1946
2016
70 ANNI
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1-31 luglio 2016 - Anno 70
Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione
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SOMMARIO Renzi: “via IMU ed IRAP alle imprese agricole italiane” ............................................................................. 4
Vinta la battaglia sulla polvere di latte................... 7 Impegno della Regione per i margari.. .................... 7 Manodopera agricola: la norma va modificata................................................. 8 In Italia vietati gli ogm.................................................. 8 Moncalvo eletto vicepresidente degli Agricoltori Europei............................................................................... 9 Un successo i contratti di filiera cerealicola. . ................................................... 10
FRASI FATTE. . ................................................................ 12 La vigna e la terra i miei grandi amori.. ............... 13 Nuova direttiva sul digestato da biogas.............. 15 ... Troppi cinghiali!....................................................... 15 Nutrie: è legge il piano di contenimento........................................................... 17 Oscar Green 2015: premiata la “Riso di Bra”................................................................... 18 Bandi camerali: 350 mila euro per l’innovazione informatica e marketing .. ....................................... 19 “Erasmus per imprenditori agricoli” .............................................. 19 CRESO: operativa la fondazione per la ricerca in agricoltura...................................................................... 20 UECOOP Piemonte in piena operatività.............. 22
Inaugurato il centro diurno “Cascina Ambrosino. . .................................................. 31
Nuove opportunità con esperienzalavoro! ....... 32 Terraviva a Cheese 2015 .......................................... 33 Integrazione del reddito agricolo: nuovo corso per Agritata!. . ................................................................. 34 “Da perdere i sensi” a Savigliano.................................................................... 36 Alla fiera del tartufo di Alba, le eccellenze di Campagna Amica.. ........................................................ 37 Alla Fiera del Marrone, tutte le iniziative di Coldiretti ........................................................................ 38 A Terra Madre l’impegno di Giovani Impresa . 39 Tutte le novità di Campagna Amica a Cuneo in due nuovi opuscoli...................................................... 40 TERRAMICA AL SANA DI BOLOGNA.. ................... 41 Imprenditori agricoli: versamenti volontari anno 2015. . ..................................................................... 42 Congedo parentale in modalità oraria: modificata la legge........................................................................ 43 O.N.A.FRUT: intensa attività estiva. . ...................... 44 Diabete: in rete ............................................................ 45 per una cura migliore . . .............................................. 45 Il Mercatino del Coltivatore............................................................... 47
La Piemontese torna nei ristoranti Mcdonald’s . . .. 26
L’APA di Cuneo si unisce con l’ARAP: “il futuro si costruisce oggi”............................................................ 27
Autorizzazioni nuovi vigneti, e’ atteso il decreto . 28
Scarichi: attenzione in vendemmia ........................................ 30 Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario n°18 12100 Cuneo edizioni.ilcoltivatore@coldiretti.it Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino
Direttore Amministrativo Enzo Pagliano
Coordinamento di redazione Chiara Serra
Grafica e impaginazione Mara Chiardola
Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Alberto Burzio, Daniele Caffaro, Federica Caffaro, Laura Calcagno, Dario Castagneri, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Cesare Gallesio, Rosangela, Giordana, Rosanna Giraudo, Paolo Lirelli, Flavio Marchisio, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura
Occelli, Matteo Orcellet, Franco Parola, Nadia Olivero, Walter Orsi Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Davide Roà, Francesca Vinai Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it Stampa: Arti Grafiche Cuneo S.r.l. – agam.it
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EDITORIALE
Italian sounding, scandali e truffe non aiutano la ripresa dei consumi di Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte
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opo la carne anche il caffè viene assolto dalle pesanti accuse di causare il cancro. Gli allarmi veri e presunti a tavola sono costati al Made in Italy quasi 12 miliardi di euro negli ultimi 15 anni soprattutto per effetto del taglio degli acquisti provocato da psicosi ingiustificate. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti a commento del parere dei circa 20 esperti internazionali che hanno elaborato lo studio dell’ Iarc (l’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro) che scagiona la tazzina di caffè, dopo che nel 1991 era stata valutata cancerogena (classificata come 2 b) in particolare per il cancro alla vescica. L’inizio del secolo è stato segnato dall’emergenza mucca pazza del 2001 che è quella che ha pesato di più sulla filiera alimentare con 2 miliardi di perdite subite dal sistema della produzione, trasformazione e commercio della carne, mentre a seguire c’è stato l’allarme aviaria che si è riproposto anche nel 2005 con un calo dei consumi che ha superato il 60 per cento nella fase più critica e danni valutabili complessivamente in quasi un miliar-
Oggi un allevatore deve vendere tre litri di latte per bersi un caffè. Quindici chili di grano per comprarsene uno di pane e dieci chili di pomodori ciliegini per comprarsi un pacchetto di sigarette do di euro. Nel 2008 è stata invece la volta della carne alla diossina dall’estero. A seguito della contaminazione nei mangimi, e del latte alla melanina in Cina. Due anni più tardi (2010) è arrivata la mozzarella blu a spaventare i consumatori mentre nell’estate del 2011 è comparso il batterio killer, che fece salire ingiustamente i cetrioli sul banco degli imputati e poi nel 2013 è stata la volta delle polpette di carne di cavallo spacciata per manzo. L’esperienza di questi anni dimostra che la necessità di una informazione corretta e tempestiva non deve
lasciare campo libero a campagne dai toni allarmistici e del tutto infondati che hanno effetti dirompenti sui consumi, con danni irreparabili per le imprese. Una misura che si è dimostrata efficace in questi anni, dalla mucca pazza all’aviaria, è stata l’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti senza attendere che si verifichino emergenze, ma va anche tolto il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero per consentire interventi mirati.
La regione Piemonte deve investire meglio i fondi destinati all’agroindustria
Coldiretti non intende fare sconti a nessuno. In questi giorni per esempio stiamo tenendo ferma la misura dell’agroindustria, che la regione Piemonte ha scritto e proposto senza finalizzare le risorse alla trasformazione dei prodotti agroalimentari piemontesi. Una misura che la cooperazione, ma soprattutto l’industria attende con impazienza. Ci assumiamo questa responsabilità per evitare
1 2 0 3 8 S AV I G L I A N O ( C N ) - V I A D E L L’ A R T I G I A N AT O 3 9 / V I A S . N . O . S . 2 T E L . / FA X 0 1 7 2 6 3 3 . 6 5 5 - m t a @ m t a a g e n z i e . i t - w w w. m t a a g e n z i e . i t
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EDITORIALE che i fondi destinati al sistema agroalimentare piemontese finiscano in aziende agroindustriali che trasformano latte estero in formaggi italiani, maiali tedeschi in prosciutti e salumi italiani oppure frutta polacca, dei paesi dell’Est o del Marocco in succhi e marmellate con il marchio Made in Italy. O questi fondi, e sono ben 20 milioni, sono finalizzati a interventi nel senso auspicato da Coldiretti, oppure meglio non erogarli e destinarli ad altre misure. Non è testardaggine né un braccio di ferro. La politica deve fare la sua parte e decidere nell’interesse dell’economia e delle persone.
I prezzi dei prodotti nei campi e nelle stalle crollati anche nel mese di maggio
Purtroppo continuiamo ad assistere ad una diminuzione dei prezzi dei nostri prodotti. Si dice che sia colpa della crisi per cui le famiglie spendono meno. Il nostro timore è che tra allarmi spesso esagerati e truffe o presunte tali sull’origine dei prodotti, il consumatore sia frastornato e disorientato.
In controtendenza con l’andamento generale i prezzi alimentari che aumentano sullo scaffale dello 0,2% e spingono il carrello della spesa, i prezzi sono crollati nelle campagne italiane dal -18% per il grano duro al -24% per cento per il latte in stalla fino al -38% per l’olio di oliva. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione dei dati Istat sull’inflazione a maggio, sulla base dei dati Ismea dello stesso mese. Oggi un allevatore deve vendere tre litri di latte per bersi un caffè. Quindici chili di grano per comprarsene uno di pane e dieci chili di pomodori
ciliegini per comprarsi un pacchetto di sigarette. Anticipo dei calendari di maturazione, accavallamento dei raccolti, varietà tardive diventate precoci, con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilità poi, sono altri gli elementi riconducibili ad un clima impazzito e sono solo alcuni degli effetti dell’andamento climatico anomalo. Anche gli effetti dell’embargo russo che ha azzerato completamente le esportazioni di ortofrutta, formaggi, carni e salumi Made in Italy, ha provocato una devastante turbativa sui mercati agricoli europei.
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EUROPA
Dopo il voto degli Inglesi, cambia lo scenario in Europa
Brexit: la Gran Bretagna è sempre stata europea a metà!
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l Regno Unito ha votato per uscire dall’Europa che accusa un grave colpo e appare sempre più in crisi e frammentata. I giornali in questi giorni hanno descritto l’evento ipotizzando impatti devastanti e in alcuni casi apocalittici. Ma cerchiamo di essere realisti: siamo tutti d’accordo che l’Europa sia nata male dalle fondamenta? Imposta sopra le teste della gente? La maggior parte delle decisioni sono assunte da chi? O decise a tavolino da politici-burocrati? A tutte queste domande ed a molte altre che per brevità omettiamo abbiamo già risposto in passato ed in tempi non sospetti, affermando chiaramente
che l’Europa dei popoli dovrebbe essere diversa. Questo referendum non ha fatto altro che sollevare un coperchio e mettere in chiara luce che l’Europa, se non cambia, muore. Ma l’aspetto più
bizzarro è che la Gran Bretagna che ha scelto di uscire è in realtà il Paese che meno ne aveva bisogno
avendo sempre fatto ciò che più le aggrada. Spiace leggere illustri commentatori che dimenticano che, di fatto, la Gran Bretagna ha goduto della concessione di poter stare mezza dentro (quando conveniva) e mezza fuori mantenendo una politica monetaria autonoma e conservando la propria valuta. Per non parlare poi della diversità di legislazione in campo previdenziale ed in materia del lavoro. Non è un mistero per nessuno il fatto che con la
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EUROPA “politica degli stage” per imparare la lingua, i ristoranti e non solo, utilizzano a bassissimi costi giovani italiani per i lavori più umili che gli inglesi non vogliono fare. Niente di male se l’obiettivo è quello di perfezionare il proprio inglese. Ma perché gli inglesi hanno avuto questo trattamento mentre da noi questo non solo non è possibile, ma sarebbe considerato sfruttamento del lavoratore? Evidentemente questo conferma che vi sono state due o più Europa. E questo è la causa di tutti i mali. Ora ci si deve preoccupare dell’onda lunga di questo voto, perché l’Olanda è già sul piede di guerra e vorrebbe seguire l’esempio del Regno Unito. Di qui, la considerazione che l’elenco dei potenziali secessionisti si allungherà nelle prossime settimane. In molti si chiedono cosa ci sia da fare adesso. La risposta non può che essere questa: qualunque cosa ci fosse da fare, era da fare prima. Potrebbe suonare antipatico, o peggio di dare l’impressione di supponenza però i fatti sono sotto gli occhi di tutti e non vanno sottaciuti. Per esempio, vorremo trovare qualcuno che ci rispondesse come mai quando Fiat è diventata Fca ed ha costituito la holding che controlla anche la Chrysler, abbia scelto la sede legale in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna. Guarda caso due Paesi dell’Europa dove il primo è già fuori e l’altro chiede di uscire. Non siamo economisti affermati, ma è di tutta evidenza che il regime fi-
scale inglese è molto più favorevole di quello italiano. Un imprenditore come Marchionne non si è fatto scrupoli, è andato dove aveva la convenienza di andare. Quello che ci deve scandalizzare non è la scelta di Marchionne, ma il fatto che in Europa vi sono Paesi, com’è sempre stata la Gran Bretagna, che si sentono europeisti quando gli conviene ed operano in autonomia ad esempio nel fisco. L’aver mantenuto la sterlina in barba all’euro, l’avere una politica fiscale più bassa degli altri Paesi europei, l’aver attratto per una serie di agevolazioni le migliori società che interagiscono con la finanza mondiale, sono il chiaro segnale che questa Europa non funziona. Il fatto che, subito dopo il Brexit, la sterlina abbia perso l’ 8% è visto da molte imprese anche fuori dal settore agroalimentare come una diminuzione delle opportunità economiche per le nostre imprese. E’ fuori dubbio che questo non aiuta l’export verso la Gran Bretagna, ma questo non è determinante nel prossimo futuro. Molto peggio, ad esempio, l’embargo Russo, anche se in questo momento passa in secondo ordine. Lo ribadiamo: in questi mesi, l’Europa deve cospargersi il capo di cenere, recitare i propri mea culpa ed essere più autonoma nelle decisioni, evitando di essere succube delle multinazionali, dei poteri forti e dei consolidati “assi” tra Paesi (il famoso asse franco-tedesco). In questo contesto, il nostro Governo, con tutti i se ed i ma che possiamo sostenere, può avere un ruolo importante per evita-
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re la colonizzazione del vecchio continente. Ma, soprattutto, va ripensato il ruolo dell’Unione Europea che deve diventare veramente l’Europa dei popoli e non dei mercanti.
L’export agroalimentare italiano in Gran Bretagna
La Gran Bretagna è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco dello spumante italiano con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 38% nel primo trimestre, consentendo il sorpasso sugli Stati Uniti. La svalutazione della sterlina potrebbe complicare le esportazioni, anche se il Made in Italy è un brand distintivo sul mercato inglese. Nel primo trimestre del 2016, in Gran Bretagna sono state spedite il 30% delle bottiglie di spumante. In pratica quasi una su tre. La Gran Bretagna è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore annuale di ben 3,2 miliardi delle importazioni e una tendenza progressiva all’aumento. Al contrario dalla Gran Bretagna arrivano in Italia prodotti agroalimentari per appena 701,9 milioni di euro. Lattiero caseari, ortofrutta, vino e spumanti sono i prodotti Made in Italy maggiormente richiesti. La bilancia commerciale agroalimentare è dunque fortemente a favore dell’Italia con le esportazioni che superano di 4,6 volte le importazioni. ufficio.stampa.cn@coldiretti.it
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ECONOMIA
In ogni settore economico, crescono le imprese italiane partecipate dal paese della seta
I Cinesi ci stanno suonando la sveglia. Sapremo sentirla?
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ilan ed Inter, a dispetto di un blasone un po’ offuscato da stagioni trascorse nella retroguardia del calcio tricolore, sono state catapultate in queste ultime settimane sul palcoscenico della nuova industria del calcio globale, per l’interesse di investitori cinesi disposti a sborsare centinaia di milioni di euro pur di conquistarne il controllo. Qualche lettore si chiederà che cosa c’entra il calcio con l’agricoltura e l’agroalimentare. Dobbiamo avere, come mondo agricolo, la capacità di leggere oltre le informazioni che ci vengono propinate. Cercheremo di farlo ora in maniera molto semplice. L’impennata delle quotazioni dei due club milanesi scaturisce fondamentalmente da due fattori concomitanti: un brand che nel mercato asiatico ha ancora un potenziale commerciale tanto importante quanto inesplorato; la politica economica del Governo cinese che
sta facendo leva sugli investimenti esteri per ottenere a 15 anni dall’ingresso nel Wto il riconoscimento pieno dello status di economia di mercato. Un riconoscimento che farebbe decadere i dazi doganali posti tutt’oggi a presidio di settori nevralgici delle economie occidentali, che Usa e Ue si mostrano recalcitranti a concedere e che Pechino tenta di promuovere anche attraverso i massicci investimenti nel calcio degli ul-
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ECONOMIA aziende cinesi di club in Inghilterra (l’Aston Villa) e in Spagna (il Granada della famiglia Pozzo). Inter e Milan sarebbero ovviamente il fiore all’occhiello di questa campagna di colonizzazione e conquista del calcio europeo. La necessità politica perciò giustifica l’extra-prezzo che i (per ora) potenziali acquirenti dell’Ex Impero dagli occhi a mandorla, sono disposti a sborsare. Ecco perché il valore dei due club è salito considerevolmente in questi mesi a dispetto di fondamentali ancora molto negativi (l’Inter ha chiuso l’ultimo bilancio con un rosso di 140 milioni e un indebitamento vicino ai 400, il Milan con un deficit di 90 milioni e un indebitamento finanziario sceso a poco meno di 200 milioni). Il nesso con l’economia e l’agroalimentare italiano arriva ora. I gruppi investitori cinesi in Italia sono cresciuti di quasi il 32% e a fine 2015 risultano direttamente presenti in Italia, attraverso almeno un’impresa partecipata, 162 gruppi con sede principale in Cina con interessi che vanno dall’auto alla moda fino all’agroalimentare. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati della Fondazione Italia Cina. Crescono dunque le imprese italiane partecipate dai cinesi che nel
2015 erano 313 con poco meno di 17.600 dipendenti, mentre il loro giro d’affari è di quasi 9,5 miliardi di euro. Solo con il passaggio di Pirelli sotto il controllo di ChemChina si è realizzata un’operazione del valore complessivo di 7,4 miliardi di euro, mentre il gruppo Deren Electronic è diventato azionista di controllo, con il 60% delle quote, di Meta System, impresa di Reggio Emilia attiva dal 1973 nel mercato dell’automotive e sempre nel manifatturiero il gruppo Foton Lovol, che opera nelle macchine agricole in Italia ha rilevato, di seguito, la piacentina Arbos, la Matermacc di San Vito al Tagliamento e, lo scorso anno, la Goldoni di Carpi. Hanno soci cinesi anche la Om Carrelli elevatori, la toscana Fosber (macchine per imballaggi) e i motoscafi Ferretti. Lo scorso anno è finito in mani cinesi anche De Tomaso, ma forte è l’interesse cinese per i nomi del lusso con i marchi Roberta di Camerino, Miss Sixty e Krizia passati sotto il controllo della cinese Shenzhen Marisfrolg Fashion Co Ltd all’inizio del 2014, mentre negli anni precedenti la Cina aveva messo le mani sulla moda da uomo firmata Cerruti, sui prodotti in pelle di Desmo, sulle motociclette Benelli. Nell’alimentare, l’ultimo colpo risale al 2014, quando c’è stata la ven-
dita della maggioranza del Gruppo oleario toscano Salov, proprietario dei marchi Sagra e Filippo Berio da parte del Gruppo cinese Yimin, una sussidiaria del Gruppo Bright Food. La presenza cinese nell’agroalimentare in Italia aveva fatto segnare un precedente nelle campagne toscane nel 2013 con l’acquisto da parte di un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong per la prima volta di un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova - La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero. In conclusione, siamo di fronte ad una escalation del mondo asiatico nei confronti dell’economia europea che non è accompagnata da un analogo dinamismo. Resta il fatto che il Made in Italy, di qualunque settore esso sia, è un “brand” che piace nel mondo, rispetto al quale ci stanno investendo tutti meno che gli italiani. Considerato che gli italiani tengono di più al calcio che a tutte le altre attività economiche, speriamo si creino le condizioni per un cambiamento di mentalità che sarebbe salutare soprattutto per l’occupazione dei nostri giovani. michelangelo.pellegrino@coldiretti.it
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ECONOMIA
La ripresa che non c’è Le esportazioni cuneesi nel I trimestre 2016. Export: -8,1% rispetto al I trimestre 2015. Saldo bilancia commerciale: -159 milioni di euro rispetto al I trimestre 2015. Export verso Ue-28: -3,9% rispetto al I trimestre 2015. Export verso extra Ue-28 -17,2% rispetto al I trimestre 2015.
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ei primi tre mesi del 2016, il valore delle esportazioni cuneesi di merci è risultato pari a 1.610 milioni di euro, registrando una diminuzione dell’8,1% rispetto allo stesso trimestre del 2015, periodo durante il quale le vendite all’estero avevano registrato una variazione tendenziale del +8,7%. Nello stesso periodo, il valore delle importazioni di merci ha raggiunto i 987 milioni di euro, per un incremento dell’1,6% rispetto ai primi tre
mesi del 2015. Il saldo della bilancia commerciale si è portato, così, sul valore di 623 milioni di euro, in calo di 159 milioni di euro rispetto ai 782 milioni di euro del I trimestre 2015. La dinamica esibita nel I trimestre 2016 dalle esportazioni di merci cuneesi appare peggiore rispetto a quella rilevata a livello complessivo nazionale, dove la flessione è stata solo dello 0,4%, per effetto di dinamiche positive registrate nell’Italia meridionale e centrale, a fronte di un
calo nelle altre aree. I dati diffusi dall’Istat per il I trimestre 2016 fotografano un generalizzato rallentamento dell’export che, per la provincia Granda, risulta accentuato da fattori contingenti quali la significativa diminuzione delle vendite all’estero dei mezzi di trasporto (-26,7%), a fronte di un moderato incremento per gli alimentari (+1,3%), che non riesce a contrastare il calo nel settore delle bevande, entrambi caratterizzanti il nostro tessuto imprenditoriale.
Esportazioni della provincia di Cuneo per principali prodotti (dati in euro)
Prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca Prodotti delle attività manifatturiere Prodotti alimentari, bevande e tabacco Mezzi di trasporto Macchinari ed apparecchi n.c.a. Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi Legno e prodotti in legno; carta e stampa Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori Altri prodotti delle attività manifatturiere Altri prodotti Totale Fonte: elaborazione CCIAA di Cuneo su dati Istat
Il calo complessivo delle vendite all’estero è stato determinato dalle
I trimestre 2015 98.282.037 1.643.973.821 478.676.242 417.827.680 225.024.171 183.989.127
71.772.008 72.310.921 194.373.672 10.684.209 1.752.940.067
I trimestre 2016 95.552.389 1.505.838.839 464.119.945 306.348.727 197.474.540 187.703.770
76.851.618 72.773.276 200.566.963 8.969.335 1.610.360.563
flessioni di buona parte dei principali settori delle esportazioni provin-
Quota I 2016 5,9% 93,5% 28,8% 19,0% 12,3% 11,7%
4,8% 4,5% 12,5% 0,6% 100,0%
Var. %
-2,8% -8,4% -3,0% -26,7% -12,2% 2,0%
7,1% 0,6% 3,2% -16,1% -8,1%
ciali. La diminuzione più consistente è quella rilevata per i mezzi di tra-
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ECONOMIA sporto (-26,7%), risultato scaturito dalla forte riduzione di vendite di locomotive e di materiale rotabile ferro-tranviario, mitigato, però, dalla buona performance dell’export di parti ed accessori per autoveicoli e loro motori. Diminuiscono anche le esportazioni di prodotti alimentari e bevande (-3,0%), che continuano a rappresentare il principale comparto dell’export locale. Tale calo è scaturito dalle opposte dinamiche registrate dai prodotti alimentari, che hanno visto crescere il rispettivo valore delle esportazioni, e dalle bevande, che hanno registrato, invece, un deciso
calo rispetto al I trimestre 2015. Il segno meno ha caratterizzato anche le vendite oltre confine di macchinari ed apparecchi (-12,2%). Tra gli altri principali prodotti manifatturieri si registrano, però, le buone performance realizzate sui mercarti esteri dalle vendite di articoli in gomma e materie plastiche (+2,0%) e legno e prodotti in legno (+7,1%). Appaiono, invece, in flessione, le esportazioni di prodotti agricoli, il cui valore è diminuito del 2,8% rispetto al I trimestre 2015. Per quanto concerne i mercati di
sbocco, il bacino dell’Ue-28 ha attratto il 71,3% delle esportazioni provinciali, contro il 28,7% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. Il decremento registrato complessivamente dalle vendite oltre confine ha riguardato tanto i Paesi dell’Ue-28 (-3,9%), quanto soprattutto i restanti partner commerciali (extra Ue-28, -17,2%). Nel dettaglio dei singoli Paesi, si segnalano i risultati negativi registrati sui mercati polacco e anglosassone per quanto riguarda il primo gruppo, e le flessioni di Stati Uniti e Svizzera per il secondo.
Esportazioni della provincia di Cuneo per principali Paesi (dati in euro)
Francia Germania Spagna Regno Unito Polonia Belgio Paesi Bassi Repubblica ceca Altri Paesi Ue-28 Totale Ue-28 Stati Uniti Svizzera Arabia Saudita Cina Turchia Russia Canada Algeria Altri Paesi extra Ue-28 Totale extra Ue-28 Mondo Fonte: elaborazione CCIAA di Cuneo su dati Istat
I trimestre 2015 328.256.780 269.332.894 102.769.722 99.483.067 152.077.595 49.029.396 30.153.389 19.571.738 143.704.567 1.194.379.148 84.303.493 86.465.767 21.353.722 25.595.774 21.691.050 33.795.257 18.063.360 15.573.871 251.718.625 558.560.919 1.752.940.067
I trimestre 2016 348.475.137 264.588.963 109.862.821 87.878.313 75.986.361 47.990.607 32.925.397 22.901.723 157.182.797 1.147.792.119 74.275.597 32.581.103 24.191.163 21.274.182 19.781.071 19.097.736 19.065.646 15.143.591 237.158.355 462.568.444 1.610.360.563
Quota I 2016 21,6% 16,4% 6,8% 5,5% 4,7% 3,0% 2,0% 1,4% 9,8% 71,3% 4,6% 2,0% 1,5% 1,3% 1,2% 1,2% 1,2% 0,9% 14,7% 28,7% 100,0%
Var. %
6,2% -1,8% 6,9% -11,7% -50,0% -2,1% 9,2% 17,0% 9,4% -3,9% -11,9% -62,3% 13,3% -16,9% -8,8% -43,5% 5,5% -2,8% -5,8% -17,2% -8,1%
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PAC e PSR
Da Coldiretti Cuneo e A.re.ma. urgente sollecito alla Regione
Pac: “In difficoltà le aziende di montagna per i ritardi nei pagamenti”
Enzo Pagliano - Direttore Coldiretti Cuneo
ARPEA ha predisposto negli ultimi giorno di giugno due corposi mandati di pagamento relativi alla PAC 2015, tanto attesa dalle nostre imprese. I pagamenti sono stati parzialmente sbloccati per le quasi 11.000 aziende nella Provinica di Cuneo, seppur con un ritardo non giustificabile rispetto alle consuete tabelle di pagamento degli anni precedenti, mandando in sofferenza economica migliaia di aziende della nostra Provincia. Ad oggi gli importi in via di erogazione arriveranno complessivamente a 66 milioni di euro di cui 30 milioni si riferisco alla sola assegnazione di titoli. Ad essere in grave difficoltà oggi sono le aziende delle aree montane e
soprattutto quelle sottoposte ai controlli oggettivi da parte della pubblica amministrazione, per le quali con forte ritardo non si sono ancora concluse le fasi di chiusura dei procedimenti. E’ sconcertante che per le lungaggini burocratiche oltre un migliaio di imprese delle provincia di Cuneo ad oggi non abbiamo ancora percepito un centesimo. Come sempre l’inefficienza della pubblica amministrazione, che non riesce a svolgere il proprio lavoro in tempi consoni, ricade sulle aziende che necessitano dei pagamenti per la propria attività di impresa. Coldiretti Cuneo e A.R.E.M.A. (Associazione Regionale Margari) chiedono con insistenza alla Regione di interve-
nire sui pagamenti accoppiati come la zootecnica e sulla definizione dei titoli da accesso alla riserva (D.A.R.). Ad oggi, nonostante i decreti di pagamento abbiamo ancora 1.300 aziende che non riceveranno alcun pagamento, per un ammontare di 3,2 milioni di euro. La richiesta di assegnazione titoli dalla riserva nazionale coinvolge per lo più aziende di montagna che sono appunto quelle aziende che oggi più che mai necessitano di integrazione del reddito per poter garantire la propria sopravvivenza. La burocrazia e le discordanze sull’applicazione del Refresh ( a causa della divergenza tra le superfici
per evitare importanti ripercussioni sul territorio della nostra Provincia, soprattutto in montagna, in collina e nelle aree svantaggiate, dove il rischio concreto è quello dell’abbandono. Per quanto riguarda la nostra Provincia è importante l’allevamento ovicaprino, con la produzione di prodotti lattiero caseari che costituiscono un patrimonio che va difeso e valorizzato”. Per questo, Coldiretti Piemonte ha chiesto all’Assessore Giorgio Ferrero di intervenire urgentemente per dare continuità tra la vecchia e la nuova programmazione del piano di sviluppo rurale. E’ da tempo che chiediamo risposte - aggiunge il direttore Pagliano – per
sostenere il lavoro dei nostri allevatori, senza dimenticare che le aziende che lavorano nelle aree svantaggiate svolgono anche un imprescindibile ruolo di salvaguardia dai fenomeni di dissesto idrogeologico”. Conclude Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte: “Il nostro obiettivo è quello di aumentare la biodiversità, anche nel settore dell’allevamento ovicaprino, andando a far crescere la popolazione di razze in via di estinzione. La diversificazione è quella che genera eccellenze. Sono proprio queste che, economicamente, offrono concrete possibilità di sviluppo, nell’ottica di caratterizzare le produzioni tipiche e il territorio che le ospita”.
Allevamenti ovicaprini delle razze autoctone: risorsa da valorizzare
“C
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hiediamo il trasferimento degli impegni degli allevatori assunti ai sensi della Misura 214.8 (allevamento di razze autoctone in via di estinzione) del Psr 2007/2013 sulla nuova Misura 10.1.8 del Psr 2014/2020”. Coldiretti Cuneo prende posizione e sollecita l’attenzione della Regione sulla richiesta, più volte avanzata, che fino ad oggi è stata disattesa. Il trasferimento implicherebbe per gli allevatori, che hanno già in corso l’impegno, un raddoppio del premio per ogni UBA, (Unità Bovina Adulta). “La difesa delle razze autoctone – commenta Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo - è indispensabile
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ALLA SCOPERTA DELLE PERIFERIE
e periferie. Dopo l’ultima consultazione elettorale, sono balzate al centro della scena. Sarebbero state loro – secondo gli esperti in analisi del voto - a determinare la vittoria dell’Appendino a Torino e della Raggi a Roma. Stanchi di sporcizia, di buche nelle strade e sui marciapiedi, di servizi insoddisfacenti , di difficoltà di rapporto con centri per extracomunuitari e campi zingari, i residenti hanno votato chi prometteva una svolta, chi dava qualche speranza, chi mostrava di tenerli in considerazione. Nei loro occhi non si è disegnato il segno dei dollari, ma sono affiorate cinque stelle, accompagnate da una marea di parole e contestazioni. Ed han deciso di dar fiducia al movimento di Grillo, per cambiare e, soprattutto, per far girare le scatole a chi era ed è nelle stanze dei bottoni. Non si è trattato di un atto eroico, maturato all’ombra
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dei palazzoni – formicaio, con i segni del tempo, le scritte sui muri perimetrali ed i nylon sul balcone, ma di uno sberleffo, posto in essere da chi, esaurita ogni chance, ha ben poco da perdere. L’ambiente in cui è maturato il dissenso mi ha molto incuriosito, perché è estraneo al nostro contesto provinciale. Da noi le grandi periferie non esistono e, grazie alle dimensioni contenute dei centri urbani, sono riuscite a non perdere i contatti con il centro. Sono una frangia, non sempre soddisfatta, ma non ribelle, sufficientemente equilibrata, delle città; un luogo in cui le tensioni sociali, che in qualche caso esistono, difficilmente sfociano in contestazioni plateali. Il tutto è condizionato da una buona mescolanza della popolazione, e da soluzioni che hanno voluto accostare i palazzi destinati a chi è in difficoltà alle cooperative ed all’edilizia privata,
nate negli anni ‘70, ‘80 e ‘90 per risolvere il problema abitativo. I piemontesi, le genti del sud perfettamente integrate, le nuove famiglie formatesi alla fine dello scorso millennio, i nuclei di origine rurale attratti dal contesto urbano, hanno creato atmosfere meno caciarone di quelle romane, dove la “forma” è rispettata e i più ( le eccezioni non mancano mai) si fanno i fatti propri, in nome di una dignità di facciata che fa parte del vissuto provinciale. Chi si farà portavoce delle esigenze di un contesto del genere? Quasi quasi – mi sono detto – potrei fondare un nuovo partito. Certo, i problemi non mancano. Infatti: 1°) Non sono un comico; 2) i colori per i gadget e le bandiere sono esauriti e non resta che il viola; 3) Non sono un esperto di botanica e margherite, rose, garofani, ulivi, edere, stelle alpine e similari hanno già avuto il loro momento di gloria. Dovrò, dunque, rinunciare. E le idee, i progetti, le promesse ai possibili elettori? Quelle sono marginali, tanto durano quanto un lampo per poi far ripiombare tutti nella tenebra dell’indifferenza! Bastian Contrari
LE NOSTRE RADICI a cura di Barba Bertu - info@barbabertu.com
90 ANNI DI TANTO LAVORO
Margherita Comba, lucida e attiva
Margherita Comba è nata a Bagnolo Piemonte il primo giorno di primavera del 1927, nella casa dove vive, a “Bric Raset”. Una casa piena di fiori, che lei ama tanto. Per la sua famiglia, è una tradizione importante quella di appartenere a Coldiretti, che si tramanda di generazione in generazione.
LA POVERTA’
I suoi genitori: “Mia madre Maria Agù e mio padre Bartolomeo lavoravano la terra. Abitavano in questa borgata. Eravamo poveri e non c’erano tante cose da mangiare, minestra e polenta, la carne quasi mai! Da bambina ho giocato poco, la mia bambola era una zucca … Mia madre era stata vedova nella prima guerra mondiale e aveva tre bambine. Aveva poi sposato mio padre e dalla loro unione sono nata io, le mie tre sorelle non ci sono più e io a loro ho sempre voluto bene. A 8 anni andavo sempre su alla “meira” sul Montoso, in località Prai, e davo una mano a caricare il fieno e a tenere d’occhio gli animali. A camminare all’incontrario ero la più brava e la mucca “Pulida” non mi ha mai dato calci!”. Le scuole: “Ho frequentato fino alla quinta Elementare, ma non mi piacevano i libri. A casa ripetevo la lezione, ma arrivata a scuola l’avevo dimenticata! La maestra Buttigliero mi metteva sovente in castigo, lei era convinta che io non studiassi, ma non era così! I miei erano andati a parlarle, ma non era servito. Facevo tutti i giorni cinque chilometri a piedi per andare a scuola, in ogni stagione”. Ama la terra : “Mi è sempre piaciuta e ancora oggi che non sono più giova-
ne faccio l’orto, dove passo delle ore, ma mi metto comoda, perché la terra è bassa! Mio padre lavorava tanto e io lo seguivo sempre. Che soddisfazione nel vedere crescere gli ortaggi … Gli animali non li amo, perché, a volte, mi hanno spaventato tanto”.
LE NOZZE
Da tre anni è vedova di Giovanni Battista Tribolo: “Era nato in una borgata vicina: mi manca, ci siamo sempre rispettati. Non mi ricordo dove l’ho conosciuto … perché avevo tanti ammiratori! Mio marito mi piaceva e veniva a trovarmi a casa. Ma una volta non era come oggi: andavamo alla benedizione della domenica pomeriggio ed io ero sempre accompagnata da qualche ragazzo alla funzione”. Le nozze: “Ci siamo sposati il 23 aprile 1949 al Villar davanti a don Giuseppe Bianco, c’erano una ventina di persone al pranzo, una domenica dai miei e una domenica dai suoi. Il viaggio di nozze? Siamo restati qui, a lavorare! Ma ero contenta lo stesso e ho sempre lavorato senza mai avanzare delle pretese”.
PAURA DELL’ACQUA
Il segreto per far durare i matrimoni: “Ci va tanta pazienza, bisogna venirsi incontro e a volte fare entrare certe parole da un orecchio per farle uscire subito dopo dall’altro!”. La famiglia: “Ho un figlio, Bartolomeo e cinque nipoti, mi vogliono tutti bene e sono fortunata nel poter continuare a vivere qui! Con loro, nonostante la differenza di età, vado d’accordo: io li lascio fare”. Ama vivere a Bagnolo: “Ho fatto tanti viaggi alla “meira” con la “cabassa”, 10 chilometri a piedi da qui. Al mare sono andata solo una volta nella mia vita, a Laigueglia, ma non mi è piaciuto: la spiaggia non la amo, l’acqua mi fa paura! A Lerins, invece, sono andata: all’isola di Saint Hono-
rat ho visto le vigne coltivate dai monaci Cistercensi e mi è piaciuto!”. Le più grandi fatiche della sua vita: “Coltivare le piante di mele sui prati ripidi, abbiamo fatto delle vite grame! Mio padre si alzava alle 3 del mattino ogni giorno, mettevamo le mele in alcune ceste e poi le selezionavamo e le custodivamo nel fienile, a strati. La gente veniva a comprarle, si lavorava fino a tarda sera: io, che ero la più giovane, tenevo il lume, in modo che le mie sorelle fossero al chiaro”. La guerra: “Mi fa paura. La ricordo bene, l’ho vista con i miei occhi. Ricordo i partigiani e le SS. A volte pretendevano cose che noi non potevamo dare. Una volta i tedeschi sono arrivati, hanno posato le armi e si sono messi a mangiare da noi, poi se ne sono andati. Nella “meira”, erano anche arrivati e si erano messi a mangiare la panna per fare il burro. Una volta le SS avevano preso i formaggi che mio padre portava nella “cabassa”, scendendo dalla baita a piedi. Al Villar avevano ucciso 13 civili e incendiato le case”.
I MONACI CISTERCENSI
La vita: “E’ difficile per qualcuno, ma io ho sempre lavorato volentieri. Io prego, ma non riesco più ad andare tanto in chiesa, all’ora del Rosario in tv smetto di fare tutto. Dio c’è e l’ho sentito vicino, la morte non mi fa paura ma non vorrei soffrire”. Margherita ama il Monastero di Pra ‘d Mill: “Oh sì, e tanto! La borgata che i monaci hanno ristrutturato è bellissima … Padre Cesare Falletti è venuto tante volte a casa nostra, era amico di mio marito, a me dice sempre di dargli del tu, ma io non mi oso. Padre Cesare è saggio e dà consigli preziosi. Non mi piace il mondo di oggi, è cambiato in peggio. E la montagna è dimenticata, i politici non la conoscono”.
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POLITICA INTERNAZIONALE
Fino al 2017 prosegue l’embargo russo
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l presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha firmato il decreto che estende dal 6 agosto 2016 alla fine del 2017 l’embargo sui prodotti alimentari europei. L’estensione dell’embargo - si legge nel decreto, riportato dall’agenzia Tass - ha lo scopo di “proteggere gli interessi nazionali della Russia”. Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il Parmesan, tutti rigorosamente realizzati in Russia. E’ quanto emerge dal primo bilancio sull’impatto dell’embargo russo sul sistema agroalimentare italiano a due anni dall’avvio del blocco stilato dalla Coldiretti, in occasione della protesta di migliaia di agricoltori italiani che, con
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i trattori, sono scesi in piazza all’indomani della decisione del presidente russo, Vladimir Putin, di prolungare l’embargo imposto sui beni alimentari fino al 31 dicembre del 2017. Alla crescente domanda di prodotti agroalimentari italiani, la Russia sta rispondendo con un potenziamento dell’industria alimentare locale e nuovi investimenti sono stati realizzati per aumentare la produzione di formaggi, che è già cresciuta del 20 per cento negli Urali Centrali, ma sono previsti nuovi caseifici nella regione Sverdlovsk per coprire fabbisogni di formaggi duri e molli, dalla mozzarel-
la al parmigiano. Nella stessa regione, è in fase di sviluppo, con nuovi grandi macelli per maiali, anche l’industria della carne e dei salumi. Nei supermercati russi, è possibile, infatti, trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine Brasiliana o Argentina. “Come spesso accade, la guerra e le sue conseguenze uccidono il commercio ‘buono’ e fanno proliferare quello “cattivo” e c’è il rischio che, per l’export agroalimentare Made in Italy nel Paese di Putin, si possa giungere ad un punto di non ritorno con la perdita definitiva degli spazi commerciali dopo anni di intensa crescita”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “il rischio è che una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo”.
DANNI AGRICOLI
In Piemonte e in provincia di Cuneo, con la ripresa vegetativa i problemi si moltiplicano. Necessari abbattimenti straordinari e la riforma degli Organismi di gestione della caccia
Cinghiali e caprioli devastano i raccolti e creano incidenti stradali
A
lcune centinaia di cacciatori hanno manifestato davanti al Palazzo della Regione contro il calendario venatorio e il divieto di caccia ad alcune specie della fauna alpina (pernice bianca e lepre variabile) e dell’allodola deciso dal Consiglio regionale. I cacciatori sostengono che il calendario venatorio piemontese sia il più restrittivo d’Italia e chiedono che venga fatta rispettare la legge nazionale 157/92 che prevede una concertazione fra tutti i soggetti coinvolti, che tenga conto anche del censimento relativo a ciascuna specie di animali. Immediata la reazione della Regione, con le dichiarazioni del presidente Sergio Chiamparino e dell’assessore alla Caccia Giorgio Ferrero: “Federcaccia ci rimprovera di non essere rispettosi verso i cacciatori, al contrario, noi siamo profondamente rispettosi dei loro diritti, così come lo siamo nei confronti degli altri cittadini. Lo siamo anche verso il Consiglio regionale che a stragrande maggioranza con provvedimento legislativo ha vietato la caccia di specie come la pernice bianca, in passato cacciabile in solo 85 esemplari in tutto il Piemonte, considerata “vulnerabile” dall’Ispra, che si occupa della pro-
tezione della fauna selvatica, e protetta in molte parti dell’arco alpino europeo. Siamo rispettosi anche nei confronti degli agricoltori e del loro diritto a non vedere i loro campi invasi da cinghiali e caprioli, che continuano a proliferare per una evidente errata gestione della caccia, che sembra tesa più a conservarne il numero per poterli agevolmente cacciare che a limitarlo. Siamo rispettosi anche dell’ambiente e del diritto di tutti i cittadini a potersi muovere liberamente sul territorio regionale, senza correre rischi continui di gravi incidenti stradali, così come rispettiamo le specie animali che sono un patrimonio di tutti”. Tra cacciatori e Regione, da qualche tempo i rapporti sono tesi. Il mese scorso lo scontro è avvenuto
sulla riforma degli ATC e dei CA. La Regione accusa i cacciatori di “una gestione errata anche per la pletora di ambiti territoriali (38) e di amministratori (quasi 800) che evidentemente costituiscono un meccanismo farraginoso e poco razionale, su cui intendiamo intervenire per semplificarli e renderli più funzionali” concludono Chiamparino e Ferrero. Come Coldiretti, riteniamo urgente la riforma degli ATC e dei CA ed il loro accorpamento. Relativamente al calendario venatorio, ricordiamo che si deve avere la capacità, da parte dei cacciatori di affrontare i veri problemi e non cavillare su questioni di principio. In questi mesi di ripresa vegetativa i danni da cinghiale si sono intensificati, la presenza dei caprioli in pianura e in collina rasenta l’inverosimile tanto da diventare un problema che occorre affrontare con urgenza con abbattimenti mirati fuori periodo di caccia. Si sta lavorando con gli enti preposti per concedere le autorizzazioni per questi abbattimenti consapevoli che il problema andrebbe risolto a caccia aperta e non effettuando battute straordinarie. A maggior ragione, lo sosteniamo in questi anni dove i fondi per gli indennizzi sono sempre meno ed erogati con grande ritardo.
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LETTERE
La posta del Coltivatore Più rispetto per la Terra e l’ambiente
Gentile Direttore, mi riferisco alla Conferenza di Parigi che si è tenuta dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 sul clima e sull’effetto serra dovuto purtroppo dall’inquinamento. Se l’uomo non sarà attento, le future generazioni pagheranno un prezzo insostenibile per colpa dei loro avi. La nostra Madre Terra richiede più rispetto, perché su questo pianeta siamo tutti chiamati a rispettare l’ambiente così come rispettiamo la nostra casa, la nostra stessa vita. Purtroppo, molto resta ancora da fare cominciando dal semplice cittadino, per poi un giorno arrivare a cambiare le politiche ambientali. Pare che molte malattie siano causate dall’inquinamento stesso. Dobbiamo tutti fare un esame di coscienza; come ha ribadito più volte Papa Francesco: più rispetto
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per il creato. Se prenderemo più seriamente le parole del Pontefice, forse un giorno la nostra terra sarà più accogliente, più rigogliosa e meno inquinata. Grazie alla buona volontà dell’uomo e al lavoro attento, si spera che un giorno si possa finalmente sconfiggere la piaga della fame nel mondo. Come sostenuto dagli scienziati e dai meteorologi, sono aumentati i fenomeni legati agli sbalzi di temperatura, agli uragani, alle alluvioni, all’arretramento dei ghiacciai che si estende fino ai poli, aumentando paurosamente i livelli dei mari e degli oceani evidenziato dallo spiaggiamento delle balene, senza contare che l’inquinamento provoca molte malattie specialmente nelle grandi città dove l’aria, in certi periodi diventa irrespirabile, con le conseguenze che ne derivano. Noi della campagna notiamo da parecchi anni a questa parte le malattie delle pian-
te provocate dalle piogge acide che provocano la ruggine alle foglie dei ciliegi, ai fagioli e agli ortaggi in generale e anche le tossine al mais ecc.. Sicuramente arriveranno leggi, ce lo auguriamo tutti, per incentivare l’agricoltura biologica o almeno ridurre al minimo i veleni e i disinfettanti, che, con l’inquinamento atmosferico, hanno fatto sparire molte specie di piccoli volatili, mettendo a rischio per esempio, il fringuello, la cinciallegra, il pettirosso, la codarossa, il torcicollo, l’usignolo, l’allodola, la ballerina dei campi e quella dei tetti, la capinera, il verdone, il picchio muratore ecc.. Chiediamo a gran voce tutti insieme con l’aiuto di chi ha voce in capitolo come i sindacati e le istituzioni di incentivare di più le fonti di energie alternative come il fotovoltaico, l’energia eolica dove c’è il vento più consistente, le centraline idroelettriche. Vogliamo sperare quindi che chi
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LETTERE ha voce in capitolo si metta una mano sulla coscienza e prenda a cuore la questione, iniziando a sensibilizzare le persone fin dalla scuola materna in avanti e, in particolare, educando i bambini a nutrire il massimo rispetto per l’ambiente perché il futuro degli eco sistemi sarà tutto nelle loro mani. Diciamo quindi grazie a Dio se un giorno, girando il mondo, lo trovassimo più sano e accogliente. Questo senz’altro rappresenterebbe un dono prezioso per tutta l’umanità. Vorrei concludere con un ringraziamento speciale a tutti coloro che vorranno prendere a cuore e mettere in pratica questo richiamo soprattutto i nostri governanti che hanno la possibilità di fare qualcosa di bene per migliorare l’ambiente e salvare la nostra preziosa e amata Terra! Grazie di cuore! Giuseppe Rosso imprenditore agricolo, Tarantasca
Ringraziamo il nostro interlocutore per l’appello a rispettare di più l’ambiente e la terra. Come Coldiretti stiamo profonden-
do il massimo sforzo, anche con un qualificato team di tecnici, affinché i sistemi di lotta ai parassiti siano compatibili con il rispetto dell’ambiente. Relativamente ai Governanti: bene fare appelli, ma teniamo conto che a non rispettare le già troppe leggi in materia è la gente comune. Allora è anche il caso di auspicare un maggior senso del rispetto per l’ambiente che ci circonda. Una responsabilità che investe tutti: dai cittadini ai governanti.
Poste: Piccoli Comuni e Frazioni avranno ancora i loro uffici
Esprimo profonda soddisfazione per la battaglia vinta dai Piccoli Comuni e dalle loro frazioni con Poste Italiane che voleva chiudere i loro uffici decentrati. Si tratta della vittoria di Ercole contro Golia, ma che dimostra che se tutti facciamo fronte comune si possono vincere battaglie che sembrano impossibili. In veste di vice capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte, avevo presen-
tato due interrogazioni alla Giunta Chiamparino al riguardo: la raffica di sentenze dei Tar negli ultimi mesi ha congelato il piano industriale di razionalizzazione del numero di uffici postali presenti nelle zone rurali. In Regione mi sono più volte battuto sull’argomento, essendo convinto che trattandosi di un servizio pubblico non si potesse di fatto privare centinaia di cittadini di un servizio basilare. Peraltro si conoscono da tempo le difficoltà dei piccoli Comuni montani a trattenere i propri abitanti: la chiusura degli uffici postali sarebbe stato l’ennesimo schiaffo a tutti quei sindaci che combattono ogni giorno per dare un futuro a queste realtà fondamentali per il nostro territorio. Personalmente, in Regione, continuerò a battermi a difesa dei piccoli enti locali convinto che siano strategici per lo sviluppo e la difesa delle nostre tradizioni e del nostro turismo. Franco Graglia vice capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte
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LETTERE
Elio Sordello e il suo impegno per il mondo agricolo Il Consiglio di Zona di Cuneo vuole ricordare Elio Sordello, prematuramente scomparso nei giorni scorsi. Presidente di sezione Coldiretti di Busca, ha sempre portato avanti le istanze del mondo agricolo con grinta e determinazione, mettendo la sua esperienza a servizio degli altri. Allevatore di vacche frisone da latte e coltivatore di frutta in frazione San Martino di Busca, si è sempre distinto per l’impegno, nei diversi incarichi conferitigli. Era componente del consiglio di amministrazione del caseificio Valle Josina, rappresentante della Consulta Latte del sindacato agricolo e presidente del consorzio irriguo Attissano. Consiglio di Zona Coldiretti Cuneo
Nella sua cronaca, i valori veri della nostra terra Gianfranco Bianco, giornalista rai, cuneese di Fossano, ci ha prematuramente lasciati dopo una lunga e sofferente malattia. Lo ricordiamo con grande stima ed affetto per l’attaccamento che ha sempre manifestato nei confronti della Provincia di Cuneo. Conosciuto nel resto d’Italia per la sempre brillante conduzione del concerto di ferragosto svolto sulle nostre montagne dall’orchestra Bruni di Cuneo, ha sempre operato per trasferire nei suoi servizi, i valori veri della nostra terra. Coldiretti Cuneo
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Approvata una legge regionale per la miglior accoglienza dei lavoratori stagionali
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a una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mercato del lavoro nel primo trimestre del 2016, si ha la conferma della dinamicità del settore agricolo nonostante le difficoltà che si stanno registrando sul mercato, dove i compensi riconosciuti agli agricoltori sono in molti casi al di sotto dei costi di produzione. Sul piano occupazionale, infatti, si era verificato nel 2015 un aumento del 2,2% delle unità di lavoro nel settore agricolo, risultato dall’incremento sia delle unità dipendenti (+2,8%) che di quelle indipendenti (+1,9%). Nel 2016 l’agricoltura è il settore che fa segnare il maggior aumento delle ore lavorate con un incremento record del 5,8% annuale che è pra-
I Comuni dovranno mettere in pratica la nuova legge che rappresenta un sicuro passo in avanti rispetto alle norme precedenti ticamente il triplo di quello medio fatto registrare per l’intera economia. Il dato nazionale trova ampia conferma anche in provincia di Cuneo. Di qui la dichiarazione di Delia Revelli ed Enzo Pagliano, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Cuneo subito dopo l’approvazione da parte della Terza Commissione Legislativa del Consiglio Regionale del Piemonte che consente di poter migliorare l’ospitalità dei braccianti
stagionali per la raccolta della frutta e per la vendemmia. “Esprimiamo soddisfazione per la proposta di legge approvata che accoglie molte indicazioni a suo tempo sollecitate dalla nostra Organizzazione. Tocca ora ai Comuni dare pratica attuazione ai contenuti legislativi che rappresentano un sicuro passo in avanti in termini di accoglienza dei lavoratori stagionali da parte delle imprese agricole”. Ecco nei particolari i contenuti della legge che Coldiretti ha contribuito a perfezionare avanzando proposte in sede di consultazione online che la terza Commissione Consigliare ha prontamente accolto.
I contenuti della legge illustrati dal proponente
“Il provvedimento - spiega Paolo
cuneotre.com
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MANODOPERA STAGIONALE Allemano, consigliere regionale saluzzese e firmatario della proposta recentemente approvata - modifica la legge urbanistica regionale, consentendo agli imprenditori agricoli di recuperare strutture inutilizzate all’interno delle aziende agricole, fino ad un massimo di 200 metri quadri, per la sistemazione temporanea di salariati stagionali. La superficie è ricavabile da manufatti esistenti anche non residenziali, oppure, in caso di insufficienza o inesistenza degli stessi, da prefabbricati”. Prosegue Allemano: “Anche le piccole e medie aziende agricole, singole o associate, o con la mediazione delle loro categorie professionali, saranno in condizioni di alloggiare dignitosamente i salariati agricoli stagionali, alla luce del sole e con vantaggi per tutti, senza appesantimenti burocratici. Se il picco di migranti stagionali in coincidenza con la raccolta della frutta sarà superiore alla possibilità di alloggiamento presso le aziende, enti pubblici o associazioni convenzionate con gli stessi potranno allestire dei campi di accoglienza fino a 2 mila metri quadri, interventi per i quali la Regione potrà concedere a bando contributi fino ad un massimo di 25 mila euro”. Soddisfazione da parte degli assessori all’Agricoltura e all’Urbanistica Giorgio Ferrero e Alberto
Valmaggia: “E’ una legge importante - dichiara Ferrero - una grande opportunità per migliorare l’accoglienza dei lavoratori. Rappresenta uno strumento per rafforzare quella ospitalità che fa parte della tradizione e della cultura degli imprenditori agricoli piemontesi”. “Con un nuovo articolo nella legge urbanistica regionale - aggiunge Valmaggia - si dà una risposta importante al mondo agricolo e alla realtà sociale piemontese”. “Un grande salto di qualità rispetto al passato - conclude Allemano - dove Comuni e associazioni si trovavano a far fronte all’afflusso di centinaia di migranti, senza che ci fossero assunzioni di responsabilità ad altri livelli, se non in termini di ordine pubblico. Una legge che non ha precedenti in Italia, approvata con il coinvolgimenti di tre assessorati regionali e l’apporto di tutti i gruppi consiliari”.
Gli imprenditori agricoli necessitano di serenità rispetto all’utilizzo della manodopera stagionale
Coldiretti Cuneo auspica che si inizi una campagna di raccolta con maggior serenità rispetto agli ultimi anni. Questo nell’interesse dell’economia agroalimentare cuneese che
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non può certamente continuare a produrre la frutta ricavando meno dei costi di produzione. Se dovessero chiudere anche solo in parte, le imprese frutticole è automatica una riduzione della manodopera stagionale. Così come ci si augura che l’opinione pubblica orienti la propria attenzione verso fenomeni di illegalità che nulla hanno a che vedere con le imprese agricole piemontesi. Inutile ricordare che Coldiretti rappresenta le imprese che hanno fatto una scelta di eticità. Fenomeni diversi penalizzano le imprese che operano sul nostro territorio con onestà e trasparenza. A questo proposito va evidenziato che, relativamente al Piemonte i giornali continuano a parlare del fenomeno del capolarato. Quanto meno una incongruenza l’aver inserito la nostra Regione tra quelle dove il fenomeno deleterio deve essere combattuto laddove esiste davvero. In Piemonte gli Organi di vigilanza non hanno mai rilevato la presenza del fenomeno. Perché continuare nel volerci appioppare anche questa brutta immagine? La risposta non c’è se non nell’ignoranza (nel senso di colui che ignora) sia di chi fa informazione che di chi fa politica ed ha accettato che il Piemonte venisse incluso nell’elenco nazionale delle Regioni a rischio capolarato.
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Aperti i due campi per i raccoglitori della frutta
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oldiretti mette a disposizione delle aziende agricole associate, anche per il 2016, ottanta posti letto in container, per ospitare i braccianti stranieri assunti per la raccolta della frutta. Dall’ 11 luglio, per la lavorazione delle pesche, sono aperti i due campus di container a Saluzzo (50 posti letto vicino allo stadio Damiano) e Lagnasco ( 30 posti nell’area industriale ). Nei mesi scorsi, spiega il
segretario della Coldiretti di Saluzzo, Mario Dotto (nella foto accanto), abbiamo valutato con le nostre aziende che i container erano anche quest’anno la soluzione più adatta per ospitare i braccianti. Quando è stata presa la decisione, infatti, non era ancora stata approvata la nuova
legge regionale sull’accoglienza in cascina. L’ok è arrivato pochi giorni fa e la maggior parte degli imprenditori per quest’anno si è già organizzata. In futuro siamo sicuri che questa novità normativa sarà di grande aiuto per il settore”.
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Approvato il bilancio 2015 di Coldiretti Si è svolta l’assemblea provinciale di Coldiretti Cuneo alla presenza dei Presidenti di Sezione. Particolarmente apprezzata l’attività organizzativa e tecnica svolta dall’Organizzazione, dove nel corso del 2015 sono stati realizzati quasi tremila recapiti sul territorio provinciale ed è in forte aumento la richiesta di consulenza tecnica da parte delle trentaquattromila imprese associate. La volontà della dirigenza di Coldiretti Cuneo è quella di dare le risposte che le imprese stanno chiedendo, anche nel settore economico, dove sono in costante aumento i contratti di filiera nel settore dei cereali, del
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latte e la strategia economica si consolida con gli accordi del Cap Nord Ovest. Chiesta dai dirigenti una particolare attenzione verso le colture emergenti come il nocciolo ed è stato auspicato l’ulteriore potenziamento dei servizi alle imprese anche in vista delle misure del nuovo PSR.
ETICHETTATURA
Latte: Renzi annuncia il decreto sull’indicazione obbligatoria dell’origine
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er la mobilitazione nazionale in occasione del World Milk Day celebrato dalla Fao in tutto il mondo è stata scelta Milano in Lombardia dove si produce il 40% del latte italiano. Coldiretti porta a casa un risultato storico per gli allevatori e i consumatori: il premier Matteo Renzi, introdotto dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, ha annunciato il via libera del Governo all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e dei derivati come formaggi o yogurt. Il provvedimento del Governo, sostenuto anche dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina rappresenta anche una sfida alla Commissione Europea che, in materia di etichettatura, non ha mai emanato direttive o regolamenti. Il voto del Parlamento Europeo, che ha invitato i singoli Stati a muoversi in autonomia, ha consentito al Governo italiano di cogliere la palla al balzo e di legiferare affinché cessino le speculazioni sul made in Italy e le truffe ai consumatori. Dalla provincia di Cuneo hanno partecipato una cinquantina di gio-
vani allevatori cuneesi, accompagnati da Delia Revelli ed Enzo Pagliano, presidente e direttore di Coldiretti Cuneo. Queste, alcune delle richieste che si leggevano sui cartelli e sugli striscioni: “Avete preso i nostri marchi, non vi daremo le nostre mucche”, “Chi ac-
quista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia”, “Più trasparenza con l’etichettatura di origine obbligatoria” e “Stop a speculazioni: giusto prezzo per produttori e consumatori”. Delia Revelli ed Enzo Pagliano: “L’annuncio del decreto del Governo da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi ci lascia uno spiraglio di ottimismo, poiché da sempre Coldiretti chiede l’etichettatura per tutti i prodotti agroalimentari e sinora non sono mai stati compiuti provvedimenti concreti. Un chiaro segnale di attenzione del Governo verso le istanze degli allevatori di Coldiretti”.
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PENSIONATI e DONNE IMPRESA
20ª Festa Pensionati e Donne Impresa: cresciamo come un albero ricco di frutti!
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n moltissimi sono giunti da ogni parte della provincia al Real Park di Entracque, lo scorso 23 giugno, per la 20esima Festa provinciale Coldiretti Cuneo di Pensionati e Donne Impresa. “Una festa che non ci perdiamo mai”, “una giornata che aspettiamo sempre con gioia”, “un’occasione per ritrovare vecchi amici”, hanno commentato in tanti. Una giornata per festeggiare vent’anni di impegno sociale e crescita, per cui si è scelto come simbolo un albero carico di frutti, dalle salde radici, teso al futuro. La giornata, ricchissima, si è aperta con una S. Messa molto partecipata, officiata da Don Antonio Audisio e Don Roberto Fontana, Consiglieri ecclesiastici Coldiretti. Un momento di riflessione ha preceduto il pranzo e la festa del pomeriggio, fra giochi e danze. Il raccoglimento si è sviluppato intorno al tema della giornata: il Giubileo di Papa Francesco tra solidarietà, condivisione ed impegno. Ad approfondirlo, il prof. Franco Chittolina, Presidente di APICE, che ha ricordato
quanto il Papa sia preoccupato per il degrado sociale e umano che stiamo vivendo e per la debolezza delle reazioni nella società. Da qui l’importanza della Festa Coldiretti, un momento di grande comunicazione sociale, una “buona eccezione” che merita tutto l’entusiasmo che i pensionati e le imprenditrici ci mettono. Al momento di riflessione hanno contribuito il Segretario nazionale Pensionati Coldiretti, Danilo Elia, la
coordinatrice nazionale Donne Impresa Coldiretti, Silvia Bosco, la Presidente Coldiretti Cuneo, Delia Revelli, il Direttore Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano, il Presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti Cuneo, Lorenzo Bergese, e la responsabile Donne Impresa Coldiretti Cuneo, Silvia Viazzi. Tutti concordi nel definire pensionati e donne “tasselli” fondamentali del mondo imprenditoriale agricolo, in un mix di esperienza e creatività vitale per le nostre aziende. Ben vengano, allora, giornate come questa, in cui - ricorda il Direttore Pagliano - “ci incontriamo, ci confrontiamo, condividiamo, ci sosteniamo. È questa la nostra forza, indispensabile per superare i momenti di difficoltà”. Condivisione e impegno, insomma, per costruire il domani. D’altronde - dichiara la Presidente Delia Revelli - “il futuro è oggi”: già ora costruiamo le opportunità di domani per le aziende agricole e per la società tutta. Proprio come un albero che, se curato oggi, non può che dare frutti domani.
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PENSIONATI
Festa regionale dei Pensionati, presente una delegazione cuneese
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na delegazione cuneese ha preso parte, lo scorso 16 giugno, alla XIX Giornata regionale dei Pensionati Coldiretti, quest’anno ospitata dalla Federazione di Alessandria ad Acqui Terme. Ricchissimo il programma della giornata, promossa da Coldiretti Piemonte, che ha raccolto la partecipazione di oltre 500 pensionati. Prima la Santa Messa officiata dal Vescovo della città Mons. Pier Giorgio Micchiardi nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, poi il pranzo a cura della Scuola alberghiera. In più, una coinvolgente visita agli stabilimenti termali e il mercato di Campagna Amica. A guidare la delegazione cuneese c’erano la Presidente e il Direttore di Coldiretti Cuneo, Delia Revelli ed Enzo Pagliano.
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GIOVANI IMPRESA
Gasolio agricolo, rinnovato l’accordo per le giovani imprese
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opo l’esperienza positiva dell’anno scorso, Coldiretti Giovani Impresa Cuneo ha raggiunto un nuovo accordo di filiera per il gasolio agricolo. A firmarlo, lo scorso 2 luglio, il delegato provinciale Coldiretti Giovani Impresa Cuneo, Luca Beltrando, e il presidente del Consorzio Agrario delle province del Nord Ovest, Antonio Gai. Con una novità importante: quest’anno, ai Giovani di Cuneo si uniscono quelli di Asti e Torino, per estendere ad altre province piemontesi i benefici sperimentati nella Granda. L’accordo, che resta unico nel suo genere in Italia, prevede uno sconto sugli acquisti di carburante ai giovani imprenditori agricoli delle province di Cuneo, Asti e Torino associati a Coldiretti.
Più precisamente, un’impresa agricola con il titolare o un coadiuvante di 35 anni al massimo, per ogni litro di gasolio agricolo acquistato nel corso del 2016, avrà diritto a fine anno ad una nota di credito utilizzabile per gli acquisti nei punti CAP Nord Ovest, a cominciare dal gasolio. Lo sconto garantito sul carburante si somma all’agevolazione già applicata ai produttori agricoli in base agli scaglioni di acquisto. L’impegno congiunto di Coldiretti Giovani Impresa e CAP Nord Ovest, alla base del rinnovato accordo, consentirà di ridurre i costi delle nostre aziende agricole più giovani e di promuoverne la crescita. Si tratta di un impegno molto importante, considerato che in questi anni di perdurante crisi il primo guadagno di un’impresa nasce dalle occasioni di risparmio che le vengono
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GIOVANI IMPRESA
Festa provinciale Giovani Impresa: gli under 30 si mettono in gioco
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n appuntamento che richiama ogni anno tantissimi giovani imprenditori Coldiretti
Cuneo. È la Festa Provinciale Giovani Impresa, che quest’anno cambia veste, tornando ad una formula già sperimentata in passato, con giochi pomeridiani, cena e musica. Ma attenzione: nessun passo indietro! Lo sguardo degli imprenditori agricoli under 30 resta ben fisso avanti, verso un futuro di crescita, da costruire giorno per giorno. È una festa, quella 2016, in cui il divertimento è quello genuino del gioco, in cui l’aggregazione è ancor più sentita. Oltre ….(XXXXXXXXXXXX)
giovani imprenditori vi hanno preso parte, domenica 3 luglio, al Circolo Ricreativo di San Biagio di Centallo. Per festeggiare l’anno trascorso insieme, si sono cimentati nei giochi in programma: beach volley, calcetto e petanque. Non a caso, il leitmotiv della giornata è stato “Mettiamoci in gioco”. In gioco per divertirsi, per coinvolgere, per fare squadra, per sfidarsi e per provare a vincere. D’altra parte, “i nostri imprenditori under 30 si mettono in gioco ogni giorno, escono dagli schemi per tentare vie nuove, innovano le aziende
del territorio con coraggio ed entusiasmo e ce la mettono tutta per farle crescere”. Parola di Luca Beltrando, delegato Giovani Impresa di Coldiretti Cuneo. Una ricca grigliata per cena, con tanto di musica, ha concluso la giornata di festa che, oltre ad divertire i giovani presenti, li ha uniti intorno agli obiettivi di Giovani Impresa. E li ha coinvolti attivamente per fare il punto su quanto è stato fatto finora per le giovani imprese agricole e per raccogliere idee e proposte sulle battaglie da portare avanti nei prossimi mesi.
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Risultati di un’indagine nel cuneese
Lavoro, salute e sicurezza negli agricoltori oltre i 65 anni
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a sede Coldiretti di Savigliano ha ospitato l’incontro di chiusura dell’indagine “Invecchiare in agricoltura: Lavoro, Salute e Sicurezza in un Gruppo di Agricoltori Over 65”, condotta dall’Istituto per le Macchine Agricole e Movimento Terra (IMAMOTER) del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e dal Laboratorio di Ergonomia del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, in collaborazione con la Federazione Coldiretti Cuneo. L’indagine ha coinvolto un gruppo di agricoltori con oltre 65 anni di età in una valutazione multidimensionale dell’interazione uomo-ambiente di lavoro. La ricerca, mediante interviste, osservazioni e rilevamento di parametrici antropometrico-funzionali, ha permesso di individuare le principali criticità per la salute e la sicurezza di questa specifica categoria di operatori. I cambiamenti fisici e cognitivi che caratterizzano l’invecchiamento generano “nuovi” rischi,
soprattutto nell’ uso di macchine e attrezzature; questi rischi si possono ridurre da un lato con soluzioni tecniche sulle applicate alle macchine e dall’altro con interventi di informazione e formazione mirati alle particolari esigenze di questo gruppo di operatori, adottando una prospettiva ergonomica che pone l’utente al centro del progetto di intervento. A questo proposito la ricerca ha consentito di elaborare una brochure che illustra alcuni semplici esercizi di attività fisica adattata destinati a
compensare le problematiche muscoloscheletriche rilevate nel corso dello studio. Promuovere una maggior conoscenza sul tema degli anziani ancora attivi risulta fondamentale per creare modelli di intervento destinati a meglio tutelarli. Lo studio è stato reso possibile anche grazie alla borsa di ricerca Master dei Talenti della Società Civile – Ed. 2014 – cofinanziata dalla Fondazione Giovanni Goria, dalla Fondazione CRT e dall’Università degli Studi di Torino.
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Aperitivi Km zero a Cuneo, con Campagna Amica il gusto ha i “chilometri contati”
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ei serate di aperitivi all’insegna del gusto a Km zero. Dove? Nel centro storico di Cuneo. Quando? Gli ultimi tre venerdì di giugno e i primi tre mercoledì di luglio. Sei appuntamenti che hanno animato il capoluogo con le prelibatezze gastronomiche del territorio, sei occasioni per gustare un aperitivo a base di prodotti, oltre che buoni, rigorosamente locali. Le serate - organizzate dall’associazione dei bar cittadini del centro storico “Movistorica”, in collaborazione con Campagna Amica di Coldiretti sono nate per valorizzare e promuovere le eccellenze della nostra terra e delle aziende locali. Per questo, in concomitanza con gli aperitivi, Coldiretti Cuneo ha allesti-
to nella centralissima Via Roma un Mercato di Campagna Amica con le aziende agricole cuneesi coinvolte in ogni serata. Uno spazio in cui acquistare i prodotti gustati nei bar durante l’aperitivo. In vendita formaggi, salumi, ortofrutta, pasta, trasformati di carne e di trota, pane, miele, confetture: prelibatezze per tutti i gusti! “Abbiamo scelto questa vetrina per incontrare il consumatore anche nella veste insolita dell’‘aperi-cena’ - è il commento del Presidente di Coldiretti Cuneo, Delia Revelli - e la scelta del pubblico sta premiando questa sinergia”. Una sinergia di successo, che “speriamo si possa ripetere in futuro con nuove iniziative”, conclude Alessandro Allegra, presidente di Movistorica.
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Impossibile la digitalizzazione amministrativa: scarsa la banda larga
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l decreto legislativo n. 82/2005 che dovrebbe costituire lo strumento di semplificazione amministrativa prevede che dal 16 agosto 2016, la Pubblica Amministrazione adegui il sistema di gestione informatica dei documenti passando all’amministrazione digitale e con le medesime modalità l’amministrazione pubblica adotta e comunica atti e provvedimenti amministrativi nei confronti delle imprese. Ma vi è però un problema di fondo. Nonostante i programmi europei, nazionali e regionali per il miglioramento della connettività e gli investimenti pubblici e privati degli ultimi anni in molte aree rurali e di montagna, si è ancora sprovvisti della “banda larga”. Conseguentemente, cittadini ed imprese hanno difficoltà a rapportarsi telematicamente con l’Amministrazione Pubblica. Molte azien-
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de agricole sono ancora sprovviste di collegamento internet, di caselle Pec, o dispositivi di firma digitale. A fronte di questa situazione, l’Associazione di Agricoltori e Coltivatori Diretti Südtiroler Bauernbund ha chiesto ai vari gruppi parlamentari di intervenire al fine di ottenere per le aree montane una proroga nell’ap-
plicazione dell’obbligo di trasmissione in formato digitale di istanze, dichiarazioni e dati e, in generale, lo scambio di informazioni tra il privato e le pubbliche amministrazioni che agiscono su quei territori. Inoltre, si chiede l’esonero da tale obbligo dei piccoli imprenditori agricoli con volume d’affari non superiore ai 7 mila Euro, già esonerati da qualsiasi obbligo contabile e dichiarativo. Il sen. di Bolzano Hans Berger (nella foto), molto sensibile alle istanze esposte, e condivise anche dal Gruppo di lavoro interregionale sul rilancio della montagna e delle zone svantaggiate, ha presentato un’interrogazione per ottenere una proroga alla attuazione delle procedure previste dal decreto legislativo e per chiedere l’esenzione delle stesse procedure telematiche per le piccole aziende diretto-coltivatrici di montagna.
SPECIALE CIMICE ASIATICA
Cimice Asiatica: l’allarmismo è eccessivo. Attenzione alle speculazioni commerciali! In questi anni la cimice asiatica, Halyomorpha halys, sta destando non poche preoccupazioni tra i comparti agricoli, dalla cerealicoltura alla frutta. Di qui, i titoloni sui giornali che nei giorni scorsi hanno gettato un allarme, a giudizio dei tecnici dell’ Agenzia 4A di Coldiretti di Cuneo, eccessivo e controproducente per il settore. Infatti non sono mancate le prime reazioni del mondo commerciale che potrebbe sfruttare questa situazione in suo favore in termini di prezzi. Il problema esiste, non va sottovalutato, ma non è con gli allarmismi che si affrontano i problemi. Per certi aspetti, ci sembra di rivivere un po’ quanto era avvenuto per il cinipide galligeno che aveva colpito i castagneti della provincia compromettendone la produzione. La gestione di quel problema è stata fatta con grande fermezza, ma anche con grande intelligenza evitando di compromettere l’ ambiente e dare una brutta immagine al settore. Si costituì un comitato tecnico, nel quale tutti si sono riconosciuti, evitando fughe in avanti di rivenditori di prodotti chimici che stavano generando false speranze intaccando direttamente l’ economia dell’ azienda agricola senza però risolvere il problema. La stessa fermezza e chiarezza di allora va impostata anche di fronte a questa problematica poiché dobbiamo essere tutti consapevoli che gli allarmismi eccessivi generano disaffezione da parte del consumatore. La prima cosa fondamentale è conoscere la problematica in tutti gli aspetti per poterla così gestire ed affrontare correttamente con il supporto della consulenza tecnica. Questo è quello che cercheremo di fare nelle pagine seguenti invitando si d’ora gli agricoltori di tutti i comparti produttivi a contattare i tecnici di Coldiretti che stanno monitorando la situazione e non hanno alcun interesse commerciale. La cosa importante è cercare di risolvere la problematica nel rispetto dell’ambiente e dell’economia delle imprese agricole cuneesi.
Scheda tecnica sulla cimice asiatica (Halyomorpha halys)
L’ Halyomorpha halys è una cimice asiatica di recente introduzione in Italia. Le prime segnalazioni risalgono al 2014 in Emilia Romagna, mentre in Piemonte le prime segnalazioni consistenti sono del 2015. Lo scorso anno, infatti, questa cimice ha creato grande preoccupazione su diverse colture, dai frutteti agli ortaggi e ce-
Confronto con le altre cimici Halyomorpha halys
reali, provocando, in diversi casi, seri danni ai raccolti. E’ dunque normale e fondamentale che quest’anno si ponga, sin d’ora, la massima attenzione ad iniziare dagli appezzamenti più prossimi ai centri abitati o anche alle singole abitazioni. Come è noto, la cimice asiatica non è l’unico pentatomide dannoso pre-
Palomena prasina
sente su molte colture. Proprio per tale motivo è importante saperla riconoscere dalle altre specie, alcune delle quali, molto simili. Ecco di seguito alcune specie locali in confronto alla halys e le caratteristiche della specie per poterla correttamente identificare in campo e non solo.
Carpocoris sp.
Pentatoma rufipes
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SPECIALE CIMICE ASIATICA Gonocerus acuteangulatus
Rhaphigaster nebulosa
Dolycoris baccarum
Nezara vidula
Confronto con le OVATURE delle altre cimici Le uova della specie, come per le altre cimici, non sono mai singole, bensì deposte a gruppi, in ovature formate mediamente da 20-30 unità. Il colore, diversamente da quello delle altre specie, è bianco-trasparente.
Palomena prasina: gruppi di 28 uova su pagina inferiore
Halyomorpha halys: gruppi di 25-30 uova su pagina inferiore
Rhaphigaster nebulosa: gruppi di 14 uova su pagina inferiore
Nezara viridula: gruppi di 42-78-114 uova su pagina inferiore
STADIO GIOVANILE Presenza di spine sul torace
Caratteristica banda bianca sulle zampe
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SPECIALE CIMICE ASIATICA
L’ADULTO Presenza di spine sul torace
Caratteristico disegno del bordo dorsale dell’addome
Nervature nere sulla parte membranosa del primo paio di ali
CICLO BIOLOGICO IN PIEMONTE •
• •
Sverna come adulto in luoghi riparati dal freddo quali abitazioni, magazzini, ecc., anche se durante l’inverno, a seguito dell’andamento climatico particolarmente mite di quest’anno, è stata rilevata presenza di adulti svernanti anche nei frutteti nelle pieghe delle reti antigrandine o dentro ai copri pali. L’ insetto compie almeno 2 generazioni all’anno. Gli adulti, una volta usciti dai siti
CONTROLLI E MONITORAGGI •
•
•
di svernamento, si sviluppano in un primo tempo su piante ospiti spontanee. Nel corso della primavera, si hanno gli accoppiamenti e verso metà - fine maggio le femmine iniziano a deporre le uova a gruppi di 25-30 sulla pagina inferiore delle foglie. A partire da metà giugno, l’insetto inizia a migrare in massa nei frutteti (di preferenza inizialmente su pesco e pero, ma più
La metodologie più affidabili sono il controllo visivo che va effettuato su tutta la pianta, soprattutto sulla parte alta della chioma ed il frappage che consiste nello scuotimento delle piante da fare al mattino presto e successiva conta degli individui caduti a terra sopra un telo steso precedentemente. Sono operazioni che richiedono tempo, ma permettono di comprendere effettivamente l’entità della popolazione presente.
•
tardi anche su melo e actinidia) e sulle altre colture agrarie (cereali, orticole, nocciolo) con infestazioni gravi da metà luglio in avanti. Gli adulti migrati depongono le uova principalmente sulla pagina inferiore delle foglie, ma in caso di gravi attacchi direttamente sui frutti. In poco tempo sulle piante si possono così osservare tutti gli stadi fenologici dell’insetto (uova, giovani, adulti).
39
SPECIALE CIMICE ASIATICA •
Le trappole a feromoni sono in fase di valutazione per stabilire qual è la tipologia più affidabile; pertanto, al momento, il loro utilizzo è affidato esclusivamente ai tecnici di campo, anche perché svolgono un’azione di tipo attrattivo e di conseguenza, se non collocate con criterio, possono accentuare il danno nel campo monitorato.
•
Osservazioni dei danni sulle produzioni vegetali: non è infatti raro, specie ad inizio stagione, imbattersi in manifestazioni o danni sulle derrate che nulla hanno a che vedere con l’azione di Halyomorpha halys; in realtà, sovente, si tratta di attacchi di altri fitofagi (altri pentatomidi o tripidi) o di cause abiotiche (grandinate precoci), e di conseguenza, per fornire una diagnosi corretta, si dovrà sempre aver individuato nel frutteto la presenza effettiva di forme mobili di questa cimice Puntura di cimice
DANNI EVIDENZIATI DAI TECNICI SULLE COLTURE NEL 2015:
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Grandine
SPECIALE CIMICE ASIATICA
41
SPECIALE CIMICE ASIATICA
Come già ribadito, l’estrema polifagia di questo insetto lo rende molto pericoloso per molte colture agrarie (circa 200 specie diverse). Analizzando le immagini, possiamo riassumere i danni: • Su colture orticole, a bacca rossa come pomodoro e peperone, a seguito della puntura si manifesta una macchia-alone di colore marroncino-nerastro e con consistenza molle; • Su fagiolo e fagiolino, possono danneggiare il baccello e macchiare direttamente il legume; • Sui cereali, i pentatomidi sono pericolosi su frumento ed orzo per il rischio di non panificabilità della farina, ma attualmente questa cimice non ha provocato
Strategia di difesa Lotta chimica:
44
–– L’esperienza americana insegna che far affidamento esclusivamente sulla lotta chimica non conduce ad una risoluzione del problema anzi, in alcuni casi, può peggiorare la situazione andando ad eliminare tutta la entomofauna presente nei campi, compresi gli insetti utili come coccinelle, antocoridi ecc.. ed eventuali parassitoidi naturali; creando resistenza ai principi attivi ed inquinando l’ambiente e non solo. L’insetticida serve unicamente a tamponare una situazione momentanea, ma non risolutiva e comunque deve essere preceduto dall’insieme delle operazioni di monitoraggio sopra riportate e comunque accompagnato da altri sistemi come
questi danni; Su soia ed erba medica, si sono manifestate grosse infestazioni di giovani ed adulti, ma non sono stati riportati danni all’interno del baccello, notevoli danni invece a livello di pianta con conseguente minore produzione; Su mais, punture nell’epoca della maturazione lattea possono provocare marcescenze e deformazioni della spiga; Su frutta, compresa la vite, i danni maggiori: punture e deformazioni dei frutti con conseguente distacco e caduta a terra. Sotto le punture possono manifestarsi zone molli o necrotiche oppure zone “callose” anche a seconda del tipo di frutto;
Su nocciolo, le cimici causano il cosiddetto “cimiciato”, ovvero un deprezzamento del valore della nocciola causato dalla puntura della stessa sulla nocciola in accrescimento che può provocare un aborto del seme quindi perdita di produzione oppure formazione di gusto amaro che deprezza fortemente il prodotto; la halys potrebbe contribuire a questo fenomeno; • Particolare ritrovamento su castagno senza evidenziare danni. Vista la difficoltà dell’analisi della puntura, ribadiamo l’importanza della consulenza tecnica e il supporto dell’assistenza specialistica. Importante impostare una corretta strategia di lotta.
barriere fisiche o interventi localizzati; –– A tale proposito può essere efficace, intervenire sui bordi dell’appezzamento, prima cioè che questo insetto colonizzi tutto l’appezzamento, dopo aver eseguito i monitoraggi in campo; –– Importante, sempre, controllare l’etichetta dei prodotti fitosanitari per eseguire il trattamento, affinché abbia l’avversità “cimice” in etichetta e tenersi strettamente alle dosi indicate in etichetta, evitando di fare miscele o utilizzare prodotti revocati o non registrati; importante sempre porre la massima attenzione all’ ambiente e ad eventuali persone attorno agli appezzamenti; –– Prima d’intervenire verificare
l’effettiva presenza degli adulti, in quanto i prodotti svolgono per lo più un’azione di contatto. I trattamenti preventivi non hanno mai fornito risultati positivi; –– L’efficacia dei prodotti non è mai completa (in campo inferiore all’80%) e la loro azione risulta essere limitata nel tempo; –– L’abuso dell’impiego dei prodotti insetticidi riduce drasticamente la presenza degli insetti utili favorendo nel tempo il ritorno di altre avversità quali ragno rosso, psilla, cocciniglie ecc.. quindi si sconsiglia di utilizzare i prodotti indiscriminatamente, bensì di impiegarli, scegliendo quelli che dalle prove hanno dimostrato l’efficacia maggiore contro la cimice.
•
• •
•
SPECIALE CIMICE ASIATICA
I Prodotti:
Al momento, si raccomanda di limitarsi ad usare i prodotti già testati nel nostro territorio e consentiti. A partire dal 2015, AGRION e il DISAFA (Università di Torino) hanno condotto saggi di prove di efficacia di alcuni prodotti insetticidi prima in laboratorio e successivamente in semi campo. In sintesi sono riportati i risultati:
Sostanza Attiva
Formulato
Prova in ambiente confinato con introduzione dell’insetto su vegetazione trattata
Dose (g-ml/hl)
Limitazioni
Efficacia su adulti (% di mortalità)
Efficacia su adulti (% di mortalità)
200
Max 1 trattamento all’anno
100
30.4
Clorpirifosmetile Reldan 22
Prova in ambiente confinato con trattamento diretto
Actara 25 WG
Thiametoxan
40
Max 1 trattamento all’anno
84.6
25
Trebon Up
Etofenprox
50
Max 2 trattamento all’anno
100
8
Rufast Flow
Acrinatrina
30
Solo pre fioritura – Max 1 all’anno
-
8
Delegate WG
Spinetoram
26.7
Prodotto non ancora registrato
46.2
12
Lambdacialotrina
170
Solo pre fioritura – Max 1 all’anno
76.9
60
Karate Zeon
A completamento, riteniamo utile riportare i risultati delle prove del 2015 del Settore Fitosanitario dell’Emilia Romagna (Mauro Boselli e altri) fatti anche su forme giovanili, utilizzando anche altri principi attivi:
Prove Settore Fitosanitario Emilia Romagna Prova in ambiente confinato con trattamento diretto Formulato
Sostanza Attiva
Dose (g-ml/hl)
Bayteroyd 25 ec Reldan 22
Beta-ciflutrin
70
Efficacia su adulti (% di mortalità) 77.2
Clorpirifos metile Etofenprox Fluvalinate Acetamiprid Clorpirifos etile
200
78.1
50 75 150 70
84.1 83.4 74.3 73.1
71.2 67.2 67.8 34.1
6.2 9.3 16.2 3.9
5.9 4.5 5.1 3.1
Fosmet Thiametoxan Thiacloprid Spinosad Piretrina
300 40 25 20 100
65.3 58.4 85.7 25.9 24.2
29.2 41.3 21.4 16.9 16.1
1.6 13.2 1.2 1.1
2.2 2.3 0.8 0
Trebon Up Mavrik 20 ew Epik sl Dursban 75 wg Spada 25 wdg Actara 240 sl Calypso Laser Asset
Efficacia su forme giovanili (% di mortalità)
Prova in ambiente confinato con introduzione dell’insetto su vegetazione trattata Efficacia su forme giovanili (% di mortalità)
5.8
Efficacia su adulti (% di mortalità) 6 4.1
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SPECIALE CIMICE ASIATICA Riguardo ai prodotti impiegabili nel biologico quali azadiractina, piretro, sali di potassio e spinosad, le prove svolte dalla Rutgers University dello stato di N.Y., hanno evidenziato una ridotta efficacia. In ambito biologico fondamentale effettuare trattamenti non in pieno sole per la poca persistenza ed elevata volatilità dei prodotti e magari verso sera o al mattino presto Altri metodi di lotta
Analizzata la lotta chimica all’avversità, rimane importante ribadire il concetto dell’importanza dei monitoraggi e dell’assistenza tecnica qualificata: i danni non sempre di facile interpretazione, la grande mala-informazione a riguardo rendono fondamentale il contatto con i tecnici per decidere assieme la migliore strategia e metodo di lotta da adottare in azienda. Il personale qualificato dell’agenzia tecnica 4A di Coldiretti Cuneo sulla base dell’esperienza fatta in campo in ambito
nazionale e ai coordinamenti con il Settore Fitosanitario Regionale e l’AGRION frutticolo, orticolo e vitivinicolo è in grado di analizzare la problematica ed indicare i metodi contenitivi più efficaci. Diverse ditte specializzate nella lotta biologica, ovvero attraverso l’utilizzo di antagonisti naturali quali funghi, batteri o insetti stessi stanno analizzando attentamente il ciclo della Halys sul territorio e stanno già riproducendo nei loro laboratori probabili parassitoidi da immettere
nell’ ambiente per il controllo biologico di questa cimice. In attesa inoltre che si venga a costituire un valido equilibrio biologico attraverso il consolidamento di limitatori naturali o fra quelli già presenti sul territorio o opportunamente introdotti, si ricorda un ulteriore metodo di lotta: adottare soluzioni già applicate con successo contro altri fitofagi come le barriere antinsetto (vedi immagini sotto), adattando le strutture antigrandine già presenti sul territorio, a costi sostenibili.
L’ adeguamento degli impianti antigrandine esistenti con un adattamento assolutamente sostenibile permette di creare una efficiente barriera per il contenimento dell’insetto
CONCLUSIONI: • • • • •
46
•
Fondamentale il monitoraggio delle colture e il controllo della popolazione negli appezzamenti; La lotta chimica non costituisce la risoluzione del problema in quanto la cimice, a differenza di altri fitofagi, presenta una eccezionale mobilità ed una elevata velocità di ripopolamento che le consentono di sfuggire ad una parte degli interventi in particolare a quelli eseguiti preventivamente. Il grado d’azione dei prodotti fitosanitari registrati per l’avversità è risultato essere diverso sulla base della presenza o meno dell’insetto sulla pianta trattata: quindi intervenire precocemente non serve! Tra le molecole chimiche utilizzabili e testate in campo, hanno confermato un grado d’azione soddisfacente il Clorpirifos metile, l’Etofenprox, il Thiametoxan e il piretroide Lambda cialotrina (leggere sempre bene l’etichetta). Da notare, la maggior efficacia di quasi tutti i prodotti sulle forme giovanili rispetto agli adulti e, anche in questo caso, la loro azione insufficiente con introduzione successiva del fitofago (trattamento precoce). Importante il confronto con personale tecnico qualificato per impostare una corretta strategia di lotta.
CONSULENZA AGRONOMICA
Coldiretti con i tecnici dell’Agenzia 4A segue l’andamento economico e lo sviluppo colturale in campo con la consulenza specialistica
“Prova dimostrativa nel noccioleto”
L
a superficie a nocciolo in Piemonte ha superato i 15.000 ettari e la crescita continua, in particolare nelle zone collinari del sud Piemonte. Il sistema “corileto”, oltre a rappresentare una significativa fonte di reddito, svolge da sempre un ruolo chiave nel preservare e valorizzare il territorio, in particolare gli ambienti rurali e collinari. Da un punto di vista idrogeologico, i noccioli contribuiscono a prevenire frane e smottamenti, oltre ad essere elementi distintivi e caratteristici del paesaggio che li ospita.
I tecnici hanno partecipato alla giornata dimostrativa del 1° giugno scorso organizzata dal Centro sperimentale Agrion, a Cravanzana, sulle “Macchine operatrici a basso impatto ambientale per il corileto”. All’ordine del giorno: la riduzione dell’energia necessaria per eseguire gli interventi fitosanitari; l’impiego di macchine operatrici che riducono il compattamento del terreno del corileto; l’utilizzo della trazione elettrica in alternativa a quella a motore per le principali pratiche agronomiche; la minimizzazione dei volumi di acqua distribuiti negli interventi sugli impianti di nocciolo in fase di allevamento; l’applicazione di sistemi per agevolare la spollonatura, una delle pratiche colturali più impegnative e onerose. Grazie anche alle prove tecniche svolte dalle ditte Abbà snc di Centallo e Boffa Guido di Valle Talloria, si è potuto testare, direttamente sugli impianti, i più efficaci metodi a basso impatto ambientale.
“Specialwheat”: visita tecnica in un campo varietale di frumento tenero Ha riscosso grande interesse la visita tecnica organizzata, a fine maggio, in un campo varietale presso le aziende agricole Abrate Aldo di Fossano e Sanino Dario di Cherasco per testare le nuove varietà di grano per nuovi progetti di filiera. La giornata si è svolta nell’ambito del progetto “Specialwheat”, che vede la collaborazione tra l’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo, il Consorzio Agrario del Nord Ovest e il Disafa, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, con il patrocinio della Fondazione CRC. “Il progetto sull’innovazione mira alla ricerca di nuove varietà di frumento tenero per rispondere alle esigenze del mercato e dei trasformatori, in modo da garantire la miglior qualità e il reddito delle aziende agricole. Giornate come queste sono utili per dialogare con gli imprenditori, rispondere alle loro domande e confrontarsi sugli aspetti legati alla coltivazione e alla commercializzazione”, commenta Aldo Brustolon, coordinatore dei tecnici dell’Agenzia 4A.
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CONSULENZA AGRONOMICA
A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo
Interventi agronomici del mese
CEREALI:
Su mais monitorare ed in caso di necessità posizionare trattamenti chimici ovo-larvi-adulticidi per il controllo di diabrotica e piralide; su varietà suscettibili, abbinare agli insetticidi i fungicidi appositamente registrati. Monitorare lo sviluppo della cimice asiatica. Non trattare in fioritura per il rispetto dei pronubi. Su mais di terza semina dopo orzo, intervenire con diserbi di pre emergenza, post precoce o post emergenza. Su soia, monitorare eventuali
presenze di cimice asiatica o ragnetto rosso ed intervenire, qualora necessario, con trattamenti chimici specifici. Dare molta attenzione allo sviluppo di deleterie infestazioni di sorghetta da rizoma valutando attentamente i diserbi di pre e post emergenza sulle seconde semine. Iniziare la preparazione del terreno per il grano saraceno ed effettuare il diserbo con diseccanti in pre semina. Valutare il diserbo su sorgo di secondo raccolto.
FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI:
terminano le raccolte sulle fragole unifere, pertanto porre attenzione all’oidio. Iniziano le preparazioni per i nuovi impianti di fragole unifere anticipando i termini se verranno impiantate varietà come la alba oppure con piante con calibro piccolo. Favorire la radicazione delle giovani
piantine, limitando le irrigazioni. Sugli impianti che vengono mantenuti invece effettuare il taglio della vegetazione ed effettuare trattamenti acaricidi ed antibotritici. Sulle varietà rifiorenti, invece, mantenere copertura antioidico e il controllo dei tripidi. Su mirtillo iniziano le raccolte. Importante la copertura anti pioggia su lampone e rovo. Per la Drosophila per chi fosse munito di reti non è comunque consigliato il posizionamento di interventi alla maturazione dei frutti. Intervenire con prodotti chimici solo in caso di presenza accertata.
FRUTTA:
Le varietà più precoci di ciliegie, albicocche, susine e pesche sono ormai in raccolta, per le varietà medie e tardive si consiglia di effettuare un’accurata profilassi contro la monilia. Per melo e pero, si consiglia di ultimare le operazioni di diradamento
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grafica: Esseti Design.it
U
no sguardo alle coltivazioni del territorio mese per mese a cura dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo. Con il mese di luglio, entriamo nel cuore della stagione estiva con temperature in netto rialzo e tempo più stabile. Nel dettaglio:
CONSULENZA AGRONOMICA e la cosiddetta “potatura verde”. Su tutte le specie frutticole, si consiglia di asportare e distruggere tutti i rami colpiti dall’oidio. Si consiglia di monitorare con frequenza, l’eventuale presenza nei frutteti, di danni da lepidotteri, carpofagi e cimici.
NOCCIOLO:
Continuare a monitorare gli impianti per verificare la presenza di batteriosi e continuare i frappage per il monitoraggio di cimici, balanino ed agrilo. Intervenire seguendo i bollettini tecnici e solo in caso di presenze reali e in aumento.
ORTICOLE:
OC
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Nel mese di luglio porre attenzione al “mal dell’ esca”. Questa malattia è causata da funghi che colpiscono il legno della vite. Le condizioni predisponenti sono grossi tagli di potatura, presenza di inoculo in campo, con-
EVISORI E E R PR O
TT ORI
ASS
ZI
VITE:
dizioni di elevata umidità e frequenti piogge. I sintomi che si manifestano sono: la tigratura delle foglie, macchie bruno violacee o brunastro rugginoso sugli acini, crescita stentata difficoltà di lignificazione e morte improvvisa della pianta; i sintomi sono evidenti sino a caduta foglie. Difesa diretta non esiste, ma si può limitare il suo effetto negativo sul vigneto con concimazioni azotate equilibrate, evitando tagli di ritorno troppo incisivi, ed asportando di legno infetto e piante morte dal vigneto. Importante limitare l’inoculo nei casi di tagli, disinfettando le ferite con prodotti a base di Trichoderma.
DU
IA
Mantenere le coperture a base di rame per la peronospora su pomodoro in pieno campo. Monitorare la presenza di piralide su peperone ed eventualmente intervenire con insetticidi specifici. Su fagiolo, alla comparsa di afidi, intervenire con aficidi selettivi. Continuare le coperture con zolfo per il mal bianco su zucchini in pieno campo e con rame su patata per la peronospora. Su cipolle con presenza di tripidi, effettuare inset-
ticidi specifici attivi anche contro la mosca della cipolla. Curare bene le irrigazioni in modo da non mandare in stress le piante su cetriolo. Importante imbiancare le coperture con ombreggianti specifici per proteggere le colture sotto serra per evitare scottature.
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FRUTTICOLTURA
Decumulo regolare, nonostante un’offerta globale in aumento
Mele, conclusa la campagna di commercializzazione
V
olge ormai al termine la campagna di commercializzazione delle mele 2015/2016, giunta ormai agli sgoccioli, come confermano anche gli ultimi dati delle giacenze rilevati da Assomela, Consorzio delle Organizzazioni di Produttori italiani che rappresenta l’80% della produzione melicola nazionale. Ecco un breve ri-
do il volume record di 203.851 tonnellate, superiore del 2% rispetto al medesimo mese del 2015 e del 16% sull’anno 2014. Per la Golden Delicious, i trends di vendita sono stati particolarmente sostenuti, con un volume totale collocato pari a 103.503 tonnellate, contro le 98.685 tonnellate del 2015 e le
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88.914 tonnellate del 2014. Bene si sono comportate la Red Delicious, la Braeburn e la Fuji, rispettivamente con 22.200 tonnellate, 14.036 e 22.790 tonnellate, volume in tutti i casi superiore all’annata precedente. Per queste varietà, l’esaurimento delle scorte dovrebbe essersi già completato entro la fine
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epilogo della situazione. Dall’inizio della campagna commerciale sono state vendute complessivamente 1.747.177 ton. di mele da tavola, pari all’ 87% del totale disponibile. Il trend si conferma in perfetta linea con i programmi di vendita dei Consorzi e con le precedenti annate. Le giacenze al 1° giugno sono pari a 263.202 tonnellate, con vendite che, nel mese di maggio, hanno ripreso vigore raggiungen-
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FRUTTICOLTURA del mese di giugno, al più, all’inizio di luglio. Performances più che soddisfacenti si confermano infine per le nuove varietà, che si collocano sul mercato facilmente e con quotazioni interessanti. La merce di qualità superiore si appresta quindi a chiudere la stagione con dinamiche di vendita positive e prezzi in ripresa rispetto all’annata 2014/2015. In Europa, le giacenze al 1° maggio, ultimo aggiornamento disponibile, erano pari 1.385.257 tonnellate, superiori di circa 100.000 tonnellate rispetto allo stesso periodo della scorsa stagione. Tra le varietà principali si segnala il buon trend di vendita della Golden Delicious, con giacenze al 1° maggio inferiori a quelle del 2015. Così come in Italia, anche in Europa le varietà tradizionali come Red Delicious e Fuji non sembrano in particolare sofferenza e le nuove varietà sono collocate facilmente sul mercato. Da un’attenta analisi dei dati a disposizione, si evince come gran parte del surplus nelle giacenze in Euro-
S
Il mercato italiano sta dando buone soddisfazioni agli operatori, oltre che per le nuove varietà anche per le varietà “tradizionali” pa derivi dalle elevate disponibilità in Polonia, superiori di circa 75.000 tonnellate rispetto al maggio 2015, da imputare prevalentemente alla varietà Idared, mela tradizionale ancora diffusa in Polonia destinata in passato al mercato Russo. Il mercato italiano sta dando soddisfazioni agli operatori, sia per le nuove varietà sia per le varietà “tradizionali”. La domanda si rivolge preferenzialmente verso frutti di qualità superiore e verso i sistemi organizzati, in
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grado di garantire standard di qualità, di sicurezza e costanza di fornitura particolarmente elevati. Di nuovo appare evidente come le difficoltà per alcune specifiche cultivar derivino da un mercato internazionale piuttosto instabile, dove pesano in modo evidente l’embargo russo e le difficoltà economiche di alcuni paesi dell’area nordafricana. In questo contesto, l’afflusso di mele dall’Emisfero Sud si conferma contenuto e verso alcune destinazioni dove la competizione con le mele italiane è minore. Le previsioni per i prossimi mesi, complice anche un prodotto a disposizione di buona qualità, sono positive e lasciano intravedere un finale di stagione regolare ed in leggero recupero per una conclusione ragionevolmente positiva non solo per i volumi collocati ma anche in termini economici. Ora non resta che attendere le liquidazioni ai produttori a conclusione della campagna commerciale, per poter tirare le somme e tracciare così il bilancio complessivo dell’annata.
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FRUTTICOLTURA
Si stima un calo produttivo in Europa e calendari di maturazione ottimali
E’
Pesche e nettarine, al via la campagna 2016
ormai iniziata, con l’arrivo di luglio, la campagna di raccolta delle pesche in Piemonte, preceduta di una ventina di giorni dall’Emilia Romagna e prima ancora dalle Regioni del Sud Italia. Come per tutti gli inizi di campagna, anche quest’anno si auspica una stagione per la frutta estiva positiva, a differenza di quanto si è verificato in passato, e che possa essere accompagnata da temperature elevate che a loro volta favoriscano la qualità delle produzioni e soprattutto spingere ad un aumento dei consumi. Dalle ultime stime, diffuse recentemente dal CSO - Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara, l’offerta di pesche e nettarine dovrebbe essere in calo produttivo rispetto alla precedente annualità, senza denotare un deficit di offerta. Sulle pesche da consumo fresco, i quantitativi previsti per l’Italia si collocherebbero leggermente al di sotto di 1,4 milioni di tonnellate. La Spagna dovrebbe pre-
sentare invece un’offerta simile allo scorso anno, grazie all’incremento delle pesche piatte che compensano il calo di quelle tonde. In crescita, la produzione in Grecia ma con volumi comunque inferiori rispetto alla media del precedente quadriennio e in calo la produzione in Francia. In generale, i quantitativi delle percoche potrebbero scendere lievemente rispetto al 2015 con andamenti opposti tra i maggiori produttori europei: al recupero produttivo atteso quest’anno in Grecia, si contrappone una diminuzione in Spagna. Sulle nettarine si prevede un calo di produzione in Europa di –6% con un totale di offerta di poco superiore ad 1,4 milioni di tonnellate; le diminuzioni di produzione riguardano tutti gli areali europei, ad eccezione della Grecia che registra una lievissima ascesa. A fronte di un calo produttivo previsto in Europa per il 2016, si registra una previsione di calendario di entrata del prodotto molto scalare e
distribuita meglio nell’arco della intera stagione. Secondo il CSO, non dovrebbero verificarsi sovrapposizioni tra Nord e Sud, come era accaduto gli anni scorsi e, se le condizioni climatiche saranno favorevoli, non avremo i picchi di entrate elevati che hanno caratterizzato le campagne 2014 e 2015. A livello di previsione, l’Italia evidenzierà nel 2016 un calo produttivo che riguarderà tutte le specie. Per le pesche si rileva un calo produttivo consistente al Sud, in particolare in Campania che è la prima regione di produzione in Italia. Anche le percoche denotano una tendenza al calo al Sud Italia così come le nettarine, di cui si registra un calo anche nelle zone produttive del Nord. In Piemonte è prevista una produzione in calo, in linea con il trend nazionale, che dovrebbe portare ad un volume complessivo di 75 mila tonnellate.
Raccolta del mirtillo: problemi dovuti al clima
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Il Saluzzese è la zona più colpita dalle grandinate delle scorse settimane, che hanno rovinato gran parte del raccolto di mirtilli, soprattutto gli impianti non coperti da rete antigrandine. In alcuni casi, la produzione è stata completamente annullata, con danni gravi anche sulle piante. Si può considerare un calo produttivo del 30% rispetto alla passata campagna di raccolta. Le raccolte nel 2016 sono partite nella zona più precoce del saluzzese (Bagnolo, Revello e Cavour) con alcuni giorni di ritardo rispetto al 2015, tra il 5 e il 7 giugno, ma finiranno negli ultimi giorni del mese proprio come lo scorso anno: la maturazione è più concentrata, almeno per la varietà precoce DUKE, che rappresenta il 90% degli impianti professionali nel nostro territorio. Altre zone più tardive, come Sanfront, stanno avviando la piena raccolta in questi ultimi giorni di giugno. Nel Cuneese stanno iniziando in questi giorni le raccolte. La produzione sembra buona anche se si stimano quantitativi inferiori al 2015. In parecchie zone, le grandinate hanno rovinato la qualità del raccolto, provocando lesioni sui frutti. Dal punto di vista fitosanitario, non si riscontrano, nonostante le abbondanti piogge subite nel periodo di fioritura, problematiche di marciumi. La qualità e la sanità delle produzioni è buona, anche il temibile moscerino Drosophila attualmente non ha ancora iniziato a compromettere la produzione. I tecnici e il mondo della ricerca, rappresentato da AGRION, grazie all’attività di monitoraggio, non stanno segnalando situazioni di pericolo da parte di questo insetto. La campagna, a parte il calo produttivo causato dalle grandinate, si prospetta buona anche sul fronte commerciale dei prezzi, che paiono interessati e soddisfacenti per i produttori.
ALLEVAMENTI
Per le zone senza copertura di rete e per altri 12 mesi per i territori ufficialmente indenni esenti da brucellosi, tubercolosi e leucosi
Modello 4 cartaceo, è arrivata la proroga
L’
utilizzo del modello 4 cartaceo per la movimentazioni da vita o verso il macello dei capi bovini e ovicaprini è stato prorogato per almeno altri 12 mesi, a partire dal 24 giugno 2016. Lo prevede la nota del Ministero della salute n.0015322 DGSAFDGSAF-P del 24 giugno 2016, giunta proprio a ridosso della precedente scadenza. La deroga che quindi consente di utilizzare ancora il modello 4 cartaceo, è stata concessa nei seguenti casi: • per tutte le aree non coperte da internet individuate dalle singole Regioni; • per altri 12 mesi, dal 24 giugno 2016, nelle Regioni Ufficialmente Indenni da tubercolosi bovina, brucellosi bovina e ovicaprina e leucosi bovina enzootica. E il Piemonte rientra tra le Regioni Ufficialmente Indenni da tubercolosi bovina, brucellosi bovina e ovicaprina e leucosi bovina enzootica. Nello specifico, per la Tubercolosi bovina il riconoscimento di Regione Ufficialmente Indenne è giunto, ad inizio anno, con la Decisione (UE) 2016/168 del 5 febbraio 2016 che ha incluso le province ancora mancanti di Cuneo e Torino, nonché quelle con il maggior patrimonio zootecnico. Per ottenere questo riconoscimento, è stato necessario dimostrare,
per sei anni consecutivi, che la percentuale degli allevamenti infetti da tubercolosi bovina non superasse lo 0,1% e la percentuale degli allevamenti ufficialmente indenni, alla fine di ogni anno, rappresentasse almeno il 99,9%. Verranno comunque mantenute le misure di sorveglianza da parte della Sanità regionale, più elevate per Cuneo e Torino, avendo più recentemente ottenuto lo status di indenni. La nota del Ministero è stata necessaria, perché l’Ordinanza ministeriale del 28 maggio 2015 aveva introdotto, a partire dal 24 giugno 2016, l’obbligo di utilizzare esclusivamente il modello 4 informatizzato. Nonostante una prima proroga di un anno, che aveva consentito agli allevatori di utilizzare entrambe le modalità - informatizzato e cartaceo - erano emerse sin da subito alcune criticità nel passare da un sistema ormai collaudato da molti anni (quello cartaceo) a quello esclusivamente informatizzato. L’informatizzazione del modello 4 è uno degli obiettivi dell’Agenda per la semplificazione 2015-2017, approvata dal Governo e finalizzata a favorire una sburocratizzazione nei rapporti con la pubblica amministrazione. Coldiretti, impegnata a sostenere tutti quei processi che portino ad una reale semplificazione della gestione amministrativa da parte delle imprese agricole, in questo caso de-
gli allevatori, aveva però segnalato al Ministero la presenza di numerose difficoltà a passare definitivamente all’informatizzazione del modello 4, chiedendo perciò un passaggio più graduale. Questo perché una parte degli allevatori, nonostante il progressivo miglioramento degli ultimi anni, non sono ancora pienamente informatizzati o più semplicemente sono situati in aree ancora sprovviste di copertura di rete internet (fissa e mobile). O, nel caso in cui le aziende si avvalgano di soggetti delegati, per l’effettiva difficoltà a conciliare, in questa prima fase, le movimentazioni dei capi con la compilazione informatica e la stampa dei modelli 4. A fronte di tali difficoltà, la Conferenza Stato – Regioni del 26 maggio scorso ha approvato uno schema di decreto del Ministero della Salute che, oltre a modificare e semplificare il modello 4, dovrebbe confermare le deroghe introdotte dalla nota ministeriale. Il decreto è attualmente all’esame dell’ufficio legislativo del Ministero della Salute per un parere di conformità, e successivamente, verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Lo stesso decreto prevede anche l’attivazione di un gruppo di lavoro Regioni - Ministero della salute per il monitoraggio dell’implementazione del modello 4 informatico.
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ETICHETTATURA
Inviato alla Commissione europea il testo del decreto per il via libera
L’Italia chiede l’etichettatura dei prodotti lattiero caseari
S
embra di essere tornati indietro di 7 anni, quando Coldiretti aveva chiesto e ottenuto dall’allora ministro Luca Zaia di inviare a Bruxelles una proposta di etichettatura con l’indicazione dell’origine del latte UHT e degli altri prodotti lattiero caseari, a tutela non solo degli allevatori italiani, ma di tutti i consumatori e della filiera. Era l’estate 2009, quella della mobilitazione culminata con il primo presidio Coldiretti al Brennero, che aveva visto la partecipazione di migliaia di imprenditori agricoli provenienti da tutta l’Italia. Il 25 agosto 2009 le autorità italiane notificarono alla Commissione europea lo schema di decreto che disciplinava l’etichettatura del latte sterilizzato a lunga conservazione, del latte UHT, del latte pastorizzato microfiltrato e del latte pastorizzato ad elevata temperatura, nonché dei prodotti lattiero-caseari. Sembra, per l’appunto, di essere tornati indietro, quasi come aver schiacciato il tasto “rewind” del nostro mangianastri e di essere nuovamente al punto da cui eravamo partiti: l’etichettatura d’origine del latte. Ma andiamo per ordine. In Italia, già dal 7 giugno 2005, è obbligatorio indicare l’origine del latte fresco come previsto dal D.M 27 maggio 2004
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“Rintracciabilità e scadenza del latte fresco” e dal D.M. 14 gennaio 2005 “Linee guida per la stesura del manuale aziendale per la rintracciabilità del latte”. In quest’ultimo, è riportato testualmente che “Gli stabilimenti di trattamento devono indicare nell’etichettatura del latte fresco, fatte salve le disposizioni vigenti sulla etichettatura dei prodotti alimentari, anche il riferimento territoriale cui fanno capo gli allevamenti di origine del latte impiegato”.
A distanza di 7 anni, qualcosa sembra essere decisamente cambiato
Partendo da questa base, nel 2009 si provò ad estendere l’obbligo di etichettatura su tutti gli altri prodotti lattiero caseari, latte UHT in testa. Il decreto infatti avrebbe dovuto introdurre, pena il divieto di commercializzazione sul territorio italiano di tali prodotti, da qualunque Paese provenissero, l’obbligo di indicazione del luogo di origine. Purtroppo, dopo 8 mesi di attesa (nel frattempo era subentrato al dicastero Giancarlo Galan), arrivò la doccia fredda di Bruxelles. Con la Decisione del 22 aprile 2010, la Commissione europea
respinse la richiesta dell’Italia e tutto rimase così com’era. Ora l’Italia ci prova di nuovo, come annunciato lo scorso 31 maggio dal premier Matteo Renzi in occasione della “Giornata del latte italiano” organizzata dalla Coldiretti in occasione del “Milk World Day” celebrato dalla FAO in tutto il mondo. Il susseguirsi di alcuni scandali alimentari, l’entrata in vigore del Regolamento UE 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori che ha introdotto, tra l’altro, dal 1° aprile 2015 l’obbligo di indicare il paese d’origine o luogo di provenienza per le carni suine, ovi-caprine e pollame (fresche, refrigerate o congelate) hanno inciso, portando a modificare l’intero contesto. A cui si aggiunge la sempre più crescente attenzione dell’opinione pubblica su temi quali la sicurezza alimentare, la tracciabilità delle produzioni e l’origine delle materie prime. Segnali importanti che, negli anni, hanno fatto vacillare la ferrea posizione delle istituzioni comunitarie sulla totale chiusura a introdurre norme sull’etichettatura d’origine della materia prima dei prodotti alimentari. Il cambio di prospettiva è stato evidenziato, lo scorso 12 maggio, con la risoluzione, non vincolante, del Par-
ETICHETTATURA lamento europeo, approvata, con 422 voti a favore, 159 contrari e 68 astensioni, in cui si invita la Commissione a dare applicazione all’indicazione obbligatoria del paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto, nonché ai prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne, e a valutare la possibilità di estendere l’indicazione obbligatoria del paese di origine o del luogo di provenienza ad altri prodotti alimentari mono-ingrediente o con un ingrediente prevalente, elaborando proposte legislative in questi settori. A metà febbraio di quest’anno, la Francia ha notificato a Bruxelles uno schema di decreto per sperimentare l’etichettatura di origine delle carni e del latte nei prodotti trasformati. Si riferisce in particolare ai prodotti con la presenza di almeno il 50% di carne o di latte. Per la carne, l’origine del prodotto, definito dal decreto, si applica al paese di nascita, di ingrasso e la macellazione degli animali. Sulla scia della Francia, anche l’Italia ha presentato la propria proposta alla Commissione europea, con lo schema di decreto interministeriale firmato dal ministro Maurizio Martina (Politiche agricole) e Carlo Calenda (Sviluppo economico) per introdurre l’origine in etichetta, in fase di sperimentazione, per i prodotti lattiero caseari freschi e trasformati. Il testo prevede l’indica-
zione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti trasformati a base di latte (latte UHT, burro, yogurt, mozzarella, formaggi, latticini, ecc.), proprio in attuazione del Regolamento UE 1169/2011 che consente ai singoli Stati Membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti, qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle diciture di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. La consultazione pubblica è stata realizzata dal Ministero delle politiche agricole lo scorso 2015, con un vero e proprio plebiscito a sostegno dell’indicazione d’origine in etichetta e del luogo di produzione Nel decreto sono invece esclusi solo i prodotti DOP e IGP che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato. All’articolo 2, nello specifico, è prevista l’indicazione di origine del latte e dei prodotti contenenti latte e l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture: • “paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte” • “paese di confezionamento: nome del paese in cui il prodotto è stato confezionato” • “paese di trasformazione: nome del paese in cui il prodot-
to è stato trasformato” Qualora queste 3 distinte operazioni avvengano nello stesso Paese, sarà possibile utilizzare la dicitura “origine del latte: nome del Paese”. Nel caso abbiano luogo in più paesi dell’Unione europea diversi dall’Italia, sarà possibile utilizzare la dicitura “origine del latte: paesi UE”; all’opposto se avvengono più paesi diversi al di fuori dall’UE, invece, “origine del latte: paesi non UE”. Ora la Commissione europea ha 3 mesi di tempo per rispondere, durante i quali il decreto non può essere adottato. Al termine dell’esame, la Commissione europea potrà rispondere favorevolmente o con commenti, proponendo lievi modifiche. In quest’ultimo caso, lo Stato membro – l’Italia - potrà adottare il decreto, rispettando le osservazioni. Se invece la risposta sarà con un parere circonstanziato (ovvero con delle obiezioni sostanziali), lo Stato non potrà adottare il decreto per altri 3 mesi. In ultimo, se l’Italia dovesse adottare il provvedimento, senza ottemperare ai rilievi oppure adottarlo nonostante il parere negativo della Commissione europea, quest’ultima potrà aprire una procedura d’infrazione davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Ora non ci resta che attendere, con la consapevolezza che su questa battaglia l’Italia non è più sola.
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VITIVINICOLO
Controlli di resa in vigneto e premio ristrutturazione In vista della vendemmia, uno sguardo su adempimenti e questioni che interessano i viticoltori, in particolare le disposizioni vigenti sui controlli di resa in vigneto e sul premio ristrutturazione 2016
I
l “Piano dei Controlli” delle produzioni a DOC e DOCG prevede che gli Organismi di Controllo (ODC) effettuino su un campione sorteggiato le verifiche in vigneto, affinché la resa massima ammissibile (quota a DO più superi ammessi), prevista dai disciplinari di produzione, sia rispettata. Vale ovviamente anche il caso inverso e cioè rilevazioni e notifiche di rese inferiori. Le aziende viticole, ogget-
to di questa verifica, saranno avvisate a cura dell’ODC. E’ utile sottolineare alcuni aspetti: per quanto riguarda il periodo dei controlli nei vigneti, questo è a discrezione dell’ODC ma, in linea di massima, sono previsti i sopralluoghi dopo il 15 agosto, in modo da avere un quadro praticamente definito sulle quantità di grappoli presenti. Tutte le DO sono sottoposte a controllo, ma la singola azienda uf-
ficialmente viene controllata per la DO per la quale è stata sorteggiata. In fase di controllo, tuttavia, le situazioni difformi eclatanti potrebbero ingenerare rilievi di non conformità più estese. Resa maggiore e grandine: considerando i rischi di grandinate, alla domanda di tanti viticoltori se sia possibile tenere una resa maggiore in attesa di successivi diradamenti, a stagione avanzata, la risposta è affermativa, sempre
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VITIVINICOLO applicando il buonsenso, perché in caso di contestazione per una resa stimata, oltre il disciplinare, prima della raccolta, il conduttore potrà mettere in atto interventi di eliminazione dell’eccesso. In caso di presenza del verbale di perizia post grandinata, vale la resa ivi indicata e non quella massima del disciplinare o la eventuale determinazione dell’ODC, sempre con un minimo di tolleranza fisiologica. Formalità e procedura: In caso di superamento della resa da disciplinare l’ODC emette una non conformità lieve, che sarà anche segnalata per conoscenza all’ICQ, riportante la quantità di uva stimata durante il controllo. L’interessato potrà successivamente procedere con il diradamento per ricondurre la resa ai valori stabiliti dal disciplinare di produzione e ottenere, previa comunicazione all’ODC, della DO per la prossima vendemmia. Nel caso invece non provvedesse a ridurre l’eccedenza, tutta la produzione perderà la DO. Considerando l’annata favorevole
sotto il profilo della quantità un po’ su tutti i vitigni, è opportuno tenere bene in considerazione questa procedura.
Premio ristrutturazione 2016 – Scorrimento della graduatoria
I viticoltori che, pur essendo in una condizione di ammissibilità, non sono rientrati nel primo elenco di domande di contributo ristrutturazione vigneti – bando 2016 - immediatamente finanziabili, attendano il “ripescaggio”, visto che ulteriori risorse che si è deciso di riversare su questo bando consentiranno lo scorrimento della graduatoria iniziale e l’ammissione in una seconda tranche. Precisiamo inoltre che costoro (hanno presentato domanda entro il 15-3), potranno beneficiare del contributo anche nel caso abbiano effettuato già l’impianto, purché questo sia avvenuto successivamente alla data di presentazione della medesima. Va prestata particolare attenzione se nel contempo è presentata o si
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intende presentare anche domanda PSR per ottenere il premio d’insediamento: la variazione d’intestazione della domanda ristrutturazione vigneti a nome del nuovo beneficiario può essere presentata solo fino a prima dell’inserimento tra quelle finanziabili. Dopo questa fase, non sono ammessi cambi di intestatario e la pratica va completata, pena la decadenza del contributo, a nome del precedente beneficiario. La cosa si complica però perché le disposizioni in materia di premio insediamento prevedono che il precedente conduttore debba cessare la sua posizione IVA prima del passaggio al giovane, originando di fatto una sorta di incompatibilità tra i due interventi. Per approfondimenti, contattare gli uffici Zona Coldiretti. Prossimamente sarà pubblicata la lista dei nuovi aventi titolo al premio e verranno stabilite le date entro le quali perfezionare la pratica e presentare la fidejussione, se viene richiesta la forma di aiuto anticipato.
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MECCANIZZAZIONE AGRICOLA
Manutenzione invernale strade provinciali: necessaria l’iscrizione al Mepa
L
a Provincia di Cuneo ha inviato, nei giorni scorsi, una nota in cui comunica che inizierà a breve le procedure per l’affidamento del servizio di manutenzione invernale lungo le strade della viabilità provinciale mediante affidamento del servizio “a misura”, contabilizzando la quantità di percorrenza effettivamente svolta. La durata contrattuale del servizio è prevista in tre anni e potrà essere prolungata di ulteriori due anni, alle medesime condizioni del contratto iniziale, con un’apposita delibera. La Provincia utilizzerà, per le tratte oggetto di gara che prevedono un importo presunto al di sotto della soglia comunitaria attualmente prevista dalla legge (209mila euro), lo strumento del Mercato Elettronico della
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DOPO
RESIDUI SU PRODOTTI
Ancora in calo i residui di fitofarmaci nei cibi prodotti in Italia
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ei giorni scorsi il Ministero della Salute ha pubblicato i dati relativi ai controlli ufficiali eseguiti sugli alimentari per la ricerca di residui di fitofarmaci, confermando ancora una volta un trend, per i prodotti italiani, in costante calo. Si tratta delle verifiche che annualmente, da oltre vent’anni, gli Organi di Controllo eseguono, nell’ambito di un monitoraggio coordinato a livello europeo. Oggetto delle verifiche sono stati frutta, ortaggi, cereali,olio, vino e i cosiddetti “baby food”, per un totale di quasi 9.000 campioni (i dati si riferiscono ai controlli eseguiti nel 2014). I campioni non in regola sono pari allo 0,3% (con una diminuzione rispetto al 2013 dello 0.2%). Si tratta di un risultato che, se paragonato
Fonte: Controllo Ufficiale sui Residui di Prodotti Fitosanitari negli Alimenti: risultati in Italia per l’anno 2014. Ministero della Salute, Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione
con la media dell’UE, si colloca ad un livello di sicurezza sensibilmente maggiore (la media europea di irregolarità ammonta infatti all’1,5%, valore cinque volte superiore alla media nazionale).
Nell’ambito dei prodotti destinati all’infanzia, non è stata individuata alcuna irregolarità e per il 99% dei casi non è stato possibile rilevare alcuna presenza di residui di fitofarmaci.
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EVENTI E MANIFESTAZIONI
Grande successo per la 59a edizione della “Sagra della Fragola”, evento d’eccellenza dei prodotti tipici locali, organizzato dalla Pro Loco e dal Comune di Peveragno nel mese di giugno. Le vie del centro si sono trasformate in una splendida mostra mercato, con attività legate alla fragola, dalla produzione alla trasformazione. È stata organizzata una esposizione di fragole a cui hanno partecipato diversi produttori locali mettendo in mostra le diverse varietà di fragole coltivate nelle aziende, affiancati dalla esposizione tecnica del centro Agrion ( ex Creso). Al termine della giornata di domenica una giuria ha valutato le fragole esposte e premiato il miglior prodotto conferito Coldiretti ha partecipato all’evento con il Mercato di Campagna Amica: le aziende aderenti al circuito hanno proposto i loro prodotti, dai formaggi ai salumi, ortaggi, vini, pasta, torte, biscotti.
Mestieri e citta’ a Boves
Nel mese di giugno a Boves si è tenuta la manifestazione “Mestieri e Città”. Una grande iniziativa espositiva, una mostra sulle professioni ed eccellenze artigiane che ha visto la partecipazione della Coldiretti di Cuneo oltre alla Confartigianato, alla Confcommercio, alle Scuole San Carlo e alla Scuola Edile, per la promozione delle professioni, dei prodotti tipici dell’agricoltura locale e tutti gli operatori del commercio con le loro attività. Le varie piazze di Boves sono diventate uno scenario a tema: Coldiretti Cuneo, con alcune aziende agricole del territorio su Piazza Italia ha realizzato e gestito una vera e propria “ Fattoria Didattica” con il laboratorio del miele, i mestieri di un tempo con minuzioso intarsio di cesti in vimini, nonché un percorso per la conoscenza degli animali della fattoria. Presente anche il mercato di Campagna Amica con i prodotti locali sempre molto apprezzati dai consumatori.
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EVENTI E MANIFESTAZIONI
Il grano in festa XVII Sagra d’Estate a Fossano
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a riscosso un grande successo “Il grano in festa” manifestazione organizzata dal CATAC di Fossano che si è tenuta domenica 19 giugno in piazza Dompè a Fossano. Sulla piazza fossanese sono stati esposti macchinari agricoli d’epoca ed attuali per: lavorazione e preparazione della terra, semina, mietitura e trasporto del grano. Il Centro di Assistenza Tecnica - “Agenzia 4 A”, durante la manifestazione, ha allestito lo stand istituzionale in cui sono state presentate tutte le attività intraprese, i contratti di filiera stipulati ed il protagonista principale della manifestazione ovvero il grano e tutte le attività ad esso connesse. Nello stand è stato realizzato un campo sperimentale artificiale in cui sono state presentate tutte le varie-
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e Alimentari (DISAFA)” e dell’azienda ospitante Abrate Aldo di Fossano. Le varietà presenti erano quelle “Speciali” biscottiere, ad alto glutine, di forza, hard white, pigmentate e waxy e quelle utilizzate negli ormai affermati contratti di filiera diffusi su tutto il territorio provinciale, ovvero
EVENTI E MANIFESTAZIONI le varietà del grano “Qualità” Bologna, Graindor ed Ovalo, le varietà del grano “Progetto glutine” Calabro, Jaguar, Excelsior, Musik e Hekto. Durante la giornata l’Associazione “L’arte degli antichi mestieri” di Salmour ha intrattenuto i visitatori con dimostrazione di lavorazioni manuali. Nella sala comunale Brut e Bon, i collezionisti Castagno hanno esposto oggettistiche antiche di vario genere, usate nelle case e nel lavoro dei contadini di un tempo. Interesse e curiosità anche per il progetto “Gente di frazione” che era suddiviso con una parte di mostra fotografica della vita contadina. Come di consueto si è concluso l’evento con la cena a cui hanno partecipato oltre 400 commensali che hanno potuto gustare la carne alla brace degli “Amici dei Boschetti” e i prodotti locali forniti dalla Bottega fossanese “Localmente”. Durante la cena il presidente Raffaele Tortalla ha invitato Bernardino Ambrogio, presidente di Zona Coldiretti di Fossano e vice Presidente provinciale della Coldiretti a premiare con il titolo di “Fomna Special” la sig.ra MARINA Chiaramello In Salomone che vive a Cussanio di Fossano e di “Galantòm” al sig. Ambrogio Bernardino (classe 1927) che vive in frazione San Lorenzo di Fossano. È
stato premiato anche Aldo Brustolon, coordinatore dei tecnici dell’Agenzia 4A per la passione, l’impegno e l’amicizia in questi anni di lavoro. E’ stato impegnato nell’organizzazione tutto il Consiglio CATAC di Fossano e le rispettive consorti, supportati dall’aiuto dei dipendenti della
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Coldiretti. “La Sagra d’Estate – dice il presidente del CATAC di Fossano Raffaele Tortalla – continua negli anni ad essere un evento importante per il CATAC, di promozione del territorio e del lavoro di ogni giorno delle imprese agricole”.
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EVENTI E MANIFESTAZIONI
Bodi Fest a Monterosso Grana
L’Associazione di tutela, valorizzazione e promozione dell’antica patata Piatlina e della patata Ciarda delle Valli Occitane organizza, in collaborazione con i ristoratori e albergatori della Valle Grana, con il Comune di Monterosso Grana e con il patrocinio dell’Unione Montana Valle Grana, la manifestazione Bodi Fest “Mostra – Mercato- Gastronomia della patata Piatlina e Ciarda delle Valli Occitane e delle produzioni tipiche locali”. L’evento (a partire dalle ore 9.00 fino alle 19.00) si svolgerà il 21 agosto a Monterosso Grana (Cn). I ristoratori di valle proporranno menù tipici e a tema con la festa. Per info, contattare il Comune di Monterosso Grana: tel. 017198713. SETTORE AGROTECNICO
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che si lavora, livella ed uniforma perfettamente il terreno precedentemente compattato dai passaggi dei mezzi agricoli per le lavorazioni interfilari. Unendo all’erpice la seminatrice, con un solo passaggio, contenendo quindi i costi d’esercizio ed evitando numerosi passaggi della trattrice, si possono inerbire uniformemente i filari della piantagione, aumentando la fertilità del suolo, grazie alla cessione della materia organica da parte della pianta seminata, e quindi limitare e/o evitare l’uso di concime chimico.
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BIOMASSE
Biomasse e riscaldamento, tra opportunità e rischio Il crescente utilizzo della legna per il riscaldamento domestico esige una riflessione sugli aspetti economici, ambientali e culturali in gioco. coniugare obiettivi di riduzione dei gas serra e miglioramento della qualità dell’aria è una sfida impegnativa in una società che cambia abitudini
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a riqualificazione delle biomasse, un viaggio iniziato con l’attuazione del protocollo di Kyoto che sta vivendo un viaggio travagliato, contraddistinto in pianura Padana da più ombre che luci. È fin troppo facile ricordare quan-
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do la conferenza dell’Onu sull’ambiente e lo sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel giugno del 1992, ha posto il problema del cambiamento climatico come rischio per l’umanità per il prossimo secolo e sottole luci d’ingrandimento del protocollo
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di Kyoto (1997), e in occasione della Conferenza Cop3 di Parigi (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Unfcc) sottoscritto da più di180 paesi, le fonti di energia rinnovabile hanno assunto il fascino del predestinato Catalogo_2016_1_2
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BIOMASSE per limitare i possibili effetti catastrofici del cambiamento climatico. In Italia le linee guida in ambito di Energia e Ambiente si sono tradotte dopo Parigi, in obiettivi molto ambiziosi. Gli obiettivi di Kyoto : • 20% riduzioni emissioni • 20% energie da fonti rinnovabili • 20% riduzioni dei consumi Nelle nuove linee guida in ambito di energia e ambiente si sono tradotte nell’obbiettivo 2020-2030 in Italia • 40%riduzione emissioni • 27% energia da fonti rinnovabili • 27 % riduzione dei consumi Il Piano Energetico Nazionale ha recepito gli Obiettivi Europei e li ha tradotti in obiettivi compatibili con il nostro territorio, mettendo molte risorse a disposizione per il loro raggiungimento. In particolare il Nuovo PSR, i cui bandi sono in via di attuazione, privilegiano tutte le azioni volte al risparmio energetico e all’utilizzo di
energie alternative e i progetti che valorizzano le Biomasse. Gli impianti a biomassa possono però avere effetti negativi sulla qualità dell’aria, soprattutto nell’area padana dove gli standard di qualità non sono rispettati e sono in atto procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea; l’utilizzo delle biomasse può determinare un peggioramento della qualità dell’aria sia per l’emissione di inquinanti derivati dalla combustione, sia per le emissioni legate al trasporto della biomassa, se i
tragitti di approvvigionamento della materia prima sono relativamente lunghi. Il quadro generale si è complicato nel corso degli ultimi anni, quando il consumo di biomasse ai fini del riscaldamento domestico ha assunto un ruolo tutt’altro che marginale e la biomassa utilizzata, legna da ardere e pellet è prevalentemente di importazione (circa 70%). Il basso costo della legna e del cippato rispetto agli incrementi economici registrati per il metano e le altre
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BIOMASSE fonti fossili gasolio e GPL, pari ad un risparmio sul costo del combustibile di oltre il 70%, ha determinato una rapida diffusione della legna, anche in aree di pianura e aree urbane, come fonte primaria di riscaldamento. Le indagini effettuate dalle Arpa Piemonte - Lombardia - Emila Romagna dell’area padana mediante questionari, hanno evidenziato una diffusione inattesa dell’utilizzo della legna: circa il 25% delle famiglie in Piemonte ricorre in modo sistematico o saltuario a questa fonte di energia, che sembrava ormai marginale. Se da un lato, questo inatteso consumo della legna può apparire come un ulteriore contributo alla riduzione di CO2 prodotta da combustibili fossili, e quindi un contributo al raggiungimento del protocollo di Kyoto, la combustione della legna in caminetti o stufe, che a differenza di impianti industriali non presentano sistemi di abbattimento degli inquinanti, rappresenta una fonte rilevante di emissioni di polveri sottili e composti indesiderati. La stessa indagine ha permesso di
quantificare le emissioni di polveri sottili primarie legate alla combustione domestica della legna, compresa la combustione in bosco e nei campi dei residui di estirpo dei frutteti e della raccolta del legname, nel periodo invernale possono costituire oltre il 60% delle emissioni primarie complessive e in questi ultimi anni hanno assunto un ruolo predominante rispetto alle altre fonti emissive, su cui intervenire per il rispetto dei valori limite previsti dalla direttiva europea sulla qualità dell’aria.
Non basta avere una stufa o un camino di alta qualità, per riscaldare la propria abitazione e inquinare meno, occorre infatti scegliere la legna correttamente stagionata (Minimo 24 mesi) o ESSICCATA Come si sa il riscaldamento a legna è particolarmente sostenibile dal punto di vista ambientale perché: –– Usare legna locale permette di mantenere puliti i boschi e non crea disboscamento. La legna che viene lasciata marcire nei boschi sprigiona più CO2 di quella rila-
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BIOMASSE sciata in stufe e caminetti moderni. –– Il sistema boschivo in Italia è in crescita da decenni ed è quasi raddoppiato negli ultimi 50 anni. –– La legna da ardere, se procurata localmente, ha bassissimi livelli di energia grigia cioè quel costo occulto che paga la collettività per il suo trasporto e produzione, mentre oggi l’importazione supera il 70% di quanto consumato. –– La stagionatura, se avviene in maniera naturale, può essere realizzata all’aperto in minimo 24 mesi, basta evitare che la pioggia cada direttamente su di essa mettendo un riparo sopra la catasta. –– Una ottima alternativa, nel caso non fosse possibile la stagionatura naturale della legna, è la ESSICCAZIONE FORZATA in forni che utilizzano calore da cogenerazione degli impianti a Biomasse e Biogas che altrimenti andrebbe perduto. Quindi, nel privilegiare la legna che si trova nelle vicinanze della nostra stufa, è giusto conoscerne le varie caratteristiche.
E’ bene sapere che la legna appena tagliata può contenere sino al 65 % di umidità, e non brucia bene nel camino o nella stufa, ed è ASSOLUTAMENTE necessario STAGIONARLA (lasciare che si asciughi per almeno due stagioni) o essiccarla. Infatti, più sarà asciutta, migliore sarà la resa del calore e minore l’inquinamento prodotto. La legna è pronta per essere bruciata quando raggiunge il 15/20% di umidità (circa 18/24 mesi). Bruciare nel caminetto o nella stufa, legna fresca o non stagionata adeguatamente può creare dei residui nella canna fumaria, con difficoltà nella combustione e causare perfino un incendio nella canna fumaria stessa, oltre peggiorare notevolmente la quantità degli inquinanti emessi. Il diagramma evidenzia come bruciare della legna non correttamente stagionata od essiccata può produrre fino a 500 volte gli inquinanti rispetto ad un suo corretto utilizzo. Questo significa che bruciare 1 tonnellata di residui di frutteti o di ramaglia in bosco o della legna non
correttamente stagionata, equivale a bruciare 500 tonnellate di legna da ardere o cippato correttamente essiccati in caldaie di ultima generazione. La grande opportunità offerta e i fondi messi a disposizione dalle nuove linee guida adottate dall’Italia in materia ambientale, (che si esauriranno con il raggiungimento degli obiettivi, come è già accaduto per il fotovoltaico), si sono principalmente concretizzati nell’ambito delle Biomasse con le seguenti linee di contributo per la realizzazione di impianti di ultima generazione a Biomasse ed in particolare in tre linee di agevolazioni finanziarie: 1. Nuovo Conto Termico 2. Risparmio del 65% per ristrutturazione e risparmio energetico 3. PSR e finanziamenti diretti alle PMI, con finanziamenti fino al 40% a fondo perduto Tali contributi permettono a chi si doterà di nuovi impianti di ultima generazione, di ammortizzare in brevissimo tempo l’investimento – unotre anni, e di ridurre il costo del com-
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bustibile di oltre il 70%. I finanziamenti messi a disposizione dall’Italia ovviamente devono tenere conto delle restrittive norme UNI EN ISO 17225 che definiscono i termini minimi qualitativi delle Biomasse e degli impianti per uso Energetico. Il mancato rispetto di tali norme potrebbe implicare la restituzione dei fondi erogati. D’altronde, è facile capire che utilizzare delle biomasse non correttamente stagionate o essiccate, in-
vece di produrre un effetto positivo sull’inquinamento, potrebbe peggiorare di molto i valori finali e questo non è assolutamente accettabile. La Coldiretti e la UECOOP sono in prima linea impegnate per un corretto sviluppo dell’utilizzo delle Biomasse e per sviluppare tutti quei progetti al fine di incentivare l’utilizzo dei boschi, che ormai da decenni sono abbandonati a se stessi, e valorizzare al meglio un patrimonio che da sempre è stato il Petrolio Verde
della nostra economia, inoltre totalmente a Km0 e che un suo corretto utilizzo, permetterebbe una corretta valorizzazione della risorsa boschiva abbandonata, ridando all’economia montana quella ricchezza che da tempo era andata perduta e che, unita alla valorizzazione dei pascoli montani, può finalmente ridare ragione a chi, in particolare giovani, sta cercando un’alternativa al lavoro che non c’è e cerca una soluzione più consona al suo futuro.
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PREVENZIONE
Attività manutentiva in alveo per la prevenzione del dissesto idrogeologico
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a manutenzione dei corsi d’acqua è una questione ancora aperta: Coldiretti sta sollecitando la Regione a mettere chiarezza, introducendo una normativa specifica e chiara in materia. In attesa del provvedimento che tradurrà in un unico testo le diverse norme emanate nel tempo in ordine al taglio della vegetazione negli alvei, ecco, in sintesi, le procedure previste per le diverse casistiche.
Asportazione del materiale legnoso divelto
Il prelievo/raccolta di materiale legnoso divelto presente in alveo, non prevede il pagamento di oneri demaniali e non necessita del rilascio di concessione. E’ tuttavia necessario acquisire un’autorizzazione alla raccolta ed all’accesso in area demaniale e darne comunque comunicazione al Corpo Forestale dello Stato ed al Comune. L’utilizzo della motosega è consentito solo per le operazioni di allestimento e non per l’abbattimento di piante poiché il prelievo deve essere limitato al materiale divelto. Non è consentito l’accesso in alveo con mezzi meccanici mentre per l’esecuzione di opere provvisionali si rende necessaria l’acquisizione dell’autorizzazione idraulica (Regione o AIPO a seconda dei casi). Per i corsi d’acqua minori della nostra provincia l’autorità idraulica è rappresentata dalla Regione Piemonte Direzione Opere Pubbliche, Settore Decentrato OO.PP. e difesa assetto idrogeologico di Cuneo, C.so Kennedy 7 bis. A seguito di tale richiesta normalmente l’autorità idraulica esegue un
sopralluogo e rilascia un’autorizzazione di breve durata (la quale dovrebbe essere trasmessa d’ufficio al Corpo Forestale dello Stato).
Taglio di vegetazione nei corsi d’acqua per finalità di manutenzione idraulica
Non è necessario un formale atto “di concessione” né il pagamento di un canone e l’intervento è altresì escluso dal processo di autorizzazione paesaggistica. Occorre però acquisire l’autorizzazione idraulica ed è opportuno verificare ed accertarsi che la comunicazione semplice, prevista dal regolamento forestale, venga inoltrata a cura dell’autorità idraulica stessa (in caso contrario occorre provvedere autonomamente). Quando motivato dall’autorità idraulica competente, è consentito il taglio senza rilascio di matricine; in ogni caso viene fatto salvo il principio che tale attività deve essere attuata per soli fini di sicurezza idraulica e non può essere produttiva di un’utilità privatistica (in caso contrario, non potrebbe essere omesso l’atto di concessione e il pagamento dei relativi canoni). Occorre inoltre prestare attenzione al fatto che quanto sopra riguarda le aree all’interno del’alveo e non le sponde.
Asportazione di materiale litoide/ghiaioso
La materia, in realtà piuttosto complessa, è regolata dal Piano di Gestione dei Sedimenti (PGS) che indica se, dove ed in quale misura è possibile asportare materiale litoide . Unica eccezione è costituita dalla possibilità attribuita ai Sindaci, quando sussiste un effettivo rischio per la pubblica incolumità, di intervenire nella misura di 10.000 m3 (20.000 se trattasi di corso d’acqua di competenza di AIPO) . Per quanto attiene al canone dovuto nel caso di prelievo di materiale in alveo, è stata approvata con DGR n. 21-1004 del 09/02/2015 la carta Regionale de Litoide di Fiume, distinta per ambito provinciale e che riporta i nuovi canoni di riferimento. Essa propone una suddivisione del territorio piemontese in 3 aree (sostanzialmente omogenee dal punto di vista della qualità del materiale rinvenibile all’interno dei rami idrici) denominate : Zona 1, Zona 2 e Zona 3 ciascuna con valori differenti del materiale estraibile (es. 4,7euro/m3 per la Zona 1 del Piemonte est, 3,9 per il Piemonte Ovest ed euro 2,2/ m3 per la Zona 2 ed euro 0 per la Zona 3). La relativa cartografia è visionabile al sito http://www.regione.piemonte. it/oopp/litoidi.htm
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CONSULENZA LEGALE
Le modifiche alla norma di legge privilegiano il demanio pubblico dello Stato
Terreni abbandonati dalle acque correnti
A partire dal 1994, la disciplina introdotta con la legge n. 37, ha ampiamente privilegiato il demanio pubblico dello Stato, cambiando radicalmente l’assetto normativo precedente
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ome è noto, i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico. E così anche l’alveo su cui essi scorrono, ossia lo spazio compreso fra le due sponde, che si estende a quelle porzioni di terreno che restano coperte dalle piene ordinarie del corso d’acqua. La linea di confine tra i terreni di proprietà privata confinanti con il corso d’acqua e l’alveo di proprietà dello Stato coincide con il punto di intersezione della sponda del corso d’acqua con il livello di piena ordinaria del fiume. Questa delimitazione è importante onde evitare di occupare abusivamente l’alveo demaniale con piantagioni, opere o costruzioni. E’ risaputo però che l’andamento dei corsi d’acqua è perennemente mutevole e così, nel tempo, l’alveo del fiume è soggetto a cambiamenti. Prima del 1994, il legislatore prevedeva che quando le acque correnti si ritiravano da una delle rive per portarsi sull’altra, il terreno abbandonato dall’acqua apparteneva al proprietario della riva scoperta (sempre che avesse raggiunto e superato il livello di piena ordinaria). Il confinante della riva opposta per-
deva il terreno, che diventava dello Stato, e non poteva reclamare alcunché. Se un fiume o torrente si formava un nuovo letto abbandonando l’antico, questo spettava ai proprietari confinanti con le due rive. Tutto ciò in linea teorica, perché nella pratica era previsto un lungo e complesso iter per potersi vedere riconosciuto il diritto. A partire dal 1994, con la legge n. 37, le cose cambiano: la nuova disciplina ha privilegiato il demanio pubblico dello Stato. Difatti, attualmente è previsto che se il corso d’acqua si ritira da una delle rive, spostandosi sull’altra, i terreni abbandonati appartengono allo Stato e non più al proprietario della riva scoperta. Se un fiume o un torrente si forma un nuovo letto, abbandonando l’antico, il terreno abbandonato rimane assoggettato al regime proprio del demanio pubblico. Ad esempio, poniamo che Tizio sia proprietario di un terreno confinante con un corso d’acqua, che nel tempo si è spostato verso la riva opposta, lasciando scoperta una nuova striscia di terreno. Tizio non potrà liberamente coltivare il terreno abbandonato dal fiume, perché appartiene allo Stato. Sarà necessaria una con-
cessione amministrativa che preveda il pagamento di un canone. Il proprietario della riva opposta, su cui si è spostato il corso d’acqua, perde il terreno senza poter chiedere alcun tipo di risarcimento, così come in passato. La riva che viene invasa dal fiume, che per cause naturali o artificiali ha cambiato il suo corso, entra a fare parte del demanio pubblico ed il diritto di proprietà privata esistente su di essa si estingue. Se poi il fiume dovesse cambiare nuovamente corso, ritornando nella vecchia sede, l’alveo abbandonato continuerebbe a far parte del demanio pubblico. Da ultimo, occorre precisare che il fenomeno sopra descritto dell’inalveamento differisce profondamente da quello dell’inondazione. Il primo ha carattere stabile, anche se non irreversibile, e, come abbiamo visto sopra, comporta l’estinzione del diritto di proprietà sopra il fondo inalveato. Viceversa l’inondazione come quella che si verifica in occasione delle alluvioni - ha carattere temporaneo e transitorio: in questo caso il fondo inondato e poi riemerso continuerà ad essere di proprietà privata e lo Stato non potrà vantare alcun diritto.
FORMAZIONE
Il nuovo regolamento regionale definisce specifiche misure di sicurezza, nonché le misure preventive e protettive che vanno predisposte nelle diverse fasi di lavoro
Lavori in copertura: in vigore la nuova legge regionale
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stato emanato il regolamento regionale del 16 Maggio 2016, n. 5/R, recentemente approvato dalla Regione Piemonte, inerente “Norme in materia di sicurezza per l’esecuzione dei lavori in copertura (Art. 15, L.R. 14/07/2009 n.20)”. Il nuovo regolamento regionale definisce specifiche misure di sicurezza, nonché le misure preventive e protettive da predisporsi al fine di consentire, nelle fasi di manutenzione della copertura stessa o su eventuali impianti tecnologici su di essa insistenti l’ispezione, l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori in quota, in condizioni di sicurezza.
Tali specifiche, all’atto pratico ricomprese nella nuova documentazione obbligatoria “ETC” (elaborato tecnico delle coperture) dovranno d’ora in poi essere progettate preventivamente all’esecuzione degli interventi al fine di proteggere contro la caduta dall’alto i lavoratori addetti. I nuovi obblighi si applicano quindi ad un campo allargato, non solo sugli interventi più invasivi di rifacimento tetto, ma anche agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla copertura e sugli impianti tecnologici ivi installati, compresa l’attività di ispezione. Ecco alcuni esempi: in caso di rifacimento del tetto, il committente do-
vrà dotare lo stesso di idonei sistemi anti caduta e/o trattenuta (es. linee vita) e produrre idonea documentazione, l’ETC appunto, che sarà parte integrante della documentazione consegnata agli Enti preposti (Comune). In caso di semplice ispezione e/o pulizia sui pannelli fotovoltaici installati sulla copertura di una stalla, il proprietario/committente dovrà dotare l’impianto di idonei sistemi anti caduta e predisporre l’informativa che sarà condivisa con l’impresa manutentrice. Il nuovo regolamento regionale entrerà in vigore il prossimo 24 luglio e sarà applicato a tutto il territorio piemontese.
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SALUTE
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Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che solo il 20% delle lombalgie è conseguenza di patologie del rachide, mentre nella maggior parte dei casi è dovuta a cause aspecifiche: • Posture e movimenti scorretti • Stress psicologici • Forma fisica scadente, sovrappeso, obesità e fumo • Insufficiente conoscenza della colonna vertebrale. Fino a pochi anni fa, la terapia più frequentemente prescritta in presenza di lombalgia acuta era il riposo a letto accompagnato dai farmaci analgesici e antinfiammatori. Si temeva che mantenere in carico una colonna sofferente rallentasse la guarigione. Oggi invece è stato dimostrato che diminuire ogni attività fisica rallenta la guarigione. L’inattività prolungata produce effetti negativi su tutte le strutture del rachide e sulle capacità fisiche: i muscoli si indeboliscono, le ossa vanno incontro ad osteoporosi, i legamenti diventano fragili, le cartilagini degenerano e la nutrizione del disco è scarsa. Per questi motivi le indicazioni più utili in presenza di lombalgia e cervicalgia acuta sono: ÂÂ “stare in attività”,
Rieducazione della schiena – back school ÂÂ “continuare le normali attività quotidiane”, ÂÂ “cercare di comportarsi il più possibile normalmente e di muoversi senza provocare dolore”. Le strutture del rachide sono fatte per il movimento e hanno bisogno di movimento per mantenere la loro piena efficienza e funzionalità. E’ fondamentale però precisare che occorre stare in attività con un uso corretto del rachide: le strutture del rachide mantengono la loro piena efficienza e funzionalità quando la colonna vertebrale viene usata correttamente. La Rieducazione della Schiena Back School è un programma di rieducazione attiva che unisce i contributi di medicina, chinesiterapia, ergonomia, psicologia ed educazione alla salute, al fine di insegnare una metodica utile a prevenire e curare le algie vertebrali, ovvero un’attività che in presenza di dolore acuto riequilibri celermente le strutture della colonna vertebrale e riduca il dolore, mentre in presenza di dolore cronico agisca sulle cause che lo rendono persistente. La Rieducazione della Schiena, è organizzata e gestita da Terapisti - qualificati e specializzati - in col-
laborazione con il Medico Fisiatra, ed è finalizzata a rendere elastici i tessuti rigidi, ad aumentare il tono dei tessuti deboli attraverso il movimento e a insegnare le posture corrette attraverso un percorso educativo. Il corso prevede una parte introduttiva, che consiste in due aspetti fondamentali: –– Conoscere la colonna vertebrale e il suo funzionamento e individuare i meccanismi che possono dar luogo a lombalgia; –– Imparare a fare un uso corretto della colonna vertebrale, facendo attenzione alle posizioni da assumere nelle normali attività quotidiane lavorative, domestiche e di svago. Alla parte introduttiva, di carattere informativo sia teorico che pratico, segue un programma di rieducazione attiva della colonna vertebrale dove si mettono in pratica gli esercizi per: Automatizzare una corretta postura e una corretta respirazione; Stabilizzare la colonna vertebrale; Decomprimere i dischi intervertebrali; Mobilizzare le articolazioni e allungare la muscolatura.
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Quasi 12 mila ne soffrono in Piemonte, oltre mille nel territorio dell’Asl CN1
Celiachia: l’unica cura è non ingerire glutine
L
a celiachia è un’intolleranza al glutine che si manifesta con svariati sintomi. I più comuni sono: dolori al ventre, gonfiore, dissenteria, vomito, costipazione, feci pallide, maleodoranti o oleose, dimagrimento, anemia. Si tratta di una affezione dell’apparato gastro-intestinale (mucosa e villi del digiuno). Fino al 1945 circa, la celiachia come sindrome non aveva neppure un nome o una codifica, né si era risaliti a una causa certa. Nel 1950, si scoprì che era il glutine, l’elemento che scatenava i sintomi. I malati di celiachia in Italia sono in aumento. In Piemonte il numero di celiaci è 11.732 cioè il 6,8% della popolazione regionale, con un costante incremento. I maschi celiaci in Pie-
monte sono 3350, le femmine 8382, più del doppio (dati del 2014). In crescita anche nel territorio dell’Asl CN1: a fine 2012 erano 918 (di cui 273 maschi), al 31 dicembre 2015, 1156 (321 maschi). Spiega Pietro Luigi Devalle, medico del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Asl CN1: “Il glutine nei celiaci porta a infiammazione cronica dei villi intestinali con
disturbi di malassorbimento. Le cause della celiachia sono multifattoriali legate anche alla genetica. Esistono molte forme di celiachia: c’è una forma tipica (si manifesta di solito in età pediatrica), una atipica (con sintomi sfumati a varie età) e una silente (anche in tarda età, magari scatenata da altre malattie). La diagnosi si effettua con la ricerca di anticorpi specifici nel sangue e biopsia intestinale. L’unica cura è evitare tutti gli alimenti contenenti glutine”. La ricerca è impegnata per trovare una “pillola” che permetta al celiaco di tornare a mangiare i gustosi cibi con glutine. La pillola dovrebbe diminuire la permeabilità intestinale al glutine, impedendo che esso “entri” nei villi, infiammandoli.
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EPACA
Aliquote e regole per coltivatori diretti, coloni,mezzadri e imprenditori agricoli professionali
I Contributi obbligatori dovuti per l’anno 2016 Si segnala, prioritariamente, che a partire dalla contribuzione dovuta per il corrente anno (1^ rata: scadenza 18 luglio 2016), l’Istituto non invierà più, come in precedenza, le lettere contenenti gli estremi per il pagamento mediante modelli F24, gli uffici del Patronato EPACA, in collaborazione con la Federazione Provinciale Coldiretti i Cuneo, darà la consueta assistenza ai soci per questa importante scadenza.
L’
INPS ha reso noto l’importo dei contributi obbligatori dovuti per l’anno 2016 dai coltivatori diretti, coloni, mezzadri ed imprenditori agricoli professionali che, come risaputo, si basano sulla classificazione delle aziende Anno 2016
nelle quattro fasce di reddito convenzionale. Ogni azienda è inclusa annualmente nella fascia di reddito convenzionale corrispondente al reddito agrario dei terreni condotti e/o a quello determinato dall’allevamento degli animali. Il reddito medio
convenzionale giornaliero, per l’anno 2016, è pari a € 56,62. Nella sottostante tabella sono riportate le aliquote da applicare al suddetto reddito convenzionale per l’anno 2016 alle diverse tipologie di aziende.
Tabella B – Aliquota di finanziamento
Zona normale
Maggiore di 21 anni 23,2%
Riduzione contributiva per pensionati ultra65enni
Minore di 21 anni 22,6%
Zona svantaggiata
Maggiore di 21 anni 22,3%
Minore di 21 anni 21,0%
IPOST, EX INPDAP ED EX ENPALS che abbiano compiuto l’età di 65 anni.
Si ricorda che il contributo previdenziale dovuTermini di scadenza to dai lavoratori autonomi agricoli ultra65enni, già I termini di scadenza per il pagamento, presso qualsiasi pensionati presso le gestioni dell’INPS, può essere, a Istituto di Credito o Ufficio Postale sono il 18 luglio, il 16 richiesta, applicato nella misura della metà. settembre, il 16 novembre 2016 e il 16 gennaio 2017. La riduzione contributiva non è applicabile ai laGli Uffici EPACA di Coldiretti sono a disposizione per voratori autonomi già pensionati delle GESTIONI EX ogni eventuale chiarimenti in merito.
“Sulla famiglia serve una politica di ampie vedute”
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La Coldiretti di Cuneo aderisce da tempo al “Forum delle Associazioni Familiari”, il Forum nasce nel 1992 con l’obiettivo di portare all’attenzione del dibattito culturale e politico italiano la famiglia come soggetto sociale. Sabato 11 giugno 2016 si è tenuto, presso il Castello degli Acaja di Fossano, un incontro al termine di un lungo percorso di confronto tra il Forum e le amministrazioni delle città “sette sorelle” della provincia di Cuneo, che dopo aver messo a fuoco le questioni critiche nei confronti della famiglia, hanno evidenziato come gran parte dei problemi si possano risolvere solo a livello legislativo nazionale. “Le famiglie e le amministrazioni locali non chiedono al Governo nuove misure per far fronte alle emergenze, ma un vero e proprio cambio di mentalità sulla famiglia. Prima di chiedere nuove misure, i Comuni per primi vorrebbero poter gestire meglio quelle che hanno, chiedono di poter spendere meglio. Solo una politica che a tutti i livelli mette la famiglia al centro, infatti, può invertire il trend negativo di nascite che sta portando la nostra società in un tunnel senza uscita”. Così il presidente del Forum delle associazioni familiari della provincia di Cuneo, Silvio Ribero, a conclusione dell’incontro dal titolo “Un’alleanza per la famiglia” nel corso del quale i maggiori Comuni della provincia di Cuneo hanno portato all’attenzione del Ministro con delega alla Famiglia, on. Enrico Costa, le criticità che oggi vivono le famiglie.
EPACA
Inoltro delle denunce di infortunio all’autorità di Pubblica Sicurezza, semplificazioni
I
l Decreto legislativo 151 del 2015, attuativo del Jobs Act, pone a carico dell’INAIL l’obbligo di trasmissione all’autorità di pubblica sicurezza delle informazioni concernenti le denunce di infortunio, esonerando il datore di lavoro da tale adempimento. Tale obbligo rimane a carico del datore di lavoro e del titolare del nucleo coltivatore diretto, relativamente agli infortuni mortali o con prognosi superiore a trenta giorni. ATTENZIONE - Per I Coltivatori Diretti Ed I Datori Di Lavoro Agricoli (anche per i lavoratori a tempo determinato) nulla è cambiato nei confronti dell’INAIL, è obbligatorio denunciare gli infortuni all’Istituto entro 2 giorni dall’evento infortunistico. La corretta denuncia di infortunio, presentata nei termini di legge, attiva l’ITER di indennizzo della indennità temporanea ed, eventualmente, l’indennizzo dei postumi che derivino dallo stesso. Per l’inoltro della denuncia bisogna necessariamente usufruire dell’assistenza presso gli uffici del PATRONATO EPACA della COLDIRETTI (non basta il foglio del Pronto soccorso!!!). IMPORTANTE: il Patronato EPACA garantisce una qualificata consulenza medico-legale in materia di infortuni sul lavoro, malattie professionali, prestazioni di invalidità civile e invalidità INPS. l patrocinati possono usufruire della consulenza medica presso l’Ufficio Provinciale EPACA, per fissare l’appuntamento rivolgersi agli Uffici di Zona o telefonare al numero 0171/447265.
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SCADENZE
Scadenze della cedolare secca, dell’IVIE e IVAFE. ACCONTO IRAP con maggiorazione dello 0,40% I contribuenti che esercitano attività diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi debbono effettuare il versamento della prima rata di acconto IRAP nella misura del 40 per cento dell’acconto totale dovuto (100%) se l’imposta è pari o superiore a euro 257,52. Nono sono tenuti al versamento dell’acconto i produttori agricoli che determinano il valore della produzione ai sensi dell’art.9 del D.Lgs 446/1997. DIRITTO ANNUALE CCIAA 2016 con maggiorazione dello 0,40% Entro tale data le imprese iscritte al Registro annuale della Camera di Commercio sono tenute al versamento, tramite modello F24, del diritto annuale 2016 maggiorato dello 0,40%. L’importo del diritto per le ditte iscritte nella sezione agricola è stabilito per le imprese individuali nella misura di euro 57 e per le società semplici agricole nella misura di euro 65. Le imprese che esercitano l’attività attraverso unità locali devono versare, per ciascuna di esse, un diritto pari al 20% di quello dovuto per la sede principale.
18 LUGLIO 2016 IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI GIUGNO Annotazione di liquidazione per il mese di giugno e versamento dell’eventuale imposta tramite modello F24 telematico da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola, d’impresa e di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a euro 400.000,00 se prestazione di servizio o di euro 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore ai limiti suddetti che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66 legge 427/93. VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti, delle ritenute effettuate nel mese di giugno sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. VERSAMENTO IRPEF, ADDIZIONALE REGIONALE E COMUNALE IRPEF, IRAP ecc.. saldo 2015 con maggiorazione dello 0,40% Scade il termine per effettuare il versamento del saldo IRPEF, addizionale regionale e comunale IRPEF ed IRAP anno 2015, per i contribuenti obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Entro tale termine deve anche essere effettuato il versamento del saldo relativo alla cedolare secca, IVIE e IVAFE. ACCONTO IRPEF con maggiorazione dello 0,40% Scade il termine per versare la prima rata di acconto IRPEF, nella misura del 40% dell’acconto totale dovuto (100%) se l’importo risultante al rigo RN34 è pari o superiore a euro 257,52. Entro lo stesso termine deve anche essere effettuato il versamento del primo acconto, se dovuto,
25 LUGLIO 2016 ACQUISTI – CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI – mese di giugno e 2 trimestre 2016 Scade il termine per i contribuenti mensili e trimestrali per la trasmissione, in via telematica, all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti rispettivamente nel www.tec-artigrafiche.it
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SCADENZE
Scadenze mese di giugno e nel 2 trimestre 2016.
1 AGOSTO 2016 DENUNCIA DELLE RETRIBUZIONI DEGLI OPERAI AGRICOLI Entro tale data devono essere inviate in via telematica all’INPS ex Scau le denunce delle retribuzioni (modello DMAG) corrisposte agli operai a tempo determinato ed indeterminato nel trimestre aprile – maggio – giugno 2016. IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. TRASMISSIONE TELEMATICA MODELLO 770 SEMPLIFICATO Entro tale termine deve essere inviato in via telematica all’amministrazione finanziaria il modello 770 semplificato. Sono obbligati alla presentazione di tale modello i datori di lavoro che hanno assunto manodopera nel corso dell’anno 2015 ed i soggetti che hanno versato ritenute d’acconto per prestazioni professionali. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. 16 AGOSTO 2016 IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art. 21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di luglio, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè luglio.
22 AGOSTO 2016 VERSAMENTO IRPEF, ADDIZIONALI REGIONALI, COMUNALI E IRAP per i soggetti a studi di settore Entro tale termine devono essere effettuati i versamenti delle imposte per le persone fisiche soggette a studi di settore con la maggiorazione dello 0,40%. Sono soggetti a tale proroga anche i soggetti diversi dalle persone fisiche che applicano gli studi di settore. DIRITTO ANNUALE CCIAA per i soggetti a studi di settore I contribuenti soggetti agli studi di settore, entro tale termine, possono effettuare il versamento del diritto annuale anno 2016 con la maggiorazione dello 0,40 per cento. Si ricorda che il diritto è dovuto da tutte le imprese iscritte presso il registro imprese della CCIAA. VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nel mese di luglio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO (contribuenti trimestrali) Entro tale data i contribuenti che esercitano l’attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo che hanno realizzato nell’anno 2015 un volume d’affari inferiore a € 400.000,00, se esercitano l’attività di prestazioni di servizi, ed arti e professioni e inferiore a € 700.00,00 se esercitano l’attività agricola o di impresa ed hanno optato ai sensi dell’art .66 L.427/93 per la liquidazione trimestrale devono annotare sul registro delle vendite la liquidazione periodica dell’imposta relativa al trimestre aprile –maggio -giugno 2016 ed effettuare il versamento IVA mediante modello F24 telematico. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO (contribuenti mensili) Annotazione di liquidazione per il mese di luglio e versamento dell’eventuale imposta, tramite modello F24 telematico, da parte dei contribuenti, che esercitano attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a € 400.000,00, se prestazione di servizio o di € 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66, legge 427/93.
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Comune . . . . . . . . . . . . . . .
Data . . . . . . . . . . . firma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Oppure telefonando ai seguenti Uffici Zona Coldiretti: Ufficio Zona di ALBA 0173.292703 Ufficio Zona di BRA 0172.429404 Ufficio Zona di CEVA 0174.701103 Ufficio Zona di CUNEO 0171.447227 Ufficio Zona di FOSSANO 0172.698701 Ufficio Zona di MONDOVÌ 0174.560215 Ufficio Zona di SALUZZO 0175.210211 Ufficio Zona di SAVIGLIANO 0172.727012 Segreteria Provinciale CUNEO 0171.447277/447260 Studentessa universitaria a Mediazione Linguistica offresi per ripetizioni di inglese o aiuto compiti a Cuneo e dintorni. Tel. 3349930420
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& a cura di Anna & Anna - Carmagnola - tel. 011 9626940
Per rispondere alle richieste degli associati la Coldiretti di Cuneo destina uno spazio de Il Coltivatore Cuneese agli associati che intendono pubblicare avvisi di vendita, scambio od acquisto di attrezzature, prodotti od altro. A) La rubrica è gratuita qualora l’annuncio sia inerente l’attività agricola per i soci della Coldiretti di Cuneo in regola con il versamento della quota associativa. B) L’avviso economico deve essere contenuto in un max di 10 parole; articoli, preposizioni, sigle e numeri compresi. L’indirizzo od il recapito telefonico sono conteggiati a parte. C) Dell’annuncio e della sua veridicità risponde direttamente l’interessato attraverso la pubblicazione del recapito telefonico o dell’indirizzo personale. D) Si precisa che l’art. 6 c.2 - quater, d. lgs. 192/05 nel caso di annunci di vendita o locazione di fabbricati, rurali compresi, impone venga indicato l’indice di prestazione e classe energetica, a pena di una sanzione da 500 a 3000 Euro. E) Sono esclusi dal Mercatino gli annunci strettamente personali (matrimoniali, ecc.). F) Ogni socio ha diritto alla pubblicazione di un solo annuncio economico nell’arco dell’anno solare (come da punto A); eventuali altri annunci, o quelli non attinenti l’attività agricola, saranno pubblicati, compatibilmente con lo spazio, al costo di Euro 20 cadauno. Il pagamento potrà essere effettuato presso gli Uffici della Coldiretti. G) Tutti gli annunci devono pervenire sull’apposito tagliando che deve essere spedito a: “Il Mercatino del Coltivatore” P.zza Foro Boario, 18 – 12100 Cuneo. H) La Coldiretti, oltre a non rispondere del contenuto degli annunci e della qualità della merce proposta, si riserva il diritto di non pubblicare eventuali inserzioni.
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