Il Coltivatore Cuneese n.17 novembre 2012

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Anno 66

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Agroalimentare: motore per la ripresa economica Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abb. Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione

Speciale Annata Agraria 2012


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N° 17 – 16-30 novembre 2012

Sommario In salita il prezzo del latte spot e dei cereali

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Le scelte sull’agroalimentare motore di ripresa economica europea

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Il “Porro d’oro” a Coldiretti Cuneo

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Uso sostenibile dei fitofarmaci, Coldiretti critica sul progetto di legge 6

Foto di Cesare Gallesio

Fissati i valori dell’uva per calcolare l’affitto

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Delia Revelli vice responsabile di Donne Impresa Coldiretti Piemonte

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Quote latte, nuove assegnazioni da riserva alle aziende che rientrano nei criteri stabiliti dalla Provincia

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Proposta di legge sulla caccia. Coldiretti: “Valuteremo se affronterà davvero i problemi

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Scatta l’esigibilità dell’Iva

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al momento del pagamento

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1 copia euro 2,00 Abbonamento annuo euro 40,00

Il Corsivo del Coltivatore: Il ragazzo per bene

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Direttore Amministrativo Bruno Rivarossa

Piccole Vigne a Helsinki

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Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino

Storie di vita: Suor Paola Gassani: “le Perle sono le nostre figlie”

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I boschi di castagno sono una risorsa preziosa

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“Rete per la domiciliarità degli anziani nel Cebano”

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Metodi di lotta biologica per contrastare il “bruco americano”

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Le preziose qualità della mela nel progetto curato dal CReSO

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La sorveglianza sanitaria dei lavoratori

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Terramica promuove i prodotti biologici del territorio nei supermercati “Prestofresco”

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SPECIALE ANNATA AGRARIA 2012

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Prezzi di San Martino 2012

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I campioni 2012 premiati alla Mostra nazionale della Razza Piemontese

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Attività formativa per le aziende agricole

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Riunioni zonali dei Pensionati Coldiretti

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E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it

Mercatino di Natale al Castello di Lagnasco

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Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it

Coldiretti alla Fiera Fredda

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Presentazione di “Buono 2 Volte” a Scrittorincittà

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Registrazione del tribunale di Cuneo n. 3296 del 7/12/55

Fiera Nazionale del Bue Grasso

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Iscrizione dei Capi bovini alla Fiera del Bue Grasso

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7 Asta del Bue Grasso di Carrù

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“Come comunicare al cliente l’origine e le qualità della carne di Razza Piemontese”

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Rassegna ovicaprina a Villanova Mondovì

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Assegno sociale ed altre prestazioni assistenziali – innalzamento requisiti anagrafici

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Verifica posizione INPS per gli allevatori

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Scadenze aziendali

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Il mercatino del Coltivatore

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“Il Coltivatore Cuneese” Editore Federazione Provinciale Coldiretti Cuneo

Coordinamento di redazione Chiara Serra Hanno collaborato: Mariangela Abbà, Rosanna Ariaudo, Secondo Arneodo, Marco Benzo, Elda Bernardi, Roberto Bianco, Silvia Bosco, Roberto Brizio, Alberto Burzio, Laura Calcagno, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Mario Dotto, Damiano Dutto, Gianni Ellena, Nicola Fontana, Tiziana Franchino, Cesare Gallesio, Roberto Giobergia, Rosangela Giordana, Rosanna Giraudo, Vittorio Marabotto, Carlo Marchisio, Massimo Meineri, Michele Mellano, Laura Occelli, Sabrina Palazzeschi, Franco Parola, Luisa Peano, Lauro Pelazza, Marcello Pellegrino, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Valentina Riba, Davide Roà, Federica Scaperrotta, Annalisa Sola Redazione ed amministrazione: Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300

45.000 Copie Il Coltivatore Cuneese viene inviato a tutti i soci della Federazione Provinciale Coldiretti di Cuneo Grafica e stampa: AGAM Via Renzo Gandolfo, 8 Madonna dell’Olmo – 12100 CN Tel. 0171.411470 – Fax 0171.411714 E-mail: direzione@agam.it Concessionaria esclusiva della pubblicità TEC arti grafiche Via dei Fontanili 12 12045 Fossano (CN) Tel. 0172.695770 • Fax 0172.695898 E-mail: adv@tec-artigrafiche.it

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In salita il prezzo del latte spot e dei cereali

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ontinua il rialzo dei prezzi del latte spot nazionale sulla piazza di Lodi, francese e tedesco, che si stanno avvicinando, e in alcuni casi superano, i valori precedenti al crollo di fine 2011. A ottobre, lo spot nazionale è salito a 41,6 cent/kg, con una variazione del + 4,7% rispetto a settembre 2012. Tuttavia, tale prezzo è ancora inferiore al massimo del settembre-ottobre 2011, che risultava pari a 42,75 cent/kg. Il latte spot francese, sempre nel mese di ottobre, è stato pagato 40,9 cent/kg, valore più alto rispetto all’ultimo massimo di 39,76 cent/kg, fatto registrare nell’ottobre 2011. Infine, il latte spot tedesco nel mese di ottobre è rimasto più alto rispetto alle quotazioni dello spot nazionale, arrivando a 42,4 cent/kg (+5,3% rispetto al mese precedente). I prezzi di ottobre del latte spot nazionale, francese e tedesco, sono cresciuti del 36,5%, del 48,6% e 43%, rispetto ai minimi registrati nei mesi di aprile e maggio 2012. Forte rialzo anche nei prezzi internazionali delle materie prime destinate all’alimentazione animale. Le quotazioni dei semi di soia a Chicago (329,18 €/t) salgono del 2,8% e a Rotterdam (491,17 €/t) del 2,5%. Il mais in granella a Chicago (145,18 €/t) scende del 2,2%, mentre a Bordeaux (249,75 €/t) guadagna il 3,3%. A livello nazionale l’orzo quotato a Venezia (253 €/t) è salito dello 0,8%, mentre il maia a Udine è rimasto invariato a 241 €/t. si riscontra che il Brasile è pronto ad aumentare le esportazioni: trainato dalla produzione di soia e di mais, il raccolto cerealicolo brasiliano dovrebbe passare dai 170 milioni di tonnellate dello scorso anno, a 180 milioni. Il Ministero dell’Agricoltura del Brasile prevede che le esportazioni connesse con il settore agricolo raggiungeranno, nel 2012, il picco record di 100 miliardi di dollari. Di qui la posizione di Coldiretti che ritiene giusto applicare l'indice storico per il pagamento del latte alla stalla. m


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FONDO

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Le scelte sull’agroalimentare motore di ripresa economica europea

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opo lo scontro tra il Pdl ed il Pd sulla data delle elezioni in Lazio, Lombardia e Molise, l’intervento del presidente della Repubblica ha fissato le elezioni politiche ed amministrative al 10 marzo 2013. Ora il Parlamento dovrà anche trovare una mediazione per la riforma della legge elettorale.

Innegabile una piccola recessione nell’Eurozona in termini di Pil con un aumento della disoccupazione. No ai tagli del bilancio europeo per la nuova Pac. La tenuta dell’agroalimentare in termini assoluti e di occupazione passa anche attraverso la Pac del futuro

L’Eurozona in recessione economica

Intanto, i paesi Europei che hanno adottato l’euro sono in recessione. L’economia dei 17 Paesi della moneta unica ha subito nel terzo trimestre una flessione dello 0,1%. E anche il futuro, secondo Eurostat non è roseo. Il Pil calerà dello 0,5 % nel 2012 e registrerà un debole aumento dello 0,3% nel 2013. Solo nel 2014 si parla di un Pil che potrebbe aumentare dell’1,3%. In questo contesto, l’economia italiana si conferma in calo per il quinto trimestre consecutivo con una contrazione negli ultimi tre mesi dello 0,2%. Influisce l’indebolimento dell’euro registrato in questi mesi. Fenomeno che però ha permesso ai nostri prodotti uno sbocco soprattutto nei Paesi Opec, Russia, Stati Uniti e tenendo una buona posizione in

si continuerà ad utilizzare gli strumenti di politica monetaria per sostenere la ripresa economica, ma arriva anche l’esortazione ai Governi nazionali per proseguire sulla via delle riforme strutturali.

Cina, dove l’emergere di una classe borghese che sta comprando sempre di più prodotti made in Italy fa premio soprattutto nel settore del tessile e dell’agroalimentare. Non c’è ottimismo neanche dalla Bce, che parla di una dinamica di debole crescita nell’Eurozona con la disoccupazione che potrebbe continuare a salire: dall’11,3 del 2012 all’11,6 per il 2013, per poi calare nel 2014 all’11,2%. È proprio dalla Bce arriva l’impegno che

Continua la difficoltà di accedere al credito da parte delle imprese

Qualche contraddizione la dobbiamo rilevare. Dall’indagine della Bce nel settore bancario riferita al terzo trimestre di quest’anno, emerge l’irrigidimento delle banche nel concedere credito alle imprese. L’aumento è del 15% contro il 10 del secondo trimestre, colpendo soprattutto le piccole e medie imprese. Per essere concreti, il dato prima evidenziato fa emergere che su 100 imprese che hanno chiesto un prestito

alle banche, ben 15 si son viste rispondere picche. Tra le motivazioni del rifiuto, non tanto la situazione economica e finanziaria dell’impresa richiedente, ma la situazione patrimoniale degli Istituti di credito. È evidente, dunque, che procedere ad eleggere tre consigli regionali in una data diversa dalle elezioni politiche significava, come abbiamo letto sui giornali, affrontare una spesa di cento milioni di euro che invece è stata evitata.

Nuova Pac e bilancio agricolo

Intanto, a livello agricolo, si sta discutendo alacremente sul bilancio agricolo dell’Unione Europea relativamente alla Nuova Pac. Il portavoce di Dacian Ciolos ha rilanciato su twitter una serie di brevi dichiarazioni del Commissario Europeo all’Agricoltura sul testo negoziale del presidente del Consiglio Europeo, affermando che: “il documento Van Rompuy (presidente del Consiglio Europeo, n.d.r) riporta il bilancio Pac indietro di 30 anni; va contro gli sforzi di rendere la Pac più equa, più verde e più efficiente, stiamo ancora studiando i dettagli della proposta,


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ma siamo preoccupati per il taglio di 25 miliardi di euro al bilancio della Pac, che colpirà soprattutto i piccoli agricoltori”. Preoccupazioni sono state espresse anche da Paolo de Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, che ha definito la proposta inaccettabile sotto il profilo delle risorse. “Sembra esserci, ha detto de Castro, la volontà di consentire agli Stati membri di optare per un menu di misure di greening che permetta di consentire agli agricoltori e ai territori di scegliere quelle più appropriate”. Questa considerazione, a ben pensarci, era stata annunciata a Cernobbio dal ministro Mario Catania,

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quale momento per arginare ai tagli di bilancio andando a dare autonomia agli stati membri. Sulla delicata vicenda, interviene anche il presidente di Coldiretti Sergio Marini, che ha affermato: “I tagli all’agricoltura sono inaccettabili, perché compromettono uno dei pochi settori che possono rilanciare l’economia italiana ed europea”.

Tiene l’agroalimentare made in Italy

A questo proposito, è opportuno ricordare che nel corso del 2012 le esportazioni agroalimentari italiane sono aumentate dell’8%, mentre l’industria dell’auto, per esempio, ha perso il 14%. In Piemonte, tanto per fare un esempio, si è registrato un aumento dei lavoratori immigrati nel settore agricolo. Sono 25.234 i lavoratori stranieri impegnati in agricoltura, ben 1725 in più rispetto al 2010. L’incidenza dei lavoratori stranieri è stata del 66,4% rispetto al 63,3 dell’anno precedente, con un’età media di 36 anni. E questo, nonostante vi sia un fenomeno che vede

per la manodopera estiva il ritorno di giovani studenti a raccogliere la frutta. Intanto, salta l’aumento dell’Iva su carne, riso e uova grazie alla disponibilità del Governo. Una scelta necessaria per scongiurare ulteriori effetti depressivi sulla domanda dei generi alimentari di prima necessità, di fronte al

drastico calo dei consumi che, per gli alimenti, ha raggiunto il 3% in quantità nei primi 9 mesi dell’anno, con picchi per prodotti come la carne, di un –5,5%. L’aumento dell’Iva fa inevitabilmente calare i consumi e la produzione, che a loro volta significano, disoccupazione e debito pubblico. m

Il “Porro d’oro” a Coldiretti Cuneo

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abato 10 novembre si è svolta la cerimonia di consegna del “Porro d’Oro” che ha inaugurato la 33ª edizione della Fiera del Porro a Cervere: tre settimane di eventi gastronomici, spettacoli, convegni e appuntamenti musicali. Il “Porro d’Oro” è stato assegnato alla “Federazione Provinciale Coldiretti” di Cuneo quale forza sociale, fortemente radicata sul territorio provinciale con 34.000 associati, in rappresentanza di oltre 20.000 imprese agricole cuneesi e che riesce ad integrare, direttamente o per il tramite di apposite strutture o enti, la sua azione di valorizzazione dell’agricoltura come fattore di evoluzione economica, sociale e culturale. Ha ritirato il premio il presidente di Coldiretti Cuneo, Marcello Gatto. m

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Uso sostenibile dei fitofarmaci, Coldiretti critica sul progetto di legge Insediato un tavolo di lavoro regionale

È

stato pubblicato il Piano nazionale d’attuazione della direttiva relativa all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che dovrebbe essere approvato, entro la fine del mese di novembre. Molto critica Coldiretti, in quanto il Piano pone come obiettivo esclusivo quello della riduzione dell’uso dei fitofarmaci forzando l’interpretazione dell’art. 1 della direttiva 2009/128/CE che pone come

obiettivo quello di realizzare un uso sostenibile dei fitofarmaci riducendone i rischi e gli impatti sulla salute umana e

sull’ambiente e promuovendo l’uso della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi. “Risulta del tutto assente

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– dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Marcello Gatto – qualsiasi previsione di bilancio relativa agli impegni

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AT T U A L I T À che le Amministrazioni regionali debbono realizzare per poter allestire un sistema sicuramente complesso quale quello ipotizzato. Manca, inoltre, la valutazione degli oneri economici che competono alle imprese ai fini dell’adesione agli stessi sistemi di difesa integrata obbligatori. Aggiunge il direttore di Coldiretti Cuneo e Piemonte, Bruno Rivarossa: “Un ulteriore rilievo concerne agli obblighi di formazione di cui sono destinatarie le imprese agricole; esiste una complementarietà tra gli obblighi derivanti dalla legislazione in materia di fitofarmaci e quelli relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel Piano manca un’indicazione in merito alla necessità di stabilire un coordinamento dei momenti formativi suggerendo, ad esempio, alle Regioni di evitare la troppa burocrazia, per non sprecare risorse e per moltiplicare il tempo che il lavoratore agricolo è tenuto

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a dedicare a questo tema. Il documento richiederebbe, inoltre, una netta semplificazione delle attrezzature da sottoporre al controllo rinviando l’elencazione ad un successivo decreto ministeriale, così da limitare la previsione iniziale alle sole attrezzature capaci di produrre un maggiore impatto. È inammissibile che il Piano non preveda alcun coinvolgimento delle organizzazioni agricole nelle attività di formazione ignorando la grande esperienza accumulata in tutti in questi anni dalle nostre strutture in tale settore. Riteniamo della massima importanza svolgere un’azione costruttiva ed incisiva a fianco della Regione, che attiverà un gruppo di lavoro per delineare una presa di posizione condivisa, impegnandoci a inserire, anche nel documento che la Regione stessa elaborerà per correggere le criticità, tutte le modifiche che, come organizzazione riteniamo indispensabili per superare tutte queste criticità”.

“In merito alla difesa integrata obbligatoria – aggiunge Franco Parola, responsabile del servizio Ambiente regionale di Coldiretti – l’obiettivo del Piano non può essere solo quello di indurre l’agricoltore ad adottare i prodotti a basso impatto per la salute umana e l’ambiente ma anche quello di salvaguardare le colture da patologie che compromettono l’esito della produzione finale ed i requisiti di sicurezza alimentare del prodotto agricolo”. In sostanza, il Piano, non tiene conto di tutto il percorso tecnico e legislativo già compiuto dall’agricoltura italiana negli ultimi 20 anni che ha portato ad una decisa riduzione in termini quantitativi dell’uso di fitofarmaci ed ad un loro corretto uso visto che secondo gli ultimi dati del Ministero della salute il 99.7% dei campioni di ortofrutta analizzati nel 2011 presenta o zero residui di antiparassitari o residui inferiori ai limiti di legge, ma impone ulteriori oneri che graveranno

7 sulle imprese in termini economici e burocratici. Sull’argomento, registriamo anche l’impegno dell’assessore all’agricoltura del Piemonte Claudio Sacchetto: “Il Pan, così concepito, stringe ulteriormente i lacci attorno alle mani degli agricoltori, presentando una normativa fittissima, costosa e spesso fine a se stessa. La filosofia alla base del documento è categorica, erroneamente incentrata sulla necessità di diminuire drasticamente l’impiego dei fitofarmaci, anche a scapito della redditività rurale. Gli agro farmaci, da indispensabile strumento per l’attività agricola, con una normativa di questo tipo, rischiano di diventare un incubo per ogni agricoltore. In Piemonte crediamo fortemente in un’agricoltura moderna, sempre più orientata alla tutela dell’ambiente, ma l’obiettivo deve essere perseguito senza aumentare ulteriormente la burocrazia”. m


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Confermato l’alto valore qualitativo della vendemmia 2012

Fissati i valori dell’uva per calcolare l’affitto

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abolizione delle mercuriali di fine vendemmia, necessaria per cambiare un sistema che negli ultimi anni era divenuto obsoleto e inadatto (l’esigua compravendita delle uve a prezzo definito costringeva a non basarsi su dati oggettivi bensì a trattative interprofessionali in un momento – con le uve già ritirate – in cui la forza contrattuale di chi vende è pari a zero), lasciava un vuoto anche per la determinazione degli affitti che nel contratto hanno stabilito il compenso in base all’uva producibile. “Svolgendo il ruolo sindacale ed economico, sancito dalla Legge 203/82 – a suo tempo ottenuta grazie alla determinazione del mondo agricolo – dice Federico Vacca (nel riquadro), presidente di zona Coldiretti Alba e membro di giunta con delega al settore vitivinicolo –il 18 ottobre di quest’anno, Coldiretti ha partecipato alla trattativa per ‘l’Accordo Collettivo sui Contratti Agrari per la provincia di Cuneo’. Per quei contratti d’affitto il cui canone è commisurato al valore in denaro secondo una percentuale di uve ottenibili. Ai primi giorni di novembre, è stato fissato per le DOCG e le

DOC principali il ‘valore’ delle uve 2012, finalizzato a quanto sopra indicato”. La tabella delle quotazioni è disponibile presso gli uffici della Coldiretti e può essere liberamente consultata. L’accordo collettivo, siglato ai sensi dell’articolo 45 della Legge 203/82, prevede che … “ il valore delle uve da utilizzare esclusivamente ai fini dei contratti agrari stipulati secondo i criteri previsti nel presente accordo,…”, ed aggiunge... “…tali valori si intendono per le uve che non fregiano di menzione/selezione…”. I prezzi indicati sono pertanto

determinati appositamente ed ufficialmente per il canone d’affitto, in forma unilaterale dalle Organizzazioni agricole, e rappresentano un dato utile e corretto per coloro che, avendo ceduto uve con prezzo da determinare, abbiano necessità di un orientamento. In tale evenienza va osservato che il valore medio non debba essere preso come riferimento unico poiché è determinante la specifica qualità della partita trattata, che potrà collocarsi- a seconda del livello di pregio e delle eventuali selezioni – tra il

minimo ed il massimo. L’annata 2012, giudicata tra il buono e l’ottimo, lascia intendere che il valore dei grappoli raccolti raggiunga spesso il massimo. L’impegno di Coldiretti per il futuro è comunque di ricercare i contratti interprofessionali, o altre forme di trattativa con la filiera che possano portare a fissare, per quanto riguarda la compravendita delle uve, i prezzi indicativi ante vendemmia. Un passo avanti è stato fatto proprio quest’anno insieme alla Camera di Commercio e con essa si proseguirà nel progetto. m


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Delia Revelli vice responsabile di Donne Impresa Coldiretti Piemonte

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elia Revelli, confermata lo scorso 8 novembre alla guida di Donne Impresa Coldiretti Cuneo, nella riunione del Coordinamento regionale, tenutasi mercoledì 14 novembre, è stata eletta vice responsabile di Donne Impresa Piemonte. Delia Revelli affiancherà, insieme a Daniela Bruno che guida Donne Impresa Torino, Graziella Boveri, imprenditrice agricola di Volpeglino in provincia di Alessandria, eletta dal Coordinamento regionale, responsabile di Donne Impresa Coldiretti Piemonte. Del Coordinamento regionale è stata chiamata a fare parte anche Bruna Giordano di Melle, in rappesentanza delle donne imprenditrici cuneesi. m

Quote latte, nuove assegnazioni da riserva alle aziende che rientrano nei criteri stabiliti dalla Provincia

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n questi giorni la Giunta della provincia di Cuneo ha deliberato i criteri per l’assegnazione delle quote latte da riserva. L’accesso a queste nuove assegnazioni, è riservato ai produttori, individuati secondo specifici criteri dalla Provincia, e che ne faranno richiesta entro il 15 dicembre 2012. Gli Uffici Zona Coldiretti provvederanno a contattare le aziende che rientrano nei criteri stabiliti e potenzialmente interessate all’assegnazione. m


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N° 17 – 16-30 novembre 2012

Proposta di legge regionale sulla caccia

Coldiretti: “Valuteremo se affronterà davvero i problemi”

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roprio mentre la giunta regionale approva il disegno di legge sulla caccia, che va a coprire il vuoto legislativo avvenuto dopo l’abrogazione della legge regionale 70 del 96 la situazione di gestione del comparto è alquanto difficile e travagliata. Molti comitati di gestione degli Atc e dei Ca sono in crisi per carenza di fondi. In provincia di Cuneo, come nel resto del Piemonte, i danni del 2011 non sono ancora stati pagati, mentre per il 2012, le perizie rilevano una situazione di cronicità. Vani, almeno per ora, gli sforzi dell’assessore Claudio Sacchetto di tenere in piedi un sistema che

fa acqua da tutte le parti. In questi giorni, molti componenti dei Comitati di gestione hanno rassegnato le proprie dimissioni dopo aver

visto la situazione finanziaria di alcuni Atc. Si parla di commissariamenti, ma anche di accorpamenti degli stessi Atc per fronteggiare le difficoltà di gestione. La decisione finale spetta alla Provincia che, con la Regione, dovranno informare il territorio su come procedere per il futuro. Coldiretti rileva che i danni all’agricoltura continuano ad essere ingenti, che cinghiali e caprioli sono una forza devastante che i cacciatori non riescono a contenere. Continua il business dei cacciatori alla faccia degli agricoltori che subiscono danni, mentre i cacciatori vendono le carni

ricavandone lauti guadagni. Assistiamo ad un proliferare di ordini del giorno, da parte di comuni e comunità montane, che denunciano l’impossibilità di far fronte ai danni causati dalla selvaggina e che chiedono alle autorità competenti di adottare provvedimenti per rendere compatibile la presenza della fauna con l’agricoltura e l’ambiente. Una situazione vergognosa, non più sopportabile e difendibile. C’è davvero da sperare che a questo punto, o con la nuova legge si risolvano problemi atavici oppure forse è meglio che il sistema così come gestito oggi salti per davvero. m

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Il 1o dicembre 2012

Scatta l’esigibilità dell’Iva al momento del pagamento

L’

art. 32-bis del DL 83/2012 (c.d. Decreto Sviluppo) ha introdotto il nuovo regime dell’IVA per cassa, demandando a un decreto attuativo di definirne le modalità operative. Tale decreto è stato firmato in data 11 ottobre e fissa la decorrenza delle nuove disposizioni alle operazioni effettuate a partire dal 1° dicembre 2012. Il regime in parola differisce infatti l’esigibilità dell’IVA al momento dell’effettivo incasso dell’operazione, come già nella versione precedente disciplinata dal DL 185/2008, ma tuttavia presenta delle significative novità. La nuova versione si applica alle cessioni di beni e prestazioni di servizi

effettuate da soggetti che nell’anno precedente hanno realizzato (o prevedono di realizzare in caso di inizio attività) un volume d’affari fino a 2 milioni di euro, contro il precedente limite di 200.000, nei confronti di soggetti che agiscono in regime

SCAVINO e SCAVINO srl Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte Il dell’allegato V del D.Lgs. 81/08. La nostra ditta produce e installa su ordinazione, il telaio adatto ad ogni trattore nel pieno rispetto delle linee guida dell’ISPESL. Forniamo ed installiamo inoltre il sedile con cinture di sicurezza.

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di impresa, arti o professioni. Tuttavia, mentre nella vecchia edizione poteva essere effettuato su singole operazioni, oggi dovrà essere espressa apposita opzione che avrà efficacia per tutte le operazioni attive e passive poste in essere. Altra significativa novità è pertanto data dal modo di esercitare la detrazione IVA: per i soggetti che aderiscono al nuovo regime il diritto viene rinviato al pagamento del corrispettivo, mentre può essere operata da subito da chi non se ne avvale. Il differimento dell’esigibilità e della detrazione è comunque limitato a un anno, decorso il quale l’IVA deve comunque essere versata e può

essere detratta, salvo che la controparte non sia soggetta a procedure concorsuali. Sulla fattura il soggetto dovrà apporre l’indicazione “operazione con IVA per cassa ex art. 32-bis, DL 83/2012”. Il regime non può essere applicato a operazioni con soggetti privati, a operazioni soggette al regime dell’inversione contabile o da chi opera con regimi speciali IVA (monofase, regime del margine dei beni usati e delle agenzie di viaggio) oltre che agli acquisti intracomunitari ed alle importazioni. Gli Uffici Zona di riferimento sono a disposizione per fornire agli associati gli ulteriori approfondimenti necessari. m


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Il Corsivo del Coltivatore

Piccole Vigne a Helsinki 15 vitivinicoltori hanno presentato i loro vini e promosso il vero Made in Italy

Il ragazzo per bene

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veva la felpa bianca, con la cerniera sul davanti e la grande scritta gialla “Coldiretti”. Un ragazzo niente male: educato, calmo, lontano anni luce dai molti esagitati che gli stavano intorno. Nel caos generale, tra gente che parlava sovrapponendosi, urlava la propria rabbia (spesso comprensibile) e accusava di incapacità Ministri e Presidente del Consiglio, ha chiesto la parola e si è posto in attesa. Sembrava destinato, lui così corretto, ad essere travolto e zittito nel contesto battagliero del talk show. Invece... Ha detto poche frasi: “Vorrei portare la mia esperienza di giovane appena entrato nel mondo del lavoro. Ho studiato, poi mi sono guardato intorno ed infine ho deciso di impegnarmi nell’azienda agricola di famiglia. Nella zona (Italia centrale) siamo in tanti ad aver fatto la stessa scelta. Siamo tutti contenti. Abbiamo un’attività, guadagniamo di che vivere, riusciamo a realizzarci anche se con gli alti e bassi del lavoro autonomo”. I volti dei vari parlamentari, sottosegretari, giornalisti ed opinionisti si è disteso nello stupore. Per un attimo l’Italia dei teleutenti li ha visti spiazzati. Il conduttore si è lasciato andare: “Finalmente, una voce fuori dal coro!”. Gli altri, pronti a puntualizzare, sottolineare, fare confronti e denunciare scandali, sono rimasti zitti. Dimostrazione incontestabile di come poche frasi pronunciate con tranquilla sicurezza possano ottenere un effetto superiore alle urla ed alla pubblica denuncia delle drammaticità quotidiane. Esempio chiaro di un mondo rovesciato, in cui torna a fare notizia la normalità, la correttezza comportamentale e la scelta operata tra le righe e non sopra o sotto di esse. m Bastian Contrari

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iccole Vigne” è un marchio che rappresenta molte aziende agricole singole. È la risposta alle nuove esigenze di concentrazione dell’offerta e di promozione con il mercato che cambia, pur mantenendo quella individualità produttiva che ha fatto conoscere ed apprezzare nel mondo i vini di Alba, Langhe e Roero e del Piemonte. Da giovedì 25 a domenica 28 ottobre i visitatori della fiera “Wine, food & good living 2012” hanno avuto la possibilità di conoscere personalmente i produttori che hanno ottenuto e confezionato il vino (dall’uva al bicchiere). Il contatto diretto è stato considerato dai frequentatori un plusvalore in termini di certezza e genuinità dell’origine, oltre che un modo per iniziare a conoscere un territorio che molto ha da regalare per chi vorrà visitarlo. Insieme ai vini Piccole Vigne ha portato ai Finlandesi uno spicchio di italianità e di Piemonte proponendo anche la Nocciola IGP e l’offerta agrituristica. Un modo di fare “filiera” tra produttori. Durante i colloqui, compreso l’incontro con l’Ambasciatore Giorgio Visetti, si sono richiamati i principi del bere consapevole, quotidiano e moderato, in un Paese dove è invece diffuso lo stile opposto. Il vino è un elemento socializzante, di amicizia e diviene co-protagonista, insieme al cibo, di un’alimentazione sana e di piacevoli scambi di idee, opinioni e culture. Ora i Finlandesi avranno altri nuovi motivi e stimoli per apprezzare i nostri vini e “Piccole Vigne” vedrà di non farglieli mancare, anche se le formalità burocratiche tra accise e monopolio non semplificano lo cose. m


R I T R AT T I D I I E R I E D I O G G I

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ella Casa della Divina Provvidenza, è lei che si preoccupa di far quadrare i conti, ma non solo. Un compito difficile e impegnativo, e lei si spende con grande generosità. Suor Paola Gassani è di origini toscane: «Sono nata a Massa il 23 febbraio 1937, però per errore all’anagrafe risulto nata due anni prima! Uno sbaglio che non hanno corretto, dopo che i registri erano andato in fumo”. ESEMPI DI BONTÀ Cosa sognava da piccola? “Ho sempre sognato di dare la mia vita al Signore. Nella mia famiglia ho avuto grandi esempi di bontà, indimenticabili, che mi hanno aiutato molto a capire la mia strada”. Aveva un fidanzato? “Ho avuto sempre tanti amici buoni, con i quali ci trovavamo tutti i sabati all’Oratorio. Avevo un legame particolare con un ragazzo, si chiamava Ermes. Un amore platonico il nostro, sbocciato quando avevo 16 anni. Ermes mi voleva bene e io anche, ma un giorno gli ho detto: ‘Io sono attratta da Uno che mi dà la mano e mi regala più sicurezze di te!’. Lui, incredulo, ha obiettato: ‘Non è possibile! Chi è?’ Più avanti gli ho confidato: ‘Ermes, io voglio dedicarmi ai poveri, a tempo pieno’. E lui: ‘Ma non lo fai gi?”’ Io gli ho risposto: ‘Quel che faccio per gli altri, non basta’. Morale: io ho studiato da Suora e lui, dopo, è diventato Servo di Maria. Ermes continuava a frequentare casa nostra e mia madre gli cuciva la talare. Ermes è già morto in un incidente stradale”. I POVERI DIMENTICATI Quando è diventata Suora Vincenziana? “Il 2 febbraio 1954 sono diventata Figlia della carità di San Vincenzo de’ Paoli. Mia madre era contenta, aveva capito”. Quando è arrivata a Dronero? “Era il 27 agosto 1997, faceva un caldo da morire! Quando ho visto le Perle nel cortile, marce di sudore, ad aspettarmi sotto il sole, ho subito sofferto. Il

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Storie di vita a cura di Barba Bertu (info@barbabertu.com)

giorno dopo le abbiamo portate a giocare all’aperto, facendo il picnic nei prati: erano le prime uscite all’esterno, e le ragazze erano felici per quelle nuove esperienze! Poi ho iniziato a pensare a come sistemare il giardino, con il grande gazebo che le protegge dai raggi del sole”. L’Istituto quando è nato? “La nostra Casa è stata legalmente riconosciuta nel 1913, ma era già nata quattro anni prima. Le nostre Suore avevano capito che c’erano delle ragazze che avevano grossi problemi e non erano ben seguite a casa. La domenica le nostre sorelle salivano in montagna per curare i malati e nelle baite a volte trovavano dei disabili nascosti. L’intuizione felice è stata quella di aiutare i poveri dimenticati”. VOLONTARI MERAVIGLIOSI Quante Suore siete oggi a Dronero?

“Le Suore oggi sono sette, i dipendenti sedici, i volontari ventisette”. Lei ha il grande merito di aver spalancato le porte dell’Istituto all’esterno… “L’ho fatto per le nostre care Perle, che prima avevano pochi contatti con il mondo esterno. I volontari sono delle persone meravigliose!”. Quali sono le attività proposte? “Cultura generale, libro parlato, disegno, pittura, ginnastica, insiemistica, musicoterapia, molta ginnastica e tanto nuoto”. Che problemi hanno le Perle? “Problemi di vario genere, handicap fisici e psichici, quasi tutte hanno grandi sofferenze alle spalle. Questa è la loro casa!”. LA PROVVIDENZA ESISTE La Provvidenza c’è? “Certamente! L’abbiamo toccato con mano tante volte. E chi ci aiuta sovente sono le persone normali, non i ricchi”. Oggi in che modo si fa sentire la crisi? “I nostri poveri non osano chiedere aiuto. Bisogna capire. C’è un’anziana di Dronero che prende la pensione minima e arriva sempre qui ogni mese con un chilo di zucchero, un pacchetto di caffè, un pacco di biscotti. A me bruciano le mani quando prendo questi viveri in mano, perché è lei che avrebbe bisogno di essere aiutata! Altri coltivano ortaggi e frutta, o hanno le uova, e ce le portano qui. Accade poi anche che persone che ci hanno aiutato per anni, oggi sono in difficoltà: e noi

restituiamo un po’ di quel che abbiamo ricevuto, ma la mano destra non deve mai sapere cosa fa la sinistra!”. Quali sono le difficoltà di oggi? “Abbiamo problemi nel far quadrare i conti. Le Suore erano 11, sono 7. Le ragazze che seguivamo erano 40, oggi sono 35 e non pagano rette. Viviamo grazie alle pensione delle Suore, agli assegni di accompagnamento e alla Provvidenza”. Soddisfatta della sua vita? “Soddisfattissima! Anche se gli inizi non sono stati facili”. La sua più grande gioia? “Quando vedo le ragazze felici”. E i suoi crucci? “Quando una ragazza soffre o muore: le Perle sono le nostre figlie!”. LA VITA IN COMUNITÀ Il suo difetto più grande? “Ne ho tanti!”. Il suo più grande pregio? “La sensibilità verso gli altri, intuisco i problemi”. La vecchiaia è una stagione faticosa? “No. Ho capito che bisogna accettare quel che ci arriva, ogni giorno”. La vita in comunità è facile? “Come in una famiglia, a volte si discute anche. La diversità di opinioni è una ricchezza e ci accettiamo come siamo”. Chi vuole dare un sostegno economico alle Perle, può utilizzare il conto bancario intestato a “Casa Divina Provvidenza – D ronero” (coordinate: IT49 G 05034 46280 000000001165) o lasciare un’offerta in via Roccabruna, a Dronero. m


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Sul territorio cuneese, una ricchezza da valorizzare

I boschi di castagno sono una risorsa preziosa Come utilizzare al meglio un legno pregiato che può essere destinato ad una vasta gamma di impieghi

I

l castagno (Castanea sativa Mill.) ha assunto in passato ed assume ancora oggi un ruolo preminente tra le formazioni forestali italiane, non solo per

l’elevata produttività, la qualità e la varietà degli assortimenti legnosi, ma soprattutto per la consistente presenza sul territorio nazionale; la specie, rappresenta nel complesso circa il 2,62% dell’intera superficie territoriale italiana ed il 7,53% di quella forestale, per un totale di circa 800.000 Ha. La distribuzione del castagno non è omogenea sul territorio nazionale, si concentra soprattutto in Piemonte, Liguria, e Toscana, queste tre regioni da sole posseggono oltre il 50% della superficie nazionale di castagno ed il Piemonte da solo ne rappresenta il 25,5%. In Piemonte a fronte di una superficie forestale complessiva di 874.000 ha, i castagneti (comprensivi di boschi e castagneti da frutto) insistono su una superficie di oltre 204.000 ettari pari a oltre il 23%

del totale regionale, di questi, 76.500 ha sono presenti in provincia di Cuneo. La massa totale di legno di castagno presente sul territorio provinciale è ragguardevole e si stima che ogni anno si potrebbero prelevare oltre 180.000 tonnellate di legname senza depauperare la risorsa ma semplicemente sfruttandone


AT T U A L I T À l’incremento legnoso medio annuo. La valorizzazione del legno di castagno necessita di una strategia piuttosto complessa che deve risolvere una serie di problemi riconducibili principalmente allo sviluppo del mercato di sbocco del legname. Paradossalmente, il castagno è il legno che rispetto a tutti gli altri presenti nei nostri areali, ha la più vasta gamma di utilizzi e perciò dovrebbe godere di un’alta richiesta di mercato ma purtroppo la realtà è diversa. Il legno di castagno è polivalente, i suoi utilizzi possono essere: produzione di tranciati, tavolame per falegnameria, travi, correnti, travetti e tavolame per carpenteria edile, travicelli,

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7-9 dicembre – in pullma

Natale nelle Marche: Sant’Agata di Feltria e Candelara

8 dicembre – in pullman

Milano oh bej oh bej

8 dicembre – in pullman

Festa delle Luci a Lione n

8-9 dicembre – in pullma

I mercatini in Alsazia: Colmar e Strasburgo

9 dicembre – in pullman

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Mercatini di Montreux

morali, paleria grossa per bioingegneria, paleria piccola per usi agricoli, tannino, legna da ardere. Ovviamente gli utilizzi più o meno pregiati sono subordinati alla qualità del materiale che viene ricavato dal bosco, in genere solo il 10% del legno di castagno è destinabile agli utilizzi più pregiati (legno da opera o legno per opere strutturali) il resto viene destinato alla triturazione o alla produzione di paleria. Sotto l’aspetto tecnologico vi sarebbero ampi margini per incrementare l’utilizzo strutturale del legno di castagno, lo sviluppo di elementi lamellati permetterebbe ad esempio l’utilizzo di tronchi di piccolo

diametro. Vi è però il segmento della paleria per uso agricolo che opportunamente incentivato potrebbe ossigenare un mercato che ha subito una forte contrazione negli ultimi decenni, la paleria di castagno era infatti molto utilizzata nei vigneti ma è stata pressoché totalmente sostituita dai pali di altri materiali (cemento o ferro) tuttavia lo sviluppo della frutticoltura ha aperto nuove prospettive per la paleria di castagno in quanto i moderni impianti frutticoli utilizzano largamente strutture di sostegno per le piante e per gli impianti antigrandine, ma anche in tali ambiti la concorrenza

con altri tipi di prodotti, riduce i margini di sviluppo per i pali di castagno. Nell’ambito dello sviluppo di filiere corte e di economie legate al territorio, sicuramente un’attenzione particolare deve essere riservata anche ai prodotti forestali ed in particolare al castagno che è un prodotto largamente disponibile, sicuro, ed ecologico; un’incentivazione mirata per l’utilizzo di legno di castagno o un sistema di premialità per coloro i quali scelgono di utilizzare materiale locale deve diventare una priorità per le politiche agricole regionali. m

lman

15-16 dicembre – in pul

Bolzano e Merano

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16 dicembre – in pullma

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tin Annecy e i suoi merca n

22 dicembre – in pullma

i I mercatini di Aosta con con rd Ba di te for al i sep pre merenda valdostana lman

22-23 dicembre – in pul

rcatini Trentino: Trento e i me ia tal d’I lli be nei borghi più n

23 dicembre – in pullma

Torino a Natale s con la mostra di Dega

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Il nuovo progetto sociale di Coldiretti

“Rete per la domiciliarità degli anziani nel Cebano”

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arà presentato il 14 dicembre, alle ore 17 presso la Sala Incontri della Comunità Montana Alto Tanaro/Cebano Monregalese il progetto “Rete per la domiciliarità degli anziani nel Cebano”, che verrà realizzato dal Servizio Socio Assistenziale della Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese con la partecipazione attiva di Coldiretti come partner e con il co-finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. L’obiettivo della iniziativa è quello di permettere agli anziani autosufficienti di vivere a casa propria, garantendo soluzioni concrete per combattere le situazioni di fragilità,

isolamento e/o solitudine. Con il coinvolgimento delle aziende agricole e delle famiglie che vivono nel territorio rurale, si vuole potenziare la rete locale dei servizi per la popolazione anziana; fra le prestazioni che potranno essere fornite agli anziani, previa partecipazione a un percorso formativo da realizzarsi tra gennaio e marzo 2013, rientreranno la consegna a domicilio della spesa e dei farmaci, l’accompagnamento alle visite mediche, la preparazione

e la somministrazione dei pasti, l’affidamento diurno, i pernottamenti in affidamento temporaneo. Una importante attività sarà quella di garantire una presenza costante sul territorio e di segnalare al PASS (Punto di Assistenza Socio Sanitaria ASL CN1) i casi che necessitino di servizi di livello superiore. Per le famiglie rurali e le aziende agricole che offriranno questi servizi sarà previsto, in fase progettuale, un rimborso per le spese sostenute e per il tempo impiegato, quale integrazione al reddito aziendale e/o familiare. Per Coldiretti, il progetto rappresenta un rafforzamento dei servizi sociali a “KmØ” di presidio

del territorio, estendendo al Cebano-monregalese le attività già iniziate nel saluzzese con il progetto transfrontaliero “A Casa – Chez Soi”. Alla presentazione del 14 dicembre seguiranno una serie di incontri di divulgazione nei principali comuni del cebano, nei quali sarà data la possibilità di conoscere meglio la rete di sostegno della domiciliarità e come farne parte, sia come fornitore di servizi (per le aziende agricole e le famiglie interessate) che come utente. Per conoscere tutti i dettagli del progetto, è possibile contattare all’Ufficio Organizzazione – Area Sociale Coldiretti Cuneo – Carlo Marchisio al numero 0171/447348. m

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Metodi di lotta biologica per contrastare il “bruco americano”

climatiche e della latitudine. Le femmine, una volta fecondate, depongono una moltitudine di uova (da 600 ad 800) sulla pagina inferiore delle foglie di differenti specie creando ovature di colore giallo verdognolo appena emesse e successivamente grigiastro. Dopo l’ovideposizione (2-3 settimane) dalle uova schiudono giovani larve che, inizialmente, si comportano come gregarie. Un germoglio o gruppi di foglie vengono “avvolti” da una tela sericea prodotta dalle larve, costruendo così una sorta di

trappole a feromoni. Gli eventuali interventi insetticidi, il ricorso ai quali deve essere attentamente valutato in funzione del grado di infestazione e della natura delle piante da difendere, del luogo, debbono essere indirizzati contro le larve giovani, prima che le stesse abbiano prodotto nidi sericei “densi” e, come tali, capaci di sviluppare un maggiore effetto protettivo. Naturalmente si dovranno preferire i principi attivi a minor impatto ambientale, tra essi principalmente il Bacillius thuringiensis var. kurstaki, intervenendo preferibilmente sulle larve di seconda generazione. m

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l “bruco americano” (Hyphantria cunea Drury) è un lepidottero di origine nord-americana, presente in Italia a partire dagli anni settantaottanta, che in alcune annate si fa notare per le estese defogliazioni che le sue larve sono in grado di determinare a carico di un vasto numero di specie vegetali. Le farfalle (individui adulti) hanno ali anteriori di colore bianco candido (essenzialmente nella femmina) o bianche con una serie di macchie nere (soprattutto nei maschi) e sfarfallano da aprile a giugno, in funzione delle condizioni

ricovero, riparo che abbandonano solo alla 5°-6° età, dopo aver completamente defogliato il getto. L’attività di nutrizione prosegue anche in seguito fino a quando, raggiunta la maturità, si incrisalidano in cavità della corteccia o alla base degli alberi. Gli adulti della seconda generazione compaiono da fine luglio a metà agosto e danno origine a loro volta ad una seconda generazione di larve, ancor più voraci, ed in grado di determinare danni ancora più evidenti. Lo svernamento avviene ad opera delle crisalidi negli stessi luoghi già ricordati per la prima generazione. Le specie colpite sono numerose e possono riguardare sia essenze ornamentali e forestali (gelsi, aceri, platani, salici, olmi, tigli, ippocastano…) che da frutto (noci, pero, melo, susino, ciliegio…). Il danno principale è dovuto all’intensa defogliazione delle piante (secondariamente ad erosioni sui frutti) che appaiono “scheletrizzate”. La difesa non è facile e dovrebbe prevedere il monitoraggio degli adulti tramite


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Le preziose qualità della mela nel progetto curato dal CReSO Al Centro Ricerche per la Frutticoltura di Manta, si è tenuta la Giornata divulgativa “Ricerca e innovazione per la qualità e la competitività della filiera del melo in Piemonte” – Ricadute applicative del Progetto AGER”

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i è svolta il 23 novembre al Centro Ricerche per la Frutticoltura del CReSO, la Giornata divulgativa “Ricerca e innovazione per la qualità e

la competitività della filiera del melo in Piemonte”. Al centro dei lavori, il “Progetto AGER – Qualità della mela” che dal 2011 ha messo in rete la ricerca svolta sul territorio dal CReSO con le migliori istituzioni di ricerca a livello nazionale: Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in qualità di capofila, Università di Udine, Padova, Bologna e Milano. Nella giornata di studio è stato fatto il punto sull’andamento del mercato. “Si può parlare di ottima stagione per il melo in Piemonte – dice il direttore del CReSO, Silvio Pellegrino –. In campo sono stati centrati gran parte degli obiettivi qualitativi e i primi

mesi di commercializzazione ne mostrano la sintonia con le attese dei consumatori e della distribuzione. Si colgono i frutti di un processo di innovazione che tocca tutta la filiera, dal campo alle centrali di lavorazione. L’impegno dei produttori è supportato da ricerca e trasferimento tecnologico”. Da qui, la presentazione dei risultati in corso d’opera, con un incontro divulgativo rivolto ai frutticoltori e ai tecnici di filiera. Le riflessioni sul supporto della ricerca all’innovazione della melicoltura sui temi della qualità sostenibilità e competitivà del sistema sono state esposte

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da Claudio Sacchetto – Assessore Agricoltura della Regione Piemonte, Ezio Falco – Presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo e Ugo Dozzio Cagnoni – Presidente del Progetto AGER. Riccardo Velasco della Fondazione Edmund Mach e coordinatore del gruppo di lavoro ha presentato gli obiettivi e i risultati ottenuti in tutti i wp del progetto. A seguire, una scelta di temi su cui la ricerca è pronta a trasformarsi in innovazione, fornendo indicazioni applicative alle aziende agricole. Lorenzo Berra del CReSO ha riferito delle


VA R I E opportunità offerte dal MAS – selezione assistita da marcatori molecolari per la creazione di varietà resistenti alle malattie e autodiradanti. Guglielmo Costa dell’Università di Bologna ha presentato i nuovi strumenti per il diradamento del melo e la regolazione del carico produttivo. Luca Corelli dell’Università di Bologna ha esposto i risultati delle applicazioni “a distanza” per la gestione precisa della crescita del frutto; Francesca Costamagna del CReSO dell’utilizzo del DA-meter per la programmazione dei momenti di raccolta di Gala in funzione della qualità al consumo. “Il Progetto Ager – conclude Silvio Pellegrino – si propone di cogliere le opportunità offerte dal sequenziamento del Dna del melo proprio ad opera delle istituzioni italiane, facendo interagire le scoperte sul genoma con la fisiologia, la genetica e la pomologia. Ci si attendono varietà con tratti qualitativi innovativi e caratteri di resistenza alle malattie. Nuovi strumenti per la regolazione del carico produttivo e nuovi approcci al diradamento dei frutticini. Strumenti per il monitoraggio e la predizione della qualità. L’obiettivo è di guidare un cambio di passo della melicoltura italiana rispetto ai competitors internazionali. I risultati toccano direttamente qualità, appeal e sicurezza alimentare per i consumatori e sostenibilità ambientale”. m

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La sorveglianza sanitaria dei lavoratori T

ra gli obblighi a cui è tenuto il datore di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro, oltre alla valutazione del rischio occorre analizzare anche l’importanza della sorveglianza sanitaria. Come richiesto da Coldiretti, nelle sedi competenti, non sono obbligati ad attivare la sorveglianza sanitaria i componenti delle imprese familiari, i coltivatori diretti del fondo, i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo (art. 21 del D.Lgs 81/08 e s.m.i.), ma l’obbligo di nomina del medico competente è un adempimento del datore di lavoro. Il datore di lavoro nel redigere il Documento di Valutazione dei Rischi deve attivare la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, a cura e responsabilità di un medico, specialista in medicina del lavoro. Il medico competente sottoscriverà una specifica lettera di incarico e dopo aver analizzato il Documento di Valutazione dei Rischi stabilirà il protocollo sanitario, ovvero il tipo di visita a cui saranno sottoposti i lavoratori (es. non si intraprenderanno indagini diagnostiche sul rischio chimico nei confronti dei “raccoglitori” o “vendemmiatori”, che non eseguono i trattamenti fitosanitari).

L’obiettivo della sorveglianza sanitaria è la formulazione di un giudizio di idoneità al lavoro specifico, che tenga conto di tutte le caratteristiche psicofisiche del lavoratore confrontate con il particolare contesto lavorativo. L’attivazione della sorveglianza sanitaria, obbligatoria per qualsiasi lavoratore: assunto a tempo parziale, a tempo indeterminato o voucher, trova in agricoltura difficile applicazione, in quanto spesso le aziende (frutticole, orticole, viticole, etc,) assumono un numero sostanzioso di lavoratori per un periodo di tempo ristretto (coincidente appunto solo con la raccolta); ciò corrisponde quindi ad un ulteriore costo che grava sul datore di lavoro, che vuole/ deve essere virtuoso. Va tuttavia osservato che l’idoneità sanitaria rilasciata dal

In merito, Coldiretti Cuneo offre il servizio alle aziende associate per il tramite di Bios s.r.l. applicando tariffe scontante agli associati Coldiretti. Il Servizio VdR di Impresa Verde è a disposizione per eventuali chiarimenti (Cuneo 0171.447224, Alba 0173.292710, Saluzzo 0171.210259/222).

medico competente è uno dei pochi strumenti nelle mani del datore di lavoro per dimostrare di aver fatto il possibile per evitare l’incidente sul lavoro (es. attacco cardiaco del lavoratore esposto alle alte temperature estive). Altro importante “vantaggio” di una costante sorveglianza sanitaria è la difesa che questa può offrire nel caso di rivendicazione di una malattia professionale da parte del lavoratore ed eventualmente rivalsa da parte dell’Inail, ad esempio il mungitore che dopo anni di lavoro, finisce in ospedale con un’asma da fieno. In definitiva, considerato comunque che la maggior parte dei lavori agricoli si svolge in contesti dove sono presenti rischi per la salute del lavoratore (agenti biologici, movimentazione manuale dei carichi, guida e utilizzo di attrezzature meccaniche) e le sanzioni in caso di inadempimento (mancata nomina del medico competente, art.55 c.2 lett. a, b, c del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.: arresto da 2 ad 4 mesi o ammenda da 1.500 euro a 6.000 Euro), va attentamente valutata la necessità di nominare il medico competente nel momento in cui si elabora il Documento di Valutazione dei Rischi. m


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TERRAMICA

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Terramica promuove i prodotti biologici del territorio nei supermercati “Prestofresco” Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

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dalla promozione dislocati sull’intero territorio della regione Piemonte e nelle province di Varese e Milano, le eccellenze delle produzioni biologiche locali. La Settimana del Biologico, organizzata grazie al sostegno della Misura 133 del PSR

“Attività di informazione e promozione riguardo ai prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentari” ha permesso di proporre comodamente in vendita il prodotto biologico certificato. Il consumatore ha così conosciuto le diverse

produzioni biologiche locali quali le mele golden e red delicios del saluzzese, le uova del cuneese, le patate dell’Alta Valle Belbo, le mousse di mela e di melapera oltre alle mele e prugne disidratate a freddo, una tecnica innovativa capace di mantenere elevate le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche della frutta. “La Settimana del Biologico – afferma Marcello Pellegrino, responsabile provinciale Terramica –, è stata un’ottima occasione di promozione e di valorizzazione del prodotto biologico della provincia di Cuneo. La presenza di membri dell’Associazione all’interno dei supermercati ha permesso di informare il consumatore sulle caratteristiche che contraddistinguono il prodotto biologico certificato a kmØ. Sicuramente un’esperienza da ripetere per fare in modo che il prodotto biologico entri sempre di più nelle scelte di acquisto quotidiane da parte del consumatore. Per questo si sono già avviati i contatti per ripetere la promozione ad inizio 2013”. m

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i è svolta dal 19 al 25 novembre la promozione dei prodotti biologici a kmØ presso i supermercati della catena Prestofresco. L’Associazione Produttori Biologici Terramica ha presentato, all’interno dei 32 supermercati interessati

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PRIMA PARTE

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SPECIALE ANNATA AGRARIA 2012

In Piemonte aumenta dell’8% la produzione e diminuiscono del 10% i prezzi in campagna

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prezzi ed inciso quindi negativamente in termini di reddito. Abbiamo operato con convinzione, sviluppando concreti contratti di filiera nei vari settori produttivi confermando un percorso già iniziato lo scorso anno per il latte, le nocciole, la verdura e gli ortaggi. Stiamo lavorando per la frutta con grandi gruppi agroalimentari. Abbiamo potenziato i mercati di Campagna Amica che oggi in Piemonte sono oltre 120 a cadenza settimanale e bisettimanale. Inoltre sono oltre 500 i punti vendita diretta del circuito di Campagna Amica. A queste realtà va aggiunto il grande lavoro di coordinamento e delle sinergie economiche tra i vari consorzi agrari del Piemonte”.

SETTORE FRUTTICOLO

Le forti gelate di inizio febbraio hanno pesantemente condizionato la campagna produttiva 2012. Le temperature minime registrate nell’areale frutticolo cuneese, comprese tra i –16 e i –23° C, hanno portato alla completa distruzione di molti giovani impianti di kiwi, melo e drupacee. Oltre a ciò, un po’ su tutte le colture, il freddo ha provocato delle cospicue perdite produttive che, per il kiwi, sono quantificabili in poco più dell’80% della P.L.V. attesa. Trattandosi di una forte gelata invernale da “inversione termica”, le aziende ed i frutteti posizionati in fasce altimetriche più basse, sono quelli che hanno avuto la peggio. Di seguito, un modello riepilogativo dei danni elaborato dai tecnici Coldiretti: (continua a pagina 22)

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a scadenza di San Martino è l’occasione per tracciare il bilancio dell’annata agricola appena conclusa. “Il 2012 è stato un anno in cui alcuni settori, hanno riscontrato forti difficoltà, altri invece hanno evidenziato segnali positivi – dicono Marcello Gatto e Bruno Rivarossa presidente e direttore Coldiretti Cuneo –. Sebbene dal punto di vista agronomico sia stato sostanzialmente una campagna produttiva con produzioni medio abbondanti, altrettanto non si può dire a livello economico e di quotazione dei prodotti agricoli nei settori bovini da carne, latte e risicolo. Andamenti più positivi si sono riscontrati nel settore cerealicolo, corilicolo, frutticolo e orticolo. Gli effetti negativi sull’andamento dell’economia reale generati dalla crisi finanziaria, hanno accentuato ulteriormente le difficoltà del comparto agricolo italiano, con remunerazioni che sono risultate tendenzialmente in ribasso, in modo sostanziale su alcuni settori. Un’annata quella del 2012 che conferma ed accentua le difficoltà dell’agricoltura italiana. La produzione agricola, a livello nazionale, dovrebbe registrare un incremento del 7-8% in più rispetto al 2011 e i prezzi all’origine una diminuzione compresa tra il 8-10%. Le imprese agricole, inoltre, segnalano una strutturale difficoltà a recuperare redditualità ed efficienza ed a proporre, quindi, innovazione ed investimenti. Grosse difficoltà si stanno riscontrando sull’accesso al credito e di conseguenza sulla liquidità. I pagamenti sono sempre più dilazionati nel tempo (6 mesi nel caso della frutta). Con l’introduzione dell’articolo 62 del “Decreto liberalizzazioni” si spera, dopo un normale periodo di stabilizzazione, che i rapporti contrattuali tra le parti diventino finalmente chiari sia nella tipologia di fornitura, sia nei tempi di pagamento. “Dal punto di vista più organizzativo sindacale – conclude Bruno Rivarossa – Coldiretti ha operato per dare valore aggiunto alla produzione agricola, che ha subito una forte contrazione in termini di

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Pur essendo il danno complessivo, contenuto nel 34% della Produzione Lorda Vendibile attesa, va ricordato che, lo schema riepilogativo tiene conto dei soli danni per la corrente campagna mentre, laddove i giovani impianti sono stati estirpati o capitozzati, il danno alla singola azienda è ben superiore. Inoltre, soprattutto nel fondovalle, il danno è superiore e su ogni specie alcune aziende hanno visto azzerarsi completamente la produzione. Grazie anche alla minore pressione produttiva, la campagna di commercializzazione 2012/2013, è da ritenersi nel complesso migliore della precedente ma, ancora una volta, si è evidenziata l’estrema debolezza della filiera produttiva provinciale, regionale e nazionale. Per quanto riguarda soprattutto la cosiddetta “frutta estiva”, le previsioni di produzione in ribasso facevano pensare ad una stagione commerciale molto migliore di quella che poi in effetti è

A N N ATA A G R A R I A stata; il gelo in Piemonte e nel sud della Spagna, le violente grandinate di giugno e luglio in Italia e Spagna ed il lungo periodo di siccità nel Sud Europa, hanno infatti ridimensionato ulteriormente il quantitativo prodotto ma, nonostante ciò, soprattutto per le pesche e le nettarine, il prezzo non è mai decollato. Questo mette ancora una volta in evidenza l’enorme debolezza strutturale della filiera produttiva e, nonostante le congiunture favorevoli, nessuno dei noti problemi è stato affrontato. Rispetto alla passata stagione i costi di produzione dovrebbero essere nel complesso remunerati (anche se i prezzi delle liquidazioni non sono ancora disponibili). Un po’ meglio è andato per le ciliegie e per le albicocche dove la congiuntura produttiva ha comunque portato beneficio. Mentre le susine cosiddette “estive”, a causa del gelo, hanno registrato un marcato ridimensionamento produttivo; per le susine “autunnali” il raccolto è stato quasi ovunque in linea con le scorse annate ed il calibro medio decisamente migliore della stagione precedente. Per quanto riguarda le mele e le pere, il danno da gelo è stato molto più contenuto e, nonostante un leggero calo delle pezzature e delle produttività medie, il raccolto è stato soddisfacente ovunque; il mercato, soprattutto per le destinazioni “d’oltremare”, è stato subito molto attivo e fino ad oggi la remunerazione è marcatamente superiore a quella della passata stagione. Anche i consumi sono al momento molto elevati e ciò fa presupporre una ottima campagna


A N N ATA A G R A R I A di commercializzazione. Molte aziende hanno potuto concordare il prezzo minimo del prodotto conferito e, anche questo aspetto, fa ben sperare sulla campagna di commercializzazione in corso. Per quanto riguarda invece il kiwi, oltre alle gravi e note conseguenze legate all’evoluzione della cosiddetta batteriosi P.S.A.(Pseudomonas syringae pv. Actinidiae), il gelo invernale ha provocato un forte ridimensionamento produttivo, come evidenziato dal precedente prospetto. Oltre a ciò, nelle zone collinari, del Cuneese in particolare, dove una parte del raccolto si era salvata, le forti grandinate di giugno e luglio hanno ulteriormente diminuito il potenziale produttivo. Nonostante la poca produzione, quasi tutte le partite sono state cedute con prezzo minimo definito. Passiamo ora ad una lettura più puntuale delle diverse specie frutticole. Sulle albicocche il freddo di febbraio ha provocato una discreta riduzione della produzione, ma il problema principale della specie continua ad essere la moria delle piante che, annualmente, provoca un inarrestabile calo degli ettari coltivati e conseguentemente della produzione. La qualità della produzione è da ritenersi ovunque su ottimi livelli e, per quanto riguarda la campagna di commercializzazione, l’annata è da ritenersi buona. Marcatamente migliore anche il mercato delle ciliegie che, ritornato nella abituale finestra produttiva, ha potuto godere di

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maggiori spazi di mercato e di migliori quotazioni. Le cosiddette “susine damaschine”, hanno registrato un carico produttivo inferiore alla passata stagione (circa –20%), dovuto soprattutto al fenomeno dell’alternanza e ciò ha comportato per tutta la stagione una buona o discreta collocazione del prodotto. Le altre varietà di susine a produzione estiva hanno, invece, registrato una marcata contrazione produttiva dovuta alla gelata di febbraio che ne ha favorito la collocazione sul mercato a prezzi soddisfacenti. Il mercato ha beneficiato dalla riduzione dei volumi causati anche da una diminuzione degli ettari coltivati a livello italiano ed europeo. Pur con una leggera diminuzione causata in Piemonte dalle gelate, la produzione delle susine della varietà Angeleno, è da considerarsi stazionaria. Il numero di frutti per albero è stato inferiore a quello delle due annate precedenti e ciò ha favorito la pezzatura media che è stata ovunque superiore. Il mercato un po’ statico nelle fasi iniziali è poi stato marcatamente più attivo, a partire dalla seconda decade di ottobre. Grazie alla migliore pezzatura ed alla migliore remunerazione del prodotto, la campagna commerciale si può definire positiva. Per quanto riguarda il comparto pesche e nettarine, il 2012 è caratterizzato dalla minore produttività dell’ultimo decennio (continua a pagina 24)

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ma, nonostante ciò, la remunerazione prevista, anche se migliore della campagna precedente, unita al ridimensionamento produttivo permetterà a poche aziende di coprire i costi di produzione. Il clima caldo e favorevole ha incrementato il tenore zuccherino ma, purtroppo, le condizioni attuali del nostro mercato non sono riuscite a valorizzare neanche questo aspetto. Appare sempre più evidente come la forte deriva verso il mercato del basso prezzo, e della conseguente bassa qualità, non lascia intravedere per il futuro alcun miglioramento. La campagna di raccolta delle mele è ormai terminata segnando in Piemonte, un sostanziale pareggio con l’annata precedente, che conferma le stime diffuse ad inizio agosto da Prognosfruit. La produzione europea è confermata in diminuzione rispetto alla campagna precedente, ed in netto calo rispetto alla media del quinquennio precedente. Ad incidere maggiormente sulla mancata produzione, sono il Trentino Alto Adige e la Francia. Il quantitativo totale di mele nel nostro emisfero si posiziona perciò al di sotto di sotto dei 10 milioni di tonnellate, inferiore al potenziale produttivo di 12 milioni di tonnellate e della soglia di 11 milioni di tonnellate, ritenuta dagli esperti come quantità facilmente collocabile sul mercato. La campagna commerciale, iniziata in Piemonte con la fine del mese di

agosto, ha fatto registrare da subito buone quotazioni ed un’elevata richiesta. Mentre per le varietà del gruppo Gala la destinazione prevalente è stata oltreoceano e con la richiesta africana in forte aumento, per le altre varietà, si è smosso anche il mercato europeo. Anche il prezzo del prodotto destinato all’industria si è posizionato su livelli molto positivi e, ad oggi, anche se la campagna commerciale terminerà solo nei primi mesi del 2013, tutto fa pensare a un’ottima campagna commerciale. Per quanto riguarda le pere anche in Piemonte, come nel resto d’Europa, la produzione ha segnato una discreta diminuzione. Per la varietà William la produzione è diminuita di pochi punti percentuali, con quotazioni stazionarie per il prodotto destinato all’industria di trasformazione, ed un marcato aumento per il mercato del “fresco”. La varietà Abate Fetel, e la Conference, hanno invece registrato una netta diminuzione produttiva ed un buon miglioramento delle quotazioni. I prezzi finora registrati, si riposizionano nella media del quinquennio precedente e fanno prevedere una buona campagna di commercializzazione. Secondo le previsioni di produzione, più volte aggiornate durante la campagna di raccolta ancora in corso, la produzione italiana di kiwi dovrebbe attestarsi di poco superiore alle 300.000 tonnellate (fonte IKO), mentre la produzione europea dovrebbe arrivare ad un quantitativo di poco inferiore alle 500.000 tonnellate segnando un –25-30% rispetto allo scorso anno. I principali attori della diminuzione di produzione, sono la provincia di Latina (produzione record nel 2011) e la provincia di Cuneo ma, più in generale il Piemonte dove la produzione si è attestata su poco più del 20% della PLV attesa. La maggior parte della produzione italiana, grazie alla diminuzione produttiva, è stata contrattata nel momento della raccolta. Il mercato


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all’Agricoltura. Si © Fotolia tratta di un organismo tecnico, composto dai rappresentanti delle associazioni di categoria, delle Organizzazioni dei Produttori e dai principali centri di condizionamento facenti capo all’associazione degli esportatori, con l’obiettivo di coordinare l’offerta locale e di rilevare le tendenze del mercato, fornendo indicazioni sulle dinamiche dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli e, soprattutto, sulle previsioni di produzione e sulle quantità in giacenza. Parallelamente Coldiretti Piemonte sta portando avanti lo sviluppo di alcuni progetti di filiera che possano dare maggiore sbocchi commerciali al settore e diversificare il mercato, tradizionalmente incentrato sul “fresco”. Sono in corso contatti con alcuni operatori dell’industria di trasformazione con l’obiettivo finale di costruire una filiera sul territorio, per la produzione di trasformati di frutta e succo limpido. In questo modo si potrebbe arrivare a creare sia un prezioso strumento di regolazione del mercato, sia un nuovo veicolo per la promozione delle imprese agricole e del territorio. Parimenti sul mercato del fresco, si stanno studiando nuove formule che possano dare maggiore visibilità alla produzione piemontese e che possano, nel contempo, individuare nuovi canali di distribuzione e recuperare il contatto con i mercati maggiormente votati al consumo di produzioni frutticole di qualità.

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è partito un po’ in sordina, ma il quantitativo prodotto e la buona remunerazione in “campagna” fanno prevedere un buon andamento della commercializzazione: non va però dimenticato che, soprattutto in provincia di Cuneo, le esigue quantità raccolte dalle singole aziende, ben difficilmente saranno in grado di remunerare i costi di produzione. Per quanto riguarda la PSA le valutazioni di impatto sono ancora difficili da prevedere ma, anche per il kiwi, occorrerà per il futuro rivedere con estrema attenzione l’attuale impostazione dell’intera filiera produttiva, poco incentrata sulla qualità e, per questo, molto debole nel confronto con le altre realtà produttive. Nel complesso per il comparto frutticolo la corrente campagna di commercializzazione, si presenta migliore per alcune produzioni e marcatamente migliore per altre ma, la perdita produttiva ascrivibile soprattutto alle gelate invernali provoca per le imprese una pesante difficoltà a coprire i costi di produzione. Rimangono poi ancora aperte e non sanate: ✔ l’eccessiva frammentazione della filiera produttiva e la conseguente debolezza contrattuale; ✔ la mancanza di politiche volte al miglioramento qualitativo ed alla conseguente soddisfazione del consumatore; ✔ la problematica della gestione delle cosiddette “crisi di mercato” da parte dell’Unione Europea; ✔ l’attuazione, soprattutto nel nostro continente, di politiche commerciali scorrette da parte di alcuni componenti del filiera commerciale; ✔ l’estrema difficoltà nella caratterizzazione e nella promozione della nostra frutta. Nel corso dell’annata è proseguito il consolidamento dell’attività dell’Osservatorio del Settore Ortofrutticolo, nato per volontà di Coldiretti Piemonte in collaborazione con l’Assessorato regionale

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(continua da pagina 25)

SETTORE ORTICOLO E PICCOLI FRUTTI

L’annata produttiva 2012 per il settore orticolo può considerasi nel complesso discretamente positiva. Il protrarsi per alcuni anni di trend negativi, in termini economici, con il conseguente leggero ridimensionamento delle superfici investite ha fatto si che, tolti brevi periodi, non si venisse ad avere un surplus produttivo e garantendo una sostanziale tenuta dei mercati e dei prezzi. Il grande e prolungato caldo, che ha caratterizzato l’intero periodo estivo, ha creato in parte problemi produttivi e un concentramento delle raccolte per alcune colture, come nel caso del peperone, per altre problemi di allegazione, come il pomodoro, e l’anticipo dei cicli di produzioni per i cavolfiori estivi e le insalate. Analizzando nel dettaglio i mercati dei prodotti a raccolta primaverile si sono registrate quotazioni che si aggirano intorno ai 3,00 €/ kg per le fragole precoci, mantenendo per un buon periodo una remunerazione soddisfacente, poi in diminuzione durante il periodo estivo. Buone le quotazioni anche per gli asparagi locali che, lavorati, spuntavano prezzi di 3,50 €/ kg. Anche i piselli primaverili, quotati tra 0,80 e 1,10 €/kg, hanno reso remunerativa la coltura. Nel periodo estivo sono state sempre buone le quotazioni dei pomodori, come il cuore di bue che oscillava da 1,00 a 1,50 €/ kg con rese soddisfacenti. Ha sofferto il caldo estivo la coltura del peperone che, anticipando la maturazione, ha portato ad una concentrazione della raccolta nelle prime settimane di agosto e immettendo sul mercato ingenti quantità di prodotto, in un periodo che storicamente non assorbe grandi produzioni. Nel periodo autunnale, però, a fronte di una forte richiesta ha ripreso quotazione tornando a livelli di 1,501,80 €/kg per le tipologie quadrate tipo “Cuneo” e “Carmagnola”, e di 0,90-1,10 €/kg per la tipologia “mezzo lungo”. La coltura del peperone ha inoltre scontato la difficile situazione fitosanitaria, che per diverse problematiche sta rendendo sempre più complicata la coltivazione, specialmente per le varietà locali. Decisamente positiva, rispetto all’anno scorso, la stagione del cetriolo che più di altre produzioni aveva pagato la crisi del giugno 2011 a causa dell’allarme per l’epidemia da escherichia coli. Quest’anno, data la scarsità degli investimenti, ha sempre registrato quotazioni interessanti intorno ai 0,40-0,50 €/kg per il prodotto lavorato in cassetta.

Mercato altalenante per le zucchine che hanno alternato periodi discreti (0,50-0,80 €/kg a seconda delle tipologie scure o chiare) a momenti più difficili (0,30-0,50 €/kg) che comunque rendono nel complesso una stagione discreta anche per questo ortaggio. Anche per il fagiolo rampicante fresco le quotazioni sono state particolarmente altalenanti, registrando quotazioni tra 1,00 e 1,80 €/kg che, se non fosse per una netta diminuzione delle produzioni causate dalle elevate temperature estive, renderebbero la coltura economicamente interessante. Per la tipologia secca la carenza di prodotto ha spinto le quotazioni autunnali a 2,80 €/kg con punte fino a 3,30 €/kg per il prodotto in campo delle tipologie Lamon e Billò. E’ proseguita anche l’attività di valorizzazione e promozione del Fagiolo Cuneo IGP da parte del Consorzio di tutela, a cui fa riscontro un sempre maggior interesse da parte dei consumatori e degli operatori della filiera. Con l’attuale campagna ha chiuso il primo bilancio anche la cooperativa Fagiolcoop delle Valli Cuneesi, nata per iniziativa di alcuni produttori che già da diversi anni si erano organizzati per commercializzare collettivamente i propri fagioli, in un’ottica di accorciare la filiera e saltare i passaggi dell’intermediazione. Per gli ortaggi autunnali come cavoli, cavolfiori e broccoli le difficoltà sono state condizionate dal clima decisamente caldo di fine estate, creando in alcuni casi problemi di gestione della coltura ma con quotazioni comunque: 0,60-0,80 €/kg per i cavolfiori e broccoli e 0,4 €/kg per i cavoli verza. Le liquidazioni dei mirtilli sono state invece buone, indicativamente, con una range che varia dai 3,00 ai 5 €/kg. Le quotazioni si sono mantenute in linea con quelle della annate precedenti, ma hanno evidenziato una maggiore stabilità. Se lo scorso anno i prezzi di inizio campagna erano stati più elevati, per poi avere un calo verso la fine, l’annata 2012, a fronte di quotazioni inferiori in partenza, ha concluso in crescendo. I volumi si attestano a circa 6.000 quintali, in linea con la media degli precedenti, nonostante il freddo abbia colpito alcuni impianti compensati però dall’entrata in produzione di quelli giovani. Anche quest’anno la qualità è stata buona.

SETTORE CEREALICOLO

Nei giorni scorsi il Ministero delle Politiche Agricole ha diffuso i primi dati sulla produzione cerealicola 2012/2013 sulla base delle informazioni fornite dalla Commissione europea e dall’IGC – International Grains Council. A livello mondiale il raccolto di cereali dovrebbe attestarsi sui 1.767 milioni di tonnellate, contro i 1.850 della campagna precedente. È prevista una produzione mondiale di frumento di 657 milioni di tonnellate, in lieve calo (–0,08%) rispetto alle stime di fine agosto (662 milioni) ma addirittura a –6% rispetto al 2011, quando la produzione si era attestata a 696 milioni

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A N N ATA A G R A R I A di tonnellate. Occorre anche sottolineare che il 2011 era stato un anno record. Il calo mondale è legato sia ai problemi produttivi emersi nell’Unione Europea ma, soprattutto alle forti contrazioni verificatesi in Russia, Ucraina, Kazakistan, Argentina e Australia a causa della siccità e compensati soltanto in parte dagli aumenti produttivi di Usa e Canada. Nei 27 stati dell’Unione europea il raccolto di frumento dovrebbe attestarsi sui 131 milioni di tonnellate (lo scorso anno era stato di circa 136 milioni). A livello globale le quotazioni di frumento si sono mantenute costantemente elevate, proprio per le preoccupazioni concernenti i raccolti e le esportazioni provenienti da Russia, Ucraina e USA, principali fornitori mondiali. Sempre secondo le stime dell’IGC, anche per il mais si prevede una contrazione globale con una produzione di 833 milioni di tonnellate, a fronte di un 2011 in cui era arrivata a ben 875 milioni di tonnellate. Ancora più del frumento, il mais ha risentito del periodo siccitoso sia nell’Ue ma soprattutto negli Stati Uniti, dove sono previste, rispettivamente, 55 milioni di tonnellate (nel 2011 erano circa 60) e 275 milioni di tonnellate (nel 2011 erano 315). Il Brasile ha invece aumentato i quantitativi, passando da 60 a 73 milioni di tonnellate nel 2012. Aumentano invece la produzione mondiale di soia, arrivata a 256 milioni di tonnellate e 19 in più dello scorso anno. Si prospettava un aumento ancora più consistente rispetto all’annata precedente ma, la siccità in USA, primo esportatore mondiale, ha ridotto lievemente le stime. Sia per il mais che per la soia le quotazioni sono rimaste costantemente su livelli record. A livello nazionale si registra un incremento di superficie e contestualmente di produzione nel frumento duro e tenero. Si prevedono 4,2 milioni di tonnellate di frumento duro e 3,5 milioni di tonnellate di tenero, con un aumento medio del 12 e del 21% in termini di produzione. Dei 3,5 milioni di tonnellate, circa 2,5 milioni sono stati coltivati nel Nord del paese. Mentre sono in diminuzione l’orzo e il mais. Il mais, peraltro, presenta forti contrazioni nelle rese a causa siccità e con il problema aggiuntivo della gestione delle contaminazioni da aflatossine in talune aree, soprattutto nel Nord Italia e, fortunatamente, con l’esclusione del Piemonte. L’orzo dovrebbe avere una produzione di 926 mila tonnellate, di cui un terzo provenienti dal Nord Italia. Il calo produttivo si attesterebbe mediamente al 2,5% rispetto al 2011, ma la contrazione per le aree

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settentrionali arriverà a quasi il 18%. Il mais dovrebbe avere una produzione nazionale di 8,5 milioni di tonnellate, di cui quasi 8 milioni coltivati nel Nord Italia, ma con una contrazione complessiva del 13%. A livello piemontese la campagna di raccolta di frumento tenero e orzo, ad eccezione di alcune aree, è stata nel complesso ottima, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, e con ottimi riscontri anche dal mercato. La semina dello scorso autunno é avvenuta in tempo e su terreni asciutti; le successive piogge hanno favorito il germogliamento; l’inverno mite ha favorito lo sviluppo dell’apparato radicale, mentre la neve dei mesi © Fotolia seguenti ha protetto le colture dalle gelate di febbraio, garantendo in seguito l’apporto idrico alle piante. Con il caldo di marzo sono state scongiurate le problematiche fitosanitarie, così come le piogge di aprile ed le temperature elevate di maggio/giugno hanno favorito lo sviluppo delle cariossidi. Infine la trebbiatura nel mese di luglio é avvenuta con un clima asciutto senza problematiche di umidità. Mediamente si sono avute rese di frumento nell’ordine di 85 quintali/ettaro, con picchi di 90-100 quintali/ettaro nelle aree tradizionalmente specializzate e di 70 quintali/ettaro in quelle meno vocate. Gli accordi di filiera siglati dal CAP Nord Ovest, con il supporto tecnico di Coldiretti, con alcuni gruppi industriali sono stati ampiamente rispettati: - 50.000 quintali con la Barilla per la varietà Graindor; - 60.000 quintali con per la varietà Bologna commercializzata direttamente dal CAP Nord Ovest; - 70.000 quintali con per la varietà misto rosso per la Distilleria Sacchetto; - 10.000 quintali con il Molino Gabutti di Carrù per la varietà Graindor;; (continua a pagina 28)


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(continua da pagina 27)

- 8.000 quintali con il Molino Stenca di Cortemilia per grano di forza; - 2.000 quintali per la produzione di grano da seme Illico commercializzata direttamente dal CAP Nord Ovest. Tutti i disciplinari di produzione sono stati rispettati, grazie anche al supporto dell’assistenza tecnica Coldiretti. A partire da quest’anno i contratti sono stati estesi a un numero crescente di produttori della provincia di Torino, dando una dimensione sempre più regionale agli accordi di filiera. Le quotazioni del mercato si sono mantenute stabilmente sui 25 €/ quintale, con picchi anche di 27 €/quintale a seconda della varietà di frumento e del contratto. I produttori aderenti hanno, inoltre, potuto scegliere tra due modalità di definizione del prezzo: quello tradizionale delle Borse merci delle principali piazze nazionali, oppure attraverso le quotazioni del MATIF, il mercato a termine di Parigi, oggi sempre più il riferimento europeo per i cereali. Anche i contratti di filiera per l’orzo di qualità con particolari caratteristiche molitorie è stata anch’essa ottima. Circa 2.000 quintali di orzo sono stati conferiti © Fotolia al mangimificio del CAP Nord Ovest. I produttori, anche qui con la stipula di appositi contratti hanno avuto un prezzo nell’ordine di 22-23 €/quintale. Dallo scorso anno, sulla scia dell’esperienza dei contratti di filiera sul frumento, ha preso l’avvio anche una nuova progettualità sul grano saraceno che, essendo privo di glutine, è fortemente richiesto dal mercato, in particolare per i soggetti che soffrono di celiachia. La produzione regionale, giunta quest’anno a 2.500 quintali, è stata eccellente ma diversificata sia per areali e tra prima e seconda semina. L’andamento climatico è stato tra i principali fattori che hanno condizionato la produzione. Per quanto concerne la raccolta del mais in Piemonte, dopo gli ottimi risultati della passata stagione, l’attuale campagna può essere definita “variabile”. La produzione si differenzia, a parità di varietà di ibridi, da un’area all’altra. In alcune zone si sono riscontrate produzioni elevate, in altre sotto la media delle annate precedenti. Le cause sono imputabili a diversi fattori: in alcuni casi la partenza stentata della coltura, terreni non in tempera con umidità non adeguata,

SETTORE CORILICOLO

La campagna di raccolta 2012, avviata dalla fine di agosto, ha evidenziato un calo del 15-20% della produzione piemontese, con un raccolto che si attesta sulle 14.000 tonnellate (lo scorso anno era stato di circa 17.000 tonnellate). Tradizionalmente vocata è la provincia di Cuneo che ha raggiunto le 9.600 tonnellate, concentrate soprattutto nell’areale delle Langhe (7.200 tonnellate), anche se sono in crescita le superfici a noccioleto nelle province di Alessandria e Asti. Le cause del calo produttivo sono da imputarsi essenzialmente al freddo dei mesi invernali che hanno colpito gli impianti. Particolarmente sensibili alla contrazione produttiva sono stati gli impianti collocati nelle zone di pianura, così come quelli situati nelle aree collinari più elevate. Hanno invece mantenuto e, in alcuni casi, ottenuto addirittura una maggiore produzione i noccioleti situati nella fasce altimetriche intermedie. La qualità delle nocciole si è mantenuta mediamente buona, non raggiungendo tuttavia il livello qualitativo dello scorso anno, dove invece si erano ottenute ottime pezzature e rese alla sgusciatura vicino al 50%, nettamente superiori alla media storica. L’annata è stata positiva sotto il profilo sanitario: le elevate temperature che hanno caratterizzato il periodo estivo hanno consentito la raccolta in asciutta, con percentuali di umidità molto basse ed evitando il verificarsi di problematiche quali marciumi o presenza di muffe. Dal punto di vista economico il mercato non sta, al momento, dando ottimi riscontri come invece è accaduto lo scorso anno. Nelle ultime settimane le quotazioni si attestano su una media che oscilla dai 5,08 ai 5,17 €/punto resa, pari a 230-236 €/quintale per il prodotto tal quale, complice anche il ritorno a regime della produzione turca che,

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attacchi di elateridi, fallanze da marciumi e attacchi da nottue. A cui si aggiungono le grandinate e la siccità del periodo estivo. A livello di rese, nelle zone irrigue fertili, si è arrivato ad una produzione media di granella nell’ordine di 170-180 quintali per ettaro, base 30% di umidità. Per quanto riguarda, sempre nelle zone irrigue fertili, il trinciato di primo raccolto ha raggiunto una produzione media di 680-910 quintali ad ettaro, quello di secondo, invece, si attesta a 575-625 quintali/ ettaro. Nel complesso si tratta di rese mediamente inferiori agli anni passati. La qualità del mais é mediamente accettabile, migliore rispetto alle produzioni del resto del Nord Italia, dove invece si stanno verificando alcune problematiche per quanto riguarda i valori di aflatossine. Per ciò che concerne invece il fronte del mercato si stanno riscontrando quotazioni elevate, con la granella che è quotata tra i 23 e 25 €/quintale.


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da sola, raggiunge il 70% delle nocciole dell’offerta mondiale. Nella scorsa campagna di commercializzazione 2011/2012 i prezzi avevano raggiunto invece i 6,00 €/punto resa, pari a 290-300 €/ quintale per il prodotto in guscio, con ottimi risultati anche per la commercializzazione della Nocciola certificate Piemonte IGP, arrivate a toccare il traguardo di 3.900 tonnellate e con un numero sempre più ampio di produttori aderenti al sistema di certificazione. Le prospettive a livello mondiale, per la campagna in corso, non sembrano tuttavia evidenziare un verificarsi di una possibile inversione dell’attuale tendenza del mercato. Anzi, dall’annuale incontro bilaterale tra Unione Europea e Turchia, svoltosi il 21 settembre scorso a Bruxelles, é emersa sostanzialmente una ripresa della produzione mondiale, stimata in 911.800 tonnellate, per effetto soprattutto della Turchia, il cui raccolto si prospetta attorno alle 660.000 tonnellate, dopo la forte contrazione verificatasi del 2011 (430.000 tonnellate), anche se ben lontano dai livelli record raggiunti nel 2008 con 860.000 tonnellate e con una situazione degli stock di magazzino delle annate precedenti, fortemente ridotti rispetto allo scorso anno. Non solo il Piemonte ma l’intera produzione italiana evidenzia una notevole contrazione. Per l’Italia, secondo produttore mondiale, dopo le 128.000 tonnellate del 2011, dato che aveva rilanciato la produzione oltre la soglia delle 100.000 tonnellate, è attesa una contrazione del 30% circa (110.000 tonnellate), con una buona qualità complessiva. In calo sono previste anche le produzioni di USA e Spagna. In merito alla problematica delle aflatossine da più parti, Coldiretti in primis, sono stati espressi forti timori per la crescita della produzione turca che non consentirebbe, come invece avvenuto nel 2011, uno stoccaggio adeguato della grande quantità di nocciole attesa. Nel 2010 l’Unione europea ha ridotto dal 10 al 5% la percentuale dei controlli

sul prodotto in ingresso © Fotolia di provenienza turca, sulla scorta di un miglioramento della situazione sanitaria del loro prodotto determinata, peraltro, anche dall’innalzamento dei limiti ammissibili avvenuto con il Regolamento UE n. 165/2010 e testimoniato dalla riduzione delle notifiche del sistema di allarme rapito UE (RASFF). A livello territoriale è proseguita l’attività di Corilanga, cooperativa nata all’interno di Coldiretti con l’intento di realizzare progetto di filiera per la valorizzazione della Nocciola Piemonte IGP. Confermati anche per il 2012 i due contratti di filiera per la fornitura di Nocciola Piemonte I.G.P. all’azienda Sebaste di Gallo d’Alba e alla Pernigotti di Novi Ligure, la cooperativa si sta strutturando per realizzare un impianto di trasformazione in modo tale da poter immettere sul mercato le nocciole già sgusciate e prodotti semilavorati, tutti rigorosamente di Nocciola Piemonte IGP. Anche nell’Alessandrino è proseguito il rapporto di collaborazione con Novi, stipulato nel 2010, e che proseguirà negli anni a venire grazie ad un crescente interesse dell’azienda dolciaria. Di seguito il grafico riferito alle quotazioni delle nocciole. (continua a pagina 30)

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COLTURE INDUSTRIALI (pomodoro da industria e patate) Per il pomodoro da industria, a fine marzo, é stato raggiunto l’accordo tra le organizzazioni dei produttori del Nord Italia e le industrie di trasformazione. Quest’anno la trattativa si è svolta su due tavoli distinti con gli industriali, rispettivamente con Aiipa e Confapi. Scelta voluta dalla stessa Aiipa a seguito della spaccatura creatasi all’interno della parte industriale. Ad inizio marzo si è addivenuti ad un primo accordo tra le industrie aderenti a Confapi e alcune O.P. (Organizzazioni dei Produttori), stabilendo un prezzo di 85 euro a tonnellata, a cui si è aggiunta la modifica dei parametri qualitativi, che concorrono alla formazione del prezzo, in modo peggiorativo per i produttori. Lo stesso accordo aveva fissato un prolungamento dei tempi di pagamento, al 15 novembre, 15 dicembre e 30 gennaio

2013, in contrapposizione con quanto previsto dalle nuove norme nazionali (articolo 62 decreto liberalizzazioni). L’accordo tra Confapi e alcune O.P. (Organizzazioni dei Produttori) del distretto Nord Italia riguardava solamente il 25% della produzione, mentre il nodo cruciale rimaneva l’interruzione delle trattative tra la delegazione delle OP e l’Aiipa. Negoziazione che interessava una quantità di pomodoro pari al 75% della materia prima trasformata dalle industrie private del Nord e che, in un primo momento, era in una fase di stallo con le parti collocate su posizioni molto distanti. L’interruzione della trattativa preoccupava gli agricoltori che, di fronte alle numerose incertezze, erano più propensi spingeva ad una riduzione delle superfici messe a coltura. Verso la fine di marzo anche con Aiipa si è raggiunta un’intesa, stabilendo un prezzo indicativo di 84 euro a tonnellata. Questo accordo, oltre ad una diminuzione del prezzo e una diversa modalità di valutazione del prodotto, più esigente rispetto alla campagna scorsa, ha previsto anch’esso tempi di pagamento ulteriormente dilazionati e aumenti delle penali. L’accordo con Aiipa ha peggiorato ulteriormente la scaletta qualitativa, già molto negativa del contratto tra alcune O.P. e Confapi. Nel corso della campagna 2011 il prezzo indicativo di riferimento era stato fissato a 88,00 €/tonnellata, con un incremento di 18 €/tonnellata rispetto al 2010, in virtù del cambiamento dell’aiuto comunitario. La campagna 2011 era stata infatti la prima, rispetto alle precedenti tre, con un sistema di aiuto comunitario totalmente disaccoppiato, con un’erogazione del premio a superficie (sulla base della media del triennio precedente 2004-2006) ed eliminando la componente relativa pagamento accoppiato legata al quantitativo conferito. La delicata situazione contrattuale, sommata alle problematiche


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dovute alla lunga siccità che ha caratterizzato il periodo estivo, hanno trovato conferma nei dati a consuntivo. Gli ultimi dati relativi alla campagna del pomodoro hanno confermato una produzione nazionale che si verrebbe ad attestare complessivamente attorno ai 4,4 milioni di tonnellate, con una contrazione dell’12% rispetto al 2011. Un risultato tuttavia insperato rispetto a quanto ci si attendeva dopo la siccità di questa estate, quando il calo produttivo veniva stimato addirittura del 25%. A livello europeo è segnalata la sostanziale tenuta della Spagna a 1,9 milioni di tonnellate (–2%) e la crescita del Portogallo con 1,1 milioni di tonnellate (+11%). La California, primo produttore mondiale, cresce del 4%, con un raccolto inviato alla trasformazione pari a 11,5 milioni di tonnellate. L’evento che potrebbe cambiare la situazione sui mercati internazionali è il crollo della produzione cinese, passata dai 6,7 milioni di tonnellate del 2011 a 3,2 milioni di tonnellate della presente annata (–52%). Complessivamente la produzione mondiale passerebbe da 37,6 milioni di tonnellate del 2011 a 33,4 milioni di tonnellate, con una riduzione di 4,2 milioni di tonnellate (–11%). Il Distretto del pomodoro del Nord Italia ha diffuso nei giorni i propri dati sulla campagna 2012: la superficie coltivata dalle OP associate all’organizzazione interprofessionale é stata di 33.464 ettari. Nell’ambito del distretto la regione Emilia Romagna si é confermata leader con 22.144 ettari coltivati, seguita dalla Lombardia, con 6.507 ettari, dal Veneto con 2.258 ettari e dal Piemonte, con 1.562 ettari. Il quantitativo finale di materia prima prodotta dalle OP del distretto é stata pari a 2.370.917 tonnellate. Rispetto alle quantità di pomodoro contrattate dalle OP, le quantità prodotte sono risultate inferiori del 5%, mentre rispetto al quantitativo prodotto lo scorso anno si é registrato un calo del 7,5%. La resa media si é attestata a 70,85 t/ha, in linea con la resa del 2011 (71,24 t/ha).

Analizzando più nel dettaglio la realtà piemontese, nell’Alessandrino che è la principale area di coltivazione, la produzione dovrebbe aver mantenuto sostanzialmente le rese degli anni passati, indicativamente sui 70 tonnellate/ettaro, negli areali dove si è avuta la possibilità di irrigare per far fronte alle elevate temperature estive e dove il raccolto non è stato danneggiato dalla grandine. Grandinate che, in alcuni casi, hanno causato un danno del 100%. Anche se generalmente si rileva un calo delle superfici mese a coltura, in linea con il trend nazionale, in alcune aree si riscontra invece una tendenza ad aumentare, soprattutto come alternativa al mais e per effettuare la rotazione colturale. Anche nel Cuneese la produzione ha presentato un calo dovuto soprattutto a causa delle grandinate, le quali hanno investito circa il 50% della superfici con danni che oscillano dal 20 al 70% a seconda delle aree interessate. La disponibilità di acqua ha consentito di evitare il rischio danni da siccità. Pertanto, dove gli appezzamenti non sono stato colpiti da grandine, hanno mantenuto mediamente le rese degli anni precedenti, variando da 60 a 80 tonnellate/ettaro. Nel Cuneese la superficie investita è risultata di circa 100 ha ed in netta contrazione rispetto al 2011 (–23%). Il forte calo è dovuto, oltre ad un prezzo di riferimento inferiore rispetto agli anni precedenti, ad aspetti di natura logistica, mancando un centro di lavorazione territoriale e con le industrie di trasformazione concentrate soprattutto nelle altre regioni del Centro-Nord Italia. Per quanto concerne il settore pataticolo, a fine ottobre è stato firmato l’accordo interprofessionale per le patate destinate all’industria per la campagna 2012, con validità anche retroattiva. L’accordo, sottoscritto alla presenza del Ministro delle politiche agricole da tutte le organizzazioni professionali agricole e le centrali

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cooperative insieme a Aiipa e Anicav, ha stabilito preventivamente i prezzi sulla base anche dei costi di produzione. Il prezzo indicativo varia dai 107 ai 150 euro a tonnellata, a seconda delle fasce di qualità del prodotto e a seconda delle opzioni di pagamento. Il quantitativo/ obiettivo minimo è pari a 170.000 tonnellate, circa il 10% della produzione nazionale. Questo accordo interprofessionale si distingue dai precedenti per l’inclusione della recente disciplina introdotta dall’art. 62 del “Decreto liberalizzazioni”, per quanto riguarda i termini di pagamento e la forma scritta dei contratti di cessione. Si tratta del 24° accordo concluso con regolarità dal 1989. Dal 2012 é venuto a mancare il sostegno finanziario nazionale, che ha sempre accompagnato l’accordo, a seguito dell’Health check della PAC che impedisce formule di aiuto nazionali per finanziare le misure di gestione del mercato dopo il 2011. L’aiuto nazionale di alcuni milioni di euro non era destinato direttamente ai produttori ma completamente investiti per lo stoccaggio privato per regolamentare l’offerta, ricerca di nuove varietà, servizi di assistenza tecnica e logistica. Relativamente a quest’aspetto, il Ministero delle Politiche Agricole si è impegnato a sostenere, in ambito comunitario, gli adeguamenti necessari affinché il settore possa beneficiare della PAC (la patata non riceve alcun aiuto accoppiato come per esempio tabacco, riso e pomodoro, nocciole e, solo dal 2012, anche gli ettari coltivati possono essere considerati superficie eleggibile per il premio disaccoppiato). Analizzando più nel dettaglio il mercato, rispetto ad un anno fa gli scenari sono mutati considerevolmente. In Europa i principali paesi produttori, Francia e Germania in particolare, hanno registrato una considerevole contrazione dei volumi rispetto allo scorso anno, il che dovrebbe comportare un relativo equilibrio tra domanda e

offerta e quotazioni di mercato interessanti per il prosieguo della stagione commerciale. Gli ultimi dati sulla produzione di patata da conservazione nel 2012 confermano il calo dei raccolti, legato principalmente all’andamento climatico e alla riduzione delle superfici coltivate. Secondo NEPG, l’organizzazione che raggruppa i principali paesi produttori del Nord Europa, in Francia, Germania, Gran Bretagna, Belgio ed Olanda, la produzione di questi paesi dovrebbe raggiungere complessivamente i 23 milioni di tonnellate, con un calo del 14,5% rispetto al 2011. La sola Germania dovrebbe registrare un ammanco di circa 140.000 tonnellate pari quasi all’intera produzione italiana. I paesi del NEPG rappresentano da soli il 60% delle produzioni di patata dell’Unione Europea e sono i principali esportatori all’inter-no del mercato comune, con una quota pari al 90% del volume degli scambi. Il calo della produzione di patata registrato in Europa, unitamente alle incertezze sul livello qualita-tivo del raccolto nord europeo, ha determinato il rialzo delle quotazioni del prodotto in tutti i mercati e la tendenza sembra destinata a proseguire anche nei prossimi mesi. Anche a livello nazionale si evidenzia un calo del raccolto di quest’anno rispetto alla precedente stagione, ma con una qualità del prodotto generalmente buona. Lo scenario produttivo generale ha prodotto effetti positivi sul mercato italiano, con quotazioni posizionate su valori superiori rispetto a quelli della passata stagione, con un prezzo medio superiore di circa il 25-30% rispetto allo stesso periodo del 2011. Le attuali quotazioni del mercato non hanno impedito il regolare andamento delle vendite sia all’interno dei canali della GDO che nei principali mercati all’ingrosso. Per quanto riguarda le piccole realtà produttive locali, coordinate dai vari consorzi di tutela, si riscontra una buona produzione, buona qualità e prezzi e con prezzi superiori allo scorso anno. m

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N° 17 – 16-30 novembre 2012

Riunioni zonali dei Pensionati Coldiretti

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a Federpensionati Coldiretti ha indetto una serie di riunioni zonali con i pensionati per fare il punto sulla situazione economica del Paese, sulle ultime novità relativamente alla previdenza ed all’assistenza in vista anche della legge di stabilità nonché dello spending review ovvero sui tagli che saranno apportati nel settore pubblico. All’incontro, saranno presenti il Presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti di Cuneo Lorenzo Bergese e Marcello Cavallo Responsabile della Segreteria. Relazionerà Lauro Pelazza Vicedirettore Coldiretti Cuneo in merito agli argomenti sopra indicati. Le riunioni si svolgeranno: Alba presso Coldiretti Corso Matteotti, 7 – mercoledì 12 dicembre alle ore 09.00; Ceva presso Coldiretti Piazza Cappuccini – lunedì 17 dicembre alle ore 09.00; Saluzzo presso Coldiretti Via Circonvallazione, 25h – mercoledì 19 dicembre alle ore 09.00. Coldiretti invita i Soci pensionati a partecipare alle riunioni sopra riportate. m

Mercatini a Lagnasco

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omenica 16 dicembre nel cortile del Castello di Lagnasco mercatino di Natale organizzato dalla Pro Loco. Dalle 9.30 alle 18 un viaggio natalizio nella stupenda cornice del Castello tra numerose bancherelle di oggetti a tema e prodotti tipici. Nelle cantine del Castello il presepe meccanico progettato e realizzato da un giovane lagnaschese. Per i bimbi il magico mondo di Babbo Natale con un divertente laboratorio dal quale spedire la letterina e farsi fotografare con Babbo Natale. m

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N° 17 – 16-30 novembre 2012

Coldiretti alla Fiera Fredda

Presentazione di “Buono 2 Volte” a Scrittorincittà

Dal 4 al 9 dicembre a Borgo San Dalmazzo

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oldiretti Cuneo parteciperà quest’anno, con le aziende Campagna Amica, alla Fiera Fredda, l’appuntamento che celebra la Helix Pomatia Alpina, simbolo della città di Borgo San Dalmazzo. La fiera vedrà presenti per la prima volta 5 aziende del circuito Campagna Amica e che si svolgerà dal 4 al 9 dicembre. I visitatori potranno acquistare i prodotti d’eccellenza del territorio nel Mercato di Campagna Amica che sarà allestito all’interno dei locali della ex Bertello, sede della manifestazione, il martedì dalle ore 18 alle 22, il mercoledì dalle 10 alle 22, il giovedì e il venerdì dalle 18 alle 22, il sabato e la domenica, dalle ore 10 alle 22. “Coldiretti Cuneo – dicono Marcello Gatto presidente e Bruno Rivarossa direttore di Coldiretti Cuneo – partecipa alla Fiera Fredda, andando a completare la rappresentanza delle varie attività economiche della Provincia, con l’intento particolare di dare il proprio contributo alla manifestazione, con uno spazio dedicato alla promozione e alla valorizzazione dei prodotti agricoli cuneesi in un evento che, con la sua storia centenaria dà lustro al territorio, e porta in una vetrina che attrae migliaia di visitatori, le preziose produzioni agricole che fanno della nostra provincia una realtà apprezzata in Italia e all’estero”. m

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i è svolta a Cuneo, dal 15 al 18 novembre, la 14ª edizione di Scrittorincittà, festival della letteratura di respiro nazionale, che quest’anno, come tema, proponeva “Senza Fiato” inteso sia come stupore e meraviglia che toglie il respiro, sia come esperienza negativa e sensazione di respiro mozzato, di mancanza d’aria, di orizzonte chiuso. Durante la premiazione del romanzo vincitore, Coldiretti Cuneo ha presentato, con un aperitivo sociale, il progetto “Buono 2 Volte” dedicato all’inserimento lavorativo di persone diversamente abili in azienda agricola, impegnandole nella produzione di prodotti di qualità, garantiti e certificati dalla rete Coldiretti, aperitivo caratterizzato, dunque, dal KMØ e dalla qualità, dando risalto alla ricaduta sociale che le aziende stesse hanno sul territorio. Scrittorincittà è un’occasione importante per la città di Cuneo, un grande richiamo per unire letteratura, agricoltura, economia, cultura e tradizioni e anche Coldiretti ha fatto la sua parte con l’aperitivo sociale. m

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N° 17 – 16-30 novembre 2012

Il 13 dicembre a Carrù

Fiera Nazionale del Bue Grasso

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al 1910 ad oggi, di strada ne ha fatta tanta ed è diventata un appuntamento assolutamente imperdibile, non soltanto per gli addetti al settore ma perché è riconosciuta come un evento speciale in Italia e all’estero. Giovedì 13 dicembre 2012, a Carrù si svolge la 102a edizione della Fiera Nazionale del Bue Grasso, mostra mercato di bovini da macello di razza piemontese. La Fiera, che si tiene fin dall’anno 1910, è sorta per valorizzare il patrimonio zootecnico locale e costituisce un tradizionale avvenimento commerciale e folkloristico. I centoquattro premi saranno suddivisi in sedici categorie: buoi della coscia, migliorati e nostrani, manzi della coscia, migliorati e nostrani, vitelli castrati della coscia, migliorati e nostrani, vitelle della coscia, manze, vacche, torelli della coscia, tori a due denti, da quattro a sei denti ed oltre i sei denti. La premiazione inizierà alle ore 11 presso il foro boario in Piazza

102A FIERA NAZIONALE DEL BUE GRASSO CARRU’ 13 DICEMBRE 2012

Mercato, con l’attribuzione agli allevatori delle ambite gualdrappe e fasce. Seguirà la passerella espositiva dei buoi e manzi. Contestualmente alla mostra zootecnica, si terrà il mercato settimanale arricchito dall’esposizione di macchine ed attrezzature agricole. Per tutto il giorno della fiera, presso il padiglione riscaldato in Piazza Divisione Alpina Cuneense, si terrà la consueta festa del bollito no stop, con servizio a cura della Pro Loco di Carrù. m

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N° 17 – 16-30 novembre 2012

Iscrizione dei Capi bovini alla Fiera del Bue Grasso

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er poter partecipare alla fiera, i capi bovini dovranno essere iscritti, entro il giorno 7 dicembre, esclusivamente mediante trasmissione del documento di identificazione individuale (passaporto) via fax al n. 0173757730, riportando la categoria di appartenenza (buoi della coscia – buoi migliorati – buoi nostrani – manzi della coscia – manzi migliorati – manzi nostrani – vitelli castrati

della coscia – vitelli castrati migliorati – vitelli castrati nostrani – vitelle della coscia – manze – vacche – torelli della coscia – tori a due denti – tori da quattro a sei denti – tori oltre i sei denti). Tali capi dovranno poi essere presentati il giorno della fiera, entro le ore 8:30, alla Commissione Selezione Capi, presso il Foro Boario in Piazza Mercato. m

7a Asta del Bue Grasso di Carrù

S

aranno Rombo, Pongo, Pierrot, Paride, Quarzo e Fido i sei protagonisti della 7a edizione dell’Asta Mondiale on line del Bue Grasso di Carrù che si svolgerà sabato 8 dicembre con inizio dalle ore 10.30 presso l’ala Borsarelli. I sei capi bovini di razza piemontese, sapientemente scelti e selezionati dall’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Razza Piemontese, sono 5 buoi ed 1 manzo, rigorosamente allevati in “terra di Granda” e nel rispetto delle prescrizioni del disciplinare. L’asta on line è iniziata lunedì 19 novembre, per terminare

sabato 8 dicembre quando, tra le ore 10.30 e le ore 12.00 si potrà assistere all’aggiudicazione in diretta dei capi in gara attraverso il lancio di offerte, rese sia in forma telematica che in forma tradizionale, rivolte al banditore ufficiale dell’asta che anche quest’anno sarà Bartolomeo Bovetti, direttore A.P.A. di Cuneo. Per ciascun capo bovino in asta verrà allestita una scheda di presentazione consultabile sul sito www.astabuecarru.it e, in aggiunta, sarà possibile ammirarli nei rispettivi habitat di allevamento grazie a un filmato

che verrà proposto ai presenti presso l’ala il giorno dell’asta. Al fine di conferire una maggiore visibilità agli acquirenti, invece, si è concordato di offrire a questi la possibilità di comparire sul sito www.astabuecarru.it mediante la presentazione di un’apposita scheda di promozione recante l’indicazione di links di collegamento ad eventuali altri siti web. Tutti coloro che vorranno acquistare capi bovini all’asta dovranno inviare, nei giorni di apertura dell’asta on line, all’indirizzo mail progetti@

esprimo.com le schede di presentazione dell’attività svolta con i relativi link di collegamento. In tal modo si permetterà l’allestimento web di un autentico punto d’incontro fra domanda ed offerta a garanzia della serietà dell’evento. Al termine dell’asta saranno assegnate agli aggiudicatari le famose gualdrappe dipinte a mano e, da quest’anno, anche la gualdrappa in versione digitale che, visibile sul sito www. astabuecarru.it, sarà da conferma dell’acquisto del prestigioso bue di razza piemontese. m


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N° 17 – 16-30 novembre 2012

Manifestazioni NELL’AMBITO DELLA FIERA DEL BUE GRASSO DI Carrù DOMENICA 2 ore 13:00 Pranzo gran bollito di Carrù (€ 32,00, prenotazione obbligatoria info@prolococarru.it, fax 0173750220, cell. 3385866132), presso il Palafiera SABATO 8

ore 10:30: 7a asta mondiale del bue di Carrù (www.astabuecarru.it), presso il Foro Boario ore 13:00: Pranzo gran bollito di Carrù (€ 32,00, prenotazione obbligatoria info@prolococarru.it, fax 0173750220, cell. 3385866132), presso il Palafiera

DOMENICA 9 ore 13:00: Pranzo gran bollito di Carrù (€ 32,00, prenotazione obbligatoria info@prolococarru.it, fax 0173750220, cell. 3385866132), presso il Palafiera ore 17:00: inaugurazione della 11a edizione del Presepe d’Autore, presso la Chiesa dei Battuti Bianchi, a cura dell’Associazione Culturale Amici di Carrù MARTEDÌ 11

ore 20:30: Bourguignonne con filetto e salsiccia di bue (€ 25,00, prenotazione obbligatoria info@prolococarru.it, fax 0173750220, cell. 3385866132), presso il Palafiera

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102a FIERA NAZIONALE DEL BUE GRASSO • bancarelle per tutto il paese, esposizione di macchine ed attrezzature agricole • dalle ore 9 fino a tarda serata, presso il Palafiera, distribuzione bollito “no stop” (€ 15,00, www.prolococarru.it) • ore 11:00, presso il Foro Boario, premiazione e passerella espositiva dei buoi e manzi (www.comune.carru.cn.it)

SABATO 15

ore 20:30: Cena con i quattro prodotti di eccellenza del cuneese: bue di Carrù, cappone di Morozzo, lumaca di Borgo San Dalmazzo, porro di Cervere (€ 27,00, prenotazione obbligatoria info@prolococarru.it, fax 0173750220, cell. 3385866132), presso il Palafiera

DOMENICA 16 • fiera dei frubi, mercato delle festività natalizie con antiquariato, artigianato, collezionismo, prodotti tipici locali, info 3483167773 • ore 13:00, pranzo gran bollito di Carrù (€ 32,00, prenotazione obbligatoria info@prolococarru.it, fax 0173750220, cell. 3385866132), presso il Palafiera • ore 21:00, l’Associazione Alfombras presenta “Magia notturna, storie e personaggi fantastici dal bosco del Rivo”, presso il teatro F.lli Vacchetti, ingresso libero SABATO 22

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N° 17 – 16-30 novembre 2012

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Un convegno organizzato a Carrù dal Consorzio Coalvi

“Come comunicare al cliente l’origine e le qualità della carne di Razza Piemontese”

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l Castello sede della Banca Alpi Marittime, in vista della prossima 102a edizione dell Fiera del Bue grasso”, in programma giovedì 13 dicembre a Carrù, ha ospitato il Convegno “Carne di Qualità e Ristorazione – Come comunicare al cliente l’origine e le qualità della carne di Razza Piemontese”, organizzato dal Consorzio Coalvi. In apertura lavori è stato il presidente della Banca, Gianni Cappa ad illustrare la collaborazione esistente col Consorzio e l’attività svolta dall’Istituto bancario, a favore

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quale passione gli allevatori si dedicano alla Razza Piemontese, dicendolo anche nei migliori ristoranti d’Italia, ma partendo da Carrù e dal Piemonte, dove se si riesce nella magia di essere tutti uniti si potrà fare scuola, diventando un modello da imitare”. Sono seguiti gli interventi dei relatori: Andrea Quaglino, direttore dell’Associazione

nazionale bovini di razza piemontese (Anaborapi), ha illustrato come la “Casa della Piemontese” il primo museo in Italia dedicato alla Razza Piemontese possa essere un nuovo strumento per la valorizzare della Piemontese e il territorio. Hanno preso la parola Luca Chiesa e Sara Panseri del Dipartimento di Scienze Veterinarie e Sanità

Pubblica dell’Università di Milano e Alberto Brugiapaglia del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino, Graziano Scaglia, titolare dell’Agrihamburgheria M**Bun di Torino e Ivo Lingua, tecnico del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese. Giorgio Marega, direttore del Coalvi, ha tratto le conclusioni della giornata di incontro. m

Rassegna ovicaprina a Villanova Mondovì

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redicesima edizione della rassegna ovicaprina, domenica 25 novembre, a Villanova Mondovì. La manifestazione coincide con la Fiera di Santa Caterina e mantiene viva la tradizione della pecora Frabosana e Roaschina, allevata all’antica con alpeggio estivo e stabulazione invernale. La fiera

ospita la 3a edizione della Mostra provinciale caprina, promossa dall’Apa di Cuneo. Sono esposti i migliori capi delle razze Camosciata delle Alpi e Saanen (iscritti al Libro Geneaologico che fa capo all’Assonapa) e soggetti di razza Roccaverano e esemplari della Vallesana, iscritti al Registro anagrafico controllato dall’Apa.

La valutazione morfologica è affidata a un esperto di razza ufficiale che decreta i vincitori della rassegna, suddivisi per i maschi nelle categorie becchi dai 12 ai 24 mesi di età e oltre i 24 mesi, mentre nella sezione femmine le regine vengono scelte tra le capre da 6 a 12 mesi, primipare e pluripare. m

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N OT I Z I E E PAC A

N° 17 – 16-30 novembre 2012

Assegno sociale ed altre prestazioni assistenziali – innalzamento requisiti anagrafici

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e prestazioni assistenziali, a seguito delle innovazioni normative introdotte dalle leggi n.122/2010 e n. 214/2011 (riforma Monti), dal 1° gennaio 2013 subiranno alcune modificazioni che descriviamo. Incremento della speranza di vita Dal 1° gennaio 2013 verrà adeguato all’incremento della speranza di vita il requisito anagrafico minimo previsto per accedere alle seguenti prestazioni assistenziali: Assegno sociale, Assegno sociale sostitutivo della pensione d’inabilità civile, Assegno sociale sostitutivo dell’assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali, Assegno sociale sostitutivo della pensione, non reversibile, ai sordi. Tali prestazioni potranno pertanto essere concesse al compimento di 65 anni e 3 mesi. Analogamente, in conseguenza di tale innalzamento del requisito anagrafico per l’assegno sociale, con decorrenza dal 1.1.2013, le seguenti prestazioni assistenziali – Pensione d’inabilità civile, Assegno mensile di assistenza agli invalidi parziali, Pensione, non reversibile, ai sordi – saranno concesse, a seguito del riconoscimento sanitario e sussistendo le altre condizioni socio-economiche previste, a soggetti di età non inferiore ai 18 anni e fino al compimento

del sessantacinquesimo anno e tre mesi. L’INPS ha precisato che i cittadini che hanno presentato domanda di assegno sociale e compiono il 65esimo anno entro il 31 dicembre 2012, sussistendo gli altri requisiti socio-economici necessari, conseguiranno il diritto alla prestazione secondo la normativa previgente (quindi, senza l’aggiunta dei mesi relativi all’aspettativa di vita). Analogamente gli invalidi civili titolari di inabilità, assegno mensile e pensione non reversibile ai sordi, che compiono il 65esimo anno entro il 31.12.2012, conseguiranno il diritto all’assegno sociale sostitutivo

secondo la normativa previgente. Incremento del requisito anagrafico Con decorrenza dal 1° gennaio 2018, è incrementato di 1 anno, a cui si deve aggiungere anche l’incremento della speranza di vita, il requisito anagrafico per il conseguimento di: assegno sociale, assegno sociale sostitutivo dell’assegno mensile di assistenza a favore dei sordomuti, assegno sociale sostitutivo della pensione di inabilità civile, assegno sociale sostitutivo dell’assegno mensile a favore dei mutilati ed invalidi civili.

Analogamente, in conseguenza di tale innalzamento del requisito anagrafico per l’assegno sociale, con decorrenza dal 1.1.2018, il requisito anagrafico per l’acquisizione del diritto alla pensione di inabilità civile, all’assegno mensile agli invalidi parziali e alla pensione non reversibile ai sordi, è fissato dal diciottesimo anno fino al compimento del sessantaseiesimo anno, a cui va aggiunto il periodo di incremento della speranza di vita. Nelle tabelle sottostanti riepiloghiamo gli incrementi dei requisiti anagrafici che subiranno le prestazioni assistenziali:

REQUISITO ANAGRAFICO PER L’ASSEGNO SOCIALE – ASSEGNO SOCIALE SOSTITUTIVO D’INABILITÀ CIVILE, DELL’ASSEGNO MENSILE DI ASSISTENZA E DELLA PENSIONE NON REVERSIBILE AI SORDI: dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 65 anni e 3 mesi dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 65 anni e 3 mesi** dal 1° gennaio 2018 66 anni e 3 mesi** REQUISITI ANAGRAFICI PER L’INABILITÀ CIVILE, L’ASSEGNO MENSILE AGLI INVALIDI PARZIALI E LA PENSIONE NON REVERSIBILE AI SORDI dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 Dal 18° anno fino al compimento del 65° anno e 3 mesi dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 Dal 18° anno fino al compimento del 65° anno e 3 mesi** dal 1° gennaio 2018 Dal 18° anno fino al compimento del 66° anno e 3 mesi** ** I mesi relativi all’aspettativa di vita, INCREMENTATI PROBABILMENTE DI ULTERIORI 4 MESI, DOVREBBERO DIVENIRE PARI A 7 MESI. Gli uffici Coldiretti/EPACA sono a disposizione per le informazioni in merito. m

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li allevatori che superano, per effetto del numero di capi, la potenzialità del terreno condotto in base ai parametri stabiliti dalla legge, sono tenuti a presentare, unitamente alla denuncia dei redditi, il modello RD (già A1). Dalla compilazione di questo specifico quadro emerge il reddito di allevamento. In relazione a tale reddito, va attentamente modificata la collocazione in una delle fasce previste dall’INPS per il versamento dei contributi previdenziali. La comunicazione circa l’eventuale variazione di fascia va presentata all’INPS entro giovedì 27 dicembre. Pertanto le aziende interessate dovranno presentarsi, quanto prima, presso gli Uffici Coldiretti con la copia della denuncia dei redditi (se non presentata tramite Impresa Verde-Coldiretti) per inoltrare le opportune istanze all’INPS. m


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N° 17 – 16-30 novembre 2012

30 NOVEMBRE

15 DICEMBRE

IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta, il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. ACCONTO IMPOSTA IRPEF 2012 Scade il termine per versare l’acconto dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF), il versamento dell’acconto è stabilito nella misura del 96% e si calcola sull’imposta relativa all’anno 2011 dedotte le detrazioni, i crediti d’imposta e le ritenute. Dall’importo suddetto deve essere dedotto l’eventuale primo acconto. ACCONTO IRAP 2012 – PERSONE FISICHE E SOCIETÀ DI PERSONE I contribuenti che esercitano attività dirette alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi debbono entro tale termine effettuare il versamento dell’acconto IRAP stabilito nella misura del 99%. Dall’importo suddetto deve essere dedotto l’eventuale primo acconto. Non sono tenuti al versamento i produttori agricoli esonerati dalla tenuta della contabilità Iva. ACCONTO IRES – IRAP Le società di capitali e gli enti non commerciali devono versare l’acconto d’imposta IRES ed IRAP 2012 nella misura del 100%. Dai versamenti effettuati va dedotto l’eventuale primo acconto. ACCONTO CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI Scadono i termini per il versamento dell’acconto della cedolare secca per l’anno 2012. relativamente ai soggetti che hanno optato per tale sistema di tassazione. L’acconto è dovuto nella misura del 92% e dall’importo va detratto l’eventuale primo acconto. ELENCHI CLIENTI E FORNITORI – BLACK LIST – SOGGETTI MENSILI Entro tale termine deve essere effettuato l’invio telematico della comunicazione relativa ai contribuenti che nel mese di ottobre abbiano effettuato operazioni attive e passive (beni e servizi) con soggetti economici con sede o domicilio in Paesi black list.

IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art.21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni effettuate nel mese di novembre, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè novembre.

17 DICEMBRE (essendo il 16 dicembre festivo) VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti, delle ritenute effettuate nel mese di novembre sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI NOVEMBRE Annotazione di liquidazione per il mese di novembre e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2011 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000,00 euro, se prestazione di servizio o di euro 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66, legge 427/93. VERSAMENTO I.M.U. SALDO 2012 Entro tale termine deve essere effettuato il versamento relativo al saldo dell’imposta (I.M.U.) complessivamente dovuta per l’intero anno 2012 con eventuale conguaglio della prima rata.. IVA COMUNICAZIONE DEI DATI CONTENUTI NELLE DICHIARAZIONI D’INTENTO Entro tale data deve essere trasmessa telematicamente la comunicazione dei dati riportati nella dichiarazioni d’intento, ricevuta, dai contribuenti mensili IVA, in cui confluiscono le operazioni realizzate senza IVA nel mese di novembre 2012. Sono obbligati a tale adempimento le ditte IVA che emettono fatture nei confronti degli esportatori abituali ai sensi dell’art.8, lettera C) del D.P.R. 633/72. CONTRIBUTI INPS DATORI DI LAVORO AGRICOLI I datori di lavoro che hanno assunto alle proprie dipendenze operai agricoli a tempo determinato e/o indeterminato nel 2 trimestre 2012 devono effettuare entro tale data il versamento della relativa rata dei contributi. VERSAMENTO IMPOSTA SOSTITUTIVA TFR I datori di lavoro agricoli che hanno alle proprie dipendenze operai a tempo indeterminato devono effettuare, entro tale termine, il versamento dell’acconto dell’imposta sostitutiva sul TFR pari al 90% delle rivalutazioni TFR maturate al 31/12/2011, il codice tributo è il 1712. m

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