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La testata più antica dell’area a Nord di Napoli QUINDICINALE DI ATTUALITÀ POLITIC A, ECONOMIA, COSTUME
Anno XXII - n. 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
Fondato da Natale Cerbone
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›› LETTERE
Perché abbiamo scelto il nome di Rita Levi Montalcini per il nuovo istituto Caro direttore, Leggevo sul Suo periodico di qualche numero fa una critica alla scelta di intitolare la scuola media di Afragola, frutto dell’accorpamento tra ex Settembrini ed ex Ciaramella, al premio Nobel Rita Levi Montalcini. Qualche giorno prima dell’inaugurazione, tenutasi il 16 gennaio scorso, sono stati aspri i commenti soprattutto attraverso social network. Ebbene, mi sembra giusto intervenire nella discussione, attraverso le pagine del Suo autorevole periodico, in qualità di presidente del Consiglio di Istituto della Scuola Rita Levi Montalcini, per chiarire in maniera inequivocabile le ragioni di tale scelta da parte del Consiglio e del Dirigente scolastico. Innanzitutto sono ormai chiare a tutti le ragioni del perché si fosse reso necessario, da parte del dirigente scolastico, la dottoressa Milena Marchese, cambiare nome alla scuola: Settembrini-Ciaramella non consentiva alla nuova Istituzione scolastica, in seguito ad un accorpamento di due Istituti che avevano una propria forte e precisa identità e storia, di riuscire a creare un’entità finalmente autonoma, unita, che si forgiasse in un rinnovato spirito di collaborazione e unione di intenti e che facesse un unico corpo ed u n’ u n i c a L’assessore Alessandro Salzano, la dirigente sco- squadra dellastica Milena Marchese, Piera Levi Montalcini, l’intero grupnipote del Premio Nobel, e Domenico Sepe, au- po docente, tore del busto che ricorda la scienziata toscana collaboratori, nel corso dell’intitolazione
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amministrativi, studenti e genitori. Si rendeva necessario intitolare l’intera Istituzione scolastica ad un unico personaggio che ne caratterizzasse lo spirito, il vissuto, ma soprattutto la visione futura. Le innegabili capacità manageriali del dirigente le avevano fatto cogliere da subito quella che per tutti si è rivelata nel tempo una necessità. Ecco che non avrebbe avuto senso la scelta di far prevalere Luigi Settembrini su Giovanni Ciaramella (scelta più logica visto che era la ex Settembrini l’Istituto accorpante) o viceversa. Sarebbe stata l’imposizione di una identità rispetto all’altra e non è stato ritenuto giusto e corretto. L’unica soluzione era dunque quella di intitolare la scuola ad un nuovo personaggio. La dottoressa Marchese, che conduce brillantemente la scuola da anni, ha dunque legittimamente individuato un profilo preferenziale: innanzitutto una donna, scelta più che legittima visto che ad Afragola nessun Istituto scolastico pubblico è intitolato ad un personaggio femminile. Il profilo propendeva poi per un personaggio con elevato spessore morale che si fosse distinto con eccellenza nel proprio campo, preferibilmente scientifico. La scelta di Rita Levi Montalcini è quindi venuta quasi naturale. So che il premio Nobel Levi Montalcini non vanta natali nei nostri territori, ma è altrettanto evidente che non esista purtroppo alcun personaggio femminile afragolese che possa dirsi rispondente al profilo tracciato e auspicato per dare una forte caratterizzazione anche all’indirizzo futuro dell’Istituto. L’augurio è certo che proprio il modello e l’esempio di Rita Levi Montalcini, vista dagli studenti come un esempio da imitare in seguito alla grande maturazione che viene dall’elaborazione dei tanti progetti che hanno già messo e che metteranno in essere, possa costituire da oggi la guida e la spinta affinché nei prossimi decenni si possa vantare anche nella nostra terra la nascita di una donna premio Nobel a cui sicuramente nessun avrà mai nessun dubbio nell’intitolare immediatamente una scuola, una via, una piazza e tutto quanto meriterà. Sentiti ringraziamenti Il Presidente del Consiglio d’Istituto della scuola Rita Levi Montalcin
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L’EDITORIALE ‹‹
Una battaglia dimenticata Ventisette persone vivono da tre mesi sottoterra eppure nessuno si occupa del loro problema, nonostante abbiano contattato diversi media, anche quelli che si definiscono sempre attenti. E’ veramente assurdo quello che sta succedendo nel secondo piano sotterraneo de La Masseria, il centro commerciale di Cardito, alle prese con una crisi che ha provocato, tra l’altro, il cambio di gestione del supermercato. Un cambio di gestione che, per i dipendenti, è poco chiaro, soprattutto nella parte che li riguarda. E, quindi, è scoppiata la protesta, con l’occupazione del supermercato, notte e giorno, da tre mesi. Neanche le feste di Natale li hanno distolti dalla loro protesta. Hanno trascorso Natale e Capodanno laggiù, lontano dalle loro famiglie, dai loro affetti più cari. Di loro, però, nessuno si occu-
mento dell’aria e delle terre, infatti, si è aggiunto il marchio dei “contaminati” che ormai accompagna le nostre città e le nostre produzioni agricole e artigianali, con evidenti conseguenze negative sull’economia locale. Almeno, fosse servito a qualcosa. La grande attenzione mediatica, infatti, non ha portato risultati concreti, perché politici e rappresentanti delle Istituzioni, chiamati a dare risposte, hanno cavalcato l’onda delle telecamere con un unico obiettivo: farsi un po’ di pubblicità a costo zero. Nel caso dei dipendenti de La Masseria, invece, neanche questo è successo. Noi di Cogito, però, abbiamo deciso di sostenere i dipendenti nella loro battaglia. Abbiamo cominciato sin dall’inizio, gli abbiamo dedicato un lungo articolo nell’ultimo numero del 2014 e ab-
Cogito continua a seguire la protesta dei dipendenti del supermercato de La Masseria. Mentre continua il silenzio, assordante, di media e Istituzioni sul dramma di decine di famiglie pa. Solo la Chiesa ha fatto sentire la sua voce, con un duro docu- biamo deciso di aprire il ventiduesimo anno di pubblicazione con mento, e con la presenza del Vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, una copertina che ricordi la loro battaglia. Li seguiremo fino a sempre pronto a intervenire a difesa di chi protesta per la difesa di quando non ci sarà una soluzione alla loro situazione. Li abbiamo un diritto, come dimostra anche la sua vicinanza al popolo della incontrati, conosciamo le loro storie, e non possiamo restare insensibile alla loro richiesta d’aiuto. Cogito, d’altronde, è stato fondato terra dei fuochi. L’assurdità di quel che succede è dovuta anche al silenzio, assor- proprio con l’obiettivo di dare voce a chi non riesce ad avere visibidante, dei media sulla vicenda. Nessuno si sta occupando della que- lità sui media nazionali e regionali che preferiscono dedicare intere stione e la protesta dei dipendenti sembra destinata a continuare in pagine a dibattiti sterili e inutili o a notizie di scarso interesse di cui eterno. Non se ne stanno occupando neanche i rappresentanti isti- possono occuparsi senza spostarsi più di tanto dalle loro redazioni, tuzionali del territorio. Sembra davvero che nessuno voglia interes- piuttosto che dare spazio a chi lotta per difendere un diritto e ha la sarsi del dramma che stanno vivendo decine di famiglie che hanno sfortuna di farlo in un comune della provincia. visto crollare, da un giorno all’altro, le certezze su cui avevano costruito le loro vite. Ancora una volI lavori per la stazione ta si conferma che i media lavorano a ondate. CoPorta Campania me è successo nel caso della terra dei fuochi. Per sono fermi anni, i volontari hanno gridato la loro protesta, ma le loro parole sono rimaste nel vuoto, trovanda 1075 giorni do ospitalità solo sulle pagine di qualche giornale locale e poco più; poi, all’improvviso il mondo dei media nazionali se ne è accorto e si è scatenato un terremoto mediatico che ha travolto tutto e tutti, creando, al momento, solo danni. All’inquina-
L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE
Segreteria di redazione: L’abitudine rende sopportabili anche (Esopo) Editrice Cogito srl le cose spaventoseTina Malafronte
di Mario e Carlo Cerbone Direttore Antonio Iazzetta
QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME
Vice direttore Antonio Trillicoso
Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994
fondato da Natale Cerbone è realizzato da
grafica & stampa
Collaboratori Angelica Argentiere, Francesco Celardo, Antonio Cerbone, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Floriana Stile, Teresa Turino, Marina Esposito, Lina Cristofaro,Linda Scuotto, Vittorio Santoro, Stefano Andreone, Antonio Boccellino, Tony Fioretto.
Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
Fotoreporter: Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S.Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357
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›› PRIMO PIANO
Continua la protesta dei dipendenti del Gvc de La Masseria
Tre mesi sottoterra per difendere il lavoro Sul supermercato di Cardito è calato il silenzio di media e Istituzioni che sono scomparsi. Un minimo di attenzione c’è stata solo in occasione della Messa di Natale con il vescovo Spinillo Può una mamma dimenticarsi del proprio figlio?” Parole pesanti usate da Isaia che, dopo millenni, tuonano ancora oggi e scuotono le coscienze, rimarcando quanto sia contro natura spezzare un legame madre figlio, un’unione che è stata creata spontaneamente dalla forza generatrice. Tali parole potrebbero essere allegoricamente tramutate considerando la terra come madre e come figli i suoi cittadini, ci si chiederebbe allora: “Può una terra dimenticarsi dei propri figli, dei propri abitanti?” Evidentemente sì! Lo dimostra la recente situazione dei lavoratori de La Masseria, di cui ben 27, dopo essersi fatti identificare, ormai da mesi vivono al piano meno due del centro commerciale, nell’ex supermercato GVC, dei quali nessuno dà notizia. La televisione, i tg, più volte contattati, hanno scelto di non diffondere la voce, la radio gli ha dedicato solo un minuto della diretta, ma cosa ben più grave, la stampa locale non ne parla. Eppure rappresenta proprio lo strumento che più di ogni altro dovrebbe farsi carico di divulgare quanto accade alla gente del territorio! Tutto tace. Circostanze simili, di posti di lavoro a rischio, si sono già presentate anni addietro, per altri ipermercati, ricevendo, però, una maggiore risonanza e attenzione. Nel caso de La Masseria, i termini più appropriati sono “dimenticati, trascurati, ignorati”. Avvolti nel silenzio, questi lavoratori continuano una battaglia costante e senza arrendersi occupano il loro posto di lavoro: “Siamo fermi nelle nostre convinzioni, non molliamo. Cerchiamo ogni giorno di non pensare troppo ai nostri problemi e a concentrarci di più sulle nostre famiglie, cercando di fargli pesare quanto meno è possibile tutta la nostra situazione”. Non fa onore a nessuno dei paesi limitrofi, con annessi mezzi di comunicazione e Istituzioni, aver reso questi cittadini, davvero dei “fantasmi”, come definiti in precedenza: la loro storia passa inosservata, nessuno si cura di una vicenda che, ad oggi, lascia senza stipendio 54 persone, con le rispettiva famiglie, da luglio scorso. Non fa forse abbastanza scalpore? L’episodio non è ritenuto abbastanza increscioso per essere diffuso o per intervenire? “La situazione, oggi, è uguale a quella di tre mesi fa, cioè il primo giorno di occupazione!”, ecco ciò che questi dipendenti rispondono con rammarico. “Nulla è cambiato. I vecchi titolari, il proprietario e le istituzioni sono rimasti fermi...sebbene nessuno ne parli. Anzi qualcuno si è ricordato di noi, ma solo in occasione della visita del Vescovo questo Natale, poi i riflettori si sono di nuo-
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di Cinzia Lanzano vo spenti. La nostra, tuttavia è una storia che non si può riassumere in due parole; è una storia di vita vissuta qui dalle 9 del mattino alle 9 del mattino del giorno dopo, ogni giorno da mesi lasciando a casa tutto e tutti”. È passato anche il Natale, anzi Natale e Capodanno, il primo la festa amata da famiglie e bambini che si riuniscono, il secondo momento di riflessione, bilanci e gioia per il nuovo anno appena iniziato,hanno avuto un sapore particolare, dolce amaro per gli abitanti del piano meno due. Ebbene, anche queste feste sono state trascorse in un freddo supermarket: “È difficile dire esattamente il nostro sta-
voratori. “Anche se dopo quel giorno così importante, nessuno più ci ha considerato: in pratica è ritornato il nulla. Purtroppo la stampa che in quei giorni sembrava interessarsi a noi, forse era solo interessata alla presenza di un’importante personalità, dato la fiaccolata organizzata da noi prima di Natale è finita nel dimenticatoio” spiegano ancora. L’ufficio comunicazioni della diocesi di Aversa, nei giorni precedenti, aveva diffuso una nota molto dura per spiegare la situazione ed abbattere il muro di disinteresse: “Una vicenda poco chiara di passaggi di gestione e di cessione di attività commerciali, che si svolgevano nel centro La Masse-
La cena di Natale nel supermercato occupato to d'animo. Effettivamente, è stato un Natale fuori dal normale...bello da una parte, perché lo abbiamo trascorso con la nostra nuova famiglia; triste dall'altra, perché abbiamo lasciato la nostra a casa” ci hanno detto. Delle feste che non dimenticheranno, vissute insieme,in quella che è diventata una seconda casa, ma soprattutto una seconda famiglia, festività che hanno significato, però, una difficile rinuncia e un sacrificio ancora maggiore, in cui si acuisce la mancanza dei propri cari. Un piccolo barlume di speranza si è acceso con la visita del vescovo di Aversa , monsignor Angelo Spinillo, e il parroco di San Biagio a Cardito, don Nicola Mazzella, che, nella sera della vigilia, il 24 dicembre, alle 20 hanno celebrato, con i lavoratori e con le loro famiglie, la Santa Messa di Natale nei locali occupati. “Il momento più bello è stato proprio quello della messa del vescovo. Un'emozione indescrivibile vedere i nostri figli improvvisarsi con cori” dicono con commozione i la-
ria, ha abbandonato i lavoratori dello stesso nella più disperata incertezza circa il proprio futuro. Pare che sia la nuova che la precedente proprietà dell'attività commerciale abbiano ignorato e completamente disatteso le leggi e gli accordi stipulati con gli stessi lavoratori costringendoli a cercare di far sentire le proprie ragioni con l'occupazione degli spazi del centro commerciale. Nella totale indifferenza degli imprenditori e dei proprietari, delle Istituzioni e della politica locale e regionale. Il dramma si colora di sospetto per il fatto che in quattro mesi di occupazione, condotta dignitosamente dai lavoratori e dalle lavoratrici, la parte imprenditrice non ha tentato in alcun modo di riprendere la trattativa, né dalle Istituzioni politiche e amministrative del territorio c'è stato un solo tentativo di intervenire a mediare o ad aiutare le parti a risolvere la situazione. Senza voler entrare nel merito di giudizi che non le competono, la Chiesa locale esprime ai lavoratori del centro commerciale La Masseria tutta la propria solidarietà e sollecita la società proprietaria a riaprire un tavolo di trattative, Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
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PRIMO PIANO ‹‹ cui le maestranze sono pronte a partecipare con vera disponibilità. Facendosi ancora portavoce di tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda, la Chiesa locale chiede alle autorità civili di interessarsi della problematica e di incoraggiare una possibilità di mediazione e di dialogo tra le parti. La diocesi di Aversa è vicina e solidale con i lavoratori che continuano la loro occupazione anche in questi giorni di festa”. È inspiegabile, come nell’epoca degli scoop ci si dimentichi di parlare di chi dopo quindici anni di lavoro, si è trovato sospeso in una situazione in cui non è stato licenziato, però, non viene pagato e non può, nemmeno, essere assunto da chi ha acquistato la struttura. Non è scandaloso che per queste persone “si sia scelto di non decidere”? È inammissibile, inoltre, che i dipendenti non siano stati considerati nella transazione. Il contratto stipulato tra il gruppo Credentino e quello Ventrone, afferma infatti, “le parti si danno atto che il ramo d’azienda oggetto dell’affitto non ha dipendenti”. Questo sta a significare che all’atto della vendita la “variabile” dipendenti non è stata presa in considerazione, mentre si parla di merce, di locali e affitti...Uomini e donne passano in secondo piano rispetto alle cose! In fondo gli stessi dipendenti avevano affermato di sentirsi “dipendenti di serie B, o meglio fuori...serie” rispetto ai colleghi, ex dipendenti dei Credentino nel GVC del parco commerciale I Pini che, attualmente, sono stati riassorbiti dal nuovo gruppo CRAI. Beneficio non dato per il GVC Masseria o che almeno non permetteva di assumere tutto l’organico. Altra anomalia: nel gruppo CRAI vi sono alcuni soci in comune a quelli facenti parte della Ventrone Srl. La risposta, quindi, sembra certa, “Può una terra dimenticarsi dei propri figli?” Sì!
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Ha chiuso anche Leroy Merlin Qualche segnale di ripresa da aperure in Mandi e IperCoop La grande distribuzione perde altri posti vece, l’ipotesi di un nuovo centro commerdi lavoro. Nei primi giorni dell’anno, infatti, ciale ad Afragola, nella zona di Ikea. Un il punto vendita Leroy Merlin di Afragola, progetto più volte annunciato e poi abbanquello dell’area Mandi, adiacente all’Iper- donato anche per il progressivo avanzare Coop, è stato chiuso. La chiusura dello sto- della crisi di un settore che ha visto il molre del bricolage e dell’edilizia ha dato un al- tiplicarsi dei centri commerciali nel giro di tro duro colpo all’area commerciale de La pochi km e di pochi anni. Un moltiplicarsi Marchesa, ai confini con Acerra e Casal- che ha creato tanta disoccupazione per la nuovo dove, nel giro di pochi mesi, hanno chiuso Eldo, Chicco e Leroy Merlin, oltre al piccolo parco giochi che c’era nelle vicinanze. C’è però qualche nota positiva perché, nella Galleria Mandi, c’è qualche nuova attività che ha aperto i battenti offrendo nuove occasioni di lavoro. Così come è stata inaugurata anche la nuova galleria commerciale negli spaI capannoni che ospitavano Leroy Merlin e Chicco zi guadagnati dopo la e l’area del parco giochi ormai chiuso drastica riduzione degli spazi dell’Ipercoop diventato ora poco più chiusura di tanti piccoli negozi ma anche di un supermercato. L’augurio è che le per la riduzione o la chiusura dei primi cennuove attività resistano e offrano una reale tri commerciali, diventati, di colpo, vecchi e opportunità di lavoro a quanti sono riusciti abbandonati dai clienti attirati dalle nuove a ottenere un impiego grazie a questi nuo- strutture che, poi, a loro volta, hanno dovi investimenti. vuto subire i tracolli conseguenti all’apertuSembra definitivamente tramontata, in- ra di ulteriori centri.
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›› POLITICA
A Frattamaggiore, tra i democratici ostili a Russo non si parla di candidature
“Per ora, pensiamo ai programmi” Negli ultimi giorni del 2014 Orazio Capasso aveva annunciato l’intenzione di candidarsi, ma il Presidente del Pd, Rocco Del Prete, pensa a un candidato giovane, un under 45 di Angelica Argentiere isultato al di sotto delle aspettative per l’Open day del partito democratico frattese tenutosi lo scorso 11 gennaio. A incidere, probabilmente, è stata anche la divisione creatasi nel partito, (i consiglieri Marco Antonio Del Prete, Orazio Capasso, Carlo Vitagliano, Enzo Pellino, Sergio Pratticò e Daniele Barbato e il presidente cittadino del partito, Rocco Del Prete) e il sindaco coordinatore Francesco Russo ma, a un passo dall’appuntamento elettorale, appare difficile che il Pd possa ripetere i successi di cinque anni fa. Ma quali sono le loro intenzioni? E’ vero che potrebbero spaccarsi ulteriormente nel momento in cui si ritroverebbero a sce-
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todologia di Russo: la mia era molto diversa, né migliore né peggiore, anzi bisogna riconoscere che Russo aveva più esperienza di me, e all’inizio come presidente ero l’unico ostacolo a sostenere l’incompatibilità nelle cariche di Sindaco e Coordinatore cittadino, volto proprio a difendere quel principio sano della politica sana mi sono ritrovato a criticare Francesco Russo e a difendere altri che legittimavano una considerazione, nella fattispecie quando ci fu la candidatura alle segreterie regionali, che anche se mi poteva anche andare bene, non consideravo giusto favorire gli assenti (Marrazzo) e sfavorire i presenti (Pellino, Barbato). Anche perché bisogna considerare che a Frattamaggiore nelle elezioni interne del Pd non si è mai votato, quando sono entrato
nel circolo ho trovato aberrante un fatto del genere, per cui quando ci sono state le primarie nel 2012 hanno votato solo i miei renziani, e ho trovato un gruppo che si è adattato al mio modo di pensare”. Alla precisa Orazio Capasso domanda sul candidato Sindaco, Del Prete non si tira indietro e dice: “Per quanto riguarda il candidato sindaco gli over 45 devono passare la mano, non è più il loro tempo. Per me il Sindaco de-
Polemica per due nuovi Assessori. Del Prete (Dp): Così non si può continuare
Rocco Del Prete
gliere il candidato Sindaco. Il primo a scendere in campo, ufficialmente, è stato Orazio Capasso che non ha nascosto le sue intenzioni di candidarsi alla poltrona di primo cittadino, anzi, l’ha ufficializzato in un’intervista e anche al nostro giornale. Ma anche altri rappresentanti dell’area dei “dissidenti” potrebbero aspirare a quella candidatura. Per capire qualcosa in più, abbiamo sentito il presidente cittadino, Rocco Del Prete. “Il PD a Frattamaggiore è un partito correntizio, troppi gli spifferi a minare l’atmosfera. E pensare che si poteva investire bene sul sindaco Russo, per fare il salto di qualità con il Partito democratico potendo puntare su 10 Consiglieri durante il mandato. Purtroppo Russo si sarà accontentato trovando altre soluzioni per la sua politica” ha detto Del Prete aggiungendo: “Sono un renziano, anzi forse non lo sono più, mi sento più leopoldino, perché, a prescindere dal mio capitano, ho abbracciato il metodo di fare politica partecipata della Leopolda. Il mio metodo spesso mi ha portato a essere in disaccordo con il coordinamento, non riuscivo a colloquiare con la me6 • Cogito
di Angelica Argentiere: Fino alla fine, ancora nuovi assessori in Giunta a Frattamaggiore. Più di rimpasti, è il caso di parlare di minestre riscaldate. Anche verso la fine della consiliatura, aumenta il numero degli assessori della seconda consiliatura di Russo. Ai due assessori dimissionari Luigi D’Agostino (per l’impossibilità di mantenere gli uffici del giudice di pace a Frattamaggiore) e Antonio Fiorentino (per le scarse risorse economiche per le festività natalizie e in merito alle luminare di Natale e ai mercatini che sembravano il classico mercato del sabato nello spazio antistante lo stadio Ianniello, più che a tema natalizio) subentrano Gustavo Schiano e Pasquale Reccia. Il pittore Schiano, per i Moderati - Pd, è un veterano della politica, avendo avuto già esperienze come Consigliere comunale e Assessore: a lui la delega a tributi, patrimoni, finanze, arte e cultura. L’ingegnere informatico Reccia invece, per Italia dei Valori, ha la delega alle politiche giovanili e sociali (che erano di Marisa Tecla Auletta, a cui è stata affidata la delega per la tutela ambientale, attività produttive ed innovazioni tecnologiche, ndr). La nomina dei nuovi Assessori sembra un’ultima manovra di compattamento per mettere insieme le forze di un cen-
trosinistra che, a ridosso delle elezioni, si mostra sempre più allo sbaraglio, cercando di “recuperare” dialoghi con alcuni partiti di maggioranza che, scarsamente, hanno comunicato in questa consiliatura. La nomina dei due nuovi Assessori ha creato qualche malumore in maggioranza. Tra i più critici il capogruppo dei Democratici per il progresso, Pasquale Del Prete: “Abbiamo sostenuto il Sindaco Russo lealmente nel rispetto del mandato ricevuto dagli elettori, ma, francamente, ci sembra che si stia superando la soglia di sopportazione. Negli ultimi tempi, il primo cittadino sta portando avanti scelte decise, in maniera autonoma, senza confrontarsi con la maggioranza che gli ha permesso di vincere le elezioni cinque anni fa”. Per il rappresentante dei Democratici per il Progresso, “la strada intrapresa non è quella necessaria per la costruzione di una coalizione forte e compatta che possa puntare a vincere le prossime elezioni amministrative”. Pasquale Del Prete Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
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POLITICA ‹‹ ve essere giovane. Anch’io ho proposto provocatoriamente la mia candidatura, anche se penso che non lo farò. Ribadisco che siamo tutti candidabili ma tutti disposti a fare un passo indietro, quello che contano sono i programmi tesi in special modo ala tutela ambientale, la cui parte esecutiva sarà affidata a coloro che si sono mostrati sensibili alla causa ambientale. Per quanto attiene ai programmi generali, noi abbiamo delle idee ma quello specifico sarà scritto insieme ai cittadini, insieme a tutte le categorie sociali e del vivere civile (associazioni di categoria, professioni, giovani, pensionati etc)”. Abbiamo contattato anche il consigliere Marco Antonio Del Prete che, insieme a Daniele Barbato, potrebbe “rispondere alle referenze under 45” di cui parla Rocco Del Prete. Ci replica: “Potenzialmente siamo tutti candidati, ma non ci autoscegliamo. Credo che il candidato sia l’ultima cosa, ciò che conta è il programma politico, l’importante è che sia giovane di idee più che di età anagrafica, se poi c’è anche quella è un quid in più. Bisogna dare un sapore nuovo alla politica, scardinata dai soliti interessi”. Insomma, al momento, non c’è un accordo sul nome del candidato Sindaco. Si preferisce spostare l’attenzione sui programmi, nonostante il passo in avanti fatto da Orazio Capasso che, nei fatti, non corrisponderebbe all’identikit del candidato giovane tracciato dal presidente cittadino. E gli stessi Marco Del Prete e Barbato sembrano intenzionati a giocarsi le loro carte. Senza dimenticare Pellino che, seppur non under 45, può vantare una discreta esperienza politica.
Spari contro la casa e lo studio del consigliere Camillo Pezzullo di Angelica Argentiere: Feste di Natale di paura per il consigliere comunale di Frattamaggiore, Camillo Pezzullo, che, nella notte precedente la vigilia di Natale, ha subito un’intimidazione che, tuttora sottoposta al vaglio degli inquirenti, ha tutto il sapore di un raid camorristico con colpi di pistola indirizzati verso la sua abitazione, il suo studio e l’agenzia di assicurazioni del fratello nelle vicinanze del corso Durante. I proiettili hanno colpito l’esterno dell’abitazione e la macchina dell’avvocato Pezzullo parcheggiata nel cortile interno. Tragedia sforata, perché proprio pochi minuti prima degli spari, nei pressi della macchina, era passata la figlia dell’avvocato che stava rientrando a casa dopo una serata trascorsa con gli amici. I due malviventi, avvistati in una cinquecento rossa (vecchio modello) da alcuni testimoni e dalle tante telecamere di sorveglianza presenti nelle zone degli spari, avevano il volto coperto da un passamontagna e, dopo aver colpito il portone dell’abitazione, sul corso Durante, hanno svoltato a gran velocità in via Montegrappa dirigendosi verso corso Vittorio Emanuele, dove ha sede lo studio professionale dell’avvocato consigliere comunale. Non è il primo caso di spari intimidatori a Frattamaggiore (ce ne occupammo anche con Cogito, in merito agli spari rivolti verso le vetrine di alcuni negozi del Borgo commerciale frattese nel corso dello scorso anno) considerata ancora dai più l’isola felice di Napoli Nord,
immune da episodi malavitosi. Ma, forse, la calma è solo apparente, come dimostra anche quest’episodio. Di certo meno mediatici rispetto a quelli seguiti all’aggressione al primo cittadino Francesco Russo nelle settimane precedenti, sono arrivati i messaggi di solidarietà al Consigliere da parte dei colleghi, avvocati, soprattutto. Sì, avvocati, perché dalla classe politica pochi, pochissimi gli interventi solidali per il consigliere Pezzullo, bersaglio di questi inquietanti messaggi a suon di spari. Un fatto grave, passato sotto il silenzio di molti pubblicamente e in un territorio come quello di Frattamaggiore che non è usuale teatro di sparatorie, lascia pensare. Non si devono creare allarmismi, ma se sono sottaciute indignazioni di fronte a tali episodi da chi ricopre cariche pubbliCamillo Pezzullo che, in una cittadina che pensa ancora di vantarsi come il fiore all’occhiello dell’hinterland, è un fatto molto più che increscioso. Intanto, proseguono le indagini degli inquirenti che stanno tentando di capire se gli spari sono legati a vicende professionali o politiche.
“Una città nella morsa dell’indifferenza” Sei colpi di pistola nella notte; sei lampi a squarciare il buio, inconsapevole complice di un messaggero di morte. Sei lampi che hanno avvolto in una improvvisa nube di tragica violenza la tranquillità di una famiglia e di una città. Un messaggio di morte, che fortunatamente non ha avuto un tragico epilogo, incomprensibile, che ha avvolto in un alone di paura e di incredulità per un gesto così efferato la famiglia dell’avv. Camillo Pezzullo, operosa e laboriosa, sempre attenta ai bisogni degli altri, sempre corretta e rispettosa nel suo relazionarsi amicale e professionale. Sconcerto e preoccupazione negli amici di lungo corso, che non hanno mancato di far sentire tutta la loro vicinanza e solidarietà alla famiglia per un episodio tanto forte quanto oscuro e incomprensibile, augurandosi che, presto, possa essere fatta luce sui motivi che hanno generato tale violenza e restituire serenità alla famiglia tutta. Ma tale episodio colpisce non solo la famiglia PezAnno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
zullo - Cimmino, ma tutta la città. Una città onesta, da sempre punto di riferimento per i Comuni a Nord di Napoli per la sua capacità di essere laboratorio di idee e di proposte di forte significato civile e sociale. È un’toffesa alla nostra comunità che non vive di questo pane. E tutte le forze sociali preposte al controllo del territorio, un territorio già fatto scempio, hanno il dovere di compiere ogni ulteriore sforzo e di non trascurare alcunché per assicurare alla giustizia gli autori di un così efferato atto. Un atto che umilia la nostra comunità e che, purtroppo, oggi appare nella morsa di una apatica e glaciale indifferenza. Una silente manifestazione di dolorosa assuefazione alla violenza sempre più arrogante, proterva e impunita e che mette a nudo tutta la debolezza, che consuma le coscienze e le opacizza, di un paese che scivola man mano verso una deriva individualista pericolosa che lacera ancora di più il tessuto relazionale delle persone. Anche chi ha compiti
istituzionali, è rimasto in assordante silenzio, ancora oggi non avverte il dovere morale e l’obbligo che gli deriva dalla carica, di manifestare, solidarietà a un Consigliere comunale, che è espressione della massima istituzione cittadina, per un atto che lede la stessa dignità istituzionale, così derisa e calpestata nella sua azione di governo della città. Il mutismo ha colpito anche chi sbandiera e grida ai quattro venti la voglia di legalità e di trasparenza stracciandosi le vesti in ogni occasione. Tutti fanno finta di non sentire, di non vedere e di non sapere. Solo una approssimativo voglia di “comunicato”, ed anche questo a livello di buone intenzioni, di cui sono lastricate le vie del’inferno. Uno strano ed inquietante omertoso silenzio. A chi giova ? Cosa c’è dietro questo silenzio ? Riceviamo e pubblichiamo Prof. Orazio Ferro: Cogito • 7
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›› CRONACA
La fattoria della legalità di Afragola è rimasta sulla carta
Un altro progetto perduto L’area sequestrata al clan Magliulo, tra l’altro, doveva ospitare un canile e spazi gioco. Ma i fondi sono stati persi e ora si aspetta il bando per l’assegnazione delle aree alle associazioni
irca cinque anni fa furono presentati al Comune di Afragola due progetti approvati nell'ambito del PON Sicurezza per il recupero di beni confiscati alla criminalità organizzata in Campania; l’obiettivo prevedeva la realizzazione della “Fattoria della Legalità”, un centro di aggregazione sociale e un canile. Nel 2011 la città di Afragola fu premiata, con la concessione di un finanziamento di circa due milioni di euro per
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di Carmen Celardo recuperare la fattoria Magliulo nella zona del Cantariello. Nel 2012 furono definiti, dall’ex Amministrazione, anche i bandi di gara necessari per l’avvio dei lavori per un importo stimato, per la realizzazione dell’intero progetto, di poco più di 1.300.000 euro. La “Fattoria della Legalità” doveva svilupparsi su un terreno di 116.000 mq in località Cantariello e ospitare, oltre a una struttura integrata di cura e accoglienza per cani abbandonati e attività di educazione alla legalità e al rispetto degli animali, anche un punto bar e uno spazio di degustazione e vendita delle primizie coltivate all'interno del frutteto. Inoltre il canile, dotato di un’area destinata al rifugio vero e proprio, avrebbe dovuto comprendere uno spazio per gli esercizi e le attività di allenamento dei cani, un'area giochi per bambini con la possibilità si svolgere attività di pet therapy; la gestione sarebbe stata affidata a due cooperative sociali così da favorire l'inserimento so-
ciale di soggetti svantaggiati come minori a rischio, donne vittime di sfruttamento, ex detenuti ed ex tossicodipendenti. Un bellissimo progetto se solo fosse stato realizzato! Dal 2011 a oggi un velo di silenzio è calato sulla vicenda. A tal proposito abbiamo chiesto notizie ad Antonio Pannone, ex vice sindaco. Ci ha detto che “il finanziamento è stato revocato nel 2013 dall’attuale Amministrazione e il regolamento per i beni confiscati, approvato dal Consiglio Comunale con notevole ritardo, sino a oggi non ha assicurato
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CRONACA ‹‹ nessun concreto intervento di riutilizzo dei beni sottratti alla criminalità organizzata, a cominciare da quello che poteva essere oggetto di recupero con i fondi del PON Sicurezza per la realizzazione della Fattoria della Legalità”. “Nei fatti con l'attuale Amministrazione comunale, siamo passati dalla prospettiva di un avanzato centro polifunzionale alla sporadica raccolta di pesche” ha precisato prima di aggiungere che “siamo ancora in attesa di sapere come il sindaco Tuccillo intenda motivare il gravissimo ritardo nell'espletamento delle procedure per il riutilizzo di quello che è il
più importante dei beni confiscati in territorio afragolese, vale a dire l'area a verde di via Ciampa e di via Arena che l'Amministrazione precedente aveva inserito nel PIU Europa per un intervento di radicale riqualificazione, attraverso la realizzazione di un grande parco urbano della cultura e dell'educazione alla Legalità, al servizio dei giovani della nostra città”. E, intanto, si aspetta ancora il bando che dovrà assegnare i beni confiscati alle associazioni di volontariato con la speranza che altri progetti nascano in quelle aree.
Il tragico destino di un operaio afragolese Andare a Roma per lavorare, stando anche lontano dalla famiglia e morire, asfissiato, in un bagno di una casa condivisa con gli altri compagni di lavoro. E’ questo il triste destino riservato a Pasquale Castaldo, afragolese di 50 anni, morto per l’incendio di un appartamento, forse provocato da un’ottantaduenne che era stata sfrattata da casa sua e voleva vendicarsi con i nuovi proprietari. E’ stata arrestata e accusata di strage. Pasquale Castaldo
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L’operaio afragolese abitava in via Ciampa, nel cuore del centro storico di Afragola, insieme ai due figli, Ciro, 17 anni, e Rachele, di 23, e alla moglie, Maria Graziuso, 45 anni. Pur di lavorare, Pasquale accettava anche di fare il “trasfertista”, di lavorare lontano da casa. E, meno di un mese fa, sul finire dello scorso anno, aveva accettato questo lavoro a Roma per la ditta Galasso di Casoria che aveva un cantiere a Roma dove lavoravano anche altri operai afragolesi. Alla famiglia è arrivato, immediato, il sostegno e la solidarietà di amici e parenti. E anche quello del sindaco di Afragola, Mimmo Tuccillo, che ha garantito il suo impegno anche nelle prossime settimane e nei prossimi mesi quando la moglie e i figli dovranno fare i conti con la realtà della mancanza del padre che, al di là dell’affetto, era l’unico a portare soldi in quella casa.
Usura e racket. Trenta arresti I Carabinieri hanno dato un altro duro colpo alla camorra dell’area a Nord di Napoli con l’arresto di trenta persone con l’accusa di usura e tentata estorsione. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dai militari dell’Arma su richiesta della Direzione Antimafia partenopea. Le indagini, durate circa tre anni, hanno permesso di documentare decine di prestiti a tassi usurari e numerose richieste estorsive ai danni di vari imprenditori. Le attività criminali, per gli inquirenti, sarebbero riconducibili a gruppi camorristici operanti nella zona di Afragola e Casoria. Sette indagati erano già in carcere. L’operazione dei militari ha interessato, oltre che la provincia di Napoli anche Prato (Firenze) e Scalea (Cosenza). Per gli inquirenti, le persone arrestate erano anche responsabili delle estorsioni ai danni di imprese, piccole e grandi. E chi non aveva i soldi poteva rivolgersi agli strozzini messi a disposizione dal clan che creava così un giro infernale in cui le vittime si sentivano senza uscita. Fino all’intervento dei Carabinieri che ha smantellato l’organizzazione criminale.
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Entra nel vivo il processo contro l’ex Sindaco di Afragola
“Condannate Nespoli a sette anni e mezzo” Dura la richiesta del pubblico ministero, Vincenzo Piscitelli, per l’accusa di bancarotta. Il prossimo 11 marzo ci saranno le repliche degli avvocati e poi si andrà verso la sentenza di Francesco Celardo ette anni e mezzo di carcere per l’ex sindaco di Afragola ed ex sena- taria” come avevano scritto gli inquirenti negli atti di inchiesta. tore del Pdl, Vincenzo Nespoli. Una richiesta abbastanza severa è C’è di più: a dire della magistratura “il dissesto sarebbe stato aggravastata quella del pubblico ministero Vincenzo Piscitelli nella sua re- to anche dalle assunzioni di altri dipendenti che non sarebbero state necesquisitoria davanti al collegio della terza sezione penale, collegio A (presi- sarie considerato che la società ma che vennero disposte nell’ottica di acquidente Esposito, a latere D’Ambrosio e Casoria), del Tribunale di Napoli. sire consenso elettorale”. Il danno, provocò la perdita del posto di lavoro Secondo il magistrato, Nespoli era il dominus di tutta la bancarotta per numerose guardie giurate che ora vogliono recuperare quanto perche ha portato al fallimento l’istituto di vigilanza “La Gazzella” e avrebbe so, in termini di stipendi non ricevuti. assunto otto persone pur se sapeva delle cattive condizioni economiche Gli avvocati del Nespoli, tra cui Rosario Pagliuca, hanno cercato di della società. Per gli inquirenti, quella mossa delle assunzioni, era solo un smontare il castello accusatorio della Procura, chiedendo l’assoluzione azzardo elettorale. Il danno ammonta a 25 milioni di euro. Ma a che sa- per il proprio cliente, perché all’epoca dei fatti era già intervenuta la rerebbe servito tutto questo? Secondo l'accusa, le somme di denaro della so- voca prefettizia e le commesse non avevano alcun valore; in riferimento cietà di vigilanza e altri introiti ritenuti di provenienza illecita furono dis- alle presunte assunzioni clientelari, il legale ha fatto notare che gli 8 ditratti per essere trasferiti in una società' immobiliare, la “Sean” che, secon- pendenti che sarebbero stati favoriti hanno negato, durante il dibattido gli inquirenti, sarebbe controllata dalla moglie dell'ex senatore e dove è mento, di essere stati assunti su segnalazione di Nespoli e di aver dovuconvolto anche il nipote nonché attuale consigliere comunale di minoran- to corrispondere dei soldi per entrare a far parte della Gazzella. Inoltre za ad Afragola, Camillo Giacco. è stato evidenziato che l’aspetto della raccomandazione era il frutto di Le indagini che hanno portato al processo in corso furono con- un sentito dire e mai nessun elemento certo è stato trovato dalla Procudotte dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Na- ra. Alle parole dell’avvocato difensore il magistrato Piscitelli ha chiesto poli, nei cui uffici furono ascoltate molte per- e ottenuto subito una replica di precisazione che avverrà il giorno 11 sone chiamate per chiarire davanti agli inve- marzo a cui replicherà pure l’avvocato Salvatore Pane. stigatori le loro posizioni. Secondo il magiMa Nespoli, non è accusato solo di bancarotta fraudolenta: in atto strato Piscitelli “in questo crac ‘annunciato’, vi è anche un altro processo che lo vede accusato di riciclaggio di deNespoli avrebbe giocato un ruolo determina- naro per la costruzione del parco Immobiliare San Marco, una cinte perché il politico è stato indicato come “do- quantina di appartamenti e una ventina di villette dal valore complessiminus occulto” della società: egli “era il titola- vo di svariati milioni di euro. re di fatto attraverso un prestanome e l'utilizzo Una brutta storia questa che vedeva convolti anche persone del calibro della stessa ai fini di arricchimento personale e di Antonio Buglione, re della vigilanza privata in Campania, per il trasfedi acquisizione di consenso elettorale nonché di- rimento dei clienti della Gazzella, e la mancata assunzione di buona parte verse condotte di distrazione di somme raccolte dei dipendenti. Una brutta vicenda che spinse il tribunale del Riesame, in dai clienti con conseguente occultamento e falsi- sede di decisione per la richiesta di revoca della misura cautelare, a definiVincenzo Nespoli ficazione della documentazione contabile e socie- re l’allora Senatore un “soggetto di notevole spessore criminale”.
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Dibattito sulla Terra dei fuochi e dei veleni a Caivano
E vissero tutti felici e morenti Nella scuola Milani volontari, esperti e rappresentanti delle Istituzioni a confronto con i cittadini. L’oncologo Marfella: “Se non ci ascoltano, dobbiamo salvare noi il nostro territorio, collaboriamo” di Linda Scuotto ’Istituto comprensivo “Lorenzo Milani” di Caivano ha ospitato, nei giorni scorsi, un seminario dal titolo “Terra dei Veleni e vissero tutti felici e morenti”, organizzato dall’associazione “Vittime Terre dei Veleni”. Il dibattito, moderato da Pino Ciociola, giornalista del quotidiano “Avvenire”, ha permesso il confronto tra esperti e rappresentanti delle Istituzioni tra cui Federico Bisceglia, sostituto procuratore presso la “Procura della Repubblica” di Napoli, Angelo Marciano, Comandante provinciale del “Corpo Forestale dello Stato” di Napoli, Antonio Marfella, medico specialista in “Oncologia” e “Farmacologia-tossicologia”, Padre Cosimo Pagliara, rettore del santuario “Maria SS. Di Campiglione” di Caivano, e Salvatore Totaro, regista teatrale. Tra i presenti, anche i familiari di Roberto Mancini, sostituto commissario di polizia morto a 54 anni dopo aver indagato e per primo denunciato quanto stava accadendo nella Terra dei Fuochi. La sua inchiesta, iniziata nel 1994 è stata ripresa dal Dda di Napoli solo nel 2010. Ad aprire l’incontro padre Maurizio Patriciello, co-autore del libro “Non aspettiamo l’apocalisse” e portavoce del movimento che da mesi lotta contro l’indifferenza delle istituzioni per garantire alla “Terra dei fuochi” una “rinascita” dignitosa. “Che altro dovrei desiderare se non la resurrezione di questa terra? Se anche non volessi farlo per altruismo dovrei farlo per egoismo, perché in mezzo a queste persone ci sono pure io!” ha detto don Maurizio che ha concluso facendo “una domanda agli scienziati: è normale?. Diteci che è normale e noi staremo tranquilli”. A precedere il dibattito una rapida ed efficace pièce teatrale, diretta da Salvatore Totaro e tratta dalla più ampia rappresentazione “Terra dei Fuochi, destinazione contaminata”, progetto di grande interesse che la compagnia ha intenzione di portare in giro in diverse scuole del territorio, al fine di sensibilizzare soprattutto i giovani alla questione ambientale. Si è poi discusso di prevenzione e monitoraggio del territorio: “Il problema è che noi oggi abbiamo 6.500 tonnellate stimate dalla magistratura, la Forestale dice 30 milioni l’anno per tutta Italia, di rifiuti speciali in regime di evasione fiscale che vengono prodotti - spiega Marfella - Il problema è che l’inquinamento prodotto dallo sversamento coatto di suddetti rifiuti intacca non soltanto il suolo ma anche l’acqua. Bisognerà dunque agire in prevenzione. Tutti dovranno agire in prevenzione: i medici, la magistratura e le Istituzioni. Potrei fare un esempio. E’ d’obbligo in Italia che animali domestici e d’allevamento siano identificati mediante microchip. Lo stesso discorso non vale per i fusti, né per i tir che trasportano rifiuti speciali. Perché allora non inserire un chip che permetta di identificare in origine quelli che nei dati Ispra sono 140 milioni di tonnellate di rifiuti speciali? In questo mo-
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I partecipanti al convegno della “Milani” di Caivano do si potrebbe seguire il percorso, anche illecito, di questi rifiuti”. Ognuno dei presenti è intervenuto sull’argomento: “Il problema non è solo che il comando provinciale della Forestale abbia sessanta uomini, o che il nucleo operativo ecologico dei Carabinieri ne abbia 9 per Napoli e Benevento, - spiega Bisceglia - il problema è la complicazione delle procedure. Non abbiamo norme semplici e di facile interpretazione. Chi scrive la legislazione evidentemente non è un soggetto adeguato a scriverla, è o in mala fede o ignorante”. All’indomani dei risultati delle analisi su sessantaquattro ettari della Terra dei Fuochi, presentati a palazzo Chigi dai ministri della Salute, Lorenzin, dell’ambiente, Galletti, e dell’Agricoltura, Martina, il problema, per quel che se ne dica nel dossier, rimane e si aggrava. “Ancora una volta noi ci troviamo a combattere contro nostro padre, lo Stato - interviene Padre Maurizio Patriciello - è lo Stato che avrebbe dovuto tutelarci, e invece siamo stati noi a dover convincere lo stato che qui i nostri piccoli si ammalavano e morivano”. Anche Marfella lamenta lo scarso interesse delle istituzioni, a cominciare dal Ministro Lorenzin che mai ha ascoltato la voce dei comitati, confrontandosi solo con i suoi esperti. “Purtroppo, la classe dirigente è quella che noi esprimiamo – interviene il comandante Marciano - tocca a noi impegnarci, essere sentinelle a tutela dell’ambiente in cui viviamo”. Se la politica manca nel suo ruolo di protezione e difesa del territorio tocca a noi darci da fare: “Signori noi ci dobbiamo svegliare - dice Marfella alzandosi in piedi - noi dobbiamo collaborare!”. Padre Cosimo Pagliara conclude il dibattito facendo riferimento all’importanza di essere cristiani, soprattutto in questo particolare momento di difficoltà: “Da qualche tempo mi sono accorto che questo problema che ci assilla tanto è diventato la sfida a come noi viviamo il Cristianesimo, che non è solo pratica, pietà, devozione. Ritroviamo il Cristianesimo come stile, bisogna impegnarsi nell’ambiente in cui viviamo, cambiare il nostro stile di vita. Non bisogna essere solo capaci di lamentarsi del male, ma denunciarlo, anche a costo di pagare un prezzo, in vista di un bene più grande che si deve conseguire. La fatica più forte che ci aspetta è quella della perseveranza. Non stanchiamoci di lottare. La fede è lotta”.
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Ripercorriamo le principali operazioni del Commissariato di Afragola
Un 2014 di successi per la legalità Bilancio positivo per gli uomini guidati dal vice questore Di Mauro n commissariato di Polizia definito un fortino di legalità. Afragola e i comuni intorno, Cardito, Crispano, Caivano, Casoria e Casavatore, devono molto a questa istituzione nata nel pieno della faida tra i clan Moccia e Magliulo negli anni ‘80. La sua presenza è diventata indispensabile per cercare di riportare la legalità nell’aria a Nord di Napoli. Il 2014 si è chiuso con un bilancio niente male: più di cento persone arrestate tra il Parco Verde e il rione Iacp di Caivano e Cardito nell’ambito del contrasto alla vendita di sostanze stupefacenti: svariati sono i chili di sostanza stupefacente sequestrata in tutto l’anno, danneggiando un business che ha portato Caivano a diventare la principale piazza di spaccio della Campania. Per non parlare del grande risultato del 21 Luglio del 2014, quando l’intero commissariato, al culmine di una sua indagine che è stata ritenuta di vitale importanza, insieme alla squadra Mobile di Napoli, hanno smantellato quella che è stata definita la Nuova Camorra Afragolese. Più di 20 personaggi di spicco della malavita organizzata, il famoso “clan Barbato”, finisce in carcere mettendo fine a un’escalation di violenze con una serie di esplosioni ai danni di imprenditori e commercianti. A condurre l’indagine fu il dirigente, il vice questore Sergio di Mauro, che ha dato una impronta nuova sul territorio grazie anche una modalità diversa nel fare indagini avvalendosi pure di una sezione investigativa di tutto rispetto. Uomini capaci in breve tempo di arrivare dappertutto senza avere paura di nessuno trasmettendo quel senso di legalità oramai perduto. Lo stesso Di
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di Francesco Celardo Mauro è stato protagonista di un inse- nomica e di rispetto, e non di pace e fraguimento a piedi di un rapinatore sulla tellanza. strada statale. La ciliegina su una torta di successi è arrivata verso la fine dell’anno con un’inchiesta portata avanti dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli, insieme con la squadra Mobile di Roma e Napoli, che ha permesso il rintraccio e la consegna alla giustizia della nuova mala del Parco verde capeggiata da Antonio Ciccarelli detto “Tonino Munnezza” a cui lo stesso dirigente Di Mauro fece levare il famoso Padre Pio del Par- I poliziotti del Commissariato di Afragola conco Verde, simbolo di potenza eco- tinuano ad aspettare una sede decente
Il vice questore Di Mauro: “Nonostante tutto, abbiamo ottenuto buoni risultati” di Antonio Cerbone - "Abbiamo lavorato bene sia in termini di arresti che di sicurezza del territorio. Due grosse operazioni negli ultimi tempi quella del Parco Verde di Caivano riguardante lo spaccio di droga e quella delle Salicelle di Afragola riguardante l'estorsione". A parlare è il dirigente del commissariato di Afragola il vicequestore dott. Sergio Di Mauro che sottolinea "Con sei grossi comuni a Nord di Napoli le forze del commissariato che dirigo sono sicuramente insufficienti, ma ce le facciamo bastare". Siamo sotto organico, mancano almeno 10 unità. Un lavoro impegnativo e a costo di grandi sacrifici degli uomini di questo commissariato in particolare degli ispettori Salvatore Scala, Domenico Crispino, Antonio Balsamo, Antonio Santo, Alfredo Genovese. Insomma a dispetto delle difficoltà oggettive posso contare su valenti collaboratori, sono dei veri servitori dello Stato. Il bilancio di quest'anno appena trascorso è sicuramente positivo, c'è stato un abbattimento enorme di tutti i reati. Le rapine sono calate del 50%, i fenomeni estorsivi sono praticamente scomparsi. In aumento solo i furti d'auto con il classico "cavallo di ritorno", ma la verità è che non vengono denunciati.
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Continua il giallo sulla nuova sede del Commissariato di Afragola
La polizia cerca ancora casa E intanto va sempre peggio nella vecchia sede. I poliziotti vanno in bagno dai vicini Eppure il sindaco Tuccillo aveva promesso che tutto sarebbe stato risolto entro la metà di gennaio di Francesco Celardo Scusi signora, possiamo andare in bagno”? A fare questa domanda sono i poliziotti del Commissariato di Afragola, diretto dal vice questore Sergio Di Mauro; un Commissariato di frontiera, impegnato a contrastare la criminalità in una zona difficile della provincia di Napoli quale è quella che comprende Afragola, Cardito, Casoria, Caivano, Casavatore e Crispano. Sono costretti a chiedere aiuto alla vicina perché i bagni del loro commissariato sono ormai inutilizzabili. E, intanto, la struttura costruita nelle Salicelle continua a essere chiusa. Continua, quindi, il giallo sulla consegna dell’edificio destinato a ospitare il Commissariato di Afragola. L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Tuccillo, più di una volta, aveva dichiarato che la struttura era pronta e che bisognava risolvere le ultime incombenze burocratiche con l’Agenzia del Demanio. Nei primi giorni di dicembre, il Sindaco si era personalmente impegnato con il Questore di Napoli, Guido Marino, promettendo che, a metà Gennaio del 2015, il passaggio nella nuova struttura sarebbe tranquillamente avvenuto. Ma anche quella promessa è destinata a restare solo una promessa, visto che siamo già nella seconda metà di gennaio. Dall’Agenzia del demanio è arrivata una nota in cui si legge che "la direzione regionale della Campania non ha completato l’istruttoria in quanto non ha ricevuto la documentazione propedeutica, più volte richiesta. La Direzione ha infatti rilasciato la dichiarazione di indisponibilità di edifici dello Stato ed è in attesa di ricevere la proposta del Comune corredata di tutta la documentazione tecnica e amministrativa necessaria a rilasciare la congruità”. Una precisazione che ha fatto riaccendere le polemiche intorno a una struttura che potrebbe risolvere i problemi dei poliziotti di Afragola e dare più sicurezza al rione Salicelle. Invece, l’edificio, per il quale sono stati spesi oltre quattro milioni di euro per la riqualificazione, continua a stare in ba-
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lia dei vandali che hanno già rotto qualche vetro e i citofoni. E, intanto, gli agenti del Commissariato di Afragola che controllano anche le vicine Casoria, Crispano, Caivano e Cardito, continuano a essere ospitati in una struttura fatiscente e insicura dove non funzionano neanche i bagni. “Ci sentiamo presi in giro” ci dicono alcuni poliziotti che puntano il dito contro l’Amministrazione comunale che continua a non rispettare le promesse, tanto che, a risolvere la questione dell’assegnazione della nuova struttura potrebbe essere i funzionari dell’Agenzia del demanio che, mentre andiamo in stampa, dovrebbero incontrarsi con i rappresentanti del Comune di Afragola. Sul tavolo, il contratto da ratificare (60.000 euro all’anno di fitto), la metà di quanto si paga per una struttura ormai fatiscente e inadeguata, e la formalizzazione del definitivo passaggio. Un atto importante, ma che guarda caso si era arenato negli uffici tecnici del Comune. A bloccare il tutto, secondo alcuni Consiglieri comunali di maggioranza, l’inerzia di alcuni dirigenti dell’Amministrazione comunale che non avrebbero preparato in tempo la pratica per definire lo spostamento della sede. Ma perché allora fu dichiarato che era tutto in regola? Per il consigliere Biagio Montefusco “è doveroso fare un controllo nei confronti di chi ha tardato sulla questione permettendo inevitabilmente che i vandali potessero prendere possesso della struttura. E’ importante capire come mai s’è accumulato tutto questo ritardo. Mi attiverò per capire cosa sia successo. Anche per capire perché chi doveva controllare che il lavoro andava fatto nei tempi giusti non l’ha fatto”. “In qualità di presidente della commissione Territorio, ho sollecitato più volte gli organi competenti che mi hanno rassicurato che tutto era in regola. In tal senso, io stesso ancora una volta concentrerò l’attenzione sulla problematica in maniera tale da fare chiarezza e assegnare al più presto possibile lo stabile alla Polizia di Stato. Se ciò quello che dice l’agenzia del Dema-
nio rispondesse a verità, sarebbe un fatto grave e intollerabile rispetto al quale l’Amministrazione dovrà prendere tempestivi e rigorosi provvedimenti. Mi auguro che il sindaco Tuccillo, si attivi lui personalmente per risolvere la problematica” ha aggiunto Montefusco. Duro anche il commento di Antonio Pannone, ex sindaco facente funzioni: "L'agenzia del Demanio conferma quello che andiamo ripetendo da mesi: Afragola è nelle mani di incapaci che non sono in grado neppure di concludere dignitosamente quanto programmato dalla precedente Amministrazione. La vicenda del Commissariato con gli inammissibili ritardi degli ultimi diciotto mesi dimostra che la nostra città non ha amministratori all'altezza: Sindaco e Assessori sono imbelli e incompetenti, in balia degli eventi e privi di autorevolezza, tecnici e funzionari si sentono liberi di cullarsi nell'inerzia perché sono loro a dettare i tempi e i ritmi a chi dovrebbe dare un chiaro indirizzo politico. Il risultato è che una struttura pronta da anni viene periodicamente vandalizzata perché sindaco, assessori e tecnici comunali non sanno concludere le procedure amministrative nel rispetto degli adempimenti di legge: tutto ciò è semplicemente vergognoso”.
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Sequestrato un terreno adiacente il liceo Miranda di Frattamaggiore
Una discarica vicino alla scuola Nell’area agricola, di circa 20.000 mq, erano stati sversati diversi rifiuti pericolosi e inquinanti. L’intervento delle guardie forestali era stato chiesto da alcuni esposti inviati anche dagli alunni di Angelica Argentiere Frattamaggiore è estranea alla terra dei fuochi, perché creare allarmismi inutili? Frattamaggiore non è come Caivano o Acerra. Frattamaggiore è la meno inquinata dell’hinterland a Nord di Napoli”. Ecco alcune tipiche frasi di chi vuole sminuire il problema della “terra dei fuochi” nella città di Durante. Ma non è così, nel mirino della forestale, nei giorni scorsi, infatti, è finita una vasta zona agricola di più di 20.000 mq. Una vera discarica a cielo aperto nei pressi del liceo scientifico Carlo Miranda che già deve fare i conti con un imponente traliccio all’ingresso. Già nello scorso ottobre 2012 Frattamaggiore fu oggetto di un sopralluogo della Commissione regionale lungo via Siepe Nuova insieme con il sindaco Francesco Russo, alcuni Consiglieri comunali e i rappresentanti di comitati cittadini di quartiere. In quell’occasione, il presidente della Commissione bonifiche ed ecomafie della Regione, Antonio Amato, e la consigliera Anita Sala dichiararono: “La situazione di abbandono incontrollato dei rifiuti sotto i cavalcavia della provincia di Napoli rappresenta un fenomeno che si deve urgentemente affrontare e che richiede lo sforzo comune dei vari Enti interessati”. Ora grazie a delle segnalazioni anonime rivolte al Comandante provinciale della Forestale, Angelo Marciano, il proprietario del terreno è stato denunciato a piede libero dalla Procura della Repubblica. Nel suo terreno infatti sono trovati interrati e abbandonati lastre di amianto, rifiuti di materiali plastici, pneuma-
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Colto ad accendere un rogo. Finisce in manette ad Afragola Sorpreso a bruciare rifiuti nelle zone della Terra dei Fuochi: arrestato. A finire in manette V.D.M, sessantaseienne di Afragola, già noto alle forze dell’ordine, sorpreso dagli agenti della polizia locale di Afragola guidati dal comandante Luigi Maiello mentre stava dando fuoco a un cumulo di pneumatici e materiale plastico. Siamo in via Cinquevie zona periferica della città di Afragola. Gli agenti della polizia locale da alcuni giorni monitoravano l’intera zona poiché erano stati intravisti alcuni roghi e hanno colto con le mani nel sacco il sessantaseienne che aveva dato fuoco a un cumulo di pneumatici consumati e cumuli di plastica. Il sessantaseienne si sarebbe giustificato dicendo che l’incendio alimentato nel suo fondo serviva per eliminare altri cumuli di rifiuti scaricati da ignoti non sapendo come disfarsene. Una scusa che non ha retto visto che la legge condanna chi cerca di liberarsi dei propri rifiuti incendiandoli senza osservare le normali regole per lo smaltimento. Portato negli uffici per gli accertamenti di rito, con l’accusa di incendio doloso di rifiuti e inquinamento ambientale, è stato sottoposto in stato di fermo per essere giudicato con il rito direttissimo presso il Tribunale di Napoli Nord. Per spegnere l’incendio sono dovuti intervenire i vigili del Fuoco di Afragola. La zona interessata dal rogo confina con contrada Marchesa e via Capomazzo, l’area interessata da uno screening voluto dall’Amministrazione Tuccillo e, in particolare dall’assessorato all’Ambiente, retto da Salvatore Iavarone, in collaborazione con l’Università Federico II, dipartimento di Agraria, settore disciplinare di Agronomia e coltivazioni erbacee. Lo studio prevede una serie di prelievi sui terreni della ex discarica, denominata “Scafatella”, e sui terreni agricoli adiacenti alla stessa, allo scopo di una riqualificazione dell’intera area. L’iniziativa rientra nell’ambito nel progetto regionale “Strumenti operativi di valutazione e controllo della qualità dei sistemi agricoli della piana Campana”. Francesco Celardo
Il terreno confinante con il liceo Miranda sequestrato dalla Forestale
tici e rifiuti derivanti da lavori di ristrutturazione e demolizione. Le indagini continuano e testimoniano un’alta tossicità e radioattività del terreno in questione. E al ripensare alle frasi iniziali, sorge spontaneo il ricordo al sociologo Nando dalla Chiesa che dichiara: “La società italiana non ha affatto la consapevolezza che la guerra è in corso. Non ne afferra la sostanza, le modalità, le vere implicazioni” e fa riferimento alla vittoria delle 3 C, le categorie antropologiche dei Complici, Codardi e Cretini che offrono terreno fertile a tutto questo. 14 • C o g i t o
Un altro rogo ha inquinato l’area a Nord di Napoli Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
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Nuove discariche nella periferia di Afragola
Dove sono le telecamere? Cumuli di rifiuti di ogni tipo ai lati delle strade che collegano la città con Caivano e Casalnuovo. Eppure l’Amministrazione comunale aveva garantito la videosorveglianza del territorio comunale di Francesco Celardo n contrada marchesa c’è una vera e propria discarica a cielo aperto. Un cumulo incontrollato di rifiuti tra cui si vedono water, bidoni di vernici, materiale di risulta, vasche da bagno, mobili, cumuli di plastica e tanto amianto, contenuto nelle lastre di eternit che qualche delinquente ha buttato lì, a pochi metri dai campi coltivati dove stanno fiorendo le verdure che mangeremo nel corso della prossima primavera. L’ennesima discarica a cielo aperto si trova questa volta a ridosso di una strada di periferia, costruita con i fondi arrivati ad Afragola dopo la costruzione della linea dell’alta velocità; una strada di periferia, ma molto trafficata perché collega Acerra, Afragola, Casalnuovo e Caivano, senza attraversare il traffico dei centri cittadini. Eppure, nonostante tutto, in quella strada non ci sono telecamere di sorveglianza. Niente che faccia individuare chi ha sversato in quella zona e ha risparmiato oppure incassato in modo illegale somme di denaro per smaltire rifiuti speciali. I contadini della zona, hanno subito protestato. “Come alla stazione in costruzione e in altre zone della città. Insomma, per tanti residenti e automobilisti, ci troviamo mai qui le telecamere non ci sono? Forse qui si può scaricare di tutto senza essere controllati? E veramente assurdo. Qui di fronte all’ennesima spesa (250.000 euro di un fondo regionessuno fa niente per reprimere lo scarico illegale dei rifiuti” nale) fatta male poiché non ha risolto il problema in tutte le ci ha detto un contadino che praticamente ha dovuto farsi aree del territorio comunale, visto che la rotonda di contrada spazio tra i cumuli di macerie per raggiungere il suo fondo. Marchesa si è trasformata in una discarica a cielo aperto dove L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Dome- chiunque liberamente può scaricare quello che vuole. Forse nico Tuccillo aveva annunciato l’installazione di telecamere perché i tecnici dell’Amministrazione Tuccillo quelle zone di video sorveglianza, con una centrale operativa, su buona non rientrano nell’elenco delle zone definite ad alto rischio? Tra l’altro, non è chiaro se le telecamere installate via Areparte delle aree interessate per reprimere lo scarico e l’abbandono illegale dei rifiuti. Ma gli occhi elettronici manca- na e via Lagnuolo funzionano oppure no. E nelle strade adiano nella rotonda di contrada Marchese. A dire il vero, non centi al rione Salicelle dove ci sono altri scarichi di rifiuti? E mancano solo lì. Ma mancano pure in alcuni punti intorno quanta gente è stata identificata e multata?
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›› CULTURA
Preoccupanti i primi dati di un questionario rivolto agli studenti frattesi
I ragazzi non conoscono le origini Molti tra quelli che hanno visitato la mostra Frattamaggiore e (in)voluzione dell’immagine non conoscono la storia della loro città. I promotori: Vogliamo spingerli a conoscerla meglio di Francesco Pezzullo ragazzi non conoscono la loro città. Infatti da un primo campione di questionari compilati dagli studenti con età compresa dai 14 ai 18 anni che hanno visitato la mostra fotografica “Frattamaggiore e (in)voluzione dell’immagine” si evince che purtroppo i ragazzi conoscono davvero poco, in alcuni casi quasi nulla, dei propri territori. La mostra fotografica Frattamaggiore e(in)voluzione dell'immagine è stata ideata dall'Istituto degli studi atellani e inaugurata nella sede di Cantiere Giovani qualche settimana fa. Ha esposto 21 pannelli semirigidi a colori che hanno avuto come oggetto una raccolta di fotografie storiche di Frattamaggiore tra le più significative rispetto al mutato tessuto urbano attuale. Le foto sono state accostate sullo stesso pannello con immagini scattate recentemente e stampate a colori, le quali riprendono la medesima angolazione offerta dall'immagine in bianco e nero. Tale espediente ha permesso di offrire al pubblico un confronto diretto che mette in evidenzia i cambiamenti strutturali e urbanistici che hanno interessato Frattamaggiore dalla metà del XIX secolo fino a oggi. La mostra fotografica è stata poi ospitata nella sede del Forum dei Giovani di Frattamaggiore ed è stata interamente dedicata alle scuole superiori di Frattamaggiore. La sede del Forum si è così trasformata in un "laboratorio socio-culturale" di notevole spessore dove gli studenti, grazie alla lezione didattica condotta da esperti del settore, dagli storici dell’arte Davide Marchese e Mario Casaburo e dagli architetti Veronica e Milena Auletta sono stati direttamente coinvolti nell'osservazione delle immagini esposte. In questo modo i ragazzi hanno potuto sviluppare capacità analitiche nello scrutare realtà in parte sconosciute e sviluppare riflessioni sull'evoluzione storica e sociale della città tra-
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sformatasi nell'arco di un secolo e mezzo da agglomerato agricolo industriale a centro commerciale e finanziario di grande importanza. Nel corso delle lezioni si sono susseguiti gli interventi del musicista Piero Del Prete con la proiezione del suo video “Before the sun”, della vicepresidente e dell’ambasciatrice dell’Istituto degli studi atellani, Imma Pezzullo e Teresa Del Prete. La mostra e gli incontri con le scuole rientrano nel progetto “Indagine sulla conoscenza del territorio atellano” preparato da Rossella Bencivenga in collaborazione con Fabio del Giudice e Rosario Moreschi dell’Università di Napoli Federico II. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rossella Bencivenga che ci ha spiegato: “Il progetto è nato dall’idea di realizzare un’indagine conoscitiva della storia e dei luoghi di interesse storico-artistico siti nei comuni del territorio atellano ed è rivolto agli studenti delle scuole medie superiori residenti all’interno dei comuni atellani. Il progetto, nella sua fase iniziale, prevedeva la distribuzione e la compilazione da parte degli studenti di questionari costituiti da domande a risposta multipla nelle quali si cerca di indagare sulla conoscenza che gli studenti hanno della storia locale, dei siti di interesse storico-artistico all’interno dei vari comuni atellani e del modo attraverso il quale sono giunti alla conoscenza di suddetti siti. Oltre a quesiti a risposta multipla, sono state rivolte agli studenti anche delle domande a risposta aperta, nelle quali viene chiesto quali dovrebbero essere, a loro avviso, gli enti che dovrebbero occuparsi della promozione del territorio atellano, quale voto darebbero all’operato degli enti pubblici e privati nella valorizzazione e nella tutela dei vari siti ed infine, quali interventi vorrebbero fossero realizzati dagli enti competenti, alfine di promuovere il territorio atellano. Come si evince, il progetto non mira solo a valutare il grado di conoscenza degli studenti della storia locale ma anche di coinvolgerli nella promozione della storia e della cultura del territorio atellano”.
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CRONACA ‹‹
Lavori in corso nella zona centrale di Casalnuovo
Restyling per il corso Umberto Previsto un radicale cambiamento della strada principale della cittadina grazie ai Fondi PIU. Previsti anche il wifi gratuito e un sistema di videosorveglianza che migliorerà la sicurezza in città di Floriana Stile Il corso Umberto erano circa 30 anni che non si rifaceva il look” come simpaticamente riporta la nota inviata dal Comune. Dopo la pausa nel periodo natalizio, avanzano i lavori del progetto Musa, già terminati nel primo tratto di corso Umberto, all’altezza di piazza Municipio. Nonostante le grandi difficoltà delle attività commerciali e i disagi riscontrati dalla cittadinanza, quindi, si prosegue per la riqualificazione del cenE’ polemica sui lavori del PIU Europa a Casalnuovo. Ad tro cittadino. Questa volta si chiude il corso Umberto nel tratto accenderla il gruppo de L’Altra Casalnuovo, Sinistra Unita, per il quale l’Amministrazione comunale casalnuovese avrebcompreso tra viale dei Ligustri e via San Giacomo. Si interviene sul secondo tratto per il rifacimento della stra- be esaltato il ruolo della Gori impegnata nel rifacimento delda, dei marciapiedi, della pubblica illuminazione, dell’arredo ur- la rete idrica. Per i rappresentanti della Sinistra casalnuovese, tra l’altro, bano e della rete idrica, infatti al MUSA, si integra il progetto SII (Sistema idrico integrato) eseguito dalla Gori Spa che preve- “la Gori, tanto glorificata da questa Amministrazione comunade una vasta opera di rifacimento della rete idrica sostituendo le le, è la stessa società che ha due dirigenti sotto inchiesta per la vecchie tubature per consentire anche i nuovi allacci alle utenze. morte di due lavoratori della nettezza urbana inghiottiti nella L'intero corso si trasformerà in un salotto all'aperto, i mar- voragine apertasi in via Strettola; ed è anche quella che sta inviando le bollette tanto contestate ai cittadini di Casalnuovo”. ciapiedi sono stati allargati su entrambi i lati, la pavimentazione Inoltre, sottolineano che “la Gori gestisce, come da contratto, la esistente è stata sostituita con pietra lavica vesuviana, la carreg- manutenzione della rete idrica ed è quindi obbligatorio per la giata è di sette metri larga e consentirà la circolazione in ambo i stessa fare gli interventi di manutenzione”. sensi di marcia. Il completamento del corso Umberto permetterà anche il passaggio ai led per la nuova illuminazione pubblica che asErano migliaia i cittadini che, sabato scorso, hanno partecipato al sicurerà un notevo- “No GORI Day” per manifestare il proprio disagio nei confronti della le risparmio dei co- GORI, società che gestisce il servizio idrico integrato di ben settantasei sti energetici e un comuni dell’ambito Sarnese Vesuviano, tra cui Casalnuovo. Il corteo di manifestanti, tra i quali militavano anche Sindaci, Assesservizio efficiente sori e Consiglieri, è partito da piazza Matteotti ed è arrivato a Palazzo in termini di illu- Santa Lucia, sede della Regione Campania. Tra striscioni, cori e grida di minazione nottur- protesta si è ribadita la volontà di assumere una posizione forte nei conna delle strade, la fronti del caro bollette e delle pretese della GORI in merito alla quesistemazione di un stione della riscossione delle partite pregresse. nuovo arredo urba“Con un referendum è stato scelto che l’acqua restasse pubblica” gridano no renderà il corso indignati i cittadini che accusano le istituzioni di non aver rispettato la il “salotto” della volontà popolare. A protestare insieme al popolo, c’era anche Maurizio Montalto, precittà di Casalnuovo e ci sarà anche accesso libero alla rete Wi-Fi, integrata nei nuovi pali della luce. Al progetto Musa si abbina, sidente del Cda dell’Abc, azienda del Comune di Napoli per la gestione dell’acqua, che sottolinea la necessità di un intervento radicale da inoltre, un altro grande progetto finanziato nell’ambito del PIU parte della Regione Campania, lamentando il fatto che la GORI abbia Europa che è il Visua, per cui saranno installate telecamere di vi- potuto godere di un condono di 70 milioni di euro, a differenza dell’ deosorveglianza che miglioreranno la sicurezza della zona. Abc, che per questo motivo ora si trova in passivo. Durante i lavori, sarà consentito il traffico veicolare ai soli reDunque, la mobilitazione per la riappropriazione pubblica della gesidenti a cui è garantito l’accesso e l’uscita dalle proprie abitazio- stione dell'Acqua rappresenta un segnale forte della volontà di cambiani fuori dall’orario di cantiere, dalle 17.30 fino alle 8, l’accesso mento da parte dei cittadini, che, stanchi di essere vessati, chiedono di pedonale è sempre consentito e le autolinee del trasporto pub- poter avere voce in capitolo, o quanto meno, che si rispetti la volontà blico 171 – A37 – A77B saranno deviate sul percorso alternati- del referendum che, qualche anno, fa ha bocciato ogni ipotesi di privaSimona Granato vo di via Saggese – viale dei Ligustri – via Strettola e viceversa. tizzazione dell’acqua.
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Ma è polemica per i lavori alla rete idrica della Gori
In migliaia in corteo contro le bollette “salate” dell’acqua
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›› NOTIZIE FLASH
Afragola - E’ tornata la sezione locale dell’Associazione maestri cattolici Fantastiche realtà, il ruolo della fiaba e della fantasia nell’educazione dei bambini. Questo il tema dell’incontro promosso dalla sezione afragolese dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici nella sala Padre Ludovico da Casoria della Basilica di Sant’Antonio di Afragola. Moderati dal direttore di Cogito, Antonio Iazzetta, sono intervenuti l’assessore alla pubblica istruzione, Alessandro Salzano, Elvira Verlingieri, presidente della sezione afragolese dell’associazione, e Giacomo Zampella, presidente provinciale, che hanno introdotto le relazioni della psicologa Valeria Bassolino e di Nicola Lupoli, docente di Pedagogia generale dell’Università di Bolzano.
La pubblicità del biscotto ideato dagli studenti dell’Isis Filangieri
studenti e realizzato dall’azienda. Al centro di questo percorso formativo, iniziato due anni fa e programmato sulla base di studi effettuati sul territorio, c’è, infatti, la creazione e la commercializzazione di uno snack: il Trix. Il biscotto, fatto da uno strato di miele ricoperto da cioccolato, è già stato distribuito in venti supermercati Decò tra le province di Napoli e Caserta e ha offerto agli studenti la possibilità di formarsi, lavorando a stretto contatto con una vera e propria azienda. Un’idea intrigante, presentata in una giornata evento che ha visto protagonisti il sindaco di Frattamaggiore, Francesco Russo, il proprietario della Dolciaria, Armando Landolfi, e gli studenti e i professori dell’istituto protagonisti del progetto. Antonio Fioretto Battesimo per il nuovo corso dell’Aimc di Afragola
Nel corso del convegno, che ha ufficializzato la rinascita dell’associazione sul territorio afragolese, sono state ribadite le linee guida dell’AIMC, sottolineate anche sul sito internet ufficiale dove si ricorda che è “una libera e democratica associazione professionale che riunisce docenti, dirigenti ed ispettori della scuola dell'infanzia e di base. Nata nel 1945, è presente su tutto il territorio nazionale nelle diverse articolazioni sezionali, provinciali e regionali e ha scelto di operare in solidarietà, nella scuola e nel Paese, testimoniando i valori evangelici nel servizio alla persona, attraverso la competenza professionale. L’Aimc realizza la sua esperienza nell’incontro costruttivo tra i soci – docenti, dirigenti scolastici e tecnici – che sono risorse insostituibili per lo sviluppo culturale del Paese e per l’innalzamento della qualità del servizio scolastico. L’impegno associativo si traduce nella valorizzazione sociale, nel riconoscimento economico del lavoro nella scuola e nell’offerta di contesti di cura e di sviluppo del sé professionale. Pertanto, l’appartenenza all’Aimc costituisce, per i professionisti di scuola, opportunità di crescita in umanità e in competenza, nella consapevolezza che oggi la professione risulta maggiormente caratterizzata da complessità organizzativa, flessibilità, precarietà e in essa coesistono elementi che richiamano, da un lato, l’individualità di ciascuno e, dall’altro, l’essere parte di un sistema”.
Frattamaggiore - Gli studenti del Filangieri hanno ideato uno snack “C’è crisi”. Le fatidiche parole che, da alcuni anni a questa parte, stanno dando risposta a gran parte delle nostre domande. C’è crisi, chi lo nega. Ma se è normale evidenziare un momento economico lavorativo di piena decadenza, non lo è per nulla rassegnarsi a esso o peggio ancora usarlo come giustificazione a qualsiasi tipo di problema. Lo dimostra l’iniziativa che l’azienda Dolciaria Landolfi di Trentola Ducenta ha avviato, in collaborazione con l’ISIS Gaetano Filangieri di Frattamaggiore: la produzione e la commercializzazione di un nuovo snack, ideato dagli 18 • C o g i t o
Frattamaggiore - Forum dei giovani, si è dimesso il coordinatore Il 2015 si è aperto con le dimissioni del Coordinatore del Forum dei Giovani di Frattamaggiore, Mario D'Errico, eletto nel dicembre del 2012. Il mandato del Forum è di due anni, pertanto entro lo scorso dicembre si sarebbero dovute tenere le elezioni per il nuovo forum che avrebbero dovuto coinvolgere i residenti frattesi dai 16 ai 29 anni, referenti di scuole, associazioni, partiti politici, lavoro autonomo, organizzazioni sindacali e comunità cittadina degli extracomunitari, in modo da formare un “consiglio alternativo” per affrontare le tematiche relative ai giovani del territorio. Nonostante le continue insistenze da parte del Coordinatore e consiglio direttivo del forum, le elezioni non si sono tenute e ancora non si sa la data in cui saranno indette. Infatti nel protocollo delle dimissioni si legge “non sono state comunicate proroghe di mandato per il coordinatore e le altre cariche ricoperti dai membri del forum [...] e che il forum vive ormai da tempo una situazione caratterizzata da carenza di informazioni e risposte celeri da parte dell'Amministrazione”. Anche se, per dovere di cronaca, subito dopo le dimissioni del coordinatore, motivate come “uno stimolo per indire le nuove elezioni”, non ci sono state risposte ufficiali dall'Amministrazione sono stati pubblicati i manifesti per comunicare i nominativi dei membri di diritto entro il 30 gennaio all'assessore alle politiche giovanili e al responsabile del centro InformaGiovani di Frattamaggiore, Domenico Palmieri. Marina Esposito
Caivano - Tre cori uniti per amore della musica e della religione Dopo il successo del concerto mariano “Sotto lo sguardo di Maria” del maggio scorso nel Santuario Madonna Santissima di Campiglione e il coro “Totus Tuus” della parrocchia Santa Maria della Sperlonga di Casolla, si è rinnovata l’esperienza del coro interparrocchiale aggiungendo anche il coro “Pietre Vive” di San Pietro apostolo. Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
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NOTIZIE FLASH ‹‹ Il concerto di dieci elementi si è svolto prima nel Santuario di Campiglione il 27 dicembre per poi ripetere l’esperienza il 4 gennaio a San Pietro e il 6 gennaio, giorno dell’epifania, nella frazione di Casolla con la presenza del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo. Il concerto “Cuore Aperto” si è diviso in due atti. Sono stati eseguiti i canti “Vieni qui tra noi”, “Gloria in excelsis Deo”, “Tu scendi dalle stelle”, “Quanno nascette Ninno”, “Astro del ciel”, “Adeste fideles”, “Vieni nasci ancora”, “Adesso è la pienezza”, “A Natale tu puoi”, “Happy Christmas” e “Bianco Natale”. Tra primo e secondo atto una recita breve sul messaggio di Natale scritta e diretta da Nicola Giordano. A volere il concerto sono stati padre Cosimo Pagliara, priore e rettore del Santuario di Campiglione, don Peppino Esposito, parroco di San Pietro, don Salvatore Navarretta, parroco di Casolla. I cori sono stati diretti dal maestro Salvatore Lecce e dai maestri Nicola Tufaro alla tastiera, Arturo Nilo alla chitarra, Giuseppe De Rosa al basso e Felice Iannicelli alle percussioni. Bisogna ricordare anche la costumista Nunzia Angelino e l’addetta al servizio stampa Marilena Romano. Padre Cosimo Pagliara, sostenitore di questo progetto ha sottolineato il valore del coro che oltre a fini religiosi ha anche fini sociali. Esortazioni che sono state sottolineate dal vescovo di Aversa presente all’ultima performance di questi tre cori. Antonio Trillicoso
Caivano - Antonio Vitale porta in teatro il suo “Raccontando Eduardo”
Afragola ricorda Padre Ludovico
Caivano - Famiglia, lavoro e giovani. Se ne discute con don Aniello Manganiello Famiglia, lavoro e giovani. Questo il tema di un incontro promosso dalla Parrocchia della Santissima Annunziata e dall’Associazione Canapa che si terrà nella stessa Parrocchia venerdì 30 gennaio alle 19.30. All’incontro, moderato dal direttore di Cogito, Antonio Iazzetta, dopo l’introduzione del parroco, don Antonio Cimmino, sono previsti gli interventi di Antonio d'Amore, responsabile provinciale di Libera Napoli, Antonio Trillicoso, giornalista e scrittore, e don Aniello Manganiello, prete di strada che, a lungo, ha lavorato a Scampia in difesa della legalità. All’incontro parteciperanno anche Antonio Contarino, commissario prefettizio del Comune di Caivano, e Aldo Di Foggia, comandante della Tenenza dei Carabinieri di Caivano.
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A trent’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo, il Gruppo Teatro Studio Caivano Arte, con il sostegno di Nicola Castaldo, rende omaggio al grande drammaturgo napoletano con una nuova produzione: “Raccontando Eduardo”, spettacolo in un atto unico, ideato, diretto e interpretato da Antonio Vitale. Il Recital, con accompagnamento musicale dal vivo di Gigi Nigro, andrà in scena a partire da domenica 11 gennaio 2015 al teatro Rostocco di Acerra; il 23 gennaio 2015 nella sala small del teatro Caivano Arte di Caivano e dal 31 gennaio al 1 febbraio 2015 al teatro Il Primo di Napoli. Altre date saranno confermate nel corso del 2015, tra cui quella del 5 febbraio a San Nicola la Strada. “Raccontando Eduardo” nasce da uno studio approfondito che il regista e interprete Antonio Vitale ha condotto sulla vita e l’opera del drammaturgo, con l’intento non solo di omaggiare l’artista ma l’uomo, rivelandone gli aspetti più intimi e confidenziali. In scena, infatti, si riportano aneddoti curiosi, ricordi e frammenti di vita vissuta, in un’equilibrata alternanza di poesie e stralci di opere teatrali. “Raccontando Eduardo” è un viaggio a tutto tondo nella vita e nell’opera di un grande maestro, la cui amara saggezza concede agli spettatori spunti di riflessione sempre attuali. Linda Scuotto
Afragola - Alla Città uno dei premi delle Cartoniadi, un’area giochi per bambini Afragola ha vinto le «Cartoniadi 2014», le Olimpiadi del riciclo. A darne notizia l’assessore all’ambiente Salvatore Iavarone. L’iniziativa, patrocinata della Regione Campania, ha coinvolto oltre 330.000 abitanti in una gara per migliorare in quantità e qualità i propri risultati di raccolta differenziata di carta e cartone. Il Comune di Afragola ha vinto un’area attrezzata per bambini, un’area giochi che presto sarà realizzata in città per i bambini di Afragola. tra area giochi per bambini presso la scuola materna Europa Unita, entrambi realizzati in materiale riciclato da pneumatici fuori uso”.
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›› SPETTACOLI
Parla il frattese Franco Del Prete che ha “battezzato” Pino Daniele
Lo Showmen ricorda il bluesman Il tastierista frattese ci regala ricordi: Dalla sala prove di Crispano al successo internazionale. “Pino era un simpaticone oltre che un artista unico, sapeva raccontare le barzellette come pochi” di Stefano Andreone l 2015 si è aperto nel peggior modo possibile per gli amanti della musica; infatti, il 4 gennaio ci ha lasciato il più grande cantautore e musicista che il panorama partenopeo del secondo ‘900
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Pino Daniele (1955 - 2015)
abbia avuto: Pino Daniele. La sua morte ha colpito non solo il mondo della musica nazionale e internazionale, ma una città, un popolo intero, ovvero Napoli e i napoletani. Il Mascalzone latino è stato per anni l’emblema di una città che non voleva arrendersi, che non voleva inginocchiarsi e portare addosso il marchio di “una carta sporca”, lui l’ha cantata in tutti i modi, l’ha svestita e rivestita con la sua poesia, ha cantato tutti i luoghi, da San Martino a Santa Teresa, dai Quartieri alla Sanità. Quando si parla di Pino Daniele, bisogna andarci piano, essere cauti, Pino prima di essere un poeta era soprattutto un musicista a 360°, un grande chitarrista, molto raffinato, uno che alla chitarra gli dava del tu, e la sua opera ne è la testimonianza, in 40 anni di carriera tanti i premi e i riconoscimenti vinti, duetti, o meglio dire incontri che l’hanno catapultato nell’olimpo della musica mondiale e consacrato musicista internazionale (vanta collaborazioni con Chick Corea, Al Di
Meola, Pat Metheny, Eric Clapton, Richie Havens, Wayne Shorter e Marcus Miller, per citare solo qualche nome). Su Pino Daniele si potrebbe andare avanti per ore, ma per questo ci sono le biografie, noi di Cogito abbiamo voluto immortalare il ricordo di Pinotto (così lo chiamavano gli amici più intimi) attraverso la testimonianza di un altro pezzo del Neapolitan power, quell’onda che ha cambiato la musica napooletana negli anni ‘70, che lo ha conosciuto bene: il frattese Franco Del Prete, batterista e paroliere, co fondatore dei “The Showmen” e “Napoli Centrale” (da ricordare che Pino Daniele ha suonato nei Napoli Centrale come bassista nel 1978). Visibilmente emozionato, con occhi lucidi che puntano ai ricordi parte la nostra intervista, in cui ci ricorda anche che Pino Daniele veniva spesso nella provincia a Nord di Napoli perché, negli anni in cui suonava con i Napoli Centrale, si provava in una sala prove di Crispano. Franco, un ricordo di Pino Daniele,
Franco Del Prete, uno dei padri del Neapolitan power Figura mitica della musica italiana e del Mario Musella e poi si rende protagoniNeapolitan Power, nasce a Frattamaggio- sta di un’altra straordinaria avventura: la nascita di Napoli Centrale, di cui è l’autore (NA) il 5 novembre 1943. Dopo varie esperienze con gruppi na- re dei testi. È il 1975, il suono si ispira ai nuovi canoni del jazz rock, poletani, debutta con mentre i testi in dialetto gli Showmen nella raccontano con rabbia prima metà degli anstorie proletarie come nel ni ’60 contribuendo caso di Campagna, il priin maniera determimo singolo del gruppo. nante alle fortune di Tre lp che ottengono ottiun gruppo passato mi risultati di vendita e alla storia per il suo concerti in tutta Europa, sound innovativo. La compresa l’esibizione al vittoria al Cantagiro prestigioso Montreux Jazz del 1968 con la verFestival, dimostrando il sione rhythm & gradimento del pubblico e blues di Un’ora sola della critica. Proprio il sucti vorrei e la partecicesso di Napoli Centrale pazione al Festival di prepara la strada all’afferSanremo dell’anno mazione del cosiddetto successivo con Tu sei Neapolitan Power e di Pibella come sei sono no Daniele, ingaggiato solo due momenti Franco Del Prete come bassista del gruppo. dell’intensa, ma breLa fine dell’esperienza dei Napoli Cenve stagione della band. Con l’amico di sempre, James Senese, trale stimola Franco Del Prete a sviluppaDel Prete prova dapprima a rimettere in re le sue qualità di paroliere senza mai trapiedi gli Showmen dopo la fuoriuscita di scurare, naturalmente, la sua passione per 20 • C o g i t o
la batteria. Nel 1980 entra a far parte dello staff di Gino Paoli partecipando come batterista alla registrazione del disco “Ha tutte le carte in regola”. Nel 1991 è di nuovo al Festival di Sanremo, questa volta per accompagnare Eduardo De Crescenzo per cui firma le parole di La musica va e tutti i brani dell’album Cante jondo. Dal 1994 al 1997 scrive e suona per Sal Da Vinci tre album tra cui la canzone Vera che in America vendette due milioni di copie. Nel 2001 la storia si ripete e Franco Del Prete ritorna a Sanremo scrivendo, insieme a Marcello Vitale, la delicata Pioverà cantata da Peppino Di Capri. Ha scritto canzoni anche per altri artisti e le sue parole sono state cantate da Lucio Dalla, Raiz (Almamegretta), Zulù (99 Posse), Tullio De Piscopo, Peppe Barra, Enzo Avitabile e tanti altri. Dal 2006 la sua nuova avventura si chiama Sud Express col quale ha all'attivo (sotto il soprannome di Franco Del Prete Sud Express) l'album L'ultimo apache (2009) e Radice (2011) di Enzo Gragnaniello (Enzo Gragnaniello & Sud Express). Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
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SPETTACOLI ‹‹ cosa ha fatto per la musica e soprattutto cosa ha lasciato? “Vorrei fare una piccola premessa, Pino è Pino, era unico, non voglio parlare al passato, Pino esiste, quando una persona ti lascia qualcosa, c’è sempre, anche quando se ne va. Pino ha fatto una cosa che nessuno farebbe oggi; quando è venuto con i Napoli Centrale già aveva fatto il primo disco e stava con una casa discografica che si chiamava la EMI, una grande major, in questo disco c’erano già i più grandi capolavori, Pino ha avuto la forza, l’intelligenza, la sensibilità di venire a bussare alla nostra porta dicendo voglio suonare con voi. Ti dico una cosa, oggi se a me serve un musicista, un giovane che secondo me vale, e gli chiedo di suonare, al 99% dice di no, si giustifica dicendo, sai ho fatto il mio dischetto, devo promuovere. Pino invece, nonostante fosse già un personaggio, andasse alla RAI, facesse un sacco di interviste anche in radio, ebbe questa sensibilità, perché voleva crescere, e alla fine è cresciuto e come è cresciuto, alla grande. La sua scomparsa mi Franco Del Prete e James Senese ha sconvolto, ai tempi di Napoli Centrale il messaggio che vorrei dare ai giovani, è che secondo me, molti musicisti non hanno capito cosa ha fatto Pino, conoscono le canzoni, ma dovrebbero chiedersi perché Pino è diventato Pino. Permettimi un preambolo; quando un popolo si chiude nella sua cultura è destinato a scomparire, perché mentre tu ti chiudi il mondo si evolve,la stessa cosa, quando un popolo perde la sua cultura, si fa fagocitare completamente dalle altre culture, quindi è destinato a fallire, perde di identità. Pino perché è stato grande? Perché ha asservito alla nostra cultura le altre culture, come quella americana e inglese, questo è l’unico modo per avere un’ evoluzione nella musica, Pino ha fatto questo, non ha mai rinunciato alle sue radici, e non ha mai rinunciato alle culture esterne, ma le ha fatte sue, le ha fatte dominare dalla sua cultura. Questo per certi aspetti mi fa male; quando vedo musicisti o cantanti, specialmente del sud, che si mettono a fare gli inglesi, gli americani, i jazzofili, credimi mi fanno tenerezza, non è che non bisogna amare il jazz o il blues, anzi, bisogna amare questi stili, ma non rinnegando la propria cultura, bisogna mescolarla, ecco, con la contaminazione esce la nuova musica, e la musica quindi cammina, come cammina l’umanità. Pino ha difeso la sua cultura, non rinnegandola mai, non è diventato un suddito della musica Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
americana o inglese”. Quando si pensa a un artista, si pensa a una canzone, il pezzo di Pino Daniele che più le piace? “Ognuno ha i suoi gusti, per me, un pezzo che mi è rimasto dentro, che non ho scelto, è Donna Cuncetta, è un pezzo magico, forse rappresenta di più Napoli rispetto a Napule è, Donna Cuncetta per me è Napoli, mi ha sconvolto, per la bellezza delle parole, c’è una frase nel testo che dice “o tiempo de cerase è già fernuto”, è una metafora della vita bellissima, per descrivere il tempo che passa velocemente, Pino è un grande”. Oggi ci sono artisti che possono raccogliere l’eredità lasciata da Pino Daniele?
“La stella più splendente è stata Pino, oggi ci sono artisti che con sentieri differenti stanno percorrendo quella strada, per me Enzo Gragnaniello è un grande, ha composto delle canzoni stupende, speriamo che lo riconoscano prima che muoia, c’è Enzo Avitabile, James Senese, Eugenio Bennato, ci sono ancora artisti che difendono la nostra cultura”. Franco, un aneddoto su Pino, com’era lontano dai riflettori? “Ce ne sono tanti, posso dirti solo che quando raccontava le barzellette, le raccontava come nessuno mai, anche io le racconto, ma lui era unico, ti faceva venire i crampi allo stomaco per come le raccontava, era un simpaticone, sempre con la battuta pronta”.
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›› RUBRICHE
La società nello “specchio del diritto”
Rubrica giuridica a cura dell’Avvocato Antonio Bova
(Docente a contratto di Diritto Privato Università di Napoli Federico II) Una rubrica dedicata all’approfondimento di tematiche giuridiche, per fornire risposte alle domande dei cittadini (via mail all’indirizzo studiolegalebova@virgilio.it - e redazione.cogito@libero.it), nella consapevolezza che il diritto non è solo nelle leggi o nelle sentenze, ma anche nel cuore e nella mente di chi le interpreta e applica correttamente.
Il reclamo ha ridotto i contenziosi fiscali? di Avv. Rocco Russo: L’istituto del reclamo, ora disciplinato dall’articolo 17 bis del decreto legislativo n. 546/1992, recante “Disposizioni sul processo tributario”, viene concepito, con un decreto d’urgenza, il decreto legge n. 98 del 2011, dal governo Monti, quasi a rappresentare un’esigenza improcrastinabile di deflazione del contenzioso giudiziario. In sostanza, proprio con l’esigenza avvertita di ridurre il notevole carico pendente innanzi alle Commissioni tributarie, e nel quadro di un più generale riassetto della cosìddetta giustizia tributaria, l’istituto viene concepito come uno “strumento” importante ed efficace, almeno nelle intenzioni del Legislatore, a favore del contribuente. Il contribuente (persona fisica o giuridica) che si vede notificare un atto tributario (cartella esattoriale, accertamento fiscale, avviso di liquidazione etc.) che non superi l’importo della somma di €.20.000,00, al netto delle sanzioni e degli interessi, deve, prima di impugnare l’atto notificatogli dinanzi al giudice naturale, presentare istanza di reclamo alla competente Agenzia delle Entrate che ha emesso l’atto principale. In buona sostanza, mentre prima della riforma il contribuente aveva sessanta giorni di tempo per poter impugnare l’atto dinanzi la commissione tributaria, con la nuova procedura il contribuente è ora obbligato primariamente a presentare istanza di reclamo all’ente impositore. Tanto è disciplinato accuratamente dall’articolo 17 bis del decreto legislativo n°546/92, che prevede: “Per le controversie di valore non superiore a ventimila euro, relative ad atti emessi dall’Agenzia delle entrate, chi intende proporre ricorso è tenuto preliminarmente a presentare reclamo secondo le disposizioni seguenti. La presentazione del reclamo è condizione di ammissibilità del ricorso. Il valore di cui al comma 1 (ventimila euro) è determinato dall’articolo 12 (cioè al netto delle sanzioni e degli interessi). ….(omissis) … Il reclamo può contenere una motivata proposta di mediazione, completa della rideterminazione dell’ammontare delle pretesa.” Quindi, a questo punto l’ente impositore ha 90 giorni di tempo per rispondere all’istanza. Le soluzioni possono essere diverse. a) Innanzitutto l’Ente può aderire alla proposta di mediazione così formulata dal ricorrente. b) L’Ente può notificargli una proposta cosìddetta di “adesione”, con la riduzione al 40% delle sanzioni previste nell’atto in questione, un po’ sulla falsa riga di quanto avviene nell’accertamento con adesione previsto dall’articolo 218/1997.
c) L’amministrazione può trincerarsi dietro il silenzio e decorsi 90 giorni il contribuente può procedere con il percorso giudiziale. Alla luce di un’attenta osservazione della realtà appaiono legittimi i seguenti dubbi: la riforma ha prodotto gli esiti sperati? L’istituto in questione ha davvero contribuito alla deflazione del carico pendente? Sono realmente diminuiti i ricorsi innanzi alle Commissioni Tributarie? In concreto il ricorso alla mediazione (così viene effettivamente indicata dal Legislatore il probabile accordo tra ente e contribuente) si presentava come un momento d’incontro, forse anche raggiungibile, tra le esigenze di riscossione e quelle di tutela del diritto del contribuente, cristallizzate nelle disposizioni della legge n. 212/2000, il cosìddetto Statuto del contribuente. L’istanza di reclamo, appunto, infatti deve contenere i termini della proposizione del ricorso innanzi alla commissione tributaria e, quindi, deve necessariamente contenere tutti i punti salienti di merito e di diritto che possono ritenersi effettivamente meritevoli per una maggiore approfondimento della pretesa tributaria, e nella sua rideterminazione circa l’ammontare delle somme, o addirittura per l’annullamento dell’atto in questione. Tuttavia, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate preposti per la trattazione del reclamo non possono operare in piena libertà per il raggiungimento di un accordo transattivo tra le parti (quella pubblica e quella privata). Da qui il restringimento del raggio di azione della stessa pubblica amministrazione nella rideterminazione dei propri atti, pur quando riconosciuti dai funzionari stessi assolutamente rivedibili, nel merito o nel diritto. Per tali motivi il reclamo perde la sua “forza”, riducendosi ad una semplice controproposta dell’ente alla riduzione al 40% delle sanzioni. Insomma un’occasione perduta di “compromesso storico” tra le esigenze di riscossione dei tributi erariali e le esigenze di tutela del contribuente, ravvisabili in una più celere “giustizia” della propria situazione di irregolarità fiscale. Un possibile aiuto effettivo ed efficace ai tanti contribuenti in situazioni di criticità economica e oppressi da un aggravio fiscale senza precedenti nella storia. In buona sostanza l’istituto si traduce spesso in un ulteriore aggravio per il contribuente che voglia far valere le proprie ragioni di diritto o di merito. Un ulteriore passaggio (lungo e gravoso) che nella maggior parte dei casi si risolve in una semplice riduzione delle sanzioni al 40% delle stesse, senza entrare nel merito dell’accertamento o della liquidazione delle somme indicate nell’atto notificato al contribuente.
Frattese 2000 – Una passione che continua da quindici anni Un’unica passione, quella per il gioco del calcio, il reale motore della Società Frattese 2000: una scuola calcio che pone le sue fondamenta proprio nell’amore per questo splendido sport che da sempre fa battere i cuori di grandi e piccoli. Ma il calcio non è un semplice sport, il calcio è emozione, il calcio è condivisione, il calcio è sfida, il calcio è lealtà: questa è la sua vera definizione e ciò che rappresenta per lo staff della Frattese 2000. Nata nel 1999 proprio dalla passione e dell’impegno dei suoi fondatori, la scuola calcio Frattese 2000 ha come obiettivo principale quello di offrire un insegnamento a 360° di questo sport. Tattica, gioco di squadra, forza e altri ancora sono gli aspetti che vengono spiegati e applicati durante gli allenamenti quotidiani da uno staff di istruttori esperti. Il team della scuola calcio Frattese 2000 22 • C o g i t o
è infatti formato da allenatori qualificati del Settore Giovanile patentati FIGC ed è per questo che gli allenamenti si basano su moderne metodologie d’insegnamento che mirano a migliorare le capacità tecnico/tattiche dei ragazzi, di acquisire consapevolezza dei diversi ruoli in campo e di valorizzare le singole attitudini. Esercitazioni individuali e di gruppo, studio delle strategie, ma anche giochi e momenti di divertimento per rafforzare l’unione della squadra e sentirsi parte di un’unica grande famiglia. Il calcio è sì quindi apprendimento della tecnica calcistica ma anche insegnamento del rispetto delle regole sportive e sociali. Il lavoro dello staff della Frattese 2000 viene portato avanti ogni giorno con grande impegno e
dedizione ed è per questo che nel corso degli anni sono stati e sono ancora tanti i successi sportivi e le gratificazioni professionali raggiunte, tra cui la nascita di rapporti con importanti società sportive del panorama calcistico italiano. Sono tante inoltre le manifestazioni e gli eventi che vengono organizzati durante l’anno con il prezioso supporto di tutte le famiglie degli allievi: importanti occasioni di incontro pensate con l’obiettivo di stimolare e sostenere la crescita dei giovani in un ambiente sano e soprattutto familiare. Passione, partecipazione, crescita, divertimento: sono questi i capisaldi della scuola calcio Frattese 2000 e sono questi i valori che vengono insegnati quotidianamente a tutti i ragazzi. Questa è la sfida che viene portata avanti dall’intero staff ed è questa la vera partita che giocano ogni giorno. Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
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a cura del dottor Vittorio Santoro
I disturbi del sonno Gli esseri umani hanno, al loro interno, una sorta di orologio biologico che influenza alcuni processi fisiologici e che condiziona le ore di veglia e quelle di sonno. Il funzionamento di questo orologio corrisponde al ciclo circadiano (dal latino circa diem = circa un giorno) che regola, attraverso l'azione di messaggeri chimici e nervosi, i processi organici che avvengono ogni giorno nel nostro corpo; la digestione, la minzione, l'evacuazione, la crescita e il ricambio cellulare sono alcuni esempi. Il nostro orologio biologico determina anche l'alternanza dei periodi di sonno e di veglia con un intervallo piuttosto regolare e costante all'interno del ritmo circadiano, a meno che intervengano alcuni fattori che dall'esterno possono condizionarne in parte il funzionamento. Un regolare ciclo di sonno e veglia fa sì che il nostro orologio biologico influisca positivamente sulla produzione ormonale ottenendo una sufficiente condizione di vigilanza diurna e un soddisfacente riposo notturno. Durante il sonno, il livello basso di adrenalina e di corticosteroidi, che sono gli ormoni associati alla condizione di veglia, danno la possibilità all'organismo di sfruttare i più elevati livelli di ormone della crescita, prodotto dall'ipofisi nelle ore notturne. Dormendo diminuisce lentamente la temperatura corporea fino a raggiungere circa un grado meno del valore serale. Quando la temperatura si abbassa e raggiunge il livello minimo, e questo coincide con bassi valori di
Flash - Casalnuovo
Prevenzione oncologica gratuita a Casalnuovo Gli operatori del distretto sanitario locale e i volontari del Centro studi Oblò, insieme, per la prevenzione oncologica. Dalla volontà di voler sensibilizzare le persone e voler promuovere una serie di iniziative volte all'individuazione di malattie tumorali nasce il protocollo d'intesa tra il centro casalnuovese di volontariato di via San Giacomo rappresentato da Massimo Pelliccia e la struttura sanitaria locale, Asl Na 2 Nord, distretto sanitario 47, rappresentata dal direttore Massimo Biondi. Nel documento d'intenti firmato dalle parti, entrambe le realtà si impegnano a favorire una serie di azioni, tra cui visite ecografiche gratuite e appuntamenti di controllo, volte a tenere alta la guardia sui temi legati al manifestarsi di patologie tumorali. “Iniziative del genere volte a sensibilizzare le persone su temi così delicati sono davvero lodevoli - ha dichiarato Sabato Perrotta, il medico dell'Asl che in prima persona seguirà il progetto - soprattutto visto il picco di casi di malattie tumorali registrate negli ultimi anni. Le visite di prevenzione che effettueremo in sede sono totalmente gratuite ed ovviamente, a differenza delle visite che i pazienti effettuano al di fuori della struttura sanitaria, qui avranno la possibilità di essere seguiti in sede laddove si dovessero riscontrare delle patologie. In via sperimentale il 5 ed il 12 di febbraio ci saranno già i primi controlli”. A siglare il protocollo per il centro studi Oblò è stato l'ideatore e responsabile Massimo Pelliccia: “Le associazioni che confluiscono nel nostro centro di volontariato già da diversi mesi portano avanti delle giornate di prevenzione, durante le quali oltre duecento persone hanno avuto già modo di effettuare ecografie al seno ed alla tiroide. Questa nuova collaborazione con l'Asl aggiunge un tassello importante perché permette l'interazione diretta tra la cittadinanza ed il locale distretto sanitario. La diagnosi precoce, da noi ritenuto l'unico vero metodo per combattere con più possibilità di successo le patologie tumorali, è l'obiettivo primario da raggiungere per tutte le persone che, come noi, hanno smesso di gridare e agiscono concretamente per scostare le tristi immagini della Terra dei Fuochi dalle nostre città”. Anno XXII - numero 362 - Sabato 24 Gennaio 2015
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adrenalina, noi ci sentiamo stanchi. Verso il finire della notte, con le prime luci dell'alba, è più difficoltoso dormire o rimanere addormentati, perché verso le 5 del mattino i livelli ormonali incominciano a crescere e aumenta anche la temperatura corporea. Il ciclo di sonno e di veglia è regolato da un altro ormone, la melatonina, prodotto dall'epifisi, piccola ghiandola situata nel cervello. La luce, penetrando nell'occhio attraverso i nervi, manda un messaggio all'epifisi che, in base alla quantità di luce in arrivo, blocca o stimola la produzione di melatonina. Il buio determina la produzione di questo ormone che dà il segnale all'organismo il quale rallenta lentamente le sue attività e si prepara al sonno. Il sonno è fondamentale per il riposo non solo fisiologico, ma anche per il recupero delle capacità psico cognitive. Durante tale cruciale momento infatti avvengono una serie di meccanismi a livello del sistema nervoso come ad esempio e, in particolare, la codificazione dei dati acquisiti nella parte mnemonica durante la veglia e l'eliminazione di quelli in eccesso; una sorta di riassetto e ripulitura dei nostri circuiti e componenti cerebrali, laddove le informazioni utili e utilizzate vengono mantenute, mentre quelle ridondanti e superflue vengono cancellate. Il campanello d'allarme che può ricondurre alla presenza di un disturbo del sonno è la percezione da parte dell'individuo di un sonno qualitativamente e/o quantitativamente insufficiente e/o insoddisfacente. Dunque quando la persona non riesce ad avere beneficio dal riposo perché dorme troppo poco, eccessivamente, male, o con frequenti e improvvisi risvegli o incubi, si può pensare alla presenza di un disturbo del sonno. Sembra che tali disturbi insorgano in seguito a uno sfasamento dei meccanismi di generazione o di regolazione del ritmo sonno veglia dovuto a fattori psicologici e soprattutto ambientali, che spesso ignoriamo e che stesso noi abbiamo introdotto nelle nostre camere da letto. Le luci verdi e blu di pc, tablet e cellulari inibiscono i neuroni del cervello che facilitano il sonno molto più di quanto non faccia la luce elettrica in generale aumentando il rischio di ammalarsi di patologie legate alla mancanza di sonno come malattie cardiache, obesità, ictus e depressione. In particolare, le luci artificiali dei diversi dispositivi elettronici influenzerebbero il rilascio naturale della melatonina inibendo i neuroni del cervello che facilitano il sonno e allertando invece quelli dell’attenzione. Da qui la proposta del ricercatore di sostituire le luci verdi e blu con altre dalle tonalità rosse o arancio in grado di interferire di meno sul ciclo naturale sonno – veglia. Anche il cellulare, che può essere vantaggioso per avere comunicazioni anche una volta usciti dall'ufficio, finisce per esaurire il lavoratore se utilizzato per lavorare anche la notte, con effetti sull'impegno nel lavoro il mattino successivo, per le conseguenze che il suo utilizzo ha sul sonno. I nuovi strumenti tecnologici se da un lato hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare dall’altro hanno anche completamente alterato il nostro ciclo naturale sonno-veglia portandoci a rimanere connessi per più tempo rispetto a quello necessario, con evidenti conseguenze negative sui ritmi del nostro riposo. Consigli per un Buon Sonno Come già detto avere un buon sonno è fondamentale; qui di seguito vi sono alcune regole per poter cercare di ottenere un suo miglioramento qualitativo e quantitativo: andare a dormire e alzarsi allo stesso orario, sia nei giorni feriali, che nel week-end; se durante la notte siamo riusciti a dormire poco e/o male, non cercare di recuperare il sonno dormendo di più la mattina; allo stesso modo non cercare di fare sonnellini diurni; se l'addormentamento non arriva, non rimanere a letto, ma piuttosto alzarsi e dedicarsi a qualcosa di rilassante per favorirlo; per quanto detto cercare di rilassarsi prima di andare a letto e quindi non intraprendere comportamenti attivanti; la sera cenare con alimenti leggeri, e non eccedere con le bevande alcoliche; poco prima di andare a letto cercare di non consumare alcol, caffeina e/o tabacco; coricarsi su un letto e un cuscino confortevoli senza eccedere o diminuire troppo la copertura; coricarsi in una stanza il più possibile isolata acusticamente da eventuali rumori e con una temperatura interna equilibrata (circa 21 gradi); fare attività fisica regolare. Spegnere il cellulare o meglio ancora lasciarlo in un'altra stanza!
...Cogito torna sabato 7 febbraio...
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