Coltivatore Cuneese n.8 anno 2016

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70 ANNI

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1-31 agosto 2016 - Anno 70

Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione


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SOMMARIO un articolo di “Le Monde”. . ....................................... 27

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Troppa ortofrutta “perde” l’indicazione d’origine .. ............................................. 28 Giacenze vinicole e scadenze del mese di agosto................................................ 30-33

Pensione e tutela della salute: necessità primarie dei giovani. . .............................. 34

Le nuove tendenze alimentari vanno contro tipicità e tradizioni

Le nuove tendenze alimentari vanno contro tipicità e tradizioni..................................................... 4-5

Il medico: equilibrio a tavola. . ............................... 6-7

Operazione 10.1.9 del PSR: gestione eco-sostenibile dei pascoli: fondi per coprire metà delle domande ............................. 8 Stato di guerra. Incertezza sovrana.................. 9-10

La grana del grano....................................................... 12

Presentati gli sportelli IN.RE.TE. di Sampeyre e Demonte .................................... 35-37

Cuneo premiata due volte all’Oscar Green Piemonte......................................... 38

Alla Fausto Coppi e a Collisioni le eccellenze frutticole del territorio....................................... 39-40 Speciale datori di lavoro.. ................................... 44-54

Coldiretti ottiene una congrua proroga per il ricondizionamento dei pozzi. . ................................. 55

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Le Nostre Radici........................................................... 13 Italia, Pil sotto l’1 %............................................. 14-16

Mobilitazione per il prezzo del grano.................. 18

Il Canada vende frumento a dazio 0 e tassa pasta all’11%.................................................. 20 Cereali: i contratti di filiera promossi da Coldiretti Cuneo e CAP Nord Ovest sono una prima risposta alle imprese. . ................................... 22 Bisogna difendere il grano Made in Italy ........... 23

Stato di guerra. Incertezza sovrana

Fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico ..................................................... 56-57

Patto per lo sviluppo: “L’obiettivo è lavorare in sinergia per lo sviluppo economico della Granda”............................................................................ 59

I lupi attaccano a Murazzano.................................. 25

All’Assemblea Asprocarne il nuovo sistema di certificazione per la carne................................... 63

L’etichettatura dei prodotti lattieri fa tremare gli industriali francesi:

Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario n°18 12100 Cuneo edizioni.ilcoltivatore@coldiretti.it Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino

Direttore Amministrativo Enzo Pagliano

Coordinamento di redazione Chiara Serra

“Efficienza energetica e Filiera Agricola”.. .......... 74

La fondazione ITS agroalimentare per il Piemonte compie un anno............................ 75 Un pomeriggio tra “I tesori della terra”. . ...... 76-77

Le aziende vinicole cuneesi protagoniste alla Douja D’or . . ................................. 80

La Cantina Vallebelbo premiata in Italia e all’estero ..................................................... 81 Convivenze di fatto. . ............................................. 82-83

La Posta del Coltivatore. . ........................................... 84

Il PAN: le norme sullo stoccaggio dei fitosanitari ........ 85 Con l’estate, bisogna proteggere la pelle .......... 88

Bando INAIL ISI Agricoltura 2016.. ....................... 61

Ue: pacchetto di misure insufficienti per il mercato lattiero caseario ............................. 26

La Meccanica Agricola protagonista a Saluzzo. . ...................................... 72-73

Interventi agronomici del mese............................. 86

Animali selvatici: l’agricoltura è di nuovo sotto attacco.. ........................................... 24 Da Coldiretti Piemonte il progetto “Adotta un pastore”..................................................... 24

Valle Vermenagna: filiera bosco-energia............................................ 67-70

Rieducazione della spalla......................................... 89 Semplificazioni per i soggetti con disabilità grave .................................................... 90 La “Quattordicesima” di pensione . . ............... 91-92 Scadenze .. ................................................................ 93-94

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Domenico Sacchetto guiderà Piemonte Asprofrut.................................................... 61 Roberto Chialva confermato alla guida dell’Arap ..................................................... 64 Settore suinicolo: servono misure strutturali....................................... 65

Grafica e impaginazione Mara Chiardola

Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Ivo Bianco, Roberto Bianco, Aldo Brustolon, Alberto Burzio, Enrico Campus, Laura Calcagno, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Cesare Gallesio, Roberto Giobergia, Rosangela, Giordana, Rosanna Giraudo, Paolo Lirelli, Flavio Marchisio, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura

Patto per lo sviluppo: “L’obiettivo è lavorare in sinergia per lo sviluppo economico della Granda

Il Mercatino del Coltivatore.............................. 95-98

Occelli, Matteo Orcellet, Franco Parola, Nadia Olivero, Walter Orsi Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Davide Roà, Francesca Vinai Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it Stampa: Arti Grafiche Cuneo S.r.l. – agam.it

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EDITORIALE

Le nuove tendenze alimentari vanno contro tipicità e tradizioni di Enzo Pagliano direttore Coldiretti Cuneo

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a scorsa settimana gli allevatori e i macellai di Bra si sono trovati bloccati da un gruppo di non meglio identificati “animalisti” che, vestiti a lutto, hanno manifestato la loro idea di contrarietà alla macellazione degli animali, inneggiando all’alimentazione vegana. Alla sera, gli stessi soggetti, sempre vestiti di nero, erano sotto i portici di corso Nizza a Cuneo, per continuare la manifestazione del loro modo di vedere le cose con volantinaggio e comizi improvvisati in realtà schivati dalla gente a spasso

sotto i portici. È fuori dubbio che anche la decisione dell’amministrazione comunale di Torino di favorire la dieta vegana gioca un ruolo propulsivo, che coinvolge una minoranza di consumatori che vanno comunque rispettati perché in un paese democratico tutti hanno il diritto di esprimere il loro modo di valutare la situazione. Quello che genera fastidio è il fatto che la dieta vegana è una dieta contro natura, per le persone umane che sono onnivore e getta un ingiustificato velo di dubbio rispetto a pratiche economiche legali, come

la macellazione degli animali, che rappresentano la nostra storia ed appartengono alle tradizioni della terra cuneese ed italiana, che proprio in quella realtà ha visto nascere il Coalvi ed ha visto svilupparsi una professionalità dei macellai, la cui capacità di valorizzare i vari tagli del bovino rappresenta una garanzia anche per l’economia, che oggi per difendersi dall’aggressione mondiale delle commodities ha la sola strada della biodiversità . Le Istituzioni debbono tenere conto della nostra storia e delle nostre tradizioni. Altrimenti si mette

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EDITORIALE a repentaglio l’economia del nostro territorio che grazie al lavoro di centinaia di imprenditori seri ed impegnati ad osservare le leggi, generano occupazione e reddito in questa società. Nell’auspicare che i consumatori tornino al giusto equilibrio alimentare come riportato nell’articolo della pagina seguente, vanno anche ricordati gli investimenti realizzati dagli allevatori per garantire il benessere animale con stalle e capannoni idonei all’allevamento.

Una madria di bovini piemontesi in alpeggio in Alta Valle Maira

Quando “il troppo stroppia”

“La manifestazione svoltasi davanti al macello di Bra da parte di alcuni animalisti ha generato danni economici e di immagine ingenti nei confronti di attività che sono legali ed appartengono alle tradizioni del nostro territorio. Siamo in un Paese democratico e tutti hanno il diritto di esprimere le loro opinioni, ma bloccare un’attività economica significa non rispettare il lavoro altrui”. Questo è il commento diffuso in un comunicato congiunto di Coldiretti, Ascom Bra, Associazione Macellai di Bra e dal Sindaco di Bra. Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo: “Ritengo che questa iniziativa non contribuisca certo al dialogo sano e costruttivo tra categorie produttive e cittadini. Ci auguriamo che fatti come questi non abbiano a ripetersi. I nostri allevatori operano rispettando le normative comunitarie e nazionali per il benessere animale, che hanno comportato negli anni importanti investimenti. Nel Braidese, come nel resto della provincia di Cuneo, l’allevamento bovino è diventato un fiore all’occhiello con la produzione di carni di eccellenza, che consentono ai consumatori di beneficiare di produzioni altamente qualificate e controllate.

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L’APPROFONDIMENTO

Il medico: equilibrio a tavola

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n antico proverbio Hindu recita “Anche il nettare è veleno in caso di consumo eccessivo”. Lo sappiamo bene noi medici, quando ci troviamo a valutare disturbi indotti da diete “fai da te”, nelle quali alcuni alimenti vengono sostituiti ad altri perché considerati meno “dannosi”, ma con scarsa attenzione verso quantità ed apporti nutritivi, che costituiscono invece l’aspetto più importante. L’equilibrio a tavola è oggi un imperativo della nostra quotidianità, da cui dipende il benessere collettivo.

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del dr. Aldo Manca Direttore S.C. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ASO S. Croce e Carle - Cuneo

Influenzati da pensieri filosofici, codici etici, salvaguardia degli ecosistemi, ricerca del sano tout-court, spesso riempiamo il nostro piatto con il cibo che riteniamo adatto a garantirci la salute duratura, senza approfondire però da un punto di vista biochimico quanto questa scelta sia in linea con le vere esigenze del nostro corpo. Che l’uomo sia un animale onnivoro è un fatto incontrovertibile, ciò su cui si discute invece è se questo implichi o meno il consumo di alimenti di origine animale. Sappiamo che la

caratteristica degli animali onnivori è quella di possedere un apparato digerente in grado di assimilare sia cibi vegetali che animali. Ciò ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere anche nelle condizioni ambientali più critiche, quando la spettanza di vita di un individuo era in media di 20-30 anni. Prendiamo, ad esempio, il nostro Paese negli anni ’50. Il consumo di carne e pesce allora era una prerogativa dei ricchi, di conseguenza la maggior parte della popolazione praticava una dieta prevalentemente vegetariana. L’attesa di vita tra uomini


L’APPROFONDIMENTO e donne in quel tempo era, in media, 65 anni. Negli anni 2000, quando il consumo di alimenti di origine animale è divenuto disponibile per tutti, l’aspettativa di vita è salita a circa 80 anni, mentre l’incidenza di molte delle patologie che sono oggi sotto i riflettori per una possibile connessione con la carne non è in realtà sostanzialmente cambiata rispetto al passato. E’ vero che la ricerca ha fatto passi da gigante nelle terapie contro molte malattie e che la buona salute la si conquista anche consumando più porzioni giornaliere di frutta e verdura, ma non è per nulla provato in modo scientifico che un consumo equo di alimenti di origine animale, quali carne rossa o bianca, pesce, uova e latticini, faccia ammalare. Un’alimentazione varia ed equilibrata è invece di certo alla base di una vita in salute. Nutrirsi in maniera inadeguata, infatti, oltre ad incidere negativamente sul benessere psicofisico, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose malattie croniche. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie ad una sana, completa e bilanciata alimentazione. L’organismo umano necessita di tutti i tipi di sostanze nutritive per funzionare correttamente. Alcune sono essenziali per sopperire al bisogno di energia, altre a sostenere il continuo ricambio delle cellule e dei tessuti del corpo, rendendo possibili i processi fisiologici, altri ancora hanno funzioni protettive verso i possibili insulti ambientali e le malattie.

Bisogna infine distinguere tra organismi in crescita, organismi stabili e organismi malati o che invecchiano. Sono diversi e devono quindi alimentarsi in modo differente. Finché un bambino non ha terminato la fase di crescita è importante che consumi anche della carne, in quanto le proteine, gli oligoelementi e le sostanze biologicamente attive presenti nei tessuti animali sono notevolmente più efficaci rispetto ai loro omologhi di origine vegetale nel promuovere un corretto sviluppo della sua struttura ossea e nel permettergli di aumentare in altezza e massa muscolare. Inoltre, attraverso la carne, è possibile assimilare nutrienti essenziali quali la vitamina B12 ed il ferro in una forma “pronta all’uso”. Nei legumi e nelle piante a foglia verde, invece, questi ultimi, seppur presenti, non sono rapidamente utilizzabili dall’organismo, risultando invece a basso e lento assorbimento. Ciò è dovuto al fatto che sono legati in larga parte a proteine vegetali che l’intestino umano non è in grado di digerire. Un discorso molto simile va fat-

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to anche per le persone debilitate dall’età o dalla malattia, che da un lato presentano una ridotta efficienza nell’estrarre dai cibi ciò di cui hanno bisogno, ma dall’altro non sono in grado di tollerare grossi quantitativi alimentari. Per essi il compromesso più vantaggioso è quindi quello di ricevere piccole dosi di alimenti facilmente digeribili e ad alto valore nutrizionale e vitaminico. Non a caso in passato, per questo scopo, si utilizzava il brodo di carne o di pollo. Anche oggi, infatti, nonostante il maggior numero di alternative a disposizione, risulta praticamente impossibile trovare un cibo di efficacia paragonabile se ci si vuole avvalere di una dieta soltanto vegetariana. La salute non è mai una conquista alla portata di chi pratica del “fanatismo alimentare”, al contrario la buona regola per stare bene è non eliminare a priori nessun alimento, sapendone invece sfruttare con intelligenza e tempestività le proprietà benefiche ed usando la massima varietà ed il maggior equilibrio possibile a tavola.

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PSR

Operazione 10.1.9 del PSR: gestione eco-sostenibile dei pascoli: fondi per coprire metà delle domande Coldiretti interviene con la Regione poiché si tratta di una situazione vergognosa ed assurda: usare la burocrazia per mascherare gli errori di programmazione del Psr

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’intervento denominato “operazione 10.1.9” si pone l’obiettivo del miglioramento della gestione dei pascoli che costituiscono ecosistemi ad alto valore ecologico ed elevato grado di biodiversità. Gli incentivi economici alle aziende, previsti dal PSR, servono per migliorare la conservazione del suolo, ripristinare, mantenere e migliorare la biodiversità naturale ed agraria su territori altrimenti destinati al totale abbandono con conseguente desertificazione del nostro patrimonio montano. Al momento però tali incentivi previsti per le aziende che portano gli animali in alpeggio e contribuiscono al mantenimento delle aree montane sono in una fase critica. Viene richiesta la documentazione dell’avvenuto alpeggio attraverso il caricamento dei modelli 7 di monticazioni su appositi applicativi che avrebbero la sola finalità di gestire l’erogazione dei contributi, quando invece tutta la documentazione attestante l’effettivo pascolamento degli animali sulle superfici a premio risultano già acquisiti sulla BDN (banca dati nazionale) gestita dalle ASL. Infatti l’avvenuta monticazione e demonticazione, per ottemperare alle norme sanitarie nazionali, è certificata dal modello 7 che l’allevatore deve al-

legare alla pratica. In sintesi, la Regione non perde occasione per complicare sempre di più la gestione all’accesso ai contributi comunitari, rendendo la materia farraginosa e complicata, andando a richiedere agli allevatori ulteriore burocrazia inutile in un momento in cui sono in alpeggio ed hanno altro da fare che sottostare a inutili doppioni burocratici. A sua volta la Regione potrebbe interloquire con gli uffici dell’ASL ed acquisire in automatico i dati richiesti. Coldiretti ha infatti, in più occasioni, evidenziato alla Regione, che dovrà stilare le graduatorie di pagamento ed erogare i contributi, che tale modello è già in possesso della Pubblica Amministrazione in quanto le Asl e i Comuni lo hanno consegnato all’Assessorato alla sanità. Andare a chiedere nei mesi estivi ai margari sparsi sulle montagne piemontesi un modello destinato all’Assessorato Regionale all’Agricoltura quando un altro assessorato, quello della Sanità appunto, già lo possiede, ci pare cosa oltremodo inutile. Tutto questo voler complicare le cose ci fa pensare che a monte ci sia dell’altro, ovvero una errata programmazione della disponibilità finanziaria. Infatti ci risulta che a fronte di 850 domande presentate a livello regionale, vi siano fondi per

pagarne a malapena 400. Evidentemente in questa fase manca una regia politica che affronti una situazione a dir poco spinosa. E’ fuori da ogni logica che ci si attacchi a questioni di ordine burocratico per mascherare un errore di previsione negli stanziamenti dei fondi sulle varie operazioni della misura 10. Insomma tutti gli anni ce n’è una fresca! L’anno scorso il refresh e l’assegnazione dei titoli da parte di Agea hanno rallentato i pagamenti della Domanda Unica. Quest’anno, questi intoppi non dovrebbero più esserci però ve ne sono altri all’orizzonte. Insomma la burocrazia continua a generare tutti gli anni qualche problema e quello che è più spiacevole è che spesso viene usato dagli uffici per mascherare situazioni, come nel caso specifico, la carenza dei fondi atti a soddisfare le reali richieste dei margari. A farne le spese sono sempre le nostre aziende. Questa vicenda continueremo a seguirla nell’interesse di tutti coloro che monticano il bestiame consapevoli che la loro presenza sul territorio ed il loro ruolo non sia solamente economico in quanto produttore di reddito per le famiglie che praticano l’alpeggio, ma abbiano una valenza ambientale di presidio e di conservazione.


FONDO

Attentati terroristici in Francia e Germania, tentato colpo di Stato in Turchia: l’Europa è sotto attacco

Stato di guerra. Incertezza sovrana

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ai tempi della Guerra fredda nessun Paese dell’Alleanza Atlantica Nato era stato più scosso da un colpo di Stato militare; il tentato golpe in Turchia contro il Governo del presidente Tayyip Erdogan, accende i ricordi del Mediterraneo sotto le dittature di Spagna e Grecia. Ma l’azione dei militari contro Erdogan e la sua repressione contro magistrati, ministri, giornalisti, ogni voce di dissenso, non ci parla di passato. E’ parte dell’oscuro futuro che viviamo. I social media l’hanno documentata, malgrado oltre a controllare la tv pubblica i militari abbiamo provato a spegnerli. Intanto la Francia e l’Italia piangono le vittime dell 14 luglio sulla Promenade des Anglais. La Francia subisce il terzo pesante attacco in diciotto mesi. Europei e italiani non sono solo spettatori della tragedia di questo terrorismo. Nizza è troppo vicina, emotivamente e psicologicamente, per non farci finalmente capire che anche l’Italia è sotto attacco. Sempre in Francia, in una chiesa della Normandia, due uomini armati di coltelli hanno preso degli ostaggi e hanno ucciso un sacerdote, prima di essere uccisi dalla polizia. Oltre all’emotività di “essere tutti francesi”, (vedi gli ampi richiami e il suono de ”la Marsi-

gliese” in occasione dell’illuminata a Cuneo) gli attentati in Francia, devono farci sentire tutti, ugualmente, in pericolo, così come gli attacchi degli ultimi giorni in Germania. Dopo la strage al centro commerciale di Monaco compiuta da un immigrato di seconda generazione, il Paese guidato da Angela Merkel ha dovuto assistere alla violenza dell’assassino che a Reutlingen (Baden-Württemberg), ha ucciso una donna con un machete e ferito altre persone in un negozio di kebab a Listplatz. E proprio mentre quest’ultimo aggressore, un rifugiato politico, veniva arrestato, un altro terrorista, di origine siriana, richiedente asilo, ordiva ad Ansbach, in Baviera, a 40 chilometri da Norimberga, un attentato che puntava a seminare sangue e morte nei pressi di un con-

certo all’aperto dove si erano radunate oltre 2500 persone. L’uomo, che è morto, non è riuscito a fare esplodere il suo ordigno dove voleva: e in quest’ultima tentata strage compiuta in nome del terrorismo islamico, si contano 12 feriti.

Minimizzare genera false sicurezze

Al di là dell’orrore e della solidarietà, dobbiamo prendere sul serio un pericolo che corriamo tutti, ogni giorno, in ogni angolo d’Europa o del mondo. Minimizzare non serve a niente. E’ controproducente perché ingenera false sicurezze. Si proteggono con faticoso successo i bersagli ovvi, come le partite degli Europei. Poi un camion impazzito fra la folla assiepata per i fuochi d’artificio fa la strage.

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FONDO

colo, di futuro oscuro, non di passato. Erdogan e i militari sognano stabilità alle porte dell’Asia, ma rischiano invece di aprire nuove trincee. Tutti sanno che la posta in gioco è altissima, l’instabilità turca traccia un drammatico punto interrogativo sulla sicurezza del Mediterraneo, come sul Patto Atlantico e sulla drammatica crisi dei migranti che l’Europa è riuscita a chiudere grazie all’intesa con Ankara. Se salta un Erdogan che a Bruxelles non hanno mai trovato davvero alleato facile, può saltare tutto. E il prezzo potrebbe es-

Il patto sui migranti

In marzo l’Unione Europea ha promesso sei miliardi di euro alla Turchia perché bloccasse il flusso dei rifugiati dalla Siria. Così è stato, fra mille polemiche. Ora ci si chiede se i fatti che sono successi consentiranno di continuare a evitare che i disperati si imbarchino verso la Grecia per imboccare la rotta balcanica. Nel caso, si riaprirebbe la crisi alla quale viene imputata una buona parte dell’ascesa dirompente dei populisti nelle principali capitali europee. michelangelo.pellegrino@coldiretti.it

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La notte dell’esercito turco pone un’ipoteca strategica straordinaria sulla guerra al terrorismo, gli equilibri del Medio Oriente, i rapporti interni alla difficile transizione Nato, la battaglia per l’egemonia regionale con l’Iran, l’attrito con la Russia di Putin e non ultimo la possibilità per la Turchia di far parte dell’unione Europea. Lo scacchiere tra Europa e Asia è sconvolto. Gli aerei americani che colpiscono Isis partono da basi turche e gli americani, sostenitori dei generali durante la Guerra fredda, non vogliono essere accusati di aver favorito il golpe contro un governo eletto, anche se ne ricavassero poi vantaggi. Per la Nato, che deve opporsi all’aggressività russa a Est e in Siria e al terrorismo islamista, una Turchia non più democratica crea problemi. Una cosa appare certa: Washington non lascerà una piazzaforte amica con Putin arroccato in Siria. A poche ore dalla strage feroce di Nizza, il golpe di luglio in un Paese che avevamo sperato di integrare nell’Unione Europea ci parla delle paure del XXI se-

sere altissimo. La Turchia è il partner considerato “misto”. Il ventinovesimo per definizione. Custodisce il fronte orientale, è l’anello che congiunge l’Europa alla Siria in guerra, l’elemento che garantisce il mai stabile equilibrio con il mondo islamico, il confine con la guerra siriana e i territori conquistati dallo Stato islamico. Al confine della Siria ci sono molti militari. L’intero scenario della sicurezza basata sulla deterrenza sarebbe a rischio.

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I L C O R S I V O D E L C O LT I VAT O R E LA GRANA DEL GRANO

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l rituale è quello consueto: una tazzina fumante con un buon espresso ed un cucchiaino appena di schiuma di latte. Ultimamente, però, la soddisfazione della sosta è incrinata dalla notizia rimbalzata sui giornali e gridata da tanti agricoltori nella recente manifestazione nazionale a Roma. Ebbene, il prezzo della consumazione è pari, più o meno a quello di cinque chili di grano. Me li sento tutti sullo stomaco quei cinque chili di frumento, frutto di fatica e lavoro, risorsa irrinunciabile di tante famiglie che non possono accettare un simile ridimensionamento delle quotazioni. E questo non perché, in Italia, il grano piova dal cielo, sia reperibile a mucchi a lato delle strade, sia una pianta spontanea che non ha bisogno di cure, ma perché le grandi manovre attuate alle spalle dei produttori e le scelte di molte industrie di rifornirsi all’estero scatenando una disdicevole guerra tra poveri, hanno letteralmente sconvolto il mercato. Ricordo come una staffilata le immagini lanciate dalla tivù a testimoniare l’arri-

vo di navi cariche di frumento sulle coste del meridione, senza freno e senza scrupoli, senza considerare il danno causato a molti per il vantaggio di pochi, calpestando il discorso sulla qualità. Sembra che tutti siano capaci di produrre frumento, farlo crescere in ogni dove, di mietere, immagazzinarlo ed offrirlo sul mercato a prezzo stracciato. Che non sia perfetto, che non presenti i requisiti del prodotto locale, poco importa. Quello che conta è che costi poco, visto che i difetti (così credono i meno rigorosi) si cancellano nel corso della lavorazione. E il consumatore? Appare inesperto, incerto, inconsapevole di ciò che avviene sulla sua testa. Per lui non cambia nulla, almeno in apparenza. Le quotazioni del prodotto lavorato finale sono sempre elevate, se non più alte del passato, le papille appaiono addomesticate da decine e decine di contraffazioni di tutti i generi, la sostanza è puntualmente soverchiata dalla forma. E poi, adesso, vanno di moda i prodotti della panificazione alternativi.

Dal panettiere è una sequela di domande: “Vuole frumento o farro, avena oppure orzo, crusca, cinque cereali o altro ancora?”. L’eccezione sembra essere diventata normalità, l’insolito salda consuetudine, lo straordinario il nostro “pane quotidiano”. Mentre noi mangiamo il miglio al posto del riso, la soia invece dello yogurt, il latte di mandorla in sostituzione di quello di vacca, i produttori vanno in crisi, sconcertati da richieste tanto bizzarre, straniti dalle manie dell’ultima ora, impossibilitati a star dietro a tendenze che, in realtà, sono soltanto ingiustificati capricci. Bastian Contrari

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“RIVIVREI UN’ALTRA VOLTA, MA PER FAVORE NIENTE GUERRE!” Giuseppe Garnerone, classe 1921, una grande vitalità

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iuseppe Garnerone è nato il 3 giugno 1921 a Montemale ed è ancora uomo di grande vitalità: ”Mio padre Giuseppe e mia mamma Marianna Cucchietti facevano i contadini nella borgata Garnerone, non lontano di qui a Montemale dove viviamo oggi, avevano 4 mucche ed eravamo 9 figli. Oggi siamo restati io e un mio fratello del 1929, li ricordo tutti con affetto”.

“AFFITTATO” DA PICCOLO

Gli anni delle scuole: “Io sono andato alle Elementari di Pratavecchia dalle maestre Albis e Bertolotto, erano molto severe! Non avevo tanta voglia di studiare. Ho frequentato fino alla quarta. A 6 anni andavo a guardare le bestie al pascolo, alle 5 del mattino ero già con gli animali. Alle 8 andavo a scuola, alle 17 tornato a casa e andavo di nuovo al pascolo. Ho giocato poco, usando piccoli pezzi di “lose” da tirare contro il muro, ma eravamo contenti così”. Giuseppe è stato “affittato” a 8 anni: “Sono andato a San Rocco di Castagneretta, brava gente che mi trattava bene! Prendevo 300 lire per fare il pastore da Pasqua ai Santi, era già una bella cifra. L’anno dopo 400 lire. Fino a quindici anni sono stato con loro e non posso lamentarmi”. Poca la carne mangiata: “Da mangiare ce n’era: pane, patate, tagliatelle e polenta, la carne quasi mai, solo a Natale o a Pasqua o quando si faceva festa per la trebbiatura del grano”.

LA TRAGEDIA DEL DON

Ha visto la guerra con i suoi occhi: “La guerra è una gran brutta cosa! Se la vedo in tv, cambio canale. Ho fatto il militare nel Battaglione Dronero (18° Compagnia). Siamo partiti da Mon-

temale nell’agosto 1942 per andare in Russia, eravamo 22 giovani, siamo tornati appena in 2. Una tragedia! I miei coetanei del 1921sono rimasti tutti sul Don. E’ stata una esperienza terribile! Io sono partito con l’idea di tornare a casa, gli altri miei amici piangevano e si disperavano. Ricordo che eravamo male equipaggiati, faceva un freddo terribile, anche 45 gradi sotto lo zero! I contadini russi erano brava gente, abbiamo salvato la pelle grazie a loro, ci lasciavano scaldare nelle loro case e ci davano qualche patata da mangiare … Mi ha fatto tanta pena vedere morire i miei amici. Sono ritornata a maggio del 1943, ricordo bene quando ho rivisto mia madre (mio padre era morto nel frattempo) io dalla Russia non avevo scritto e loro non avevano più mie notizie. Abbiamo fatto una bella festa con i vicini di casa, che sono venuti tutti a salutarmi”.

L’EMIGRAZIONE IN FRANCIA

Dal 1945 al 1956 ha lavorato nel Var, in Francia: “Aiutavo un signore che faceva le consegne con i cavalli. Sempre in Francia ho poi fatto il contadino e con un mio fratello mandavamo avanti una vigna. Ci trattavano bene e ci rispettavano. Siamo tornati nel 1956 in Italia, perché mia moglie Emilia Bianco, del Preit di Canosio, laggiù pativa il clima e il vento. Ci siamo conosciuti nel 1952 a Dronero, ci siamo innamorati da subito e ci siamo sposati due anni dopo al Preit, davanti a don Matteo Gallian di Bellino, un bravo prete. Niente viaggio di nozze, al pranzo di martedì c’erano una trentina di persone”.

UNA FAMIGLIA UNITA

E’ contento di vivere a Montemale: “Si sta bene, c’è un bel clima ed è un posto tranquillo, i vicini sono brava

gente. Abbiamo un figlio, Ettore che fa il muratore e una figlia, Marisella, che lavora in fabbrica e vive con noi, grazie a lei non siamo finiti alla Casa di riposo. Ai figli abbiamo insegnato l’importanza del lavoro e di comportarsi onestamente e correttamente. Siamo contenti della nostra famiglia, siamo uniti fra di noi. Abbiamo un nipotino di tre anni e ci piace fare i nonni”. Ha fatto altri lavori: “Ho lavorato alla Fornace Bramino per 15 anni, facevo il fuochista, lavoro faticoso e duro: ho lavorato 47 mesi di fila tutti i giorni, senza fare un giorno di riposo! Facevamo cuocere le pietre per fare la calce. Mia moglie restava a casa con i bambini piccoli e con le mucche da seguire. Io amo la terra, sono nato contadino e mi piace lavorarla: oggi purtroppo non si guadagna più niente e i giovani hanno abbandonato la montagna. A vedere i rovi e le ortiche che prendono il sopravvento ci sto male. Oggi mi alzo alle 7, mia moglie mezz’ora dopo. Vado a darmi una rinfrescata alla fontana, poi recito le orazioni che mi hanno insegnato i miei genitori (anche di sera), e poi traffico nell’orto e in casa, ma quest’anno mi sento vecchio e mi sono un po’ fermato. Io nella vita ho sempre lavorato. Andavo al mercato di Dronero a portare la frutta alle 3 e mezza del mattino, dopo un’ora ero di nuovo a casa e iniziavo a falciare l’erba”. Un bilancio della sua vita: “Sono soddisfatto, farei la stessa vita ma non le guerre per favore! La famiglia mi ha dato grandi soddisfazioni, mia moglie la sposerei di nuovo. Di viaggi ne abbiamo fatti pochi, ma va bene lo stesso. La morte mi è passata vicina tante volte in Russia, ci penso e so che arriverà, ma non ho paura di morire. Spero di non finire alla Casa di riposo”.

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ECONOMIA

La crescita economica è influenzata dall’incertezza dei mercati e da Brexit

Italia, Pil sotto l’1 %

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el nostro Paese, la ripresa continua con gradualità, “sospinta dalla spesa delle famiglie (che beneficiano dell’incremento del reddito disponibile e del miglioramento delle condizioni occupazionali) e, in misura più contenuta, dagli investimenti”, come certifica Bankitalia nel suo ultimo Bollettino economico. In realtà, tutti gli indicatori congiunturali suggeriscono che “nei mesi primaverili, il Pil avrebbe lievemente rallentato”. A questa frenata, ora si aggiunge l’effetto Brexit che potrebbe incidere, ancor più negativamente, sulla crescita creando pure qualche problema di bilancio al Governo che, di qui al 2018, si troverebbe con 4-5 miliardi di minori entrate.

Strada ancora in salita

Secondo l’ultimo Def, il Documento di Economia e Finanza presentato dal Governo, il prodotto interno sarebbe dovuto invece crescere dell’1,2 % quest’anno e dell’1,4% nel 2017. Se le previsioni al ribasso venissero confermate nei prossimi mesi, inevitabilmente, occorrerebbe fare i conti anche con minori entrate: due decimi di punto di Pil in meno nel 2016 si tradurrebbero infatti in circa 1,6 miliardi di minor gettito, col deficit che passerebbe dal 2,3 previsto dal governo al 2,5-2,6, mentre 0,3-0,4 punti in meno sul 2017 produrrebbero un buco che oscilla tra 2,4 e

Banche in crisi a causa di crediti erogati in passato ed oggi in sofferenza 3,2 miliardi col deficit che dall’1,8 programmato arriverebbe al 2,2 %. Quanto basta per rendere più stretto il cammino delle future leggi di stabilità e più complessa la messa a punto della manovra economica del Governo. Per il momento, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan conferma tutti i programmi già annunciati a partire dalla sterilizzazione degli aumenti Iva e dal taglio delle tasse. In realtà i conti veri il Ministero dell’Economia e delle Finanze li farà solo dopo l’estate.

istituti italiani più deboli potrebbero non superarli. A beneficiare del trend in corso sono gli Stati Uniti e in particolare l’azionario del Paese. In Italia le indicazioni che arrivano dai maggiori gruppi del risparmio gestito continuano a essere positive. Ma a spaventare gli investitori non è soltanto il settore bancario: la grande fuga dall’azionario europeo dipende anche dalla Brexit. Intanto l’agenzia Moody’s ha tagliato da CAA3 a CA il rating sul debito subordinato di Mps e messo sotto osservazione quello a lungo termine sui depositi. L’agenzia Usa ha anche ridotto da CAA2 a CA, il penultimo gradino prima che un’emissione finisca in default, il rating Bca, cioè il giudizio sulla “probabilità della banca di fallire in assenza di un supporto esterno”.

Bankitalia ha diffuso i nuovi conti delle amministrazioni pubbliche che vedono le entrate tributarie salire da 31 a 33,8 miliardi ( 152,2 miliardi nei primi 5 mesi, +4,2%) e soprattutto segnalano una nuova impennata del debito (+10,9 miliardi). Record di deflussi dai fondi azionari europei. Gli investitori hanno abbandonato posizioni sulle azioni europee per 5,8 miliardi di dollari. A spingere le vendite è il timore per la crisi delle banche in Italia, accresciuti dagli stress test in Europa a fine mese: gli

Qualcosa si muove, ma lentamente: e oltre alla fragilità delle banche ci sono diversi altri problemi. Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso il proprio rapporto annuale sull’Italia e scrive che le cose non vanno molto bene, che il Paese è vulnerabile e se la sua situazione – dovesse deteriorarsi – potrebbe avere effetti a catena sul resto d’Europa e del mondo. In particolare, il Fondo Monetario Internazionale dice che l’Italia non potrà recuperare quanto perso con il crollo finanziario del 2007 almeno fino alla

Il debito continua a correre

Anche il FMI tira le orecchie all’Italia

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ECONOMIA metà del 2020: «L’economia italiana sta recuperando gradualmente», ma il processo di guarigione sarà molto probabilmente «prolungato e soggetto a diversi rischi». Durante questo lento recupero, il Paese crescerà poco rispetto ad altri paesi che usano l’euro come moneta, mentre le sue banche continueranno a essere fortemente esposte a shock economici. Come hanno già scritto i giornali internazionali, uno dei punti più deboli dell’Italia è la fragilità delle banche, che dopo il referendum su Brexit hanno perso moltissimo valore in borsa, come già capitato altre volte in concomitanza di altri guai economici mondiali. Unicredit, la più grande banca d’Italia e una delle più grandi d’Europa, ha perso un terzo del suo valore dal 23 giugno, e le sue azioni sono scese di quasi il 4 per cento. Il principale problema sono i “non performing loans” (NPL), ossia i crediti che le banche italiane non riescono più a riscuotere, che pesano su tutto il sistema finanziario e rendono difficile erogare nuovi prestiti. Di fatto circa

CONVENIENTE

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il 18 per cento del totale dei crediti erogati dalle banche italiane rischia di non essere restituito, dice l’FMI, e questo tasso è «uno dei più alti della zona euro». Le regole internazionali stabiliscono che le banche devono aver un certo rapporto tra il denaro che conservano liquido o quasi (il capitale di “alta qualità”) e i prestiti che erogano. La misura serve a evitare che le banche prestino troppi soldi e si ritrovino esposte ai rischi.

Sistema bancario debole in Italia come all’estero

I rischi a cui è esposta l’Italia non derivano solo dai ritardi nell’affrontare la situazione delle banche, ma anche dal rallentamento del commercio mondiale in generale che pesa sulle esportazioni, dall’afflusso di rifugiati e dalle minacce alla sicurezza che potrebbero complicare ulteriormente la situazione. Altre debolezze individuate dal Fondo Monetario Internazionale sono la bassa produttività, l’alto tasso di disoccu-

pazione (11,4 per cento nel 2016) e il debito pubblico stimato al 132,9 per cento del PIL nel 2016 e al 132,1 per cento nel 2017: «In termini nominali è il debito più alto nell’area euro. In percentuale al PIL è il secondo più alto dopo la Grecia». Per tutti questi motivi, secondo il Fondo sarebbe dunque a rischio la crescita economica del Paese, le cui previsioni sono state abbassate rispetto alle previsioni iniziali e che si stima rimarrà sotto l’1 per cento per quest’anno e intorno all’1 per cento nel 2017: “Se i rischi al ribasso della crescita italiana dovessero materializzarsi, le ricadute regionali e globali sarebbero consistenti, visto il peso specifico dell’economia italiana”. La fiducia nell’Italia, c’è scritto ancora nel rapporto, ‘è migliorata’ per ‘gli importanti sforzi di riforma’ del Governo che dovranno però essere completati e messi in pratica. Inoltre sarà fondamentale continuare a sostenere, conclude l’FMI, le riforme del settore finanziario italiano. ufficio.stampa.cn@coldiretti.it


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Mobilitazione per il prezzo del grano

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e quotazioni dei prodotti agricoli dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie speculative che trovano nel Chicago Board of Trade il punto di riferimento del commercio mondiale delle materie prime agricole su cui chiunque può investire anche con contratti derivati. Il risultato è che oggi il grano duro per la pasta viene pagato anche 18 centesimi al chilo. In pericolo non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole italiane che lo coltivano di cui almeno 2500 cuneesi. Dal grano alla pasta i prezzi aumentano di circa del 500% e quelli dal grano al pane addirittura del 1400%. “Dai campi agli scaffali, ci sono dunque margini da recuperare per non far chiudere le aziende agricole e non pesare su un sistema produttivo che

Le speculazioni, che si spostano dalle banche ai metalli preziosi dall’oro fino ai prodotti agricoli, hanno fatto crollare il prezzo del grano su valori che sono inferiori a quelli di 30 anni fa, provocando una crisi senza precedenti Terzi. Le importazioni in Italia sono praticamente quadruplicate (+315%) dall’Ucraina che è diventato nel 2016 il terzo fornitore di grano tenero per la produzione di pane, mentre per il grano duro da pasta il primato spetta al Canada che ha aumentato del 4% le spedizioni (vedi art. pag.20). E’ quanto emerge dal Dossier presentato dalla

del 2016 rispetto all’anno precedente ma la dipendenza dall’estero determinata dall’insufficiente remunerazione della produzione nazionale potrebbe ulteriormente aggravarsi. “Non è un caso che - ha precisato Moncalvo - il Ministro dell’agricoltura russo Alexander Tkachev abbia appena annunciato che la Russia, dopo essere diventata nel 2015 il principale esportatore di grano, abbia iniziato a produrre pasta di grano duro che sarà presto esportata all’estero”. Il risultato è che è fatto con grano straniero più di un pacco di pasta su tre e più della metà del pane in vendita in Italia, ma i consumatori non lo possono sapere perché non è ancora obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. E questo, nonostante il fatto che la consultazione pubblica on line promossa dal Ministro delle Politiche Agricole abbia certificato che ben l’85% dei consumatori italiani ritiene importante che l’etichetta riporti sempre l’indicazione del Paese di origine delle materie prime.

Va premiata e salvaguardata la qualità del prodotto italiano

In Piemonte la manifestazione si è svolta ad Alessandria. Qui sopra Moncalvo a Roma.

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ha bisogno del Made in Italy per essere credibile sui mercati nazionali ed esteri”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre investire nella programmazione strutturale per non perdere definitivamente il patrimonio di qualità e biodiversità dei grani italiani che rappresenta un valore aggiunto della produzione nazionale”. Questa situazione internazionale genera anche un aumento delle importazioni di grano proveniente da Paesi

Coldiretti nel corso della protesta indetta da Coldiretti davanti al Ministero delle Politiche Agricole in via Venti Settembre XX (vedi art. pag.23).

La crescita delle importazioni e l’insufficiente remunerazione alimenta il circolo vizioso a danno del Made in Italy

Complessivamente le importazioni di grano duro e tenero in Italia sono aumentate del 14% nel primo trimestre

La qualità del grano italiano peraltro non è certo in discussione ed è confermata dalla nascita e dalla rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine italiana del grano impiegato al 100%. Un percorso che è iniziato nei primi anni della crisi sotto la spinta dell’iniziativa del progetto di Filiera Agricola Italiana (FAI) e che si è esteso ad alcune etichette della grande distribuzione (da Coop Italia a Iper) fino ai marchi più prestigiosi (Ghigi, Valle del grano Jolly Sgambaro, Granoro, Armando, ecc..) fino all’annuncio dello storico marchio napoletano “Voiello”, che fa capo al Gruppo Barilla, che ora vende solo pasta fatta da grano italiano al 100% di varietà “aureo”. A questo progetto hanno partecipato in modo determinante le oltre 2mila imprese cuneesi che tramite la filiera del Cap Nord Ovest hanno dato un concreto contributo alla difesa del grano Made in Italy.


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Il Canada vende frumento a dazio 0 e tassa pasta all’11%

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on è accettabile il fatto che il primo fornitore di grano duro dell’Italia quale è il Canada possa esportare a dazio zero, mentre applica una aliquota fino all’11% all’ingresso della pasta in arrivo dall’Italia sul proprio territorio, ma è anche necessario estendere i controlli al 100% degli arrivi da paesi extracomunitari come l’Ucraina dove sono utilizzati prodotti e fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa. Sono queste alcune delle proposte presentate dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel corso del blitz di migliaia agricoltori nella Capitale davanti al Ministero delle Politiche Agricole in via Venti Settembre XX, dove è stato convocato il tavolo nazionale della filiera cerealicola con i rappresentanti delle Regioni e della filiera (vedi art. pag.23). Il fenomeno spe-

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culativo è generato da importazioni agevolate consentite dalla regolamentazione comunitaria in materia di dazi doganali (ultimo Reg. UE n. 147 del 14/2/2014) che, attraverso un complesso meccanismo di calcoli (comparando prezzi internazionali ed interni alla Comunità insieme alle spese di nolo), stabilisce, ormai da qualche anno, dazio zero alle importazioni di grano duro di alta, media e bassa qualità senza alcuna attenzione alle conseguenze ai produttori europei. Il risultato è mentre il dazio in entrata del grano in Italia è pari allo 0%, nel caso di esportazione dell’Italia di pasta negli Stati Uniti e in Canada il dazio è superiore al 6% del valore della pasta con punte sino all’11% in Canada per alcune tipologie di prodotto. Analogamente a quanto fatto per i prodotti lattiero caseari, Coldiretti

chiede che venga introdotto l’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nell’etichetta della pasta e dei prodotti da forno, riportando le corrette informazioni al consumatore e valorizzando le distintività dei cereali italiani. Ma servono anche l’implementazione di una misura nazionale, con garanzia nazionale, in regime de minimis, che permetta agli agricoltori di ottenere l’anticipo sul prodotto conferito e l’allargamento della moratoria bancaria alle imprese cerealicole, assieme a un progetto per l’assicurazione al reddito delle imprese cerealicole con l’avvio ed applicazione dei fondi di mutualizzazione per la stabilizzazione del reddito delle imprese previsti dal Piano nazionale dello sviluppo rurale 2014-2020 in caso di perdite causate da un drastico calo del reddito.


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Cereali: i contratti di filiera promossi da Coldiretti Cuneo e CAP Nord Ovest sono una prima risposta alle imprese

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raticamente terminata la raccolta del grano nelle aziende aderenti ai contratti di filiera promossi da Coldiretti in tutta la provincia di Cuneo . Si stanno raccogliendo i dati per valutarne la qualità, che parrebbe ottima mentre per quanto riguarda la quantità i numeri sono molto buoni per non dire eccezionali con produzioni medie superiori ai 30 quintali per giornata in pianura. Questi risultati, oltre a dare soddisfazione alle aziende che vedono premiato il loro impegno durante tutto l’anno, sono motivo di orgoglio per l’attività di tutti gli attori della filiera. Con l’assistenza tecnica del Catac di Fossano, precisa e competente, garantita dalla costante e capillare presenza sull’intero territorio provinciale anche dagli altri tecnici dell’Agenzia 4A della Coldiretti e l’importante impegno economico e logistico offerto dal CAP Nord Ovest, si è riusciti negli anni a trasformare quello che era un prodotto di scarsa qualità e poco richiesto ad un prodotto con ottimi livelli di sanità e qualità ed elevate rese produttive. Il grano della provincia di Cuneo è diventato un prodotto appetibile, richiesto dal mercato e dalle industrie molitorie e di trasformazione.

La qualità paga sempre e questa filiera rappresenta un ottimo esempio del messaggio e dell’impegno portati avanti da Coldiretti in questi anni. Riuscendo a spuntare prezzi al quintale più elevati rispetto ai prezzi medi della piazza, gli agricoltori vengono ripagati di tutti gli sforzi e sacrifici che quotidianamente mettono nel loro lavoro. La costante ricerca portata avanti dai tecnici dell’Agenzia 4A con la realizzazione di diversi campi sperimentali dislocati nelle zone di produzione, ha permesso anche quest’anno di individuare le varietà che, da un lato si adattano meglio ai diversi areali del nostro territorio garantendo standard qualitativi e produttivi ottimi, dall’altro sono in grado di rispondere alle richieste e alle esigenze specifiche di un mercato in

continuo cambiamento. Oltre al Cap Nord Ovest, vero braccio commerciale delle nostre filiere, i mulini Gabutti di Carrù, Stenca di Cortemiglia, Marino di Cossano Belbo , e Sobrino di La Morra partecipano alla realizzazione del progetto con una completa copertura delle produzioni, dal convenzionale al biologico .Un ulteriore tassello che conferisce prestigio oltre a garanzia di reddito, mercati permettendo, ai contratti di filiera è rappresentato dalla possibilità di stipulare gratuitamente l’assicurazione per gli eventi atmosferici (grandine, vento forte ed eccesso di pioggia). Infatti, grazie alla collaborazione con FATA Assicurazioni Danni S.p.A. e all’importante impegno economico offerto dal CAP Nord Ovest, le aziende del CATAC hanno potuto assicurare le proprie produzioni inserite nei contratti di filiera in maniera totalmente gratuita e, a giudicare dall’andamento climatico di questi ultimi anni, è un vantaggio non di poco conto . Queste iniziative hanno permesso di creare un processo virtuoso tipico del distretto dove diversi soggetti fanno sistema e da traino all’intero settore, creando qualità che si traduce in miglior ricchezza al territorio .

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Nel tavolo, a Roma, il dicastero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha presentato le prime azioni di contrasto alla crisi del settore

Bisogna difendere il grano Made in Italy

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i è tenuto, a Roma, il tavolo nazionale della filiera cerealicola. Lo ha convocato il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con l’obiettivo di fare il punto della situazione sull’andamento del mercato nazionale, sulle prospettive di breve e medio periodo e per condividere, con tutti gli attori del comparto, le nuove azioni di contrasto alla crisi del settore. All’incontro hanno aderito i rappresentanti delle Regioni, delle organizzazioni agricole, delle imprese di trasformazione, delle aziende di commercializzazione e dell’industria dei mangimi. Il dicastero ha presentato sei interventi operativi per rispondere alle difficoltà del comparto, prestando particolare attenzione al grano il cui prezzo è crollato. Si tratta di un primo stanziamento da 10 milioni di euro inserito nel Decreto Legge Enti locali per valorizzare il grano di qualità 100% italiano; poi, la creazione della Commissione Unica Nazionale per favorire il dialogo interprofessionale e rendere più trasparente la formazione del prezzo; la conferma degli aiuti accoppiati europei Pac per il frumento (70 milioni di euro all’anno fino al 2020); il rafforzamento dei contratti di filiera con i nuovi bandi in autunno da 400 milioni di euro (metà in conto ca-

pitale e metà in conto interessi); il marchio unico volontario per il grano e i prodotti trasformati di qualità certificata; la sperimentazione, dalla prossima campagna, di un nuovo strumento assicurativo capace di garantire i ricavi degli agricoltori proteggendoli dalle eccessive fluttuazioni del mercato. “Abbiamo messo in campo - sottolinea il viceministro cuneese delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero (nella foto) - proposte concrete e attuabili nell’immediato, perché occorre salvaguardare il reddito dei produttori in questa fase di crollo dei prezzi. E’ una sfida cruciale che necessita dell’impegno di tutti i protagonisti della filiera, così da compiere, insieme, un forte salto di qualità. I nostri trasformatori devono essere incentivati ad approvvigionarsi sempre di più di grano al 100% seminato in Italia”.

Quali sono le prospettive del settore in provincia di Cuneo? “Il settore cerealicolo è certamente importante per la qualità e la connessione con le produzioni agroalimentari di eccellenza. Dagli interventi operativi illustrati nel tavolo nazionale arriveranno agli agricoltori cuneesi aiuti tanto diretti, attraverso la Pac, quanto indiretti, grazie a contratti di filiera e la riorganizzazione del mercato, oggi esposto a drammatiche speculazioni finanziarie. Ancora una volta dobbiamo unire le forze per favorire la vera economia produttiva contro una globalizzazione arrogante, che vuol ridurre ogni produzione agricola a commodity, senza tracciabilità e né qualità”.

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SELVATICI

Animali selvatici: l’agricoltura è di nuovo sotto attacco

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’escalation dei danni, degli incidenti e delle aggressioni, che hanno causato purtroppo vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha probabilmente superato il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città, conquistando addirittura Roma nella Capitale. E’ quanto afferma Coldiretti in occasione della manifestazione di protesta di duemila agricoltori e allevatori ad Ancona con l’hashtag #bastacinghiali. Negli ultimi dieci anni, il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato poiché secondo l’Ispra sul territorio nazionale sarebbero stati presenti non meno di 600.000 cinghiali nel 2005 per passare a 900.000 nel 2010 e nel 2015 hanno superato il milione secondo le stime della Coldiretti. La sicurezza nelle aree rurali e periurbane è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono stati feriti e purtroppo anche vittime. Non è ormai più solo una questione di risarcimenti, ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone e della

vita nelle campagne ma anche nelle aree periferiche delle città. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola, ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Di fronte ai pericoli e ai danni provocati da cinghiali, ma anche da nutrie, corvi ed altri animali selvatici, gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. Oltre a pretendere la necessaria tutela del proprio reddito a fronte di procedure certe di integrale risarcimento dei danni.

Da Coldiretti Piemonte il progetto “Adotta un pastore”

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’8 agosto si è svolta in Alta Valle Pellice, in provincia di Torino, una conferenza stampa con la quale Coldiretti Piemonte rappresentata dalla presidente Delia Revelli e dal delegato confederale Bruno Rivarossa, si è voluto denunciare il fenomeno del preoccupante diffondersi dei lupi e il proliferare della fauna selvatica soprattutto nelle zone montane e pedemontane piemontesi. Nei confronti dei cittadini Coldiretti Piemonte ha lanciato la campagna “Adotta un pastore” con l’obiettivo di sensibilizzare i non allevatori verso un problema di vivibilità che

Bruno Rivarossa Delegato Confederale

sta destando fortissime preoccupazioni tra gli allevatori. Si è puntato anche sulla necessità di contenere cinghiali, cervi e caprioli che rappresentano una popolazione troppo

elevata rispetto all’equilibrio dell’ecosistema piemontese. Dalla provincia di Cuneo si è evidenziata anche l’eccessiva presenza dei ghiri, soprattutto nelle zone corilicole e delle nutrie in prossimità dei corsi d’acqua in pianura. L’obiettivo di Coldiretti Piemonte è quello di tenere alta la guardia ed evitare che le Istituzioni si dimentichino della complessa problematica. L’iniziativa svoltasi presso il Rifugio Barbara in Valle Pellice è la prima di una serie che Coldiretti mette in campo a livello nazionale con l’obiettivo di ottenere da parte delle istituzioni la giusta considerazione per la convivenza sul territorio.


SELVATICI

I lupi attaccano a Murazzano

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nnesimo attacco di lupi o canidi a Murazzano in un allevamento di ovini dell’imprenditore Franco Allaria. Cinque i capi morti, oltre venti quelli che si sono spaventati a seguito dell’attacco. Franco Allaria, seguito dai funzionari della Coldiretti di Mondovì e Ceva è ancora scosso dall’accaduto. Da un paio di anni a questa parte i lupi si sono spostati nella media e alta collina mentre prima erano presenti nelle zone più alte. La situazione genera uno stato di apprensione non solamente tra gli allevatori, ma anche tra i cittadini, molti dei quali frequentano come turisti le nostre colline e le vallate alpine. Delia Revelli ed Enzo Pagliano, presidente e direttore di Coldiretti Cuneo: “Preoccupa il fatto che siano ora presi di mira anche gli allevamenti della media collina. Questo significa che il fenomeno è in evoluzione, estendendosi dalla

montagna alla collina e l’eccessiva presenza dei branchi genera sempre più una incompatibilità tra le attività di allevamento e il lupo. Nel caso specifico, siamo in una zona dove grazie al lavoro decennale di selezione, si ottengono produzioni di eccellenza come il Murazzano DOP. Chiediamo alle Istituzioni, dalla Regione al progetto Life Wolf

Alpes di intensificare i contatti con il ministero dell’Ambiente, affinché siano previsti interventi di contenimento della specie soprattutto se dovesse trattarsi di esemplari ibridi frutto di incroci tra lupi e cani. Gli indennizzi previsti tramite apposita assicurazione non risolvono certamente la complessa problematica”.

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LATTE

Ue: pacchetto di misure insufficienti per il mercato lattiero caseario

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all’Unione Europea è uscita una decisione che non soddisfa certo il comparto del latte, soprattutto nel nostro Paese, cui sono state assegnate risorse minori. Il rischio è che il programma per un contenimento della produzione di latte non raggiunga nessun risultato dal momento che ci sono nazioni come Olanda e Irlanda che stanno continuando ad aumentare le loro produzioni incuranti della crisi che attanaglia l’intero settore. L’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte per tutti i prodotti lattiero caseari rimane dunque l’unica vera strada da intraprendere nella difesa degli allevatori italiani. Vediamo comunque cosa prevede il nuovo pacchetto di misure del valore di 500 milioni di euro di risorse finanziarie per tutta l’Unione Europea. Il piano di riduzione della produzione di latte consiste in un regime di 150 milioni di euro per sostenere una riduzione volontaria delle consegne di latte dell’Ue. Questo regime opererà a livello europeo in modo che tutti gli agricoltori dell’Unione abbiano accesso alle stesse condizioni. Il sistema funzionerà con il sistema “primo arrivato/ primo servito” e l’accesso sarà messo a disposizione per gli agricoltori nel prossimo mese di settembre, con la sua applicazione che partirà dal 1°ottobre sino al 31 dicembre 2016 (durata di tre mesi). Gli aiuti per la riduzione della produzione saranno calcolati sulla base del confronto della produzione dell’ultimo trimestre (ottobre-dicembre 2016) e il medesimo trimestre dell’anno precedente (ottobre-dicembre 2015). Per ogni litro di latte ridotto all’agricoltore verrà riconosciuto un compenso di circa 14 centesimi di euro. Previsto anche un aiuto di adattamento condizionato sarà definito

a livello di Stato membro per implementare un menu di misure proposto dalla Commissione per complessivi 350 milioni di euro, che gli Stati membri potranno cofinanziare con fondi nazionali, raddoppiando quindi il livello di sostegno che verrà fornito agli agricoltori. Per l’Italia, sono stati assegnati fondi Ue per un importo pari a 20.942.300 euro, che possono diventare 41.884.800 euro con il cofinanziamento nazionale. Tali misure potranno essere applicate anche dagli altri settori dell’allevamento oltre quello del latte bovino (es. latte ovino e carne bovina). Gli Stati membri avranno la flessibilità di definire la misura o la combinazione di misure, che saranno messe a disposizione degli agricoltori per: un’ulteriore riduzione della produzione; i piccoli agricoltori; l’applicazione di metodi di produzione estensiva; l’applicazione di metodi di produzione rispettosi dell’ambiente; l’attuazione di progetti di cooperazione; l’attuazione di sistemi di qualità volti a promuovere la qualità e il valore aggiunto; la formazione di strumenti finanziari. Gli Stati membri hanno poi la pos-

sibilità di rivedere il loro sostegno accoppiato facoltativo per il settore lattiero-caseario (importi 2016) per fare in modo che il pagamento sia disaccoppiato nel 2017. Anche tale passaggio servirà per contribuire a incentivare la riduzione della produzione. L’intervento pubblico per il latte scremato in polvere sarà inoltre prorogato fino alla fine del mese di febbraio 2017. Per quanto riguarda i regimi privati aiuto all’ammasso per latte scremato in polvere, sia il regime standard (tra 90 e 210 giorni di conservazione) sia i regimi superiori (365 giorni di stoccaggio) saranno prorogati sino alla fine di febbraio 2017.

Alcuni anticipi suscettibili di modifiche

Il 25 del mese prossimo ci sarà un comitato esperti latte a Bruxelles che metterà a punto il regolamento in tema di latte. Presumibilmente nei primi giorni di settembre si potranno inoltrare le richieste per gli allevatori richiedenti l’aiuto alla diminuzione della produzione di latte che si calcolerà nel periodo ottobre-dicembre 2016 rispetto all’uguale periodo del 2015, ma con modalità e condizioni da definire. L’altro regolamento di 350 milioni offre un’ampia possibilità di intervento: •

incentivare la riduzione della produzione (anche da aggiungere alla misura di cui sopra); • il sostegno per i piccoli produttori; • adottare metodi di produzione estensiva; • progetti di cooperazione; • regimi di qualità; • progetti ambientali; • strumenti finanziari; Ma l’esiguità delle risorse (circa 20 milioni per l’Italia) non offre grandi prospettive.


LATTE

L’etichettatura dei prodotti lattieri fa tremare gli industriali francesi: un articolo di “Le Monde”

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opo la tracciabilità della carne, è il turno del latte. L’esperimento lanciato in Francia, con il consenso di Bruxelles, durerà due anni e inizierà il 1° gennaio 2017. A partire da tale data, tutte le etichette sulle confezioni di latte e di prodotti lattieri trasformati (formaggi, yogurt, burro...) dovranno indicare l’origine della produzione. Se il bilancio dovesse rivelarsi positivo, questo obbligo potrebbe essere esteso a tutti i paesi membri dell’Unione. In questo contesto, è all’esame del Consiglio di Stato un progetto di decreto “relativo all’indicazione dell’origine di latte e carni utilizzate in quanto ingredienti”, se ne attende il parere per il mese di settembre. In teoria, una misura di questo tipo dovrebbe riscuotere un consenso unanime, poiché contribuisce ad una maggiore trasparenza dopo lo scandalo delle lasagne con carne di cavallo di tre anni fa. Ma non è così. Se i consumatori la accolgono con favore, così come gli allevatori lattieri che sperano di poter in questo modo valorizzare la propria produzione, gli industriali vi si oppongono. Oltre ai costi aggiuntivi che l’etichettatura comporterà, denunciano il lato controproducente di questa decisione. Questo dispositivo potrebbe, secondo loro,

nuocere alle esportazioni, uno dei punti di forza della filiera, che vende all’estero il 40% della propria produzione sotto forma di latte, di formaggio e di burro. “Non è la trasparenza che ci crea problemi, ma l’aspetto protezionistico della misura”, ha detto martedì 19 luglio Olivier Picot, presidente della Federazione nazionale delle industrie lattiere (FNIL). In risposta all’iniziativa francese, altri Paesi saranno tentati di fare altrettanto riducendo le loro importazioni, facendo leva a loro volta sul nazionalismo. “Non ce li vedo gli italiani ad accettare di utilizzare del latte francese per fare la mozzarella”, fa notare Picot, che ritiene che nei prossimi dodici mesi altri Paesi ne approfitteranno. L’Italia, sebbene importi del latte, ha già avviato tale processo, così come la Lituania. Questo potrebbe avere come conseguenza l’aumento della produzione locale in un’Europa che è già in sovrapproduzione. La misura risulta ancor più inadatta per la Francia, poiché’ “siamo lontani dallo sperimentare un’invasione di latte straniero”, commenta il presidente della FNIL. Le importazioni rappresentano appena il 10% del consumo. Se ognuno si trincera dietro alle proprie frontiere “potete immaginare la quantità di latte che

MIRETTIVIVAI

rimarrà in Francia...”, avverte. Tuttavia, fatto ancor più grave secondo gli industriali, questo esperimento francese è in contrasto con i principi fondamentali del mercato europeo sulla libera circolazione. “Stiamo ricreando dei mercati nazionali”, si rammarica Picot. “E’ la coerenza europea ad essere smontata, in particolare tutto ciò che permette la fluidità”, insiste Jean Moreau, direttore della FNIL. Per lui, un mercato unico significa stesse regole per tutti. L’etichettatura non è la sola fonte di preoccupazione degli industriali del latte. Si interrogano anche sulle conseguenze della legge Sapin II, nel caso il testo dovesse essere approvato nell’attuale versione il prossimo 26 settembre. Questa legge sulla trasparenza della vita economica impone in particolare agli industriali di indicare nei contratti di vendita stabiliti su cinque anni il prezzo medio stimato del latte che intendono pagare ai loro produttori. Un obbligo che le cooperative non avranno. “Sarebbe opportuno avere le stesse regolamentazioni su uno stesso mercato”, suggerisce Picot, criticando al contempo questo nuovo “vincolo normativo francese”. Gli industriali lattieri privati “non chiedono che una sola cosa”, ricorda, “avere le stesse regole del gioco dei loro concorrenti europei”.

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ORTOFRUTTA

Troppa ortofrutta “perde” l’indicazione d’origine

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n Italia vengono importati oltre 4 miliardi di chilogrammi di prodotti ortofrutticoli delle più svariate provenienze che, però, molto spesso perdono la loro origine. Un flusso che rischia di aumentare come conseguenza dell’embargo russo. Sono prodotti che possiamo definire “clandestini”, non perché siano importati illegalmente, ma perché troppo spesso non viene esplicitata al dettaglio la loro provenienza che diventa, ovviamente, tutta italiana. Attraverso la conoscenza dell’origine si può capire quali prodotti sono di stagione, qual è il momento migliore per acquistare le ciliegie, le pesche, l’uva da tavola, che non sono presenti nel nostro paese 12 mesi

Mele in Provincia: si prevede la piena produzione

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Un Inverno particolarmente mite, a cui è seguita primavera caratterizzata da poche precipitazioni, ha favorito su tutte le varietà di mele prodotte nella nostra provincia, una abbondante fioritura e una conseguente ottima allegazione dei frutti. Le imprese produttrici sono dovute intervenire con un abbondante diradamento manuale, che ha riguardato almeno il 50% dei frutti presenti su ogni singolo albero. Tale operazione che è iniziata alla fine di aprile e terminata alla fine del mese di luglio, ha riguardato tutte le varietà e richiesto un cospicuo impiego di manodopera, che andrà sicuramente ad incidere pesantemente sui costi aziendali di produzione. Nonostante le violente grandinate che si sono susseguite sul nostro territorio, le conseguenze delle stesse sono state notevolmente contenute dagli impianti anti

all’anno. Allo stesso tempo si potrebbe capire che, in conseguenza del suo clima favorevole, l’Italia può fornire pomodori e zucchine anche in pieno inverno, grazie a semplici tunnel non riscaldati utilizzati nel nostro meridione. L’esposizione di queste informazioni dovrebbe essere la normalità, se è vero che esiste una norma comunitaria che prevede l’obbligo di evidenziare i dati relativi all’origine, alla categoria, alla varietà per 10 prodotti ortofrutticoli (agrumi, mele, pere, pesche e nettarine, actinidia, fragole, pomodori, lattughe, indivia riccia e scarola, peperoni dolci, uva da tavola) e l’origine per tutti gli altri. Purtroppo la situazione di mer-

grandine. Grazie alle operazioni di diradamento manuale ed alla protezione esercitata dagli impianti di difesa antigrandine, la produzione provinciale si presenta ovunque su ottimi livelli qualitativi e quantitativi. Nella terza decade di agosto avrà inizio la raccolta delle cosiddette “mele estive”, le varietà del gruppo Gala, che grazie ai numerosi nuovi impianti, continuano ad essere sempre più presenti, nel panorama produttivo provinciale Al momento in cui andiamo in stampa, non sono ancora disponibili le stime di produzione di Prognosfruit relative al nostro emisfero per cui, non è attualmente possibile fare delle previsioni attendibili sull’evoluzione del mercato.

Pere: buona la produzione nella nostra Provincia

Le condizioni climatiche particolarmente favorevoli, soprattutto nella prima parte dell’anno, hanno contribuito ad un’ottimale allegazione e sviluppo dei giovani frutti. Un rinnovato interesse per la coltura,

cato è andata via via peggiorando e aumenta sempre di più il rischio che prodotti di importazione vengano spacciati per nazionali. I prodotti possono non essere confezionati o presentati nell’imballaggio, dove ci deve essere l’etichetta e quindi essere esposti e venduti allo stato sfuso, purché il rivenditore al minuto apponga sulla merce messa in vendita un cartello sul quale figurino in caratteri molto chiari e leggibili le indicazioni previste dalle norme relative alla varietà, all’ origine del prodotto ed alla categoria. L’esposizione di queste informazioni è obbligatoria ed è un diritto dei produttori, che vogliono vedere valorizzato il loro prodotto, e dei consumatori, che pagano per avere gli elementi per effettuare scelte consapevoli.

registrabile negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda la varietà William, fa si che la produzione sia da prevedere in aumento. Stazionaria invece la produzione delle varietà: Abate Fetel, Conference e Madernassa che rappresentano le principali varietà da noi coltivate. Proprio la William, la cui raccolta è prevista per la metà del mese di agosto, si conferma anche quest’anno come la varietà maggiormente coltivata nella provincia di Cuneo. Negli ultimi anni, grazie alla particolare vocazione produttiva del nostro territorio e alla maggiore richiesta del mercato, numerose aziende hanno convertito la propria produzione alla Lotta Integrata con residuo controllato ed alla produzione biologica, trovando sempre più apprezzamento sui mercati nazionali ed esteri.


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VITIVINICOLO

Giacenze vinicole e scadenze del mese di agosto

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n attesa che il Testo Unico del Vino apporti le necessarie semplificazioni (anche se non incominciamo bene, visto che la Commissione Bilancio del rispettivo Ministero incaricata insieme ad altre di valutare i contenuti del documento, ha richiesto il depennamento di alcune proposte di Coldiretti relativamente ai depositi fiscali e norme connesse), non è stata ancora uniformata la scadenza delle giacenze vinicole al 10 settembre con quella per la redazione del bilancio di materia al 15 agosto , al quale sono tenute le cantine con deposito fiscale. Auspichiamo che, insieme alla dematerializzazione dei registri e delle pratiche connesse, sia posto rimedio anche a questa data di scadenza poco sensata. Tornando a quest’anno, le cantine con licenza di deposito fiscale, dovranno presentare all’Agenzia delle Dogane il bilancio annuale entro ferragosto. I quantitativi che devono essere dichiarati in giacenza entro il 10 settembre sono quelli rimanenti in cantina e depositi e magazzini sia sfusi che confezionati e imbottigliati alla mezzanotte del 31 luglio 2016. I quantitativi di vini e/o mosti viaggianti alla mezzanotte del 31 luglio sono dichiarati dal destinatario indicato sul documento di trasporto. La dichiarazione si presenta in forma telematica, non essendo ammessa alcuna forma cartacea o trasmissione diversa dal telematico, a partire dal 1° agosto e fino al 10 settembre (quest’anno lunedì 12 poiché il 10 è sabato) . Va presentata una dichiarazione in ciascun comune in cui sono ubicati le cantine, gli stabilimenti o depositi in cui il vino sia in giacenza. Sempre entro questa data, devono essere comunicati e giustificati all’ICQ perdite e cali (per singolo prodotto), se superiori al 1,5%. Le

Richiamiamo gli aspetti più importanti per la dichiarazione delle giacenze vinicole 2016. Al momento in cui il giornale va in stampa, non è ancora pubblicata la circolare Agea, ma non sono previste novità sostanziali rispetto all’anno scorso. Il periodo di presentazione, tramite sistema informatico, va dal 1° agosto al 10 settembre, la scadenza è prorogata a lunedì 12-8 dichiarazioni presentate in ritardo sono assoggettate a sanzione. In occasione della denuncia delle giacenze, è importante verificare le reali quantità ancora in cantina e i dati riscontrabili nei registri e allineare le eventuali piccole discrepanze. Per evitare contestazioni e sanzioni, invitiamo quindi a controllare con attenzione i carichi in cantina, comprese bottiglie, vasche, botti e recipienti vari, nessuno escluso. Ricordarsi di annotare, aggiungere cali, autoconsumi dell’ultimo periodo, specie in riferimento agli impieghi aziendali ( promozioni, degustazioni…) e alle vendite effettuate ai consumatori privati in esenzione del documento. Ed infine consigliamo anche di verificare le risultanze delle DO sulla scheda detenuta dal soggetto incaricato al Piano dei Controlli / certificazione. Occorre specificare i quantitativi per ciascun vino a DOC e DOCG

tramite appositi codici, includendo nella stessa categoria anche i vini atti o non ancora certificati all’Organismo di controllo. Nel caso di conto lavorazione, la dichiarazione è in carico al detentore del prodotto e non al proprietario. Parimenti, in caso di “depositi all’ingrosso” (vini di terzi caricati su registri di chi organizza il conto vendita o altro per conto ) la dichiarazione è presentata a cura del titolare del registro che effettua il deposito temporaneo e sul quale sono caricati i quantitativi. Invece, per i magazzini all’ingrosso (coloro che effettuano la commercializzazione direttamente dei vini detenuti nei loro locali) la dichiarazione va presentata anche nei casi dove non è richiesta la presenza del registro di carico scarico, dal titolare dell’impresa stessa. E’ necessario procedere con le chiusure e i saldi - colonna per colonna - dei registri. Dovrà essere redatto il bilancio dei prodotti vitivinicoli, riferito al periodo 1-82015 / 31- 7-2016, includendo i prodotti che durante l’anno si sono esauriti. Sono esentati dall’obbligo i privati consumatori (produzione annua inferiore a 10 ettolitri) ed i rivenditori al minuto, purché non effettuino cessioni superiori a 60 litri o utilizzino cantine attrezzate per il magazzinaggio ed il condizionamento di quantitativi di vino non superiori a 10 ettolitri. Per la presentazione della dichiarazione e per ogni necessario approfondimento o informazione inerente la tenuta della contabilità di cantina, contattare gli Uffici Coldiretti.

Deposito fiscale vino. Bilancio annuale entro il 15 agosto

Ai sensi delle norme vigenti in materia di Deposito Fiscale ( DM n° 153 del 27-3-2001 e successivi ) i



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titolari di licenza devono redigere un bilancio annuale insieme ad alcuni inventari e prospetti nel periodo 1-8 – 2015 / 15-8 -2016 e esibirlo a richiesta dei verificatori. Inoltre devono spedire all’Agenzia delle Dogane, entro il 15 agosto, copia del bilancio annuale. Le disposizioni lascerebbero intendere che l’obbligo di “far pervenire o trasmettere con raccomandata a.r. ” all’Agenzia Dogane sarebbe riferito alla sola copia del prospetto riepilogativo, mentre il bilancio di materia e quello energetico possono anche solo essere redatti e poi detenuti insieme alle scritture del deposito (esibiti su richiesta in caso di controllo) tuttavia, onde evitare fraintendimenti, si precisa che la spedizione di tutti i documenti di seguito elencati non comporta irregolarità e pertanto possono includersi nella consegna/trasmissione tutti quanti. Il bilancio annuale consta di : a. Inventario fisico delle materie prime, dei prodotti semilavorati e dei prodotti finiti esistenti in deposito alla data del 31 luglio 2016 , prevista dalla normativa della tutela agricola, suddiviso per caratteristiche (trattasi in sostanza del bilancio redatto in occasione della dichiarazione delle giacenze vinicole – si veda sopra lo specifico articolo); b. Prospetto riepilogativo annuale delle movimentazioni dei prodotti soggetti ad accisa (schema che prevede l’indicazione separata delle voci di carico e scarico, produzione, acquisti, trasferimenti ecc. suddivisi tra vini tranquilli e spumanti e altro). c. Bilancio di materia cioè la valutazione dei quantitativi di

sostanza che entrano e che escono da un ciclo di lavorazione – con l’indicazione delle rese di lavorazione e dei parametri d’impiego. Es. rese di lavorazione: ettolitri di vino ottenuti su 100 Kg. di uva lavorata. d. Bilancio energetico con l’indicazione dei consumi di energia e dei combustibili distintamente per reparto di lavorazione e per prodotti ottenuti. Es. bilancio energetico: KWh di energia elettrica impiegato/ettolitri di vino prodotto.

Gestione del potenziale viticolo in Piemonte: ulteriori precisazioni

In un recente incontro con la Regione si sono affrontati alcuni problemi applicativi scaturiti dalle nuove disposizioni (passaggio dal regime dei diritti alle autorizzazioni) e dalla necessità di adeguare i sistemi informatici e le attività di controllo. Coldiretti, considerando i suddetti problemi e i rallentamenti “fisiologici” in attesa del consolidamento e dell’adattamento di imprese e Pubblica Amministrazione ha richiesto snellimenti e un primo periodo di applicazione “morbida” delle nuove procedure e la possibilità di affiancare ai sistemi informatici ancora in rodaggio e incompleti forme ibride con l’uso dei sistemi tradizionali. Di seguito illustriamo alcuni adempimenti da osservare in questi giorni e le relative decisioni . Subentri per diritti e autorizzazioni: per ora le disposizioni nazionali, per certi versi più restrittive dei contenuti dei Regolamenti CE consentono di procedere con i passaggi aziendali causa successione,

donazione e fusioni in società con condivisione degli ex diritti. Resta escluso sempre il caso dell’affitto). Si è definito l’iter rimasto a lungo un po’ incerto e si sono superati alcuni nodi connessi agli atti notarili connessi e alla eventuale non completa o imperfetta indicazione dei dati sulle autorizzazioni. Scadenza 31 luglio anno di impianto: ( per poter conteggiare il 2016 come primo anno d’impianto ai fini della produzione di vini a DO, ammissibile solo dal terzo anno di vegetazione ) La scadenza a fine mese, per questo primo anno di applicazione, sempre tenuto conto dei problemi sopra citati in premessa, va intesa riferita alla effettuazione fisica dell’impianto, mentre invece la comunicazione della realizzazione del nuovo vigneto può essere effettuata, come previsto dalle disposizioni regionali, entro i 60 giorni successivi e cioè fino al 30 settembre 2016. Scadenza dei diritti di reimpianto ante 2008: Entro il 31 luglio deve essere completato l’utilizzo dei diritti originati da estirpazioni avvenute antecedentemente al 1° agosto 2008. Ciò significa che entro quella data l’impianto deve essere effettuato con l’obbligo di notificarlo entro 60 giorni, vale a dire entro il 30 di settembre . Impianti tardivi non sono ammessi e il diritto /autorizzazione decade definitivamente. Problema relativo alle notifiche di estirpo in attesa di reimpianto : si è semplificata la procedura eliminando il periodo di attesa dei 90 gg intercorrenti tra la notifica di estirpazione e la presentazione della domanda di impianto, svincolando quest’ultima dall’ottenimento preventivo del benestare della Pubblica Amministrazione sulla notifica di estirpazione.

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SERVIZI ALLA PERSONA

Pensione e tutela della salute: necessità primarie dei giovani Le incertezze generate dalla riforma pensionistica ed il peggioramento dei servizi per la tutela della salute impongono ai cittadini scelte privatistiche

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on vi è dubbio che le necessità delle persone, al di là delle professioni di ognuno, stiano cambiando profondamente. A parte le esasperazioni ideologiche come quelle descritte nelle pagine precedenti, non si può non evidenziare che o le mutazioni in atto le sappiamo interpretare oppure è inevitabile che la distanza tra i cittadini e le così dette Istituzioni, aumenti sempre di più. E in questo contesto sono inclusi anche i così detti Corpi Intermedi. I due terzi dei pensionati italiani ricevono un mensile pari od inferiore a 700 Euro. E’ fuori dubbio che, o nella vita lavorativa si è riusciti a risparmiare qualcosa oppure si conduce una vita “in povertà”. E’ altrettanto evidente che, sino a qualche anno fa, le famiglie risparmiavano e nella nostra mentalità, diventare proprietari della casa in cui si vive era un auspicio che veniva spesso realizzato anche con qualche sacrificio. Oggi questo diventa difficile per non dire impossibile. I nostri giovani hanno meno certezze sul fronte del lavoro e spesso il reddito è compromesso da situazioni oggettive che non consentono di effettuare grossi risparmi nella vita lavorativa. Se poi si considera che, con la riforma delle pensioni, l’età pensionistica è sempre più lontana, bisogna che si compiano dei ragionamenti diversi. Al contrario di quello che normalmente pensiamo, queste riflessioni le debbono fare i giovani che hanno di fronte un futuro pensionistico alquanto incerto. Di qui la necessità di considerare piani di investimenti previdenziali, fondi privati che ad una certa età possono

essere ritirati e fungere da anticipo o comunque da integrazione alla futura pensione. In questo senso, oggi le proposte del mercato, portate avanti da compagnie di assicurazioni e da praticamente tutti gli istituti bancari rappresentano una ampia gamma di offerta sul mercato. Certo che né le banche né le compagnie di assicurazione sono istituzioni di beneficienza e fanno quindi anche i loro interessi. In questo momento però di crisi dei prodotti finanziari e di tanta liquidità con bassi impieghi, è interesse loro trattare bene i clienti. L’altro aspetto che preoccupa le persone è quello della tutela della propria salute. Oggi, per una semplice radiografia, aspetti anche tre mesi, per una visita specialistica anche sei. Le strutture private, presenti in Provincia come nel resto del Paese, agiscono sia direttamente che in convenzione con il servizio sanitario pubblico. Questo però abbatte di poco i tempi di attesa prima citati per via di una serie di vincoli che hanno le convenzioni tra pubblico e privato, dove l’uno non pesta i piedi all’altro e viceversa. A meno che non si vada privatamente ed allora il posto per un’analisi o per una visita specialistica lo trovi in settimana. Anche in Piemonte, per accorciare le liste di attesa sia degli esami che delle visite specialistiche, la logica

porta verso scelte che altre Regioni del Nord Italia già hanno compiuto: è il medico di famiglia che constatata la necessità di un’analisi o di una visita specialistica, effettua lui la prenotazione sulla base di un database messo a disposizione dall’Asl. Ma sappiamo che le cose semplici in Italia sono difficili da realizzare. La speranza è che non si perda altro tempo prezioso. Altrimenti, anche in questo caso al cittadino non resta che l’assicurazione privata che va ad integrare, e in alcuni casi a surrogare la struttura pubblica. Anche in questo settore, istituti bancari ed assicurativi si stanno muovendo e proponendo diversi tipi di polizza. In altre parole, spesso, in questo Paese si fanno grandi discorsi sul Pil, dimenticando le necessità primarie dei cittadini. La tutela previdenziale e la garanzia della salute sono due pilastri sui quali ci si dovrà muovere nel prossimo futuro. In questo senso, cambia anche il ruolo consulenziale di Coldiretti che attraverso le professionalità del patronato Epaca e non solo, è in condizione di fornire valutazioni sia di ordine economico, previdenziale, fiscale e finanziario. Per Coldiretti Cuneo questa è la capacità di intercettare i bisogni veri dei soci e dei cittadini. ufficio.stampa.cn@coldiretti.it


SERVIZI ALLA PERSONA

Valli Varaita e Stura, servizi socio-sanitari più vicini ai cittadini

Presentati gli sportelli IN.RE.TE. di Sampeyre e Demonte

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nformazioni, prenotazione di analisi e visite mediche, richieste di assistenza a domicilio, pratiche relative a pensioni Inps e Inpdap, infortuni, Isee, ecc. Questi e molti altri sono i servizi pubblici e privati che i nuovi sportelli IN.RE.TE. attivi a Sampeyre e Demonte offrono alle aziende agricole e ai soci Coldiretti che abitano la media e alta Valla Varaita e Stura.

Cos’è IN.RE.TE.?

IN.RE.TE. (“Iniziative e Relazioni sul Territorio”) è un progetto sviluppato dalla cooperativa Linfa Solidale, emanazione di Coldiretti Cuneo, in partnership con l’ASL CN1, il Consorzio Monviso Solidale e il Consorzio socio-assistenziale del Cuneese, con il contributo economico della Fonda-

zione Cassa di Risparmio di Torino. Grazie ad IN.RE.TE. i partner del progetto condividono forze ed esperienze per avvicinare alle persone che vivono nelle aree di montagna i servizi sanitari e socio-assistenziali,

con lo scopo di contrastare lo spopolamento delle valli.

Gli sportelli IN.RE.TE.

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SERVIZI ALLA PERSONA scono a quelli erogati dall’ASL o dai Consorzi socio-assistenziali, ma li integrano per garantirne una migliore accessibilità.

La presentazione ufficiale

I nuovi sportelli IN.RE.TE. sono stati ufficialmente presentati in conferenza stampa, gli scorsi 8 e 19 luglio nelle sale comunali di Sampeyre e Demonte.

Agli eventi, che hanno raccolto una nutrita partecipazione di cittadini delle vallate, hanno preso parte i partner del progetto IN.RE.TE. e i Sindaci dei Comuni coinvolti. Grande soddisfazione di tutti è stata espressa per l’apertura degli sportelli, vero punto di riferimento per i residenti. “Il progetto pilota IN.RE.TE. - commenta il Presidente di Coldiretti

I servizi negli sportelli IN.RE.TE.

• • fici recapiti Coldiretti di Sampeyre e Demonte. Qui, operatori adeguatamente formati rispondono alle esigenze socio-assistenziali, sanitarie e previdenziali dei nostri soci (e non solo), che possono trovare le risposte che cercano, senza più bisogno di scendere a valle. I servizi IN.RE.TE. non si sostitui-

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prenotazione di prestazioni specialistiche ambulatoriali prenotazione di esami di laboratorio richiesta copia della cartella clinica rilascio esenzione ticket per reddito servizi sociali con l’ausilio di assistenti sociali servizi assistenziali con l’ausilio di personale OSS dichiarazioni dei redditi pratiche Isee

• • • • • •

iscrizione e cancellazione Inps pensioni di malattia, anzianità, reversibilità, vecchiaia domande di disoccupazione, infortuni, invalidità civile, maternità, assegni familiari pratiche IMU/TASI gestione dei contratti con compagnie telefoniche attivazione e cancellazione partita Iva iscrizioni in Camera di Commercio


LAVORO Cuneo Delia Revelli - è un servizio unico in Piemonte, un’iniziativa concreta che mette in atto la mission di Coldiretti come forza sociale, sempre in prima linea per sviluppare servizi di utilità comune per il territorio in cui opera”. Sono “progetti sperimentali” - spiega il Direttore di Coldiretti Cuneo Enzo Pagliano - che, se come si auspica funzioneranno, “potrebbero essere replicati in altre aree della Provincia”. Sportello IN.RE.TE. Valle Stura Presso l’Ufficio Recapito Coldiretti Demonte Via Martiri e Caduti Libertà, 20 martedì e giovedì dalle 8.30 alle 12.00 Sportello IN.RE.TE. Valle Varaita Presso l’Ufficio Recapito Coldiretti Sampeyre Piazza della Vittoria, 45 martedì e venerdì dalle 8.30 alle 12.00

Giovani, candidature al via per nuovi tirocini

Sarà aperta dal 22 settembre al 7 ottobre 2016 la seconda finestra dell’anno per le candidature alle opportunità di tirocinio previste da EsperienzaLavoro 5. Il progetto, a cui partecipa Coldiretti Cuneo, è promosso dalla Fondazione CRC con lo scopo di favorire l’inserimento lavorativo dei giovani in cerca della prima occupazione e il re-inserimento di adulti, espulsi dal mercato del lavoro a causa della crisi. I candidati prescelti svolgeranno un’esperienza lavorativa di 6 mesi, con indennità di partecipazione pari a 700 euro al mese, presso le aziende individuate sul territorio provinciale. Tutti i dettagli sul sito web www.esperienzalavoro.info.

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OSCAR GREEN 2016

Cuneo premiata due volte all’Oscar Green Piemonte

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ue realtà del cuneese sono state premiate alla finale regionale Oscar Green 2016, il prestigioso riconoscimento che viene assegnato ai giovani imprenditori che danno valore all’agricoltura del territorio. Il merito va all’innovazione, alla creatività e alla capacità di creare sinergie fruttuose. Alla Finale regionale 2016, presso il Borgo Medievale di Torino, Anna Maria Castagnino dell’omonima azienda agricola di Ormea,

che produce formaggi di alpeggio, ha ricevuto la Menzione speciale per la categoria “Fare Rete”, “per aver dato vita ad una collaborazione tra diverse realtà con lo scopo di valorizzare e sostenere il territorio e le sue produzioni tipiche” . Per la categoria “Paese Amico”, riservato alle strutture pubbliche

impegnate concretamente per l’attuazione dei progetti promossi da Coldiretti, hanno ritirato il premio Romano Boglio, vice presidente, e Angelo Gautero, consigliere, della Fondazione Amleto Bertoni di Saluzzo, “Per l’originalità nell’impiegare le produzioni tipiche del territorio, rispettando la logica dello “spreco zero”.

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“Oscar Green premia il dinamismo imprenditoriale che in Piemonte e in particolar modo nella nostra provincia è caratterizzato da un rinnovato interesse dei giovani verso l’attività agricola, soprattutto legata alle eccellenze del nostro territorio”, commenta Luca Beltrando, delegato Giovani Impresa Coldiretti Cuneo. “Con questi due riconoscimenti assegnati alle realtà del Cuneese – prosegue Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo - Oscar Green ha premiato la volontà di costruire filiere in zone difficili, per salvaguardare un patrimonio di tradizioni e tipicità che costituiscono una grande risorsa per il territorio e la capacità di valorizzare le peculiarità agroalimentari, promuovendole in eventi e manifestazioni, che permettono di riscoprire una parte importante della nostra cultura”.

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Alla Fausto Coppi e a Collisioni le eccellenze frutticole del territorio

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ue manifestazioni di respiro internazionale, in cui promuovere il Cuneese e le sue eccellenze. Due occasioni imperdibili per Coldiretti Cuneo che, alla 29esima Fausto Coppi e al Festival AgriRock Collisioni, ha puntato sulle produzioni frutticole locali. Per la manifestazione ciclistica dello scorso 10 luglio, Coldiretti Cuneo e Campagna Amica hanno portato frutta fresca, di stagione e della nostra terra: frullati e macedonie, preparati con frutta 100% piemontese, hanno rinfrescato atleti e visitatori a Cuneo. L’iniziativa ha voluto sostenere il consumo di prodotti stagionali nel pieno della maturazione, con le migliori qualità organolettiche possibili, e valorizzare le eccellenze delle nostre aziende agricole, a cominciare dalla frutta, regina non solo dell’esta-

te ma anche del nostro territorio. La frutta, infatti, ha una forte incidenza sull’intero comparto agricolo del Cuneese. Lo ricorda Delia Revelli, Presidente di Coldiretti Cuneo: “Un quarto della produzione agricola cuneese viene dai nostri frutteti,

che in un anno producono 6 milioni di quintali di frutta, per un fatturato totale di 400 milioni di euro”. “Sono ben 7.000 le aziende attive nel settore frutticolo - prosegue la Presidente - e fino a 28.000 gli addetti impegnati nelle punte stagionali

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MANIFESTAZIONI

Tra le eccellenze portate a Collisioni, vi era anche la carne bovina di razza Piemontese dell’azienda Cerutti Laura Maria di Trinità

di attività”. Numeri importanti, che Coldiretti Cuneo si impegna a far crescere. Lo ha fatto anche a Barolo, durante Collisioni 2016, insieme con le azien-

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de del circuito Campagna Amica Coldiretti. Infatti, dopo la positiva esperienza dell’edizione 2015, Coldiretti è tornata al Festival AgriRock, che anche quest’anno ha ospitato sul palcoscenico naturale delle Langhe - paesaggio agrario recentemente inserito nel patrimonio Unesco - star della musica italiana ed internazionale e scrittori di fama mondiale. Un evento di primo piano per promuovere il territorio ben oltre i confini provin-

ciali, che offre importanti occasioni di dialogo e incontro. Per queste ragioni anche Coldiretti ha voluto esserci e fare rete per dare risalto alle unicità del Cuneese, partendo dalle produzioni agricole locali. Protagonista, il 16 luglio a Barolo, è stata la frutta piemontese che ha portato con Campagna Amica sul palco Food & Wine, di fronte ad una platea di visitatori e autorità da tutta Italia.


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S P E C I A L E DAT O R I D I L AV O R O Gli obiettivi sindacali di Coldiretti per sostenere i datori di lavoro agricoli

Il costo eccessivo del lavoro frena la crescita dell’agricoltura

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n Italia il costo del lavoro in agricoltura, inteso come oneri contributivi ed assicurativi è pari a più del doppio dei Paesi europei direttamente concorrenti come Francia e Spagna. E’ quanto emerge dalla prima analisi “Lavoro giovanile in agricoltura nel 2016” effettuata dalla Coldiretti su dati Istat relativi al primo trimestre dell’anno, diffusa in occasione dell’accordo Coldiretti, Ministero del Lavoro e Google su “Crescere in digitale” con la presenza del presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo e di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro. “Il settore agricolo – sottolinea Lauro Pelazza vice direttore Coldiretti Cuneo - è caratterizzato dalla forte stagionalità delle attività e conseguentemente la stragrande maggioranza delle imprese agricole utilizza lavoratori stagionali. Per questo, in Francia e Spagna, ma anche in Germania e Olanda, sono stati

Lauro Pelazza Vice Direttore Coldiretti Cuneo

previsti trattamenti contributivi particolarmente agevolati per i lavoratori stagionali al fine di contenere il costo del lavoro e permettere alle loro imprese agricole di vedere a prezzi fortemente concorrenziali proprio con quelli italiani”. In Italia si stimano oltre 300.000 lavoratori stagionali che effettuano rapporti di lavoro di breve durata,

dei quali circa un terzo nelle regioni del Centro-nord che non godono di nessuna agevolazione. “Occorre pertanto un intervento che in queste regioni preveda una contribuzione mirata per i lavoratori stagionali e di breve durata che consenta alle imprese agricole di competere a armi pari con i competitor europei - continua Lauro Pelazza. A pesare sulle imprese agricole, sono anche gli oneri burocratici che sottraggono al lavoro nei campi almeno 100 giornate l’anno per adempiere a tutti gli atti richiesti dalla Pubblica Amministrazione. Occorre impegnarsi sulla semplificazione, favorendo la comunicazione all’interno della Pubblica Amministrazione, mentre non sono accettabili alcuni interventi legislativi in discussione in Parlamento che vogliono introdurre l’Uniemens anche in agricoltura che, di fatto, triplica gli attuali adempimenti burocratici per le denunce contributive”.

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SPECIALE DATORI DI LAVORO

Contributi Favla

Contributi Ebat per le aziende agricole

(nel limite delle risorse disponibili)

Nuovi interventi da parte dell’Ente Bilaterale agricolo

Acquisto D.P.I.

Nell’ultima seduta, il Comitato esecutivo EBAT FAVLA (Ente bilaterale del settore agricolo) ha approvato nuovi interventi a favore delle aziende e dei lavoratori aderenti. In particolare, su richieste dei componenti di nomina Coldiretti Cuneo in seno al Comitato, ritenendo che la attivazione della sorveglianza sanitaria costituisca una modalità importante di prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro, il Comitato ha deliberato per l’anno 2016 un contributo nella misura massima di 25 € per ogni visita con validità biennale relativa a lavoratori stagionali con meno di 51 giornate lavorative annue presso lo stesso datore di lavoro e ha esteso il precedente intervento previsto per gli operai con più di 180 giornate a favore di tutti gli operai con più di 51 giornate.In secondo luogo, il Comitato ha deliberato per l’anno 2016 un contributo straordinario nella seguente misura: in caso di morte del lavoratore, spetta al coniuge/convivente superstite un contributo di € 1.000,00 una - tantum da integrare con ulteriori € 500,00 per ogni figlio a carico; nel caso di invalidità permanente del lavoratore, spetta al coniuge/convivente un contributo di € 2.000,00 da integrare con ulteriori € 1.000,00 per ogni figlio a carico. In seguito a queste delibere, si ritiene utile riassumere nello schema a fianco gli interventi di EBAT FAVLA

Nel limite del budget fissato annualmente, il contributo per acquisto DPI avviene alle seguenti condizioni: • 50% della spesa documentata • Importo massimo pari a 150 euro per dipendente • Importo massimo per azienda nel biennio pari a € 500,00 sommati al 20% del contributo medio annuo versato dall’azienda nell’ultimo biennio nel rispetto dei seguenti limiti: 520 euro per le aziende che versano fino a 500 euro come media nel biennio 600 euro per le aziende che versano da 501 a 1000 euro come media nel biennio 700 euro per le aziende che versano da 1001 a 2000 euro come media nel biennio 800 euro per le aziende che versano da 2001 a 3000 euro come media nel biennio 1200 euro per le aziende che versano da 3001 a 5000 euro come media nel biennio 1750 euro per le aziende che versano da 5001 a 8000 euro come media nel biennio 2000 euro per le aziende che versano oltre 8001 euro come media nel biennio

Visite Mediche OTI e OTD > 51 GG Nel limite di 100,00 euro per dipendente/visita viene riconosciuto contributo per l’attivazione della sorveglianza sanitaria a favore di lavoratori con contratto a tempo determinato superiore a 51 giornate annue ovvero a tempo indeterminato ovvero al momento della trasformazione a tempo indeterminato; il contributo viene concesso una sola volta a favore del medesimo lavoratore, nel limite di tre dipendenti per ogni anno/ azienda.

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SPECIALE DATORI DI LAVORO

Visite Mediche OTD < 51 GG Contributo nella misura massima di 25 € per ogni visita con validità biennale relativa a lavoratori stagionali con meno di 51 giornate lavorative annue presso lo stesso datore di lavoro

Nascita Figli

In occasione della nascita del figlio, rimborso equivalente a n.

2 giornate di permesso straordinario e di un contributo straordinario pari a 250,00 euro a favore dal lavoratore-padre con contratto a tempo indeterminato. Ovvero con contratto a tempo determinato con almeno 101 giornate lavorative annue maturate presso lo stesso datore di lavoro.

Sussidio Straordinario

In caso di morte del lavoratore, spetta al coniuge/conviven-

te superstite un contributo di € 1.000,00 una - tantum da integrare con ulteriori € 500,00 per ogni figlio a carico. Nel caso di invalidità permanente del lavoratore, spetta al coniuge/convivente un contributo di € 2.000,00 da integrare con ulteriori € 1.000,00 per ogni figlio a carico.

SANZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO

L

a sicurezza sul lavoro rappresenta sicuramente per i datori di lavoro un corollario necessario nell’organizzazione aziendale. Anche a causa del fatto che il settore agricolo è caratterizzato da un fenomeno infortunistico ancora molto elevato, è molto forte l’attenzione degli Organi di controllo (Spresal in particolare) sul settore agricolo, al punto tale che nelle scorse settimane la Regione Piemonte ha adottato un Piano di controllo in agricoltura per gli anni 2016-2019. Visto che il sistema sanzionatorio in materia di lavoro è stato oggetto di modifiche anche recentemente (con il c.d. Job Act), si ritiene utile di seguito indicare le sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro circa la violazione di alcuni dei principali obblighi. • VDR (arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2740 a 7014,40; art. 55 comma 1)

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• SORVEGLIANZA SANITARIA Mancata nomina del medico competente (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1644 a 6576 euro (art. 55 comma 5 lett. d) Mancato invio dei lavoratori alla visita medica periodica e mancata richiesta a medico competente dell’osservanza degli obblighi previsti a suo carico (ammenda da 2000 a 4000 euro; art. 55 comma 6 -bis); la sanzione viene raddoppiata qualora riguardi più di cinque lavoratori ovvero triplicata qualora la violazione riguardi più di dieci lavoratori; • RSPP corso base e aggiornamento (arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2740 a 7014,40; art. 55 comma 1); • MANCATA CONSEGNA DPI (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1644 a 6576 euro; art.

55 comma 5 lett. d); • PRONTO SOCCORSO corso base e aggiornamento (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 822 a 4384 €; art. 55 comma 5 lett. a); • PREVENZIONE INCENDI corso base e corso integrativo (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1315,20 a 5699,20, art. 55 comma 5 lett. c); • CORSO LAVORATORI DIPENDENTI formazione generale e formazione specifica – arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1200 a 5200 euro; la sanzione viene raddoppiata qualora riguardi più di cinque lavoratori ovvero triplicata qualora la violazione riguardi più di dieci lavoratori (art. 55 comma 6-bis; • CORSO PER LE ATTREZZATURE (arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2740 a 7014,40; art. 87 comma 2 lett. c).


SPECIALE DATORI DI LAVORO

Nuovi chiarimenti da parte del Ministero del lavoro

Lavoro gratuito di parenti e affini

S

icuramente, la normativa in tema di lavoro gratuito di parenti e affini, come disciplinato dalla Riforma Biagi, rappresenta una peculiarità importante del settore agricolo per il quale a suo tempo fu molto importante l’intervento di Coldiretti. Di seguito si vanno a sintetizzare i capisaldi di tale normativa, alla luce delle indicazioni ministeriali: • la disciplina trova applicazione sia nei confronti dei coltivatori diretti che degli IAP; • possono svolgere l’attività lavorativa i parenti e affini sino al quarto grado da riferirsi ai soggetti che rivestono la qualifica di CD o di IAP; • si evidenzia il profilo relativo alla durata della prestazione: l’occasionalità sussiste nel limite quantitativo di 90 giorni annui, intesi come frazionabili in ore, ossia 720 ore nel corso dell’anno solare; • relativamente alle attività stagionali, si evidenzia che vi rientrano tutte le attività tipicamente correlate allo svolgimento dell’attività agricola;

• la prestazione occasionale del parente/affine è genuina a prescindere dalla contestuale presenza del titolare nei locali dell’azienda; • le prestazioni devono essere gratuite; l’imprenditore non deve corrispondere alcun compenso a titolo di retribuzione o corrispettivo per l’attività prestata; non alterano la gratuità della prestazione i rimborsi delle spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori (es. vitto, alloggio, spese per l’acquisto di mezzi, ecc.), che l’imprenditore può pertanto corrispondere ai prestatori, sen-

za che ciò comporti modifica del titolo della prestazione; quindi, l’inciso finale “salvo le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori” consente di avere una puntuale giustificazione di eventuali “compensi” attribuiti ai familiari; diverso è il riconoscimento di corrispettivo sotto forma di elargizione di beni in natura; • novità significativa della disposizione in esame è la previsione secondo cui le prestazioni suddescritte non costituiscono presupposto per l’instaurazione di un rapporto di lavoro, con tutti gli effetti che ciò comporta.

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SPECIALE DATORI DI LAVORO

In attesa dei chiarimenti Ministeriali

E i parenti dei conviventi?

L

a legge 20 maggio 2016 n. 76 ha introdotto nell’ordinamento italiano la “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”. In particolare, all’articolo 1 comma 36 viene statuito che “si intendono per «conviventi di fatto» due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da

matrimonio o da un’unione civile”. Al comma successivo, la norma statuisce che “per l’accertamento della stabile convivenza, si fa riferimento alla dichiarazione anagrafica di cui all’articolo 4 e alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 13 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223”. Pertanto, ai fini della sussistenza della convivenza di fatto (con i relativi effetti giuridici introdotti dalla legge in esame), si fa riferimento

alla “famiglia anagrafica” cioè “insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”. Alla luce della riforma in esame, Coldiretti Cuneo ha chiesto all’Ispettorato del lavoro la conferma che, qualora sussita la convivenza di fatto, ad essa trova applicazione la disciplina del lavoro gratuito di parenti e affini entro il quarto grado (ex art. 74 D. Lgs. 276/2003).

TA B E L L E S A L A R I A L I

Di seguito, si pubblicano le tabelle salariali in vigore per gli operai e impiegati agricoli.

CAMPAGNE DI RACCOLTA

A supporto delle aziende associate, si ricorda la definizione di “addetti alle campagna di raccolta”, come modificata dall’ultimo contratto provinciale degli operai agricoli: “Rientrano in questa categoria i lavoratori nelle attività di raccolta dei prodotti agricoli e attività connesse nonché con possibilità di eventuale cernita nel caso di sospensioni nella raccolta relative ad agenti atmosferici o di lavoro, fermo restando la raccolta quale attività prevalente. Sono ad essi equiparati gli addetti alla vendemmia che coadiuvano in cantina i lavori di pigiatura e vinificazione. Relativamente alla delimitazione temporale delle campagne di raccolta, le Parti concordano che le stesse trovano applicazione nel periodo di normale maturazione del prodotto. Le operazioni di raccolta comprendono anche le fasi preliminari strettamente accessorie, effettuate nei 10 giorni antecedenti”.

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SPECIALE DATORI DI LAVORO

SALARI OPERAI AGRICOLI A TEMPO INDETERMINATO (in vigore dal 1° Maggio 2015)

Qualifiche

Salario contrat. nazionale SENZA SCATTI DI ANZIANITA' Comune Comune P Qualificato Qualificato super Specializzato Specializz. super

Contingenza

EDR

Scatti anzianità

Totale mensile

Paga giornaliera

Paga oraria

Straord. + 25 %.

Festivo + 35 %.

Nott. Str. Fest. + 40 %.

Festivo Notturno + 45 %.

282,69 302,80 331,66 357,39 385,55 436,59

507,99 511,11 511,11 511,32 514,07 516,05

10,33 10,33 10,33 10,33 10,33 10,33

-

1.243,38 1.354,88 1.384,86 1.468,09 1.534,78 1.635,20

47,82 52,11 53,26 56,47 59,03 62,89

7,36 8,02 8,19 8,69 9,08 9,68

9,20 10,02 10,24 10,86 11,35 12,09

9,93 10,82 11,06 11,73 12,26 13,06

10,30 11,22 11,47 12,16 12,71 13,55

10,67 11,62 11,88 12,60 13,17 14,03

442,37 531,76 589,05 624,83 672,23

282,69 331,66 357,39 385,55 436,59

507,99 511,11 511,32 514,07 516,05

10,33 10,33 10,33 10,33 10,33

9,89 11,36 11,93 12,50 12,78

1.253,27 1.396,22 1.480,02 1.547,28 1.647,98

48,20 53,70 56,92 59,51 63,38

7,42 8,26 8,76 9,16 9,75

9,26 10,31 10,93 11,43 12,17

9,99 11,13 11,80 12,33 13,14

10,36 11,54 12,23 12,79 13,62

10,73 11,95 12,67 13,24 14,11

442,37 531,76 589,05 624,83 672,23

282,69 331,66 357,39 385,55 436,59

507,99 511,11 511,32 514,07 516,05

10,33 10,33 10,33 10,33 10,33

19,78 22,72 23,86 25,00 25,56

1.263,16 1.407,58 1.491,95 1.559,78 1.660,76

48,58 54,14 57,38 59,99 63,88

7,47 8,33 8,83 9,23 9,83

9,31 10,38 11,00 11,50 12,25

10,05 11,20 11,87 12,41 13,21

10,42 11,61 12,30 12,86 13,70

10,79 12,02 12,74 13,32 14,18

442,37 530,64 531,76 589,05 624,83 672,23

Salario contrat. prov.le

CON 1 SCATTO DI ANZIANITA' Comune Qualificato Qualificato super Specializzato Specializz. super CON 2 SCATTI DI ANZIANITA' Comune Qualificato Qualificato super Specializzato Specializz. super

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SPECIALE DATORI DI LAVORO

SALARI OPERAI AGRICOLI A TEMPO DETERMINATO ( in vigore dall'1/05/2015) Qualifiche

Comune Comune P Qualificato Qualificato super Specializzato Specializzato Super

Salario Salario Paga Base . Contrattuale Contrattuale Totale Contingenza Nazionale

Provinciale

2,62 3,14 3,14 3,49 3,70 3,98

1,67 1,79 1,96 2,11 2,28 2,58

PENSIONE –MALATTIA

4,29 4,93 5,10 5,60 5,98 6,56

3,01 3,02 3,02 3,03 3,04 3,05

. E.D.R.

3° elemento

0,06 0,06 0,06 0,06 0,06 0,06

2,24 2,44 2,49 2,65 2,76 2,94

Totale Straordinario Festivo Nott. Straord. Fest. Nott. orario + 25 %. + 35 %. fest. + 40 % + 45 %.

9,60 10,45 10,67 11,34 11,84 12,61

11,44 12,45 12,71 13,51 14,11 15,03

12,18 13,25 13,53 14,38 15,02 16,00

12,54 13,65 13,94 14,81 15,48 16,48

12,91 14,05 14,35 15,25 15,93 16,97

8.84%

E.B.A.T. – F.A.V.L.A. • 0,50% a carico del lavoratore, di cui 0,20% quale C.A.C. provinciale L’impresa che non aderisce all’EBAT FAVLA deve corrispondere al lavoratore una quota aggiuntiva di retribuzione (esclusa dalla base di calcolo del TFR) pari a euro 25,00 mensili, equivalenti a euro 1,00 giornalieri.(Contratto provinciale 2012) oltre che garantire integrazioni assistenziali equivalenti a quelle del FAVLA. Agli operai a tempo determinato al termine del rapporto di lavoro verrà corrisposto il TFR pari al 8,63% della paga base nazionale integrativo provinciale e indennità di contingenza.

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STIPENDI DEGLI IMPIEGATI AGRICOLI (in vigore dal 01/01/2015) Categoria

1^ Categoria 2^ Categoria 3^ Categoria 4^ Categoria 5^ Categoria 6^ Categoria

Stipendio base nazionale

Integr. reg.le

928,99 798,62 691,37 615,13 563,42 508,96

603,93 508,07 442,03 373,93 336,10 296,48

LAVORO STRAORDINARIO - Straordinario - notturno - festivo - straord. festivo - festivo notturno

+ 30 %. + 50 %. + 50 %. + 60 %. + 65 %.

Stipendio Base Contingenza totale

1.532,92 1.306,69 1.133,40 989,06 899,52 805,44

526,19 520,56 515,62 512,74 510,81 508,34

EDR

Stipendio globale

Scatti anz. maturati fino al 31/12/85

Scatti anz. maturati dal 01/01/1986

10,33 10,33 10,33 10,33 10,33 10,33

2.069,44 1.837,58 1.659,35 1.512,13 1.420,66 1.324,11

24,92 22,79 20,74 19,53 18,82 17,93

33,05 29,44 26,86 24,79 23,76 22,21

INDENNITA' CASSA

Euro 45,00 mese

Titolo di studio diplomati laureati (1). (1).

46,43 43,20 39,72 37,06 36,27 35,11

69,39 64,55 59,33 55,33 54,15 52,40

RITENUTE PREVIDENZIALI

ENPAIA 2%

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IRRIGAZIONE

Coldiretti ottiene una congrua proroga per il ricondizionamento dei pozzi

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Revelli presidente di Coldiretti Cuneo, aggiungendo “ora servono indirizzi tecnici precisi per attivare fin da subito gli interventi necessari con la garanzia che lo sforzo compiuto risulti effettivamente efficace”. Alla Direzione Ambiente sarà affidato il compito di individuare le aree ad elevata priorità ambientale di finanziamento, in quei territori dove i corpi idrici sotterranei profondi sono interessati da un rilevante scadimento qualitativo. In parallelo alla Direzione Agricoltura è demandato il compito di procedere entro l’anno con i bandi citati, per i quali saranno resi disponibili 2milioni 250mila euro derivanti da economie. Aggiunge Enzo Pagliano direttore della Coldiretti di Cuneo: “Accogliamo con soddisfazione questa deli-

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a Giunta della Regione Piemonte, nella seduta dello scorso 11 luglio, ha deliberato di sottoporre al Consiglio Regionale l’approvazione di una serie di modifiche al Piano di Tutela delle Acque, prevedendo tra l’altro una proroga di cinque anni della scadenza per ricondizionare o sostituire i pozzi che hanno messo in comunicazione la falda superficiale con quella profonda. La scadenza per adeguare i pozzi miscelanti, ristrutturandoli in modo da non mettere in comunicazione le falde, precedentemente fissata al 31 dicembre 2016, verrebbe dunque prorogata al 31/12/2021. Le modifiche proposte prevedono anche, per chi interverrà allo scopo di mettersi a norma sostituendo vecchi pozzi individuali con pozzi collettivi realizzati a regola d’arte, agevolazioni erogate da parte della Direzione Agricoltura. Sarà una prossima deliberazione della Giunta Regionale a definire nel dettaglio i criteri per l’attivazione di bandi prevedendo l’erogazione di contributi a chi “rottama” i pozzi sostituendoli con altri funzionali ed a norma, oltre ad agevolazioni per chi ne realizza di nuovi associandosi in consorzi. “Finalmente, le istanze che Coldiretti porta avanti da tempo hanno trovato accoglimento” dichiara Delia

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berazione della Giunta Regionale; per raggiungere l’impegnativo impegno del 2012 occorrerà però, di qui in avanti, sfruttare ogni opportunità che il PSR o altri strumenti di sostegno offriranno per abbattere i costi a carico delle aziende interessate”. L’individuazione certa dei pozzi che necessitano di essere ristrutturati, ricorda Franco Parola responsabile del Servizio Ambiente e Territorio della Coldiretti di Cuneo, può avvenire attraverso accertamenti tecnici che richiedono l’apertura del pozzo e la realizzazione di una video – ispezione; coloro che per ragioni di manutenzione si troveranno quindi a dover estrarre la pompa dal pozzo potrebbero utilmente approfittare di tale circostanza per eseguire la relativa perizia.

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ENERGIA GREEN

Pubblicato il nuovo Decreto di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti alternative

Fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico E’ stato finalmente pubblicato il DM 23 giugno 2016 che incentiva la produzione di energia elettrica ottenuta mediante impianti a fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico. In sostanza il Decreto si pone in continuità con quando precedentemente disposto dal D.M. 6 luglio 2012 e riapre la possibilità di investire nella produzione di energia elettrica e/o termica attraverso la realizzazione di piccoli impianti alimentati a biomassa agricola o forestale. Gli incentivi possono essere richiesti per impianti nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, oggetto di interventi

di potenziamento o di rifacimento. Possono continuare a richiedere l’accesso agli incentivi sulla base del precedente decreto ministeriale del 6 luglio 2012: • gli impianti entrati in esercizio tra il 31 maggio e il 29 giugno 2016 che abbiano presentato o presentino domanda di accesso diretto entro 30 giorni dalla data di entrata in esercizio; • gli impianti iscritti in posizione utile nelle graduatorie delle Procedure d’Asta e Registro svolte ai sensi del DM 6 luglio 2012, per i quali non siano decorsi i termini per l’entrata in esercizio.

Potranno altresì beneficiare delle tariffe incentivanti e degli eventuali premi del DM 6 luglio 2012 anche gli impianti che presenteranno richiesta di accesso diretto agli incentivi ai sensi del DM 23 giugno 2016 o che risulteranno ammessi in posizione utile ai Registri del medesimo Decreto, purché entrati in esercizio entro il 29 giugno 2017. E’ possibile presentare richiesta di accesso diretto agli incentivi fino al 31 dicembre 2017 o, in ogni caso, decorsi 30 giorni dalla data dell’eventuale raggiungimento di un costo massimo pari 5,8 miliardi di euro l’anno.

Modalità di accesso agli incentivi e tariffe incentivanti DM 6 luglio 2012 e DM 23 giugno 2016 Tariffe incentivanti DM 6 luglio 2012 (0.236 euro/kwh per biogas < 100kW) Modalità e condizioni di accesso ai sensi del DM 6 luglio 2012

Tariffe incentivanti DM 23 giugno 2016

impianti iscritti in posizione utile a seguito delle Procedure d’Asta e Registro del DM 6 luglio 2012 gli impianti entrati in esercizio tra il 31 maggio e il 29 giugno 2016 che abbiano presentato o presentino domanda di accesso diretto entro 30 giorni dalla data di entrata in esercizio

Modalità e condizioni di accesso ai sensi del DM 23 giugno 2016

gli impianti che presenteranno richiesta di accesso diretto agli incentivi ai sensi del DM 23 giugno 2016 o risulteranno ammessi in posizione utile ai Registri del medesimo Decreto, purché entrati in esercizio entro il 29 giugno 2017

Impianti in accesso diretto ai sensi del DM 23 giugno 2016 che entrano in esercizio oltre il 29 giugno 2017 impianti iscritti in posizione utile a seguito delle Procedure d’Asta e Registro del DM 23 giugno 2016 che entrano in esercizio oltre il 29 giugno 2017 impianti aggiudicatori di asta del DM 23 giugno 2016

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ENERGIA GREEN Per accedere agli incentivi sono previste quattro diverse modalità, a seconda della potenza dell’impianto e della categoria di intervento: 1. Accesso diretto, a seguito dell’entrata in esercizio: nel caso di impianti nuovi, oggetto di intervento di integrale ricostruzione, riattivazione, potenziamento o rifacimento, con potenza inferiore a specifici valori di soglia, differenziati per tipologia di fonte; 2. Iscrizione a Registri e successiva richiesta di accesso agli incentivi per gli impianti ammessi in posizione utile: nel caso di impianti nuovi, oggetto di intervento di integrale ricostruzione, riattivazione, potenziamento, con potenza ricompresa in specifici valori di soglia, differenziati per tipologia di fonte; 3. Aggiudicazione delle procedure competitive di Asta al ribasso: nel caso di impianti nuovi, oggetto di intervento di integrale ricostruzione, riattivazione, potenziamento, con potenza superiore al valore di soglia di 5 MW, stabilito per specifiche tipologie di fonte rinnovabile; 4. Iscrizione a Registri e successiva richiesta di accesso agli incentivi, per gli impianti ammessi in posizione utile: nel caso di impianti oggetto di rifacimento, con potenza ricompresa in spe-

cifici valori di soglia, differenziati per tipologia di fonte. Sono previsti due differenti meccanismi incentivanti: A) una tariffa incentivante omnicomprensiva (To) per gli impianti di potenza fino a 0,500 MW, calcolata sommando alla tariffa incentivante base (Tb) gli eventuali premi a cui l’impianto ha diritto. Il corrispettivo erogato comprende anche la remunerazione dell’energia che viene ritirata dal GSE; B) un incentivo (I) per gli impianti di potenza superiore a 0,500 MW, calcolato come differenza tra la tariffa incentivante base (Tb) - a cui vanno sommati eventuali premi a

Regime incentivante previsto per gli impianti di biogas

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Sottoprodotti di origine biologica di cui alla tabella 1A; rifiuti non provenienti da raccolta differenziata diversi da quelli di cui alla lettera C (vedi DM)

cui l’impianto ha diritto - e il prezzo zonale orario dell’energia. L’energia prodotta resta nella disponibilità del produttore. Gli impianti di potenza fino a 0,500 MW possono optare per l’una o l’altra tipologia, con la facoltà di passare da un sistema all’altro non più di due volte nel corso dell’intero periodo di incentivazione. Gli impianti di potenza superiore a 0,500 MW possono richiedere solo l’incentivo (I). Gli incentivi vengono erogati, a partire dalla data di entrata in esercizio commerciale, per un periodo pari alla vita media utile convenzionale della specifica tipologia di impianto.

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Patto per lo sviluppo: “L’obiettivo è lavorare in sinergia per lo sviluppo economico della Granda”

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empre più uniti. Il Patto per lo sviluppo della provincia di Cuneo che riunisce le associazioni di categoria della provincia di Cuneo - Confindustria, Confartigianato, ConfCommercio, Coldiretti e Confagricoltura - ha pianificato i prossimi obiettivi finalizzati allo sviluppo economico della Granda su cui lavorerà nei prossimi mesi. Nel confermare il proprio ruolo di interlocutore unico, unitario e autorevole delle istituzioni e delle forze politiche locali in rappresentanza del mondo imprenditoriale, ha infatti condiviso un piano operativo nel corso di un incontro svoltosi lo scorso 21 luglio presso la sede degli industriali cuneesi, in cui è stata rilanciata l’alleanza tra le principali forze produttive. “Il patto per lo sviluppo - affermano i presidenti delle associazioni di categoria del Cuneese, Enrico Allasia (Confagricoltura Cuneo), Franco Biraghi (Confindustria Cuneo), Ferruccio Dardanello (Confcommercio Cuneo), Domenico Massimino (Confartigianato Cuneo) e Delia Revelli (Coldiretti Cuneo) – ha deciso di prendere l’iniziativa per cercare di sopperire, per quanto di sua competenza, all’immobilismo di enti, politici ed amministratori perché la nostra provincia è ferma da ormai troppo tempo e i suoi abitanti non lo meritano e non lo sopportano più. Siamo consapevoli che gli indici di fiducia dei cittadini premiano le categorie produttive rispetto ad enti ed istituzioni pubbliche, e questo ci costringe anche ad una più grande presa di responsabilità”. Tra i primissimi punti di discussione vi è stata la forte sperequazione delle risorse regionali: “Con la nascita delle aree metropolitane – sottolineano in coro i rappresentanti del Patto - si è ulteriormente accentuata

Delia Revelli Presidente Coldiretti Cuneo e Piemonte

Le associazioni di categoria della Provincia hanno pianificato gli step necessari per garantire un solido futuro alle imprese , condividendo un piano operativo, su cui si lavorerà a partire dai prossimi mesi, rilanciando l’alleanza tra le principali forze produttive la forbice relativa alla distribuzione dei fondi, per lo più dirottati sull’area metropolitana di Torino a scapito delle altre province, ma sono stati toccati molti argomenti tra cui la sanità pubblica, gli impianti di risalita e il trasporto pubblico, solo per fare alcuni esempi”. Non è mancato un riferimento all’importantissimo tema delle infrastrutture, con specifico riferimento ai lavori di completamento dell’au-

tostrada Asti-Cuneo, sul quale si lavora per un progetto comune e alla realizzazione della variante di Demonte-Aisone-Vinadio in Valle Stura; fondamentale anche il tema dello sfruttamento idrico, con particolare richiamo alla necessità di costruire bacini per la regolazione delle acque e la produzione di energia pulita. Nel corso dei lavori, l’assise ha posto l’accento sul Pai (Piano assetto idrogeologico) discutendo sulla normativa che, nel modificare le fasce di rispetto, rischia di provocare seri problemi economici ed idrogeologici al territorio. Sottolineata anche l’assoluta necessità di rimuovere i sempre più presenti isolotti di ghiaia che si formano nei letti dei fiumi, per riportare gli alvei al centro dei corsi d’acqua ed eliminare così i pericolosi fenomeni erosivi che consumano il suolo agricolo coltivabile. Il patto ha inoltre deciso di chiedere alla Fondazione CRC, massimo ente erogatore della provincia, di privilegiare, nella allocazione delle proprie risorse, gli investimenti rivolti a favorire lo sviluppo economico del territorio. Dice Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte: “In questi anni difficili per le nostre imprese, occorre che vengano intraprese tutte le iniziative tendenti a facilitare l’operatività delle stesse con la realizzazione di opere che restano a servizio del territorio e consentono alle imprese di attenuare i già alti costi cui sono sottoposte anche per una serie di disservizi che negli anni si sono accumulati. Parimenti, occorre dare risposte concrete in termini di servizi socio – sanitari soprattutto nelle zone più marginali e difficili al fine di consentire una vivibilità che garantisca il presidio del territorio da parte delle famiglie”.

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Bando INAIL ISI Agricoltura 2016

ei giorni scorsi, l’INAIL, anche su espressa richiesta dei componenti di nomina Coldiretti, ha pubblicato il bando “ISI Agricoltura 2016” per l’erogazione a sportello di un finanziamento per il sostegno al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nelle micro e piccole imprese e dei lavoratori autonomi operanti nel settore agricolo. In concreto, il bando è fina-

lizzato a finanziare gli investimenti per l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori agricoli o forestali o di macchine agricole o forestali, caratterizzati da soluzioni innovative per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, la riduzione del rischio rumore, il miglioramento del rendimento e della sostenibilità globali delle aziende agricole. Particolarmente importante è il

fatto che il finanziamento non è assoggettato ai limiti del regime “de minimis” (per le aziende agricole, 15.000 euro di aiuti di stato nell’anno). In concreto, si potrà accedere al portale INAIL dal 10 novembre 2016 e non oltre il 20 gennaio 2017 per il precaricamento delle domande, il cui invio potrà avvenire nelle date e orari che saranno pubblicati sul sito Inail a partire dal 30 marzo 2017.

Domenico Sacchetto guiderà Piemonte Asprofrut

Domenico Sacchetto guiderà la Piemonte Asprofrut anche per il prossimo triennio. Lo ha confermato, nel suo quarto mandato consecutivo, il nuovo Consiglio di Amministrazione convocato dal Consigliere Anziano Attilio Gullino, scaturito dall’assemblea dei soci. «Mi ha fatto molto piacere che il Consiglio mi abbia riconfermato con votazione unanime – ha commentato Domenico Sacchetto dandomi nuovamente la possibilità di rappresentare questa realtà. Nonostante il periodo difficile ed i cambiamenti in atto nel settore, la nostra Organizzazione di Produttori si conferma un bel gruppo». Presso la Piemonte Asprofrut, nell’ultimo anno, ci sono stati dei cambiamenti in quanto, terminando la delega alla fatturazione in seguito al cambio delle leggi della nuova Ocm-Organizzazione comune di mercato per l’ortofrutta, alcune cooperative si sono trasformate in OP. “Ci aspettiamo – continua Sacchetto - un inevitabile calo, in futuro, del fatturato; tuttavia punteremo nel migliorare e aumentare i nostri servizi sia ai soci sia ai clienti cercando ed esplorando i mercati più vantaggiosi. Attualmente le aziende associate all’Asprofrut sono 496, tra cui cooperative e magazzini di lavorazione e commercializzazione, rappresentando in totale oltre mille aziende. Il nuovo Consiglio, con 18 riconferme su 21 componenti, ha provveduto alla nomina del Comitato di gestione. Oltre al presidente, ne faranno parte i due vice presidenti, il riconfermato Romano Ficetti e Giancarlo Bodrero (che ha preso il posto di Giovanni Gozzarino) ed i consiglieri Claudio Quaranta (confermato), Milena Bongiasca e Stefano Mellano (entrambi new entry).

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Buratto ha presentato l’avvio del disciplinare SQN del vitellone ai cereali

All’Assemblea Asprocarne il nuovo sistema di certificazione per la carne

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inalmente, dopo anni di duro lavoro, siamo riusciti ad ottenere il via libera da parte del Ministero e dalla Commissione Europea per iniziare ad applicare nei nostri allevamenti il disciplinare del «vitellone e scottona ai cereali» secondo lo schema SQNZ, Sistema di qualità nazionale in zootecnia”. Roberto Buratto, presidente dell’Asprocarne Piemonte, ha aperto con queste parole l’Assemblea Generale Annuale dei Soci dell’Organizzazione. Ora bisogna lavorare per concretizzare il progetto. Continua Buratto: “Ora non rimane che costituire il consorzio di tutela e lanciare il marchio «sigillo italiano» sul mercato per distinguere la nostra produzione di altissima qualità da quella importata dall’estero, spesso di bassa qualità e a prezzi decisamente inferiori rispetto ai nostri costi di produzione.” “Per dare sostegno al sistema SQNZ e al marchio nazionale – ha proseguito il presidente dell’Organizzazione

L’Asprocarne Piemonte è l’unica Organizzazione dei produttori di carne bovina operante in Piemonte e una delle principali a livello nazionale per rappresentanza. Associa circa 700 produttori piemontesi che allevano oltre 130.000 bovini da carne ogni anno, all’incirca il 20% della produzione regionale complessiva. – è necessario fin da subito riprendere i lavori all’interno dell’interprofessione della carne bovina (INTERCARNEPRO) che è stata costituita a dicembre 2009 e che era stata congelata in attesa dell’approvazione del disciplinare. Attraverso le delibere dell’interprofessione sarà possibile creare un fondo privato necessario per la pro-

mozione su scala nazionale del marchio” . E proprio di interprofessione e di piano carni si è discusso nella tavola rotonda che ha seguito i lavori assembleari e che aveva come titolo “L’avvio del disciplinare SQN del vitellone ai cereali e le interazioni con il PSR della Regione Piemonte”. Al tavolo dei relatori erano presenti il dott. Giovanni di Genova (funzionario del Ministero delle politiche agricole), Giorgio Ferrero (Assessore regionale all’agricoltura), Giuliano Marchesin (direttore del consorzio Italia Zootecnica), Fabrizio Guidetti (vicepresidente di Assocarni) e Marco Guerrieri (direttore acquisti carne di coop Italia). L’assemblea annuale dei delegati ha approvato il bilancio consuntivo 2015 e il bilancio preventivo 2016. Il bilancio al 31/12/2015 presenta un risultato positivo e chiude con un utile di esercizio di 19.274 euro, registra un ulteriore incremento del fatturato dello 0,5% ed una crescita del patrimonio netto di circa il 2%.

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ASSOCIAZIONISMO

Presto il laboratorio di analisi unico a Cuneo

Roberto Chialva confermato alla guida dell’Arap

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oberto Chialva è stato confermato alla presidenza dell’Associazione regionale allevatori del Piemonte. Un voto all’unanimità del Consiglio direttivo Arap, per l’imprenditore agricolo e allevatore di Tarantasca, storico leader dell’Apa cuneese. Al suo fianco, sono stati designati in qualità di vicepresidenti Francesco Barberis (Vercelli) e Paolo Odetti (Torino), confermato in giunta esecutiva Davide Fiandino, che resteranno in carica con Chialva per i prossimi tre anni. “Esprimo gratitudine al Consiglio dell’Arap – ha detto il presidente subito dopo l’elezione – per la fiducia che

ha voluto accordarmi. Ribadisco la volontà di fare squadra per completare il processo di regionalizzazione del sistema allevatoriale. E’ un percorso che ci ha impegnato a fondo negli ultimi tre anni. Bisognava mettere da parte antiche abitudini e una logica di territorio legata alla dimensione provinciale per imboccare una via nuova, con respiro e visione regionale. Sono soddisfatto che il Piemonte abbia ancora una volta dimostrato serietà e coraggio nell’innovazione, ponendosi fra le prime regioni in Italia a realizzare il riordino istituzionale voluto dal Ministero delle Politiche Agricole per garantire migliore efficienza nell’ambito della spending review perseguita dal governo”. Dall’accorpamento delle as-socia-

zioni provinciali è nata un’organizzazione forte di 5900 soci, che con i loro allevamenti rappresentano l’élite della zootecnia piemontese, forte delle migliori razze da carne e latte del panorama regionale. Un mondo di eccellenze che qualifica il settore agroalimentare con produzioni all’insegna dell’alta qualità, attraverso filiere controllate e certificate dal campo alla tavola dei consumatori. Fra i primi impegni del nuovo vertice Arap guidato da Chialva, vi è la fusione dei laboratori di analisi di Cuneo e Torino. Considerata la storia e il peso zootecnico, l’obiettivo è di qualificare la struttura presso l’ex Apa cuneese come laboratorio unico.

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Riunito al Ministero il tavolo nazionale della filiera suinicola

Settore suinicolo: servono misure strutturali

I

l ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha convocato, a Brescia, il tavolo nazionale della filiera suinicola a cui hanno partecipato i rappresentanti delle principali organizzazioni del mondo degli allevatori, della trasformazione, dei mangimi e della distribuzione e vendita. Durante l’incontro sono state presentate le azioni del dicastero a supporto del comparto. Tra queste: la conferma, nel 2017, della compensazione Iva per le carni suine; l’allargamento e la semplificazione della moratoria dei debiti degli allevatori con il pagamento diretto degli interessi dei mutui sostenuti; la creazione di un marchio unico nazionale di qualità, capace di valorizzare anche i tagli di carne suina italiana non utilizzati per la produzione di prosciutti a Denominazione di Origine Protetta

(Dop); il sostegno dell’export attraverso un rafforzamento dell’azione diplomatica, a partire dal mercato cinese, per rimuovere le barriere sanitarie; l’attuazione di campagne di comunicazione e promozione per l’aiuto di tutto il sistema suinicolo nazionale. “Siamo determinati - sottolinea il viceministro cuneese delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero – a sollecitare Bruxelles affinché batta un colpo per rispondere alla crisi del settore. Con altri Paesi, proporremo al prossimo Consiglio europeo di prorogare lo stoccaggio privato delle carni suine. Chiederemo, oltre a dei sostegni concreti per l’export, che la suinicoltura possa essere considerata nel primo pilastro della Politica Agricola Comune (Pac). Attualmente in Italia ci sono 25.000 aziende del settore, che

allevano 8 milioni di suini. In provincia di Cuneo, le prime ammontano a 1209, i secondi raggiungono quota 887.271 esemplari. Una parte serve per produrre il prosciutto crudo Cuneo con il marchio di Denominazione di Origine Protetta (Dop). Invece, la maggioranza di cosce è destinata ai circuiti dei crudi di Parma e del San Daniele identificati con la Dop “Certamente – conclude il vice ministro - dobbiamo lavorare affinché il “crudo di Cuneo” Dop possa affermarsi nei mercati nazionali e non, garantendo al nostro territorio il giusto ritorno economico e di immagine”.

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La cooperazione in rete di impresa

Valle Vermenagna: filiera bosco-energia

L

a Regione Piemonte, nell’ambito del - Programma PAR FSC 20072013, Asse III - Linea d’Azione 2 “Messa in sicurezza dell’ambiente montano”, nel 2015 pubblicò un bando con il titolo “ Lo Sviluppo della Filiera Bosco Energia”. La Cooperativa Alpiforest di Roccavione, il comune di Vernante , la Ditta COMAT di Dronero e altri 10 privati, proprietari di boschi, in una logica di “rete di impresa” decisero di partecipare a tale bando. Grazie alla regia degli uffici di Sviluppo Progetti della UECOOP il progetto presentato, risultò aggiudicatario, 2° classificato su 32 progetti presentati, insieme ad altri 9.

Descrizione dell’iniziativa (realizzata al 90%)

Obiettivo dell’iniziativa è la realizzazione di una filiera bosco-energia, tramite una gestione coordinata del patrimonio forestale dei proprietari, privati e pubblici, aderenti e il Teleriscaldamento dell’abitato di Vernante. Le superfici boschive della Valle Vermenagna verranno condotte in una gestione coordinata in un’ottica KM 0 tramite - affitto/concessione alla cooperativa Alpiforest dei terreni dei singoli proprietari, sia pubblici sia privati, oppure con il conferimen-

Con il progetto di teleriscaldamento di Vernante, il bosco entra in filiera in Val Vermenagna to della produzione alle piattaforme della cooperativa da parte dei singoli proprietari per la commercializzazione del prodotto. Il cippato utilizzato infatti dovrà provenire da legname raccolto nel raggio di 20 km dal sito e che corrisponde a tutta la valle Vermenagna. Il territorio comunale, ricco di boschi da lungo tempo trascurati, necessita di interventi di manutenzione sia ordinaria sia straordinaria, ma

in tempi di ristrettezze finanziarie dei comuni e degli enti gestori, si è cercato di individuare una metodologia, che nel rispetto delle leggi e delle ridotte risorse pubbliche, potesse in ogni caso dare uno sviluppo al comune e a tutta la vallata. I servizio di teleriscaldamento sarà gestito dalla ditta COMAT SPA che ha aderito alla rete di imprese e ha realizzato le tubazioni con uno sviluppo di alcuni km nell’abitato di Vernante e che saranno alimentate dalla centrale termica a biomassa realizzata nei locali già sede della Bocciofila in disuso, e utilizzerà il cippato in Classe A prodotto dalla Alpiforest e proveniente dalla filiera. Il progetto, in fase di completamento, prevede l’entrata in servizio degli impianti a settembre 2016. Tutti gli impianti realizzati rispettano le restrittive norme antinquinamento richieste dalla Provincia di Cuneo, molto più restrittive di quelle nazionali, che permettono di abbattere l’inquinamento grazie al combustibile utilizzato– cippato in Classe A – fino a 500 volte rispetto alla combustione della legna stessa in bosco. Una tonnellata di ramaglie o legna verde bruciate in bosco produce lo stesso inquinamento di 500

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ENERGIA ALTERNATIVA ton bruciate nelle caldaie di ultima generazione. È noto che i valori delle emissioni si riducono enormemente con la diminuzione del tenore idrico – umidità - della legna, rendendo la stessa da ecologica a inquinante e sono invece poco influenzati dal tipo di essenze bruciate. La combustione di cippato o legna non correttamente stagionata o essiccata è la causa di anomalie e mal funzionamenti negli impianti con residui e incombusti che possono anche creare pericolosi incendi nelle canne fumarie e rovinare irreparabilmente le camere di combustione delle stufe o caldaie, oltre a causare un aumento delle quantità necessarie per il riscaldamento fino anche al 50% di combustibile. In un’ottica di produzione di Cippato che rispetti le norme UNI EN ISO 17225 la Cooperativa ALPIFOREST istallerà presso la centrale un essiccatoio mobile per ridurre il tenore idrico contenuto nella legna ai valori richiesti dalla normativa per rispettare i valori molto restrittivi delle emissioni delle caldaie. L’impianto verrà anche utilizzato per essiccare la legna da ardere in ciocchi ed in particolare quella di Castagno, che dalle prove e test eseguiti, è quella che da i migliori risultati sotto il profilo energetico e che produce la minore quantità di ceneri residue. La valorizzazione dei boschi di castagno per usi energetici è una conferma della scelta fatta nei secoli dai nostri nonni, nel favorire la crescita di questa essenza. Storicamente il legno di castagno, dopo una lunga e accurata stagiona-

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tura in bosco, che durava fino a quattro anni, era trasportato a dorso di mulo o con le slitte a valle, per essere utilizzato nelle industrie per produrre il vapore necessario al ciclo produttivo. Le fabbriche si erano stabilite in quegli anni, alle basi delle vallate per ottimizzare il trasporto del combustibile, che era in peso, la parte più importante nel ciclo produttivo. In Piemonte la Fiat era nata a Villar Perosa, tutte le più importanti industrie erano localizzate a Mondovì – Dronero Borgo San Dalmazzo ecc. , all’imbocco delle vallate. Il sistema ferroviario si sviluppò per portare le materie prime e le merci nei luoghi di lavorazione agli imbocchi delle valli. Questo fino alla seconda guerra Mondiale quando l’uso del petrolio soppiantò del tutto l’uso della legna per motivi energetici. Le fabbriche si spostarono nelle città di pianura e il principale reddito nelle vallate, generato dalla coltivazione e taglio del legname, crollo praticamente a zero, con nessuno più disposto ad utilizzare un combustibile come la legna ormai divento molto caro e complicato da utilizzare in confronto al petrolio. La popolazione priva del principale

reddito allora si trasferì in pianura o migrò all’estero alla ricerca di un lavoro che permettesse alla famiglia di vivere, e questa fu sicuramente una delle cause principale dello spopolamento delle montagne. I boschi per tutto il secolo scorso furono abbandonati a se stessi fino ad alcuni anni fa quando, le varie crisi energetiche, riproposero l’utilizzo del legno come combustibile per il riscaldamento domestico. Nel tempo la differenza di costo tra la legna da ardere e gli altri combustibili fossili ha raggiunto una differenza fino al 70% di risparmio a favore della legna. La legna quindi è tornata ad essere nuovamente un combustibile economico oltre che ecologico. L’essenza che si è imposta nel mercato è stata certamente il Faggio, un legno forte, dalle ottime caratteristiche energetiche, ma soprattutto molto facile da stagionare, avendo necessità di solo 24 mesi di stagionatura per essere correttamente utilizzato. Il castagno ad uso energetico invece fino ad oggi è stato relegato a quantità marginali di mercato a causa del lungo tempo necessario per la sua stagionatura di circa 48 mesi, due volte il tempo necessario per il faggio. La difficoltà di accesso alle faggete nostrane, causato anche dalla mancanza di viabilità adeguata e dal fatto che sono situate mediamente ad una quota oltre i mille metri, non permette alle squadre di boscaioli locali , di soddisfare il mercato che si è venuto a creare. La grande quantità di legna da ardere necessaria in Italia, solo per il Piemonte si stimano 2 milioni di metri cubi di legna da ardere per anno


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e 22 milioni per l’intera penisola, è attualmente soddisfatta dall’importazione che rappresenta il 70% del prodotto commercializzato. Oltre al problema che comporta il trasporto su gomma di tutto questo materiale con il conseguente inquinamento grigio generato ed il deficit economico determinato dalle importazioni per il Piemonte significa avere l’80% dei propri boschi abbandonati. Questo non è assolutamente accettabile. La risposta a questo problema è l’essiccazione in appositi contenitori, che utilizzando il calore in eccesso prodotto dalle centrali termiche o i Biogas riducono il tempo di essiccazione a solo 4-5 giorni oltre a sanificare dalle muffe e dai parassiti la legna, rendendola anche più facile da immagazzinare e stoccare anche in ambienti chiusi e per lungo tempo. Inoltre avendo a disposizione tutto l’anno la possibilità di essiccare il legno, lo stesso risulta facilmente reperibile anche nei periodi di maggior consumo, quando invece la legna a stagionatura naturale verrebbe a scarseggiare. Nel recente convegno di Trento, organizzato da Coldiretti e Federforeste, si è cercato di fare il punto della situazione dell’agricoltura in montagna, dove l’abbandono delle attività agricole in tali aree ha causato la chiusura di 320mila aziende agricole e la scomparsa di 2,2 milioni di ettari di superficie agricola ed il territorio esposto al dissesto e “aggredito” dai boschi. Eppure 35mila nuovi posti di lavoro potrebbero nascere dall’aumento

del prelievo del legname dai boschi che oggi coprono in Italia, una superficie record di 10,9 milioni di ettari praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia quando era pari ad appena 5,6 milioni di ettari. Erano presenti al convegno, vista l’attualità del tema, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, il Presidente di Federforeste Gabriele Calliari, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il Vice Ministro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Andrea Olivero e il presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi. Il Presidente di Federforeste Calliari – ha evidenziato che l’Italia è il principale importatore mondiale di legna da ardere per un quantitativo di 3,4 miliardi di chili nel 2015 con una tendenza all’aumento del 5% nel primo trimestre del 2016. Ogni anno in Italia si utilizza solo il

30% della nuova superficie boschiva il che significa che per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano appena 30 mentre in Europa si preleva, in media, il 60% della nuova biomassa e in Paesi come l’Austria si supera il 90%. “Gestire il bosco, o meglio coltivare il bosco, significa lavorare per la valorizzazione complessiva di un territorio, ma questo non è possibile senza convenienza economica”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “ci sono tutte le condizioni per trasformare i rischi in grandi opportunità per la ripresa di un Paese che ha fatto della sostenibilità ambientale un valore aggiunto del Made in Italy”. Il progetto BEINFIV si inquadra pienamente in queste linee di sviluppo e cerca di dare una risposta attiva al rinnovato uso delle biomasse, favorito dai progetti e obbiettivi del Piano Energetico Nazionale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili, proponendo sistemi di lavorazioni, che nell’ottica di utilizzo integrale delle risorse disponibili, permetta di produrre il cippato e la legna da ardere in ciocchi, conformemente ai requisiti imposti dalla legge e di avere un prodotto che oltre ad essere ecologico e dall’elevato rendimento in caldaia, sia realizzato localmente, in un’ottica di filiera e Certificazione di Origine e Qualità.


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FIERE

Dal 3 al 5 settembre 2016 al Foro Boario la 69ª edizione della Mostra

La Meccanica Agricola protagonista a Saluzzo

S

i inaugura a settembre la 69ª edizione della Mostra della Meccanica Agricola di Saluzzo, che vanterà per l’ottavo anno la qualifica di “Nazionale”. Un riconoscimento prestigioso per la tre giorni saluzzese che negli ultimi anni ha aumentato l’interesse degli espositori e del pubblico, certificandosi come una vetrina d’eccellenza dell’agricoltura professionale piemontese e non solo. Quest’anno la Mostra della Meccanica di Saluzzo potenzierà un comparto già presente, quello del legno, in un’ottica di continuità e coerenza con il “Polo del Legno di Saluzzo e valli del Monviso”, accordo che ha una durata di 7 anni e che è stato da poco istituito e sottoscritto dalla nostra città che ha ruolo di coordinamento e cabina di

regia. Un importante punto di incontro tra i partner pubblici e privati, un punto di partenza per lavorare in sinergia seguendo due direttrici fondamentali: lo sviluppo della dimensione formativa e di quella produttiva. L’o-

biettivo è quello di realizzare un progetto di filiera del legno che volga lo sguardo all’utilizzo allargato di questo materiale con l’obiettivo di valorizzazione del legno locale e di tutti i suoi utilizzi, con un progetto di formazione

ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

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cui Coldiretti e con alcune delle più importanti aziende del settore del nostro territorio. Come sempre disponibili 5 mila posti auto gratuiti per i visitatori, 1 parcheggio espositori e il ristorante in Fiera. La Mostra della Meccanica Agricola conferma già dal preludio il suo crescente successo e la sua particolarità: quella di essere nel contempo un appuntamento specialistico per gli agricoltori che guarda all’evoluzione del settore, senza però perdere la sua secolare vocazione d’incontro popolare con il territorio e il mondo contadino, dove l’economia agricola si incontra

nei giorni di festa. Tre giorni in cui si troverà uno spaccato della terra saluzzese e delle sue tradizioni più radicate, perfetto ingresso al mese di festeggiamenti patronali del Settembre Saluzzese. La città di Saluzzo accoglierà la grande fiera di San Chiaffredo del lunedì, lo spettacolo pirotecnico di martedì 6 settembre alle ore 21.15, offerto dalla Fondazione Amleto Bertoni, e le serate musicali e danzanti di sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 settembre con le corali e le migliori orchestre da ballo, nel segno di una tradizione che non è dimenticata.

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complessiva e di produzione. Circa 500 gli stand disponibili, che ad oggi sono stati quasi tutti confermati con largo anticipo dagli espositori già presenti negli anni passati. In un totale si contano 35 mila mq di area espositiva con più di 170 aziende presenti (superano la decina i nuovi espositori), oltre a numerosi stand istituzionali e di categoria. Le aziende ospiti arrivano anche da fuori Regione, e non mancano grandi marchi internazionali del settore, presenti con i loro concessionari italiani e locali. Sempre presenti gli spazi dedicati alle energie rinnovabili alternative, alle specializzazioni legate al binomio “qualità – sicurezza”, e confermata la centralità della zootecnica all’interno della rassegna, con la 44esima Mostra Regionale della frisona. Le tre aree destinate alla fiera contano in tutto quasi 250 espositori e una stalla con la più qualificata mostra regionale zootecnica. Collaudata la collaborazione con Arap, Apa e Aia per il campo zootecnico, oltre alle collaborazioni con le diverse associazioni di categoria, tra

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FIERE

Un convegno apre la Meccanica di Saluzzo

“Efficienza energetica e Filiera Agricola”

È

possibile sfruttare le opportunità del mercato libero dell’energia, ridurre i consumi, e quindi i costi legati alla fornitura e raggiungere un effettivo risparmio? Sì! E come si possa fare verrà spiegato nel convegno “Efficienza energetica nella filiera agricola. Come creare opportunità di risparmio” che sabato 3 settembre 2016 a Saluzzo alle ore 10 darà il via alla Mostra della Meccanica Agricola. Gli interventi dei relatori metteranno in luce l’incrocio fondamentale tra l’utilizzo delle ultime tecnologia di rilevamento e analisi dei dati, e l’importanza degli accordi di filiera, che insieme possono produrre risparmi concreti sia alla voce “quantità dei consumi” che in quella dei costi sostenuti. “Sono molti gli esempi di forte risparmio raggiunti da aziende del settore agricolo grazie alle pratiche virtuose indicate dall’analisi dei dati realizzata dal nostro staff di in-

Michele Giletta ha scelto latecnologia eVISO

gegneri specializzati” spiega l’ing. Gianfranco Sorasio, amministratore delegato di eVISO, l’azienda che ha fatto dell’eccellenza nei servizi il suo biglietto da visita: basti pensare che per attivare un nuovo contatore o per effettuare una voltura, i tempi di gestione pratica di eVISO sono di soli 53 minuti, paragonati a quelli di alcuni concorrenti che arrivano fino a 48 giorni. Dopo aver analizzato con i potenti software creati dal comparto “Big

Data Genius” di eVISO milioni di dati provenienti dalle aziende agricole, si è arrivati a stilare un “decalogo del risparmio”, che ha aiutato concretamente a ridurre la portata totale dei consumi aziendali, unico modo per diminuire il peso delle tasse e sfruttare contemporaneamente i vantaggi del prezzo in discesa sui mercati energetici. Una strada che ha trovato in più occasioni il plauso degli operatori del settore, tanto da portare alla firma di un’importante convenzione tra eVISO e Catac-Coldiretti di Fossano, che ha permesso ai propri associati di ottenere ulteriori benefici negli accordi: un punto a favore della logica di filiera, che premia gli allevatori e gli agricoltori che si uniscono per avere più forza e godere di una maggiore competitività. Al convegno prenderanno parte rappresentanti dei tecnici Coldiretti, del Catac – Coldiretti e del Centro Nazionale delle Ricerche CNR.

A settembre, la Fiera del Santuario di Vicoforte

Non vi è data certa della nascita della fiera, che certamente si colloca in tempi ben antichi, conoscendo la vitalità di monregalesi. Una data è però certa: l’anno 1952. In un giorno di quell’anno un giovane contadino andando a caccia nel bosco sulle colline attorno a Vico, sparò, colpendo inavvertitamente l’immagine della Madonna dipinta su Pilone, producendo un foro ancora oggi ben visibile sul seno della Vergine: si diffonde la voce che dalla ferita siano uscite gocce di sangue e fu l’inizio di portenti che hanno mirabile eco nel mondo cattolico. Da lì, seguirà la costruzione della Basilica di Vicoforte e la fiera diventerà l’importante momento di congiunzione tra l’aspetto religioso e quello più legato ai commerci. La Fiera si svolgerà nei giorni 8-9-10-11 settembre 2016. La posa banchi avverrà il 7 settembre. Per info, contattare il Comune di Vicoforte.

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AGROALIMENTARE

La fondazione ITS agroalimentare per il Piemonte compie un anno

G

post-secondario in relazione iovedì 21 luglio 2016 la Fondazione “Istia figure che rispondano alla tuto Tecnico Supedomanda del mercato del lariore Agroalimentare per il voro. La Fondazione sosterrà Piemonte” ha compiuto un l’integrazione tra i sistemi anno. di istruzione, formazione e La Fondazione ITS Agroalavoro, con particolare rifelimentare è una delle sette rimento ai poli tecnico-proFondazioni nate in Piemonte fessionali, e le misure per l’inper gestire i corsi ITS proponovazione e il trasferimento sti ai diplomati sia in cerca di tecnologico alle piccole e prima occupazione, sia lavomedie imprese con la diffuratori. A seguito di un bando sione della cultura tecnica e regionale, è stata la prima scientifica. Nota di eccellenza delle quattro nuove fondazioè la concessione dell’Ordine ni a costituirsi. Propone corsi dei Periti Agrari e del Collegio biennali da 1800 ore gratuiti, Nazionale degli Agrotecnici e poiché finanziati interamente degli Agrotecnici Laureati che Le tre tipologie sono state proposte dalla Regione Piemonte e dal Mini- anche per il biennio 2016/18 e finan- riconosce l’esenzione al tirocinio per talenti sul territorio. stero dell’Istruzione. Sono tre le areeColtiviamo ziate dalla Regione Piemonte. I diplo- i Diplomati dell’ITS. I soggetti, in poscultura e occupazione. di azione individuate come sedi ope-Produciamo mati interessati alla partecipazione sesso di uno dei titoli di studio richieTrasformiamo passioni in professioni. rative della Fondazione: la provincia della selezione potranno presentare sti per l’accesso all’Albo del suddetto Distribuiamo opportunità di successo. di Cuneo con sede presso il Cnos-fap la candidatura entro il 19 settembre Ordine Collegiale, che abbiano positiL’ITS Agroalimentare per il Piemonte Salesiani di Bra, la provincia di Tori- 2016. Informazioni sul sito www. vamente svolto uno dei corsi dell’ITS è formazione, ricerca e innovazione. no città metropolitana con sede pres- its-agroalimentarepiemonte oppure Agroalimentare Piemonte sono totalso La Piazza dei Mestieri a Torino, scrivendo a info@its-agroalimenta- mente esentati dallo svolgimento del le province di Vercelli e Novara con repiemonte.it. tirocinio professionale, potendo persede presso il CIOFS- FP Piemonte a Oltre 150 aziende hanno collabo- ciò direttamente accedere agli esami Vercelli. Le sedi operative delle tre rato sostenendo od ospitando stage di Stato abilitanti alla professione. aree hanno attivato nel 2016 tre cor- degli allievi dei corsi ITS. A sancire il lavoro di questo anno, si biennali: Tecnico di produzione e La Fondazione ITS Agroalimentare la visita della Dott. Nadia Garuglieri trasformazione cerealicola e risicola opera sulla base di piani triennali; si dell’Ufficio V del MIUR, che si occupa (Vercelli), Tecnico di produzione e sta predisponendo il prossimo che delle 91 Fondazioni italiane, la quale trasformazione brassicola - Mastro seguirà con interesse il settore delle ha incontrato Carlo Petrini all’Unibirraio (Torino) e Tecnico di produ- carni e del vino su indicazione del versità di Pollenzo e visitato alcune zione e trasformazione ortofrutticola mondo imprenditoriale e assicura Eccellenze del territorio Piemontese l’offerta di tecnici superiori a livello che collaborano con la Fondazione. (Bra – CN).

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AGRICOLTURA SOCIALE

Convegno e visita guidata, con la benedizione del vescovo mons. Delbosco, alla cooperativa di San Bernardo di Cervasca

Un pomeriggio tra “I tesori della terra” Forte collegamento con Coldiretti Cuneo attraverso l’adesione alla cooperativa Agrisviluppo con la fornitura dei prodotti alle mense scolastiche e agli ospedali della provincia e ai gruppi di acquisto di Campagna Amica

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oppio importante appuntamento organizzato dalla società cooperativa agricola sociale “I Tesori della terra” nel pomeriggio di venerdì 10 giugno, a Cervasca. Nella Sala consiliare del Comune si è svolto il convegno “La nuova Legge sull’agricoltura sociale e il Programma di Sviluppo Rurale (Psr) 2014-2020 come opportunità di sviluppo del territorio”. Un interessante dibattito, moderato dal giornalista Ezio Bernardi, che ha visto confrontarsi il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, gli onorevoli, Chiara Gribaudo e Mino Taricco, l’assessore regionale all’Ambiente e alla Montagna, Alberto Valmaggia, il consigliere regionale, Paolo Allemano, il presidente della Provincia e sindaco di

Cuneo, Federico Borgna, il primo cittadino di Cervasca, Aldo Serale, il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, di cui la cooperativa fa parte attraverso il Consorzio “Condividere”, Giovanni Ramonda, la presidente regionale di Coldiretti, Delia Revelli, il presidente di Confcooperative Cuneo, Alessandro Durando, il rappresentante del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, Claudio Bellino, l’esponente dell’Unione europea delle cooperative, Vittorio Marabotto, il presidente del Gruppo Azione Locale “Tradizione delle Terre Occitane”, Aurelio Blesio, e per i “Tesori della terra”: il presidente, Maurizio Bergia, il pioniere della cooperativa, Livio Bima, il responsabile del caseificio, Fabrizio Oggero, e il

tecnico-progettista, Silvio Re. La cooperativa cuneese è nata nei primi anni Duemila: oggi dà impiego a 19 soci, di cui 5 svantaggiati, e occupa nelle sue varie realtà oltre cinquanta lavoratori. E’ stata tra le prime, in Italia, a credere e a investire nell’agricoltura biologica e in quella sociale attraverso il reinserimento terapeutico, nell’attività produttiva, di persone disagiate. Nel 2013 ha realizzato il progetto innovativo dell’eco-stalla, dove le mucche vivono in condizioni di maggiore benessere rispetto alle strutture tradizionali. Tra le eccellenze sfornate dai “Tesori della terra” proprio il latte che serve ad ottenere lo yogurt e i formaggi raschera, bra tenero e toma piemontese, poi la cura della carne bovina e la coltivazione della frutta e della verdura. Ogni alimento rigorosamente  

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AGRICOLTURA SOCIALE biologico. In tutti gli interventi del convegno è stata sottolineata la grande lungimiranza di quel “sogno” iniziale di Bima che, nel tempo, con coraggio e tanta fatica, è cresciuto e si è consolidato. L’agricoltura sociale dallo scorso anno è normata da una Legge nazionale, approvata dal Parlamento, di cui si stanno attendendo i decreti attuativi: la richiesta degli operatori del settore ai politici è stata quella di fare in fretta per non perdere possibili opportunità.

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IL VIAGGIO NELLA COOPERATIVA

Terminato il convegno, autorità e cittadini si sono trasferiti nell’azienda agricola della cooperativa, nella frazione San Bernardo di Cervasca, per visitare i terreni e le strutture di produzione e dove, il vescovo di Cuneo e Fossano, mons. Piero Delbosco, ha inaugurato le nuove aree esterne dei “Tesori della terra”. Erano anche presenti la senatrice Patrizia Manassero e il presidente del Consorzio Socio-assistenziale del Cuneese, Eraldo Racca. Durante il pomeriggio, famiglie e gruppi di persone hanno potuto conoscere in modo più approfondito l’importante realtà cuneese attraverso percorsi guidati alla Fattoria didattica, all’eco-stalla e al maneggio. La serata si è conclusa con la degustazione dei prodotti bio della cooperativa e le performance musicali della TuttoEsauritoBand del Centro Diurno di San Rocco e della MaiScoppiatiBand (Centro Diurno Castello di Caraglio e Laboratorio Agricolo Cervasca) della cooperativa “Il Ramo”.

2016

a sua Ecc. za Mercoledi 24 AGOSTO ore 17: Celebr o di Alba Mons Sebastiano Dho, Vescovo emerit

ro Opreni, Giovedi 25 ore 17 celebra Don Pie Parroco di Merana vanni e Venerdi 26 ore 17 celebrano P. Gio me in Ponzone P. Benedetto della comunità di Betlem Odone Sabato 27 ore 17 celebra Don Silvano Cappellano dell’RSA di Acqui . Mons. Marco Domenica 28 ore 17 celebra Sua Ecc Brunetti, Vescovo di Alba

ncarlo Gallo, Lunedi 29 ore 17 celebra Mons Gia a Vicario Generale della Diocesi di Alb . Mons Martedi 30 ore 11 Celebra Sua Ecc o Pier Giorgio Micchiardi, nostro Vescov r Luigi Martini , Mercoledi 31 ore 17 celebra Don Pie Parroco di Mornese Martedì 30 Agosto

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EVENTI

Terramica partecipa a Bionazur di Nizza ed al SANA a Bologna Il mese di settembre si preannuncia ricco di avvenimenti per l’Associazione di produttori biologici Terramica. Grazie al co-finanziamento ottenuto nell’ambito del PSR della Regione Piemonte (misura 3 operazione 3.2.1. bando Ae B) l’Associazione sarà infatti presente alla Fiera Bionazur di Nizza, dal 2 al 4 settembre, ed al Salone Internazionale del Biologico e del Naturale (SANA) di Bologna, dal 9 al 12 settembre. Bionazur è uno dei principali eventi relativi all’alimentazione naturale che si svolgono nella Francia meridionale (come attestato dalla presenza consolidata nelle precedenti edizioni di circa 60 espositori e quasi 30.000 visitatori) e costituisce quindi un’importante occasione per presentare le produzioni biologiche del Piemonte in tale area. Il SANA è invece la manifestazione fieristica più importante a livello nazionale e costituisce la sede più idonea per perseguire obiettivi di promozione delle produzioni biologiche piemontesi a livello nazionale e internazionale. Si tratta di un’irrinunciabile opportunità di incontro per le aziende con gli operatori commerciali sia italiani che stranieri, essendosi registrata negli anni passati una presenza di 620 espositori, di 1.500 buyer esteri e di 43.000 visitatori professionali. La presentazione al SANA di un “paniere dei prodotti biologici piemontesi”, con la partecipazione di alcune tra le aziende leader del settore, sarà un’occasione importante per la promozione, sia sul mercato nazionale che estero, delle nostre produzioni ad un target variegato di interlocutori commerciali, ma principalmente rappresentato da operatori legati alla vendita specializzata ed all’e-commerce.

Slitta il raduno Acste Il Direttivo A.C.S.T.E. comunica che, a causa di alcuni problemi organizzativi, la manifestazione raduno A.C.S.T.E. – Area MIAC – si svolgerà nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 Ottobre (anziché il 17 e 18 Settembre come inizialmente previsto). ll programma dettagliato verrà pubblicato nella prossima edizione del Coltivatore. Intanto l’Associazione augura buone vacanze a tutti ed in particolare… a chi se le gusta a cavallo!!! Per info: Calleri Gianluca 335-6445043 - Bianco Ivo 335-6874008 - Donadio Michele 328-0152568

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EVENTI

Viaggio-soggiorno in Sicilia ad ottobre Meraviglie storiche e aziende agricole, a due passi dal mare

La Sicilia è da sempre la meta ideale per chi vuole abbinare alla vacanza balneare la scoperta di chiese, castelli e monasteri non distanti dalla costa, che raccontano secoli di storia. Da Segesta ad Erice, dalle saline di Trapani a Marsala, da Monreale a Palermo, e poi aziende agricole di sicuro interesse. Siete curiosi? Un viaggio in Sicilia, organizzato da Donne Impresa e Pensionati Coldiretti, è in programma dal 3 al 10 ottobre 2016. La formula soggiorno a Cefalù con escursioni giornaliere vi farà conoscere da vicino i tesori del patrimonio paesaggistico e culturale dell’isola, la tradizione gastronomica e le aziende agricole locali. La quota di partecipazione per i soci Coldiretti è di 769 € (anziché 830 €) a persona in camera doppia, con almeno 35 partecipanti. Per richiedere il programma dettagliato, contattate l’Ufficio zona Coldiretti o la Segreteria provinciale Pensionati e Donne Impresa (0171 447280). La raccolta delle adesioni è agli sgoccioli: affrettatevi!

Giornata del Socio Catac a Demonte

Il 7 luglio 2016 presso l’area pic-nic “La Sorgente” di Demonte, si è svolta, favorita da una splendida giornata di sole, la tradizionale e attesa “Giornata del Socio”. Alle 11 è stata celebrata la Santa Messa. Puntuale, alle 12,30, la distribuzione della polenta e spezzatino seguita dalla famosa “macedonia del CATAC” e poi dalla “Merenda Sinoira”, il tutto intervallato da canti, balli, giochi e dalla estrazione finale della lotteria. La giornata di festa si è conclusa con la premiazione dei vincitori dei giochi. Lo scenario che si presentava alla Sorgente, era quello di un numerosissimo gruppo di persone che stavano passando una giornata speciale, in compagnia di colleghi provenienti da ogni angolo della provincia. “PER UNA TERRA AMICA” A SETTEMBRE A SAVIGLIANO NELLA PIAZZA SANTAROSA Il 24 e il 25 settembre 2016 a Savigliano verrà realizzata la manifestazione dedicata al settore biologico, promossa da Campagna Amica e da Terramica. L’evento, vedrà la realizzazione di incontri ed attività di approfondimento sulle tematiche connesse al mondo dell’agricoltura biologica, un mercato delle produzioni biologiche e momenti di intrattenimento e promozione. Per informazioni info@terramicabio.it

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EVENTI

Le aziende vinicole cuneesi protagoniste alla Douja D’or

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i avvicina il grande appuntamento astigiano del Salone nazionale “Douja d’Or” in programma dal 9 al 18 settembre. Per l’occasione sono stati selezionati oltre mille vini doc e docg e ne sono stati premiati 355. Sono state numerose le aziende vinicole della provincia di Cuneo aderenti a Coldiretti premiate al 44° concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or 2016”, bandito dalla Camera di commercio di Asti, in sinergia con la sua azienda speciale e in collaborazione con l’Onav, l’organizzazione nazionale assaggiatori di vini. Tecnici ed esperti, dopo aver esaminato i campioni a livello organolettico, cioè guardando agli aspetti visivi, olfattivi e gustativi, hanno stilato la classifica, riconoscendo a molti concorrenti le ca-

ratteristiche di qualità elevata. Ancora una volta - commenta il presidente della Camera di commercio di Cuneo, Ferruccio Dardanello - si conferma lo straordinario livello di una produzione che rappresenta la punta di diamante del nostro territorio. Anche in tempo di crisi, il vino difende i propri spazi, quale eccezionale risorsa in grado di superare selezioni severe e di competere con le carte in regola sui mercati nazionali e internazionali. Il vino continua a svolgere il ruolo di ambasciatore di un’area che abbraccia una larga fascia di terra subalpina e che, in Langhe e Roero, ha il massimo punto di forza”. Ecco le aziende vinicole della provincia di Cuneo aderenti a Coldiretti premiate al 44° concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or 2016” Alba: Bera di Bera Valter (Neviglie),

Ca’d’Michel di Chiarle Valter (Cossano Belbo), Canonica Cav. Cesare (Torre Bormida), Cantina del Nebbiolo (Vezza d’Alba), Cantina Terre del Barolo (Castiglione Falletto), Cascina Ciapat di Bertello Giacomo e Piero (Montaldo Roero), Cascina delle Rocche di Moncucco (S. Stefano Belbo), Ferro Fratelli (Castiglione Tinella), Massucco Fratelli (Castagnito), Piazzo Armando di Piazzo Marina (Alba), Salvano Srl (Diano d’Alba), Savigliano F.lli Dario e Giuseppe di Marino e Stefano (Diano d’Alba), Sibona F.lli Stefano e Domenico (S. Stefano Roero), Tenuta il Falchetto dei F.lli Forno (S. Stefano Belbo), Viglione Antonio e Figli (Monteu Roero) e Terrenostre (Cossano Belbo). Mondovì: Cantina Clavesana (Clavesana). Saluzzo: Maero Emidio (Castellar).

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EVENTI

La Cantina Vallebelbo premiata in Italia e all’estero

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vini della Cantina Vallebelbo di Santo Stefano Belbo sono stati premiati ad alcuni tra i più importanti concorsi enologici internazionali e nazionali: A Vinitaly 2016 (5 Star Wine): vino/spumante premiato Asti Docg San Maurizio spumante (premio rilasciato ai vini/ spumanti che hanno raggiunto almeno 90 punti su 100) (unico Asti Docg spumante premiato al concorso Vinitaly 2016). A Vinexpo 2016 (Cittadelles du Vin): vini/ spumanti premiati Asti Docg San Maurizio medaglia

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CONSULENZA LEGALE

Convivenze di fatto Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 76/2016, le nuove regole su unioni civili e convivenze di fatto si applicano già dal mese di giugno. Ecco le principali novità

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l 5 giugno scorso è entrata in vigore la legge che regolamenta le unioni civili e le convivenze di fatto. Le unioni civili sono riservate alle coppie omosessuali, che possono formalizzare la loro unione mediante una dichiarazione di fronte all’ufficiale dello stato civile ed alla presenza di due testimoni. I partner che decidono di legarsi con un’unione civile acquistano gli stessi diritti e doveri che spettano a marito e moglie. Ma veniamo alle convivenze di fatto: la legge estende ai conviventi alcuni diritti in passato riservati alle coppie sposate. Tuttavia, è necessario che la convivenza sia: • tra due persone maggiorenni (dello stesso sesso o di sesso diverso); • unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca

assistenza morale e materiale; non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile. Secondo la nuova norma, ai fini dell’accertamento della stabile convivenza occorre presentare all’anagrafe una dichiarazione ad hoc. In realtà, dalle prime interpretazioni del testo di legge, pare che i nuovi diritti ed obblighi spettino sia alle coppie che decidono di registrare la loro convivenza all’anagrafe del comune di residenza sia a quelle che scelgono di non effettuare questa formalità (ad esempio perché pur vivendo sotto lo stesso tetto non hanno, per le più svariate ragioni, la stessa residenza). Questa dichiarazione sembra invece essere necessaria per chi vuole stipulare un contratto di convivenza di cui parleremo in seguito. •

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Come anticipato, ai conviventi di fatto vengono riconosciuti alcuni importanti diritti. Ad esempio, ciascun convivente può designare l’altro quale suo rappresentante per prendere decisioni in materia di salute, decisioni sulla donazione di organi, sulle modalità di trattamento del corpo e sulle celebrazioni funerarie in caso di morte. Il convivente può essere nominato tutore, curatore o amministratore di sostegno se l’altro partner viene dichiarato interdetto o inabilitato o se ricorrono le condizioni per la nomina di un amministratore di sostegno. Ai conviventi sono riconosciute le stesse cause di preferenza previste per i coniugi nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari. Il convivente di fatto, che presti sta-

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I diritti che spettano a chi convive di fatto

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CONSULENZA LEGALE bilmente la propria opera all’interno dell’impresa dell’altro convivente (sempre che tale collaborazione non derivi da un rapporto di lavoro subordinato o di società), ha diritto di partecipazione agli utili, ai beni acquistati con essi ed agli incrementi dell’azienda, in base al lavoro prestato. Se la casa di comune residenza è di proprietà di uno dei conviventi e quest’ultimo muore, l’altro ha diritto di continuare ad abitare nella stessa per due anni (che diventano tre se nella stessa coabitino figli minori o figli disabili del convivente superstite) o, se la convivenza supera i due anni, ha diritto di rimanere per un periodo pari alla convivenza e per un massimo di cinque anni. Se un convivente è intestatario del contratto di locazione della casa, in caso di morte, l’altro ha la facoltà di succedergli nel contratto. Così nel caso in cui la convivenza cessi ed il convivente comunichi il recesso dal contratto di locazione al proprietario, l’altro ha la facoltà di subentrare nel contratto e continuare ad abitare nella casa comune fino alla scadenza originariamente prevista. Il convivente è escluso dalla successione legittima nel caso in cui l’altro non abbia lasciato un testamento, né può pretendere alcuna quota di legittima (a differenza delle parti dell’unione civile, alle quali dal pun-

La nuova normativa prevede che, in caso di cessazione della convivenza, quello che tra i conviventi si trovi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento possa fare al giudice richiesta per ottenere gli alimenti. Ma l’obbligo grava sul convivente solo dopo che non vi siano figli, genitori, ascendenti prossimi, generi e nuore in grado di provvedere. E’ ben diverso dall’obbligo al mantenimento previsto in caso di separazione o divorzio, escluso in caso di convivenza di fatto

to di vista successorio sono estesi gli stessi diritti del coniuge). Da ultimo ma non per importanza, i conviventi potranno rivolgersi ad un notaio o ad un avvocato per stipulare un contratto di convivenza con il quale regolare i loro rapporti patrimoniali. E’ una facoltà, non un obbligo. I partner di fatto potranno così concordare il regime della comunione dei beni, decidere come ripartire le spese di vita comune, stabilire la residenza comune. Non potranno invece regolare i rapporti personali (per cui non si potrà, ad esempio, prevedere nel contratto di convivenza un obbligo di coabitazione o un obbligo di fedeltà).

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LETTERE

La posta del Coltivatore Piccoli comuni delle valli, che fare?

La democrazia rappresentativa è strumento magari imperfetto, ma altro di meglio non c’è, ogni elettore col suo voto consegna il testimone a colui che lo rappresenterà riducendo così il numero dei decisori e rendendo gestibili e funzionali le sedi deliberanti. Tutto bene, ma questo per funzionare presuppone che il numero dei “rappresentati” sia di dimensioni tali da rendere improponibile la democrazia diretta, dove ognuno partecipa alle decisioni. Va da se che sotto certi numeri la democrazia rappresentativa denuncia dei limiti, non funziona più, la “taglia” dei comuni non è questione banale. Questa è la situazione di molti comuni delle valli, dove da tempo si sono insediate dinamiche che non esito a definire di tipo tribale, dove troppo pochi decidono e a volte non sono neppure quelli delegati a farlo. Una revisione dell’impianto istituzionale delle valli è ineludibile e non per questioni economiche, ma per recuperare

efficacia, incisività, funzionalità e progettualità. Se sommiamo l’evidente inefficienza dei piccoli comuni montani all’implosione delle Comunità Montane e alle attuali Unioni dei Comuni calate dall’alto che stentano a decollare, il quadro è sufficientemente chiaro: andiamo verso la paralisi istituzionale nelle valli. Che non sia un caso? La differenza tra monte e piano sta nella presenza a monte di curve di livello e stagionalità immanenti e, soprattutto, nell’assenza della “massa” , quassù da sempre si è dovuto imparare a convivere con un ambiente difficile e le soluzioni istituzionali che hanno funzionato per secoli avevano i connotati di un approccio comunitario. I singoli Comuni erano autonomi nelle questioni di ordinaria amministrazione, ma le decisioni erano prese in consessi di valle, mentre le assemblee dei capifamiglia, esempio di democrazia diretta, si pronunciavano su questioni ritenute vitali. Ogni valle aveva una sua ben salda organizzazione sovra comunale, le”Congreghe” di

valle in cui tutti i comuni erano rappresentati funzionavano e anche bene. Perché non prendere spunto da un vissuto prossimo? Sarebbe comunque molto meglio pensarci noi prima che dal centro ci paracadutino soluzioni pensate in qualche palazzo. Manteniamo gli attuali Municipi (tutti!) per garantire una presenza capillare delle istituzioni, come luogo in cui le comunità locali si confrontano e organizzano (...). Per la fascia pedemontana poi occorre capire se sia meglio mantenerla nell’ambito di valle, oppure trovare anche li aggregazioni trasversali che permettano maggiore efficienza nella gestione di problemi e dinamiche diverse dal monte. Per il Monte è urgente fare una seria e corretta riflessione di tipo organizzativo per poi calarla in modo saggio sul piano delle soluzioni politiche praticabili. Perché non fare proposte da quassù? Altri stanno agendo, ma altrove! Difendere l’indifendibile è un chiaro segnale di connivenza e di debolezza. Mariano Allocco

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SICUREZZA

I requisiti minimi per i locali e le regole che vanno applicate

Il PAN: le norme sullo stoccaggio dei fitosanitari

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specifica all’interno di uno spazio più grande, delimitata da pareti o rete metallica oppure da appositi armadi, se i quantitativi da conservare sono ridotti. Un altro fattore importante è la possibilità di raccogliere sversamenti accidentali senza rischio di inquinamento per l’ambiente. Il locale deve disporre di sistemi di contenimento in modo da impedire che il prodotto

fitosanitario, le acque di lavaggio o i rifiuti possano contaminare l’ambiente, le acque o la rete fognaria. Gli accorgimenti per contenere gli sversamenti vanno messi in atto anche se si conservano i prodotti fitosanitari in un’area specifica all’interno di un magazzino o in un armadio. Nel deposito inoltre deve essere garantito un sufficiente ricambio d’aria e le aperture per l’areazione andranno protette con apposite griglie in modo da impedire l’ingresso di animali. Sulla parete esterna vanno apposti cartelli di pericolo indicanti la segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro come prevista dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i. La segnaletica indica e identifica i comportamenti vietati, gli avvertimenti relativi alla presenza di materiale pericoloso, i comportamenti obbligatori per l’impiego, le indicazioni di salvataggio, soccorso e antincendio. Sulle pareti, vicino all’ingresso, devono essere ben visibili i numeri di emergenza 118 e 115.

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l Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan) disciplina le operazioni di manipolazione, stoccaggio e smaltimento dei fitosanitari e dei loro contenitori. Relativamente allo stoccaggio, stabilisce i requisiti minimi che, a partire dal 1° gennaio 2015, devono possedere i locali o gli armadi dove vengono conservati i prodotti. In questo quadro normativo, il Pan indica che il deposito dei prodotti fitosanitari, obbligatorio per tutti gli utilizzatori professionali, deve essere chiuso e ad uso esclusivo ovvero non possono essere conservati all’interno altri materiali o attrezzature (es. mangimi) se non direttamente collegati all’uso dei fitosanitari stessi. Temporaneamente, si possono conservare nel deposito anche i rifiuti di prodotti fitosanitari (es. contenitori vuoti), purché siano collocati in zone identificate, evidenziate e comunque separati da altri materiali. Il magazzino dei fitosanitari può anche essere costituito da un’area

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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

Interventi agronomici del mese

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no sguardo alle coltivazioni del territorio mese per mese a cura dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo. Mese caratterizzato dal bel tempo e dalle temperature elevate. Possibilità di rovesci “estivi”. Con il mese di agosto entriamo nel cuore della stagione estiva con temperature in netto rialzo e tempo più stabile. Nel dettaglio: CEREALI: monitorare con molta attenzione eventuale presenza di diabrotica su mais di secondo raccolto in pre fioritura, al fine di evitare rosura delle sete da parte dell’insetto e causare mancata allegagione. Intervenire su mais di secondo raccolto per contenimento piralide. Porre molta attenzione allo sviluppo di acari ed afidi su mais. Continuare a monitorare eventuali sviluppi di cimice asiatica. Su Soia monitorare lo sviluppo di cimice asiatica ed acari; sulle soie di secondo raccolto, valutare eventuali posizionamenti di diserbi di post emergenza. FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI: Terminati i trapianti di fragola unifera frigo conservata, sono in avvio i trapianti della tipologia cima radicata: si consigliano su entrambe le tipologie di piante interventi per la difesa da malattie radicali e per il tarsonema in post trapianto. Continuare la gestione dell’oidio con prodotti fungicidi. Sulle varietà rifiorenti porre attenzione ai tripidi su fiore, eventualmente effettuare il trattamento. Continuare la copertura anti oidio. Monitorare la presenza di ragnetto rosso e tarsonema ed eventualmente effettuare un trattamento. Su Mirtillo, specie su varietà tardive, monitorare la drosophila; si raccomandano le operazioni di gestione atte a limitare il danno quali raccolte ravvicinate per evitare di avere eccessi di maturazione sulla pianta, evitare la presenza di frutti maturi caduti a terra. Mantenere la cattura massale con

In ottemperanza a quanto disposto dal decreto 22 gennaio 2014 (PAN) punto A.7.2 Difesa integrata obbligatoria trappole attrattive con aceto di mele. Nel post raccolta si consiglia un trattamento fungicida. Su lampone rifiorente, si consiglia di sfoltire gli astoni e soprattutto la parte basale dei tralci per migliorare la circolazione dell’aria e la riduzione dell’umidità. Monitorare le presenze di Lasioptera, Cecidomia, ragnetto rosso e cimici. Su rovo, porre attenzione all’eriofide in fase di inizio raccolta,eventualmente fare trattamenti a base di zolfo. Attacchi possibili di peronospora. In generale, vista la bassa presenza di drosophila, così come di miridi e di cimici, si sconsiglia di effettuare inutili trattamenti chimici ma di attuare il monitoraggio e le buone pratiche sopra descritte. FRUTTA: termina la raccolta delle albicocche e susine e continua la raccolta delle pesche che al momento non manifestano particolari problemi fitosanitari. Da metà agosto è prevista la maturazione delle mele e pere estive, su queste varietà si consiglia una accurata profilassi per la prevenzione delle malattie da magazzino. Su tutte le specie frutticole si segnala, specie su bordi e capezzagne, la presenza di cimici e in alcuni casi, soprattutto drupacee, diabrotica del mais. Fondamentale, in tal senso, il monitoraggio degli appezzamenti, specie delle file laterali. NOCCIOLO: il continuo monitoraggio dei noccioleti tramite i frappage evidenzia la necessità di controllare le cimici, partendo dai fondovalle del monregalese ed in ultimo anche le zone della Langa e l’Astigiano. La batteriosi pur essendo presente con particolare insistenza nelle aree di

pianura e fondovalle risulta controllata con buoni risultati nelle aziende che hanno eseguito i trattamenti rameici (e/o simili). La cocciniglia che ha iniziato la migrazione dovrà essere monitorata per sapere dove trattare in post-raccolta visto che in questo momento il trattamento risulterebbe poco efficace. Si osserva in alcuni noccioleti posizionati nelle aree caldo-umide la presenza di oidio. ORTICOLE: Dopo il trapianto di cavoli, cavolfiori e broccoli provvedere al diserbo di pre-emergenza e fare attenzione alle irrigazioni indispensabili sia per la corretta crescita delle piantine ma anche per attivare i diserbanti. Controllare la ruggine e l’ antracosi su fagiolo mediante l’utilizzo di fungicidi. Su melanzana monitorare la presenza di dorifora e ragnetto rosso ed eventualmente trattare chimicamente. Mantenere la copertura rameica per la peronospora su patata e pomodoro. Provvedere all’ estirpo immediato dei tuberi per evitare danni da elateridi e tignole. Per ovviare ai danni da piralide su peperone provvedere ad istallare reti anti-insetto sulle serre oppure ad effettuare trattamenti larvicidi selettivi per evitare così danni da ragnetto rosso se in pieno campo. Monitorare la presenza di afidi su zucche e zucchine e controllare il mal bianco mediante applicazioni di zolfo. VITE: riscontrata presenza di Drosophyla, in caso di presenza asportare i frutti oggetto di diradamento dal vigneto. Monitorare la presenza di botrite ed eventuale peronospora, specie con clima non favorevole ed eventuali interventi in caso di clima non favorevole con decorso piovoso. In caso di grandinate, intervenire immediatamente con rame e zolfo per “disinfettare” le ferite sulle piante. Prevista per fine mese l’inizio raccolta dei bianchi precoci specie base spumante.


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L’esposizione non protetta aumenta il rischio di tumore

Con l’estate, bisogna proteggere la pelle

Negli ultimi decenni sono aumentati i tumori della pelle, alcuni dei quali si manifestano in età giovanile

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e parliamo con Michele Bertero, primario di Dermatologia al S. Croce di Cuneo. “Il melanoma, che è il più pericoloso, spiega lo specialista, colpisce anche la popolazione giovanile, ma fortunatamente è il meno frequente. I carcinomi basocellulari e spinocellulari, anche detti basalioma e spinalioma, invece, si manifestano prevalentemente dopo i 40-50 anni. I basaliomi sono i più diffusi tumori maligni della cute: sono localmente invasivi e, se non correttamente trattati, possono estendersi con gravi danni anatomici ed estetici. Negli ultimi anni, si nota un incremento del numero di melanomi.

Quali sono le cause?

La diffusione dei tumori della pelle è legata a una sconsiderata esposizione al sole e ai raggi UV delle lampade abbronzanti: una

moda che si è affermata negli ultimi 30-40 anni. I cambiamenti atmosferici, dovuti alla riduzione dell’ozono, hanno determinato la diminuzione della naturale protezione dagli ultravioletti. I raggi solari sono, quindi, più potenti e dannosi per la pelle.

Cosa fare?

La prevenzione diviene fondamentale. Oltre a non esporsi al sole nelle ore più calde è indispensabile utilizzare creme con filtro protettivo superiore a 20 e inizialmente a 50, senza lesinare sul prezzo, ma scegliendo prodotti di qualità. Le creme non utilizzate a fine stagione, possono essere terminate come ottimi idratanti,

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perché a distanza di mesi il fattore protettivo diventa inefficace. Per chi pratica sport o attività all’aperto, sono anche particolarmente indicati gli indumenti fotoprotettivi.

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a Rieducazione della Spalla - Shoulder School - offre al Paziente con patologie della spalla un percorso riabilitativo individualizzato e mirato, che tiene conto della complessità e della natura eterogenea dei sintomi. La Rieducazione della Spalla è effettuata da Terapisti che hanno frequentato corsi di approfondimento scientifico specifici in terapia manuale e in rieducazione delle disfunzioni del movimento e del sistema senso-motorio, sviluppando un programma basato sull’evidenza scientifica. La spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano, ma al tempo stesso è quella che ha la minima stabilità intrinseca dovuta alla configurazione anatomica dei suoi componenti osteo-articolari. I principali problemi della spalla

sono principalmente legati alle patologie della cuffia dei rotatori (conflitto) e del cercine glenoideo (inserzione del capo lungo del bicipite). La stabilità della spalla è dovuta a un delicato equilibrio di forze muscolari e movimenti articolari, di cui occorre tenere conto in sede di riabilitazione, per evitare quegli squilibri che provocano una maggior usura e/o degenerazione tendinea e articolare. Il programma riabilitativo ha durata variabile a seconda dei seguenti fattori:

www.gruppocdc.it • Richieste funzionali del Paziente

• Eventuale tipo di tecnica chirurgica. La finalità del trattamento è quella di recuperare flessibilità, forza, resistenza, propriocettività, funzionalità dell’arto alterato a causa di un trauma o di una patologia.

• Età del Paziente

• Area della lesione

• Forza e grado di motilità della spalla

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Nel dettaglio, i chiarimenti dell’Inps sulla disciplina dei benefici riconosciuti ai lavoratori dipendenti

Semplificazioni per i soggetti con disabilità grave

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’INPS ha emesso dei chiarimenti in merito a due disposizioni contenute nella legge n. 90/2014, sulla gestione dei benefici spettanti ai lavoratori dipendenti in caso di disabilità grave, sia in qualità di soggetti disabili gravi sia in qualità di soggetti che prestano assistenza a disabili gravi. Come risaputo, i verbali relativi all’accertamento della disabilità in situazione di gravità, rilasciati dalle Commissioni ASL, possono essere oggetto di “revisione” nell’ambito di una successiva visita da parte

dell’INPS, sintetizziamo per chiarezza che: 1. prima dell’intervento della nuova disposizione normativa, il lavoratore, già autorizzato dall’Istituto alla fruizione dei benefici correlati alla disabilità grave accertata col verbale soggetto a revisione, non poteva continuare a fruirne nel periodo compreso tra la data di scadenza del verbale stesso e il completamento dell’iter sanitario di revisione. Solo all’esito del nuovo accertamento sanitario era possibile presen-

ERNIA AL DISCO Indennizzata dall’INAIL

Chi ha contratto ernia discale lombare in quanto impegnato in LAVORAZIONI DI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI svolte in modo non occasionale o in LAVORAZIONI SVOLTE CON MACCHINE può chiederne il riconoscimento come malattie professionale. ATTENZIONE: Si ricorda che al fine di non incorrere nella prescrizione, è opportuno presentare la domanda per chiedere il riconoscimento della malattia professionale appena si ha la certezza della patologia. E’ consigliabile produrre la denuncia, tramite il patronato EPACA, entro un anno dalla cessazione delle lavorazioni.

di

tare eventualmente una nuova domanda. 2. la nuova disciplina dispone che “nelle more dell’effettuazione delle eventuali visite di revisione e del relativo iter di verifica, i minorati civili e le persone con handicap in possesso di verbali in cui sia prevista rivedibilità conservano tutti i diritti acquisiti in materia di benefici, prestazioni e agevolazioni di qualsiasi natura”. ATTENZIONE: Si ricorda che la convocazione a visita, nei casi di verbali per i quali sia prevista la rivedibilità, è di competenza dell’INPS. Pertanto, in attuazione di questa disposizione, i lavoratori titolari dei benefici correlati alla disabilità grave in base a verbali con revisione prevista a partire dal 19 agosto 2014, giorno di entrata in vigore della norma in esame, possono continuare a fruire delle stesse prestazioni fino a quando l’iter sanitario di revisione non si è concluso. Gli Uffici del Patronato EPACA di Coldiretti sono a disposizioni per i chiarimenti in merito.

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Tutte le condizioni necessarie per beneficiarne e presentare l’istanza

La “Quattordicesima” di pensione

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’articolo 5 della legge 3 agosto 2007, n. 127, prevede la corresponsione di una somma aggiuntiva, cosiddetta “quattordicesima”, in presenza di determinate condizioni di età, di contribuzione e di reddito, a favore dei titolari di uno dei trattamenti pensionistici a carico dell’INPS o di altri Enti.

Età e limiti di reddito

Come già sottolineato, i pensionati beneficiari della “quattordicesima” debbono avere un’età pari o superiore ai 64 anni (per l’anno 2016 sono interessati i soggetti nati prima del 1° gennaio 1953) e non possedere un reddito individuale relativo al corrente anno pari a euro € 9.786,86. I redditi da considerare sono quelli di qualsiasi natura, compresi anche i

redditi esenti da imposte. Non devono, viceversa, essere calcolati nel reddito: • trattamenti di famiglia comunque denominati; • indennità di accompagnamento; • reddito della casa di abitazione;

• • • •

trattamenti di fine rapporto comunque denominati; competenze arretrate sottoposte a tassazione separata; pensioni di guerra; indennità per i ciechi parziali e indennità di comunicazione per i sordi perlinguali; indennizzo per danni da trasfu-

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EPACA

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sioni, emoderivati e vaccinazioni obbligatorie; sussidi economici che Comuni ed altri enti erogano agli anziani per situazioni contingenti e senza caratteristiche di continuità; somma di 154,94 euro di importo aggiuntivo ex legge n.388/2000. ANNI DI CONTRIBUZIONE Lavoratori dipendenti

Il beneficio spettante non è di importo fisso, ma è collegato, oltre che al reddito, alla gestione di appartenenza della pensione (dipendente, autonomo) e all’anzianità contributiva complessiva, cioè alle settimane di versamento che può far valere l’interessato (vedere la tabella sottostante).

Lavoratori autonomi

<= 15 anni

<= 18 anni

> 25 anni

> 28 anni

> 15 <= 25 anni

Anzianità contributiva

> 18 <= 28 anni

I contributi figurativi

I periodi di assenza dal lavoro o privi di attività possono essere coperti mediante l’accredito di contributi figurativi, che non comportano mai alcun onere per il soggetto interessato. Alcuni accrediti avvengono d’ufficio, cioè senza necessità di domanda, mentre altri richiedono una esplicita istanza all’INPS. Tra questi ultimi rientrano: • servizio militare; • malattia ed infortunio; • maternità. In presenza di uno o più di questi eventi verificatosi nel corso della vita assicurativa, occorre procedere alla richiesta di accredito della contribuzione figurativa all’INPS.

Il supplemento

Qualora il pensionato possa far valere, dopo la decorrenza della pen-

Limite di reddito € 9.786,86

Poiché sono utili, a tal fine, sia i contributi figurativi che quelli a supplemento, si ritiene opportuno richiamare l’attenzione degli interessati su questi due elementi, in quanto un corretto accredito potrà attribuire un beneficio economico sia per la “ quattordicesima” ed indipendentemente da essa all’importo in pagamento.

Somma aggiuntiva

Limite di reddito massimo

€ 420,00

€ 10.206,86

€ 336,00 € 504,00

sione, altra contribuzione per attività lavorativa, dipendente od autonoma oppure contribuzione figurativa, potrà presentare domanda all’INPS per la valorizzazione dei predetti contributi. Sia per quanto riguarda la contribuzione figurativa, che per quella a supplemento, il Patronato Epaca della Coldiretti è a disposizione per assistere le persone interessate all’accredito dei contributi ed alla presentazione della relativa domanda di ricostituzione o supplemento della pensione.

Pagamento di luglio 2016

L’INPS ha confermato che, la “quattordicesima”, è stata attribuita in via generalizzata sulla mensilità di luglio 2016, ai soggetti che siano risultati in possesso dei requisiti reddituali previsti e che, alla data del 31 lu-

€ 10.122,86 € 10.290,86

glio 2016 abbiano un’età maggiore o uguale a 64 anni. A coloro che perfezionano l’età richiesta dal 1° agosto 2016 in poi, la corresponsione verrà effettuata con una successiva elaborazione sulla rata di dicembre 2016. IMPORTANTE Ai pensionati ai quali, pur rispettando tutti i requisiti, il beneficio non è stato corrisposto a livello centrale dall’INPS per assenza delle informazioni reddituali, la prestazione sarà attribuito SU RICHIESTA DELL’INTERESSATO. Qualora vi siano pensionati che, pur rientrando nei limiti di reddito, non ricevano tale beneficio, sono invitati a presentarsi tempestivamente presso gli uffici di zona o recapito Coldiretti/EPACA per la predisposizione dell’istanza.

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Scadenze 22 AGOSTO (essendo il 20 agosto sabato) VERSAMENTO IRPEF, ADDIZIONALI REGIONALI, COMUNALI E IRAP Entro tale termine, devono essere effettuati i versamenti delle imposte per le persone fisiche soggette a studi di settore con la maggiorazione dello 0,40%. Sono soggetti a tale proroga anche i soggetti diversi dalle persone fisiche che applicano gli studi di settore. DIRITTO ANNUALE CCIAA Entro tale termine, per le ditte soggette a studi di settore, è possibile effettuare il versamento del diritto annuale anno 2016 con la maggiorazione dello 0,40 per cento. Si ricorda che il diritto è dovuto da tutte le imprese iscritte presso il registro imprese della CCIAA. VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nel mese di luglio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO (contribuenti

trimestrali) Entro tale data i contribuenti che esercitano l’attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo che hanno realizzato nell’anno 2015 un volume d’affari inferiore a € 400.000,00, se esercitano l’attività di prestazioni di servizi, ed arti e professioni e inferiore a € 700.00,00 se esercitano l’attività agricola o di impresa ed hanno optato ai sensi dell’art .66 L.427/93 per la liquidazione trimestrale devono annotare sul registro delle vendite la liquidazione periodica dell’imposta relativa al trimestre aprile –maggio -giugno 2016 ed effettuare il versamento IVA mediante modello F24 telematico. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO (contribuenti mensili) Annotazione di liquidazione per il mese di luglio e versamento dell’eventuale imposta, tramite modello F24 telematico, da parte dei contribuenti, che esercitano attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a € 400.000,00, se prestazione di servizio o di € 700.000,00 per le altre

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SCADENZE

Scadenze

22 AGOSTO

CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di luglio 2016.

31 AGOSTO

IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento all’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. COSMAN - DOMANDA DI RECESSO 2017 La domanda di recesso da socio del Condifesa Cosman per l’annata 2017, così come riportato sullo Statuto dello stesso, scade il 31/08/2016. In caso di presentazione oltre tale termine la suddetta domanda sarà considerata valida soltanto dalla campagna 2018.

15 SETTEMBRE IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art.21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di agosto, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè agosto.

16 SETTEMBRE VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nel mese di agosto sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO (contribuenti mensili) Annotazione di liquidazione per il mese di agosto e versamento dell’eventuale imposta tramite modello F24 telematico da parte dei contribuenti, che esercitano attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a € 400.000,00, se prestazione di servizio o di € 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art .66, legge 427/93. CONTRIBUTI INPS DATORI DI LAVORO AGRICOLI I datori di lavoro che hanno assunto alle proprie dipendenze operai agricoli a tempo determinato e/o indeterminato nel 1° trimestre 2016 devono effettuare, entro tale data, il versamento della relativa rata dei contributi.

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Sono una signora piemontese di quasi 59 anni, ex pettinatrice, buoni valori morali, senza figli, molto leale, di serie intenzioni ed ottima presenza. Intendo conoscere un uomo interessato a riformare famiglia. Da quando sono vedova mi sono trasferita a Cavallermaggiore per stare vicino a mia sorella.

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Ciao, ho 29 anni, e sono piuttosto timida. Arrivo da Benevagenna e non ho mai avuto un ragazzo, perché i miei genitori non mi lasciavano uscire. Ora ho trovato un lavoro qui e così abito da una parente a Centallo. Non sono tanto moderna e non mi intendo di computer ecc. Quindi vorrei un tipo semplice.

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Valentina, abitante a 7 km da Saluzzo. Sono operaia di quasi 37 anni, lavoro anche in azienda agricola e sono libera solo nel fine settimana. Intendo costruire una bella famiglia con uomo piemontese di 40/50 anni. Desidero il matrimonio ed avere dei bimbi. Chiamare dopo le 17 oppure in ore pasti.

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