P.I. s.p.a. / Sped. in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) - Art. 1, comma 1, DCB/CN - Edizioni Agami S.r.l. – via Flli. Ceirano, 13 – 12100 Cuneo - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.
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n. 4 - ANNO 69 - 1 - 15 marzo 2015
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Supplemento a “Il Gettone” N. 291 di martedì 23/12/2014. Spedizione in A.P. - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1, Comma 1, DCB/CN - Aut. 629/DC/DCI/CN del 31/10/00 - Reg. Trib. CN n. 425 del 09/06/1989 Direttore Responsabile: Alberto Casella – Edizioni Agami S.r.l. – via Flli. Ceirano, 13 – 12100 Cuneo. In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.
n. 4 - ANNO 69 - 1 - 15 marzo 2015
Foto da archivio Il Coltivatore Cuneese Editore: Edizioni Agami s.r.l. via Flli. Ceirano, 13 - 12100 Cuneo Reg. Trib. CN 4985/9206/10200 info@agami.it Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino Direttore Amministrativo Enzo Pagliano Coordinamento di redazione Chiara Serra Grafica e impaginazione Mara Chiardola Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Alberto Burzio, Laura Calcagno, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Pasqualino Cusano, Simona Daniele, Cesare Gallesio, Rosangela, Giordana Rosanna Giraudo, Giacomo Golinelli, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Franco Parola, Luisa Peano, Nadia Olivero, Walter Orsi Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Davide Roà. Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it Stampa: Arti Grafiche Cuneo S.r.l. – agam.it Concessionaria esclusiva della pubblicità TEC arti grafiche Via dei Fontanili 12 - 12045 Fossano (CN) Tel. 0172.695770 • Fax 0172.695898 E-mail: adv@tec-artigrafiche.it “Il Coltivatore Cuneese” Registrazione del tribunale di Cuneo n.100 del 7/12/1955 - Reg. Cronol. n.3296 1 copia euro 2,00 Abbonamento annuo euro 40,00
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OTTENUTA LA PROROGA PER LE PATENTI E LE REVISIONI AGRICOLE Una necessaria semplificazione degli oneri burocratici a carico degli imprenditori agricoli è il rinvio delle scadenze dei termini per la revisione obbligatoria delle macchine agricole più vecchie e dell’entrata in vigore dell’obbligo dell’abilitazione (“patentino”) all’uso delle macchine agricole. Il decreto “Milleproroghe” ha recepito quanto fortemente sostenuto da Coldiretti: i provvedimenti stabiliscono di prorogare la revisione obbligatoria delle macchine agricole dal 30 giugno al 31 dicembre 2015 a partire da quelle immatricolate prima del 10 gennaio 2009. Anche la proroga per il patentino è spostata al 31 dicembre di quest’anno. Per quest’ultimo adempimento, resta valida l’esenzione dall’obbligo per coloro che autocertifichino di avere esperienza nell’utilizzo di macchine agricole per almeno due anni nell’ultimo decennio.
Sommario
I cugini francesi nostri alleati su etichettatura e difesa dei prodotti agroalimentari locali......................................... 4 Delia Revelli eletta presidente di Coldiretti Piemonte........5-6 Coldiretti Cuneo: insediata la giunta. Eletti i due vice presidenti............................................................................... 7 PAC: agricoltore attivo e novità nel decreto ministeriale..... 8 Latte: l’antitrust intervenga contro Lactalis..................................... 9 Quote latte: l’Italia deferita alla Corte di Giustizia Europea...........................................................................................10 Quote latte: Italia a rischio nuove multe ........................................11 Il Corsivo del Coltivatore...........................................................................12 Storie di vita..........................................................................................................13 Dalla Regione Piemonte qualche semplificazione ..................14 Riforme politiche di qualità, l’UE tuteli le indicazioni di origine ...................................................................................................................15 Riunione della sottosezione allevatori bovini razza piemontese.................................................................................................15 Russia: cala del 37% export italiano. Trionfa il tarocco.......16 Si dell’UE allo stoccaggio privato di carni suine .......................17 Coldiretti: nei parchi troppi vincoli all’agricoltura...................20 Le risposte dell’assessore ai parchi Valmaggia.............................21 Contro il killer delle api, esperti e ricercatori a confronto....................................................................................22 Il franchising della fassona è realtà......................................................24 Donne impresa: la nuova tessera 2015............................................25 Assistenza domiciliare “a casa” in tutta la Granda!.................26 Spesa alimentare: vince il risparmio ...................................................27 Agriturismo: approvata la nuova legge...................................28-29 L’assicurazione contro le avversità atmosferiche con la nuova PAC.................................................................................................29 I danni dei selvatici all’agricoltura: serve una soluzione urgente............................................................30-31 Novità dal Servizio Vitivinicolo.......................................................32-33 Asprocarne: proposte per i bovini allevati in Piemonte.....36
Prezzi della frutta 2015: urge intervenire ora....................37-38 Dal Creso, la risonanza magnetica per la frutta.........................39 Il 2015 sarà “BIO”?...............................................................................................40 Mele e kiwi cuneesi sui mercati d’oltre mare................................41 Ortofrutta: norme di commercializzazione e corretta etichettatura........................................................................42-44 Come funziona la banca dati nazionale operatori ortofrutticoli..................................................................................................45-46 Fiori e frutti protagonisti a Lagnasco ......................................47-48 IMU: una questione eterna!........................................................................50 La cena dei contadini a Benevagienna..............................................51 Grande partecipazione agli incontri di Giovani Impresa a Saluzzo ........................................................................51 Per l’ISTAT sono in calo le superfici coltivate a cereali. Tiene il Nord Ovest..............................................................................................52 Riapertura di “Localmente” a Fossano................................................54 Al via la 34ª Fiera della meccanizzazione a Savigliano ...................................................................................................56-57 Gamma turbofarmer merlo: macchina dell’anno al Sima..................................................................................................60 Furti e rapine nella Granda: la delinquenza che non sorprende....................................................................................62-63 Viaggia insieme a Donne Impresa e Pensionati Coldiretti......................................................................................64 L’organizzazione mondiale della sanità salva le nostre DOP .........................................................................................................65 Giornate del ringraziamento............................................................70-71 Il trionfo della frutta al carnevale di Saluzzo...............................72 Energeia: opportunità per nuove imprese.......................................73 O.N.A.Frut sbarca con nuove attività in Liguria..........................74 Notizie dall’ Epaca.....................................................................................75-77 Scadenze Aziendali ..............................................................................78-79 Acste: sale il numero degli associati....................................................79 Mercatino del Coltivatore Cuneese .....................................80-82
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EDITORIALE
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I CUGINI FRANCESI NOSTRI ALLEATI SU ETICHETTATURA E DIFESA DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI LOCALI
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inalmente, ci sentiamo meno soli dopo che il sindacato dei Giovani Agricoltori Francesi (JA) ha dichiarato guerra alla “carne di origine sconosciuta”, cioè venduta senza indicazione del luogo di origine e ha approfittato del Salone dell’agricoltura (SIA) per effettuare ispezioni presso gli stand dei supermercati. Sabato 21 febbraio, il giorno di apertura del Salone, è stata presa di mira la Lidl, ex hard discount in totale riconversione, che ha fatto quest’anno il suo ingresso al Salone. Sugli scaffali, le confezioni di prosciutto al più parlavano di origine europea. “Vogliamo allertare il pubblico sulla carne di cui non conosciamo l’origine”, ha detto il presidente di JA, Thomas Diemer, che la mattina ha anche interpellato il presidente François Hollande (in visita al SIA) su questa richiesta persistente dei produttori, ma ancora non ascoltata a livello europeo. La Francia segue l’esempio dei guardiani gialli del Made in Italy di Coldiretti L’idea di ispezionare gli scaffali dei supermercati è partita dal JA del dipartimento bretone Finistère, dove il settore suinicolo, come altrove, attraversa molte difficoltà, con un forte calo dei prezzi. Hanno iniziato a inizio febbraio le loro azioni nei grandi supermercati, studiando da vicino le etichette di prosciutto e pancetta, per poi segnalarle attraverso degli sticker: giallo e nero per la “carne di origine sconosciuta”, rosa per la “carne di origine conosciuta”. “La nostra idea è di condurre una lotta positiva portando dalla nostra parte il consumatore”, dice David Louzaouem, Segretario Generale della JA-29. “Vogliamo che la impeccabile tracciabilità del prodotto francese alla produzione sia declinata
lungo tutta la catena, fino agli scaffali dei negozi”. La JA ha anche moltiplicato i contatti con i responsabili acquisti dei supermercati per sensibilizzarli. “Ma loro ci dicono che hanno grandi difficoltà a farsi ascoltare dai grandi gruppi”, dice Louzaouem. Anche nel Grand Ouest (Bretagna, Pays de Loire), che produce 14 dei 21 milioni di suini francesi, “non siamo immuni dal maiale spagnolo,” prosegue, anche se assicura che le catene presenti in questi dipartimenti sono più vigili. JA ritiene che almeno il 70% della carne venduta abbia una origine non precisata, nonostante la comunicazione che incita al “patriottismo alimentare” per sostenere i settori in difficoltà. “E negli hard-discount, per la carne di origine nota siamo vicini allo zero per cento”, aggiunge. Brandiscono un pacchetto di prosciutto di una nota marca (Madrange) con un distintivo tricolore e la dicitura “elaborato in Francia”. Ma prodotto in Spagna o altrove... Latte: la battaglia degli allevatori d’Oltralpe come la nostra Sempre dai cugini francesi un altro esempio di sindacalismo agricolo propositivo: “France Presse” riferisce che gli allevatori francesi sono quanto meno “sorpresi” per il discorso al Salone di
Parigi del commissario europeo all’agricoltura, il quale ha dettoche non c’e’ “nessun problema” sul prezzo del latte. “Mi ha sorpreso che Phil Hogan abbia detto che non vi è alcuna crisi in questo momento”, ha detto Thierry Roquefeuil, presidente della Federazione nazionale produttori di latte (FNPL) durante una conferenza stampa alla fiera agricola. In primo luogo, perché c’è una crisi nei paesi baltici a causa dell’embargo russo sui prodotti alimentari, ha specificato. E per quanto riguarda la Francia, “non posso sentire che i prezzi del latte sono soddisfacenti”, dato che 310 euro per 1.000 litri nel mese di febbraio significano 50 - 55 euro in meno rispetto al 2014, ha fatto presente il sindacalista. In una visita al Salone dell’agricoltura di Parigi, il commissario europeo Phil Hogan ha assicurato che “per ora” non c’è “nessun problema” sui prezzi del latte. Un discorso piuttosto sconcertante per gli allevatori a un mese dalla fine delle quote latte e nel momento in cui il prezzo del latte e’ diminuito negli ultimi mesi a causa dell’embargo russo. François Hollande, accerchiato da un tesissimo servizio di sicurezza, ha dato inizio alle 7 di mattina alla sua visita inaugurale al Salone dell’agricoltura. Come vuole la tradizione, il
Presidente ha cominciato dalla hall degli allevatori. Il capo di Stato ha anche cercato di rassicurare gli agricoltori preoccupati dall’applicazione della nuova Politica agricola comune (PAC). Pac, semplificazione, tracciabilità alimentare: tutto il mondo è Paese La prima fermata, al suo arrivo, è da Dominique Macke, proprietario di Filouse, una Rossa Fiamminga di 4 anni che e’ la stella del salone. Iniziano le domande: “Abbiamo trasmesso la passione ai nostri figli. Con la nuova PAC, le nostre razze locali continueranno ad essere d’interesse? Le nostre radici hanno il diritto di continuare a vivere?” chiede l’allevatore. “La PAC non soltanto non impedirà nulla, ma valorizzerà questi prodotti”, risponde il presidente della Repubblica. In un settore agricolo in crisi, con redditi in calo, il Salone assume la forma di un cahier de doléances. “C’è bisogno di semplificazione” delle norme e nell’applicazione della nuova PAC, ha spiegato all’AFP Guy Vasseur, presidente delle Camere d’Agricoltura. “Gli agricoltori tra poche settimane faranno la loro dichiarazione PAC e nessuno sa di cosa si tratti”. Questi pochi esempi tratti dai giornali francesi mettono in evidenza che la valorizzazione dei prodotti locali non è solo più una battaglia di Coldiretti, ma sta diventando una battaglia di tutti. Ci sentiamo meno soli, potrebbe dire qualcuno. Vero. Ma è anche altrettanto vero che la protesta dei giovani francesi mette in evidenza che i grandi gruppi commerciali non vogliono etichettatura e rintracciabilità. La conferma è che “tutto il mondo è paese”. Ma abbiamo degli alleati in più … e gli agricoltori francesi sono meno inclini alla trattativa politica.
DELIA REVELLI ELETTA PRESIDENTE DI COLDIRETTI PIEMONTE
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elia Revelli è stata eletta presidente di Coldiretti Piemonte durante l’Assemblea celebratasi venerdì 27 febbraio presso il Circolo dei Lettori di Torino. Succede a Roberto Moncalvo che, secondo la prescrizione statutaria, si dedicherà esclusivamente alla presidenza della Confederazione Nazionale. Nel passare il testimone al suo successore, il presidente Moncalvo ha tratteggiato una panoramica di quanto sta avvenendo in questo momento a livello nazionale su alcuni temi di rilievo: “Coldiretti, con le associazioni dei consumatori, ha presentato un esposto all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato per rilevare le incongruità nella filiera del latte che penalizzano produttori e consumatori. Il prezzo riconosciuto per il latte alla stalla mortifica il lavoro degli allevatori – ha proseguito Moncalvo - mentre sullo scaffale il latte ed i prodotti lattiero caseari continuano a conservare o ad aumentare di prezzo. Siamo soddisfatti, però, dei segnali positivi registrati in seguito alla mobilitazione dello scorso 6 febbraio: la grande distribuzione organizzata (GDO) ha, infatti, aderito alla proposta del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina di garantire al consumatore una maggior trasparen-
za sull’origine in etichetta per il latte UHT e per tutti i prodotti lattiero caseari, questione su cui si è espresso in modo positivo anche il Parlamento Europeo. Buone notizie provengono anche dal settore vitivinicolo per il quale dovrebbe definirsi a breve una semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”. Delia Revelli ha così salutato l’assemblea: “Sono onorata per l’incarico affidatomi e ringrazio Roberto Moncalvo per il lavoro che ha svolto in Piemonte ma, soprattutto, per quanto sta portando avanti a livello nazionale, con il supporto dell’intera dirigenza Confederale. Continuerò nella tradizione tracciata di un lavoro di squadra, innanzitutto teso a rafforzare le diverse filiere: da quella risicola a quella ortofrutticola; dal settore zootecnico a quelli cerealicolo e vitivinicolo. Per tutte quante dovremo continuare a perseguire una semplificazione, cercando di proporre il prodotto al consumatore eliminando passaggi inutili. E’ opportuno sostenere ulteriormente l’internazionalizzazione e, in sinergia con il livello nazionale, ottenere l’origine in etichetta con la più efficace identificazione e valorizzazione delle nostre produzioni. Questo ci permetterà di presentarci all’appuntamento di Expo con
l’offerta del vero agroalimentare piemontese, evitando il perpetrarsi di inganni nei confronti dei consumatori”. L’Assemblea si è conclusa con l’illustrazione da parte del direttore regionale Antonio De Concilio degli impegni nell’im-
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vento concreto del nuovo PSR una situazione che l’agricoltura piemontese non può sopportare soprattutto in riferimento ai giovani. Inoltre rispondendo ad una sollecitazione del presidente della Giunta Regionale, Sergio Chiamparino, Coldiretti Piemonte ha già proposto la sua ricetta per lo snellimento di diverse procedure. Basti pensare che per le sole pratiche relative al programma di sviluppo rurale, le imprese agricole del Piemonte potrebbero realizzare un risparmio fra i 13 ed i 18 milioni di euro all’anno. La riduzione dei tempi per ottenere finanziamenti ed autorizzazioni, faciliterebbe anche un miglior utilizzo dei fondi comunitari. Tutto ciò potrebbe contribuire a recuperare il ritardo che si sta accumulando nella fase di approvazione del nuovo PSR, causata anche da una falsa partenza. Abbattere ed armonizzare gli adempimenti nel settore vitivinicolo Si sta definendo a livello nazionale, anche con il contributo di Coldiretti Piemonte, l’abbattimento e l’armonizzazione del
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numero di adempimenti in vitivinicoltura. Si vuol far confluire nella normativa, in via di approvazione, molti altri elementi tra cui: un sistema informatico unico, la revisione del modello di certificazione dei vini, la rettifica del sistema di vigilanza sul mercato, oltre che la modifica del sistema sanzionatorio e le norme di tutela del Made in Italy. Coldiretti Piemonte ha la profonda convinzione che il tempo dedicato dalle imprese ad adempimenti inutili e che non significano maggiore sicurezza, si traduce in una penalizzazione anche nella faticosa ricerca di nuovi livelli occupazionali. L’agroalimentare sta facendo la sua parte, conseguendo nell’ultimo anno un incremento del 4,1% degli occupati, sul cui totale la percentuale dei giovani supera il 30%. La denominazione IGP del vitellone piemontese Sono in fase di superamento le eccezioni sollevate dall’UE sul riconoscimento della denominazione, in virtù di alcune decisioni assunte nelle ultime settimane proprio a livello europeo.
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mediato futuro di Coldiretti Piemonte. Il nuovo PSR meno burocraticizzato del precedente Coldiretti chiede alla Regione di ridurre i tempi per l’approvazione del nuovo PSR. Le imprese agricole della nostra Regione stanno correndo il rischio reale di veder trascorrere tutto il 2015 senza che ci sia un inter-
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i è riunito per la prima volta il Consiglio Provinciale di Coldiretti Cuneo presieduto da Delia Revelli, eletta alla presidenza dell’Organizzazione il 24 gennaio scorso. Tra gli argomenti all’ordine del giorno, l’elezione dei componenti della Giunta, che risulta così composta: Dino Ambrogio (Fossano), Giovanni Arnaudo (Dronero), Luca Beltrando (Ceresole Alba), Pierluigi Chiola (Perletto), Carlo Gabetti (Dogliani), Tonino Gai (Racconigi), Marcello Gatto (Murazzano), Michele Quaglia (Verzuolo), Loris Massucco (Castagnito). Fanno parte di diritto della Giunta di Coldiretti, il presidente dell’Associazione Pensionati,
Le Consulte di prodotto insieme alle deleghe specifiche per i componenti di giunta sono la reale partecipazione della base associata alle strategie complessive di Coldiretti Lorenzo Bergese, nonché la delegata di Donne Impresa e il delegato di Giovani Impresa. Nel caso specifico, i Movimenti Giovani e Donne sono presieduti da Luca Beltrando e Delia Revelli, già in Giunta ad altro titolo. Il Consiglio ha anche eletto i due vice presidenti: Michele Quaglia, frutticoltore di Verzuolo e Dino Ambrogio di Fossano, allevatore. Il Consiglio di Coldiretti Cu-
Dino Ambrigio
Presenti alla Fiera di Savigliano
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COLDIRETTI CUNEO: INSEDIATA LA GIUNTA. ELETTI I DUE VICE PRESIDENTI neo, infine, nel dibattere i complessi problemi che affliggono l’agricoltura e attanagliano le imprese, ha deliberato la costituzione delle Consulte di prodotto nei seguenti settori: frutta, vino, latte, carne, montagna, apicoltura, cereali e florovivaistico. Delia Revelli ha insistito sulla necessità di lavorare in squadra con i due vice presidenti e con tutti i membri di giunta che riceveranno delle deleghe specifiche, affinché le strategie di Coldiretti nascano veramente dalla base. In questo senso, assumono notevole importanza anche le Consulte di prodotto che, come in passato, sono state momento di proposta organizzativo – economico.
Michele Quaglia
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8 ASSOCIAZIONE REGIONALE GRUPPI COLTIVATORI SVILUPPO del PIEMONTE Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 - Misura 111.1 Sottoazione B) Informazione in campo agricolo
PAC: AGRICOLTORE ATTIVO E NOVITA’ NEL DECRETO MINISTERIALE
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a conferenza Stato - Regioni ha approvato il testo del decreto ministeriale che va a dettagliare alcuni aspetti applicativi della nuova politica agricola comunitaria in Italia. Il decreto sarà sottoposto alla firma del ministro e se non ci saranno osservazioni da parte di Bruxelles, guiderà la campagna di presentazione domande PAC per l’anno 2015. Gli ulteriori e definitivi dettagli tecnici relativi alla presentazione vera e propria delle domande saranno resi noti mediante circolari di Agea, che è l’organismo di coordinamento incaricato di tale attività. Il decreto, molto complesso ed articolato, tratta alcuni aspetti fondamentale e decisivi per l’impostazione delle prossime campagne di richieste di pagamenti sulla domanda unica. Tra le altre cose, traccia le linee che andranno a definire l’agricoltore attivo. Specifica quali saranno i beneficiari per il premio accoppiato latte. Individua i criteri da adottarsi per il trasferimento titoli ed il pascolamento da parte di terzi sulle superfici d’alpe. Riguardo la definizione di agricoltore attivo, questa è assai articolata ed occorre attendere la circolare applicativa per capire nel dettaglio le fattispecie di agricoltori che potranno presentare domanda. Per le società, l’oggetto sociale deve essere l’esercizio di un’attività agricola. In ogni caso la superficie minima della particella che può essere oggetto di una domanda di aiuto è fissata in 0,02 ha, mentre non potranno accedere ai pagamenti diretti domande con superfici complessive inferiori a 5000 metri o di importo inferiore a 250 euro. Si ricorda che verranno ridotti i pagamenti per i beneficiari che ottengo i contributi più alti con una decurtazione annuale del 50% per la parte eccedente
i 150.000 euro. Riguardo il premio accoppiato per la produzione di latte, il Ministero ha scelto di concedere il premio alle vacche da latte iscritte ai libri genealogici o nei registri di razza ed il premio è accordato alle vacche che partoriscono nell’anno. Altra sostanziale novità è rappresentata dalla previsione che, in caso di affitto di soli titoli senza terra, il valore di questi viene decurtato del 30% e versato alla riserva nazionale: in base a tale norma, verrebbe quindi tassato il solo affitto e non la vendita dei titoli senza terra. Riguardo la possibilità di ottenere aiuti sulle superfici a pascolo pascolate con animali non in proprietà del facente domanda (pascolamento di terzi) l’accordo prevede che tale possibilità sia percorribile purché le regioni definiscano che è una pratica usuale e consuetudinaria ed identifichino chiaramente le superfici sulle quali viene esercitata. Tale definizione necessita ovviamente ancora di chiarimenti e di elementi di dettaglio che verranno esplicitati in successive circolari. Al momento occorre quindi ancora attendere le circolari di dettaglio, il Ministero conferma che entro il prossimo 15 aprile, sarà pubblicato l’elenco dei potenziali beneficiari all’aiuto per l’anno 2015, nonché le potenziali superfici ammissibili.
Tecnicamente il decreto specifica che il piano colturale 2015 associato alle domande dovrà riportare le informazioni relative a genere, specie ed epoca di semina o trapianto delle colture, al fine di verificare il rispetto della diversificazione per le aziende che sono obbligate a rispettarla (quelle la cui superficie a seminativo supera i 10 ettari), inoltre dovranno essere indicate le aree di interesse ecologico, (EFA) che possono essere investite a: fasce tampone ripariali fino a 10 metri di larghezza, fossati, aree umide oppure coltivazioni di specie azotofissatrici (soia, pisello proteico, fagiolo, erba medica ecc.) l’obbligo di prevedere zone di interesse ecologico interessa tutte le aziende con più di 15 ettari di seminativo, le EFA devono rappresentare almeno il 5% di tali seminativi. Il decreto specifica ancora alcuni particolari per l’accesso alla riserva titoli nazionale, cui possono accedere le aziende che non hanno mai fatto domanda di assegnazione di aiuti e che, ricorrendone le condizioni, possono ricevere in assegnazione titoli in numero pari agli ettari condotti. Trattandosi di normativa nuova ed assai complessa risulta difficile generalizzare, pertanto gli uffici della Coldiretti sono a disposizione dare consulenze specifiche e valutare nel dettaglio i singoli casi.
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’ultima operazione della multinazionale del latte francese Lactalis è stata l’acquisizione del Consorzio Cooperativo Latterie Friulane annunciata silenziosamente a fine anno e festeggiata con una lettera in cui si annunciava agli allevatori italiani fornitori dei diversi marchi del Gruppo un ulteriore taglio a 35 centesimi al litro del prezzo del latte. Emerge dal dossier “L’attacco alle stalle italiane” presentato dalla Coldiretti in occasione della più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo. La Coldiretti e il Codacons chiedono con un esposto di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). La presenza della multinazionale francese Lactalis in Italia inizia nel 2003 con l’acquisizione dell’Invernizzi, continua con quella della Galbani e della Locatelli e poi nel 2011 con la Parmalat ed infine con l’acquisizione del Consorzio Cooperativo Latterie Friulane. A ciò si aggiunge la strana storia della Centrale del Latte di Roma, che vede coinvolta la multinazionale francese Lactalis. Nel marzo del 2010 una Sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato la nullità
della vendita della Centrale del Latte di Roma a Cirio da parte del Comune di Roma e tutti gli atti conseguenti, compresa la successiva vendita a Parmalat, pertanto le azioni della Centrale del Latte sono ritornate al Comune di Roma, il quale però, dopo cinque anni, non ha ancora avviato le procedure di recupero delle proprie azioni. Intanto il progetto per il recupero della Centrale è chiaro: prevede un ruolo di partecipazione diretto degli allevatori nelle scelte che riguardano l’azienda. Il risultato di questa situazione di mercato è un evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro posizione economica sul mercato, dalla quale gli allevatori dipendono. I prezzi praticati dagli intermediari della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori manifestano evidenti segni di cedimento. Coldiretti e Codacons hanno chiesto all’Antitrust (AGCM) che si faccia chiarezza sulla questione dei prezzi e dei costi di produzione e che si individui la situazione di abuso in cui le imprese di trasformazione operano a danno di chi garantisce una materia prima di qualità. La recente legge n. 27 del 2012 ha disposto interventi ur-
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genti a tutela della concorrenza e dello sviluppo della competitività prevedendo, all’articolo 62, una disciplina specifica in materia di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari nelle relazioni commerciali. La particolare attenzione alle relazioni contrattuali nel settore agricolo è dovuta al riconoscimento della posizione di “debolezza” in cui versa una parte contraente rispetto ad imprese più forti sul mercato. Il decreto che ha dato attuazione all’articolo 62 vieta le pratiche commerciali sleali e, in particolare, quelle pratiche che determinano prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione medi dei prodotti oggetto delle relazioni commerciali e delle cessioni da parte degli imprenditori agricoli.
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UN ALTRO COLOSSO NEL LATTE ALIMENTARE? La Centrale del latte di Torino ha presentato una manifestazione di interesse per la Centrale di Firenze nell’ambito di una conferenza stampa. È prevista una integrazione industriale fra Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno S.p.A. e Centrale del Latte di Torino & C. S.p.A. Segue articolo a pagina 10
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QUOTE LATTE: L’ITALIA DEFERITA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA Il sistema allevatoriale, che in passato ha subito la concorrenza sleale dei pochi produttori che non hanno rispettato le regole, non può essere penalizzato una seconda volta.
E’ una pesante eredità delle troppe incertezze e disattenzioni del passato nel confronti dell’Europa nell’attuazione del regime delle quote latte che terminerà il 31 marzo 2015 peraltro con il rischio concreto dell’arrivo di nuove multe quest’anno per il
LA CENTRALE DEL LATTE DI TORINO CRESCE: E GLI ALLEVATORI QUANTO CI GUADAGNANO? La centrale del latte di Torino, con alcuni soci conferenti della provincia di Cuneo, società che opera dal 1950, ha annunciato un progetto di fusione. Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, con delega al settore latte, commenta così la notizia: “prendiamo atto dei progetti di sviluppo della Centrale del latte. Ricordiamo però che negli ultimi mesi, mentre il prezzo del latte al consumo non è certo diminuito, i produttori di latte hanno visto crollare il prezzo riconosciuto alla stalla di oltre il 20%. Decisioni imposte unilateralmente non certo condivise con gli allevatori, che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di molti allevamenti. Ci auguriamo che nei progetti futuri della Centrale tornino ad avere il giusto spazio anche gli allevatori”.
superamento da parte dell’Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea, dopo quattro anni in cui nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani (vedi articolo a pagina 11). E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione della Commissione europea di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Ue per il mancato recupero dei prelievi dovuti dagli allevatori che hanno superato le quote latte individuali per il periodo compreso fra il 1995 e il 2009. La questione quote latte è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori, ma all’Italia fu assegnata una quota molto infe-
riore al consumo interno di latte. Una disattenzione nei confronti delle politiche comunitarie sulla quale si sono accumulati errori, ritardi e compiacenze che hanno danneggiato la stragrande maggioranza degli agricoltori italiani che si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme negli anni acquistando o affittando quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro. Le pendenze a cui fa riferimento l’Unione Europea riguardano appena duemila produttori con 600 di loro che devono pagare somme superiori a 300.000 euro caduno, cioè la gran parte del debito. Un comportamento che fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza dei 36mila allevatori italiani e mette a rischio le casse dello Stato.
QUOTE LATTE: ITALIA A RISCHIO NUOVE MULTE
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ell’ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte che terminerà il 31 marzo 2015 c’è il rischio concreto dell’arrivo di nuove multe per il superamento da parte dell’Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea, dopo quattro anni in cui nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani. Gli ultimi dati aggiornati Agea evidenziano un aumento della produzione del 3,24 per cento rispetto allo scorso anno, con un incremento in valori assoluti di 2,561 milioni di quintali, sulla base dei primi nove mesi della campagna relativa al periodo che va dal 1° aprile 2014 al 31 marzo 2015. Quello che si preannuncia è quindi il primo splafonamento dopo l’introduzione della legge 33 del 2009, la quale prevede la possibilità di compensazione solo agli allevamenti di montagna e delle zone svantaggiate, a quegli che non hanno superato il livello produttivo 2007-2008 e ultimi, in ordine prioritario, a quegli allevamenti che producono entro e non oltre il 6 per cento della quota loro assegnata. L’UE RISPONDE ALLA MOBILITAZIONE DI COLDIRETTI Dopo la mobilitazione degli allevatori è stato annunciato dal Commissario Europeo all’agricoltura Phil Hogan un provvedimento per permettere di rateizzare le multe di quest’anno a carico degli allevatori per un massimo di tre anni e senza interessi. In risposta alle richieste di Coldiretti durante la mobilitazione a Torino e nelle principali piazze italiane “Un giorno da allevatore”, il ministero delle Politiche Agricole sta predisponendo un decreto per rendere operativo il piano latte qualità che porta ad uno stanziamento di 108 milioni di
euro, divisi in tre anni, per gli allevamenti italiani. La questione quote latte è iniziata 30 anni fa nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia, fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte che ha consentito alla stragrande maggioranza degli allevatori di mettersi in regola. Con la fine del regime delle quote latte è prevedibile un aumento della produzione lattiera italiana e comunitaria che potrebbe aumentare del 5 per cento, secondo le stime della Coldiretti, con il rischio di ripercussioni negative sui prezzi del latte alla stalla, con notevoli difficoltà soprattutto per gli allevamenti da latte che risiedono nelle zone più fragili e sensibili del nostro Paese e dell’Unione. “Occorre intervenire a livello comunitario e nazionale per preparare con strumenti adeguati un atterraggio morbido all’ uscita del sistema delle quote”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottoli-
neare che è importante che le risorse previste dal “Fondo latte di qualità” vadano agli allevatori.
MONITORAGGIO DELLA PRODUZIONE CAMPAGNA 2014/2015: Il superamento della quota nazionale potrebbe essere uno scenario reale, come dimostrano i dati produttivi aggiornati al periodo aprile/dicembre, diffusi da Agea: La produzione rettificata è: in Piemonte 741.808 tonnellate, +5,9% rispetto allo stesso periodo 2013/2014 (700.427 tonnellate) – a novembre era a +6,22%; in Italia 8.152.063 tonnellate, +3,24% rispetto allo stesso periodo 2013/2014 (7.895.889 tonnellate) – a novembre era a +3,36%.
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I L C O R S I V O D E L C O LT I V ATO R E AGRICOLTURA? IN CODA, PREGO!
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il prezzo
presso i consumatori. Avete mai visto frutta e verdura nei paesi del settentrione europeo, sino alla penisola scandinava?. Anni fa, quando viaggiare era ancora uno svago possibile, ho fatto una puntata in Finlandia, con amici. Al mercato di Helsinki ho visto offrire, a prezzi non certo bassi, frutta ed ortaggi che, in Italia, sarebbero decisamente fuori dalle contrattazioni. Mele così piccole e così sgradevoli come sapore che nel nostro paese avrebbero imboccato la via della discarica, oppure sarebbero state destinate all’alimentazione animale. Eppure, erano acquistate regolarmente non so se per lo sciopero delle papille gustative o per un comprensibile spirito nazional solidaristico. Non solo, ma tutti sembravano soddisfatti. Era il tempo dei piselli (arrivati non so da dove). La gente li acquistava e li consumava crudi, aprendo i baccelli, divorandoli ovunque e buttando ciò che non era commestibile per strada. Si mangiava al mercato, sul bus, lungo il
passeggio. Questione di gusti!. I paesi del nord hanno molto da insegnarci quanto a democrazia, civiltà, intelligente gestione delle risorse, ma, per l’agricoltura...lasciamo perdere! Eppure noi, con la nostra tradizione, la professionalità degli imprenditori agricoli, l’apertura al nuovo, la disponibilità di una situazione pedoclimatica favorevole, siamo mortificati troppo spesso nel ruolo di fanalini di coda. È vero che l’agricoltura non è solo frutta ed ortaggi, ma è anche allevamento, è cerealicoltura, razionalità, è supporto da parte dello Stato, ma perché non riusciamo a farci sentire in modo più determinato in tutti i settori, come già hanno fatto i vitivinicoltori? Dobbiamo pensarci, senza dubbio, soprattutto ora, dopo che un vice ministro, nato e cresciuto a Cuneo ci ha finalmente detto, non senza amarezza, quella che, è, purtroppo, la verità e, in modo più o meno velato, ci ha suonato la sveglia! Bastian Contrari
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l vice ministro Olivero lo ha detto a chiare lettere, ma noi lo sapevamo già. “L’agricoltura è stata, a lungo, una cenerentola – ha precisato - Ha cambiato, in sette anni, sei ministri e, di conseguenza, non è riuscita a contare molto a Bruxelles, dove si decidono i destini del settore”. Bella soddisfazione, appena attenuata dal fatto che, nel semestre di presidenza italiana dell’Unione, si sia compiuto qualche passo avanti. Che i Paesi del nord Europa, alleati tra loro, imponessero scelte a tutela dei propri interessi, non era un segreto per nessuno, nemmeno per noi che, invece, nel calderone delle terre mediterranee, ci siamo sempre presentati in ordine sparso, con puntate in avanti e retrocessioni improvvisate, tanto così, per contare qualcosa che fosse più del due di picche. Dalla nostra avevamo – e abbiamo – produzioni di ottima qualità, varietà merceologica, garanzie di maturazioni al momento giusto, buone chances
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GIORGIO E MONICA: “AMARE IN MODO GRATUITO”
Monica Orma e Giorgio Galvagno
crudo, cipolle, latte e the. Era un grande prete! Di una semplicità disarmante. Don Oreste dava sempre importanza all’uomo, trattava allo stesso modo il potente e il barbone”. Cosa pensa del denaro? “Non abbiamo stipendio, non abbiamo un conto in banca, la Comunità Papa Giovanni vive di Provvidenza”. Perché accogliete gli “ultimi”? “Per la Fede, per la voglia di cambiare il mondo, per la voglia di cambiare se stessi dentro il mondo e per il mondo”. Quali le difficoltà che incontrate? “Sono tante, ma bisogna affrontarle”. E le soddisfazioni? “Sono poche, ma non avvertiamo questo bisogno”. Giorgio, come regge il peso di così tante sofferenze? “Avere uno zaino sempre pesante ti aiuta a capire che sei sempre in cammino”. Un incontro che ha segnato la sua vita? “Nel carcere di Caracas, andavo a trovare un detenuto: “Cosa posso portarti?” gli ho chiesto un giorno. E lui mi ha risposto:
“La cosa più importante è che tu vieni a trovarmi, mi ascolti e mi fai sentire un essere umano”. Non dimentico queste parole”. I POVERI DI BOLOGNA Chi sono i poveri che lei incontra oggi nella “Capanna di Betlemme? “Sono adulti soli senza speranza, senza nessuno che creda in loro, tutti si sono dimenticati che l’uomo non è il suo errore”. Che necessità hanno? “Tante necessità, ma quella che fa da minimo comune denominatore è l’avere qualcuno che li ascolti e che li guardi negli occhi ricordando loro che esistono e che sono persone umane”. State realizzando il sogno della vostra vita? “Dopo un po’ di anni ho capito che la vita è solo un passaggio e che bisogna dare tutto perchè è un passaggio molto veloce ed il tempo è poco e noi abbiamo tanti limiti. Quindi è vietato sognare, obbligatorio amare ed amare in modo gratuito! Il senso della mia vita è aiutare gli altri”. Lei Giorgio che non studiava Religione al Liceo, oggi è credente? “Oggi sono un uomo di Fede”.
UNA DONNA SPLENDIDA La moglie Monica Orma è una donna splendida, nella sua grande generosità. Ideale compagna di Giorgio, nel cammino della vita. Monica racconta che “Giorgio è un buono, accoglierebbe tutti in casa! Io sono invece meno sognatrice e più concreta, più con i piedi per terra, non possiamo accogliere tutte le persone in difficoltà! Ci compensiamo bene”. Nella loro famiglia hanno accolto Carla, bimba che aveva pochi mesi, abbandonata dai genitori in Venezuela: avrebbe dovuto vivere pochi mesi e invece oggi, nonostante serissimi problemi di salute, ha quasi 8 anni. Chi sta scrivendo l’articolo aggiunge un ricordo. Monica andava a fare la volontaria a Caracas nell’unico ospedale del Venezuela che accoglie i malati terminali di Aids. Due incontri di quel giorno: il ragazzo che stava morendo, con la faccia gonfia come un pallone di calcio: impressionante! Ricorderò finchè vivo il suo volto sofferente … E la prostituta di quarant’anni, pure lei malata, che non aveva una casa e aveva chiesto di poter restare qualche giorno in ospedale, era il gennaio 2002. Per non trascorrere il Natale per la strada. Monica era l’unica persona che andava a trovare quei due malati, dimenticati da tutti! Non c’è alcun dubbio: sia Monica che Giorgio si sforzano di vivere il Vangelo, tutti i giorni. Sempre con il sorriso, anche nelle situazioni più difficili. Ecco perchè ci danno enormi lezioni di vita, su cui meditare. La Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, vive di Provvidenza. E’ possibile effettuare donazioni sul conto corrente postale 12148417, intestato a: Associazione Comunità Papa Giovanni XXII attività Onlus. E con bonifico bancario utilizzando il codice IBAN IT41 B033 5901 6001 0000 0008 036, precisando nella causale la campagna a cui si aderisce. Le donazioni sono anche fiscalmente deducibili.
RITRATTI
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uando frequentava il Liceo Bodoni di Saluzzo, si rifiutò di partecipare alle lezioni di Religione. In un viaggio compiuto insieme allo zio, il medico ortopedico Silvio Galvagno di Manta, nel gennaio del 2002, lo avevamo visto in azione mentre dava la comunione ai poveri del “barrio” poverissimo di Caracas, in cui era andato a fare il volontario. In situazioni di povertà per noi semplicemente impensabili, nelle quali il ricovero degli attrezzi di lamiera arrugginita delle nostre campagne è più bello delle loro poverissime case. COMMERCIALISTA MANCATO Oggi Giorgio Galvagno, nato a Saluzzo il 26 settembre 1969, commercialista mancato, è impegnato in prima fila nell’accoglienza dei barboni di Bologna. Con la moglie Monica Orma, nata a Merate l’ 8 maggio 1972, vive a Nonantola, in provincia di Modena, dove hanno anche accolto in famiglia una bimba con serissimi problemi di salute. Dove vi siete conosciuti? “Ci siamo conosciuti in Venezuela, Giorgio volontario a Caracas per la Papa Giovanni XXIII e Monica volontaria per la sua parrocchia di Cernusco Lombardone. Una vita nel barrio, tra i malati di Aids e il carcere”. Giorgio e Monica si sono sposati l’11 maggio 2002 nel Barrio Union di Caracas, in Venezuela. Giorgio cosa fa lei oggi a Bologna? “Gestisco la “Capanna di Betlemme” della Papa Giovanni XXIII e visito e incontro i detenuti delle carceri di Bologna e Modena, con il fine di valutare l’accoglienza nelle nostre case o nelle nostre comunità terapeutiche”. DON ORESTE BENZI Che ricordi ha di don Oreste Benzi? Monica: “Don Benzi ti faceva sempre sentire una persona unica. Aveva mille impegni ma era sempre capace di grandi gesti di attenzione, che ti stupivano. Ci ricordava sempre che ci sono tanti poveri da amare!”. Giorgio: “Aneddoti simpatici: faceva la colazione con aglio
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DALLA REGIONE PIEMONTE QUALCHE SEMPLIFICAZIONE
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n attesa del testo completo della legge sulla semplificazione, approvata in Consiglio regionale il 26 febbraio, Uncem ritiene importante segnalare alcune misure importanti per ambiente, montagna, enti locali, foreste, agricoltura inserite nel testo. Le riportiamo in sintesi di seguito. MONTAGNA. Vengono accelerate le procedure per il passaggio da Comunità montane a Unioni montane di Comuni. In particolare viene facilitato il percorso di trasformazione delle Comunità montane Valle Elvo, Valle Cervo e Valsesia. Viene permesso alle Unioni montane di Comuni già pronte di svolgere le funzioni delegate dalla Regione in materia di sviluppo montano (ai sensi della legge 3/2014). TURISMO. Viene definita una disciplina organica per le aziende alberghiere che prima era assente. In particolare viene ridisciplinata la tipologia dell’albergo diffuso, composto da più unità abitative vicine, la cui ubicazione è ora possibile anche nelle aree non montane. AMBIENTE. Viene istituita la Autorizzazione Unica AmbienOFFICINE
Il testo approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte, rappresenta l’inizio di un percorso che Coldiretti chiede venga completato anche con le misure di attuazione del nuovo PSR. tale (AUA), che riconduce a un unico titolo diverse autorizzazioni ambientali (sette solo di origine statale) previste dalla normativa di settore, semplificando il rapporto tra pubblica amministrazione e piccole e medie imprese e impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale (AIA). L’AUA porterà con sé una riduzione sia dei tempi che dei costi alle imprese per l’espletamento delle procedure, grazie anche a una modulistica semplificata unificata a livello nazionale. FORESTE. In caso di interventi selvicolturali viene eliminata la comunicazione corredata da relazione tecnica, sostituita da una autorizzazione semplificata, da organizzare secondo lo schema del silenzioassenso. USI CIVICI. Viene abolito l’e-
lenco degli esperti, finora gli unici delegati ad accertare il vincolo di uso civico (vincoli storici derivanti da un utilizzo comune) su un territorio. I Comuni possono avvalersi a questo fine di professionisti iscritti agli albi professionali. Viene così eliminato un sistema oneroso per i Comuni. AGRICOLTURA. Viene dematerializzato il procedimento di gestione delle pratiche agricole e di sviluppo rurale attraverso l’utilizzo della firma elettronica e della posta elettronica certificata nei rapporti con gli utenti, e l’utilizzo nella PA del fascicolo elettronico e del registro protocollo specifico. ATTIVITA’ ESTRATTIVA. Viene eliminata la necessità da parte delle società esercenti cave della presentazione della documentazione dei progetti di cava in modalità cartacea, sostituita dalla presentazione su supporto informatico. Viene inserita la possibilità della “proroga” delle autorizzazioni delle cave che, in assenza di modifiche al progetto, saranno concesse senza la necessità di procedure amministrative complesse.
RIFORME POLITICHE DI QUALITÀ, L’UE TUTELI LE INDICAZIONI DI ORIGINE
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ontinuano a Bruxelles le discussioni sulla semplificazione delle politiche della qualità. Nell’ultimo incontro del Gruppo di Dialogo Civile Qualità di febbraio, i rappresentanti del Copa Cogeca hanno espresso alla Commissione il loro disappunto sull’insistenza a voler riformare settori che da pochissimo tempo sono stati già riformati: nel 2012 con il Reg. Ue n.1151 sulle Dop, Igp e sistemi di qualità, nel 2013 con il Reg. Ue n.1308 per il vino e nel 2014 con il Reg. Ue n. 251 per i vini aromatizzati. I rappresentanti dei produttori europei, infatti, sono preoccupati che l’intento della Commissione sia un accorpamento puramente normativo, che possa tradursi in una minore protezione per le Indicazioni di Origine (Ig). Per la maggior parte delle delegazioni nazionali le principali questioni riguardano invece la semplificazione degli adempimenti burocratici, la valorizzazione delle caratteristiche specifiche dei vari settori, il consolidamento delle Ig, il miglioramento della comunicazione del valore aggiunto delle denominazioni di origine e la protezione del territorio, della storia, delle tradizioni e della cultura, che sono i valori portanti dei questi prodotti. Per Coldiretti, una semplificazione della politica di qualità europea può essere positiva, a patto che non prescinda da questi valori, esalti le peculiarità dei settori coinvolti e garantisca la tutela e la trasparenza dell’origine della materia prima. Altri due aspetti importanti che attengono al dibattito sulla qualità riguardano le Ig non agricole e la revisione del regolamento 207/2009 sui marchi comunitari. Il primo punto concerne la possibile estensione del sistema europeo di protezione delle indicazio-
ni geografiche ai prodotti non agricoli, su cui la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica, che è avvenuta da luglio ad ottobre del 2014. Come per i prodotti alimentari, l’indicazione geografica potrebbe costituire una tutela di imprese artigianali tradizionali contro la falsificazione e la delocalizzazione, con ricadute positive in termini di preservazione del patrimonio artistico e culturale delle zone interessate, un incentivo all’aumento delle produzioni locali e dei relativi addetti e una difesa per gli stessi consumatori, che potrebbero usufruire di una maggiore trasparenza per individuare l’autenticità dei prodotti attraverso un marchio europeo (come quello delle Dop/ Igp). Anche il Copa Cogeca si è espresso in senso favorevole, a patto che sia salvaguardata l’origine e la provenienza delle materie prime. Il secondo punto riguarda la Revisione del regolamento 207/2009 sul marchio comunitario: la Commissione ha annunciato che, nelle ipotesi di revisione, sono previste modifiche per rafforzare la tutela delle Indicazioni geografiche ed una loro armonizzazione con alcune norme previste per
i marchi commerciali. In particolare, la Commissione pensa ad una gestione delle Ig attraverso l’Uami, l’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno con sede ad Alicante in Spagna, che si occupa, sotto la supervisione dell’Ue, di tutto ciò che riguarda le procedure di esame, registrazione, nullità di marchi comunitari e disegni e modelli comunitari registrati. Si tratta di un aspetto molto delicato e per molti versi preoccupante, ad esempio per quanto riguarda i finanziamenti, i costi da pagare per la registrazione all’ufficio di Alicante di Dop/Igp, nonché sulle competenze e sinergie tra il sistema dell’Unione e quello degli Stati membri, tutti aspetti ancora da chiarire.
Riunione della Sottosezione Allevatori Bovini Razza Piemontese È stata fissata per lunedì 9 marzo 2015 alle ore 10 la riunione della Sottosezione degli Allevatori di Bovini della Razza Piemontese. L’incontro si terrà presso il ristorante Giardino dei Tigli in frazione Cussanio a Fossano. All’ordine del giorno, le comunicazioni del presidente della Sottosezione Allevatori Bovini di razza Piemontese, l’aggiornamento sull’attività istituzionale a cura del presidente Ara Piemonte, l’informativa tecnica a cura di Anaborapi e il rinnovo delle cariche della Sottosezione.
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RUSSIA: CALA DEL 37% EXPORT ITALIANO. TRIONFA IL TAROCCO
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e esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia nel 2015 sono crollate del 37 per cento per una perdita di oltre 246 milioni nel solo mese di gennaio. E’ quanto emerge da una analisi sulla base dei dati Istat sul commercio extra Ue a gennaio. Dall’analisi è evidente che le tensioni politiche hanno avuto riflessi anche sugli scambi anche di prodotti non colpiti direttamente dall’embargo, ma particolarmente significativi per l’Italia. E’ particolarmente pesante il bilancio per i prodotti colpiti direttamente dall’embargo scattato dal 7 agosto che ha sancito il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce. Ai danni diretti, vanno aggiunti quelli indiretti determinati dalla diffusione sul mercato russo di imitazioni low cost dei prodotti italiani che rischiano di scalfire l’immagine dei prodotti originali nel
tempo, dal parmesan al provolone, dalla mozza-
rella al salame. L’Italia ha perso nel 2014 oltre 1,25 miliardi di export in Russia per l’effetto dell’embargo e delle tensioni politiche che hanno frenato gli scambi. E’ quanto emerge dal bilancio definitivo tracciato da Coldiretti in riferimento all’annuncio del possibile varo di nuove sanzioni contro il paese di Putin da parte dell’Unione Europea, con il disaccordo della Grecia guidata dal nuovo premier Tsipras. Le esportazioni di made in Italy in Russia sono crollate dell’11,6 per cento rispetto all’anno precedente, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati Istat relativi al 2014. Se i settori più colpiti sono chiaramente quelli interessati dall’embargo che ha sancito a partire dall’8 agosto il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroa-
limentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, perdite di quote di mercato considerevoli si registrano anche in altri importanti comparti, dal tessile all’arredamento fino ai mezzi di trasporto. Nell’agroalimentare si sommano anche i danni indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in italy. Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha infatto provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il parmesan Pirpacchi tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin.
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Verdure: fiammata prezzi al consumo con + 6,8%
Si infiammano a gennaio i prezzi dei vegetali freschi al consumo, che fanno segnare un aumento del 6,8 per cento rispetto al mese precedente. Emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che tornano ad aumentare i prezzi degli alimentari che, complessivamente, fanno segnare una crescita dello 0,6 per cento in termini congiunturali, in base ai dati Istat sull’inflazione a gennaio. Rialzi congiunturali si rilevano, inoltre, per i prezzi dell’olio di oliva in aumento dell’1,4 per cento sotto la pressione del forte contenimento della produzione nazionale che è su livelli da minimo storico. In calo anche le quotazioni del pesce fresco di acqua dolce (+2,0 per cento), di mare di pescata (+0,9 per cento), di mare di allevamento (+0,8 per cento) mentre diminuiscono i prezzi della frutta fresca (-0,1 per cento su base mensile). Nonostante il rimbalzo al consumo, i prezzi pagati agli agricoltori alla produzione rimangono bassi con un calo generale dell’1,2 per cento a gennaio 2015 rispetto all’anno precedente.
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Si dell’Ue allo stoccaggio privato di carni suine Il Comitato di gestione a Bruxelles ha approvato la bozza di Regolamento per lo stoccaggio privato di carni suine e prosciutti. Il provvedimento è stato proposto dal Commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, su richiesta dell’Italia, per contrastare il calo dei prezzi causato anche dall’embargo russo. L’obiettivo è eliminare un considerevole volume di prodotto dal mercato, con l’effetto di stabilizzare la situazione finanziaria degli agricoltori. Il provvedimento prevede lo stoccaggio per una durata di 90, 120 e 150 giorni. Il Regolamento entrerà in vigore il terzo giorno successivo a quello della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, presumibilmente entro il mese di marzo.Per l’Italia la suinicoltura ha un valore strategico con 26mila aziende di allevamento, di cui oltre 4.500 fornitrici di materia prima per le Dop, e poco meno di 8,7 milioni di maiali (erano 9,3 milioni nel 2012), destinati per il 70 per cento alla produzione dei 36 salumi che hanno ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento di denominazione di origine (Dop/Igp). Il settore della produzione di salumi e carne di maiale in Italia, dalla stalla alla distribuzione, vale 20 miliardi. Nel 2013 l’export ha superato gli 1,18 miliardi di euro, con il mercato russo che rappresentava un valore di circa 55 milioni di euro.
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VERSO LA LIBIA SCENDE L’EXPORT AGROALIMENTARE
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’instabilità politica ha tagliato del 25 per cento le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani nel 2014 in Libia. Ad essere colpita, evidenziano i dati Istat, è stata soprattutto l’ortofrutta, la pasta, e le conserve di pomodoro. Nel 2014, il valore del Made in Italy agroalimentare esportato in Libia è sceso bruscamente ad un valore attorno a 160 milioni di euro che rappresenta comunque una componente importante dell’export complessivo. Per motivi culturali e religiosi sono quasi nulle le esportazioni di vino, formaggi e salumi mentre l’ortofrutta, soprattutto le mele, è il prodotto alimentare italiano più richiesto con una valore delle esportazioni attorno ai 50 milioni di euro nel 2014, in calo del 22 per cento rispetto all’anno precedente. La situazione è
precipitata nel 2015: preoccupazioni per il futuro riguardano anche le esportazioni di conserve di pomodoro che sono state pari ad oltre 40 milioni di euro e sono rimaste pressocché stabili nel 2014 (-0,2 per cento). Tiene l’export di caffè che è rimasto stabile attorno ai 3 milioni di euro mentre un drammatico calo si è registrato per le spedizioni di pasta Made in Italy che sono crollate dell’84 per cento ed ammontano ad appena 2 milioni di euro nel 2014. La guerra in Libia ha interrotto bruscamente il trend di forte crescita che avevano registrato le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy a partire dal 2008, in forte controtendenza rispetto alla crisi. Le tensioni sul mercato libico si vanno a sommare a quelle che hanno portato all’embargo di frutta e verdura,
formaggi, carne e salumi ma anche pesce in Russia con perdite stimate attorno ai 200 milioni di euro all’anno che non hanno però impedito alle esportazioni italiane di chiudere il 2014 facendo registrare il record storico per i prodotti agroalimentari e bevande nazionali raggiungendo il valore di 34,3 miliardi, con un aumento del 2,4 per cento rispetto all’anno precedente.
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COLDIRETTI: NEI PARCHI TROPPI VINCOLI ALL’AGRICOLTURA
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l disegno di legge regionale, già approvato dalla giunta Chiamparino, di riordino del sistema di gestione delle aree protette piemontesi, prima dell’ok del Consiglio di Palazzo Lascaris, in programma entro marzo, ha iniziato l’iter dell’esame nelle sedi istituzionali. A discuterne i contenuti
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E’ iniziato in Commissione Ambiente l’esame del disegno di legge regionale sul riordino dei Parchi piemontesi. è stata la Commissione Ambiente. “Il provvedimento - ha sottolineato l’assessore ai Parchi, Alberto Valmaggia - rispetto al Testo unico in vigore da cinque anni, ha in cantiere la diminuzione da 14 a 9 degli Enti gestori attraverso l’accorpamento di diverse aree, ma prevedendo, nelle stesse strutture di amministrazione, l’aumento da due a quattro dei componenti locali. Con la presenza delle Associazioni ambientaliste e degli agricoltori. Quindi, è un modo per estendere la rappresentanza, non per accentrare il controllo nelle mani della Regione”.
Per Coldiretti, è positivo l’accorpamento delle strutture di gestione, così come la rappresentanza del mondo agricolo costituisca una voce importante nella gestione dei parchi. Va però evidenziato come l’attività agricola delle zone parco sia stata spesso fortemente condizionata e lo sviluppo di determinate realtà aziendali come la costruzione di stalle o lo svolgimento di attività di trasformazione sia stata spesso ostacolata da norme assurde, la cui attuazione comporta dei costi non indifferenti per le imprese agricole. Occorre quindi mettere mano ai vincoli imposti dalla legge sui parchi nei confronti delle attività agricole, soprattutto quelle di allevamento e di pascolamento.
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divieti i mezzi utilizzati nei lavori agro-pastorali per raggiungere la propria casa o i terreni. In campo forestale, le regole saranno quelle attuali. E’ evidente che se ci riferiamo al Sito di Interesse Comunitario dell’Alevè, in valle Varaita, questo, considerata la valenza naturalistica, ha già una sua regolamentazione che mira ad una gestione equilibrata. Però, niente che impedisca le attività ordinarie”. C’è chi sostiene che non sarà più possibile realizzare nuovi sentieri? “I Parchi nascono per motivi di salvaguardia, ma pure per offrire, a chi ama la natura, l’opportunità di esplorare il territorio. La sentieristica, perciò, verrà incentivata, così da facilitare l’accesso alle strutture ricettive in quota. Cercando di sviluppare la Rete escursionistica regionale anche con fondi comunitari”.
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Tra i vincoli e divieti prospettati dai “contrari” c’è la pesca. Di conseguenza, non si potrà più praticare l’attività? “I diritti di pesca esistenti verranno mantenuti. L’attività è regolata dalla Provincia, come nel resto del territorio regionale”. Qualche differenza ci sarà per i cacciatori? “L’attività venatoria è vietata nelle aree protette dalla normativa nazionale. Ma la Regione, volendo favorire una corretta gestione faunistica ai fini dell’equilibrio della biodiversità animale e vegetale, ha stabilito, nel 2014, con un proprio Regolamento, che gli Enti Parco possano avvalersi anche di operatori esterni come i cacciatori. Con due clausole: preferibilmente residenti nei territori dei Comuni interessati dal Parco e soprattutto per il contenimento di specie come il cinghiale”.
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Gli agricoltori potranno ancora pascolare nei “nuovi” Parchi? Valmaggia:“Le attività agro-pastorali saranno sempre possibili e incentivate dagli “Enti Parco”. Sono innumerevoli le iniziative che, negli anni, hanno visto questi ultimi a fianco degli allevatori con finanziamenti destinati al miglioramento delle aree di pascolo, alle apparecchiature necessarie alla caseificazione, alla ristrutturazione dei fabbricati d’alpeggio, alla realizzazione degli abbeveratoi. Le uniche limitazioni riguarderanno le zone di sorgente o di torbiera”. Gli agricoltori potranno continuare ad utilizzare i mezzi motorizzati, compresi i trattori e potare le piante? “Gli imprenditori del settore potranno continuare a usarli come stanno già facendo, anche perché le norme regionali, in vigore, escludono dai
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LE RISPOSTE DELL’ASSESSORE AI PARCHI VALMAGGIA
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CONTRO IL KILLER DELLE API, ESPERTI E RICERCATORI A CONFRONTO
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l calabrone asiatico mette a rischio la nostra apicoltura?” Il tema sarà affrontato venerdì 13 marzo presso l’aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari di Cuneo, in un convegno organizzato da Coldiretti Cuneo in collaborazione con Aspromiele e con il contributo della Camera di Commercio, dove docenti universitari, ricercatori ed gli esperti del settore presenteranno un’analisi puntuale della situazione e faranno il punto sulle prospettive future, a partire dalle ore 14.30. Ad introdurre i lavori saranno, per Coldiretti
Venerdì 13 marzo, presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, il convegno organizzato da Coldiretti e Aspromiele Cuneo, Pier Giuseppe Abrate, membro della Consulta per l’Apicoltura della Regione Piemonte e Alessandro Piemontesi, presidente di Aspromiele. Seguiranno le relazioni sulle “Prospettive di contenimento dello sviluppo del calabrone asiatico” a cura del prof. Marco Porporato Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e alimentari (DISAFA) Università di Torino, e sull’ “L’attività di monitoraggio e prevenzione allo sviluppo della Vespa velutina in Provincia di Cuneo”, con l’inter-
vento del dott. Franco Parola, Responsabile Servizio Ambiente e Territorio di Coldiretti Cuneo, di Marco Bergero ed Ermanno Giordanengo, tecnici di Aspromiele. I lavori proseguiranno con la “Situazione e attività svolta nella lotta alla Vespa velutina nel ponente ligure”, presentata da Fabrizio Zagni di Apiliguria. Al covegno, interverranno il Comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato di Torino e il Vice Comandante del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cuneo. Vespa Velutina: nel 2005 l’arrivo e la diffusione in Europa Com’è ormai noto agli “addetti ai lavori” già nel 2005, nei dintorni di Bordeaux in Francia,
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è stata segnalata per la prima volta in Europa la presenza della Vespa Velutina, nota come calabrone asiatico. Da Bordeaux, tale insetto si è rapidamente diffuso oltre che in tutta la Franca, in Belgio, Spagna, Portogallo finché nel 2012 è stato per la prima volta ritrovato a Loano (SV) in Italia. Alla fine del 2013, la presenza del calabrone, oltre ad essere stata riconfermata in Liguria, è stata accertata anche per la provincia di Cuneo nelle aree meridionali confinati con la Liguria, in particolare la Val Tanaro ed in un caso a Borgo San Dalmazzo, a dimostrazione che le aree confinanti con la Riviera Ligure di Ponente ed il valico del Colle di Tenda, rappresentano le principali vie di ingresso nel territorio cuneese. Anche nel corso del 2014, in tali aree si sono registrate alcune catture. L’importanza di questo insetto è dovuta al fatto che si tratta di un attivo predatore delle api la cui attività può portare alla morte delle famiglie negli apiari o, nei
casi meno gravi, ad un forte disturbo dell’attività delle bottinaIl calabrone trici, tale da ridurre asiatico met te a rischio fortemente la produla nostra apicoltura? Analisi della zione ed indebolire la situazione at tuale e delle prospettive colonia, esponendofuture. la a ulteriori avverVenerdì 13 marzo ore 14 Aula Magna :30 sità tanto di natura del Dipartim ento di Scienz e Agrarie, Fo biotica che abiotica. restali e Alim Cuneo entari di L’arrivo del calabroPiazza Torin o n.3 ne asiatico in Italia Programma impone pertanto la - Ore 14:30 Saluto delle Autorità - Ore 15:00 sollecita adozione Introducono : Pier Giusep di una serie di pe Regione Piem Abrate Coldiretti Cune o, membro onte misure che condella Consult a per l’Apic Alessandro oltura della Piemontesi Presidente As sentano di sepr om iel e Relazioni gnalarne tem- “Prospettiv e di contenim pestivamente Marco Porp ento dello sv orato Dipartim iluppo del ca Università di ento di Scien la presenza, di Torino ze Agrarie, Fo labrone asiatico” restali e alime ntari (DISAF - “L’attività A) individuare e di m velutina in Pr onitoraggio e prevenzio ov distruggene in cia di Cuneo” allo svilupp Franco Paro o della Vesp la Coldiretti a Cuneo Marco Berg re i primi ero, Erman no Giordane ngo ASPROM IELE - “Situazione focolai in e attività sv olta nella lo ligure” tta alla Vesp modo da a velutina ne Fabrizio Za gni APILIGU l ponente RIA arrestarIntervengono : ne o, - Responsa bile tecnico almeno del Comand di Torino Ma o Regionale del Corpo Fo - Vice Coma rio Bignami restale dello ndante del Co ra l l e n Stato mando Prov Giancarlo Pa inciale dei Vi ternò gili del Fuoc tarne, la difo di Cuneo Segreteria Or ganizzativa : Coldiretti fusione nel Cuneo 0171 /447240 nostro Paese.
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IL FRANCHISING DELLA FASSONA È REALTÀ L’innovativa startup decolla nel cuore mercantile di Torino, a due passi dal popolare Balon
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n unico locale, in cui oltre al ristorante, si provvede alla vendita da asporto e alla consegna direttamente a casa: è stata inaugurata a Torino lo scorso 18 febbraio la Fassoneria-Compral, al Quadrilatero durante un opening-party che ha richiamato la clientela giovane ma anche la Torino degli affari. Questo “nuovo modello di alta qualità”, che suggella anche il patto tra la campagna e la città, è il punto di arrivo di una filiera corta e controllata senza passaggi tra chi produce e chi consuma. “Restaurant, catering, take away e delivery: l’obiettivo è ambizioso - sottolinea Fabrizio Bocca, titolare della Fassoneria firmata Compral che è pronto per nuove aperture a Torino e in altre città - . Il mondo Fassona ispira fiducia al consumatore. E’ un’eccellenza a portata di mano che puoi consumare al tavolo, portarti a casa per una cena, oppure farti consegnare a domicilio, nelle pratiche confezioni sottovuoto preparate nel Laboratorio Compral di Cuneo”. All’appuntamento, era presente la squadra degli allevatori-
produttori cuneesi, guidati dal presidente Roberto Chialva e dal direttore Bartolomeo Bovetti. Dice il direttore Bovetti: “Sul piano gastronomico il marchio Una tradizione secolare, aggiornata alle sfide della competizione globale: Compral, primo player della Fassona sul mercato con oltre 10 mila capi macellati all’anno, alimenta sei punti di vendita in Piemonte, rifornisce i corner del fresco nella Gdo di alta gamma, ed esporta bolliti e bistecche sulle nuove piazze dell’Estremo Oriente, a partire da Hong Kong
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onne Impresa Coldiretti coinvolge tutte le DONNE che svolgono un’attività agricola e gli obiettivi che si propone sono promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria femminile agricola, organizzare attività culturali di formazione e comunicazione con i consumatori, elaborare proposte di politica sociale per il mondo rurale, rappresentare Coldiretti nelle istituzioni di parità. Come segno di “appartenenza”, Donne Impresa Coldiretti ripropone una TESSERA di adesione che verrà trasmessa gratuitamente a tutte le imprenditrici che ne hanno fatto richiesta negli ultimi anni. Le imprenditrici che non dovessero riceverla, possono richiederla agli uffici zona e recapito Coldiretti oppure alla Segreteria Provinciale Donne Impresa tel. 0171447280.
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La validità è di 4 anni e oltre al significato sul piano sindacale consentirà di fruire di convenzioni siglate con: - aziende agricole di Coldiretti e la Bottega Localmente di Fossano; - il Consorzio Agrario delle Province del Nord-Ovest; - gli agriturismi Terranostra; - l’agenzia viaggi “In Terre di Granda Club” di Cuneo; - Istituto Idrotermale di Lurisia; - i supermercati Prestofresco; - Mondovicino Outlet Village di Mondovì; - C.D.C. per gli accertamenti sanitari; - Terra Viva Cooperativa Agricola di Busca. “Questo è solamente un accenno delle convenzioni siglate, altre sono in fase di definizione” spiega Laura Occelli, coordina-
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DONNE IMPRESA: LA NUOVA TESSERA 2015 trice del Movimento. “Si tratta di un importante strumento di fidelizzazione – afferma Laura Occelli coordinatrtice provinciale Donne Impresa Coldiretti – che consente, soprattutto attraverso le convenzioni siglate, di fare sinergia tra aziende agricole che partecipano attivamente al progetto di Coldiretti”.
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SPESA ALIMENTARE: VINCE IL RISPARMIO
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el 2014 è la spesa low cost nei discount alimentari a far segnare la migliore performance con un aumento del 2,4 per cento mentre al contrario il crollo maggiore si registra per le piccole botteghe alimentari (-2,6 per cento), tra tutte le forme distributive alimentari e non. E’ quanto emerge da una proiezione della Coldiretti sulla base dei dati Istat che evidenziano un ulteriore calo dell’1,2 per cento nel commercio al dettaglio nel 2014. Per quanto riguarda le categorie merceologiche si registrano ovunque risultati negativi ma in fondo alla classifica ci sono libri e giornali e dotazioni per l’informatica e la telefonia con un taglio del (-2,8 per cento). Una inversione di tendenza è previsto nel 2015 con il ritorno della fiducia tra i consumatori, ai massimi dal
2002, che spinge anche la ripresa nel carrello con la previsione secondo la Coldiretti di un aumento degli acquisti alimentari per la prima volta da inizio della crisi. Nel 2014 quasi la metà delle famiglie (47 per cento) ha dichiarato che le difficoltà economiche hanno avuto un effetto negativo sui consumi con la ricerca di prodotti e varietà low cost, rinuncia alle primizie e la ricerca di punti vendita più
economici, con tre milioni di famiglie che vanno nei discount, secondo una analisi Coldiretti/ Ixe’. In particolare nel carrello della spesa il 23 per cento degli italiani ha ridotto i quantitativi di ortofrutta, il 21 per cento ha acquistato prodotti e varietà che costano meno, il 16 per cento ha rinunciato a prodotti che costano troppo, il 13 per cento è andato alla ricerca di punti vendita con prezzi più bassi.
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AGRITURISMO: APPROVATA LA NUOVA LEGGE Nella nuova legge regionale è richiesto che almeno l’85% dei prodotti utilizzati sia di provenienza piemontese
È
stata approvata la nuova legge regionale sull’agriturismo, una voce importante per il Piemonte che, sul proprio territorio, conta più di 1100 strutture collocandosi al sesto posto in Italia dopo Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria e Veneto. Gli insediamenti sono localizzati soprattutto nelle province di Cuneo (344), Asti (176) e Alessandria (174). La precedente normativa era “vecchia” di vent’anni, troppi per un comparto dinamico che ha conosciuto uno sviluppo e un apprezzamento da parte dei turisti che l’ha visto crescere negli ultimi anni rispetto alle altre formule di vacanza e di soggiorno. Giuseppe Buttieri, presidente di Terranostra Cuneo, “ prendiamo atto dell’approvazione unanime della nuova legge regionale. Ora attendiamo i decreti e le circolari
Giuseppe Buttieri
attuative che devono tutelare i veri agriturismi ed evitare speculazioni”. Sette i punti cardine: favorire lo sviluppo e il riequilibrio delle zone agricole; agevolare la permanenza dei lavoratori del settore nelle aree rurali attraverso il miglioramento delle condizioni di vita e l’incremento dei redditi aziendali; creare occupazione per i famigliari dell’imprenditore; promuovere i prodotti lo-
cali tipici del comparto e quelli provenienti da coltivazioni biologiche; valorizzare le strutture dell’azienda tutelando l’ambiente; salvaguardare le tradizioni e le iniziative culturali del mondo rurale: incentivare i rapporti tra città e campagna, incrementando le potenzialità dell’offerta turistica piemontese. Almeno il 60% dei beni alimentari utilizzati per i pasti e le bevande dagli operatori del settore dovrà arrivare da altre aziende piemontesi e almeno il 25% essere di produzione propria. Quindi, soltanto il 15% potrà provenire da differenti circuiti di distribuzione. Inoltre, è stata introdotta l’ospitalità rurale famigliare: una nuova forma di accoglienza agrituristica che prevede solo l’uso del fabbricato abitativo dell’imprenditore, e non di altre strutture collegate,
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29 del territorio. La nuova legge, infine, consente anche uno snellimento delle procedure per chi vuole intraprendere un’attività agrituristica: sarà sufficiente, infatti, solo la Scia, segnalazione certificata di inizio attività”.
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con la possibilità di ricevere e somministrare pasti a un massimo di dieci persone al giorno. Commenta Giuseppe Buttieri, presidente di Terranostra Cuneo: La legge dà valore all’agricoltura piemontese: la ristorazione, infatti, deve utilizzare quasi esclusivamente prodotti locali e tipici, garantendo così agli ospiti di assaporare il vero Made in Piemonte e di conoscere la provenienza di ciò che viene portato in tavola. Inoltre, viene data attenzione alle zone svantaggiate, soprattutto quelle montane, dove l’agriturismo rappresenta un ulteriore presidio
La nuova legge ha snellito gli iter autorizzativi per le pratiche tecniche che riguardano l’aspetto ricettivo e ha specificato che l’attività agrituristica è collaterale a quella agricola: quest’ultima, infatti, deve essere prevalente.
L’assicurazione contro le avversità atmosferiche con la nuova Pac
Nelle Assemblee parziali di Condifesa Cuneo che hanno visto l’elezione dei delegati che voteranno il nuovo consiglio di amministrazione, sono state anticipate dal seminario “INFOPAC 2014” le nuove polizze agevolate. Quest’anno, infatti, con la riforma della PAC si avranno molte novità in materia di assicurazioni agevolate. Il contributo comunitario sulle assicurazioni non proverrà più dall’articolo 68 ma dal nuovo PSRN – Programma Nazionale di Sviluppo Rurale (il PSR nazionale che andrà a finanziare anche gli investimenti irrigui e miglioramento genetico del patrimonio zootecnico e biodiversità animale). E che andrà a integrarsi solo per il settore vitivinicolo con l’OCM vino, come già peraltro avveniva con l’articolo 68. Riguardo a queste novità per il 2015, è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni lo schema di decreto “Piano assicurativo agricolo 2015”. Tra le novità, il progressivo svuotamento del Fondo di Solidarietà Nazionale (D.lgs 102/2004), che rimane per le assicurazioni sulle strutture, a favore del contributo comunitario (raccolto). Nel dettaglio, quando si fa riferimento agli strumenti di gestione del rischio, oltre alle assicurazioni agevolate, la riforma PAC prevede anche la possibilità dei fondi mutualistici, che difficilmente verranno attivati quest’anno, in quanto al momento non vi è alcuna normativa nazionale. Trattandosi di materia molto complessa e di grande interesse per tutti i settori produttivi, Coldiretti seguirà, in accordo con il Consorzio di Difesa, gli sviluppi della situazione, affinché l’assicurazione non gravi sui costi di impresa più di quanto avveniva in passato.
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I DANNI DEI SELVATICI ALL’AGRICOLTURA: SERVE UNA SOLUZIONE URGENTE
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l 2015 è iniziato con numerose proteste da parte degli agricoltori per il perseverare di assenza di soluzioni fondate ed efficaci per contenere i danni da fauna selvatica. Dai cinghiali ai lupi, dai caprioli alle nutrie, le imprese agricole sono ormai esasperate dai danni economici che subiscono per l’assenza di adeguate contromisure a livello nazionale e regionale. Il problema è stato di nuovo portato all’attenzione da Coldiretti in occasione dell’evento “Ambiente, Legalità e Lavoro”, tenutosi nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati su iniziativa promossa da Federparchi - Europarc Italia, le Università degli Studi di Milano, Napoli, Pollenzo e Urbino, alcune Associazioni Venatorie e Cncn- Comitato Nazionale Caccia e Natura, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. Nell’occasione sono stati presentati cinque progetti per una nuova qualità della vita aventi specifiche caratteristiche influenti sulle tematiche al centro dell’in-
contro. L’iniziativa mira a porre in campo una nuova sinergia tra il mondo ambientalista, agricolo e venatorio, partendo dal presupposto che agricoltura, tutela ambientale e pratiche venatorie non sono in contraddizione, anzi: il rispetto delle leggi vigenti e la conoscenza approfondita delle diverse posizioni consente una collaborazione virtuosa, fatta di confronto e iniziative comuni. La criticità in cui il settore primario si trova per i cresciuti danni arrecati dalla fauna selvatica rappresenta ormai un fatto
estremamente rilevante sia per l’ambiente che per le attività produttive. L’attuale sistema normativo non sembra più capace di mantenere e adeguare le popolazioni di tutte le specie selvatiche in modo da garantire un equilibrio tra la loro presenza e l’esercizio dell’attività agricola e le politiche ambientali con la tutela delle risorse naturali, nonché dei valori culturali e sociali. Coldiretti ha richiamato l’attenzione su un tema complesso che richiede un approccio multidisciplinare in cui, agli aspetti
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31 sistema agroalimentare. Alimentazione e agricoltura devono costituire un binomio necessario, utile e quanto mai perfetto. Quanto richiesto da Coldiretti dovrebbe trovare soluzione nell’ambito dei diversi progetti proposti che affrontano, tra le altre, le seguenti tematiche: la costruzione del registro nazionale degli ungulati selvatici, l’importanza della biodiversità e la gestione della fauna selvatica, la valorizzazione delle eccellenze alimentari derivanti da pratiche venatorie rispettose della legge, la costruzione di una governance europea in materia faunistica. Ciascuna di queste iniziative avrà ricadute concrete su ambiente, legalità e lavoro: contrasto del bracconaggio, azioni di conservazione della fauna e di prevenzione su incidenti stradali e danni all’agricoltura causati
da alcune specie animali, diffusione di sistemi di produzione agroecologici che valorizzino la biodiversità per un uso compatibile delle risorse territoriali, maggiori garanzie in termini di sicurezza alimentare e tutela della salute umana ed animale, valorizzazione delle più efficaci ed efficienti esperienze di governance nei vari Paesi europei in materia di gestione faunistica, creazione di attività produttive in materia alimentare, basate su un corretto equilibrio tra uomo e natura. Coldiretti ha manifestato apprezzamento, per l’iniziativa affermando che la politica della caccia e quelle attinenti ai danni da fauna selvatica costituiscono argomenti urgenti da definire nell’interesse del territorio e del percorso di sviluppo e di tutela delle coltivazioni agricole.
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tecnici connessi alla prevenzione dei danni, si affianca l’indagine giuridica, volta non solo alla ricostruzione del quadro normativo di insieme, ma a evidenziare dei profili propositivi e l’approccio economico-estimativo, considerando che tanto la fauna selvatica quanto le attività produttive agricole conferiscono alla collettività benefici di natura materiale e immateriale. Il rischio dai danni causati dalla fauna selvatica ed in particolare dai cinghiali getta i presupposti per un sistema organico di interventi diretti alla tutela, alla gestione e al controllo delle specie di fauna selvatica presenti sul territorio; alla prevenzione e al risarcimento dei danni; alla pianificazione delle attività faunistico venatorie. Coldiretti ha posto in evidenza il grave fenomeno, in aumento, costituito dall’abbandono del territorio agricolo che va a generare anomala forestazione. Quando i residenti vanno via dalla campagna, oltre a venir meno il presidio del territorio, si determina un aumento dei selvatici ungulati ed anche dei lupi in alcuni territori. E’ stato quindi tracciato un breve quadro del mutamento dell’agricoltura dal 1950, fino al maggiore incremento della monocoltura cui vengono destinati i terreni, con conseguenti risvolti negativi sul
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no sguardo attento sulla normativa che interessa le imprese del settore e tutte le novità che riguardano l’apertura alla cessione dei diritti extraregionale e alla disciplina dell’Anagrafe vitivinicola. APERTURA ALLA CESSIONE DEI DIRITTI EXTRAREGIONALE E CONVERSIONE Un recente decreto fissa al 31/12/2020 la data limite di conversione in autorizzazioni dei diritti “concessi ai produttori” (inclusi i recenti diritti da allineamento) e che saranno detenuti al 31/12/2015, anche se derivanti da acquisto da terzi. Decade il divieto di trasferibilità dei diritti al di fuori del territorio regionale delle Regioni che avevano adottato tale decisione, tra cui il Piemonte. La validità dell’autorizzazione è la medesima del diritto che la
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origina e comunque scade al più tardi il 31-12- 2023. La conversione in autorizzazioni sarebbe su richiesta dell’interessato e non sistematica. Nulla si aggiunge circa lo scadere della possibilità di cessione del diritto a terzi e pertanto resta confermato il divieto sancito dalla CE a partire dal 31-12-2015. Coloro che intendono acquistare i diritti potranno farlo solo entro quest’anno e poi, se non utilizzati potranno convertirli in autorizzazioni; dal 2016 cessa definitivamente tale opportunità di acquisto “esterno”. ANAGRAFE VITIVINICOLA DICHIARAZIONE AZIENDE ENOLOGICHE Sono state diramate dalla Regione le circolari per la Dichiarazione anagrafe vitivinicola - Campagna 2014. Sono
esentate dall’obbligo le aziende agricole. L’adempimento avviene in forma telematica SIAP e la scadenza è prevista per il 31-3-2015. Una copia cartacea è conservata dal dichiarante, senza necessità di trasmissione ad alcun ufficio della Pubblica Amministrazione. Le imprese industriali, artigianali, commerciali, le cantine sociali e gli enopoli, operanti in Piemonte, che nel periodo di riferimento 1° agosto 2013 – 31 luglio 2014 , hanno prodotto e/o detenuto e/o commercializzato prodotti vitivinicoli, ai sensi della Legge regionale 13 maggio 1980 n. 39 e s.m.i e delle relative Istruzioni per l’applicazione, devono trasmettere alla Regione Piemonte esclusivamente tramite acquisizione telematica, entro il 31 marzo 2015, la Dichiarazione dell’Anagrafe Vitivinicola-Aziende Enologiche.
Per la presentazione della dichiarazione dovrà essere utilizzato, esclusivamente il Sistema Informativo della Regione Piemonte. L’omessa o ritardata presentazione della dichiarazione, la sua compilazione errata, non veritiera o parziale, comporte-
rà l’applicazione della sanzione amministrativa prevista dalla legge, nonché l’esclusione da ogni contributo amministrato dalla Regione Piemonte. Maggiori informazioni sulle modalità di compilazione e su ogni altro obbligo presso gli Uffici Coldiretti.
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Stiamo attendendo dalla Regione le informazioni circa il nuovo bando Ocm Promozione 2015: LA NOSTRA MISSION: ascoltare le esigenze dei soci, progettare attività, realizzare iniziative ed eventi e materiali ecc, per promuovere il vino all’estero, ottenendo finanziamenti pubblici. Soggetto operativo : associazione “Piedmont Red e White” ATTIVITÀ FINANZIABILI: singole missioni all’estero aziendali inserite nel progetto e iniziative collettive su fiere programmate o nuovi eventi da “inventarsi” insieme COSA FAREMO SUL PROGRAMMA 2015- 2016 ? : cosa vorranno i produttori. In programma un incontro aperto agli interessati per decidere su quali Paesi operare e stabilire quali attività programmare siano esse singole - personali che collettive. Ti aspettiamo
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Sono escluse dalla presentazione della dichiarazione: - le persone fisiche o giuridiche o le associazioni di dette persone, che nel periodo di riferimento hanno prodotto meno di 1.000 litri di vino da uve acquistate, purché tale vino non sia stato oggetto di successiva cessione; - le distillerie e gli acetifici; - le persone fisiche o giuridiche, o le associazioni di dette persone, che trattano esclusivamente prodotti già condizionati in contenitori etichettati ai sensi della vigente normativa; - le imprese agricole. Le imprese industriali, artigianali e commerciali, le cantine sociali ed enopoli, operanti in Piemonte che vinificano, manipolano o detengono prodotti vinicoli in più stabilimenti devono presentare una dichiarazione unica, in tale caso i dati aziendali dovranno comprendere anche le movimentazioni avvenute presso tutte le unità locali presenti sul territorio della Regione Piemonte che sono in capo all’impresa.
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n Piemonte il comparto produttivo della carne bovina, seppur in contrazione negli ultimi anni, continua a rappresentare un settore trainante dell’economia agroalimentare regionale, sia in termini di fatturato che dal punto di vista del numero di addetti. La produzione regionale, in termini di numero di capi bovini allevati, è in costante diminuzione negli ultimi anni, nonostante ciò continua a rappresentare circa il 12% della produzione nazionale. In Piemonte, oltre alla pregiata razza Piemontese che rappresenta circa il 60% della produzione, vengono allevate da molti anni anche le principali razze da carne francesi tra le quali le più rappresentative sono la Garonnese e la Limousine che insieme rappresentano circa il 35% della produzione regionale.
Asprocarne Piemonte da alcune settimane ha costituito un tavolo di lavoro attorno al quale si è cominciato a ragionare sulle possibili soluzioni ad una crisi che continua ad attanagliare gli allevamenti. Come già accennato brevemente sullo scorso numero, le richieste dei produttori piemontesi vertono su un Piano Carni che sia a tutti gli effetti un progetto di rilancio della zootecnia bovina da carne. Il progetto messo a punto prevede tre pilastri principali a sostegno dell’obiettivo unico: migliorare il mercato della carne bovina, distinguendola da quella di provenienza estera, per farla preferire ai consumatori, recuperare quote di mercato e remunerare adeguatamente l’impresa preparandola alle nuove sfide della PAC Europa 2020 e delle
nuove regole del commercio internazionale previste dagli accordi del WTO. I tre pilastri che abbiamo individuato quali punti fondamentali di sostegno sono: • L’istituzione di un marchio ombrello nazionale, da utilizzare insieme ai marchi regionali già conosciuti e che caratterizzano le nostre produzioni di qualità, legato al disciplinare di produzione del vitellone ai cereali che prevede tra l’altro un periodo minimo di allevamento in Italia anche per i ristalli provenienti dalla Francia. • La promozione di una filiera “tutta italiana” per la produzione di ristalli nazionali al fine di non più dipendere totalmente dall’estero nell’approvvigionamento di giovani bovini da destinare
Mario Panero
Presidente Asprocarne Piemonte
all’ingrasso. • Il finanziamento privato del Piano, e in particolare del marchio istituzionale, attraverso la raccolta privata di denaro con un prelievo obbligatorio (delibera ministeriale “erga omnes” vincolante per tutta la filiera) nei vari passaggi della filiera: allevatore, macellatore, commerciante.
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o scorso 19 Novembre si sono incontrati, in provincia di Cuneo, le Organizzazioni di Produttori ortofrutticole del Piemonte, le organizzazioni professionali e le centrali cooperative locali ed il Creso Centro Ricerche per discutere e proporre soluzioni alla pesante crisi di mercato in cui si trova il comparto della frutta estiva. “Sono tutti consci del fatto che non esiste una sola soluzione per guarire i mali del settore, ma si deve trovare una cura coordinata e condivisa da tutta la filiera e con l’ausilio delle Istituzioni. Dalla concertazione sono emerse diverse azioni da proporre, al fine di contrastare la pesante riduzione di reddito dei frutticoltori che, oltre a subire i danni causati da eventi climatici anomali, da ormai troppi anni subiscono la fluttuazione del mercato e la concorrenza di produttori ed esportatori di Paesi extra europei che possono vantare costi di produzione nettamente inferiori ai nostri e, non ultimo, scelte politiche internazionali sulle quali nulla può il singolo produttore”. Questo quanto si legge nella lettera sottoscritta da Coldiretti e dalle altre Organizzazioni agricole, insieme alle Centrali Cooperative, alle Organizzazioni dei Produttori ed al CreSo e inviata all’Assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero.
Serve anzitutto un coordinamento dell’intera filiera, poiché è impensabile che un unico attore possa mettere in campo una unica soluzione per tutto il comparto. E’ quindi assolutamente necessario che si creino sinergie tra il mondo della produzione e quello delle strutture di condizionamento e della trasformazione, nonché della filiera distributiva (GDO, altri canali di vendita), coninvolgendo anche le Istituzioni che possono dare il loro contributo. I concetti sui quali le Organizzazioni Agricole ed economiche della provincia di Cuneo ritengono necessario aprire un confronto sono i seguenti: 1. È necessario migliorare l’aspetto qualitativo, in particolare quello organolettico dei prodotti ortofrutticoli sfruttando oltre alla vocazionalità dei territori, le innovazioni varietali. Inoltre, bisogna applicare maggiormente le corrette pratiche agronomiche, poiché con esse si possono migliorare le caratteristiche merceologiche delle produzioni sia estetiche (soprattutto colore e pezzatura) che organolettiche (i carichi produttivi, gli apporti di acqua e concimi, si sa sono strettamente correlati con la qualità e conservabilità dei prodotti vegetali).
2. Alle Istituzioni si chiede di affrontare e fare annullare i velati protezionismi che diversi Paesi nel mondo attuano, impedendo di fatto l’esportazione dei nostri prodotti, utilizzando il più delle volte cavilli burocratici anche in assenza di veri e propri rischi fitosanitari (vedi questione Susine in Brasile ed India e Kiwi a Taiwan). 3. E’ altresì necessario togliere dal Mercato, sin da subito, i
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calibri più piccoli ( divieto di commercializzazione dei calibri C e D) e le seconde categorie di qualità, che, arrivati sul banco, disaffezionano il consumatore e producono di conseguenza effetti negativi sulla commercializzazione, riducendo i prezzi medi di vendita. 4. E’ necessario cominciare a considerare la GDO come un partner e non un “antagonista” del Mercato promuovendo, con l’aiuto delle Istituzioni, maggiori consumi di frutta anche per il miglioramento della salute pubblica, che ne derivereb-
be; di primaria importanza l’ortofrutta per una dieta sana ed equilibrata anche per prevenire le malattie (come diabete, obesità ecc.). La promozione deve essere coordinata e condivisa attraverso regole chiare e semplici, in modo che tutti gli attori partecipino attivamente a sostenerla senza che sia esclusivamente a carico dell’anello più debole della filiera. 5. Non dobbiamo dimenticare che è assolutamente necessario che le Istituzioni impongano maggiori controlli sui prodotti ortofrut-
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ticoli provenienti da aree soprattutto Extra-Europee, che non hanno ancora raggiunto standard qualitativi e salutistici pari alle nostre produzioni, senza dimenticare però, che tali controlli debbano essere effettuati anche direttamente nei punti vendita, per una maggior tutela del consumatore finale. 6. Il tavolo di lavoro può essere individuato nell’Organismo Interprofessionale (OI), ma occorre rivederne il funzionamento, in modo tale da poter consentire scelte democratiche e condivise.
La lettera inviata alla Regione, ed in particolare all’assessore Ferrero, ma anche alle altre Istituzioni, rappresenta per Coldiretti una buona base di partenza, che rispecchia quanto l’Organizzazione attraverso la propria Consulta aveva fatto emergere lo scorso anno e dove si chiedeva di affrontare il 2015 in tempo utile e non attendere, come spesso succede, la ricerca delle soluzioni quando il problema si manifesta. Coldiretti farà fino in fondo la sua parte, convinta che puntare sulla qualità rappresenta l’unica arma vincente della frutticoltura cuneese.
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ono stati presentati presso il Centro ricerca per la frutticoltura del CReSO a Manta, i risultati del Progetto “Imaging a risonanza magnetica per i prodotti ortofrutticoli”, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo attraverso il Bando Ricerca Scientifica 2011. I partner sono l’Università di Torino con Agroinnova e il Centro di Biotecnologie Molecolari, il Centro di ricerca CReSO e la cooperativa saluzzese Sanifrutta, che si occupa del condizionamento di frutta fresca. Antonio Degiacomi, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, ha descritto l’impegno della Fondazione a supporto della ricerca e dell’innovazione tecnologica, condotte sul territorio provinciale. Il cuore del seminario è stata la relazione di Agroinnova, capofila del Progetto e del Dipartimento di Biotecnologia molecolare di Torino, che hanno illustrato i risultati dell’attività di ricerca condotta in questi anni. Un prototipo di risonatore, che sfrutta lo stesso principio utilizzato per le analisi mediche ormai di routine, è stato progettato per radiografare i frutti e “leggerne” la struttura interna. Si è lavorato a correlare le immagini con i difetti “occulti”, per poter “leg-
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DAL CRESO, LA RISONANZA MAGNETICA PER LA FRUTTA Presentato a Manta, il progetto “Imaging” interessa tutti i prodotti ortofrutticoli”
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gere” le anomalie fisiologiche o patologiche nella struttura della polpa. Le linee di lavorazione attuali già montano apparecchiature sofisticate, che consentono di selezionare la frutta sulla base di parametri estetici (peso, forma, colore…) o gustativi. Mancava un lettore di difetti interni, che consentisse di individuare e scartare, ad esempio, i frutti con principi di marciumi interni. Niente più brutte sorprese per il consumatore. La MRI ha mostrato un potenziale molto interessante. Si tratta ora di adattare il prototipo da laboratorio alla lavorazione in linea. Nello scenario della frutticoltura cuneese, il Creso ha messo a punto gli standard di qualità per raffrontare le analisi convenzionali con le immagini della MRI. Sanifrutta, partner operativo del Progetto, ha descritto le prime prove di
applicazione in linea della tecnologia, in affiancamento ai sistemi di selezionamento già in uso. Le relazioni della giornata sono consultabili on line sul portale istituzionale del CReSO (www.cresoricerca.it).
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Il 2015 sarà “BIO”?
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l 2015 appena cominciato determina anche per il mondo del biologico un anno di collegamento. La transizione tra vecchia PAC ed ex PSR alla PAC 2014-2020 aprono uno scenario ancora parecchio incerto sui futuri contributi all’agricoltura biologica in generale. Fino al 2014, era possibile infatti aderire a misure contributive quali la 214.2 (lotta biologica) e la 132 (rimborso spese di certificazione) che permettevano a tutte le
aziende di poter essere “aiutate” nella gestione delle spese per la gestione biologica dell’azienda e della burocrazia richiesta dal biologico. D’altro canto, però, il futuro del bio non è poi così oscuro! Leggendo i giornali finanziari ed analizzando gli andamenti dei mercati nazionali ed esteri, possiamo infatti decretare con piacere che i consumi e la richiesta di prodotto certificato biologico sta crescendo e che il consumatore sta indirizzando le proprie scelte di mercato proprio nella direzione dei prodotti sani e certificati! In un momento abbastanza di crisi per i mercati agricoli, final-
mente buone notizie… In questa direzione, vanno anche i resoconti esposti al Biofach appena concluso: nel 2013, il fatturato raggiunto dalla vendita di prodotto biologico ha raggiunto i 72 miliardi di dollari! I paesi più “virtuosi”, in tal senso, si sono dimostrati ancora Svizzera e Danimarca, in cui l’attenzione all’alimentazione umana è sempre molto alta. Il numero di produttori anche è aumentato fino ad arrivare a 2 milioni e il dato è sicuramente più positivo, se si considera che attualmente in tutto il mondo sono coltivati biologicamente circa 44 milioni di ettari! Quando cresce l’attenzione, cresce purtroppo anche la speculazione e solo a fine gennaio Coldiretti ha appoggiato l’operazione della Guardia di Finanza che ha sgominato una truffa a scapito di circa 45.000 agricoltori biologici italiani il cui prodotto non veniva valutato a
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causa del continuo ingresso di prodotti contraffatti soprattutto dall’Est. Dopo l’operazione, si è richiesta maggiore trasparenza in etichetta per i prodotti biologici, segnandone la provenienza anche degli ingredienti per salvaguardare il made in Italy e la qualità nostrana. In tal senso, anche l’Europa si sta muovendo in direzione di una normativa magari più rigida per i produttori, ma che sia in grado di dare veramente importanza e valore alle vere aziende biologiche che credono nel loro sforzo di produrre cibo di qualità, nel pieno rispetto dell’ambiente. Coldiretti Cuneo non vuole stare a guardare ed ha iniziato a sondare il territorio per cercare nuovi mercati e opportunità economiche per le aziende biologiche locali… insomma il bio potrebbe essere una buona opportunità per le aziende agricole, informatevi presso i nostri uffici!
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FINALMENTE UNA BOCCATA D’OSSIGENO PER LE IMPRESE FRUTTICOLE
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a campagna commerciale di kiwi e mele sta dando, soprattutto sui cosiddetti “mercati d’oltremare”, risultati soddisfacenti e può rappresentare una boccata d’ossigeno per le imprese frutticole, soprattutto dopo la brutta campagna commerciale e le pessime liquidazioni della frutta estiva. Il kiwi, in particolare, ha trovato fin dall’inizio della campagna commerciale, e soprattutto per il prodotto “Made in Cuneo”, una buona collocazione sul mercato. A rendere particolarmente attivo il mercato, ha contribuito la presenza contemporanea di più fattori: la diminuzione negli ultimi anni della produzione a livello mondiale, causata dalla PSA del kiwi; una minore incidenza proprio della batteriosi del kiwi, nella stagione produttiva, nella nostra regione; una performance qualitativa
eccellente in Piemonte ed in Emilia Romagna, cui ha fatto da contro altare, un peggioramento notevole della qualità nelle altre regioni produttive; nonché, lo spazio lasciato libero dal Cile, colpito da una forte gelata, che ha provocato una particolare penuria di prodotto sul mercato nei mesi estivi. Complici le ottime quotazioni del prodotto realizzate da numerose aziende nel periodo della raccolta, si può tranquillamente constatare una campagna commerciale soddisfacente, anche se non va sottovalutata la sempre maggiore pressione esercitata sul mercato dal prodotto di origine greca, che, a causa dell’embargo russo, ha inevitabilmente riversato la sua quota di prodotto sugli altri mercati. Per quanto riguarda la campagna commerciale delle mele, nonostante l’incremento produttivo nazionale e mondiale, e le difficoltà dovute dall’embargo russo, il mercato sta procedendo regolarmente, con un deflusso delle scorte in linea con le annate precedenti, come confermato dai periodici rapporti di “Assomela”. Nella nostra provincia, a farla da padrona sono le la varietà del gruppo
Gala (circa 40 mila tonnellate), che fanno da traino sui mercati internazionali, anche per le altre varietà. Le mele p i e montesi vengono esportate in tutti i continenti e ormai la destinazione prevalente è quella cosiddetta “d’oltremare”, mentre il mercato europeo si dimostra sempre più difficile e meno recettivo. Ad essere apprezzate nel mondo, sono soprattutto le nostre mele a buccia rossa, premiate per l’ottima qualità raggiunta, un risultato che premia il percorso di selezione e miglioramento qualitativo affrontato negli ultimi anni. Il traguardo raggiunto con l’ottenimento dell’I.G.P. “Mela Rossa Cuneo”, è sicuramente un dovuto riconoscimento della qualità raggiunta nel nostro territorio, ma non può e non deve essere visto come la meta. Deve, invece, essere considerato come un importante strumento di promozione, utile per continuare e dove possibile incrementare, il lavoro di perfezionamento qualitativo perseguito negli ultimi anni.
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di commercializzazione specifiche: mele; agrumi; kiwi; lattughe, indivie ricce e scarole; pesche e nettarine; pere; fragole; peperoni dolci; uve da tavola; pomodori. Non sono invece soggetti all’obbligo di conformità alle norme di commercializzazione: • i prodotti destinati alla trasformazione industriale, o destinati all’alimentazione animale ad altri usi non alimentari a condizione che siano chiaramente contrassegnati con la dicitura “Destinati alla Trasformazione” o “Destinati all’alimentazione animale” o ad ogni altra dicitura equivalente; • i prodotti che il produttore cede, nella propria azienda,
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43 mento e di imballaggio per essere ivi resi conformi alle norme di commercializzazione tramite appropriato imballaggio; • i seguenti prodotti: funghi non coltivati; capperi; mandorle amare; mandorle sgusciate; nocciole sgusciate; noci comuni sgusciate; pinoli (o semi del pino domestico); pistacchi; noci macadamia; noci pecàn; altra frutta a guscio; banane da cuocere essiccate; agrumi secchi; miscugli di noci tropicali; miscugli altra frutta a guscio; zafferano.
L’etichetta Sia i prodotti soggetti alle norme di commercializzazione generale, i prodotti soggetti a norme di commercializzazione specifiche, devono essere correttamente etichettati. Premettendo la necessità di realizzare le “etichette” con sistemi che impediscano le eventuali colature dell’inchiostro e con le dovute differenze tra specie e specie, proviamo di seguito a sintetizzare le indicazioni necessarie: 1. Specie: è necessario indicare la specie (in questo esempio PESCHE) e poi seguire le indicazioni delle norme di
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al consumatore; • i prodotti venduti direttamente dal produttore al consumatore, per il fabbisogno personale di quest’ultimo, su mercati riservati esclusivamente ai produttori di una data zona di produzione, come definiti dal D.M. (Mipaaf) 20 novembre 2007; • i prodotti che sono sottoposti a operazioni di mondatura o taglio che li hanno resi “pronti al consumo” o “pronti da cucinare”; • i prodotti commercializzati come germogli commestibili dopo la germinazione di semi di specie di piante classificate come prodotti ortofrutticoli; • i prodotti venduti o consegnati dal produttore a centri di condizionamento e di imballaggio o a centri di deposito, oppure avviati dall’azienda del produttore verso tali centri; • i prodotti avviati, ma non ceduti, da centri di deposito verso centri di condiziona-
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commercializzazione che variano da specie a specie. Nel caso delle pesche sono obbligatori il nome della specie ed il colore della polpa, è facoltativo inserire anche il nome della varietà. 2. Origine: è obbligatorio riportare lo stato di produzione (Italia) e facoltativo riportare dizioni più caratterizzanti (Italia, Cuneo, ecc.) 3. Categoria (CAT): per tutti i prodotti normati è obbligatorio riportare la categoria del prodotto, secondo le specifiche del singolo regolamento. 4. C a l i b r o (CAL): per tutti i prodotti normati delle categorie I ed Extra, è obbligatorio riportare anche il calibro del prodotto, secondo le specifiche del singolo regolamento. 5. Tara – Peso: va indicato il peso all’origine o la tara
dell’imballaggio; la prima dizione si usa per la vendita prevista a collo mentre, la seconda si usa per la vendita prevista a peso. 6. Imballatore e/o speditore: vanno riportati il nome e l’indirizzo. 7. Lotto: è obbligatorio identificare il lotto di produzione e/o confezionamento; la metodologia va stabilita dalla singola impresa; di minima è un codice alfanumerico preceduto dalla lettera L. che, permetta di rintracciare velocemente e con certezza, le diverse partite prewsenti in azienda. 8. Banca Dati Nazionale degli Operatori Ortofrutticoli (BDNOO): occorre riportare il numero d’iscrizione alla BDNOO; per tutti coloro che sono esenti occorre riportare la dizione: “esonerato ai sensi del D.M. del 03/08/2011 n. 5462” Nella vendita al minuto, le indicazioni esterne, all’imballaggio, devono essere presentate in modo chiaro e leggibile. I
prodotti possono essere posti in vendita a condizione che il rivenditore esponga accanto ad essi, su apposito cartello, in caratteri chiari e leggibili, le informazioni relative al Paese di origine e se del caso, alla categoria e alla varietà od altre caratteristiche commerciali, in modo tale da non indurre in errore il consumatore. Le indicazioni sono obbligatorie sia per i prodotti assoggettati alle “Norme specifiche” che per quelli assoggettati alla “Norma generale”. IMPORTANTE: fatta eccezione per le ricevute al consumatore finale, oltre all’iscrizione alla BDNOO o l’eventuale esenzione, le fatture ed i documenti di accompagnamento, devono recare il nome del prodotto, il numero di lotto ed il Paese di origine. Per i prodotti soggetti a norme di commercializzazione specifiche vanno poi riportate, le caratteristiche richieste dalle singole norme (categoria, calibro, varietà ecc.).
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utti i produttori ortofrutticoli che operano nel settore degli ortofrutticoli freschi devono porre la massima attenzione all’applicazione della normativa comunitaria in materia di commercializzazione. Attualmente la materia è disciplinata dal Regolamento di esecuzione (UE) n.543/2011, alla quale sono soggette, pur con diversi livelli di adempimenti, tutti gli operatori della filiera dell’ortofrutta fresca. Le imprese che, a valle della produzione primaria, effettuano il confezionamento o la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, sono tenute all’iscrizione nella Banca Dati Nazionale degli Operatori Ortofrutticoli (BDNOO). In particolare sono tenuti all’iscrizione alla BDNOO i seguenti
soggetti: • grossisti di mercato e fuori mercato (operatori che commercializzano all’interno o al di fuori dei mercati all’ingrosso, che utilizzano gli appositi stand e/o che sono in possesso di magazzini idonei per la commercializzazione dei prodotti); • imprese che commercializzano per conto terzi (es. commissionari); • Organizzazione dei Produttori (OP), loro associazioni (AOP) e gruppi di produttori (GP); • cooperativa di produttori non associati ad OP/AOP/GP o ad altra cooperativa; • imprenditore agricolo (non associato ad OP/AOP/GP od a cooperativa) con un volume annuo commercializzato, su-
periore a € 60.000 IVA esclusa, per i prodotti soggetti a norme; • centrali di acquisto per la grande distribuzione; • grande distribuzione organizzata GDO (ipermercati, supermercati, discount ed altre grandi superfici di vendita con un volume annuo di commercializzato del comparto ortofrutticolo superiore a € 60.000 IVA esclusa); • dettaglianti (con volume annuo commercializzato del comparto ortofrutticolo superiore a € 60.000) IVA esclusa; • tutti gli operatori che effettuano importazioni e/o esportazioni di prodotti ortofrutticoli freschi di cui all’’allegato I parte IX del Regolamento UE
ATTUALITÁ
COME FUNZIONA LA BANCA DATI NAZIONALE OPERATORI ORTOFRUTTICOLI Occorre riportare un’apposita dicitura per i produttori esentati dalla Banca dati
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46 n.1308/2013 da e verso Paesi terzi all’Unione. • gli operatori che effettuano contratti a distanza compreso il commercio elettronico (e-commerce) dei prodotti ortofrutticoli anche nel caso di non detenzione degli stessi. N.B.: i soggetti iscritti, sono tenuti a riportare anche sui documenti di trasporto e sulle fatture, oltre che in etichetta, il numero di iscrizione alla BDNOO. Sono invece esentati dall’obbligo d’iscrizione le seguenti categorie: gli imprenditori agricoli che vendono, consegnano o avviano i prodotti ortofrutticoli ai centri di confezionamento o di deposito, all’interno dell’ambito italiano; i titolari di centri di deposito che avviano esclusivamente i prodotti ortofrutticoli verso i centri di confezionamento e di imballaggio, all’interno dell’ambito italiano; gli imprenditori agricoli che av-
viano esclusivamente i prodotti ortofrutticoli agli impianti di trasformazione; gli imprenditori agricoli che cedono nella propria azienda i prodotti ortofrutticoli direttamente al consumatore, per il fabbisogno personale di quest’ultimo; le imprese agricole che conferiscono esclusivamente prodotti ortofrutticoli alle organizzazioni di produttori o alle cooperative di appartenenza per la commercializzazione; le cooperative che conferiscono esclusivamente prodotti alle organizzazione dei produttori per la commercializzazione; gli imprenditori agricoli ortofrutticoli (non associati ad OP o a Cooperativa), con un volume annuo di prodotto commercializzato inferiore a € 60.000. Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’IVA e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; strutture della G.D.O. (ipermercati, supermercati, discount ed altre grandi superfici di vendita) con un volume annuo di
prodotto commercializzato del comparto ortofrutticolo inferiore a € 60.000 (fatto salvo per imprese di nuova costituzione). Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’IVA e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; dettaglianti (esercizi specializzati in frutta e verdura, ambulanti), con un volume annuo di prodotto commercializzato inferiore a € 60.000 (fatto salvo per imprese di nuova costituzione). Tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’IVA e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione; le persone fisiche o giuridiche, la cui attività nel settore degli ortofrutticoli consiste esclusivamente nel trasporto delle merci (trasportatori). Importante: i soggetti esentati da tale obbligo di iscrizione alla BDNOO devono tuttavia riportare sui documenti di trasporto e sulle fatture la seguente dicitura “esonerato ai sensi del D.M. del 03/08/2011 n. 5462”
DAL 10 AL 12 APRILE SI SVOLGE LA XIII EDIZIONE DI FRUTTINFIORE
FIORI E FRUTTI PROTAGONISTI A LAGNASCO
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orna a Lagnasco dal 10 al 12 aprile Fruttinfiore, la manifestazione che per tre giorni vuole festeggiare la migliore produzione frutticola locale, per la frutta: quella sana, buona… e in fiore! Giunta alla sua XIII edizione, l’inaugurazione è prevista per venerdì 10 aprile alle 16.30 nel piazzale Asprofrut. Fruttinfiore accompagnerà i visitatori in una full immersion nel mondo della frutta, facendo scoprire e valorizzare il lavoro di un intero territorio. Un territorio ricco di colture, ma anche di cultura, di gente con ambizione, volontà, caparbietà, che grazie alla continua innovazione ha saputo trasformare antiche tradizioni nella moderna frutticoltura. Ricco il calendario degli ap-
puntamenti: saranno protagonisti, come sempre, lo STAO, Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura, i mercatini ricchi di prelibatezze, i laboratori e tante attività didattiche per i più piccoli. E non solo: arte e convegni, bancarelle ricche di curiosità, fuochi d’artificio, ospiti e, per tutti gli appassionati di fitwalking, la VII edizione della “Camminata tra i frutteti in fiore” . Confermato, inoltre, Fruttintavola, un percorso gastronomico in collaborazione con le Associazioni di categoria, per celebrare la frutta anche a tavola,
tra piatti tradizionali e gustose ricette innovative. Tra le novità di questa edizione, un’area dedicata agli Showcooking, a “golose” dimostrazioni di cucina con i prodotti del territorio. Tre giornate davvero intense per conoscere ed apprezzare il mondo della frutta, nella splendida cornice di un territorio ricoperto di fiori e frutti. All’organizzazione, la cui regia è affidata alla Pro Loco di Lagnasco, partecipano, oltre all’Amministrazione comunale che ha fortemente voluto ed
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48 appoggiato la manifestazione, le più importanti associazioni di produttori frutticoli del Piemonte, nonché l’Associazione che le raccoglie: Assortofrutta, insieme a Coldiretti Cuneo e CReSO. Il programma dettagliato dell’evento è visitabile sul sito ufficiale della manifestazione: www. fruttinfiore.it. DENTRO LA MANIFESTAZIONE PIAZZALE ASPROFRUT L’inaugurazione dell’evento è prevista presso il Piazzale Asprofrut, alle ore 16,30 di venerdì 10 aprile S.T.A.O. – Da venerdì 10 aprile
a domenica 12 aprile Sul piazzale Asprofrut si svolgerà la XIII edizione dello S.T.A.O. – Salone delle Tecnologie applicate all’ortofrutticoltura, che offre al visitatore ed agli addetti ai lavori il meglio della strumentazione tecnologica in ambito frutticolo. Scopo del Salone è quello di rafforzare lo scarso raccordo tra i vari segmenti della filiera, attraverso l’incontro dei maggiori rappresentanti del settore, dai produttori ai coltivatori, senza dimenticare il consumatore finale. Mercatino Fruttinfiore – Sabato dalle 10 alle 23 e domenica dalle 9 alle 19. Lungo il corso della Via principale di Lagnasco (Via Roma, da Piazza Umberto 1° fino al Piazzale Asprofrut, sede dello S.T.A.O.) troverà spazio il tradizionale mercatino di prodotti ortofrutticoli e della migliore tradizione gastronomica piemontese, uniti ad altri prodotti dell’artigianato locale sempre comunque legati al tema della frutta. Nella giornata di domenica,
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grazie ai volontari della Pro Loco si potranno degustare le fumanti e tradizionali frittelle di mele, ovviamente e rigorosamente a base di mele di Lagnasco. Via Tapparelli, sarà la sede della “Via della Cosmesi Naturale”, un incontro tra le maggiori aziende produttrici di cosmetici naturali, per coniugare bellezza e benessere immergendosi nella natura. In piazza Umberto 1° stand istituzionali e consorzi di valorizzazione Nella prima metà di Piazza Umberto 1° arrivando da Via Roma, troveranno spazio gli stand istituzionali, quelli delle delegazioni ospiti, ancora in fase di definizione, e i Consorzi di Valorizzazione e Tutela dei prodotti agricoli della Provincia di Cuneo. Anche quest’anno si vuole dunque proporre un momento di incontro tra realtà diverse, ma vicine per volontà di valorizzazione. Un momento espositivo e di vendita di prodotti rappresentato da una sorta di gemellaggio fra regioni ad alta vocazione frutticola.
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DETRAZIONE DI 200 EURO PER I TERRENI IN 33 COMUNI CUNEESI
IMU: UNA QUESTIONE ETERNA!
Roberto Moncalvo al Governo: “ E’ necessario eliminare le incongruenze coinvolgendo gli Enti territoriali. Mantenere l’esenzione per le imprese agricole professionali nelle aree svantaggiate”.
Il Senato ha approvato il decreto legge sulle esenzioni Imu riguardanti i terreni agricoli, accogliendo alcuni emendamenti del Governo e dei relatori. Ora il testo deve essere discusso alla Camera, ma arriva “blindato” perché verrà chiesta la fiducia. Il provvedimento stabilisce la detrazione di 200 euro, corrispondente a circa due ettari di superficie, per i terreni di collina svantaggiati e destina ai relativi
Comuni, a fronte del minor gettito, il contributo di 15,35 milioni di euro. In provincia di Cuneo sono interessati i territori di: Baldissero d’Alba; Bastia Mondovì; Camo; Castiglione Tinella; Ceresole d’Alba; Clavesana; Cossano Belbo; Diano d’Alba; Dogliani; Farigliano; Mango; Monchiero; Mondovì; Monforte d’Alba; Montà; Montaldo Roero; Montelupo Albese; Monteu Roero; Neviglie; Niella Tanaro; Novello; Pocapaglia; Roddino; Rodello; Sanfrè; Santa Vittoria d’Alba; Santo Stefano Belbo; Santo Stefano Roero; Sinio; Sommariva Bosco; Sommariva Perno, Trezzo Tinella e Verduno. Inoltre, estende agli anni successivi al 2014 l’esenzione per i terreni agro-silvo-pastorali a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile: cioè quelli di pro-
prietà comunale o privata gravati da “usi civici” e sui quali i componenti di una comunità hanno il diritto di godimento per caccia, pascolo, legno, semina, non in forza di una legge formale, ma per prassi. Infine, altro aspetto rilevante, il decreto prevede che non si applichino sanzioni e interessi nel caso in cui chi era tenuto a versare l’imposta per il 2014 lo effettui entro il prossimo 31 marzo. Le nuove norme, poi, garantiscono il diritto al rimborso o alla compensazione per quanti hanno già versato e non dovevano farlo, stabilendo anche che il ministero dell’Economia provveda, entro il 30 settembre 2015, a una verifica del reale gettito incassato dai Comuni per il 2014 in modo da procedere alle relative variazioni a loro favore.
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La cena dei Contadini a Benevagienna Sabato 7 febbraio a Bene Vagienna, si è svolta la decima edizione della “Cena dei contadini” presso il ristorante “L’arciprete”. L’adesione all’evento cresce di anno in anno: a questa edizione hanno partecipato circa 170 persone. Da tutti i partecipanti, un grazie va ai commercianti, sia del paese benese che al di fuori di esso, che hanno offerto prodotti e articoli, che sono stati estratti durante la serata e un ringraziamento sincero anche alle tre organizzatrici “che ci hanno messo la volontà e tanto impegno” per la buona riuscita della serata.
Grande partecipazione agli incontri di Giovani Impresa a Saluzzo Ancora un lunedì sera di grande partecipazione per Giovani Impresa a Saluzzo: oltre cento ragazzi hanno preso parte all’incontro organizzato dal movimento giovanile di Coldiretti. Due punti all’ordine del giorno: la presentazione dei bandi Ismea da parte di Sara Ferrero, capo area Impresa e Territorio di Coldiretti Cuneo; la presentazione dell’Accordo sull’acquisto di Gasolio Agricolo nei CAP Nord-Ovest che garantirà agli associati a Giovani Impresa sconti e agevolazioni per il rifornimento dei mezzi agricoli. Per informazioni e per partecipare ai prossimi incontri di Giovani Impresa organizzati nella Granda contattare la Segreteria Provinciale del movimento al numero 0171 447 348.
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PER L’ISTAT SONO IN CALO LE SUPERFICI COLTIVATE A CEREALI. TIENE IL NORD OVEST I positivi effetti dei contratti di filiera con il CAP del Nord Ovest consentono la tenuta della coltivazione del grano in Piemonte
S
emine in leggero calo nei campi italiani. A scattare la prima fotografia della situazione, in attesa del tradizionale bilancio di inizio annata stilato dal tavolo ministeriale sui seminativi, è l’Istat. Secondo l’Istituto, le intenzioni di semina dichiarate dai coltivatori fanno registrare una contenuta diminuzione della superficie a seminativi (-1,3 per cento). Calano, in particolare, frumento tenero (-7,6 per cento), mais da granella (-8 per cento) e sorgo (-8,5 per cento), mentre risultano in aumento frumento duro (+2,9 per cento), riso (+0,7 per cento) e cereali minori, quali orzo (+3,6 per cento), avena (+0,3 per cento) e “altri cereali” (+10,5 per cento). Osservando il dettaglio territoriale, per le superfici a frumento tenero si registrano cali in tutte le ripartizioni geografiche (-5,8 per cento al Nord-est, -12,6 per cento al Centro e -15,7 per cento al Sud e nelle Isole), a eccezione del Nord-ovest (+0,3 per cento). Per quelle a frumen-
to duro si prevede, invece, un aumento in prevalenza al Nordest (+15,5 per cento), contro una leggera flessione al Nord-ovest (-0,1 per cento).
Per quanto riguarda le piante industriali, si rilevano cali delle superfici investite a tabacco (-26,2 per cento), colza e ravizzone (-6,5 per cento), girasole (-0,7 per cento) e le “altre piante industriali” (-30,2 per cento); fa eccezione la soia, con un aumento del 13,5 per cento. Le prospettive per le ortive indicano una contrazione generalizzata delle superfici investite a pomodoro (-1,9 per cento), legumi freschi (-0,3 per cento)
e “altre ortive” (-9,9 per cento). Per le leguminose da granella, si prevede un aumento delle superfici investite a fagioli e fave (+12,7 per cento), a piselli (+5,3 per cento) e ad “altri legumi secchi” (+4,4 per cento). Per le foraggere temporanee, a fronte di una riduzione delle superfici investite per il mais da foraggio (-20,1 per cento), le intenzioni dichiarate indicano un aumento di quelle destinate alle “altre foraggere temporanee” (+3,6 per cento). Risultano in calo anche le superfici investite nella coltivazione della patata (-3,6 per cento) e della barbabietola da zucchero (-3,9 per cento). Per l’annata agraria 20142015 è poi previsto un aumento dell’1 per cento delle superfici investite a colture floreali. Contenuto l’aumento dei terreni a riposo (+0,2 per cento), legato principalmente alla rotazione agronomica pluriennale (61,9 per cento delle aziende agricole) e, in misura minore, all’incertezza sull’andamento del mercato e/o alla scarsa remunerazione dell’attività (19,2 per cento delle aziende agricole). Tra le “altre motivazioni” prevalgono quelle legate alle condizioni atmosferiche avverse e alla difficoltà di raggiungimento di alcuni terreni (14,7 per cento). Tra le lavorazioni che gli agricoltori intendono effettuare sui terreni a riposo nell’annata agraria 2014-2015, prevalgono quelle leggere (trinciatura, falciatura, bruciatura stoppie, paglie e residui colturali, 43 per cento), seguite da quelle pesanti (aratura, ripuntatura, erpicatura, 22,3 per cento).
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RIAPERTURA DI “LOCALMENTE” A FOSSANO
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iovedì 19 febbraio ha riaperto la bottega della Coop localmente di Fossano. Dopo qualche settimana di chiusura dovuta a lavori riferiti all’impianto di riscaldamento, si propone ai consumatori con importanti novità: il ban-
co della carne proporrà tutti tagli confezionati sottovuoto, la scelta di frutta e verdura di stagione è stata ampliata: vi si troveranno conserve, formaggi, preparati di vario genere, senza contare le tutte leeccellenze provenienti dalle aziende agri-
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cole del territorio appartenenti alla filiera agricola italiana. Con lo slogan “pensa globale, consuma localmente” la Bottega potrà sicuramente soddisfare tutte le esigenze di chi vuole consumare prodotti di qualità a km zero.
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Via Circonvallazione, 25/h - tel. 0175210211 - fax 0175210300 - tutti i giorni* Segretario di zona: Mario Dotto Bagnolo P. - Via Einaudi 1 - mercoledì 8.30-12 - tel. 0175348340 Barge – Piazza S. Giovanni martedì/giovedì 8.30-12 - tel. 0175343337 Casteldelfino – Municipio - penultimo giovedì 10-12 Lagnasco – Saletta CRS (entrata cortile Municipio) - martedì 9-11 Martiniana Po – Municipio - penultimo martedì 10-12 Melle – Municipio - penultimo mercoledì 10-12 Moretta – Via della Crociata (sopra ASL) - ultimo lunedì 8.30-12 Paesana – Via Roma, 35 - venerdì 8.30-12 - tel. 0175987299 Revello – Municipio - ultimo mercoledì 8.30-12 Sampeyre – P.zza della Vittoria, 45 - venerdì 8.30-12 - tel. 3398427526 Sanfront – Piazza Statuto - lunedì 8.30-12 - tel. 0175986214 Venasca – Via G. Marconi, 2 - lunedì 8.30-12 - tel. 0175567109 Verzuolo – Municipio - ultimo martedì 8.30-12
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Piazza Schiaparelli, 10 - tel. 0172727000 - fax 0172715903 - tutti i giorni* Segretario di zona: Danilo Todini Caramagna Piemonte – Municipio - venerdì 9-12 Casalgrasso – Municipio - 2º lunedì 15-16.30 Cavallermaggiore – Via Roma, 112 - lunedì 8.30-12.30 - tel. 0172389306 Racconigi – Piazza Vitt. Emanuele - giovedì 8.30-12.30 - tel. 0172820705
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AL VIA LA 34ª FIERA DELLA MECCANIZZAZIONE A SAVIGLIANO
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a 34a edizione Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola torna a Savigliano, dal 13 al 15 marzo, presso l’area fieristica di Borgo Marene. Dedicata alle tecnologie in agricoltura, si estende su una superficie di 46 mila metri quadri e ospita più di 350 espositori di attrezzature e macchinari agricoli nuovi e usati, per la pianura, la collina, la montagna, il giardinaggio. Occasioni di approfondimento, dibattiti, convegni sulle più recenti novità del settore, tutto
questo per invitare e coinvolgere i visitatori in un percorso che di anno in anno si arricchisce : sono tanti i passi in avanti compiuti dalla ricerca scientifica e tecnologica, frutto della continua innovazione delle aziende del comparto meccanico, che stanno aiutando le aziende agricole nella non facile congiuntura economica, spesso coniugando l’efficienza lavorativa con la massima attenzione all’incolumità del lavoratore e al rispetto dell’ambiente.
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Sotto il profilo della sicurezza e della tutela ambientale, molto si è fatto negli ultimi anni, perfezionando sempre di più trattrici e macchinari agricoli e proprio dalla Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano sono arrivati interessanti spunti di riflessione. Innovazione e applicazione della ricerca caratterizzano queste imprese ad ogni livello nella loro “mission” di sostenibilità. Un aspetto di primissimo piano che si concretizza con il “Concorso novità tecniche”, un’iniziativa indetta e seguita direttamente dal CNR – IMAMOTER, che ha lo scopo di valorizzare la realizzazione da parte di costruttori italiani di macchine o componenti che presentino perfezionamenti idonei ad assicurare un progresso tecnico nell’ambito della meccanizzazione agricola, con particolare attenzione alle ricadute sull’ambiente. Un orientamento, quello della cura della terra e delle produzioni di qualità e legate al territorio, che sembrerebbe garantire maggiore reddittività su lungo termine. Le aziende vincitrici verranno premiate venerdì 13 Marzo alle 11.00 in occasione dell’inaugurazione della Fiera e le motivazioni del riconoscimento verranno pubblicate sulle principali riviste specializzate con indubbi vantaggi in termini di visibilità per l’azienda attraverso l’innovazione premiata. Come sempre, una grande attenzione ai temi di maggiore rilievo per il settore, sviluppati attraverso incontri e dibattiti che inizieranno già qualche giorno prima della ma-
nifestazione e continueranno fino alla chiusura. Il primo appuntamento è previsto in data 7 marzo a partire dalle 09,00 presso la Crusà Neira con la quarta giornata della meteorologia. Tema di quest’ anno: “Meteorologia: grandinate e alluvioni. l’impatto sul territorio”. Un viaggio tra gli eventi estremi del passato per capire il presente e pianificare il futuro. Tanto le aziende agricole, quanto le realtà impegnate nel settore dei trasporti e della logistica, dell’energia, dell’ambiente devono confrontarsi con un aspetto fondamentale dell’intero ciclo di produzione: le condizioni meteorologiche. Al mattino si terrà un breve corso rivolto a tutti sulla meteorologia in Provincia di Cuneo. Al pomeriggio, ci sarà una tavola rotonda che avrà come ospite d’onore Fabio Galbiati oltre ad altri esperti in materia. Il convegno è organizzato da Datameteo e Meteo Network Onlus con la collaborazione dell’Ente Manifestazioni di Savigliano. Seguirà lunedì 9 marzo alle 20.30 presso la Crusà Neira (Piazza della Misericordia – Savigliano) il Convegno organizzato da Confartigianato Imprese Cuneo e A.R.PRO.M.A. - Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole e intitolato: “LA NUOVA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA” Quali opportunità per il tessuto agricolo ed artigiano piemontese”. Durante l’incontro, rivolto sia agli imprenditori agricoli che alle imprese attive nel campo della meccanizzazione e degli strumenti per l’agricoltura, ver-
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lunedì 9 mar
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ranno approfondite le opportunità legate al nuovo PSR, il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Piemonte, la cui attuazione si spera possa incidere positivamente sul rilancio dell’economia locale. La nuova Politica Agricola regionale, infatti, inserendosi nel contesto della “Strategia Europa 2020”, è finalizzata a rilanciare l’economia dell’UE nel prossimo decennio, convogliando attenzione e risorse su occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e rapporto climaenergia. Stimolare la competitività del settore agricolo diventa
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Grazie a tutti gli inserzionisti presenti su questo numero del giornale che con la loro presenza in Fiera alimentano la filiera della meccanizzazione agricola nella provincia di Cuneo e nel mondo.
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GAMMA TURBOFARMER MERLO: MACCHINA DELL’ANNO AL SIMA
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n occasione dell’edizione 2015 del SIMA di Parigi (una delle fiere agricole più importanti d’Europa), la giuria del concorso “Macchina dell’anno”, composta da 19 giornalisti internazionali, ha consegnato il premio di Macchina dell’anno nella categoria movimentazio-
ne e logistica alla nuova gamma Turbofarmer modulare Medium Duty e Compatti. Presentata in anteprima mondiale al Sima, questa nuova famiglia di telescopici, con telaio modulare, è destinata a rispondere alle esigenze di uno dei settori di mercato più importanti in termini di volumi. Per lo sviluppo di questa gamma, gli ingegneri del Gruppo Merlo sono partiti ancora una volta da un foglio bianco per ridefinire gli standard di mercato. Queste nuove gamme sono composte da quattro modelli TF33.7, TF35.7, TF30.9, TF33.9. La nuova concezione modulare introdotta de Merlo consente di ottenere, a partire da queste quattro macchine, ben 16 differenti versioni. Le caratteristiche: due larghezze: 2.24 m
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e 2.1 m; due altezze: 2.25 m e 2.12 m; versioni « Low Profile » 2.0 m di altezza con la stessa cabina (stessa abitabilità), 40 Km/h, omologazione trattrice agricola; la cabina più ampia della categoria con sospensione idropneumatica brevettata - unica al mondo. Velocità di 40 Km/h su tutta la gamma; 2 motorizzazioni: 75 CV and 122 CV senza filtro antiparticolato e SCR; Eco Power Drive di serie, per ridurre i consumi fino al 18%; Fan Drive. Questo riconoscimento segue quello ottenuto nel 2014 dalla nuova gamma Turbofarmer II, i fratelli maggiori di quelli premiati oggi e conferma lo spirito innovativo e visionario che ha decretato il successo dei prodotti Merlo da oltre 50 anni.
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disfare gli otre 30 milioni di appassionati consumatori di birra presenti in Italia dove tuttavia il consumo procapite e di 29 litri, molto poco rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, l’Austria 107,8, la Germania 105, l’Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82. A sostenere la produzione italiana di birra ci sono le coltivazioni nazionale di orzo con una produzione di circa 860.000 tonnellate di orzo nel 2014 su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola unitamente al Ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90.000 tonnellate. Da tempo, Coldiretti ha stimolato, perseguito ed avviato la politica delle filiere corte del “Made in Italy” agroalimentare, nel senso che il produttore partecipa, attraverso le sue forme associate fino alla gestione del prodotto finito sul mercato. Contestualmente, si sta potenziando su tutto il territorio nazionale la rete distributiva di “Campagna Amica”, presso la quale il consumatore trova i prodotti firmati direttamente
dal produttore in una sorta di vera tracciabilità. Tale politica ha stimolato la nascita di talune iniziative progettuali nel segmento della birra artigianale o agricola, avviando una nuova imprenditorialità costruita con l’impiego dell’orzo aziendale in un contesto produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore. In questa situazione di grande dinamicità, a supporto della trasparenza dell’informazione dei consumatori, è però necessario qualificare le produzioni nazionali con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy produzioni straniere.
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olano le esportazioni di birra italiana all’estero con un aumento del 13 per cento in quantità nel corso del 2014 rispetto all’anno precedente, con oltre la metà delle spedizioni dirette nel Regno unito dove nei pub si diffonde la presenza delle produzioni artigianali nostrane. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi i primi dieci mesi del 2014, in occasione di “Beer Attraction International Craft Breweries Show”, in corso a Rimini Fiera. A sostenere le esportazioni è anche il boom nella produzione artigianale di birra Made in italy con oltre 600 microbirrifici nel 2014 rispetto alla trentina censiti dieci anni fa, in netta controtendenza alla crisi. La produzione di 30 milioni di birra artigianale italiana, destinati per il 10 per cento all’esportazione, rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i piu’ attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Una offerta variegata in grado di sod-
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FURTI E RAPINE NELLA GRANDA: LA DELINQUENZA CHE NON SORPRENDE I recenti dati statistici non lasciano spazio alle interpretazioni: i reati nella Granda sono troppi. Ma non è certo una sorpresa
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el 2014 nella Granda sono stati commessi 8837 furti, 2954 infrazioni, 145 rapine e sono stati denunciati 19520 crimini. Guida la triste classifica il distretto monregalese, nonostante il numero di reati nel 2013 fosse già alto, i dati estrapolati dal rapporto Censis hanno segnalato un aumento consistente: in un anno, le rapine sono passate da 9 a 19; i furti sono cresciuti del 30 percento; un abitante ogni 29 ha denunciato un crimine. Una situazione grave di cui molti, però, erano già a conoscenza. In primo luogo i cittadini che vivono ogni giorno il disagio di crimini così frequenti e che, nelle zone più colpite, sono da tempo stremati e spaventati dal susseguirsi di furti e rapine. In
Lorenzo Bergese
secondo luogo le Organizzazioni che hanno le loro radici nel territorio; come Coldiretti, che già il 13 febbraio dello scorso anno durante un’incontro con il prefetto di Cuneo Giovanni Russo aveva denunciato l’isolamento e le difficoltà di coloro che risiedono nei nuclei abitativi più lontani dai centri abitati (ne dava
notizia “Il Coltivatore Cuneese” numero 3 del 2014). Ma quali sono le origini di questa situazione? “Non c’è una sola spiegazione – ha dichiarato Lorenzo Bergese, Presidente dell’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti – sicuramente spostare tutti i servizi e i presidi delle forze dell’ordine nelle grandi città ha favorito la crescita dei reati in campagna. Ma tutto ciò non è affatto una novità: la delinquenza che tormenta la provincia è solo l’ennesimo riflesso di una più ampia politica accentratrice che tende a trascurare i territori extraurbani, una politica che Coldiretti contesta, anche per mezzo dell’Associazione Pensionati, e che ha già colpito la sanità della Granda” (approfondimento sullo
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scorso numero de “Il Coltivatore Cuneese”). A questo punto la domanda è: a chi giova la riduzione dei servizi nei territori extra-urbani? Anche in questo caso, come ha detto Bergese, non c’è una sola risposta. Possiamo però assicurare che non giova agli abitanti della provincia di Cuneo che, senza una rapida e pragmatica inversione di marcia, rischiano in pochi anni di diventare cittadini di seconda categoria. DECALOGO Negli ultimi anni l’Associazione Pensionati ha spesso cercato di contrastare la diffusione di furti e raggiri. Dai vari incontri sulla sicurezza, estrapoliamo un decalogo che speriamo possa essere utile a tutti i nostri lettori: 1. Proteggete il contatore esterno della luce con una cassetta metallica chiusa a chiave per impedire che qualcuno possa staccare la corrente; 2. Non aprite il cancello o il portone quando non siete sicuri di conoscere la persona che chiede di
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entrare; 3. Non mandate ad aprire i bambini senza aver verificato chi suona alla porta; 4. Evitate di lasciare sulla porta di casa biglietti (rivolti ad amici, al postino, al corriere, …) che indicano che in casa non c’è nessuno; 5. Tenete la porta di casa chiusa e protetta con una catena di sicurezza; 6. Non tenete in casa grosse somme di denaro, gioielli o oggetti di valore;
7. Ricordate che la luce accesa e i rumori (voci, televisione, radio) tengono lontano i malintenzionati e aiutano a far credere che ci siano più persone in casa; 8. Quando uscite di casa accertatevi sempre che tutte le porte e le finestre siano chiuse; 9. Sensibilizzate i vicini affinché ognuno svolga reciproca attenzione alle case dei dintorni; 10. Non esitate a chiamare il 112 (Carabinieri) o il 113 (Polizia di Stato).
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L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ SALVA LE NOSTRE DOP
L
’Organizzazione Mondiale della Sanità ha predisposto uno schema di “Profili nutrizionali”, ovvero quel rating assegnato agli alimenti per determinare l’adeguatezza o meno di pubblicità rivolte a pubblici sensibili, come ad esempio i bambini. Le linee guida Oms non hanno un valore giuridico vincolante, ma rappresentano un primo passo verso una armonizzazione dei profili nutrizionali. Lo schema riprende in buona parte quanto preliminarmente fatto nel Regno Unito dalla Food Standard Agency per regolare la pubblicità di junk food ( i c.d. cibi spazzatura) ai minori. In Europa mancano ancora i profili nutrizionali, pure promessi nella normativa (Reg. 1924/2006) per determinare quali alimenti possono fare rife-
rimento a marketing di salute (i cosiddetti “claim”, come “a ridotto tenore di grassi”, “light”, “ricco di vitamina E”, “la vitamina C aiuta a combattere lo stress ossidativo”, etc). Fino ad oggi questo ha comportato che anche alimentispazzatura, magari perché riformulati o arricchiti di vitamine, potessero vantaggiosamente essere pubblicizzati come salubri: un inganno immediato ai consumatori, e in particolare, a quelli più sensibili come i bambini. Tuttavia, molti alimenti (come ad esempio i succhi di frutta, anche quando 100 per cento da frutta) risulterebbero discriminati sulla base non di punteggi nutrizionali che tengano in conto il valore complessivo dell’alimento, ma semplicemente il superamento di soglie di alcuni nu-
trienti critici (sale, grassi saturi, zuccheri aggiunti, calorie), senza “capire” la vera natura del prodotto (se ad esempio, contenga nutrienti essenziali a bilanciare quelli critici, rendendo comunque vantaggioso il consumo di quel cibo). Un aspetto interessante riguarda il fatto che le Denominazioni geografiche (come le Dop) non saranno incluse e potranno autonomamente continuare a essere promozionate. Una linea di coerenza con la più ampia politica agricola di qualità europea, come chiesto con forza da Coldiretti. Non sarebbe comprensibile da un lato promuovere una agricoltura differenziale e di particolare pregio qualitativo e, dall’altra, “sanzionare” e punire gli stessi prodotti sulla base di criteri nutrizionali parziali.
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BASTA INCOLPARE CARNE E FORMAGGI: I GRASSI NATURALI NON FANNO MALE
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na nuova ricerca medica scagiona i grassi: sebbene in base alle linee guida delle autorità nazionali – i “consigli generali alla popolazione” – andrebbero limitati, in una forbice compresa tra il 25 per cento ed il 35 per cento del totale delle calorie giornaliere, non vi sono evidenze certe che ridurre i grassi di qualsiasi natura sia benefico. Le linee guida alimentare (Food Based Dietary Guidelines) degli ultimi anni prevedevano di limitare a 25 per cento 35 per cento l’assunzione di grassi come apporto calorico complessivo. In base ad una ricerca pubblicata su Openheart e condotta a partire solo da Studi Controllati Randomizzati (RCT), non vi sarebbero forti relazioni tra risultati di salute (mortalità e malattie cardiovascolari) e introito complessivo di grassi. Di conseguenza le Linee Guida di Usa e Regno Unito (che sono quelle investigate dalla ricerca, a confronto con studi clinici) sarebbero state basate su dati non adeguati. Inutile, dunque,
mantenersi al di sotto del 30 per cento delle calorie da grassi, e al di sotto del 10 per cento di quelle da grassi saturi in particolare. Insomma, i grassi non vanno demonizzati: né quelli di origine vegetale e “nobili” come l’olio extravergine di oliva, per il quale addirittura i pionieri della dieta mediterranea non pongono restrizioni quantitative, né quelli di origine animale come il burro o formaggi, che nelle giuste quantità, rappresentano fonti di nutrienti importanti. In Europa, non sembra esserci un consenso assoluto sulla
quantità di grassi ideale da assumere quotidianamente come percentuale delle calorie totali. Si oscilla di poco, è vero (generalmente, dal 30 per cento al 35 per cento), ma permane una ragionevole divergenza a livello di singoli Stati analizzati. L’Austria, la Danimarca, la Svizzera raccomandano di non superare il 30 per cento dell’energia da grassi, mentre il Belgio il 35 per cento; altri paesi (Svezia, Norvegia e Finlandia), per contro, suggeriscono un intervallo di consumo (dal 25 per cento al 35 per cento dell’energia da grassi).
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IL CONSUMO DI PANE SCENDE AL MINIMO STORICO DALL’ UNITÀ D’ITALIA
N
per evitare quello che una volta veniva considerato un vero sacrilegio, con il 44 per cento degli italiani che lo surgela, il 43 per cento lo grattugia il 22 per cento lo dà da mangiare agli animali mentre nel 5 per cento delle famiglie il pane non avanza mai. Sono ben il 24 per cento gli italiani che utilizzano il pane raffermo per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina. Complessivamente la spesa familiare per pane, grissini e cracker in Italia ammonta a quasi 8 miliardi all’anno, ma ad essere preferito è il pane artigianale che rappresenta l’88 per cento del mercato ma con un consumo in costante calo mentre a differenza cresce negli ultimi anni la domanda dei prodotti i sostitutivi del pane come cracker, grissini e pani speciali. Il prezzo del pane
è peraltro fortemente variabile lungo lo stivale con valori che raddoppiano tra Napoli, dove costa 1,90 euro al chilo, e Bologna dove si spende 3,95 euro al chilo, mostrando una incredibile variabilità tra le diverse città con valori che variano tra i 3,51 euro al chilo a Milano, 2,66 a Torino, 2,71 euro al chilo a Palermo, 2,48 a Roma e 2,83 a Bari, secondo una analisi della Coldiretti sui prezzi relativi al novembre 2014. Negli ultimi anni si è peraltro assistito ad un ritorno al passato con oltre 16 milioni gli italiani che almeno qualche volta preparano il pane in casa, secondo il rapporto Coldiretti/Censis 2014. Resistono però - continua la Coldiretti - i pani tipici locali in un Paese come l’Italia che puo’ contare su oltre 300 varietà, dal “Perruozzo” del Molise fino alla “Lingua di Suocera” piemontese.
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on è mai stato cosi basso il consumo di pane degli italiani che è sceso nel 2014 al minimo storico per un quantitativo di circa 90 grammi, pari a meno di due fettine di pane al giorno (o due rosette piccole) a persona. E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti dal quale si evidenzia che nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno. Da allora si è verificato un profondo cambiamento degli equilibri nutrizionali della dieta con un progressivo contenimento dei consumi di pane che nei tempi recenti sono scesi nel 1980 intorno agli 230 grammi a testa al giorno, nel 1990 a 197 grammi, nel 2000 a 180 grammi, nel 2010 a 120 grammi e nel 2012 a 106 grammi per arrivare a meno di 100 grammi già nel 2013. A determinare il contenimento dei consumi è senza dubbio soprattutto il cambiamento delle abitudini alimentari ma anche il fatto che piu’ di quattro italiani su dieci (42 per cento) mangiano il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente, positiva tendenza a contenere gli sprechi, secondo l’analisi Coldiretti/IXE’, la quale evidenzia che appena una minoranza del 2 per cento butta il pane superfluo. Diverse sono le tecniche utilizzate
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IL TRIONFO DELLA FRUTTA AL CARNEVALE DI SALUZZO
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Giovani Impresa Saluzzo
ha partecipato al carnevale saluzzese, giunto all’87a edizione e, per la terza volta, ha messo a disposizione il premio per la miglior composizione e valorizzazione del frutto che è stato vinto dal carro “Festival di note” di Lagnasco: il carro è risultato il più originale, creativo e nel modo in cui è stato costruito, curato e rifinito, ma tutti i carri, bellissimi, sono stati realizzati completamente “in frutta”
ual è il Carnevale più originale, che valorizza le produzioni del territorio, con una formula che permette, a festeggiamenti finiti, di utilizzare al meglio “le creazioni” degli artisti, destinandole all’industria di trasformazione? Sicuramente la manifestazione “Carrinfrutta”a Saluzzo, che ha visto per il quarto anno consecutivo l’attiva partecipazione di Giovani Impresa Saluzzo. “La scelta di festeggiare il carnevale anche quest’ anno con carri allegorici alla frutta è importante - commentano i delegati Giovani Impresa Saluzzo -. perché rispecchia le attività agricole del territorio e la rilevanza della produzione frutticola saluzzese. “Anche un’occasione come questa – prosegue Michele Quaglia, presidente Zona Col-
diretti Saluzzo - è utile per dare attenzione al territorio e a promuovere la qualità e il lavoro delle nostre aziende che, ogni giorno, investono per produrre queste eccellenze”. Un ringraziamento speciale, concludono i delegati di Giovani Impresa, va alle aziende che hanno creduto nel progetto fornendo mele Golden, Granny, Fuji e
Red oltre ai kiwi nella fattispecie Coop. Jolly, VM Marketing, Gullino, SEPO, Coop. Sacchetto, Albifrutta, Ortofruit e Abbate Daga. E come promesso.. non vi è stato alcuno spreco, perché tutta la frutta utilizzata per l’allestimento dei carri è stata destinata all’ industria di trasformazione, come da sua origine.
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È
stato presentato lo scorso 2 marzo 2015 presso la Sala Consiliare del Comune di Sant’Antonino di Susa, il Progetto ‘’Energeia - Energy Enterprise Generation in the Med Area’’, in un convegno per lo sviluppo del territorio, passando dalle energie rinnovabili alle start up. L’obiettivo principale del progetto è quello di sostenere I’imprenditorialità nel campo delle energie rinnovabili, che nell’area mediterranea rappresentano una grandissima risorsa per lo sviluppo economico sostenibile. Sviluppare I’imprenditorialità, utilizzando le conoscenze derivanti dalla ricerca è un’azione chiave che contribuisce a raggiungere gli obiettivi di Europa 2020, in termini di consumo di energia da fonti rinnovabili e di risparmio, con un
impatto diretto sullo sviluppo economico, la creazione di ricchezza e l’impiego. “Il progetto Energeia – dicono gli organizzatori - permetterà lo sviluppo di strumenti concreti per sostenere la nascita di imprese nel settore delle energie rinnovabili. La domanda di soluzioni innovative nel settore energetico è in crescita, soprattutto grazie alla regolamentazione a livello europeo e ad un crescente interesse per soluzioni a basso impatto ambientale. Il primo passo del progetto è definire un “panorama dell’energia”, secondo linee guida comuni, che consenta ai partner di mettere in piedi una rete di cooperazione e di lavorare per un contesto favorevole allo sviluppo di nuova imprenditorialità in questo campo. È prevista una mappatura di tutti
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gli attori del settore I’individuazione di buone pratiche da condividere all’interno ed al di fuori del progetto. Gruppi di lavoro transnazionali affronteranno le questioni più rilevanti e saranno organizzati seminari di aggiornamento ed eventi di divulgazione”. Il progetto è cofinanziato dal FESR - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Per info: www. energeiamed.eu.
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O.N.A.FRUT SBARCA CON NUOVE ATTIVITÀ IN LIGURIA
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opo le iniziative realizzate al Mercato della Terra di Cairo Montenotte (SV) e in alcuni istituti scolastici del territorio, l’analisi sensoriale della frutta “sbarca” anche ad Albenga il 20 febbraio 2015, grazie alla rinnovata collaborazione con lo stesso Mercato della Terra e con il Laboratorio chimico-merceologico della Camera di Commercio di Savona: un’unione di intenti per una giornata dedicata all’assaggio della frutta, inteso anche come strumento di valorizzazione della tipicità delle produzioni. Dopo l’intervento di apertura del direttore del laboratorio, dott. Luca Medini, dedicato all’impiego dell’analisi sensoriale in campo agro-alimentare, sono intervenuti il dott. Federico Tinivella del Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola (altra azienda speciale della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Savona), con una rassegna delle attività dedicate alla valorizzazione dell’Albicocca di Valleggia ed il dott. Walter Orsi del Mercato della Terra di Cairo Montenotte, che ha illustrato l’attività del Mercato quale luogo di incontro tra produttori e consumatori nell’ottica della filiera corta e
delle tipicità territoriali, nonché l’ormai consolidata collaborazione con O.N.A.Frut., per far conoscere e apprezzare i prodotti ortofrutticoli e i loro derivati. La serata è proseguita con gli interventi degli Assaggiatori di O.N.A.Frut. Giovanni Quaglia, Cesare Gallesio e Luca Castellino che hanno presentato l’Organizzazione e le sue attività, effettuando un apprezzato excursus storico sulla frutticoltura (dall’epoca prerinascimentale dei Marchesi di Saluzzo all’attività del genetista russo Vavilov dello scorso secolo), per poi passare ad una vera e propria seduta di degustazione guidata che ha permesso al pubblico presente in sala di assaggiare un’antica varietà di mela del germoplasma piemontese (la Renetta Grigia di Torriana) ed una delle ultime novità del panorama varietale
frutticolo piemontese: il kiwi a polpa gialla “Soreli”. La seduta di assaggio, configurata come un piccolo “consumer test”, ha permesso di apprezzare le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutrizionali dei due frutti, seguite nel finale da un gradito “fuori programma” con una piccola rassegna di agrumi (limone cedrato, pompelmo, mandarancio, limone unifero, orange lemon, arancio “Pernambuco”, mandarino di Sicilia, Kumquat e mandarino variegato), proposta all’assaggio dal presidente ononario del Consiglio Nazionale Assoutenti, Gian Luigi Taboga. Considerato il buon afflusso di pubblico e l’interesse dimostrato dai partecipanti, è intenzione di O.N.A.Frut. di organizzare, già nella prossima primavera, un corso per assaggiatori di frutta proprio in Liguria.
CONTRIBUTI DOVUTI PER L’ANNO 2015 AI LAVORATORI DOMESTICI
l
’INPS ha reso noti gli importi dei contributi dovuti per l’anno 2015 a favore dei lavoratori domestici con applicazione dell’aumento percentuale ISTAT pari al 0,2%. Inoltre, sulla contribuzione dovuta per i rapporti di lavoro domestico, a partire dal 1° gennaio 2013, hanno effetto alcune delle novità introdotte dalla “Ri-
forma del mercato del lavoro”. Il finanziamento dell’indennità di disoccupazione involontaria, già presente nella contribuzione per lavoro domestico, è stato sostituito dal finanziamento all’ASpI (Assicurazione Sociale per l’Impiego), inoltre, per i rapporti di lavoro a tempo determinato, si applica un contributo addizionale, a carico del
datore di lavoro, pari al 1,40% della retribuzione convenzionale. Tale contributo non si applica ai lavoratori assunti a termine in sostituzione di lavoratori assenti. Nelle sottostanti tabelle riportiamo le contribuzioni rapportate alla retribuzione dei lavoratori domestici e alle ore lavorate.
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Orario di lavoro superiore a 24 ore settimanali
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(1) Il contributo CUAF (Cassa Unica Assegni Familiari) non è dovuto solo nel caso di rapporto fra coniugi (ammesso soltanto se il datore di lavoro coniuge è titolare di indennità di accompagnamento) e tra parenti o affini entro il terzo grado conviventi, ove riconosciuto ai sensi di legge (art. 1 del DPR 31 dicembre 1971, n. 1403). (2) La cifra tra parentesi è la quota a carico del lavoratore.
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a disoccupazione agricola è una particolare indennità cui hanno diritto gli operai che lavorano in agricoltura iscritti negli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli. La disoccupazione agricola spetta: agli operai a tempo determinato; ai piccoli coloni; ai compartecipanti familiari; ai piccoli coltivatori diretti che integrano fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi mediante versamenti volontari; agli operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano per parte dell’anno. REQUISITI Per aver diritto alla disoccupazione agricola 2015 – relativa all’anno 2014 – occorrono entrambi i seguenti requisiti: – Aver lavorato per un totale di almeno 102 giornate, nel biennio 2013/2014. Ad esempio: anno 2013 giorni 20, anno 2014 gior-
ni 82, totale 102 giorni; oppure anno 2013 giorni 51, anno 2014 giorni 51, totale 102 giorni. Le giornate possono essere lavorate anche in altri settori, purché la prevalenza nel biennio sia in agricoltura. • Far valere un’anzianità assicurativa di almeno due anni ovvero: due anni di iscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli (2013 e 2014). In assenza del biennio, essere iscritti negli elenchi dei lavoratori agricoli nell’anno 2014 ed avere almeno un contributo settimanale coperto da assicurazione contro la disoccupazione per lavoro extra-agricolo negli anni precedenti (2011-2012-2013 eccetera). DOCUMENTI I documenti per presentare per presentare la domanda di
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disoccupazione sono: • le coordinate bancarie o postali con l’Iban per l’accredito; • il documento di identità e il Codice fiscale del richiedente; • il Passaporto per i lavoratori extracomunitari. IMPORTANTE - Contestualmente alla domanda di disoccupazione, può essere richiesto l’assegno per il nucleo familiare. I documenti necessari sono: • i codici fiscali del richiedente e dei figli minori o maggiorenni inabili • i redditi del nucleo familiare 2012-2013; • lo stato di famiglia (autocertificazione). SCADENZA DELLA DOMANDA IMPORTANTE - la domanda di disoccupazione agricola va presentata entro il 31 marzo 2015, la scadenza è “perentoria”. Gli Uffici del Patronato Coldiretti/Epaca/Ufficio Datori di Lavoro sono a disposizione per l’assistenza in merito alla presentazione di tali istanze. RICOSTRUZIONE VENDITA ASSISTENZA
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CONTRIBUTI INPS DATORI DI LAVORO AGRICOLI I datori di lavoro che hanno assunto alle proprie dipenVERSAMENTO IVA DICHIARAZIONE ANNUALE Scade il termine per effettuare il versamento relativo alle denze operai agricoli a tempo determinato e/o indeterminato nel terzo trimestre 2014 devono effettuare dichiarazioni annuali IVA 2014 senza maggiorazione. entro tale data il versamento della relativa rata dei conIMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI FEBBRAIO Annotazione di liquidazione per il mese di febbraio e ver- tributi. 25 MARZO samento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti ACQUISTI, CESSIONI INTRACOMUNITARIE E PRESTAche esercitano l’attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2014 hanno realizzato un volume ZIONI DI SERVIZI RESE O RICEVUTE d’affari superiore a euro 400.000, se prestazione di servi- Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili zio o di euro 700.000 per le altre attività. Devono inoltre per la trasmissione in via telematica, all’Agenzia delle Doeffettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’af- gane, dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cesfari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato sioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di febbraio. l’opzione ai sensi dell’art.66 legge 427/93. 31 MARZO VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF IVA ESPORTATORI Scade il termine per i versamenti diretti, delle ritenute effettuate nel mese di febbraio sui redditi di lavoro autono- I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta mo e di lavoro dipendente
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devono annotare nei registri di cui agli art.23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. PROSECUZIONE VOLONTARIA CONTRIBUTI I soggetti autorizzati dall’Inps a proseguire volontariamente nel pagamento dei contributi devono, entro questa data, versare i contributi relativi al quarto trimestre 2014, il versamento deve essere effettuato utilizzando gli appositi bollettini di conto corrente postale rilasciati dall’Inps.
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Acste: sale il numero degli associati
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Sale a sei il numero di circoli affiliati Acste dopo l’ultima adesione da parte del Circolo ippico La Combricola del Beinale. Affiliazione che segue a ruota quella del C.i. Gli Indomabili come pubblicato nell’articolo sul numero 2 de Il Coltivatore Cuneese. Anche agli amici della “Combricola”, un caldo benvenuto da parte del direttivo e di tutti i soci ACSTE. Siamo certi che l’adesione di nuovi circoli e quindi di nuovi soci non può che portare nuove idee e quindi questo è positivo e incoraggiante per tutti noi. Il presidente dell’Acste, Luca Calleri ha incontrato il direttivo del nuovo circolo “La Combricola del Beinale” di Carrù, con il presidente: Mauro Manassero,vice Luca Cogno segretaria: Jessica Cogno,consiglieri Loris Manassero, Samuele Galfre, Paolo Pettavino e Alessio Massimino. Affiliazioni 2015 C.I. I Servaj d’Bumbunina - Bombonina- Silvio 33825422192 c.i. 2 Pini – Borgo san Dalmazzo- Fabio 335 6469268 c.i. I Cavalieri del Drago – Bernezzo - Ivo 335 6874008 c.i. Gli Indomabili – Garessio – Paolo c.i. La Combricola del Beinale – Jessica 339 1936487 Il primo appuntamento di stagione sarà il 22 marzo in collaborazione con il Comune di Cuneo alla Fiera di Quaresima.
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Solo se disponibile a conoscenza immediata, incontrerei per duratura unione ragazzo intorno alla quarantina. Sono operaia del 1981, mi chiamo Sabrina, abitante in provincia di Cuneo. Offro e richiedo seria moralità, propensione alla famiglia e massima sincerità. Valuto possibilità di trasferimento. Tel. 3703167932
Cinquantenne di Fossano cerca uomo affidabile per formare una famiglia. Attualmente sono impegnata in un lavoro che mi tiene lontana per quattro giorni alla settimana, ma alla fine del mese di Aprile verrò trasferita definitivamente vicino a casa. Sono di gradevole aspetto, semplice, vedova da due anni. Tel. 3315221100
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Sono coltivatrice del 1968, vicinanze Saluzzo, di serie e oneste intenzioni. Cerco l’affetto sincero di un uomo buono e lavoratore. Non sono interessata a perdite di tempo o chiacchiere inutili, quindi prego di rispondere solo se concretamente interessati a fare conoscenza in tempi brevi. No sms. Grazie. Tel. 3343376141
Ho trascorso una vita di lavoro senza pensare a divertimenti o svaghi. Sono arrivata a 57 anni senza sapere cosa vuol dire andare in vacanza e posso dire di aver visto il mare solo quando ero in gita con la scuola. Ancora nubile, inizio a sentire il peso della solitudine. Cerco uomo buono, adatto a me. Tel. 3664225058
Vedova di circa 65 anni, sola da parecchio tempo, origini piemontesi, automunita, seria moralità, gradevole aspetto fisico, ex proprietaria di negozio a Mondovì Breo, frequenterebbe per unione affettiva uomo di età adeguata. No bevitore. Offresi e richiedesi massima serietà e buona educazione. Tel. 3313351061
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Per rispondere alle richieste degli associati la Coldiretti di Cuneo destina uno spazio de Il Coltivatore Cuneese agli associati che intendono pubblicare avvisi di vendita, scambio od acquisto di attrezzature, prodotti od altro. A) La rubrica è gratuita qualora l’annuncio sia inerente l’attività agricola per i soci della Coldiretti di Cuneo in regola con il versamento della quota associativa. B) L’avviso economico deve essere contenuto in un max di 10 parole; articoli, preposizioni, sigle e numeri compresi. L’indirizzo od il recapito telefonico sono conteggiati a parte. C) Dell’annuncio e della sua veridicità risponde direttamente l’interessato attraverso la pubblicazione del recapito telefonico o dell’indirizzo personale. D) Si precisa che l’art. 6 c.2 - quater, d. lgs. 192/05 nel caso di annunci di vendita o locazione di fabbricati, rurali compresi, impone venga indicato l’indice di prestazione e classe energetica, a pena di una sanzione da 500 a 3000 Euro. E) Sono esclusi dal Mercatino gli annunci strettamente personali (matrimoniali, ecc.). F) Ogni socio ha diritto alla pubblicazione di un solo annuncio economico nell’arco dell’anno solare (come da punto A); eventuali altri annunci, o quelli non attinenti l’attività agricola, saranno pubblicati, compatibilmente con lo spazio, al costo di Euro 20 cadauno. Il pagamento potrà essere effettuato presso gli Uffici della Coldiretti. G) Tutti gli annunci devono pervenire sull’apposito tagliando che deve essere spedito a: “Il Mercatino del Coltivatore” P.zza Foro Boario, 18 – 12100 Cuneo. H) La Coldiretti, oltre a non rispondere del contenuto degli annunci e della qualità della merce proposta, si riserva il diritto di non pubblicare eventuali inserzioni.
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