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Anno 66
1-15 MARZO 2012
Progettualità concreta per affrontare la crisi economica Il gelo compromette un terzo della produzione frutticola cuneese Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abb. Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione
In duecento a Roma per chiedere ad Agea di saldare i debiti
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Sommario Affrontare la crisi economica con una forte e concreta progettualità
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A Roma 200 agricoltori del Piemonte per chiedere ad Agea di saldare il debito
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Fisco: sbloccato mezzo milione di ritardati pagamenti 5 Oltre cento comuni cuneesi hanno approvato l’ordine del giorno a tutela dell’agroalimentare Made in Italy 6
Foto di Piermario Turina
Il Suolo: risorsa da conoscere e valorizzare
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Ortofrutta: regole per la corretta etichettatura
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Schema per la corretta etichettatura dei prodotti ortofrutticoli
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Corsi per l’accesso al credito
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Fiera di Quaresima… che bel ritorno!
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Tutela del vero Made in Italy Agroalimentare
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Formazione per i dirigenti di sezione
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Gelo polare e sbalzo termico: con la ripresa vegetativa si contano i danni
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Made in Italy: Coldiretti, export cibo da record nel 2011, 30 miliardi (+9%)
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Licenze e permessi di circolazione mezzi agricoli eccezionali
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Storie di vita I capolavori di precisione di Ezio Molinengo
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Al via il progetto AgriTATA!
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Al Carnevale protagonisti kiwi e mele del territorio 57
Giovani Impresa Coldiretti Piemonte all’assemblea “A Tutto Campo” a Verona
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Le principali regole per la produzione zootecnica in agricoltura biologica
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Il Corsivo del Coltivatore
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Comprare da chi produce
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L’agriturismo “Pianbosco” di Farigliano finalista al Premio Ospitalità Italiana
Aggiornamento dei danni da gelo su actinidia e puntualizzazione sulla sensibilità della varietà Soreli a PSA
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A Bene Vagienna la Cena del Contadino
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Anche per il settore apistico Coldiretti chiede interventi urgenti alle istituzioni
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Un uovo curioso
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Hanno collaborato: Sonia Abrate, Roberto Bianco, Claudio Bono, Silvia Bosco, Alberto Burzio, Daniele Caffaro, Laura Calcagno, Samuele Capraro, Marcella Cavallo, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Damiano Dutto, Nicola Fontana, Cesare Gallesio, Roberto Giobergia, Rosangela Giordana, Rosanna Giraudo, Massimo Gonella, Laura Occelli, Franco Parola, Lauro Pelazza, Marcello Pellegrino, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Simonetta Re, Manuela Renaudo, Sonia Riba, Davide Roà, Annalisa Sola, Piermario Turina
La Posta del Coltivatore
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Tempo libero: Viaggi in Turchia
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PAC dopo il 2013 e progetti di filiera: a che punto siamo?
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Redazione ed amministrazione: Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300
Lavori forestali: corsi a cura dell’Inipa
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Pensionati Coldiretti a confronto
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Carne bovina: tendenze del mercato
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“Il Coltivatore Cuneese” Editore Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo 1 copia euro 2,00 Abbonamento annuo euro 40,00 Direttore Amministrativo Bruno Rivarossa Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino Coordinamento di redazione Chiara Serra
E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it Registrazione del tribunale di Cuneo n. 3296 del 7/12/55 45.000 Copie Il Coltivatore Cuneese viene inviato a tutti i soci della Federazione Provinciale Coldiretti di Cuneo Grafica e stampa: AGAM Via Renzo Gandolfo area 90 Madonna dell’Olmo – Cuneo Tel. 0171.411470 – Fax 0171.411714 E-mail: direzione@agam.it Concessionaria esclusiva della pubblicità TEC arti grafiche Via dei Fontanili 12 12045 Fossano (CN) Tel. 0172.695770 • Fax 0172.695898 E-mail: adv@tec-artigrafiche.it
Coldiretti rivendica il diritto ad allevare e coltivare 15 Fare impresa oggi: una sfida per i giovani imprenditori 1 6 In un’economia globale, dove le dinamiche si evolvono con grande velocità...
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31a Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola 18
Problemi delle colture minori: summit Italia-Francia 66 Lotta biologica contro il vettore della Flavescenza dorata
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All’Istituto Zooprofilattico di Torino, giornata studio sulla filiera del latte
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Presentato a Mondovì il progetto d’invaso Serra degli Ulivi
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Ortoflora & natura: orto, giardino parco
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Corilicoltura: tra innovazione e ricerca
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L’Asti arriva nel paese del Sol Levante
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“Storie di uomini e di terra”
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Rio+20, strategie per rendere più “sostenibili” i mercati
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Fattorie Didattiche crescono: attente al presente e proiettate al futuro
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Inflazione: Coldiretti, balzo verdure (+8,6%) per neve e gelo
27
Fitofarmaci: presto le norme sull’uso sostenibile
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Nuova PAC: le principali proposte della Commissione Europea
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Tecniche di spollonatura del noccioleto e novità sul PSR
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Un nuovo servizio di Coldiretti per le imprese vitivinicole che esportano il Made in Italy
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Rinnovata la delegazione Onaf di Cuneo
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62a Mostra Regionale Zootecnica al MIAC
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Assegni familiari
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Contributi dovuti per l’anno 2012 ai lavoratori domestici
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Scadenze aziendali
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Il mercatino del Coltivatore
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“Marchio e prodotto nell’era dell’i-Pad”: corso per giovani imprenditori
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Quote latte: Coldiretti, bene lo stop della Camera a proroghe multe
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Il gelso: nuove possibilità di valorizzazione
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Obiettivi “20-20-20”: dal MISE il metodo per calcolare il raggiungimento degli obiettivi
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Affrontare la crisi economica con una forte e concreta progettualità Impegno del Governo a modificare la manovra sia per l’IMU che per i contributi previdenziali. Anche l’accatastamento dei fabbricati rurali ha costi proibitivi. I comuni hanno la facoltà di ridurre le aliquote IMU. Nel 2011 sono aumentate del 30 per cento le aziende agricole in difficoltà finanziarie. Siglata un’intesa con l’ABI. Continua il dibattito sulla nuova Pac. Coldiretti punta sull’imprenditore professionale
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n questi giorni il dibattito nelle nostre campagne si fa rovente: da una parte si iniziano ad intravedere i risultati delle gelate di fine gennaio e si notano danni ingenti su tutti i frutteti. Dall’altra la spada di Damocle della nuova
imposta del governo Monti: l’IMU. Dall’altra ancora i quasi sicuri aumenti dei contributi previdenziali in particolare nelle zone montane, per non parlare poi dell’obbligo di accatastamento dei fabbricati rurali che oltre alla spesa crea un sacco di difficoltà in relazione al loro stato di conservazione. Problemi che Coldiretti ben conosce e che avrebbero, secondo alcuni, dovuto scatenare la piazza. Per ora si sta trattando con il Governo per cercare di abbassare l’impatto delle nuove imposte e degli aumenti dei contributi previdenziali e degli obblighi fiscali. La trattativa è seguita in prima persona dal Presidente Sergio Marini che è già riuscito a strappare un impegno complessivo del governo a rivedere l’impostazione della manovra cercando di tenere innanzitutto in considerazione gli imprenditori agricoli professionali, vale a dire coloro che vivono esclusivamente di agricoltura. Inutile negare che la situazione dei rapporti con il Governo è alquanto difficoltosa. Trattandosi di un Governo tecnico che non risponde politicamente agli elettori, diventa difficile strappare concessioni. D’altra parte Coldiretti non vuole che il modo agricolo faccia la fine dei taxisti né quella degli autotrasportatori: giorni e giorni di proteste che hanno paralizzato l’Italia senza ottenere in realtà nulla. Il presidente Marini tenta ancora la strada della concertazione lasciando la piazza come ultima spiaggia. Nei giorni scorsi tutti i sindaci hanno ricevuto
la richiesta di Coldiretti di ridurre, essendo una loro facolta’, l’aliquota IMU. Pur non essendoci ancora risposte definitive, i comuni paiono in difficoltà a concedere la riduzione per non penalizzare i loro bilanci. E’ evidente che si tratta di una scelta politica che almeno nei confronti delle imprese professionali potrebbe essere concessa. Altrimenti anche i comuni si schierano, non dalle parte delle imprese e dei cittadini, ma di chi vuole a tutti i costi salvare i bilanci facendo cassa con l’agricoltura e le altre attività produttive. Intanto la situazione economica continua ad essere grave. Nel 2011 sono aumentate del 30 per cento le aziende del settore agricolo e agroalimentare in sofferenza. Al fine di affrontare questa situazione è stato siglata a livello nazionale un’ intesa con l’Abi per assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie alle imprese e favorire così la ripresa. L’accordo prevede tre tipi di interventi: sospensione del pagamento delle rate dei mutui e delle operazioni di leasing finanziario; allungamento della durata dei mutui; finanziamenti proporzionali all’aumento dei mezzi propri realizzati dall’impresa. Un ruolo determinante viene oggi ricoperto dai consorzi fidi che continuano a sostenere le imprese attraverso il rilascio di forme di garanzia. E’ il caso di CreditAgri Italia, il primo consorzio nazionale di garanzia fidi ed assistenza tecnica e finanziaria, specializzato per il settore agricolo ed agroalimentare e promosso
dalla Coldiretti, che nell’ultimo anno ha aumentato il volume degli affidamenti, raggiungendo uno stock di erogazioni che sfiora il miliardo di euro. Coldiretti sta anche sempre lavorando per la nuova Pac. L’ 85 per cento dei fondi comunitari destinati all’agricoltura vanno a solo il 19 per cento delle imprese agricole europee. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla distribuzione degli aiuti diretti pubblicati dalla Commissione europea che evidenziano un forte disequilibrio nella ripartizione delle risorse comunitarie. Nel 2010 sono stati versati 39,7 miliardi di euro a 7,79 milioni di aziende con un importo medio di 5096 euro. Oltre il 60 per cento delle imprese ha ricevuto meno di 1250 euro, mentre 3.970 beneficiari (lo 0,05 per cento) hanno ricevuto oltre 300.000 euro, con la massima concentrazione in Germania (1.660), Repubblica. Ceca (390), Italia (350), Spagna (330) e Regno Unito (310). In Italia il 12,5 per cento delle imprese riceve il 75 per cento dei sostegni comunitari. La prossima riforma della Politica agricola comune deve rappresentare l’occasione per una forte legittimazione della spesa verso l’agricoltura, con una maggiore equità e non premiare chi ha tanta terra e non ci fa niente. Occorre evitare una nuova forma di accoppiamento alla superficie che rappresenterebbe una nuova ed incomprensibile rendita fondiaria. Momenti difficili che solo con l’intelligenza e una forte e concreta progettualità si possono superare. m
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A Roma 200 agricoltori del Piemonte per chiedere ad Agea di saldare il debito
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ltre 200 imprenditori agricoli piemontesi hanno partecipato a Roma alla manifestazione indetta da Coldiretti per i ritardi nei pagamenti di Agea. I mancati pagamenti da parte dello Stato dei fondi comunitari stanno facendo chiudere oltre 500 aziende agricole piemontesi (Agea è debitrice solo con loro di oltre 2 milioni di euro) che stanche di aspettare, lo scorso 22 febbraio 2012 si sono recate a Roma per chiedere quanto dovuto dall’Agea, Ente pagatore dello Stato per i fondi comunitari. “La mancata erogazione dei fondi dovuti agli agricoltori aggrava – sottolineano Marcello Gatto, presiente di Coldiretti Cuneo e Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Cuneo e Piemonte – gli effetti della crisi che ha già fatto chiudere 50mila aziende agricole nel 2011 in Italia. Queste aziende soffrono anche la stretta creditizia che in alcune regioni rischia di esporle al pericolo dell’usura. Senza dimenticare la necessità di far ripartire le imprese colpite dal maltempo che ha causato danni per 300 milioni di euro in Italia di cui 15 in Piemonte”. m
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ULTIMA ORA Fisco: sbloccato mezzo milione di ritardati pagamenti Questo il bilancio del blitz di due giorni degli agricoltori di Coldiretti davanti ad Agea: decine di posizioni risolte con pagamenti già posti in liquidazione per oltre 500.000 euro, altrettante avviate ad una rapida soluzione. “Si intravedono – rileva il presidente della Coldiretti Sergio Marini – i primi risultati dell’impegno del reinsediato presidente dell’Agea Dario Fruscio dal quale sono venute importanti assicurazioni sulla ripresa del processo di efficienza e trasparenza avviato ed anche sugli sforzi per fornire adeguate e soddisfacenti risposte ai produttori agricoli”. m
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Oltre cento comuni cuneesi hanno approvato l’ordine del giorno a tutela dell’agroalimentare Made in Italy
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oldiretti nel mese di dicembre ha invitato tutte le amministrazioni, provinciali e comunali, a inserire nell’ordine del giorno dei rispettivi Consigli e Giunte, un punto relativo alla discussione ed alla condivisione dell’azione a tutela dei veri prodotti alimentari “Made in Italy” nonché a porre in essere tutte le iniziative utili a questo scopo. Oltre cento amministrazioni locali hanno aderito all’invito di Coldiretti Cuneo e hanno approvato un ordine del giorno a tutela del Made in Italy agroalimentare. L’intensificarsi dei rischi di contraffazione e concorrenza sleale verso i prodotti nazionali, danneggia le nostre imprese ed
occorre agire concretamente, coinvolgendo le Istituzioni, per combattere “la diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica e raggirano i consumatori, che
non possono scegliere in modo consapevole”, hanno dichiarato Marcello Gatto, presidente della Federazione provinciale, e Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Cuneo e Piemonte. m
Stralcio della delibera assunta dalla Giunta Provinciale
Tutela del vero Made in Italy Agroalimentare
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a Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo ha inviato una nota, a firma congiunta del Direttore e del Presidente, con la quale esprime la massima preoccupazione circa la situazione economica e occupazionale del Paese e sottolinea come il valore aggiunto prodotto dal “Made in Italy” agroalimentare possa rappresentare una leva competitiva e di sviluppo. L’agroalimentare infatti rappresenta oltre il 16% del PIL nazionale, esportato per circa 28 miliardi di euro, con tassi di crescita del 13% anche in periodo di crisi ed il suo valore aggiunto per ettaro segna da sempre un primato, in termini di produzione, di esportazione di vino nel mondo, di qualità (231 Dop, Igp e Stg e quasi 500 denominazioni
di vini Doc, Docg e Igt ) e per il numero di operatori nel mercato biologico. La diffusione di prodotti ingannevoli circa la vera origine geografica danneggia la produzione agroalimentare italiana raggirando i consumatori che non possono scegliere in modo consapevole. (Omissis). Tutto ciò premesso;
considerato che: • la diffusione delle produzioni di pregio sul territorio cuneese è di forte rilevanza per l’economia provinciale (che vanta ben 8 prodotti a marchio DOP, 3 IGP, 37 vini DOC e 7 DOCG); • il rischio che la commercializzazione di prodotti di imitazione provoca grave
danno alla nostra Regione ed alla nostra Provincia, sia in termini di sleale concorrenza alle imprese, con conseguente sottrazione degli spazi di mercato, che di inganno dei consumatori; LA GIUNTA PROVINCIALE DELIBERA di garantire pieno supporto all’azione di Coldiretti Cuneo per la tutela del vero “Made in Italy” agroalimentare, assumendo tutte le iniziative considerate utili per porre rimedio a quanto sopra evidenziato. Posto ai voti il prowedimento con votazione palese, risulta approvato all’unanimità. Ugualmente all’unanimità, con separata votazione, viene dichiarata la sua immediata eseguibilità. m
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Comuni che hanno adottato e trasmesso la delibera a tutela del vero Made in Italy agroalimentare – 28 febbraio 2012
PRESENTI IN FIERA
• TRINCIASTOCCHI • TOSAERBA CON RACCOGLITORE • TRINCIASARMENTI • TRINCE LATERALI • FALCIACARICATRICI • FRESE
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Gelo polare e sbalzo termico: con la ripresa vegetativa si contano i danni
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a Consulta Frutticola di Coldiretti Cuneo, riunitasi a Saluzzo il 29 febbraio 2012, ha analizzato la complessa situazione legata al comparto frutticolo in riferimento al gelo che il mese scorso ha colpito le coltivazioni e ha dovuto prendere atto di una situazione delicata e difficile che i tecnici dell’Agenzia 4A hanno rilevato nei frutteti della Provincia. I dati evidenziano che soprattutto sull’actinidia i danni da gelo sono ingenti. Ad oggi è stato compromesso il 70 per cento della produzione. Gravemente colpita anche la produzione dell’albicocco e della pesca con riduzioni di produzione stimate intorno al 60 per cento. Qualche punto percentuale in meno per le pesche nettarine, per le quali la stima dei tecnici è di una riduzione del 50 per cento della produzione. Compromessa per almeno il 25 per cento la produzione di susine, mentre pero, melo e
ciliegio dovrebbero cavarsela con un meno 10 per cento. Complessivamente i tecnici dell’agenzia 4A di Coldiretti stimano che i danni ammontino a circa 80 milioni di euro e che sia stata compromessa circa un terzo della produzione lorda vendibile del cuneese. Dice il presidente della Consulta Frutticola di Coldiretti, Giovanni Arnaudo “la situazione è veramente grave. Servono azioni di sostegno finanziario per consentire il rilancio delle nostre imprese frutticole oggi in forte difficoltà”. Aggiungono Marcello Gatto e Michele Quaglia, presidente provinciale e presidente zona Coldiretti di Saluzzo con delega al Settore frutticolo, “le nostre imprese soffrono già una crisi di liquidità legata ad un andamento 2011 Cuneo
ha
di mercato molto negativo nel 2011. Ora nonostante molta parte della produzione se ne sia andata a causa del freddo polare, necessitiamo di svolgere le anticipazioni colturali che i vari frutteti richiedono. Abbiamo bisogno di un’attenzione particolare, ma soprattutto chiediamo che siano messi immediatamente a disposizione fondi per consentire la cura delle piante anche se nel 2012 abbiamo ormai fortemente compromessa la nostra produzione”. Ha concluso Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Cuneo e Piemonte: “Al fine di dare una risposta concreta alle nostre imprese in forte difficoltà, abbiamo convocato venerdì 9 marzo a Torino, presso la Coldiretti del Piemonte,
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i rappresentanti dei vari Istituti Bancari che operano in Piemonte per individuare con loro un percorso che consenta l’erogazione della liquidità necessaria alle imprese frutticole piemontesi. Oltre alla provincia di Cuneo è fortemente interessata anche quella di Torino nella parte del Pinerolese e la provincia di Alessandria nella zona intorno a Borgo d’Ale. Abbiamo già chiesto al Consorzio Fidi, CreditAgri Italia, di affiancarsi agli istituti bancari nell’analisi delle necessità finanziarie delle singole imprese. Inoltre Coldiretti chiederà alle Camera di Commercio delle province interessate di mettere a disposizione di CreditAgri Italia un plafond di risorse che saranno utilizzate per abbattere i tassi di interesse”. m rid. %
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Compromesso un terzo della plv cuneese. Coldiretti propone alle banche un’azione in favore del settore
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e creazioni di Ezio Molinengo sono dei veri e propri capolavori, in miniatura, di pazienza e di precisione, di fronte ai quali si resta stupiti. Ezio Molinengo, classe 1948, è nato a Valgrana: i suoi genitori avevano la bottega di alimentari, il bar i tabacchi del paese, a Valgrana, davanti alla chiesa, dal 1952: Qui Molinengo ha trascorso gran parte della sua esistenza, in mezzo alla gente della Valle Grana.
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Storie di vita a cura di Barba Bertu (info@barbabertu.com)
IL QUARTO A BRISCOLA Che ricordi ha della sua infanzia? “Ho dei ricordi nitidi e precisi… Sin da bambino, aiutavo i miei genitori nelle diverse attività di famiglia, già da piccolo servivo i clienti dietro al bancone e se mancava una persona al bar per la partita a scopa, io venivo subito chiamato dai giocatori di carte!”. La gente della Valle Grana come è? “I montanari sono brava gente e persone oneste. Sono a volte un po’ riservati. Ottime persone”.
pressi del quale nasce il famoso formaggio. Ho un dispiacere però, e lo confido: il rettore del Santuario di San Magno, che passa sovente davanti a casa mia, non si è mai fermato un minuto per vederlo”. Lei è sempre stato paziente nella sua vita? “Sì, la pazienza è una componente del mio carattere”.
IL PONTE SUL GRANA Quando ha iniziato a costruire i monumenti in miniatura con il polistirolo? “Nel 2006, mio padre Vincenzo è mancato. Dal 2001, mio padre aveva bisogno di assistenza continua e così mi sono creato un piccolo laboratorio, nel 2005, per lavorare il polistirolo e passare il tempo mentre lo assistevo nella malattia. In questo modo, quasi per caso, è nata questa mia grande passione”. E poi? “La prima opera che ho fatto, per scherzo, è stato il ponte sul Grana. Poi ho proseguito con la fontana e il mulino di Valgrana, perfettamente funzionanti, e con gli altri monumenti della nostra Valle. Ci ho preso gusto, con il passare degli anni, ed ho continuato…”. Come agisce, a livello pratico, quando decide di realizzare una delle sue creazioni? “Il primo momento, dopo aver
NIENTE NOZZE Come mai non si è mai sposato? “Preso dal tran tran del negozio, non ho avuto il tempo per pensare alle nozze. Ho avuto delle amicizie femminili, ma è andata bene così e se mi guardo indietro non mi posso lamentare. L’unica cosa che veramente mi fa male oggi è il pensare a mia madre, che per i suoi seri problemi di salute siamo stati costretti a mettere nella Casa di riposo, perché a casa è impossibile gestire una situazione così difficile e complicata. Invecchiare a volte è davvero faticoso”. Quali sono le soddisfazioni per lei? “Il vedere la gente che sgrana gli occhi davanti ai miei monumenti in miniatura. Confesso che in queste situazioni provo un grande piacere. Ho fatto anche delle mostre in giro dei miei quaranta ‘pezzi’ e il sindaco di
individuato il monumento, è quello di andare a fotografarlo, nelle diverse angolazioni. Poi prendo tutte le misure, con la massima attenzione e ci vado sempre da solo. Presto la massima attenzione a tutti i particolari, in modo che alla fine i risultati siano soddisfacenti”. 400 ORE PER IL SANTUARIO A realizzare un’opera imponente come il Santuario di Castelmagno, quante ore è stato impegnato? “Ci ho messo otto mesi di lavoro… una vita. Le ore non si contano… sono state almeno 400 ore di impegno! Io ho scomposto il Santuario in moduli e poi alla fine ho ricomposto il tutto. È stato un grande lavoro di precisione e di pazienza, ma io amo il Santuario di Castelmagno, nei
Valgrana, Albino Arlotto, che ha tante idee valide in testa, vorrebbe trovare uno spazio per sistemarle in modo adeguato. Ci stiamo pensando, seriamente”. Cosa le viene da pensare quando realizza uno dei suoi monumenti in miniatura? “Penso alle menti geniali che hanno creato queste opere e resto stupito”. A cosa sta lavorando negli ultimi tempi? “Ad un progetto importante e di rilievo, sul quale però, per il momento, preferisco mantenere un po’ di riserbo e non anticipare nulla”. VOLONTARIO DA 30 ANNI Lei è impegnato nel mondo del volontariato da anni: come mai? “Perché mi piace fare qualcosa per gli altri, sono i gesti buoni che danno un senso alla vita! E così sono anche il presidente della locale sezione dei donatori di sangue dell’Avis. Sono stato 25 anni in Croce Rossa. Ho passato tante notti agli anziani ospiti della Casa di riposo di San Pietro di Monterosso, facendo a loro assistenza. E sono il responsabile del Centro Anziani di Valgrana. Quello che cerco di fare, lo faccio con il cuore e la gente lo apprezza”. Lei è credente? “Al cento per cento e spero che non ci fermiamo a questa vita, e che l’altra sia migliore di questa”. Cosa pensa dell’esistenza? “Alla mia età, inizio a comprendere che ci sono troppe sofferenze, che in tante occasione ho toccato con mano”. i
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Al via il progetto AgriTATA! Grande partecipazione di candidate dalla provincia di Cuneo
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artedì 21 febbraio si è svolta presso Coldiretti Piemonte, a Torino, la conferenza stampa di presentazione di AgriTATA, un progetto regionale di Coldiretti che mira all’accoglienza di bambini all’interno della casa nel contesto di una azienda agricola. Il progetto ha preso ispirazione da alcune aree del nord Italia, in particolare dal Trentino Alto Adige, dove il servizio di tagesmutter (mamme di giorno) ha, già da tempo, un notevole successo. Il desiderio di concretizzare anche in Piemonte tale servizio, voluto fortemente dal Patronato Epaca di Coldiretti nell’ambito della progettualità dell’agricoltura sociale, è nato dalla necessità di sopperire alle carenze della assistenza infantile, visto che nella nostra Regione oltre 900 comuni su 1200 non dispongono di alcun servizio per la prima infanzia sul proprio territorio. Coldiretti ha incontrato il sostegno convinto di ben tre assessorati regionali: Politiche Sociali, Formazione e Lavoro e Agricoltura, che – come ha ricordato l’Assessore Claudio Sacchetto in conferenza stampa- “ha dato un decisivo
impulso alla concretizzazione del progetto in virtù della sua attenzione alla multifunzionalità agricola e al bisogno di servizi dei territori rurali. Si tratta di un nuovo modo di collocare il ruolo dell’agricoltura nella società creando occupazione femminile in ambito rurale con idee innovative per combattere la crisi”. L’idea progettuale è nata nella Granda, insieme a Donne Impresa Coldiretti Provinciale: “le Agritate accoglieranno quotidianamente bambini dai tre mesi ai tre anni con un progetto pedagogico specifico che conterrà temi a
noi molto cari, come la scoperta della natura, della stagionalità e dell’eccellenze della nostra agricoltura – dichiara Delia Revelli, responsabile provinciale Donne Impresa – Il servizio avrà tra i suoi punti di forza la domesticità, la ruralità, la flessibilità dell’orario, la capillarità sul territorio e la personalizzazione, permettendo una reale conciliazione dei tempi della vita familiare e lavorativa e la generazione di nuove forme di reddito per le nostre imprese agricole. Un terzo delle 30 Agritate che prenderanno parte
al progetto provengono dalla provincia di Cuneo!”. La prima fase della sperimentazione prevede un percorso di formazione che si sta svolgendo a Torino e che le future Agritate dovranno seguire per prepararsi in maniera adeguata all’attività, che potranno avviare a partire dall’autunno. Per garantire un’adeguata preparazione il corso prevede 400 ore di formazione, di cui una parte teorica seguita da docenti specializzati e una parte pratica svolta in strutture abilitate per la custodia dei bambini da 0 a 3 anni. Al fine di collaborare
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AT T U A L I T À per una efficace gestione del progetto, a partire dalla formazione delle future Agritate, Coldiretti Piemonte ha siglato un accordo con l’Associazione Domus, che ha sede a Trento ed è leader nazionale nel settore. Il servizio sarà coordinato territorialmente attraverso un ente gestore con sede a Cuneo: “La nostra cooperativa – dichiara Andrea Launo, monregalese, presidente della cooperativa sociale Linfa solidale – avrà il compito di costituire il momento di raccordo operativo tra il progetto di Coldiretti Piemonte e le 30 operatrici che intraprendono l’iniziativa”. Il direttore di Coldiretti Cuneo e Piemonte Bruno Rivarossa sostiene che “Coldiretti come forza sociale attraverso questi progetti mira a garantire il presidio del territorio, anche attraverso servizi innovativi alla persona, cercando di favorire nuove opportunità occupazionali alle imprenditrici agricole in un’ottica di multifunzionalità. Le nostre imprese sono oggi proiettate al mercato, e al contempo costantemente attente ai bisogni della società. Coldiretti Piemonte cerca di interpretare al meglio queste nuove esigenze e di creare gli strumenti che consentano agli imprenditori di fornire risposte economiche anche nell’ambito sociale.” In Provincia di Cuneo avremo dunque presto la possibilità di vedere ben dieci Agritate all’opera, e ci auguriamo che il loro servizio nel tempo possa servire da modello per altre
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donne che vorranno seguire la loro strada nella Granda. Per maggiori informazioni, sia per le famiglie che vogliono usufruire
del servizio per i loro piccoli, che per le aziende agricole che vogliono intraprendere il percorso formativo, potete rivolgevi alla
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Giovani Impresa Coldiretti Piemonte all’assemblea “A Tutto Campo” a Verona
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na numerosa delegazione composta dagli imprenditori aderenti a Giovani Impresa Coldiretti Piemonte ha partecipato martedì 28 febbraio all’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa dal titolo “A tutto campo”, presso il Palazzo della Gran Guardia a Verona. L’appuntamento, in vista del Convegno Nazionale a Roma, ha coinvolto insieme agli under 30 piemontesi, imprenditori provenienti da Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia e Veneto. In Piemonte, le cifre non lasciano dubbi: cresce il numero dei giovani che investono il loro futuro nell’agricoltura e contribuiscono a realizzare il progetto nazionale di Coldiretti per “una filiera agricola tutta italiana”. Dal 2008 ad oggi, su circa 2000 richieste, sono stati 1400 i neo agricoltori che hanno beneficiato delle risorse previste dal Piano di Sviluppo Rurale per aprire un’azienda o ammodernarla. Sulle misure da adottare per lo sviluppo di una agricoltura che guarda al futuro, Dario Perucca, delegato regionale Giovani Impresa Coldiretti non ha dubbi: “Come associazione maggiormente rappresentativa
in Piemonte per i giovani attivi in agricoltura, il nostro principale obiettivo è quello contribuire ad un equilibrato sviluppo economico e sociale del territorio. Per questo, è necessario effettuare una riprogrammazione che consenta di pianificare interventi mirati e di concentrare le risorse disponibili su quelle misure che permettano la realizzazione degli investimenti e la spendibilità dei fondi. Bisogna assolutamente evitare che il mancato utilizzo possa condizionare negativamente la futura dotazione finanziaria del P.S.R. 2014-2020”. Aggiunge Paolo Rovellotti, presidente di Coldiretti Piemonte:
“In Piemonte, il ritorno dei giovani all’agricoltura rappresenta un fenomeno reale che Coldiretti monitora ed accompagna con un forte impegno nell’economico e nella stipula di contratti di filiera, al fine di garantire sbocchi certi a tutte le imprese agricole e , in particolare modo, a quelle condotte dai giovani”. Nel mondo dell’agricoltura i giovani di oggi sono già protagonisti: la loro presenza alla grande assemblea di Verona testimonia il loro impegno e dà voce alla loro esperienza concreta, di ogni giorno, nel grande progetto di Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana. m
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Il Corsivo del Coltivatore Comprare da chi produce
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così si è scoperto che l’acquisto diretto dal produttore piace all’italiano medio. Si è preso, finalmente, atto di un orientamento cresciuto in sordina, poco alla volta, superando idee preconcette e privilegiando, per l’alimentare, criteri di freschezza, genuinità, stagionalità e buon rapporto qualità – prezzo. Questo per merito dei consumatori, ma anche dei produttori che han capito come la loro attività di vendita sia caratterizzata da elementi diversi rispetto alla rete distributiva tradizionale. Sanno di metterci la faccia, di essere chiamati a garantire, in prima persona, la merce offerta, di dover attestare che l’hanno ottenuta in azienda, di conoscerne i pregi ed, eventualmente, anche i difetti, di averla conservata ed “accompagnata” sino al confronto con l’acquirente. Ammettono di non dover necessariamente fare i conti con spese quali l’affitto dei locali o il sistema fiscale valido per i titolari di negozio e di trovarsi ad accettare i limiti imposti dal succedersi delle stagioni e
dall’offerta del territorio. Niente banane, dunque, niente ananas, niente pomodori a Natale, ma tante mele di varietà diverse, pere e kiwi, accompagnate da ortaggi a lunga conservabilità, come patate, fagioli secchi, carote e cavoli o insalati e aromi cresciuti in serra, miele, formaggi e semilavorati, con l’aggiunta delle voci del momento. Il tutto a un prezzo che li compensi delle fatiche, delle spese di viaggio verso le aree mercatali specifiche, delle ore dedicate al confezionamento ed alla collocazione dei prodotti. A conti fatti, i prezzi risultano buoni, tanto da indurre all’acquisto. Determinante, per il successo dell’operazione, l’accresciuto livello di maturità del cliente, libero, finalmente dalle sirene del “grande, lucido e fuori stagione” a tutti i costi e capace di scegliere tra sostanza ed apparenza. Occhio, però, a gestire bene il tutto. Basta qualche cedimento alla voglia di strafare, aumentare i prezzi o lasciarsi andare a qualche piccolo espediente non chiaro perché l’immagine creata con tanta sapiente buona volontà e professionalità finisca in briciole ed il commercio tradizionale di negozio si riprende il terreno perso. m Bastian Contrari
L’agriturismo “Pianbosco” di Farigliano finalista al Premio Ospitalità Italiana
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a vacanza in agriturismo è sempre più premiata dalle scelte dei turisti, che prediligono l’atmosfera familiare e amano coniugare nella loro vacanza ideale i prodotti agroalimentari di qualità e le diverse iniziative che le strutture propongono, ideali per chi viaggia in famiglia, appositamente studiate anche per i più piccoli. Per questo, assume ancora più rilevanza il Premio “Ospitalità italiana”, organizzato dall’Istituto nazionale ricerche sul turismo e da Unioncamere che conferisce il marchio di qualità a tre strutture ricettive a livello nazionale, appartenenti alle categorie alberghi, ristorazioni ed agriturismi. il livello di gradimento della clientela è stato il metro di giudizio nell’assegnazione del Premio. L’agriturismo “Pianbosco” di Farigliano, inaugurato 26 anni or sono, si è classificato secondo a livello nazionale, rivelandosi tra i più graditi per la qualità dei servizi offerti rispetto agli 802 agriturismi in gara. I suoi proprietari sono Gualtiero Revelli, sindaco di Belvedere Langhe, e suo fratello Luciano, (nella foto insieme al presidente di Coldiretti Cuneo, Marcello Gatto). m
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Anche per il settore apistico Coldiretti chiede interventi urgenti alle istituzioni
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e temperature rigide e, in particolare, le gelate, hanno causato ingenti danni anche al settore apistico. In particolare, si stima che la morìa delle api abbia interessato circa il 30 per cento degli alveari. A concorrere al fenomeno, una serie di concause: un inizio d’estate 2011 freddo e siccitoso, che ha interessato i mesi di giugno e luglio, ha comportato raccolti scarsi per il miele di castagno di alta montagna e quasi assenti per la melata. Inoltre, alla produzione minima si è accompagnata una sensibile diminuzione nella riproduzione delle api.
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In seguito, le temperature più elevate nella tarda estate e un inizio di inverno mite hanno permesso alle “famiglie” di riprendersi, e il numero delle api negli alveari si è pressoché normalizzato, “ma la situazione già compromessa dall’andamento
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climatico dell’anno scorso, si è ulteriormente aggravata quando sono arrivate le temperature sotto zero di fine gennaio, che hanno raggiunto anche livelli di -22/23°C”, dice Pier Giuseppe Abrate (nella foto), membro di giunta provinciale con delega al settore apistico. Con la morìa delle api, viene messa in discussione anche la produzione del miele primaverile, in particolare quello di acacia e di tarassaco, ma non solo: non va dimenticata l’importanza delle api per l’impollinazione delle piante da frutta e dei fiori, con ripercussioni da non sottovalutare per le voci più
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importanti dell’agricoltura cuneese. “Con una lettera indirizzata alla Regione, alla Provincia e ai Comuni maggiormente interessati – concludono Marcello Gatto e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Cuneo – Coldiretti ha chiesto di delimitare le zone più colpite, in modo da poter attivare l’iter previsto dal D.lgs. 102 del 2004 e chiedere un intervento straordinario e specifico per gli apicoltori. La preoccupazione è che, se non viene al più presto ripristinato il patrimonio apistico, a pagarne le conseguenze sarà l’intero comparto agricolo”. m
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LETTERE
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La Posta del Coltivatore CACCIA E REFERENDUM: L’INCAPACITA’ DI GUARDARE LONTANO Egr. Direttore, come tutti hanno saputo dopo che il TAR Piemonte aveva emesso la Sentenza con la quale imponeva alla Regione Piemonte, ed in caso di inadempienza al Prefetto di Torino, il compito di definire la data ed indire il Referendum “sulla caccia”, questo è stato indetto per il 3 giugno. Si farà quindi dopo una lunga battaglia legale il Referendum. Ciò che è accaduto in questi mesi mette in carico all’Assessore la responsabilità di ciò che è successo, che credo grave, qualunque siano le valutazioni sul merito del referendum. Credo sia grave che il Piemonte sia chiamato a spendere 20 o 25 milioni di euro per manifesta incapacità di chi era chiamato a gestire la situazione, in un periodo nel quale si tagliano fondi ai non autosufficienti e alla spesa sociale in genere, ai trasporti e alla scuola e all’università ed in tanti altri settori. Credo sia grave • che la Regione Piemonte, affidata in questo all’Assessore Sacchetto, dopo la sentenza della Corte d’Appello, non impugnata e quindi divenuta esecutiva, del dicembre del 2010, sia rimasta praticamente immobile per un anno, come
se la cosa non la riguardasse, nonostante i solleciti • che sia stata avviata nell’autunno 2011 la discussione sulle modifiche alla Legge 70/96 nella convinzione che la Giunta ci avrebbe presentato una proposta per affrontare le questioni poste dai quesiti referendari e che invece l’Assessore ci abbia presentato, solo a fine gennaio 2012, una proposta che va però nella direzione esattamente opposta • che tutta la gestione della vicenda sia avvenuta nelle segrete stanze e con pochi intimi, senza la possibilità di un minimo di confronto reale • che ad oggi ancora non si sappia se e quando la Commissione sarà riconvocata e con quali prospettive, per eventualmente decidere come continuare il lavoro. Sono convinto e non da ora, che la caccia, se ben governata, possa
essere strumento importante della gestione della fauna e del territorio; ho sempre creduto nella necessità di equilibrio e di ponderatezza, vedo invece purtroppo crescere opposti massimalismi, e questo non farà bene né alla caccia, né alla fauna, né al territorio. Alcune modifiche alla legge erano necessarie ed erano anche ampiamente condivise, altre a mio giudizio non sono né utili né condivisibili. Non è a mio giudizio condivisibile la norma che dà alle aziende agrituristico – venatorie la possibilità di allevare cinghiali, ancorché nell’ambito di aree recintate “situate preferibilmente in Comuni montani, collinari, svantaggiati o depressi”, possibilità introdotta con un emendamento dall’Assessore Sacchetto che ha presentato e fatto approvare dalla sua Maggioranza. Nei mesi passati, abbiamo ripetutamente denunciato i danni ingenti che i cinghiali stanno provocando all’agricoltura, ma non solo ad essa (mi riferisco a quelli causati dagli attraversamenti stradali) e ora la maggioranza ha presentato e votato in Commissione un emendamento che va nella direzione esattamente opposta. Come credo non fosse il momento di introdurre 9 nuove specie cacciabili, ampliando i periodi e i carnieri e rendendo
PRESENTI
IN FIERA
A SAVIGLIANO
meno restrittive tutte le norme sull’attività venatoria, oltre ad inserire, con un ulteriore emendamento, anche una deroga sulla migratoria, che è in contrasto con le norme UE. Credo non fosse opportuno soprattutto dopo aver modificato le norme sul controllo delle specie nocive e dannose, aprendo ad interventi sia di agricoltori che di cacciatori. Continuo ad essere convinto fosse possibile trovare altre strade per migliorare la caccia e per evitare di spendere 20 o 25 milioni di euro per celebrare un referendum che inevitabilmente porterà allo scontro degli opposti estremismi, su una materia, la gestione della fauna e con essa della caccia, che richiederebbe invece grande equilibrio e grande concretezza. Prendo atto con rammarico che è invece prevalsa ancora una volta l’ideologica vocazione allo scontro, da parte di opposte fazioni, convinte tutte di avere tutte le ragioni, e che le Istituzioni preposte, invece di costruire sintesi e di gestire con equilibrio, in vista di un superiore interesse generale, hanno scelto di schierarsi su una posizione di parte, che comunque vadano le cose, non farà bene né alla caccia, né all’agricoltura, né all’ambiente. Mino Taricco Consigliere Regionale
LETTERE 50 anni fa nasceva lo stabilimento Michelin Egr. Direttore, in qualità di vostro iscritto e pensionato Michelin, ho ritenuto opportuno scrivervi per far rilevare che, 50 anni fa, da pochi mesi erano stati avviati i lavori per la realizzazione dello stabilimento Michelin di Ronchi. Ho pensato che ricordare tale avvenimento, pur riguardando la più grande iniziativa industriale della zona, ben si addicesse alla vostra rivista agricola per le importanti ricadute positive originatesi, da allora in poi anche su tutto il comparto agricolo, per “aver molto aiutato ed integrato i frutti della terra cuneese”! Il silenzio sulla ricorrenza dei 50 anni dall’avvenimento, osservato dai giornali locali e non, in modo pressoché generalizzato; la mancanza di analisi e confronti sull’evoluzione delle condizioni di vita delle famiglie e di lavoro della popolazione attiva; costituiscono, dispiace dirlo, un esempio di disinformazione ed una mancanza di sensibilità nei confronti di tanti “testimoni conterranei” ancora attivi o già in pensione! Al contrario ha destato sorpresa e molta soddisfazione, l’aver saputo che, un Parroco dell’Oltre Stura, nel giorno del ringraziamento, ha citato l’evento come “speciale motivo di ringraziamento, di ricordo e di riflessione sul cammino compiuto….” L’insediamento Michelin, iniziato nel 1961 e seguito anche da quelli della Vetreria di Vernante e della Vestebene, dava il via, per il territorio cuneese, al programma di industrializzazione fortemente perseguito dal Sindaco Delpozzo e dalla Amministrazione Comunale con l’obiettivo di: • creare in zona nuove possibilità di lavoro; • fermare il progressivo esodo di giovani e meno giovani fuori provincia e regione; • elevare i livelli di reddito delle famiglie cuneesi. L’equilibrata industrializzazione del territorio cuneese realizzata dall’inizio degli anni ’60 in poi ha creato le condizioni per un
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progresso collettivo, come mai si era verificato nella storia di questo nostro amato angolo di mondo. La ricorrenza di eventi vissuti, come questi, non possono e non devono passare inosservati od esaurirsi nel nulla …., ma dovrebbero essere celebrati dalle istituzioni e dai cittadini per: • rinnovare il ricordo rendendo onore ai protagonisti (Autorità dell’epoca, Aziende tutt’ora operanti, Gente cuneese); • ricordare gli eventi; • riflettere sulle esperienze vissute, anche per individuare meglio la strada che ci resta da percorrere apportando le eventuali correzioni di rotta! Un pensionato Michelin Lupo: Trasformiamo il problema in un’opportunità Egr. Direttore, mi son deciso a scrivervi dopo la doppia pagina della posta del numero 3 dedicata al lupo. E lo faccio per fare l’avvocato del diavolo, anzi del lupo. Trovo completamente sbagliata l’impostazione del sig. Allocco, che voi fate vostra, riassumibile nella frase “o uomo o lupo”. Sbagliata perché in altri luoghi del nostro paese, l’Abruzzo, il lupo non se n’è mai andato ma l’uomo ha continuato a vivere sui monti, a pascolare greggi, ad operare nel turismo che anzi è stato incrementato dalla presenza del predatore. Sbagliata perché queste montagne sono già state depredate di tutto, togliamoci anche l’ambiente, così non resterà nulla. Siamo meno bravi degli abruzzesi? Nello stesso numero Bastian Contrari prende giustamente in giro la gente del centro – sud non abituata alla neve, noi vogliamo farci prendere in giro dai montanari del Gran Sasso e della Maiella perché non siamo abituati al lupo? Trovo che dalle nostre parti ci sia la tendenza a trasformare le opportunità in problemi, mentre bisognerebbe fare il contrario. Invece di pensare a come eliminare il lupo, pensiamo a come sfruttarlo a
favore dei residenti. Ad esempio organizziamo dei sentieri “del lupo”, la gente pagherà per farsi accompagnare dai pastori nella speranza di vedere il grosso canide. Avremo così un turismo più attento al territorio, non il turismo delle costine che va adesso per la maggiore, aiutato da parcheggi gratuiti e sostenuto da gente che in montagna viene solo per lasciare rifiuti. I signori Baracco hanno invece centrato il problema, i problemi della montagna sono ben altri che il lupo. Dopo decenni di incuria, di cattiva amministrazione, di investimenti assenti e sbagliati, primi fra tutti gli impianti per lo sci, quasi sempre in perdita, si vuol dare la colpa al lupo per l’abbandono delle montagne. E poi come volete affrontare il problema? Sparando? Col sistema adottato finora per cinghiali e altri ungulati che continuano a fare come vogliono? Su
questo punto non siete mai espliciti, continuate a richiedere interventi ma non specificate quali. Infine in montagna non ci sono solo pastori, ci sono anche gli agricoltori. Io coltivo erbe officinali e ovviamente i miei antagonisti sono altri, cioè i caprioli, andati aumentando negli ultimi anni. È una gara di astuzia con le simpatiche bestiole che hanno imparato a superare i recinti elettrificati, ma non per questo penso di eliminarli o chiedo interventi dall’alto o affermo “o l’uomo o il capriolo”. Vediamo perciò di studiare soluzioni che permettano la convivenza, magari andando ad imparare dagli altri, perché ogni volta che togliamo qualcosa dal nostro ambiente, che siano lupi, caprioli, alberi, insetti, ecc. lo impoveriamo e visto che ci viviamo anche noi impoveriamo noi stessi. Mario Bioletti
Coldiretti rivendica il diritto ad allevare e coltivare La ringraziamo per l’apporto di idee che lei ci ha espresso. Circa le metodologie di contenimento del lupo, così come degli altri selvatici da lei citati, non sta a Coldiretti l’individuare le formule da attuare. Una cosa è certa, dopo i cinghiali, i caprioli, i cervi, i daini, le nutrie, i ghiri, ora anche il lupo. Coldiretti vuole difendere chi, come lei, sulla terra vive e lavora e non può accettare la calamità del lupo come quella degli altri animali selvatici. Se poi, in alcune zone, qualcuno è riuscito a trasformare il problema in opportunità economica per i residenti, ben venga purché non si calpesti il diritto di fare impresa agli allevatori. Le foto qui pubblicate rappresentano la predazione avvenuta due settimane fa ad Ormea, nel gregge del signor Massimiliano Baldo, si presume ad opera del lupo, in un momento in cui la Regione sta ridefinendo i criteri di indennizzo e di smaltimento dei capi predati. Immagini come queste parlano da sole.
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Fare impresa oggi: una sfida per i giovani imprenditori
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giovani imprenditori della provincia di Cuneo hanno accolto con interesse la possibilità di partecipare ad “Accettare la sfida di fare impresa oggi”, un corso base organizzato da Giovani Impresa Coldiretti in collaborazione con Inipa Piemonte, atto a formare i protagonisti del futuro che intraprendono la strada dell’imprenditoria agricola. Il corso ha trattato temi quali il progetto economico di Coldiretti, gli sviluppi e gli accordi di filiera, le nuove opportunità assicurative, l’accesso al credito e le tecnologie informatiche per la gestione della comunicazione aziendale, tutto seguito dai responsabili dei progetti Coldiretti e da docenti esterni di prestigio.
Il corso gratuito, suddiviso in due giornate, ha visto partecipare molti giovani provenienti da tutta la provincia che hanno, per la prima volta, intrapreso
un discorso di formazione nel programma tutto per i giovani che Coldiretti ha creato per loro. “E’ stato molto interessante poter condividere con i coetanei
le problematiche relative alla gestione di un’azienda agricola – dichiara Mattia Marengo, giovane ventiduenne di Fossano – e inoltre abbiamo potuto meglio comprendere la struttura di Coldiretti e le progettualità rivolte a noi giovani. Sono molto contento di aver partecipato perché è stato sicuramente stimolante per migliorarci sempre nella gestione della nostra azienda agricola!” Il delegato provinciale Dario Perucca ritiene che il corso sia stata “un’occasione fondamentale per conoscere nuovi imprenditori in erba e per accompagnarli nella loro crescita, guardando al futuro: molti di essi potranno essere punti di forza e di riferimento per Giovani Impresa Coldiretti”. m
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In un’economia globale, dove le dinamiche si evolvono con grande velocità... Un incontro tutto originale per i giovani e... non solo
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iovani Impresa Coldiretti ha organizzato un meeting, una tavola rotonda, che si terrà giovedì 22 marzo presso la Sala Incontri della Fondazione CRC in Via Roma 17 a Cuneo alle ore 9,30. L’espressione bogia nen in italiano letteralmente non ti muovere, è un soprannome popolare che si riferisce ai piemontesi e che ha due accezioni: quella più diffusa e conosciuta probabilmente da tutti si riferisce a una presunta passività dell’individuo, mentre quella originale fa riferimento ad un temperamento caparbio e ad un carattere che possiede fermezza e determinazione. Pare che l’espressione abbia origine da un episodio di guerra del 19 luglio 1747, data in cui le milizie piemontesi, guidate dal colonnello Novarina, resistettero all’attacco francese per cinque ore dopo l’ordine
“nojàutri i bogioma nen da çi” (noi non ci muoviamo da qui). Negli anni, poi, il termine prese un’accezione negativa indicando le persone non predisposte al cambiamento e troppo ferme sulle loro posizioni. I piemontesi sono molto spesso definiti
realtà imprenditoriali agricole vantano giovani che non sono passivi e statici, ma ricchi di spirito di iniziativa e propensione all’innovazione” dichiara Dario Perucca, delegato Giovani Impresa Coldiretti Cuneo. L’originalità dell’incontro del
...Quanto corrono i Bugia nen? bogia nen (in riferimento ai militari settecenteschi) ma Giovani Impresa Coldiretti vuole dimostrare che i giovani imprenditori cuneesi non lo sono affatto, ma bensì corrono veloci cercando di “saltare” gli ostacoli che la crisi economica pone sul percorso. “Le attuali
22 marzo starà nel fatto che verranno alternati momenti di interviste dirette e filmati realizzati precedentemente presso aziende che sono state particolarmente all’avanguardia e sono riuscite a rilanciare la propria realtà aziendale in un mercato così difficile come
quello attuale. Un punto fondamentale in cui Coldiretti crede, si traduce nel far sì che l’appuntamento sia occasione per elaborare con i giovani nuove strategie economiche e far partecipare loro stessi alla vita organizzativa del gruppo. “L’idea di creare un’occasione per radunare tutte le aziende giovani del cuneese, è nata proprio dal Comitato Giovani Impresa – dichiara Daniele Caffaro, segretario provinciale Giovani Impresa – credo sia un ottimo momento per condividere problematiche e cercare soluzioni confrontandosi tra coetanei”. Non è il tradizionale convegno, dunque, ma un’occasione originale per comprendere come, in un mondo fortemente globalizzato, i giovani scelgano di rimanere in Italia ed investire ancora in agricoltura. Giovani Impresa vuole dimostrare che ci sono nuove leve coraggiose e pronte a sfidare le difficoltà pur di mantenere salde le radici nel territorio di origine, sinonimo inoltre di valori, tradizione e cultura. m
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A Savigliano dal 16 al 18 marzo a
31 Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola
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a trentunesima edizione della Fiera della Meccanizzazione agricola si svolge dal 16 al 18 marzo a Savigliano: anche quest’anno i numeri che la riguardano sono di tutto rispetto e comunicano ai visitatori quanto l’appuntamento annuale sia atteso e rappresenti un momento di scambio, conoscenza e innovazione per il settore agricolo. Nell’Area Fieristica di Borgo Marene, uno spazio espositivo di 46 mila mq accoglie circa 350 espositori di attrezzature e macchinari agricoli nuovi e usati, per la pianura, la collina, la montagna, il giardinaggio e le
concessionarie di autovetture. Questa edizione sarà incentrata sulla sostenibilità, tema a cui la Fiera dedica ampio spazio,
riconoscendo che il progresso non passa solo dallo strumento e dalle tecniche innovative ma anche dalle modalità con cui
interagisce con la terra. Tutto ruoterà intorno ai concetti di innovazione eco-compatibile attraverso un’analisi attenta di strategie, sia quelle proprie “italiane”, sia quelle estere in una globalizzazione propulsiva, rispettosa delle singole realtà. Inoltre, alla sua 4° edizione, l’area EcoTech accoglie aziende operanti nel settore delle energie alternative, rinnovabili, biogas e soluzioni ecologiche sempre più in linea con il settore agricolo. Approfondimenti speciali sono dedicati alle colture idroponiche. In Area Ecotech è allestita una serra di circa 10m x 10 con all’interno
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una riproduzione del metodo di coltivazione idroponica (coltivazione fuori suolo). Questa iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Richel Group (EygalieresFrancia), la P.Tre di Lecco e la Società Ortogranda Soc. Coop. di Bra, cooperativa di imprenditori agricoli della zona di Bra (CN) nata con il preciso scopo di commercializzare e valorizzare i prodotti orticoli delle cinque aziende associate. Altro interessante progetto, che viene proposto per la seconda volta, è quello del Business to Business, in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo ed il Centro Estero Alpi del Mare (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Cuneo): il 15 marzo operatori esteri di Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca incontrano presso la sede universitaria della città, alcuni costruttori del Piemonte, in particolare della provincia di Cuneo. Una grande attenzione ai temi di maggiore
rilievo per il settore, sviluppati attraverso incontri e dibattiti che inizieranno già qualche giorno prima della manifestazione e continueranno fino alla chiusura. Sabato 17 marzo verranno approfonditi temi legati alla PAC con la Coldiretti di Cuneo nel convegno “La Pac 2014 e la filiera agricola italiana”. La ditta Rota Guido presenta, come nella passata edizione, le visite gratuite ad un nuovo impianto di Biogas dell’Azienda Menè di Cavallermaggiore. Molti
eventi collaterali animano la manifestazione a cominciare dallo spettacolo “Le quattro stagioni”, una performance teatrale con monologo di Emanuele Arrigazzi e video proiezioni accompagnata da musica jazz che va in scena giovedì 15 marzo presso la Crusà Neira alle 21. Nella cornice del Museo Civico Antonino Olmo sono esposti riproduzioni in miniatura di trattori ed attrezzature agricole provenienti da collezionisti ed
associazioni di appassionati. Oltre ai modelli vengono anche esposti documenti e fotografie inerenti al tema dell’agricoltura e meccanizzazione agricola in provincia di Cuneo; la mostra è curata da Paolo Flesia. La 31a Edizione della Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola propone ai propri espositori il rinomato Concorso delle Novità Tecniche. Altra iniziativa frutto di sinergie sul territorio è il concorso Terra = Ricchezza. Riservato agli studenti degli istituti tecnici e professionali agrari il concorso è giunto ormai alle sua 5° edizione; al centro i temi della meccanizzazione agricola semplici, innovativi e sostenibili dedicati ai paesi in via di sviluppo con poche risorse economiche. La premiazione si svolge sabato 17 alle ore 11 in area fieristica, presso lo stand A.R.PRO.M.A. Per chiunque desiderasse informazioni ed aggiornamenti: www. fierameccanizzazioneagricola.it m
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PAC dopo il 2013 e progetti di filiera: a che punto siamo? Coldiretti lo illustra in un convegno alla Fiera della meccanizzazione
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AC 2014 e la filiera agricola italiana”. Saranno questi i temi al centro del convegno organizzato dalla Coldiretti locale di Savigliano, in collaborazione con il Comune e l’Ente Manifestazioni, nell’ambito della Fiera nazionale della meccanizzazione in programma sabato 17 marzo. Argomenti oggi più che mai di attualità per la nostra agricoltura, chiamata oggi a competere in un contesto di mercato globalizzato e fortemente caratterizzato da una notevole volatilità dei prezzi. Quando si parla di volatilità si potrebbe pensare a variazioni del 20-30%, che sono già elevate. Invece in questi ultimi anni si è assistito a variazioni anche del 100% da un anno e l’altro. Uno dei principali obiettivi della futura
Politica Agricola Comune, così come la progettualità promossa da Coldiretti de una “Una filiera agricola tutta italiana” vanno proprio nella direzione di dare alle imprese agricole un ventaglio di strumenti che possano attenuare in qualche modo questo andamento altalenante dei prezzi. Un fenomeno che, se non controllato, comporterebbe
seri rischi alle imprese agricole, impendendo loro una qualsiasi minima forma di programmazione anche solamente nel breve termine. Paolo Magaraggia, Responsabile mercati agricoli per la Rappresentanza per le relazioni internazionali di Coldiretti, farà il punto della situazione sulla futura riforma della PAC 20142020, una delle principali questioni attualmente in discussione a Bruxelles. Dopo la presentazione, lo scorso 12 ottobre, delle prime bozze di regolamento da parte della Commissione europea ora tocca all’Europarlamento analizzare i testi legislativi e lavorare per apportare le necessarie migliorie. Da una prima analisi delle attuali bozze, la Commissione ha proposto anche alcune interessanti novità, sia per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito e di regolamento del mercato (I pilastro), sia per le misure finalizzate allo sviluppo
rurale (II pilastro). Proprio sul II pilastro sono previsti interventi mirati alla competitività delle imprese, anche in un’ottica di concentrazione dell’offerta e di una maggiore efficienza della filiera. Strada quest’ultima intrapresa in questi ultimi anni da Coldiretti attravreso “Una filiera agricola tutta italiana”. Franco Ramello, Responsabile economico Coldiretti Piemonte illustrerà quelli che sono i progetti avviati sul territorio, e che hanno portato la stipula di importanti accordi di filiera tra la parte agricola e alcuni gruppi industriali. Il denominatore comune delle progettualità è la seguente: programmazione delle produzioni, definizione della remunerazione con una ripartizione equa del valore aggiunto, e soprattutto il territorio quale elemento di competitività e distintività. Il convegno si tiene sabato 17 marzo, dalle ore 10.00, presso Crusà Neira – Piazza Misericordia – Savigliano (CN). L’ingresso è gratuito. m
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Lavori forestali: corsi a cura dell’Inipa Formazione ed aggiornamento per chi opera nel settore
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dell’azienda e di addetto Antincendio per aziende a rischio basso. Tali qualifiche permettono di assolvere gli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro anche nel caso in cui l’impresa assuma del personale dipendente. I partecipanti ai corsi sono le imprese agroforestali e forestali; al termine del ciclo di lezioni obbligatorie per il conseguimento della qualifica è prevista una lezione specifica sulla normativa di interesse forestale, in modo da fornire ai partecipanti un
quadro chiaro dell’ambito normativo in cui devono svolgere la propria attività e soprattutto illustrare i contenuti del nuovo regolamento forestale, entrato in vigore il 22 settembre 2011. Il nuovo regolamento forestale contiene i principi base per l’applicazione di una selvicoltura volta ad una gestione forestale sostenibile demandando al tecnico forestale ed agli operatori professionali qualificati la gestione del bosco; dal punto di vista operativo la possibilità di gestire in modo più semplice
le attività forestali rappresenta una semplificazione, ma richiede una maggiore assunzione di responsabilità professionale agli operatori ai quali quindi, devono essere forniti tutti gli elementi di base necessari a gestire l’attività forestale nell’alveo delle norme di settore. Durante i corsi saranno trattate, oltre alle materie relative alla sicurezza del lavoro e quelle di stretto interesse forestale, anche aspetti relativi all’organizzazione del lavoro in bosco e alla fiscalità del settore. m www.tec-artigrafiche.it
n base al nuovo regolamento forestale, entrato in vigore il 20 settembre scorso, dal 1° giugno 2013 tutti gli operatori che eseguono o intendono eseguire interventi su superfici forestali maggiori di 5000 mq devono possedere, tra l’altro, un attestato di partecipazione ad un corso di aggiornamento o formazione rispondente ai requisiti di cui al Decreto legislativo 81/2008 (norme in materia di sicurezza sul lavoro). Nell’ambito delle attività formative, l’Inipa di Cuneo ha organizzato 3 corsi di aggiornamento rispondenti ai criteri richiesti dal regolamento forestale. I corsi sono iniziati lo scorso 14 febbraio e sono in svolgimento a Saluzzo, Cuneo e Mondovì. Il corso, oltre a conferire un attestato valido ai sensi del regolamento forestale, permette di conseguire la qualifica di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione
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Monti che interessano l’Italia nell’ultimo periodo, in secondo luogo è stata presentata l’assicurazione contro gli infortuni che Federpensionati con Green e Fata Assicurazioni ha pensato proprio per i Pensionati, invitando i partecipanti a rivolgersi alle zone per maggiori informazione ed eventualmente sottoscrivere
l’assicurazione stessa. Molto importanti i nuovi progetti del Sociale di Coldiretti quali “A Casa/Chez Soi” riguardante il mantenimento della domiciliarità degli anziani nelle zone montane e pedemontane, il progetto “badanti”, il progetto “buono 2 volte” che prevede l’inserimento di persone disabili in aziende
agricole ed il nuovo progetto “Agritata” per il quale si parla di una forma di accoglienza di bambini all’interno della famiglia e della casa nel contesto dell’azienda agricola. Alla riunione della Zona di Fossano abbiamo raccolto le impressioni di tre componenti del Consiglio Provinciale dei Pensionati: si
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i sono concluse con successo le riunioni dei dirigenti dell’Associazione Pensionati che hanno visto grande partecipazione ed interesse in tutte le zone. Gli argomenti trattati sono stati molteplici, primo fra tutti un aggiornamento sulle riforme pensionistiche del Governo
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retti a confronto
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tratta di Michelangelo Sacchetto di Centallo, Romolo Massano e Mario Massimino entrambi di Sant’Albano Stura. “Sono molto importanti questi momenti aggregativi – dichiarano Michelangelo Sacchetto e Romolo Massano – in cui si ha la possibilità di comprendere meglio tutte le novità a favore
degli anziani e le progettualità che Coldiretti mette in atto per la nostra categoria” mentre Mario Massimino aggiunge che “è utile sentirsi parte di un gruppo e il fatto di riunirsi periodicamente crea una situazione di scambio e di confronto con i Dirigenti che condividono le stesse esigenze”. Hanno partecipato
agli incontri, Lorenzo Bergese, Natale Carlotto, Marcello Cavallo, i Presidenti di Zona ed i Segretari di Zona Coldiretti. “Durante le riunioni si possono discutere problematiche relative alla categoria dei pensionati – dichiara Lorenzo Bergese, presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti Cuneo – ed
è utile raccogliere esigenze ed istanze che saranno basilari per concretizzarne la risoluzione”. Per qualunque informazione in merito agli argomenti trattati durante le riunioni potete rivolgervi agli uffici zona o alla Segreteria Provinciale Pensionati Coldiretti al n. 0171.447287. m
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Convegno Asprocarne a Fossano
Carne bovina: tendenze del mercato
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internazionale con riferimento alle dinamiche di cambiamento nel medio-lungo periodo. L’occasione è stata utile inoltre per un focus di analisi sui principali fattori critici di successo, con particolare
riferimento alle relazioni industriali e alla differenziazione dell’offerta. Relatore dell’evento è stato il dott. Claudio Federici, responsabile dell’area mercati di ISMEA l’Istituto di servizi per il
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i è svolto venerdì 17 Febbraio a Fossano, il convegno organizzato dall’Asprocarne Piemonte, in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Cuneo, dal titolo “l’evoluzione del mercato della carne bovina: quali strategie per governare il cambiamento?” Nel convegno, che ha visto la partecipazione di un folto pubblico rappresentato sia da allevatori che da tecnici Agronomi, sono stati sviluppati i temi di più stretta attualità riguardanti il mercato della carne bovina, analizzando le tendenze in atto sul mercato nazionale ed
Mercato Agricolo e Alimentare, con cui Asprocarne da anni ha intrapreso una proficua collaborazione allo scopo di fornire ai propri associati il maggior numero di informazioni in merito all’andamento del mercato della carne bovina. È seguito l’intervento del presidente di Asprocarne Piemonte, Mario Panero, che ha evidenziato come, sempre di più, gli allevatori debbano confrontarsi con un mercato della carne bovina che è diventato di fatto di portata mondiale e, dunque, sarà necessario rendere ancor di più efficienti e produttivi gli allevamenti. Infine è intervenuto il presidente della Coldiretti di Cuneo Marcello Gatto, il quale ha sottolineato come sia utile intervenire verso il consumatore a favore di un consumo consapevole della carne bovina e quanto sia necessario e indispensabile per il settore riportare il potere contrattuale in mano ai produttori. m
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Fattorie Didattiche crescono: attente al presente e proiettate al futuro
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e Fattorie Didattiche, negli ultimi tempi, hanno rafforzato la loro funzione sociale: sono vere e proprie imprese agricole, attente all’ambiente e alle esigenze dei consumatori, attrezzate per offrire momenti di approfondimento per i ragazzi delle scuole, ma anche per le famiglie che, in questo modo, si avvicinano all’agricoltura. La formazione dei bambini è anche veicolo per “arrivare” agli adulti che fanno parte della loro vita familiare: il bambino acquisisce, imparando sul campo, informazioni relative alla stagionalità dei prodotti, alla filiera corta del KMØ e alla tipicità, diventando in futuro un consumatore molto attento e consapevole delle sue scelte alimentari. La Coldiretti ha pensato, in collaborazione con Inipa Piemonte, ad un corso avanzato per le Fattorie Didattiche che già operano nel settore, un
momento di confronto atto a discutere sulle problematiche condivise e a creare sistema, rafforzando l’omogeneità del servizio provinciale. Inoltre, al fine di informare le aziende che invece si affacciano sul progetto e vogliono compiere tale scelta imprenditoriale, Coldiretti ha organizzato, in collaborazione con Inipa Piemonte, un corso base sulle modalità per intraprendere tale strada. m
Inflazione: Coldiretti, balzo verdure (+8,6%) per neve e gelo
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ue settimane di neve e gelo sui quali si sono innescati anche fenomeni speculativi hanno spinto i prezzi delle verdure dell’8,6 per cento che insieme all’incremento di benzina (+18,7 per cento) e gasolio da autotrasporto (+25,4 per cento) hanno fatto volare il carrello della spesa (+4,5 per cento) al top dal 2008. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat sulla risalita al 3,3 per cento dell’inflazione a febbraio che sono stati fortemente condizionati dal grande freddo. Incrementi rispetto allo scorso anno si anche per la carne bovina (+ 2,7 per cento), per la pasta con +2,3 per cento e soprattutto caffè (+14,7 per cento) mentre sono diminuiti i prezzi della frutta (–2,3 per cento). m
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Nuova PAC: le principali proposte della Commissione Europea
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estremamente differenziate sul piano economico e sociale; e soprattutto, sarà varata nel quadro del nuovo processo di codecisione tra Consiglio dei Ministri dell’agricoltura e Parlamento europeo, che affida a quest’ultimo un ruolo molto più importante rispetto a quello semplicemente consultivo che aveva in passato. In questi mesi, e per tutto il 2012, si giocherà la partita decisiva per arrivare alla definizione di tutti i sette regolamenti comunitari che compongono la futura PAC, apportando soprattutto tutti quei correttivi necessari a migliorare le bozze presentate dalla Commissione lo scorso ottobre. Un altro importante dibattito verrà affrontato a Bruxelles nei prossimi mesi per capire come si evolverà la futura PAC: quale sarà il nuovo quadro finanziario pluriennale 2014-2020, ovvero quante risorse saranno disposti a stanziare gli Stati membri per le future politiche comunitarie e soprattutto per la PAC? La stessa
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l 12 ottobre 2011, dopo un lungo e articolato dibattito voluto e gestito in prima persona dal Commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, la Commissione Ue ha presentato all’Europarlamento le prime bozze dei testi legislativi sulla Politica Agricola Comune (PAC) che contraddistinguerà il periodo successivo al 2013, fino al 2020. Si tratta della quinta riforma che la PAC subisce nel giro di soli vent’anni, a testimonianza della obiettiva difficoltà di trovare un assetto stabile e definitivo per una politica articolata e complessa come è la stessa PAC, ma anche della sua grande capacità di adattamento. L’attuale processo di riforma proposto dalla Commissione europea si muove nel segno della sostanziale continuità con il percorso avviato dalla riforma Fischler del 2003 e ribadito dall’Health check del 2008, ma avviene in un momento di grandi cambiamenti istituzionali all’interno della stessa Unione europea: alla fine del lungo processo di allargamento dell’Unione, la nuova PAC sarà definita in un negoziato a cui parteciperanno a pieno titolo ben 27 Stati membri (soltanto nel 2003 erano 15 gli stati nazionali) con agricolture
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Commissione ha presentato lo scorso giugno un documento di riflessioni e proposte sui cui ora occorrerà lavorare per arrivare a mantenere invariato il budget della PAC, oggi pari al 40% del bilancio UE, circa 55 miliardi di euro/anno. E per poterlo fare occorrerà riaffermare la funzione pubblica dell’agricoltura. Le risorse economiche date dai cittadini europei agli agricoltori sono giustificate perché questi svolgano una funzione di interesse generale: la produzione di beni pubblici. Vale a dire la produzione di quei beni non remunerati dal mercato, quali per esempio il presidio sul territorio, la prevenzione di dissesti idrogeologici, il mantenimento del paesaggio, ecc.., costi che diversamente sarebbero a carico dell’intera collettività. La riforma della PAC proposta dalla Commissione è un pacchetto molto complesso e che per l’Italia comporta qualcosa come 6 miliardi di euro all’anno, di cui 4 destinati al pagamento unico aziendale. In particolare proprio sul pagamenti unico la Commissione ha proposto alcune novità che vanno nella direzione di rendere il sostegno della PAC più mirato e più equo e di orientarlo in modo esplicito alla remunerazione di quei beni pubblici prodotti dall’agricoltura, che i cittadini europei hanno mostrato di apprezzare e per i quali sembrano disposti a sostenere un costo come contribuenti. Ci si riferisce, in particolare, ai seguenti punti: • il mantenimento del disaccoppiamento dalla quantità prodotta come criterio-guida del sostegno della PAC; • la scomposizione del pagamento unico aziendale in più componenti, in modo da assicurare a tutti un
pagamento di base a fronte di una condizionalità di base, ma aggiungendo ad esso una serie di altri pagamenti disegnati in modo selettivo rispetto ai diversi obiettivi da perseguire e ai beneficiari da raggiungere: (greening, giovani, aree svantaggiate, piccoli agricoltori, comparti strategici da sostenere con aiuti accoppiati); • il superamento dei pagamenti diretti basati sul criterio storico e della loro differenziazione eccessiva e non più giustificabile, secondo un percorso di uniformazione graduale e ragionevolmente gestito dagli Stati membri; • un meccanismo di parziale e graduale avvicinamento del livello medio dei pagamenti diretti nei diversi Stati membri (la “convergenza”), per ridurre le notevoli differenze oggi esistenti e difficilmente giustificabili sul piano politico; • la riproposizione, dopo il tentativo fallito con la riforma del 2003, del cosiddetto capping, ovvero un tetto massimo ai pagamenti più elevati, allo scopo di correggere una distribuzione del sostegno a volte troppo sperequata tra i beneficiari; • l’idea di selezionare la platea dei beneficiari dei pagamenti diretti, escludendo da essa gli agricoltori “non attivi”, in modo da evitare che il sostegno della PAC vada a chi ha poco a che fare con l’attività agricola o a chi la interpreta solo come pura estrazione di rendita. In particolare sarà determinante, in questi mesi, arrivare ad una definizione di agricoltore attivo ulteriormente arricchita: non bisogna solo fare qualcosa, ma vivere prevalentemente, in termini di tempo e di reddito, di attività agricola. m
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segretario Zona di Alba: “Nei due incontri serali sono stati presentati gli aspetti fondamentali della disciplina, che permette di valorizzare l’identità dell’azienda, con prodotti ben riconoscibili, attraverso il marchio e i segni aziendali. In particolare, i principi fondamentali in materia di proprietà intellettuale; la difesa dei segni aziendali (marchio, ditta, impresa e domini internet) nel mercato globale e i casi pratici, con l’analisi dei risvolti più significativi portati dai docenti”. Il corso ha fornito nozioni pratiche e strumenti efficaci per essere aggiornati su tutte le novità e gli aspetti salienti della disciplina nazionale e internazionale, guardando all’innovazione tecnologica come strumento per valorizzare il proprio prodotto, per affrontare e vincere le sfide di un mercato in continua evoluzione, ma Coldiretti Zona di Alba non
si ferma qui: ha riscosso una grande partecipazione il corso vitivinicolo di alto livello “Vino senza frontiere” con lezioni finalizzate a conoscere le
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regole di mercato e la relativa contrattualistica, la gestione dei contenziosi, l’aggiornamento sulle disposizioni fiscali e doganali, le norme in materia di
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presentazione ed etichettatura e un focus mirato sulle regole vigenti nell’Unione Europea, che si è svolto nelle scorse settimane. m
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Quote latte: Coldiretti, bene lo stop della Camera a proroghe multe
“N
porre in essere le necessarie iniziative per garantire l’effettiva riscossione degli importi relativi al prelievo supplementare. “Soltanto con la piena applicazione della Legge n.
33/2009, ultima opportunità data per rientrare nella legalità a chi sino ad ora non aveva rispettato le regole – prosegue ancora Gai – si potrà procedere all’effettiva riscossione delle
multe. E soprattutto, con le somme incassate, costituire quel fondo di 45 milioni di euro, previsto dalla stessa Legge n. 33/2009 ma mai attivato per mancanza di risorse, da destinare quale parziale indennizzo a tutti quegli allevatori che, investendo anche cifre considerevoli nell’acquisto di quote latte, si sono da sempre schierati dalla parte della legalità”. Gli allevatori italiani che hanno rispettato le regole negli anni hanno acquistato o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro. Sempre per quanto riguarda il
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on c’è alcuna motivazione per una ulteriore proroga del pagamento delle multe che di fatto danneggerebbe gli allevatori che hanno creduto nello Stato e si sono messi in regola affrontando duri sacrifici economici”. Dice Tonino Gai, membro di giunta Coldiretti Cuneo con delega al settore latte a proposito della risoluzione approvata a larga maggioranza dalla Commissione agricoltura della Camera, nei giorni scorsi, in cui si chiede al Governo l’impegno di assicurare la piena e corretta applicazione della Legge n. 33/2009 e a
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settore lattiero caseario, a livello comunitario sono state prese alcune importanti decisioni che dovranno comportare un miglioramento della filiera. Vediamolo nel dettaglio. VIA LIBERA DELL’UE AL “PACCHETTO LATTE” Con 574 voti a favore, 97 contrari e 18 astenuti, il Parlamento Europeo ha dato, lo scorso 15 febbraio, il via libera definitiva al cosiddetto “Pacchetto latte”. Si tratta di un regolamento che introduce tutta una serie di misure a favore del settore lattiero-caseario, come chiesto da Coldiretti. “Il punto forte del provvedimento è senza dubbio rappresentato dall’accresciuto potere contrattuale degli allevatori nella filiera – dice Franco Ramello, responsabile Settore Economico Coldiretti Piemonte – in modo da garantire loro prezzi giusti per il latte prodotto, come Coldiretti ha sempre sostenuto, facendosi portavoce delle esigenze dei produttori”. L’approvazione del “Pacchetto latte” rappresenta un risultato molto importante e atteso dal nostro paese, soprattutto alla luce della crisi che aveva colpito il settore lattiero-caseario nel 2009 e che aveva visto alcuni produttori addirittura a riversare latte nei campi e nelle strade. A fine 2009 Bruxelles aveva perciò messo in campo le migliori energie per trovare nuove misure per la stabilità futura del mercato, costituendo
un gruppo di esperti di alto livello sul latte (GAL), che aveva prodotto una serie di proposte, con 7 raccomandazioni, successivamente condivise dal Consiglio agricolo del 27 settembre 2010. A seguire, il 9 dicembre 2010, la Commissione aveva presentato le prime proposte legislative del “Pacchetto latte” proprio sulla base della indicazioni del gruppo di esperti. Lo scorso febbraio, dopo il raggiungimento dell’accordo politico con il Consiglio agricolo e la Commissione europea, il Parlamento Europeo ne ha ufficializzato l’approvazione. Analizziamo ora nel dettaglio le nuove misure introdotto dal provvedimento. / Il pacchetto latte offre la possibilità di programmare le produzioni delle 37 denominazioni d’origine (DOP e IGP) riconosciute in Italia, e a cui sono destinate complessivamente circa 5 miliardi di litri di latte, il quantitativo più elevato in Europa. Considerata l’importanza dei formaggi a denominazione di origine protetta (DOP) o indicazioni geografiche protette (IGP), in particolare per le regioni rurali più vulnerabili e al fine di garantire il valore aggiunto e qualità, gli Stati membri sono autorizzati ad applicare regole per disciplinare l’offerta di formaggi DOP-IGP su richiesta di un’organizzazione di produttori (OP), di un’organizzazione
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interprofessionale (OIP) o di un gruppo di produttori DOPIGP. / Il provvedimento inoltre renderà maggiormente trasparenti le transazioni tra gli allevatori e le loro Organizzazioni di Prodotto (OP) con i trasformatori utilizzatori, prevedendo volumi di conferimento, tempi di pagamento e prezzi certi per un periodo temporale almeno di sei mesi, con la possibilità di renderli più adeguati al mercato sulla base dei costi di produzione del latte. / Il regolamento concede agli Stati membri la possibilità di rendere i contratti scritti tra gli agricoltori e i trasformatori obbligatori e di obbligare gli acquirenti di latte ad offrire agli agricoltori una durata minima di contratto. Questi contratti dovrebbero essere effettuati prima della consegna e contenere elementi specifici come il prezzo, il volume, la durata, i dettagli in merito al pagamento, la raccolta e le regole per forza maggiore. / Tutti questi elementi dovrebbero essere negoziati liberamente tra le parti, e gli agricoltori possono rifiutare un’offerta di una durata minima di un contratto. Le consegne da parte di un agricoltore-membro alla sua cooperativa sono esenti da tale obbligo di contratto se gli statuti o le regole delle cooperative contengono
disposizioni che hanno effetti simili a quelli del contratto prescritto. / Specifiche norme Ue per le organizzazioni interprofessionali nel settore del latte consentiranno agli attori della filiera lattierocasearia di dialogare e di compiere una serie di attività che saranno parzialmente esenti da regole di concorrenza. Queste attività comuni riguardano, tra le altre cose, il miglioramento della conoscenza e della trasparenza della produzione e del mercato, la promozione, la ricerca, l’innovazione ed il miglioramento della qualità. Al fine di seguire attentamente lo sviluppo del mercato dopo la fine del sistema delle quote latte e per motivi di trasparenza, saranno fornite informazioni tempestive sui volumi di consegna del latte. Il regolamento entrerà in vigore sei mesi dopo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Si ipotizza che le nuove misura saranno effettive a partire da ottobre/novembre 2012. Questo risultato ottenuto lascia infine ben sperare per i negoziati che sono attualmente in corso in Europa, in primis quelli per la riforma della Politica Agricola Comune e del ‘Pacchetto qualità’, che dovrebbe estendere la programmazione della produzione a tutte le DOP e IGP. m
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Mostra-convegno alla Facoltà di Agraria di Cuneo
Il gelso: nuove possibilità di valorizzazione
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l Dipartimento di Colture Arboree organizza, in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, un evento per proporre il gelso nella realtà agro-alimentare e bio-energetica attuale, senza dimenticare il glorioso passato della gelsi-bachicoltura del Cuneese. Foglia, frutto, legno, radici di questo albero si prestano ai più svariati impieghi: le piante concorrono all’arredo urbano per abbellire parchi e viali ed il legno può essere utilizzato per la produzione di biomassa in impianti a sesto fitto, nella rotazione forestale a ciclo breve. Le foglie ed i frutti sono utilizzati in ambito fitoterapico e, date le
loro pregevoli caratteristiche, le more di gelso sono interessante materia prima per preparazioni alimentari di elevato valore qualitativo e nutrizionale. Le proprietà e l’utilizzo del gelso in ambito fitoterapico e
nutraceutico saranno evidenziate anche mediante l’esposizione di prodotti farmaceutici ed alimentari (integratori, confetture, bevande alcoliche, snacks, edulcoranti, coloranti alimentari...). La mostra, aperta fino al 9 aprile, comprenderà un percorso tra pannelli divulgativi, attrezzi di lavoro, tessuti, suppellettili e fotografie storiche, materiale didattico ed oggetti, messi a disposizione da vari enti culturali e formativi piemontesi, ed illustrerà l’importanza che la gelsi bachicoltura ha rivestito nella storia e nella cultura del Cuneese. L’analisi di cartografia storica e documenti archivistici
in relazione alla situazione paesaggistica attuale permetterà di riconoscere, nelle odierne campagne piemontesi, esemplari di gelso isolati, attuali testimoni del passato. L’evento che si svolgerà venerdì 23 marzo 2012 alle ore 9,30 presso la sede di Cuneo della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Torino (Piazza Torino, 3 Cuneo), sarà uno stimolo di riflessione per trovare nuove forme di valorizzazione di questa pianta anche nelle moderne aziende Cuneesi, siano esse ad indirizzo agricolo bio-energetico, erboristicofarmaceutico, agrituristico e/o biologico. m
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Obiettivi “20-20-20”: dal MISE il metodo per calcolare il raggiungimento degli obiettivi
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l Ministero dello Sviluppo ha definito il metodo per calcolare il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto “clima-energia” imposti dall’Ue. Attraverso il Dm 14 gennaio 2012, in vigore dal 14 febbraio, infatti, il Ministero ha individuato la metodologia statistica per raccogliere i dati sui consumi finali lordi di energia termica in 10 settori: calore derivato; energia geotermica; solare termico; rifiuti; biomasse solide; bioliquidi; biogas; pompe di calore; biocarburanti e biometano; energia elettrica nei trasporti. I dati sull’elettrico saranno rilevati direttamente dal GSE o da Terna. I dati, raccolti ogni anno dal
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empre maggiore è l’attenzione dell’opinione pubblica verso la risorsa suolo come bene indispensabile per l’uomo, prezioso e non riproducibile se non in tempi lunghissimi. Il coltivatore, nell’ottica europea, sta assumendo sempre più importanza in qualità di “guardiano” di questa preziosissima risorsa senza la quale non esisterebbe la vita sul nostro pianeta. Ma sappiamo davvero cosa sia il suolo? O ne cogliamo solamente alcuni aspetti senza renderci bene conto di quanto sia realmente prezioso e di quanto lo sarà sempre di più in futuro? In questo contesto, INIPA
Piemonte organizza un corso di 10 ore, rivolto agli imprenditori agricoli, ai loro coadiuvanti e ai loro dipendenti avente lo scopo di fornire le basi per comprendere a pieno le potenzialità ambientali ed agronomiche dei nostri terreni che sono tra i più ricchi e fertili del pianeta. Partendo da una visione ampia, in cui si cercherà di inquadrare che cosa sia il suolo, come si sia formato e di quali siano le sue molteplici funzioni, se ne analizzeranno le caratteristiche fisiche e chimiche mediante le analisi di laboratorio, grazie alle quali si capirà che esistono molti tipi di suolo diversi, da trattare
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ognuno in maniera differente. In conclusione si cercherà di capire come valorizzare al meglio le peculiarità dei terreni presenti nell’azienda e di come mantenerne una buona fertilità costante nel tempo. Questo allo scopo di porre la pianta nelle condizioni vegetative migliori, e renderla quindi in grado di reagire il più possibile autonomamente ai differenti tipi di stress ambientale, dal gelo agli attacchi di patogeni, attraverso una gestione mirata a migliorare la sostanza organica nel suolo. Le adesioni compilate e inviate via fax al n. 0171- 447300, via mail a inipa.cuneo@coldiretti.
Il suolo – perché è considerato un bene così prezioso – Lezione serale presso Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo, P.zza foro Boario n. 18, Cuneo. Le analisi di Laboratorio – come vengono fatte e quali informazioni mi possono fornire – Lezione pomeridiana presso: Laboratorio di analisi Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo/ Parco Fluviale Gesso e Stura di Cuneo. Ritrovo P.zza foro Boario n. 18, Cuneo. Quali sono le caratteristiche dei miei terreni e come posso migliorarli – Lezione serale presso Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo, P.zza foro Boario n. 18, Cuneo. m
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Dati del partecipante (quelli evidenziati in marron sono obbligatori) Cognome e Nome Data e luogo di nascita Codice fiscale Indirizzo – Comune – CAP POSIZIONE IN AZIENDA Telefono – cellulare E-mail Titolo di studio
Titolare ❏
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Coadiuvante ❏
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Altro
❏
Dati dell’azienda Ragione sociale Nome titolare Telefono E-mail Settore attività
Fax N° addetti azienda
Con la presente manifesto il mio interesse per il corso indicato con la crocetta. Corso/i prescelto/i ❏ Il Suolo: risorsa da conoscere e valorizzare Data
ore
Sede del Corso
Periodo presunto inizio corso
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Marzo/aprile 2012 Firma
Ai sensi dell’art. 13 D. Lgs 196/2003, il sottoscrittore viene informato che: - il trattamento dei dati personali avviene nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell’interessato e del principio di necessità del trattamento dei dati personali; - i dati vengono trattati sia manualmente che informaticamente; - i dati vengono trasmessi agli enti pubblici preposti all’ organizzazione dei servizi formativi richiesti; - è garantito l’esercizio dei diritti di cui all’art. 8 D Lgs 196/2003; responsabile del trattamento è I.N.I.P.A. Piemonte, Piazza San Carlo, 197 – Torino Preso atto dell’informativa Acconsento al trattamento dei miei dati personali per i fini indicati dall’articolo 13 del lgs del 30/06/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. Data
Firma per consenso dell’interessato
Per informazioni: Ufficio INIPA Coldiretti Cuneo. Tel. 0171.447246 • e-mail: formazione.cn@coldiretti.it Orario Segreteria: mattino dal LUNEDÌ al SABATO dalle 8.00 alle 12.30 – pomeriggio: dal LUNEDÌ al GIOVEDÌ dalle 14.00 alle 17.00
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Ortofrutta: regole per la corretta etichettatura Banca nazionale degli operatori ortofrutticoli B.N.D.O.O., obbligatoria l’indicazione sui documenti di trasporto e sulla fattura
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e imprese che, a valle della produzione primaria, effettuano il confezionamento o la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, sono tenute all’iscrizione nella banca nazionale degli operatori ortofrutticoli. L’obbligo all’iscrizione, è derogato per le seguenti categorie: • gli imprenditori agricoli che vendono, consegnano o avviano i prodotti ortofrutticoli ai centri di di confezionamento o di deposito, all’interno dell’ambito italiano; • i titolari di centri di deposito che avviano esclusivamente i prodotti ortofrutticoli verso i centri di confezionamento e di imballaggio, all’interno dell’ambito italiano; • gli imprenditori agricoli che avviano esclusivamente i prodotti ortofrutticoli agli impianti di trasformazione; • gli imprenditori agricoli che cedono nella propria azienda
i prodotti ortofrutticoli direttamente al consumatore, per il fabbisogno personale di quest’ultimo; • le imprese agricole che conferiscono esclusivamente prodotti ortofrutticoli alle organizzazioni di produttori o alle cooperative di appartenenza per la commercializzazione; • le cooperative che conferiscono esclusivamente prodotti alle organizzazione dei produttori per la commercializzazione;
• gli imprenditori agricoli ortofrutticoli (non associati ad OP o a Cooperativa), con un volume annuo di prodotto commercializzato inferiore a €60.000. Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’IVA e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; • strutture della G.D.O. (ipermercati, supermercati, discount ed altre grandi superfici di vendita) con un volume annuo di prodotto
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commercializzato del comparto ortofrutticolo inferiore a €60.000 (fatto salvo per imprese di nuova costituzione). Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’IVA e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; • dettaglianti (esercizi specializzati in frutta e verdura, ambulanti), con un volume annuo di prodotto commercializzato inferiore
AT T U A L I T À a €60.000 (fatto salvo per imprese di nuova costituzione). Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’IVA e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; • le persone fisiche o giuridiche, la cui attività nel settore degli ortofrutticoli consiste
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esclusivamente nel trasporto delle merci (trasportatori).
L’etichettatura
Le norme di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli introdotte dagli appositi regolamenti CE e dalle norme CE o nazionali sull’etichettatura
che, sono difficilmente sintetizzabili, impongono a tutte le imprese che effettuano il confezionamento di prodotti ortofrutticoli, di correttamente indicare in etichetta, le generalità del prodotto posto in commercio, pena l’addebito di pesanti sanzioni pecuniarie.
Si rimarca l’obbligo per tutti gli operatori interessati, di indicare sia nel documento di trasporto che sulla fattura i dati obbligatori in etichetta: Specie, Categoria, Calibro se previsto dalle norme, Origine, Dati aziendali,. e n° Lotto + numero di iscrizione alla B.N.D.D.O. m
Schema per la corretta etichettatura dei prodotti ortofrutticoli
L
caratterizzanti (Italia, Cuneo ecc) 3) Categoria (CAT): per tutti i prodotti normati da una norma specifica, è obbligatorio riportare la categoria del prodotto, secondo le specifiche del singolo regolamento. 4) Calibro (CAL): per tutti i prodotti normati da una norma specifica, è obbligatorio riportare anche il calibro del prodotto, secondo le specifiche del singolo regolamento. 5) Tara – Peso: va indicato il peso all’origine o la tara dell’imballaggio; la prima dizione
si usa per la vendita prevista a collo mentre, la seconda si usa per la vendita prevista a peso. 6) Imballatore e/o speditore: vanno riportati il nome e l’indirizzo. 7) Lotto: è obbligatorio identificare il lotto di produzione e/o confezionamento; la metodologia va stabilita dalla singola impresa e di minima è un codice alfanumerico preceduto dalla lettera L. 8) Le imprese che commercializzano più di €. 60.000,00 \ anno di prodotti FORN
ortofrutticoli, e che non siano esonerate dal D.M. del 03/08/2011 n. 5462 devono iscriversi od aggiornare la loro posizione nella B.N.D.O.O. Per gli effetti dello stesso decreto, dal 2012, non è più obbligatorio, inserire in etichetta il numero della Banca Nazionale degli Operatori Ortofrutticoli (B.N.D.O.O.), che quindi diventa consigliabile ma, non obbligatorio. Rimane invece l’obbligo per tutti gli operatori di riportare sia sul DDT, che sulla fattura di vendita, la propria posizione B.N.D.O.O. o Per chi è iscritto la dicitura sarà: : n.° “B.N.D.O.O:. seguito dal codice attribuito”. o Per chi è esonerato la dicitura sarà: n.° “B.N.D.O.O.: “esonerato ai sensi del D.M. del 03/08/2011 n. 5462”. A queste indicazioni, possono essere aggiunte, su richiesta del cliente, altre indicazioni come il codice a barre o ulteriori miglioramenti delle identificazioni. m ITUR
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e norme di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli introdotte dagli appositi regolamenti CE e le norme CE o nazionali sull’etichettatura, difficilmente sintetizzabili, impongono alle imprese imballatrici / confezionatrici, di correttamente indicare le generalità del prodotto posto in commercio, pena l’addebito di pesanti sanzioni pecuniarie. Premessa la necessità di realizzare le “etichette” dei singoli prodotti con sistemi che impediscano le eventuali colature dell’inchiostro, proviamo a sintetizzare le indicazioni necessarie: 1) Specie:è necessario indicare la specie (PESCA) e poi seguire le indicazioni delle norme di commercializzazione che variano da specie a specie. Nel caso delle pesche sono obbligatori il nome della specie ed il colore della polpa, è facoltativo inserire anche il nome della varietà. 2) Origine: è obbligatorio riportare lo stato di produzione (Italia) e facoltativo riportare dizioni più
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a realizzare investimenti ed a porre in essere un processo di ristrutturazione o diversificazione. A fronte, infatti, di una analisi dei “consueti” elementi che
occorre tenere in considerazione nel momento in cui si decide di stipulare un finanziamento (tasso di interesse, durata, ammontare delle spese di istruttoria), risulta
sempre più necessario effettuare un’attenta ed approfondita disanima di natura economicopatrimoniale-finanziaria. In altre parole, al fine di definire condizioni in linea con le caratteristiche ed esigenze aziendali, è sempre più rilevante la necessità misurare la sostenibilità economico-finanziaria dell’investimento per definire le caratteristiche che dovrà possedere il finanziamento che si intende stipulare. Proprio in quest’ottica, INIPA Piemonte, sta organizzando diversi corsi di formazione con specifici approfondimenti relativi all’accesso al credito nei quali, oltre ad una panoramica generale sulla situazione attuale, ed allo
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resce il numero di imprese agricole che decidono di stipulare un finanziamento, almeno in base a quello che emerge dai dati diffusi dall’Abi (Associazione bancaria italiana). L’accesso al credito quindi è visto, in misura sempre maggiore, come mezzo attraverso il quale sostenere l’attività aziendale. In particolare, sotto questo punto di vista, analizzando in modo dettagliato l’andamento del “mercato del credito” nel corso degli ultimi anni, si può vedere come l’interesse del mondo agricolo (a differenza di quanto si verificava in passato) sia maggiormente rivolto alle operazioni a medio e lungo termine, ovvero ai mutui finalizzati
è applicabile a:
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FORMAZIONE sviluppo di alcune problematiche specifiche della materia, sarà possibile realizzare una bozza di bilancio riclassificato relativo alla propria azienda. I corsi sono rivolti a titolari e coadiuvanti di azienda agricola e saranno articolati su due serate:
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la prima a carattere più generale, la seconda calata più sulle realtà e le esigenze specifiche delle aziende agricole. La sede dei corsi è prevista su Cuneo, Alba, Saluzzo e Fossano: si potranno ripetere altre edizioni anche su altri comuni della
provincia in caso di richiesta da parte di un congruo numero di associati. Per eventuali ulteriori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Formazione INIPA-Coldiretti Cuneo allo 0171/447246 oppure gli uffici Creditagri di Cuneo, n.
tel. 0171 447297. Per aderire al corso è necessario compilare il coupon in allegato e consegnarlo ad uno degli uffici Coldiretti oppure inviarlo via mail all’indirizzo inipa.cuneo@ coldiretti.it oppure via fax allo 0171 447300. m
MODULO DI PRE-ADESIONE AI CORSI
Dati del partecipante (quelli evidenziati in blu sono obbligatori) Cognome e Nome Data e luogo di nascita Codice fiscale Indirizzo – Comune – CAP POSIZIONE IN AZIENDA Telefono – cellulare E-mail Titolo di studio
Titolare ❏
Socio ❏
Coadiuvante ❏
Dipendente ❏
Altro
❏
Dati dell’azienda Ragione sociale Nome titolare Telefono E-mail Settore attività
Fax N° addetti azienda
Con la presente manifesto il mio interesse per il corso indicato con la crocetta. Corso/i prescelto/i ❏ Accesso al Credito
Data
ore 6
Periodo presunto inizio corso
Sede del Corso CUNEO ❏
FOSSANO ❏
ALBA ❏
SALUZZO ❏
Marzo/aprile 2012
Firma
Ai sensi dell’art. 13 D. Lgs 196/2003, il sottoscrittore viene informato che: - il trattamento dei dati personali avviene nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell’interessato e del principio di necessità del trattamento dei dati personali; - i dati vengono trattati sia manualmente che informaticamente; - i dati vengono trasmessi agli enti pubblici preposti all’ organizzazione dei servizi formativi richiesti; - è garantito l’esercizio dei diritti di cui all’art. 8 D Lgs 196/2003; responsabile del trattamento è I.N.I.P.A. Piemonte, Piazza San Carlo, 197 – Torino Preso atto dell’informativa Acconsento al trattamento dei miei dati personali per i fini indicati dall’articolo 13 del lgs del 30/06/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. Data
Firma per consenso dell’interessato
Per informazioni: Ufficio INIPA Coldiretti Cuneo. Tel. 0171.447246 • e-mail: formazione.cn@coldiretti.it Orario Segreteria: mattino dal LUNEDÌ al SABATO dalle 8.00 alle 12.30 – pomeriggio: dal LUNEDÌ al GIOVEDÌ dalle 14.00 alle 17.00
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N otizie dal mondo dei cavalli
Fiera di Quaresima… che bel ritorno!
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opo lo stop dello scorso anno il Comune di Cuneo riorganizza la Fiera di Quaresima rinnovando la richiesta di collaborazione per il settore cavalli all’Acste, che con piacere dà la sua disponibilità, nella speranza che la Fiera dato che è un evento legato alla tradizione venga comunque organizzata negli anni a venire e non solo quest’anno sull’onda delle elezioni comunali. È vero che i finanziamenti sono scarsi ma la Fiera di Quaresima è un evento tradizionale per la città di Cuneo rappresenta il momento di risveglio dopo la stagione invernale, un momento importante per avvicinarsi al mondo agricolo che ricordiamoci è il nostro mondo,
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N OT I Z I E DA L M O N D O D E I C AVA L L I un momento dove i bambini possono venire a contatto con gli animali e con la passione che li circonda, e in questo momento dove si respira aria di crisi una giornata rilassante. La manifestazione verrà organizzata domenica 25 marzo con il seguente programma: • In mattinata: presentazione delle svariate razze di cavalli presenti sul territorio cuneese e presentazione dei cavalli in vendita sia adulti che puledri; • Nel pomeriggio dimostrazione di doma naturale, dimostrazione di abilità a cavallo. • A seguire sfilata carrozze. Durante tutta la giornata BATTESIMO DELLA SELLA, in cui i bambini potranno fare la loro prima esperienza a cavallo seguiti da tecnici esperti. Dato che l’Acste è un’associazione che vive grazie all’impegno e alla partecipazione dei soci e dei simpatizzanti il Direttivo inviata tutti a partecipare alla
Manifestazione. Chiunque desideri presentare il suo o i suoi cavalli nella “Presentazione razze” o nella “Presentazione cavalli in vendita” non deve far altro che comunicarlo in segreteria, come anche chi volesse dimostrare
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al pubblico le sue abilità di addestratore o cavaliere. Ricordiamo che funzionerà il servizio ristorazione presso il ristorante del Miac, coloro che sono interessati possono prenotare direttamente presso il ristorante stesso.
51 Per eventuali informazione rivolgersi alla segreteria Acste ai seguenti numeri: 3387049109 – 3394243330 oppure inviare una mail all’indirizzo:acste@ libero.it. L’ACSTE VI ASPETTA NUMEROSI!
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Formazione per i dirigenti di sezione
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a riscosso molta partecipazione il corso di due giornate organizzato da INIPA Piemonte per i dirigenti Coldiretti i quali si sono riuniti per discutere sul ruolo dirigenziale e sulla progettualità economica e sindacale di Coldiretti, per fare il punto sulle azioni concrete finora realizzate e sviluppare insieme idee per la realizzazione di progetti futuri. Il dirigente Coldiretti, quale “sensore” e attore del territorio, ha un ruolo fondamentale nel sensibilizzare la base associativa, lavorando insieme per una gestione imprenditoriale
e per il rafforzamento dell’azione dell’Organizzazione nell’interesse dei suoi soci. È fondamentale, dunque, la formazione atta ad aumentare la consapevolezza nei dirigenti che fungono da punto di riferimento per i soci del territorio. Durante il primo incontro si è avuto modo di approfondire la struttura, la storia e l’azione sindacale di Coldiretti e ci si è soffermati anche sul progetto economico e di filiera. Nella seconda giornata di formazione, i dirigenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi, seguiti da una docente esterna, la dott.ssa
Stefania Barbiero, sugli argomenti relativi al ruolo del dirigente, allo
sviluppo e alle sue possibilità di crescita. m
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Made in Italy: Coldiretti, export cibo da record nel 2011, 30 miliardi (+9%)
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on la crisi vola il Made in Italy sulle tavole mondiale che raggiunge nel 2011 il massimo storico di 30 miliardi nelle esportazioni per effetto di una crescita in valore del 9 per cento. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base degli andamenti registrati dall’Istat nel commercio estero agroalimentare nei primi undici mesi dell’anno. Le performance positive registrate sui mercati internazionali dal settore piu rappresentativo dell’economia reale dimostra che il Paese può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l’identita’, la cultura e il cibo” ha affermato
il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “l’agroalimentare e una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo”. A crescere all’estero – sottolinea Coldiretti – sono stati i settori piu tradizionali del Made in Italy come i formaggi, a partire da grana e parmigiano reggiano che sono i piu esportati con una crescita del 22 per cento ma anche il vino (+13 per cento), l’ olio di oliva (+7 per cento), la pasta (+7 per cento) come i prodotti da forno e di salumeria. Non mancano risultati “sorprendenti” come la crescita boom del 20 per cento nell’export della birra
italiana in Gran Bretagna, paese produttore di questa bevanda. Il comparto piu’ dinamico – continua la Coldiretti – è quello dei formaggi e latticini, che nel complesso fanno segnare un successo del +16 per cento per l’aumento delle vendite all’estero dovuto, oltre che al grana padano e parmigiano reggiano, anche al gorgonzola +14 per cento e al pecorino, in ripresa con il 7 per cento dopo una difficile crisi. Piu’ moderata la crescita del comparto frutticolo (+2 per cento), dovuta soprattutto alle mele che hanno controbilanciato il forte calo delle esportazioni di frutta estiva e agrumi
mentre fortemente negative sono state le esportazioni di ortaggi (–10 per cento), colpite ingiustamente anche dalla psicosi ingiustificata generata dal batterio killer. Tra i principali Paesi di destinazione dell’agroalimentare tricolore si sono verificati aumenti in valore verso la Germania (+5 per cento), la Francia (+9 per cento) e il Regno unito (+3 per cento), con un incremento medio nella Unione Europea del 7 per cento. Crescono però a ritmi molto più sostenuti – rileva la Coldiretti – e richieste nei Paesi extraeuropei (+14 per cento), tra i quali spicca soprattutto il ruolo degli Stati Uniti (+11 per cento). m
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Licenze e permessi di circolazione mezzi agricoli eccezionali
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ome ogni anno è arrivato il momento di predisporre le domande di richiesta autorizzazioni al transito per i mezzi agricoli eccezionali. Rivediamo in dettaglio tutte le casistiche. LICENZE MIETITREBBIATURA Devono essere richieste da quanti intendono esercitare la trebbiatura, mietitrebbiatura e la sgranatura. La licenza scade il 31 dicembre di ogni anno.
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quando si transita su strade statali che su strade di competenza della Provincia di Cuneo. In questo caso l’autorizzazione continuerà ad avere scadenza annuale. È importante ricordare che la Provincia di Cuneo autorizza il transito solamente nelle ore diurne, ma se eccezionalmente si deve transitare nelle ore notturne “le macchine agricole dovranno essere precedute da scorta tecnica (indipendentemente dalle misure del veicolo e/o del convoglio) ed essere dotate di cartello luminoso di cm.90 x 90 dotato di quattro luci lampeggianti gialle applicato alla parte posteriore del convoglio (mietitrebbiatrici) e per i soli complessi agricoli eccezionali (trattrice più attrezzo portato), in alternativa al cartello luminoso, possono essere posti all’estremità laterali della parte posteriore del
convoglio due luci lampeggianti del tipo omologato”. PERMESSI DI CIRCOLAZIONE FESTIVI Sono pure eccezionali quei mezzi agricoli, che oltre a superare i limiti di sagoma, superano le 7,5 t. a pieno carico. Tali mezzi agricoli, solo quando circolano su strade statali nei giorni di divieto indicati dal calendario prefettizio, devono essere muniti di permesso rilasciato dalla Prefettura. Il permesso dura 3 mesi rinnovabili e devono essere indicati il più dettagliato possibile, il percorso effettuato e la motivazione del transito (comprovata necessità ed urgenza). Di seguito è pubblicato il calendario dei divieti che deve essere consultato con la massima attenzione.
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AUTORIZZAZIONI MEZZI AGRICOLI ECCEZIONALI Sono eccezionali i mezzi agricoli che superano i m. 2,55 di larghezza ed i sollevati che oltre a superare i m. 2,55 di larghezza superano il 90% della lunghezza del trattore se posteriori o il 60% se anteriori. L’autorizzazione è rilasciata
dall’ANAS per le strade statali e dall’Amministrazione Provinciale di Cuneo per le strade provinciali e comunali che ricadono sotto la Provincia di Cuneo e le altre Province del Piemonte. Le autorizzazioni rilasciate della Provincia di Cuneo potranno essere rinnovate e/o rilasciate con scadenza biennale (restano a scadenza annuale le autorizzazioni relative alle trattrici munite di attrezzatura per attività di manutenzione territorio es. sgombraneve…); quelle rilasciate dall’ANAS possono essere sia biennali che annuali. Dovranno sempre essere versati gli oneri per “ la maggiore usura della strada (art.18 reg. C.d.S.)” per tutte quelle macchine agricole eccezionali che superano le 14 t. Tale indennizzo è dovuto sia
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CALENDARIO 2012 DIVIETI DI CIRCOLAZIONE
(D.M. n. 429 15.12.2011)
È vietata la circolazione fuori dai centri abitati, ai veicoli ed ai complessi di veicoli, per il trasporto di cose, di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 t. nei giorni festivi e negli altri particolari giorni dell’anno 2012 di seguito elencati:
RimoRchio SpandihumuS con sistema di sospensioni idrauliche autolivellanti
q) dalle ore 14.00 alle ore 23.00 del 27 luglio; r) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 28 luglio; s) dalle ore 16.00 del 3 agosto alle ore 23.00 del 4 agosto; t) dalle ore 14.00 alle ore 23.00 del 10 agosto; u) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 11 agosto; v) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 15 agosto; w) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 18 agosto; x) dalle ore 16.00 alle ore 23.00 del 24 agosto; y) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 25 agosto; z) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 1 settembre; aa) dalle ore 16.00 alle ore 22.00 del 31 ottobre; bb) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 1 novembre; cc) dalle ore 16.00 alle ore 22.00 del 7 dicembre; dd) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 8 dicembre; ee) dalle ore 16.00 alle ore 22.00 del 21 dicembre; ff) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 22 dicembre; gg) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 25 dicembre; hh) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 26 dicembre. (testo continua a pagina 56)
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a) tutte le domeniche dei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, ottobre novembre e dicembre, dalle ore 8.00 alle ore 22.00; b) tutte le domeniche dei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, dalle ore 7.00 alle ore 24.00; c) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 6 gennaio; d) dalle ore 14.00 alle ore 22.00 del 6 aprile; e) dalle ore 8.00 alle ore 16.00 del 7 aprile; f) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 9 aprile; g) dalle ore 8.00 alle ore 14.00 del 10 aprile; h) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 25 aprile; i) dalle ore 8.00 alle ore 22.00 del 1 maggio; j) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 2 giugno; k) dalle ore 16.00 alle ore 23.00 del 6 luglio; l) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 7 luglio; m) dalle ore 16.00 alle ore 23.00 del 13 luglio; n) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 14 luglio; o) dalle ore 16.00 alle ore 23.00 del 20 luglio; p) dalle ore 7.00 alle ore 23.00 del 21 luglio;
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Licenze e permessi di circolazione mezzi agricoli eccezionali (continua da pagina 55)
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Il divieto non trova applicazione per i veicoli e per i complessi di veicoli, di seguito elencati (tra gli altri), anche se circolano scarichi: - macchine agricole adibite al trasporto di cose che circolano su STRADE NON STATALI; - veicoli per il trasporto di derrate alimentari deperibili in regime di ATP; - veicoli per il trasporto di prodotti deperibili, quali frutta e ortaggi freschi, carni e pesci freschi, fiori recisi, animali vivi destinati alla macellazione o provenienti dall’estero, nonché i sottoprodotti derivati dalla macellazione degli stessi, pulcini destinati all’allevamento, latticini freschi, derivati del latte freschi e sementi vive. Detti veicoli devono essere muniti di cartelli indicatori di colore verde delle dimensioni di 0,50 m. di base e 0,40 m. di altezza,
con impressa in nero lettera “d” minuscola di altezza pari a 0,20 m. fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro. - latte, escluso quello a lunga conservazione, o di liquidi alimentari, purchè, in quest’ultimo caso, gli stessi trasportino latte o siano diretti al caricamento dello stesso (sempre muniti di cartelli
indicatori verdi). Sono anche esclusi dal divieto, purchè muniti di autorizzazione prefettizia, i seguenti veicoli: - macchine agricole eccezionali (massa complessiva superiore alle 7,5 t. o superiori per limiti di sagoma) destinate al trasporto di cose che transitano su STRADE STATALI; - veicoli adibiti al trasporto di prodotti che per la loro
intrinseca natura o per fattori climatici e stagionali, sono soggetti ad un rapido deperimento e che pertanto necessitano di un tempestivo trasferimento dai luoghi di produzione a quelli di deposito o vendita, nonché i veicoli adibiti al trasporto di prodotti destinati all’alimentazione degli animali (sempre muniti di cartelli verdi). m
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A Saluzzo, Carrinfrutta con Giovani Impresa Coldiretti e Onafrut
Al Carnevale protagonisti kiwi e mele del territorio
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iwi e mele sono stati i gustosi protagonisti dei carri del Carnevale che hanno sfilato a Saluzzo. Per la prima volta, nel programma dei festeggiamenti della città del Marchesato, vi è stata Carrinfrutta, una gustosa novità realizzata grazie all’iniziativa di Giovani Impresa Coldiretti Saluzzo in collaborazione con Onafrut, che ha promosso la fornitura dei frutti tipici di stagione grazie alla collaborazione con le aziende del territorio. Nella sfilata che ha attraversato la città, diversi carri sono stati allestiti con decorazioni costituite dalla frutta, inoltre, domenica 19 febbraio
nei gazebo della Coldiretti e di Onafrut in corso Italia, sono stati offerti in degustazione 2.000 sacchetti di mele, apprezzati in particolare dai più piccoli.Per la preparazione dei carri sono stati utilizzati oltre mille kg di frutta
grazie alla collaborazione con le aziende del territorio. Inoltre, le degustazioni di frutta fresca curate da Coldiretti ha offerto agli appassionati del Carnevale, l’occasione per assaggiare i frutti tipici di
stagione, “un’eccellenza del nostro territorio – dice Michele Quaglia, presidente di Coldiretti Saluzzo, e una preziosa risorsa, che soprattutto in inverno, è utile a rinforzare le difese immunitarie dell’organismo e a combattere l’influenza”. Conclude Michele Mellano, segretario di Zona: “La scelta di dedicare una parte dei carri alla frutta, è importante perché rispecchia le attività agricole del territorio e la rilevanza della produzione frutticola saluzzese: anche un momento di festa come questo è utile a dare attenzione al territorio e a promuovere la qualità e il lavoro delle nostre aziende”. m
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terramica
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Le principali regole per la produzione zootecnica in agricoltura biologica rimonta) e non dai giovani animali destinati alla vendita o macellazione.
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on questo articolo l’Associazione Produttori Biologici Terramica intende presentare un focus sulla zootecnia biologica utile alle aziende interessate ad avvicinarsi a questa realtà e per quelle che già operano al suo interno. Sono presi in considerazione sia gli aspetti tecnici che quelli della compilazione della modulistica necessaria per la certificazione biologica. In merito alla compilazione della modulistica tutte le aziende possono trovare assistenza presso gli Uffici Zona Coldiretti Cuneo. Inoltre per tutte le aziende
interessate è disponibile presso gli Uffici Zona Coldiretti la “Guida all’allevamento Biologico”. Notifica Zootecnica: deve essere variata nel caso di inserimento di nuove specie di animali. La variazione va inviata entro 30 giorni. Piano annuale produzioni zootecniche: entro il 31 gennaio di ogni anno occorre trasmettere il piano annuale
di produzione zootecnico (PAPZ), in cui si dichiarano le produzioni che si andranno a realizzare. Il PAPZ può essere variato per qualsiasi esigenza. Deve essere inviato, in caso di variazione, entro massimo 15 gg dalla data dell’evento. Per gli animali c’è l’obbligo di comunicazione nel caso di variazione di oltre il 10% della consistenza rispetto a quanto inizialmente dichiarato. La consistenza è data dagli animali da riproduzione (inclusa la
Registri di stalla: devono essere presenti e disponibili. Registri veterinari: devono essere presenti e disponibili. Le pratiche mediche da preferirsi sono quelle omeopatiche, fitoterapiche e che fanno uso di oligoelementi. È comunque possibile effettuare vaccinazioni e trattamenti antiparassitari. I trattamenti con altri farmaci (es. antibiotici) è limitato al massimo di due per capo o per gruppo di animali. I trattamenti non possono
terramica essere preventivi ma solo curativi ed effettuati previa prescrizione del Veterinario. Gli animali trattati devono essere opportunamente separati dal resto della mandria e le produzioni ottenute durante il trattamento declassate a convenzionale. Le produzioni degli animali trattati possono essere certificate come biologiche solo al termine del doppio del periodo di sospensione del farmaco utilizzato e con un tempo minimo di 48 ore (nel caso di tempo di sospensione nullo). Relazione Tecnica: la relazione tecnica che si deve presentare ad inizio dell’inserimento nel sistema di certificazione e ogni qual volta si verifichino scostamenti sostanziali rispetto a quanto descritto. Si compone di due elementi fondamentali: - Gestione deiezioni: nella relazione tecnica che si deve presentare ad inizio dell’inserimento nel sistema
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di agricoltura biologica, con le quali vengono stipulati accordi di comprensorio. Allevamenti paralleli: non è possibile allevare, nella medesima azienda, animali bio e non bio, appartenenti alla medesima specie. E’ possibile l’allevamento di specie differenti, in bio e non, solo se gestite in unità produttive nettamente separate.
di certificazione, l’azienda dichiara la gestione delle deiezioni. In agricoltura biologica non è ammesso un carico bestiame maggiore di due UBA ad ettaro di superficie. - Gestione dell’allevamento: nella medesima relazione l’azienda dichiara le modalità operative di gestione dell’allevamento (rimonta, approvvigionamento
alimenti, interventi veterinari). Alimentazione: gli alimenti devono essere biologici certificati o autoprodotti. Per gli erbivori la quota di autoproduzione deve essere pari al 50% della s.s. consumata dall’allevamento nell’arco dell’anno e tale quota deve provenire dall’azienda stessa o da aziende limitrofe, a regime
Approvvigionamento degli animali: possono essere introdotti in una azienda biologica solo animali biologici certificati. In deroga è possibile inserire un numero limitato di soggetti a condizioni specifiche. In linea generale gli animali che possono essere introdotti devono essere destinati alla riproduzione, per gli erbivori il numero di femmine introdotte annualmente non può superare il 10% del patrimonio adulto, per le altre specie il 20%. m
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Aggiornamento dei danni da gelo su actinidia e puntualizzazione sulla sensibilità della varietà Soreli a PSA
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e recenti gelate hanno purtroppo lasciato un segno evidente sugli impianti di kiwi, in parte già compromessi dalla diffusione del batterio Pseudomonas syringae pv actinidiae. Con la presente nota si intende fornire un quadro puntuale della situazione suggerendo tutti quei consigli atti a ridurre i seri danni previsti. Alla luce del clima di confusione che regna in questi momenti di difficoltà, si rende altresì necessario formulare una puntualizzazione sulla effettiva sensibilità della recente varietà di kiwi a polpa gialla Soreli nei confronti del PSA.
Un momento difficile per l’actinidia
Non c’è dubbio che il 2012 non sia iniziato, in particolare per quanto riguarda l’actinidia, sotto i migliori auspici. Oltre al problema batteriosi e alla difficoltà di mercato, si sono aggiunti i danni, per ora presumibili e non ancora del tutto definiti della gelata della settimana del 7 febbraio. È comprensibile come i coltivatori, in questa concomitanza di situazioni sfavorevoli, siano quantomeno disorientati e quindi è necessario fare chiarezza almeno su quei punti sui quali scelte avventate potrebbero aggiungere danno al danno.
Che cosa fare? In questa situazione è possibile, una volta accertato il danno effettivo, procedere nella potatura mantenendo un margine di sicurezza maggiore nei rami da lasciare in rapporto al danno presunto in particolare rispettando quelli posti vicini al cordone. Ovviamente valgono le raccomandazioni già più volte ripetute riguardo alla disinfezione dei tagli e degli attrezzi oltre che all’asportazione e bruciatura del legno di potatura.
Operazioni da eseguire dopo la gelata
Si possono configurare due diverse situazioni:
Con temperature tra –15 °C e –17,5 °C
Generalmente gli impianti che si trovano in questo range di temperatura non presentano lesioni sui tralci e non si dovrebbero altresì osservare danni al fusto e sulle piante giovani, a patto che queste fossero ben protette e non eccessivamente vigorose. Si osservano invece danni a carico delle gemme e quindi con riflessi nella produzione in misura varia che va da un 50-60% di danno su quelle poste sui rami medi lignificati ad un 80-90% su quelli più vigorosi. Si può notare inoltre come i rami posti sul cordone protetti dalla neve presentino un buon numero di gemme integre.
Nella foto a sinistra: in alto gemma sana, in basso gemma compromessa dal freddo
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Con temperature inferiori ai –18 °C
Anche in questo caso non è possibile generalizzare il danno, tuttavia laddove le temperature minime si sono aggirate sui -20°C non è più possibile ovviamente parlare di produzione, in quanto le gemme son tutte compromesse, e anche gli stessi tralci risultano danneggiati. Considerando poi che dal legno si origineranno lesioni che possono aprire la via alla diffusione del batterio, il consiglio è quello di provvedere ad una drastica potatura delle piante, che a seconda della gravità della situazione può consistere nella completa pulizia dei cordoni o nella capitozzatura del tronco a 1,3-1,5 m di altezza dal suolo.
2. Appezzamenti ubicati fuori dall’area infetta o comunque isolati da altri actinidieti In una situazione in cui non è determinante, ai fini della diffusione del PSA l’ulteriore permanenza in pianta di legno danneggiato dal gelo è possibile, se si preferisce, optare per un’altra soluzione: non intervenire sul momento ed effettuare le suddette operazioni di potatura drastica a metà maggio, cioè dopo la fase di pianto. Anche in questo caso si dovrà provvedere alla copertura delle ferite con opportuni prodotti ricoprenti.
Quando operare? Si tenga presente che una potatura energica di questo tipo comporta l’indubbio vantaggio di asportare legno danneggiato dal gelo, stimolando la ristrutturazione della pianta ed eliminando di conseguenza ulteriori fonti d’inoculo per la batteriosi. D’altra parte, in questo modo si creano grosse ferite che, se eseguite nel periodo di massima emissione linfatica, risulteranno di difficile copertura. Sulla base di queste considerazioni è possibile ipotizzare due situazioni:
Taglio drastico su cordone (prima)
Ramo con evidenti tessuti necrotici
1. Appezzamenti ubicati in aree infette da batteriosi In questo caso conviene intervenire immediatamente operando potature drastiche sui cordoni o con capitozzatura del fusto, asportando il legno del taglio e distruggendolo con bruciatura. Le ferite del taglio andranno subito ricoperte con pasta medicata coprente.
Taglio drastico su cordone (dopo) (continua a pagina 62)
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(continua da pagina 61)
PUNTUALIZZAZIONE SULLA SENSIBILITÀ DELLA VARIETÀ SORELI A PSA
Lo sciacallaggio è il furto che si fa a danno di chi ha già subito una disgrazia. Si verifica in seguito ai terremoti ed è considerato uno dei crimini più odiosi. Succede qualcosa del genere anche nel caso della Psa: aziende che sono già abbastanza terremotate di loro subiscono le attenzioni di venditori di fumo, pronti a spillare soldi per soluzioni improponibili o truffaldine. L’ultima trovata in ordine di tempo è quella di reinnestare le piante malate con la varietà a polpa gialla Soreli, sostenendo che questa sarebbe resistente o in qualche modo tollerante alla batteriosi. Sappiamo che non è così perché siamo tutti alla ricerca di fonti di resistenza alla malattia e abbiamo tutti visto piante di Soreli colpite o già estirpate. In ogni caso abbiamo interpellato direttamente il prof. Raffaele Testolin dell’Università di Udine, il costitutore della nuova varietà. “Non so bene da dove sia nata questa diceria, che smentisco seccamente. Forse qualcuno ha tratto conclusioni frettolose dall’osservazione di impianti di Soreli dove le piante maschili di Belén erano particolarmente colpite dalla batteriosi, mentre quelle di Soreli non presentavano apparentemente la stessa gravità di danno. E’ un fenomeno che si verifica abitualmente anche su impianti di Hayward, dove le piante maschili – specie quelle della varietà Matua – risultano particolarmente sensibili. Soreli è stata diffusa nel 2008. Considerati i pochi impianti allestiti finora, è impossibile formulare oggi un giudizio di sensibilità in pieno campo di Soreli in assoluto come nei confronti di qualsiasi altra varietà. Non esistono dati sperimentali pubblicati finora relativi alla sensibilità o tolleranza delle diverse varietà di actinidia coltivate in Italia.
Frutti di Soreli in pianta (Foto Università di Udine)
Soreli, assieme ad altre selezioni e ad alcuni controlli, sarà oggetto di valutazione nei prossimi mesi, per volontà dell’Amministrazione dell’Università di Udine, che ha deciso di appoggiarsi per il saggio di sensibilità a PSA al gruppo della prof. Gullino dell’Università di Torino. Solo alla fine dell’anno saremo in grado di dire se Soreli è più sensibile o meno alla batteriosi. Considerato che nessun riscontro di campo fa presumere nulla di particolare, è evidente che chi propone di reinnestare Hayward con Soreli lo fa per ignoranza oppure in malafede. Dico questo per evitare ulteriori danni alle aziende che già sono state colpite dalla Psa e per tutelare la credibilità dei costitutori. Aggiungo che l’Università di Udine, nel caso si verifichino casi di reinnesto di Soreli su piante di altre varietà affette da PSA, intende procedere per le vie legali per eventuali danni economici e di immagine.” m
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A Bene Vagienna la Cena del Contadino
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ome da tradizione, nel mese di febbraio, gli agricoltori e tutti gli amici di Bene Vagienna, si sono trovati alla rinomata Cena del Contadino. Dice il presidente di Sezione Coldiretti di Bene Vagienna, Giuseppe Marengo: “Anche quest’anno, i partecipanti sono stati numerosissimi e la Cena del Contadino è stata un successo. Rinnoviamo già fin d’ora l’invito a tutti per il prossimo incontro”. m
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Problemi delle colture minori: summit Italia-Francia
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l Ministero delle Politiche agricole ha organizzato un incontro con i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura francese, a cui ha partecipato anche Coldiretti per individuare delle soluzioni comuni a livello europeo in merito alla lotta fitopatologica sulle colture minori, che rappresentano una realtà significativa dell’agricoltura e del comparto ortofrutticolo e florovivaistico italiani, in particolare. Tali colture risentono molto più delle altre, della progressiva riduzione delle sostanze attive immesse in commercio dovuta alle diverse fasi della revisione del dir. 91/414/CEE e del fatto che, trattandosi di produzioni limitate, seppure importantissime per lo sviluppo di particolari aree rurali soprattutto marginali, le
case produttrici di fitofarmaci non hanno interesse a chiedere l’autorizzazione di nuove molecole. Il risultato è che molte delle colture minori allo stato attuale hanno gravi difficoltà nella lotta fitopatologica ad alcune avversità. L’incontro con la delegazione francese, secondo Coldiretti, è stata un’ottima occasione per individuare strategie comuni in merito al sostegno che deve essere riservato a tali colture tra le quali rientrano produzioni ortofrutticole tipiche dell’agricoltura italiana come la rucola, le nocciole, i piccoli frutti, le piante ornamentali, ma anche le colture da seme. Il confronto con i diversi sistemi di autorizzazione dei fitofarmaci per le colture minori in Francia e in Italia ha evidenziato come la procedura
italiana sia in linea generale molto più complessa. In Italia non ci sono fitofarmaci registrati per le colture da seme, mentre in questo settore la Francia ha una procedura amministrativa molto rapida in quanto, trattandosi di sementi e non di colture edibili, non sussiste il problema di valutare la presenza di residui di antiparassitari così come avviene per le colture che sono destinate direttamente all’alimentazione. Ad ogni modo, la delegazione francese ha mostrato interesse per il Programma interregionale sulle colture minori promosso dal Mipaaf e dal Crapav che in questi anni ha consentito di avviare la ricerca per l’individuazione di alcune molecole necessarie per la lotta a specifiche avversità di
alcune colture minori. Nel corso dell’incontro Coldiretti ha evidenziato come in questo ultimo anno abbia contribuito al dibattito in sede comunitaria sull’opportunità di promuovere un Fondo che sostenga la difesa delle colture minori. Coldiretti ha ricordato come, sempre a livello europeo, sia importante l’istituzione di un Segretariato per il coordinamento delle attività di consultazione e discussione tra i diversi Stati membri sulla materia. Coldiretti ha chiesto e ottenuto dal Mipaaf l’organizzazione, entro il mese di marzo, di un tavolo tecnico con il Ministero della Salute e gli altri esperti, al fine di rimuovere gli ostacoli che attualmente rallentano le procedure autorizzative. m
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In un convegno a Dogliani
Lotta biologica contro il vettore della Flavescenza dorata
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Dogliani si è tenuto un importante convegno sul tema “La confusione sessuale come metodo per il controllo delle tignole della vite. I primi risultati dell’applicazione in Provincia di Cuneo. Novità in materia di lotta biologica contro il vettore della Flavescenza dorata, Scaphoideus titanus”. Al convegno, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole di Roma, hanno partecipato circa duecento persone tra viticoltori, tecnici e professionisti della provincia di Cuneo ed Asti oltre a molti sindaci dei 24 comuni del comitato, tecnici di Coldiretti, presidenti delle
cantine sociali di Dogliani e Clavesana, del Consorzio agrario e dell’agrotecnico di Cuneo. Ha suscitato molto interesse la ricca relazione di Andrea Lucchi Docente dell’Università di Pisa: “Questo è un metodo biologico che agisce esclusivamente sulle tignole e che rispetta i naturali antagonismi presenti nel vigneto salvaguardando l’equilibrio. È importante – prosegue Lucchi – come pure per lo Scaphoideus, monitorare anche le tignole della vite”. Ha anche riportato l’esperienza della Napa Valley, in California ed ha voluto lanciare proprio a Dogliani alcuni risultati della sperimentazione, definiti incoraggianti, fatta all’istituto di
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viticoltura a San Michele all’Adige. Il principio è sempre quello di “confondere” ma mentre quello della tignola si basa sui feromoni, per lo scafoideo ci si rifà ad onde sonore prodotte dalle vibrazioni del petto dell’insetto, simili ad un tambureggiamento, nel momento in cui si avvicina alla femmina. L’esperimento consiste nel riprodurre una vibrazione simile, come quando c’è il maschio rivale nelle vicinanze; il rituale dell’avvicinamento tra i due individui maschio e femmina si interrompe immediatamente, per poi ripartire se cessa la vibrazione di disturbo. “Questo metodo biologico è recente nel nostro territorio
– spiega Attilio Pecchenino assessore agricoltura di Dogliani ed uno dei coordinatori del Comitato; al convegno abbiamo sottolineato tre importanti argomenti: agricoltura, salute ed ambiente. Agricoltura per l’importanza della salubrità del prodotto finale, il vino. Salute per salvaguardare la salute degli operatori. Ambiente per difendere la nostra viticoltura. Il comitato mira ad unire la sperimentazione e la ricerca congiunta all’applicabilità e il diretto impiego e controllo eseguito direttamente in campo, ringrazio tutti, in particolare i sindaci che si sono impegnati per attuare il progetto sul territorio”. m
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All’Istituto Zooprofilattico di Torino, giornata studio sulla filiera del latte
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l nostro Paese è uno dei maggiori produttori europei di latte e formaggi. Il settore traina il mercato agroalimentare nazionale, con un fatturato in allevamento di 5,4 miliardi di euro, oltre 14 miliardi nella fase di trasformazione, mentre il ricavo dai consumi è di 21 miliardi di euro. La qualità di un alimento importante come il latte deriva da numerosi fattori: dalla somministrazione della corretta razione agli animali, alla selezione genetica. E anche il benessere degli animali in stalla influisce ad esempio su alcuni parametri del latte. Per fare
il punto sull’argomento, l’Istituto Zooprofilattico, in collaborazione con la direzione del Master dell’Università degli Studi di Torino in “Qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità della filiera latte”, ha organizzato venerdì 2 marzo il convegno dal titolo “La filiera del latte: chi ben comincia…”. “L’evento – sottolinea
Fernando Arnolfo, direttore generale dell’Istituto – vuole fare un’attenta disamina del mondo della produzione del latte secondo l’approccio moderno di filiera. Solo la gestione integrata dell’intero percorso produttivo può portare all’ottenimento di un alimento sano e con elevati standard di qualità”. Al primo incontro, seguirà un ulteriore appuntamento – la giornata è prevista il 30 novembre 2012 – che vuole esaminare la filiera latte: nella sala conferenza dell’Istituto di Via Bologna, esperti del settore presenteranno i punti di forza e di miglioramento. In Piemonte sono registrate
circa 150 mila bovine da latte e 2.600 allevamenti bovini da latte. La filiera latte piemontese rappresenta circa il 9% della produzione agricola con un fatturato annuo di circa 350 milioni di euro. Presso l’Istituto Zooprofilattico di Torino, il Laboratorio Centro Latte effettua le analisi previste dalla normativa. Lo scorso anno sono state effettuate oltre 45.000 analisi: gli esami di laboratorio hanno l’obiettivo sia di garantire la sicurezza del consumatore individuando situazioni igienicosanitarie a rischio, sia di verificare gli standard nutrizionali e di qualità del latte. m
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Presentato a Mondovì il progetto d’invaso Serra degli Ulivi
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costo previsto è quasi triplicato (50 milioni di euro in più) anche se, in sede di appalto, si
potrebbero ottenere risparmi. Commentano Claudio Sacchetto, assessore regionale
all’Agricoltura: “Di questi tempi non sarà facile reperire i fondi per realizzare il progetto. La speranza è che si possa riuscire a fare un collage di finanziamenti per mettere insieme la cifra, magari allargando la questione a partner privati, interessati alla produzione di energia elettrica”, e Mino Taricco, consigliere regionale, tra i primi promotori del progetto: “Una parte dei fondi è disponibile nel Fondo di rotazione regionale, si tratta di circa 45 milioni di euro; ho fiducia che con un progetto valido, le possibilità di ottenere finanziamenti siano concrete”. m
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enerdì 17 febbraio, è stato presentato in conferenza stampa, nella sede del Consorzio Irriguo secondario del Pesio, il progetto preliminare del grande invaso di Serra degli Ulivi e di tutto il sistema irriguo connesso. Il costo per la realizzazione dell’enorme bacino, che andrà a modificare il microclima della zona, si aggira sui 150 milioni di euro: Il lago avrà una superficie di 70 mila metri quadri per una portata d’acqua di 15 milioni di metri cubi. Coinvolti nel mega progetto i comuni di Villanova, Roccaforte, Chiusa Pesio e Pianfei. Rispetto alle perizie, il
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Carmagnola, sabato 31 marzo e domenica 1 aprile 2012 è in programma la ventiquattresima edizione della manifestazione denominata “Ortoflora & Natura” che si svolge nel Parco della Cascina Vigna e che costituisce una delle più importanti rassegne piemontesi delle produzioni del settore florovivaistico ed orticolo e delle attrezzature ed arredi da orto e da giardino. La Mostra Mercato “Ortoflora & Natura” è stata riconosciuta lo scorso anno dalla Regione Piemonte con la qualifica di manifestazione a carattere regionale, permettendo così a questa iniziativa di crescere non solo come numero di espositori ma anche come qualità dei prodotti presentati. Nel verde del
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Convegno del CReSO a Bossolasco
Corilicoltura: tra innovazione e ricerca
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Bossolasco, lo scorso 1° marzo, il CReSO ha organizzato un convegno per presentare i risultati della ricerca sul nocciolo presso la sede della Comunità Montana. Le attività sono state svolte presso l’Azienda sperimentale “Nasio” di Cravanzana (Cn) in collaborazione con l’Università di Torino e il Servizio fitosanitario della Regione Piemonte. All’organizzazione dell’incontro hanno collaborano la Comunità Montana Alta Langa, le associazioni di produttori Ascopiemonte e Piemonte Asprocor, nonché l’Agenzia di consulenza tecnica 4A di Coldiretti. Il convegno è stato
patrocinato dalla SOI – Società di Ortofrutticoltura Italiana. La coltura del nocciolo – nonostante la difficile
congiuntura economica inasprita dalla concorrenza di Paesi extra europei come Turchia, Cile, Argentina e Georgia – suscita un
crescente interesse. I dati sulle superfici lo dimostrano: 12.100 ha (Istat, 2010) coltivati in Piemonte con un trend in aumento. La
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e balanino. Sulla base delle informazioni raccolte, il CReSO emette bollettini con le indicazioni per la difesa. Il trasferimento delle informazioni avviene “in tempo reale” ai tecnici di base che, a loro volta,
provvedono alla consulenza diretta presso le aziende corilicole. Nadia Valentini (DCA, Università di Torino) ha presentato i risultati ottenuti nella prova di confronto tra varietà diverse da affiancare
alla Tonda Gentile Trilobata, di interesse per la trasformazione industriale. Oggetto della valutazione sono: produzione, resa e adattabilità ambientale. Mario Tamagnone, DEIAFA Meccanica dell’Università di Torino, ha proposto una panoramica sulle prove di distribuzione di agrofarmaci in corileto, ponendo l’accento sull’importanza di utilizzare attrezzature (atomizzatori) opportunamente tarate, adeguate alla distribuzione su piante allevate a cespuglio e dotate di chiome folte, spesso impenetrabili. Anna Saglia (Settore Fitosanitario Regionale) e Maria Corte (CReSO) hanno chiuso i lavori presentando i risultati scaturiti da prove di controllo di erbe infestanti e dei polloni del nocciolo, con l’obiettivo di rivisitare il concetto di difesa integrata, ricercando strategie che sappiano coniugare l’efficacia con il rispetto “dell’eco-sistema noccioleto”. m
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L’Asti arriva nel paese del Sol Levante
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positivi che identificano l’Italia agli occhi dei giapponesi, come la moda, la ricchezza culturale e la qualità della vita, un posto privilegiato è quello occupato dall’enogastronomia. Parlando di vino va detto che in Giappone, su una popolazione di 120 milioni di abitanti, solo un terzo ha
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opo gli Stati Uniti, il Giappone: alla Casa dell’Asti si è tenuto un incontro sull’export, per analizzare posizioni e potenzialità dell’Asti Docg e del Moscato d’Asti Docg nelle diverse realtà mondiali. Considerato il positivo fenomeno della Moscatomania negli USA, gli esperti provenienti dal Paese del Sol Levante si sono confrontati sull’evoluzione dell’“Asti” in Giappone con produttori, giornalisti e operatori del settore. I numeri del 2011 sono da record, con la produzione complessiva che ha superato i 106 milioni di bottiglie, 81 di Asti Spumante e 25 di Moscato d’Asti con una quota export superiore all’80%. Senz’altro, tra i tanti elementi
consumi all’occidentale. Il vino italiano gode di buona fama ed occupa la seconda piazza nelle importazioni, subito dopo quelle francesi con il 20% del mercato pari a 3,2 milioni di casse. Nel comparto delle bollicine l’Asti Docg registra vendite per 150 mila casse, pari a 1,8 milioni
bottiglie con un trend dalle forti potenzialità. Per quanto riguarda la questione prezzi, anche in Giappone la crisi si fa sentire. L’Asti Spumante viene venduto nei negozi a 13-15 euro, più che raddoppiato nei ristoranti, a causa anche delle accise doganali di circa 2,50 euro a bottiglia per le bollicine (1 euro in più rispetto ai vini fermi). Il Consorzio partecipa alla FoodEx, che si tiene dal 6 al 9 Marzo a Tokyo, una tra le più importanti fiere del settore enogastronomico dell’Estremo Oriente. Un’occasione per entrare in contatto e capire più da vicino quale strategia utilizzare per continuare a crescere in questo mercato. Previsti incontri con chef e titolari di ristoranti di cucina italiana in Giappone chiamati a diventare “Ambasciatori dell’Asti”, una favorevole occasione per indurre i giapponesi ad aumentare i momenti per proporre un allegro “Kampai!” (l’equivalente del nostro cin cin) con l’Asti e il Moscato d’Asti. m
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Rio+20, strategie per rendere più “sostenibili” i mercati
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determinanti per l’evoluzione dei mercati locali. Al fine di garantire un modello di sviluppo sostenibile occorre ridurre l’uso di risorse primarie nelle filiere produttive e riorganizzare i processi di produzione, trasformazione, commercializzazione e consumo di tali prodotti al fine di ridurre l’impatto ambientale. L’economia italiana deve necessariamente accogliere la sfida di trasformare in termini di sostenibilità i propri processi di produzione, se non vuole soccombere nel contesto mondiale in quanto
la concorrenza basata solo sui fattori di costo vede le nostre imprese necessariamente perdenti o migranti verso questi paesi dove sono possibili costi di produzione inferiori. Dal 1980 ad oggi l’estrazione di risorse vergini dalla natura è cresciuta a livello globale di circa il 65% (Ocse, 2011). Nel 2008 nei Paesi del G8 per soddisfare i bisogni di una persona si utilizzano in media circa 50 kg di materiali al giorno, di cui 10 kg di biomasse, 20 kg di minerali da costruzione e 15 di combustibili fossili. I materiali collegati al cibo e all’agricoltura pesano
circa per il 40%. La pressione sull’ambiente globale attivata dall’Italia è significativa in quanto il nostro è un paese fortemente importatore di materie prime. Ciò genera “a monte” rifiuti ed emissioni che costituiscono il fardello ecologico o zaino ecologico (ecological rucksack) che le importazioni si portano dietro come conseguenza e, cioè, l’input totale di risorse naturali richieste per ogni prodotto “dalla culla al punto di vendita”. Le imprese italiane nel mondo che partecipano con i loro processi produttivi a ingenerare fenomeni di impatto ambientale che potrebbero essere riorientate verso un modello di sostenibilità sono circa 21.000 situate in 150 paesi. Ad ogni modo, nel triennio 2006 2008, il 41,1% delle imprese industriali italiane con più di 10 addetti ha introdotto innovazioni. Tra queste, il 17% delle imprese innovatrici ha ridotto l’uso di materie prime e semilavorati ed ha sostituito materiali tradizionali con materiali eco-compatibili. Questo processo virtuoso è avvenuto sia per l’introduzione di nuove norme che per rispondere (continua a pagina 78)
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ell’ottica della conferenza di Rio+20, è aperta la discussione sulle strategie più idonee ad avviare una trasformazione in termini di sostenibilità dei mercati delle risorse primarie, che comporti una riorganizzazione delle filiere produttive e tra queste senz’altro spicca in termini di importanza quella agroalimentare. In proposito, come evidenzia un interessante studio del Wwf (Market Trasformazione Initiative – Mti) che prende in considerazione quattro risorse primarie agricole (olio di palma, caffè, cotone e pasta di cellulosa/carta) comunemente importate nel nostro paese ed oggetto di ampio consumo, è possibile valutare il ruolo dell’Italia relativo a specifiche materie prime, gli utilizzi a livello nazionale, le pressioni che la domanda di tali beni comporta in termini di uso di acqua, suolo, materiali e emissioni atmosferiche. Alcune imprese italiane possono svolgere un ruolo significativo nella trasformazione dei mercati globali e le attività economiche o le regioni nelle quali vanno ricercati possibili leader della trasformazione del mercato italiano capaci di fornire input
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(continua da pagina 77)
alla domanda corrente di innovazioni ecocompatibili, oppure per accordi o processi volontari (ad es. sistemi di certificazione) per la promozione e la diffusione di buone pratiche ambientali o ancora grazie alla disponibilità di incentivi finanziari, come, per esempio, avviene in agricoltura nell’Ue grazie agli aiuti concessi dalla Politica Agricola Comunitaria. In questo contesto, il progetto di Coldiretti per la promozione di una filiera agricola tutta italiana è la risposta che le imprese agricole italiane intendono dare per garantire una maggiore sostenibilità. La sfida è quella di innovare i rapporti tra i diversi soggetti della filiera tagliando l’intermediazione commerciale e consentendo agli imprenditori agricoli di raggiungere con i prodotti del proprio territorio i consumatori, riducendo il trasporto delle merci e creando un beneficio a vantaggio
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dell’ambiente in termini di riduzione delle emissioni. Ma l’impegno delle imprese agricole associate a Coldiretti è anche nella fase primaria di produzione, tramite l’adozione di sistemi di coltivazione a basso input di fitofarmaci e fertilizzanti e l’innovazione delle tecniche di allevamento, improntate al rispetto del benessere animale ed al contenimento dell’impatto ambientale grazie a una gestione corretta delle deiezioni e delle emissioni degli allevamenti. Tutto ciò avviene promuovendo anche il ricorso alle energie rinnovabili affinché l’alimento che giunge al consumatore sia ottenuto tramite una sapiente gestione delle risorse primarie perché l’agricoltura è oggi più che mai consapevole dell’importanza di conservare al meglio l’ambiente nel quale opera per offrire prodotti di alta qualità grazie a un know how nelle tecniche di coltivazione ed allevamento che non è al momento praticabile
nei paesi in via di sviluppo dove si pratica ancora un’agricoltura di carattere intensivo ad alto input di sostanze chimiche, spesso senza il rispetto delle normative a tutela dei lavoratori, tutti fattori che consentono sì di produrre a costi inferiori, ma con requisiti di qualità degli alimenti molto inferiori a quelli dei prodotti italiani. Per realizzare un modello di sviluppo economico sostenibile non esiste un’unica strategia vincente. L’eco-efficienza da sola difficilmente riesce a permettere di soddisfare i bisogni di una popolazione crescente che vuole consumare sempre di più. Senza la chiusura dei cicli materiali, ossia il mantenimento all’interno del processo socio economico dei materiali che vi entrano e l’aumento della produttività delle risorse, non si può realizzare la riduzione drastica delle quantità di risorse prelevate e di quelle trasformate in emissioni, rifiuti e nuove strutture fisiche artificiali.
Il vantaggio per le imprese che scelgono di adottare processi di produzione sostenibili non è solo in termini di immagine, ma derivano dal mettere gradualmente fuori mercato i prodotti privi di qualità sociale ed ambientale. Il processo virtuoso verso la sostenibilità, infine, oltre che dalle imprese e dai consumatori può essere attivato anche da gruppi finanziari che possono promuovere, tramite la concessione del credito, prioritariamente o in via esclusiva solo progetti di imprese che si impegnano a riorganizzare i propri processi produttivi in modo sostenibile. Nell’ottica degli obiettivi di Rio +20, è necessario progettare iniziative su base distrettuale, basate su risorse locali e sul coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali, della società civile e dei centri di ricerca al fine di garantire buoni rendimenti e produzioni sostenibili e di qualità. m
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Fitofarmaci: presto le norme sull’uso sostenibile
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nel decennio 2000-2010 la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo è diminuita complessivamente di 10,6 mila tonnellate (-6,8%). In particolare i prodotti molto tossici e tossici si sono ridotti del 34,7%. Oltretutto, la Commissione Europea considera il sistema italiano di monitoraggio dei residui di antiparassitari negli alimenti, effettuato dal Ministero della Salute, il migliore d’Europa visto che il 99.2% dell’ortofrutta italiana è regolare rispetto alla normativa sulla presenza di residui di fitofarmaci perché a residuo zero o in quanto comunque contenuti entro le soglie ritenute non pericolose
per la salute umana con una percentuale di irregolarità estremamente contenuta pari allo 0.8%. Infine, l’Italia è l’unico paese dell’Ue che ha anticipato da anni quanto previsto dalla direttiva 2009/128/CE sia per quanto riguarda l’obbligo di tenuta del registro dei trattamenti (c.d. quaderno di campagna) sia per quanto concerne il patentino per l’acquisto dei fitofarmaci e la formazione necessaria per il rilascio di quest’ultimo, nonché rispetto alle disposizioni relative alla difesa integrata. Al momento, l’Amministrazione capofila per quanto riguarda l’elaborazione della proposta di decreto legislativo è il Ministero dell’Ambiente, secondo quanto
stabilito dall’art. 20 della legge comunitaria 2010. Tuttavia, nel disegno di legge 3129 (legge comunitaria 2011), è prevista una modifica della delega del Governo in base alla quale la competenza prioritaria in materia tornerebbe, come del resto è previsto dalla legislazione italiana, in capo al Ministero della Salute e al Ministero delle Politiche agricole. Coldiretti ha, pertanto, segnalato in un documento ufficiale inviato alla Direzione Generale della competitività per lo Sviluppo Rurale del Mipaaf, che allo stato attuale, partecipa comunque alla fase di elaborazione del provvedimento insieme al Ministero della
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resso il Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri è in corso di elaborazione lo “Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/128/ce che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei fitofarmaci”. “Un testo che, in molte parti, suscita notevoli perplessità per l’interpretazione restrittiva – commenta la Coldiretti – che viene data della dir. 2009/128/CE, nonostante l’Italia sia a livello comunitario il paese più all’avanguardia per quanto riguarda le misure finalizzate a garantire un corretto uso dei fitofarmaci”. Secondo l’ultimo rapporto Istat,
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AT T U A L I T À Salute, le modifiche che si renderebbero necessarie. L’aspetto che desta maggiori preoccupazioni è la norma che vorrebbe far ricadere sugli operatori e, quindi, sulle imprese agricole, gli oneri finanziari relativi all’applicazione delle misure contenute nella direttiva, aspetto questo che è stato duramente contestato da Coldiretti in quanto l’attuazione delle misure previste a livello comunitario in nessun modo possono essere imputate alle imprese, ma necessitano dell’individuazione da parte del Ministero dell’Ambiente e delle altre Amministrazioni pubbliche competenti, tra cui le Regioni, ad individuare le fonti di finanziamento necessarie per attuare la direttiva. Inoltre, appare confusa anche la distinzione tra utilizzatori professionali e “non”, che è molto importante in quanto serve a distinguere i soggetti sui quali gravano gli adempimenti previsti dal decreto legislativo
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e le relative sanzioni. Il decreto, infatti, dovrebbe chiarire che è utilizzatore professionale e, quindi, soggetto destinatario degli adempimenti, solo chi esercita l’attività di coltivazione al fine di immettere in commercio gli alimenti da essa ottenuti mentre è utilizzatore non professionale chi esercita la medesima attività ai fini dell’autoconsumo. Coldiretti ha, inoltre, evidenziato che nel Consiglio tecnico scientifico che si intende costituire per l’attuazione delle misure previste dal decreto legislativo devono essere presenti i tre rappresentanti delle Organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo, presenti nel Cnel. La composizione attuale proposta, invece, dal Ministero dell’Ambiente oltre a non contemplare affatto la presenza delle associazioni di rappresentanza della realtà agricola, prevede una netta prevalenza di
rappresentanti di enti portatori di istanze relativa alla tutela ambientale ed una presenza assolutamente minoritaria di enti di rappresentanza delle problematiche legate all’impatto delle misure sull’agricoltura e sulla salute umana. Inoltre, lo schema di decreto legislativo, nello stabilire che le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano sono le autorità responsabili per la formazione, non esplicita quale sia il ruolo delle Organizzazioni professionali agricole nell’esercizio dell’attività formativa. Anche la tempistica dei controlli relativi alle attrezzature impiegate per effettuare i trattamenti si discosta da quanto stabilito dalla direttiva prevedendo tempi più ristretti. Le sanzioni proposte nel provvedimento, poi, devono essere assolutamente ridimensionate negli importi in quanto risultano sproporzionate rispetto all’entità delle eventuali
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violazioni delle norme. La scelta operata dal Ministro dell’Ambiente di proporre uno schema di decreto legislativo che appare impostato nell’ottica di introdurre adempimenti più restrittivi di quelli previsti dalla direttiva, non trova alcuna valida motivazione rispetto alla situazione italiana di gestione dei fitofarmaci che, come si evidenzia dai dati sopra riportati, è già da anni improntata al massimo rigore e sostenibilità. L’auspicio è, quindi, quello che il Ministero delle Politiche agricole insieme al Ministero della Salute e alle Regioni, riescano a rendersi portavoce, in modo incisivo, delle richieste di modifica avanzate da Coldiretti al fine di evitare che gli obiettivi più che condivisibili della direttiva comunitaria, si traducano in un onere a carico delle imprese agricole creando pericolose distorsioni concorrenziali rispetto agli paesi dell’Ue. m
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In un convegno a Borgomale a cura dell’ Agenzia 4A Coldiretti Zona di Alba
Tecniche di spollonatura del noccioleto e novità sul PSR
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o scorso 27 febbraio, a Borgomale, presso la sede del Comune, si è svolto il convegno sulla spollonatura del nocciolo e sulle nuove tematiche del PSR tenuto da Mario Benotto, Ornella Chiarle tecnici Agenzia 4A Coldiretti e Roberto Pio, responsabile dell’ufficio tecnico della Coldiretti Zona di Alba. Il tema del convegno, concentrato sulle prove di spollonatura, ha suscitato il grande interesse del pubblico. Il tecnico Mario Benotto ha illustrato le prove di spollonatura effettuate con diversi metodi comparandone tempi, costi e efficacia, evidenziando che visti i notevoli cambiamenti
in agricoltura sull’impatto ambientale, il pirodiserbo è al momento una tecnica che non inquina e non lascia residui nel terreno, ma
contemporaneamente richiede maggior tempo, ma con costi paragonabilli rispetto ad un trattamento chimico. Ornella Chiarle ha illustrato la
bozza del disciplinare di lotta integrata sulle nuove norme tecniche che verranno applicate nell’anno in corso spiegando anche i motivi della sospensione ed eventuale re-immissione in commercio del Glufosinate ammonio. In chiusura Roberto Pio ha descritto i servizi di consulenza in agricoltura per le imprese e i finanziamenti pari all’80% delle spese sostenute per la loro gestione in applicazione alla misura 114 del PSR. Per eventuali approfondimenti o richieste di chiarimento, tutti gli interessati possono rivolgersi all’ufficio Coldiretti Zona di Alba. m
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Rinnovata la delegazione Onaf di Cuneo
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ercoledì 22 febbraio presso la Sala Rossa del Consiglio comunale di Fossano si è riunita l’assemblea dei Soci Onaf della Delegazione di Cuneo per rinnovare le cariche sociali. Dopo i saluti del presidente nazionale Onaf Pier Carlo Adami, le votazioni hanno designato come delegato provinciale Gianfranco Fortina di Verzuolo. Il Consiglio di Delegazione, che resterà in carica per i prossimi quattro anni, è composto dai Consiglieri: Tullio Galvagno (Ormea), Alberto Garro (Vignolo), Umberto Pamparà (Mondovì), Elio Paschetta (Racconigi), Anna Maria Sepertino (Marene), Osvaldo Tealdi (Cuneo), Alberto Torchio (Millesimo).
Gianfranco Fortina da anni collaborava con il delegato uscente Marisa Peano nell’organizzazione di eventi e valorizzazione della realtà casearia cuneese. “Il fatto più importante – ha detto il neodelegato provinciale – è che si sia formata una squadra di persone preparate, appassionate e convinte della prestigiosa ricchezza culturale e produttiva della nostra provincia. La valorizzazione della storia della tradizione e dei sapori di una terra di eccellenza può passare anche dal formaggio. Il nostro impegno sarà renderlo sempre più protagonista di momenti di conoscenza, informazione e intelligente divertimento”. m
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N° 4 – 1-15 marzo 2012
62a Mostra Regionale Zootecnica al MIAC
D
al 24 al 26 Marzo 2012 si terrà la 62a Mostra Regionale Zootecnica di Quaresima presso l’Area Fieristica M.I.A.C. in Località Ronchi, Cuneo, con la mostra di bovini di razza piemontese e di ovi-caprini. All’interno dell’evento, è anche prevista la Fiera “Cavalli a Cuneo”, nella giornata di domenica vi saranno dimostrazioni equestri
e il lunedì mattina oltre al mercato ci sarà la premiazione dei bovini. Durante la giornata di Domenica 25 e la mattina di Lunedì 26 nella piazzetta centrale del MIAC si svolgerà un Mercato di Campagna Amica. Per le aziende interessate a partecipare, il costo è di € 60,00 da pagare direttamente in loco la domenica mattina. Le aziende interessate dovranno portarsi tutto il materiale necessario per l’allestimento e far pervenire la propria adesione, direttamente alla referente di Fattoria Amica della zona di Cuneo Rosanna Ariaudo (Tel: 0171/447217 Mail: rosanna.ariaudo@coldiretti.it ) entro Giovedì 15 Marzo 2012.
Nell’ambito della Mostra Regionale Zootecnica, domenica 25 marzo, si svolgerà anche uno spettacolo sportivo di Tractor pulling: per chi fosse interessato a partecipare, bisogna prenotarsi entro sabato 24 marzo ai numeri 335-6684594 e 347-4892113. m
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N OT I Z I E E PAC A
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Assegni familiari
I
coltivatori diretti possono ottenere gli assegni familiari quando svolgono attività lavorativa e, unitamente agli artigiani e commercianti, quando diventano pensionati. Limiti di reddito Gli assegni sono corrisposti a condizione che la famiglia del richiedente non abbia superato, nell’anno precedente, determinati limiti di reddito. Tali limiti sono rivalutati ogni anno in ragione del tasso di inflazione programmato. Se il reddito familiare supera i limiti può scattare la revoca degli assegni per il primo figlio oppure per tutti i familiari. Sempre in materia di reddito, inoltre, è previsto un limite di reddito personale che il familiare non deve superare per essere considerato a carico, che per il corrente anno è di 676,75 euro mensili.
Redditi da considerare Alla formazione del reddito familiare concorrono: 1) i redditi assoggettabili all’ IRPEF; 2) il reddito della casa di abitazione; 3) redditi esenti da imposta (pensioni sociali, pensioni di invalidità civile, ecc.) se superano euro 1.032,81; 4) redditi soggetti a ritenuta alla fonte ( interessi bancari, postali, BOT, CCT, ecc).. Sono esclusi i redditi dei figli maggiorenni, non a carico anche se conviventi. Nucleo familiare Il nucleo familiare è così composto: • il richiedente; • il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; • i figli minori di 18 anni, anche se non conviventi e non a carico.
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Domanda Al fine di ottenere le prestazioni di cui sopra è necessario inoltrare all’INPS specifica domanda. Il Patronato Epaca della Coldiretti è a disposizione per fornire assistenza gratuita per gli adempimenti del caso. m
INPS ha reso noti gli importi dei contributi dovuti per l’anno 2012 a favore dei lavoratori domestici con applicazione dell’aumento percentuale ISTAT pari al 2,7%. Nella sottostante tabella riportiamo le contribuzioni rapportate alla retribuzione dei lavoratori domestici e alle ore lavorate. - Il contributo CUAF non è dovuto solo nel caso di rapporto di lavoro fra coniugi (ammesso soltanto se il datore di lavoro coniuge è titolare di indennità di accompagnamento) e tra parenti o affini entro il terzo grado conviventi; - La cifra tra parentesi è la quota a carico del lavoratore. Gli uffici Coldiretti/EPACA sono a disposizione per i chiarimenti in merito. m
• Dichiarazioni di conformità del dispositivo di protezione in •
gestioni speciali (coltivatori diretti, artigiani e commercianti) hanno diritto alla maggiorazione di pensione per: • coniuge non legalmente ed effettivamente separato; • figli minori, studenti od inabili. La misura della maggiorazione è pari a € 10,21 mensili per ciascun componente a carico.
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Beneficiari Possono essere beneficiari degli assegni: • il coniuge non separato; • i figli minori di 18 anni, studenti di età non superiore a 21 anni, universitari per tutta la durata del corso legale di laurea e comunque non oltre il 26° anno di età, non esiste limite di età per i figli che siano riconosciuti inabili al lavoro. Coltivatori diretti: i coltivatori diretti in attività hanno diritto agli assegni familiari esclusivamente in favore dei figli minori, studenti od inabili, in misura pari a 8,18 euro mensili. Pensionati: i pensionati delle
S cadenze aziendali
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VERSAMENTO IVA DICHIARAZIONE ANNUALE Scade il termine per effettuare il versamento relativo alle dichiarazioni annuali IVA 2011 senza maggiorazione. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI FEBBRAIO Annotazione di liquidazione per il mese di febbraio e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2011 hanno realizzato un volume d’affari superiore a euro 400.000,00, se prestazione di servizio o di euro 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66 legge 427/93. VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti, delle ritenute effettuate nel mese di febbraio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. CONTRIBUTI INPS DATORI DI LAVORO AGRICOLI I datori di lavoro che hanno assunto alle proprie dipendenze operai agricoli a tempo determinato e/o indeterminato nel 3 trimestre 2011 devono effettuare entro tale data il versamento della relativa rata dei contributi.
26 MARZO (essendo il 25 festivo) ACQUISTI , CESSIONI INTRACOMUNITARI E PRESTAZIONI DI SERVIZI RESE O RICEVUTE Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica, all’Agenzia delle Dogane, dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di febbraio.
IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli art.23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. ELENCHI CLIENTI E FORNITORI “BLACK LIST”: SOGGETTI MENSILI Invio telematico della comunicazione relativa ai contribuenti mensili che abbiano effettuato operazioni attive e passive (beni e servizi) con soggetti economici con sede o domicilio fiscale in Paesi “black list” registrate o soggette a registrazione nel mese di febbraio 2012. PROSECUZIONE VOLONTARIA CONTRIBUTI I soggetti autorizzati dall’Inps a proseguire volontariamente nel pagamento dei contributi devono, entro questa data, versare i contributi relativi al quarto trimestre 2011, il versamento deve essere effettuato utilizzando gli appositi bollettini di conto corrente postale rilasciati dall’Inps. m
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