Cogito 429

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Anno XXVI - numero 429 - sabato 16 Febbraio 2019


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Anno XXVI - numero 429 - sabato 16 Febbraio 2019

EDITORIALE

Le offese del ministro Bussetti e l’impossibilità della collaborazione istituzionale

N

ell’ultimo anno, da quando s’è insediato il Governo ‘gialloverde’, ho più volte auspicato una maggiore collaborazione istituzionale tra coloro che, a vario titolo, siedono nelle Istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, grazie al voto di quanti vivono a Nord di Napoli. Giusto per ricordarlo, Consiglieri comunali, Assessori e Sindaci dei comuni della provincia settentrionale di Napoli, per la prima volta, hanno la possibilità di poter contare sulla presenza di rappresentanti del territorio in tutti i livelli istituzionali, dalla Città metropolitana di Napoli fino al Parlamento e al Governo nazionale, passando per il Consiglio regionale. Una simile concentrazione di rappresentanti istituzionali dell’area a Nord di Napoli o comunque eletti in questi territori non s’è mai vista nella storia repubblicana e dovrebbe essere sfrutta a pieno per dare finalmente quella svolta più volte annunciata e attesa ormai da decenni. Mai come in questo periodo, tra l’altro, ci sono molteplici opportunità da sfruttare. Giusto per fare gli esempi più importanti e per elencare le prime cose che vengono in mente, ci sono le zone franche per le aree industriali di Caivano e Frattamaggiore, la stazione dell’alta velocità di Afragola e i progetti di sviluppo dell’area intorno a uno scalo ferroviario destinato a essere fondamentale per i collegamenti nazionali e internazionali, le aree industriali da recuperare e valorizzare, i centri commerciali da tutelare e rilanciare per evitare altre centinaia di licenziamenti e la desertificazione delle aree utilizzate, i centri storici da recuperare e mettere in sicurezza, le bonifiche ambientali…e tanto altro ancora. Senza dimenticare le ‘emergenze’ che via via si presentano, come quella dell’Ospedale di Frattamaggiore che, nonostante le rassicurazioni e le smentite, è destinato a perdere d’importanza e a essere ridimensionato con la chiusura di interi reparti a meno di improbabili cambi del piano ospedaliero. Insomma ci sarebbe molto da lavorare se si volesse davvero dare un senso alla propria esperienza politica e istituzionale e, invece, continuiamo ad assistere alle solite cose alle quali siamo abituati ormai da anni e ognuno dei rappresentanti istituzionali, tranne alcune eccezioni, non fa altro che difendere il proprio interesse o al massimo quello del partito di riferimento senza avere la capacità politica e istituzionale di guardare oltre e di anteporre l’interesse dei territori a quelli del partito o alle aspirazioni personali.

Ormai è passato quasi un anno dall’insediamento del Governo Conte e dal concretizzarsi di quella concentrazione di rappresentanti istituzionali mai vista prima di questo periodo. Eppure non c’è stato nulla di nulla che facesse pensare a un progetto per questi territori, se si escludono le passerelle di qualche rappresentante del Governo fini a se stesse e utili. Passerelle che, nell’ultima occasione, hanno prodotto solo offese verso questi territori e tutto il Sud. Quello che è successo in occasione della visita del ministro dell’istruzione, Bussetti, ad Afragola e Caivano, ha dell’incredibile. Il leghista Marco Bussetti, in pratica, ha detto che non ha intenzione di dare fondi aggiuntivi alle scuole del Sud perché secondo lui, dall’alto della sua esperienza nell’Ufficio scolastico della Lombardia, nel Meridione ci si impegna poco. E lo ha detto proprio nel giorno in cui, oltre a visitare la scuola Mozzillo di Afragola, ha visitato la scuola di Caivano diretta da Eugenia Carfora diventata un simbolo dell’impegno che va ben oltre i compiti ‘istituzionali’. Le sue parole su una presunta mancanza di impegno da parte di chi lavora nelle scuole del Sud, quindi, erano ancora più inaccettabili e avrebbero dovuto scatenare un putiferio e una presa di posizione nettissima da parte dei rappresentanti istituzionali di questo territorio e, invece, abbiamo dovuto assistere all’assurdità di una sottosegretaria afragolese, Pina Castiello, che annuiva convinta a quelle parole. In pratica, mentre il Ministro offendeva il popolo meridionale di cui lei stessa fa parte, Pina Castiello non trovava altro di meglio da fare che dare segnali evidenti di condividere quelle parole. Guardando quelle immagini e pensando che Pina Castiello, al momento, vista la necessità di tenere nell’ombra l’ex senatore Nespoli, è il massimo esponente in questi territori della Lega, partito trainante del Governo, viene da pensare che quella collaborazione istituzionale che, da questo giornale, auspicavamo e continuiamo ad auspicare, è del tutto impossibile. Se di fronte a offese così evidenti verso i suoi conterranei la Sottosegretaria non ha osato contestarle e le ha addirittura avvalorate come possiamo sperare che possa difendere gli interessi dell’area a Nord di Napoli, magari collaborando con chi non fa parte della Lega nel solo interesse dei cittadini che l’hanno eletta?

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE

Editrice Cogito srl QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME

Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

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PRIMO PIANO

Diciassette anni fa l’omicidio di Federico Del Prete

L’eroe dimenticato E

roe dimenticato. Non c’è una definizione migliore per ricordare IN BREVE Federico Del Prete, che ha Sull’impegno anticamorra sindacalista pagato con la morte il suo impegno contro la del sindacalista frattese camorra. Il suo è uno di quegli omicidi che c’è sempre stata poca non hanno scatenato attenzione. E anche reazioni di lotta alla criminalità ma quella quest’anno sono paura recondita del voltarsi dall’altra parte. pochissime le iniziative Meglio non ricordare ciò che è accaduto, previste per ricordarlo non ricordare chi ha perso la vita per mano criminale, meglio non parlare di Federico Del Prete e la lotta ancora attuale che rappresenta a distanza di circa vent’anni, contro una camorra becera collusa anche con le Istituzioni. Quella sua battaglia andrebbe ancora combattuta perché quei sistemi per imporre il pizzo ai piccoli commercianti, come l’imporre l’acquisto di buste e sacchetti sempre dagli stessi fornitori e a prezzi fissi, sono ancora frequenti, ma la paura continua a farla da padrone e le denunce sono poche se non inesistenti. Chissà se un’attenta volontà politica e istituzionale nel ricordo e nella commemorazione di Federico Del Prete avrebbe sortito un deterrente per queste situazioni che ancora oggi si verificano nei nostri territori, quella terra di mezzo dove regna la paura o peggio il disinteresse più totale a cambiare le cose, anche le più piccole, come il rifornirsi di un pacco di buste per un’attività commerciale, ambulante e non, lottando e infondendo il coraggio a quelli che subiscono in silenzio nella convinzione che nulla possa mai cambiare, difendendo i diritti dei calpestati, di chi troppo spesso non ha voce. Noi non ci stancheremo di ricordare Federico Del Prete e la sua vita che è stata raccontata più volte nei suoi libri da Raffaele Sardo, giornalista de La Repubblica, ma anche da Raffaele

di Angelica Argentiere

Cantone. L’ex pubblico ministero che ha mandato in carcere diversi affiliati e boss dei casalesi ha ricordato la figura di Del Prete e, come annunciò nel corso di un incontro con gli studenti frattesi promosso dal direttore di Cogito, Antonio Iazzetta, aveva anche avviato i contatti per realizzare una fiction televisiva su quella vita, ma non se ne è poi fatto nulla. Nato a Frattamaggiore il 14 settembre del 1957, fu presidente del Sindacato Nazionale Autonomo Ambulanti, creato proprio da lui per difendere i commercianti costretti a pagare il pizzo. Fu ucciso per aver denunciato il racket imposto dalla camorra sui mercati delle province di Napoli e Caserta. Infatti la storia di Federico Del Prete si snoda nel contesto della mafia casertana, dedita alle estorsioni nei mercati rionali e all’imposizione attraverso subdoli metodi di mercato, come quello delle buste di plastica, che venivano offerte settimanalmente al prezzo di cinque euro il chilo, mentre alla fonte costavano appena un euro e ventitré centesimi. In particolare, operava in un settore particolarmente delicato, in cui attraverso i suoi iscritti e la sua attività di denuncia ha evidenziato il malaffare diffuso nei comuni del casertano e nelle zone dell’area nord del napoletano, insomma tutte zone ad alto rischio criminale. Il suo impegno era svolto con particolare attivismo tanto da aver denunciato dapprima gli abusi e le irregolarità amministrative riscontrate nel corso delle fiere settimanali fino a spingersi a far luce sulle estorsioni di cui erano sistematicamente vittime i venditori ambulanti. Aveva denunciato alla squadra mobile di Caserta che a Mondragone i commercianti pagavano il pizzo al clan La Torre e che a ritirare i soldi era un vigile urbano, Mattia Sorrentino. Aveva raccolto prove e testimonianze contro il vigile e lo aveva fatto arrestare in flagranza, mentre passava tra le bancarelle dei commercianti a riscuotere i soldi preavvertendo i commercianti con la frase: “Mimì prepara la maglia”. A seguito della denuncia venne instaurato un processo davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, processo nel corso del quale avrebbe dovuto testimoniare proprio il giorno seguente il suo omicidio. La sera del 18 febbraio 2002, Federico del Prete era nel suo ufficio, in via Baracca a Casal di Principe. Per la strada circolava poca gente perché faceva molto freddo intorno alle 19.30. Era una domenica, ma Federico era a lavoro perché era la vigilia del processo in cui avrebbe testimoniato contro il vigile urbano Mattia Sorrentino che riscuoteva il pizzo dagli ambulanti per conto del clan La Torre. Il segnale arrivò forte e chiaro: tutti dovevano farsi i fatti propri, tutti smisero di ricordare in quel processo, Federico fu abbandonato dalla paura dei suoi compagni di lotta. “In quelle giornate era particolarmente nervoso, fumava tantissimo, sapeva che stava rischiando la sua vita, ricordo ancora quel pacchetto di sigarette che la povera moglie lanciò nella tomba” ci ha dichiarato il nipote Salvatore Del Prete, come se il nervosismo continuasse anche dopo la sua morte, e quel presagio si avverava man mano passava il tempo. Mentre era al telefono, una persona entrò di botto. Federico capì che era un killer della camorra, ebbe appena il tempo di rendersi conto di ciò che stava per accadere, poi, cinque colpi in rapida successione lo colpirono allo stomaco e al torace, lasciandolo per terra, senza vita. Il killer scappò insieme ai suoi complici. “Mio padre lottava con perfetta coscienza che la camorra lo avrebbe un giorno ucciso, non poteva ignorare e non igno-


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rava, l’estremo pericolo che correva. Eppure non è fuggito”, queste le parole del figlio Gennaro che ha lottato per riconoscere il suo status di figlio di vittima della criminalità. Ad ammazzarlo fu Antonio Corvino, uno dei killer del clan dei Casalesi, condannato a quattordici anni di reclusione, autoaccusatosi sei anni dopo l’omicidio di Federico, definendolo “uno che faceva cose giuste”. Vincenzo Del Prete, il primo dei dodici fratelli di Federico, dichiarò: “Vogliamo solo che la giustizia vada avanti e faccia fino in fondo il proprio corso. E che i giudici accertino fino in fondo la verità, tutta la verità. Chi sono i mandanti e quanti sono gli esecutori. Perché pare che fossero almeno in quattro a far parte del commando assassino. Quattro sicari. Quello che hanno fatto a Federico nessuno può dimenticarlo. Era un ragazzo d’ oro e lottava per il bene degli altri. Ricordo che una settimana prima che venisse ucciso ebbi occasione di parlare con mio fratello. Mi raccontò delle minacce. Gli chiesi di lasciare tutto e andare via. ‘Vattene in Venezuela. Ti aiutiamo economicamente per partire e arrivare lì, ma in quel luogo ci sono tante opportunità per ricominciare’. Mi rispose: ‘Non posso farlo perché non avrei più la forza di guardare in faccia le persone che hanno creduto in me’. Fu l’ultima volta che lo vidi. Ricordo che mi chiamò uno dei miei fratelli a telefono: ‘Dobbiamo andare a Casal di Principe. E’ successo qualcosa a Federico’. Dei vicini non c’era nessuno. Il vuoto intorno a noi della famiglia. Come se fossimo degli appestati. Sentivo il freddo che mi entrava nelle ossa. Mi sentii male. Nemmeno una sedia per sedersi, nemmeno una tazza di caffè, come si usa in queste occasioni. Niente. Sono cose che non si dimenticano anche se passa il tempo”. (cfr La Bestia di Raffaele Sardo) Al suo funerale c’erano pochissime persone e anche negli anni successivi, sono state poche le iniziative per ricordare Federico Del Prete, nonostante gli sia stata assegnata la medaglia d’oro al valor civile. E’ stato quasi dimenticato se si eccettua l’intitolazione di qualche strada, di un’area mercatale e di un’associazione antiracket. Queste due ultime cose, tra l’altro, nell’area casertana e non a Frattamaggiore dove gli è stata dedicata la strada che conduce al mercatino rionale. “Federico Del Prete, premiato con la medaglia d’oro al valor civile però non viene commemorato a Frattamaggiore e la strada fu intitolata a lui non per merito della politica frattese, ma questa deliberazione fu per merito della Commissione prefettizia nel periodo che ha gestito il comune di Frattamaggiore a causa dello scioglimento del Consiglio comunale per condizionamento

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PRIMO PIANO

camorristico” ha detto il nipote, Salvatore. Federico Del Prete operava in un settore particolarmente delicato, in cui attraverso i suoi iscritti e attraverso la sua attività di denuncia, come numerosi esposti da lui firmati lo dimostrano, hanno evidenziato l’enorme malaffare diffuso nei comuni di Casal di Principe, Capua, San Marcellino, Mondragone, Villa Literno, nel casertano, e nelle zone di Frattamaggiore, San Giovanni a Teduccio, Acerra, nel napoletano, tutte zone ad alto rischio criminale. Svolse la sua attività con particolare attivismo tanto da aver denunciato dapprima gli abusi e le irregolarità amministrative riscontrate nel corso delle fiere settimanali fino a spingersi a far luce sulle estorsioni di cui erano sistematicamente vittime i venditori ambulanti. A distanza di 17 anni, sono sempre poche le commemorazioni istituzionali a lui dedicate e, al momento di andare in stampa, non ne sono previste quest’anno. Tante le realtà associative che ricordano il sacrificio di Federico, invece, portandolo a conoscenza e coscienza delle generazioni future, come avverrà a Frattamaggiore il prossimo 19 Febbraio nella sede di Sottoterra Movimento Antimafie, dove i volontari insieme con gli studenti dell’Isis Gaetano Filangieri di Frattamaggiore, nell’ambito del progetto Scuola e Volontariato del CSV Napoli, realizzeranno buste ecosolidali nel ricordo di Federico del Prete, utilizzate poi per una raccolta alimentare sul territorio da donare a persone in difficoltà segnalate dalla Caritas.


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CRONACA

Fiaccolata silenziosa per le strade di Cardito

Il ricordo di Giuseppe U

na fiaccolata silenziosa, senza canti, frasi e ritornelli vani. E’ stata così la fiaccolata organizzata dal Comune di Cardito per il piccolo Giuseppe, il bambino di sette anni massacrato di botte dal compagno della madre insieme alla sorellina di otto anni e davanti agli occhi della sorellina di quattro. Un lungo corteo è partito dal centro di Carditello, dopo la messa celebrata nella Chiesa di Sant’Antonio e Santa Eufemia. Scolaresche con decine di bambini coetanei del piccolo Giuseppe insieme a insegnanti e genitori dietro striscioni con la scritta ‘Giù le mani dai bambini’ hanno

Dietro il gonfalone del Comune c’erano il sindaco, Giuseppe Cirillo, e molti amministratori ed ex amministratori, anche dai comuni vicini, tra cui l’ex sindaco di Crispano, Carlo Esposito. Presente anche il sottosegretario Vincenzo Spadafora che ha detto: “Ho sentito forte l’affetto della comunità di Cardito, che ha camminato, in silenzio, in segno di rispetto per quanto accaduto”. Nel rispetto di quel silenzio, dobbiamo fare tutti, concretamente, la nostra parte, affinché episodi del genere non si ripetano più. Tante le troupe e i giornalisti delle televisioni sia nazionali che locali per raccontare questa presa di posizione e condanna, anche se tardiva, contro la violenza sui minori. Dalla piazza antistante la chiesa della frazione Carditello si è proseguito per via Belvedere fino al cimitero per poi andare in direzione del centro di Cardito. Poco prima di piazza Garibaldi si è girato per via Marconi passando vicino alla casa dove abitava Giuseppe con quella che doveva essere la sua famiglia. Centinaia di fiori e luminii con orsacchiotti e peluche continuano ad accatastarsi in questi giorni grazie a quanti hanno voluto portare il loro saluto “a un bambino che definire ‘angelo innocente’ è poco” come ha detto una delle signore che abita a pochi passi dalla casa del piccolo Giuseppe. Il corteo che aumentava di numero man mano che si prose-

attraversato le strade di Carditello fino ad arrivare poi a quelle di Cardito. Centinaia le fiaccole e i palloni bianchi che sventolavano al cielo in segno di quell’innocenza perduta per sempre e per ribadire che la violenza sui minori è un grave atto da condannare sempre, anche quando non arriva a tragedie come quella che ha sconvolto Cardito e l’Italia intera una ventina di giorni fa.

guiva ha poi percorso via Cesare Battisti fino a piazza Garibaldi per dare l’ultimo saluto alla piccola vittima nella chiesa di San Biagio che, nonostante la concomitante festa patronale, quest’anno ha celebrato il Santo protettore in forma minore e nel segno della semplicità per rispetto a questo dramma che ha colpito tutte la comunità non solo di Cardito ma di tutti i comuni vicini a cominciare da Crispano dove il bambino

di Antonio Trillicoso IN BREVE

Centinaia di persone hanno voluto testimoniare il loro sgomento per la morte del bambino, ma stonavano le porte chiuse al passaggio del corteo pieno di alunni delle scuole carditesi e crispanese


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CRONACA frequentava la scuola. Scuola che ha dato il suo segno con manifesti a lutto e allestendo l’esterno con decine di palloncini bianchi. Il parroco di san Biagio, don Nicola Mazzella, prima e il primo cittadino di Cardito dopo, visibilmente commossi, hanno espresso tutto il loro dolore interpretando e manifestando quello delle comunità locali. La morte violenta del piccolo Giuseppe ha colpito davvero tutti per le modalità in cui è avvenuta. Grande la rabbia verso Tony Essobti, compagno dalla madre di Giuseppe che con violenza inaudita lo ha colpito ripetutamente la corpo e alla testa provocandogli ferite interne da farlo morire come alla sorellina di otto anni che ricoverata all’ospedale di Napoli Santobono ha descritto tutto. Ma soprattutto lo sdegno popolare era diretto verso la madre del piccolo che non ha reagito per difendere il figlio ‘carne della sua carne, sangue del suo sangue’, ha sottolineato una donna che con le lacrime agli occhi ha partecipato alla fiaccolata per le strade di Carditello e Cardito. “Mi sarei fatta uccidere per difendere mio figlio” ha sottolineato con rabbia una insegnante che accompagnava i suoi alunni alla fiaccolata che hanno portato disegni, fiori e cartelloni per il loro coetaneo. La nota stonata sono state le porte e le finestre chiuse delle case lungo il tragitto della fiaccolata come pure l’assenza dai balconi di persone che anche in silenzio ci si aspettava che avrebbero partecipato. “Davvero sconcertante – ha detto un rappresentante di una delle tante associazioni che ha partecipato alla fiaccolata – nemmeno nelle manifestazioni contro la camorra si nota tanto distacco. Eppure in quelle occasioni si capirebbe in quanto il manifestare significa prendere posizione. Eppure qui è una manifestazione per partecipare al dolore per la morte di un bambino innocente”.


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POLITICA

Verso le comunali di Crispano

AAA Cercasi Cinque Stelle A

chi non è mai capitato? Puoi essere ordinato quanto vuoi, ma ogni volta che riponi IN BREVE oggetti in uno scantinato ti ritrovi la volta successiva, puntualmente, a dover cercare qualche pezzo mancante. Deve essere accaduta la stessa cosa agli esponenti del Movimento 5 stelle crispanese. Nell’entusiasmo degli inizi, il kit del perfetto attivista ce l’avevano sempre a portata di mano: gazebo, cassa, microfono e bandiera de “Gli amici di Bebbe Grillo”, pronti a strombazzare contro tutto e tutti, a dichiarare questo e il suo contrario. E poco importava se la piazza reale era sostanzialmente vuota, ciò che contava davvero, come Casaleggio srl insegna, erano i numeri di visualizzazione delle dirette sulla piazza virtuale. Forse anche in questo modo hanno ottenuto il riconoscimento di Vincenzo Spadafora, allora candidato alle elezioni del 4 marzo 2018, che, da ottimo animale politico, li ha utilizzati a costo zero per la sua vincente propaganda. I pentastellati crispanesi si sono accontentati dell’offerta – per una loro attivista - di vivere un bimestre da “assistente parlamentare” e – per gli altri - di crogiolarsi nell’idillio di aver finalmente sbarcato il lunario del Governo centrale. Da quel momento, il nulla più assoluto. Nel deserto crispanese, vissuto dagli stessi come un campo di battaglia sullo stile dell’antico Metal Slug e amministrato dai Commissari prefettizi, i grillini locali sembrano aver dismesso gli abiti degli indefessi rivoluzionari. È stato rinvenuto qualche debole segnale di vita residuale solo quando la parlamentare frattese, Conny Giordano, ha fatto giungere la personale benedizione per le candidature dei pentastellati, proprio in vista delle amministrative a Crispano. Solo qualche giorno prima, il 5 novembre 2018, era stato condiviso con il popolo social l’inizio della stesura del programma elettorale: “Sarà una settimana importante per il Movimento Crispano, e per il #ProgrammaDelRilancio che ci apprestiamo a scrivere” – si legge nel post – “Incontreremo esponenti regionali che ci coadiuveranno costantemente in questa fase. Intanto, un gruppo di attivisti è a lavoro per individuare quali fondi Europei possono essere intercettati per gli investimenti da fare nel nostro paese”. Sarà che gli esponenti regionali avranno avuto l’agenda piena o che forse i fondi europei da intercettare abbiano

di Rocco Pezzullo

Gli attivisti del Movimento fondato da Beppe Grillo sembrano scomparsi dalla scena politica a poche settimane dalle elezioni nelle quali volevano essere protagonisti

incontrato difficoltà nell’oltrepassare il famoso “tunnel del Brennero”, ma di questo lavoro non si è più avuta notizia. Oppure, molto più semplicemente, si sta attendendo il placet di Vincenzo Spadafora e del consigliere regionale Tommaso Malerba alla proposta di candidato a Sindaco per la compagine crispanese. Al momento la scelta è tra gli attivisti Filippo Castaldo e, forte della breve esperienza nei palazzi romani al seguito del sottosegretario originario di Cardito, Vincenza Gervasio. Un silenzio alquanto strano per dei giovani nati con la voglia di cambiare il Mondo e il bisogno di condividere ogni piccolo passo compiuto. Un immobilismo che ci spinge a rileggere il percorso del MoVimento Crispano come l’ennesima azione disorganizzata di una comitiva che si è divertita a fare politica, non senza lasciare strascichi negativi sul territorio, e per i quali il gioco è stato bello finché è durato e che adesso avverte il bisogno di affidarsi completamente nelle mani dei big di partito. Chiunque avesse notizie, ce le faccia pervenire il prima possibile. Non vorremmo incorrere, fin da ora, nell’errore di dare conclusione affrettate e pensare che anche gli onesti grillini si siano lasciati affascinare dal luccichio di poltrone prestigiose. Ancora una volta, come già altri nel recente passato hanno cercato di fare, Crispano e i crispanesi rischiano di essere trattati quale trampolino di (ri)lancio, per il raggiungimento di obiettivi e successi personali, accettando di scendere a compromessi e assumere quella stessa logica, spesso criticata, che da anni governa le dinamiche delle sedi di partito locali. Possiamo solo sperare, dunque, che gli amici di Beppe Grillo ritrovino il pezzo mancante del gazebo smarrito, tornino in piazza ed inizino seriamente ad avanzare proposte concrete per il territorio. Abbandonare le piattaforme social e passare dalla condivisione di selfie alla costruzione di un reale dibattito “face to face”, può essere un primo passo. Crispano può davvero cambiare, ma non servirà di certo condividere l’ennesimo post lanciato nella mischia della rete per attirare attenzione, like e consenso. La politica, nonostante tutto, è sempre stata altrove. Per quanto riguarda gli altri schieramenti, si è in attesa dell’ennesima sentenza sulla candidabilità dell’ex sindaco, Antonio Barra, e i nomi che circolano sono sempre gli stessi che si ripetono ormai da una ventina di anni a cominciare da quelli di Carlo Esposito e Cennamo.


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Il Comune di Afragola continua a cercare una soluzione

CRONACA

Ancora nubi sulla Masseria Ferraioli

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onostante le rassicurazioni, la questione della Masseria Ferraioli resta senza una soluzione. La riunione tra i dirigenti del Comune di Afragola non ha avuto l’esito sperato e continua a esserci incertezza sul futuro del bene confiscato che non poteva essere assegnato in quanto sequestrato in gran parte. Il problema è che, anche se si ottiene il dissequestro, cosa abbastanza semplice, sarebbe poi necessario trovare un modo per non rendere nulla l’assegnazione. Per trovare una soluzione, è previsto anche un Consiglio comunale monotematico, ma, al momento, l’ipotesi è di non aprirlo alla città e, in modo particolare, a chi sta facendo rivivere il bene confiscato. Tra questi ultimi, tra l’altro, gli ortolani, coloro che si sono visti assegnare gli orti sociali, hanno deciso di riunirsi in Comitato per difendere meglio le loro ragioni. Tra l’altro, vista la situazione e l’impossibilità ad accedere con regolarità ai campi, gli orti stanno subendo notevoli danni, come hanno denunciato diversi assegnatari. E, cosa ancora più grave, ci sarebbero stati anche tentativi di intimidazione, come denunciato dai gestori della Masseria: “Ormai era da tantis-

terrogazione -, 12 ettari di terreni sottratti ai clan vent’anni fa, e che da due anni sono diventati un presidio di legalità per tutto il territorio. La Masseria è stata affidata a una rete di cooperative, associazioni e organizzazioni; in questi anni, grazie all’attività di tutti i soggetti coinvolti, sono stati salvati dall’incuria 2.000 alberi di pesco; sono nati 120 orti urbani, affidati gratuitamente a 120 famiglie di Afragola ed è nata una start-up formata da donne, che si occuperà di commercializzare i prodotti della Masseria”. “Chiediamo al Ministro – scrivono Rostan e Fassina – di attivarsi per una soluzione. La Masseria è un presidio di legalità e un

IN BREVE

La vicenda arriva anche in Parlamento con un’interrogazione di Rostan e Fassina, mentre i gestori denunciano atti di intimidazione e danni agli orti sociali

esempio di buona gestione dei beni confiscati, importantissimo per la città di Afragola e tutto il suo circondario. Non possiamo vanificare quel lavoro per fatti burocratici che si possono risolvere con un po’ di buona volontà e cooperazione istituzionale”.

simo tempo che non succedeva: la camorra aveva capito che qui era stata sconfitta. Ma invece adesso sta rialzando la testa: nell’ultima settimana abbiamo avuto un lucchetto tagliato con il flex e numerosi ortolani sono stati minacciati e cacciati via dalla parte non sequestrata della Masseria, da figuri che ben conosciamo e che hanno affermato di aver ricevuto “ordini dall’alto”. Ecco gli effetti delle scelte del Comune di Afragola: la camorra sta prendendo coraggio e sta rialzando la testa, e ci troviamo a doverla fronteggiare ancora una volta, quando pensavamo che ormai qui si stesse scrivendo definitivamente una storia nuova. Ma purtroppo non è così, se c’è ancora qualcuno che chiama questo posto col suo vecchio nome, offendendo la memoria di Antonio Esposito Ferraioli, vittima innocente di camorra, oltre che l’impegno di centinaia di attivisti che in questi anni contro la camorra ci hanno messo il corpo e il tempo. Ma mentre qui si scrive una storia nuova, qualcuno trama nell’ombra per far tornare la camorra e i tempi bui... Un ringraziamento è dovuto alle Forze dell’Ordine, che ci stanno dando un supporto enorme, insieme ad alcuni parlamentari, a molti esponenti del mondo istituzionale che ci stanno sostenendo e supportando. Però dall’altra parte c’è un silenzio che fa male: quello del Comune di Afragola. Anche dopo le ultime minacce e i danneggiamenti, nemmeno una parola di solidarietà, nessuno si è fatto vivo per manifestare la propria vicinanza né per risolvere rapidamente i problemi burocratici che stanno fermando la Masseria. E ci chiediamo perché: qui c’è una comunità che lotta contro la camorra, se il Comune non sta con noi, allora da che parte sta? Noi però non molliamo: alla Masseria la primavera è arrivata due anni fa, non saranno quattro politicanti, un lucchetto tagliato né questo temporale passeggero a fermarla”. La questione della Masseria Ferraioli è pronta ad arrivare anche in Parlamento grazie a una interrogazione al Ministro dell’interno presentata dai deputati di Liberi e Uguali, Stefano Fassina e Michela Rostan. “La Masseria Antonio Esposito Ferraioli è il bene confiscato più grande dell’area metropolitana di Napoli – si legge nell’in-

Ultim’ora Dissequestrate le aree della Masseria

Mentre andiamo in stampa arriva una notizia che potrebbe cambiare le sorti della Masseria Ferraioli. L’Amministrazione comunale, con un comunicato stampa, infatti ha reso noto che “il Tribunale di Napoli Nord ha disposto il dissequestro dell’Area “ex Masseria Magliulo” così come richiesto dal Comune di Afragola”. Nel comunicato inoltre si precisa che “i competenti uffici comunali provvederanno a porre in essere le attività propedeutiche alla riconsegna del bene all’associazione assegnataria”. Da verificare ora se tutto procederà senza intoppi e se il bene confiscato tornerà nuovamente alle associazioni che lo gestiscono da oltre un anno. Così come sarebbero da accertare le responsabilità per questo ‘pasticcio’ che si sarebbe potuto evitare.


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POLITICA

Scontro politico tra M5s e Lega

Cinque stelle contro Bussetti e Pina Castiello

IN BREVE

Il Ministro dell’istruzione, alla presenza della Sottosegretaria, ha invitato i meridionali a impegnarsi di più scatenando la reazione della parlamentare frattese Connie Giordano: “Portino rispetto per chi si impegna da sempre e gli permette di stare al Governo”. Dura anche la replica di Di Maio, più soft quella di Iolanda Di Stasio

E

’ diventata un caso politico la visita del ministro della pubblica istruzione, Marco Bussetti, in due scuole di Afragola e Caivano. Rispondendo a una domanda nel corso di un’intervista a NanoTv, infatti, il responsabile del dicastero dell’Istruzione ha detto che “alle scuole del Sud non servono nuovi fondi, ma un maggiore impegno da parte dei meridionali che devono impegnarsi di più. Lavoro, impegno e sacrificio ci vuole, questo ci vuole”. Parole che hanno scatenato un putiferio e una polemica politica. E anche molti alleati di Governo sono intervenuti per condannare quelle frasi che facevano trasparire un’idea poco

edificante dei professori e di quanti lavorano nella scuola del Sud. Lo stesso vice presidente del Consiglio e leader politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha sentito la necessità di intervenire pubblicamente dicendo: “Se un Ministro dice una fesseria sulla scuola, chiede scusa. Punto. Venire in una delle aree più in difficoltà d’Italia a dire usando il “voi” - che per ridurre il gap nelle scuole del sud “vi dovete impegnare di più” farebbe girare le scatole anche ad un asceta. Figurarsi gli insegnanti!” ha detto Di Maio aggiungendo poi: “Caro Marco, siamo

noi al Governo che evidentemente dobbiamo impegnarci sempre di più. Soprattutto sulla scuola, che richiede interventi storici per le condizioni veramente indegne in cui versano tante strutture. Ci sono genitori preoccupatissimi per lo stato degli edifici scolastici e ci sono studenti che fanno lezione in condizioni imbarazzanti. Siamo noi che dobbiamo fare di più e ogni cosa che faremo non sarà mai abbastanza”. “Il personale della scuola fa un lavoro eccezionale da Nord a Sud. I docenti del Sud, realtà che conosco bene, lavorano con il massimo impegno e fanno sacrifici da anni. Allo stesso tempo i fondi invece sono mancati. In nome dell’austerità hanno prevalso i tagli agli investimenti anche nell’istruzione e nella formazione dei nostri ragazzi. Questo Governo si è impegnato a invertire questa tendenza, costi quel che costi. Ed è arrivato il momento di far parlare i fatti” ha aggiunto elencando poi alcuni provvedimenti da adottare: “Bisogna iniziare a eliminare le “classi pollaio”, quelle dove alunni e insegnanti sono costretti a fare lezione in 30 - a volte anche di più - in un’aula, una piaga in particolare del sud. Questo è un modo anche per valorizzare le competenze degli insegnanti, oltre a fare stare meglio i ragazzi. Ed è solo il primo dei disegni di legge che dobbiamo portare a casa nei prossimi mesi. I miliardi di euro che abbiamo stanziato nel 2019 per l’edilizia scolastica devono essere solo l’inizio. I fondi per nuovi laboratori devono almeno raddoppiare. Quindi impegniamoci di più come Governo”. “Tutto il Governo e tutto il Parlamento hanno solo da imparare da insegnanti, alunni, famiglie e tutto il mondo della scuola per come hanno resistito in questi anni a tutti i tagli e a tutti gli attacchi che hanno subito da parte dei vecchi Governi. Ci sono insegnanti che si svegliano alle 5 del mattino per preparare la lezione, per studiare e aggiornarsi, per conciliare i tempi del lavoro con quelli per la famiglia” ha poi concluso Di Maio dicendo: “Loro sì che hanno diritto di dirci “impegnatevi di più”. Noi no!”. Dagli altri esponenti di Governo dell’area a Nord di Napoli non ci sono state reazioni. E la stessa sottosegretaria Pina Castiello che, nel video, annuisce alle parole del Ministro dando l’idea di condividerle, solo dopo che era scoppiata la polemica, ha fatto sentire la sua voce, dicendo: “La visita del Ministro Bussetti ad Afragola e Caivano è stata un grande successo. Al Sud ci sono notevoli eccellenze anche nel comparto scolastico: vanno valorizzate, esattamente come si è augurato il ministro. Chi in queste ore sta montando polemiche piccine, non ha proprio di meglio da fare. Stiano tranquilli i nostri detrattori: i fondi ci sono e arriveranno”. Non la pensano così invece le due Parlamentari dei Cinque Stelle che sono intervenute sulla questione, anche se con toni diversi. L’afragolese Iolanda De Stasio non ha contestato in toto le parole del Ministro e ha tentato una sorta di difesa d’ufficio, pur non nascondendo il disagio di fronte a quelle affermazioni: “Permettetemi di chiarire le parole del Ministro dell’Istruzione, oggi in visita in una scuola di Afragola. Personalmente, il mio percorso di studi è partito proprio dalla scuola Mozzillo: una vera eccellenza della città di Afragola. Non mancarono occasioni di partecipazione, come i giochi matematici ai quali partecipai con altri compagni di classe in sfida con scuole di tutta Italia. Ebbene, proprio in mancanza di quei fondi molti di noi non poterono accedere ai successivi, non poterono partecipare, perché la scuola non disponeva di abbastanza risorse. Al Sud occorre impegno, questo nessuno lo nega, occorre anche valutare lo stato strutturale delle nostre scuole,


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consentire agli alunni di inseguire i propri sogni e disporre di ogni strumento che consenta studi appropriati di alcune materie: abbiamo laboratori praticamente inesistenti! L’ impegno deve essere collettivo e non qualcosa da demandare ai soli studenti o alle loro scuole. Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un anno della cultura dei nostri giovani. Bisogna investire e controllare quegli investimenti e sono fiduciosa che il Ministro lavorerà proprio su quelli”. Ben più dura la reazione della frattese Connie Giordano: “Caro ministro Bussetti, mi permetto di darle un consiglio spassionato: quando viene in visita istituzionale al Sud, nei miei territori, porti rispetto. Porti rispetto alle migliaia di persone che quotidianamente si fanno in quattro per mandare avanti la propria famiglia, tra mille sacrifici e nessun diritto. Porti rispetto alle migliaia di ragazzi che sono costretti ad abbandonare casa e amici, per lavorare. Così come prima di loro hanno fatto le generazioni passate, che al Nord hanno dato sangue e sudore, generando ricchezza e prosperità. Porti rispetto alle migliaia di insegnanti che vanno a scuola ogni giorno per dare ai nostri ragazzi la speranza

POLITICA

di un futuro migliore. Un futuro diverso da un presente che li vede chiusi a fare lezione in scuole fatiscenti, che aspettano da decenni di essere messe in sicurezza. Lavoro, sacrificio e impegno non ci sono mai mancati, caro Ministro. Ci sono mancati fondi, servizi e diritti. Ma siamo certi che lei, come noi, sia intenzionato a cambiare le cose. Quindi, inizi lei a lavorare di più, con sacrificio ed impegno. Perché, caro Bussetti, è grazie alle persone a cui lei ha risposto in maniera così sprezzante, che un professore di educazione fisica adesso è Ministro dell’Istruzione. È grazie a quei voti, a quella voglia di riscatto, se lei ora può concedersi il lusso di venire, insieme a una accondiscendente sottosegretaria, a fare le passerelle nei nostri territori. Quindi la prossima volta che viene qui, lo faccia con spirito costruttivo, magari impegnando maggiori fondi per il nostro territorio, ringrazi e porti rispetto”. Molte altre le reazioni, ma il ministro Bussetti nella sua replica ha sostanzialmente difeso se stesso dicendo che quelle parole che avevano fatto discutere facevano parte di un discorso più ampio.

La minaccia dei fujenti di Afragola:

“Diremo quali Consiglieri comunali hanno pagato per essere eletti”

S

i avvicinano i giorni dedicati alle celebrazioni in onore della Madonna dell’Arco e ci si avvicina anche al periodo in cui i fujenti invaderanno le strade dell’area a Nord di Napoli mescolando sacro e profano in un mix non sempre ben accetto da chi vive in questi territori. Non sono mancate, negli anni scorsi, le polemiche per il caos creato da quanti occupano le strade con le loro ‘esibizioni’ musicali e per il passaggio di tir pieni all’inverosimile di casse acustiche degne dei concerti rock. E non sono mai mancate neanche le voci di ‘pressioni’ verso le Istituzioni da parte delle ‘paranze’, i gruppi dei fujenti e, a quanto pare, non mancheranno neanche quest’anno. Nei giorni scorsi, in particolare, è spuntato fuori un post su facebook a firma di Vincenzo Lanzano (nella foto a lato), uno degli organizzatori delle sfilate dei fujenti afragolesi, in cui si leggeva: “Un saluto particolare al sindaco Mimmo Tuccillo che il 2018 dal Comune di afragola ha versato un contributo per la festa dei fujenti....2019 in carica il sindaco Claudio Grillo afragolese verace riceviamo delle brutte risposte riguardo alla festa....voglio ricordare a qualche Consigliere in carica che non si dimentica che sta al Comune grazie al pagamento dei voti in cambio....noi non siamo abituati a fare le denunce...ma se vi mettete contro io in primis e mezza Afragola state sicuri mi seguirà..........p.s....da non dimenticare che io so sempre tutto..... e da ricordare che anche il sindaco Enzo Nespoli la fece solo lui a piazza Municipio blindato da Carabinieri e Polizia con tutti sul palco che aspettavano squadre che li onoravano...peccato che rimasero desolati fino alla sera per nessuna squadra andò.....a giorni organizziamo uno sciopero pacifico per le strade di Afrago-

la con tutto il materiale della Madonna dell’arco.... io sarò a capo come lo sono sempre stato”. Una vera e propria ‘dichiarazione di guerra’ all’Amministrazione comunale con tanto di accuse di compravendita di voti che è passata inosservata nel dibattito politico afragolese, almeno ufficialmente, fino a quando sulla questione è intervenuto l’ex consigliere comunale Giuseppe Cerbone: “Il “capo” dei fujenti afragolesi, che fu acceso sostenitore in campagna elettorale dell’attuale Amministrazione, fa dietrofront, ringrazia Tuccillo per i fondi concessi all’organizzazione della festa negli anni passati e senza troppi veli minaccia di rendere noti i movimenti di mazzette e l’acquisto di pacchet-

ti di voti da parte di Consiglieri non meglio precisati ma chiaramente afferenti all’attuale maggioranza di governo”. “Diverse voci interne alla coalizione del sindaco Grillo nei mesi scorsi e ancora oggi parlano di voto di scambio e con, una fantasiosa allegoria gastronomica, di abbuffate e spartenze di torte. Le voci si moltiplicano -presumibilmente- man mano che vengono disattese le promesse elettorali” ha aggiunto sottolineando che “il livello di scontro interno è senza precedenti, e ogni settimana che passa l’immobilismo amministrativo e la ricattabilità di questa classe politica riportano Afragola agli anni bui dell’era Nespoli, quando la cosa pubblica era un affare privato nelle mani di un soggetto “di notevole spessore criminale”. L’ambiguità regna sovrana, tutto quello che abbiamo denunciato nelle ore del voto sta venendo a galla, il tempo è stato galantuomo”. “Il Sindaco Grillo appare sempre più debole e schiacciato dagli appetiti insaziabili delle fazioni interne, dalle brutte figure in diretta nazionale, dalle proteste della società civile. La città è nel caos totale. Forse è arrivato il momento per il primo cittadino di valutare un atto politico estremo, dimostrare di essere il grande leader che gli afragolesi hanno scelto e scrivere una bella pagina di storia, spazzando via la peggiore classe politica che la città abbia mai avuto. Questo, possibilmente, prima che sia la Magistratura a farlo” ha concluso Cerbone. Le parole usate da Lanzano e Cerbone sono particolarmente dure e ci si aspetta una replica altrettanto forte da parte dell’Amministrazione per scongiurare il campo dall’idea che quel che ha detto il capo paranza dei fujenti sia vero, ossia che alcuni Consiglieri comunali di Afragola abbiano pagato per ottenere i loro voti.


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CRONACA

La Chiesa in campo contro la criminalità organizzata

“Il vero cristiano non ha a che fare con la camorra”

di Valerio Cerbone IN BREVE

Durissime parole del vescovo di Acerra al convegno su Giovani&Legalità a Caivano: “Le Parrocchie devono tenere fuori i camorristi”

N

on si può essere buoni cristiani e disonesti cittadini come i camorristi. Bisogna alzare la voce ed esprimere la propria indignazione perché la rassegnazione e l’indifferenza sono peccati mortali”. Questo il messaggio forte lanciato dal vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, che ha caratterizzato i lavori del sesto convegno Giovani &Legalità che l’associazione Canapa e la parrocchia ‘Santissima Annunziata di Caivano hanno promosso e organizzato nei giorni scorsi per discutere del tema ‘Ridiamo dignità al territorio’. Diventato ormai un appuntamento fisso in prossimità della festa di San Giovanni Bosco, patrono della Gioventù, il convegno Giovani&Legalità cerca di tracciare e di indicare delle linee sui lavorare, discutere e riflettere sul mondo giovanile in un territorio definito difficile qual è quello a Nord della provincia di Napoli e a Sud del-

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la provincia di Caserta. “Due province accumunate dai disastri ambientali come la ‘terra dei fuochi’ o la criminalità imperante, i traffici di droga, l’abbandono scolastico, ma anche da grandi ‘voci’ e ‘realtà’ positive che cercano appunto di ‘ridare dignità ad un territorio’ troppo spesso messo all’indice da sociologia e media che non vanno al fondo delle questioni e delle problematiche vissute realmente su questi territori” ha detto Antonio Trillicoso, vicedirettore di Cogito e promotore della manifestazione socio culturale che si svolge a Caivano. Quest’anno diverse e come sempre autorevoli le ‘voci’ che hanno preso parte al dibattito che come sempre si è svolto nella chiesa dell’Annunziata, struttura religiosa guidata da don Antonio Cimmino, giovane parroco che si è trovato a guidare, fin dal suo arrivo, una realtà molto complicata dal punto di vista socio-culturale. Siamo nel cuore del centro storico dove vivono realtà umane e familiari che definirle diffici-

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li risulta un eufemismo. Ma don Antonio non si è arreso anche grazie all’esperienza di cappellano dei carcerati visto che opera da anni in diversi centri di reclusione della Campania. In questo periodo è impegnato a dare assistenza spirituale ai carcerati del penintenziario di Secondigliano. Forte di questa esperienza sta mettendo in campo diverse azioni socio - pastorali per ridare vitalità ai suoi fedeli e alla sua comunità. “Studiate” è stato l’appello forte e deciso di Carlo Lubrano, del direttivo nazionale dell’Associazione ‘Cittadini contro le Mafie e la Corruzione’. Dopo aver presentato la sua esperienza di cancelliere nella Procura di Napoli, ha ricordato come si stia occupando della promozione della cultura della legalità in un territorio così complicato e strutturato come il nostro. Quasi come un imperativo il suo ‘studiare’ è un invito ai giovani e agli adulti ad approfondire e a riflettere.


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CRONACA CRONACA

Antonio Di Donna

Un intervento appassionato e denso di contenuto quello di Nicola Baldieri, giornalista – fotoreporter che ha sottolineato anche con durezza la realtà in cui viviamo che lui denuncia con i suoi servizi giornalistici e fotografici; e nell’occasione del ‘convegno’ nella parrocchia dell’Annunziata ha denunciato i mali in cui siamo costretti a vivere: “Un territorio devastato dalla corruzione nella politica e dai veleni nelle istituzioni e nei terreni”. Baldieri, che lavora in un bene confiscato dell’area aversana, è stato il primo ha entrare con una troupe nel bunker del superlatitante Zagaria a Casapesenna evidenziando come questi boss vivono sottoterra come animali ma da lì decidono e distruggono i nostri territori. “Dobbiamo darci da fare” è stato l’altro invito accorato di Nicola Baldieri per il quale “è questa l’unica strada da percorrere se vogliamo tentare di salvare il nostro territorio”. Intervento di grande spessore è stato quello del vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, che ha sottolineato: “La Chiesa non è solo messa e sacramenti ma soprattutto luogo di promozione umana e la Parrocchia è un insieme con il territorio che la circonda dove ognuno deve fare la sua parte. Fa strano che i camorristi hanno nelle loro case, nei loro bunker statue della Madonna, di Padre Pio, sono in testa alle processioni e quando non possono andare perché agli arresti domiciliari le fanno passare davanti alle loro case per farsi omaggiare. La religiosità non può andare d’accordo con l’illegalità per questo bisogna combat-

terla. Ecco la parrocchia che è nel territorio che ne fa parte, non è una realtà diversa”. “Famiglia – Scuola – Parrocchia devono camminare insieme per il bene comune – ha sottolineato ancora l’alto prelato acerrano – Bisogna creare una sinergia creare un ‘insieme’. Essere ‘sentinelle del territorio’. L’educazione alla legalità deve entrare nei percorsi ordinari del catechismo delle programmazioni scolastiche nel percorso educativo delle famiglie. Sono temi che devono diventare ‘carne e sangue’ ogni giorno”. Ha concluso i lavori il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, che ha sottolineato l’importanza del “dialogo per dare concretezza alle realtà. Quando nella liturgia eucaristica si dice che Gesù ‘offrendosi liberamente alla sua passione’ è un qualcosa che come cristiani dobbiamo recuperare per rendi partecipi. E’ necessario maturare in questo senso per lottare insieme contro la cultura dell’illecito perché l’illecito crea sottomissione in tutti i campi della nostra vita. L’esempio eclatante è quello del lavoro. Quindi è necessario fare scelte più coraggiose per essere liberi e non condizionati”. Interessante la presenza dei politici locali al convegno tra cui quella di Antonio Angelino, segretario cittadino del partito democratico che ha detto: “Nella situazione in cui ci troviamo nel nostro comune è giunto il momento che affrontiamo le situazioni insieme per sconfiggere il nostro nemico che è l’illegalità. E’ vero che si fa fatica a distinguere il confine, la distanza tra lecito e illecito. Ma insieme possiamo farcela perché solo restando uniti possiamo fare cose positive”.


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CRONACA

Continua la protesta per il ridimensionamento del nosocomio frattese

IN BREVE

“Salviamo l’Ospedale” C

I sindacati chiedono una mobilitazione di Istituzioni e cittadini, il direttore dell’Asl Napoli 2 Nord prova a tranquillizzare, ma, intanto, i tagli a Cardiologia e Chirurgia restano

ontinua a tenere banco il rischio di un ridimensionamento dell’Ospedale di Frattamaggiore che, in base a quanto scritto nel piano sanitario regionale. Nei giorni scorsi a protestare è stata la Cgil che ha inscenato una protesta a ridosso del San Giovanni di Dio nel corso della quale è stato anche stigmatizzato il comportamento del direttore sanitario dell’Ospedale che ha impedito che i rappresentanti sindacali tenessero una conferenza stampa nella sala convegni. “Il declassamento del San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, sancito dal piano ospedaliero, è inaccettabile. Siamo pronti a mobilitarci, assieme ai Sindaci, alle Istituzioni e ai cittadini, contro una decisione che mortifica la dignità dei professionisti impegnati in questo presidio e mette a serio rischio un diritto costituzionale, quello alla salute” hanno detto i rappresentanti della Funzione Pubblica Cgil e della Camera del lavoro metropolitana di Napoli lanciando un appello contro quello che viene considerato un vero e proprio ridimensionamento di un ospedale che attualmente serve una popolazione di quasi 450.000 persone a Nord di Napoli. “Intendiamo - ha detto Giosuè di Maro, segretario Fp Cgil Napoli e Campania - smascherare le ipocrisie e smentire le false notizie che circolano. Crediamo che ci siano responsabilità precise da parte del Commissario alla sanità e del Ministero” “Vogliamo lanciare un grido d’allarme a tutti i Sindaci delle città che fanno riferimento a questo

presidio - ha aggiunto il segretario generale della Fp Cgil Napoli e Campania, Alfredo Garzi - affinché si facciano protagonisti di una iniziativa forte contro la riduzione dell’assistenza sanitaria per la popolazione di questo territorio. Bisognerebbe investire in questo ospedale, piuttosto che depotenziarlo e trasformarlo in un semplice pronto soccorso di base, nonostante ci siano tutte le condizioni per continuare ad avere a Frattamaggiore un Dea, ovvero un Dipartimento di emergenza e accettazione”. “Nel momento in cui ci si trova di fronte ad un abbassamento medio dei livelli di assistenza, come nel caso di questo ospedale, ma come sta accadendo in tante altre parti della città metropolitana, a partire dalla stessa città di Napoli - ha aggiunto il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella - l’operatore si trova ad essere in trincea. Per questo insieme alle altre forze sindacali, insieme alle Istituzioni metteremo in piedi tutto quello che occorre e che sarà necessario in termini di confronto e di mobilitazione”. Bruno De Giacomo, coordinatore aziendale Fp Cgil Asl Napoli 2 Nord ha ricordato che il piano ospedaliero, tra l’altro, trasforma l’Unità operativa complessa Chirurgia ad unità operativa semplice, e di fatto “ridimensiona un reparto esistente da anni e caratterizzato da una elevata attività chirurgica con circa mille interventi annui”. Getta acqua sul fuoco delle polemiche Antonio d’Amore, direttore generale dell’ASL Napoli 2 Nord, ricordando che “a breve saranno attivati i cinque posti letto di terapia intensiva che si attendevano da oltre 20 anni e nei prossimi mesi sostituiremo la vecchia TAC con un’apparecchiatura di nuova generazione. Già oggi, invece, possiamo contare su reparti appena rinnovati quali: la chirurgia, la ginecologia-ostetricia, il Day hospital oncologico e il Pronto soccorso”. “Inoltre, abbiamo un progetto per ampliare ulteriormente l’ospedale. Ho rappresentato questa situazione al presidente della Regione, De Luca; è sua ferma intenzione mantenere il reparto di Cardiologia a Frattamaggiore e confermare l’Unità operativa complessa di Chirurgia generale, confermando così quanto previsto nel Piano ospedaliero regionale presentato a novembre, prima dei tagli imposti dal Ministero”. Resta da capire come sarà possibile eliminare quei tagli visto che sono stati fatti per rientrare nei parametri imposti dal Governo. Se si mantiene l’attuale livello dell’offerta sanitaria a Frattamaggiore è evidente che quei tagli dovranno essere fatti in altre strutture. Quali ospedali saranno disposti a sacrificare reparti per salvare quelli frattesi? Staremo a vedere.


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Trentuno arresti nelle Salicelle di Afragola

CRONACA

Fermato il ‘cavallo di ritorno’ di Antonio Trillicoso

IN BREVE

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na vera e propria banda ‘specializzata’ nel furto di automobili con annessa richiesta del ‘cavallo di ritorno’, con la richiesta di un ‘riscatto’ per riavere l’auto, è stata sgominata dai Carabinieri. Sono trentuno le persone finite in manette nel rione Salicelle di Afragola all’alba di martedì 5 febbraio, quando i Carabinieri del Comando provinciale di Napoli, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione delle misure cautelari nei confronti dei trentuno soggetti, al termine delle indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord, sono intervenuti in massa. L’accusa per i trentuno arrestati è quella, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti, ricettazione, rapina e favoreggiamento. Al vertice di questa banda specializzata nei furti di automobili con successiva richiesta di cavallo di ritorno, stando alle indagini, ci sarebbe una persona già sottoposta agli arresti domiciliari: sarebbe stato lui a coordinare e gestire le attività della banda, addirittura dalle finestre della propria abitazione, visto che non poteva uscire di casa perché stava scontando una condanna per altri

I Carabinieri hanno fermato un’associazione a delinquere guidata da una persona agli arresti domiciliari che decideva quanto pagare per riavere l’auto rubata

reati commessi in passato. Sebbene ai domiciliari, infatti, l’uomo riusciva a mettere in contatto gli estorsori con le vittime, attraverso una fitta rete di conoscenze. Le persone che avevano subito il furto delle proprie automobili venivano così contattate e ricevevano le istruzioni per pagare il ‘cavallo di ritorno’, ovvero una cifra per vedersi restituita la propria vettura. Sarebbe stato poi sempre l’uomo ai domiciliari a fornire alle povere vittime indicazioni su come recuperare le automobili una volta pagata la somma richiesta. Decisive, nell’ambito dell’inchiesta, le intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché le immagini di una telecamera installata proprio dalle forze dell’ordine, che ha consentito di incastrare la banda.


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CRONACA di Antonio Trillicoso IN BREVE

Una rappresentazione teatrale per insegnanti e alunni della scuola Rodari di Pascarola

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Il ricordo della Shoah

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rande intensità e partecipazione per la messa in scena dello spettacolo ‘La dignità calpestata’ nel teatro della scuola ‘Rodari’ nella frazione Pascarola nei giorni scorsi per ricordare la Shoah. Lo spettacolo, scritto e interpretato da Antonio Vitale, ispirato alla testimonianza di Primo Levi raccontata nel libro ‘Se questo è un uomo’, ha catalizzato l’attenzione di

tutti gli studenti della scuola che letteralmente in religioso silenzio hanno assistito e partecipato emotivamente alla rappresentazione teatrale. Uno spettacolo denso di emozioni e di contrastanti emozioni perché è riuscito a coinvolgere tutti i presenti: alunni e insegnanti della scuola che è un plesso dell’Istituto comprensivo ‘Cilea – Mameli – Rodari’ guidato dalla dirigente Rosaria Peluso, preside molto attenta a queste tematiche che promuove e organizza molte manifestazioni su tematiche sociali e storiche. Nella piece teatrale si intrecciano storie di uomini, donne e bambini che hanno vissuto l’orrore dei campi di concentramento. Orrore che ha segnato le loro vite per sempre. Esseri umani che hanno visto la loro dignità calpestata ripetutamente nei lager. “Da ciò parte questo spettacolo che vuole invitare i ragazzi in particolare – ha detto lo stesso Antonio Vitale, autore e attore – a riflettere su

un argomento quale la Shoah affinché non si perda la memoria di ciò che è stato l’inferno dei lager e pertanto prendere reale coscienza che certi errori fatti dall’uomo non si debbano per nessun motivo al mondo mai più ripetere nel corso della storia”. Sulla scena oltre ad Antonio Vitale anche le attrici Roberta Frascati e Santa Verde, con le musiche dal vivo del maestro Gigi Nigro. Interessante anche il dibattito dopo la rappresentazione che ne è scaturito tra gli attori ancora in scena con gli alunni che gli insegnanti presenti nel teatro. A dimostrazione che lo spettacolo è stato seguito ed è riuscito a far compenetrare tutti. Antonio Vitale, attore e autore di molti spettacoli che da anni calca le scene è molto apprezzato perché porta avanti un suo particolare messaggio teatrale sia nelle modalità interpretative che propositive. Questo fa di lui un ‘teatrante’ nel senso buono del termine di razza.


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CRONACA’

Medaglia d’onore a un frattese internato nel corso della seconda guerra mondiale

I

l 28 gennaio nel Palazzo di Governo in piazza Plebiscito, il Prefetto di Napoli, Carmela Pagano, ha consegnato le medaglie d’onore alla memoria ai familiari di due cittadini della provincia di Napoli, internati in Germania dal 1943 al 1945. Sono stati insigniti delle medaglie Raffaele Capasso, militare dell’Esercito Italiano internato in Germania dal 9 settembre 1943 all’ 8.maggio 1945 e Michele Spinelli, militare della Marina imbarcato su una nave ospedaliera militare che fu catturato a Cefalonia l’11 settembre 1943 e deceduto in un campo di

concentramento a Meppen Emsland il 9 aprile 1945. Il frattese caporalmaggiore Raffaele Capasso era impiegato con il suo Reparto sul fronte greco/albanese e fu catturato a Tirana l’8 settembre del 1943 e internato in un campo di concentramento della Germania settentrionale. La speciale benemerenza è prevista dalla legge 296 del 27 dicembre 2006, per rendere onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Alla cerimonia hanno partecipato, oltre ai parenti degli insigniti, il sindaco della Città Metropolitana, Luigi de Magistris, i sindaci dei comuni di origine, Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, e Monte di Procida, Giuseppe Pugliese, il comandante del Comando Forze Operative Sud, generale di corpo d’armata, Rosario Castellano, il comandante logistico della Marina Militare, ammiraglio di squadra

Edoardo Serra, presidente dell’Anei (Associazione nazionale ex internati italiani) Raffaele Arcella, e il vice presidente della Comunità ebraica, Pierluigi Campagnano. Le medaglie d’onore, coniate dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato sono inviate alle Prefetture competenti per territorio per la relativa consegna e le cerimonie sono organizzate in sede locale il giorno 27 gennaio di ogni anno, in occasione della commemorazione della “Giornata della Memoria”, mentre nello stesso giorno, al Palazzo del Quirinale, si svolge una celebrazione a livello nazionale. “La bellezza dei giovanissimi nipoti e delle ultime generazioni qui alla consegna delle medaglie dei loro familiari è un segnale importante affinchè non si perda la memoria” ha detto il prefetto Pagano consegnando le onorificenze. Visibilmente emozionato anche il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete: “Mi ha molto colpito ascoltare la storia di Raffaele Capasso attraverso la voce del figlio. Militare dell’esercito italiano, fu internato in Germania dal ‘43 al ‘45, ma riuscì fortunatamente a tornare in Italia e a raccontare la sua esperienza. Il suo dolore. La consegna della medaglia d’onore da parte del prefetto Carmela Pagano al nostro concittadino è stata per me un momento

di Angelica Argentiere

molto emozionante e ripaga moralmente Raffaele e la sua famiglia per il sacrificio patito. Come ho avuto modo di ribadire anche durante la cerimonia, è dovere delle Istituzioni trasmettere testimonianze come questa alle nuove generazioni affinché i ricordi non restino tali ma scuotano le coscienze e possano poi diventare azioni positive. Perché atrocità come quelle accadute durante la Seconda guerra mondiale non tornino a ripetersi mai più. Condividiamo con tutti questo straordinario e importante riconoscimento a un Cittadino Frattese che ci onora e ci rende fieri!” Studio Posturologia Chinesiologia Neuropsicometricità Ortopedagogia Integrata Logopedia Psicoterapia


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RELIGIONE

Appuntamento religioso nella Basilica antoniana

Le Reliquie di Sant’Antonio ad Afragola

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ggi, sabato 16 febbraio, e domani, domenica 17 febbraio, la Basilica di Sant’Antonio di Afragola ospiterà le Reliquie del Santo portoghese. L’iniziativa rientra nel programma messo a punto dalla Provincia italiana Sant’Antonio di Padova dei Frati minori conventuali con la Provincia napoletana del Sacratissimo Cuore di Gesù dei Frati Minori che hanno organizzato, dall’8 al 17 febbraio, la visita delle Reliquie di Sant’Antonio di Padova nelle province campane di Napoli e Caserta. La Reliquia “ex massa corporis”, conservata in un busto dorato del peso di circa 18 kg, è stata estratta dalla tomba del Santo nel corso della ricognizione dei resti fatta nel 1981. Dopo le tappe di Teano e Ischia, altre due città dove è forte il culto per Sant’Antonio, la Reliquia arriva oggi ad Afragola, dove già è conservata una Reliquia del Santo che i Frati di Padova, nel 1995, donarono all’allora Santuario una reliquia di circa 6 cm, conservata in un busto bronzeo di Dome-

nico Sepe. Un riconoscimento, il regalo di quella Reliquia, per la grande devozione verso il Santo. Ad Afragola, così come annunciato dai Frati, il Busto Reliquiario proveniente da Padova arriverà insieme alla Reliquia di San Francesco d’Assisi. L’accoglienza è prevista per le ore 17 di sabato 16 febbraio presso la Cappella di San Giuseppe al corso Garibaldi da dove partirà la processione verso la Basilica. Alle 19 si terrà la solenne Concelebrazione eucaristica e, subito dopo, una veglia di preghiera con i giovani. Domenica 17 febbraio si terranno le Celebrazioni eucaristiche secondo i consueti orari dei giorni festivi, alle 7.30, 9, 10.30 con affidamento dei bambini e 12 con la recita della Supplica). Alle 19.00 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Padre Marco Tasca, ministro generale dei Frati Minori Convenutali e concelebrata da Padre Carlo Maria D’Amodio. Durante la celebrazione il sindaco Claudio Grillo affiderà la città al Santo.


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CRONACA

N

Il ricordo di Enzo Castaldo

ei giorni scorsi è venuto a mancare Vincenzo Castaldo, uno dei pediatri più conosciuti e apprezzati nell’area a Nord di

Napoli. Nato ad Afragola nel 1952, s’era laureato in Medicina nel 1977, conseguendo poi le specializzazioni in Pediatria ed Endocrinologia e l’idoneità a primario nel .1987. Ha lavorato per anni nell’Ospedale di Caserta dove, negli ultimi tempi, era diventato primario del reparto di pediatria dopo aver avuto, per anni, la gestione della Diabetologia ed endocrinologia pediatrica. Tra i primi a esprimere cordoglio per la morte, infatti, i genitori dei bambini diabetici dell’associazione L’isola che non c’è che hanno scritto: “La Pediatria diabetologica ha perso un padre dal cuore grande”. Ha pubblicato diversi articoli su temi legati alla pediatria, su riviste scientifiche, ma anche su altri media, tra cui Cogito, e partecipato a diversi convegni e congressi. E’ morto in seguito a una malattia che ha provato a sconfiggere, senza abbandonare, se non quando era davvero impossibile continuare, il reparto di pediatria dell’Ospedale di Caserta. Lo stesso ospedale in cui è è stato ricordato con una celebrazione nella Cappella del nosocomio che ha preceduto

Ciao Enzo,

i funerali che si sono tenuti in una affollata Basilica di Sant’Antonio dove era presente anche il sindaco, Claudio Grillo. In entrambi le occasioni, la pediatra Mena Pascarella ha ricordato Enzo Castaldo, sottolineando il suo impegno e la sua disponibilità con parole che riportiamo nel box in basso. Molti anche i commenti e i ricordi sui social, come quello di Enrico D’Agostino dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta: “Grande medico, Grande Pediatra, non ti dimenticherò mai, tutti devono sapere che grande uomo sei, pochi giorni fa,pur essendo attaccato a un respiratore, pur avendo perso la parola, pur avendo poche forze,riuscivi a scrivere lentamente, con sofferenza, su un quadernone, le cure da dare ai tuoi piccoli pazienti, poi col segno ok ci convincevi di stare bene. Le dottoresse e io fingevano come facevi tu con noi, hai sorriso alle nostre carezze, mi hai stretto la mano e ci siamo salutati con gli occhi e so quello che mi hai detto: “Andate avanti così” ed ora aggiungo, lo faremo sempre,continueremo a lavorare per i pazienti,continueremo a tenerti con noi, dentro di noi”. Alla moglie, alle figlie e ai fratelli e sorelle le condoglianze del direttore di Cogito, Antonio Iazzetta, e dell’editore, Mario Cerbone.

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Primario del reparto di pediatria dell’Ospedale di Caserta, aveva scritto diversi articoli per Cogito

tutte le persone presenti ti conoscono e , sicuramente, ognuno di noi si è ricordato un momento particolare della sua vita in cui tu ci sei stato… perché tu eri questo…tu semplicemente c’eri. C’eri sempre ed eri sempre pronto a dare una mano, a trovare una soluzione, ad avere una parola di conforto, ad offrire una spalla, a fare quel cambio turno a cui tutti avevano detto no, a visitare ogni bambino che ti veniva portato fuori quella porta del day hospital, tu c’eri sempre… un’ora, due o tre dopo lo smonto se ce n’era bisogno perché la pediatria e l’ospedale erano la tua vita. Le infermiere, le tue infermiere, quelle di sempre e quelle che ti hano conosciuto più tardi, tutte a raccontare di un medico mai sgarbato, mai superbo, mai superficiale, mai stanco…un compagno di lavoro che in ognuna ha lasciato un segno. In questi lunghi mesi le mamme dei tuoi ragazzi diabetici mi hanno raccontato mille storie, le lacrime, le paure, le ansie, le notti insonni, le domeniche con le iperglicemie …e tu sempre al loro fianco, non le hai mai fatte sentire sole, mai fatte scoraggiare, mi hanno detto: Dottoressa è stato più di un fratello, più di un padre. E tu anche per me e per tutti i tuoi amici e colleghi della pediatria questo sei sempre stato…più di un fratello e davvero un padre e un maestro capace di trasmettere il valore dell’umiltà, della solidarietà, della professionalità sempre avida di apprendere e migliorarsi, della disponibilità, dell’educazione e del rispetto degli altri. Quest’ultimo anno con l’arrivo dei colleghi nuovi, tutti giovani, più volte ti sei rammaricato di non poterci essere perché dicevi che dai giovani si impara tanto e che il confronto è essenziale. Ti sei sempre messo sullo stesso piano dell’ultimo arrivato, che hai sempre accolto con rispetto……mentre ognuno di noi ti ha aspettato ad uno smonto per chiederti aiuto riguardo un caso difficile, qualcosa che non era chiaro. Ciao Enzo Ci lasci un vuoto nell’anima che non potrà mai essere colmato. Ci mancheranno i tuoi occhi buoni che con la loro luce arrivavano sempre fino al cuore, ci mancherà il tuo sorriso rassicurante e ci mancheranno quelle mani grandi che davano sempre la sensazione che avrebbero risolto ogni cosa. Buon viaggio guerriero Buon viaggio, amico mio per sempre


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Anno XXVI - numero 429 - sabato 16 Febbraio 2019

NOTIZIE FLASH Frattamaggiore / Dibattito sul legame tra inquinamento ambientale e tumori L’incidenza del degrado ambientale sulle malattie di natura cancerogena sarà al centro di un dibattito che si terrà oggi, sabato 16 febbraio, nella Parrocchia Sant’Antonio e Annunziata , alle 19.

A discuterne ci saranno il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, Luigi Costanzo, medico di famiglia da sempre impegnato nella lotta all’inquinamento, Antonio Marfella, oncologo del Pascale e presidente dei Medici per l’ambiente, don Maurizio Patriciello, parroco caivanese, e monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa.

passionati di musica e due volti noti del teatro amatoriale, Peppe Barbato e Adriano Calvo, in un’iniziativa che intende raccogliere fondi da destinare al progetto lanciato dallo studio Humanitas in cui lavora anche Luigi Costanzo, il medico da sempre impegnato nella lotta per un ambiente più pulito.

Cibo / Riconoscimento per un giovane pizzaiolo frattese Frattamaggiore è sempre più la città della movida e si moltiplicano i locali dove poter mangiare di tutto, a cominciare dalle pizze. E fioccano anche i riconoscimenti come quello conquistato nei giorni scorsi da Francesco Capone, pizzaiolo venticinquenne che ha aperto la sua pizzeria “Da Francesco”, in via Padre Mario Vergara, insieme alla sua fidanzata. Nel suo locale, offre pizze tradizionali ma anche novità come la “Frattaiola”, “cavallo di battaglia” così chiamato in onore di Frattamaggiore, suo luogo d’origine. La richiestissima Frattaiola è composta da: cornicione ripieno di ricotta di bufala e, al centro, ragù napoletano, polpettine fritte, formaggio e provola. Una vera e propria gioia per le papille gustative! A testimonianza del buon lavoro

Solidarietà / Tributo a Massimo Ranieri per raccogliere fondi per il ‘Ticket sospeso’

Cresce l’attenzione verso il progetto ‘Ticket sospeso’ promosso dallo studio medico Humanitas che raccoglie fondi da destinare ai pazienti che non possono permettersi esami e cure mediche.

Per sostenerlo è in programma anche un tributo a Massimo Ranieri che si terrà il prossimo 25 aprile nel Teatro De Rosa di Frattamaggiore. A metterlo in piedi Raffaele Spena, insegnante e dentista con la passione del teatro e del canto, che ha coinvolto altri ap-

svolto finora da Francesco e dal suo staff Casolaro Hotellerie ha ospitato il pizzaiolo frattese al Casolaro Pizza Show, iniziativa promossa dalla secolare azienda, presso il Cis di Nola. Francesco, accompagnato dal collega Giuseppe Cuorvo, ha presentato in diretta Facebook sul palco-chef di Casolaro Hotellerie tre delle sue specialità: la Frattaiola, la Norvegese e Pulcinella. L’evento, molto seguito sui social, è stato un’occasione importante per dimostrare a tutti gli spettatori come il giovane pizzaiolo sia attento a ogni particolare quando realizza i suoi prodotti culinari. Il cooking-show, ancora disponibile sulla bacheca Facebook della pagina ufficiale di Casolaro Hotellerie, ha messo in mostra le qualità di Francesco, che ultimamente ha registrato anche un’altra puntata televisiva in onda nel cilentano. di Pasquale Porzio


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NOTIZIE FLASH Religione / A giugno la celebrazione solenne per la venerabilità di Suor Antonietta Giugliano Nei giorni scorsi, nel Tempio del Volto Santo di Napoli, si è tenuto un incontro del gruppo “Fraternità Volontari Laici”, un sodalizio di fedeli della congregazione delle “Piccole Ancelle di Cristo Re” guidata dalla Madre generale, Leonia Buono. Costituitasi nel 2015, l’associazione si ispira al carisma dei venerati fondatori della Congregazione, padre Sosio Del Prete e suor Antonietta Giugliano, in cammino di santità, proponendo di imitarne la spiritualità.

Il meeting ha visto la partecipazione di un nutrito numero di associati, a partire dalla presidente, Rosa Caputo, e di alcune religiose. L’incontro è stato animato da Fra Pio Avitabile che ha tenuto una catechesi sulla figura di Abramo, invitando i presenti, sulla base di quanto fatto dal primo dei patriarchi indicati nella Bibbia, a “lasciare la tenda”, ossia ad uscire dal proprio ego e andare in contro agli altri. A seguire, si è tenuto il rinnovo delle cariche sociali che hanno visto la riconferma per il prossimo triennio alla guida del gruppo di Caputo. Sono state, poi, pianificate alcune iniziative di supporto all’evento clou dell’anno che si terrà nel pomeriggio dell’8 giugno 2019 nella Basilica pontificia di Sant’Antonio ad Afragola. In tale occasione sarà presente l’Arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe che presiederà una solenne celebrazione eucaristica e leggerà il decreto di venerabile di Suor Antonietta Giugliano, autorizzato dal Santo Padre Francesco al cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, nel corso dell’udienza dello scorso 21 dicembre 2018.

Arriva la prima edizione del Carnevale casalnuovese “Ma come sei vestito? Stai andando al Carnevale di Venezia? Sembri Brighella con le scarpe di Pantalone!” diceva Giovanni di Aldo, Giovanni e Giacomo nel film Il cosmo sul comò... Una buona e simpatica risposta a questa domanda di Aldo potrebbe essere: “Carnevale di Venezia? No! Il Carnevale di Casalnuovo!” Si si, avete letto bene! Il prossimo 24 febbraio Casalnuovo si vestirà di colori, coriandoli e allegria grazie all’arrivo in città del Carnevale con “carri allegorici” e “maschere danzanti”. Carri colorati e variegati sfileranno per la prima volta per le vie della città coinvolgendo grandi e piccini. Appuntamento alle 9.30 da piazza Municipio per iniziare la sfilata che toccherà diversi punti della città seguendo un itinerario ben definito: una volta partiti i carri sfileranno sul corso principale e da piazza Immacolata svolteranno per via Pigna per poi percorrere anche zone più periferiche e portare allegria e festa anche sul corso di Tavernanova, fino ad arrivare intorno alle 12.30 nel piazzale interno della Chiesa della Visitazione, via Nazionale delle Puglie. E la festa continuerà anche dopo l’arrivo dei carri, al suon di musica! Si potrà festeggiare il Carnevale ballando e facendo baldoria tra coriandoli e stelle filanti! Per la prima volta, quindi, anche Casalnuovo si colorerà di vitalità per le feste carnascialesche grazie all’Associazione “Una Città Che...”, in collaborazione con l’Associazione “Il Salice Onlus”. “È il primo anno che ci cimentiamo in questa nuova esperienza. In Città non c’è questa tradizione, per cui non ci risultano realtà e artigiani avvezzi a realizzare carri allegorici. Abbiamo chiesto, per questo, collaborazione ad amici di associazioni che organizzano il carnevale in altre Città e i cui carri sfileranno anche in altri territori. Iniziamo quest’anno con qualcuno dei loro carri, con la speranza che la nostra Città reagisca bene e poi chissà che il prossimo anno non si possano avere più carri, magari nostri e, perché no, con maschere nostre”, afferma Giovanni Nappi, presidente dell’associazione che sostiene l’evento. “Vivere la Città è alla base dello sviluppo di un territorio” - continua Nappi - “lasciarsi coinvolgere in momenti di aggregazione e di divertimento aiuta chiunque. Ci divertiremo; ringrazio per la collaborazione l’amico Gennaro Parisi dell’associazione Il Salice e Padre Oreste per la disponibilità degli spazi”. Ma non finisce qui! Abbinato alla sfilata, l’associazione ha organizzato anche un “concorso Maschere” con tre premi in denaro in palio per le maschere più belle tra adulti e bambini. Per partecipare al concorso basterà inviare una foto all’indirizzo email: unacittache@gmail.com La premiazione delle maschere più belle sarà svolta alle ore 18.00 presso l’auditorium della Chiesa della Visitazione a Tavernanova. E se è vero che a Carnevale ogni scherzo vale, qui non si scherza!!! Ci si diverte all’insegna dell’allegria e del buonumore! di Marina Greco


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CALCIO

Brutta pagina di sport a Frattamaggiore di Pasquale Porzio

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La Mondragonese non ha giocato il secondo tempo ‘per paura’ dopo un’aggressione negli spogliatoi, ma i nerostellati smentiscono. E intanto il campionato è riaperto con una sfida a tre tra Frattese, Afragolese e Giugliano

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rmai è evidente che, nel Girone A di Eccellenza Campania, tre squadre si daranno battaglia per la vittoria del campionato che dà diritto a partecipare al Campionato nazionale dilettanti senza passare per il play off: la Frattese, campione d’inverno e compagine ben attrezzata, il Giugliano, corazzata favorita all’inizio dell’anno, e l’Afragolese, terza in classifica e in netta ripresa. I punti che dividono le prime tre forze del campionato sono davvero pochi: infatti, alla luce della sospensione di Frattese-Mondragone, il Giugliano ha agganciato in vetta alla classifica, a quota 49 punti, la squadra di Ciaramella. Dietro alle due squadre che attualmente condividono il primato c’è l’Afragolese, che insidia il primo posto con i suoi 46 punti. Nell’ultimo turno di campionato, però, a tenere banco, più dei risultati sul campo, è quello che è successo durante l’intervallo tra Frattese e Mondragone al Pasquale Ianniello di Frattamaggiore dove è stata scritta una brutta pagina di sport, al di là di quel che sarà accertato su quanto successo. Le due squadre, finito un primo tempo particolarmente acceso, si sono rese protagoniste di un parapiglia senza precedenti in prossimità degli spogliatoi. La gara poi non è più ripresa a causa del ritiro del Mondragone che si è rifiutato di scendere in campo. Entrambe le società hanno fatto chiarezza circa l’accaduto con comunicati stampa sulle loro rispettive pagine Facebook. È naturale che sussistono due versioni discordanti, ma la decisione a riguardo spetta al Giudice sportivo, chiamato a decidere, dopo aver studiato il referto arbitrale, nella giornata di giovedì, mentre andiamo in stampa. La Frattese ha ricostruito l’accaduto dicendo che “all’ingresso dell’area antistante gli spogliatoi, sotto gli occhi di arbitro, assistenti, commissario di campo e autorità di pubblica sicurezza, si accendeva un diverbio verbale, acceso ma non violento, a seguito del quale il calciatore del Mondragone Baratto veniva espulso. Nonostante il nervosismo, è bene precisare, nell’occasione non si è reso necessario l’intervento di nessuna autorità presente, tantomeno di Croce Rossa e del personale medico-sanitario. Nessun calciatore o dirigente della scrivente società ha aggredito fisicamente gli avversari, per i quali questa società nutre profonda stima e rispetto, come testimoniano le rispettive accoglienze riservate dai Presidenti di Frattese e Mondragone, Rocco D’Errico e Fabio Del Prete. È per questi motivi che la decisione di abbandonare la gara, presa tra l’altro contro la volontà di direttore di gara e commissario di campo, i quali ritenevano ci fossero tutti i presupposti per continuare la partita, da parte del Mondragone ci ha lasciati stupiti e con un profondo senso di sconfitta. Foto social che millantano presunte aggressioni fisiche, dichiarazioni pesanti e gravemente lesive dell’immagine di una intera società, ci fanno male e ci lasciano interdetti. Ci sentiamo di affermare, ancora una volta, che Frattamaggiore città e Frattese calcio hanno sempre dimostrato di essere una civiltà sana, legata ai valori dello sport. […] Ribadiamo la piena fiducia nelle istituzioni e nelle decisioni che prenderanno le autorità preposte, anche federali, che sono e rimarranno le uniche istituzioni che potranno chiarire i fatti in maniera oggettiva, senza dare adito a insulse polemiche dalle quali ci dissociamo e che, anzi, condanniamo con fermezza”.

La risposta del Mondragone non si fa attendere e, dopo aver pubblicato un post molto provocatorio, poi cancellato, la società ricostruisce così quel che è successo, con tanto di prove fotografiche a supporto della loro tesi: “Il capitano Carlo Colella ha messo nero su bianco consegnando all’arbitro il reclamo scritto motivando la decisione del mancato ingresso nel rettangolo di gioco: la squadra Asd Mondragone si rifiuta di scendere in campo perché durante l’intervallo siamo stati aggrediti da staff, dirigenti e calciatori. Assurdo che ci attendevano fuori dagli spogliatoi durante l’intervallo 50 persone non in distinta minacciandoci e aggredendoci con calci e pugni. Noi giocatori abbiamo avuto paura di continuare la gara per la tutela della nostra integrità fisica. I giocatori Cioce e Mazzone hanno subito forti contusioni in seguito all’aggressione con calci e pugni”. Tralasciando le questioni extracalcistiche i primi 45’ in campo erano stati concitati, combattuti e molto tirati. La Frattese, infatti, aveva disputato gli ultimi 15’ con un uomo in meno, ovvero Posillipo, difensore espulso per gioco pericoloso a metà campo. il match si era messo in salita per i padroni di casa. Tuttavia al termine di un’azione corale splendida, iniziata da Leone e confezionata dal duo Allegretta-Simonetti, Sparano porta in vantaggio i nerostellati poco prima della fine del primo tempo. Un’azione da far rivedere alle scuole calcio per preparazione e risultato. Questo goal testimonia la forza d’animo dei nerostellati che, anche dopo l’espulsione, non avevano smesso di giocare, trovando addirittura il vantaggio. Nel match precedente, tuttavia, la squadra di Ciaramella, orfana del loro bomber di razza, Orazio Grezio, infortunato, si è resa protagonista, in negativo, di una battuta d’arresto che ha permesso al Giugliano, secondo, vittorioso per 4-1 contro il Virtus Ottaviano, di accorciare le distanze e riaprire il campionato. La partita della Frattese sul campo della Flegrea è apparsa incredibile. Dopo essersi portata sul 2-0, infatti, la squadra nerostellata, negli ultimi 25 minuti, ha subito 4 gol e 2 espulsioni. E pensare che la Frattese veniva da una striscia positiva di 15 vittorie e 4 pareggi con solo 8 gol subiti in 20 partite. L’Afragolese, invece, sta vivendo un “magic moment” da quando mister Masecchia siede in panchina. I rossoblù sono terzi, a -3 dal Giugliano e dalla Frattese, che ha una partita in meno. Negli ultimi due match casalinghi contro San Giorgio e Puteolana l’Afragolese ha ottenuto sei punti. I ragazzi di Masecchia vincono al “Moccia” contro un buon San Giorgio, che si arrende soltanto alla punizione tirata splendidamente da Flavio Marzullo al 13’. Il “mago”, match-winner, inventa una parabola imprendibile dai 20 metri, che scavalca la barriera e batte Cinquegrano. Nel corso del match i padroni di casa vanno più volte vicino al raddoppio, che tuttavia non arriverà. La gara termina così sull’1-0, risultato che rispecchia quanto visto in campo. Invece nello scorso weekend hanno messo a segno la quarta vittoria di fila contro una Puteolana che nulla può dinanzi a un avversario nettamente superiore. Al 3’ Follera indirizza il match verso i padroni di casa, sfruttando un’indecisione del portiere avversario e segnando il goal del vantaggio. I rossoblù hanno dominato in lungo ed in largo, anche se hanno disputato gli ultimi venti minuti senza


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CALCIO Vitiello, espulso per doppia ammonizione. Solo all’83’ Domenico Maggio riesce a trovare il raddoppio dagli undici metri. Ancora in goal il bomber dell’Afragolese, che raggiunge gli 11 goal stagionali. Miccichè per la compagine di Pozzuoli accorcia le distanze dopo due minuti, anche se serve a poco. Al 93’ Pisani inventa una rete spettacolare, chiudendo i giochi e mettendo la partita sul 3-1. L’avvento di Masecchia ha rivitalizzato un gruppo dal potenziale enorme, che ha tutte le carte in regola per puntare alla Serie D. I troppi punti persi, anche ingiustamente a causa di errori arbitrali, “condannano” i rossoblù al terzo posto, ma il campionato è ancora lungo e tutto può succedere. In Promozione il Casalnuovo Calcio occupa la quarta posizione, in piena zona play-off, a quota 39 punti. Dopo esser stati sconfitti dal Montesarchio in trasferta per 2-0 grazie alle reti del talentuoso 2001 Izzo al 51’ e di Di Blasio al 68’, il Casalnuovo si è rifatto in casa vincendo 5-1 contro la Viribus Somma 100. Una vittoria convincente firmata da Iorio, Greco, Romano e doppietta di Liccardi. Inutile il goal della bandiera del giocatore ospite Valerio. In Prima Categoria il Cardito Calcio è in fase di ripresa, dopo un periodo calante della stagione. La vittoria esterna contro la Barrese Fc, anch’essa coinvolta nella lotta al vertice, per 1-2 ridà morale ai ragazzi di Dello Margio. Al 30’ bomber Giovanni Malasomma apre le danze per gli ospiti con un pallonetto delizioso, su assist di Mugione. Dopo solo 5 minuti dall’inizio della ripresa, Mugione realizza una punizione che regala il raddoppio ai gialloblù. Inutile il goal di Russo che accorcia le distanze per i padroni di casa. Nell’ultimo match interno il Cardito ha battuto la Real Grumese per 4-1 grazie alle reti di Grassi, Aversano, Esposito e Marchiello. Per la compagine ospite timbra il cartellino Ferla. Il Cardito Calcio è in prossimità della zona play-off a quota 33, a-1 dal Plajanum, ultima squadra coinvolta nel gruppone di squadre che lottano per i play-off. La Real Frattaminore ha perso 4-2 contro il Plajanum nella 19esima, mentre nell’ultima giornata ha ottenuto tre unti preziosi,

vincendo 2-1 contro il Città di Marano. Decisive le reti di Ciocia e Laurenza. La squadra di mister Valente lotta per la salvezza e gode di una posizione di classifica tranquilla: i 26 punti sono rassicuranti, ma non sufficienti per abbassare la guardia. Infatti l’ultima squadra coinvolta nei play-off è proprio la Virtus Afragola Soccer a quota 19 punti. Nell’ultimo turno casalingo trova un pareggio prezioso ai fini della lotta play-out contro una Loggetta ben organizzata e pericolosa. Infatti dopo il goal di bomber Angiolino gli ospiti tentano in tante occasioni di acciuffare il pareggio, realizzato solo allo scadere con il rigore segnato da Marco Torino, leader della Loggetta. Inoltre la Virtus Afragola ha realizzato un’impresa in trasferta contro il Montecalvario, vincendo per 2-3.

ANNO SCOLASTICO 63/64

Chi si riconosce in questa foto può contattare la Signora BUFOLINO GIUSEPPA al numero 327.79.92.404

Primo Memorial Antonio Florio

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ei giorni scorsi, nella Polisportiva fratelli Lodi di Frattamaggiore, si è tenuto il 1° Memorial Antonio Florio, iniziativa promossa da amici e parenti di Antonio per trascorrere una serata nel ricordo del giovane ragazzo, strappato alla vita a causa di un male fulminante pochi mesi fa. Le persone a lui più vicine hanno organizzato questo mini-torneo di calcetto, una delle tante passioni di Antonio, giocato da 6 squadre. “La scelta di ricordare Antonio in un ambiente “leggero” ed a lui molto caro è stata omogenea. Tutti noi, supportati dal benestare della famiglia, abbiamo pensato di giocare quella partita, che avremmo voluto disputare insieme a lui. Infatti quando tornò dal suo viaggio di lavoro in Marina, durato sei mesi, Antonio aveva un desiderio: scendere in campo con gli amici di sempre per giocare la consueta partitella, dove avrebbe cercato di parare ogni tiro. Antonio era una persona splendida, scherzosa e sempre pronta a sdrammatizzare. Cercava sempre di mantenere allegria nella comitiva e ricordarlo con il sorriso è stata l’idea migliore”. Queste le parole di Enrico Russo, un suo amico di vecchia data, che ha parlato a nome di tutti coloro che hanno voluto fortemente l’iniziativa. Il format del mini-torneo prevedeva partite da 30 minuti ciascuna, in cui si sono sfidati più di 50 partecipanti. Il primo turno ha visto la vittoria di tre squadre, ovvero le tre semifinaliste, a cui si è affiancata la miglior perdente, che ha completato il turno successivo. Dopo aver stabilito le due semifinali si è continuato a giocare fino alla finale. Come ogni torneo che si rispetti c’è stata una premiazione a cui era presente il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, che ha voluto inaugurare l’iniziativa con il simbolico “calcio d’inizio”. Inoltre il grazie più importante va agli sponsors che hanno permesso la realizzazione di quest’evento e hanno dimostrato solidarietà e solerzia nel muoversi. Infine dall’idea di Enrico Russo molti amici si sono contraddistinti nell’organizzazione del torneo, tra cui: Alessandro Pellino, Francesco Nardiello, Giuseppe Cicatelli, Giuseppe Mele, Carmine Bencivenga, Giovanni Di Marzio e Francesco Toscano. di Pasquale Porzio

Battesimo Rosa A te che hai dato senso alla nostra esistenza. A te che sei il frutto del nostro amore. Ti auguriamo un buon cammino di vita e sappi che in qualsiasi circostanza noi siamo con te! Che il Signore ti benedica... con amore mamma e papà con amore mamma e papà


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