Coltivatore Cuneese n. 08 Anno 2018

Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.

N. 08 Agosto 2018 - Anno 72

IN PRIMO PIANO

FONDO

ATTUALITÀ

CETA: I NUMERI SONO NUMERI E LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

DAL CETA AI MIGRANTI DI SALUZZO, PASSANDO DAI LUPI

TORNANO I VOUCHER IN TEMPO PER LA VENDEMMIA

Le grandi falsità raccontate sulle vendite in Canada dei formaggi italiani

Dall’Assemblea Nazionale di Coldiretti al nostro territorio, l’agricoltura è protagonista

Grande attesa per uno strumento flessibile per le aziende agricole

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SALUZZO Via Circonvallazione, 25/h - tel. 0175210211 - fax 0175210300 - tutti i giorni* Segretario di zona: Mario Dotto Bagnolo P. - Via Einaudi 1 - mercoledì 8.30-12 - tel. 0175348340 Barge – Piazza S. Giovanni martedì/giovedì 8.30-12 - tel. 0175343337 Lagnasco – Saletta CRS (entrata cortile Municipio) - martedì 9-11 Paesana – Via Roma, 35 - venerdì 8.30-12 - tel. 0175987299 Sampeyre – P.zza della Vittoria, 45 venerdì 8.30-12 - tel. 3381947007 Sanfront – Piazza Statuto - lunedì 8.30-12 - tel. 0175986214 Venasca – Via G. Marconi, 5 - lunedì 8.30-12 - tel. 0175567109

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IN PRIMO PIANO

Ceta: i numeri sono numeri e come sempre le bugie hanno le gambe corte

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FONDO

Dal Ceta ai migranti di Saluzzo, passando dai lupi

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ATTUALITÀ

• Emendamento al Decreto Dignità: tornano i voucher in

tempo per la vendemmia • No al CETA, si ai voucher all’Assemblea Nazionale il futuro dell’agricoltura • L’ONU vuole colpire 1 piatto Made in Italy su 3 • Russia: l’embargo danneggia le nostre produzioni • Conte-Trump: agroalimentare in USA vale 4 miliardi • Piano Sviluppo Rurale: investimenti, in arrivo nuove risorse giovani, scorrimento graduatorie

Redazione: Piazza Foro Boario, 18 - 12100 (CN) Tel. 0171 447211 - Fax: 0171 447300 e-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito: www.cuneo.coldiretti.it

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• Cannabis terapeutica, opportunità per le aziende • Vendemmia 2018: annata difficile, ma di qualità • Moscato: indispensabili nuovi progetti

• Assicurazioni: all’appello mancano ancora 20 milioni!

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ECONOMICO

• Pesche e nettarine, iniziata bene la campagna di raccolta

• Mirtillo: crescono gli investimenti delle

• La “Fera dla Madona” a Vicoforte Mondovì

aziende • Vitivinicolo: autorizzati i nuovi impianti • Vino: al via i contributi per la promozione OCM Paesi Terzi

novità in arrivo per l’agricoltura

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CONSULENZA AGRONOMICA

INTEGRATORI

• Interventi agronomici del mese di Agosto

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MOVIMENTI

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IN PRIMO PIANO

Escono le prime grandi falsità sulle vendite in Canada dei formaggi italiani

CETA: I NUMERI SONO NUMERI E COME SEMPRE LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE di Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti

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enerdi 13 luglio dal palco dell’Assemblea della Coldiretti il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio ha annunciato che il Governo proporrà al Parlamento di non ratificare l’accordo di libero scambio con il Canada (Ceta). Una decisione attesa e coerente con gli annunci delle forze politiche di maggioranza in campagna elettorale e con lo stesso contratto di governo che è il frutto di una capillare azione di sensibilizzazione da parte di un’inedita ed importante alleanza promossa da Coldiretti tra diverse organizzazioni in rappresentanza di consumatori, lavoratori dipendenti, ambientalisti, ecc. alla quale si è peraltro aggiunto l’Intergruppo parlamentare trasversale “No Ceta”.

Il risultato è stato una vera rivolta popolare, con la contrarietà nei confronti del Ceta espressa da 15 regioni (tra cui il Piemonte), 18 province, 2500 comuni (l’80% di quelli cuneesi) e 90 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine (di cui 8 cuneesi). Senza dimenticare circa il 70% dei parlamentari eletti, che hanno firmato direttamente o attraverso i propri partiti o movimenti la propria contrarietà al trattato prima delle elezioni, aderendo al documento di Coldiretti e Campagna Amica.

Tutto normale quindi. Purtroppo non è stato cosi, perché l’accordo piace ad alcuni industriali troppo a lungo abituati a vedere svendere l’agricoltura italiana e le sue ricchezze nei trattati internazionali a vantaggio dei propri interessi.

E il Paese sembra sprofondare improvvisamente in un lontano passato veteroindustriale che tante opportunità ha fatto per-

dere all’Italia. E’ qui che a difendere l’interesse di pochi entra in campo il popolo degli “utili idioti” che per superficialità, ignoranza o convenienza sono disposti ad affermare il contrario della verità e a sacrificare gli interessi dei propri associati pur di andare in soccorso ai cosiddetti “poteri forti”. Si inizia con l’esaltare le fantastiche tutele che sarebbero garantite alle nostre produzioni tipiche per la prima volta in un Paese anglosassone omettendo i reali contenuti dell’accordo. Il diavolo, infatti, come si sa, si nasconde nei dettagli e sulla base del trattato oltre 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese mentre per la lista dei 41 prodotti Made in Italy ipoteticamente tutelati (solo 4 della nostra Regione, ma in realtà solo 1 tipicamente piemontese) sono previste importanti eccezioni come il via libera all’uso delle traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori (un esempio è il parmesan) ma anche la possibilità per alcune tipicità (come asiago, fontina e gorgonzola) di usare per le imitazioni canadesi gli stessi termini se erano presenti sul mercato nordamericano prima del 18 ottobre 2013, mentre se l’attività è stata avviata successivamente, si dovrà semplicemente aggiungere una indicazione come “genere”, “tipo”, “stile”.

È

gravissimo il fatto che con il trattato l’Unione Europea per la prima volta autorizzi all’estero l’utilizzo della traduzione inglese Parmesan del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, per formaggi che non hanno nulla a che fare con le due

Agosto | 2018

specialità Made in Italy più vendute nel mondo. Un precedente disastroso a livello internazionale contro il quale si sono battuti da sempre i Consorzi di Tutela dei due formaggi che hanno proprio nelle imitazioni il concorrente più temuto all’estero.

Ecco perché ad uscire per prime sono le falsità sulle vendite in Canada dei formaggi italiani più esportati, il Parmigiano Reggiano ed il Grana Padano, che sarebbero balzate alle stelle. La realtà è esattamente il contrario: sulla base dei dati Istat più aggiornati, in netta controtendenza all’aumento fatto registrare sui mercati mondiali, le esportazioni di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano in Canada sono crollate del 10% in valore e del 6% in quantità nel primo trimestre del 2018 rispetto a quello dell’anno precedente, il confronto più significativo per valutare gli effetti preliminari dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea (Ceta), entrato in vigore in forma provvisoria solo il 21 settembre 2017. mascherato il primo falso, si allarga il tiro e si sottolineano i presunti vantaggi che avrebbero dagli accordi i nostri vini che, con oltre 1/3 del valore, sono il prodotto agroalimentare italiano più esportato in Canada. Purtroppo non è vero neanche questo perché calano del 4% le bottiglie di vino Made in Italy esportate nel paese Nordamericano nel primo quadrimestre del 2018 rispetto a quello dell’anno precedente, dopo l’entrata in vigore dell’accordo Ceta. E allora si dice che è l’intero agroalimentare Made in Italy a guadagnarci. La

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realtà è anche in questo caso diversa poiché con il Ceta si è verificato un forte rallentamento della crescita in Canada. Le esportazioni dei prodotti agroalimentari nel Paese dell’acero sono aumentate del 4% nel primo quadrimestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma erano cresciute di ben il 6% nello stesso periodo prima dell’entrata in vigore del Ceta. A questo punto alcuni “esperti” puntano il dito sulle importazioni per affermare che con il Ceta si sono ridotti gli arrivi di grano duro che tanto fanno preoccupare gli agricoltori italiani.

La verità, anche in questo caso gli operatori la conoscono bene. Le importazioni dal Canada di grano duro si sono praticamente azzerate perché non rispondono più alle richieste dei consumatori e agli stringenti criteri di qualità fissati dai pastai italiani per la presenza di glifosato, il cui uso nel paese nordamericano è permesso in preraccolta e vietato in Italia. Il tema allora cambia ancora e si sottolinea, con un tono che ha l’amaro sapore del disprezzo verso la

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gente comune, che l’interesse di pochi “contadini” non può prevalere su quello generale del Paese con grandi vantaggi per le esportazioni italiane in Canada che sarebbero aumentate addirittura dell’8% grazie al Ceta. nche qui siamo nel campo delle invenzioni, visto che le esportazioni totali dell’Italia in Canada sono aumentate appena del 3% nel primo quadrimestre 2018 rispetto allo stesso dell’anno precedente, secondo i dati aggiornati dell’Istat. Fortunatamente i numeri sono numeri e le bugie hanno le gambe corte. Ora è auspicabile, e forse anche probabile, che in futuro con la crescita economica le esportazioni in Canada aumenteranno, ma sarà certamente difficile imputarlo al Ceta che, invece, se non sarà fermato resterà per sempre responsabile della svendita dei marchi più prestigiosi del Made in Italy agroalimentare che altri Paesi saranno autorizzati a chiedere nei trattati di libero scambio che l’Unione Europea si appresta a concludere.

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FONDO

8 Tino Arosio

Direttore Coldiretti Cuneo

DAL CETA AI MIGRANTI DI SALUZZO, PASSANDO DAI LUPI

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iamo reduci da un grandissimo Villaggio a Torino. In attesa di quello che celebreremo a Roma ad ottobre, sono successe cose importantissime che confermano cos’è Coldiretti: un soggetto “politico” che indica una traiettoria di sviluppo che si sta realizzando con il sostegno della gente.

Durante l’assemblea nazionale del 13 luglio scorso sono accadute cose che dimostrano tutto ciò. Vi invito a leggere attentamente l’articolo del Presidente Moncalvo in apertura del nostro Coltivatore su questo tema.

Una realtà come la nostra sa che le cose che fa sono giudicate con attenzione da tutti. Non vogliamo quindi banalizzare le posizioni di chi la pensa diversamente. Traggo spunto per qualche osservazione a questo proposito da due lettere che abbiamo ricevuto e che esprimono punti di vista diversi dai nostri.

La prima lettera riguarda il tema del “contenimento” dei lupi. C’è chi non è d’accordo, lo sappiamo. Chi accetta però di lasciarsi condurre – senza pregiudizi - dall’osservazione della realtà, condividerà almeno che non possiamo assistere inermi ad una vera e propria carneficina di vitelli, agnelli, capretti in collina e montagna. Chi pensa che il lupo scende a valle e sbrana i vitelli perché gli agricoltori hanno trasformato i boschi in campi coltivati, togliendo loro di che sfamarsi, non conosce la realtà.

Magari fosse così, purtroppo invece è l’esatto contrario, perché quando le condizioni di vita in montagna – ahimè - non sono più sopportabili, l’uomo abbandona e il bosco avanza! Possiamo ragionare su tutto, ma far finta che il problema non esista e che la colpa è sempre di qualcun

altro, non è accettabile.

Una seconda lettera risolleva il problema dei migranti a Saluzzo invitandoci a far sentire la voce e a denunciare le condizioni di vita di questi ragazzi. Per noi e per la nostra gente una persona è un valore.

Quando lavora con noi ancora di più. Siamo anche coscienti che non ci sarebbe tanto del made in Italy agricolo senza chi lavora con noi, migranti regolari compresi. Questi ragazzi raccolgono le pesche insieme al loro datore di lavoro, aprono il medesimo frigo per dissetarsi, fanno la necessaria pausa con loro.

I nostri uffici curano le loro buste paga applicando ciò che prevede il contratto sottoscritto tra sindacati e datori di lavoro.

Abbiamo preferito in questi mesi stare alla larga dalle polemiche e dalle strumentalizzazioni: abbiamo preferito fare. Il nostro Campus è lì a dimostrarlo, insieme a tanti sforzi che le nostre imprese stanno compiendo per dare lavoro e un tetto dignitoso a questi ragazzi.

Non siamo perfetti, ma certamente siamo impegnati a mettere in atto fatti positivi. Le proteste, le denunce, le analisi, le lasciamo ad altri. Conosciamo bene la situazione, sappiamo quanti passi in avanti sono stati fatti in questi anni. Eppure, piuttosto che partire da questo positivo, c’è qualcuno che preferisce andare sui giornali continuando a gettare benzina sul fuoco. Ma gli incendi portano solo distruzioni.

Il bene si fa. Dando lavoro, rispettando, condividendo il bisogno, cercando di impegnarsi per dare a tutti una sistemazione dignitosa. Se no è una cosa virtuale. Quindi un non bene!

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ATTUALITÀ

Torna uno strumento flessibile per le aziende fortemente voluto da Coldiretti

EMENDAMENTO AL DECRETO DIGNITÀ: TORNANO I VOUCHER IN TEMPO PER LA VENDEMMIA

L’

approvazione dell’ emendamento sui voucher nel DL Dignità (in attesa della definitiva conversione in legge da parte del Parlamento) riapre finalmente le porte al loro utilizzo proprio a partire dall’ imminente vendemmia, che resta l’attività agricola dove sono più utilizzati, attesa nella nostra Provincia per fine agosto ed inizio settembre. Si tratta di un ritorno importante, fortemente sostenuto dalla nostra Organizzazione, a dieci anni dalla loro introduzione in Italia il 19 agosto 2008 con circolare Inps che per la prima volta autorizzava la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia, riconoscendo la specificità del lavoro agricolo.

“E’ importante - commenta Bruno Rivarossa vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo - assicurare al settore uno strumento che semplifichi la burocrazia per l’impresa, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestivà e disponibilità all’impiego e dall’altra sia capace di garantire forme di integrazione del reddito alle categorie più deboli in un momento in cui se ne sente particolarmente il bisogno. Con il ritorno dei voucher nei campi si riaffermano i principi originari senza gli abusi

Bruno Rivarossa vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo

che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari possono essere soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali”.

Una buona notizia anche per il 68% dei giovani italiani, che sarebbe disponibile a partecipare alla vendemmia o alla raccolta della frutta, secondo un recente sondaggio realizzato da Coldiretti/Ixe’.

La riforma dello scorso anno era stata un vero flop e in agricoltura

aveva fatto crollare del 98% in valore l’uso dei buoni lavoro per effetto di in primis di un eccesso di inutile burocrazia, azzerando di fatto questa opportunità con il risultato di perdere a livello nazionale circa 50mila posti di lavoro occasionali regolari che ora possono essere recuperati con trasparenza nelle attività stagionali in campagna, dalla preparazione dei terreni alla raccolta di verdura e frutta fino alla vendemmia.

Conclude il vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Rivarossa: “Secondo i dati INPS nella nostra Provincia, nel 2015 erano stati venduti oltre 90.000 voucher per l’attività agricola, valore sostanzialmente stabile dal 2011 che dimostra quanto sia importante il ritorno di questo strumento per le aziende del territorio”.

Negli ultimi cinque anni prima dell’abrogazione sono stati venduti in agricoltura poco più di 2 milioni di voucher pari all’incirca a 350mila giornate/anno di lavoro per un valore complessivo di circa 22 milioni di euro

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ATTUALITÀ

All’assemblea della Coldiretti, gli interventi di Di Maio e Centinaio

NO AL CETA, SÌ AI VOUCHER ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA

I più importanti aspetti dello scenario economico nazionale e internazionale sono stati al centro dell’Assemblea Nazionale di Coldiretti, che si è svolta lo scorso 13 luglio a Palazzo Rospigliosi con i dirigenti delle Federazioni provinciali e regionali giunti da tutta Italia insieme ai Movimenti dei giovani, delle donne e dei senior Coldiretti.

Nell’arco della giornata si sono succeduti interventi del Presidente Roberto Moncalvo e del Segretario Generale Vincenzo Gesmundo.

Ai lavori hanno partecipato il vice Premier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e il Ministro per le Politiche Agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio. Il no al Ceta e il

sì al ritorno dei voucher in agricoltura annunciati dai Ministri in occasione all’assemblea - di cui si tratta ampiamente nelle pagine che precedono - sono una grande vittoria dell’Organizzazione a difesa del Made in Italy e delle nostre imprese agricole, che ha saputo coinvolgere con una capillare azione di sensibilizzazione cittadini, istituzioni, enti territoriali e organizzazioni.

Il segretario generale Gesmundo ha ribadito la scelta della Coldiretti di “stare dentro una cultura di governo” e di “trattare con tutti i governi”, dando atto anche delle importanti conquiste ottenute per l’agricoltura grazie al dialogo virtuoso con le forze politiche.

Nel corso dell’assemblea, il presidente Moncalvo ha lanciato l’allarme dei prodotti agroalimentari importati, che non rispettano le normative e sfruttano il lavoro dei minori: anche in Italia arrivano i prodotti ottenuti dallo sfruttamento del lavoro dei 108 milioni di bambini nelle campagne censiti dalla Fao, secondo la quale quasi la metà di tutto il lavoro minorile del mondo avviene in Africa, seguita da vicino dall’Asia, ma rilevante è anche in Sudamerica, aree dalle quali l’Italia importa ingenti quantità di prodotti agricoli ed alimentari che arrivano sulle nostre tavole.

“Quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva in Italia dall’estero – ha denunciato il pre-

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sidente Moncalvo - non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori – a partire da quella sul caporalato – vigenti nel nostro Paese, dal riso asiatico espropriato alle minoranze Rohingya vittime di un vero genocidio, alle conserve di pomodoro cinesi prodotte con il lavoro dei detenuti, dall’ortofrutta sudamericana coltivata con il lavoro minorile a quella africana ottenuta con pesticidi vietati in Europa da decenni fino ai fiori del Kenya con lavoratori sottopagati e senza diritti”. Pertanto, occorre ripensare dalle radici non solo le regole, ma in primo luogo i principi fondativi del libero commercio, perché è necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità e una giusta distribuzione del valore per chi produce e per chi consuma.

Appoggio di entrambi i Ministri alla linea Coldiretti Il vice Premier Di Maio nel suo intervento dal palco dell’assemblea ha menzionato e appoggiato le battaglie che stanno a cuore a Coldiretti, sottolineando che con “Gesmundo e Moncalvo abbiamo sempre discusso di grandi progettualità”. “Essere qui è rivendicare anche un po’ di sano sovranismo”, ha annunciato, suscitando gli applausi dell’assemblea, “questa maggioranza respingerà in Parlamento il Ceta” e “il tema dell’etichettatura dovrà essere portato

Gian Marco Centinaio, Ministro delle politiche agricole e alimentari

fino in fondo, cambiando l’atteggiamento che si tiene nell’Unione Europea, perché “noi siamo tra i Paesi che maggiormente contribuiscono al bilancio comunitario”. Il vice Premier ha aggiunto che, nel caso in cui ci fosse la conferma di tagli alla Pac post 2020 e ai fondi sociali, l’Italia è pronta a diminuire il proprio contributo al bilancio generale.

Il presidente Moncalvo ha denunciato i grandi mali che affliggono il settore agroalimentare, dalla svendita dei marchi storici dell’agroalimentare italiano, al falso made in Italy “l’italian sounding” che ha raggiunto il valore di oltre 100 miliardi di euro, con alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.

Massima condivisione del Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio che ha tracciato le priorità: “L’agricoltura e gli agricoltori prima di tutto. Prima di tutto Made in Italy che vuol dire prodotto coltivato o allevato e trasformato

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in Italia. Nella lotta alla contraffazione – ha assicurato il Ministro – siamo insieme a Coldiretti in prima linea”. “Abbiamo un apposito dipartimento che lavora quotidianamente a livello nazionale e internazionale – ha proseguito -. Tutto ciò che possiamo bloccare in tutto il mondo lo stiamo bloccando, l’anno scorso sono stati effettuati 50 mila controlli. La nostra agricoltura va tutelata, non ha meno dignità rispetto ad altri settori e il consumatore deve essere tutelato, avere la possibilità di decidere se acquistare riso italiano o riso della Cambogia”.

Russia: aprire al dialogo, troppo salato il conto della Brexit

Sul fronte internazionale, a preoccupare maggiormente Coldiretti sono l’embargo Russo e la Brexit che causano costi insostenibili per l’Italia e l’Unione Europea, “ancora una volta - ha spiegato Moncalvo - il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”.

Le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno perso oltre un miliardo dall’inizio dell’embargo russo - quattro anni fa - per una importante lista di prodotti agroalimentari e il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia ed è importante che si riprenda la via del dialogo con l’incontro Putin-Trump.

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ATTUALITÀ

L’intervento di Di Maio all’Assemblea Nazionale a Palazzo Rospigliosi

Brexit - ha proseguito il Presidente Nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo - non può essere l’agricoltura italiana dove i tagli per 2,7 miliardi di euro al budget della Politica Agricola Comune (Pac) colpiscono 800mila aziende agricole, mettendo a rischio la loro capacità di affrontare sfide chiave per il Paese e per la Ue stessa, dai cambiamenti climatici, all’immigrazione, alla sicurezza.

Rafforzare il budget per la PAC

E’ indispensabile rafforzare il budget per una Pac che finanzi i beni pubblici europei di carattere territoriale e ambientale, prodotti dall’agricoltura, recuperando con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza

e la sovranità alimentare e contribuire alla crescita dell’intera economia europea attraverso la filiera produttiva che esso alimenta”.

Non poteva mancare il riferimento all’emergenza Listeria, l’ultimo dei 222 scandali alimentari verificatisi nel primo semestre del 2018, con il ritiro di verdure surgelate a rischio in Italia ed in Europa, che non fa che amplificare la necessità di estendere l’obbligo dell’etichetta di origine per tutti gli alimenti in commercio, come sostiene Coldiretti (v. articolo pag. 22). Moncalvo ha ribadito che l’Unione europea deve acquisire un nuovo protagonismo per promuovere regole sul commercio globale che non tengano conto solo del fattore economico ma anche del rispetto dei diritti sul lavoro della tutela dell’ambiente e della salute, anche con l’annunciata riforma del Wto.

In fretta i voucher e questione migranti

Nella relazione del Presidente nazionale, l’urgenza di reintrodurre al più presto i voucher, in occasione della

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Vicini alla famiglia di Angelo Giordano

Prodotti del falso Made in Italy

vendemmia (argomento che approfondiamo nell’articolo a pag. 10) e il focus sui migranti, che trovano occupazione in agricoltura dando un contributo rilevante per il successo del Made in Italy: una forza lavoro di 345mila stranieri regolari provenienti da ben 157 Paesi diversi che con 29.437.059 giornate rappresentano ben un quarto del totale del lavoro necessario nelle campagne italiane.

Serve una corresponsabilizzazione di tutta la filiera per spezzare la catena dello sfruttamento.

Occorre affiancare le norme sul caporalato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli.

Alla chiusura dei lavori, è netta la condivisione da parte dei rappresentanti del Governo sulle tematiche esposte dal presidente nazionale Roberto Moncalvo. E’ già chiaro che le prossime sfide economiche del Paese vedono al centro la nostra Agricoltura.

La nostra Federazione provinciale esprime il proprio cordoglio alla famiglia Giordano per la tragica scomparsa del figlio Maurizio, Caporal maggiore scelto degli Alpini, lo scorso 11 luglio in Pakistan. Il trentaduenne originario della frazione San Benigno di Cuneo, istruttore della sezione scialpinistica del Centro Addestramento Alpino di Aosta, è morto durante l’ascensione della montagna Gasherbrum IV, travolto da un blocco di ghiaccio a 6.300 metri di quota. Coldiretti Cuneo si stringe intorno al papà Angelo Giordano Presidente della Federazione provinciale dal 1997 al 2002 e di quella regionale dal 2001 al 2002, nonché Presidente del Consorzio Agrario del NordOvest dal 2003 al 2012 - e all’intera sua famiglia.

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L’Organizzazione delle Nazioni Unite prima dichiara la dieta mediterranea “patrimonio dell’Umanità”, poi nel concreto la boccia

L’ONU VUOLE TASSARE 1 PIATTO MADE IN ITALY SU 3 L’annuncio dell’Onu di voler tassare olio d’oliva, Parmigiano reggiano, Grana, prosciutto e persino il vino, equiparandoli a cibi dannosi per la salute e scoraggiandone il consumo, colpisce oltre un prodotto agroalimentare Made in Italy esportato su tre, con effetti gravissimi sull’economia del Paese ma anche sulla salute dei cittadini. E’ quanto stima Coldiretti che denuncia l’incomprensibile atteggiamento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che da una parte riconosce il valore della Dieta Mediterranea come la migliore, tanto da essere stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità, ma dall’altra pensa di colpire gran parte degli alimenti che ne fanno parte.

Sulla scorta dei sistemi di etichetta a semaforo adottati in Gran Bretagna e Francia, l’Onu, si prepara a penalizzare i prodotti che contengono zuccheri, grassi e sale, equiparandoli di fatto alle sigarette con l’inserimento di immagini choc sulle confezioni per scoraggiarne il consumo, mentre darebbe il via libera a tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali, come ad esempio le bibite gassate ricche di aspartame.

Una posizione priva di solide basi scientifiche che va contro gli stessi principi della dieta mediterranea

fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari che ha consentito agli italiani di conquistare valori record nella longevità a livello mondiale, con una speranza di vita di 82,8 anni (85 per le donne e 80,6 per gli uomini). “In questo modo – commenta il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo - si mette in pericolo non solo la salute dei cittadini italiani ed europei, ma anche un sistema produttivo di qualità che si è affermato pure grazie ai riconoscimenti dell’Unione Europea. In gioco per l’Italia c’è la leadership in Europa nelle produzioni di qualità con 293 riconoscimenti di prodotti a denominazione (Dop/Igp)”.

“Sotto il pressing di poche multinazionali, si rischia di affermare un modello alimentare fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta” accusa il presidente Moncalvo nel denunciare che “le distorsioni provocate dal sistema di informazione visiva, adottato con formule diverse in Gran Bretagna e Francia, è solo il punto di partenza dell’iniziativa dell’Onu che sta addirittura teorizzando appositi sistemi di tassazione per colpire i prodotti della dieta mediterranea, garanzia di benessere e longevità”.

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ATTUALITÀ

Esportazioni Made in Italy in Russia ulteriormente diminuite dell’11%, rispetto allo scorso anno, è importante la ripresa del dialogo

RUSSIA: L’EMBARGO DANNEGGIA LE NOSTRE PRODUZIONI E’ importante che dal dialogo diretto tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin si creino le condizioni per superare l’embargo russo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto appena rinnovato sino alla fine del 2019. Coldiretti, in riferimento all’incontro di Helsinki, sottolinea che le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno perso oltre un miliardo dall’inizio dell’embargo. Il risultato è stato l’azzeramento della spedizione di prodotti agroalimentari Made in Italy in Russia che per molto tempo è stata un mercato importante per l’Italia. Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, dal-

la mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa, ma anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin. In Russia è possibi-

le infatti trovare mozzarella e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali.

CONTE-TRUMP: AGROALIMENTARE IN USA VALE 4 MILIARDI L’agroalimentare Made in Italy negli Usa nonostante le tensioni è cresciuto del 4% nel primo quadrimestre del 2018 dopo aver raggiunto il record storico di oltre 4 miliardi nello scorso anno. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha espresso apprezzamento per la volontà del premier Giuseppe Conte di tutelare dai dazi i prodotti dell’agroalimentare nell’incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’agroalimentare rappresenta il 10% del totale delle esportazioni italiane negli Usa, per le quali svolge una importante funzione da traino per l’immagine e la riconosciuta qualità dei prodotti. Gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia. Al centro della tregua raggiunta con l’incontro tra il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e il presidente americano Donald Trump c’è l’impegno europeo ad importare più soia dai produttori Usa duramente colpiti dalle ritorsioni cinesi scattate dopo le prime misure adottate dagli Stati Uniti nei confronti del gigante orientale. L’impegno di Trump a favore degli agricoltori americani è confermato dall’annuncio di un piano di 12 miliardi di dollari con aiuti diretti agli agricoltori colpiti dalla guerra commerciale in settori chiave come soia, mais, cotone, lattiero-caseario.

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ATTUALITÀ

Coldiretti protagonista in Regione tra conquiste ottenute e richieste in corso

PIANO SVILUPPO RURALE: INVESTIMENTI, IN ARRIVO NUOVE RISORSE GIOVANI, SCORRIMENTO GRADUATORIE Il 30 luglio scorso, su proposta dell’Assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero, la Giunta regionale ha approvato l’incremento delle risorse finanziarie riguardanti il bando 2017 dell’Operazione 4.1.1, la misura del PSR dedicata al “miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole”.

Ai 22 milioni di euro della dotazione iniziale, si aggiungono 18,5 milioni di euro: un’integrazione di grande importanza chiesta da Coldiretti per consentire lo scorrimento delle graduatorie delle imprese e il conseguente aumento dei soggetti beneficiari.

Le nuove risorse disponibili soddisferanno le richieste di altre 306 aziende che avevano presentato domanda di contributo per il bando 2017 ma erano state escluse dalle graduatorie per esaurimento fondi, pur risultando ammissibili. Nello specifico, a beneficiare dei nuovi fondi saranno: • 209 aziende di pianura e collina (aree A, B e C1) con punteggio di priorità 23 o superiore; • 97 aziende di collina e montagna (aree C2 e D) con punteggio di priorità 17 o superiore.

Tali aziende potranno realizzare investimenti di ammodernamento per ridurre i consumi idrici, po-

tenziare il rendimento energetico e il benessere animale, evitare il consumo di nuovo suolo e incrementare l’occupazione.

La messa a disposizione di ulteriori fondi per gli investimenti delle aziende agricole rappresenta un’importante vittoria di Coldiretti, frutto di un dialogo costrittivo portato avanti in Regione.

L’impegno della nostra Organizzazione non si esaurisce qui. Sul tavolo dell’Assessore regionale all’agricoltura Ferrero è in attesa di risposta una nuova richiesta Coldiretti.

Al centro l’Operazione 4.1.2, la misura del PSR dedicata ai giovani agricoltori e mirata al miglioramento del rendimento globale, della sostenibilità e della competitività delle loro aziende.

Dopo la conquista dei 18,5 milioni

di euro, diventa altrettanto fondamentale porre l’attenzione sulle aziende che avevano presentato domanda sull’Operazione 4.1.2 ed erano rimaste escluse dai contributi, pur possedendo i requisiti necessari a ricevere i finanziamenti.

Si tratta di giovani imprenditori che si sono insediati in agricoltura e che potrebbero fare investimenti fondamentali per il futuro della propria attività, giovani interessati ad acquistare, ampliare e modernizzare fabbricati rurali e impianti di lavorazione e a dotarsi di attrezzature e macchinari.

Da qui la richiesta Coldiretti all’Assessore regionale di valutare la possibilità di integrare ulteriormente quel bando con nuove risorse che potranno generarsi nei prossimi mesi.

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Per fronteggiare gli scandali alimentari serve l’etichetta d’origine

LISTERIA: NO ALLARMISMI, SÌ AD UN’INFORMAZIONE CORRETTA In tutta Europa impazza l’allarme listeria, il batterio individuato in alcuni prodotti surgelati. In Italia, sono stati ritirati una serie di minestroni Findus, mentre Lidl ha richiamato alcuni surgelati del marchio Freshona. Le maggiori preoccupazioni sono determinate dalla difficoltà di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro.

Coldiretti invita alla calma: si tratta comunque di misure precauzionali adottate in Italia e in altri Paesi europei, a seguito del possibile rischio di contaminazione, ma occorre anche evitare pericolosi allarmismi.

Gli italiani hanno consumato 402,5

milioni di chili di vegetali surgelati nel 2017 con un aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, dovuto alla crescita a tavola dei vegetali naturali e in particolare delle zuppe, dei passati e dei minestroni.

L’esperienza di questi anni dimostra l’importanza di una informazione corretta con l’obbligo di indicare in indicare in etichetta l’origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti ma anche la necessità di togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano i prodotti dall’estero per consentire interventi rapidi e mirati.

Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma

non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi, le conserve di frutta o per gli ortaggi conservati, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche promuovendo una profonda revisione delle norme comunitarie.

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Occorre una filiera controllata 100% italiana per la canapa coltivata nel nostro Paese come cura di alcune malattie

CANNABIS TERAPEUTICA, OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE

Reddito da 1,4 miliardi di euro e 10.000 posti di lavoro. Questi, secondo le stime Coldiretti, i numeri che la cannabis a scopo terapeutico potrebbe portare nel nostro Paese se coltivata, trasformata e commercializzata per soddisfare i bisogni dei pazienti.

“Si tratta di un’opportunità da valutare con attenzione - spiega Bruno Rivarossa, Delegato Confederale di Coldiretti Piemonte - per porre fine alla dipendenza del nostro Paese dall’estero, Olanda in particolare, e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisca l’agricoltura all’industria farmaceutica”.

Utilizzando gli spazi già disponibili nelle serre abbandonate o dismesse a causa della crisi nell’ortoflo-

ricoltura le nostre campagne potrebbero mettere a disposizione da subito per la cannabis terapeutica 1.000 ettari di terreno in coltura protetta. Gli ambienti al chiuso faciliterebbero i controlli delle

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autorità preposte per scongiurare il rischio di abusi. Dopo questa prima sperimentazione si potrebbe passare alla produzione in campo aperto.

Le potenzialità sono enormi, considerando che fino agli anni Quaranta, con 100.000 ettari coltivati, l’Italia era il secondo produttore mondiale di cannabis sativa, la canapa coltivata per uso tessile, simile dal punto di vista botanico a quella terapeutica.

Dopo decenni di proibizionismo, insomma, si riscopre la coltivazione della canapa che, con l’avvio di un innovativo progetto di filiera controllata, potrebbe offrire nuove prospettive economiche per il Piemonte e non solo.

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ATTUALITÀ

Coldiretti: per le uve fondamentali le contrattazioni dirette, senza attendere indicazioni a fine campagna

VENDEMMIA 2018: ANNATA DIFFICILE, MA DI QUALITA’ Voglia di normalità; questo è il pensiero dei produttori che stanno affrontando un’altra annata capricciosa. L’anno scorso, siccità da desertificazione e quest’anno piogge intermittenti, a comprova di una fase climatica di intenso cambiamento. La professionalità dei nostri vignaioli ancora una volta ha permesso di arrivare alle soglie di agosto con i grappoli sani, nonostante la peronospora, aiutata dalle piogge e l’umidità ce l’abbia messa tutta per rovinare la festa.

Lo confermano i tecnici Coldiretti – Agenzia 4 A che quotidianamente seguono l’avanzare della stagione e forniscono ai viticoltori dati, informazioni e bollettini per centrare i periodi e le soluzioni ottimali per gli interventi antiparassitari. L’acqua in abbondanza e la conseguente proliferazione delle erbe spontanee hanno costretto a maggiori passaggi con decespugliatore o con le moderne attrezzature falcianti, perché ormai l’uso del diserbo chimico tende a lasciare spazio alle altre tecniche, fino a sparire completamente in taluni areali.

Il protocollo “The Green Experience” - compreso quello che prevede la conduzione biologica - dimostra la sua efficacia, nonostante in questa campagna sia stato messo a dura prova. Sono saliti a mille gli ettari condotti nell’albese, in Langa e Roero secondo il disciplinare, con vigneti prevalentemente inerbiti e assoggettati a tecniche innovative distinte da un ridotto impiego di mezzi chimici e volte a ristabilire equilibri naturali, biodiversità e a rendere attrattivi e piacevoli da vivere i vigneti.

Sotto il profilo dell’andamento generale stagionale il bilancio è positivo, ad eccezione di alcune vigne negli areali colpiti dalle grandinate e in situazioni sfavorite da posizioni di fondovalle e umide o dove è sfuggito di mano il controllo sui

parassiti fungini come peronospora e oidio. Rispetto alla campagna 2017, la più anticipata a memoria d’uomo, il 2018 ci riporta verso la media degli ultimi anni. Rispetto all’anno scorso, si stima un ritardo di una settimana. La produzione è allineata con i disciplinari DO, tuttavia dove la fioritura ha avuto un decorso favorevole, si annunciano rese abbondanti. Non vengono segnalati attacchi di insetti, ma si denota la presenza di mal dell’esca.

La flavescenza dorata pare tendenzialmente stabile o addirittura in riduzione, anche in aree dove tradizionalmente è più virulenta. La produzione appare qualitativamente promettente e quantitativamente buona su tutte le varietà, con punte di abbondanza su Barbera, Dolcetto e Moscato.

Appaiono più avari i Nebbioli. Dopo una vendemmia che in quantità è stata universalmente scarsa come quella passata, anche se il mercato non è sempre brillante per tutte le tipologie, segni di interesse al nuovo raccolto si stanno manifestando e se il clima dell’ultimo mese “accompagnerà” , la qualità dell’uva attesa dovrebbe favorire buone contrattazioni. Non a caso parliamo di contrattazioni, senza riferirci esplicitamente ai prezzi, che invece sono stati ancora oggetto

di attenzione da parte della CCIAA, che in continuità con la campagna precedente ha riproposto - peggiorandolo - il metodo di rilevazione e divulgazione delle “medie”. Coldiretti l’anno scorso aveva preso le distanze dall’operazione suddetta, considerandola dannosa per i viticoltori che possono subire ingerenze atte a condizionare il mercato.

E’ importante non alterare i delicati equilibri che si sono originati negli ultimi anni tra il viticoltore e il trasformatore, che hanno giustamente centrato l’attenzione e i reciproci interessi sulla qualità, l’unica leva che può rendere competitiva la viticoltura di collina e potrà garantire un futuro. Coldiretti ha manifestato il suo dissenso in tutte le sedi, fino a votare (unica organizzazione a farlo) contro in occasione della Giunta camerale, che però ha riapprovato il metodo di rilevazione dei prezzi delle uve, modificandolo sulla base delle richieste di Confindustria e con l’avvallo della filiera, eccetto la componente in rappresentanza dei produttori. E’ così confermato il ridicolo numero minimo dei contratti necessari a far considerare sufficiente la rappresentatività del campione e si aggiunge una criticità nuova: ammettere nella rilevazione anche contratti totalmente privi di un prezzo definito, che rimandano ad una non meglio identificata “media dei valori” e accettando quale attestazione di prezzo anche le semplici autocertificazioni prive di valore legale. Nel manifestare disappunto per tale operazione poco chiara, con facili possibilità di ingerenze speculative, sicuramente contraria agli interessi del settore vitivinicolo, Coldiretti invita i propri associati a vendere le uve a prezzo certo, contrattandolo all’atto del carico, senza accettare contratti sibillini con saldo da definirsi in base alla “media”.

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ATTUALITÀ

Le decisioni assunte dal Consorzio di tutela dell’Asti sulle rese produttive non soddisfano appieno i produttori

MOSCATO: INDISPENSABILI NUOVI PROGETTI Non si parla più di accordo dopo che l’anno scorso l’Antitrust che ha mandato in soffitta la storica Commissione Paritetica, ma certamente il contratto che il Consorzio di Tutela dell’Asti sta delineando per la vendemmia prossima influenzerà e avrà valore nella commercializzazione delle uve e dei mosti. La centralità del Consorzio anche in questo ambito è stabilita dal Testo Unico (TU) del vino, intanto che Regolamenti Comunitari, recentemente aggiornati, stanno riaprendo la possibilità di accordi economici di filiera, spostando il fulcro verso nuovi soggetti

definiti Organizzazioni di Prodotto (OP) o addirittura loro raggruppamenti nelle Associazioni di organizzazioni di Prodotto (AOP) .

Per il futuro questa potrebbe essere la nuova governance dell’accordo, per questa vendemmia invece è attesa l’indicazione della resa vendemmiale 2018 che il Consorzio dovrà proporre alla Regione, che a sua volta ,sempre secondo il TU dovrà sentire il parere delle Organizzazioni Professionali - come Coldiretti - e infine decidere. Nei giorni scorsi in varie occasioni il Consorzio ha deciso sulla base dei dati di mercato e le rimanenze, di stabilire in modo prudenziale, finalizzato alla garanzia del ritiro di tutti i mosti, la resa rivendicabile a 85

q. di DOCG più 15 q di riserva vendemmiale, aumentando appena di 5 q rispetto la precedente campagna. I dati presentati dal Consorzio evidenzierebbero un aumento di vendite di Asti spumante di oltre il 6,5% e, per la prima volta, una flessione sul Moscato “tapporaso” di oltre il 7,5%, quasi totalmente ascrivibile al mercato USA. Le scorte di fine agosto attese dopo il saldo tra produzione, vendite e giacenze dovrebbero calare di almeno 100 mila ettolitri e quindi permettere di programmare il suddetto misurato aumento di resa.

Il prezzo invece non potrà essere formalmente determinato, ma si sono sentite volontà da parte di acquirenti di partire da 108 euro

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Agosto | 2018

al quintale contro i 107,5 dell’anno scorso. In vista della decisione per l’eventuale riduzione della rivendicazione contro i 100 previsti dal disciplinare, Coldiretti ha voluto incontrare la propria consulta di settore regionale lo scorso 17/07.

In quell’occasione, i produttori hanno fortemente lamentato che da troppo tempo la redditività è al disotto dei costi di produzione e così facendo “stiamo mangiando quel poco fieno che ancora abbiamo in cascina”, e quel che è peggio è che non si vedono prospettive future perché mancano progetti.

Brucia inoltre la ferita del negato svincolo, promesso a inizio anno della riserva vendemmiale, a favore dei produttori viti – vinicoli, i “moscatisti”. Non deve accadere più che avendo in cantina mosti ottimi come quelli del 2017 queste aziende siano costrette a rinunciare alle commesse di vendita di bottiglie ottenute grazie all’impegno promozionale sui mercati esteri. Come si dice, oltre al danno anche la beffa!

In conclusione secondo Coldiretti

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è opportuno distinguere la problematica Asti DOCG in due momenti. Quello a breve termine che prevede la fissazione della resa, ancora una volta la necessità di incrementare il reddito, anche attraverso un maggiore quantitativo a DOCG si scontra con la situazione di mercato delineata nell’articolo. Per ristabilire gli equilibri tra produzione e vendite e consumare le scorte che zavorrano il settore il Consorzio ha indicato le prospet-

Gruppo

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tive di contenimento e gestione tramite il neccanismo della riserva vendemmiale. Il secondo, al quale Coldiretti sta lavorando, vede un generale riposizionamento delle politiche di promozione, valorizzazione e tutela. Una nuova progettualità per una ripresa a garanzia del futuro per l’intera filiera.

Prossimamente resa e prezzo non dovranno più essere una scelta, ma una diretta conseguenza delle azioni messe in campo.

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ATTUALITÀ

Coldiretti Piemonte ha scritto all’assessorato regionale all’Agricoltura

MORIA DEL KIWI: “SUBITO INTERVENTI PER I PRODUTTORI” Con una lettera indirizzata all’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero e al responsabile del Settore Fitosanitario e Servizi Tecnico-Scientifici, Coldiretti Piemonte ha chiesto interventi per attenuare la perdita economica dei produttori di actinidia. Ad oggi, con una superficie di oltre 4.500 ettari ed una produzione potenziale di oltre 120 mila tonnellate e il coinvolgimento di circa 2.500 aziende, il Piemonte è una delle principali regioni produttrici ed uno dei più importanti poli mondiali per la lavorazione, ma negli ultimi anni sono stati molto pesanti i danni legati alla batteriosi e alla cosiddetta moria del kiwi, che hanno condizionato pesantemente la produttività.

“Nonostante gli sforzi tecnici messi in campo, soprattutto la moria sta

continuando a coinvolgere un numero sempre più elevato di ettari e ciò non mette solo in discussione la produzione 2018, ma anche quella dei prossimi anni e, conseguentemente, la redditività delle imprese”, si legge nella lettera firmata dal Delegato Confederale, Bruno Rivaros-

sa. “In molti casi, la percentuale di piante colpite è così elevata che al produttore non rimane altra possibilità che l’estirpo totale del frutteto, con perdite elevatissime”.

Da qui, la richiesta urgente di introdurre misure ad hoc per sostenere i produttori.

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ATTUALITÀ

Prosegue l’impegno Coldiretti contro i ritardi dei rimborsi: è inaccettabile che le imprese agricole siano ostaggio della burocrazia

ASSICURAZIONI: ALL’APPELLO MANCANO ANCORA 20 MILIONI! Quelli che fino a non molti anni fa chiamavamo eventi climatici eccezionali pare siano diventati la quotidianità. Tra nubifragi improvvisi e temporali di vento e grandine, l’estate 2018 ci costringe a fare i conti con condizioni di grande incertezza per la stagione agricola.

I danni, distribuiti a macchia di leopardo sull’intero territorio provinciale, sono pesanti per le coltivazioni in campo, da quelle orticole e frutticole a quelle cerealicole.

Danni imprevedibili, cui si sommano i mancati pagamenti dei rimborsi alle aziende agricole che hanno stipulato polizze assicurative contro le calamità naturali nelle campagne. A frenare l’iter dei pagamenti, gli ormai consueti rallentamenti burocratici.

Nella nostra provincia, gli imprenditori agricoli sono ancora in attesa di 20 milioni di euro a titolo di rimborso parziale dei costi assicurativi spesi negli ultimi tre anni.

Secondo gli ultimi dati di Condifesa Cuneo, sono stati pagati il 76% dell’ammontare totale atteso per il 2015, il 26% del totale previsto per il 2016, ancora nulla per il 2017. In termini numerici, mancano all’appello oltre 2,2 milioni di euro per il 2015, 7,4 milioni di euro per il 2016

e 9,8 milioni di euro per il 2017.

Se non saranno erogati entro il 31 dicembre 2018, questi fondi che lo Stato eroga utilizzando contributi comunitari dovranno essere restituiti a Bruxelles. Oltre il danno, la beffa. Intanto, il sistema finanziario dei Consorzi di Difesa vacilla: soltanto a livello provinciale Condifesa si è esposto per 40 milioni di euro con le banche per anticipare la percentuale di contributo statale con cui coprire le polizze.

Per queste ragioni Coldiretti è scesa in campo a fianco dell’Asnacodi, l’associazione nazionale dei Consorzi di Difesa, e prosegue l’impegno quotidiano per

chiedere con urgenza il pagamento dei contributi e il ritorno alla stabilità per un sistema di prevenzione dei danni all’agricoltura considerato tra i più avanzati d’Europa.

Un sistema basato sulla copertura assicurativa delle imprese agricole contro i rischi di perdita economica causati dalle avversità atmosferiche (oltre che da malattie infettive e infestazioni parassitarie) che andrebbe favorito anziché disincentivato da lungaggini burocratiche, se consideriamo che intervenire a seguito di una calamità costa quattro volte di più che prevenire con le polizze assicurative.

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Gli eventi eccezionali delle ultime settimane hanno fortemente compromesso la campagna di raccolta di nocciole, uva, ortofrutta e cereali

VIOLENTE GRANDINATE IN TUTTA LA PROVINCIA GRANDA Luglio nero per le aziende agricole cuneesi, colpite da grandinate, nubifragi e vento forte in tutta la provincia.

Danni pesantissimi nel Monregalese, con campi imbiancati di grandine a Piozzo e Carrù.

Qui risulta compromesso il 5060% del raccolto di nocciole: i chicchi di grandine hanno provocato il distacco anticipato dei frutti e lacerato sia le foglie che il legno, rendendo indispensabili interventi cicatrizzanti. È andata persa anche la metà della produzione di uva, con foglie a terra, tralci spellati, acini completamente disfatti e viti che richie-

dono potature per gestire la nuova vegetazione in sviluppo dopo le grandinate.

In ginocchio, poi, i cereali al culmine di un’annata già difficile per l’elevata piovosità: a farne le spese i campi non ancora trebbiati di grano e quelli di mais prossimi alla fioritura.

Nel Saviglianese risultano compromessi i frutteti, i cereali e le coltivazioni di pomodoro - con perdite dal 50 al 70% - e fortemente danneggiati gli impianti di rete antigrandine.

Eventi temporaleschi si sono registrati anche nell’area di Cuneo, con danni in località San Rocco Castagnaretta. Nel Braidese le grandinate hanno colpito coltivazioni di mais, noccioleti, foraggere di secondo taglio e alcuni appezzamenti in cui si coltiva il pregiato porro di Cervere, con danno variabile dal 30% al 75%.

Nell’Albese, le grandinate hanno interessato alcuni Comuni del Roero, i Comuni dell’asta del Tanaro - Guarene, Magliano Alfieri, Castagnito - e parzialmente i Comuni di Neive, Barbaresco e Mango, con danni più contenuti a vitigni e noccioleti.

“Sono gli effetti dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con frequenza sempre maggiore in

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forma di eventi estremi, dalle precipitazioni improvvise ed intense alle grandinate responsabili dei danni peggiori per i nostri produttori. Danni spesso irreversibili, che provocano la perdita dell’intero raccolto dopo un anno di lavoro, in parte mitigati dall’intervento tempestivo dei nostri tecnici 4A che pianificano gli interventi sulle colture per recuperare il salvabile”, rimarcano Bruno Rivarossa e Tino Arosio di Coldiretti Cuneo.

“Gli eventi climatici eccezionali di queste settimane pongono di fronte ad un’importante sfida sia le imprese agricole, chiamate ad interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sia i consumatori nella scelta dei prodotti da portare in tavola”.

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ATTUALITÀ

Quasi 600 mila euro in più per le aziende che trasformano i prodotti agricoli

PSR: PIÙ FONDI ALL’OPERAZIONE 4.2.1 La Giunta Regionale, nella seduta del 20 luglio 2018, ha deliberato l’aumento di € 577.400,00 della dotazione finanziaria del bando A dell’Operazione 4.2.1 del PSR 2014 - 2020 (Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli – acquisto di immobili, realizzazione

di opere edili, acquisto di macchinari, impianti ed attrezzature), rivolta a sostenere gli investimenti effettuati dalle aziende operanti nel comparto della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. L’incremento di risorse permette di assegnare i contributi

ad aziende che non erano risultate finanziabili a seguito dell’esaurimento dei fondi, nella fattispecie le imprese interessate dall’incremento di risorse sono quelle operanti nei seguenti settori: uova, patate, miele, florovivaismo, piante officinali e medicinali, olio di oliva.

I produttori che hanno fatto domanda riceveranno direttamente una PEC

GRADUATORIA BANDO RETI ANTIGRANDINE È prevista nei primi 15 giorni di agosto la pubblicazione della graduatoria della misura 5.1.2 (prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo abiotico, intervento reti antigrandine).

I produttori che hanno fatto domanda riceveranno una mail attra-

verso la posta elettronica certificata relativa ad una comunicazione dalla quale decorreranno 10 giorni per poter fare predisporre ulteriori controdeduzioni.

Maggiori dettagli e informazioni potranno essere fornite presso i singoli uffici zona.

Approvati i bandi per diverse aree di intervento

APICOLTURA: 890.000 € DALLA REGIONE Sono stati approvati i bandi relativi al programma regionale per la concessione di contributi all’apicoltura per il periodo 01/08/2018 – 31/07/2019. La dotazione finanziaria complessiva è pari a € 887.327,43 per diverse aree di intervento finanziabili, nello specifico: 1) Servizi di Sviluppo nel settore apistico: Dotazione finanziaria: € 572.830,00; Termine presenta-

zione domande: 15 ottobre 2018; Beneficiari: associazioni o cooperative. 2) Investimenti (Attrezzature per apicoltura e/o per il nomadismo): Dotazione finanziaria: € 194.497,43. Termine presentazione domande: 15 gennaio 2019; Beneficiari: apicoltori singoli o associati con sede legale in Piemonte; 3) Valorizzazione: Dotazione finanziaria: € 100.000,00; Termine pre-

sentazione domande: 15 ottobre 2018; Beneficiari: Associazioni e cooperative apistiche o associazioni temporanee di scopo con sede legale in Piemonte; 4) Azioni di ricerca: Dotazione finanziaria: € 20.000,00. Termine di presentazione delle domande: 15 ottobre 2018. Beneficiari: Enti ed istituti di ricerca con esperienza specifica nel settore.

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Il Decreto “Milleproroghe” posticipa l’obbligo dal 1° settembre al 1° dicembre 2018

PROROGA PER LA RICETTA ELETTRONICA L’obbligo della ricetta elettronica riguardante la prescrizione di farmaci veterinari e mangimi medicati sarebbe dovuto scattare il prossimo 1° settembre, ma nel Decreto “Milleproroghe” di fine luglio il Governo l’ha prorogato di tre mesi.

Se la variazione è confermata il Decreto è in attesa di essere convertito in Legge - la decorrenza dell’obbligo sarà posticipata al 1°dicembre 2018.

Ad oggi è in corso una fase sperimentale per la ricetta elettronica veterinaria, introdotta a livello na-

zionale nel novembre 2017 con la Legge n. 167/2017. I veterinari che stanno collaudando la procedura hanno la possibilità di operare sia in ambiente di test che reale, per due allevamenti al massimo.

Obiettivo principale della dematerializzazione della ricetta è garantire la totale tracciabilità del farmaco, dalla produzione all’utilizzo negli allevamenti, facilitando al contempo i controlli da parte delle Autorità competenti.

Quando l’obbligo sarà in vigore, il veterinario non rilascerà più la

ricetta cartacea al produttore ma effettuerà le prescrizioni tramite la procedura prevista dal portale del Ministero della Salute, utilizzando eventualmente dispositivi mobili (tablet o smartphone).

Il veterinario non consegnerà alcuna stampa della ricetta, bensì due codici con i quali l’allevatore potrà acquistare il medicinale.

L’allevatore, inoltre, continuerà a riportare nell’apposito registro dei trattamenti il periodo di inizio e di fine della somministrazione del farmaco.

Al via le procedure di designazione dei componenti a norma della Legge regionale 5/18

RINNOVO COMITATI DI GESTIONE ATC E CA La Giunta Regionale ha definito nei giorni scorsi le modalità con cui debbono essere designati i componenti dei Comitati di Gestione degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) e dei CA (Comprensori Alpini), che sono attualmente commissariati, in applicazione di quanto disposto dall’articolo 11 della Legge regionale n. 5/2018 “nuova legge sulla caccia”.

La rappresentatività da rispettare,

considerando che ogni Comitato di Gestione dovrà essere composto da dieci membri (compreso li Presidente) è la seguente: tre rappresentanti designati dalle organizzazioni professionali agricole (individuati tra i proprietari o conduttori, titolari o coadiuvanti, di fondi ricompresi nell’ATC o CA); tre rappresentanti designati dalle associazioni venatorie riconosciute; due rappresentanti

designati dalla associazioni di protezione ambientale riconosciute; due rappresentanti designati congiuntamente dalle associazioni rappresentative degli enti locali.

All’associazione od organizzazione agricola, ambientalista o venatoria la cui rappresentatività degli iscritti è pari o superiore al 55% degli iscritti spettano due rappresentanti.

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ATTUALITÀ

Importante proseguire l’impegno nel 2018 per avere la maggiorazione PAC

PIANO IBR E PREMIO ACCOPPIATO VACCHE NUTRICI PIEMONTESI È importante proseguire per il 2018 e gli anni a seguire, gli impegni previsti per il Piano IBR per valersi della maggiorazione PAC. Infatti, con la Domanda Unica 2017 della PAC, gli allevatori di bovini di razza Piemontese che avevano aderito al Piano IBR dell’ANABORAPI hanno potuto beneficiare, per la prima volta, della maggiorazione prevista al premio vacche nutrici.

Nel 2017 anche le vacche nutrici di razza Piemontese iscritte a libro genealogico di allevamenti aderenti al piano IBR/ANABORAPI hanno potuto ottenere il premio aggiuntivo di 22,17 euro/capo che, sommato al premio base di 111,17 euro/capo, ha portato ad un totale di 133,44 euro/capo. L’ importo è in linea con quello dell’anno precedente (136 euro/capo). La dimi-

nuzione del premio “base” 2017 per le vacche nutrici, nonostante l’aumento del plafond di 700 mila euro (passato da 36,6 a 37,3 milioni di euro) è dovuto al generale incremento dei capi ammessi a premio, passati da 268.403 a 335.485 (oltre 67 mila in più). Per beneficiare nel 2018 della maggiorazione, gli allevatori dovranno proseguire l’impegno del Piano IBR che prevede – entro l’anno - il test su tutti i capi da riproduzione di razza Piemontese di età superiore ai 12 mesi (in caso di allevamenti multi razza, per i capi da riproduzione NON di razza Piemontese il prelievo verrà effettuato solamente su quelli di età superiori a 24 mesi, come prevede il piano regionale).

L’adesione al piano non va rinnovata ogni anno in quanto l’allevatore,

al momento della sottoscrizione, si è impegnato ad aderire contestualmente al Piano Regionale IBR e a quello ANABORAPI (quest’ultimo dura 6 anni). I costi a carico degli allevatori - pagati all’ASL - variano a seconda delle casistiche: • allevamenti in già in possesso di qualifica per IBR (ufficialmente indenne, indenne, negativo, negativo vaccinato) e allevamenti positivi nei quali non sono più presenti capi infetti: nessun costo per il prelievo – costo di 1 euro per capo per l’esame di laboratorio; • allevamenti positivi o allevamenti senza qualifica: pagamento del prelievo (7.50 per il primo capo + 2.50 per i successivi) e costo di 1 euro per ogni capo per l’esame di laboratorio.

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Le regole da rispettare per la rotazione dei seminativi

MISURA AGROAMBIENTALE: AVVICENDAMENTO COLTURALE Le aziende che aderiscono alla misura agro ambientale 10.1.1 del PSR devono rispettare, previo perdita di parte del contributo, l’avvicendamento colturale (rotazione).

L’avvicendamento colturale è uno strumento importante e fondamentale per consentire un buon contenimento dei patogeni terricoli, il miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno ed una migliore efficacia dei mezzi di lotta contro le erbe infestanti.

Essendo il 2019 l’ ultimo anno di impegno per la maggior parte delle aziende, riportiamo le principali regole del PSR: • adozione di una rotazione che preveda almeno 3 colture in 5 anni, con al massimo 1 ristoppio per ogni coltura;MAIS-MAIS-FRUMENTO-FRUMENTO-SOIA

• una coltura potrà essere coltivata

sul medesimo appezzamento al massimo 3 volte nei 5 anni; MAISMAIS-FRUMENTO-MAIS-SOIA • i cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, avena, triticale ecc.) sono considerati colture analoghe ai fini della rotazione e pertanto NON fanno rotazione; • colture appartenenti allo stesso genere, indipendentemente dalla diversa destinazione d’uso (per es. mais da foraggio, mais da biomassa, mais da granella...), sono considerate colture analoghe ai fini della successione colturale e pertanto NON fanno rotazione; • gli erbai, ad esempio il loietto, sono considerati colture annuali; • le colture erbacee poliennali, ad esempio i prati o i prati stabili, non sono soggette ai vincoli rotaziona-

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li; PRATO-PRATO-PRATO-MAISMAIS In alcuni casi particolari (aziende ricadenti in zona collinare o montana oppure con aziende miste dove i cereali non ricoprono più di 5 ha e comunque non più del doppio della superficie dei fruttiferi) è possibile adottare una rotazione che preveda solo 2 colture nel quinquennio sempre con 1 solo ristoppio ed intervallate da una coltura di famiglia botanica diversa: MAIS-MAIS-FAGIOLO-MAIS-MAIS. Le aziende aderenti al PSR misura 10.1.1 sono tenute anche ad avere 1 taratura per tutte le macchine tarabili (atomizzatori e barre) entro il 15 marzo dell’ ultimo anno di impegno ed il controllo funzionale per tutte le macchine non tarabili. Per maggiori informazioni contattare i tecnici.

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Entro la fine del 2018 verrà avviata una prima ricognizione degli allevamenti

BENESSERE SUINI, AL VIA IL PROGRAMMA TRIENNALE APPROVATO DALL’UE

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riale di arricchimento, pulizia, comfort termico, qualità dell’aria, competizione per il cibo e lo spazio, stato di salute, alimentazione e se siano state apportate modifiche concrete ai sistemi gestionali o ambientali negli allevamenti prima degli interventi di caudotomia; un sistema nazionale di raccolta delle lesioni rilevate al macello e di lesioni della coda; i dati esatti sulla prevalenza delle morsicatura della coda e sulla percentuale dei suini che hanno subito il mozzamento

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della coda.

L’Italia ha concordato con l’UE un piano triennale (entro il 2020) per risolvere queste criticità, soprattutto la problematica del taglio coda.

La soluzione è stata individuata con il progetto “ClassyFarm”, il sistema di categorizzazione del rischio degli allevamenti italiani. Si tratta di un sistema di raccolta-dati “integrata”, cioè proveniente da più fonti (controlli ufficiali, BDN, banche dati e informazioni del veterinario aziendale) che consente di dare una valutazione complessiva dell’allevamento, in tutte le aree

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Il tema del benessere animale è da tempo al centro delle attenzioni del legislatore europeo e a fine luglio, si è svolto a Brescia un importante incontro organizzato dalla Confederazione nazionale sul tema del benessere suini con particolare riferimento alle misure finalizzate a prevenire il ricorso del taglio della coda.

Ha aperto la riunione il vice presidente nazionale Ettore Prandini, spiegando che da metà settembre partiranno iniziative finalizzate a migliorare questi aspetti e che è anche in fase di definizione un protocollo con il Ministero per le linee guida sull’uso dell’antibiotico.

Un altro aspetto fondamentale è quello di trovare il giusto compromesso tra le richieste dei consumatori, GDO e Unione europea, soprattutto alla luce del fatto che - come rilevato dalla Commissione europea - in Italia mancano ancora: • una strategia finalizzata a ridurre la morsicatura della coda o evitarne il mozzamento come operazione di routine nei suini; • le informazioni necessarie per gli ispettori per la valutazione della conformità del mate-

Agosto | 2018

afferenti la salute e il benessere animale (farmaco veterinario e biosicurezza compresi). Questa valutazione sarà sintetizzata da un indicatore numerico di rischio (score), un valore scaturente da coefficienti validati ed elaborati che consentirà alle ASL di impostare una programmazione mirata dei controlli ufficiali e agli operatori di ridurre gli oneri in termini di minor frequenza dei controlli.

Inoltre, la categorizzazione consentirà all’allevatore di avere una fotografia costante del suo allevamento, anche per verificare le aree di miglioramento delle strategie aziendali, nel proprio interesse economico-produttivo. L’obiettivo è quello di premiare gli allevamenti più virtuosi, lungo un percorso che offra anche prospettive di certificazione di qualità, a vantaggio del consumatore finale.

Possono inserire i dati sia i veterinari aziendali che i veterinari ASL, mentre gli allevatori potranno solamente visualizzarli (punteggio, dati produttivi, geolocalizzazione, biosicurezza e consumo farmaci).

Per rispetto della privacy, oltre alle aziende, potranno accedere ai dati solamente il veterinario aziendale incaricato e il veterinario ASL per gli allevamenti di competenza. La visualizzazione dei risultati è con sistema a semaforo. Sarà perciò importante per l’allevatore avere un veterinario che inserisca i dati correttamente e che conosca bene l’azienda.

Per implementare il sistema “ClassyFarm” entro la fine dell’anno occorrerà effettuare una ricognizione di tutti gli allevamenti in primis quelli con svezzamenti e ingrasso; gli allevatori dovranno perciò incaricare il proprio veterinario a redigere la check-list per verificare se sono soddisfatte le condizioni minime per i sei gruppi di fattori di rischio (materiali manipolabili, alimenti, salute, densità, qualità aria in stalla). Una volta caricati i dati a sistema, si avrà l’esito su cosa va e non va e l’allevatore dovrà cercare di porvi rimedio. Mentre a inizio 2019 dovrebbe seguire una tornata di controlli ufficiali da parte dei Servizi Veterinari ASL. Il tutto

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verrà fatto seguendo il “Manuale CReNBA: Linea guida per la prevenzione del taglio della coda” (per es. nel manuale sono stati anche definiti i materiali manipolabili).

L’adesione a questa iniziativa non è formalmente obbligatoria ma è, in pratica, l’unico metodo ufficiale con il quale verrà misurata l’intenzione e la capacità dell’allevatore di apportare tutte le migliorie necessarie al proprio allevamento.

Il tutto attraverso interventi da effettuare attraverso un percorso da qui all’inizio 2020 per dimostrare di aver messo in atto tutte le soluzioni possibili e, in particolare, per non ricorrere al taglio della coda.

Ovviamente con un occhio attento a quello che faranno anche gli altri Stati membri per evitare situazioni di concorrenza sleale. Il sistema verrà esteso a tutte le filiere, ma ad oggi sarà data priorità a suini, bovini e avicoli.

Vista la portata e la delicatezza degli argomenti, Coldiretti organizzerà quanto prima dei momenti informativi riservati agli allevatori suinicoli.

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ECONOMICO

Le quotazioni migliori rispetto alla campagna precedente: è buona la qualità, ma in Piemonte si registra un’importante contrazione produttiva

PESCHE E NETTARINE, INIZIATA BENE LA CAMPAGNA DI RACCOLTA Quest’anno la campagna di raccolta di pesche e nettarine, è iniziata alla metà luglio, con circa una settimana di ritardo rispetto alla passata stagione. In tutto il Piemonte si prevede un raccolto inferiore all’annata precedente, come anticipato già a fine maggio, quando le previsioni di produzione segnalavano una importante contrazione produttiva, soprattutto in Italia, Spagna e Francia. In Italia il CSO Italy stimava la produzione in diminuzione del 16%, prevedendo la produzione di 1,147 milioni di tonnellate; la contrazione produttiva, riguarda sia il nord che il sud, sia perché continua la diminuzione della superficie coltivata, sia per l’andamento climatico invernale e primaverile che è stato non ottimale. La Spagna segnalava a inizio campagna una riduzione di produzione di circa il 17% e per la prima volta negli ultimi anni è stata segnalata una riduzione delle superfici coltivate a pesche e nettarine del 2%. Per la Francia, la riduzione produttiva prevista si aggira sulle stesse percentuali di Spagna e Italia, ma è pressoché inalterata la superficie produttiva.

Tra i maggiori paesi produttori, solo la Grecia segnala un incremento di produzione, che riguarda però soprattutto la produzione

delle percoche destinate alla trasformazione industriale.

Nella nostra regione, si stimava ad inizio campagna una riduzione produttiva di circa il 10%, ma dopo la raccolta delle varietà più precoci, appare evidente che, a consuntivo, la perdita di produzione sarà sicuramente più elevata. Il calo produttivo è da ascrivere alla siccità estiva del 2017 e al ritorno del freddo dell’inizio di febbraio, ma anche e soprattutto al ridimensionamento della superficie produttiva, dovuto ad una serie di annate con remunerazioni molto basse. Nonostante i frutteti cuneesi siano stati influenzati da numerose grandinate, l’effetto è stato mitigato dagli appositi impianti anti-grandine. Sia il profilo qualitativo che quello organolettico si presentano fino ad ora buoni ed anche eccellenti per tutta la produzione regionale piemontese.

Un aspetto preoccupante è rappresentato soprattutto dalla riduzione delle superfici destinate alla coltura nella nostra regione. Il motivo è legato all’andamento del mercato: le quotazioni basse e molte volte inferiori ai costi di produzione hanno provocato numerosi estirpi e questa diminuzione pare non avere freno. La maggior parte delle partite vengono cedute senza contrattazione con il cosiddetto

“conferimento con prezzo da definire” e anche se durante la campagna di raccolta si possono avere delle informazioni sull’andamento di mercato, i produttori sapranno il reale valore delle singole partite e delle singole varietà, solo nel mese di dicembre e questo, unito all’andamento del mercato, non facilita gli investimenti.

Anche se non provengono le stesse indicazioni da tutti gli operatori (ci sono infatti spesso informazioni contrastanti), almeno in questa prima fase, il mercato sembra migliore delle passate stagioni e le pesche e le nettarine sono richieste dal mercato, ma per ora, si tratta solamente di indicazioni e una valutazione corretta potrà essere fatta solo alla fine dell’anno.

La campagna commerciale sembra destinata a risultati migliori di quelli registrati nelle annate precedenti in Piemonte così come in Italia, ma continuano a persistere le problematiche di tipo strutturale, come la mancanza di aggregazione commerciale, che ci rende inesorabilmente deboli rispetto ai principali competitor e continua a minare alla base le possibilità di sviluppo della nostra peschicoltura.

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ECONOMICO

Specie fruttifera che sta diventando importante per le imprese del nostro territorio grazie alle buone rese produttive e remunerative

MIRTILLO: CRESCONO GLI INVESTIMENTI DELLE AZIENDE Il mirtillo sta diventando una specie fruttifera importante per il Piemonte la quale, viste le buone rese produttive e remunerative, abbinate al crollo di altre specie presenti sul territorio (pesco e actinidia), hanno spinto le aziende piemontesi ad investire su questo piccolo frutto. Dal 2014, la crescita media annuale è stata di circa 50 ettari all’anno; nel solo 2016, sono stati messi a dimora 80 ettari.

Attualmente, si contano oltre 480 ettari a mirtillo, di cui 370 nella provincia Granda; la restante parte è concentrata nel Torinese, dove il mirtillo sta diventando anche qui un realtà interessante. Nel 2006, invece, si contavano solamente 120 ettari suddivisi su circa 390 aziende. Oggi le aziende piemontesi coinvolte nella produzione del mirtillo sono più di 1200, perciò i conti sono presto fatti per calcolare quante nuove aziende (oltre 800) abbiano inserito la coltivazione del mirtillo all’interno della loro SAU. Ad oggi, in Piemonte, la superficie media per azienda è di poco più di una giornata piemontese, quindi è facile capire come il mirtillo sia prevalentemente una coltura frazionata in molti impianti. Questo trend di crescita degli impianti non è avvenuto solo in Piemonte, anzi, il fenomeno ha assunto una

dimensione globale, con un’espansione delle superfici prevalentemente nell’Est Europa, Spagna e America del Sud. Una produzione che, essendo globale, permette un’offerta di prodotto durante tutto l’arco dell’anno.

Il grosso successo del mirtillo è dovuto ad una richiesta in fortissi-

Dal 2014 ad oggi la superficie dedicata è cresciuta di circa 50 ettari all’anno. Nella nostra regione si contano oltre 480 ettari a mirtillo, 370 in provincia di Cuneo

ma crescita soprattutto nei paesi del Nord Europa. Basti pensare che il consumo medio pro-capite annuo in Inghilterra supera quello delle mele, anche perché i mirtilli vengono consumati quotidianamente. Consumi che negli ultimi anni sono incrementati soprattutto per gli aspetti salutistici di questo frutto, che lo rendono un vero super food, ma anche per la praticità con cui viene consumato, aspetti assolutamente importanti nel mercato moderno dove spesso il prodotto viene consumato fuori casa. Insomma il consumatore di oggi vuole mangiare frutta ma vuole la comodità di uno snack.

Questo incremento di domanda è ancora inespresso in alcuni paesi quindi in futuro, la richiesta e il consumo di mirtilli potrebbe aumentare ancora.

Per quanto riguarda la coltivazione, nel 2018, stiamo assistendo ad un leggero calo produttivo rispetto al 2017, dovuto principalmente alle condizioni meteo dello scorso autunno; inoltre non sono rari i casi di danni da gelo causati dagli abbassamenti di temperatura a fine inverno 2018. Per quanto riguarda le altre problematiche, vi è la Drosophila; negli impianti dove è terminata la raccolta non ci sono stati attacchi, ma si prevedono danni nel mese di agosto, sulle

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Agosto | 2018

varietà più tardive e nelle zone di montagna dove la maturazione è posticipata.

In questi anni, infatti, i nuovi impianti si sono concentrati su produzioni più anticipate, principalmente con la varietà precoce Duke. Questa scelta è stata vincente, in quanto le produzioni precoci sono difficilmente soggette a Drosophila; inoltre si è potuto assistere a produzioni di quantità importanti molto uniformi, avendo una sola cultivar di riferimento, tra l’altro produttiva e con buone caratteristiche organolettiche. Aspetti, sino ad oggi, molto importanti per la commercializzazione, anche se la scelta di una sola cultivar potrebbe in futuro trasformarsi anche in una debolezza, soprattutto nei confronti di nuove problematiche fitosanitarie.

Oggi stiamo assistendo a presenze sempre maggiori di nuove patologie, come Botriosferia e Phomopsis, che potrebbero cambiare le condizioni di coltivazione.

Per la difesa dalla Drosophila, si stanno ottenendo ottimi risultati con le reti anti-insetto e questo potrebbe permettere la diversificazione utilizzando cultivar più tardive, incrementando il calendario di offerta del prodotto piemontese. Ad oggi, le problematiche fitosanitarie su mirtillo non sono moltissime e la specie può essere

coltivata tranquillamente anche in agricoltura biologica, dove la domanda per questa tipologia di prodotto è forte e gli spazi commerciali interessanti.

In questa campagna, i prezzi di mercato sono stati inferiori rispetto alle annate passate, causa il posizionamento sul mercato di prodotti spagnoli e polacchi. Occorre ribadire che la remunerazione è comunque molto interessante e superiore rispetto a molte altre coltivazioni effettuate in Piemonte.

Il prezzo medio dei mirtilli, con la continua crescita degli impianti e quindi l’incremento e l’organizzazione dell’offerta, potrebbe sicuramente cambiare nei prossimi anni.

E’ importante investire sul mirtillo per assicurare produzioni di ottima qualità, ad esempio con reti an-

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ti-grandine e anti-insetto, per poter conferire prodotto sano e non deprezzato, razionalizzare i sesti di impianto per ridurre problemi funginii, di Drosophila e assicurare luce alla produzione, soprattutto nei impianti vecchi che andrebbero sfoltiti o in quelli nuovi troppo fitti.

Anche la potatura assume un’importanza fondamentale per assicurare una produzione di pezzatura, più interessante sul mercato; inoltre ha lo scopo di abbassare il maggiore costo di produzione del mirtillo: la raccolta.

Nel mondo, il mirtillo sta diventando un fruttifero sempre più importante, gli impianti vengono modernizzati e la coltivazione, oggi, si sta estendendo anche in zone dove il terreno non è idoneo, grazie alla coltivazione in fuori suolo.

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ECONOMICO

In sintesi i risultati ottenuti con il Bando Regionale

VITIVINICOLO: AUTORIZZATI I NUOVI IMPIANTI

E’ stata pubblicata la graduatoria degli aventi diritto ai nuovi impianti, che avevano presentato la domanda, concorrendo al bando nazionale. In deroga al divieto di nuovo impianto, l’Ue consente agli Stati membri di ampliare fino all’1% la superficie vitata complessiva.

Ottenuta la nuova autorizzazione, i beneficiari possono realizzare i nuovi vigneti, espandendo in modo graduale la loro produzione, tuttavia, prima di effettuare i lavori è opportuno che si conoscano alcuni aspetti.

In particolare, occorre considerare che il vigneto potrà vantare come anno di realizzo già il 2018, se è stato piantato, dopo l’assegnazione dell’autorizzazione, entro la campagna attuale, vale a dire il 31 luglio.

destratificatori e ventilatori per l’allevamento e l’industria

Lo step successivo sarà quello di inserirlo nel “sistema”, ma in questo caso c’è più tempo, entro il prossimo 30 settembre. Altro elemento importante è il ricorso al TAR presentato dalla Regione Veneto che non essendo ancora risolto, genera possibili rischi (vedi ultimo paragrafo).

Scendendo più nello specifico, vediamo i risultati in termini quantitativi ottenuti con il bando per le nuove autorizzazioni in Piemonte.

Il dato statistico e i criteri del bando

In Piemonte, è stato adottato l’atto che stabilisce per ciascun beneficiario il rilascio delle autorizzazioni per nuovi impianti viticoli, in base all’elenco fornito dal Ministero.

L’elenco nazionale assegna alla nostra regione 462.8 ettari contro i 1.068 indicati nelle domande, vale a dire il 43% (l’anno scorso era il 70% e nel 2016 quasi la totalità), in media della richiesta. Nei casi singoli, la percentuale ammessa invece varia di molto poiché intervengono alcuni elementi del bando. Ricordiamo, infatti, che la superficie massima ammissibile in domanda era di 20 ettari e quella minima garantita 0,5 ha. Questo fa sì che la media di 43% scenda anche a meno del 20% e raggiunga addirittura (se si è richiesto il

minimo) il 100%.

La determinazione dirigenziale n.

776 del 23 luglio 2018 è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) e sul sito: http://www.regione.piemonte.it/ agri/politiche_agricole/viticoltura/ autorizzazioneViti.htm.

La pubblicazione sul BUR vale come notifica alle singole aziende beneficiarie, che non riceveranno lettere d’avviso singole.

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ricorso precisando che la regione Veneto ha rinunciato alla domanda cautelare (come abbiamo specificato). Alla luce di questo, vi è una potenziale criticità per gli impianti realizzati prima che la vicenda sia completamente chiarita, poiché nell’ ipotesi che il Tar bocciasse il provvedimento decadrebbero le autorizzazioni concesse.

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Fatto salvo che sia stata ammessa una superficie inferiore al 50% di quella richiesta in domanda - in tale caso è consentita la rinuncia senza sanzione, se presentata entro 30 giorni dalla pubblicazione della graduatoria - le superfici assegnate dovranno essere impiantate interamente entro 3 anni (sempre dalla pubblicazione sul BUR), pena l’applicazione di sanzioni. Ricordiamo ancora che il Decreto Ministeriale 527/2017 prescrive norme tendenti ad evitare fenomeni elusivi e di distribuzione proporzionale geografica. Per questo non è più consentito il trasferimento delle nuove autorizzazioni da una regione all’altra e se il vigneto oggetto di nuovo impianto è estirpato prima dei 5 anni non genera una “autorizzazione al reimpianto” e di conseguenza il suo rinnovo, anche in altro luogo, non è ammissibile.

Per ultimo, ma non per importanza, occorre tenere presente il ricorso al TAR presentato dalla Regione

Veneto, che ha chiesto in prima istanza la sospensiva del bando in oggetto. Lunedì 16 luglio il Tribunale si sarebbe dovuto pronunciare in merito, ma nel frattempo la Regione ricorrente ha rinunciato alla domanda cautelare, volta alla eventuale sospensiva. E’ importante considerare che ad oggi questo non significa che il Veneto abbia ritirato il ricorso (ma solo la sospensiva), pertanto le condizioni di incertezza rispetto alla validità del decreto e di conseguenza a quella del bando assegnatario delle superfici 2018, restano e verranno superate solo se il ricorso sarà definitivamente ritirato, oppure nel caso in cui decada per decorrenza dei tempi, ovvero venga discusso nel merito e il TAR dichiari la validità del Decreto ministeriale e del bando 2018.

In questa situazione è evidente che resta in capo ai viticoltori assegnatari delle autorizzazioni della presente annualità una evidente incertezza. La Determina piemontese di assegnazione delle nuove autorizzazioni richiama, infatti, il suddetto

1988

Le rinunce e gli obblighi

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ECONOMICO

Coldiretti: il nostro progetto è a misura d’impresa

VINO: AL VIA I CONTRIBUTI PER LA PROMOZIONE OCM PAESI TERZI

Dopo lungo tergiversare, superati ricorsi e tensioni tra le categorie, il Ministero ha finalmente pubblicato l’avviso per la presentazione dei programmi di promozione del vino a valere sui fondi OCM vino quota nazionale. La pubblicazione del bando nazionale consente di conseguenza anche alle Regioni di emanare propri bandi per i fondi della quota spettante. Questo il link da cui è possibile scaricare tutta la relativa documentazione: https://www.politicheagricole.it/ flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/ IT/IDPagina/12849 La scadenza per la presentazione delle domande, diversamente dalla consuetudine è più avanti nel tempo, vale a dire il 25 settembre 2018. Questo consente alle imprese ancora spazio per valutare e programmare iniziative di comunicazione/ promozione da realizzarsi nell’annualità 2018/2019 .

Coldiretti sta lavorando alla presentazioni di uno o più progetti “ a misura “ , secondo le esigenze indicate dalle piccole e medie imprese, onde usufruire dei contributi

previsti dalla misura OCM promozione nei Paesi Terzi.

I paesi target sono individuati sulla base delle manifestazioni di interesse che le aziende segnalano.

Nella fase istruttoria e progettuale non si applicheranno costi e tutte le attività che gli interessati decideranno di realizzare, dalla partecipazione ad una fiera all’estero al semplice viaggio d’affari , alle spese per la realizzazione dei materiali ecc.. (si veda nel dettaglio di seguito), potranno ottenere il sostegno comunitario. È importante che i beneficiari non partecipino direttamente o in altri raggruppamenti per la campagna in corso con altri progetti sui medesimi paesi target.

Elenco sintetico delle principali azioni su cui possono essere articolati gli investimenti e le principali tipologie di spese finanziabili.

AZIONI • Partecipazione a fiere ed eventi • Tasting e degustazioni • Seminari ed eventi informativi • Promozione sui punti vendita

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(Ho.Re.Ca e GDO)

• Advertising (carta stampata e web)

• Realizzazione di materiale promozionale (cartaceo e digitale)

• Attività di incoming • Attività di PR e brand ambassador

• Digital PR e social network TIPOLOGIE DI SPESA FINANZIABILI

• Costi di partecipazione • Costi di realizzazione • Costi di trasferta (viaggio, vitto, alloggio)

• Costi di promozione • Costi organizzativi I produttori interessati potranno contattare gli uffici Coldiretti. Successivamente all’invio di una semplice manifestazione d’interesse, che individua le specifiche necessità in tema di promozione (cosa fare, dove, quando e a che costo…) saranno costantemente aggiornati e informati sullo sviluppo delle progettualità, la documentazione necessaria per la predisposizione del progetto, le condizioni, le spese di partecipazione e l’impostazione organizzativa ed operativa.

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ECONOMICO

Indispensabile pianificare interventi strutturali per la corretta gestione delle risorse idriche del nostro territorio

DALLA REVISIONE DEL PIANO TUTELA DELLE ACQUE NOVITA’ IN ARRIVO PER L’AGRICOLTURA Coldiretti Piemonte ha preso parte alla presentazione, organizzata dalla Regione, della revisione del Piano di Tutela delle Acque, in adempimento alla normativa nazionale e comunitaria.

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) è uno strumento di programmazione finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici che dovrà allineare le strategie regionali di gestione delle acque con le corpose e significative evoluzioni normative intervenute negli ultimi anni a livello europeo e nazionale. Non si tratta dunque di un mero aggiornamento del “quadro conoscitivo della risorsa” (disponibilità, utilizzi, pressioni, impatti..) poiché il nuovo Piano è destinato a definire il nuovo “assetto normativo”, l’insieme delle misure, degli interventi e delle regole che la Regione vorrà adottare allo scopo di conseguire gli obiettivi

di tutela definiti dalla legislazione comunitaria e nazionale. Le nuove “Norme di Piano” sono destinate a costituire una sorta di compendio normativo che regolerà e condizionerà fortemente l’uso dell’acqua negli anni futuri e da esso discenderanno molte disposizioni anche in materia di utilizzo irriguo dell’acqua.

Attualmente è in corso la fase di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del nuovo Piano ed è previsto che tutta la documentazione sia resa pubblica affinché i “portatori di interesse” possano produrre osservazioni, rilievo o suggerimenti. Tra questi vi è anche Coldiretti Piemonte, che è intervenuta alla tavola rotonda “Tutela e usi delle acque in uno scenario di cambiamenti” ponendosi pone come parte attiva nell’ambito dei tavoli di confronto tra i vari attori.

A fianco di misure volte a promuo-

vere il risparmio e l’uso efficiente di questa risorsa - rimarca il vicepresidente regionale Fabrizio Galliati - dovrà essere predisposto un progetto organico che contempli interventi e preveda risorse destinate a rendere disponibile, nel periodo irriguo, più acqua per l’agricoltura.

Un ruolo di fondamentale importanza è ricoperto dai Consorzi irrigui che gestiscono la rete idrica: con il loro lavoro, tutelano il nostro territorio non solo dal punto di vista agricolo ma anche urbanistico; per tale motivo rappresentano un interlocutore di primo piano. E’ importante adottare modalità di utilizzo efficienti, pianificare misure ed interventi strutturali idonei a garantire una corretta gestione di questa preziosa risorsa, così da creare le condizioni che permettano di limitare le emergenze ed evitare criticità”.

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Ecco le nuove Agritate all'appello: Martina Bianco e Silvia Borgarello di Montà, Cristina Canavese e Cristina Sampò di Sant'Albano Stura, Manuela Ceaglio di Vignolo e Simona Posillipo di Crova.

Day Mother Service

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MOVIMENTI

Grande successo per la 22esima Festa dei “Senior” Coldiretti

OLTRE 600 ALLA GIORNATA PROVINCIALE DEI PENSIONATI

L

o scorso 5 luglio, più di 600 persone hanno preso parte alla 22esima Giornata dedicata ai Pensionati di Coldiretti Cuneo, al Real Park di Entracque.

A fare gli onori di casa il Presidente provinciale Pensionati Lorenzo Bergese, il vice Delegato Confederale Bruno Rivarossa e il Direttore di Coldiretti Cuneo, Tino Arosio.

Presenti anche i vertici nazionali e regionali di Federpensionati Coldiretti: il Presidente nazionale Giorgio Grenzi insieme al Segretario nazionale Danilo Elia e la Segretaria regionale dell’Associazione, Maria Chiara Bellino.

Ad aprire la giornata di festa, come da tradizione, la Santa Messa officiata da Don Roberto Fontana, Consigliere ecclesiastico Coldiretti e parroco di Sant’Albano Stura.

Al centro della celebrazione liturgica, la condivisione dei valori

cristiani da sempre saldamente alla base dell’azione sociale dell’Organizzazione e il richiamo, ribadito anche da Papa Francesco nella sua esortazione apostolica, al lavoro e al valore della terra. Un richiamo che si ricollega al prezioso impegno che i nostri pensionati mettono ancora al servizio delle aziende agricole, detentori di un patrimonio di esperienza imprescindibile e punti di riferimento per i giovani imprenditori. Coldiretti ha voluto ringraziare i suoi “Senior” per l’importante contributo che danno all’agricoltura e alla società intera. Il Presidente nazionale Giorgio Grenzi, al termine della funzione, ha presentato le progettualità legate alla forte azione sindacale di Coldiretti, in particolare i piani che a livello europeo e nazionale vedono impegnata l’Organizzazione per “una terza età in forma e in buona salute”, in cui

il cibo sano e il movimento fisico sono essenziali e l’approccio alla tecnologia, con web e smartphone, entra a far parte del quotidiano.

Il Presidente provinciale Pensionati Lorenzo Bergese, ha rimarcato il ruolo-chiave della famiglia in quanto “esempio trainante per i giovani di oggi, valore che nessuno meglio dei nostri pensionati può trasmettere alle nuove generazioni, per costruire l’agricoltura di domani”.

“Se il nostro Paese oggi ha un futuro - ha dichiarato il Direttore di Coldiretti Cuneo, Tino Arosio - è anche grazie a quello che avete costruito voi”. “I nostri pensionati - ha commentato il Vice Delegato Confederale, Bruno Rivarossa - sono una risorsa attiva a cui attingere e Coldiretti è più che mai impegnata a garantire una rete capillare di servizi per vivere al meglio questa stagione della vita”.

Agosto | 2018

Un momento della Santa Messa

Alcuni momenti di animazione e condivisione

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MOVIMENTI

Soggiorno in Calabria e crociera nel Mediterraneo

LE PROPOSTE DI VIAGGIO PENSIONATI E DONNE IMPRESA PER L’AUTUNNO Nel prossimo autunno sono in programma due nuovi viaggi organizzati dall’Associazione Pensionati e da Donne Impresa Coldiretti Cuneo, in collaborazione con l’agenzia “In Terre di Granda”

SOLE, SAPORI E STORIA IN CALABRIA

Il primo è un soggiorno-tour in Calabria dal 7 al 14 ottobre.

Si raggiungerà la Calabria in aereo da Torino,

con trasferimento in bus fino all’aeroporto di Caselle.

Al momento della prenotazione, però, sarà possi-

bile opzionare il viaggio in pullman, soluzione da confermare in base al numero di richieste.

In Calabria si farà base a Siderno Marina sulla Costa dei Gelsomini, la riviera più a sud della Calabria, bagnata dal Mar Ionio, che prende il nome dalla coltivazione molto diffusa del gelsomino. Si soggiornerà in hotel dotato di spiaggia attrezzata e piscina, con trattamento di pensione completa, bevande incluse ai pasti e possibilità di gustare specialità della cucina calabrese.

Non solo relax al mare:

sono previste, infatti, mezze giornate di escursioni guidate alla scoperta delle bellezze storiche, culturali e gastronomiche di questo angolo di Calabria.

Si visiteranno il borgo medievale di Gerace e le rovine di un’antichissima città greca, si andrà a Reggio Calabria per ammirare i celebri Bronzi di Riace, tra i capolavori scultorei più significativi dell’arte greca. Infine si visiterà una piantagione di profumatissimi bergamotti, con degustazione del rinomato liquore.

Agosto | 2018

CROCIERA NEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE Dall’11 al 18 novembre è in programma una crociera nel Mediterraneo occidentale alla scoperta di alcune delle più belle città marinare fra Italia, Malta, Spagna e Francia.

Accompagnati in pullman fino al porto di Savona, si salirà a bordo della nave Costa Fascinosa per lasciare la città ligure alla volta di Napoli e Catania.

Si proseguirà verso le coste maltesi, dove si farà sosta a La Valletta.

Ultime tappe a Barcellona e a Marsiglia, prima di rientrare a Savona.

La rotta è ricca di occasioni per scoprire la molteplicità dei luoghi e delle culture che, città dopo città, raccontano storie differenti. Sarà una settimana di visite, ma anche di intrattenimento e relax a bordo dell’elegante nave di Costa Crociere, con soggiorno in pensione completa e bevande illimitate ai pasti.

INFO E PRENOTAZIONI Per chiedere i programmi con le quote dettagliate di partecipazione (a partire da 750 euro per il viaggio in Calabria, a partire da 445 euro per la crociera) contattate gli Uffici Zona Coldiretti o la Segreteria provinciale Pensionati e Donne Impresa (0171 447280).

Per prenotare il soggiorno in Calabria, c’è tempo fino al 20 agosto, salvo esaurimento dei posti disponibili. Le adesioni per la crociera si raccolgono entro il prossimo 10 settembre.

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EVENTI E MANIFESTAZIONI

Ad oltre 1.300 metri di quota Coldiretti ha dato lo sprint ai ciclisti

FRUTTA 100% MADE IN CUNEO ALLA FAUSTO COPPI Anche quest’anno Coldiretti Cuneo ha rinnovato la collaborazione con La Fausto Coppi, la manifestazione ciclistica giunta alla 31esima edizione. Un’edizione da record, tra le più longeve d’Italia e d’Europa, che ha raggiunto quota 2600 iscritti, provenienti da trentacinque Nazioni.

La Fausto Coppi 2018 ha avuto come protagonista il giallo, quello della maglia ufficiale dei ciclisti in gara e quello del punto ristoro che Coldiretti Cuneo con Campagna Amica ha allestito in cima alla salita di Madonna del Colletto.

Qui, a 1304 metri di quota, a scavalco tra le Valli Stura e Gesso, Coldiretti ha accolto i ciclisti impegnati

nella Granfondo e nella Mediofondo con frutta fresca, di stagione e rigorosamente locale. Per gli atleti, un concentrato di energia e freschezza, per tutti un invito al consumo di prodotti del nostro territorio.

“L’amicizia con La Fausto Cop-

pi - evidenziano il Vice Delegato Confederale, Bruno Rivarossa, e il Direttore di Coldiretti Cuneo, Tino Arosio - nasce da un obiettivo comune: dare valore al territorio. Questa corsa, con i suoi itinerari, porta nella nostra Provincia sportivi da tutto il mondo, con partecipanti dal Cile, dal Messico, dall’Ucraina, dagli Emirati Arabi Uniti, ecc. Un connubio eccezionale per promuovere la nostra Provincia e le sue eccellenze, che sono al centro dell’impegno di Coldiretti. Da qui la scelta di esserci anche quest’anno, di vivere una giornata di festa e indossare tutti la stessa maglia per sostenere il 100% Made in Granda”.

COLDIRETTI ALLA SAGRA DELLA PESCA DI REVELLO Nel mese di luglio, in occasione della 16ª Sagra della Pesca di Re-

vello, Coldiretti insieme all’Agenzia 4A di Revello ha allestito uno ricco stand con le migliori varietà di pesche del territorio revellese e delle altre produzioni di stagione quali mirtilli, albicocche, susine, realizzate con l’ausilio dell’assi-

stenza tecnica.

Grande interesse manifestato da parte dei visitatori per questo appuntamento che è una vetrina importante per promuovere al di fuori dell’areale cuneese le eccellenze frutticole.

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In coincidenza con l’evento, inaugurata l’area Foro Boario

“XIX SAGRA D’ESTATE” A FOSSANO CON FOMNA SPECIAL E GALANTÒM Ha riscosso un grande successo la manifestazione “XIXª Sagra d’Estate” del Catac di Fossano che si è svolta il 30 giugno a Fossano.

La Sagra d’estate 2018 ha coinciso con l’inaugurazione del restyling dell’area Foro Boario: una coincidenza voluta dall’Amministrazione comunale per sottolineare la collaborazione con il Catac e Coldiretti.

A seguito dell’inaugurazione dell’area, grande successo per la cena con oltre 400 commensali che hanno gustato la carne alla brace

degli “Amici dei Boschetti”.

Durante la cena, su invito del presidente del Catac Raffaele Tortalla, l’assessore all’agricoltura di Fossano Cristina Ballario e l’assessore alle politiche culturali, del turismo ed ambientali di Fossano Paolo Cortese hanno premiato con il titolo di “Fomna Special” la sig.ra Bossolasco Caterina detta “Rina” che vive in frazione San Lorenzo di Fossano e di “Galantòm” il sig. Barale Giuseppe detto “Gepino” che vive in frazione Cussanio di Fossano.

“La grande partecipazione – dice il presidente del CATAC Raffaele Tortalla (nella foto con i premiati) - è un segnale importante che il territorio dà alla realtà agricola locale”.

GRANDE SUCCESSO DELLA “MANGIA & PEDALA” Nel fine settimana dedicato alla granfondo Fausto Coppi, si è svolta la “Mangia & Pedala 2018”, la pedalata non competitiva, cultural-gastronomica, organizzata dall’associazione Bicingiro, in collaborazione con Coldiretti e alcune aziende agricole aderenti al circuito di Campagna Amica, ha fatto tappa in due aziende agricole, dove gli oltre cinquanta partecipanti hanno degustato le produzioni del territorio. Il primo punto tappa è stato presso l’azienda ortofrutticola di Dutto Domenico a Tetto del Marchese a Peveragno e, all’ora di pranzo, l’Agritomeria Sanbiagese di Elio Marabotto a San Biagio Mondovì con visita alle due aziende.

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EVENTI E MANIFESTAZIONI

Dal 1° al 3 settembre 2018 a Saluzzo

LA 71ª MOSTRA DELLA MECCANICA AGRICOLA tra le principali del settore.

Oltre a essere un momento dedicato ai professionisti, da sempre la Fiera della Meccanica è luogo di incontro per le famiglie, dove generazioni diverse si tramandano una tradizione secolare popolare e di festa.

La Mostra della Meccanica in numeri 35mila mq espositivi, 1 area demo dedicata a ogni espositore che voglia mostrare i macchinari in campo, convegni e 500 stand in cui è protagonista l’innovazione in campo agricolo. Tra le associazioni di categoria, presente anche Coldiretti. 46 le edizioni della mostra regionale della Frisona, ospitata, come ogni anno, in contemporanea nella stalla adiacente al Foro Boario.

SA L U Z Z O Mostra della

MECCANICA AGrICoLa 10

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19 le edizioni del salone auto e moto che, nel centro cittadino, permetterà ai principali concessionari locali di esporre le ultime novità nel campo dei motori.

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Dal 1° settembre si aprono i festeggiamenti del Santo Patrono che, come ogni anno, portano la Mostra della Meccanica Agricola al Foro Boario con il Salone dell’auto e della moto nel centro cittadino e la Fiera del lunedì.

Saluzzo e il saluzzese tornano a raccontarsi attraverso le loro eccellenze e a dar voce al territorio: al centro, i prodotti della terra ma anche le aziende storiche che hanno saputo trovare nuova linfa nell’innovazione e nella ricerca dedicata a preservare l’ambiente.

La Mostra della Meccanica Agricola è la vetrina migliore: quest’anno giunge alla 71a edizione e per il 10° anno si fregia della qualifica di Nazionale. Un segno distintivo importante che permette alla Fiera di essere annoverata

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L’inaugurazione è l’8 settembre con la Santa Messa officiata dal Vescovo

LA “FERA DLA MADONA” A VICOFORTE MONDOVÌ A Vicoforte Mondovì, accanto alla festa religiosa dedicata alla natività di Maria, si svolge, ad inizio settembre, la tradizionale “Fera dla Madona”. Da sempre occasione di incontro e di scambio, è organizzata ogni anno dal Comune di Vicoforte per celebrare la natività della Madonna. La manifestazione richiama migliaia di visitatori provenienti da tutto il Piemonte e ha il suo centro attorno al santuario dedicato alla Madonna. Quasi un migliaio gli operatori che partecipano alla fiera con i prodotti tipici dell’enogastronomia, le macchine agricole, i giocattoli e i prodotti artigianali tipici, fino agli animali in mostra, agli spettacoli viaggianti. I giorni della festa di questo evento, tradizionalmente conosciuto, oltre come Fera d’la Madona, anche

come Festa del Santuario, sono fissi: l’8 settembre la festa; il 9 la fiera; il 10 la conclusione della fiera detta “ferota”. Il vero inizio della manifestazione viene sancito dalla processione che tradizionalmente giunge da Mondovì nelle prime ore del mattino dell’8 settembre

e che si conclude nella Basilica della Regina Montis Regalis, con la cerimonia religiosa celebrata dal Mons. Vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli.

Grande festa e mercato per le vie cittadine. Fuochi d’artificio a Mondovì.

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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

INTERVENTI AGRONOMICI DEL MESE DI AGOSTO Uno sguardo alle coltivazioni del territorio mese per mese a cura dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo.

Il mese di agosto si presenterà caldo ma senza eccessi, con temperature sostanzialmente nella media del periodo. Alta probabilità di precipitazioni.

quelle di secondo raccolto valutare eventuali posizionamenti di diserbi di post emergenza.

In ottemperanza a quanto disposto dal decreto 22 gennaio 2014 (PAN) punto A.7.2 Difesa integrata obbligatoria

FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI: Monitorare la

Nel dettaglio:

CEREALI:

Monitorare le coltivazioni di mais di secondo raccolto in fioritura per l’eventuale presenza di diabrotica; verificare ed intervenire se necessario contro la piralide. Porre molta attenzione allo sviluppo di acari ed afidi su mais e monitorare attentamente la presenza della cimice asiatica. Su Soia monitorare lo sviluppo della cimice e del ragnetto rosso; su

presenza della Drosophila sulle varietà tardive e su quelle rifiorenti. Fine raccolta delle principali varietà di mirtillo, solo con presenza accertata di Drosophila effettuare i trattamenti ammessi (attenzione al tempo di carenza), sono comunque sempre da attuare le tecniche agronomiche volte a minimizzare la presenza dell’insetto, mediante sfalci dell’erba nel frutteto e fuori dall’impianto, avvicinare le raccolte per evitare frutti stramaturi sulla pianta, evitare il più possibile i frutti a terra che sono fonte di

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moltiplicazione della Drosophila.

Dove possibile posizionare le reti anti-insetto. I trattamenti chimici sono consigliati solo con presenza accertata dell’insetto nell’impianto.

Sul lampone rifiorente si consiglia di sfoltire gli astoni e la parte basale dei tralci con importanti tagli per migliorare la circolazione dell’aria e la riduzione dell’umidità.

Si consiglia inoltre di monitorare lo stato fitosanitario dei tralci soprattutto nella parte basale, il diradamento dei tralci è utile per migliorare la produttività e ridurre il potenziale rischio di Drosophila. Su rovo, controllare la presenza dell’eriofide soprattutto in fase di maturazione. Monitorare attentamente le presenze di cimice su rovo, lampone e fragola.

Su fragola, sono terminati i trapianti di fragola unifera frigo conservata e sono in avvio i trapianti della tipologia cima radicata: si consigliano su entrambe le tipologie di piante interventi per la difesa di malattie radicali e per il tarsonema in post trapianto. Impostare la gestione

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dell’oidio con prodotti fungicidi e moderare le irrigazioni per favorire la radicazione nelle prime fasi.

Effettuare il primo trattamento preventivo per il controllo dell’oidio e dei patogeni tellurici. Con le irrigazioni, utilizzare tricoderma e micorrize per favorire lo sviluppo radicale. Sulle varietà rifiorenti porre attenzione ai tripidi su fiore, ragnetto rosso e mal bianco ed eventualmente effettuare trattamenti per il controllo.

FRUTTA: Con il mese di ago-

sto, termina la raccolta, anche per le varietà più tardive, delle albicocche; su questa specie sarà necessario intervenire con la cosiddetta “potatura di sfoltimento” a partire da fine mese. In questo mese andranno in maturazione la maggior parte delle varietà di pesche e nettarine e sarà quindi necessario terminare la potatura verde utile a favorire l’arieggiamento della vegetazione ed adottare una corretta profilassi per controllare lo sviluppo della monilia. Da metà agosto è prevista la maturazione delle mele e pere estive e soprattutto su

queste varietà si renderà necessario effettuare un’accurata profilassi per la prevenzione delle “malattie da magazzino”. Su tutte le specie frutticole si segnala, specie su bordi e capezzagne, la presenza di cimici; fondamentale in tal senso il monitoraggio dei singoli appezzamenti.

NOCCIOLO e CASTAGNO: Proseguono i controlli ed i monitoraggi degli

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CONSULENZA AGRONOMICA

insetti, sia nei bordi che all’interno dei noccioleti. L’andamento stagionale particolarmente piovoso aumenta i lavori di tipo agronomico (trinciatura e spianamento) per la sistemazione del corileto al fine della raccolta.

La trinciatura, in questa particolare annata serve anche ad eliminare tutte le nocciole cascolate anticipatamente e che costituiscono solo scarto. Anche l’asportazione dei polloni sia manualmente che chimicamente va curata per favorire l’andamento delle nocciole per facilitare la raccolta. Su castagno, negli impianti razionali continuare ad

irrigare i castagneti e monitorare la presenza delle cydie e del balanino per posizionare interventi chimici, la dove possibile, indicativamente viene posizionato l’intervento nella prima decade di agosto. Anche quest’anno è stato autorizzato ECODIAN CT18, il diffusore di feromoni per il disorientamento sessuale dei maschi della Cydia fagiglandana e della Cydia splendana per il periodo dal 21 giugno 2018 al 18 ottobre 2018.

Si consiglia di riposizionare nel mese di agosto le trappole per la cattura degli scolitidi, soprattutto negli impianti dove si sono manifestati danni a fine inverno in conseguenza a forti gelate.

ORTICOLE:

Nei tunnel, monitorare la temperatura controllando lo strato di vernice ombreggiante sopra i teli che, a causa dei frequenti temporali, potrebbero dover essere ripristinate. Mantenere la copertura rameica per la peronospora su patata e pomodoro. Per le patate a ciclo precoce, già in fase di maturazione, provvedere all’estirpo dei tuberi immediato per

PRIMA

evitare danni da elateridi e tignole. Su asparagi, date le condizioni meteo, intervenire con trattamenti preventivi contro la ruggine e lo stemfillium.

Dopo il trapianto di cavoli, cavolfiori e broccoli, provvedere al diserbo di pre-emergenza e fare attenzione alle irrigazioni indispensabili sia per la corretta crescita delle piantine, ma anche per attivare i diserbanti.

Verificare la presenza della piralide su peperone e provvedere ad installare reti anti-insetto sulle serre oppure ad effettuare trattamenti selettivi. Monitorare la presenza di afidi su zucche e zucchine. Porre attenzione alla presenza della cimice su tutte le colture orticole.

VITE:

Continuare a monitorare la presenza della peronospora soprattutto sulla nuova vegetazione, perché per via dell’abbondante presenza di acqua, le viti continuano a vegetare, aumentando il rischio di infezione.

Continuare a monitorare l’oidio, seppur abbia bassa pressione in generale sull’annata. Maturazione nella media.

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Prosegue il progetto coordinato a livello regionale da Coldiretti

MONITORAGGIO SULLA CIMICE, ANDAMENTO IN TEMPO REALE Continua intanto il monitoraggio sul territorio Cuneese in primis e piemontese, con un progetto coordinato da Coldiretti che prevede il controllo settimanale di oltre 230 postazioni attivate e feromoni per verificare la presenza della cimice sul territorio e gli spostamenti durante l’annata e sulle diverse colture. In questo periodo, siamo già in presenza di adulti e giovani, pertanto rimane fondamentale continuare ad effettuare monitoraggi visivi su tutte le colture e frappage sulle coltivazioni di nocciolo per verificare la reale presenza dell’insetto. Ricordiamo che i trattamenti funzionano unicamente per contatto e che non ci sono metodi preventivi o dissuasivi riconosciuti. E’ bene diffidare anche

da prodotti non ancora testati da Enti di ricerca o Università. Diventa fondamentale orientare i trattamenti, utilizzando quelli ammessi da Disciplinare per chi segue le misure Agroambientali del PSR oppure quelli di determinati programmi di produzione (come linee private o altri) ma anche per tutte le imprese agricole per la gestione del danno è fondamentale seguire attentamente i bollettini rilasciati dai vari coordinamenti tecnici e le indicazioni dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo.

Per seguire l’andamento delle catture del progetto Coldiretti, è possibile collegarsi al sito di Agrion “www.agrion.it” e verificare l’apposita mappa regionale.

Continua intanto il lavoro sui pa-

rassitoidi. In Italia, al momento si può lavorare in campo unicamente con le specie autoctone e non esotiche, pertanto il parassitoide localizzato in Asia può essere unicamente studiato in laboratorio e non immesso in natura. In questi giorni sono stati effettuati i primi lanci di parassitoidi locali per vederne l’adattabilità e l’efficacia in campo e semicampo.

64

CONSULENZA AGRONOMICA

La situazione attuale e gli interventi agronomici necessari

CIMICE ASIATICA CONSIGLI PER LA DIFESA Stadio attuale: Riscontrata la presenza del fitofago nei fruttiferi del nostro territorio.

La popolazione attuale risulta nettamente inferiore rispetto a quella

presente nello stesso periodo dello scorso anno.

Riconoscimento: In questo periodo sono altresì presenti forme mobili e ovature di altre specie di cimici che non van-

no confuse con H. halys in quanto meno invasive.

A tal scopo vi riproponiamo una serie di immagini che siano di aiuto per il corretto riconoscimento.

L’INSETTO L’adulto può essere confuso, da una prima grossolana valutazione, con altre specie autoctone; tuttavia un esame più approfondito consentirà di classificarlo in modo inequivocabile.

A confronto con le altre cimici

La specie più simile è la R.nebulosa, che presenta però sul dorso uno scudo di colore chiaro molto evidente

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Agosto | 2018

65

L’ADULTO: caratteri distintivi L’adulto è di colore grigio-marrone, misura da 12 a 17 mm, con alcuni caratteri cromatici che permettono di distinguerlo da specie simili: disegno caratteristico del bordo dorsale dell’addome e nervature nere sulla parte membranosa del primo paio di ali per gli adulti.

Macchie del connessivo di forma triangolare

Confronto con le OVATURE delle altre cimici

Le uova, come per le altre cimici, non sono mai singole, bensì deposte a gruppi, in ovature formate mediamente da 28 unità, di forma “a barilotto“. Il colore, diversamente da quello delle altre specie, è bianco.

Studi giovanili della cimice asiatica Gli stadi giovanili presentano dimensioni ridotte e la totale assenza delle ali. Per questo motivo sono molto più veloci e mobili degli adulti. Provocano però gli stessi danni degli adulti.

Confronto con STADI GIOVANILI di altre cimici

Le forme giovanili delle cimici si assomigliano molto tra le varie specie presenti in Piemonte; le differenze principali sono per forma e colore.

66

CONSULENZA AGRONOMICA

LO STADIO GIOVANILE: caratteri distintivi

Presenza di spinesul torace

I giovani di cimice asiatica presentano spine sul torace e banda bianca sulle zampe, caratteri che li contraddistinguono visivamente dalle altre forme giovanili .

Caratteristica banda bianca sulle zampe

CONTROLLI E MONITORAGGIO ATTIVO IN FRUTTETO Fondamentali i controlli quotidiani dei frutteti a rischio incentrando l’attenzione sulla parte alta delle piante (servirsi del semovente).

Sequenza dei controlli: • Iniziare precocemente dalle file perimetrali (bordi e capezzagne); • Se il controllo della parte perimetrale evidenzia già la presenza dell’insetto procedere con i controlli anche

all’interno del frutteto.

Modalità del rilievo: Visivo: è più sbrigativo ma non fornisce dati esatti (esame qualitativo), è da eseguirsi entro la mattinata, su ogni filare in cui si andrà ad effettuare tale rilievo identificare tre punti equidistanti, per ogni punto controllare 3-5 piante osservandole almeno per 2 min. ciascuna (parte alta con semovente). In assenza del semovente, ispezionare da terra la vegetazione

a partire da 1,5m c.a. fino alla fine della chioma.

Con battitura (frappage): consiste nel percuotere con una pertica la chioma della pianta in modo da far cadere gli insetti su di un vassoio di raccolta posto al di sotto della branca percossa, va eseguito di mattina presto quando la cimice è ancora poco mobile, utilizzando la medesima modalità di rilievo sopra descritta!

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STRATEGIA DI DIFESA Lotta chimica: • Se i controlli indicano la presenza della cimice solo nella parte perimetrale del frutteto intervenire imme-

diatamente sui bordi ed effettuare dopo qualche giorno il monitoraggio anche delle file più interne; • Se invece vi è già presenza

di cimice anche all’interno effettuare un primo intervento su tutto l’appezzamento ma alternando le file.

CONSIGLI PER UNA CORRETTA APPLICAZIONE DEI PRODOTTI Si è ormai nel periodo in cui, per molte specie, si è nella necessità di effettuare interventi con i prodotti: con questa nota s’intende fornire alcune importanti indicazioni affinché si ottenga il miglior esito del trattamento.

Momento del trattamento • L’intervento deve essere eseguito alla prima presenza dell’insetto: sembra banale ma effettuare un trattamento in sua assenza non ha alcuna utilità in quanto i prodotti hanno tutti

durata di pochi giorni;

• E’ preferibile trattare al

mattino presto quando cioè l’insetto presenta meno mobilità e quindi minore possibilità di spostamento;

Quali prodotti • Allo stato attuale di conoscenza prendiamo in considerazione solo i prodotti regolarmente autorizzati per la cimice (tutte le specie) mentre per quelli di origine naturale a diverso meccanismo di azione (re-

•

pellenti ecc) non è possibile al momento esprimere alcun giudizio in quanto non ancora testati con rigore scientifico; Dunque, al momento vengono consigliati unicamente gli agrofarmaci testati anche dal nostro laboratorio e che ovviamente riportano in etichetta la cimice; poiché molti svolgono l’azione principale su altri fitofagi preferire quelli che in quel periodo possono essere di utilità per gli insetti target;

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CONSULENZA AGRONOMICA PRODOTTI REGISTRATI CONTRO LA CIMICE

Prodotti registrati contro la cimice Principio attivo

Formulato

Coltura

Intervallo di sicurezza (gg)

N° interventi max disciplinare PSR

Acetamiprid

Epik SL

Nocciolo

2

60

Clorpirifos metile

Reldan LO, Runner LO

1 - melo e pero 2 - pesco, susino 1 - albicocco, ciliegio, actinidia 1 - nocciolo - Max 3 interventi tra lambda cialotriana, etofenprox e indoxacarb 1 (2 max sulla coltura) 1 - albicocco 2 - ciliegio 1 tra acetamiprid e thiacloprid pesco 2 - susino dal 13 giugno al 10 ottobre 2018

Melo e Pero

5

21

2

1,5

28

Spada 50 WG

Melo e Pero Pesco e Nettarine Ciliegio

1,5

10

1,5 0,3 20 ml/hl

14

Etofenprox

Trebon Up

Melo e Pero Pesco e Susino Albicocco Ciliegio

Dosaggio ha (l/ha)

0,75

7

1,5

14

Nocciolo Melo e Pero

Fosmet

Pesco, Susino, Albicocco, Ciliegio

Melo e Pero

Thiacloprid

Calypso

Pesco, Nettarine e Albicocco Susino Ciliegio Melo e Pero

Deltametrina

Lambdacialotrina

Decis EVO ecc

Karate Zeon 1,5

0,3 20 ml/hl

14

0,3 20 ml/hl 0,375 25 ml/hl

1 - melo (2 max neonicotinoidi sulla coltura) 1 tra acetamiprid e thiacloprid pesco Attualmente non ancora previsto dal disciplinare

0,3 - 0,7

7

Pesco, Albicocco, Susino, Ciliegio

0,3 - 0,7

7 Susino e Ciliegio 3 Pesco, Albicocco

Actinidia Nocciolo

0,4 -0,5 0,4 -0,5

14 30

Melo e Pero

2,3

7

Pesco

2

7

Nocciolo

1,7

7

Tau-fluvalinate

Mavrik 20 EW ecc

Melo e Pero

0,6

30

Indoxacarb

Steward

Nocciolo

0,165 - 0,247

35

Piretrine pure

Asset ecc

Nocciolo

0,7 - 1

2

Attenzioni da rispettare nell’utilizzo dei prodotti Va innanzitutto considerato che il ricorso ai trattamenti non è la sola via che consente il controllo della cimice: di conseguenza non si dovrà eccedere nel numero d’inter-

1 - melo,pero,pesco,ciliegio

venti bensì è importante concentrarli nella fase iniziale prima che l’insetto abbia colonizzato tutto l’appezzamento. Questa considerazione va anche letta nell’ottica del contenimento dell’impatto ambientale degli interventi che do-

1 piretroide tra deltametrina, lambdacialotrina e taufluvalinate 1 albicocco 1 ciliegio 1 tra deltametrina e lambdacialotrina su pesco 1 susino 2 3 1 piretroide tra deltametrina lambdacialotrina e taufluvalinate 1 tra deltametrina e lambdacialotrina 1 piretroide tra deltametrina, cialotriana, etofenprox e indoxacarb 1 piretroide tra deltametrina, lambdacialotrina e taufluvalinate 1 - nocciolo - Max 3 interventi tra lambda cialotriana, etofenprox e indoxacarb -

vranno essere ridotti all’essenziale privilegiando i formulati in polvere o granuli idrosospensibili a minor effetto olfattivo e, nel caso di formulazioni liquide optando, quando esistono, per quelle cosiddette LOW ODOR (LO).

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IL CORRETTO IMPIEGO DEL CLORPIRIFOS-METIL In questo periodo il clorpirifos-metil viene utilizzato per diversi impieghi oltre a quelli già conosciuti: in particolare su melo contro l’afide lanigero e cimice e su pero sempre contro la cimice. Si deve però considerare che questo prodotto presenta, insieme alle sue buone performances contro gli insetti target, due aspetti negativi, entrambi aggirabili a patto di rispettare i consigli di seguito esposti: 1. Diffusione nell’ambiente di odore sgradevole E’ questo un aspetto peculiare del prodotto come di altri che contengono come coformulanti particolari solventi. Dal 2016 è stata posta in commercio una formulazione rinnovata contrassegnata con la sigla L.O. (low odor) commercializzata con i 2 marchi Reldan L.O. e Runner L.O. rispettivamente

delle società Dow e Sipcam. Le correzioni apportate ai coformulanti hanno nel complesso mitigato notevolmente questo aspetto negativo, tuttavia, si raccomanda nell’usare questa formulazione, di rispettare comunque le raccomandazioni di utilizzo riportate di seguito.

2. Possibile effetto fitotossico Il prodotto deve essere impiegato con molta attenzione evitando miscele con oli e fertilizzanti fogliari. Anche se impiegato da solo si dovrà operare su pianta asciutta o in via di asciugatura dunque MAI di sera o mattino troppo presto: momenti in cui l’umidità relativa risulta essere più elevata.

Questo vale in particolare su melo i cui frutti sono sicuramente più sensibili a fenomeni di fitotossicità.

3. Conclusioni Il clorpirifos-metil ha subito alcuni aggiornamenti: - DOSE: • Pomacee (Carpocapsa, Ricamatori, Cydia molesta, Afide lanigero e Afide verde e Halyomorpha halys): 200 ml/ hl per un quantitativo massimo di 5 l/ha. per un massimo di 2 trattamenti all’anno; • Drupacee (Cydia molesta, Anarsia lineatella, miridi ecc) 200 ml/hl per un quantitativo massimo di 4.5 l/ha. Si tenga presente che non è prevista l’avversità Halyomorpha halys.

Non eseguire più di 1 trattamento per impianti che richiedono volumi di acqua di 1500 l/ha e 2 trattamenti a dosi dimezzate per giovani impianti che richiedono un volume di acqua non superiore a 1000 l/ha;

RACCOMANDAZIONI • Preferire le formulazioni •

•

L.O. (low odor) a quelle tradizionali (differenza minima di prezzo, di 1-1.5 €/l in più); Evitare assolutamente i trattamenti serali (per abbattere fitotossicità e odori);

• Evitare l’adozione di volumi

•

d’acqua eccessivi (in etichetta il volume d’acqua di riferimento è di 1000 l/ha per pomacee e 1500 l/ha max per drupacee) in modo da evitare il gocciolamento; Non impiegare il prodotto

in miscela con concimi fogliari e oli.

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SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE NEL SONNO - OSAS

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La diagnosi della Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno si esegue con il Monitoraggio Cardiorespiratorio Completo (Polisonnografia), una misurazione che registra il flusso oronasale, i movimenti toracici ed addominali, la saturazione arteriosa, la frequenza cardiaca, il russamento e la posizione corporea.

In pazienti affetti da Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno può essere necessaria una terapia che mantenga pervie le vie aeree, rendendo possibile la ventilazione senza occlusione delle vie aeree

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La Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno è stata inserita tra gli accertamenti medico legali previsti per il conseguimento e la conferma di validità della Patente di Guida a seguito del Decreto del 22 Dicembre 2015, con entrata in vigore il 28 Gennaio 2016

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La Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno - OSAS, è una patologia caratterizzata da ripetuti episodi di ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, normalmente associati ad una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue ed a micro risvegli a livello cerebrale che la persona non avverte, ma che comportano la frammentazione del sonno. sintomi principali di questa patologia sono rappresentati da: Frequenti episodi di blocco della respirazione durante il sonno spesso riferiti dal partner - Russamento - Bocca asciutta al risveglio - Improvvisi Risvegli notturni con senso di soffocamento - Nicturia, Sudorazione notturna, Sonnolenza diurna.

Ridotta capacità di memoria e Ridotta capacità di concentrazione In Italia 1.600.000 persone, ovvero il 4% degli uomini ed il 2% delle donne, sono affette da questi disturbi, ma solo una piccola parte ricevono un trattamento adeguato.

Le conseguenze di tale patologia sono molto rilevanti, perché i soggetti affetti da OSAS hanno un rischio elevato di complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari (ictus), ipertensione arteriosa, deficit cognitivi. Inoltre le OSAS sono spesso causa di incidenti automobilistici (colpo di sonno alla guida) e sul lavoro.

Agosto | 2018

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Come funziona la ghiandola endocrina

LA TIROIDE REGOLA L’ENERGIA DEL NOSTRO CORPO Per forma e dimensione assomiglia a una farfalla con le due ali, dette lobi, spiegate ai lati della laringe. La parte centrale che le congiunge si chiama istmo.

Posta alla base del collo, la tiroide svolge una funzione importantissima: regola l’energia del nostro corpo.

Più tecnicamente, questa ghiandola endocrina, la cui attività normale è secernere ormoni, è dunque fondamentale per il corretto funzionamento del metabolismo e per lo sviluppo fisico e psichico dell’individuo. Il

“carburante” con cui e grazie al quale funziona è lo iodio, sostanza che si trova nell’acqua e in alcuni alimenti, la cui carenza è causa del gozzo, cioè un rigonfiamento del collo. La popolazione delle nostre valli è ancora frequentemente colpita da disturbi tiroidei come coda del fenomeno del gozzo il cui problema correlato è, oltre che estetico e in alcuni casi meccanico, la formazione e lo sviluppo disordinato di noduli. Indagini ecografiche confermano che è facile riscontare una presenza di noduli anche fino al 50% dei casi presi a campione, ma il rischio che questi siano tumori è soltanto del 5%. Non tutti i pazienti affetti da noduli sono trattati chirurgicamente, anche perché dovremmo operare 100 pazienti

per scoprire 5 casi di tumore.

Il tumore alla tiroide è detto a bassa aggressività quindi la probabilità di guarigione è quasi assoluta: a 10 anni dall’intervento, il 90% dei pazienti sopravvive alla malattia.

Per valutare il rischio tumorale di un nodulo, l’esame citologico su ago aspirato tiroideo è il più preciso. Nel caso i noduli risultino essere masse tumorali, si procede con l’asportazione chirurgica che può essere un trattamento più conservativo, senza asporto totale della ghiandola, oppure estensivo radicale. La terapia radiometabolica post intervento è necessaria come completamento: elimina le cellule residue rimaste in vita dopo l’operazione andando a completare l’opera chirurgica.

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EPACA

Il Patronato EPACA garantisce una qualificata consulenza medico-legale in materia

INFORTUNIO SUL LAVORO: COSA PREVEDE L’ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA L’assicurazione obbligatoria Inail copre, oltre che le malattie professionali, ogni incidente avvenuto per “causa violenta in occasione di lavoro” dal quale derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni.

La causa violenta è un fattore che opera dall’esterno nell’ambiente di lavoro, con azione intensa e concentrata nel tempo, può essere provocata da sostanze tossiche, sforzi muscolari, microrganismi, virus o parassiti e da condizioni climatiche e microclimatiche. In sintesi, una causa violenta è ogni aggressione che dall’esterno danneggia l’integrità psico-fisica del lavoratore.

L’occasione di lavoro è rappresentata dalle situazioni, comprese quelle ambientali, nelle quali si svolge l’attività lavorativa e nelle

quali è imminente il rischio per il lavoratore.

Il Decreto legislativo 151 del 2015, attuativo del Jobs Act, pone a carico dell’INAIL l’obbligo di trasmissione all’autorità di pubblica sicurezza delle informazioni concernenti le denunce di infortunio, esonerando il datore di lavoro da tale adempimento.

Tale obbligo rimane a carico del datore di lavoro e del titolare del nucleo coltivatore diretto, relativamente agli infortuni mortali o con prognosi superiore a trenta giorni.

ATTENZIONE - PER I COLTIVATORI DIRETTI ED I DATORI DI LAVORO AGRICOLI (anche per i lavoratori a tempo determinato) nulla è cambiato nei confronti dell’INAIL, è obbligatorio denunciare gli infortuni all’Istituto entro 2 giorni dall’evento infortunistico.

IMPORTANTISSIMO: Per ottenere

il pagamento dei giorni di astensione dal lavoro (indennità temporanea) e l’indennizzo della quota in capitale e/o rendita (postumi), la denuncia di infortunio deve essere presentata nei termini di legge: per l’inoltro della denuncia bisogna necessariamente usufruire dell’assistenza presso gli uffici del PATRONATO EPACA della COLDIRETTI (non basta il foglio del Pronto soccorso!!!).

IMPORTANTE: il Patronato EPACA garantisce una qualificata consulenza medico-legale in materia di infortuni sul lavoro, malattie professionali, prestazioni di invalidità civile e invalidità INPS. l patrocinati possono usufruire della consulenza medica presso l’Ufficio Provinciale EPACA, per fissare l’appuntamento rivolgersi agli Uffici di Zona o telefonare al numero 0171/447265.

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Agosto | 2018

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Per Coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali

VERSAMENTI VOLONTARI 2018 Il lavoratore, se dipendente o autonomo (coltivatore diretto, artigiano, commerciante, ecc.), cessata l’attività lavorativa può proseguire con la contribuzione mediante il versamento dei “contributi volontari”.

La richiesta per ottenere l’autorizzazione al versamento della contribuzione volontaria deve essere inoltrata telematicamente all’INPS: presentare l’istanza non obbliga l’interessato a versare la contribuzione.

L’autorizzazione ai versamenti volontari continua ad essere una “importante cautela”, per il comparto agricolo per Coltivatori diret-

ti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali. I contributi volontari sono calcolati su quattro classi di reddito medio stabilite ogni anno con apposito decreto ministeriale.

Di seguito, gli importi dei contributi volontari dovuti per il 2018 dai coltivatori diretti, mezzadri, coloni e IAP: I contributi volontari sono calcolati su quattro classi di reddito medio stabilite ogni anno con apposito decreto ministeriale.

Di seguito, gli importi dei contributi volontari dovuti per il 2018 dai coltivatori diretti, mezzadri, coloni e IAP:

CLASSI DI REDDITO

CONTRIBUTO SETTIMANALE DOVUTO

1° Fino a € 227, 10

€ 56,53 (a)

2° Oltre € 227, 10 Fino a € 302,80

€ 65,60 (a)

3° Oltre € 302,80 Fino a € 378,50

€ 83,78

4° Oltre € 378,50

€ 101,94

a. ai sensi dell’art. 10, comma 2 delle L. 233/90, l’importo dei contributi settimanali non può essere inferiore a: € 56,57 settimanali se autorizzati entro il 31/12/1995 € 66,99 settimanali se autorizzati dopo il 31/12/1995

I nuovi limiti di reddito aggiornati ai fini della corresponsione degli importi

ASSEGNO AL NUCLEO FAMILIARE L’Assegno al Nucleo Familiare (ANF) è un sostegno economico erogato dall’INPS per le famiglie dei lavoratori dipendenti, dei titolari delle pensioni e delle prestazioni economiche previdenziali da lavoro dipendente.

I nuclei familiari devono essere composti da più persone e il reddito complessivo deve essere inferiore all’importo complessivo determinato ogni anno dalla legge.

L’INPS ha provveduto a determi-

nare i livelli di reddito familiare aggiornati ai fini della corresponsione degli assegni al nucleo familiare.

La variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo tra l’anno 2016 e l’anno 2017 è risultata pari a + 1,1 per cento.

Pertanto, in applicazione del predetto valore, sono stati rivalutati i livelli reddituali delle tabelle contenenti gli importi mensili degli assegni al nucleo familiare, da

applicare dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2019, alle diverse tipologie di nuclei familiari (allegato 1).

Se la domanda viene presentata per uno o per più periodi pregressi, gli arretrati spettanti vengono corrisposti entro cinque anni, secondo il termine di prescrizione quinquennale.

Gli uffici EPACA di Coldiretti sono a disposizione per le informazioni in merito.

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SCADENZE

20 AGOSTO 2018 VERSAMENTO IRPEF, ADDIZIONALE REGIONALE E COMUNALE IRPEF, IRAP ecc.SALDO 2017 con maggiorazione dello 0,40% Scade il termine per effettuare il versamento del saldo Irpef, addizionale regionale e comunale IRPEF ed IRAP anno 2017, per i contribuenti obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Entro lo stesso termine deve anche essere effettuato il versamento del primo acconto, se dovuto, della cedolare secca, dell’IVIE e IVAFE. ACCONTO IRPEF con maggiorazione dello 0,40% Scade il termine per versare la prima rata di acconto IRPEF, nella misura del 40% dell’acconto totale dovuto (100%) se l’importo risultante al rigo RN34 è pari o superiore a euro 257,72. Il contribuente può dedurre dagli acconti da versare i relativi crediti d’imposta.

ACCONTO IRAP con maggiorazione dello 0,40% I contribuenti che esercitano attività diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi debbono effettuare il versamento della prima rata di acconto IRAP nella misura del 40 per cento dell’acconto totale dovuto (100%) se l’imposta è pari o superiore a euro 257,72.

Sono esclusi dall’IRAP i soggetti passivi che esercitano attività agricola ai sensi dell’art.32 del TUIR917/86.

DIRITTO ANNUALE CCIAA 2018 con maggiorazione dello 0,40% Entro tale data le imprese iscritte al Registro annuale della Camera di Commercio sono tenute al versamento, tramite modello F24, del diritto annuale 2018 maggiorato dello 0,40% VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nel mese di luglio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente.

25 AGOSTO CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di luglio 2018.

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IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO (contribuenti trimestrali) Entro tale data i contribuenti che esercitano l’attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo che hanno realizzato nell’anno 2017 un volume d’affari inferiore a € 400.000,00, se esercitano l’attività di prestazioni di servizi, ed arti e professioni e inferiore a € 700.00,00 se esercitano l’attività agricola o di impresa ed hanno optato ai sensi dell’art .66 L.427/93 per la liquidazione trimestrale devono annotare sul registro delle vendite la liquidazione periodica dell’imposta relativa al trimestre aprile –maggio -giugno 2017 ed effettuare il versamento IVA mediante modello F24 telematico.

IMPOSTA VALORE AGGIUNTO (contribuenti mensili) Annotazione di liquidazione per il mese di luglio e versamento dell’eventuale imposta, tramite modello F24 telematico, da parte dei contribuenti, che esercitano attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2017 hanno realizzato un volume d’affari superiore a € 400.000,00, se prestazione di servizio o di € 700.000,00 per le altre attività.

Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.

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IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento all’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente.

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VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nel mese di agosto sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente.

IMPOSTA VALORE AGGIUNTO (contribuenti mensili) Annotazione di liquidazione per il mese di agosto e versamento dell’eventuale imposta tramite modello F24 telematico da parte dei contribuenti, che esercitano attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2017 hanno realizzato un volume d’affari superiore a € 400.000,00, se prestazione di servizio o di € 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art .66, legge 427/93..

IVA COMUNICAZIONE DEI DATI DELLE LIQUIDAZIONI 2 TRIMESTRE Entro tale termine per i soggetti passivi Iva devono essere inviati, esclusivamente in via telematica all’Amministrazione Finanziaria, i dati relativi alle operazioni attive e passive, effettuate nel 2 trimestre.

Sono esonerati i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale Iva o all’effettuazione delle liquidazioni periodiche.

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