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›› Lettere al direttore
Un convegno per parlare del futuro di Afragola Egregio direttore, nei giorni scorsi, Kairos ha promosso un convegno per parlare dello sviluppo di Afragola, grazie anche alle potenzialità offerte dalla stazione dell’alta velocità. Nell’aprire i lavori abbiamo ricordato che la nostra è un’associazione culturale nata più di un anno fa dall’esigenza di dare un contributo alla città, spinti dalla constatazione di avere di fronte una realtà fatta di miseria umana che avanza. Per miseria non intendiamo solo la povertà, aumentata negli anni della crisi, visibile ad occhio nudo nell’aspetto di tanti nostri concittadini. Per miseria intendiamo l’abbassamento del grado di civiltà, di educazione, di senso di responsabilità generale e il contemporaneo aumento di violenza, quotidiana, spicciola, nei rapporti umani e nello scempio del territorio. Crediamo che sia indissolubile il legame tra luoghi e socialità e che ferire ed abbrutire i luoghi provochi effetti devastanti sulle popolazioni che in tali luoghi vivono. Nel corso degli ultimi decenni il nostro territorio è stato trattato come il luogo deputato a una costante rapina, decisa con una mentalità colonialistica in altri posti, da altri interessi, in una logica del “tutto è permesso” se bisogna far soldi, dando come compensazione briciole, posti di lavoro di bassissimo profilo professionale, mentre i nostri ragazzi, laureati, molto spesso brillanti, rifanno la valigia e vanno ad arricchire altri luoghi, altri Paesi. Ebbene, ci siamo stancati di dare. Ci siamo stancati di quell’italico atteggiamento, forte soprattutto nel nostro Mezzogiorno, di piegare le spalle e voltare lo sguardo da un’altra parte. Ci siamo stancati di “tirare a campare”. Ci siamo stancati di essere considerati sudditi e non cittadini. Questo convegno è stato pensato e voluto proprio per riattivare il senso di cittadinanza e di appartenenza. Per riattivare dei processi democratici veri, perché i cittadini sappiano se e cosa si è deciso sul futuro del proprio territorio. Ad altri spetterà far sì che essi possano intervenire sui progetti a venire. Dobbiamo anche sottolineare che questo convegno capita, e probabilmente non a caso, a ridosso di eventi che si sono verificati ad Afragola negli ultimi anni che segnano una discontinuità, secondo noi non sufficientemente sentita dalla cittadinanza. Alcune cose vanno segnalate positivamente. Finalmente, in terra di camorra, una camorra pesante, imprenditoriale, è stato assegnato un bene confiscato, la masseria ora intitolata ad Antonio Esposito Ferraioli, vittima di camorra. Gli assegnatari hanno deciso di mettere a disposizione dei cittadini un pezzo di questa terra, la nostra terra. E’, simbolicamente, un atto rilevantissimo: è riappropriarsi di ciò che ci era stato estorto dolosamente. Sono stati messi a posto alcuni edifici di proprietà comunale, dove sono state collocate le attività dell’Amministrazione, mettendo fine agli esborsi a favore di privati per i fitti. Tra tutti spicca il Palazzo comunale, che ha riacquistato la sua originaria bellezza. Il Palazzo comunale è il simbolo della Città, è il caso di ricordarlo, e ci auguriamo che il suo restauro possa essere foriero di una rinascita del centro storico, che esiste, nella realtà, anche se al momento non esiste ancora sulle carte, cosa che lascia libertà di manovra a chi ha interesse solo per la vil pecunia e costruisce manufatti di infima qualità, delle vere brutture per il paesaggio urbano. Ed infine è quasi completata la stazione dell’alta velocità e i cittadini di tutta l’area Nord possono viaggiare con molta più serenità e comodità. La stazione è un’opera architettonica di grande pregio ed è la porta del Mezzogiorno. Come sarà, una volta completata? Chi e cosa si insedieranno al suo interno? Noi speriamo che non si pensi di usarla per ospitare mangimifici puzzolenti e firme commerciali di infimo livello che, tra l’altro, sono già abbondantemente presenti nei centri commerciali. Immaginiamo, per esempio, che l’interno della stazione possa essere sede di uno spazio museale per i reperti micenei rinvenuti ed al momento abbandonati in anonimi scantinati, e/o di uno spazio fieristico che serva da vetrina per i prodotti di eccellenza dell’intero Sud d’Italia, coinvolgendone la sana piccola e media imprenditoria; questa sì che sarebbe una compensazione giusta e proficua, con il vantaggio di non offuscare la sua bellezza. E cosa sarà realizzato nel cosiddetto parco urbano, nell’area contermine alla stazione? Ci auguriamo che l’esistenza della stazione 2 • Cogito
non sia colta come l’occasione opportuna per una nuova espansione residenziale indiscriminata sul territorio comunale, cosa che in verità è già in embrione e va celermente arginata. Noi sogniamo di vedere realizzate nell’area contermine la stazione strutture ed attrezzature di eccellenza che portino ad Afragola ed all’intera area- nord maggiore qualità della vita ed opportunità di lavoro qualificato; ad esempio potremmo avere un distaccamento della facoltà di Agraria e centri di ricerca per un’agricoltura all’avanguardia, esattamente il contrario di quella intensiva, provando finalmente ad aver cura della nostra terra. Le aree agricole contermini al parco urbano sconfinano ed appartengono anche ad altri Comuni. Crediamo possibile, come peraltro ha già fatto la città metropolitana di Milano, istituire un parco agricolo intercomunale. Noi potremmo averne uno che va dalle aree di Napoli Est a Caserta coinvolgendo una decina di comuni. Si tratterebbe di un meccanismo che non intende solo preservare le aree, magari ri-piantumando con specie autoctone i terreni non coltivabili, quanto favorire lo sviluppo e la riqualificazione agricola produttiva, con il recupero di tradizioni eno-gastronomiche e produttive locali, di manufatti di pregio storico ed ambientale e la creazione di figure professionali specializzate. Avremmo così un parco che metterebbe a sistema diverse realtà e risorse presenti con grosse potenzialità turistiche: aree archeologiche, aree naturalistiche e casali. Soprattutto si preserverebbe e valorizzerebbe un polmone verde necessario per l’intera area metropolitana che connetterebbe il mare di Napoli al Parco della Reggia di Caserta: un atto storicamente rilevantissimo se si tiene conto che l’area metropolitana non vede l’istituzione di un parco dopo quello di Capodimonte la cui realizzazione risale al lontano 1743. Il nostro quindi non è un ragionamento campanilistico, perché ragionare sul futuro del territorio di Afragola vuol dire, oggi, ragionare sul ruolo e sulla natura dell’intera area metropolitana, di quella discontinua e amministrativamente inesistente città che si è sviluppata oltre le pendici collinari dei Camaldoli: una città che si svolge da Giugliano ad Acerra, con una popolazione odierna di circa un milione di persone, esattamente comparabile con quella della città di Napoli. Quale futuro per quest’area che oggi, per molti versi, potrebbe essere considerata non più periferia di Napoli ma come la nuova città che si riscatta da un destino che ha visto per decenni la sistematica e progressiva devastazione del territorio? Riteniamo possibile che Afragola e l’intera “area Nord” assurgano progressivamente ad un ruolo di parte attiva del sistema a rete che è la città metropolitana, non più periferia quanto piuttosto città contemporanea, recuperando identità e proponendo un reale ed alternativo rapporto con la natura e con gli spazi aperti, luoghi di socialità e rappresentativi delle comunità locali. Per ottenere risultati è necessario che la classe politica, locale, metropolitana e regionale, promuova uno sviluppo basato sul rapporto con le esigenze e le risorse locali, reale rispetto ai bisogni dei cittadini, tutelando le fasce deboli e favorendo processi di ridistribuzione delle ricchezze. Ed occorre coinvolgerli i cittadini, chiedendo a tutti una vigilanza serrata. Ma è anche necessario conservare la capacità di sognare e di vedere nei propri sogni l’utopia e la bellezza che è in tutte le cose, perché solo i sogni e l’utopia fanno muovere passi al genio umano e cambiano le condizioni dell’esistente. Chiudiamo questa breve presentazione del convegno con un pensiero di Peppino Impastato: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Che ci sia da guida nelle scelte. Associazione Kairos Anno XXV - numero 415 - Sabato 17 Febbraio 2018
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L’EDITORIALE ‹‹
NON BASTA DIRE #IOSTOCONCORCIONE
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o visto la gente correre spaventata; ho visto la paura, il terrore, negli occhi dei bambini; ho visto un poliziotto libero dal servizio che non s’è girato dall’altra parte; ho visto tutto quello che hanno visto le centinaia di persone che sabato scorso si trovavano sul corso Durante di Frattamaggiore e quello che, chi non c’era, ha saputo dalle ricostruzioni dei media che hanno raccontato di cinque persone che hanno deciso di trasformare un sabato pomeriggio in un incubo Ma ho visto anche quel corpo disteso e, nell’immediato, anch’io ho accolto con favore la notizia che era il corpo del rapinatore, che nessun innocente era morto per le conseguenze di quei pochi secondi che hanno chiuso una vita e segnato per sempre un’altra, quella del gioielliere che ha ucciso quel rapinatore. Poi, però, nel silenzio irreale che ha immediatamente sostituito il vociare dello “struscio” del sabato pomeriggio e con le luci dei flash degli smartphone che fotografavano quel corpo disteso tra il marciapiedi e la strada, non ho potuto non pensare che quel corpo disteso lì, per terra, rappresentava una sconfitta per la società che non è in grado di darsi regole e condizioni che impediscano quel che è successo sabato sera. Era un rapinatore, se l’è andata a cercare…ma era comunque un essere umano e la morte di un essere umano non dovrebbe mai essere salutata con favore, soprattutto quella del padre di un bambino. E’ per questo che, al di là delle solite ricostruzioni e delle dichiarazioni di rito, abbiamo cercato di capire chi era quel rapinatore e perché quella sera era andato a fare quella rapina nonostante avesse cominciato un percorso di recupero in una parrocchia caivanese. Sarebbe facile scrivere #iostoconcorcione come si sono affrettati a fare in tanti, ma non basta dire #iostoconcorcione per cancellare quel che è successo, anche perché, spesso, quell’ #iostoconcorcione, soprattutto quando a scriverlo è un politico o un rap-
presentante delle Istituzioni, serve per lavarsi la coscienza e autoassolversi per quel che si poteva fare e non s’è fatto. E, in fondo, non si aiuta neanche lo stesso Corcione in questo modo, facendolo diventare un simbolo del cittadino che si arma e spara per difendersi. Sono certo che, in questi giorni, Corcione sta maledicendo quella sua scelta di essere sceso, armato, per sventare la rapina al suo negozio. E darebbe qualsiasi cosa per non essere visto come il simbolo del cittadino che si arma per difendersi. In tutta questa vicenda, come al solito, il ruolo peggiore se l’è ritagliato quella parte di politica che ha immediatamente strumentalizzato una tragedia per raccattare qualche voto. La mancanza dell’immigrato ha placato un po’ gli animi, ma comunque abbiamo assistito alle solite dichiarazioni sulla legittima difesa. E la cosa che fa più rabbia è che quelle dichiarazioni spesso arrivano da quei politici che vanno nei quartieri difficili in cui crescono i rapinatori a comprare il voto con qualche spicciolo e, nei fatti, non fanno nulla per migliorare quei territori proprio per continuare ad avere voti a buon mercato. Se davvero si allargasse la platea di quelli che possono avere un’arma ci ritroveremmo solo a contare più morti, senza considerare i rischi legati alla presenza di armi in casa; è statisticamente provato che, dove le armi sono più a portata di mano, aumentano gli episodi di sparatorie, anche per semplici liti in famiglia o condominiali. La strada da seguire è sempre la stessa, quella che, però, non viene mai intrapresa: Serve una maggiore presenza delle forze dell’ordine, ma servono anche interventi che vadano a incidere sul serio sulle cause del disagio sociale che è alla base della continua crescita del numero di persone che decide di darsi alle rapine, ai furti e all’illegalità in genere.
Il direttore, la redazione e gli editori di Cogito sono vicini a Claudia Perrotta per la morte della cara mamma. L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE
L’abitudine rende sopportabili anche (Esopo) Editrice Cogito srl le cose spaventoseFotoreporter: di Mario e Carlo Cerbone Direttore Antonio Iazzetta Vice direttore Antonio Trillicoso
QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994
fondato da Natale Cerbone è realizzato da
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›› PRIMO PIANO
L’immigrazione a Nord di Napoli
“NON C’È NESSUNA INVASIONE, MA SOLO TANTO SFRUTTAMENTO” Vincenzo Amistà, Associazione immigrati uniti di Afragola: “Fermate chi fomenta l’odio, altrimenti quello che è successo ai neri di Macerata potrebbe succedere anche nelle nostre città”
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larmi. La Legge in vigore che disciplina la questione dell’immigrazione porta il nome di Bossi e Fini, due esponenti della destra che hanno governato per anni il Paese. Loro hanno firmato i trattati europei in materia, ora che stanno all’opposizione minacciano e sbraitano, sapendo che non è cosi che si risolveranno questi problemi. La propaganda elettorale è un conto, la realtà è tutt’altra cosa. Ritornando, alla sua domanda, rispondo che certamente, se continua questa campagna di violento odio, questo seminare falsità e allarmismi, possono capitare altri episodi di violenza. Bisogna fermare i mandanti”. Ma di che si occupano gli immigrati che vivono ad Afragola? “L’unica invasione che gli ipocriti razzisti non vogliono vedere sono quelle rappresentate dalle piazze, come quella di San Michele ad Afragola, alle 6 del mattino dove tanti immigrati aspettano di essere reclutati per andare a lavorare nelle nostre campagne. Una consuetudine presente in tante altre piazze e luoghi d’Italia. Persone reclutate per il duro lavoro in campagna a 20/30 euro la giornata, dall’alba al tramonto. Partono col buio e tornano col buio, e frequentemente qualcuno viene investito e muore nell’indifferenza vigliacca di chi scappa dopo, come è successo ulmentre si è certi che a ridurre il corpo in quel timamente al nostro fratello Francis Nombré. modo siano stati alcuni immigrati africani. E’ Queste persone seminano, raccolgono, lavorano le bastato questo per spingere Traini a prendere le nostre terre, altrimenti destinate all’incuria e alarmi e colpire neri a caso, senza considerare che l’abbandono. Senza questa forza lavoro le mele non avevano nulla a che fare con la morte di Pamela. trentine, le vendemmie, la raccolta delle olive in Quel che è successo a Macerata, complice una Umbria e Toscana, i pomodori pugliesi, le arance campagna elettorale in cui l’immigrazione è al calabre e siciliane, gli ortaggi campani marcirebcentro del dibattito politico, ha letteralmente dibero, anzi, no, non sarebbero mai stati seminati. viso l’Italia e s’è cominciato a guardare con Chi non lavora in campagna è reclutato negli aupreoccupazione a quelle città dove è più forte la tolavaggi, nei cantieri edili e in tanti altri lavori presenza degli immigrati. Tra i comuni a Nord dove è difficile che gli italiani accettino di lavoradi Napoli, quello dove c’è una maggiore presenre. Questa forza lavoro è preziosa e necessaria, epza di immigrati c’è sicuramente Afragola, dove pure gli immigrati lavorano al nero, sottopagati, sfruttati da feroci caporali, che li costringono a vitra l’altro è nata anche un’associazione che li rivere in baracche di fortuna a ridosso dei campi counisce, l’Associazione Immigrati Uniti, voluta Vincenzo Amistà me succede in Puglia, Calabria, Sicilia e nella tra gli altri, da Vincenzo Amistà. Abbiamo chiesto a lui di capire se quel che è successo a Macerata potrebbe suc- Piana del Sele. Si fa finta di non sapere che senza il loro apporto l’agricoltura in queste regioni potrebbe chiudere i battenti. E ci si dicedere anche da noi... “I fatti di Macerata sono di una gravità inaudita, una furia fa- mentica che quando queste persone sono assunte in fabbriche del censcista e razzista ha armato la mano di questa persona, un militante tro nord, versano regolari contributi al pari dei lavoratori italiani, della Lega Nord, che ha sparato ferendo sei persone innocenti colpe- con la differenza che non potranno mai usufruire della pensione. voli solo per il colore della loro pelle. Questo stragista, Traini, è stato Tradotto vuol dire che i loro contributi, che ammontano ogni anno arrestato, ma i mandanti stanno ancora a piede libero e imperversa- a circa 67 miliardi di euro, servono per pagare le pensioni ai lavono nelle trasmissioni televisive continuando a vomitare falsità par- ratori italiani”. lando d’invasioni di migranti, di clandestini che vengono a delinMa quanti sono gli immigrati nelle nostre città? quere e rubare lavoro agli italiani. Hanno creato una fabbrica del“Nella nostra città, Afragola, da decenni si sono insediati quasi l’odio per raccattare qualche voto in più incutendo paura e falsi al- un migliaio di migranti provenienti in prevalenza da paesi sub-saei giorni scorsi Macerata e l’Italia intera hanno assistito a un gravissimo episodio di razzismo quando un ventottenne, Luca Traini, ha seminato il panico colpendo a caso gli immigrati neri che incontrava per strada. Non una follia, ma un piano preordinato per vendicare, a suo modo, la morte di Pamela Mastropietro, una diciottenne ritrovata a pezzi in due valige. Sulle cause della sua morte non ci sono ancora certezze,
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PRIMO PIANO‹ hariani. Le comunità più numerose sono quelle del Burkina – Faso, di lingua francese e di religione islamica, in prevalenza, e quelle del Ghana, di lingua inglese e di religione cristiana, seguono gruppi della Costa d’Avorio, del Togo e del Benin, da qualche tempo si nota la presenza di giovani nigeriani. Mentre i nord africani: marocchini, tunisini, algerini sono da tempo radicati. Le comunità burkinabè e ghanesi sono in parte formate da persone adulte, sposati e con figli. I figli frequentano le nostre scuole, si diplomano e purtroppo devono affrontare un problema drammatico e serio d’identità nazionale perché, anche se sono nati in Italia, non possono avere la cittadinanza per l’ostruzionismo disumano da parte dei soliti razzisti che hanno affossato la legge sullo Ius soli, una legge di civiltà. Alle forze politiche che non hanno permesso l’approvazione dello ius soli piace soffiare sul fuoco dell’intolleranza e dell’odio. La maggior parte di loro lavora in campagna sia qui da noi, sia seguendo il flusso delle raccolte stagionali in varie regioni italiane. Quelli sposati preferiscono lavorare in zona per non lasciare mogli e figli, dopo tanti anni di separazione forzata”. Molti di loro continuano a vivere nelle catapecchie del centro storico affittate come regge? “Queste comunità vivono per la maggior parte nel centro storico, in bassi fatiscenti, pagando tanto per avere un tetto e un letto; di fatto esiste un lucroso commercio da parte dei proprietari. Queste case andrebbero risanate, messe a posto perché spesso sono fredde, umide e prive di servizi essenziali come per esempio una doccia calda”. Gli immigrati dell’associazione immigrati uniti denunciano casi di evidente discriminazione razziale nelle nostre città? “Ad Afragola, in passato, si sono verificati episodi di violenza molto gravi legati a fatti di caporalato. In quelle occasioni la città, i veri democratici, non hanno fatto mancare la loro solidarietà e par-
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tecipazione alle manifestazioni organizzate dalla nostra “Associazione degli Immigrati Uniti di Afragola”. Ci sono anche stati episodi di violenza gratuita dovuta ad atti di bullismo e d’ignoranza. Di fatti inerenti a forme di razzismo strisciante, come in altre città, non abbiamo contezza, anche se la presenza di una lista elettorale, e di candidati locali di stampo dichiaratamente fascista e razzista, non lascia presagire niente di buono. Siamo preoccupati che si possa degenerare solo per prendere qualche voto in più, anche se al momento questa estranea presenza in città non sembra godere del favore dei cittadini”. Come intervenire per garantire una buona convivenza tra vecchi e nuovi italiani? “Come Associazione abbiamo da tempo richiesto, alle varie Amministrazioni che si sono alternate, uno spazio di socializzazione, una sede per ospitare uno Sportello immigrati, per offrire assistenza burocratica, organizzare corsi d’italiano, in modo da favorire quella necessaria integrazione sociale e culturale con questi nuovi cittadini. Sull’onda di queste violente campagne razziste si preferisce prendere le distanze, far finta che non esiste il problema, ignorare la presenza di queste persone che cercano solo di lavorare e di vivere in pace, fa comodo e non si espongono a critiche”. Ci sono altre associazioni come la vostra a Nord di Napoli? “A nord di Napoli esistono altre comunità molto più numerose rispetto a quelle di Afragola come quella pakistana di Casandrino, li operano altre associazioni come quella denominata “3 Febbraio” molto attiva e presente, negli altri comuni a noi vicino non si notano comunità numerose. Afragola, come Casandrino per i pakistani, è diventata un punto di riferimento e di accoglienza per altri nuclei familiari o perché provenienti dagli stessi villaggi e paesi per i burkinabè e i ghanesi. Senza dimenticare gli immigrati dell’est europeo in maggior parte donne che prestano servizi in casa e assistenza agli anziani. Mi permetta, ora, di ringraziare il direttore di “Cogito” per aver dato la possibilità di portare un piccolo contributo di chiarezza. Una informazione corretta e seria deve fare da argine contro questa barbarie dilagante, l’ignoranza la sta facendo da padrone. Così si armano mani per portare morte e dolore in mezzo a comunità che già sono provate da tante altre sofferenze. La cosa che fa più rabbia è che ci si dimentica che siamo stati un popolo di migranti, che abbiamo vissuto sulla nostra pelle umiliazioni ed emarginazione. Ancora oggi i nostri giovani sono costretti ad andare via, all’estero. Questo dovrebbe far scattare solidarietà e fratellanza”.
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›› CRONACA
Pubblicata la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia
LA GEOGRAFIA DELLA CAMORRA La DIA ha ridisegnato gli scenari criminali della provincia a Nord di Napoli. E torna sulle ragioni che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Crispano
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ei giorni scorsi, a poche ore dall’imponente operazione che ha portato alla decapitazione del clan Moccia, è stata presentata la relazione semestrale della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia. E anche nella ricostruzione delle attività criminali della prima metà del 2017, che non tiene conto degli arresti delle ultime settimane, non sono mancati riferimenti all’area a Nord di Napoli, quella che, in base alla suddivisione fatta dalla DIA, comprende Acerra, Afragola, Arzano, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino, Casavatore, Casoria, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano in Campania, Grumo Nevano, Marano di Napoli, Melito, Mugnano di Napoli, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca e Volla. E’ emerso che “il contesto criminale di alcuni comuni situati a
dell’area a Nord di Napoli, quali i Vanella Grassi, che vi hanno operato d’intesa con il locale clan Ferone, il cui capo è stato scarcerato il 26 febbraio 2017. Come si legge nel decreto di scioglimento del Consiglio comunale, intervenuto nel mese di gennaio, il clan Ferone avrebbe condizionato l’attività amministrativa tanto da far eleggere suoi referenti in Consiglio comunale. Nel territorio di Casoria, l’attuale reggente del gruppo Angelino, collegato al clan Moccia è detenuto. In questi due ultimi comuni opera il sodalizio Pezzella. Conferma la sua presenza l’arresto del 25 marzo 2017, a Frattamaggiore, di un affiliato al clan, ritenuto responsabile, in concorso con altri, di tentata estorsione aggravata dal cosiddetto metodo mafioso, presso il cantiere di una ditta, impegnata nel rifacimento dei marciapiedi di Frattamaggiore. La vittima, originaria di Cardito è stata uccisa
Nord del capoluogo, area da sempre distintasi per l’esistenza di equilibri, tra clan, forti e consolidati, presenta similitudini con la città di Napoli. Qui, infatti, l’intervenuta decapitazione dei vertici di determinati sodalizi e i conseguenti vuoti di potere, sarebbero alla base dei tentativi di scissione da parte di alcuni affiliati”. Entrando nel dettaglio della relazione si legge che “il territorio di Afragola è appannaggio della famiglia Moccia, presente con sue articolazioni, anche nei comuni di Casavatore, Crispano, Caivano, Casoria, Cardito, Carditello, Frattamaggiore e Frattaminore. É proprio in questo comprensorio che si sono verificati diversi episodi di sangue. A maggio è stato ucciso uno dei “colletti bianchi” legati ai Moccia, per conto dei quali gestiva gli interessi imprenditoriali a Cardito (distribuzione di prodotti petroliferi, commercializzazione di vini e carni). Il successivo mese di giugno, in una zona al confine tra Afragola e Cardito, è stato invece ucciso un pregiudicato legato al clan Cennamo di Crispano, gruppo satellite dei Moccia: l’agguato sembrerebbe da ricondurre a contrasti mirati a scalzare la vecchia leadership del capo del clan Cennamo, deceduto il 17 febbraio 2017” “Il territorio – si legge ancora nella relazione - è sotto l’influenza criminale di gruppi orbitanti intorno al clan Moccia e di sodalizi
mentre si trovava sulla sua auto con la moglie, rimasta ferita a una mano, il figlio undicenne e un altro minore”. Un’attenzione particolare viene riservata poi a Crispano dove è arrivato il secondo scioglimento del Consiglio comunale per condizionamento della camorra nel giro di pochi anni: “A Crispano, si è registrato un condizionamento che parte sin dal momento delle elezioni del 2015, con la partecipazione di esponenti di spicco di locali famiglie camorristiche al corteo di festeggiamenti per la vittoria conseguita dall’attuale sindaco e dalle fotografie pubblicate su un social network ove alcuni affiliati al clan camorrista egemone mostrano il logo del neo eletto sindaco. Senza contare, poi, le ingerenze effettivamente riscontrate nel corso dell’attività amministrativa, caratterizzata da un’arbitraria e lacunosa gestione delle procedure. Si tratta di carenze, evidenzia il provvedimento, che determinano, nel loro insieme, le condizioni prodromiche al condizionamento mafioso, atteso che l’ingerenza criminale è agevolata dall’inosservanza delle procedure amministrative. Tale modus operandi è stato riscontrato nell’attività svolta da alcuni uffici strategici, quali l’ufficio appalti di lavori e servizi pubblici o l’ufficio urbanistica, nella gestione dei beni comunali o nella gestione del servizio di tesoreria”. L’attenzione della DIA si sposta poi a Caivano: “Accanto a Cri-
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CRONACA ‹‹ spano, all’interno dell’insediamento abitativo ubicato al Parco Verde di Caivano, si registra l’operatività del sodalizio Ciccarelli, legato ai Moccia, dedito allo spaccio di stupefacenti. La situazione descritta attesta come la pax mafiosa sotto l’egida dei Moccia, che per anni ha caratterizzato il territorio, è attualmente da considerarsi incerta anche per la nascita di nuovi, piccoli gruppi provenienti dal sottobosco della criminalità comune che, in fieri, potrebbero contribuire a minare l’egemonia delle consorterie espressione del clan di Afragola. Sugli interessi illeciti della zona, avrebbe posto attenzione anche il sodalizio Amato Pagano, presente a Melito di Napoli, Mugnano e Arzano e dedito, prevalentemente, al traffico di stupefacenti. Si tratta, per i Moccia, di un’attività secondaria, essendo essi maggiormente orientati verso il riciclaggio e il reimpiego dei proventi delle estorsioni, il contrabbando di sigarette e il gioco clandestino. Significativi di
ciello in aperta contrapposizione tra loro), aspirassero ad assumere un ruolo primario e di stretta fiducia dei vertici del clan Amato Pagano, al fine di conservare il controllo dei traffici illeciti nel settore della vendita all’ingrosso della cocaina nei comuni di Mugnano e Melito, il cui mercato risulta la principale fonte di sostentamento economico del clan. 308 L’arresto in flagranza di reato, il 18 gennaio 2017, a Orta di Atella, di un pregiudicato, contiguo al clan Ciccarelli per detenzione illegale di armi, e il rinvenimento, a febbraio, di un vero e proprio arsenale di armi a Caivano, documentano la fibrillazione in atto nel territorio. I dissidi erano sorti nel corso della gestione del gruppo da parte del genero del capo della famiglia Pagano, che aveva determinato una frammentazione del clan, riconducibile soprattutto allo scontro per la gestione delle aree di spaccio, tanto che alcune famiglie dell’area Nord di Napoli avevano indivi-
questa operatività ed influenza sul territorio, sono gli arresti, eseguiti nel mese di marzo dall’Arma dei Carabinieri, dei responsabili di una serie di estorsioni, perpetrate con modalità mafiose309. Il gruppo Amato Pagano, ricomposti i vecchi dissidi tra le due famiglie, sarebbe ora sotto la guida della moglie di uno degli esponenti di vertice della famiglia Amato, tratta in arresto nel mese di gennaio, assieme ad altri sodali. Nel corso delle investigazioni, condotte dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri, sono state ricostruite le dinamiche interne al sodalizio, ed è stata fatta luce sulle modalità con le quali il clan continua a gestire i traffici internazionali di cocaina. Dalle indagini è altresì emerso come i destinatari del provvedimento di fermo (appartenenti alle famiglie Caiazza, Mauriello e Can-
duato un alternativo sistema di rifornimento della cocaina nella famiglia Avolio. Le indagini hanno fotografato due contesti criminali distinti ma contigui: il primo facente capo agli Amato Pagano, il secondo alla famiglia Avolio. Il punto di convergenza tra i due gruppi è la gestione nell’area nord di Napoli del mercato all’ingrosso della droga, in particolare della cocaina, non più esclusivo appannaggio degli Amato Pagano in quanto sul medesimo territorio operano, ormai in regime di concorrenza, anche altri gruppi criminali. In questo contesto potrebbe essere maturato l’omicidio di due pregiudicati, legati alla famiglia Caiazza, scomparsi il 31 gennaio, e i cui cadaveri sono stati ritrovati a febbraio nel territorio di Afragola.
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›› CRONACA
Emergono altre “storie” dall’inchiesta che ha decapitato il clan Moccia
CAMORRA E MINACCE Anche il consigliere comunale Giuseppe Cerbone era stato “querelato” per le sue posizioni. “La lotta alla camorra deve andare avanti perché la cultura mafiosa continua a esistere”
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n’inchiesta durata per anni e che ha portato all’arresto di coloro che sono considerati i capi di uno di quello che è considerato uno dei clan più longevi e potenti della camorra non poteva non nascondere anche notizie che, in un primo momento, restano nascoste. E, tra queste, sono emersi, nei giorni scorsi, tentativi di intimidazione per impedire la nascita di presidi di Libera, l’associazione anticamorra fondata da don Luigi Ciotti, e denunce nei confronti di chi aveva avuto scontri sui social con i rappresentanti della famiglia Moccia. Una situazione non nuova, visto che, proprio qualche settimana fa, ci fu un duro scontro sui social tra il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e alcuni membri della famiglia Moccia; uno scontro che finì anche in Questura con una denuncia del Consigliere regionale e l’impegno del Questore a tenere sotto controllo la situazione. Tra i destinatari della denuncia di qualche anno fa, invece, c’era anche l’attuale consigliere comunale di Afragola, Giuseppe Cerbone. Nei giorni scorsi è emersa una denuncia, una querela, presentata dai Moccia nei suoi confronti. Come ci si sente quando arriva una querela da parte di un esponente di una famiglia considerata dai magistrati camorrista? “Avevo appena 21 anni all'epoca dei fatti, eravamo agli albori dell'era social e come tutti i ragazzini che approcciano alla politica mi sentivo invincibile, scrivevo a ruota libera sui primi gruppi della città, non potevo immaginare che sarei stato convocato dai Carabinieri, e in quel momento provai un senso di smarrimento e certamente anche di paura: la firmataria della querela non necessitava di presentazioni. Il maresciallo che seguiva la vicenda mi disse di stare tranquillo, mi spiegò che questo rientrava in una strategia di restyling del clan, mi scrisse un numero di telefono su un bigliettino e mi disse che avrei potuto chiamarlo per qualunque cosa. Non gli telefonai mai: fui fortunato perchè non subii altre ripercussioni, ma alcuni in quel gruppo ricevettero minacce serie, a differenza di Saviano e Di Caterino, il giornalista de Il Mattino finito nel mirino anche lui, non eravamo protetti da nessuna bolla mediatica, i miei compagni mi furono vicini, la cosa alla fine si risolse con una archiviazione, per fortuna”. L’impegno è andato comunque avanti, ma continua? “L'impegno si è evoluto nello studio e nella lotta politica: il fenomeno camorristico non può essere più trattato con la sola logica repressiva. Bisogna sottrarre alla camorra la linfa vitale, cioè combattere lo stato di bisogno e degrado in cui versa una larga parte della popolazione, sottraendo le risorse e i settori produttivi strategici dalle mani dei clan per creare opportunità di sviluppo e lavoro. La camorra è la più grande società di capitali del Mezzogiorno, è allo stesso tempo una potente organizzazione politica e una gigantesca impresa: concorre con lo stato attraverso un sistema di welfare rivolto agli affiliati, orienta i flussi elettorali controllando cospicui pacchetti di voti e funziona da ammortizzatore sociale perchè assorbe la forza lavoro nel contrabbando e nello spaccio oltre che nei settori “legali” come la sicurezza, l'edilizia, il gioco d'azzardo e l'intrattenimento. Chi pensa che il potere della camorra si fondi solo sulle armi e sulla paura sbaglia, la sua popolarità si fonda principalmente sul consenso e i suoi affari sono quasi tutti coperti dalla legalità”. Quanto è possibile un impegno anticamorra ad Afragola e nell’area a Nord di Napoli? “E' possibile e necessario, ma va inteso come un impegno per l'emancipazione culturale e politica delle fasce più deboli della popolazione. Se si pensa di affrontare il problema organizzando convegni tra gli addetti ai lavori in cui ci cantiamo e suoniamo le lodi del nostro 8 • Cogito
perbenismo siamo proprio fuori strada. L'esperienza della Masseria Ferraioli è una parziale risposta, perchè è la rappresentazione fisica della forza dello Stato che sottrae beni materiali alla mafia: è un progetto straordinario che coinvolge le scuole e le persone comuni. Intorno agli orti urbani si è generato un entusiasmo incredibile e una comunità molto attiva, quel luogo ha un potenziale simbolico enorme ed è proprio quello di cui abbiamo bisogno”. Gli arresti delle scorse settimane possono cambiare qualcosa, dare maggiore fiducia? “Nonostante il lavoro prezioso che i Magistrati hanno portato avanti in questi anni con centinaia di arresti anche ai vertici, la cultura mafiosa ha resistito sempre, e come un cancro si è ripresentata con nuovi protagonisti e sempre più raffinate strategie criminali. Certo questo è stato un duro colpo alla testa del clan, che perde di credibilità e consenso, ma gli arresti non hanno creato un solo posto di lavoro e finchè ci saranno 600.000 disoccupati in provincia di Napoli, la legge dei grandi numeri mi suggerisce prudenza: non sarà difficile trovare qualcuno disposto a prendere il posto degli arrestati”. Ora è nelle Istituzioni, in Consiglio comunale. Cosa si potrebbe fare per aiutare la parte onesta della città a liberarsi dal controllo della camorra? “La parte onesta della città non esiste, e se esiste si nasconde e tace. Negli scorsi mesi per esempio ho provato a sollecitare il dibattito politico con il regolamento per la disciplina delle sale gioco a cui il suo giornale ha dedicato un grande spazio, ma quali sono state le reazioni? Il mondo cattolico muto, la società civile lei l'ha vista? I partiti e le forze politiche fanno orecchie da merGiuseppe Cerbone cante. Non ho avuto il piacere di conoscere neppure pubblicamente la posizione del Sindaco su questa vicenda. Spero che si esprima quanto prima a riguardo, perchè 46 Milioni di Euro non scompaiono nel nulla, se accendessimo i riflettori sul gioco d'azzardo scopriremmo che è uno dei principali business della criminalità made in Afragola. Usciamo da questa retorica dei buoni e dei cattivi, le inchieste hanno spesso portato alla luce una connessione strettissima tra illustri professionisti e i clan. Mi interessa più mobilitare i contrabbandieri e i parcheggiatori abusivi contro i loro padroni piuttosto che inseguire gli onesti silenti, a questo si aggiunge che spesso da queste parti non si sa dove finisce un imprenditore e dove comincia un affiliato. Non sono invincibili, bisogna cambiare il modello produttivo, rilanciare l'agricoltura e fermare la speculazione edilizia, è nel cemento che hanno sguazzato in tutti questi anni, ma come tutti i reazionari, i camorristi sono “tigri di carta” direbbe Mao, ma va bene pure “guappi di cartone”, alla nostra maniera”. Anno XXV - numero 415 - Sabato 17 Febbraio 2018
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Smentite le voci di un altro stop alla tradizione
“LA FESTA DEL GIGLIO DI CRISPANO CI SARÀ” Il comandante Maiello annuncia che ci saranno due paranze: I Giovani e i Tigrotti “Dobbiamo dare un segnale di legalità alla città e terremo fuori i clan della camorra”
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a relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia ha riacceso i riflettori sul condizionamento della camorra sulla vita di chi risiede nei comuni della provincia a Nord di Napoli, comprese le feste tradizionali che, come nel caso del Giglio di Crispano, finiscono troppo spesso sotto il controllo dei clan. E’ per questo che abbiamo chiesto a Luigi Maiello, nominato sovraordinato alla Polizia Municipale di Crispano dal prefetto di Napoli, Carmela Pagano, se è confermata l’intenzione di ridare ai crispanesi la Festa del giglio. “La festa dei gigli si farà sull’esempio della festa nolana, inserita nell’elenco delle manifestazioni tradizionali patrimonio dell'Umanità” ci ha garantito Maiello a cui la triade di Commissari prefettizi ha affidato il compito di riportare la festa nei canoni della tradizione e, soprattutto della legalità, facendo leva anche sul curriculum di comandante della Polizia municipale in vari comuni della Campania, soprattutto del napoletano, tra cui Pomigliano, Afragola, Casoria e Cercola. Crispano è da sempre identificata con la festa del giglio che trova le sue origini nel XVI secolo, anni in cui andò ad aggiungersi ad altri riti legati al culto della Madonna del Buon Consiglio. La festa ha luogo, infatti, in occasione delle annuali celebrazioni in onore della Madonna che si svolgono, nella terza domenica di giugno, il sabato che la precede e nei due giorni che la seguono. “I gigli sono stati considerati, negli ultimi anni, la festa della camorra tant’è che rappresentano uno dei motivi dello scioglimento del Consiglio comunale, ma allo stesso tempo rappresentano anche una forte tradizione per la comunità crispanese e non potevamo permettere di non realizzarla” ci ha detto Maiello aggiungendo:
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“Dobbiamo dare un segnale forte: prima con la camorra si faceva e ora con lo Stato no? Assolutamente. Si organizzerà e avrà un forte taglio di legalità: nessuna sponsorizzazione sui gigli, di pessimo gusto e di sponsorizzazione ad attività poco pulite”. “Saranno messe in campo tutta una serie di strategie anche per la tracciabilità delle spese sostenute per la festa che vedrà protagonisti la paranza Giovani e i Tigrotti in una veste del tutto nuova improntando una festa sullo stile nolano, dando anche un tocco internazionale” ha precisato il comandante Maiello, ringraziando “il presidio di Libera Casoria Afragola e la Magistratura per aver revisionato e messo mano ai regolamenti della nuova edizione”. “Sono ottimista. Sarà una festa bellissima e la partecipazione di due gruppi darà anche quella pluralità di ideali e valori che contraddistingue questa forte tradizione popolare” ha poi concluso.
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L’appello del Sindaco al Prefetto dopo la rapina finita nel sangue
“CHIEDIAMO PIÙ SICUREZZA PER LA CITTÀ” Frattamaggiore fa ancora i conti con lo choc di una sparatoria nel pieno della “movida”. Gli inquirenti ancora non sono riusciti a ricostruire del tutto quel che è successo sabato scorso
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ontinuano, a distanza di una settimana, le polemiche e le discussioni sulla rapina alla gioielleria Corcione di Frattamaggiore finita nel sangue. Per chi ancora non lo sapesse, sabato 10 febbraio, poco prima delle 19, Raffaele Ottaiano, un ventiseienne, armato di revolver e con il volto nascosto da una maschera di carnevale, insieme con due complici, ha tentato di mettere a segno un colpo di quelli che portano tanti soldi, ma ha trovato la reazione del titolare della gioielleria, Luigi Corcione, che l’ha ucciso. Inoltre, un poliziotto e il maresciallo della stazione dei Carabinieri di Frattamaggiore, pur se liberi dal servizio, sono intervenuti, arrestando uno dei complici,
Luigi Lauro, ventottenne di Crispano, mentre è riuscito a scappare l’altro complice di cui ancora non si hanno notizie nonostante le ricerche avviate. Non è stato facile ricostruire la dinamica di quanto è successo nonostante la presenza di tante persone che, resesi conto di quel che stava succedendo, hanno tentato in tutti i modi di scappare per evitare di essere colpiti da qualche proiettile vagante. A chiarire un po’ le cose c’ha pensato lo stesso gioielliere, nei giorni successivi, quando ha raccontato che stava controllando, dall’appartamento che si trova nello stesso palazzo della gioielleria, i monitor collegati a un sistema di videocamere installato nel negozio. La commessa era impegnata con alcuni adolescenti che stavano scegliendo dei regali per San Valentino. “All'improvviso è successo tutto” ha poi aggiunto precisando: “Sui monitor è apparso un uomo giovane a volto scoperto, che subito si è infilato la maschera di carnevale di Hulk e ha spianato la strada agli altri complici e la commessa ha cominciato a urlare”. Da qui la decisione di scendere in strada e l’incontro con il rapinatore e un vero e proprio conflitto a fuoco che avrebbe portato alla morte del rapinatore, ma quest’ultima parte, la più importante, è ancora in via di ricostruzione e, per farlo, si aspettano anche gli esiti dell’autopsia a cui ha partecipato anche un perito nominato dal gioielliere che, intanto, per “atto dovuto” come hanno tenuto a precisare dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, è stato iscritto nel registro degli indagati. “C'era una situazione di pericolo concreto e, se sarà confermato che il mio cliente si è trovato davanti a quattro persone armate, anche in una situazione di pericolo imminente” ha tenuto a precisare l'avvocato Luigi Ferrante, legale di Luigi Corcione che, sin dalle ore immediatamente successive alla rapina, ha potuto contare sul sostegno di tantissimi frattesi, pronti a difenderlo dalle accu-
AD AFRAGOLA PER UNO SGUARDO DI TROPPO, UN SEDICENNE HA ACCOLTELLATO UN DICIOTTENNE
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nnesimo caso di violenza gratuita tra i giovanissimi. Questa volta è successo ad Afragola, in un pub di viale Sant’Antonio, dove una parola di troppo detta verso una ragazza ha scatenato una violenta lite conclusasi con l’accoltellamento di un diciottenne da parte di un sedicenne. Tutto è accaduto in un "normale" sabato sera nel pub dove il diciottenne era andato con la fidanzata per trascorrere la serata. A un certo punto, il ragazzo si è allontanato e, una volta tornato, ha visto che il sedicenne stava tentando di conoscere la ragazza. Immediatamente è scoppiato il putiferio e si è passati, in breve tempo, dalle parole alle mani e ai calci e solo l’intervento di altri ragazzi ha riportato la calma. Una calma apparente, però, perché quando il diciottenne ha visto che la ragazza era stata colpita da un pugno è tornato "alla carica" verso il sedicenne che, nel frattempo, aveva trovato un coltello con il quale ha colpito il diciottenne che, nel tentativo di scappare, era caduto diventando vittima dell’aggressione del 10 • C o g i t o
sedicenne. Tanta paura ma, per fortuna, le ferite non erano gravi, come hanno potuto verificare i sanitari della Clinica Villa dei Fiori di Acerra dove è stato portato il ragazzo. Il sedicenne, invece, era andato nell’ospedale di Frattamaggiore dove aveva detto di essersi ferito cadendo, senza accennare alla lite che, invece, è stata ricostruita dai Carabinieri di Acerra che hanno arrestato il sedicenne, incensurato, con l’accusa di tentato omicidio. Anno XXV - numero 415 - Sabato 17 Febbraio 2018
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CRONACA ‹‹ se di essere un pistolero o comunque di aver scelto di farsi giustizia da solo. Immediata, vista anche la campagna elettorale, è scoppiata la polemica politica alla quale il sindaco, Marco Antonio Del Prete, ha provato a mettere un freno: “La migliore strategia? E' la prevenzione. Le fiaccolate? Vanno anche bene. Ma serve anche altro: evitare che fatti del genere accadano. Ma serve l'impegno di tutti”. “In passato sono accaduti fatti di microcriminalità, qualche furto, ma mai così gravi” ripeteva ai giornalisti il primo cittadino aggiungendo che “quel che colpisce è che i rapinatori hanno agito incuranti del fatto che per strada c'erano tante persone, a passeggio, mettendo a repentaglio l'incolumità di tantissimi passanti”. “Sono arrivato sul posto quasi subito dopo l’omicidio e ho visto tante persone impaurite per quanto accaduto pochi minuti prima” ha aggiunto ringraziando poi “le forze dell'ordine per quanto fanno”, ma non nascondendo che “lo sforzo deve essere quello di garantire maggiore sicurezza a tutti”. E, proprio per chiedere maggiore attenzione su Frattamaggiore, cittadina che, al di là di questo episodio, deve fare i conti con i rischi legati alla presenza di tante attività commerciali e locali presi d’assalto dalla cosiddetta “movida”, il Sindaco, in accordo con la conferenza dei capigruppo, ha chiesto al Prefetto
“la convocazione d’urgenza del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per trovare le strade migliori a garantire la piena sicurezza ai frattesi e a quanti vengono a Frattamaggiore”.
16° anniversario della morte di Federico Del Prete
UN UOMO DA RICORDARE Il 18 febbraio 2002 fu ucciso a Casal di Principe perché aveva denunciato i clan di Mondragone. L’associazione Sottoterra Movimento Antimafie lo ha commemorato con gli studenti della Genoino di Angelica Argentiere l 18 febbraio 2002 la camorra ammazzava a Casal di Prin- la strada. Scappò insieme ai suoi complici”. cipe il sindacalista degli ambulanti, il frattese Federico del Il sindacalista aveva già intuito quanto fosse fondamentale Prete. Aveva denunciato il racket delle buste di plastica al- uno strumento di diffusione di idee per questo fondò il mensile la fiera settimanale di Mondragone, denunciando un agente di “L’ambulante”, un foglio distribuito gratuitamente, nel quale polizia municipale affiliato al clan che rivendeva un kilo di bu- erano riportate con estrema chiarezza e semplicità le informaste a 5 euro invece di 1,23 euro come valore di mercato. Au- zioni relative alla situazione nella quale si trovavano i lavoratori mentare il prezzo delle buste era il modo per far della categoria dell’intera regione. pagare il pizzo al clan locale. Eppure la figura di Federico Del Prete ancora Quella sera “Federico del Prete era nel suo picnon è conosciuta come meriterebbe. colo ufficio, in via Baracca. Una stanza a piano E, nonostante i ricordi nelle città in cui opeterra, con una porta a vetri. Faceva freddo. Circorava maggiormente, Mondragone e Casal di lava poca gente per le strade. Ai muri dell’ufficio Principe su tutte, non ci sono molte commequalche manifesto del sindacato. Una piccola bamorazioni per lui che, tra l’altro, ha ricevuto checa per gli appuntamenti. E dietro le sue spalle anche la medaglia d’oro al valor civile. un crocifisso appeso. Fuori l’ufficio una targa con la Anche a Frattamaggiore, nella sua terra natia, scritta Snaa, il sindacato dei commercianti ambus’è dovuto aspettare molto tempo prima di velanti, i “mercatari”, come si chiamano tra loro. dergli dedicata una strada simbolo, quella che, Mancava qualche minuto alle 19,30. Federico era costeggiando la caserma dei Carabinieri, arriva al telefono. Una telefonata concitata. Il giorno dopo al mercatino rionale, ma sono ancora pochi i doveva andare a testimoniare in un processo contro frattesi che si sentono orgogliosi di essere conun vigile urbano di Mondragone. Federico aveva terranei di Federico Del Prete. denunciato il racket delle buste di plastica. E in In suo ricordo, ieri, venerdì 16 febbraio, nelquel periodo temeva per la sua vita. La porta della sede dell'associazione Sottoterra Movimento l’ufficio non era chiusa. Mentre continuava a parAntimafie, i volontari e gli studenti dell'istituto lare al telefono, una persona entrò di botto. Aveva comprensivo Giulio Genoino, che stanno sein mano una pistola calibro 7,65. Federico lo guarguendo un percorso di scuola e volontariato del dò. Restò impietrito. Capì che era un killer della Csv Napoli, hanno ricordato la figura di Fedecamorra. Da qualche settimana aveva cominciato a temere seria- rico con la creazione di buste legali e solidali per diffondere la mente per la sua vita. Ebbe appena il tempo di rendersi conto di conoscenza della vittima di camorra di Frattamaggiore affinché, ciò che stava per accadere. Poi, cinque colpi in rapida successione attraverso la memoria, i giovani si impegnino nella costruzione lo colpirono allo stomaco e al torace, lasciandolo per terra, senza vi- di una società che valorizzi i suoi esempi di legalità e di non pieta. Pochi attimi e il killer girò le spalle. Due passi veloci ed era sul- garsi ai soprusi.
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›› CRONACA
Parla don Antonio Cimmino, parroco della Santissima Annunziata di Caivano
“NON ME L’ASPETTAVO” Il rapinatore ucciso stava seguendo un percorso di reinserimento sociale nella parrocchia caivanese. “Era sempre gentile e pronto a svolgere tutti i compiti che gli assegnavo e voleva cambiare vita davvero” di Antonio Trillicoso
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Da quando ha messo piede nella chiesa si è sempre mostrato gentile e integerrimo verso i compiti assegnati. Non mi ha dato mai motivo per pensare che stesse organizzando una rapina. Era profondamente motivato a recuperarsi e a cambiare vita”. A parlare così di Raffaele Ottaiano, il rapinatore ucciso a Frattamaggiore, è don Antonio Cimmino, parroco della Santissima Annunziata di Caivano, a cui il ventiseienne era stato affidato per un programma di reinserimento sociale dopo essere uscito dal carcere qualche mese prima. Nella chiesa dove svolgevo il suo compito di ‘assistente liturgico’ Ottaiano era stato accolto da tutti e tutti gli volevano bene perché vedevano il sincero pentimento per ciò che aveva fatto precedentemente e la voglia di rifarsi una vita. Anche il gruppo dei giovani della parrocchia appaiono profondamente provati per quanto accaduto e sono increduli. Don Cimmino lei ha una lunga esperienza di cappellano nelle carceri di Secondigliano e Sant’Angelo dei lombardi, non si è mai accorto di niente, un atteggiamento, un discorso… “Nulla dei sui atteggiamenti o parole faceva presagire a una fine della sua vita in questo modo tragico, il suo orario di presenza in parrocchia era dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20 ma molte volte il pomeriggio veniva prima e si metteva a completare qualche lavoro di pulizia nella chiesa che precedentemente aveva lasciato non concluso. Ricordo la dolcezza e l’accortezza che aveva con un malato disabile che gli
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REGISTRI E STAMPATI PER LA SCUOLA Uff. e stab.: Via S. Antonio nio da Padova ova, 9 - CARDITO (NA) - Tel./fa e ax 081.883543577 - Tel. e 3939941143 - info@editricecerbone.itit - www.editr www.editricecerbbone.it 12 • C o g i t o
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CRONACA‹‹ avevo affidato: ogni domenica lo andava a prendere nella Casa di cura poco distante dalla chiesa. Un servizio che non era solo rilegato al trasporto ma anche alla pulizia del corpo. Davvero non riesco a spiegarmi la sua tragica fine”. Come crede sia potuta maturare questa decisione di partecipare a una rapina con altri complici? “Non lo so anche perché quando stava qui da noi non aveva contatti con nessuno tranne con i parrocchiani e fedeli della chiesa. Credo che sia stato contattato e convinto nelle ultime settimane. Sicuramente l’ambiente sociale in cui vive, che poi è quello della chiesa, che definirlo ‘difficile’ è un eufemismo, ha contribuito notevolmente. Forti sono le tentazioni per prendere altri percorsi di vita che non siano nel regime della legalità. Pensate che alle spalle della chiesa c’è un grande spaccio di droga e sono molte le persone con mariti, figli o anche donne in carcere che sono registrati nell’anagrafe parrocchiale”. Ma cosa diceva di questo nuovo corso della sua vita, di questo programma di inserimento. Lo accettava o si mostrava reticente? “Assolutamente no. Lo portavo sempre con me nel mio servizio di apostolato con i malati, con le persone che vivono situazioni di dif-
ficoltà economica ma dignitosamente vivono con i pacchi della Caritas. Era un modo per fargli capire, senza forzarlo direttamente, di come si può vivere nella legalità senza commettere reati e rispettare la legge. E lui quando si ritornava in parrocchia diceva che la vita era diversa da come l’aveva vissuta fino a quel momento. Aveva scoperto delle realtà intorno a lui che non aveva mai conosciuto. Per questo sono rimasto, e lo sono ancora adesso, stravolto dalla morte e del suo coinvolgimento in una rapina con altri’. Da pochi giorni è in libreria il suo libro “Gesù dietro le sbarre”, dove racconta il suo lavoro di cappellano ed evidenzia l’atteggiamento di accoglienza che devono avere le persone nei confronti di chi ha vissuto l’esperienza forte del carcere. Nel contempo sapeva che accettare la presenza di Ottaiano in parrocchia avrebbe potuto provocare qualche problema con la comunità? ‘Si lo sapevo, ma non potevo dire di no alla richiesta di un carcerato ma soprattutto un mio parrocchiano e che avrei fatto di tutto per fargli cambiare il corso della sua vita per fargli acquisire quel forte desiderio di essere rispettato come uomo libero in grado di avere comunque un ruolo nella società’.
ULTIM’ORA – ARRESTATI ALTRI TRE COMPLICI Mentre andiamo in stampa arriva la notizia dell’arresto di altre tre persone coinvolte nella rapina che ha portato alla morte di Raffaele Ottaiano. A finire in manette sono stati tre uomini, Carmine Pagnano 30 anni, Antonio Topa 28 anni, e Pietro D’angelo, 41 anni, di Frattamaggiore. Uno dei rapinatori era stato arrestato dalla Polizia in flagranza di reato grazie all’intervento tempestivo di un agente di polizia libero dal servizio che aveva poi avuto l’aiuto del maresciallo dei Carabinieri della stazione di Frattamaggiore, anche lui libero dal servizio. Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli altri due autori materiali e di un quinto soggetto che aveva avuto il ruolo di 'palo'. Uno dei tre arrestati, tra l’altro, era ferito perché colpito da uno dei proiettili sparati nel corso della rapina e del successivo conflitto a fuoco. Sono stati i Carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna e della Tenenza di Caivano a eseguire il prov-
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vedimento di fermo emesso dal Pubblico Ministero della Procura di Napoli Nord. Complessivamente, quindi, sono stati in quattro ad agire, più una quinta persona, un 'palo', che ha consentito l'ingresso nella gioielleria Corcione. Due dei fermati hanno confessato le loro responsabilità nel corso dell'interrogatorio avvenuto nella caserma dell'Arma di Caivano. Nei confronti del terzo, i gravi indizi di colpevolezza si sono ricavati dal ritrovamento, nel corso perquisizione domiciliare, di un giubbino e di un paio di scarpe utilizzate, secondo un video acquisito, nel corso della tentata rapina. Fondamentali quindi, per ricostruire quanto accaduto, sono stati i filmati delle videocamere di sorveglianza della zona e del negozio stesso. E’ confermato, invece, che il gioielliere è indagato per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. Si resta in attesa dell’esito dell’autopsia sul corpo del rapinatore per continuare a fare chiarezza su quel che è successo.
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›› POLITICA
Entra nel vivo la campagna elettorale per le politiche del 4 marzo
SILo scontro COMINCIA A FARE SUL SERIO più acceso sembra essere quello tra Di Maio e Sgarbi. Molti puntano sul “territorio”. Nei collegi uninominali si profila una sfida a tre tra i candidati di centrosinistra, centrodestra e M5S
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omincia a entrare nel vivo la campagna elettorale che ci accompagnerà al voto di domenica 4 marzo, anche se non è ancora accesa come ci si poteva aspettare considerando che, a distanza di 16 anni, torna la possibilità di scegliere tra candidati che si scontrano per un collegio uninominale. Nell’area di riferimento di Cogito, come abbiamo ricordato più volte, ci sono tre sfide tra candidati nei collegi uninominali, ma ci sono anche quelle che vedono confrontarsi i candidati inseriti nelle liste che si divideranno i seggi assegnati con il sistema proporzionale. La sfida più “accesa” almeno a parole è quella per la Camera nel collegio di Acerra, che comprende anche Caivano e Casalnuovo. Ad accendere gli animi, come era logico attendersi, è soprattutto Vittorio Sgarbi, candidato da Forza Italia a rappresentare la coalizione di centrodestra. Un nome “nazionale” messo nel collegio uninominale per sfidare il leader dei Cinque stelle, candidato alla Presidenza del Consiglio, Luigi Di Maio, candidato perché originario e residente di Pomigliano, altro comune inserito nello stesso collegio. Il critico d’arte ha avLuigi Di Maio viato la campagna elettorale puntando sulla presunta impreparazione di Di Maio: “Io sono l’unico candidato che mette d’accordo sia la sinistra del presidente De Luca, mio fratello politico, che il centrodestra di Berlusconi. Poiché sono l’unico antidoto culturale all’incompetenza a 5 stelle. Io ho già fatto molto per Napoli e la Campania. Attualmente sono presente con due esposizioni artistiche: una a Capodimonte, dal titolo “Carta Bianca” e l’altra alla Pietrasanta, che si chiama “Il Museo della follia: da Goya a Marado-
Il manifesto contro Sgarbi fatto affiggere a Pomigliano 14 • C o g i t o
na”. Lo stesso Sgarbi poi ha definito Di Maio come “l’Ambra Angiolini della politica perché teleguidato da Grillo come la star di Non è la Rai era teleguidata da Boncompagni”. Non s’è fatta attendere la replica di Di Maio che ha invitato i suoi concittadini di Pomigliano e i residenti degli altri comuni del collegio a non tener conto delle polemiche e delle offese di Sgarbi: “Cari amici, vi prego di tollerarlo. Lo conosciamo tutti, fa quello di mestiere, non consideratelo neppure un candidato, ma spiazzatelo con la nostra proverbiale ospitalità, offritegli un caffè, una pizza, una sfogliatella. Non date peso a ciò che dice, è solo il personaggio che interpreta quello che è stato scritto dal suo regista Berlusconi”. Una risposta a cui ha fatto seguito un video in cui Sgarbi lanciava ulteriori offese verso Di Maio che, pur se impegnato nella campagna elettorale nazionale, come leader del Movimento Cinque Stelle, continua a organizzare incontri con gli elettori dei comuni in cui è candidato, come dimostra l’appuntamento di domenica 25 febbraio ad Afragola. A rendere lo scontro ancor più acceso poi è arrivato un manifesto in cui si vedevano capre con la testa mozzata che riproponeva la faccia di Sgarbi, un chiaro riferimento all’epiteto “capra” che usa sempre lo storico d’arte verso i destinatari dei suoi attacchi. A rivendicare il gesto sono stati il sindacato Si Cobas e il collettivo 48 OHM che Sgarbi ha accusato di essere soggetti collaterali al Antonio Falcone Movimento 5 Stelle. Il politico, nel suo comunicato, ha auspicato un pronto intervento della Digos per scongiurare connessioni con ambienti di stampo camorristico. In un clima così acceso, prova a fare la sua campagna elettorale, con toni diversi, il candidato del centrosinistra, Antonio Falcone. Medico specialista cardio-angiologo, sposato e padre di tre figli, 58 anni, è il sindaco di San Vitaliano. E' da sempre molto attivo nel campo culturale e sociale e proviene dall'associazionismo cattolico che lo ha portato a essere l’attuale presidente AMCI, associazione medici cattolici italiani, della sezione diocesana di Nola. Si interessa di politica da molti anni, ha iniziato la sua militanza nel movimento giovanile della Democrazia cristiana e ha proseguito la sua attività sempre nell’ambito del cattolicesimo democratico: “La mia è una candidatura per il territorio. È per il nostro territorio che dobbiamo guardare lontano, pensare al suo sviluppo, impegnarci senza sosta per il lavoro, i giovani, l'ambiente. Mi sono candidato perché credo in una politica di confronto e di dialogo. Perché solo il dialogo riesce ad abbattere i muri e a costruire ponti”. Nell’altro collegio per la Camera dei Deputati, quello di CaAnno XXV - numero 415 - Sabato 17 Febbraio 2018
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POLITICA ‹‹
Nicola Marrazzo
Vincenzo Spadafora
soria che comprende anche Afragola, Cardito, Caivano, Frattamaggiore e Frattaminore, la sfida si mantiene in un clima meno teso. Il candidato del centrosinistra, Nicola Marrazzo, politico di lungo corso con tre consiliature regionali alle spalle, prima con Italia dei Valori e poi con il Pd, punta soprattutto sull’appartenenza territoriale e rivendica alcuni obiettivi raggiunti in Consiglio regionale: “Quando ho visto la composizione del collegio per la Camera ho visto che racchiudeva i comuni che da sempre mi hanno visto impegnato e, quindi, ho pensato di dare il mio contributo così come ho fatto in questi anni da Consigliere regionale ottendendo che i nostri comuni fossero compresi nelle “Aree di crisi complessa” e nelle “Zone economiche speciali” rendendo più semplice la vita delle imprese, ma questo non basta perché penso che sia importante arrivare a sgravi sulle assunzioni a tempo indeterminato e fiscalità agevolata per le imprese che operano nell'area a Nord di Napoli. Ho accettato la sfida di portare avanti il mio impegno politico su questi temi per la crescita e lo sviluppo qualificato dei nostri territori”. Grande attenzione al territorio e al radicamento anche per il candidato del Movimento Cinque Stelle, Vincenzo Spadafora, nonostante gli incarichi ricoperti negli ultimi venti anni nell’Unicef e nelle Istituzioni, compreso il ruolo del Garante dell’infanzia, lo abbiano portato lontano da Cardito, la sua città, e da Frattamaggiore, la città in cui ha mosso i primi passi nell’Unicef quando frequentava il liceo classico Francesco Durante: “Nel caso fossi eletto, riprenderei tutte le battaglie che ho combattuto in passato ricoprendo altri ruoli di responsabilità. Innanzitutto lavorerei per il contrasto della povertà nel nostro Paese che oggi colpisce centinaia di migliaia di famiglie che non sono in grado di garantire ai propri figli non dico il benessere, ma neanche l’essenziale. Il contrasto della povertà è all’origine per la risoluzione di molti altri problemi ad essa collegati. Solo un grande progetto in grado di sostenere economicamente le famiglie tramite aiuti economici e agevolazioni fiscali, servizi per l’infanzia, accessibilità a un sistema educativo di qualità per tutti e a una sanità al servizio del cittadino, potrà invertire la tendenza costante verso l’impoverimento delle famiglie italiane. Perché questa battaglia non sia fatta a parole, occorrerà lavorare per spingere l’Unione Europea a superare la stupidità dell’austerità, favorendo gli investimenti in settori ad alto valore aggiunto in termini di occupazione e creazione di ricchez-
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za. Un Paese dovrebbe essere libero di investire in settori che valorizzino il proprio capitale umano, sia nel breve periodo con il lavoro, sia nel lungo periodo creando le condizioni favorevoli per incentivare le nascite. Il lavoro che farò da Deputato non mi vedrà confinato a Roma, ma costantemente presente sul territorio che mi avrà onorato con la propria fiducia. Intendo partire dalle esigenze delle persone che incontrerò nel mio collegio per capire quali siano le priorità sentite dai cittadini italiani, i loro problemi, le loro aspettative, i loro sogni. Il mio impegno non prevede piedistalli e poltrone, ma incursioni in periferie, scuole, luoghi di aggregazione di cittadini e associazioni”. Punta molto sulla sua città d’origine, Casoria, Luca Scancariello, candidato del centrodestra e fedelissimo di Giorgia Meloni, leader del suo partito, Fratelli d’Italia, di cui condivide anche la battaglia contro il trasformismo: “Risponderò, convintamente, “presente”, alla convocazione, che Giorgia Meloni ha fatto, per il prossimo 18 febbraio. Sono pronto a prendere un impegno solenne, di fronte al popolo italiano, sul rispetto del vincolo di mandato. Il rispetto degli elettori, e del mandato da loro conferito, ha caratterizzato tutto il mio percorso politico. Insieme con la mia comunità, abbiamo sempre rifiutato inciuci e minestroni, scegliendo la via stretta della dignità politica sempre. Anche e soprattutto quando era svantaggioso! Perché noi non tradiamo!”. Sul radicamento sul territorio ha detto: “La nostra presenza non sarà limitata solo a questo periodo. Non amo fare promesse in campagna elettorale, ma ciò che posso assicurare sarà una seria presenza su questi territori troppo spesso abbondanati a loro stessi”. La sfida per conquistare un posto in Senato, infine, vede in campo, tra gli altri, l’ex sindaco di Frattamaggiore, Francesco Russo. Medico, con la specializzazione in geriatria, è sposato con Antonia Fiorillo, cardiologo dell’Asl, ed è stato Sindaco della sua città dal 2005 al 2015. Più volte, in passato, era stato vicino alla candidatura per ruoli sovracomunali come lui stesso ha ricordato annunciando la sua candidatu-
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›› POLITICA ra, ma ha sempre accettato di buon grado le decisioni diverse prese dai vertici del partito. Ora tocca a lui rappresentare il suo partito, il Partito democratico, e gli altri partiti della coalizione di centrosinistra: “La mia candidatura è il risultato di un impegno politico ventennale che mi ha visto sempre nello stesso schieramento e la dimostrazione che il Pd, in questi territori, ha deciso di investire nelle persone che vivono gli stessi problemi e hanno le stesse aspirazioni dei cittadini a cui si chiede il voto. Nel corso di questi anni ho sempre rispettato le decisioni del mio partito, anche quando sono andate contro la mia volontà di rappresentare questi territori in enti sovra comunali; ora, con Giosi Romano la stessa coerenza, sono già impegnato in questa sfida che mi vedrà impegnato insieme ai tanti rappresentanti del centrosinistra dell’area a Nord Est di Napoli a combattere le spinte populiste e di Destra in una campagna elettorale difficile nel corso della quale è necessario parlare di problemi e programmi e non fare promesse irrealizzabili”. Un altro medico è in campo per il Movimento Cinque Stelle che ha candidato Raffale Mautone, pediatra dell’Annunziata, originario di Marigliano: “Ringrazio prima di tutto il Movimento per aver scelto noi tutti candidati, sia attivisti del movimento sia esterni come me, invertendo di fatto la logica delle scelte operate degli altri partiti fatte con la spartizione clientelare anche delle singole candidature. Questo vento nuovo parte da lontano ed è la manifestazione evidente del nuovo modo di fare politica che il Movimento propone ed attuerà: trasparenza, attenzione ai problemi di tutti e riconoscimento delle competenze e delle professionalità in tutti i cam-
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Raffaele Mautone
pi. Testa e cuore, questo è il connubio vincente per andare lontano e fare grandi cose. Sensibilità ed umanità, mi hanno spinto ad impegnarmi, grazie anche al grande appoggio dimostrato dal Movimento e in particolare dalla consigliera regionale dei Cinaue stelle, Valeria Ciarambino, per evitare la chiusura dell’ospedale Annunziata. Chiusura senza logica che di fatto peggiorerebbe l’assistenza pediatrica di Napoli e della sua area metropolitana penalizzando in particolare le fasce più deboli della popolazione. Continuerò questo mio impegno per una sanità più equa, più vicina alle esigenze dei cittadini, lottando contro la corruzione e gli sprechi e per un servizio sanitario pubblico che garantisca la salute di tutti. La gente si aspetta tanto da noi e ci darà la
forza per realizzare questi obiettivi”. Per sfidare i due medici, il centrodestra ha scelto Giosy Romano, sindaco di Brusciano e presidente dell’Area di sviluppo industriale di Napoli, un doppio incarico che aveva portato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, a bocciare quella situazione. Ma, proprio, in questi giorni, è arrivata la decisione del Consiglio di Stato che permette a Romano di mantenere le due poltrone, accogliendo parzialmente l’appello dell’ANAC. Nel 2015 Cantone aveva dichiarato incompatibile le due cariche di presidente Asi e quella di Sindaco di Brusciano. Il sindaco Giosy Romano fece ricorso al TAR , che accolse il ricorso, facendo sì che potesse ricoprire entrambe le cariche. E’ arrivata adesso la sentenza definitiva: il Consiglio di Stato ha accolto in parte l'appello dell'Anac. A tal proposito il sindaco di Brusciano Giosy Romano ha dichiarato: “La sentenza non pone
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POLITICA ‹‹ alcun rischio sulla mia posizione di presidente, confermata proprio dal rigetto dell'appello dell'Anac sul definitivo provvedimento di legittimazione della mia nomina. Il Consiglio di Stato ha confermato quanto già disposto dal Tar, rigettando sul punto le richieste di Anac. È vero che in parte ha accolto l’appello dell’ANAC, ma è anche vero che l'appello è respinto nel resto! Ovvero proprio con riguardo alla richiesta di dichiararmi decaduto! La carica è più salda che mai”. Oltre ai candidati dei tre schieramenti più accreditati per la conquista dei collegi uninominali, ci sono anche altri candidati. In quello per il Senato è impegnata la caivanese Maria Donesi, con una lunga esperienza politica alle spalle, cominciata ai tempi del liceo; ora è in campo per Liberi e Uguali dopo aver attraversato tutte le trasformazioni del Pci con cui ha cominciato il suo impegno politico: “Il mio impegno è per la mia terra, soprattutto. Tre punti fondamentali, la scuola e la sanità e il lavoro. Scuola, ridare dignità alla scuola pubblica, sia per la formazione, che per le strutture, è necessario, visti i Maria Donesi livelli di elusione, evasione e semi analfabetismo crescenti. La sanità, sicuramente è tra le priorità, è nel programma di Liberi e Uguali I nostri territori hanno strutture fatiscenti, spesso anche il livello dell’offerta professionale è sotto la media. Non si può pensare di tutelare così il diritto alla salute. È collegato a questo l’impegno per una riqualificazione del territorio, promuovendo anche le piccole e medie imprese che hanno ripreso la filiera della canapa, per creare lavoro e bonificare i terreni, nell’ambito del Green New Deal che proponiamo nel programma di Liberi e Uguali. Inoltre, creare in-
torno ai nostri prodotti, che sono eccellenze alimentari, una protezione ambientale, che deve essere la discriminante competitiva del presente e del futuro, facendo cadere il marchio di terra dei fuochi, che ha penalizzato e penalizza i nostri prodotti”. Molto attivi anche i candidati di Potere al popolo, come Oriana Cerbone, candidata nel collegio uninominale di Casoria, quello che comprende anche Afragola, Cardito, Crispano, Caivano, Frattamaggiore e Frattaminore: “Sono un'archeologa libero professionista e una docente di lettere precaria, una dei tanti, troppi, eterni precari di questo paese, nati precari, che vivono precari, ma che non vogliono arrendersi a morire da precari. Ho iniziato il mio percorso di militanza a fine anni '90 con Prc e ho continuato a fare militanza politica, dentro e fuori da Rifondazione, nei movimenti e nelle associazioni. Gli argomenti che mi stanno più a cuore sono quelli che caratterizzano la mia stessa esistenza: l'impegno per il lavoro, affinché esso sia sicuro, tutelato, normato per i lavoratori e le lavoratrici, che costoro possano avere condizioni di lavoro dignitose e sicure. Non si può vivere precari e morire per infortuni sul lavoro , è socialmente inaccettabile ed ingiusto. Il diritto alla casa, Oriana Cerbone ai beni comuni e alla tutela ambientale non possono essere tralasciati da un'azione politica concreta che mira alla cura e alla felicità dei cittadini. Perché è necessario garantire diritti fondamentali, casa reddito e lavoro, senza dimenticarsi del diritto alla felicità per tutte e per tutti. Così come l'impegno per dare una normativa professionale sicura ai professionisti dei beni culturali, che attendono da troppo tempo che lo Stato regolamenti le loro professioni, garantendo loro una professione normata e tutelata. Il welfare garantito ed universale è e sarà sempre un perno fondante delle mie azioni”.
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›› POLITICA
Tornano le polemiche sulla scelta degli scrutatori
SIAMO ALLE SOLITE La maggior parte dei comuni dell’area a Nord di Napoli ha deciso di nominare gli scrutatori, ma anche in quelli che hanno preferito il sorteggio, spesso, ci sono sempre le stesse persone. Come mai? di Angelica Argentiere ella lunga fase di organizzazione delle elezioni, da sem- elezioni comunali non hanno lo stesso fermento che si ha per la pre c’è molta attenzione intorno alla designazione degli scelta degli scrutatori per le politiche. La legge consente la noscrutatori che è spesso accompagnata da polemiche. mina diretta, mentre da più parti si continua a invocare il sorLa designazione di chi dovrà scrutinare le schede e assistere il teggio integrale. Raramente le Amministrazioni dei comuni di Presidente di seggio, scelto dalla Corte d’Appello, avviene alla riferimento del nostro giornale ci hanno stupito con criteri di presenza dei membri della Commissione elettorale comunale, scelta degli scrutatori tra le liste dei disoccupati, inoccupati e/o composta il più delle volte da un Assessore e alcuni Consiglieri. studenti, preferendo sempre una nomina diretta per l'amico, il I soggetti scelti possono rifiutare l'incarico solo per cause di for- parente o il figlio dell'amico o del parente in una logica di riparza maggiore e devono comunicarlo entro 48 ore dalla notifica tizione o di un sorteggio pubblico. che può essere ritirata nell'Ufficio elettorale. Tra i requisiti biso- Come hanno agito i nostri comuni? Vince la nomina rispetto al gna essere iscritti all'Albo comunale preposto; avere la cittadi- sorteggio con un punteggio di 4-3. Nel poker delle nomine annanza italiana; maggiore età; essere in regola con gli obblighi noveriamo i comuni di Frattamaggiore, Afragola, Casalnuovo e formativi scolastici; essere iscritti nelle liste elettorali del Comu- Caivano a cui rispondono Frattaminore, Cardito e Crispano che ne di residenza e godere dei diritti civili e politici. hanno optato per il sorteggio, anche se già sui profili social iniIl metodo utilizzato dalle Amministrazioni comunali non va ol- ziano le critiche sui sorteggi e in particolar modo la frase ricortre il binomio nomina o sorteggio ma le polemiche sono sempre rente è sempre la stessa: “Ma se c'è stato un sorteggio perché si vedietro l'angolo anche se il clamore e le scelte fatte prima delle dono sempre gli stessi volti nei seggi elettorali?”
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CRONACA ‹‹
Ecco il piano triennale delle opere pubbliche ad Afragola
A Casalnuovo arrivano aiuti per disoccupati e inoccupati
uova efficienza e maggiore sicurezza alle fornituvia l’assegno civico - borse Lavoro: l’ambito territoriale N21 del N re elettriche del cimitero e risparmio energetico Comune di Casalnuovo di Napoli ha avviato il processo di selel con l'illuminazione a Led in via Arena. zione per 45 cittadini svantaggiati da impegnare in azioni di tirociSono queste le novità più importanti del Piano triennale delle opere pubbliche approvato dalla Giunta presieduta dal sindaco, Domenico Tuccillo, su proposta dell'assessore ai Lavori pubblici, architetto Luigi Sirico. Nella delibera, hanno avuto, infatti, il via libera importanti opere come l'adeguamento dell'impianto elettrico a servizio del cimitero comunale e la dotazione di una nuova illuminazione per l'area di via Arena. “Per quanto riguarda il camposanto - ha dichiarato il sindaco Tuccillo - il progetto, del valore di 370.000 euro, prevede la messa in sicurezza dei quadri elettrici, l'interramento della linea aerea, la realizzazione di un nuovo impianto elettrico di distribuzione in linea con i più moderni standard di illuminazione cosiddetta "smart", ovvero intelligente”. “Abbiamo previsto un adeguamento ed efficientamento energetico - continua il primo cittadino - anche per via Arena, dove, con un progetto del valore di 500.000 euro, si prevede l'interramento delle linee elettriche aeree e soprattutto l'utilizzo nelle zone De Nicola, San Giorgio, Nunziatella e Ciampa di un sistema di illuminazione a tecnologia Led che garantirà insieme alla luce anche un notevole risparmio energetico”. Tra le altre opere, il Piano triennale approvato prevede anche il risanamento di via Lagnuolo, per una spesa di 800.000 euro, l'adeguamento sismico della tribuna dello Stadio “Luigi Moccia” e la riqualificazione in erba sintetica del campo C, per una spesa complessiva di 2,2 milioni di euro e il risanamento di via Arena e contrada Miranda, per una spesa di 900.000 euro.
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nio formativo e di orientamento da svolgersi presso enti, aziende e cooperative presenti sul territorio. Un 'investimento' per l'Amministrazione comunale di circa 120.000 euro finalizzato a offrire opportunità d’inserimento in ambito lavorativo, attraverso prestazioni rese da utenti, appositamente selezionati. Si tratta di una misura sperimentale che risponde a uno dei punti principali del programma elettorale del sindaco Massimo Pelliccia: “La finalità di questo articolato intervento – ha dichiarato il primo cittadino - è rappresentata dall’intento di migliorare i livelli occupazionali dei soggetti socialmente più fragili formulando, in contrapposizione ad un modello di ‘assistenza passiva’, nuove modalità di prevenzione ed intervento sul disagio all’interno delle quali l’avvicinamento al lavoro assume un ruolo centrale. Questo intervento, che avvieremo in via sperimentale, era inserito nel programma elettorale che abbiamo presentato alla città: questo a dimostrazione che stiamo mantenendo, e manterremo, tutti gli impegni che ci siamo assunti nei confronti delle famiglie casalnuovesi”. I destinatari dell’assegno civico sono soggetti deboli, disoccupati e inoccupati italiani e stranieri residenti sul territorio comunale, abili al lavoro, di età non inferiore a 30 anni e non superiore a 60 anni, a rischio di emarginazione/disadattamento sociale dovuto alla mancanza di lavoro e/o in condizione di disagio psichico, sociale e familiare (non beneficiari di carta Sia e Rei). I tirocini rappresentano uno strumento che incontra la crescente esigenza espressa da quella fascia di popolazione inserita in quadri di fragilità propria degli adulti, molto spesso già seguiti e presi incarico dai servizi sociali perché componenti di famiglie multi-problematiche. Il sostegno e l’accompagnamento professionale nei percorsi di entrata o reinserimento in contesti lavorativi è diventato uno degli interventi attivabili all’interno di un più complesso intervento di promozione e sostegno d’inclusione sociale. Alla manifestazione d’interesse avviata per selezionare gli Enti che ospiteranno i lavoratori hanno risposto oltre 30 aziende del territorio. “Un ottimo risultato – ha aggiunto il sindaco Pelliccia – perché in questo modo riusciremo a sostenere ed a fornire vantaggi anche alle piccole e medie imprese che lottano contro la crisi generale dei consumi”. I lavoratori saranno impiegati per cinque giorni a settimana (per quattro ore al giorno) e percepiranno un assegno di 400 euro mensili: il Comune finanzierà anche i costi per la coperture delle spese assicurative. “Ai cittadini che selezioneremo – ha concluso il Sindaco – intendiamo offrire la possibilità di acquisire conoscenze spendibili nel mondo del lavoro e soprattutto offriremo loro la possibilità di entrare in contatto diretto con le aziende che ospiteranno i tirocini, in modo da costruire le basi per un auspicabile rapporto di lavoro futuro”. C’è tempo fino al 15 marzo per inoltrare istanza al Comune: avviso completo e modello di domanda sono disponibili sul sito istituzionale dell’ente municipale.
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›› CRONACA
Continua la lotta contro l’inquinamento
DRONI E OPERAZIONI STRAORDINARIE Operazione contro lo smaltimento illegale dei rifiuti ad Afragola e nei comuni vicini. E arrivano i primi risultati grazie all’utilizzo dei droni messi a disposizione dalla Regione di Antonio Boccellino ei giorni scorsi si è tenuta un’imponente operazione golarità, difformità in materia di prevenzione e sicurezza sul lastraordinaria per il contrasto allo smaltimento abusivo voro. Denunciate per reati ambientali 15 persone, mentre 13 sodi rifiuti nei territori di Afragola e dintorni, grazie a una no i siti sottoposti a sequestro penale. Nel corso dell’operazione task force, disposta dall’incaricato per il contrasto del fenomeno sono state identificate 197 persone e controllati 78 autoveicoli, dei roghi dei rifiuti nella regione Campania, Gerlando Iorio, oltre a 598 mezzi verificati con sistemi automatizzati”. d’intesa con il presidente dell’Anci Campania e sindaco di Afra- Intanto, nei giorni scorsi, il presidente della Regione, Vincenzo gola, Domenico Tuccillo. De Luca, è tornato a parlare di rifiuti e terra dei fuochi: “Tra Il blitz ha visto in campo oltre 30 equipaggi di varie forze del- qualche giorno andremo a Giugliano perché partono i lavori per
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l’ordine: Esercito Italiano, Polizia municipale di Afragola, Carabinieri di Casoria, Guardia di Finanza di Afragola, nonché funzionari dell’ARPAC e agenti della Polizia Metropolitana di Napoli, per un totale di circa 100 agenti. Presenti anche una rappresentanza di guardie ambientali con Domenico Casillo e altri. Il coordinamento tecnico delle operazioni si è svolto presso la sede del Commissariato di Polizia di Afragola, dove è stato programmato e seguito l’iter operativo; da lì, per circa 8 ore, sono partiti i controlli presso attività imprenditoriali e commerciali di Afragola e territori limitrofi: in particolare, secondo un comunicato dell’ANCI Campania “sono stati ispezionati 10 siti destinati alla vendita di materiale edile, 3 autocarrozzerie, 1 attività di verniciatura di materiale in legno, 3 attività di recupero e vendita di indumenti usati, 1 officina meccanica, 1 falegnameria ed 1 attività di lavorazione marmi. Sono state altresì riscontrate irreeliminare altre 500.000 tonnellate di ecoballe, mentre la settimana successiva partirà il servizio di controllo con i droni di tutta l'area della terra dei fuochi”. “Abbiamo fatto un accordo un anno fa con le forze dell'ordine, i droni sono otto, saranno gestiti dalle forze dell'ordine e avremo la possibilità di controllare 24 ore su 24 tutto il territorio per contrastare il fenomeno dei roghi e degli sversamenti abusivi” ha aggiunto De Luca richiamando anche “il lavoro attentissimo che si sta facendo con l'Istituto superiore di Sanità per controllare le condizioni ambientali e per verificare l'impatto degli agenti atmosferici sulla salute dei cittadini”. E stanno cominciando ad arrivare i risultati del controllo dei droni che hanno permesso di scoprire una discarica abusiva a Castel Volturno dove i Carabinieri hanno individuato e sequestrato un’attività illecita con un'area di circa 6000 mq ove risultavano stoccati materiali di risulta e rifiuti solidi urbani. 20 • C o g i t o
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NOTIZIE FLASH ‹‹
IL CARNEVALE CONTADINO RIVIVE GRAZIE AGLI ALUNNI DI PASCAROLA
Nota stonata il mancato servizio d’ordine della Polizia municipale lungo il percorso e la mancata pulizia della villa comunale che non ha consentito ai ragazzi e alle famiglie accorse di
Un carnevale all’insegna della tradizione contadina è quello realizzato dal Plesso ‘Rodari’ di Pascarola. Circa cinquecento ragazzi, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, hanno sfilato per le strade cittadine del piccolo borgo di Caivano rinnovando il successo della prima edizione dello scorso anno. Un’antica rappresentazione carnevalesca che risale ai riti farseschi dell’Impero romano ma che è arrivata a noi nella versione seicentesca della lingua napoletana. Per i cittadini della frazione di Pascarola è stato un vero e proprio evento partecipando e animando il passaggio dei loro figli e nipoti con lancio di coriandoli e stelle filanti per strada e dai balconi “La presenza di una scuola in una zona è fondamentale perché ha il compito e l’obiettivo di far in modo che l’istituzione scolastica si integri con la comunità locale” ha detto Rosaria Peluso, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo ‘Cilea – Mameli – Rodari’, aggiungendo: “Con queste manifestazioni esterne tentiamo di creare questo rapporto con le famiglie per la crescita serena e la preparazione dei nostri alunni e dei lori figli”. La sfilata per le strade del piccolo centro a ridosso della zona Asi, polo industriale che sconfina nella provincia di Caserta, è stata un vero evento che si è snodata tra la sede della scuola per la pizza principale dove c’è la Chiesa, la villa comunale e la biblioteca, visti solo dall’esterno per le pessime condizioni in cui versano e che abbiamo denunciato nei numeri scorsi, la sede del Comune e le strade periferiche per poi ritornare in centro fino alla sede della scuola. Il corteo era preceduto da un carretto con un vero pony che trasportava la bara con il fantoccio di Vicienzo che nella tradizione popolare contadina rappresenta Carnevale. Seguito dalla moglie, l’amante e il notaio, la Quaresima e altri personaggi della commedia dell’arte. Nell’atrio esterno del cortile della scuola ogni classe ha declamato un testo in versi per presentare i ‘mesi’ tutti in costume secondo quando descritto nei versi. Le declamazioni si sono concluse con canti eseguiti dalle classi prime guidati dal maestro Ferdinando Ponticelli.
poter vivere questi momenti di sana allegria.
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A TEATRO PER SOSTENERE LO STUDIO SULLA TERRA DEI FUOCHI Sabato 24 febbraio alle 20.30 e domenica 25 alle 18.30 nel Teatro Lendi di Sant'Arpino andrà in scena lo spettacolo “Gemelli omozigoti” promosso dall'associazione culturale teatrale “E mettimmece d'accordo” per sostenere il progetto Veritas della Rete di Cittadinanza e comunità. Il libero adattamento del regista Antonio Toraldo dei Me-
necmi di Plauto sta ottenendo un importante successo in molti teatri della Campania, con esibizioni anche fuori regione che continueranno anche nei prossimi mesi con rappresentazioni già fissate in Calabria e nel Lazio. Come si legge dal comunicato: “L'arte continua a impegnarsi per il Progetto Veritas, il più grande progetto scientifico mai creato dal basso e che vede comuni cittadini e medici di alto profilo battersi insieme per la Terra dei Fuochi. Grazie a test non invasivi e all'avanguardia, il Comitato Scientifico della Rete, diretto dal professor Antonio Giordano, oncologo di Philadelphia e direttore dello Sbarro Health Research Organization, cercherà di capire quale relazione intercorre tra devastazione ambientale e malattie oncologiche”.
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›› CULTURA
Caivano / Al via le celebrazioni per il 70° anniversario dell’erezione a Parrocchia della Santissima Annunziata
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artite le celebrazioni e le manifestazioni per il 70° anniversario dell’erezione a parrocchia della chiesa ‘Santissima Annunziata’ che si trova nel centro storico di Caivano. Il 29 gennaio scorso con il quinto convegno parrocchiale ‘Giovani e Legalità’ dal tema ‘C’è sempre la luce dopo il buio’ si è dato inizio alle manifestazioni della Chiesa che si trova nel centro storico di Caivano. Nell’occasione è stato presentato il libro ‘Gesù dietro le sbarre’, una lunga intervista realizzata dal nostro vicedirettore, Antonio Trillicoso, al parroco, don Antonio Cimmino, sulla sua esperienza come cappellano dei carcerati nelle strutture penintenziarie di Secondigliano e Sant’Angelo dei Lombardi. Ma il programma delle iniziative previste nei prossimi giorni e nelle prossime settiane è molto ampio e variegato e in grado di coinvolgere la comunità parrocchiale e non solo. Da pochi giorni si è conclusa la visita con processioni e celebrazioni della Vergine di Nazaret, una statua della madonna copia di quella che si trova nella città dell’infanzia di Gesù in Palestina. Dal 27 febbraio al 4 marzo invece ci sarà la prima missione parrocchiale della Comunità Missionaria Valleregia di Nola che incontrerà i parrocchiani per presentare le loro attività in Italia, Africa e America. Ad
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di Mimmo De Simone aprile un convegno sulla storia della parrocchia che nasce come congrega nel ‘700 e ha avuto un ruolo importante per i fedeli per la sua posizione strategica al centro di Caivano. 7A maggio altra missione parrocchiale con padri missionari del Gam e presentazione della mostra fotografica della storia della parrocchia. Altro evento la celebrazione eucaristica per don Luigino Castaldo, primo parroco e prete molto amato dalla comunità locale, non solo della parrocchia, per le sue doti umane; successivamente sarà ricordato anche il secondo parroco, don Ernesto. Altre manifestazioni sono in programma e il tutto si concluderà nel mese di dicembre per la celebrazioni conclusiva dell’erezione a parrocchia avvenuta nel 1948. Dalla venuta del nuovo parroco, don Antonio Cimmino, nel 2013, tante iniziative sono state realizzate essendo la parrocchia in un quartiere difficile con la presenza di realtà molto ‘particolari’ che devono essere seguite ogni giorno con grande attenzione, motivo per cui sono stati restaurati diversi locali per renderli sempre più accoglienti. Dipende dalla parrocchia il Santuario della Madonna di Campiglione, realtà ben diversa, come pure la cappella della Madonna di Lourdes, realizzata nella casa di cura ‘Villa Rachele’.
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CULTURA ‹‹
L’Afragolese continua a sognare la promozione
PASSO FALSO DELLA FRATTESE IN ECCELLENZA CHE RESTA AL QUINTO POSTO IN CLASSIFICA
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di Antonio Fioretto
erzultimo posto a undici giornate dal termine: il campionato della Frattese si fa sempre più difficile, soprattutto dopo l’ennesima sconfitta, la settima nelle ultime dieci partite, contro il Potenza in trasferta. 3-1 il punteggio finale, quasi scontato considerando che la compagine basilicatese guida la classifica del Girone H di Serie D e che il match rappresentava un testacoda. Nel weekend, la Frattese affronterà il Nardò in casa nel difficile tentativo di risalire la china e conquistare la salvezza. Nel girone A di Eccellenza, vittoria dell’Afragolese che batte 1-0 il Giugliano e si porta a quota 46 punti, seconda in graduatoria, una posizione che gli permette di continuare a sperare nella promozione anche se attraverso i play off; vittoria esterna anche per il Casoria Calcio, 2-0 sul campo del Pimonte, che significa 44 punti e terzo posto. Crolla in trasferta invece l’ASD Frattese, 2-1 contro la Puteolana che vince e stacca proprio i nerostellati ora fermi al quinto posto a -3 dal quarto. Destini opposti per le due squadre casalnuovesi nella ventunesima giornata del girone A del campionato di Promozione. L’Olimpia Casalnuovo espugna Casamarciano con un pesante 4-2 esterno che porta ai 29 punti in classifica e allontana definitivamente le parti basse della graduatoria; il Comprensorio Casalnuovese, invece, incappa in una sconfitta contro il Villa Literno, 2-1 in casa, e si ferma al quart’ultimo posto a 18 punti. La maggior parte delle squadre presenti a Nord di Napoli sono impegnate nel girone A di Prima Categoria: con la vittoria interna per 2-1 contro il Real Grumese, l’Edilmer Cardito tiene la testa della classifica a +2 sul Plajanum che batte 3-1 a domicili il Real Frattaminore, ora quartultimo. Crolla il Cardito Calcio, 3-0 in trasferta contro il Napoli Nord. Nel prossimo turno in programma Cardito Calcio - Lacco Ameno, Gescal Marano - Edilmer Cardito e Real Grumese - Real Frattaminore.
Incontro sulla mela all’Arancia blu di Afragola enerdì 23 febbraio alle ore 18 nell’Arancia Blu in via V Dario Fiore ad Afragola si terrà un incontro sul tema “La mela” nella sua accezione più ampia. Organizzato dall’Associazione L’Artefatta di Carmina Esposito, in collaborazione con i “Colori della Poesia” di Annamaria Pianese e il “Circolo Letterario Anastasiano” di Giuseppe Vetromile, il meeting è aperto a tutti previa prenotazione. Tra gli altri interverranno l’agronomo Andrea Coppeta, per quanto riguarda le caratteristiche morfologiche, la stagionalità, le varietà; l’artista Giovanni Balzano che, attraverso la descrizione di alcune opere di artisti famosi, illustrerà come il frutto della mela viene rappresentato nel corso del tempo e con stili diversi; e l’attore Biagio Zanfardino che si cimenterà in sketch teatrali, anche comici, sul tema della mela. Nel corso della serata, ai momenti culturali si avvicenderanno, momenti di degustazione originali e gustosi a cura della pasticceria Migliore con prodotti a base di mela: aperimela con finger food, risottino a tema con calice di falanghina, dolce tradizionale in composta di mela accompagnato da sidro di mele. I poeti presenti in sala che si saranno prenotati, potranno declamare versi, anche in vernacolo, che abbiano attinenza al tema della serata.
...TANTI AUGURI... AUGURI ILARIA: Anche se in ritardo...Tanti Auguri a Te Gioia Mia, per il Tuo Onomastico e al piccolo grande Uomo della Tua vita per il suo Compleanno...Ancora Auguri dalla Tua Amica Sandra Al bambino più bello nato nel 2016, augurissimi di cuore dai nonni Rosaria, Domenico e Patrizia in particolare da zio Anno XXV - numero 415 - Sabato 17 Febbraio 2018
Orlando e zia Olimpia. Un abbraccio affettuosissimo da papà Antonio e mamma Annamaria. Queste foto le dedichiamo ai gufi
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