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A F R AG O L A - C A I VA N O - C A R D I T O - C A SA L N U OVO - C R I S PA N O - F R AT TA M AG G I O R E - F R A T T A M I N O R E

La testata più antica dell’area a Nord di Napoli QUINDICINALE DI ATTUALITÀ POLITICA, ECONOMIA, COSTUME

Anno XXI - n. 349 - Sabato 22 febbraio 2014

Fondato da Natale Cerbone

TERRA DEI FUOCHI

AFRAGOLA

RELIGIONE

Un appello dagli agronomi in difesa dell’agricoltura locale

Folla alla mensa dei poveri nella Basilica di Sant’Antonio

E’ morto padre Fernando, decano dei Missionari italiani


›› LETTERE AL DIRETTORE

Nei miei terreni non ci sono rifiuti tossici

2 • Cogito

Anno XX - numero 342 - Sabato 9 novembre 2013


L’EDITORIALE ‹‹

Basta speculazioni, ora si pensi all’attuazione del Decreto Il Decreto sulla Terra dei fuochi è ormai legge. E, a breve, dovremmo cominciare a vedere anche i primi provvedimenti concreti. A cominciare dall’arrivo dell’esercito che, proprio in questi giorni, si sta esercitando a Persano, in provincia di Salerno, prima di iniziare a controllare il territorio per evitare nuovi interramenti di rifiuti e l’incendio di quelli abbandonati nelle campagne e ai bordi delle strade. Insieme all’arrivo dell’esercito, la parte più scenografica delle misure previste dal Decreto, però, ci auguriamo che diventino concrete anche le altre misure, in tempi brevissimi perché abbiamo già perso troppo tempo. Tempo perso che equivale a tante altre vite perse. E ne abbiamo avuto un’altra prova nei giorni scorsi, quando Frattaminore ha pianto un’altra vittima: una giovane mamma di 36 anni che ha lasciato tre bambini, di cui due gemellini di tre mesi. Una tragedia, l’ennesima di una lunga serie di morti che aspetta giustizia. Che aspetta di conoscere quanto ha inciso lo scempio ambientale nella lunga serie di morti che si stanno avendo nelle nostre città.

si ricordano iniziative concrete, né appelli o interrogazioni. Tanto che Lucio Iavarone, uno dei volti simbolo della lotta contro i roghi tossici e i rifiuti tossici interrati, non ha esitato a ricordare, in più occasioni, una sacrosanta verità: “Personalmente, negli ultimi anni, sono stato ascoltato almeno sei volte da commissioni parlamentari di cui faceva parte anche l'onorevole Castiello. Ebbene, solo una volta (una!!!) l'ho incrociata in Commissione. Il resto delle volte era sempre assente! Questo è il vero termometro di quanto l'onorevole Castiello si sia mai impegnata su questa questione”. L’attenzione dei mass media nazionali però ha fatto il miracolo. Pina Castiello s’è accorta del dramma della Terra dei fuochi. Peccato, però, che il suo impegno non abbia evitato un grossolano errore: l’esclusione dei carditesi dal piano di controlli sanitari gratuiti. Forse era distratta. Una decisione ridicola, quella di escludere Cardito, che, francamente, non ci si riesce a spiegare perché è davvero impensabile che un limite amministrativo possa fermare quell’inquinamento dell’area che sarebbe alla base dell’aumento di

Invece di far affiggere manifesti per accreditarsi meriti, chi specula sulla Terra dei fuochi avrebbe dovuto vigilare per evitare errori come l’esclusione dei carditesi dai controlli gratuiti La pubblicazione del decreto non ha fermato, però, le speculazioni. Soprattutto quelle politiche. Anzi. E dispiace dover sottolineare nuovamente l’atteggiamento spregiudicato di Forza Italia che ha fatto affiggere nuovamente centinaia di manifesti giganti per accreditarsi i meriti dell’approvazione del decreto. Al di là del fatto che esponenti di spicco del partito sono alle prese con processi legati ad ambienti criminali che sono stati protagonisti dell’avvelenamento delle nostre terre, bisognerebbe ricordare ai seguaci di Berlusconi che Forza Italia s’è ricordata del problema della Terra dei fuochi solo quando si sono accesi i riflettori dei media nazionali sul dramma che vivono le popolazioni tra Napoli e Caserta. E tra gli azzurri, spicca il “movimentismo” di Pina Castiello, la deputata afragolese che, più di ogni altro, avrebbe dovuto conoscere il problema e impegnarsi per trovare una soluzione. Perché vive ad Afragola, ai confini con Caivano. E perché non poteva non aver letto le denunce di LegAmbiente e anche quelle che abbiamo fatto noi, di Cogito, sin dagli anni ‘90 del secolo scorso. E, invece, prima della nascita del fenomeno Terra dei fuochi, non

malattie tumorali registrato nelle nostre città. E poi bisognerebbe spiegare anche perché tutti quelli che abitano intorno a Cardito sono a rischio e i carditesi no. Quale assurda motivazione c’è alla base di questa scelta? Tra l’altro, il fatto che Cardito non sia inserita nell’elenco dei Comuni in cui si potrà fare un controllo gratuito è anche un evidente segnale dell’inadeguatezza della classe politica locale che non ha saputo o potuto monitorare il Decreto legge evitando un errore così grave.

I lavori per la stazione Porta Campania sono fermi da

752 giorni

EDITORE

Editrice Cogito srl di Mario e Carlo Cerbone Direttore Antonio Iazzetta

QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME

Vice direttore Antonio Trillicoso

Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

grafica & stampa

Collaboratori Angelica Argentiere, Giovanna Casoria, Francesco Celardo, Valerio Cerbone, Carmen Celardo, Antonio Ciaramella, Maria Giacco, Cinzia Lanzano, Vittorio Santoro, Claudia Perrotta, Milena Marchese, Antonio Boccellino,Teresa Turino, Marina Esposito, Lina Cristofaro, Veronica Iengo, Antonio Bova e Linda Scuotto.

Anno XXI - numero 349 - Sabato 22 febbraio 2014

Segreteria di redazione: Tina Malafronte Fotoreporter: Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S. Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357 Cogito • 3


›› ECONOMIA

Viaggio nella crisi del commercio a Nord di Napoli

Le vie delle saracinesche abbassate Le vie dello shopping della provincia settentrionale di Napoli piene di negozi chiusi. In molti si lamentano della scarsa attenzione da parte delle Amministrazioni comunali di Angelica Argentiere, Marina Esposito, Marina Greco, Cinzia Lanzano e Mario Tramo ono anni ormai che sentiamo parlare di crisi economica, di recessione, ma, nelle ultime settimane, la gravità della crisi si fa sempre più evidente anche perché nelle strade dello shopping aumentano sempre di più i negozianti che abbassano le saracinesche per non riaprirle più. E quei locali restano vuoti, sfitti a evidenziare una crisi che appare senza fine e senza speranze. Abbiamo fatto un giro nelle strade dei comuni a Nord di Napoli e il risultato non è incoraggiante. Anzi. FRATTAMAGGIORE Un Corso Durante così non si vedeva da anni: dalle lotte dei commercianti per accaparrarsi uno dei negozi della strada principale non solo di Frattamaggiore ma dell’hinterland si è passati alle tante serrande abbassate. E’ lo specchio della situazione della crisi attuale. Nei negozi rimasti aperti ci sono sconti fino al 70%, saldi iniziati già da prima di Natale per incrementare le vendite; parlando con i commercianti della zona, tanta la desolazione negli occhi di questi ultimi. Anche le speranze di un San Valentino con maggior incassi non sono state soddisfacenti, nonostante alcune dichiarazioni quali “per come sono andate le cose a Natale e durante i saldi, ci aspettavamo molto peggio. Ormai la merce la vendiamo a prezzo di costo, quantomeno per recuperare le spese”. Per non parlare delle comuni lamentele di una viabilità impossibile che non rende facili e piacevoli le passeggiate al corso Durante, anche se in un primo momento proprio i commercianti della zona erano contrari alla pedonalizzazione del corso dimostrandosi molto scettici per un intervento deciso da parte dell’Amministrazione comunale proprio per venire incontro alle esigenze di chi sceglie la città di Durante per i propri acquisti. C’è da dire però che al corso Durante, tra le vendite risicate di alcuni, c’è la controtendenza di store che vendono abiti da cerimonia e da sposa che con le sue vetrine primeggia sul corso e di un negozio di bomboniere e oggettistica, Clarté, che ha aperto la sua terza serranda, segno che c’è ancora qualche commerciante che ha voglia di invertire la rotta con gli investimenti e le buone idee imprenditoriali. Nonostante tutto. In ogni caso, se un agente di commercio volesse indagare sulla situazione di Frattamaggiore, probabilmente cambierebbe mestiere. La dicotomia tra corso alto e corso basso è forte, soprattutto i commercianti del corso alto lamentano un disinteresse da parte dell’Amministrazione della loro area: “Si sono dimenticati di noi, anche il disegno della ztl non coinvolge la nostra zona, anzi la danneggia perchè intensificando il traffico rende impossibile il parcheggio ai nostri clienti e le nostre vendite vanno in fumo, anche un papabile nuovo cliente passando con l’auto, viene attratto dalla nostra vetrina gli passa la voglia di fermarsi perché non sa dove so-

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stare la macchina nel caos del traffico”. Insomma, nel periodo di crisi, ora, c’è chi invoca quella zona a traffico limitata che tante resistenze ha incontrato in passato. Sono tante le giustificazioni per la continua chiusura di negozi. C’è chi da la colpa alle tasse: “Nessuno parla dell’aumento della Tarsu per i commercianti a quasi dieci euro per metro quadro che affossa le nostre casse”; c’è poi chi si lamenta della “mancata riqualificazione del corso” anche se gli ultimi lavori sono stati fatti non più di dieci anni fa; e c’è anche chi punta il dito contro quei negozi che vendono merce a poco prezzo, perché “è necessario avere una catena di negozi di qualità, se via Condotti è quella che conosciamo tutti oggi è proprio perché è la strada dello shopping di qualità”. Della crisi del commercio a Frattamaggiore abbiamo parlato con Vincenzo Cirillo della Confesercenti: “l’Amministrazione comunale sta provando a fare qualcosa, si è aperta nel dare un input positivo per il prossimo Carnevale. La priorità è quella di stravolgere la mentalità dei commercianti portando idee nuove, con delle iniziative che possano rendere al meglio la vivibilità dei nostri territori, perché se si passa al corso Durante dopo la chiusura dei negozi c’è il coprifuoco”.

Ultim’ora - Ultim’ora - Ultim’ora Panettiere casalnuovesesi suicida per una multa da 2.000 euro Mentre andiamo in stampa un dramma conferma la gravità della crisi del commercio a Nord di Napoli. A Casalnuovo, un panettiere, Eduardo De Falco, si è ucciso respirando il monossido di carbonio della sua auto dopo aver ricevuto un verbale di 2.000 euro per irregolarità riscontrate dall'ispettorato del lavoro. Una cifra che, seppur non grandissima, avrebbe aggravato le sue condizioni economiche. Di qui la decisione di farla finita, stando alle prime informazioni. Una vicenda assurda che, oltre ai familiari, ha sconvolto anche i commercianti e i clienti che lo conoscevano. Antonio Boccellino

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ECONOMIA ‹‹

Per il rappresentante dei commercianti, inoltre “è importante non rendere solo il corso Durante il centro di tutte le iniziative ma dislocarle su ogni punto delle strade frattesi. Ci vuole un team, una squadra di Amministratori, commercianti, rappresentanti di associazioni che lavorino per creare delle situazioni che non portino i nostri compaesani ad andare a Napoli, Aversa, Caserta ma rendere Frattamaggiore il fiore all’occhiello dell’hinterland, visto che altri paesi a noi vicini non hanno un corso come il nostro”. Cirillo ha anche qualche idea da proporre: “Tante possono essere le iniziative, ad esempio ho proposto all’Amministrazione di rivalutare quel grande parcheggio che noi abbiamo in corrispondenza dell’asse mediano che ora è gratuito. L’idea in sostanza è di far pagare agli utenti una cifra irrisoria, tipo 25 centesimi all’ora e tutto il ricavato di quel parcheggio si potrebbe reinvestirlo per iniziative a rilancio non solo del commercio, ma della vivibilità della città con eventi attrattivi non solo per i frattesi ma per tutti gli abitanti dell’area nord di Napoli e non solo”. FRATTAMINORE Passeggiare per le cittadine dell’area a Nord di Napoli, attraversare i corsi e guardare le vetrine dei suoi negozi non è più la stessa cosa. La gente c’è, i negozianti pure, ma ci sono delle cose che, quando si notano, lasciano quel senso di amaro che è difficile mandar via. Certo ci si affeziona a determinati locali, ad alcune vetrine, a diversi luoghi ma proprio quando si comincia a guardare la propria realtà, e a toccarla con mano, quando la si osserva attentamente, allora ci si rende conto che effettivamente qualcosa è cambiato. Che davvero non si vive più come prima e che, ormai, l’unica cosa che conta è la sopravvivenza. Basta passeggiare, basta girarsi intorno, basta semplicemente cercare un esercizio che era aperto anche solo due settimane fa per notare come la crisi economica tutto distrugge, tutto cambia, tutto minimizza. Non è diversa la situazione a Frattaminore, nel suo lungo e unico corso; via Giovanni XXIII era un tempo piena di negozi, di vetrine allestite, di persone che facevano shopping, di mamme che acquistavano per i loro figli, di figli che compravano accompagnati da amici, di negozianti che sì aspettavano la clientela ma questa, prima o poi, arrivava. Nei fine settimana lo strazio del traffico, del parcheggio, dell’acquisto da fare, sempre e comunque, per forza. Poi le difficoltà, la crisi economica che qualcuno dice finita, le spese e la sopravvivenza, la famiglia da mantenere e l’investimento da fare, come una scelta. Come unica possibilità. E così, ad oggi, febbraio 2014, passeggiando proprio su quel corso, sono di più gli affittasi e i vendesi che le illuminate vetrine. Il 60% di quei negozi hanno deciso di tirare giù la loro serranda, di provare con qualcosa di differente e magari di cambiare campo. Gli anni di fatica e sacrificio per fare un preciso e determinato investimento, il sogno di aprire un esercizio commerciale, la riuscita, l’inaugurazione e poi affogare nelle spese. Chiacchierando con i pochi commercianti che hanno deciso di dare la loro testimonianza, è tanta l’amarezza, il malcontento, e il senso di arresa è più forte della speranza. Sì perché la speranza si potrebbe intravedere qualche volta nelle parole dei politici, nelle loro scelte, nel loro lavoro, ma il nostro periodo, il nostro tempo, è fatto di egoismo e la politica non appartiene più al popolo. Forse non è mai stata del popolo. Il popolo vero, è quello che, ci racconta il proprietario di un negozio, “la mattina scende e combatte contro tutto e tutti e cerca non solo di vivere onestamente ma anche di guardarsi allo specchio e sentire che con le proprie forze qualcosa di buono si può ancora fare. Solo che, ad un certo punto, ci vorrebbe un aiuto e sembra che nessuno se ne importi”. Le serrande calano, i negozi affiggono nelle vetrine i cartelli Fuori Tutto, i proprietari degli esercizi a malincuore lasciano i drammatici Affittasi e Vendesi, con la speranza che qualcuno, giovane e coraggioso, possa decidere di intraprendere il percorso commerciale. Anno XXI - numero 349 - Sabato 22 febbraio 2014

Il titolare di Piacere di Fumare ci confida “ho avuto la sfortuna di aprire in un periodo che era già tempo di crisi, quindi non posso dire o testimoniare un calo nelle vendite, ogni giorno spero che vada sempre meglio, ma noto anche che intorno a me parecchi esercizi commerciali stanno chiudendo quindi immagino e sento la difficoltà della sopravvivenza e di restare aperti nonostante tutto”. Sembra proprio che questa realtà non ci appartenga più. CRISPANO Il commercio a Crispano non è mai stato molto remunerativo. Non si può certo dire che quello del commercio sia stato il settore trainante dell’economia cittadina, ma con l’avvento e l’evoluzione della crisi, la situazione è gravemente peggiorata e molti negozi riescono a coprire a “malapena” le spese mensili. La crisi non èevidente nel settore alimentare visto che bar, pizzerie e salumerie hanno risentito, ovviamente un po’ come tutti, della crisi, ma riescono a vivere dignitosamente accumulando profitti che permettono di pagare le spese e andare avanti anche se con qualche difficoltà. Molti commercianti si ritrovano nel lamentarsi di una particolare situazione che si verifica in qualsiasi settore e che, dal 2010 a oggi, è peggiorata: il problema è che la maggior parte dei crispanesi tende ad acquistare prodotti nei paesi limitrofi, e in questo modo non si ottiene uno sviluppo del paese, sempre lasciato ai margini, e costretto a sopravvivere. Inoltre, col trascorrere degli anni, si è verificato un calo generale in un percorso che sembra portare ad una discesa tutt’altro che positiva; nel centro del paese, troviamo negozi che soffrono terribilmente questa situazione ed addirittura fuori a un negozio di alimentari, troviamo l’ironica scritta: “E’ finita la crisi, è iniziata la miseria”. Secondo alcuni negozianti, c’è anche una spiegazione “antropologica” al fenomeno degli acquisti fuori città. Per loro ad acquistare prodotti nel paese sono soltanto coloro che vivono a Crispano da diverse generazioni, i crispanesi doc insomma. Quelli che a Crispano vivono, ma che non sono del luogo, la maggioranza, invece tendono ad acquistare prodotti nei loro paesi d’origine, o comunque a non acquistare a Crispano. Alcuni negozi del paese sono stati costretti al “fallimento”; tra questi ci sono il pescivendolo a Via Pigna, o anche un negozio di cioccolatini sul corso principale. Il pericolo principale, secondo molti negozianti, è che la situazione possa addirittura peggiorare, costringendo tanti altri locali al fallimento. CASALNUOVO Chi si ricorda, molti anni fa, quando nel periodo di Natale quella rotonda del centro Meridiana si bloccava per il traffico causato dalle macchine che andavano a far shopping? Quando il parcheggio era pieno al punto che ne fu realizzato un altro di fronte? Quando la fermata della Circumvesuviana di Salice portava gente da Napoli per fare shopping al centro meridiana? Era addobbato con luci accattivanti, aveva gallerie pienissime di negozi e c’era un via vai immenso. C’era lavoro, molto lavoro, per tanta gente. Oggi è tutto solo un ricordo. Non ci sono più luci, i parcheggi sono vuoti, i negozi anche, le vetrine non luccicano, non mostrano merce in vendita, né in saldo né a prezzo pieno, solo scritte di “svendita totale” ormai consumate applicate su vetrine vuote, “chiuso” o nulla. Le gallerie sono deserte, le scale mobili ferme, i locali vuoti. Lo sconforto, la desolazione. Entrare oggi nel centro meridiana è sconvolgente come abbiamo evidenziato anche in un reportage qualche settimana fa. Emblema e simbolo della crisi odierna…crisi che ha colpito il centro commerciale e i commercianti che lì avevano investito, crisi che ha ridotto tutti a chiudere, al fallimento…crisi che, inesorabile, avanza, in barba ai politici che ci parlano di ristoranti pieni e di periodo di crisi in via di risoluzione. La crisi c’è, si sente e noi cittadini la viviamo, non solo sulla nostra pelle, con il nostro salario che non basta mai, ma la vediamo anche negli occhi dei commercianti, dei ristoratori… è dovunque. Camminando per il corso di Casalnuovo, a primo impatto ci sembra un corso florido, pieno di negozi, bar, pizzetterie… guardando bene, poi, ti accorgi che c’è in corso una “guerra dei poveri”…saldi, sconti, pezzi stracciati….tutto scontato, vieni da noi che hai prezzo migliore…pur di vendere, giustamente… Andiamo in giro e chiediamo a qualche negoziante come vanno gli affari in queste settimane di saldi: “Gli affari? Quali affari?? Qui non si parla di affari, ormai, da anni! Siamo aperti per campare, per mangiare, quali affari?! Gli affari li fate voi se comprate a questi prezzi che siamo ridotti a mettere!”. In effetti il corso è un susseguirsi di “offerte speciali” e promozioni. Il che potrebbe sembrare una cosa buona per il consumatore, in realtà è spia di un disagio economico. La gente spende dove si risparmia…c’è la caccia al risparmio e alle promozione… perché i salari sono quello che sono e se si riCogito • 5


›› ECONOMIA

sparmia è meglio! Inoltre Casalnuovo è praticamente circondata da centri commerciali: Le Porte di Napoli e Mandi a due passi, Le Ginestre a Volla…“Reggere è dura”, così sintetizza un commerciante del corso. “Rispetto al passato dobbiamo lavorare di più per guadagnare di meno, ma non ci arrndiamo”. “Ma lei non vede? Chiudono negozi e aprono centri scommesse o compro oro, lei non se ne accorge?!”, così sentenzia una passante appena uscita da un negozio a mani vuote… Come disse John Fitzgerald Kennedy: “La parola crisi, scritta in cinese, è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità”, a buon intenditor… AFRAGOLA Scambiando quattro chiacchiere con gli esercenti afragolesi, in molti affermano che le attività economiche che hanno caratterizzato la città nei decenni scorsi sono state sicuramente l’edilizia e l’agricoltura: Afragola paese di Santi, costruttori e contadini, per parafrasare un celebre detto! Due campi che hanno sicuramente risentito della crisi, e già prima del 2007 hanno vissuto un netto declino. Il terzo settore, con il commercio, era riuscito a mantenersi a galla e a farlo in maniera proficua, forse perché meno praticato: garantiva una buona occupazione ed un buon guadagno a chi praticava quest’attività…almeno fino a circa 10 anni fa. Un rapporto di conoscenza e di fiducia, di fidelizzazione, consentiva ad esercenti e acquirenti di mettere in moto la macchina economica della città, che marciava speditamente, soprattutto per chi era riuscito a farsi “un nome” sul territorio. Corso Garibaldi con via Oberdan e l’antistante piazza Gianturco, via Amendola, via Alcide de Gasperi e corso Enrico De Nicola sono state sempre considerate le vie dello shopping cittadine. Lì, si sono concentrate tipologie di negozi molto differenti, dall’abbigliamento alle gioiellerie, dall’arredamento alle calzature. Ep-

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pure, queste che erano le strade più frequentate, negli ultimi anni, hanno registrato un netto calo di vendite e di clienti. Immagini frequenti sono quelle di serrande abbassate, delle scritte fittasi o cedesi attività fuori a quelli che prima erano esercizi commerciali noti e, talvolta, “storici” perché tramandati di padre in figlio per generazioni. In qualche caso si vedono anche gli scaffali ormai vuoti, si scorgono scatoloni, si osservano i segni di una crisi che sta facendo pagare un prezzo troppo caro, mandando a monte i sacrifici di una vita! “Ovviamente la gente spende quello che ha, e purtroppo negli ultimi anni non hanno molto da spendere” ha detto un esercente rammaricato, interpretando un pensiero comune a molti che hanno registrato soprattutto dal 2010 in poi, un netto calo, toccando il fondo nel 2013, con una drastica riduzione delle vendite. Tra le strade afragolesi, è il corso Enrico De Nicola quello che sembra aver subito maggiormente le tristi conseguenze della crisi, qui si sono rilevate le stime più negative riguardo la cessazione delle attività commerciali o l’avvicendarsi dei punti vendita. Camminando su quella che un tempo era una strada a doppio senso sempre trafficata, e che negli anni era riuscita a conservare un considerevole andirivieni di persone, oggi sono pochi i passanti, pochi i clienti negozi e troppe le serrande abbassate! Un fruttivendolo, un rivenditore di auto, un fotografo, un negozio di materassi, una gioielleria, un paio di punti vendita di abbigliamento bimbi, e vari di abbigliamento da uomo o da donna, infine un negozio di intimo ed un altro di casalinghi e bomboniere. Questa è la lunga lista di attività commerciali, che nel giro di poco tempo sono sparite, hanno chiuso bottega soltanto sul corso De Nicola; solo un esiguo numero ha trovato un riciclo, perché nella congiuntura economica attuale è difficile incontrare chi sia disposto ad investire. Qualcun altro ha dovuto ridimensionarsi, cercando un affittuario per i suoi locali. I negozi in franchising sono quelli che, forse, hanno un vantaggio, grazie alla garan-

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ECONOMIA ‹‹ zia del loro marchio, ma risentono comunque di una flessione dei guadagni. Il rammarico di molti è il pensiero che, se qualcosa non cambierà, tra qualche tempo saranno i prossimi a chiudere, nonostante i sacrifici fatti per resistere strenuamente: “Riesco ad andare avanti con la mia attività perché sono riuscito ad adattarmi e reinventarmi, cambiando un po’ gli articoli che vendo rispetto a quella che era la mia idea iniziale. È un’attività nata 30 anni fa ed è grazie a ciò che sono riuscito a risparmiare negli anni, che oggi posso continuare a lavorare; anche perché, a volte, si riesce a portare a casa non più di un migliaio di euro, viste le numerose tasse che paghiamo per il negozio; dobbiamo imparare ad accontentarci perché sono troppe le spese vive ed anche un’insegna a volte può diventare onerosa, visto che per tenerla stiamo occupando il suolo pubblico” afferma uno degli esercenti, che si fa voce di un malessere generale. La quasi totalità dichiara che, ormai, si lavora a singhiozzo, non c’è continuità e la maggior parte degli introiti vanno via tra bollette e tributi, anche la tassa sui rifiuti è aumentata per i negozi. Tante sono le rimostranze contro

clienti di sostare, mentre in precedenza quei posti erano occupati esclusivamente da residenti e dai commercianti stessi! I commercianti inoltre chiedono maggiore cura del verde pubblico e manutenzione delle strade,“ormai non si vede uno spazzino e gli alberi a volte li dobbiamo far potare noi! A Natale tutti i negozianti hanno fatto una raccolta per avere un po’ di animazione” spiegano gli esercenti. Le parole e la rabbia dei commercianti, le vetrine vuote, i negozi dismessi, i fittasi, vendesi o svendo tutto, dimostrano che oltre alla politica, anche la società esce sconfitta dalla crisi. A riguardo qualcuno lancia una pungente provocazione: “sembra che nessuno abbia più interesse a “salvare” le attività commerciali presenti in città, dato che non si fa nulla per incentivare il commercio. Il commercio non è il cuore dell’attività cittadina? Allora dovremmo chiudere tutti i negozi per una settimana, spegnere ogni insegna, ogni luce! Forse solo con una città vuota e buia, si renderebbero conto che i negozi sono la linfa vitale della città”.

le Amministrazioni che si sono avvicendate, seppur di colore diverso, nessuno ha mai attuato delle politiche per aiutare il commercio: “Si dovrebbe cercare di non aumentare sempre le tasse, per non gravare ulteriormente sui negozianti più piccoli; i centri commerciali hanno assorbito già una buona parte della clientela, perché attuare solo politiche a loro favore? Stanno diventando delle cattedrali nel deserto! Perché non si incentivano e agevolano le attività che rappresentano l’anima della città?”. Alcuni suggeriscono iniziative: “Si potrebbe fare l’isola pedonale qualche domenica e far mettere delle bancarelle, dei banchetti, per creare un po’ di movimento. Negli altri paesi lo fanno, ad esempio a Frattamaggiore!”. Non mancano le polemiche anche dure: “Credo sia sbagliato associare chi lavora nel commercio agli evasori fiscali e tassarli sempre più. Per questo io non mi definisco un commerciante, ma un esercente pubblico! È stupido pensare che l’evasione sia non rilasciare lo scontrino, perché ormai si è creato un clima tale in cui è quasi un danno non farlo. Paradossalmente la Finanza mi tiene sotto controllo se fatturo meno di quanto loro hanno stimato per un negozio che svolge la mia attività ed ha determinate dimensioni”. In tema di evasione le parole diventano una forte contestazione: “Se il Comune vuole fare cassa, sa come deve fare! Deve controllare e fare verifiche al catasto, perché qualche furbo non registra il suo esercizio nella categoria C1, quella dei negozi, ma con altre destinazioni d’uso, risparmiando su IMU e tasse. Ecco chi sono gli evasori, mi domando solo come mai nessuno abbia interesse a vigilare su queste cose, che corrisponderebbero a più introiti nel bilancio comunale”. Uno dei principali e fondamentali problemi resta l’agibilità ed a proposito di quest’ultimo, i negozianti suggeriscono di guardare ai paesi limitrofi. Da tre anni è diventato obbligatorio avere la certificazione di agibilità per poter aprire un negozio o per essere autorizzati a cambiare l’attività svolta da un negozio che ha chiuso, sia per il vecchio proprietario, sia per un nuovo esercente che vuole usufruire di quei locali. Se negli altri paesi basta al massimo un paio di mesi per ottenere l’agibilità, tramite l’autotutela, ad Afragola, i tempi sono estremamente dilatati: la trafila burocratica dura anche più di un anno, disincentivando fortemente chi vuole mettersi sul mercato e deve già fronteggiare la crisi. Per questo gli esercenti reclamano un piano per il commercio locale, affinché un negozio non debba rimanere chiuso per due anni, prima di una nuova apertura. Una strada piena di vetrine vuote è un danno anche per loro, non stimola lo shopping. Altra questione annosa, che divide i commercianti sono le strisce blu, croce e delizia: mentre da alcuni sono ritenute una disgrazia, altri per altri sono una benedizione. I primi affermano che a causa del “grattino” molti clienti non si fermano, soprattutto se bisogna fare piccoli acquisti o comprare un caffè al bar; preferiscono piuttosto i centri commerciali dove parcheggi gratuitamente ed hai una vasta gamma di negozi a disposizione. I secondi ritengono, invece, che le strisce permettono di lasciare la concreta possibilità ai

CARDITO La crisi è evidente anche a Cardito, sul corso principale, via Camillo Daniele, ma la vera e propria “strage” di negozi si è avuta nelle strade del centro storico dove ai problemi economici delle famiglie si sono aggiunte le tante strade interrotte per crolli e cedimenti strutturali. Una situazione che abbiamo descritto qualche settimana fa, raccogliendo le testimonianze di quei pochi commercianti che continuano a tenere aperte le serrande. Le difficoltà a circolare per Cardito hanno ripercussioni anche sulle attività delle altre strade che sono alle prese con tante difficoltà per mantenere aperta le saracinesche. In tanti puntano il dito contro l’Amministrazione comunale perché il sindaco Cirillo, in campagna elettorale, aveva promesso interventi e un cambio radicale rispetto al decennio di Barra in cui non c’erano stati interventi concreti a sostegno dei commercianti. “Tutto quello che c’era stato promesso è rimasto nel libro dei sogni e intanto noi siamo costretti a fare i conti con una crisi, aggravata dalla mancanza di attenzione verso di noi da parte dell’Amministrazione comunale” ha detto uno dei negozianti di via Camillo Daniele. A lamentarsi sono anche i commercianti delle zone periferiche, a cominciare da quelli di via Donadio, l’ex strada statale 87. “In tanti abbiamo deciso di aprire attività qui con la speranza di interventi da parte dell’Amministrazione. Ora sappiamo che sono arrivati dei finanziamenti proprio per quest’area, speriamo che sia vero e che i lavori comincino al più presto perché altrimenti saremo costretti a chiudere e questa zona tornerà a essere una strada periferica e pericolosa da percorrere solo in auto nonostante la presenza di tante case”. CAIVANO La crisi del commercio non risparmia Caivano. Il Corso principale ormai è pieno di cartelli affittasi e vendesi e per coloro che sono rimasti aperti “è sempre più difficile andare avanti”. A Caivano, inoltre, molti commercianti hanno evidenziato un altro problema: la sicurezza. Un problema comune anche alle altre città, ma che qui hanno sottolineato in tanti. Un commerciante di scarpe è particolarmente preoccupato: “E’ davvero triste dover rischiare di vedere andare in fumo l’incasso di una giornata, quando c’è, per una rapina o un furto. Purtroppo la disperazione e la povertà stanno facendo aumentare i malviventi perché chi è disperato e non è cresciuto con valori forti cade nella tentazione di armarsi e andare a fare una rapina per procurarsi il denaro necessario a portare avanti la famiglia. Avete visto quello che è successo a Napoli la scorsa settimana? Un imbianchino che non aveva lavoro, la mattina continuava a vestirsi con i panni da lavoro e poi andava a rapinare i negozi con un taglierino e, a fine settimana, portava a casa i soldi facendo finta che erano frutto del lavoro in cantiere. Una storia assurda, ma comune a tanti”.

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Cogito • 7


›› ECONOMIA

Dopo Coop, Mandi, Eldo, si apre un nuovo fronte ad Afragola

Proteste anche da Mc Donald’s L’area commerciale tra Afragola e Acerra continua a risentire della crisi economica e commerciale e attività delle località MarziasepeLa Marchesa sembrano non trovare pace! Dopo le proteste dei dipendenti dell’IperCoop durate mesi per avere un minimo di garanzie sul loro posto di lavoro, evitando la chiusura definitiva dell’ipermercato (vedi box), dopo le continue cessazioni delle attività all’interno della galleria di Mandi, divenuto ormai un centro commerciale fantasma, dopo che anche Eldo a gennaio ha chiuso le porte, licenziando più di 40 dipendenti, ecco nuovi venti di tempesta. Questa volta soffiano sul Mc Donald’s - Mc Drive che si trova al centro tra il parco commerciale di Mandi e Le porte di Napoli. Alla base delle mobilitazioni ci sono gli annunci delle nuove assunzioni, si parla di circa tremila nuovi posti di lavoro, una buona notizia che, però, stride con quanto sta accadendo ad Afragola, Casoria, Napoli e Pompei, dove gli scioperanti affermano: “Ci hanno tolto i congedi parentali e ci hanno messo in ferie forzate creando gravi disservizi: potrebbe essere l'inizio della fine”. La notizia più strana visto l’annuncio di nuove assunzioni è che sono stati annunciati per le suddette sedi ben 39 esuberi. A questi vanno ag-

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di Cinzia Lanzano giunti altri lavoratori con contratto a termine, a rischio licenziamento. Notizie poco confortanti arrivano anche dall’altro Mc Donald’s, quello situato all’interno della galleria de Le porte di Napoli, nei pressi dell’Happy Maxi Cinema, che ha chiuso da poco! Mentre quello ubicato a Casoria ha risentito della chiusura del vicino Carrefour nel 2010.

I 177 dipendenti dei vari ristoranti della multinazionale hanno scioperato con una serrata delle varie sedi, con bandiere del sindacato e cartelli davanti alla sede afragolese, alla presenza della segretaria regionale del sindacato Uiltucs-Uil, Stefania Giunta, che ha dichiarato: “Il problema dei Mc Donald's di Napoli e provincia non è legato alla crisi produttiva.

Califano, Aicast: La crisi è seria e le Amministrazioni, invece di aiutare i commercianti, li danneggiano L’AICAST, associazione industria commercio artigianato servizi e turismo, nasce nell’ottobre 2009 e si presenta come una delle prime associazioni nella provincia di Napoli che rende e vede protagonisti coloro i quali si interessano di aree commerciali, quindi di vendita non solo di prodotti vari ma anche del proprio lavoro. Nel descrivere e riportare le difficoltà date dalla crisi economica nell’area a Nord di Napoli, abbiamo intervistato il Presidente AICAST, Felice Califano che, amareggiato e demoralizzato, ci dice che “la crisi mondiale ha colpito anche le nostre zone, le nostre città. Purtroppo solo con il tempo si possono capire le conseguenze di determinate scelte politiche e mai come in questo momento posso dire e sottolineare che la gente non ha più soldi e quindi non compra più. I corsi più importanti, quelli pieni di negozi, sono oggi colmi di cartelli Affittasi e Vendesi. Caivano ne conta 20 nel primo caso e 10 nel secondo, cosa impensabile appena cinque anni fa. Molti esercizi hanno chiuso o stanno chiudendo ed è molto difficile che se ne aprano di nuovi, mentre i privilegiati che riescono ancora ad andare avanti e proseguire verso l’ipotetica ricrescita sono solo quei negozianti che posssono contare su locali di proprietà e non devono aggiungere alle spese anche quelle del fitto; anche loro però hanno diminuito il personale perché comunque devono far fronte alle altre spese necessarie per il 8 • Cogito

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ECONOMIA ‹‹ A noi, infatti, sembra molto strano il fatto che Mc Donald’s Italia pubblicizzi su tutte le reti l'assunzione di tremila persone ma che poi qui a Napoli licenzi, probabilmente per ottenere contratti diversi da quelli attuali”. A Napoli il marchio dei fast food più famosi al mondo ha creato una joint venture controllata alla pari da un imprenditore napoletano e dalla multinazionale americana, partner al 50%. Il gruppo partenopeo è Napoli Futura, che non è un licenziatario di McDonald’s Italia, un caso unico in Campania, e gestiva ben nove dei ristoranti che McDonald’s Italia possiede in Campania (due ad Afragola, due a Pompei e uno a Casoria, due a Napoli Via Argine e Piazza Municipio, a Salerno e a Nocera). È Napoli Futura quindi a occuparsi dei rapporti coi lavoratori e a sottoscrivere i contratti di secondo livello e dei rapporti con i lavoratori dei propri ristoranti. Esonerando, la multinazionale dalle numerose “noie” che implica il confronto coi propri dipendenti. I dipendenti sono in prevalenza donne, molte delle quali impiegate da anni assunte a tempo indeterminato con un contratto part-time da 20 ore settimanali e uno stipendio di circa 500euro mensili; già nel marzo scorso, in occasione di un’altra protesta per l’ipotesi di eventuali trasferimenti verso le altre sedi, alcuni avevano lamentato che era una sorta di licenziamento indotto e inoltre denunciarono il fatto di dover svolgere contemporaneamente diverse mansioni (addetti alle patate, alle bibite e alla cassa) e il mancato rispetto dei dovuti riposi tra un turno e l’altro, che diventano estenuanti. In quella circostanza si pensò a una sorta di manovra, per ridurre il personale, dato che molti dipendenti sarebbero stati costretti a rassegnare le dimissioni, ci sarebbe stato un vantaggio per l’azienda napoletana che doveva fare i conti con lavoratori che oltre all’esperienza avevano maturato scatti di livello e anzianità. Anche in questo caso il dubbio che sorge riguarda i contratti, non si spiega infatti la difformità degli annunci: da un lato 39 esuberi in Campania, dall’altro nuove assunzioni in tutta la penisola. La spiegazione potrebbe essere la sostituzione con giovani lavoratori con contratti meno gravosi, da sfruttare solo per qualche mensilità. mantenimento di un’attività commerciale”. Gli chiediamo, quindi, di esporre le sensazioni e le idee degli associati, e il Presidente ci spiega che “con l’aumento delle tasse non si è fatto altro che peggiorare ancora di più una situazione che era già, di per sé, drammatica. Se i Comuni aumentano le tasse e i tributi, e avvisano i paganti in ritardo e spesso creando tranelli, i venditori non avranno mai la possibilità di risanare quell’economia che sta morendo sempre più lentamente”. Quando chiediamo di fare esempi concreti, Califano ci dice: “I Comuni di Frattaminore e Caivano hanno inaspettatamente aumentato, a novembre, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, la TOSAP, trascinando anche la vendita al mercato, quindi la più economica e richiesta, nella crisi dalla quale sembrava che potesse essere esclusa o almeno risparmiata in parte”. Molto sfiduciato anche il pensiero verso il futuro e le possibili soluzioni: “Penso che, in altri tempi, la crisi economica permetteva lo sviluppo e l’apertura dei Compra Oro; oggi, invece, la gente, ormai vuota, preferisce spendere pochi euro nei centri dove si gioca o si scommette per cercare la fortuna nel gioco. Il punto è che la forte disattenzione da parte delle Amministrazioni Comunali, e del sistema politico italiano, è parte di quel fattore di crisi che costringe i venditori e i commercianti, trasmettitori di miseria, alla chiusura degli esercizi e al fallimento. La loro incompetenza non ci porterà mai alla rivalsa o a un miglioramento di questa condizione ormai al limite”. Marina Esposito Anno XXI - numero 349 - Sabato 22 febbraio 2014

“Dopo Coop, Mandi ed Eldo, si apre un nuovo fronte per la difesa del lavoro”

Sono cominciati lo scorso 5 febbraio i lavori nell’ipercoop di Afragola. Dovrebbero durare non più di un paio di mesi e, alla fine, l’ipermercato che conosciamo da una quindicina d’anni si trasformerà in un grande supermercato dove non si venderanno più elettrodomestici, libri, accessori per auto e altre merci non strettamente legate alla spesa quotiiana e settimanale delle famiglie. E intanto, stanchi delle continue voci sul loro futuro, alcuni dipendenti hanno deciso di licenziarsi. Dei 226 addetti, fino a qualche settimana fa in organico, ne sono rimasti 205. Una ventina ha scelto di dimettersi. Per altri settanta, invece, è cominciata la cassa integrazione a zero ore che dovrebbe durare un anno per una parte di loro, mentre gli altri torneranno al lavoro solo nel 2016. Probabilmente con contratti diversi rispetto a quelli che c’erano fino a pochi giorni fa e che continuano a esserci per quelli ancora al lavoro. I 130 lavoratori rimasti in attività dovranno fare turni diversi e anche lunghe pause forzate dal lavoro. Anche perché visto che l’ipermercato passerà dai diecimila metri quadrati ai quattromila sono troppi tanti dipendenti. Quello di Afragola è il secondo ipermercato della provincia di Napoli, dopo l'Auchan di Volla, a sparire per far posto a un "superstore", cioè a un qualcosa che è poco più di un supermercato. Chi, in questi giorni, è andato all’Ipercoop si è reso conto del cambiamento in atto. Un muro ha nei fatti spaccato in due il centro commerciale eliminando i reparti dedicati ettrodomestici e ai casalinghi, già svuotati in precedenza. Intanto Campania Distribuzione Moderna, la newco di salvataggio dell'Ipercoop di Afragola, ha incontrato i sindacati e firmato l'accordo per l'avvio della cassa integrazione per la ristrutturazione. Ma non si sa cosa possa accadere alla scadenza di questo periodo, cioè nel 2016, quando scadranno gli ammortizzatori sociali e scatterà l'erogazione dei salari tagliati, come da accordo sindacale. Si spera che i lavoratori che non riusciranno a rientrare nell’organico possano essere assunti dai negozi che andranno a occupare lo spazio lasciato libero dalla Coop, ma bisogna anche capire se ci saranno imprenditori disposti a investire in quegli spazi in un periodo in cui il commercio è in crisi profonda e i centri commerciali si riempiono di gente che va solo per trascorrere qualche ora a guardare le vetrine, senza spendere soldi che non ha. Valerio Cerbone Cogito • 9


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Decisione inspiegabile del Ministero dell’Ambiente

Cardito fuori dalla terra dei fuochi I carditesi non avranno la possibilità di fare i controlli gratuiti previsti dal Decreto Al Monaldi un progetto per verificare il legame tra inquinamento ambientale e tumori l decreto sulla Terra dei fuochi è ormai legge, ma non si fermano le polemiche dei comitati che contestano

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le misure previste, come abbiamo evidenziato nel numero scorso. Alle voci critiche dei Comitati si è ora aggiunta quella del sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo. Il testo prevede infatti lo stanziamento di cinquanta milioni di euro per il 2014 e il 2015 per fare gli screening medico sanitari sulla popolazione che risiede in queste aree. Un intervento necessario perché, come sostiene il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, “bisogna dare sicurezza e tranquillità alla popolazione”. Chi ha compilato la lista dei Comuni interessati ne ha però esclusi alcuni, nonostante anche questi insistano tutti nella stessa area geografica. Tra questi vi è il comune di Cardito e il primo cittadino, Giuseppe Cirillo, sostiene che questa sia “un’esclusione inspiegabile”. “Il Ministro – afferma il Sindaco – deve spiegarci perché il decreto non tiene conto anche dei cittadini che vivono nel

nostro comune. Seppure abbiamo aumentato la vigilanza, predisponendo sistemi ad hoc per evitare i roghi tossici, subiamo comunque le conseguenze dei fuochi che vengono appiccati nei paesi limitrofi. Purtroppo respiriamo anche noi la stessa aria viziata, mangiamo anche noi i prodotti delle stesse terre. Tutti sanno che i comuni presenti nell’area a Nord di Napoli, sono legati tra di loro al punto che, spesso, è difficile capire quali siano i confini geografici degli stessi. Siamo tutti concentrati in pochi km, per questo non riesco a capire il motivo per il quale il Governo ha scelto di non predisporre lo screening anche per noi, urge una correzione immediata ed io farò il possibile affinché ciò avvenga. Scriverò personalmente al Ministro Lorenzin, all’Assessore Regionale Romano ed al Prefetto, per chiedere quale sia stato il criterio della nostra esclusione. Probabilmente pensano che vi siano cittadini di

Un’applicazione per verificare l’origine dei prodotti In Campania nasce "QR-Code", un codice a barre che servirà al cittadino per acquistare prodotti alimentari sicuri. Al momento dell'acquisto, infatti, i consumatori riceveranno, in maniera chiara e immediata, tutte le informazioni sulla salubrità e tracciabilità di quanto acquistato. Il progetto, presentato dal Presidente della Regione, Stefano Caldoro, è nato da un'idea del Tavolo tecnico permanente, attivato dalla Regione nell'ambito delle iniziative assunte per la Terra dei Fuochi. Su "QR-Code Campania Sicura" è stata raggiunta una prima intesa tra Confindustria Campania e l'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno. Il codice QR (in inglese Qr code, abbreviazione di quick response, risposta rapida) è un codice a barre bidimensionale composto da moduli neri disposti all'interno di uno

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schema di forma quadrata che viene impiegato per memorizzare informazioni destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. Basterà, infatti, inquadrarlo con la fotocamera dopo aver aperto l'applicazione di lettura. Al momento dell'acquisto, sarà solo necessario puntare il cellulare sul QR-Code per vedere comparire sullo schermo tutte le informazioni sulla sicurezza e sulla tracciabilità del prodotto da comprare. Grazie a una schermata che porterà a un link sul sito dell'Istituto zooprofilattico, si conosceranno i risultati delle analisi più recenti; l'archivio risultati precedenti analisi e la geolocalizzazione dell'azienda produttrice. Al momento le aziende interessate al progetto sono circa 300; 240 hanno già sottoscritto la convenzione mentre per altre 68 è in corso l'iter procedurale. Vittorio Santoro

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CRONACA ‹‹ serie A e cittadini di serie B”? E, a proposito di screening e controlli medici, nei giorni scorsi è stato presentato uno studio che sarà portato avanti dall’Istituto Pascale di Napoli, un’eccellanza nel campo della lotta ai tumori. Lo studio ha l’obiettivo di verificare se esistono differenze di alterazioni genetiche tra chi vive nelle zone della Terra dei fuochi (tra Napoli e Caserta) e altre aree della Campania. L'indagine scientifica promossa dalla Fondazione Pascale è la primo ad affrontare questo tema. Lo scopo è verificare se esiste una correlazione diretta tra l'inquinamento ambientale e l'insorgere di neoplasie. Il progetto è stato illustrato nel corso della presentazione di Pomodoro Flambé, l'instant book del Corriere del Mezzogiorno sull'emergenza am-

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bientale e agroalimentare, a cui hanno partecipato il procuratore della Repubblica a Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, Marco Demarco, editorialista del Corriere della Sera, Tonino Pedicini, direttore generale del Pascale e Gaetano Lombardi, presidente del Civ del Pascale. Il progetto coinvolgerà 300 individui che hanno contratto il tumore ai polmoni e che sono stati operati al Pascale. Di questi, 150 provengono dalle aree della Terra dei fuochi. Lo studio analizzerà le 300 biopsie polmonari custodite nella banca oncologica dell'Istituto tumori napoletano e si studieranno le mutazioni genetiche dei tessuti con l'obiettivo di “scoprire se esiste un profilo diverso per chi ha contratto il cancro al polmone nelle aree delle province di Napoli e Caserta

che sono, più di altre zone campane, interessate dal fenomeno dell'inquinamento ambientale”. Nel corso della presentazione è stato spiegato che se lo studio pilota accerterà l'esistenza di almeno un 20% di mutazioni provocate da fattori non conosciuti, allora si potrà dire che esiste un problema ambientale e una correlazione tra insorgere della malattia e condizioni ambientali. “Mentre tanti si limitano a parlare sottolinea il direttore generale del Pascale, Tonino Pedicini - noi proviamo a dare risposte e lo facciamo utilizzando 87.000 euro dalla quota del 5X1.000, restituendo così ai cittadini le loro donazioni”. I primi risultati del progetto si avranno entro il 15 settembre 2014.

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Parla Pasquale Crispino, consigliere dell’Ordine degli agronomi

“Non distruggiamo la nostra agricoltura” “Molti dei terreni sequestrati davano prodotti che non erano pericolosi per la salute” el battage mediatico intorno alla Terra dei fuochi, manca, spesso, la tesi degli agronomi. Per questo, abbiamo inconrato Pasquale Crispino, consigliere dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Napoli, per chiarire in merito al presunto inquinamento delle falde acquifere che ha generato il conseguente sequestro dei terreni, dei pozzi (in alcuni casi poi dissequestrati) e delle produzioni nel territorio di Caivano; senza dimenticare i casi in cui c’è stato il ritrovamento di rifiuti interrati. Negli ultimi mesi l’agricoltura ha subito un forte freno anche sulla scia dell’emozione creata dal sequestro di migliaia e migliaia di metri quadri di coltivazioni, anche se, in alcuni casi, quelle coltivazioni sono poi risultate del tutto prive di pericoli per la salute... “E’ decisamente un allarmismo mediatico infondato che ha prodotto gravi ripercussioni d’immagine all’intera Campania, già sotto i riflettori per l’emergenza rifiuti da alcuni anni. E’ fondamentale sottolineare che c’è un vuoto legislativo sia nazionale che europeo in merito alla qualità delle acque a uso irriguo e dei terreni a uso agricolo. Una realtà che ha portato a discriminare suoli che oggi sono sequestrati e risultano per assurdo indenni da qualsiasi smaltimento incontrollato di rifiuti si urbani che speciali”. Cosa si dovrebbe fare per evitare che ciò accada? “Sicuramente circoscrivere le aree inquinante ei siti contaminati per poi procedere con la bonifica, limitare attraverso un’azione di vigilanza gli sversamenti illeciti e valorizzare i siti produttivi dove non c’è rischio per la salute pubblica”. E invece cosa avviene oggi? “A Caivano, così come in altri comuni della cosìddetta Terra dei fuochi, si assiste solo a una serie di sequestri che avvengono sulla presunzione che il superamento di alcuni parametri del testo unico dell’ambiente relativo alle acqua di falda e

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di Antonio Trillicoso dei terreni generi ortaggi non salubri, il tutto senza un vero riscontro scientifico”. Quindi questi sequestri rischiano di portare solo danni all’economia agricola del territorio? “E’ davvero un colpo per l’agricoltura perche in essa si è impropriamente e ingiustamente individuato il colpevole di tanti malanni, anche se i risultati delle indagini e delle analisi sui prodotti agricoli effettuati dall’Istituto Superiore di sanità dimostrano la perfetta bontà delle produzioni agricole e che non vi è un trasferimento degli inquinanti ambientali agli alimenti e che pertanto non c’è reale rischio per la catena alimentare”. Cosa bisognerebbe fare come prima cosa? “E’ urgente e necessario che le aree non inquinate siano restituite agli agricoltori insieme alla credibilità perduta in modo che possano continuare a lavorare con successo per la crescita economica della nostra regione per riacquistare la fiducia dei consumatori. Per fare ciò le Istituzioni si devono mobilitare per recuperare la credibilità”. Come è possibile recuperare la fiducia persa nei prodotti campani? “E’ necessaria una mappatura dei siti puntuale e cominciare la bonifica dei terreni inquinati, nonché disciplinare la qualità minima ai fini agricoli di acqua e terreno”. Si è parlato di inquinamento della falda acquifera di Caivano da qui i sequestri dei terreni. Lei cosa può dirci in merito? “Che i sequestri sono stati effettuati confrontando le analisi delle acque alle norme ambientali, senza aver effettuato alcun rilievo analitico delle produzioni agricole. Non c’é stato nessun riscontro reale sulla salubrità dell’alimento, cioè non stata realizzata l’analisi del rischio per i consumatori”. Come è stato possibile? “Perché le autorità competenti, in base a una eccedenza di

fluoruri e manganese nelle acqua dei pozzi sospetti, hanno sequestrato i pozzi ipotizzando che tali valori anomali fossero dovuti ad azioni fraudolenti, escludendo che la presenza di tale eccesso di alcune sostanze fosse dovuto all’origine vulcanica del nostro territorio. Voglio segnalare che nei pozzi incriminati non sono stati rilevati valori oltre la norma, né elementi pericolosi per la salute umana contrariamente a quanto accaduto nelle acqua del bresciano e del viterbese impiegate per l’irrigazione. Inoltre in molte zone d’Italia sono state eseguite una serie di deroghe anche per le acqua potabile con la possibilità di bere acque con presenza di elementi arsenico pari al doppio di quanto ritrovato a Caivano e sequestrato. Tra le tante anomalie voglio segnalare ancora che risulta incredibile che nel decreto che disciplina le acque minerali è consentito per l’alimentazione umana acqua con contenuto di fluoruri e manganese superiori a quello contenuto per i pozzi di Caivano usate per l’irrigazione e definite acqua inquinate”. Con questo cosa vuole sostenere l’Ordine dei dottori agronomi e dottore forestali della provincia di Napoli? “Che con la diffamazione non si offre un servizio ai consumatori ma esclusivamente a coloro i quali non hanno a cuore il comparto agroindustriale campano o a chi potrebbe nutrire interesse nell’attuazione delle paventate bonifiche, oggetto di frequenti elucubrazioni politiche. Le analisi sino ad oggi effettuate, dimostrano che tutti gli ortaggi coltivati proprio sui terreni sequestrati e irrigati con l’acqua dei pozzi sequestrati sono risultati perfettamente salubri”. Quindi a conclusione cosa ci può dire per tranquillizzare i consumatori e recuperare la fiducia nell’agricoltura locale? “Per la piana agricola di Caivano come di Giugliano ad eccezione dei suoli dove sono stati individuati sversamenti non ci sono elementi per definite il sito inquinato e quindi di fatto non ci sono rischi per la salute pubblica”.

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CRONACA ‹‹

Soprano, dalla Terra dei fuochi alla conquista della Maratona di Napoli iuseppe Soprano ha appena compiuto, lo scorso 10 febbraio, 26 anni. È un ragazzo come tanti, che vive la quotidianità delle cittadine dell’area a Nord di Napoli e che cerca di costruirsi un suo futuro. Con la sua famiglia, la fidanzata, gli amici, Giuseppe cerca il suo posto nel mondo e lo fa onestamente. Ha lavorato saltuariamente come aiuto parrucchiere, distribuendo volantini, aiutando in casa e proponendosi sempre, mettendosi in discussione e non tirandosi mai indietro, umilmente, sapendo che non c’è niente di più importante che vivere la propria vita grazie al lavoro e al sacrificio. Nonostante le pressioni familiari, con la spinta e la voglia di un’indipendenza che sarebbe stata sempre più forte, ha deciso di non diplomarsi e di mettere in pratica la sua tenacia, le sue idee, la sua volontà. Si è ritrovato nell’atletica leggera quasi per caso, circa otto anni fa e ha cominciato a prepararsi sia sui diecimila metri che sui ventunomila. Si è allenato tanto, sia in collina che in montagna, ha partecipato alle gare regionali cross vincendo quella del 2013. Ristabilitosi dopo un infortunio, con il suo allenatore Giuseppe Ifiginia, per circa tre mesi si è preparato atleticamente per poter partecipare alla maratona Lucrino-Napoli (organizzata da Mario Scarola), ed è stato proprio lui a essersi aggiudicato la sedicesima edizione della gara. Soprano ha chiuso

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in 2.28.08 precedendo gli altri di oltre sette minuti. Tra le quasi duemila persone che hanno partecipato alla maratona, da diverse parti d’Italia ma anche da altri paesi sia europei che non, hanno dominato ed erano visti come favoriti per la vittoria finale Ismail Adim e El Mourid Morad. I due, però, non sono riusciti a concludere e sono arrivati al traguardo rispettivamente quarto e sesto. Giuseppe Soprano, ha fatto gara di coppia con Mirko D’Andrea (terzo in 2.35.33), ha poi staccato il podista dell’Atletica Isernia al 38esimo chilometro. Tra loro si è inserito Francesco Durante (secondo in 2.35.09). Nonostante il giallo ricevuto a fine gara per un ricorso presentato contro la sua vittoria per una presunta assistenza dall’esterno, la giuria ha respinto tale ricorso e il vincitore ha potuto vivere finalmente il suo meritatissimo premio. Dopo tredici anni, l’Italia, ma soprattutto Napoli e la sua forza, la sua rabbia, la sua voglia di riscatto, torna a vincere e Giuseppe riesce a restituire a questa città dilaniata dalle polemiche e alla sua provincia, il suo orgoglio. L’atletica è uno sport difficile, da fare in solitudine, che ti costringe ad una concentrazione continua e dura. Non è solo una questione di fisico, di corpo, o di forza che si ha nelle gambe. È il momento in cui si dimostra la tenacia e la voglia di lottare, di combattere, con la testa, con ma-

turità e professionalità. Poche volte ci si può guardare intorno e pensare che ci sia qualcuno che, giovane e onesto, possa essere un esempio di vita. Giuseppe Soprano ha dimostrato che, inaspettatamente,

con il duro lavoro e il sacrificio, alle volte i risultati pagano. E quando pagano, è una soddisfazione enorme. Un’emozione indescrivibile. Prossimo obiettivo: riuscire a scendere sotto i 2:20, e magari essere convocati in nazionale. E allora un grande in bocca al lupo a Giuseppe e a chi, come lui, crede che qualcosa di meraviglioso sia ancora possibile, nonostante tutto. Marina Esposito

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Il buon esempio arriva da un gommista afragolese ella terra dei fuochi, l'educazione a non abbandonare gli odiati pneumatici nelle periferie arriva da un gommista. Nei giorni scorsi gli agenti della polizia municipale, guidati dal comandante Luigi Maiello, sono stati contattati da Antonio Petrellese, titolare di una officina di montaggio pneumatici, per andare in via Cantariello, zona nota per il continuo abbandono dei rifiuti, per raccogliere una catasta di pneumatici abbandonati. Giunti in via Cantariello, il gommista di Afragola, insieme ai caschi bianchi, ha raccolto quasi una cinquantina di pneumatici ammassati uno sopra l'altro, e li ha portati nella sua officina per poi consegnarli alla ecopneus per il trattamento di smaltimento finale. Ha coinvolto i poliziotti municipali per evitare di essere scambiato per uno che stava gettando i copertoni. “Li ho notati ammassati al bordo della strada e ho deciso di chiamare la polizia municipale per andare a raccoglierli - ci racconta Petrellese - per evitare che qualcuno gli desse fuoco. Ho molta sensibilità per l'ambiente. Forse

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qualcuno ad Afragola non sa che lo smaltimento dei pneumatici non è più a pagamento”. Con questo gesto, il gommista ha evitato che qualcuno incendiasse il cumulo di pneumatici. Un gesto molto apprezzato dal Comandante della Municipale di Afragola che ha subito avviato un'indagine per capire chi ad Afragola abbandona i pneumatici nelle periferie. Infatti, lo smaltimento delle gomme usate avviene tramite i raccoglitori autorizzati. “Siccome - come ci spiega Petrellese - lo smaltimento lo si paga quando si acquista il pneumatico nuovo, allora i gommisti in regola con la legge, possono chiedere alla ecopneus di venire a raccogliere le gomme usate senza spendere un solo centesimo”. E quindi, secondo gli investigatori dei caschi bianchi, non si esclude che chi ha abbandonato le gomme per strada, possa essere qualcuno che, abusivamente, esercita la professione di gommista. Non è la prima volta che ad Afragola i poliziotti della municipale, arrestano persone intente ad abbandonare rifiuti speciali nelle periferie come gomme, pezzame da scarto, oppure ricambi delle auto in disuso. Insomma un vero e proprio dramma che anche grazie ai nuovi sistemi utilizzati dalla polizia municipale di Afragola, tra cui anche i Droni, sta per essere definitivamente debellato. Francesco Celardo

Doppia B: Racconto la Terra dei fuochi nonostante gli ostacoli on mancano le minacce verso chi si occupa della Terra dei fuochi e questa volta a essere colpito sarebbe stato anche un musicista: Tommaso Marzano, un giovane rapper di Caivano, che da anni scrive e compone musica con il nome di DoppiaB. Come ogni artista attinge dal quotidiano, da quello che gli accade intorno per liberare la sua creatività; nel pieno dello scempio ambientale che ha colpito le nostre zone, il giovane rapper ha ritenuto opportuno e doveroso inserire in una sua canzone l’ormai famosa lite tra il prefetto di Napoli De Martino e Don Patriciello e questo gli avrebbe causato qualche problema. Doppia B, da cosa nasce il tuo nome d’arte, quando hai cominciato e quando hai capito che questa sarebbe stata la tua strada? “Doppia B sta per doppio bastardo nel senso buono, a Napoli quando non hai una famiglia sei un bastardo, la seconda B invece, perché il mondo è bastardo e se non ti comporti da tale sei tagliato fuori. Ho cominciato a 15 anni con un gruppo che si chiamava EMS, eravamo in tre, poi ognuno ha preso la sua strada. Per una serie di problemi staccai e ho ripreso dopo molti anni da solista. Vivendo in una famiglia molto disagiata ho dovuto affrontare tante avversità, un giorno in un mercatino comprai una cassetta hip hop e rimasi folgorato da quel sound, capii che quella era musica di protesta e denuncia, la mia musica, e me ne innamorai subito, non avendo fratelli era per me una valvola di sfogo”. Chi sono stati i tuoi maestri? “Su questo sono sempre stato autodidatta, però ho imparato molto dai tanti artisti con i quali ho collaborato, come dj Jad degli Articolo 31, Ciccio Merolla, Shaone, già li ascoltavo da ragazzino e col tempo ho attinto veramente tanto, con dj Jad in particolare, anche sotto il profilo umano”.

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Veniamo alla questione terra dei fuochi; due brani da te composti ti sono costati minacce e ritorsioni da parte di ignoti, ce ne vuoi parlare? “A me le cose storte non piacciono, un giorno sarò padre e i miei figli dovranno vivere qui, persone alle quali tenevo non ci sono più per colpa di quella malattia. Il brano in questione si chiama “Giallo verde”, (in questo brano è inserito l’audio della diatriba tra il prefetto di Napoli e don Patriciello) brano finanziato da me stesso, ci tengo a precisare che ho organizzato concerti sul nostro territorio, sempre di tasca mia. Ti dico che tutti, o quasi tutti, remavano contro, ho subito di tutto, telefonate anonime, minacce su facebook, minacce personali a sfondo intimidatorio, in piazza durante un concerto mi era stato promesso che avrebbero staccato la corrente se avessi parlato della questione terra dei fuochi, non sapevo però da chi venissero fatte queste intimidazioni, fortunatamente alla fine non è successo niente”. A febbraio esce il tuo terzo lavoro discografico “Il croupier”, album dicotomico per i contenuti e per gli artisti che hanno condiviso con te questa tua fatica, da dj Jad a Tommy Riccio, dal rap al neomelodico, raccontaci quest’alchimia... “Diciamo che oggi lo fanno un poco tutti, però chi fa il pezzo con il cantante neomelodico si adatta al cantante stesso, io faccio l’inverso, è il neomelodico che si adatta al mio stile. I pezzi del nuovo disco sono dei remake, ma non scelti a caso, anzi, fortemente voluti da me, ogni pezzo ha un suo significato. Il disco quindi si divide in due parti, da un lato troverete rivisitazioni dei brani famosi, dall’altro invece tracce nuove composte con Ciccio Merolla, dj Jad, Shaone, ognuno ha fatto la sua parte ed è nato questo nuovo album che dovrebbe uscire nei prossimi giorni”. Stefano Andreone Anno XXI - numero 349 - Sabato 22 febbrazio 2014


CRONACA ‹‹

Lutto nel mondo della chiesa. Se ne è andato il decano dei Missionari

E’ morto Padre Ferdinando Il religioso caivanese era in Brasile dal 1953; ha contribuito alla fondazione di scuole e chiese massima povertà il vangelo della carità e della solidarietà. Per venire incontro alla formazione umana, culturale e lavorativa della gente dei luoghi ove ha operato da missionario, avviò corsi di formazione di ogni genere, da quello in campo edile a quelli più impegnativi nel settore dei servizi. Nel suo amato Brasile era arrivato con altri missionari passionisti della Provincia religiosa dell’Addolorata, comprendente il Basso Lazio e la Campania, alla fine del 1953, ed è rimasto per 60 anni, fatto eccezione per le poche volte che veniva in Italia, non solo per rivedere confratelli, parenti e conoscenti, ma specialmente per “Il giorno 3 novembre 2013, in chiedere aiuto e sostegno per i Padre Ferdinando Vitale, al centro, nella prima fila in basso, Brasile, a Barbacena è morto, all’e- nei primi giorni di missione in Brasile, dove resterà per 60 anni suoi tanti bambini considerati tà di 99 anni, Padre Ferdinando dei figli, bambini presi dalla stradella Sacra Famiglia (Giuseppe Vida, senza genitori e senza parenanni ininterrotti, seguendo l’iter umano tale), nato a Caivano il 23 novembre e formativo di intere generazioni di ti diretti che poi venivano accuditi in 1914, e professato tra i passionisti, a Pa- bambini, genitori brasiliani sprovvisti tutto nei progetti sociali, che sono stati i liano l’11 novembre 1933, ordinato sa- del necessario. Uomo di preghiera, ma luoghi privilegiati dei missionari passiocerdote a Paliano il 3 giugno 1939. I so- soprattutto di carità fattiva e generosa, nisti nei due Stati brasiliani dello Espirilenni funerali si sono svolti il 5 novem- che impegnava il suo tempo per trovare to Santo e del Minas Gerais in 60 anni bre nella Chiesa principale di Barbacena soluzioni immediate per la sopravviven- di presenza. Una presenza che si è allaralla presenza del vescovo della Diocesi, za di tanti bambini. Suo impegno quoti- gata e ampliata con molte vocazioni alla di numerosi sacerdoti e tantissimi fedeli diano, negli anni in cui ha operato a vita sacerdotale e religiose, dovute alla accorsi per dare l’estremo saluto al mis- Barbacena, era quello di girare per le pa- promozione vocazionale di Padre Ferdisionario dei poveri e dell’infanzia abban- netterie e ritirare, ogni giorno, il pane nando Vitale, un vero maestro di vita donata, a padre Fernandinho. Il giorno non venduto, che gli veniva dato gratui- spirituale, apostolica e missionaria e un successivo la sepoltura dello stimato sa- tamente per poi distribuirlo subito ai saggio direttore all’intero e all’esterno cerdote nella cripta del Centro sociale, bambini, quando tornavano a casa dopo della Congregazione dei Passionisti, di Projeto Devida di Barbacena, realizzato, la scuola. cui andava orgoglioso. in buona parte, con le offerte avute da I solenni funerali sono stati celebrati padre Ferdinando dall’Italia. ieri a Barbacena, presso il Projetto DeviL’esemplarità di questo sacerdote di da, di cui una parte dell’intero complesorigini napoletane sta nel suo zelo mis- so è stato intitolato proprio a lui e al suo sionario, vissuto con lo stesso spirito de- impegno carismatico in questa zona a gli inizi per 60 anni continuativamente. ovest di Belo Horizonte. Persona semplice, umile, gioiosa ha visMolte le opere realizzate in varie città suta la sua esperienza di missionario pas- del Minas Gerais a Colatina, Barra Sao sionista in una terra, quella brasiliana, Francisco, tra chiese, opere sociali, disdalle grandi problematiche umane e so- pensari. I bambini e la famiglia erano al ciali, portando il suo contributo di idee centro del suo cuore e con l’affetto e la di impegno di vita cristiana, ovunque è tenerezza del sacerdote napoletano porstato. Era dalla parte dei poveri, ha vis- tava avanti le varie iniziative confidando suto con i poveri e tutto faceva per i po- molto sulla provvidenza. Nei suoi viaggi veri. I progetti sociali per i bambini sono di spostamento da una zona all’altra delstati il suo impegno prioritario nello Sta- la missione utilizzava una mula, alla quato di Minas Gerais e di Espirito Santo in le aveva dato il nome di “Peppinella”. Brasile. Tante le città e i luoghi che han- Persona umile, distaccata dai beni della no vista la sua opera missionaria in 60 terra, ha vissuto con semplicità e nella ualche settimana fa è morto Padre Ferdinando Vitale, missionario caivanese. I suoi concittadini lo ricordano perché, nelle poche occasioni in cui tornava, non faceva altro che parlare delle sue missioni. A chi gli chiedeva dove trovava le energie per fare quel che faceva, rispondeva: “Che cosa sto facendo di particolare? Semplicemente quello che Gesù chiede ai suoi discepoli, e niente di più”. Ora che è morto, sarebbe auspicabile un ricordo del Missionario caivanese che era tanto amato in Brasile dove ha vissuto quasi tutta la sua vita. Noi lo ricordiamo con le parole del Passionista Padre Antonio Brugi.

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Compie un anno la mensa della Caritas nella Basilica di Sant’Antonio

Un aiuto concreto ad Afragola Ogni giorno decine di persone mangiano un pasto caldo grazie a 120 volontari di Carmen Celardo ’ quasi un anno che la mensa promossa dalla comunità cuni benefattori che, attraverso le loro donazioni, assicurano il dei Frati minori della Basilica di Sant’Antonio è attiva quotidiano svolgimento della preparazione e distribuzione dei sul territorio afragolese. La distribuzione gratuita di pa- pasti. Le difficoltà di gestione non mancano, c’è sempre bisogno sti è stata avviata il 4 febbraio 2013 nel cortile dell’ex scuola di trovare fondi e la comunità dei frati è riuscita a coinvolgere Mozzillo dove è stata allestita una “tendostruttura”, molto acco- numerosi imprenditori e commercianti che si sono resi disponigliente e in grado di accogliere circa settanta persone; la strut- bili a offrire ogni bene per garantire il vitto ai sopravvenuti. Toccanti le testimonianze di chi si rivolge alla mensa di Santura è ben riscaldata, dotata di tavoli e panche e collegata direttamente alla cucina della Caritas dove i volontari provvedono al- t’Antonio per un pasto caldo: una donna, madre di tre figli, senza freni ha condiviso le difficoltà che affronta da anni, ormai: la preparazione del pranzo. “Doniamo il nostro tempo con gioia e mettendoci davvero tan- “La crisi è tanta e si fa sentire. Mio marito è da tempo che non lato impegno”. Queste le parole di una delle tante persone coin- vora io ogni tanto faccio i lavori domestici e quando mi chiamano volte in questa attività di volontariato, nello specifico 120, sud- corro subito, anche solo per cinque euro, l’importante è che riesco a divisi in 4 o 5 gruppi di lavoro che si alternano a rotazione nel- far mangiare i miei figli. Ma, è un lavoro saltuario, per settimane la gestione del tutto; alcuni frequentano i gruppi parrocchiali, intere non vediamo “un’ euro” e quindi vengo qui alla mensa, una altri sono semplici fedeli accomunati dall’altruismo e la gratuità. seconda casa per me dove, non solo trovo un piatto caldo per me e i La disponibilità dei volontari coinvolti nel progetto è totale, miei cari ma anche l’accoglienza di persone fantastiche. Ormai vihanno seguito corsi di formazione ad hoc affinché potessero ca- viamo alla giornata, quel che sarà, sarà. Io accetto davvero tutto sempre con il sorriso”. pire il modo giusto per approcciarsi a queste persone. Inizialmente erano poche le persone che si recavano alla mensa, forse per una mancata conoscenza dell’iniziativa ma, a un anno dalla sua apertura, il numero degli indigenti che si “rifugiano” nella struttura è cresciuto notevolmente: circa ottanta tra extracomunitari, senza tetto e umili famiglie. Trenta abitudinari consumano il pasto in loco mentre, gli altri, la maggior parte, preferisce, per vergogna o pudore, prendere il cibo, confezionato accuratamente dai volontari, e portarlo a casa. Sono davvero grati ai frati minori e ai volontari che hanno promosso questa iniziativa. “Mi sento un loro figlio, ho trovato rifugio, conforto, dico davvero grazie ad ognuna di queste persone, perché tutto quello che fanno vedo che si fa con amore”. Queste le parole di un giovane trasferitosi, per motivi familiari, da Palermo, vive ad Afragola e ogni giorno si reca a Napoli dove si “arrangia” facendo il venditore ambulante: “Le cose mancano ma cerco di andare avanti come posso, anche se non è facile anzi…tante persone vivono il mio stesso disagio, prima o poi arriverà anche per noi la serenità, no? Io ci credo”. Ormai, questa condizione di povertà affligge un gran nu“Siamo consapevoli che non è facile cercare di relazionarsi a loro, il nostro servizio non si limita solo a servire il cibo, vogliamo tra- mero di famiglie e il fenomeno è in continua crescita, tanto che smettere a queste persone la nostra vicinanza, la comprensione ai lo- le istituzioni ed associazioni di volontariato, come questa della ro problemi, perché in fin dei conti sono persone come noi a cui pe- mensa, non sempre riescono a far fronte alle richieste dei più bisognosi nonostante l’impegno e la volontà. E’ bene che anche le rò è mancata un po’ di fortuna” ci dice un’altra volontaria. L’iniziativa assicura sette giorni su sette, dalle 17 alle 18.30, Amministrazioni comunali prendano più a cuore questi progetun pasto completo ai suoi assistiti garantito dal supporto di al- ti e manifestino il loro contributo costante.

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CRONACA ‹‹

Nuovo appello alla magistratura per la scuola afragolese

Ricorso al Tar per l’Addolorata Il Raggio di sole contesta alcune documentazioni presentate dalle suore di Claudia Perrotta onostante l’aggiudicazione alle Suore compassioniste Serve di Maria del servizio di semiconvitto per 150 alunni della scuola dell’infanzia e primaria, non si placano le polemiche delle scuole escluse. Diverse le scuole del territorio che hanno partecipato alla gara, presentando un’offerta economica, per la quale si poteva ottenere un punteggio da 40 a 100 e un’offerta tecnica relativa all’orario di ingresso anticipato, all’orario posticipato, alla colazione, alla merenda, alle attività integrative da realizzarsi in orario post scolastico che assegnava al vincitore da 60 a 100 punti. Punteggio assegnato da una Commissione giudicatrice. Ottenendo il maggior punteggio, almeno apparentemente, l’appalto è stato assegnato alle suore. Ma tanti sono ancora i nodi da sciogliere. Tanti i punti che continuano a suscitare polemiche da parte delle altre scuole eliminate. Molte le scuole escluse già in partenza per semplici vizi di forma, per l’omissione di certificati necessari e previsti dal bando. Ma c’è chi non riesce a rassegnarsi, chi pensava di avere la vittoria nelle mani e si sente come chi era a un passo dal podio e si è visto strappare il trofeo dalle mani. Come la scuola Raggio di Sole che inizialmente rischiava di essere esclusa perché sembrava non avere i 300 alunni negli ultimi due anni scolastici, così come richiesto dal bando e che ora contesta alle suore alcuni punti essenziali che non avrebbero potuto consentirne la vittoria. All’inizio del bando le scuole hanno dovuto presentare un plico con 4 buste: A, B, C, D. La busta A con la documentazione amministrativa, la B con l’offerta tecnica, la C con l’offerta economica e la D con l’offerta per il campo estivo. Chi non superava la prova non aveva diritto ad aprire la busta successiva. Molti si sono fermati alla busta A. Alla fine è stata una sfida tra l’Addolorata e Raggio di Sole. Una sfida avvincente che fino all’ultimo ha creato attimi di suspance. Addirittura nella prova tecnica Raggio di sole ha superato l’Addolorata, aggiudicandosi 52 punti contro i 32 punti delle suore. Ma nell’offerta economica le suore hanno inflitto il loro colpo di grazia, vincendo e rimanendo tutti con l’amaro in bocca. Le scuole dovevano presentare infatti un ribasso percentuale rispetto al prezzo complessivo posto a base di gara. L’importo più vantaggioso per l’Amministrazione sarebbe stato alla fine il punto essenziale per vincere il bando. Raggio di Sole ha presentato un ribasso del 5.7% mentre le suore

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del 15%. Vittoria schiacciante ma avranno presentato tutto in regola? È la risposta che attende la scuola perdente e che ha posto il quesito al Tar il quale a marzo dovrebbe dare un responso positivo o negativo a riguardo. Dopo l’accesso agli atti, è emerso che le suore non avevano depositato nessuna autorizzazione né licenza della Santa Sede per lo svolgimento degli atti di straordinaria amministrazione, sembra che le suore abbiano inserito l’offerta del campo estivo nella busta B, insieme all’offerta tecnica, che abbiano inserito 10 euro extra per la partecipazione al campo estivo, che non abbiano inserito nella busta A il capitolato speciale dell’appalto sottoscritto, che le suore abbiano inserito nell’offerta tecnica una colazione e

una merenda in realtà non previste dalle tabelle dietetiche dell’Amministrazione comunale. Tante le perplessità alle quali si aggiunge la meraviglia di scoprire un manifesto pubblicato sia per strada che sul sito del Comune di Afragola il 16 gennaio, data antecedente alla data dell’aggiudica definitiva pervenuta a tutti i partecipanti il 6 febbraio che comunica ai cittadini che, in seguito alla gara di appalto la gestione della scuola Primaria e dell’Infanzia Addolorata è stata affidata all’Istituto Suore Compassioniste Serve di Maria e che a partire dall’anno scolastico 2014/2015 le iscrizioni saranno gestite direttamente dall’Istituto delle Suore poiché la scuola non è più comunale ma parificata.

Cardito / Un ricorso di De Magistris blocca i fondi per le scuole di Frattaminore e Cardito E’ scontro tra De Magistris e il Pd che difende gli interessi di alcuni comuni della provincia di Napoli, tra cui Frattaminore e Cardito. Tutto nasce dal decreto del fare che ha assegnato alla Campania 18 milioni di euro per l'edilizia scolastica. Sono stati finanziati ben 31 progetti (su 345 istanze) di cui 3 per il Comune di Napoli, dato il limite previsto dallo stesso bando che non permetteva di presentare più di 3 istanze. Nonostante il suddetto regolamento, la città di Napoli ha presentato ben 8 progetti con delibera di giunta e 5 li ha fatti presentare alle municipalità, anche se queste non sono enti pubblici. Non avendo ottenuto i fondi per tutti i progetti presentati, ha deciso di impugnare la graduatoria, che quindi è stata bloccata dal Tar Campania. Nei fatti, l'atteggiamento del Comune di Napoli ha bloccato lo stanziamento dei fondi per tutti quei comuni che diligentemente avevano partecipato e vinto il bando: Cardito, Casandrino, Frattaminore, Giugliano, Ischia, Lacco Ameno, Pimonte, Poggiomarino, San Vitaliano e Terzigno. La Consigliera Regionale Angela Cortese, segretario della VI Commissione consiliare permanente Istruzione e Cultura, Ricerca Scientifica, Politiche sociali, ha organizzato una conferenza stampa per esprimere pubblicamente le sue perplessità sull'atteggiamento di Palazzo San Giacomo: “Speriamo che il Comune di Napoli possa recedere dalla posizione di impugnativa della graduatoria. Non penso che in questo momento stia facendo una bella figura rispetto ai Sindaci che fanno parte dell'area metropolitana. Tutti i comuni infatti, hanno pari dignità e non possono essere scavalcati in questo modo”. Dello stesso avviso anche Lello Topo, capogruppo del PD: “I Comuni, come previsto dal bando, hanno già cominciato i lavori quindi il Comune di Napoli deve dare una prova di maturità e di civiltà”. Una prova di maturità chiesta anche dal segretario provinciale del Pd, Venanzio Carpentieri: “Il Comune capoluogo non più cannibalizzare le aree della provincia, questo deve indurci a riflettere anche sull'applicazione del testo relativo alla città metropolitana”. Anche il Sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo è polemico verso de Magistris: “Vanno rivisti i criteri per l'elezione del Sindaco metropolitano. Non è certo una bella prova per il Sindaco di Napoli, che in questo caso ha mostrato di tutelare solo il proprio comune e non l'intera area metropolitana. Questi fondi infatti, sono una piccola boccata d'ossigeno e sono indispensabili per migliorare delle strutture scolastiche che insistono sulla nostra area”. Cogito • 17


›› NOTIZIE FLASH

Casalnuovo / Esplode una pasticceria. Sfiorata la strage Paura a Casalnuovo per un’esplosione avvenuta durante la mattina di domenica 16 febbraio 2014 nei locali di una nota pasticceria, L'Arte dei Dolci, sita in corso Umberto I. Una fuga di gas la probabile causa dello scoppio che è avvenuto verso le 8 del mattino, tre le persone ferite e la pasticceria quasi interamente distrutta. I tre feriti, i titolari ed un cliente che si era recato per acquistare dei dolci, sono stati trasportati al pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori di Acerra e hanno riportato ferite e escoriazioni, il più grave ha riportato alcune ferite lacero contuse alla testa, guaribili in circa trenta giorni. I primissimi soccorsi sono stati forniti dal gestore del bar collocato accanto alla pasticceria, il bar Two Brother's e poi sul po-

fiamme, permettendo ai militari di iniziare i primi rilievi. Al momento non ci sono indizi né sull'identità né sul sesso dei due cadaveri devastati dal fuoco. Le dimensioni dei corpi sono quelli di persone adulte, ma è l'unico elemento riscontrabile da un esame esterno. Non sono stati trovati per ora documenti né altri indizi che possano facilitare il riconoscimento dei cadaveri. L'auto incendiata è una Fiat Punto, risultata rubata alcuni giorni fa. Un dettaglio che farebbe pensare a una esecuzione pianificata, di stampo camorristico, ma naturalmente le indagini sono appena partite e i carabinieri non escludono alcuna ipotesi. Il luogo dove sono stati trovati i cadaveri è isolato e non illuminato, in un'area di campagna, via Palmieri, località Casolla. Ed è quindi anche nel Casertano che le indagini dei Carabinieri dovranno estendersi: non è da escludere che chi ha voluto rendere impossibile, o almeno ritardare a lungo, l'identificazione delle vittime bruciando i cadaveri abbia anche voluto che il ritrovamento avvenisse in un territorio il più possibile distante da quello in cui è maturato il movente di questo duplice omicidio. Impossibile, al momento di andare in stampa, dare notizie sulle identità dei due morti.

Afragola / 750° anniversario per il culto della lingua di S.Antonio

sto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Afragola, la protezione civile di Casalnuvo, la polizia municipale, i carabinieri della locale Tenenza e il nucleo radiomobile di Castello di Cisterna. La zona è stata evacuata e, come misura precauzionale, anche alcuni appartamenti dell’edificio, al piano superiore della pasticceria, che ha riportato alcuni danni. Crollato, infatti, il solaio dell'appartamento al primo piano, e la parte retrostante del cortile adiacente senza però riportare danni a persone. Sul marciapiede antistante la pasticceria e in strada macerie ovunque, addirittura la forte esplosione ha scaraventato pezzi di balcone, parti dell’arredo, vetro e legno in strada. Una tragedia sfiorata, in quanto in quel momento non si trovava nessuno a passare da quelle parti, in quel pezzo di strada di solito trafficatissimo, soprattutto di domenica per la Santa Messa, altrimenti lo scoppio avrebbe coinvolto passanti o auto. A evitare la tragedia l’ora in cui c’è stata l’esplosione perché di domenica mattina presto, la città ancora non era del tutto sveglia. Marina Greco

Caivano / Tornano gli omicidi di camorra. Due corpi carbonizzati C'è la pista dell'esecuzione malavitosa tra quelle che gli investigatori seguono per il duplice omicidio scoperto lunedì sera nelle campagne di Caivano dove sono stati trovati due cadaveri in un'utilitaria, poi data alle fiamme, in una zona isolata fuori del centro abitato. Vicino alla vettura c'erano tre bossoli di arma da fuoco, a indicare che le due vittime sono state probabilmente colpite a morte, dentro o fuori dell'utilitaria, prima che venisse appiccato il fuoco. Sul posto sono intervenuti Carabinieri e Vigili del fuoco, allertati da una guardia giurata in servizio di vigilanza notturna in una azienda che ha sede in zona. I pompieri hanno spento le 18 • Cogito

“O lingua benedetta, che sempre hai benedetto il Signore e l’hai fatto benedire dagli altri, ora si manifestano a tutti i grandi meriti che hai acquistato presso Dio”. Con queste parole, l’8 aprile del 1263, San Bonaventura da Bagnoregio, Ministro Generale dei francescani, riverì la lingua di Sant’Antonio che dopo trentadue anni dalla morte (avvenuta il 13 giugno del 1231) era ancora rossa, fresca e vermiglia. Trattandosi di una parte anatomica fragilissima la lingua si dissolve subito dopo la morte, ma per Sant’Antonio è accaduto qualcosa di prodigioso, è rimasta inspiegabilmente intatta e costituisce, fino ad oggi, una reliquia unica nella storia, mai un evento simile si è ripetuto. Nel 1350, il 15 febbraio, il Cardinale Guido de Boulogne sur-Mer, Legato Pontificio che era stato guarito dalla peste, si recò a Padova per adempiere il voto e donò alla Basilica un prezioso reliquiario, da quell’anno fu istituita una celebrazione propria per ricordare le diverse traslazioni delle reliquie del Santo, estendendo alla Chiesa Universale la possibilità di fare memoria di quel prodigio che è la perfetta conservazione della Lingua del Santo. Quest’anno tutti i principali luoghi di culto, dedicati al Santo taumaturgo, hanno ricordato il 750° Anniversario di quel ritrovamento, e cosi anche Afragola, luogo privilegiato d‘intercessione del Santo di Padova, che conserva un’insigne Reliquia, si è riunita per commemorare quell’evento. Occorre ricordare che nel 1994 l’allora Ministro Provinciale Padre Rufino Di Anno XXI - numero 349 - Sabato 22 febbrazio 2014


NOTIZIE FLASH ‹‹ Somma chiese al Provinciale di Padova, a nome dei tanti fedeli del Santo, che una reliquia fosse donata al Santuario nell’approssimarsi dell’ottavo centenario della nascita (1195-1995). Accogliendo la supplica, il Ministro Padre Gianfranco Agostino Gardin (oggi Arcivescovo di Treviso), donò al Santuario una Reliquia ex massa corporis. Da quell’anno, in comunione spirituale e d’intenti con i devoti sparsi nel mondo, anche ad Afragola si festeggia la Festa delle Reliquie, cui è annessa l’Indulgenza Plenaria. Momenti significativi, quest’anno, sono stati la processione con il Busto Reliquiario del Santo (il 13 febbraio) e la Solenne Concelebrazione Eucaristica del 15 Febbraio. Durante la Celebrazione, presieduta dal Reverendo Padre Luigi Ortaglio, il sindaco della città di Afragola, Domenico Tuccillo, si è avvicinato al Busto reliquiario per donare al Santo le Chiavi della città. Dopo un iniziale e comprensivo momento di commozione il Sindaco ha letto una preghiera con la quale ha chiesto al Santo di intercedere e proteggere la città dalle attuali piaghe sociali che la caratterizzano. Con questo gesto ha voluto anche porre il suo “governo” sotto lo sguardo vigile del patavino, un Santo che, come ha ricordato Padre Luigi Ortaglio durante l’omelia, era attento difensore dei deboli contro i tiranni (Ezzelino da Romano), combatteva l’usura ed è l’amorevole patrono dei poveri. Come in quel lontano 18 febbraio del 1995, quando la Reliquia in un bianco reliquiario passò in tremanti mani afragolesi, con il gesto della consegna delle chiavi al Santo possiamo ritenere che: “Antonio è con noi, per sempre”. Vincenzo Russo

Afragola / ripristinata sezione UCIIM Ritorna ad Afragola l’UCIIM, l’associazione professionale cattolica di docenti, dirigenti, educatori e formatori della scuola fondata, nel 1944, dal professor Gesualdo Nosengo che fa della formazione - spirituale, morale e professionale - dei soci, in rapporto alla loro specifica missione educativa, la sua ragion d’essere. Nel corso di un incontro, tenutosi nella serata di venerdì 14 febbraio 2014 presso la sala Parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, su iniziativa di Luigi Boemio e in accordo con la presi-

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dente nazionale, Rosalba Candela, si è tenuta un’assembla che ha praticamente sancito la ricostruzione della sezione afragolese dell’associazione. Fanno parte del nuovo sodalizio di insegnanti cattolici, Luigi Boemio, chiamato a ricoprire la carica di Presidente; Colomba Castaldo, che è vice presidente; Imma Russo, in qualità di segretaria e Rosaria Tenga come tesoriere. Rivestono la carica di consiglieri, Domenico Medusa e Antonio Boemio e Vittoria Panarese. Per informazioni e adesioni, contattare il presidente Luigi Boemio 333-937.12.32 Antonio Boccellino

Afragola / Anniversario per Padre Michele Auguri a Padre Michele Giuliano in occasione dell’undicesimo anniversario della sua Ordinazione (23 febbraio 2003). Padre Michele conosciuto per la sua giovialità, lo scorso settembre, è stato nominato, dal Cardinale Crescenzio Sepe, vice Parroco della Basilica di Sant’Antonio. Dalle pagine di Cogito raccontammo, oltre un anno fa, della sua passione per il collezionismo di immagini sacre, la notizia fu ripresa su giornali a distribuzione nazionale e gli è servita a ricevere l’invito di partecipazione al programma di Rai1 Unomattina. È assolutamente innegabile che la sua presenza nella nostra città sia preziosa e da considerare un valore aggiunto alle celebrazioni sacre. Ad esempio lo scorso mese in occasione della visita delle Reliquie di San Pio al Santuario del Sacro Cuore ha mostrato ai fedeli due antichi e rari santini del Santo di Pietrelcina, mentre ormai non c’è memoria liturgica solenne che non sia caratterizzata dalla venerazione di una Reliquia, ha ottenuto per la Basilica una pietra della Porziuncola di Assisi (che verrà esposta ogni anno in occasione della festività di San Francesco) e dalla sua collezione privata ha esposto una Reliquia di Santa Caterina Labourè (per la Festa della Medaglia Miracolosa) e di una pietra della Grotta di Lourdes (in occasione dell’annuale celebrazione con unzione degli infermi, che si tiene in Basilica, e che quest’anno è stata da lui presieduta). Ci auguriamo che il suo gioioso ministero tra la gente di Afragola posso continuare nelle più felice aspettative. Auguri. Vincenzo Russo

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›› NOTIZIE FLASH

Cardito / Proteste degli studenti per le condizioni del liceo artistico Proteste per le condizioni del liceo artistico di Cardito. A denunciare al nostro giornale i disagi e i pericoli un gruppo di genitori, preoccupati per i loro figli che frequentano l’istituto di via Castiello. I ragazzi si lamentano per le condizioni fatiscenti in cui versa, ormai già da parecchio tempo, la struttura scolastica. Tanti i problemi segnalati, anche per l’igiene, oltre che per la sicurezza. In un’aula, tanto per fare un esempio, le lezioni proseguono nonostante l’assenza totale della tonaca dal soffitto e dalla maggior parte delle pareti. In una delle aule vicine, manca completamente la tonaca dai pilastri che reggono il soffitto. Negli ultimi giorni, inoltre, sono state “fracassate” le porte dei bagni maschili di tutto l’istituto. Un atto di vandalismo che s’è andato ad aggiungere al degrado preesistente ed è probabilmente questo il problema principale che ha messo in allerta le famiglie dei ragazzi, ormai stanche di questi continui problemi dell’istituto. “Chiediamo una soluzione immediata, almeno per il problema dei bagni” hanno chiesto alcuni genitori per i quali “è impensabile che la scuola possa restare aperta in queste condizioni”. Dopo i problemi che hanno segnato l’inizio dell’anno scolastico, quindi, nuovi grattacapi per il nuovo dirigente scolastico Umberto Boiano. E dalla direzione fanno sapere che “a breve ci sarà l’inizio dei lavori nell’edificio scolastico. Si attende solo la conferma della Provincia per iniziare con il conseguente spostamento degli orari di alcune lezioni, necessario per lo svolgimento dei lavori”.

Frattamaggiore / Il Comune si fa il Servizio civile “in casa” Al via a Frattamaggiore il servizio di Volontariato Civico, un’iniziativa in favore degli anziani che coinvolgerà i giovani tra i 18 e i 29 anni, in possesso dei requisiti idonei a prestare un servizio del genere. Ai volontari, che saranno selezionati con un colloquio attitudinale, dopo un breve periodo di formazione, sarà riconosciuto un rimborso forfettario per le spese e l’assicurazione contro gli infortuni e la responsabilità civile verso i terzi. Il periodo in cui i giovani presteranno servizio, inoltre, sarà attestato e riconosciuto, e potrà essere utilizzato in caso di selezioni pubbliche. “Con questo progetto tentiamo di venire incontro alle esigenze delle persone più anziane che hanno visto ridursi sempre di più i servizi a loro dedicati per la spending review che ha tagliato i fondi necessari” ha detto il capogruppo dei Democratici per il Progresso, Pasquale Del Prete, per il quale “in questo modo proseguiamo in ambito locale e con nostre risorse l’esperienza positiva degli anni scorsi del servizio civile nazionale”. “Con i volontari civici colmeremo in parte la sempre crescente richiesta che arriva dagli anziani e dalle famiglie che non hanno le risorse economiche necessarie per garantire la necessaria assistenza”

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ha aggiunto Pasquale Saviano, assessore alle Politiche sociali del Comune di Frattamaggiore. “Già negli anni trascorsi l’Amministrazione ha dato risposta ai bisogni sociali degli anziani attraverso specifici progetti di assistenza domiciliare leggera. Questi servizi, assieme a quelli forniti dall’ambito, ci consentono di continuare a dare risposte concrete alle sacrosante richieste di assistenza che arrivano dalle fasce deboli e disagiate” ha concluso Francesco Russo, sindaco di Frattamaggiore. Maggiori informazioni sul sito www.comune.frattamaggiore.na.it

Cardito / In arrivo quasi quindici milioni di euro da Europa e Regione A Cardito arrivano fondi per riqualificare il territorio. Il Servizio dei lavori pubblici di Cardito ha infatti redatto un piano che ha come obiettivo la riqualificazione finalizzata allo sviluppo urbano e al recupero ambientale del territorio. Si tratta di un progetto con un finanziamento di 5.100.000 euro provenienti dai fondi FESR (Fondi Europei di Sviluppo Regionale). La finalità degli interventi è il risanamento ambientale e il miglioramento delle condizioni igienico- sanitarie del territorio. Tanti saranno gli interventi ma di maggiore importanza saranno quelli relativi a via Donadio (ex Strada statale 87), via Enrico Fermi, viale Kennedy, via Sant'Eufemia, via De Gasperi, via Gramsci, rendendo funzionali le reti infrastrutturali comunali. L'obiettivo è quello di rendere efficiente il sistema di collettamento riducendo gli allagamenti di piazza Madonna delle Grazie. E' prevista inoltre la riqualificazione del centro storico, attraverso il Piano Urbano Comunale, mezzo attraverso cui si può consentire la ripresa economica, di cui già si parlava ai tempi dell'ex sindaco Peppe Barra, con un restauro di Palazzo Mastrilli e delle varie aree annesse. Il sindaco Peppe Cirillo, grazie ai lavori programmati, vuole dare un volto nuovo alla città e rendere concreti tanti progetti rimasti chiusi nel cassetto per anni. Erano 30 anni che non avveniva nulla del genere. Per ora tutto ciò sembra invece che stia divenendo realtà, sperando che non subentrino ostacoli che facciano decadere i sogni ad occhi aperti dei cittadini carditesi. Inoltre, sembra che questi non siano gli unici fondi da destinare al Comune di Cardito ma che sia probabile l'arrivo di altri 9 milioni provenienti da La Città del Fare (l'agenzia locale di svilupo dei Comuni a Nord di Napoli). Questi futuri fondi serviranno a creare modifiche e innovazioni dal punto di vista sociale, economico, culturale ed ambientale. Non bisogna dimenticare l'edilizia scolastica. Infatti tramite il Miur è previsto un intervento al compesso scolastico di via Marconi. A Febbraio inoltre dovrebbe partire una gara per l'assegnazione di 800.000 euro a sostegno di un progetto del Consorzio Cimiteriale per la manutenzione straordinaria di copertura dei loculi nella cappella di S. Biagio, nel cimitero nuovo e nella cappella SS. Trinità. Claudia Perrotta

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CULTURA ‹‹

Inchiostro rosso, legal thriller farmaceutico Il libro di Giuseppe Petrarca sarà presentata mercoledì in via San Gregorio Armeno Inchiostro rosso", il legal thriller nel mondo della ricerca medica e della lobby delle case farmaceutiche. Opera prima di Giuseppe Petrarca edito da Graus editore, il libro presentato a Napoli, Benevento, Catania e Salerno sarà presentato mercoledì 26 Febbraio alle 18.30 nella cappella di San Gennaro all’Olmo in via San Gregorio Armeno, 35 con vari interventi musicali per un evento ricco di cultura con le associazioni del territorio. La storia è ambientata tra Milano e Zurigo. Il protagonista, Davide, è un giovane afflitto da una grave patologia genetica, un sorta di distrofia muscolare, smanioso di scrivere un libro noir. Davide viene assistito da un medico che sarà assassinato brutalmente. La trama mette in risalto i loschi affari di alcune multinazionali che regolano la salute pubblica manipolando cure, farmaci e terapie. Le indagini affidate al commissario Lombardo avranno un esito tanto imprevedibile quanto drammatico. Ne abbiamo parlato con l’autore Giuseppe Petrarca che ci ha dichiarato: “Scrivere un romanzo nasce dall’esigenza e dalla mia voglia di leggere noir, gialli, thriller e nella mia passione per la medicina. Infatti nella mia presentazione riporto le dichiarazioni dello scrittore tedesco Sebastian Fitzek che diceva che scrivere e leggere erano attività che erano molto simili perché erano inti-

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me e solitarie e quelle dello scrittore italiano Carrisi che diceva l’opposto cioè che la scrittura non era un fatto per niente intimo, anzi era l’incoscienza di mettersi a nudo davanti agli altri. In un primo momento, avevo scritto il libro per me, per la mia passione

della lettura di questi generi letterari ma poi mi sono sentito “incosciente” per dirla alla Carrisi e ho contattato un editore, anche se a dire il vero, il primo lettore del mio libro è stato un medico, perché trattando di risvolti

scientifici, l’ho fatto visionare ad un “addetto ai lavori”. Petrarca poi ci dice che “l’intento non era quello di descrivere da un punto di vista fisico ma dare una visione introspettiva dei miei personaggi e delle mie storie. Volevo che i lettori quando sfogliavano le pagine del mio libro non si trovavano di fronte a belle descrizioni, ma di fronte alla coscienza e all’umanità dei protagonisti. In un’azione pirandelliana, questi personaggi non sono figure irreali ma fanno parte di me perché io gli ho dato vita ma appartengono all’umanità perché ognuno di noi potrebbe rivedersi in essi” L’autore poi conclude, dicendo: “Tengo a sottolineare che Inchiostro Rosso non è uno dei thriller tradizionale ma non è nemmeno una denuncia o un trattato di malasanità. È una storia che si racconta, quello che si evidenzia è il lucro delle lobby farmaceutiche che speculano sulla sofferenza, intesa solo un modo per fare cassa. Ormai noi siamo impigliati in questa fitta rete di fili invisibili e il romanzo tenta proprio di rispondere a questi interrogativi: “Quali sono i vantaggi e i benefici di queste tecniche? Ma il romanzo parla anche d’amore, con Lombardo, il commissario siciliano a Milano, e la profonda amicizia che lega Davide al suo medico, di cui rivelerà nei suoi scritti parecchi spunti utili alle indagini per l’assassinio del medico, che era soprattutto un suo amico”. Angelica Argentiere

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La società nello “specchio del diritto”

Rubrica giuridica a cura dell’Avvocato Antonio Bova

(Docente a contratto di Diritto Privato Università di Napoli Federico II) Una rubrica dedicata all’approfondimento di tematiche giuridiche, per fornire risposte alle domande dei cittadini (via mail all’indirizzo studiolegalebova@virgilio.it - e redazione.cogito@libero.it), nella consapevolezza che il diritto non è solo nelle leggi o nelle sentenze, ma anche nel cuore e nella mente di chi le interpreta e applica correttamente.

Usufrutto legale dei genitori sui beni dei figli minori In base all’articolo 324 del codice civile i genitori esercenti la potestà hanno in comune l’usufrutto dei beni del figlio. Per quanto attiene al fondamento dell'istituto dell’usufrutto legale dei genitori, le tesi che si sono maggiormente affermate sono quelle in base alle quali il fine dell’usufrutto legale è da individuarsi nell'esigenza di agevolare i genitori nell'esercizio delle proprie funzioni di indirizzo della vita familiare, dotandoli di uno strumento che, eliminando, o, perlomeno, attenuando eventuali disparità tra i componenti del medesimo nucleo, contribuisca alla realizzazione della solidarietà familiare. Scopo dell'istituto, invece, deve ritenersi la soddisfazione dei bisogni non solo del figlio proprietario, ma anche degli altri soggetti componenti la sua famiglia. Tale funzionalizzazione all'esclusiva soddisfazione dei bisogni della famiglia, e senza nessuna preferenza per i bisogni del figlio proprietario, discende chiaramente dall'esplicito dettato legislativo. In primo luogo, difatti, il legislatore del '75 ha eliminato dal novero degli obblighi inerenti all'usufrutto legale, di cui all'articolo 325 codice civile, “le spese di mantenimento, istruzione ed educazione del figlio”, e ha espressamente previsto, al secondo comma dell'articolo 324 del codice civile che i frutti percepiti siano “destinati al mantenimento della famiglia e all'istruzione e all'educazione dei figli”. In secondo luogo, il secondo comma dell'articolo 326 del codice civile esclude l'esecuzione sui frutti dei beni del figlio da parte dei creditori del titolare dell'usufrutto, per debiti che i creditori stessi sapessero essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia. Beni oggetto dell’usufrutto legale Di regola, tutti i beni appartenenti al figlio minore costituiscono oggetto dell’usufrutto dei genitori. Tale regola, tuttavia, conosce, per espresso dettato legislativo, importanti eccezioni. In primo luogo, non sono soggetti all'usufrutto i beni acquistati dal figlio con i proventi del proprio lavoro. In secondo luogo, non sono soggetti all'usufrutto i beni lasciati o donati al figlio per intraprendere una carriera, un'arte o una professione. In terzo luogo,

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sfuggono all' usufrutto i beni lasciati o donati al minore con la condizione che i genitori esercenti la potestà, o uno di essi, non ne abbiano l'usufrutto; la condizione, tuttavia, non ha effetto per i beni spettanti al minore a titolo di legittima. In quarto luogo, non costituiscono oggetto di usufrutto legale i beni pervenuti al figlio per eredità, legato o donazione e accettati nell'interesse del figlio contro la volontà dei genitori esercenti la potestà. Va ancora ricordato, infine, come, da un lato, le ipotesi di esclusione di beni del minore dalla sottoposizione all' usufrutto, siano considerate tassative e di stretta interpretazione, e come, dall'altro canto, vi sia chi reputa che non divengano oggetto di usufrutto nemmeno i beni che entrino nel patrimonio del figlio in surrogazione dei beni ricordati fin qui. Caso concreto In risposta al quesito posto da Pasquale, nostro lettore di Frattamaggiore, si osserva quanto segue. Come l'usufruttuario ordinario, l'usufruttuario legale può fare valere il proprio diritto con efficacia erga omnes, e con effetto erga omnes acquista i frutti dei beni soggetti ad usufrutto, sicché li può rivendicare presso qualsiasi terzo. I genitori, inoltre, - pur potendo compiere in nome proprio gli atti di disposizione che non incidano sulla consistenza del patrimonio del figlio - non possono disporre liberamente dei frutti, ma devono destinarli al mantenimento della famiglia, seppure con ampia discrezionalità nella scelta dei modi. Che, poi, sia da escludersi, per i genitori, anche la possibilità di un libero utilizzo di quanto possa essere rimasto dopo che siano stati soddisfatti i bisogni della famiglia, è un punto che divide gli autori. In dottrina e giurisprudenza, a chi reputa possibile un libero utilizzo dei frutti residui da parte dei genitori, si contrappongono coloro che tale libero utilizzo negano, o ritenendo che i residui vadano capitalizzati nel patrimonio del figlio proprietario, o reputando che essi, comunque, vadano destinati alle esigenze della famiglia. BGa Studio Legale (Civile, Canonico, Famiglia, Lavoro,Tributario)

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IL PERICOLO DELLA CULTURA Due storie diverse di Durrenmatt in scena a Caivano Arte nell’ambito di Small100 iovedì 13 febbraio è andato in scena, al teatro Caivano Arte, Scrittori - Due storie diverse, di Friedrich Durrenmatt, quinto appuntamento della rassegna Small100, nuovo progetto di teatro ricerca e sperimentazione. Lo spettacolo, diretto da Katia Tannoia e interpretato da Antonio Vitale e Giuseppe Romano, unisce due dei più grotteschi radiodrammi dello scrittore e drammaturgo svizzero Friedrich Durrenmatt: “Colloquio notturno con un uomo disprezzato” e “Una sera d’autunno”. “La scelta dell’opera da rappresentare è stata dettata da vari motivi. Due su tutti. Il primo è quello di far arrivare un messaggio che nel contempo vuole essere una provocazione, ovvero "la cultura è pericolosa" e il secondo è quello di far conoscere un autore come Friedrich Durrenmatt” spiega l’attore Antonio Vitale aggiungendo che “i testi scelti sono in realtà scritti per la radio ma si prestano molto bene ad una messa in scena”. La prima storia ha come protagonista un importante scrittore, condannato a

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morte da un regime dispotico. In un’atmosfera quasi surreale, egli si troverà faccia a faccia con il boia incaricato di ucciderlo. L’interazione tra i due personaggi sarà oltre modo singolare e darà luogo ad un colloquio serrato, ma coinvolgente, sul potere della cultura e sul senso stesso della morte. La seconda storia, sapientemente col-

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legata alla prima, racconta di un tale Timoteo Hofer, ammiratore come molti del celebre scrittore Massimiliano Korbes. L’intenzione di Hofer, qui detective letterario, sarà quella di smascherare Korbes, confessandogli una verità scomoda: è lui, il romanziere che ha davanti, l’esecutore reale degli efferati omicidi che racconta nei suoi libri. Tentando ingenuamente di ricattare lo scrittore-assassino, troverà la morte. Notevole il favore del pubblico, che ha apprezzato l’intera organizzazione dell’evento. “Trovo che l’idea di offrire al pubblico un aperitivo con buffet in apertura di serata sia decisamente interessante. Un’idea carina, nuova, divertente. Assolutamente da rifare” ci racconta uno degli spettatori. Ricordiamo gli ultimi due appuntamenti della rassegna small100. Giovedì 27 febbraio 2014 si andrà in scena con Il regalo rotto per riflettere sulla disabilità con il sorriso di Angelo Callipo compagnia AltrOteatrOltre – Caserta. Linda Scuotto

La storia di Nera e Amaranta au a tutti, siamo Nera e Amaranta, una mamma e una figlia. La mamma sono io Nera, nera come il colore del mio lungo e lucente pelo. La figlia sono io Amaranta, come il personaggio bizzarro di un libro e bizzarra proprio come la volontaria che mi ha affibbiato questo nome. Io, Nera, sono una cagna molto dolce, intelligente, obbediente, un po’ timorosa a causa delle tante brutte esperienze subite, mentre invece Amaranta, anch'io tutta nera ma col pelo corto, sono una birbantella, giocherellona, atletica, paradossalmente sono io molto protettiva nei confronti della mia mamma, anche solo se qualcuno si avvicina, subito corro a vedere se è tutto apposto. Sapete? Ne abbiamo passate delle brutte e nonostante i maltrattamenti e i periodi brutti per strada, siamo dolci come le caramelle e tanto fiduciose in voi umani. Vi raccontiamo la nostra storia: Da buona mamma scrivo io, Nera. Nei miei due anni di vita ho vissuto in un deposito di materiale edile, sono nata lì, nel mio primo calore subito rimasi incinta e da quella cucciolata nacque Amaranta, che ora ha quasi due anni, l’unica rimasta della mia prima cucciolata, dico prima perché lo scorso gennaio ho partorito un’altra volta, sei cuccioli che purtroppo sono morti tutti a causa del freddo ed essendo molto debilitata, non sono riuscita a nutrirli bene. Io e Amaranta eravamo tanto denutrite e disidratate, gli operai che lavoravano nel capan-

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none non si prendevano per niente cura di noi, anzi ci schivavano e solo ogni tanto ci lasciavano qualche avanzo del loro pranzo. Quando un giorno abbiamo avuto la fortuna che una signora si accorse di noi e ci fece incontrare delle volontarie che ci hanno salvato da quel posto così freddo e privo d’amore per noi. Dovreste vederci adesso, già dopo pochi mesi trascorsi al RIFUGIO DI CHARLY siamo diventate ancora più belle di prima, siamo in perfetta forma, in salute ed anche sterilizzate. Se fossimo rimaste in quel posto non solo ogni sei mesi avremmo corso il rischio di rimanere incinte ma soprattutto era alto il rischio di poter morire viste le condizioni fisiche in cui eravamo. Cari amici io e la mia piccola Amaranta potremmo già definirci una famiglia, viviamo in simbiosi ma abbiamo il grande desiderio di poterci unire a una vera e propria famiglia composta da umani che ci coccolino e che si prendano cura di noi riscattando il modo in cui quegli operai ci hanno ignorato. QUA' LA ZAMPA...vi salutiamo! Floriana Stile

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Anno XX - numero 339 - Sabato 29 settembre 2013


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