire dal 4 marzo 2022. La protezione può cessare anche prima del 4 marzo 2023, ma può essere anche prorogata di ulteriori sei mesi, rinnovabili per i successivi sei mesi, per una durata massima di un altro anno. Possono beneficiarne Cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022; apolidi e cittadini di paesi terzi diversi dall’Ucraina che beneficiavano di protezione internazionale (o di protezione nazionale equivalente) in Ucraina prima del 24 febbraio del 2022; apolidi e cittadini di paesi terzi diversi dall’Ucraina che possono dimostrare di essere in possesso del diritto di soggiorno permanete valido in base al diritto ucraino e che non possono ritornare al loro paese di origine in modo sicuro e stabile. Il DPCM inoltre specifica chi sono i familiari che possono beneficiare della protezione, purché soggiornanti in Ucraina prima del 24 febbraio scorso: il coniuge, il partner con relazione stabile, i figli minorenni non sposati (indipendentemente dal fatto se legittimi, naturali o adottati).

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