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A F R AG O L A - C A I VA N O - C A R D I T O - C A SA L N U OVO - C R I S PA N O - F R AT TA M AG G I O R E - F R A T T A M I N O R E

La testata più antica dell’area a Nord di Napoli QUINDICINALE DI ATTUALITÀ POLITIC A, ECONOMIA, COSTUME

Anno XXII - n. 366 - Sabato 21 marzo 2015

Fondato da Natale Cerbone


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›› SOLIDARIETA’

AISM. I risultati della campagna L’AISM, Associazione Italiana per la lotta contro la Sclerosi Multipla, si è riunita sabato 7 e domenica 8 marzo con i suoi volontari in piazza Umberto I a Frattamaggiore, piazza Municipio a Casalnuovo e il centro commerciale IperCoop, Afragola, per proporre la Gardenia Aism 2015. La domenica mattina, padre Cosimo ha dato disponibilità per predisporre un banchetto antistante l’entrata del Santuario Maria Santissima di Campiglione a Caivano.

La gardenia, piantina proposta come simbolo della donna e dell’importanza della forza di quest’ultima nella difficile lottanella propria quotidianità, ha l’unico obiettivo di raccogliere fondi e soprattutto il fine di aiutare la ricerca scientifica già brutalmente attaccata dai tagli alla sanità. Questa terribile malattia colpisce soprattutto giovani e donne. È dimostrato, infatti, che una volta ogni quattro ore viene effettuata una nuova diagnosi su pazienti che hanno dai 19 ai 30 anni. Sono persone che potrebbero vivere, nel corso della loro vita, difficili sintomatologie come: la disabilità, la cecità, la perdita dell’udito o il mancato controllo del sistema urinario. Ovviamente non si ha preavviso. L’età di sviluppo e scoperta della malattia varia a seconda dei soggetti e può avvenire anche a soli 13 anni. L’associazione è stata in oltre 3.000 piazze, più o meno centrali, in diversi centri commerciali e fino al 15 marzo si può

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ancora donare 2 euro inviando un sms al 45593 per un mondo libero dalla Sclerosi Multipla. La raccolta fondi, nonostante le avversità date dalla crisi economica e dalle temperature climatiche ancora avverse, ha riscosso il suo successo. In totale si parla, nei luoghi sopracitati, di circa 250 gardenie. “Quest’anno - ci racconta la presidente della sezione provinciale di Napoli, Rosa Ciaravolo - è stato molto difficile terminare il fine settimana destinato alla manifestazione al grido di Evviva! I nostri volontari sono scesi in piazza nonostante il vento, il freddo e il terrore della pioggia; non sono stati montati i gazebo e quindi i banchetti erano quasi invisibili, ma quello che conta è che la sensibilità delle persone ha risposto anche questa volta e che siamo riusciti a finire tutte le piantine. La cosa importante è dare una speranza e una possibilità a chi affetto da questa patologia e di poter, un giorno, ottenere una cura.” Dopo solo una settimana la sezione, il suo ufficio (aperto tutti i giorni a chiunque volesse recarvisi) e i suoi volontari sono già a lavoro per creare nuovi eventi, convegni scientifici e tenere sempre aperti gli sportelli informativi nei vari centri e ospedali. Marina Esposito

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L’EDITORIALE ‹‹

I giorni decisivi Domenica 31 maggio 2015. C’è un primo punto fermo nella lunga strada che ci porterà all’elezione del Presidente della Regione e dei Sindaci e al rinnovo del Consiglio regionale e dei Consigli comunali di cinque comuni dell’area a Nord di Napoli: Caivano, Cardito, Casalnuovo, Crispano e Frattamaggiore. A mettere il punto fermo è stato il Consiglio dei Ministri che, nel corso di una delle ultime riunioni, ha invitato le Regioni a scegliere quella data per favorire l’election day, concentrando sia le elezioni regionali che quelle comunali nella stessa giornata. La scelta è caduta sul 31 maggio perché è la prima data utile considerando anche le festività cattoliche ed ebraiche.

la solita storia, magari tornando a sedere, fianco a fianco, con quelli che aveva criticato fino a pochi giorni prima pur di prendere qualche voto in più. Non mancano a Nord di Napoli casi in cui instancabili oppositori siano diventati i più fedeli sostenitori di quel “diavolo sceso in terra” che combattevano prima. E’ la politica, bellezza, verrebbe da dire. E non ci saranno novità finché i cittadini non cominceranno a prendere coscienza del potere che hanno nelle loro mani, quando il presidente del seggio gli consegna quella scheda elettorale e quella matita. La parte sana delle città a Nord di Napoli dovrebbe rendersi conto che continuare a votare l’amico, il conoscente, quello che ti ha permesso di avere quel

C’è un primo punto fermo verso le elezioni regionali e comunali: si voterà domenica 31 maggio. Ma ora, partiti e “società civile”devono dimostrare, realmente, con i fatti, che intenzioni hanno Al di là della data delle elezioni, però, nulla di nuovo sotto il cielo. Si continua con il solito teatrino e ci sono ben poche certezze. Sono pochi coloro che hanno ufficializzato la loro candidatura e continuano a rincorrersi voci più o meno veritiere. Così come coloro che vogliono candidarsi continuano a nascondersi. Ancora una volta, la sensazione è che, anche in quest’occasione, i partiti resteranno chiusi, preferendo non aprirsi alla cosìddetta società civile. Forse anche per colpa della “società civile” che sembra sfiduciata sull’effettiva possibilità di incidere in un panorama politico in cui, ancora una volta, sembrano destinati a farla da padrona i “signori del voto”, gente brava a raccogliere consensi, ma meno ad amministrare le città e la regione. Continua anche il gioco di ruolo che vede personaggi legati alle Amministrazioni uscenti che tentano di rifarsi l’immagine denunciando le tante malefatte commesse negli ultimi cinque o dieci anni. Ma dovr’erano prima? Quando erano in Consiglio comunale o regionale o, addirittura, in Giunta, non se n’erano accorti? Così come sono ridicoli gli annunci di progetti faraonici e le inaugurazioni fatte a poche settimane dal voto. Purtroppo, c’è da scommetterci, gente del genere riuscirà ancora una volta a spuntarla, a raggranellare voti per continuare con

documento senza aspettare tanto o, peggio ancora, quello che ti ha promesso soldi o qualche altro vantaggio economico, non porta a niente di buono, ma solo alla situazione che stiamo vivendo. I giorni che verranno saranno i più importanti sia per i partiti che per la “società civile”. Saranno giorni in cui bisognerà capire se si vuole portare avanti progetti di rinascita con il meglio delle precedenti esperienze affiancato da nuove leve o se si vuole continuare sulla stessa linea del passato dove le poche note positive sono offuscate o addirittura ostacolate dai tanti personaggi che, per incapacità o altro, dovrebbero restare ben lontani dalle stanze delle Istituzioni.

I lavori per la stazione Porta Campania sono fermi da 1131 giorni

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE

Segreteria di redazione: L’abitudine rende sopportabili anche (Esopo) Editrice Cogito srl le cose spaventoseTina Malafronte QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994

di Mario e Carlo Cerbone Direttore Antonio Iazzetta

Vice direttore Antonio Trillicoso

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

grafica & stampa

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Collaboratori Angelica Argentiere, Francesco Celardo, Antonio Cerbone, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Floriana Stile, Teresa Turino, Marina Esposito, Lina Cristofaro, Linda Scuotto, Antonio Fioretto Vittorio Santoro, Stefano Andreone, Antonio Boccellino.

Fotoreporter: Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S.Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357

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›› PRIMO PIANO

E’ arrivata la sentenza di primo grado nel processo per bancarotta

Nespoli condannato Per i giudici è il responsabile del fallimento dell’istituto di vigilanza de La Gazzella. Ora, oltre all’appello, l’attenzione si sposta sull’altro processo, dove è accusato di riciclaggio inque anni di carcere. A tanto ammonta la sentenza emessa dalla terza sezione penale del Tribunale di Napoli nei confronti dell’ex senatore del Pdl ed ex sindaco di Afragola, Vincenzo Nespoli, accusato di bancarotta fraudolenta, per il fallimento dell’istituto di vigilanza privata “La Gazzella”. L’accusa aveva chiesto una condanna ancora più dura: sette anni e mezzo. La sentenza è arrivata verso le 17:30, dopo un’ora e mezza di camera di consiglio quando il giudice, Aldo Esposito, ha letto il verdetto: Cinque anni di carcere, più l’interdizione dai pubblici uffici, oltre al pagamento delle spese processuali, e il riconoscimento dei danni alle parti civili costituitesi nel processo. La giornata era iniziata quando il magistrato Vincenzo Piscitelli, che la volta scorsa aveva chiesto di replicare all’arringa difensiva dell’avvocato Rosario Pagliuca, ha cambiato idea, preferendo non replicare. E quindi, è toccato all’avvocato Salvatore Pane replicare. L’avvocato Pane, nella sua arringa, ha tentato di smontare le accuse dei principali testi, cioè Mario Razzano ed Emilio Bilotta che ritenevano Nespoli socio occulto dell’istituto di vigilanza che, secondo l’accusa, lo utilizzava come stru-

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di Francesco Celardo mento politico attraverso le assunzioni clientelari. Una ricostruzione, secondo l’avvocato Pane, suggestiva poiché Nespoli non è presente nella Gazzella. E poi, dei trasferimenti di denaro non ci sarebbe traccia. E dunque, secondo il legale dell’ex parlamentare, le accuse formulate

nei confronti del proprio cliente sono fumose e non portano a nulla chiedendo l’assoluzione. Non è stato così per l’accusa. Secondo l’impostazione accusatoria, il denaro, destinato prevalentemente ai contributi dei dipendenti, sarebbe stato “distratto” e impiegato in una specula-

Vincenzo Nespoli

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PRIMO PIANO ‹‹ zione edilizia nell'area di Afragola, il parco San Marco. In questo crack ‘annunciato’, Nespoli, dicono gli inquirenti, avrebbe giocato un ruolo determinate perché il politico è stato indicato come “dominus occulto” della società: egli “era il titolare di fatto attraverso un prestanome e l'utilizzo della stessa ai fini di arricchimento personale e di acquisizione di consenso elettorale nonché diverse condotte di distrazione di somme raccolte dai clienti con conseguente occultamento e falsificazione della documentazione contabile e societaria”, scrissero gli inquirenti negli at-

ti di inchiesta. C’è di più: a dire della Magistratura, il dissesto sarebbe stato aggravato anche dall’assunzione di trenta nuovi dipendenti che non sarebbero state necessarie considerato che la società già versava in stato di decozione ma che vennero disposte nell’ottica di acquisire consenso elettorale. Un castello accusatorio che ha retto in pieno, stando alla sentenza. E’ arrivata quindi la prima sentenza e, ora, in attesa dell’appello, l’attenzione passa all’altro processo, quello parallelo che vede sempre Nespoli tra gli imputati, insieme al nipote Camillo Giac-

co, accusato di riciclaggio. La vicenda del fallimento dell’istituto di vigilanza, scoperta dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Napoli, portò anche alla perdita del lavoro per circa un centinaio di dipendenti che ancora oggi non hanno un lavoro. Costituitesi parti civili al processo, secondo la sentenza emessa ieri pomeriggio, dovrebbero avere pure loro la loro parte mancante. Insomma, per l’ex Senatore una brutta tegola, anche se, adesso, si prospetta quasi sicuramente il ricorso in appello per cercare di smontare la sentenza di primo grado.

Le reazioni di politici ed ex dipendenti Le reazioni politiche, nella città di Afragola, non si sono fatte attendere. A parlare per primo è stato il leader dell’opposizione, Antonio Pannone, vice sindaco con Nespoli: “Prendo atto della sentenza che, naturalmente, anche per mia formazione sono abituato a rispettare. Ma al di là di questo, esprimo vicinanza umana al senatore Nespoli e mi auguro che nei successivi gradi di giudizio, possano emergere ulteriori dati di chiarificazione dell’intera vicenda”. Tra i Consiglieri di maggioranza, Gennaro Giustino, della lista a Viso Aperto ha detto: “Anche la Magistratura, almeno in questo primo grado di giudizio, ha confermato quelli che erano i metodi e i modi di un uomo che mentre gestiva la cosa pubblica commetteva nel privato reati di quella portata. Speriamo che la Procura riuscirà, con una sentenza definitiva, a fare chiarezza su questa e su altre vicende. Se la condanna trovasse conferma definitiva, ci rimarrebbe l’amaro in bocca circa i dubbi e le

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perplessità che quei metodi criminali siano stati adottati anche nella gestione della cosa pubblica. Anche in virtù del fatto che in qualità di Sindaco si è trovato a “gestire” questioni personali che sono tutt’ora oggetto di altri procedimenti penali”. Mentre per il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Concas, “dispiace per questa condanna. Era una intelligenza organizzativa che avrebbe fatto bene all’opposizione. Mi auguro che in appello si possa salvare augurando a Nespoli la stessa cosa che è successa a Berlusconi: cioè l’assoluzione finale.” Insomma ad Afragola non si fa che parlare di questo. Inoltre, a parlare ci sono pure i dipendenti ex Gazzella che hanno perso il posto di lavoro. Aniello Guercia ci ha detto: “Io ho 54 anni e non lavoro più grazie a questo problema. Questa storia ìha rovinato la mia vita e quella della mia famiglia. Non ho più un lavoro, e non so che fine farò. Questa sentenza ha fatto giustizia.”

La vicenda del fallimento dell’istituto di vigilanza, ovviamente, non passò inosservata. Era a Maggio del 2010, quando la Procura di Napoli chiese e ottenne dal Giudice per le indagini preliminari un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per l’ex senatore e sindaco di Afragola Vincenzo Nespoli. Gli avvocati della difesa, fecero richiesta al Tribunale del Riesame per scongiurare gli arresti domiciliari. Richiesta che fu respinta. Successivamente, a salvarlo dai domiciliari, ci pensò l’immunità parlamentare. Ma con la caduta del governo Monti e lo scioglimento delle Camere, l’immunità venne meno. E di colpo Nespoli finì ai domiciliari per nove mesi. Adesso è arrivata la prima sentenza. In attesa dell’esito dell’altro processo e dell’appello, oltre che, eventualmente, della sentenza della Cassazione. Solo allora, per Nespoli, potrebbero aprirsi le porte del carcere. Francesco Celardo

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›› PRIMO PIANO

Sul sito sembra un’operazione in corso, ma non è così

Policentro, solo un bluff? Per il presidente della società Lino Iemi “è una grande occasione per Afragola, persa da Tuccillo”, ma il Sindaco di Afragola ripete quel che diceva in campagna elettorale: “Abbiamo altre priorità” irca due anni fa, la precedente Amministrazione comunale, quella guidata dall’ex parlamentare Enzo Nespoli, accolse la proposta di realizzazione di un grande centro commerciale, il “Policentro Afragola”, un centro polifunzionale di ultima generazione, sviluppato su due livelli. Il progetto prevede un primo piano che riunisce tutta l’offerta commerciale, mentre il secondo ospita, oltre a tre medie superfici, ampi spazi ludico e ricreativi e un'estesa area food-court. Il centro sarebbe dovuto sorgere tra

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di Carmen Celardo l’autostrada A1 e la Circumvallazione Esterna di Napoli, localizzazione ideale, secondo i progettisti, anche perché adiacente a due strutture commerciali già esistenti: Ikea e Leroy Merlin, già realizzate e funzionanti da anni. Del progetto, nato dal Gruppo Policentro S.P.A., società leader nella progettazione, realizzazione, commercializzazione e gestione di centri commerciali e polivalenti, si parla ormai da tempo. Con quarant’anni di esperienza nel settore del real estate, il Gruppo Policentro progetta, promuove e realizza in Italia,

Europa e Sud America, centri commerciali di prestigio e opere immobiliari all’avanguardia, avvalendosi di un ufficio tecnico interno, partendo dall’individuazione dell’area e dallo studio di fattibilità, segue direttamente tutta la fase di progettazione e realizzazione. Con il supporto di due società specializzate si occupa poi della fase di commercializzazione e gestione, risultando di fatto l’unica società italiana specializzata nell’opera completa di centri commerciali e polivalenti. Afragola era tra le zone in cui Policen-

Il Policentro di Afragola, così come lo hanno ideato i progettisti della società che ne ha proposto la costruzione

Una frode fiscale nella costruzione dell’Ikea di Afragola Una frode fiscale concretizzata attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da società “cartiere”. E' quanto emerso dalle indagini della Procura di Napoli sulla realizzazione del centro commerciale Ikea di Afragola, culminata con il sequestro di beni per oltre quattro milioni di euro nella disponibilità di 14 indagati, disposto dal gip ed eseguito dalla Guardia di Finanza di Napoli. Dalle indagini è emersa una frode fiscale messa in atto da Michele Panico, legale rappresentante della società Italcostsrl, con l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse dalle società Italtecnosrl e Liccardo Costantino C. sas, emesse nell' ambito della realizzazione del centro Ikea di Afragola. La realizzazione dell'opera ha interessato varie società legate da una catena di contratti di subappalto con identico contenuto, oggetto e valore partita dal subappalto conferito dalla società aggiudicatrice Nacsrl a Italcost e nei successivi contratti stipulati tra Italcost e Italtecno e tra Italtecno e Liccardo Costantino srl, queste ultime due risultate essere società "cartiere" emittenti e utilizzanti fatture per operazioni inesistenti. 6 • Cogito

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PRIMO PIANO ‹‹ tro intendeva investire per la creazione di un’area commerciale che avrebbe offerto la possibilità di modernizzazione del sistema commerciale e nuovi posti di lavoro. Parliamo al passato o con il condizionale, poiché, il progetto approvato e sottoscritto dalla precedente Amministrazione comunale Afragolese è momentaneamente congelato a causa del disinteresse del attuale Sindaco alle sollecitazioni della società lombarda. Nonostante questo, però, sul sito della società il centro commerciale viene presentato come una realtà, con tanto di indicazione dell’inizio e della fine dei lavori, oltre alla descrizione dettagliata del progetto. Policentro, tra l’altro, avrebbe già speso più di 500.000 euro per rispettare la convenzione che prevedeva, tra l’altro, la costruzione di un nuovo collegamento diretto ed esclusivo, per i centri commerciali, con le autostrade A1 e A16, una soluzione Lino Iemi strategica che non avrebbe dato problemi alla viabilità. Abbiamo provato a fare chiarezza, sentendo il presidente di Policentro, Lino Iemi, che è entusiasta e molto orgo-

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glioso di questo progetto perché lo considera “un’opera importante che avrebbe permesso ai soggetti coinvolti di tirare una boccata di aria fresca in questo tempo di stasi e di crisi”. Al tempo stesso, ora è anche “indignato e arrabbiato con l’indifferenza e la poca considerazione che l’attuale Amministrazione, e in particolare il sindaco Tuccillo, ha dimostrato” nei loro confronti. Iemi è duro nel suo Il progetto dello svincolo diretto sulle autostrade commento: “il Sindaco ha manifestato un totale disinteresse al progetto rispondendo con il silenzio al nostro intervento. Ha negato, e lo fa tutt’oggi, alla città di Afragola l’opportunità di crescere commercialmente, non considerando neanche la possibilità di creare posti di lavoro che si verrebbe a creare in questo periodo stagnante per l’economia italiana. A mio parere, pur di non favorire la vecchia Amministrazione si stanno chiudendo le porte a un progetto che sarebbe stato proficuo per Afragola”. Il sindaco Tuccillo, dal canto suo, ha confermato che “in questo momento la città ha altre priorità e che, comunque, non ci sono atti concreti oltre a quelli messi in atto dalla precedente Amministrazione comunale”, confermando, nei fatti, quanto aveva assicurato in campagna elettorale, quando aveva assicurato che “ad Afragola non ci sarebbero stati altri Mimmo Tuccillo centri commerciali”.

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›› POLITICA

Sempre caldo il clima politico a Frattamaggiore

Grimaldi si dimette e attacca Per il Presidente del Consiglio, “Non si può fare Cantone qui e poi stare in Giunta con Cesaro”. Il sindaco Russo: “Lo capisco, ma non avrei lasciato la carica istituzionale in questo periodo” o scorso 9 marzo una notizia ha scosso la politica frattese alle prese con la preparazione delle alleanze in vista delle elezioni comunali del prossimo 31 maggio. Cos’è successo? Sono state protocollate le dimissioni del consigliere comunale e presidente del Consiglio comunale, Luigi Grimaldi. Sull’elezione a Presidente, avvenuta 5 anni fa, ci furono

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Luigi Grimaldi molte discussioni, nonostante i 24 voti favorevoli alla proposta del sindaco, Russo, che volle dare quel ruolo a uno dei ledader delle opposizioni. Il Pd, alla fine, votò compatto, a parte Orazio Capasso, capogruppo dei Democratici ed ex Presidente del Consiglio, che lasciò l’aula. Non sono mancate le polemiche neanche successivamente, tanto che furono raccol-

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di Angelica Argentiere te anche le firme di diciotto Consiglieri pronti a sfiduciare Grimaldi, ma la cosa non fu mai discussa in Consiglio. Ora, invece, a poco più di due mesi dalle amministrative, è lo stesso Grimaldi, che, nel frattempo, ha aderito al Pd, a gettare la spugna, dimettendosi da Consigliere comunale e da Presidente del Consiglio. Lo abbiamo sentito per fare chiarezza sulla vicenda e ci ha rilasciato delle dichiarazioni molto forti sulle motivazioni della sua scelta: “Ora non rivesto più alcun ruolo istituzionale. Bisogna fare chiarezza all'interno del Partito democratico e magari anche questo mio gesto potrà servire. Il segretario provinciale, Venanzio Carpentieri, non può applicare due pesi e due misure. Se Carpentieri viene invitato a un tavolo istituzionale, dovrebbe almeno interrogarsi su chi sarà con lui e questo mi lascia perplesso nel ricandidarmi con il Partito democratico. Lo dico a chiare lettere e senza remora: Carpentieri ha paura, è condizionato non so da chi, non so da cosa ma non ha mai preso una scelta libera. Se si mette tanto in discussione il segretario cittadino, perchè non si mette in discussione anche quello provinciale?” Grimaldi non si nasconde neanche di fronte ai suoi problemi con la giustizia: “Io ho un avviso di garanzia e, come me, anche Francesco Russo e Michele Granata ma non ci sono i termini per applicare la legge Severino. Non si può fare Cantone a Frattamaggiore ed essere in Giunta con Cesaro che sappiamo tutti i reati per cui è incriminato e fare lezioni di morale con la puzza sotto il naso. Voglio giocarla politicamente, da 25 anni mi occupo di questo: le dimissioni rimangono pur sempre dimissioni e vorrei vedere quanti di loro avrebbero avuto il coraggio di farlo”. Sulle dimissioni di Grimaldi, abbiamo

chiesto un parere a Sergio Pratticò che, da strenuo oppositore dell'ex presidente del Consiglio, sembra ora in procinto di stringere un accordo politico con Grimaldi: “Credo che abbia compiuto questo gesto per staccare dal clima politico, per prepararsi la sua campagna elettorale. Certo è che il clima che si vive non è positivo: continui spaccamenti e frazionamenti che fanno parte del gioco ma mi auguro ci sia maggiore serenità e più lucidità”. Non poteva mancare il commento del sindaco, Francesco Russo, che volle Grimaldi alla guida del Consiglio comunale cinque anni fa e che è accusato da una parte del Pd, di preferire l’alleanza con lui piuttosto che con gli esponenti del suo stesso partito. Ecco cosa ci ha detto: “Personalmente mi dispiace per le sue dimissioni. Le ricollego alla voglia di essere meno impegnato in questo periodo anche se non ho condiviso. Capisco l'opportunità del momento con compilazione delle liste e delle squadre. Da un punto di vista istituzionale invece, avrebbe potuto non lasciare la carica così come sto facendo io. In attesa del decreto della data definitiva dell'election day che pare essere il 31 Maggio, l'Amministrazione dovrà convocare una riunione del Consiglio comunale ed eleggere un nuovo Presidente. Quanto al segretario provinciale Carpentieri, sta cercando di ricompattare i pezzi di una battaglia vana senza fondamento, nè giuridico nè politico, sulla mia incompatibilità dei ruoli di Sindaco e Coordinatore cittadino del partito. Carpentieri ha portato a Frattamaggiore un messaggio forte "non è tempo di dividersi ma di scegliere il nuovo candidato Sindaco", impegno che avevo già preso nei mesi precedenti affinchè il partito democratico non perda la leadership nella coalizione del centrosinistra”.

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POLITICA ‹‹

“Riparte il futuro” a Frattamaggiore, contro la corruzione nelle Istituzioni "Riparte il futuro" è una campagna promossa da Libera, Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie e Gruppo Abele contro la corruzione in Italia, con l'obiettivo, attraverso l'utilizzo dei nuovi media, di sconfiggere uno dei mali che affligge il nostro Paese.

Infatti dal sito nazionale si leggono alcuni risultati di importanti ricerche che classificano il nostro Plaese ad alto rischio corruzione: “L'Italia e al 69° posto nella classifica globale di percezione della corruzione, (Transparency Interna-

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tional, «Corruption Perception Index», 2014); è al 49°posto nel Global Competitiveness Index (World Economic Forum, 2014) ; ha un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 43% (Eurostat, luglio 2014); attira uno stock di investimenti stranieri pari alla metà di quello tedesco ed a quasi un terzo di quello francese (Unctad, 2014)". Inoltre: “La lotta alla corruzione è un passaggio indispensabile per poter riprendere un corso di rinascita morale, politica ed economica. Infatti, solo combattendo la corruzione il Paese può riacquistare l’affidabilità necessaria per attrarre gli investimenti, italiani e stranieri (FDI), e creare nuove opportunità di lavoro soprattutto per i giovani". Riparte il futuro contro la corruzione arriva anche a Frattamaggiore grazie all'impegno dei volontari di Sottoterra Movimento Antimafie di Frattamaggiore insieme con Libera e Gruppo Abele. La richiesta di Riparte il futuro ai candidati in occasione delle elezioni amministrative del 31 maggio 2015 è quella di impegnarsi contro la corruzione sul proprio territorio. In campagna elettorale i politici che aderiscono a Riparte il futuro rendono trasparente la loro candidatura alle elezioni amministrative, pubblicando sui propri siti e su Riparte il futuro curriculum vitae, reddito, potenziali conflitti di

interesse e situazione giudiziaria. E si impegnano, qualora eletti, ad adottare nei primi 100 giorni di attività la delibera “Trasparenza a costo zero” e ad attuarne tutte le prescrizioni entro i successivi 200 giorni. Ai candidati aderenti a Riparte il futuro che saranno eletti sarà consegnato il braccialetto bianco simbolo della lotta alla corruzione per ricordare l’impegno preso di fronte alla cittadinanza. E' possibile combattere la corruzione a costo zero chiedendo ai Sindaci di condividere con i cittadini le informazioni su chi li rappresenta e su come i Comuni spendono i soldi pubblici. Nell'area a Nord di Napoli, solo il Presidio di Libera Casoria e Afragola aveva portato la campagna alle scorse amministrative di Afragola. Su 4 candidati solo 1 aderì indossando il braccialetto bianco, Domenico Tuccillo, divenuto poi Sindaco. Monitoreremo, dopo la presentazione delle liste dei candidati Consiglieri e Sindaco, quanti effettivamente prenderanno l'impegno di Riparte il Futuro con trasparenza della candidatura e adozione della Delibera "Trasparenza a Costo zero" e prenderanno gli impegni concreti calibrati sul territorio di Frattamaggiore. Angelica Argentiere

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›› CRONACA

Istituito il C2 Caivano Afragola, con nuove fermate

Una nuova linea di trasporto Cambia il percorso degli autobus che collegano Caivano e Napoli, favorendo Afragola. Previsto il passaggio in zone periferiche, restano inascoltate le richieste di Saggese e San Marco n’importante novità per il trasporto pubblico ad Afragola. La società Ctp, sollecitata dal sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo, e da tanti cittadini, ha istituito un nuovo collegamento autobus denominato “C2 Caivano - Afragola - Napoli (via Autostrada)”. Grazie alla nuova linea, dal 6 marzo scorso, alcuni popolosi quartieri cittadini, come quello delle Salicelle e San Michele, dopo le sofferenze causate dalla soppressione dell’autolinea C2 Caivano - ferrovia di Casoria, sono nuovamente collegati con il centro della città, la stazione ferroviaria di Casoria e potranno raggiungere Napoli con un percorso veloce

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sul raccordo autostradale con uscita via Ferraris. Un’operazione, spiega il Sindaco Tuccillo, “che risponde ai problemi di studenti e lavoratori di questi quartieri”. Il tragitto di quest’autolinea, in direzione Napoli, effettua le nuove fermate: Salicelle – via Venezia Giulia – via De Gasperi – via Dario Fiore – via Sannitica – corso Aldo Moro – via Oberdan – piazza Gianturco – corso Garibaldi – stazione di Casoria – via Galileo Ferraris (adiacenza stazione Circumvesuviana) Napoli. Al ritorno, partendo da via Galileo Ferraris si fermerà in: corso Arnaldo Lucci – piazza Carlo III – doganella (di fronte all’Aeroporto) – stazione FS di Casoria – corso Garibaldi – piazza Gianturco – via Francesco Russo – via Amendola – via De Gasperi – via Kolbe – via Sicilia – via delle Nazioni Unite – Cardito e Caivano. “Saranno facilitati così gli spostamenti di chi ogni giorno si muove da Afragola per raggiungere la stazione di Casoria e il centro di Napoli. Siamo riusciti a ottenere questo risultato dopo un lungo confronto con i vertici Ctp 10 • Cogito

di Antonio Boccellino e in particolare grazie all’attenzione e alla disponibilità del direttore generale, Salvatore Iovieno, di cui abbiamo apprezzato l’attenzione e la disponibilità. Dal 9 marzo una parte di città che era prima totalmente tagliata fuori dal servizio di trasporto pubblico locale, può finalmente servirsi della linea C2R della Ctp” ha detto il sindaco. Positiva la risposta della cittadinanza. “Siamo contenti – ha affermato un’utente del quartiere, fruitore del servizio che abita in zona - per l’introduzione di quest’autolinea. Segnalo, però, che sulle paline delle fermate mancano le indicazioni del nuovo percorso e non sono presenti gli orari delle partenze. Inoltre, il tragitto di ritorno da Napoli per Afragola, andrebbe migliorato con il ripristino di alcune fermate di via De Gasperi di Afragola che sono state soppresse (la n. 1234, 1054 ed altre) e rendono molto faticoso per gli anziani raggiungere San Michele e la zona Miranda. Esorto il Sindaco e la CTP a evitare questi problemi”. In verità su quest’argomento, un gruppo di utenti aveva già inoltrato alla precedente amministrazione Nespoli, nel 2013, una petizione con oltre cento firme chiedendo il ripristino del percorso per il secondo tratto di via De Gasperi e il transito per via Venezia Giulia per consentire ai residenti dei quartieri Miranda e di San Michele di non percorrere molta strada a piedi. Ma restano ancora al palo altre richieste di residenti, come quelli della Saggese che da anni lamentano un collegamento di trasporto pubblico, pure annunciato dall’attuale governo cittadino. “Siamo isolati - ha dichiarato Biagio Cerbone - ho tre figli che vanno a scuola ad Afragola e Caivano e praticamente sono costretto ad accompagnarli e poi a prenderli tutte le mattine”. Gli ha fatto eco Giuseppe Tuccillo che ha confermato i medesimi problemi aggiungendo come “siamo costretti a fare continuamente da taxi ai nostri figli che, anche per il tempo libero, sono dipendenti dai genitori con conseguenti danni all’autostima per questa impossibilità di potersi liberamente spostare come altrove avviene liberamente”.

Un problema serio, quella della mobilità dei cittadini, suna vera iattura per questo popoloso quartiere che annovera oltre 3.000 abitanti. “Siamo sul problema - ha rassicurato il sindaco Tuccillo - Proprio nei mesi scorsi, grazie anche a suggerimenti e fattivi contributi di alcuni cittadini del Comitato Saggese, abbiamo già avviato una Conferenza di Servizi con l’ex Provincia di Napoli, ora Città Metropolitana, e a breve, dopo verifiche con il Comune di Casalnuovo, siamo fiduciosi per la risoluzione del problema”. Alcuni residenti, poi, considerato il periodo di spendigreview che rende molto difficile l’istituzione di una nuova autolinea hanno fornito al Sindaco alcune soluzioni a costo zero, con delle ipotesi di percorso, esortandolo a intervenire. “Il problema del trasporto pubblico - hanno dichiarato - potrebbe essere risolto con una modifica di percorso dell’autolinea A77R Casoria FS - Acerra che, prendendo atto anche di esistenti collegamenti Casalnuovo - Acerra, potrebbe diventare una circolare con cuspide a via Saggese” e, plaudendo alla risultato raggiunto con la modifica dell’autolinea C2R, hanno espresso “nuovamente fiducia al Sindaco che manterrà sicuramente la promessa fatta in campagna elettorale di servire con un collegamento di trasporto pubblico questo quartiere”. Su questa ipotesi sono al lavoro anche i tecnici della Città metropolitana. “E’ nostro dovere - spiega l’ingegner Celestino D’Ortona dell’Area strategica trasporti dell’Ente rispondere alle legittime istanze di mobilità di cittadini. Cercheremo, pur nelle nostre esigue risorse, di trovare le soluzioni più adeguate”. A dir il vero, la Città Metropolitana ha da tempo avviato l’istruttoria su quest’argomento convocando, nel mese di novembre scorso, una Conferenza dei Servizi: la Saggese, infatti, come la zona San Marco, è un comprensorio costituito dai Comuni di Casalnuovo e Afragola. Conferenza che è stata rimandata a causa dell’assenza del Sindaco di Casalnuovo, Antonio Peluso, e per la mancanza di delega ad altri amministratori. L’Amministrazione di Casalnuovo, tra l’altro, in occasione di una prima riunione, non ha nascosto problemi di mobilità che sono presenti in un’altra frazione, quella di Casarea, che è parimenti isolata dal sistema trasportistico e pare voglia risolvere insieme i due problemi, Saggese e Casarea. Anno XXII - numero 366 - Sabato 21 Marzo 2015


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CRONACA ‹‹

Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per otto esponenti politici

Processate quei Consiglieri L’accusa è peculato per le presunte irregolarità nella gestione dei fondi pubblici a disposizione. Tra i destinatari della richiesta di rinvio a giudizio c’è anche Nicola Marrazzo, exconsigliere Idv tto richieste di rinvio a giudizio sono state avanzate dalla Procura di Napoli nei confronti di otto tra Consiglieri ed ex Consiglieri della Regione Campania. La richiesta, firmata dal pubblico Ministero Giancarlo Novelli e dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, è stata trasmessa oggi all'ufficio del Giudice per le indagini preliminari. Per tutti l'accusa contestata è di peculato. I consiglieri che dovranno difendersi di fronte al Gip per evitare il processo sono Mario Casillo, Angela Cortese, Corrado

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di Stefano Andreone Gabriele ed Enrico Fabozzi del gruppo Pd, Anita Sala e Nicola Marrazzo dell'Idv, e Carmine Mocerino e Pasquale De Lucia dell'Udc. “Ho fatto della legalità il mio credo e il mio stile di vita. Da donna delle Istituzioni, credo fermamente nella giustizia e sono pronta a fornire al Magistrato tutte le integrazioni ai documenti da me già consegnati al pubblico Ministero” ha detto Angela Cortese, commentando la notizia. La richiesta di rinvio a giudizio pone un grosso interrogativo sull’opportunità di candidare alle prossime elezioni regio-

nali esponenti politici finiti nel mirino della Magistratura per la gestione dei fondi pubblici. Gran parte di coloro su cui pende la richiesta di rinvio a giudizio, infatti, sono, nei fatti, già in campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo 31 maggio e sembra che non abbiano alcuna intenzione di fare un passo indietro di fronte alla richiesta del pubblico ministero che ha condotto le indagini e ha ritenuto opportuno richiedere il rinvio al giudizio, il processo per accertare le responsabilità dei politici.

Mario Casillo

Angela Cortese

Nicola Marrazzo

Carmine Mocerino

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›› CRONACA

Protesta dei commercianti di Casalnuovo

“Rischiamo il fallimento” I lavori del PIU Europa cambieranno il volto della città, ma intanto stanno creando molti disagi. “Chiediamo all’Amministrazione di accogliere le nostre richieste per non perdere i clienti rimasti” di Simona Granato ontinuano senza sosta i lavori del Più Europa, il progetto di riqualificazione territoriale che ha assegnato a Casalnuovo 25 milioni di euro, con l’obiettivo di rendere il centro urbano attraente e funzionale per i cittadini e per le imprese. I lavori del MUSA (Mercato Urbano Spazio Aperto) sono iniziati il 7 luglio 2014 e prevedono il rifacimento della sede viaria e dei marciapiedi, valorizzando in particolar modo l’estetica, al fine di aumentare la capacità attrattiva del centro urbano per favorire le numerose attività commerciali esistenti e nascenti. Un progetto che nella sua totalità appare idilliaco, ma che nel quotidiano, con più di dieci cantieri aperti, sta creando innumerevoli problemi a tutti i cittadini, dagli automobilisti, costretti a giri lunghissimi per raggiungere i luoghi di interesse, ai pedoni, che si vedono costretti non solo a dover cambiare lato della strada ogni cinquanta metri, ma ad attraversare addirittura i cantieri, tra polvere, ruspe e quant’altro. Ma, a prescindere dai disagi alla viabilità, la categoria maggiormente colpita da questa situazione di “lavori in

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corso” è quella dei commercianti. Dall’inizio dei lavori a oggi, ben sei esercenti sono stati costretti a chiudere bottega e molti altri sono a rischio chiusura. Lavori a rilento, chiusura delle principali arterie di comunicazione e riduzione del numero dei parcheggi sono le principali cause di questa situazione che spinge sempre più i cittadini a prediligere i grandi centri commerciali per i propri acquisti. Il malcontento degli esercenti è dunque sfociato in una protesta e difatti qualche settimana fa, in moltissimi hanno deciso di chiudere momentaneamente i propri negozi, affiggendo alle serrande un cartello con scritto “chiuso per politiche fallimentari” e recarsi in piazza Municipio per manifestare il proprio disagio e la propria rabbia. Un tentativo vano a quanto pare, dato che la situazione non è minimamente cambiata, anzi sono stati chiusi altri tratti della carreggiata, come ad esempio l’accesso a viale dei Ligustri. “Qui non si capisce nulla, non ci hanno nemmeno avvertito dell’inizio dei lavori su questo tratto. I ragazzi delle consegne non sanno più che strada prendere per poter uscire dai lavori. Tra l’altro un giorno è possibi-

L’inaugurazione di uno dei cantieri del Piu Europa le parcheggiare su un lato della strada, il giorno dopo cambiano idea. E noi subiamo le conseguenze con i vigili sempre pronti a far multe” testimonia il gestore di una pizzeria sita in quella zona. “Avevamo semplicemente chiesto che venissero installate delle passerelle, almeno per salvaguardare quei pochi pedoni che ancora 12 • Cogito

Una delle proteste dei commercianti (www.vivonapoli.it) spendono da noi, ma ancora una volta siamo stati ignorati” lamentano i commercianti di corso Umberto, stanchi di una situazione che li penalizza in ogni modo, specialmente dal punto di tvista economico. In prima linea anche Giovanni Di Matteo, rappresentante dei commercianti che ha tenuto a specificare che la pacifica protesta avviata dagli esercenti non era mirata alla risoluzione dei problemi causati dai lavori, in quanto è normale dover affrontare dei disagi, ma quanto meno fare in modo che commercianti e cittadini possano convivere con questa situazione nel migliore dei modi, attuando manovre di messa in sicurezza dei cantieri. Di Matteo, come gli altri commercianti, sono disponibili anche a rendersi utili personalmente affinché ciò avvenga, ma sono pronti a ritornare sul piede di guerra se le loro richieste continueranno ad essere ignorate. Dall’Amministrazione comunale, però, garantiscono “il massimo impegno ricordando che i lavori miglioreranno la vivibilità della città e i primi a godere dei vantaggi saranno proprio i commercianti che potranno mettere a disposizione dei loro clienti strade migliori, più belle e più sicure”. Inoltre, sulla carta, c’è la masima disponibilità al dialogo e al confronto: “Per quanto riguarda i disagi, siamo pronti ad ascoltare le proposte e a trasformarle in azioni concrete, purché siano realizzabili, compatibilmente con i lavori in corso”. Anno XXII - numero 366 - Sabato 21 Marzo 2015


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CRONACA ‹‹

Una brutta storia di violenza a Frattamaggiore

La mafia bengalese Due immigrati del Bangladesh picchiavano alcuni connazionali per estorcergli denaro. Grazie alla denuncia, la polizia ha potuto indagare e arrestare i delinquenti, finiti a Poggioreale di Antonio Fioretto arebbe bastato davvero poco per sgominarli. Una semplice denuncia di una delle vittime. Ma la paura, come spesso capita in casi del genere, ha preso il sopravvento. E così, due pregiudicati originari del Bangladesh e immigrati in Italia hanno continuato a mettere sotto torchio alcuni connazionali. Il fatto è accaduto a Frattamaggiore dove un 46enne e un 27enne, padre e figlio, chiedevano il pizzo ad altri immigrati bengalesi, operai o negozianti che fossero. Diciamo chiedevano perché alla fine qualcuno ha trovato il coraggio di denunciare l’estorsione e questo ha permesso alla Polizia di Frattamaggiore di portare avanti un’indagine, grazie alla quale i due mafiosi sono stati arrestati e deportati nel carcere di Poggioreale. I due da tempo chiedevano la somma specifica di 200 euro mensili e minacciavano i poveri malcapitati, arrivando a percuoterli con un bastone in legno e metallo. Fino a quando, come detto, un operaio ha denunciato tutto. La Polizia ha così potuto organizzare il piano: le forze dell’ordine hanno fotocopiato le banconote e poi si sono presentati sul

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luogo concordato per il pagamento, arrestando i bengalesi non appena questi hanno intascato il denaro. Nell’auto dei due, da tempo ricercati dalla legge, è stato ritrovato il bastone usato contro le vittime. E’ stato sequestrato insieme al telefono cellulare e alla vettura stessa. Una vicenda verificatasi in un piccolo paese dell’hinterland a Nord di Napoli, che però richiama diversi fatti accaduti a livello nazionale perché sono sempre di più gli immigrati che chiedono il pizzo ai loro connazionali. Stando a studi di associazioni, ma anche ai dati delle forze dell’ordine, infatti, sono tanti gli immigrati che finiscono nelle grinfie di altri immigrati che impongono il pizzo per poter lavorare, utilizzando le stesse tecniche di camorristi, ndranghetisti e mafiosi con i quali, spesso, sono alleati nello sfruttare il lavoro di operai e piccoli imprenditori. La denun-

cia e la successiva indagine della polizia di Frattamaggiore ha aperto uno squarcio su quel che accade a Nord di Napoli dove le richieste estorsive sarebbero all’ordine del giorno soprattutto nel campo dell’agricoltura e dell’ediliza, i due settori dove maggiormente sono impiegati i lavoratori stranieri, spesso con paghe da fame, che devono essere ulteriormente ridotte per pagare il pizzo.

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›› ECONOMIA

Nessuna novità per gli ex dipendenti de La Masseria

Niente di nuovo per i “fantasmi” Continua, senza risultati, la lunga protesta nel supermercato del centro commerciale carditese. La questione arriva anche in Parlamento con un’interrogazione del Movimento Cinque Stelle di Cinzia Lanzano on vogliono che tutto finisca nell’oblio, che il clamore e lo sdegno per l’incresciosa vicenda siano stati solo un interesse temporaneo e passeggero; una sorta di bolla di sapone che, una volta scoppiata, sparisce senza lasciare traccia. Insomma i fantasmi de La Masseria di Cardito chiedono di non essere nuovamente messi da parte, reclamano affinché la loro protesta e i loro sacrifici non vengano vanificati: il loro scopo non era certo quello di finire sulla stampa o in televisione per un attimo di celebrità, il loro fine era ed è solo quello di far conoscere la situazione che vivono, far sì che qualcosa, o meglio qualcuno, si muova e, finalmente, ci sia una risoluzione del problema, del dramma che vivono da mesi. Perché le settimane e i mesi passano velocemente e tutto sembra ancora fermo, in stallo, come se non si trovasse la luce alla fine di questo tunnel. Finora non c’è stato nulla di concreto, solo qualche vaga promessa, non mantenuta! A tre settimane dalla comparsa della notizia in alcune tra le maggiori emittenti televisive nazionali, la diffusione in rete, oltre che sulla carta stampata, tutto è avvolto da un preoccupante silenzio! Né la vecchia società dei Credendino, né la nuova appartenente al gruppo Ventrone, di cui si fa portavoce Paolo Siciliano, si sono mobilitate: come nel gioco della patata bollente, tutti cercano di passare la palla, prendendo il più possibile le distanze da questi lavoratori assunti a zero ore e ai quali non spetta lo stipendio. Eppure un gioco non è, si tratta di persone considerate inesistenti per i propri capi, per i quali fino a pochi giorni prima avevano lavorato, portando avanti l’attività di un supermercato che fruttava fior fiori di euro. “Con il centro La Masseria sotto i riflettori, nessuno si è fatto avanti, neppure a livello istituzionale, gli unici che si siano fatti avanti so-

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no i galleristi!” ci dicono alcuni dipendenti del supermercato Gvc. Da qualche giorno, infatti, il piano zero del supermercato ospita una serie di stand e bancarelle; per mesi, dall’occupazione, l’atmosfera che si respirava entrando, pareva surreale, un deserto, nessun cliente, negozi ormai chiusi. La presenza di questi punti vendita provvisori ha anch’essa, qualcosa di irrazionale, perché alle spalle di questi banchetti vi sono serrande abbassate, I dipendenti del Gvc de La Masseria protestano insieme ai simbolo della crisi del dipendenti dell’ospedale di Casoria commercio, che cozzano con l’aria festosa che, solitamente, si re- va più nella nostra situazione, non è un occuspira tra i mercatini e gli stand espositivi. Sor- pante, perché è riuscito ad ottenere il licenziage anche un ulteriore dubbio: ci sono clienti mento! È triste che questo qualcuno si sia diche vanno ad acquistare qualcosa in un cen- menticato di noi e, ora, ci ignori, partecipando tro ormai in declino? Certamente, non è uno a questa esposizione.” La mancanza di vicinanza, da parte di tutdei posti più invitanti per far dello shopping! Il commento degli ex dipendenti del su- ti, ecco cosa lamentano, questi lavoratori. Nel frattempo, i lavoratori della Masseria permercato è amaro: “Siamo indignati da questa faccenda: sapere che ci sono persone due sono diventati il simbolo dei lavoratori che piani sotto terra che lottano per il proprio lavo- vedono negati i propri diritti nelle nostre zoro da mesi e non mostrare un briciolo di solida- ne: lunedì hanno affiancato la protesta di alrietà. Venire ad esporre i propri prodotti, pro- cuni dipendenti dell’ospedale di Casoria, prio ora che qualcuno si è interessato alla que- Santa Maria della Pietà, anch’essi senza stistione, è assurdo. È come voler marciare sulle si- pendio. Comincia, finalmente, a muoversi anche tuazioni, ma al contempo fingere che nulla sia accaduto o stia succedendo a noi ed alle nostre la politica. Il Movimento 5 Stelle è il primo famiglie. Purtroppo tra i galleristi, c’è anche partito che ha portato la vicenda in Parlaqualcuno che conosciamo, qualcuno che per mento, con un’interrogazione del senatore molto tempo ha lavorato al nostro fianco, ma Sergio Puglia. Si attendono i risvolti, speranper sua fortuna, a differenza nostra, non si tro- do che non siano le solite chiacchiere.

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ECONOMIA ‹‹

Una delle bancarelle allestite nella galleria commerciale de La Masseria

ottenere il licenziamento! È triste che questo qualcuno si sia dimenticato di noi e, ora, ci ignori, partecipando a questa esposizione.” La mancanza di vicinanza, da parte di tutti, ecco cosa lamentano, questi lavoratori. Nel frattempo, i lavoratori della Masseria sono diventati il simbolo dei lavoratori che vedono negati i propri diritti nelle nostre zone: lunedì hanno affiancato la protesta di alcuni dipendenti dell’ospedale di Casoria, Santa Maria della Pietà, anch’essi senza stipendio. Comincia, finalmente, a muoversi anche la politica. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito che ha portato la vicenda in Parlamento, con un’interrogazione del senatore Sergio Puglia. Si attendono i risvolti, sperando che non siano le solite chiacchiere.

Afragola avrà seicento nuovi alberi Una bella notizia per Afragola, uno dei comuni della cosiddetta Terra dei fuochi. Il comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita da Federparchi-Europarc Italia, Kyoto Club e Legambiente, dà il via, assieme alle Associazioni di Formazione Idraulici di Genova e di Pisa (AFI.GE e AFI.PI), a un progetto di forestazione su 7.000 mq situati all'interno di un'area più vasta, pari a 14.000 mq, appartenente al Comune di Afragola. Saranno piantati circa 600 alberi di varie specie come quercia, leccio, cerro e ornello nel rispetto della biodiversità, con l'intento di replicare la piantumazione nel 2016 fino a raggiungere un totale di 1.200 alberi sull'intera area.

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L'AFI.GE e l'AFI.PI, cui aderiscono oltre 300 imprese locali, sono le promotrici sul territorio dell'iniziativa che prevede la piantumazione di un albero per ogni impianto di riscaldamento e di climatizzazione installato, oppure per ogni caldaia o pompa di calore montata. L'obiettivo è di contribuire a compensare parte delle emissioni in atmosfera prodotte dalle realizzazioni stesse. Ogni albero piantato, infatti, assorbe nel suo intero ciclo di vita circa 700 kg di anidride carbonica. Il Comitato Parchi per Kyoto realizza l'intervento grazie all'impegno del Circolo Legambiente di Afragola e con il coinvolgimento, per la gestione e manu-

tenzione dell'area, di una rete di associazioni locali di promozione sociale. Il Comitato Parchi per Kyoto, costituito nel 2007, ha già realizzato finora ben 26 interventi di forestazione in diverse Aree Protette dislocate su tutto il territorio italiano. “Siamo felici e onorati di poter portare avanti questo importante progetto - ha detto Giusiana Russo, presidente del Circolo Legambiente di Afragola - grazie a questa opportunità oltre a piantare alberi e a realizzare un'area verde, cercheremo di seminare speranza nei giovanissimi e nei bambini di questo territorio, perché tutti insieme possiamo contribuire a costruire un futuro sostenibile per questa Città”.

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›› CRONACA

Sembra finalmente finito l’iter burocratico per la nuova sede della polizia

Commissariato, c’è l’ok definitivo Il contratto di locazione proposto dal Comune di Afragola per la struttura delle Salicelle è stato approvato e autorizzato dall’Agenzia del Demanio. Ci sarà anche un notevole risparmio di Francesco Celardo inalmente si apre il fortino della legalità nel rione Salicelle. Con l’accettazione del parere di congruità, applicando pure un ulteriore ribasso del 15%, l’Agenzia del Demanio, diretta dal direttore regionale Dario di Girolamo, ha dato parere favorevole al contratto di locazione tra il Ministero degli Interni e il Comune di Afragola. Grazie a questa decisione il passaggio dal vecchio Commissariato di polizia alla nuova struttura situata al rione Salicelle potrà avvenire in tempi brevi. Il “Sì” è finalmente arrivato, quindi, passando per le peripezie burocratiche e il sopralluogo dei giorni scorsi, il cui esito è stato riportato in un verbale inviato alla Prefettura di Napoli. Quindi, tutto a posto. Il passaggio è questione solo di ore. Sarà la questura di Napoli, insieme alla Prefettura, a organizzarsi per iniziare il trasporto di mobili e suppellettili. Un plauso è arrivato dal direttore Di Girolamo che finalmente ha potuto trasferire la nuova struttura, costata quattro milioni e mezzo di euro di lavori di riqualificazione, agli agenti di polizia di Afragola, diretti dal vice questore Sergio di Mauro, dotandoli di una sede dignitosa per il loro delicato lavoro. Infatti, da

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qualche giorno, gli investigatori di Afragola, oltre alle criticità della pianta organica per mancanza di uomini, hanno dovuto lavorare in mezzo ai liquami fuoriusciti dalla rottura di alcuni tubi dei bagni, inondando le stanze del piano terra. Insomma, una vera e propria situazione critica e paradossale, poiché mentre nella vecchia struttura si lavora male, i

vandali hanno preso di mira la nuova struttura rompendo i marmi e il citofono. Secondo quando trapelato da fonti dell’Agenzia del Demanio, con questa operazione, si è avuto un forte risparmio sui costi del fitto. Ed è facile confermare la notizia trapelata. Nella vecchia struttura, il Ministero dell’Interno, infatti, pagava una somma annuale di 102.300 euro annui, pari a 8.500 euro al mese, per un immobile definito fatiscente. Con la possibilità di sfruttare un immobile comunale, quale è quello delle Salicelle, il fitto è calato di quasi 35.000 euro all’anno. Infatti, il Comune di Afragola guidato dal sindaco Domenico Tuccillo aveva chiesto un fitto di 77.000 euro annui. Applicando un ulteriore ribasso del 15%, si è raggiunta la somma di 65.800 euro all’anno, pari a 5.400 euro mensili, con il vantaggio di poter sfruttare una struttura nuova. “Finalmente si è raggiunto l’obiettivo e potremo avere i poliziotti qui, tra noi” hanno raccontato alcuni cittadini del rione Salicelle di Afragola che speravano da molto tempo che la polizia raggiungesse il rione, garantendo una maggiore sicurezza. Un ulteriore passo in avanti dopo quello fatto con l’arrivo della polizia municipale nella struttura che, fino a qualche anno fa, ospitava il Tribunale di Afragola, sempre nelle Salicelle, nei pressi del comando dei Vigili del fuoco. Anno XXII - numero 366 - Sabato 21 Marzo 2015


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CRONACA ‹‹

Un otto marzo diverso nel teatro comunale di Crispano

La donna, al di là degli stereotipi Presentato il libro di Trillicoso “Mamma, sorella, moglie, il dolore e la speranza di essere donna”, con il ricordo di tre omicidi che hanno cambiato, per sempre, la vita delle famiglie delle vittime di Valerio Cerbone na festa della donna diversa quella celebrata a Crispano nel teatro comunale Eduardo De Filippo. "Mamma, Sorella, Moglie, il dolore e la speranza di essere donna" è stato il tema della serata che è anche il titolo di un minilibro scritto dallo scrittore e giornalista Antonio Trillicoso, ideatore dell’evento culturale con la collaborazione delle associazioni Attivamente, Movimento Giovanile, Canapa e Donne Creative. Protagoniste delle serata la madre di Emanuele Di Caterino, Amalia, la sorella di Don Peppe Diana, Marisa, e la moglie di Giuseppe Verapalumbo, Carmela Sermino. Con loro sul palco anche il parroco della chiesa di San Gregorio, don Adriano Police. L'ideatore dell'evento, Antonio Trillicoso, ha introdotto i lavori: “Fuori dagli schemi e dalle standardizzazioni culturali la donna oggi qui a Crispano vuole essere celebrata in modo diverso. Come dice Max Gazzè in una sua canzone d’amore ‘la donna deve essere celebrata come un prete sull’altare’. Le testimonianza di donne che hanno subito una grave perdita in famiglia per mano criminale e il coraggio di queste ultime nell'andare avanti e lottare per la giustizia è il nostro contributo alla donna” Nel suo saluto il primo cittadino, Carlo Esposito, ha detto: “Purtroppo nei nostri territori i casi di criminalità aumentano e ben vengano giornate come queste che aprano la riflessione sulla donna che subisce una perdita grave, come una mamma che perde il proprio figlio”. La moderatrice, Angelica Argentiere, presidente dell'associazione Sottoterra Movimento Antimafie, aprendo il dibattito ha detto: “Questa serata non è la mera commemorazione fine a se stessa a ridosso della festa della donna, ma della memoria viva nel dolore, nella speranza di queste ultime che con il loro impegno portano vivo il messaggio: Ciò che è successo a me non deve succedere più”. La madre di Emanuele Di Caterino, appena 14 anni, studente del Liceo Scientifico "Fermi" di Aversa, ucciso la notte tra il 7 e l'8 aprile del 2013 ad Aversa, con una coltellata al cuore ha detto: "La morte di mio figlio è peggio della camorra, forse come madre ho sbagliato e scusatemi se dico questo, a insegnare ad aiutare gli altri perchè lui è intervenuto nel soccorrere una persona ed è stato ucciso. Il suo assassino,

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che vive in una casa famiglia, a Natale ha avuto un permesso premio (in questi giorni è tornato anche a casa n.d.r). Appena ho saputo la notizia non l'ho detto agli altri tre miei figli maschi, perchè la rabbia è ancora tanto per l'aver perso il fratello ingiustamente. La mia speranza è che Emanuele, mio figlio, è ormai figlio di tutti. La morte di mio figlio deve essere solo di insegnamento perché si capisca che con la violenza, con questa brutta mentalità, non si va da nessuna parte”

ripenso a quei momenti, soprattutto perchè mio marito non ha avuto ancora giustizia, la sua morte non è stata riconosciuta come vittima innocente della criminalità. Mi son dovuta trasferire ad Acerra, perchè quando morì mio marito mi citofonò il proprietario di casa, non per le condoglianze, ma per sapere adesso l'affitto chi lo pagava. Mi fa rabbia l'idea che mia figlia non conoscerà mai suo padre, nonostante tutti i miei sforzi nell'essere madre e padre insieme”.

Poi è la volta della sorella di Don Peppe Diana, assassinato nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, poco prima di celebrare la santa messa alle 7,20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico: “Mio fratello lo conoscono tutti, è stato ed è l'anima di chi persegue educazione alla legalità e battaglie antimafie. L'anno scorso per il ventennale della sua morte, gli scout hanno inondato Casal Di Principe facendo diventare il paese un'unica fascia tricolore, gli studenti hanno riempito le strade con striscioni "Venti di cambiamento”. Ha concluso Carmela Sermino, moglie di Giuseppe Veropalumbo, il carrozziere ammazzato da un proiettile vagante la notte di Capodanno 2007, a Torre Annunziata, con in braccio la loro figlia Ludovica che in quel triste 31 dicembre aveva 14 mesi: “Non si può spiegare cosa provo se

Interviene poi don Adriano Police, parroco della chiesa di San Gregorio, che dichiara: “Sento la vostra rabbia su di me, ma non dobbiamo perdere la speranza, donne e uomini di buona volontà insieme possono cambiare le cose, nè gli uomini da soli, nè donne da sole ma insieme”. Ogni intervento è stato intervallato dalle letture di poesie dei soci di Attivamente e Movimento Giovanile tratte dal mini libro "Mamma, Sorella, Moglie" distribuito gratuitamente durante la serata con la collaborazione di Voxnews e Editrice Cerbone. Le donne intervenute sono state omaggiate dei lavori dell'associazione Donne Creative rappresentate da Anna Maria Autieri, che si sono associate in rete, tramite i social network e in poco tempo hanno raggiunto centinaia di adesioni in tutt'Italia, condividendo le loro opere tra loro. Cogito • 17


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›› RELIGIONE

Ricco il programma religioso in onore di Madre Maria Cristina Brando

Verso la canonizzazione Previste celebrazioni e processioni, ma anche occasioni per ricordare le fasi della sulla sua vita. Probabile anche un’iniziativa tesa a coinvolgere i giovani con la partecipazione di Suor Cristina di Margherita De Rosa itto di appuntamenti il calendario predisposto per gli eventi che costituiranno le fasi di preparazione alla canonizzazione di Madre Maria Cristina Brando, in programma domenica 17 maggio. Nei giorni scorsi, alla tradizionale scuola di preghiera, che contrassegna sia l’Avvento che la Quaresima, si è di già affiancata la consegna di una targa presso San Liborio, a Napoli, luogo in cui è posta la chiesa delle Sacramentine, in cui Adelaide Brando mosse i suoi primi passi verso la Santità. Grande attesa per l’evento previsto per il 19 marzo, mentre andiamo in stampa, data in cui si è tenuto il “Cammino dei Santi”, percorso iniziato dall’Istituto Sacro Cuore, fondato da santa Giulia Salzano, per poi procedere alla volta della casa natale di San Ludovico e in direzione dell’Istituto delle Adoratrici della Croce, voluto da Madre Luigia Velotti; sulla via del ri-

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Suor Cristina Scuccia torno, in piazza Cirillo, c’è stata una solenne Concelebrazione Eucaristica e poi la tappa nella Chiesa del Santissimo Sacra-

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mento, presso quel tempio edificato dalla futura Santa: qui la processione si scioglierà. Sono previsti inoltre missioni da attuarsi all’interno delle parrocchie, al fine di diffondere e promuovere la conoscenza della figura e del carisma di Madre Cristina. Incontri di preghiera nel tempo forIl corpo di Suor Maria Cristina Brando te della Quaresima sono predisposti per il 27 marzo, quando, nascita della Santa, che vedrà riunirsi tutnella chiesa del SS. Sacramento, si terrà la te le “Maria Cristina” o le “Cristina” del meditazione dei dolori della Madonna, territorio. Saranno poi banditi concorsi scolastici pia pratica cara alla Beata e un tempo nota come “le tre ore di Maria desolata”; ad e, in maggio, si svolgerà un nuovo conveessa farà seguito la via Crucis Decanale, gno, incentrato sul ruolo della donna, inche si terrà all’interno dell’Istituto Brando. titolato: Volti e voci di…donna; per il 14 Tra gli appuntamenti di Aprile, parti- maggio è previsto il pellegrinaggio al Sancolare interesse, per l’ampio coinvolgi- tuario Eucaristico di san Pietro a Patierno, mento della cittadinanza, sono da ritener- con relativo flambeau. Tantissimi saranno poi gli eventi che si sicuramente la “Giornata dello Sport” e il convegno medico “Maria Cristina e le accompagneranno la fase successiva alla canonizzazione e molto ci si adopererà vie della Santità”. Sono stati pianificati, inoltre, momen- perché di Santa Maria Cristina se ne parti da dedicare, in modo peculiare, ai gio- li nel futuro, soprattutto, senza limitarsi vani, per cui non è da escludersi l’inter- alle pur entusiastiche celebrazioni del vento di qualche “mito” dei nostri ragazzi, presente, perché l’impegno dei posteri come, Suor Cristina Scuccia, vincitrice del avrà il suo inizio a santificazione avvenutalent “The Voice”, anche perché della fu- ta, affinché la testimonianza di adoraziotura Santa la vivace consacrata porta il no- ne e di espiazione vittimale, che caratteme, ma, in merito a tale probabilità, non rizzò la vita e l’azione di Madre Cristina si hanno ancora certezze. Sicurissima inve- Brando, sia fiaccola ardente, capace di ilce è la solenne celebrazione, presieduta dal luminare il cammino delle sue figlie spiDecano dell’XI zona pastorale, don massi- rituali e di ogni suo devoto, così che ne mo Vellutino, del 29 aprile, giorno della siano emuli degni.

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SPETTACOLI ‹‹

Nei negozi il nuovo album di Sabba e gli Incensurabili

"Sogno e son fesso" A tre anni dall'esordio musicale la band frattese è tornata con un disco tutto nuovo. Spaziano dal blues al rock, dal vintage swing al folk con testi di critica, ribellione e protesta di Stefano Andreone abba e gli Incensurabili, la band di Frattamaggiore ritorna più carica che mai con un nuovo lavoro discografico dal titolo "Sogno e son fesso", uscito lo scorso gennaio. Li avevamo lasciati tre anni fa, quando con il loro disco d'esordio "Nessuno si senta offeso" si erano fatti conoscere. Pungenti, ironici, dissacranti e "schierati", si ripropongono con nove brani inediti e una cover dei The Showmen. "Schierati" contro i sistemi e gli schemi che purtroppo attanagliano la nostra società e il nostro tempo; "Sogno e son fesso" non è un semplice lavoro discografico, ma il contenuto e il contenitore della voce di una generazione arrabbiata, stanca, ma che allo stesso tempo non vuole piegarsi, anzi, combatte "Per resistere"(Per resistere è il singolo che ha lanciato l'album Sogno e son fesso n.d.r.) con l'intento di cambiare le cose. Album molto ispirato, contornato da melodie graziose e orecchiabili, arrangiamenti di pregevole fattura che supportano e accompagnano perfettamente i testi delle canzoni, e se la musica non è solo ritmo ma anche messaggio, gli Incensurabili hanno tanto da dire e da fare ascoltare. "Chiamatemi Nerone", "Non mi fotti più", "Le parole sono importanti", questi i titoli di alcuni brani del disco. Abbiamo intervistato il frontman del grup-

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po Salvatore "Sabba" Lampitelli, autore di testi e musica, per saperne di più. Salvatore, cominciamo a parlare dell'album partendo dal titolo, “Sogno e son fesso”, perché avete scelto un titolo del genere? “Perché "Sogno e son fesso" è una citazione, appunto, sogno e son desto; è un disco che affronta tematiche generazionali, che appratiene al periodo in cui è nato, parla appunto di cose che riguardano una generazione come la nostra senza futuro, in crisi, che subisce, vittima della crisi globale. Sogno e son fesso, il titolo nasce anche dall'idea ironica del gioco di parole, invece di mettere in antitesi sogno o son desto, per dire che se sogno sto dormendo e se son desto sono sveglio; sogno e son fesso per dire invece, il sogno che rappresenta le aspirazioni della nostra generazione, son fesso sta a rappresentare la triste realtà che cozza contro i nostri progetti”. Molto originale anche la scelta della copertina del disco, perché quella mongolfiera? “L'idea della copertina, corrisponde perfettamente al titolo, molte recensioni ci hanno fatto i complimenti appositamente per la copertina, perché deve dare l'idea di un viaggio che intraprendi verso qualcosa che non si sa, che ti può portare dovunque, ma allo stesso tempo ha una visione romantica, quindi non negativa, non la paura di andare verso l'ignoto, ma il coraggio di intraprendere un viaggio a prescindere”.

Dal punto di vista musicale, rispetto all'album precedente quali sono le differenze maggiori che si ritrovano? “Abbiamo aggiunto un po' di elettronica, abbiamo aggiunto degli arrangiamenti un pochino più complessi, abbiamo fatto un lavoro più certosino sulle pre produzioni, sui suoni durante il missaggio. I riferimenti sono sempre gli stessi, noi siamo un gruppo che attinge molto dal blues, che sia il pezzo blues anni '50, che sia il R&R, che sia il vintage swing, il mondo è sempre quello degli Stati Uniti”.

Gli Incensurabili

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›› NOTIZIE FLASH

Ju - Jtsu / Una carditese sul tetto d’Italia Si chiama Maria Paola Fusco, ha 15 anni ed è una ragazza come tutte le altre. A parte un piccolo particolare: è la campionessa italiana ed internazionale di una delle discipline sportive più antiche ed affascinanti, il Ju-Jitsu. La giovane campionessa è di Cardito e fa parte della A.S.D. “FitJitsu”, allenata dal maestro Sossio Fusco. Pratica questa disciplina, purtroppo sconosciuta ai più, praticamente da sempre. Tra le altre cose, con la maglia della Nazionale italiana (A.I.J.J) ha vinto la medaglia di bronzo ai Campionati Europei tenutisi in Svezia, a Lund, lo scorso aprile. Nei giorni scorsi poi, precisamente dal 13 al 15 marzo, Maria Paola è stata insignita di un importante riconoscimento: è stata scelta, infatti, per rappresentare l’Italia ai Campionati mondiali che si sono tenuti in Grecia. Va detto che il Ju-Jitsu è la madre delle arti marziali e che da essa discendono il Judo e il Karate. E’ uno sport completo, incentrato sul cosiddetto Fighting System: calci, pugni e lotta a terra. Per arrivare alla Nazionale, il giovane talento carditese ha dovuto portare a termine una lunga trafila: la vittoria dei campionati regionali, quella dei campionati nazionali, internazionali e infine la Nazionale. Un motivo di vanto per Cardito e per tutto l’hinterland napoletano che speriamo spinga sempre più persone ad avvicinarsi a questo sport. Stefano Andreone

in una partita di calcio: da una parte la rappresentativa dell’Esercito Italiano, dall’altra un undici formato da vecchie glorie del pallone, amministratori comunali e giornalisti sportivi. All’evento hanno partecipato personaggi noti del mondo dello spettacolo: gli attori Vincenzo Messina e Gaetano De Martino e i cantanti Ivan Granatino, Antonio Pezzella, Giovanna Uccello, Olimpia Penza e Federico Di Napoli. Presenti anche Pietro Bellaiuto, titolare della Freestyle Agency, e Diego Armando Maradona JR, che ha dato il calcio d’inizio alla partita.

La festa più bella si è vista sugli spalti: oltre mille studenti, piccoli e grandi, hanno fatto da contorno alla manifestazione. Questo il commento del sindaco Russo: “Questa giornata è la fine di un percorso iniziato a metà febbraio e di un ragionamento importante rivolto alla legalità. Ringrazio l’Esercito Italiano, l’Unione Sportiva italiana per aver permesso lo svolgimento di questa bellissima giornata di sport contro l’illegalità”. Questa invece l’esortazione del Colonnello Del Monaco della Brigata di Caserta: “E’ meraviglioso vedere tanti giovani intorno a questo evento: diamo davvero un calcio al pallone dell’illegalità e diamolo forte. Dobbiamo far ritornare i valori dell’uomo, allontanando e cambiando questa realtà attuale”. Valerio Cerbone

Sociale / Un calcio all’illegalità a Frattamaggiore A Frattamaggiore, lo scorso 11 Marzo, è andata in scena la manifestazione “Un calcio all’illegalità”. L’amministrazione comunale di Frattamaggiore, guidata dal sindaco Russo, ha organizzato, in collaborazione con la Bottega Antichi Sapori e con la Union Gas Energy Metano, una giornata all’insegna dello sport, inteso come mezzo di rivalsa sociale. L’evento si è tenuto allo stadio comunale “Ianniello” e ha visto protagonisti dapprima la Brigata Bersaglieri Garibaldi di Caserta, che ha esordito con la tipica fanfare e con l’Inno di Mameli, e in secondo momento due compagini che si sono sfidate

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Sport / Caivano Runners al maratona di Roma L’Associazione Sportiva Caivano Runners parteciperà alla maratona internazionale di ROMA, Domenica 22 marzo 2015 con Motolo Graziella, Nocera Gianni e Ruggiero Dino. Un grande in bocca a lupo.

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CULTURA ‹‹

Un’immagine di Sant’Antonio disegnata su un fazzoletto e un’artista

Una bella storia di arte e fede Sessant’anni fa, in un periodo di depressione, un uomo disegnò Sant’Antonio su un fazzoletto, sua nipote, ispirata da quel disegno, ha cominciato a dipingere e oggi è una brava pittrice di Giovanni Russo er raccontare la storia di Agnese e di suo nonno Marco, dobbiamo tornare indietro nel tempo di circa sessanta anni. In quel triste periodo storico, si era da poco usciti dalla seconda guerra mondiale, Marco Amato viveva il periodo buio della sua vita, quello che molti chiamano "buio dell'anima", sentiva dentro di sé una sofferenza alla quale non sapeva dare un nome, fu proprio in quei momenti di sconforto, quando tutto sembrava essere contro di lui e nulla più possibile, che, utilizzando una penna e qualche colore, quasi come se la sua mano fosse guidata dall'alto, disegnò, su un fazzoletto di stoffa, Sant'Antonio di Afragola. Iniziò a venerare quell'immagine, quasi come se avesse realizzato una potente reliquia, e prima di lasciare questo mondo la donò alla donna che aveva sposato uno dei suoi nove figli, quello chiamato Antonio. Il disegno può, ancora oggi, aiutare ad immedesimarci nelle diverse emozioni che provava quest'uomo. Marco Amato non sapeva né leggere né scrivere, ma, in questa immagine, possiamo vedere la forza del suo talento, oltre lo studio, che è fondamentale nella vita di ogni persona, c’è sempre un qualcosa

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d’innato e che anni d’impegno non riescono a sopperire. Quell’uomo, che non aveva mai retto una penna, con pochi colori riuscì a realizzare una piccola opera d'arte. Liberando la sua anima dalla bruttezza della depressione, e lasciando che qualcuno guidasse la sua mano, non si sentì ispirato a realizzare l'immagine di una natura, una ragazza o idealizzare un suo desiderio, ma da afragolese profondamente cristiano sentì il bisogno di disegnare il Santo. L'immagine del taumaturgo gli ottenne un profondo senso di apAnno XXII - numero 366 - Sabato 21 Marzo 2015

partenenza verso il protettore cittadino e in quel modo, cosi semplice, riuscì a sentirlo solo suo. Mi piace pensare che quest'immagine sia venuta bella proprio perché disegnata su un fazzoletto, chissà quante volte lo avrà utilizzato per asciugare il sudore dopo il faticoso lavoro nei campi e, in quel periodo di tristezza, quante lacrime aveva già lasciato su quel pezzo di stoffa. Voglio anche immaginare che le modifiche apportate al dipinto siano state sue ispirazioni, noterete, infatti, che Gesù Bambino ha le mani unite in atto di preghiera, in quel modo, voleva forse ricordare alle persone che si sentono vinte dallo sconforto, che nella preghiera si può trovare ristoro e forza. Un altro particolare di questo dipinto è l'aver realizzato un giglio già sfiorito, in

questa modifica leggo una vena di romantica poesia, il suo sembra un gesto profetico, un giglio ormai morente, quasi a voler rappresentare una purezza che, nel mondo d’oggi, non esiste più. Come accennavo inizialmente Marco Amato, prima di morire, lasciò il fazzoletto a una delle sue nuore, nulla avviene per caso e spesso il destino guida i nostri passi. Passarono gli anni, sua nipote Agnese, quando aveva poco più che dodici anni, curiosando in un armadio, come tutte le ragazzine amano fare, trovò il fazzoletto e ne rimase come incantata. Non sapeva disegnare, non era mai stata brava, ma sentendosi ispirata e guidata da qualcuno decise di copiare quel disegno e fare come il nonno, cioè riprodurlo su un fazzoletto. Non era quello, però, il suo tempo. Gli anni sono passati veloci e la piccola Agnese, divenuta donna, moglie e mamma, pochi mesi fa, rivedendo questo fazzoletto e sentendo crescere dentro una voce che la chiamava a dipingere, ha iniziato a dedicarsi a questa passione. I risultati, come potrete vedere dalle immagini pubblicate, sono ottimi, e numerose sono le attestazioni di stima che sta ricevendo. Agnese, in un piacevole scambio di idee,

mi ha raccontato le sue emozioni personali: “Questo fazzoletto per me rappresenta tanto, è l'origine della mia storia, attraverso questo fazzoletto sento il sangue di mio nonno scorrere nelle vene. Con il nonno siamo uniti da una passione e oggi sono onorata di potergli dare voce, una flebile voce, rimasta nel cassetto per molto tempo, forse troppo. Pensando a lui sento di dover sorridere perché mio nonno ora è con me, pur non avendolo conosciuto sono ogni giorno sempre più consapevole che lui è con me, perché Sant'Antonio ha annullato il tempo”. Cogito • 21


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›› RUBRICHE

a cura del dottor Vittorio Santoro

Dimagrire con il cioccolato ? Si può

Tatuaggi: si cancelleranno con una crema?

Mangiare il cioccolato fa bene e, se consumato con moderazione, questo alimento non fa ingrassare ed è ricco di proprietà benefiche. Il suo nome trae origine dalla pianta del cacao Theobroma cacao, laddove theo significa divinità, mentre broma significa cibo. Non a caso molto spesso il cioccolato viene definito proprio “il cibo degli dei”. Il seme del cacao contiene teobromina, alcaloide dalla struttura simile a quella della caffeina. Al contrario del caffè, però, questo alimento non ha funzione eccitante ed energizzante, ma innalza i livelli nel sangue di serotonina, l’ormone del buonumore. Ilcacao contiene proteine, aminoacidi, grassi, sali minerali e carboidrati ed ha un valore energeticopari a circa 400\600 calorie per 100 g di prodotto. I nutrizionisti consigliano di prediligere il cioccolatofondente, ovvero quello che contiene una percentuale di cacao pari o superiore al 43%. Infatti, più puro e meno lavorato è questo alimento, maggiore è il suo pregio e la sua qualità alimentare. La varietà fondente, inoltre, aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, riduce il rischio di ictus ed infarto, attiva il metabolismo, è un toccasana per l’umore e attenua il senso di fame. Il cioccolato, meglio se puro, può essere tranquillamente inserito in una dieta equilibrata. Un suo consumo abituale, infatti, se bilanciato con altri alimenti vari e salutari non incide sul peso corporeo e può addirittura contribuire al dimagrimento. A colazione, ad esempio, si può consumare una cioccolata calda (meglio se preparata con il cacao amaro) accostando alcune mandorle o un paio di biscotti secchi. A pranzo e a cena vanno, quindi, integrate le proteine, i carboidrati preferibilmente integrali, i legumi, la frutta e la verdura. E’ bene non eccedere con i condimenti, prediligendo un cucchiaio di olio di oliva crudo o delle spezie e non mangiare ulteriori dolci durante il giorno per non eccedere con il quantitativo di calorie quotidiane. Il cioccolato, infine, può anche essere consumato come snack spezza fame o come spuntino. In tal caso, è bene consumare un cubetto di cioccolato fondente insieme ad un frutto o ad un centrifugato.

La proposta arriva dal Canada. Niente più laser: in futuro per cancellareitatuaggi potrebbe essere sufficiente una crema. A proporre questa soluzione è Alec Falkenham, ventisettenne studente di dottorato della Dalhousie University di Halifax, in Canada, che sta mettendo a punto un prodotto ad uso topico che potrebbe letteralmente far svanire i disegni altrimenti irrimediabilmente impressi sulla pelle. Per farlo la crema pensata sa Falkenham agisce sulla stessa risposta immunitaria responsabile della permanenza dei pigmenti nella pelle. Infatti quando ci si tatua l'inchiostro richiama a livello del tatuaggio i macrofagi, cellule immunitarie che iniziano a inglobare i pigmenti per trasportarli verso i linfonodi. Alcune di queste cellule, piene di colore, restano però intrappolate nella pelle, rendendo il tatuaggio permanente. La crema per cancellare i tatuaggi bersaglierebbe proprio questi macrofagi, richiamando di nuovi che attaccandoli ne trasporterebbe i residui verso i linfonodi, portando con loro anche i pigmenti. Rispetto alla rimozione dei tatuaggi basata sull'uso del laser, che lascia bruciature, cicatrici e vesciche, questo nuovo metodo può essere considerato privo di effetti collaterali. “Non stiamo colpendo nessuna delle cellule della pelle – spiega Falkenham – quindi non si vedrà molta infiammazione. In effetti, basandosi sul processo che utilizziamo non pensiamo di scatenare nessuna infiammazione”. Anzi, secondo il suo ideatore la crema potrebbe addirittura esercitare un effetto antinfiammatorio. Con il suo utilizzo il tatuaggio dovrebbe letteralmente svanire, ma al momento non è possibile stimare quante applicazioni potrebbero essere necessarie per cancellarlo completamente. Ciò che sembra già certo è che per ottenere i risultati migliori possibili il tatuaggio deve essere vecchio di almeno due anni.

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RUBRICA ‹‹

La società nello “specchio del diritto”

Rubrica giuridica a cura dell’Avvocato Antonio Bova

(Docente a contratto di Diritto Privato Università di Napoli Federico II) Una rubrica dedicata all’approfondimento di tematiche giuridiche, per fornire risposte alle domande dei cittadini (via mail all’indirizzo studiolegalebova@virgilio.it - e redazione.cogito@libero.it), nella consapevolezza che il diritto non è solo nelle leggi o nelle sentenze, ma anche nel cuore e nella mente di chi le interpreta e applica correttamente.

La negoziazione assistita. Cos’è e come funziona Entrata in vigore il 9 febbraio, la negoziazione assistita si sostanzia in una nuova condizione di procedibilità. In base alla nuova normativa, il danneggiato, tramite il suo avvocato, deve invitare l’altra parte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita. Se l’altra parte non aderisce all’invito o lo rifiuta entro 30 giorni dalla sua ricezione, la condizione di procedibilità si considera avverata e si può iniziare o proseguire il processo. Invece se l’invito viene accettato, le parti, con i loro avvocati, redigono la convenzione di negoziazione assistita in forma scritta. Gli avvocati certificano l’autografia delle sottoscrizioni apposte alla convenzione sotto la propria responsabilità professionale. Se le parti non raggiungono un accordo entro il termine concordato nella convenzione di negoziazione assistita, si redige la dichiarazione di mancato accordo, certificata dagli avvocati. La condizione di procedibilità si considera avverata e si può quindi iniziare o proseguire il processo. In caso di accordo, invece, lo stesso costituisce titolo esecutivo e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale. La convenzione di negoziazione La negoziazione assistita consiste nell’accordo (cosiddetta convenzione di negoziazione) tramite il quale le parti in lite convengono “di cooperare in buona fede e lealtà”, al fine di risolvere in via amichevole una controversia, tramite l’assistenza di avvocati, regolarmente iscritti all’albo ovvero facenti parte dell’avvocatura per le pubbliche amministrazioni. La convenzione deve contenere, in base all’articolo 2 del decreto legge n. 132/2014, sia il termine concordato dalle parti per l’espletamento della procedura che non può essere inferiore a un mese e superiore a tre (salvo proroga di 30 giorni su richiesta concorde delle parti), sia l’oggetto della controversia, che non può, come dispone la norma, riguardare né i diritti indisponibili né materie di lavoro. La convenzione deve essere redatta, a pena di nullità, in forma scritta e deve essere conclusa con l’assistenza di uno o più avvocati, i quali certificano l’autografia delle sottoscrizioni apposte all’accordo sotto la propria responsabilità professionale. Il ruolo degli avvocati Il nuovo istituto assegna un ruolo determinante agli avvocati, ai quali vengono conferiti determinati poteri e attribuiti una serie di obblighi cui attenersi scrupolosamente al fine di non incorrere in illeciti deontologici e disciplinari. Oltre all’obbligatorietà dell’assistenza “di uno o più legali” (ex articolo 2, comma 5, decreto legge n. 132/2014), elemento

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cardine della stessa negoziazione, agli avvocati vengono attribuiti, infatti, poteri di autentica e di certificazione delle sottoscrizioni autografe delle parti, della dichiarazione di mancato accordo, nonché della conformità della convenzione alle norme imperative e all’ordine pubblico. Più pregnanti gli obblighi, previsti sia dall’articolo 2, comma 7, il quale dispone che “è dovere deontologico per gli avvocati informare il cliente all’atto del conferimento dell’incarico della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita”, sia dall’art. 9 (rubricato, appunto, “Obblighi dei difensori e tutela della riservatezza”) che fissa esplicitamente il dovere per gli avvocati (oltre che per le parti) di comportarsi secondo lealtà e di tenere riservate le informazioni ricevute nel corso della procedura, non potendole utilizzare nell’eventuale giudizio avente (in tutto o in parte) il medesimo oggetto, né potendo le stesse costituire oggetto di

deposizione da parte dei difensori. La violazione delle prescrizioni costituisce illecito disciplinare, mentre costituisce illecito deontologico per l’avvocato impugnare un accordo alla cui redazione ha partecipato. Non da ultimo, si segnalano gli obblighi procedurali di cui all’articolo 11 (secondo il quale, i difensori sono tenuti a trasmettere, a fini di raccolta dati e monitoraggio, copia dell’accordo raggiunto a seguito di negoziazione al proprio Consiglio dell’ordine ovvero a quello del luogo dove l’accordo stesso è stato concluso), nonché soprattutto quelli di cui all’articolo 6, comma 4, che obbliga l’avvocato della parte a trasmettere entro 10 giorni la copia dell’accordo di negoziazione in materia di separazione e divorzio all’ufficiale dello stato civile del Comune, a pena di sanzione amministrativa pecuniaria variabile da 2.000 a 10.000 euro. Antonio Bova

...Cogito torna sabato 4 aprile...


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