Coltivatore Cuneese n.16 novembre 2012

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Anno 66

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L’Italia che vogliamo: da Cernobbio la proposta di Coldiretti Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abb. Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione

Coldiretti a Terra Madre e Salone del Gusto per difendere il Made in Italy


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Sommario Latte dall’estero: presto i dati Uvac

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L’Italia che vogliamo

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Il meeting di Cernobbio – giunto alla sua XII edizione – si è chiuso con le parole del Presidente del Consiglio

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Coldiretti a Terra Madre e Salone del Gusto

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Terramica ha presentato il contratto di filiera Enkir

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Il Consorzio del Fagiolo Cuneo al Salone del Gusto con la nuova IGP 11 Foto da archivio Il Coltivatore Cuneese

Il Corsivo del Coltivatore Crisi di campagna e crisi di città

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Fiera di San Luca a Demonte

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Il Moscato d’Asti nuovo in festa

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Storie di vita Franca Deninotti: “riprendere le vecchie abitudini, per salvarci”

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PAC post 2013: a che punto è il dibattito?

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La Posta del Coltivatore

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La batteriosi del kiwi (PSA)

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Quote latte: non c’è l’obbligo dell’85% di produzione se non si è avuto il beneficio nelle ultime due campagne

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Quale futuro per la castanicoltura?

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L’azienda agricola multifunzionale

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Tirocinanti stranieri imparano l’arte del Barolo

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Donne Impresa rinnova le componenti del Coordinamento provinciale

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Delia Revelli confermata alla guida di Donne Impresa Coldiretti Cuneo

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Seminati i campi sperimentali di Terramica

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In vigore dal 1° ottobre 2012 il Sistema Informativo Biologico

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E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it

Vino biologico: prodotti e sostanze certificate disponibili

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Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it

Ridotto il periodo di divieto di spandimento dei liquami nelle zone vulnerabili da nitrati

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Novità dal servizio vitivinicolo

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Fiera dei Santi a Vinadio

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Il Coltivatore Cuneese viene inviato a tutti i soci della Federazione Provinciale Coldiretti di Cuneo

A Margarita torna la Sagra d’i Coj

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La totalizzazione dei periodi assicurativi

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Grafica e stampa: AGAM Via Renzo Gandolfo, 8 Madonna dell’Olmo – 12100 CN Tel. 0171.411470 – Fax 0171.411714 E-mail: direzione@agam.it

Esodati: domanda alla Direzione Territoriale del Lavoro entro il 21/11/2012

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A.C.S.T.E.: i raduni d’autunno

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Scadenze aziendali

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Un nuovo successo per la Fiera del Marrone di Cuneo

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Il mercatino del Coltivatore

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“Il Coltivatore Cuneese” Editore Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo 1 copia euro 2,00 Abbonamento annuo euro 40,00 Direttore Amministrativo Bruno Rivarossa Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino Coordinamento di redazione Chiara Serra Hanno collaborato: Mariangela Abbà, Rosanna Ariaudo, Secondo Arneodo, Roberto Bianco, Silvia Bosco, Elena Bono, Aldo Brustolon, Alberto Burzio, Laura Calcagno, Piero Camperi, Marcella Cavallo, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Mario Dotto, Damiano Dutto, Gianni Ellena, Nicola Fontana, Tiziana Franchino, Cesare Gallesio, Cesare Gilli, Roberto Giobergia, Rosangela Giordana, Rosanna Giraudo, Roberto Lingua, Claudia Marenco, Michele Mellano, Laura Occelli, Sabrina Palazzeschi, Danilo Parola, Franco Parola, Luisa Peano, Lauro Pelazza, Marcello Pellegrino, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Valentina Riba, Davide Roà, Annalisa Sola Redazione ed amministrazione: Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300

Registrazione del tribunale di Cuneo n. 3296 del 7/12/55 45.000 Copie

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opo la ferma richiesta da parte di Coldiretti Piemonte di conoscere la verità sulle importazioni di latte dall’estero, il governatore della regione Roberto Cota si è impegnato in prima persona a reperire i dati delle importazioni zootecniche monitorati dall’UVAC, direttamente dal Ministero della Sanità. “Bisogna assolutamente mettere a disposizione delle imprese, dei consumatori e dei media lo stato reale della situazione delle importazioni, che inevitabilmente, oggi incide anche sulla trattativa del prezzo del latte alla stalla – dicono Marcello Gatto, presidente di Coldiretti Cuneo, e Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Cuneo e Piemonte”. Nell’ultimo anno, il mondo industriale si è negativamente distinto con atteggiamenti non coerenti alle iniziali disponibilità. Oggi, il mercato del latte e dei trasformati sta dando per l’industria oggettivi segnali di forte ripresa. Si attende, pertanto, la dimostrazione da parte delle industrie di reale disponibilità verso il comparto. “Coldiretti chiede fermamente che sia applicato l’indice storico – conclude Rivarossa – così come pubblicato anche sul sito della Regione Piemonte, che sicuramente è quello che maggiormente rispecchia la realtà attuale di mercato”. m


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L’Italia che vogliamo

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Da Cernobbio la proposta di Coldiretti in 10 punti

l Forum Internazionale dell’Agricoltura svoltosi a Cernobbio si è sviluppato attorno al documento che il presidente Sergio Marini ha presentato alla platea, alle autorità amministrative e politiche, tra cui il presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro dell’Agricoltura Mario Catania e il ministro per lo Sviluppo Corrado Passera. Pubblichiamo integralmente il documento, quale punto di riferimento per quanti, dirigenti, soci, amministratori e politici, operano sul territorio cuneese.

1. Un governo globale dei beni comuni

La politica, l’economia, probabilmente anche le forze sociali, hanno pensato che fosse possibile la globalizzazione senza globalizzare anche le regole. Si è pensato che il mercato si potesse regolamentare da solo, che era solo questione di tempo, e che il ‘bene comune’ non ne avrebbe risentito. Tutto ciò è stato puntualmente smentito dalla storia. Oggi abbiamo un problema di accesso al cibo, come dimostra il persistere dei paradossi del sistema globale che ha declassato il cibo a merce: fame per un miliardo di persone nei Paesi poveri (a cui spesso si tenta di dare la falsa promessa degli Ogm come soluzione al problema del cibo) a fronte di obesità e dello spreco di 1/3 del cibo nei Paesi ricchi; cementificazione e degrado del suolo agricolo a fronte di land grabbing (71 milioni di ettari dal 2000 ad oggi). Domani, al problema dell’accessibilità al cibo, si aggiungerà probabilmente anche quello della sua scarsità. È necessario che i decisori politici ne tengano conto, mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo. Conseguentemente anche le nostre politiche nazionali dovrebbero avere una rinnovata attenzione al cibo e all’agricoltura come premessa, ponendosi il problema di: - saper leggere in anticipo gli scenari globali nel rapporto fra domanda e offerta di cibo, rovesciando la gerarchia dell’agenda corrente e collocando il cibo ai vertici, prima di temi come energia e difesa;

- accelerare azioni organiche di difèsa del suolo agricolo e ell’impresa agricola; - avviare robuste iniziative tese a riconoscere il valore strategico dell’agroalimentare per invertire quel processo di impoverimento che sta trasformando l ‘Italia in un “deserto di marchi’’, risultato della ‘’scellerata “ delocalizzazione del! ‘industria agroalimentare italiana.

2. Più Europa

L’ Europa costituisce la cornice di riferimento naturale per il nostro Paese, la giusta dimensione per avere la forza e l’autorevolezza di costruire un contesto di regole, a salvaguardia dei beni comuni. Le politiche dei singoli stati nazionali infatti – uscite profondamente indebolite dalla globalizzazione economica e finanziaria degli ultimi decenni – costituiscono una barriera arrugginita rispetto a forze di carattere transnazionale spesso di natura oligarchica. È necessario quindi lavorare alacremente alla costruzione degli Stati Uniti di Europa, dotando l’Unione di forti istituzioni politiche elette democraticamente, capaci di orientare sia il cammino di integrazione iniziato, che di ricondurre le spinte disgreganti in atto. Dal punto di vista del sistema agroalimentare italiano dobbiamo essere in grado di portare pienamente “l’Italia in Europa”, facendo sì che la nuova Politica Agricola Comunitaria riconosca il valore strategico del “modello italiano” e le sue straordinarie peculiarità, consentendo che esso diventi patrimonio della comunità contaminando virtuosamente il pensiero comunitario. Cruciale in questo senso diviene il ruolo dei decisori italiani, che devono saper continuare nella strada di superare le timidezze e le subalternità del passato.

3. L’ Italia, una, sussidiaria e solidale

Di fronte alla ripresa – dopo quasi un secolo – di forti squilibri nella distribuzione della ricchezza prodotta e nel contesto di un necessario contrappunto federale il valore della sussidiarietà diventa strumento cardine per gestire la semplificazione burocratica e i principi di solidarietà sono indispensabili per superare le diseguaglianze. Al tempo stesso, quando pensiamo a “una” Italia facciamo riferimento


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alla pletora di livelli amministrativi che ostacolano il dispiegarsi del potenziale dell’imprenditoria nazionale. Noi, come Coldiretti, l’Italia l’abbiamo tenuta ripetutamente “insieme” con le nostre bandiere, l’abbiamo “accorciata” con la nostra presenza e le nostre iniziative, facendole parlare lo stesso linguaggio dal Nord al Sud. Nelle imprese che noi rappresentiamo, generalmente di carattere familiare, l ‘intreccio fra sussidiarietà e solidarietà ha contribuito a mantenere la coesione territoriale, il legame tra generazioni, tra donne e uomini, andando concretamente a permeare le comunità circostanti. In tutti i momenti in cui il Paese ne ha avuto bisogno (terremoto, siccità, emergenza neve) Coldiretti è sempre stata presente. Sono aspetti che in un Paese che vede erodere il cemento che lo unisce, valgono tantissimo!

4. I nostri punti di forza

Gli assets su cui il nostro Paese può e deve puntare, sono di natura materiale e immateriale: patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e passione, intuito e buonsenso. Accanto a questi fattori, siamo stati capaci di sviluppare nel tempo un capitale sociale che rimane fortissimo; resta viva una forte capacità di relazionarci e di fare comunità, di innovare mantenendo in vita saperi antichi. Risorse che appartengono al Dna del Paese e che garantiscono quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano. La nostra agricoltura ha fondato su tali risorse il suo successo. Se essa mette in luce elementi di competitività, distintività, innovazione ed eccellenza, è perché ha saputo innovarsi, ancorandosi al paradigma antico e non omologabile del Paese. In una fase di cancellazione delle distintività territoriali, la nostra agricoltura ha prosperato proprio saldandosi al capitale territoriale e inglobandone il valore aggiunto. Lo dimostrano i suoi primati: - il nostro valore aggiunto ad ettaro (doppio di quello di Francia, Spagna e Germania), e di conseguenza l’occupazione ad ettaro più alta di ogni altro Paese Occidentale; - un export che dopo anni di costante crescita raggiungerà nel 2012 il massimo valore storico (almeno 31 miliardi di euro), nonostante il Paese sia deficitario di prodotti agroalimentari; - l’assoluta qualità e il deciso apprezzamento del cibo made in ltaly nel mondo (ne è testimonianza il fenomeno dell’italian sounding, che vale 60 miliardi); - l’elevato livello di sicurezza e di controllo degli alimenti che ci fa essere primi al mondo; - l’aumento del numero di imprese, condotte prevalentemente da giovani (+4,2% nel secondo trimestre 2012) e nonostante la crisi; - un contributo positivo al Pil e all’occupazione del Paese (rispettivamente +l, l% e +10% nel secondo trimestre 2012), in controtendenza rispetto agli altri settori.

5. Il nostro modello di sviluppo: l’Italia che fa l’Italia

Esiste a nostro giudizio una via italiana allo sviluppo aggiuntiva se non sostituiva di quella finora dominante fondata su grandi impianti, grandi capitali, distanze spesso irragionevoli fra luogo della produzione e luogo del consumo e che ha retto per quasi due secoli l’economia. L’idea che potessimo competere a livello internazionale solo in termini di economie di scala e sull’inseguimento del minor costo di produzione sta oggi dimostrando i suoi limiti, come testimoniano i fenomeni di delocalizzazione, deindustrializzazione e perdita di posti e di lavoro che stanno segnando fortemente la nostra epoca. Inoltre la sostenibilità di questi modelli produttivi viene messa sempre più in discussione dalla ‘finitezza’ delle risorse disponibili, dal costo ambientale che essi comportano, dai costi sociali altrettanto pesanti che ne derivano. L’Italia e il suo futuro sono legati invece alla capacità di tornare a fare l’Italia, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza a cui abbiamo già fatto riferimento. È nella nostra capacità di trasferire nei nostri prodotti e nei nostri servizi il valore materiale e immateriale della distintività italiana e nel rafforzare il nostro saper “fare rete” che troveremo la forza e l’autorevolezza per riconquistare la giusta capacità competitiva, anche nella dimensione globale. Il successo del nostro progetto della “Filiera Agricola Tutta Italiana” (FAI) è la dimostrazione che questa strada è percorribile (come dimostrano i primati economici già descritti) e virtuosa: - virtuosa perché distintiva, in quanto legata a valori e punti di forza esclusivi del nostro paese, dei nostri territori e del Dna degli italiani; - virtuosa perché durevole, in quanto ancorata a punti di forza che non si consumano e non sono de localizzabili; - virtuosa perché replicabile in tutti i settori dell’economia; - virtuosa perché arricchisce e non consuma o impoverisce i valori da cui trae nutrimento. Non da ultimo, è un modello i cui benefici vanno ben oltre gli interessi dell’impresa e dei bisogni che essa va a soddisfare, perché genera condizioni ambientali e sociali di benessere diffuso assai rare da riprodurre.

6. Le politiche necessarie

Per accompagnare la crescita, abbiamo bisogno di “buona politica” e ciò significa in primo luogo il ritorno a funzioni di mediazione intelligente fra ceti e interessi distinti e contrastanti ai fini di perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si definisce “bene comune”. Abbiamo bisogno di una politica che sappia porgere un ascolto attento e pervaso da autentica passione e cioé di (continua a pagina 6)


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(continua da pagina 5)

CERNOBBIO sounding, norme per l’informazione ai consumatori, applicazione di quelle leggi approvate dal Parlamento ma finite in un binario morto); la giustizia, per contrastare le posizioni di rendita e ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce (sostegno ai nostri progetti di Campagna Amica e della Filiera Agricola Tutta Italiana tesi ad accorciare e costruire nuove relazioni di filiera); la legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio “Italia” (continuità di impegno nella lotta alla contraffazione e sofisticazione, condivisione della nostra denuncia sulle Agromafie in stretta collaborazione con magistratura e forze dell’ordine).

7. La molla per tornare a crescere

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una platea di decisori che sappia resettare la propria agenda ponendo ai vertici le “domande” che vengono dal Paese, senza piegarsi, come è accaduto e rischia di accadere, ad una lettura conformistica della realtà, così come essa viene “raccontata” da chi è portatore di interessi “singoli” (e spesso per nulla “forti”). Alla politica, fortemente deficitaria, chiediamo un’operazione coraggiosa di verità, giustizia e legalità, aspetti la cui declinazione è diventata in questi anni via via più opaca. E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare, a servizio di ciò che stiamo perseguendo con il nostro agire quotidiano: la verità, per garantire trasparenza ai cittadini consumatori e metterli in condizione di conoscere ciò che va sulle loro tavole (lotta all’italian

L’Italia è un Paese in cui le scelte economiche, politiche e sociali sono fortemente condizionate da dimensioni emozionali. Elementi come “la fiducia” tendono a ripercuotersi in maniera più che proporzionale sui comportamenti degli individui e delle famiglie. In stagioni congiunturali particolarmente difficili, “la fiducia” diventa una sorta di ‘molla’ che se nutrita dal giusto orgoglio nazionale e messa in tensione va a costituire un fattore rigenerativo, se trascurata si traduce in un ulteriore chiave “depressiva”. Nel nostro Paese, calano i consumi e abbiamo un debito pubblico altissimo, ma abbiamo ancora tanta ricchezza finanziaria privata il cui rapporto rispetto al reddito disponibile – al di là delle ineguaglianze sicuramente inaccettabili nella sua distribuzione – è tra i più alti al mondo. Le pur necessarie politiche di rigore adottate dal governo – se svincolate da un incentivo di ripresa, da un obiettivo riconoscibile e condiviso – rischiano di deprimere opinione pubblica e consumatori. La carenza dell’elemento accomunante della “fiducia” dentro le nostre famiglie – verso il contesto sia nazionale che internazionale – rappresenta un fattore di compressione di consumi e investimenti

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e impedisce la condivisione sociale nei confronti di serie politiche di contenimento del debito pubblico. Non è casuale – crediamo – che la nostra agricoltura contribuisca ad attrarre e a trattenere più giovani rispetto agli altri comparti economici. Ciò accade perché essi intravedono un orizzonte, perché colgono oggi nei contesti imprenditoriali in cui agiscono, quella cifra di futuro che consente loro di scommettere sull’intrapresa economica fiduciosi di un domani premiante anche sotto il profilo reddituale.

8. Far crescere il Pil con il benessere

Se tutto viene considerato merce e il Pil diventa l’unico misuratore del benessere, la finanza – che è il naturale moltiplicatore dello stesso Pii – prende il sopravvento sull’economia reale. In questi anni l’Italia ha conosciuto il logorio di quei beni che nell’ultimo cinquantennio le hanno consentito di diventare una grande potenza economica. Un ulteriore peggioramento su questa strada, potrebbe comprometterne severamente la ripresa. Vi sono ‘beni’ dalla cui stabilità dipendono le energie stesse e la coesione dell’intera comunità: ci riferiamo alla salute, alla formazione, al concetto di sussidiarietà, alla strumentazione scientifica, a condizioni di lavoro “dignitose” che necessariamente comprendono una soglia di reddito equa per tutti. È tempo quindi di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Il Pil in tal caso è strumento e non fine ultimo di una crescita sostenibile. Dentro al consumo di cibo c’è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l ‘ha generato. Dentro al cibo, c’è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. C’è la qualità e la diversificazione assicurata dalla lotta continua che facciamo per difendere la biodiversità. Si tratta di tutta una serie di componenti immateriali che quando ci fanno stare a tavola ci fanno stare bene al di là del Pil. Con la rete di Campagna Amica, siamo riusciti a guadagnarci una forte legittimazione sociale, perché abbiamo abbandonato gli steccati del “particolare” andando a sondare e a raccogliere la domanda emergente fra i cittadini consumatori. Dentro i nostri farmers market si sta generando nuova economia e nuova occupazione, ma intanto cresce anche la qualità della vita, perché nascono nuove relazioni, un nuovo modo per stare insieme e per accrescere la fiducia, un nuovo modo di essere comunità.

9. Il valore della comunità

La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su alcuni valori, che sono anche essi durevoli, continuativi, che non conoscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme,

10. Etica prima di tutto

Una molteplicità di episodi in questi anni e mesi ha messo pesantemente a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale. Ciò da un lato ha generato una diffusa indignazione all’interno dell’opinione pubblica, dall’altro ha dato vita a forme, movimenti e pulsioni di sapore antipolitico. Pulsioni comprensibili, ma non prive di contraddizioni, perché scaricando le colpe sul soggetto più visibile (quello politico), mettono da una parte una serie diffusa e articolata di responsabilità che investe in maniera più o meno accentuata anche altri soggetti economici e cerniere di collegamento fra istituzioni e società. (continua a pagina 8)

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Dai

la spiritualità nelle sue varie espressioni culturali e religiose, la solidarietà. Nella “prossimità”, che è elemento fondante della comunità, c’è l’essenza, il concetto base del modello di sviluppo verso cui dobbiamo tendere; c’è la chiave, per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi, conservando la solidità e la coerenza dei nostri modelli identitari e valoriali. Del resto l’agricoltura multifunzionale e la stessa produzione agroalimentare sono nello stesso tempo generatrici e rappresentazione di questo modello, e la stessa impresa multifunzionale, continua a rimanere al centro di questo fare “comunità”. Analogamente, i canali relazionali ed emotivi che abbiamo saputo creare con i consumatori e i cittadini, attraverso le tante iniziative che ci vedono impegnati con le nostre bandiere nelle scuole, nelle piazze, nei borghi, nelle campagne, rispondono a questa domanda di prossimità e sono esse stesse fondanti della comunità.


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Tutto ciò – e si tratta di un problema non trascurabile – rischia di produrre un meccanismo di rimozione individuale: se la colpa è degli “altri” le persone nel loro quotidiano agire finiscono per sciogliersi da quelle responsabilità che pure hanno e dovrebbero esercitare nella sfera pubblica e in quella privata. Se tuttavia in questi anni c’è stato un venir meno dei valori di trasparenza, di verità, di assunzione di responsabilità ciò, in taluni casi, ha investito anche le forze di rappresentanza. A volte, infatti, è accaduto che esse abbiano espresso scarsa progettualità, bassa propensione a rischiare, incapacità di essere punto di riferimento esemplare per i loro associati, che siano rimaste

CERNOBBIO prigioniere di logiche legate a rendite corporative. Ma, soprattutto, ci è parso che esse non abbiano saputo fuoriuscire dalla logica schiacciante del “presente” e a configurare quella proiezione in chiave futura di cui il Paese ha bisogno. Che ciò sia il riflesso di una più generale miopia e assenza di lungimiranza della classe politica, non è motivo di consolazione. Noi, proprio perché abbiamo messo al centro della nostra azione il bene comune, abbiamo tenacemente tenuto insieme gli interessi particolari dei nostri imprenditori con quelli più generali dei cittadini e quindi del Paese. L’abbiamo fatto con l ‘obiettivo di offrire ai nostri associati e ai cittadini una chiave di soluzione delle problematiche dell’oggi da un lato, e dall ‘altro di donare ai nostri figli e al Paese le radici di “un nuovo civismo”. m

Il meeting di Cernobbio – giunto alla sua XII edizione – si è chiuso con le parole del Presidente del Consiglio

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ario Monti ha esplicitamente sottolineato il ruolo della Coldiretti, in termini di forza propulsiva dello sviluppo dell’agroalimentare italiano e direttamente dello sviluppo del Paese. “Chiudo con un ricordo personale, che mi è venuto in mente leggendo ‘l’Italia che vogliamo’. Il 20 gennaio del 1961 – quando avevo diciott’anni ed ero appassionato ascoltatore di radio lontane ad onde corte – mi sono imbattuto, ed è stata una grande fortuna, in un discorso di un presidente degli Usa che prendeva l’incarico quel giorno, il presidente Kennedy, e mi ricordo benissimo quella frase che poi ha fatto storia: ‘non chiederti che cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti cosa tu puoi fare per il tuo Paese’. Devo dire, Presidente Marini, senza retorica, che vedendo questo documento mi ha molto colpito la sua struttura stessa: c’è una parte che dice come voi vorreste il Paese, e c’è una parte che dice che cosa voi vorreste fare, o meglio che cosa voi state facendo per il Paese che volete ..... e mi piace fermarmi qui con l’applauso che avete rivolto a voi e al vostro Presidente”. Sapevamo – e la recente edizione del meeting ce l’ha confermato con oltre 130 passaggi sulle principali tv nazionali senza considerare quelle locali e i giornali – che il nostro messaggio giungeva chiaro e forte all’opinione pubblica italiana e a tutti i nostri soci. “Le parole di Mario Monti, tuttavia, crediamo abbiano rotto una barriera: la forza di Coldiretti, del suo progetto per l’agricoltura italiana e per il Paese, si stanno avviando a permeare la sfera della politica e delle pubbliche decisioni in maniera che faremo

in modo sia irreversibile – ha scritto il segretario generale organizzativo Vincenzo Gesmundo – Vi invito pertanto a fare Vostro il documento “L’Italia che vogliamo” presentato quest’anno a Cernobbio e che sarà la linea guida del nostro lavoro per i prossimi anni. La visione e la scelta di Sergio Marinidi porre negli ultimi anni al centro del suo pensiero e del nostro quotidiano agire, il tema del cibo e del nostro agroalimentare come cruciale asse di sviluppo, raccoglie i frutti sperati e fortemente voluti. Ciò vale per tutti noi come impegno – in particolare in questi momenti difficili per il Paese – per dare ancora più slancio e concretezza all’azione della più forte organizzazione di rappresentanza presente nella società Italiana; la nostra Coldiretti!” m


terra madre / salone del gusto

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Coldiretti a Terra Madre e Salone del Gusto

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erra Madre e Salone del Gusto, nell’edizione 2012 si sono uniti in un unico grande evento capace di calamitare l’attenzione di 220.000 visitatori italiani e stranieri. Coldiretti, anche per questa edizione di Terra Madre, ha curato l’accoglienza, ospitando 600 dei 5000 delegati provenienti dai Paesi di tutto il mondo ed ha partecipato con una presenza determinante al Salone del Gusto, dove è stata allestita la Bottega di Campagna Amica, che ha proposto la vendita diretta dei prodotti del territorio per l’intera durata dell’evento. Il Presidente Nazionale Coldiretti Sergio Marini è intervenuto ad un convegno e in diretta nella trasmissione Linea Verde su Rai Uno, per fare il punto sui danni e

sulle azioni da intraprendere per difendere la produzione nazionale e smascherare “i pirati del gusto”: nello stand Coldiretti, all’ingresso del Padiglione 2, sono stati esposti alcuni tra i casi più estremi di falsificazione del Made in Italy, a significare quanto la produzione nazionale sia la più apprezzata, ma

anche la più imitata nel mondo. Al Salone del Gusto è intervenuto anche il delegato nazionale di Giovani Impresa, Vittorio Sangiorgio al convegno “Dire, fare, zappare: pratiche e politiche per l’agricoltura dei giovani”, a significare quanto nonostante il calo dell’occupazione in tutti

9 i settori a livello nazionale, l’agricoltura sia la vera alternativa e sia in controtendenza, dando una chance vera ai giovani imprenditori, che coraggiosamente vi investono risorse ed energie. Dicono Marcello Gatto, presidente di Coldiretti Cuneo, e Bruno Rivarossa direttore di Coldiretti Cuneo e Piemonte: “Siamo convinti più che mai della necessità di riportare nel nostro Paese una diversa cultura del cibo, da qui la nostra partecipazione a Terra Madre e al Salone del Gusto. Una collaborazione che nasce dalla sintonia con il percorso tracciato da Coldiretti con l’ampia progettualità di Campagna Amica, che punta alla valorizzazione dei prodotti locali, al kmØ, al consumo consapevole e alla corretta informazione al consumatore”. La cooperativa Localmente di Fossano è stata protagonista nel presentare al pubblico il progetto “Botteghe di Campagna Amica”, (continua a pagina 10)


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(continua da pagina 9)

nello stand della Coldiretti. “Siamo riusciti in questo contesto internazionale a fare toccare con mano l’importante realtà del progetto voluto da Coldiretti della Filiera Agricola Tutta Italiana – sottolinea Dario Armando, presidente di Localmente –. L’obiettivo di costituire un punto d’incontro quotidiano tra produttori e consumatori si sta concretizzando ogni giorno di più, con l’impegno di garantire al consumatore tutti i prodotti freschi e trasformati che offre il territorio attraverso le proprie aziende agricole e i prodotti di eccellenza a livello nazionale”. m

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Terramica ha presentato il contratto di filiera Enkir

L’

Associazione Produttori Biologici Terramica ha presentato al Salone del Gusto svoltosi a Torino dal 25 al 29 di Ottobre il contratto di filiera sull’Enkir stipulato con il mulino Marino di Cossano Belbo. L’occasione è stata una vetrina molto importante per Terramica che ha potuto incontrare molti operatori del settore oltre a numerose aziende biologiche piemontesi e non solo. La presentazione del contratto che verrà ripresentato anche nel 2012 è avvenuto presso il padiglione del Piemonte nello stand allestito dal mulino. Il contratto Enkir, quest’anno, coinvolgerà nove aziende del Cebano con una produzione prevista che si aggirerà intorno ai 760 quintali con una remunerazione di 70,00 €/q.le per le aziende aderenti. La vetrina del Salone del Gusto ha permesso di far conoscere l’attività tecnicoeconomica di Terramica a sostegno delle aziende biologiche piemontesi. Un’attività che ha ampi margini di crescita visto che il mercato vede una richiesta in costante aumento dei prodotti provenienti dalla filiera cerealicola locale certificata biologica. Una richiesta che dovrà essere soddisfatta da parte delle aziende biologiche associate, ma anche da parte di nuove aziende che vogliano intraprendere la strada dell’agricoltura biologica che, in alcuni settori, come quello della cerealicoltura, possono garantire buone soddisfazioni. m

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

Il Consorzio del Fagiolo Cuneo al Salone del Gusto con la nuova IGP

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nche quest’anno il Consorzio di tutela e valorizzazione del Fagiolo Cuneo ha partecipato al Salone del Gusto con un suo spazio espositivo. Un’importante vetrina per presentare il Fagiolo Cuneo, fregiatosi dal 2011 dell’IGP. “Nell’edizione 2010 avevamo presentato per la prima volta il Fagiolo Cuneo IGP – spiega il presidente del Consorzio, Aldo Marchisio – ma eravamo ancora in attesa del via libera di Bruxelles. Nonostante sia stato ottenuto recentemente, consumatori e operatori iniziano a riconoscere a chiedere il Fagiolo Cuneo IGP e ulteriori conferme sono arrivate anche dal Salone del Gusto. Siamo solo all’inizio – evidenzia Marchisio – e

occorrerà ancora investire risorse sia nella promozione, sia nell’organizzazione della nostra base produttiva. Proprio per questo, lo scorso anno, abbiamo dato vita alla cooperativa Fagiolcoop delle

Valli Cuneesi, che ho l’onore di presiedere, con l’intento di strutturarci maggiormente nella commercializzazione”. “E come obiettivo futuro vogliamo aumentare sia il numero di soci che i volumi –

aggiungono Silvio Costamagna e Mario Viale, vicepresidente e consigliere di Fagiolcoop, anch’essi presenti al Salone del gusto. “Per quanto riguarda la promozione – prosegue Marchisio – abbiamo rinnovato la veste grafica del depliant del Consorzio e realizzato del nuovo materiale. Abbiamo anche pianificato una considerevole attività promozionale estesa a tutto il territorio nazionale.” “Ora non ci resta che proseguire il percorso tracciato – conclude il presidente del Consorzio del Fagiolo Cuneo – perché con il marchio IGP possiamo avere un sistema di controllo e certificazione che garantisce la piena trasparenza e tracciabilità, dal campo alla tavola”. m

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AT T U A L I T À

N° 16 – 1-15 novembre 2012

Fiera di San Luca a Demonte

Il Corsivo del Coltivatore Crisi di campagna e crisi di città

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a crisi è più forte di tante parole. Gli italiani che, per anni, se ne son fatti un baffo di ogni consiglio ad essere più morigerati, se ne sono infischiati di chi, timidamente, faceva loro presente che vivevano al di sopra delle righe ed hanno alzato le spalle di fronte alla contestazione delle loro manie di grandezza, finalmente stanno capendo che il regno del bengodi è finito. Costretti a confrontarsi con il portafogli vuoto, cominciano a ridimensionare le loro pretese, ad evitare gli sprechi, a preferire frutta ed ortaggi “made in Italy”, a riciclare gli avanzi, a prendere in considerazione, per abbigliamento e arredo, il mercato dell’usato, a frequentare i negozi “compro oro” che nascono ovunque come funghi ed a farsi quattro conti sulle conseguenze dell’uso sconsiderato dell’auto, intesa troppo spesso come mezzo di trasporto individuale. Uno alla volta i cento, mille nodi prodotti da scelte esagerate vengono al pettine. E i negozi sono costretti a svendere la frutta esotica, rimasta intatta sugli scaffali, a rinunciare ai capricci del “fuori stagione” pagato a caro prezzo ed a potenziare a dismisura il sistema delle offerte speciali. Di colpo, per cause di forza maggiore, stiamo diventando più saggi. E non si tratta di un cambiamento indolore. Basta seguire uno dei tanti dibattiti serali alla tivù, per rendersene conto. Anziani che vanno a rovistare nei rifiuti dei mercati rionali, che denunciano pensioni di poche centinaia di euro al mese, che urlano la loro disperazione di fronte ai troppi, inaccettabili scandali quotidiani; uomini di 40-50 anni senza stipendio, né pensione né lavoro, costretti a farsi mantenere da genitori ottantenni; cittadini che hanno sempre strenuamente difeso la propria dignità, impossibilitati a pagare le bollette di luce, acqua e gas. Nello sconvolgente quadro generale, non ci sono i produttori agricoli. Guardati, spesso, con sufficienza, da chi sembrava aver fatto la scelta migliore, preferendo lo stipendio sicuro ai mille rischi del lavoro in proprio e scoprendo il piacere delle ferie e della settimana corta, tornano ora ad essere giudicati con un pizzico di invidia. A loro il cibo non manca e le stesse tensioni sociali arrivano attutite. Sembravano i più deboli e ci si accorge ora che sono stati i più forti, perché non hanno ceduto alle chimere di un mondo effimero e traditore, ma hanno guardato all’essenziale e stanno riuscendo a difendersi da una crisi che li coinvolge, ma non riesce a travolgerli. m Bastian Contrari

na tradizione che arriva dal passato ma che oggi è più attuale che mai e resta un appuntamento tra i più apprezzati in Valle Stura, richiamando l’attenzione di molti visitatori. Domenica 14 ottobre, a Demonte si è svolta la Fiera di San Luca, organizzata dal Comune di Demonte, ha reso omaggio all’antica consuetudine dei malgari. La transumanza, che prevede la salita agli alpeggi in primavera ed il ritorno nella pianura per il periodo invernale, è stata rivissuta, con una “suggestiva” sfilata di mandrie, greggi e cavalli nel centro del paese. “In origine la fiera rappresentava infatti un momento di incontro per i malgari – evidenziano Piero Perucca ed Arneodo Secondo, presidente e segretario di Zona Coldiretti Cuneo, che hanno partecipato alla giornata – che scendevano dagli alpeggi e diventava un vero e proprio mercato di acquisto e vendita di bestiame. m

Il Moscato d’Asti nuovo in festa

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i terrà domenica 25 novembre la XXII Edizione de “Il Moscato d’Asti nuovo in festa”, presso la Casa Natale di Cesare Pavese in Santo Stefano Belbo. Alle 9,30, vi sarà l’apertura della mostra con i lavori scolastici; alle 10,00 è in programma il convegno – dibattito: "Il pianeta Moscato d'Asti rappresenta un'isola felice in rapporto alla crisi che colpisce diversi Paesi del mondo?" Si parlerà inoltre di: "I Surì del Moscato d'Asti – le vigne da salvare"; "La Flavescenza dorata". Alle ore 15, si terrà la presentazione lavori scolastici e, a seguire, la degustazione del Moscato d’Asti e Asti in abbinamento a specialità gastronomiche del territorio. m

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R I T R AT T I D I I E R I E D I O G G I

È

nata il 20 febbraio 1945 a Monastero di Vasco e coltiva tanti interessi. Ha anche scritto un bel libro con i ricordi della sua vita, che si legge con piacere e tutto d’un fiato. Franca Deninotti vive a Mondovì, è pensionata, madre di una figlia, moglie e nonna di due nipotini: Daniele di 12 anni e Anna di 9. “Ho frequentato la scuola dell’obbligo fino alla sesta classe. Avevo molto interesse per lo studio, ma dal mio paese non c’erano le comodità per spostarsi a frequentare altre scuole. Il collegio richiedeva troppi sacrifici per i miei genitori”.

I FIORI IN FRANCIA E allora cosa è successo? “A 14 anni ho scelto il lavoro: un periodo in Francia dai miei zii che coltivavano i fiori. Tornata a casa sono entrata in abitificio a Mondovì: disegnavo e tagliavo abiti. Ho avuto anche un’esperienza di decoratrice nella fabbrica Besio. Da sette anni sono in pensione”. I suoi genitori? “I miei genitori erano persone semplici, ma determinate. Eravamo quattro sorelle e vivevamo in una modesta casa di paese. Mio padre ha lavorato alla fornace fino alla pensione, ma nelle ore libere si occupava della campagna insieme al fratello. Mia madre si adoperava nei lavori domestici e dava un aiuto nella raccolta dei vari prodotti”. UNA FAMIGLIA UNITA Che valori le hanno trasmesso? “Mi hanno trasmesso il rispetto verso il prossimo, per la natura, l’onestà e l’umiltà”. La sua famiglia… “Oltre ai miei genitori e a noi sorelle, c’erano gli zii, due cugini e la nonna materna. Eravamo una grande famiglia unita, capace di sostenersi in ogni situazione”. Avete patito la fame? “Fortunatamente no, la terra ci ricompensava”. I suoi ricordi dell’infanzia? “Ho tantissimi bei ricordi che ho trasmesso nel libro nel quale ho raccontato, attraverso le stagioni, le esperienze più significative

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Storie di vita a cura di Barba Bertu (info@barbabertu.com)

che mi hanno lasciato emozioni incancellabili”. I passerotti… “D’inverno i passerotti si rifugiavano nel fienile e al mattino presto beccavano il granoturco ‘a la puntà d’la meria’. Ricordo incancellabile”. IL “FRATE” NEL LETTO Cosa mangiavate? “Non c’era il frigo, ma avevamo una gran quantità di scorte (salami, formaggi, verdure, farine, cereali, frutta…) che si sistemavano nelle cantine o nei locali attrezzati e passavamo la stagione fredda senza problemi”. La raccolta del granoturco era faticosa? “Sì, ma in compagnia diventava tutto più leggero”. Le castagne… “Anche la raccolta delle castagne avveniva in compagnia e si trascorreva l’intera giornata

nei boschi, consumando il pranzo preparato da mia madre per tutti. Alla sera si sceglievano. Le più belle si mettevano da parte per portare al mercato e le altre si disponevano nel seccatoio. Le castagne secche venivano poi confezionate, alcune vendute, altre tenute per il consumo in famiglia”. Come vi scaldavate? “In cucina c’era la stufa che scaldava tutto l’ambiente e si usava anche per cucinare poiché non c’era il fornello. Nelle camere, dove non c’era il camino, si metteva il “frate” nel letto con lo scaldino e la brace”. Il “bucato grosso” lo facevate? “In primavera tutta la biancheria accumulata veniva piegata e riposta in una grande brocca con sopra la cenere finissima, la lisciva e acqua bollente per tutta la notte. Il mattino dopo si andava al torrente e si sciacquava bene il tutto. Altro che lavatrice!”. IL NATALE DI UNA VOLTA Che ricordi ha del Natale di quando era bambina? “Il Natale, come la Pasqua, sono stati sempre momenti intensi in quanto credenti. Si gioiva anche per delle piccole cose. Si andava nel bosco con papà a cercare una pianta di ginepro per l’albero di Natale e il muschio per il presepe. Non avevamo le palline colorate, ma un po’ di mandarini, cioccolatini e bambinelli di zucchero che appendevamo al ginepro, pungendoci le mani senza fiatare”.

Si ricorda dei mendicanti che arrivano da voi? “C’erano persone che passavano chiedendo cibo e vestiti. Mio padre è sempre stato molto generoso con tutti. Quel poco che avevamo lo si condivideva”. I soldi e le comodità hanno migliorato le nostre vite? “Sicuramente ci hanno dato un grande aiuto: basta usare il tutto con coerenza senza esserne schiavi”. È difficile educare i figli? “Essere genitori è complicato, bisogna creare il dialogo. A volte c’è bisogno anche di silenzio, ma non devono mai mancare l’amore e il perdono”. È necessario ripensare il nostro modello di sviluppo? “La tecnologia e il progresso hanno fatto passi da gigante, ma se non riprendiamo un po’ delle vecchie abitudini, andando avanti con intelligenza nel presente, non ci salviamo. Ho molta speranza nei giovani. Tutti dobbiamo contribuire a meno spreco e meno sregolatezza”. Lei è credente? “Sì, sono credente e non nascondo mai la mia fede. Dimostro la mia gioia interiore per questo grande dono”. Se si guarda indietro è soddisfatta della vita che ha fatto? “Il mio carattere mi ha sempre portato a fare delle scelte, a volte sofferte, ma portate avanti con dignità. Ho avuto tante soddisfazioni e altrettante delusioni, però la vita mi ha ripagato abbondantemente in tutto. Dunque sono soddisfatta”. m


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AT T U A L I T À

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L’attenzione per ora è concentrata sul budget

PAC post 2013: a che punto è il dibattito?

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i sono ancora molti dubbi da chiarire su quello che sarà il futuro della Politica Agricola Comune peri il periodo 2014-2020. Numerose le questioni al vaglio del Consiglio agricolo europeo, di cui fanno parte i ministri dell’agricoltura dei 27 stati membri, e dell’Europarlamento, al cui interno è stata assegnata la competenza alla Commissione agricoltura. Le uniche certezze, al momento, sono le 7 proposte di regolamento presentate più di un anno fa, esattamente il 12 ottobre 2011, dal Commissario all’agricoltura Dacian Ciolos. Da allora, se si esclude il breve periodo di pausa per le elezioni presidenziali francesi, ha preso il via un intenso dibattito tra i 27 stati membri e la Commissione agricoltura dell’Europarlamento nell’ambito dei diversi Consigli agricoli, così come non sono mancati numerosi incontri bilaterali tra i singoli paesi.

Ma, prima di tutto, per poter arrivare a definire quella che sarà la futura PAC 2014-2020, oggi manca ancora un accordo su quelle che saranno le risorse economiche stanziate dagli stati all’intero bilancio dell’Unione europea. E la PAC è legata a doppio filo a questo negoziato, in quanto il suo budget rappresenta all’incirca il 40% del bilancio complessivo dell’UE. Un aspetto essenziale per cui, qualunque saranno le decisioni, condizioneranno inevitabilmente non solo le risorse, ma anche la strutturazione stessa della futura Politica Agricola Comune. E non sarà certamente una partita facile: nei giorni scorsi la Gran Bretagna ha comunicato la sua intenzione di voler ridurre lo stanziamento di risorse. Francia e Germania dal canto loro, oltre ad essere i primi due contribuenti al bilancio UE, hanno annunciato un accordo di massima per cui

lascerebbero invariato il budget ai parametri 2013, ma in valori nominali, ovvero senza una rivalutazione che tenga conto dell’inflazione e che vorrebbe dire una diminuzione reale di circa il 12%. Conti alla mano, per la PAC, significherebbe una dotazione di circa 386 miliardi per il periodo 2014-2020, su un bilancio totale dell’UE di 1.000 miliardi di euro, pari all’1% del PIL (Prodotto Interno Lordo) di ogni Stato membro, leggermente inferiore alla proposta iniziale della Commissione europea che prevede invece l’1,1%. L’asse franco-tedesco ha incassato il sostegno di almeno altri sei membri dell’UE, Olanda, Svezia, Danimarca, Austria, Finlandia e Repubblica Ceca. Altri paesi, soprattutto i nuovi, sono più favorevoli alla proposta della Commissione europea per un bilancio più consistente che garantirebbe più soldi alla spesa per rilanciare competitività e

sviluppo economico negli Stati membri più poveri. La posizione dell’Italia, terzo contribuente netto al bilancio europeo (versa più di quello che le torna indietro) e da cui riceve annualmente 6 miliardi di euro per la PAC, è al momento in una fase interlocutoria. Il nostro paese è favorevole ad un mantenimento dell’attuale budget dell’UE, ma molto dipenderà, a sua volta, da quella che sarà l’impostazione della stessa PAC. Ad oggi degli attuali 6 miliardi di euro della PAC, circa il 65% corrispodono ai pagamenti diretti erogati attraverso la domanda unica. E l’attuale proposta di regolamento dei pagamenti diretti, presentata da Ciolos lo scorso ottobre, prevede come criterio prevalente per la ripartizione fondi tra gli stati dei quello della superficie agricola, che penalizzerebbe fortemente l’agricoltura italiana. La quale

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AT T U A L I T À (QFP), dovrà essere adottato all’unanimità dal Consiglio previa approvazione del Parlamento europeo che potrà adottare o respingere l’intero pacchetto, ma non potrà presentare emendamenti. Dal canto suo, l’Europarlamento chiede garanzie ai governi nazionali affinché non vengano fatti tagli al bilancio europeo 2014-2020, ma di indicare chiaramente e pubblicamente quali sono le politiche o i progetti che s’intende abbandonare. Inoltre, vista la necessità di garantire investimenti pubblici in crescita e occupazione, i deputati chiedono che le risorse destinate alla PAC siano mantenute ma in termini reali anziché nominali. La stessa Commissione agricoltura del Parlamento europeo, a cui spetta la competenza specifica sulla PAC, sta già lavorando alle bozze di regolamento proposte dalla Commissione e vagliando gli oltre 7.000 emendamenti di modifica depositati dagli europarlamentari nell’estate. Ma ha già annunciato che senza indicazioni precise sul budget comunitario non voterà alcun provvedimento definitivo della riforma. Per quanto riguarda invece gli aspetti concreti dell’intera riforma, i Ministri dell’agricoltura si riuniranno, dopo il vertice dei Capi di stato, il prossimo 28 e 29 novembre. Nell’ultimo Consiglio agricolo di ottobre, i Ministri avevano proseguito la discussione, con particolare riguardo ai pagamenti diretti e alla OCM unica. Sui pagamenti diretti, nel discutere la “convergenza interna” proposta dalla Commissione europea entro il 2019 un gran numero di delegazioni, tra cui per l’appunto l’Italia, ha condiviso l’obiettivo di una più equa distribuzione degli aiuti all’interno dell’UE, chiedendo però di usare una procedura più graduale. Su questo punto, il Commissario Ciolos ha fatto presente che la ridistribuzione dovrà comunque essere completata entro il 2019 e che potranno riguardare solo

il 70% degli aiuti diretti e non il 30% del greening. Nei mesi scorsi, si era raggiunto un primo accordo sull’applicazione del greening, con l’innalzamento da 3 a 10 ettari della soglia al di sotto della quale il meccanismo di diversificazione non dovrebbe essere applicato, otre all’introduzione di nuove colture ammissibili. Altro tema discusso è stato quello del sostegno all’insediamento dei giovani agricoltori che la Commissione europea vuole rendere obbligatorio, con misure sia sui pagamenti diretti (primo pilastro) che nello sviluppo rurale (secondo pilastro). Diversi Stati membri, tra cui l’Italia, sostengono l’obbligatorietà delle misure per i giovani, ma un gran numero di delegazioni chiede che ci debba essere maggiore flessibilità tra i due pilastri, per adattare il sistema a quelle che sono le specificità di ogni singolo paese. Sempre sugli aiuti specifici ai giovani, Ciolos ha dichiarato di aver visto nell’Europarlamento un impegno fermo a loro favore. Un altro tema dibattuto è stato quello del riconoscimento obbligatorio delle Organizzazioni di Produttori (OP). La maggioranza degli Stati membri ritiene che

vada rafforzata la posizione degli agricoltori nella filiera, ma rimangono divergenze di opinione su come arrivare a questo risultato. Molte delegazioni ritengono che il riconoscimento obbligatorio non sia la soluzione, altre invece sarebbero favorevoli. Infine i Ministri hanno discusso delle regole di concorrenza da applicare alle OP. Il ministro Catania ha inoltre evidenziato come le assicurazioni possano rappresentare un elemento fondamentale per la riforma della PAC e che debbano essere maggiormente incentivate, sia contro i rischi delle le calamità naturali e sia per contrastare le crisi di mercato. In conclusione c’è da dire che la partita rimane quindi ancora aperta e con molti punti ancora da chiarire, in primis la questione del bilancio. Molto infatti dipenderà dall’imminente incontro dei Capi di Stato che, in caso di accordo sul budget, potrebbe imprimere un’accelerata alla discussione sulla riforma PAC. Diversamente, il tutto potrebbe essere posticipato ulteriormente di alcuni mesi con il rischio, ventilato anche da Ciolos in precedenza, di uno slittamento al 2015. m

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vanta un alto livello di qualità pur con una superficie limitata e con una produzione lorda vendibile (PLV) per ettaro molto alta. Il Ministro Mario Catania ha ribadito il suo massimo impegno per ottenere un livello di risorse congruo all’Italia e, in questi mesi, si è mosso per poter trovare una sponda con altri paesi e, recentemente, ha incontrato i colleghi di Francia e Spagna. I tre ministri hanno condiviso la necessità di mantenere il budget dell’UE e in merito alla ripartizione degli aiuti hanno evidenziato l’interesse a prendere in considerazione alcune circostanze e parametri specifici quali il valore della produzione o il valore aggiunto per i pagamenti diretti. Ritengono invece non opportuna la convergenza obbligatoria all’interno di ogni Stato verso un importo unico di aiuto durante il prossimo periodo (secondo la bozza di Ciolos da completarsi entro il 2019), ma che sia necessaria una certa flessibilità. Pur sostenendo le proposte della Commissione in materia di greening, i Ministri di Francia, Spagna e Italia ritengono che queste non debbano gravare sulla produzione agricola. Oltre a ciò, è stata rimarcata la necessità di mantenere un quadro di aiuti accoppiati alla produzione nei pagamenti diretti. Sempre il ministro Catania, durante un incontro con Ciolos, ha chiesto di rivedere proprio le strategie sulla ripartizione dei fondi agli Stati membri, chiedendo per l’Italia un leggero aumento delle risorse. La partita è però tutt’altro che semplice, anche perché ci sono i nuovi Paesi che reclamano una fetta della torta. Prossima tappa decisiva sarà il vertice europeo straordinario del 22 e 23 novembre, in cui il Consiglio europeo, a cui prenderanno parte i Capi di stato dell’UE, sarà invitato a raggiungere un accordo politico sul bilancio 20142020. Il bilancio, detto anche Quadro Finanziario Pluriannuale

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per il relativo risarcimento. Se non lo facciamo, non esiste il problema e non esistiamo noi. Di fronte ad eventuali casi di protesta di coltivatori e pastori delle nostre valli, per far presenti le maggiori difficoltà che nuovi provvedimenti portano alla loro attività, qualcuno, che non ha conoscenza, esperienza e considerazione altrui, pretende

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di insegnare a chi ha una tradizione di cultura specifica, cosa si deve fare e come ci si deve comportare. Sulle nostre terre, sono stati introdotti caprioli, cervi, lupi e si sono moltiplicati rapaci e cinghiali: tutto questo per riportare “l’equilibrio naturale”. A conferma dei tanti problemi che si incontrano esercitando un’attività agricola, posso

portare ad esempio il seguente caso: abbiamo impiantato, su due lotti, oltre 200 piante di castagni euro-giapponesi. Dopo qualche anno, pur avendo tentato di mettere protezioni (come rete attorno al fusto, trattamenti deterrenti, ecc.) e sostituito oltre 70 piantine, ci ritroviamo, causa danni della selvaggina (caprioli e cervi), con circa 90 piante in vita, (la maggior parte di queste già reimpiantate, quindi pochissime risalenti al primo impianto). Come può essere calcolato il danno, visto che non si potrà mai raggiungere una produzione? Neanche una recinzione può essere considerata una valida protezione: in inverno con un metro e più di neve, è come se non esistesse e i danni maggiori avvengono proprio in questa stagione.

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Considerazioni di un montanaro In questi ultimi tempi, abbiamo assistito a battibecchi legislativi fra Regione Piemonte, ambientalisti e istituzioni varie, sulla protezione degli animali selvatici e sull’esercizio della caccia. A tale proposito vorrei far notare che, alla base di questi argomenti e direttamente interessate, sono quelle categorie di persone che da sempre hanno gestito l’equilibrio della natura e che oggi vivono esercitando attività agricole, senza che qualcuno sappia che esistono perché proprio non considerate. Vorrei rivolgere un invito a tutti quanti possiedono un appezzamento, affinché, quando subiscono danni causati dalla selvaggina, facciano sempre la dovuta denuncia

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LETTERE

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

I cinghiali non permettono più coltivazioni stagionali se non si recinta tutto il campo (ma neanche così c’è garanzia di protezione) e così facendo si moltiplicano le difficoltà di lavoro ed i costi. Risultato finale, non conviene più coltivare gli appezzamenti e più nessuno può pensare di esercitare questa professione. Quindi abbandoniamo il territorio. È sotto gli occhi di tutti l’enorme disastro che i cinghiali hanno fatto nei prati lungo la Valle Stura (ma anche in altre zone). Il danno non può essere calcolato con la sola perdita del raccolto stagionale. Infatti per ripristinare il tutto occorrono giornate di lavoro, semina e, prima che si arrivi al raccolto dell’anno seguente, tornano i cinghiali e azzerano le possibilità di ottenere un raccolto. Dove però l’uomo non risistema più il terreno (perché non conviene più, o perché

le persone non hanno più la capacità lavorativa necessaria) avviene una trasformazione del sito, perché crescono arbusti, l’erba non può più essere falciata ed in seguito nemmeno pascolata. Queste cose vanno definite con il giusto termine “disastro ambientale”. Ed in mezzo a tutti questi avvenimenti ci sono gli ambientalisti ed altri che vogliono negare l’esercizio della caccia, istituzioni, che fanno programmazione e controllo della caccia, che semplicemente dichiarano di non avere più fondi e quindi di non risarcire più alcun danno. A farne le spese sono quelle persone che lavorano ancora la terra (con questi presupposti non ci potrà essere il cambio generazionale) ed in futuro assisteremo ad una completa trasformazione ambientale. Non secondario è il problema della sicurezza. Quanti incidenti avvengono per l’attraversamento della sede

stradale di caprioli, cinghiali e cervi? I danni subiti non hanno nemmeno più un risarcimento parziale e non ci sono parole per casi, pur guidando con la dovuta attenzione, di incidenti mortali. Inoltre, in questo periodo di crisi, l’attività agricola potrebbe essere contributo all’economia e fonte di reddito e di occupazione per chi intende esercitare questa professione. Forse certe ideologie escludono le considerazioni altrui ed i valori della vita. Comunque il diritto alla vita delle persone è prioritario su quella degli animali e non credo ci siano molte differenze fra animali cresciuti in libertà ed altri allevati per il consumo alimentare. In ricordo di Roberto Arione Un malore improvviso ha stroncato la vita di Roberto Arione per tanti anni dirigente

e presidente provinciale dell’Unione Agricoltori di Cuneo. Uomo dal grande talento, ha sempre operato per la crescita del settore agricolo e della vitivinicoltura in particolar modo. Di lui, resta il caloroso ricordo di una collaborazione fattiva e concreta all’insegna dello sviluppo dell’agricoltura cuneese. Lo ricordiamo con grande affetto e stima. Alla sua famiglia le più vive e sentite condoglianze. Marcello Gatto presidente Coldiretti Cuneo Bruno Rivarossa direttore Coldiretti Cuneo

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

La batteriosi del kiwi (PSA) Strategia per la difesa autunno-invernale 2012-13

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ell’annata in corso la malattia si è manifestata con una sintomatologia decisamente più attenuata rispetto all’anno precedente; questo è certamente dovuto al decorso estivo caldo e asciutto che ha sfavorito lo sviluppo del batterio; in effetti molti appezzamenti che la scorsa primavera manifestavano i classici sintomi sia con maculature fogliari sia con essudati, al momento attuale parrebbero risanati; tuttavia non va dimenticata lo stato di latenza del batterio il quale, col ritorno di condizioni favorevoli, potrebbe riprendere la sua attività. Dunque una risposta definitiva sulla reale situazione, la potremo avere solo in primavera, dopo la ripresa vegetativa. Inoltre sussistono realtà differenti in relazione anche all’azione del freddo dello scorso inverno che, oltre a determinare i cali produttivi che si evidenziano tuttora alla raccolta, ha ulteriormente aggravato i danni da PSA. Ciò premesso, è comunque necessario iniziare in questo periodo una profilassi adeguata basata in modo particolare su prodotti rameici i quali, come dimostrato anche dalle prove CReSO, hanno una riconosciuta efficacia. Di seguito si riportano le linee guida da adottare nella prevenzione sulla base delle differenti situazioni che si possono presentare.

Misure di profilassi negli impianti con produzione Come noto, le ferite determinate dallo stacco del frutto dal peduncolo risultano delle vie preferenziali all’insediamento del batterio, pertanto, vi è la necessità di coprire nel più breve tempo possibile le lesioni originate, pertanto, si consiglia d’intervenire, appena terminata la raccolta, con prodotti rameici. Questo trattamento avrà altresì un effetto secondario sulla vegetazione in quanto accelererà la caduta delle foglie permettendo di ridurre la scalarità dell’abscissione fogliare e di aumentare l’efficacia dei successivi interventi a protezione delle ferite. Di norma, dopo questo primo trattamento rameico ne saranno necessari altri posizionati allorquando siano previste precipitazioni significative. Misure di profilassi negli impianti senza produzione Anche in questo caso è necessario eseguire i trattamenti preventivi con rame anche anticipandoli rispetto alla situazione precedente allo

scopo di favorire l’abscissione fogliare e la relativa protezione delle cicatrici intervenendo prima delle piogge e nei periodi di maggiore umidità accompagnando la caduta delle foglie fino al suo termine. Misure di profilassi contro PSA (autunno-inverno) tabella riassuntiva dei trattamenti preventivi da eseguire in tutti gli impianti

Note applicative per gli interventi

in post-raccolta a) entro le 24/48 ore dalle operazioni di stacco dei frutti intervenire con un prodotto rameico alla dose di 100 gr/hl di rame metallo. Per il successo del trattamento è essenziale garantire la migliore copertura di tutta la pianta e in particolare dei peduncoli i quali costituirebbero una delle vie d’ingresso del PSA. Per ottenere ciò si dovranno apportare al mezzo di distribuzione le opportune modifiche che consentano la bagnatura delle parti interne ed esterne della pianta.

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AT T U A L I T À b) durante la fase di caduta foglie, se questa si dovesse protrarre a lungo ed in presenza di condizioni di elevata umidità, prevedere un ulteriore intervento rameico. c) a completa caduta foglie, effettuare un ultimo intervento, preferendo, in questa fase, le formulazioni rameiche di maggior persistenza e resistenza al dilavamento. durante le operazioni di potatura a) Disinfettare le superfici dei grossi tagli con prodotti ricoprenti; b) Adottare le pratiche di disinfezione degli strumenti di taglio (utilizzando i prodotti già consigliati in passato, es. Jet five ecc); A FINE POTATURA Intervenire entro le 24/48 ore dal termine delle operazioni di potatura con prodotto rameico distribuito con atomizzatore su tutta la pianta al fine di creare una copertura su tutte le superfici di taglio.

BUONA PRATICA AGRONOMICA

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ESECUZIONE DI NUOVI IMPIANTI Il provvedimento regionale che vietava, sino allo scorso anno, l’esecuzione di nuovi impianti di actinidia è stato revocato, ma ciò non significa che il rischio di diffusione di PSA si sia annullato. Infatti nelle zone in cui si è provveduto all’estirpo degli impianti affetti da batteriosi, oltre ad essere tuttora vigente tale divieto nei casi in cui si è beneficiato del contributo previsto (vedi tabelle seguenti), sarebbe imprudente procedere all’impianto di un nuovo actinidieto, non disponendo ad oggi di varietà resistenti al batterio. Tabelle riepilogative sui vincoli da rispettare per i nuovi impianti che seguono precedenti estirpi causa

Psa

estirpo con contributo Domanda contributo con scadenza Si può reimpiantare bando il 15 aprile 2011 dal 1° maggio 2013 Domanda contributo con scadenza Si può reimpiantare bando il 7 luglio 2012 dal 1° gennaio 2015

1) CALCITAZIONI: in assenza di una buona dotazione di calcio, certificata da un’analisi del suolo, apportare questo elemento in due applicazioni (autunnale e primaverile) per un totale di 20 q/ha. 2) QUANDO POTARE: iniziare appena possibile, operando, negli appezzamenti più a rischio anche se vi sono ancora foglie; evitare le giornate con più elevata umidità preferendo periodi con clima più secco. 3) GESTIONE DEL LEGNO DI POTATURA: effettuare la bruciatura dei rami al fine di eliminare il batterio presente nelle branche colpite. Le modalità prescritte dal Servizio Fitosanitario Regionale in alternativa sono: trinciatura dei rami con un’immediata distribuzione di calce sui residui vegetali, oppure conferimento a limitrofa caldaia a biomassa su mezzi telonati.

Il rischio è inferiore in quelle aree nelle quali non è stata segnalata o è limitata la presenza d’infezione, in questo caso però è da porre la massima attenzione nella scelta del materiale vivaistico. A tale scopo si ricorda che, mediante decreto ministeriale del 2011, è finalmente resa obbligatoria, da parte delle aziende vivaistiche che producono in territorio italiano, l’emissione dell’etichetta per accompagnare le piante destinate alla vendita. Le informazioni che l’etichetta deve contenere sono indicate nella tabella. I rivenditori piemontesi, sono tenuti invece a rilasciare fotocopia dell’etichetta originaria del vivaista produttore.

INTERVENTI ATTI A FAVORIRE LA CADUTA DELLE FOGLIE (non consentiti nel BIO) Allo scopo di ridurre il periodo, in genere abbastanza prolungato, di caduta foglie, risulta utile l’utilizzo di prodotti che, oltre al rame, contengano altri componenti che, come si può desumere dai risultati della nostra esperienza, facilitino tale azione. A riprova di quanto affermato vengono riportati i risultati di una prova in cui si sono utilizzati prodotti a base di fosforo e potassio (3 trattamenti in associazione ai rameici) tenendo presente che altri similari (es. Blattab ecc) svolgono un’azione simile. (Vedi grafico sottostante).

Fac-simile etichetta da apporre su ogni lotto di piante di actinidia pronte alla vendita. Per lotto si intende piante con caratteristiche uguali: specie, varietà, sesso, tipo di produzione (talea/ micropropagazione), fornitore di materiale iniziale, età.

estirpo SENZA contributo Estirpo entro aprile 2011 Si può reimpiantare dal 1° maggio 2013 Estirpo entro aprile 2012 Si può reimpiantare dal 1° maggio 2014

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

Quote latte: non c’è l’obbligo dell’85% di produzione se non si è avuto il beneficio nelle ultime due campagne

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nche per il 2012/2013 non vi sarà l’obbligo di raggiungere il livello produttivo di almeno l’85% della propria quota (QRI – Quantitativo di Riferimento Individuale), ma solo a patto che l’azienda non ne abbia già beneficiato nelle due precedenti campagne. È questo quanto dispone il decreto del Ministero delle politiche agricole attualmente, con il giornale in stampa, trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione e che a breve verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. A fine settembre, come già avvenuto per le ultime tre precedenti, sembrava ormai cosa fatta sul non inserire automaticamente il limite

dell’85% anche per l’attuale campagna e l’apposito decreto del Ministero delle politiche agricole, recante “Inapplicabilità della procedura di cui all’articolo 72, paragrafo 2, del Regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007, per il settore lattiero-caseario”, in dirittura d’arrivo. Ma, quando tutto pareva incanalato nella giusta direzione, le Regioni, interpellate per dare il proprio

parere nell’ambito del Comitato tecnico agricoltura, stoppavano il provvedimento rinviando la loro decisione a successivi approfondimenti tecnici. A metà ottobre, tornate nuovamente sull’argomento, la Lombardia si opponeva all’approvazione del decreto chiedendo l’inserimento di una modifica, per cui la deroga non si applicasse ai soggetti che ne avessero già usufruito nelle precedenti due campagne,

ottenendo poi l’avvallo di tutte le altre Regioni. Pertanto, il condizionale è ancora d’obbligo non essendo ancora pubblicata la versione definitiva del decreto in Gazzetta Ufficiale, i produttori potranno mantenere il loro quantitativo di riferimento individuale, anche nel caso di non raggiungimento di almeno l’85% della propria quota soltanto se non abbiamo già beneficiato di tale deroga nelle precedenti due campagne, ovvero nel 2011/2012 e nel 2010/2011. Una decisione questa che sorprende molto e che andrà a pesare soprattutto nei confronti dei piccoli produttori con allevamenti ubicati nelle zone più fragili del paese e della nostra provincia. m

Quale futuro per la castanicoltura?

S

i è svolto giovedì 18 ottobre, all’interno della XXII Edizione Mostra Mercato dei prodotti della Valle Varaita nel Salone Comunale di Venasca il convegno “Quale futuro per la castanicoltura?” Hanno partecipato Franco Parola, responsabile Servizio Ambiente e Territorio Coldiretti Piemonte e Marco Benzo, Funzionario Area Impresa e Territorio Coldiretti Cuneo. Dagli interventi è emersa la necessità di valorizzare le potenzialità (produttive, economiche, naturalistiche, paesaggistiche ecc.) dei boschi cedui di castagno, secondo criteri di selvicoltura sostenibile. Notizie incoraggianti arrivano dalla lotta biologica al problema del cinipide che, grazie ai lanci dell’insetto antagonista, ha compiuto grandi passi verso il raggiungimento di un equilibrio per la progressiva normalizzazione della problematica. m

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

Tirocinanti stranieri imparano l’arte del Barolo

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iu viene dalla Cina, ha 27 anni, un titolo di studio universitario e si è occupata di giornalismo. Timothy e Sarah sono australiani, lui ha 27 anni, lei 32 e sono enologi. Sono i 3 tirocinanti che l’azienda G. D. Vajra di Barolo ha ospitato negli ultimi mesi con l’obiettivo di formarli sui processi produttivi dell’impresa. I due ospiti australiani hanno trascorso a Barolo il periodo intenso della vendemmia e della scelta delle uve e hanno affiancato lo staff aziendale nelle diverse operazioni di cantina. Liu è arrivata a maggio, ha visto in modo più approfondito il processo produttivo e ha fatto esperienza anche degli aspetti promozionali e di vendita del prodotto: vorrebbe diventare una “brand manager” dell’azienda in Cina dopo il tirocinio. All’azienda Vajra sono rimasti estremamente soddisfatti del percorso svolto insieme ai tirocinanti: “con loro in azienda

abbiamo viaggiato anche noi” dice Giuseppe Vaira, che è stato il tutor che ha accompagnato i ragazzi nel loro percorso di approfondimento delle dinamiche aziendali, “ci hanno raccontato dei loro luoghi di origine e delle loro realtà aziendali; noi, dal canto nostro, abbiamo cercato di mostrare come la qualità, il legame con

un territorio ineguagliabile, la creatività diventano quel valore aggiunto che il nostro vino e, più in generale, i prodotti made in Italy, garantiscono”. “È anche attraverso esperienze come questa che si valorizzano nel mondo i prodotti delle nostre aziende e il nostro territorio” dice Lauro Pelazza, Vicedirettore di Coldiretti

Cuneo; “in questo modo si formano dei ragazzi che, sia che rimangano a lavorare da noi, sia che ritornino nei loro paesi di origine, diventano ambasciatori nel mondo del prodotto di qualità e sentinelle attente al fenomeno della contraffazione e del falso made in Italy”. L’esperienza è stata possibile sulla base del Decreto Ministeriale n. 142 del 1998 (e successive modifiche) che regola i tirocini formativi e di orientamento; le pratiche relative all’autorizzazione e al visto di ingresso in Italia e alla permanenza in azienda sono state seguite dal titolare con la consulenza del Servizio Datori di lavoro di Coldiretti Cuneo e l’assistenza tecnica di INIPA Piemonte. Il tirocinio formativo non costituisce rapporto di lavoro: è un modo per poter ospitare in azienda persone provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo e poter scambiare con loro esperienze e conoscenze. m

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DONNE IMPRESA

N° 16 – 1-15 novembre 2012

Donne Impresa rinnova le componenti del Coordinamento provinciale

ALBA

È

il momento di rieleggere il Coordinamento Provinciale di Donne impresa. E per farlo si sono riunite, in incontri con aperti dibattiti, le imprenditrici elette nelle sezioni della Coldiretti. Le riunioni, coordinate da Delia Revelli e da Laura Occelli, rispettivamente responsabile e coordinatrice provinciale Donne Impresa, si sono svolte in ogni Zona portando all’attenzione le progettualità di Coldiretti e favorendo la conoscenza delle persone presenti e delle loro realtà aziendali. Nel suo intervento, il vice direttore Coldiretti Lauro Pelazza ha tracciato un quadro dell’attuale crisi economica che sta attraversando il nostro Paese e delle ricadute che l’agricoltura sta subendo, ma sottolineando come “le imprenditrici donne, grazie al lavoro che svolgono e all’impegno che investono, rendono più completa l’offerta dell’azienda stessa e – prosegue Pelazza – hanno un ruolo rilevante anche all’interno di Coldiretti”. In ogni Zona sono state elette le rappresentanti che andranno a comporre il Coordinamento Provinciale di Donne Impresa. m

ULTIMA ORA

CEVA

Delia Revelli confermata alla guida di Donne Impresa Coldiretti Cuneo

D

elia Revelli (al centro nella foto), giovane imprenditrice nel settore ittico con impresa a Margarita, è stata riconfermata all’unanimità alla guida di Donne Impresa Coldiretti Cuneo. Le componenti del Coordinamento Provinciale hanno anche eletto, sempre all’unanimità, le due vice responsabili: Daniela Grande (a destra) di Cavallermaggiore e Silvia Viazzi (a sinistra) di Barolo. Bruna Giordano di Melle è stata individuata quale rappresentante cuneese nel Coordinamento Regionale di Donne Impresa Coldiretti Piemonte. Delia Revelli ha ricordato il grande lavoro svolto dal Coordinamento per essere un costante punto di riferimento delle donne che operano in agricoltura: “Negli ultimi 4 anni di mandato, sono stati messi in campo progetti che hanno portato frutti concreti e per il futuro stiamo lavorando a nuove progettualità sul territorio per valorizzare ancora di più il ruolo attivo ed effettivo delle donne nelle imprese”. m

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Seminati i campi sperimentali di Terramica Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

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ono terminate le operazioni di semina dei due campi sperimentali di frumento tenero biologico eseguite da parte dei tecnici di Terramica. Per il secondo anno consecutivo si sono infatti individuati due appezzamenti di terreno nella Zona di Ceva e in quella di Cuneo da dedicare alla sperimentazione di varietà di

frumento tenero biologico che ben si adattino agli areali della nostra provincia. Tale sperimentazione si inserisce all’interno dei progetti di filiera che Terramica ha strutturato per valorizzare le produzioni biologiche cerealicole delle aziende associate. Gli appezzamenti sono stati individuati presso le aziende

Giorgis Daniele di Caraglio e Barbiero Silvio di Mombarcaro. Le varietà inserite in prova sono sette e sono state scelte tutte secondo specifiche esigenze colturali e tecnologiche. Dal punto di vista colturale sono state individuate varietà di frumento rustiche caratterizzate da avere la spiga aristata, un’elevata resistenza al freddo,

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una taglia medio bassa e una naturale resistenza alle malattie che normalmente interessano questo tipo di coltura. Tutte caratteristiche quindi che rendono queste varietà particolarmente adatte ad essere coltivate nei territori marginali. Dal punto di vista tecnologico le caratteristiche ricercate sono state quelle di una buona propensione alla panificabilità con una W > 200 e una P\L < 0,5-0,6. La sperimentazione ha quindi la finalità di individuare e trasmettere alle aziende i risultati ottenuti in modo da poter dare precise indicazioni per la scelta delle varietà di frumento tenero più idonee da introdurre in azienda al fine di raggiungere quei parametri qualitativi inseriti all’interno dei contratti di filiera capaci di garantire elevate remunerazioni. m

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In vigore dal 1° ottobre 2012 il Sistema Informativo Biologico

Vino biologico: prodotti e sostanze certificate disponibili

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al 1° ottobre è entrato in vigore il D.M. 2049 del 1° febbraio 2012 che istituisce il Sistema Informativo Biologico (SIB) per la gestione informatizzata della Notifica bio. Per la Regione Piemonte questo servizio on-line è denominato ABIO ed è inserito all’interno del Sistema Informativo Agricolo Piemontese (SIAP). Dal primo ottobre quindi è obbligatorio per tutti gli operatori del mondo bio piemontese, notificare attraverso il Sistema ABIO la propria attività e le variazioni ad essa conseguenti. Ogni operatore che ha già presentato la notifica alla propria amministrazione di competenza ed è già inserito negli elenchi regionali e nazionali, ha l’obbligo di informatizzare la notifica entro il 31 dicembre 2012. Tale operazione può essere espletata tramite i CAA Coldiretti che detengono il fascicolo aziendale. Le aziende che presentavano singolarmente la documentazione legata al biologico dovranno accreditarsi al sistema ABIO ottenendo una username e password oppure incaricare i CAA Coldiretti a presentare la Notifica. Dovranno operare su tale Sistema non soltanto le aziende agricole ma anche distributori, commercianti (anche piccoli negozi con prodotto sfuso) e preparatori. Allo stesso modo chi, dal 1° Ottobre 2012 abbia fatto una nuova notifica (o variazione), dovrà inserirla nel Sistema ABIO, anche in questo caso potrà chiedere assistenza ai centri CAA Coldiretti che provvederanno ad espletare tutte le diverse pratiche con gli enti certificatori e con la da Fotolia pubblica amministrazione. m

ome previsto dal decreto ministeriale n. 15992 del 12 luglio 2012, relativo alle disposizioni per l’attuazione del Regolamento di esecuzione (UE) n. 203/2012 sulle modalità di applicazione relative al vino biologico, il MIPAAF ha provveduto ad accertare la disponibilità sul mercato dell’Unione europea dei prodotti e delle sostanze contrassegnate con un asterisco nell’allegato VIII-bis del Reg. (CE) n. 889/2008 per la produzione di prodotti vitivinicoli biologici. Da tale indagine informativa è emerso che operatori biologici sono in grado di fornire taluni prodotti e sostanze biologiche certificate di cui al citato allegato. Pertanto, sulla base delle notizie acquisite, per la campagna vitivinicola 2012/13 risultano disponibili i seguenti prodotti e sostanze certificate biologiche: 1) Lieviti appartenenti alla varietà “Saccharomyces cerevisiae ex r.f. bajanus”; 2) Gelatina alimentare; 3) Gomma arabica. Per l’utilizzazione di tali prodotti l’operatore biologico dovrà attenersi alla procedura prevista all’allegato del decreto ministeriale n. 15992 del 12 luglio 2012. Invece, per l’utilizzazione dei prodotti sotto elencati l’operatore biologico non dovrà seguire la procedura prevista all’allegato del decreto ministeriale n. 15992 del 12 luglio 2012 per la campagna vitivinicola 2012/13, in considerazione della mancata disponibilità di prodotti certificati: 1) Lieviti, ad eccezione del “Saccharomyces cerevisiae ex r.f. bajanus”; 2) Proteine vegetali ottenute da frumento o piselli; 3) Colla di pesce; 4) Ovoalbumina; 5) Tannini. m

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Il nuovo periodo di divieto vige dal 15 novembre al 15 febbraio

Ridotto il periodo di divieto di spandimento dei liquami nelle zone vulnerabili da nitrati

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n seguito all’assiduo impegno sindacale di Coldiretti per mitigare i vincoli posti dalla normativa relativa all’utilizzo agronomico dei reflui zootecnici nelle zone vulnerabili da nitrati, si è concordato con la Regione una modifica del Reg. 10/R che consente quanto segue: il divieto di spandimento del liquame su terreni con residui colturali (stocchi del mais) ed in preparazione di una semina primaverile anticipata è stato ridotto da 120 a 90 giorni, posticipandone l’inizio al 15 novembre (anziché 1 novembre). Pertanto il nuovo periodo di

divieto vige dal 15 novembre al 15 febbraio. Per maggior chiarezza si riporta di seguito una tabella con la situazione complessiva dei divieti riferibili alle diverse colture e l’art.25 del Reg. 10R oggetto di modifica. Nuovo testo dell’art. 25 del Reg. 10/R (Modalità di utilizzazione agronomica) 1. L’applicazione al terreno degli effluenti zootecnici e delle acque reflue di cui al presente regolamento, nonché dei concimi azotati e degli ammendanti organici e’

vietata nella stagione autunnoinvernale, ed in particolare nei seguenti periodi minimi: a) 90 giorni (a partire dal 15 novembre) per i concimi azotati e gli ammendanti organici, per i letami e i materiali ad essi assimilati, fatti salvi: 1) il letame con contenuto di sostanza secca pari o superiore al 20 per cento ed assenza di percolati, utilizzato sui prati permanenti o avvicendati, per cui il divieto si applica nel periodo 15 dicembre-15 gennaio; 2) l’ammendante compostato con

tenore di azoto totale inferiore al 2,5 per cento sul secco, di cui non oltre il 15 per cento come azoto ammoniacale, per cui il divieto si applica nel periodo 15 dicembre-15 gennaio; 3) le deiezioni degli avicunicoli essiccate con processo rapido a tenori di sostanza secca superiori al 65 per cento, per cui il divieto si applica dal 1° novembre alla fine di febbraio; b) 20 giorni (a partire dal 1° novembre) per i liquami, i materiali ad essi assimilati e per le acque reflue, fatto salvo il liquame distribuito

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

arboree inerbite, covercrops) oppure su terreni con residui colturali ed in preparazione di una semina

primaverile anticipata, per il quale il divieto si applica nel periodo 15 novembre-15 febbraio. (…)

31 Per maggiori informazioni e chiarimenti rivolgersi agli Uffici di Zona Coldiretti. m

PERIODI DI DIVIETO ALLO SPANDIMENTO NELLA STAGIONE INVERNALE IN ZONA VULNERABILE

PERIODI DI DIVIETO ALLO SPANDIMENTO NELLA STAGIONE INVERNALE FUORI ZONA VULNERABILE


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VITIVINICOLO

N° 16 – 1-15 novembre 2012

Novità dal servizio vitivinicolo IMPIANTI SPUMANTE ALTA LANGA

Di seguito riportiamo le modalità di presentazione della domanda e di formazione della graduatoria per l’assegnazione delle superfici iscrivibili a schedario viticolo ai fini della rivendicazione della DOCG Alta Langa, sottoposta a regolamentazione degli impianti. Le domande di adesione per il riconoscimento dell’idoneità alla rivendicazione della denominazione saranno presentate per tre anni consecutivi, a partire dalla campagna 2012/2013, con apertura 1° agosto e chiusura 30 novembre, iniziando dal 2012. La “finestra” in deroga al blocco delle iscrizioni per la DOCG è prestabilita per le superfici consultabili nella tabella a piè articolo. Le superfici vitate oggetto di richiesta di iscrizione possono comprendere la riconversione varietale o clonale in ambito aziendale; il trasferimento del diritto di reimpianto; l’incremento di superficie, mediante uso di diritti in portafoglio aziendale; oppure il riconoscimento di superfici vitate con caratteristiche agronomico-ambientali conformi al disciplinare della DOCG Alta Langa, ma che non hanno ancora l’idoneità alla rivendicazione. È richiesto il realizzo di vigneti con cloni di particolare attitudine alla produzione di spumante.

Le domande dovranno essere compilate utilizzando la specifica modulistica e consegnate entro il 30-112012 presso la sede operativa

del Consorzio di Tutela Alta Langa, Strada Valtiglione, 73 – ISOLA D’ASTI (AT). Il Consorzio predisporrà la graduatoria provvisoria e la trasmetterà

alla Regione per la definitiva approvazione entro il 10 gennaio. Le priorità che andranno a formare il punteggio della graduatoria saranno le seguenti:

A parità di punteggio verrà data la precedenza alla domanda presentata dal richiedente più giovane. Entro 30 giorni successivi alla pubblicazione della graduatoria, le aziende con domanda accolta avviano l’iter di riconoscimento dell’idoneita’ alla rivendicazione della denominazione. Se le

richieste inserite in graduatoria dovessero risultare inferiori rispetto alla quota di superficie massima annuale fissata, le aziende regolarmente poste in graduatoria potranno ottenere l’assegnazione di una superficie maggiore purché abbiano segnalato tale loro interesse in sede di presentazione di

domanda. Se le richieste inserite in graduatoria dovessero risultare eccedenti rispetto alla quota di superficie massima annuale fissata, le aziende regolarmente poste in graduatoria potranno ripresentare domanda per l’anno successivo e avranno riconosciuto un punteggio di partenza di 1 punto. m

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

Fiera dei Santi a Vinadio

A Margarita la Sagra d’i Coj

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omenica 28 Ottobre, nei suggestivi bastioni del Forte Albertino di Vinadio, si è svolta la Fiera dei Santi. Centinaia di visitatori, provenienti sia dall’Italia che dalla vicina Francia, hanno partecipato all’evemto, ammirando i capi di pecora sambucana. Fino alla metà degli anni Ottanta, l’antica fiera si svolgeva il giorno dei morti ed era un momento importante per la commercializzazione delle lumache, delle patate (bòdis), dei bovini e soprattutto degli ovini, che giungevano a piedi da tutta la Valle, viaggiando la notte precedente. A partire dagli anni Settanta, tuttavia la presenza di animali si era notevolmente ridotta a causa, tra l’altro, di un nuovo sistema di commercializzazione dei capi ovini e bovini direttamente in azienda. L’inserimento della mostra della pecora Sambucana, avviata in sordina nel 1986 con una cinquantina di capi, ha ridato gradualmente vita alla Fiera dei Santi, fino a diventare, oggi, il momento più atteso dai visitatori. m

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argarita ha ospitato, per l’ottavo anno, la Sagra d’l Coj, l’ormai conosciuto appuntamento di ottobre che si è svolto domenica 28. Il cavolo, in piemontese “Coj”, ha caratterizzato tutti i piatti proposti e le vie del paese e del centro storico si sono animate, con il mercatino dei prodotti agricoli. Coldiretti ha preso parte all’evento con circa una decina di aziende di Campagna Amica che hanno proposto tipicità enogastronomiche locali di qualità. m

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

La totalizzazione dei periodi assicurativi

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assicurativi, non coincidenti, al fine del conseguimento di un’unica pensione. La legge istitutiva stabiliva che la facoltà di esercitare la totalizzazione era collegata al possesso di un’anzianità contributiva, non coincidente, della durata minima di tre anni. La legge 214, citata in premessa, ha soppresso questo requisito, pertanto a decorrere dal 1°

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gennaio 2012, è data facoltà di cumulare i periodi assicurativi, non coincidenti, anche di durata inferiore a tre anni, al fine di conseguire un’unica pensione. In considerazione del fatto che la legge ha solo soppresso il requisito contributivo minimo per l’accesso al regime di totalizzazione, nulla è innovato rispetto ai requisiti richiesti per il diritto al pensionamento.

Pertanto, la totalizzazione può essere esercitata a condizione che: a) il soggetto interessato abbia compiuto il 65° anno di età (sia uomo che donna) e possa far valere un’anzianità contributiva di periodi non coincidenti pari a 20 anni; b) ovvero, indipendentemente dall’età anagrafica, raggiunga i 40 anni di contributi. La decorrenza della pensione in totalizzazione continua ad essere collegata alle “finestre” previste in precedenza per i lavoratori autonomi, nonché alle speranze di vita che troveranno applicazione dal 2013. Ulteriori informazioni potete ottenerle presso gli uffici EPACA di Coldiretti. m

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a legge 22 dicembre 2011, n. 214 ha introdotto nuove disposizioni in materia di trattamenti pensionistici collegati a principi di adeguamento dei requisiti di accesso alle varie speranze di vita, nonché ad introdurre criteri di semplificazione ed armonizzazione delle diverse gestioni previdenziali. Brevemente ricordiamo che dal 2006 agli iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria, comprese le casse dei liberi professionisti e gli iscritti alla gestione separata (collaboratori, ecc.) che non siano già titolari di trattamento pensionistico presso una delle predette gestioni, è data la facoltà di cumulare i periodi

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

Esodati: domanda alla Direzione Territoriale del Lavoro entro il 21/11/2012

I

l Ministero del Lavoro con apposita circolare, ha chiarito che alcuni dei cosiddetti “65.000 esodati”, se vogliono accedere alla pensione, devono rivolgere domanda alla Direzione Territoriale del Lavoro entro il 21/11/2012. I lavoratori interessati sono: • lavoratori in esonero dal servizio alla data del 4 dicembre 2011; • lavoratori che al 31 ottobre 2011 erano in congedo per assistere figli con disabilità grave e che maturino, entro 24 mesi dall’inizio del congedo, il requisito contributivo per l’accesso alla pensione indipendentemente dall’età (40 anni); • lavoratori il cui rapporto si sia risolto entro il 31 dicembre 2011 in virtù di accordi individuali o collettivi di incentivo

all’esodo stipulati dai sindacati più rappresentativi a livello nazionale, alle seguenti condizioni. Le condizioni per usufruire della salvaguardia sono: - che la data di cessazione risulti da elementi certi e oggettivi; - che il lavoratore sia in possesso dei requisiti (età e contributi) che, in base alla vecchia disciplina, avrebbero

comportato la decorrenza della pensione (finestre) entro il 5 dicembre 2013; - che il lavoratore non abbia avuto una successiva rioccupazione in qualsiasi altra attività. Le Direzioni territoriali del lavoro risponderanno alle richieste inoltrate entro il 21/12/2012. Non sono tenuti a questa domanda i lavoratori in mobilità,

i lavoratori a carico dei fondi di solidarietà di settore e gli autorizzati ai versamenti volontari (con almeno un contributo volontario al 4/12/2011 e non rioccupati dopo i versamenti volontari). Provvederemo a pubblicare eventuali novità in merito alle salvaguardie, gli Uffici EPACA sono a disposizione per ogni delucidazione al riguardo. m

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N° 16 – 1-15 novembre 2012

N otizie dal mondo dei cavalli

A.C.S.T.E.: i raduni d’autunno

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d ecco che la stagione volge al termine, a salutare questo anno ricco di appuntamenti un ottobre che ci ha regalato belle giornate di sole che hanno permesso agli appassionati cavalieri di partecipare ai Raduni e Trekking A.C.S.T.E. In particolare, ricordiamo il Trekking che si è svolto a Bagnolo Piemonte il 14 ottobre, organizzato dal Circolo di Bagnolo gli Amici degli Equini fondato quest’anno che aveva dimostrato già nei due giorni di Trekking organizzato ad agosto ottime capacità organizzative, non lasciando nulla al caso, ma garantendo a tutti i partecipanti panorami mozzafiato, assistenza, sicurezza e tanto divertimento. Il trekking di ottobre con partenza da Bagnolo Piemonte ha condotto numerosi cavalieri alla scoperta dei sentieri della Valle Infernotto con la visita al

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la Stela d’Clatina. Il Circolo ringrazia i numerosi partecipanti rinnovando l’appuntamento per il 2013, ricordando che durante

la serata A.C.S.T.E., organizzata per il 20 dicembre, verranno proiettate le fotografie e il video del Raduno.

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DA NON PERDERE PER CONCLUDERE LA STAGIONE • 18 novembre Passeggiata sui sentieri della Valle Ellero a Roccaforte Mondovì. Per info: Dario 3204486540 e Danilo 3381929484. Con questo ultimo appuntamento l’A.C.S.T.E. vi saluta e vi inviata, durante i mesi invernali, a programmare i Raduni e i Trekking per il 2013, le date dovranno essere consegnate entro febbraio per inserirli nel calendario attività che verrà consegnato ai Presidenti dei Circoli entro il mese di marzo.

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di fine anno, durante la serata verranno proiettate fotografie e video di Raduno, Trekking e Transumanze. Chi ha del materiale si metta in contatto con la segreteria A.C.S.T.E. telefonando al seguente numero 3387049109 oppure inviando una mail a: acste@libero.it

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26 NOVEMBRE (essendo il 25 novembre festivo) ACQUISTI E CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica, all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di ottobre.

30 NOVEMBRE IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta, il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. ACCONTO IMPOSTA IRPEF 2012 Scade il termine per versare l’acconto dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF) il versamento dell’acconto è stabilito nella misura del 96% e si calcola sull’imposta relativa all’anno 2011 dedotte le

detrazioni, i crediti d’imposta e le ritenute. Dall’importo suddetto deve essere dedotto l’eventuale primo acconto.

ACCONTO IRAP 2012 – PERSONE FISICHE E SOCIETA’ DI PERSONE I contribuenti che esercitano attività dirette alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi debbono entro tale termine effettuare il versamento dell’acconto IRAP stabilito nella misura del 99%. Dall’importo suddetto deve essere dedotto l’eventuale primo acconto. Non sono tenuti al versamento i produttori agricoli esonerati dalla tenuta della contabilità Iva. ACCONTO IRES – IRAP Le società di capitali e gli enti non commerciali devono versare l’acconto d’imposta IRES ed IRAP 2012 nella misura del 100%. Dai versamenti effettuati va dedotto l’eventuale primo acconto. ACCONTO CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI Scadono i termini per il versamento dell’acconto della cedolare secca sugli affitti per i soggetti che hanno optato per il nuovo sistema previsto per l’anno 2012 per le locazioni di immobili ad uso abitativo. L’acconto è dovuto nella misura del 92% e dall’importo va detratto l’eventuale primo acconto. ELENCHI CLIENTI E FORNITORI – BLACK LIST – SOGGETTI MENSILI Entro tale termine deve essere effettuato l’invio telematico della comunicazione relativa ai contribuenti che nel mese di ottobre abbiano effettuato operazioni attive e passive (beni e servizi) con soggetti economici con sede o domicilio in Paesi black list. m

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rande affluenza di pubblico, anche arrivato dall’estero con numerosi pullman, alla 14° edizione della Fiera Nazionale del Marrone. Complice il caldo sole autunnale migliaia di persone hanno invaso il centro storico di Cuneo tra il 18 e il 21 ottobre. I produttori di Campagna Amica, una sessantina in Via Roma, hanno proposto, con ottimi risultati, le loro eccellenze a un pubblico molto interessato che è stato guidato dal giallo Coldiretti, simbolo di qualità, filiera corta, tipicità e tradizioni locali. In Piazza Virginio la Fattoria Didattica, con animali, laboratori educativi e antichi attrezzi da lavoro, ha ospitato circa 1200 alunni delle scuole elementari

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