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Foto da archivio Il Coltivatore Cuneese Editore: Edizioni Agami s.r.l. via Flli. Ceirano, 13 - 12100 Cuneo Reg. Trib. CN 4985/9206/10200 info@agami.it Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino Direttore Amministrativo Enzo Pagliano Coordinamento di redazione Chiara Serra
TAGLI NEI BOSCHI: LE SCADENZE DA RISPETTARE In base al regolamento forestale vigente, si avvicinano le date limite entro cui si possono effettuare i tagli nei boschi. I tagli nei boschi cedui sono consentiti fino alle seguenti date: 15 aprile per quote fino a 600 metri s.l.m.; 30 aprile per quote fra i 600 ed i 1.000 metri s.l.m.; 31 maggio per quote superiori ai 1.000 metri s.l.m. Le operazioni di concentramento nei tagli devono essere portate a termine nei trenta giorni successivi alla scadenza dei periodi consentiti per il taglio, (termine esteso a 90 giorni per boschi posti oltre 1.000 metri di quota); le operazioni di esbosco (carico e trasporto del legname) possono essere eseguite tutto l’anno. Sono invece consentiti tutto l’anno i tagli di piante d’alto fusto debitamente martellate o contrassegnate, i diradamenti, gli sfolli, i tagli di avviamento a fustaia, l’abbattimento e sgombero di piante morte o schiantate da eventi atmosferici.
Sommario
1 a 1 tra Euro e Dollaro ................................................................................... 4
Montagna: le unioni dei comuni previste dalla costituzione ...............................................................................................28
Gli stati generali della vitivinicoltura piemontese a Torino.....................................................................................................................5-6
OGM: in gazzetta UE la liberta’ di vietarli.......................................29
Piccole Vigne, protagonista a Prowein e Vinitaly ...................... 6
Expo 2015: i produttori agricoli protagonisti.....................30-31
Grafica e impaginazione Mara Chiardola
Quote latte: Martina annuncia le cartelle esattoriali............... 8
Agricoltura, alimenti e salute: l’impegno di “Campagna Amica” per le scuole..................................................32-33
Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Alberto Burzio, Laura Calcagno, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Pasqualino Cusano, Simona Daniele, Cesare Gallesio, Rosangela, Giordana Rosanna Giraudo, Giacomo Golinelli, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Franco Parola, Luisa Peano, Nadia Olivero, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Davide Roà. Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it
In arrivo un marchio per il latte italiano..........................................10
“Reti per la domiciliarità nel cebano”: assistenza a casa fatta su misura...........................................................34
Il falso parmigiano sorpassa il vero nel 2014! Ma nessuno controlla?....................................................................................11
Castagneto da frutto, PAC e PSR............................................................35
Stampa: Arti Grafiche Cuneo S.r.l. – agam.it Concessionaria esclusiva della pubblicità TEC arti grafiche Via dei Fontanili 12 - 12045 Fossano (CN) Tel. 0172.695770 • Fax 0172.695898 E-mail: adv@tec-artigrafiche.it “Il Coltivatore Cuneese” Registrazione del tribunale di Cuneo n.100 del 7/12/1955 - Reg. Cronol. n.3296 1 copia euro 2,00 Abbonamento annuo euro 40,00
Latte: antitrust in Francia e Spagna, ma tace in Italia............. 9
Il Corsivo del Coltivatore...........................................................................12 Storie di vita..........................................................................................................13 Quaglia nuovo presidente del Condifesa Cuneo........................14 Quasi duemila aziende agricole nel mirino dell’Anas...........15 Conigli, quotazioni ancora in discesa..................................................16 Primavera... Con i cinghiali.........................................................................17 “Argini e sponde dei fiumi: va garantita la sicurezza”....................................................................18-19 Le imprese chiedono regole uguali per tutti.................................20
Incentivi per generatori di calore e energia termica da fonti rinnovabili................................................36 “Fruitsensor”: tecnologie all’avanguardia per la frutticoltura..............................................................................................37 Molto partecipato il corso tecnico sul nocciolo a Fossano.....................................................................................38 Riorganizzazione APA: la zootecnia guarda al futuro .................................................................39 Rinnovo sottosezione Razza Piemontese .......................................39 “Benvenuti alla Fiera Nazionale della frutta”................................41
Arproma si confronta sul nuovo PSR del Piemonte..............21
Incontri di potatura dei fruttiferi con l’Agenzia 4A...................................................................................................42
Poca sicurezza per chi sceglie alimenti extracomunitari .............................................................................21
Novita’: dall’Australia, l a mela Crimson Snow .....................................................................................43
I giovani agricoltori riportano il cuneese ai livelli europei...........................................................................22
Museo vecchi mestieri a San Rocco di Bernezzo......................44
L’impegno nel sociale di Coldiretti nel quaderno della Fondazione CRC....................................................24 Calabrone asiatico: prosegue il monitoraggio.............................25
EPACA: La pensione agli invalidi civili..................................................................45 Invalidità civile, visite di revisione per i non titolari di prestazione economica............................................46
Coldiretti sostiene la ricerca sul cancro ...........................................25
Scadenze Aziendali ........................................................................................47
PAC - ancora novità...........................................................................................26
Mercatino del Coltivatore Cuneese.......................................48-50
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1 A 1 TRA EURO E DOLLARO L’Italia avrà benefici sul fronte dell’export e potrà attirare investimenti dall’estero
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’euro riporta alla situazione economica di dodici anni fa con la parità nei confronti del dollaro. Già c’è chi avverte dei pericoli eccessivi di instabilità, mentre la BCE è convinta che l’attuale politica monetaria stia sostenendo la ripresa dell’Eurozona ed aiuterà l’inflazione a riavvicinarsi gradualmente alla soglia di riferimento del 2%. Anche l’immissione di liquidità della BCE è appena cominciata ed ha portato le borse europee a indici da record. Lo spread dei Btp decennali nei confronti del Bund tedesco sta avvicinandosi molto ed è sotto gli 80 punti. Certo, il paventato esito negativo per la resa dei conti con i Greci, il cui confronto tecnico è stato aperto a Bruxelles con due settimane di ritardo, preoccupa non poco il tentativo di ripresa in Europa. Secondo gli osservatori, il super dollaro darà un forte vantaggio alle esportazioni, da quelle agroalimentari alle manifatturiere. Il calo del 10% dell’euro sul dollaro dovrebbe portare ad un aumento dell’1% del Pil nazionale. Inoltre, dovrebbero scendere i costi dell’energia (se lo Stato non assorbe le diminuzioni del prezzo del greggio con un aumento delle imposte) e rendere più attrattivi gli investimenti esteri. Prospettive buone anche per il turismo. L’euro debole scombinerà i piani di molti vacanzieri con la batosta di un cambio diventato sfavorevole per gli Europei.
E in provincia di Cuneo? Il 2014, secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Cuneo, relativi al commercio al dettaglio e somministrazione nel 4° trimestre 2014, il fatturato aumenta del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2013, portando la variazione tendenziale media annua del fatturato ad un + 1,6%. La buona performance realizzata dalla provincia di Cuneo si colloca in un contesto regionale caratterizzato da una Dopo dodici anni il valore dell’euro e del dollaro sono praticamente uguali moderata crescita del fatturato delle imprese del commercio al dettaglio e della somministrazione con un + 0,7%. Risultato scaturito in primo luogo dalle buone dinamiche nelle province del Piemonte meridionale con Alessandria ad un + 1,6% ed Asti ad un + 1,5%. Ma nelle famiglie cuneesi lo spauracchio della crisi è tutt’altro che passato. Sempre secondo la Camera di Commercio di Cuneo, la variazione tendenziale del fat-
turato ha colpito con segnali negativi quasi tutti i settori di consumo. Mentre è a crescita zero il settore dei consumi alimentari, l’abbigliamento è prossimo ad un -1% e l’acquisto dei prodotti per la casa ad un -2,5%. Altro dato ancora preoccupante è che nel 4° trimestre 2014, gli ordini ai fornitori sono risultati in contrazione rispetto allo stesso periodo del 2013 per il 41% delle imprese intervistate, mentre solo il 14% ha rilevato un aumento. Nel 4° trimestre 2014, si registra un calo tendenziale dell’occupazione e lo scenario previsionale per il 2015, sempre secondo l’indagine della Camera di Commercio di Cuneo, non appare positivo. Il pessimismo caratterizza i principali indicatori. Unica consolazione è che, come la crisi si è fatta sentire nella nostra provincia dopo che in Europa se ne parlava da un paio di anni, ora ci auguriamo che la ripresa dell’Europa condizioni l’economia provinciale in positivo e si cominci ad intravedere qualche spiraglio di crescita.
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imezzare il tempo perso dalle imprese con la burocrazia; semplificare ciò che è utile in termini di miglioramento del processo produttivo e sotto il profilo della qualità, sicurezza e riconoscibilità dei prodotti; eliminare ciò che non serve a nulla, è ripetitivo ed, a volte, intollerabile. Questa è l’Italia del vitivinicolo che si auspica Coldiretti Piemonte, come è emerso durante il convegno, dal titolo “Vitivinicoltura piemontese: una prospettiva di sviluppo attraverso la semplificazione amministrativa”, che si è tenuto presso lo Starhotels Majestic di Torino. “Già da tempo Coldiretti Piemonte sta lavorando per l’abbattimento e l’armonizzazione del numero di adempimenti nelle pratiche vitivinicole. E’, quindi, un tema che ci sta a cuore e ci fa piacere che sulle nostre esigenze di semplificazione burocratica anche il Consiglio Regionale abbia voluto fare un significativo passo avanti con l’approvazione del disegno di Legge n. 77 - Disposizioni regionali in materia di semplificazione, all’interno del quale sono state recepite alcune delle richieste della nostra Organizzazione”, ha esordito Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte nel suo intervento di apertura dell’incontro. A dare un’idea di quella che è
attualmente la burocrazia nel settore vitivinicolo è stato Roberto Cabiale presidente di Coldiretti Asti e coordinatore del gruppo di lavoro sul vino: “Dall’impianto del vigneto alla vendita della bottiglia si contano oltre 70 attività burocratiche nei confronti di ben 20 soggetti diversi che, molto spesso, non comunicano tra loro. Oltre 1000 norme di settore per un totale di 4000 pagine tra direttive, regolamenti, leggi, decreti, circolari, delibere nazionali e regionali. Tutto questo incide in media per 100 giornate all’anno pari ad oltre il 20% del tempo di lavoro dell’impresa vitivinicola. Una situazione pesante da sostenere per le aziende del nostro territorio piemontese che detiene una superficie vitata di 43 mila
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GLI STATI GENERALI DELLA VITIVINICOLTURA PIEMONTESE A TORINO ettari e, nel 2014, ha registrato una produzione di oltre 3,5 milioni di quintali di uva da vino”. 49 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2013 che fanno spiccare l’Italia tra i primi produttori al mondo, davanti a Spagna e Francia; 650 mila ettari di superfici vitate; 200 mila aziende complessive ed 1,2 milioni di persone occupate in totale per un fatturato di 9 miliardi. Questi i dati della vitivinicoltura italiana dai quali è voluto partire Domenico Bosco, responsabile dell’Ufficio vitivinicolo della Confederazione nazionale Coldiretti, per introdurre il suo intervento mirato a dare una panoramica di quanto è stato fatto e si sta facendo per sostenere il settore strozzato da una macchina burocratica inso-
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6 Lo sviluppo passa attraverso la semplificazione amministrativa
stenibile. “Coldiretti, fin dal 2010, anno di approvazione del DLGS 61/2010 sulla denominazione dei vini, ha analizzato in modo sistematico la questione: è possibile eliminare almeno 40 tra adempimenti e registri con una riduzione del 50% del tempo, oltre che un risparmio di costi attualmente a carico delle imprese e della pubblica amministrazione. Tutto questo senza compromettere l’efficacia delle attività di controllo che, anzi, in molte situazioni possono aumentare - ha affermato Domenico Bosco –. Il nostro pressing
ha determinato l’attivazione di un processo di semplificazione amministrativa, sul quale si sta ancora lavorando, al fine di far confluire nella normativa in via di approvazione molti altri elementi tra cui: un sistema informatico unico, la revisione del modello di certificazione e controllo dei vini e del sistema di vigilanza sul mercato, le semplificazioni doganali, oltre che la modifica del sistema sanzionatorio e le norme di tutela del Made in Italy”. Il responsabile dell’Ufficio vitivinicolo della Confederazione nazionale Coldiretti si è soffer-
mato sul nuovo sistema delle autorizzazioni degli impianti vitati che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2016, determinando ufficialmente la fine dei diritti di reimpianto che attualmente vengono acquisiti direttamente dai produttori o attraverso la riserva regionale. “L’attuale sistema di gestione del potenziale produttivo viticolo sarà eliminato e non sarà più possibile trasferire i diritti di reimpianto tra i produttori in quanto le superfici vitate verranno autorizzate gratuitamente dalla Regione”, ha concluso Bosco.
PICCOLE VIGNE, PROTAGONISTA A PROWEIN E VINITALY Sono molti i giovani vitivinicoltori che hanno deciso di fare squadra, identificandosi nel gruppo Piccole vigne del Piemonte, emanazione di Coldiretti, e che hanno partecipato alla fiera “Prowein” a Dusseldorf, in agenda dal 15 al 17 marzo. Appena rientrati, sono ripartiti alla volta di Verona, per “Vinitaly” dal 22 al 25 marzo. A parte le date così vicine per i due importanti eventi fieristici di rilevanza mondiale, la voglia di presentarsi agli operatori e ai consumatori internazionali è tanta e l’intraprendenza dei giovani produttori li spinge a guardare sempre di più oltre i confini nazionali. Dal mercato giungono segnali confusi e sovente altalenanti, ma nel complesso l’estero risponde bene, specie per gli spumanti, mentre le vendite interne sono sempre in sofferenza. Se osserviamo il prezzo medio dell’imbottigliato svettano la Svizzera, il Canada, il Giappone, la Corea del Sud e gli USA. Si osserva inoltre uno stallo in ultimo su Belgio e Olanda e si attendono performances positive dall’India, dopo il cambio di rotta del nuovo Governo. L’area espositiva
occupata da Piccole Vigne per le due fiere internazionali conta 25 aziende partecipanti. La compagine collettiva è stata realizzata non solo per suddividere le spese, che in effetti sono importanti e sempre maggiori e di conseguenza la condivisione agevola, ma è un reale momento di confronto di esperienze per un gioco di sinergie e per una crescita di gruppo. Il mercato è sempre più globale e dunque l’offerta va anch’essa adeguata.
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QUOTE LATTE: MARTINA ANNUNCIA LE CARTELLE ESATTORIALI
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l ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato che Agea ed Equitalia hanno già predisposto 1405 cartelle esattoriali con interessi aggiornati al 31 dicembre 2014, che sono attualmente in fase di notifica agli allevatori interessati. “Le cartelle esattoriali riguardano una esigua minoranza dei 36mila allevatori italiani che nel tempo si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme acquistando o affittando quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi
di euro e si tratta - evidenzia sono accumulati errori, ritardi Roberto Moncalvo, presidente e compiacenze, che hanno dandi Coldiretti - di un atto dovuto neggiato la stragrande maggiodopo la decisione della Com- ranza degli agricoltori italiani”. missione europea di deferire Nell’ultimo anno di attuazione l’Italia alla Corte di Giustizia Ue del regime delle quote latte che per il mancato recupero dei pre- terminerà il 31 marzo 2015 c’è lievi dovuti dagli allevatori che il rischio concreto dell’arrivo di hanno superato le quote latte nuove multe per il superamento individuali. La questione quote da parte dell’Italia del proprio latte è iniziata 30 anni or sono, livello quantitativo di produzionel 1983, con l’assegnazione ad ne assegnato dall’Unione Euroogni Stato membro dell’Unio- pea, dopo quattro anni in cui ne di una quota nazionale che nessuna multa è stata dovuta poi doveva essere divisa tra i dagli allevatori italiani. Dopo la propri produttori, ma all’Italia mobilitazione degli allevatori, è fu assegnata una quota molto stato annunciato dal Commisinferiore al consumo interno di sario Europeo all’agricoltura latte”. Continua Delia Revelli, Phil Hogan un provvedimenper permettere di rateizzare presidente di Coldiretti Cuneo to DENTISTICO STUDIO e Piemonte: “Una disattenzio- le multe di quest’anno, per un POLISPECIALISTICO ne nei confronti delle politi- massimo di tre anni e senza inche comunitarie sulla quale computerizzata si teressi. • Diagnosi • Cosmesi, igiene • Sbiancamento dentale • Conservativa • Endodonzia • Ortodonzia • Pedodonzia • Protesi fissa e mobile • Implantologia • Paradontologia • Rigenerativa ossea ed ingegneria tissutale • Chirurgia degli ottavi • Medicina estetica del viso fissa e mobile
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LATTE: ANTITRUST IN FRANCIA E SPAGNA, MA TACE IN ITALIA
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nche in Italia si registrano comportamenti scorretti nel pagamento del latte agli allevatori che hanno portato prima in Spagna ed ora anche in Francia alla condanna delle principali industrie lattiero casearie, molte delle quali, peraltro, operano anche sul territorio nazionale. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare il “silenzio assordante dell’Antitrust in Italia dove ha chiuso una stalla su cinque con la perdita di 32mila posti di lavoro negli anni della crisi”. In Francia, l’Antitrust ha multato per un importo di 193 milioni di euro 11 industrie lattiero casearie tra le quali Lactalis, Laita, Senagral e Andros’s Novandie per pratiche anticoncorrenziali dopo che il 5 marzo scorso era intervenuto an-
che l’Antitrust iberico che aveva annunciato multe per un totale di 88 milioni di euro a gruppi come Danone (23,2 milioni), Corporation Alimentaria (21,8 milioni), Grupo Lactalis Iberica (11,6 milioni). Anche in Italia esiste un evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro posizione economica sul mercato, dalla quale gli allevatori dipendono. I prezzi praticati dagli intermediari della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori manifestano ormai evidenti segni di difficoltà perché non riescono a coprire neanche i costi di produzione. Oggi gli allevatori italiani consegnano il latte alle industrie al buio senza un prezzo certo e anche quando questo è ufficializzato non tiene minimamente conto
dei costi così come prevede l’art 62 e occorre quindi dare all’Antitrust tutti gli strumenti necessari per intervenire anche con un adeguato sistema sanzionatorio così come è accaduto in Spagna e Francia. La Coldiretti e il Codacons per questo hanno chiesto con un esposto di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
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IN ARRIVO UN MARCHIO PER IL LATTE ITALIANO
U
n marchio unico per il “Latte 100% italiano”: è un nuovo logo chiaro e omogeneo per indicare la zona di mungitura del latte con un’informazione semplice e ben identificabile da parte del consumatore. Sarà utilizzabile per il prodotto Uht italiano. Il simbolo è promosso dal Ministero delle politiche agricole che lo ha inserito tra le azioni strategiche per accompagnare il settore dopo la fine del regime delle quote latte prevista per fine mese. L’ uso del logo sarà facoltativo e questo ha già trovato il favore delle aziende lattiere e dei rappresentanti della grande Parmalat
803,9
-3,2
Granarolo
765,0
-0,7
Lactalis
651,4
-1,3
Danone
562,4
-8,8
Muller
191,9
-0,9
Parmareggio
130,1
+9,9
Arborea
117,5
+6,4
Cooperlat
107,5
+2,7
Latt.Vipiteno
104,5
+10,6
Biraghi
84,7
-9,6
Milkon
76,9
-1,9
Sterilgarda
76,8
+5,5
Newlat
75,6
-16,3
Centr.Firenze
75,2
-0,2
Fage
73,7
+55,0
Vendite nella Gdo; in milioni di euro e variazione % 2014 su 2013
distribuzione organizzata: lo si troverà sul mercato nelle prossime settimane. “Siamo impegnati con gli operatori della filiera – commenta il ministro Maurizio Martina per rilanciare i consumi di latte fresco e sostenere i produttori. Parliamo di 35mila aziende che dovranno affrontare dopo trent’anni un passaggio cruciale come quello della fine delle quote. Il Governo è in campo per favorire un percorso che dia futuro e competitività ai nostri imprenditori. Da qui la volontà di dare il via ad un lavoro concreto per l’ interprofessione in questo settore e la collaborazione con l’Antitrust per contrastare eventuali pratiche sleali sul mercato”. La crisi del latte ha raggiunto il picco nel 2014, ma anche il 2015 non è iniziato bene. Nella classifica delle Top 15, nove società del caseario hanno perso fatturato, mentre sei ne hanno guadagnato. Tra i big hanno
perso terreno Parmalat, Granarolo, Lactalis, Danone, Muller, Biraghi e Newlat; hanno invece guadagnato terreno, soprattutto Latteria Vipiteno e Parmareggio (crescita a due cifre) e poi Arborea e Sterilgarda. Secondo i dati Iri, nel 2014 le vendite di latte fresco nella grande distribuzione sono precipitate del 6,2% a volume del 4,3% a valore, mentre il latte a lunga conservazione (l’ Uht) è arretrato, rispettivamente, del 3,1% e dello 0,4%. Deboli anche il comparto dei formaggi (2,3% a volume) e degli yogurt (2%). Ma i dati potevano essere peggiori, se il livello di pressione promozionale non fosse balzato al 7% per il latte fresco e al 44% per l’Uht; per gli yogurt è arrivata al 38%. I dati Iri di gennaio 2015 confermano un appesantimento per latte fresco (-4,5% a volume) e yogurt (-4,6%) e un alleggerimento per formaggi (-1,4%) e Uht (-1%).
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a produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel mondo ha sorpassato per la prima volta quella degli originali nel 2014, provocando addirittura il calo del valore delle esportazioni, in controtendenza al record fatto segnare all’estero dall’agroalimentare Made in Italy ma anche ai positivi risultati registrati da altri formaggi, dal pecorino al Gorgonzola. E’ l’allarme lanciato in vista dell’Expo nel primo “Dossier sul mercato del Parmigiano Reggiano, tra crisi ed opportunità”, presentato da Coldiretti nella mobilitazione in piazza per la prima volta del popolo del Parmigiano, con migliaia di produttori, casari, stagionatori, gastronomi e consumatori. Sotto accusa la moltiplicazione selvaggia delle imitazioni in tutti i continenti che sono state smascherate e messe alla gogna con la prima operazione verità realizzata a tre anni dal sisma che ha colpito duramente il sistema produttivo del formaggio italiano piu’ noto al mondo. A supporto dell’iniziativa è stato lanciato su twitter l’ #hashtag #ParmigiAmo. Nel 2014 la produzione delle imitazioni del Parmigiano e del Grana ha superato i 300 milioni di chili realizzati per poco meno della metà negli Stati Uniti,
dal falso parmigiano vegano a quello prodotto dalla Comunità Amish, dal parmesan vincitore addirittura del titolo di miglior formaggio negli Usa al kit che promette di ottenerlo in casa in appena 2 mesi, ma anche quello in cirillico che si è iniziato a produrre in Russia dopo l’embargo, il parmesao brasiliano, il reggianito argentino e il parmesan perfect italiano ma prodotto in Australia. E sono solo alcuni degli esempi di falsificazioni portate in piazza che tolgono spazio di mercato al prodotto originale. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione con le produzioni in Wisconsin, California e New York, le imitazioni sono molte diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche nei Paesi emergenti, mentre sul mercato europeo ed in Italia sono arrivati i cosiddetti similgrana di bassa qualità spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine che è prevalentemente di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia. Una concorrenza sleale nei confronti degli autentici Parmigiano reggiano e Grana Padano che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. In questo contesto, è partico-
prima
larmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo che prevede per la prima volta azioni di contrasto all’italian sounding che trova nel Parmigiano Reggiano e nel Grana Padano la maggiore espressione a livello internazionale, tra tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy. Occorre però anche cogliere l’occasione della trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) che è un appuntamento determinante anche per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding, molto diffuso in Usa che rappresenta il primo mercato di falsificazione del Parmigiano e del Grana. A questa realtà, se ne aggiunge però una ancora più insidiosa: quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa dai paesi più svariati, trasforma e ricava prodotti che successivamente vende come italiani, senza lasciare traccia, attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichetta.
ATTUALITÁ
IL FALSO PARMIGIANO SORPASSA IL VERO NEL 2014! MA NESSUNO CONTROLLA? Da Parmesao a Reggianito, da Parmesan a Grana Pampeana ma c’è anche il kit fai da te
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12 BASTIAN CONTRARI
I L C O R S I V O D E L C O LT I V ATO R E DUE MIMOSE E...IL CONTO È SALDATO
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sa non cambia nulla. È un gesto gentile, un segno di affetto, una attenzione poetica, ma dura poco e, già il giorno successivo, inizia ad appassire, a farsi meno profumata e soffice, a passare dal giallo tenero all’ocra ed a curvarsi sullo stelo esile. Sono vecchio e, purtroppo, ho visto molte illusioni dissolversi al sole. Speranze, promesse, programmi coraggiosi, assicurazioni ed impegni rimasti inattuati. È dimostrato che gli uomini hanno in mano le redini del potere, tengono per sé gli incarichi più gratificanti, guadagnano di più a parità di mansioni. E se la tirano nelle riunioni d’alto livello e negli incontri in cui possono esprimere tutto il loro mascolino orgoglio, sfoggiando la camicia che la moglie ha stirato o fatto stirare e i pantaloni con la piega fresca! L’unica cosa che non possono più fare è vantarsi di mantenere la famiglia con sacrificio e sudore della fronte. Accanto a loro, a sudare altrettanto, se non di
più, ci sono le donne, siano esse mogli, madri o sorelle. L’evolvere della società, in qualche caso, le ha viste entrare nel mondo del lavoro. Prima – secondo i più – erano in maggioranza nullafacenti ( la gestione della casa non conta, per molti). Adesso hanno un’occupazione e, in aggiunta, devono occuparsi della famiglia, dei figli, dei mariti e, in qualche caso, anche di genitori e suoceri acciaccati. E guai a chiedere un giorno di mutua o a non arrivare pimpanti in fabbrica o sul luogo
in cui svolgono la loro attività! Stop. A questo punto devo fermarmi. Da uomo ho già detto troppo, abbastanza per far ridere i miei amici. Soprattutto quelli che, nonostante tutto, si ritengono ancora al centro dell’universo, impegnatissimi a far ombra a donne, mogli, madri o compagne , disposte a coccolarli, viziarli, compiangerli e confortarli, senza rivendicare mai il fatto che, in casa, siano loro, troppo spesso, a tirare la carretta.
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, con l’8 marzo, anche le donne sono sistemate. Un mazzetto di mimose, una cenetta con le amiche, qualche speranza di parità in più e...l’illusione, ancora una volta, è servita. Se ne riparlerà tra 12 mesi. Di certo, il pianeta femminile è complesso, inaccessibile a noi uomini rozzi, egoisti, insensibili , infingardi e profittatori. Così vociferano loro, le esponenti del gentil sesso, nel rispetto del proverbio in cui si sostiene che “dui fumne a fan ‘n mercà e tre a fan na fera” oppure del detto saluzzese secondo il quale “le fomne l’han pi d’aris che d’ servel” (hanno più riccioli che cervello) o, ancora che “‘l segret dle fumne lu savuma mach mi, vui e tut ‘l cumun”. Adesso basta con gli scherzi, onde evitare che la neo eletta presidentessa della federazione provinciale Coldiretti imponga la censura a questo nostro corsivo! Dunque, la festa è passata e tutti sappiamo che una mimo-
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GIUSEPPINA LUCIA BIANCO: “IN CASA DEI MORATTI PER 22 ANNI”
Giuseppina Lucia Bianco, felice della sua vita
cordo che agli inizi non li capivo a parlare, i romani! All’inizio ho lavorato in una casa dove guardavo tre bambini piccoli”. E dopo? “Sono andata a fare assistenza a una signora malata di cuore. Poi sono stata a Torino, in una casa dove seguivo quattro bambini. Dopo sono tornata a casa e una mia amica di Dronero mi ha proposto di andare a lavorare a Roma fino al 1950”. E poi? “Nel 1953 ho trovato lavoro a Sanremo per un anno e poi finalmente sono riuscita a farmi fare il libretto di lavoro. Vado A Milano e un giorno che ero in un giardino mi hanno detto che i Moratti, i petrolieri, cercavano un aiuto in casa. Mi sono presentata e mi hanno preso”. A TAVOLA CON I MORATTI Cosa è successo? “Ci siamo subito messi d’accordo, seguivo la bimba più piccola. Nella famiglia di Angelo Moratti sono stata 22 anni, avevano una grande fiducia in me, ero di casa e mangiavo con loro a tavola! L’anno dopo ho iniziato a seguire Gioia, Maria Rosa e Massimo (il futuro presidente dell’Inter). Mi sono trovata be-
nissimo da loro!”. Che compiti aveva? “Andavo a parlare agli insegnanti dei ragazzi, ero trattata alla pari ed ero l’unica dei dipendenti che poteva magiare con loro. Avevamo un ottimo rapporto. Lì sono stata fino nel 1975 e negli ultimi 10 anni accompagnavo anche la moglie del signor Angelo”. E dopo il 1975? “Sono andata a fare la segretaria in uno studio medico. Con i Moratti abbiamo però mantenuto rapporti ancora per anni, ho bellissimi ricordi! A Natale mi facevano gli auguri e li ho seguiti per il mondo, anche in aereo”. Un aneddoto simpatico? “Tante le giornate belle! Io sono tifosa juventina e andavo sovente allo stadio in tribuna con loro. Se la Juve perdeva i ragazzi mi mettevano i manifesti listati a lutto sulla porta della mia camera!”. Pentita di non essersi sposata? “No, ho lavorato molto. Sono stata fidanzatissima ma poi non ci siamo sposati. Ho voluto bene ai figli degli altri come se fossero miei! La mia vita è stata interessante e varia”.
I BAMBINI SONO MAGNIFICI Il mondo di oggi? “Penso che non c’è educazione. Noi abbiamo fatto ricca l’Italia, questi invece se la sono mangiata”. Perché ama i bambini? “Perché sono magnifici e sono l’avvenire!”. Le piace vivere a Cuneo? “Sì, ma una volta era perfetta. Oggi di meno, come Milano e Roma”. Ritorna in Valle Maira? “Certo! Tutte le estati vado a Celle da mia sorella, con lei ci sentiamo al telefono”. La morte? “Ci penso ma non ho paura. Dopo potremo vivere la vita eterna e sarà bello”. Il Papa? “Papa Pacelli mi ha dato la mano quando ero a Roma. Papa Francesco si sta prendendo responsabilità pazzesche e ha una forza fantastica”. Facendo un bilancio della sua vita? “Sono convinto che era tracciata, ho la sensazione che Qualcuno mi abbia sempre guidato”. L’insegnamento di sua mamma? “Mi diceva sempre: “Impara a lavorare, nessuno ti deve niente nella vita!” ”. Una situazione particolare? “Ero seduta dopo una passeggiata davanti alla chiesa di San Sebastiano a Celle Macra. Stupenda. Mi sono assopita e mio padre “Culin” e mia mamma Margherita mi sono venuti incontro. Io ho detto a loro: “Non sono pronta!” e mia mamma mi ha sorriso. Poi mi sono svegliata. Non dimentico questa situazione vissuta”. LE STORIE DEI SEMPLICI RACCONTATE DA “BARBA BERTU” Giovedì 26 marzo, alle 21, nella Biblioteca civica di Robilante serata con “Barba Bertu”. La serata sarà introdotta da Riccardo Botta (già presidente della Lvia). “Barba Bertu” intervisterà in diretta Pietro Claro di Elva, il musicista Silvio Peron e i giovani Valentina Mari e Sergio Serra, che vivono a Marmora con i tre figli. Ingresso libero.
RITRATTI
Giuseppina Lucia Bianco è nata Fossano l’11 febbraio 1929: “I miei, originari di Celle Macra, facevano i margari e d’inverno scendevano nelle cascine del Fossanese”. IL DIPLOMA A 40 ANNI Lei ha conosciuto la povertà da bambina? “No, da mangiare ce n’era. Eravamo tre figli (due femmine e un fratello, già morto), mia sorella ha 94 anni”. Le scuole? “La prima Elementare l’ho fatta dalle Suore Giuseppine a Fossano, i due anni successivi a Tarantasca. Il diploma di terza Media l’ho poi preso a 40 anni. Mi piacevano i libri”. Le masche esistevano? “Nelle veglie si raccontavano storie strane di masche: Mio padre una volta era nella stalla con le mucche ed è tornato a casa stravolto: “Ho visto la Caterina, mi è passata vicina. Mi ha detto di lasciarla andare”. Ma Caterina, nostra vicina di casa, era morta in quel momento!”. La parola “guerra” cosa le fa venire in mente? “Ricordo benissimo l’aereo trimotore “Pippo” degli Alleati che passava a bombardare. Ricordo i due nazisti a cavallo, era primavera: il nazista giovane voleva farmi accarezzare il suo cavallo, ma io mi sono ritirata. E ho pensato che quel ragazzo tedesco forse era stato obbligato a fare una guerra che non voleva”. LONTANO DALLA “GRANDA” Che lavori ha fatto? “Tanti e lontano dalla provincia di Cuneo. Un giorno ho scritto a una contessa di Torino e mi sono confidata con lei, spiegandole che cercavo lavoro. Ha capito perfettamente, ha scritto a mio padre e dopo tre giorni mi ha trovato il lavoro a Roma”. Suo padre che ha detto? “Era disperato all’idea che andassi via, nel settembre 1946 a 17 anni ho preso il treno per Roma. Ho preso il tramway da Dronero a Cuneo con mio padre, poi ho raggiunto la capitale , da sola, col treno”. Cosa pensava in quei momenti? “Non ero preoccupata, ma contenta. Il primo impatto? Ri-
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QUAGLIA NUOVO PRESIDENTE DEL CONDIFESA CUNEO
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ichele Quaglia è il nuovo presidente del Condifesa Cuneo: l’elezione è avvenuta il 6 marzo, nella prima riunione del nuovo Consiglio di amministrazione del Condifesa Cuneo, nominato nell’assemblea dei Soci, lo scorso 28 febbraio 2015. Quaglia, frutticoltore di Verzuolo, è nato a Saluzzo il 4 aprile 1958. Alla Vice Presidenza sono stati eletti: Bruno Porro, viticoltore di Dogliani, nato a Dogliani 17 settembre 1952, Felice Pietro Isnardi viticoltore di Castagnito nato a Alba 21 agosto 1960; Graziano Giacosa frutticoltore di Savigliano nato a Cuneo 22 luglio 1970; è stato costituito il Comitato Esecutivo formato dal Presidente, dai Vice-Presidenti e dai Consiglieri Giovanni Arnaudo di Dronero, Giacomo Ballari di Bar-
ge, Valerio Bellonio di Racconigi. Alla direzione è stato riconfermato Roberto Bernardi. Oltre al nomina delle cariche istituzionali, il nuovo Consiglio di amministrazione nella sua prima seduta, ha discusso la Circolare di Agea Coordinamento n. 813 del 16 dicembre 2014 e successiva circolare di Agea Pagatore n. 7 del 9 gennaio 2015 con la quale si vuole imporre ai Produttori di sostenere totalmente i costi assicurativi della
campagna 2014 prima di beneficiare della contribuzione PAC ex-art 68, anticipando la scadenza per il rimborso ai Condifesa dal 30 settembre 2015 al 17 aprile 2015. In merito a questa modifica, di non poco conto, vista la crisi finanziaria del settore, l’Associazione regionale dei Condifesa “Condifesa Piemonte” che raggruppa 9 Condifesa provinciali, tra cui quello di Cuneo, ha richiesto urgentemente un incontro con l’Assessore regionale Giorgio Ferrero. Il Consiglio ha poi discusso come avviare la nuova campagna assicurativa anche in mancanza dei decreti del Piano assicurativo nazionale 2015, dei prezzi massimi stabiliti da Ismea e relative circolari attuative. Il Consiglio di amministrazione per il mandato 2015/2020 è così formato:
PRESIDENTE
QUAGLIA Michele
Verzuolo
Consigliere
DALMASSO Diego
Caraglio
Vice Presidente
ISNARDI Felice Pietro
Castagnito
Consigliere
DEMARCHI Filippo
Saluzzo
Vice Presidente
PORRO Bruno
Dogliani
Consigliere
DEMARIA Gianluca
Dogliani
Vice Presidente
GIACOSA Graziano
Savigliano
Consigliere
INGARAMO Andrea
Savigliano
Consigliere
ALESSO Paolo
Ruffia
Consigliere
MELLANO Giulio
Lagnasco
Consigliere
ARNAUDO Giovanni
Dronero
Consigliere
MONGE Claudio
Piasco
Consigliere
BALLARI Giacomo
Barge
Consigliere
NEGRO Pietro
Canale
Consigliere
BALLARIO Giuseppe
Cervere
Consigliere
PECCHENINO Attilio
Dogliani
Consigliere
BALLAURI Maria Teresa
Vicoforte M.vì
Consigliere
REVELLI Luciano
Farigliano
Consigliere
BELLONIO Valerio
Racconigi
Consigliere
RIVETTI Giuseppe
Alba
Consigliere
BEOLETTO Silvano
Villafalletto
Consigliere
SACCHETTO Giovanni
Cuneo
Consigliere
BONGIOANNI Bruno
Neviglie
Consigliere
SOLA Andrea
Fossano
Consigliere
BOSCHIS Chiara
Barolo
Consigliere
TORTONE Sergio
Villafalletto
Consigliere
BRERO Gaspare
Fossano
Consigliere
VANZETTI Mauro
Savigliano
Consigliere
CULASSO Dino
Camo
Consigliere
VOERZIO Alberto
La Morra
QUASI DUEMILA AZIENDE AGRICOLE NEL MIRINO DELL’ANAS
S
ulle imprese agricole della Granda che hanno fondi con accesso sulle strade statali, si sta abbattendo un’altra mazzata. L’Anas, con la scusa di aggiornare i dati del Cuneese avrebbe individuato 42 comuni con 1710 proprietari di fondi che riceveranno una lettera nella quale si chiede di pagare anche gli arretrati degli ultimi 5 anni. Pare che ad oggi ne stiano state recapitate solamente 144. Nei giorni scorsi, su iniziativa del vice-ministro alla giustizia Enrico Costa, si è svolta, presso l’amministrazione provinciale, una riunione a porte chiuse con l’ Anas per verificare la problematica alla presenza dei sindaci interessati. Coldiretti non è stata invi-
Lettera di Coldiretti ai Parlamentari cuneesi per chiedere che un accesso carraio al fondo agricolo sia escluso dalla tassa tata a tale incontro che vogliamo considerare il primo di altri successivi, dove non si affronti la problematica in termini di “capire o non capire il linguaggio burocratese delle lettere dell’ Anas”, ma di affrontare la questione in modo diverso da parte dei nostri rappresentanti politici. L’agricoltura paga due volte: ha già pagato quando negli scorsi anni veniva sottratto all’Anas il terreno di proprietà delle imprese agricole a fronte di indennizzi insoddisfacenti e pagati con anni di ritardo. Ora lo stesso proprietario del terreno
rischia di essere considerato un evasore perché l’Anas si è dimenticata di chiedere il canone annuale. In Piemonte la questione riguarda 8.000 casi di cui quasi 2.000 in provincia di Cuneo con costi calcolati dall’Anas che vanno dai 150 ai 600 euro a seconda della larghezza del passaggio. Questi importi sarebbero contenuti in un decreto ministeriale previsto dalla legge di stabilità del 2014 dove pare che per gli arretrati si paghi una cifra decurtata del 70%. Ma questo dovrà essere contenuto in un decreto interministeriale che non c’è ancora.
Proprio in questo contesto si inserisce la richiesta di Coldiretti Cuneo, inviata ai parlamentari in questi giorni: occorre che il decreto interministeriale di prossima emanazione contenga, in modo inequivocabile, l’esonero di un accesso al fondo agricolo dal pagamento della tassa “passi carrai”. Questo è il minimo che l’Anas deve concedere all’imprenditore agricolo che, come detto, è già stato danneggiato nel momento della realizzazione o dell’allargamento delle strade. Sarebbe davvero esagerato che l’imprenditore agricolo, per poter accedere alla coltivazione del proprio fondo da una statale dovesse pagare anche una tassa. Si attende ora la risposta dei parlamentari cuneesi.
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PER IL CONSUMATORE I PREZZI AL BANCO NON CAMBIANO
CONIGLI, QUOTAZIONI ANCORA IN DISCESA
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ontinua il periodo nero per il comparto cunicolo piemontese, con quotazioni che continuano a rimanere su livelli bassissimi da ormai diverse settimane. E se già ad inizio 2014 gli allevatori cuneesi, così come i loro colleghi del Nord Italia, avevano lanciato l’allarme per il preoccupante calo dei prezzi, a distanza di un anno la situazione è ulteriormente precipitata. Lo confermano le ultime quotazioni della CUN di Verona - Commissione Unica Na-
zionale dei conigli vivi da carne da allevamento nazionale - che settimanalmente definisce le tendenze e i prezzi del mercato all’ingrosso. Da un primo e semplice raffronto tra il 2014 e il 2015, possiamo osservare come il prezzo medio delle prime undici settimane dell’anno sia sceso di quasi il 15%. Se lo scorso anno, tra dicembre 2013 e gennaio 2014, la quotazione massima era stata di 2,41 euro/chilogrammo, ad inizio 2015 si partiva già da
un netto calo (-22%) ben al di sotto dei 2 euro (1,87 euro/chilogrammo). E da allora il prezzo ha iniziato un’inarrestabile discesa alla quotazione minima di 1,45 euro/chilogrammo di metà febbraio. E solo nelle ultime settimane si è avuta una leggera ripresa, tornando su livelli superiori del 2014, ma avendo perso per strada ormai molti euro, se si considera che tradizionalmente la prima parte dell’anno è quella con quotazioni maggiormente elevate.
RAFFRONTO QUOTAZIONI CUN VERONA - coniglio vivo oltre 2,5 kg settimana n.
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PREZZO MEDIO (€/kg)
VARIAZIONE 2015 SU 2014 (%)
prezzo 2014 (€/kg)
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2,3
2,23
2,09
1,98
1,9
1,86
1,63
1,57
1,57
1,61
1,92
-14,9%
prezzo 2015 (€/kg)
1,87
1,87
1,8
1,71
1,63
1,5
1,45
1,45
1,49
1,56
1,66
1,64
Elaborazione Coldiretti Cuneo su dati CUN Verona
Numeri che non sembrano trovare alcuna giustificazione in un’eventuale calo della domanda: la richiesta di conigli vivi da parte dei macellatori è pressoché stabile da alcuni anni, così come il consumo della carne di coniglio. Anzi, lo stesso consumatore non sta avendo alcun beneficio dall’attuale situazione di mercato, con prezzi al banco che rimangono invece invariati. A tutto ciò si aggiunge la mancanza di una normativa comunitaria che preveda l’obbligo di etichettatura delle carni cu-
nicole e che potrebbe garantire una maggiore trasparenza al mercato, caratterizzato oggi da massicce importazioni - in crescita quelle dalla vicina Francia - e la possibilità, per il consumatore, di sapere cosa acquista. Ad oggi, infatti, il Regolamento UE 1169/2011 che prevede dal 1°aprile 2015 l’obbligo di indicare il paese d’origine o luogo di provenienza per le carni suine, ovi-caprine e pollame (fresche, refrigerate o congelate) non contempla, inspiegabilmente, le carni cunicole.
In Piemonte è molto sentito il protrarsi di questa situazione poiché, dopo il Veneto, è la seconda regione italiana per importanza nel settore cunicolo, contando quasi quattrocento allevamenti e più di seicentomila capi allevati, concentrati soprattutto nelle province di Cuneo e Torino. Gli allevatori piemontesi hanno da sempre posto la massima attenzione alla qualità delle loro produzioni, anche attraverso notevoli investimenti, e attenti al rispetto delle regole sanitarie, non ultimo l’adesione al piano di
monitoraggio proposto dall’Assessorato regionale alla sanità, il quale ha permesso ai Servizi veterinari delle ASL di poter avere una maggiore conoscenza del comparto, sia in termini di gestione aziendale, sia su aspetti di carattere più strettamente epidemiologico. Nonostante tutti gli sforzi messi in atto dal comparto in questo ultimi anni, questa paradossale situazione rischia di danneggiare ulteriormente e pesantemente gli allevamenti piemontesi.
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on la ripresa della stagione primaverile, iniziano puntualmente i danni causati dai cinghiali sulle coltivazioni agricole. Una situazione che impone immediatamente alla Provincia di intervenire per le battute locali a contenimento della specie. Questo soprattutto nel 2015, in cui viviamo a livello regionale una situazione a dir poco pesante. Manca la legge regionale sulla caccia, che pur essendo stata assegnata all’Aula
di Palazzo Lascaris, è al palo poiché come sempre in questi casi, gli interessi sono tanti e quelli venatori paiono prevalere su quelli agricoli. Gli Atc ed i CA sono in situazioni finanziarie difficili e la Regione ha bloccato i finanziamenti dei danni agricoli del 2015. I pagamenti sono fermi agli acconti del 2013 e con scarse prospettive che solo la legge regionale può dargli. Le province sono in una fase transitoria, dove ancora non sono
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PRIMAVERA... CON I CINGHIALI chiare le competenze e sopratt u t t o quale fine dovranno fare. Intanto, come si vede nelle foto scattate nel Comune di Vicoforte, i cinghiali continuano ad arare i seminativi ed i pascoli.
Incidente stradale mortale Il recente incidente stradale causato da un cinghiale, nel quale ha perso la vita Michela Leone di Niella Belbo, mette in evidenza come l’ eccessiva presenza di ungulati (cinghiali, ma anche caprioli) non sono solamente più un problema per l’ agricoltura, ma riguardano la società intera. Di qui l’ esigenza di una maggiore incisività dei piani di abbattimento da parte della Provincia, della necessità di approvare una nuova legge regionale sulla caccia e, soprattutto, di una politica diversa da parte degli ATC e CA che non possono continuare a fare una politica venatoria, ma debbono agire nell’ interesse del territorio. Questo vale sia per i danni arrecati all’ agricoltura che per la sicurezza stradale.
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“ARGINI E SPONDE DEI FIUMI: VA GARANTITA LA SICUREZZA” Respiro nazionale per la tavola rotonda organizzata da Coldiretti Cuneo, su un tema di grande rilievo, con un parterre che ospita, come relatori, dalla dirigenza del Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, al vice Ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, con l’intervento dell’Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, e degli Assessori regionali all’Agricoltura, Caccia e Pesca,Giorgio Ferrero, e all’Ambiente e all’Urbanistica, Alberto Valmaggia. La gestione dei corsi d’acqua è al centro dell’attenzione da parte Coldiretti, che nelle sedi competenti, ha sempre evidenziato quanto siano indispensabili interventi mirati ed efficaci per dare risposte concrete alle problematiche connesse alla stabilità degli argini dei fiumi, alla tutela delle opere idrauliche esistenti per
scongiurare il pericolo di allagamenti e alluvioni, a vent’anni dai drammatici fatti del 1994, quando la furia dell’alluvione, sconvolse la nostra provincia e costò la vita a 70 persone in tutta la Regione, con 2mila sfollati e 20mila miliardi di danni. Il 30 marzo, l’Organizzazione stimolerà la discussione sugli interventi necessari e sui servizi di tutela, perché molti problemi, ancora oggi, non sono stati risolti. E per evitare che si ripetano tragedie simili, vanno eliminati gli osta-
coli, prima di tutto quelli burocratici, che legano letteralmente le mani e impediscono azioni efficaci e concrete. Gli interventi, dopo l’apertura di Federico Borgna sindaco e presidente della provincia di Cuneo e di Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo, saranno moderati dalla giornalista Daniela Bianco. “ Passa l’acqua sotto i ponti” è il titolo che volutamente è seguito da un punto interrogativo e da un punto esclamativo.. perché non si può più rimandare, è in-
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dispensabile un coordinamento sia in senso verticale, sia in senso orizzontale per la sicurezza delle persone, innanzitutto, per la tutela dell’ambiente, così come per l’agricoltura e le attività produttive, che sono il cuore pulsante della nostro provincia. “OCCORRE EVITARE ULTERIORI AZIONI CHE DETERMININO PERDITA DI NATURALITÀ DEI CORSI D’ACQUA” “Il nostro Paese, la nostra regione e la nostra provincia, costituiscono un territorio geologicamente giovane, caratterizzato da una morfologia che determina, su ampie aree, situazioni di particolare vulne-
rabilità sotto un profilo idrogeologico – spiega Franco Parola, responsabile Servizi Ambiente e Territorio Coldiretti Cuneo. A questo, si sommano gli effetti derivanti dal fatto che, in molti luoghi, i terreni di copertura sono rappresentati da marne, argille o comunque da materiali soggetti a facili smottamenti e causa di un’accentuata erosione superficiale che determina, a sua volta, durante gli eventi di piena, un rilevante trasporto solido nei corsi d’acqua principali e nei loro tributari”. Come emerge in modo inequivocabile anche dal recente rapporto presentato dall’IPPC (Intergovernmental panel of cli-
mate change), commenta il direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano, il riscaldamento globale, ed i conseguenti mutamenti climatici che da esso discendono, rappresentano ormai una realtà alla quale occorre non soltanto cercare di porre freno attraverso politiche di contenimento delle emissioni, ma anche fronteggiare, con l’adozione di iniziative volte a prevenire e mitigare gli effetti sempre più frequenti di eventi estremi ed opposti ad esempio periodi caratterizzati da temperature molto rigide, alternati ad altri eccezionalmente caldi, oppure eventi siccitosi ai quali seguono rovesci particolarmente intensi.
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LE IMPRESE CHIEDONO REGOLE UGUALI PER TUTTI Dalle leggi sanitarie ai contratti di lavoro, costi diversi con i nostri competitors
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pprofittano della crisi economica per penetrare in modo sempre più massiccio e capillare nell’economia legale e quello della ristorazione per le organizzazioni criminali è uno dei settori maggiormente appetibili. Questo vale anche per la provincia di Cuneo o per il Piemonte, dove l’illegalità appare contenuta e relegata a pochi casi, poiché ormai le nostre imprese si confrontano quotidianamente su un mercato di dimensioni nazionali ed europee, per non parlare di aziende che dalla frutta al vino dialogano con il mondo intero. Più volte abbiamo lamentato che le nostre imprese non hanno timore di confrontarsi, ma pretendono che le regole del gioco siano uguali per tutti. Questo vale per la normativa
sanitaria, per quella che disciplina i contratti di lavoro. E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione al blitz dell’antimafia in zona Pantheon a Roma che ha portato al sequestro di due ristoranti gestiti dalla ‘Ndrangheta. La criminalità organizzata in alcuni casi possiede addirittura franchising, forti dei capitali assicurati dai traffici illeciti collaterali e queste attività aprono in breve tempo decine di filiali in diversi paesi del mondo. Come è emerso dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, sono almeno 5.000 i locali della ristorazione nelle mani della mafia nel nostro Paese. Attività “pulite” che si affiancano a quelle “sporche”, avvalendosi degli
introiti delle seconde, assicurandosi così la possibilità di sopravvivere anche alle incertezze del mercato ed alle congiunture economiche sfavorevoli, ma anche di contare su un vantaggio rispetto alla concorrenza, la disponibilità di liquidità, e di espandere gli affari. Le attività ristorative sono molto spesso tra gli schermi “legali” dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre più integrata nell’economia regolare. Le operazioni delle Forze dell’ordine indicano con chiarezza gli interessi di tutte le organizzazioni criminali nel settore agroalimentare, ma anche in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda.
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ARPROMA SI CONFRONTA SUL NUOVO PSR DEL PIEMONTE
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rproma, associazione regionale Produttori di macchine agricole, presieduta dal cuneese Luca Crosetto, ha organizzato in collaborazione con Coldiretti un convegno dei costruttori e venditori di macchine agricole in prossimità della Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano. All’iniziativa hanno partecipato Delia Revelli ed Enzo Pagliano, presidente e direttore di Coldiretti Cuneo, insieme all’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero. L’obiettivo era di approfondire le possibilità offerte dal nuovo Psr, in relazione alle necessità reali delle imprese agricole, tenuto conto dello sviluppo che la Comunità Europea chiede alle imprese agricole che aderiranno al piano. Ne è emersa una situazione di sviluppo programmato che avrà un impatto economico reale a fine 2015 inizio 2016, poiché in questo momento il Psr del Piemonte è al vaglio degli organi della Comunità Europea.
Poca sicurezza per chi sceglie alimenti extracomunitari Acquistando prodotti extracomunitari è quattro volte più probabile mettere nel carrello alimenti con un contenuto irregolare di pesticidi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della relazione dell’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) dalle quali emerge che, in media, il 97% dei campioni di alimenti valutati contiene livelli di residui chimici che rientrano nei limiti di legge. Emergono tuttavia profonde differenze con le irregolarità che per i prodotti di origine comunitaria sono appena l’1,4 per cento del totale mentre per quelli extracomunitari salgono al 5,7 per cento, ben 4 volte maggiori. La situazione è ancora diversa per i prodotti Made in Italy, con appena lo 0,6 per cento di prodotti con residui chimici oltre il limite, anche perché in Italia si trova il maggior numero di produttori biologici dell’Unione Europea.
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I GIOVANI AGRICOLTORI RIPORTANO IL CUNEESE AI LIVELLI EUROPEI
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Federico Borgna presidente della provincia di Cuneo
’amministrazione provinciale di Cuneo ha presentato un’indagine sui giovani in agricoltura. All’incontro ha partecipato anche la presidente provinciale e regionale di Coldiretti, Delia Revelli. Dalla lettura dei dati statistici emerge un quadro allarmistico, da cui quasi il 90% delle aziende agricole sono gestite da coltivatori con oltre 55 anni e senza un successore diretto, per cui i tecnici hanno concluso che il ricambio generazionale nel settore primario è molto scarso, se non addirittura assente. Accanto a questa lettura del dato, Coldiretti intende valutare la statistica con uno sguardo economico diverso. Siccome è finita l’era dei grandi numeri, il dato che maggiormente interessa, non è tanto quello degli addetti all’agricoltura, quanto quello della superficie media aziendale. Quello che dobbiamo fare è di mettere le imprese agricole in condizione di stare sul mercato e di confrontarsi alla pari con il resto d’Europa. Emerge allora che, a fronte dei tanti over 50 che non hanno prospettive nella loro azienda, è aumentata la dimensione media delle aziende, passate da una superficie di 8,4 a 12,6 ettari. Se poi l’ azienda è condotta da un giovane, la superficie
media aziendale cresce a 20,5 ettari. Quindi, se è vero che le aziende condotte dagli over 55 sono destinate a chiudere, almeno sulla carta, al 90% è anche vero che le restanti 10% dove i giovani ci sono ancora e continuano l’attività agricola, assorbiranno quelle che chiudono per assenza di continuità, andando ad elevare la superficie media aziendale portandola a livelli europei. Sempre considerando il fatto che i grandi numeri sono un ricordo, va anche sottolineato che la figura del giovane agricoltore è cambiata. Il 71% sono maschi ed il restante femmine e, quasi la metà di questi, ha un diploma o una laurea. Questo evidenzia il dinamismo delle imprese agricole. Lo studio evidenzia però come oggi sia difficile far impresa anche nel settore agri-
colo: a parità di costi e dei rischi di gestione, si guadagna di meno per via di una globalizzazione dei mercati che penalizza la qualità locale, le difficoltà di carattere prettamente settoriale, come i costi di avviamento, l’accesso al credito, i costi di successione e quelli di insediamento. Nonostante lo studio non ne faccia menzione, anche la burocrazia ha il suo peso: troppi enti che si sovrappongono, i cui costi ricadono pesantemente sulla gestione. Spesso il pubblico non rappresenta più un interlocutore credibile per le imprese per via delle riforme iniziate e non compiute, come nel caso delle provincie. Questo purtroppo genera disaffezione e fa apparire la pubblica amministrazione il contraltare agli interessi delle imprese.
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Alla prova della crisi L’innovazione sociale in provincia di Cuneo: secondo rapporto Giovedì 12 marzo • ore 15 Spazio incontri Cassa di Risparmio 1855 Via Roma 15 • Cuneo
INTERVERRANNO: Ezio Falco Presidente Fondazione CRC Augusto Ferrari Assessore alle Politiche Sociali Regione Piemonte Luciano Abburrà Dirigente Area Individui e Società Ires Piemonte Tavola rotonda con attori economici e sociali: Elena Di Liddo Vice Sindaco e Assessore Politiche Sociali Città di Alba Fabrizio Clerico Presidente Federsolidarietà Cuneo Claudio Mezzavilla Direttore Caritas Cuneo
Si richiede cortese conferma di partecipazione Centro Studi • tel. 0171/452770 centro.studi@fondazionecrc.it Nell’occasione sarà distribuita copia del Quaderno
L’IMPEGNO NEL SOCIALE DI COLDIRETTI NEL QUADERNO DELLA FONDAZIONE CRC Cinque anni fa, dedicare in provincia di Cuneo una ricerca all’innovazione sociale – cioè alla costruzione di risposte innovative ai bisogni sociali – poteva sembrare una scelta avveniristica, al limite del presuntuoso o quanto meno non così pertinente e rilevante rispetto alla realtà cuneese. Ma la ricerca trovò sensibilità, attenzione e concrete esperienze condotte sotto questo profilo dal mondo del volontariato, da associazioni; da istituzioni e strutture pubbliche, in diversi campi delle politiche sociali, dalla casa all’istruzione, dalla salute ai servizi sociali. Negli anni che separano questo lavoro dal precedente Rapporto, l’innovazione sociale è passata da tema di nicchia – frequentato principalmente da studiosi e attivisti – a riferimento rilevante delle politiche comunitarie e nazionali. Così la pratica e ancor più i discorsi sull’innovazione sociale hanno visto ampliare il loro campo semantico e operativo, talora configurandosi addirittura come un mantra rituale, abbinato, a proposito o a sproposito, a ogni mutamento e iniziativa non solo sociale ma economica e culturale, con il rischio che la sua fascinazione porti a enfasi e attese non sempre basate su elementi fattuali solidi. In questo quadro di riferimento, l’aggiornamento delle riflessioni sull’innovazione sociale in provincia di Cuneo costituisce anche un banco di prova per verificare la possibilità di un suo specifico fondamento analitico ed empirico. La ricerca è stata realizzata in presa diretta grazie alla collaborazione di molti soggetti pubblici e privati attivi nel dominio sociale ed è stata orientata in particolare sul versante dell’innovazione sociale connesso alle risposte alla crisi economica e ai suoi effetti, specie in termini di impoverimento della popolazione. Il rapporto evidenzia come, in una situazione anche locale ma nazionale in cui mancano strumenti e strategie istituzionali di contrasto della povertà, o sono frammentate per bisogni e categorie di soggetti, nella realtà della provincia di Cuneo, si registra una proliferazione di interventi in cui i diversi soggetti del territorio, dagli enti locali alle organizzazioni della società civile, hanno provato a rispondere in modo più integrato ai bisogni emergenti. Le caratteristiche di queste risposte mettono in luce aspetti innovativi sia nel merito degli interventi realizzati sia, soprattutto, per i processi e le dinamiche che li hanno prodotti. Di queste dinamiche nel Rapporto si presentano gli aspetti positivi e socialmente innovativi, ma anche possibili ambiguità e rischi, come quelli rappresentati dal dilemma tra la necessità di muovere i primi passi avanti nel processo di costruzione di un nuovo welfare comunitario e il timore che si possa compiere un passo indietro verso un welfare residuale e caritatevole.
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lla prova della crisi è il titolo del Quaderno 24 curato dal Centro Studi della Fondazione CRC e realizzato in collaborazione con l’IRES Piemonte, in cui quattro iniziative sociali di Coldiretti sono presentate come esempi di innovazione sociale ed economica. A quattro anni dal precedente studio scientifico-economico, la Fondazione CRC ha ritenuto opportuno rivalutare lo stato dell’innovazione sociale nella Granda, pubblicandone i risultati nel volume “Alla prova della crisi”. “Nonostante la riduzione della spesa pubblica e la crisi economica abbiano incrementato le difficoltà di ordine sociale della nostra provincia – ha dichiarato Ezio Falco, Presidente della Fondazione CRC – la ricerca ha mo-
strato la capacità di reazione e di collaborazione di molti soggetti privati del territorio”. La pubblicazione della Fondazione CRC conferma quanto già denunciato in diverse occasioni da Coldiretti: alla prova dei fatti la provincia di Cuneo soffre in misura maggiore rispetto ad altre realtà piemontesi, con un calo di risorse notevole, percepito dai cittadini e ora ben documentato. Ma il volume mette anche in evidenza la capacità reattiva di chi ha cercato di contenere tale crescente disagio. Quattro iniziative di Coldiretti sono presenti: gli Sportelli (in) Salute (pagg. 66-68), il progetto di supporto alla domiciliarità “A Casa” (pag. 80), il servizio educativo per la prima infanzia “Agritata” (pagg. 99-100) e il
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progetto di assistenza “Rosa” (pag. 100). Marcello Cavallo, responsabile del settore Sociale di Coldiretti Cuneo, ha dichiarato: per la prima volta è stata legittimata su un piano scientifico ed economico la capacità dell’organizzazione di “ripensarsi, ridefinire il proprio ruolo, mobilitare risorse della comunità locale, suscitare (con un certo successo) la partecipazione dei cittadini” (pag. 115). È questo un riconoscimento importante per Coldiretti, che vuole ribadire come “sia necessario che si affermi nella società una visione in cui l’agricoltura e i valori a essa connessi – terra, salute, genuinità, ecc. — abbiano un ruolo centrale e positivo” (pag. 116).
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MOLTO PARTECIPATO IL CONVEGNO DI COLDIRETTI CUNEO E ASPROMIELE
CALABRONE ASIATICO: PROSEGUE IL MONITORAGGIO provincia di Cuneo. La situazione presente oggi in Liguria e le iniziative portate avanti in questa regione sono state illustrate da Fabrizio Zagni di Apiliguria mentre tecnici della Coldiretti e di Aspromiele hanno presentato gli esiti di un monitoraggio condotto durante il 2014 attraverso un progetto cofinanziato dalla CCIAA di Cuneo. “Il lavoro di monitoraggio spiega Franco Parola, responsabile del Servizio Ambiente di Coldiretti Cuneo – reso possibile grazie alla collaborazione degli apicoltori e dei frutticoltori, è stato attuato al fine di valutare come possa eventualmente svilupparsi la vespa velutina nel nostro territorio, e nel contempo cercare di intervenire per prevenirne la diffusione”. In occasione del convegno, ad ogni partecipante sono state consegnate una scheda tecnica per riconoscere adulti e nidi del calabrone asiatico e una trappola da installare in apiario per controllare l’eventuale presenza del calabrone asiatico. “È importante che venga comunicato agli Uffici Coldiretti e Aspromiele ricordano i tecnici Ermanno Giordanengo e Marco Bergero , la localizzazione della “bottiglia-trappola”,
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Coldiretti sostiene la ricerca sul cancro Al via, fino al 25 aprile l’iniziativa una MARGHERITA per AIRC, la margherita solidale italiana al 100% dedicata alla ricerca sul cancro. L’iniziativa, nata grazie alla Filiera agricola italiana Spa di Coldiretti per la promozione e diffusione della margherita di produzione italiana, sarà proposta in oltre 50 Centri Giardinaggio associati all’Associazione Italiana Centri Giardinaggio AICG, che venderanno migliaia di piante di margherite al prezzo di 4,50 euro, di cui 1,50 euro sarà devoluto ad AIRC. Tra i garden center aderenti all’iniziativa, in provincia di Cuneo, vi è Roagna Vivai S.N.C dei F.lli Roagna.
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urante il convegno organizzato da Coldiretti Cuneo e Aspromiele svoltosi venerdì 13 marzo scorso, tecnici del settore e ricercatori dell’Università hanno analizzato nel dettaglio la problematica relativa alla presenza della Vespa velutina, nota come calabrone asiatico, osservata durante il 2014 anche in provincia di Cuneo. Com’è noto si tratta di un pericoloso predatore delle api, di origine asiatica, reperito per la prima volta in Europa nei pressi di Bordeaux nel 2005 e di qui diffusosi rapidamente fino a giungere in Liguria dove è stato osservato per la prima volta nel 2012 e dove oggi risulta ormai ampiamente presente. Ad aprire i lavori è stata Delia Revelli, Presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte, che ha ricordato l’importanza del settore e le principali difficoltà che deve affrontare come quelle sanitarie e la concorrenza sleale esercitata da alcuni Paesi extracomunitari. Il Prof. Marco Porporato del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino ha quindi illustrato le principali strategie da adottare per cercare di evitare o rallentare l’ingresso di questo calabrone in Piemonte ed in
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PAC - ANCORA NOVITÀ
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’attività amministrativa volta a dettagliare l’applicazione della riforma della Politica agricola comunitaria (PAC) è in piena evoluzione e sviluppo, la produzione normativa, già copiosa, si arricchisce di nuovi provvedimenti, in particolare dopo 2 decreti già emanati dal MIPAAF se ne attende un terzo già in gestazione. In questi giorni poi le regioni italiane stanno comunicando al Ministero delle Politiche agricole e forestali le loro ulteriori decisioni in merito all’applicazione di alcuni aspetti relativi alle pratiche agricole da osservare
per usufruire degli aiuti previsti dalla nuova PAC. Le decisioni regionali sono determinanti per definire il “mantenimento di un’attività agricola minima” richiesta dall’Unione europea per beneficiare degli aiuti; in particolare sono coinvolte le superfici a pascolo per le quali è stato necessario stabilire una durata minima del pascolamento ed un carico minimo di animali per ettaro, sotto i quali la superficie non può essere considerata ammissibile ai premi. Sono 2 gli aspetti su cui la Regione Piemonte deve esprimersi - durata minima del periodo di pascolo; - condizioni da rispettare per raggiungere il carico minimo obbligatorio (0,2 UBA/ha) delle superfici a pascolo. Il MIPAAF ha fissato in 60 giorni la durata minima del pascolamento lasciando alle regioni la facoltà di ridurlo se ne
ricorrono le condizioni, il Piemonte non ha variato quanto proposto dal MIPAAF e quindi applicherà la durata minima di 60 giorni. La nostra regione deve poi comunicare al Ministero se intende consentire il pascolamento anche con animali non appartenenti al richiedente se questo è necessario per raggiungere la densità minima di 0,2 UBA/ha ( attività meglio conosciuta come “guardiania”); la proposta piemontese al momento pare sia quella di consentire al facente domanda di utilizzare anche animali di terzi per raggiungere il carico minimo di 0,2 UBA/ha ma solo nella percentuale massima del 30% dei capi alpeggiati in proprietà. Questo accorgimento, nelle intenzioni della regione, dovrebbe porre un freno ai fenomeni speculativi che si sono registrati nella la gestione di alcuni alpeggi negli ultimi anni.
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MONTAGNA: LE UNIONI DEI COMUNI PREVISTE DALLA COSTITUZIONE
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Nella Granda, riconosciute dalla Regione Piemonte 14 Unioni dei Comuni. Oggi tutto è in mano alle regioni, mentre vi è una proposta per modificare la Costituzione al fine di operare allo stesso modo in tutto il Paese. In fase di studio una legge per la contribuzione agricola dei coltivatori diretti in montagna.
n questi giorni, i giornali hanno riferito dei continui tentativi di realizzare le Unioni dei comuni. Spesso si assiste ad una serie di situazioni dove non solo prevale la logica del campanile, ma emerge come il diverso orientamento politico incida negativamente sulla possibilità di unire alcuni servizi che i singoli comuni con i tagli loro imposti dal Governo, non riescono più a svolgere. Coldiretti, nonostante in qualche caso siano giunte delle sollecitazioni, non ha mai voluto entrare nel merito dell’organizzazione delle Unioni dei Comuni, poiché ritiene che questo debba essere fatto da chi amministra e da chi ha la responsabilità di gestire i comuni. Emerge, però, una accozzaglia di situazioni: Unioni che vanno da 3 a 20 comuni, altre dove si spera in una organizzazione del comune più grande i cui servizi sono condivisi con quelli più piccoli. Un fai da te che rischia di non risolvere il problema dei costi ed in alcuni casi genera tensioni tra comuni. Di qui, l’intervento del legislatore che riprendendo una richiesta avanzata in VII Commissione della Camera dei Deputati si propone la modifica dell’ articolo 117 lettera P della Costituzio-
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ne che, nello stabilire le materie della legislazione esclusiva dello Stato, amplia la competenza in materia di “disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni”. Questo significa che finisce l’era del riordino fai da te dei Comuni, diviso tra regioni e regioni, che ha visto un fiorire di enti nati per governare l’associazionismo comunale e che ha visto anche l’assenza e la confusione di legislazione da parte di numerose regioni. Con questo provvedimento, su tutto il territorio nazionale vi sarà un solo soggetto per l’associazione intercomunale che nelle zone montane assorbirà anche le funzioni delle ex Comunità Montane, evitando in tal modo confusioni, rinvii e rimpalli di competenze che han-
no contrassegnato in questi anni il processo di riordino amministrativo comunale. Per quanto riguarda i comuni montani, è in fase di avanzato studio una proposta di legge che andrebbe ad integrare la legge Carlotto. Questa prevede il miglioramento del sistema pensionistico per i coltivatori diretti delle aree montane, andando a prevedere per legge forme di attribuzione figurativa dei contributi per evitare pensioni misere dopo che il sistema di calcolo è passato dal contributivo al retributivo. Questa proposta vuole quindi dare ai coltivatori diretti di montagna la possibilità di avere pensioni dignitose, senza che vi sia un aumento dei contributi che oggi le imprese non riescono più a sopportare.
OGM: IN GAZZETTA UE LA LIBERTA’ DI VIETARLI
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’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al biotech nei campi. E’ quanto afferma Coldiretti nel segnalare che sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 13 marzo è stato pubblicato il testo della direttiva 2015/412 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 marzo 2015 che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) sul proprio territorio. Ora tocca al Parlamento italiano mettere a punto una normativa nazionale che possa dare continuità alla lungimirante scelta fatta dall’Italia di vietare gli Ogm dato che la nuova normativa che dovreb-
be entrare in vigore gia’ a marzo, dopo 20 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea. Siamo di fronte – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati nonostante il pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm a tutela della straordinaria biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del
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Made in Italy”. Secondo l’analisi della Coldiretti sono calati del 3 per cento i terreni seminati con organismi geneticamente modificati (ogm) in Europa nel 2014 a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse, secondo l’analisi del rapporto annuale 2014 dell’“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA). La superficie ogm in Europa nel 2014 si è ridotta ad appena 143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro ben il 92 per cento di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 131.538 ettari mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca.
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EXPO 2015: I PRODUTTORI AGRICOLI PROTAGONISTI
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l tema ufficiale dell’Expo 2015 ‘Nutrire il pianeta, energie per la vita’, le tematiche dei padiglioni nazionali e tutte le iniziative che saranno organizzate da maggio a ottobre a Milano e in tutta Italia hanno un importantissimo punto di incontro: il cibo”. Così, Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo, ha commentato la presentazione di ExTO, il programma d i
Delia Revelli Presidente Coldiretti Cuneo e Piemonte
di eventi che Coldiretti organizzerà non solo presso il Padiglione Italia dell’Expo, ma anche in numerose altre piazze italiane. La provincia di Cuneo parte favorita sia per la vicinanza con la sede dell’Expo, sia per iniziative parallele all’Expo di Milano organizzate a Torino. “Ma prima del cibo – ha aggiunto Delia Revelli – viene anzitutto la terra, la natura e il lavoro degli imprenditori agricoli di tutto il mondo che con impegno, competenze e creatività portano ogni giorno l’eccellenza sulle tavole di ognuno di noi. Non può essere proprio l’Italia, patria della biodiversità e delle eccellenze agroalimentari, a trascurarli. Sono i nostri produttori agricoli che, con il loro lavoro, hanno fatto sì che oggi tutti possano parlare di alimentazione di qualità, di cibo sano e di gusto. È indispensabile che siano coinvolti in queste iniziative e che sia riconosciuto il valore del loro lavoro, che è iniziato molto prima dell’Expo e che continuerà anche dopo”. Sarà questa l’impostazione al centro del ricco calendario
la notorietà di molti suoi prodotti, sia per la qualità delle sue strutture ricettive, con in prima linea gli agriturismi di Campagna Amica – Terranostra. I mesi dell’Expo saranno dunque un’occasione unica per attirare sul territorio cuneese i milioni di visitatori attesi per l’Expo e per portare sulle scene mondiali il primato dei suoi prodotti. Coldiretti intende impegnarsi per garantire flussi virtuosi tra Milano, il Piemonte e le nostra provincia, affinché Expo non rimanga soltanto una fiera ma diventi un’occasione imperdibile per cambiare definitivamente verso al sistema agroalimentare, dando spazio a chi ogni giorno dà anima al cibo, valorizzando e rinnovando il patrimonio agroalimentare Made in Italy.
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EXPO 2015 Speciale gruppi Bus A: Borgo San Dalmazzo - Cuneo – Busca - Dronero Bus B: Ceva, Mondovì, Carrù, Dogliani, Fossano Bus C: Saluzzo, Savigliano, Racconigi, Torino Bus D: Asti, Bra, Alba N.B. : i punti di carico sono confermati con un minimo di 10 persone; possono essere richiesti altri punti di carico lungo i 4 itinerari di raccolta sopra elencati sempre con un minimo di 10 persone.
I viaggi verranno confermati al raggiungimento di minimo 35 partecipanti anche provenienti da gruppi diversi. FORMULA BASE: Questa formula prevede l’arrivo in bus privato tra le 10 e 10.30 del mattino. Ingresso con biglietto giornaliero incluso e tempo libero a disposizione sino alle 17.30. A seguire rientro. Il pranzo si intende libero. Quota riservata a Soci Coldiretti: Euro 50,00 – solo Bus: Euro 25,00. FORMULA A TUTTO DIVERTIMENTO: Questa seconda formula è il modo giusto per godersi una giornata all’Expo dall’inizio alla fine. Si prevede l’arrivo tra le 10 e 10.30. Ingresso con biglietto giornaliero incluso e la presenza di accompagnatore in grado di illustrare le note salienti del progetto Expo. Per completare la giornata, ci si potrà godere l’Expo in notturna, magari partecipando agli spettacoli in programma tra cui quello proposto da Cirque du Soleil tutte le sere. Verso le ore 23 rientro. Il pranzo si intende libero. Quota riservata a Soci Coldiretti: Euro 60,00 – solo Bus: Euro 35,00. Le adesioni dovranno pervenire entro sabato 18 aprile 2015 agli uffici zona Coldiretti oppure alla Segreteria Provinciale Donne Impresa e Pensionati 0171.447287. Dopo il 30 aprile i biglietti di ingresso avranno un incremento del 20% e dovrà inoltre essere verificata la disponibilità giornaliera di Bus e Ingressi.
Organizzazione tecnica In Terre di Granda
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AGRICOLTURA, ALIMENTI E SALUTE: L’IMPEGNO DI “CAMPAGNA AMICA” PER LE SCUOLE
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a primavera è la stagione ideale per visitare le Fattorie Didattiche. I ragazzi, dopo un inverno trascorso nelle aule scolastiche, sono curiosi e pronti a vivere appieno le esperienze educative all’aria aperta pensate per loro e promosse dai progetti Educazione alla Campagna Amica. Ma all’interno della rete Cam-
pagna Amica, i progetti di Educazione alla Campagna Amica oltre a sostenere le Fattorie Didattiche offrono un altrettanto importante supporto alle iniziative scolastiche che trattano di agricoltura, territorio, alimentazione e sostenibilità, fornendo materiali e interventi in classe di esperti del settore. All’interno di questi momenti di formazione scolastica le visite nelle Fattorie diventano il coronamento di un percorso pedagogico e conoscitivo sia teorico che pratico, pensato su misura per i ragazzi di oggi. Un esempio concreto dell’impegno di Campagna Amica Coldiretti sono le iniziative di questi mesi proposte e realizzate in collaborazione con il Comitato Genitori Scuole di Barolo, insieme alle Associazioni “Il Grappo-
lo” e “Gioco anche io A.S.D.”. Il 26 febbraio scorso il progetto del Comitato Genitori “Agricoltura, Alimenti e Salute” è divenuto realtà: l’incontro presso il Tempio dell’Enoturista di Barolo è stato il primo passo di una collaborazione capace di coinvolgere attivamente i bambini, i ragazzi e le famiglie di Barolo affinché argomenti complessi come la salute e l’alimentazione siano trattati in maniera organica, utile ed efficace. Il progetto si muoverà su più fronti: ci saranno incontri pubblici aperti a tutti e progetti più specifici rivolti ai ragazzi. Saranno portati avanti dei percorsi didattici nelle scuole di Barolo capaci di trattare diversi temi e stimolare sia la conoscenza che i sensi. Tre le linee guida: il gusto
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sarà lo strumento di scoperta del cibo sano; la stagionalità sarà la bussola per insegnare ai ragazzi a muoversi tra le produzioni locali; la lettura delle etichette degli alimenti fornirà loro le competenze necessarie per diventare acquirenti consapevoli e indipendenti. Naturalmente la parte teorica condotta in classe sarà completata con un’esperienza concreta presso le Fattorie Campagna Amica, affinché i ragazzi possano toccare con mano quanto appreso fino a quel momento, sperimentare e divertirsi in compagnia, sfruttando la socialità per fini didattici. Quindi, grazie alla disponibilità dei produttori di Campagna Amica, saranno realizzate delle vere e proprie “settimane della frutta” in cui i ragazzi potranno degustare direttamente in classe quanto di meglio la stagione e il territorio possono offrire. “Promuovere uno stile di vita sano e responsabile è un lavoro che si fa in due — ha sostenuto durante l’incontro di presentazione dell’iniziativa Federico Vacca, Presidente di Zona Coldiretti Alba — Da una parte c’è
l’impegno del produttore: deve rispettare le norme, ma soprattutto la natura e il territorio, e deve vendere ad un prezzo equo. Dall’altra ci sono le scelte del consumatore: devono essere consapevoli e non guardare esclusivamente alla convenienza immediata. Se produttori e consumatori diventano corresponsabili di questo processo, il benessere individuale e collettivo non può che crescere”. L’obiettivo che accomuna tutte queste iniziative è stimolare l’interesse dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie verso il consumo stagionale di alimenti sani e ricchi di sapore. Lo scopo ultimo è promuovere un approccio corretto al cibo e, di conseguenza, scelte di consumo consapevoli e responsabili. Per avere informazioni sulle Fattorie Didattiche cuneesi è possibile scaricare l’opuscolo dedicato sul sito di Coldiretti Cuneo o contattare gli uffici Coldiretti ai numeri 0171 447 336 / 248 o via email all’indirizzo eca.cn@coldiretti.it.
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In primavera le Fattorie di Campagna Amica si preparano a proporre a grandi e piccini i loro percorsi didattici. Per gli insegnati e per i genitori, per chiunque ambisca a trascorrere un pomeriggio all’aria aperta insieme ai propri ragazzi senza rinunciare a imparare (e assaggiare) qualcosa di nuovo, le 46 Fattorie Didattiche distribuite sul territorio della provincia di Cuneo sono la destinazione giusta: sarete accolti e felicemente sorpresi da percorsi didattici innovativi e prodotti agricoli deliziosi.
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“RETI PER LA DOMICILIARITÀ NEL CEBANO”: ASSISTENZA A CASA FATTA SU MISURA
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due anni dall’inizio dell’ attività, il progetto sperimentale “Reti per la domiciliarità nel Cebano” offre assistenza domiciliarea ad oltre 50 persone, tra anziani e famiglie in difficoltà, in tutto il cebano” dice Elio Gasco, segretario Zona Mondovì e Ceva. Grazie alla Rete gli anziani autosufficienti e le famiglie che hanno bisogno di un sostegno sono assistiti al proprio domicilio. L’intervento a casa è un aiuto importante per la gestione della vita quotidiana e, spesso, è indispensabile per evitare il ricovero in struttura. L’accompagnamento e le uscite per acquisiti di prima necessità, le visite di com-
Venerdì 10 aprile presso la sala conferenze della Comunità Montana a Ceva, in Via Case Rosse 1, Località San Bernardino, alle ore 16 si terrà un incontro pubblico per presentare i risultati ottenuti e le riflessioni suscitate in due anni di attività nel Cebano. pagnia e di affiancamento nella preparazione dei pasti e nelle altre attività domestiche sono solo alcune delle attività che caratterizzano il servizio. Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, ha creato una rete di collaborazione composta dal Servizio Socio Assistenziale della Comunità Montana Alto Tanaro, Cebano e Monregalese, dall’ASL CN1 – distretto di Ceva, dalle aziende agricole di Coldiretti, dai collaboratori domiciliari della Cooperativa Sociale Linfa Solidale, da numerose associazioni di volontariato attive nel Cebano e dalle residenze assistenziali di Ormea, Battifollo, Ceva e Murazzano. Afferma Marcello Gatto, presidente zona di Ceva: “In un
area come quella del cebano, dove le persone di età superiore a sessantacinque anni superano il trenta per cento della popolazione locale, Coldiretti Cuneo e la cooperativa Linfa Solidale hanno aderito attivamente alla rete, proponendosi come forza sociale capace di dare risposte concrete alle esigenze degli anziani autosufficienti”. Per presentare le attività svolte dalla Rete e le nuove sfide che dovranno essere affrontate, venerdì 10 aprile alle ore 16.00 è stato organizzata una tavola rotonda a Ceva, presso la sala conferenze della Comunità Montana in Via Case Rosse 1, Località San Bernardino. All’incontro, aperto a tutti gli interessanti, sarà presente il sindaco di Ceva e gli amministratori locali, i dirigenti Coldiretti, il responsabile del settore sociale Coldiretti Cuneo e i rappresentati dei diversi Partner della Rete.
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i è svolta nelle scorse settimane, presso il Ministero delle Politiche Agricole, una riunione sulle problematiche della castanicoltura. La riunione si è sviluppata su due tematiche: il castagneto da frutto e la sua ammissibilità ai contributi previsti dal primo pilastro della Pac e le misure dei PSR 2014-2020 a favore del castagno. Relativamente al primo punto, Agea ha evidenziato che, nella nuova programmazione, per la predisposizione delle domande, saranno previsti due distinti codici: uno per il “castagneto da frutto” ed uno per il “castagneto da legno”. Attualmente non è prevista una definizione per il “castagneto da frutto”, tuttavia potrebbero essere utilizzati quali parametri, per il riconoscimento del castagneto da frutto, i seguenti: popolazioni di Castanea sativa, Castanea crenata e relativi ibridi; appezzamento minimo 2.000 mq; numero
piante 30-220/ha (densità derivata dall’analisi di tutti i disciplinari DOP/IGP); adozione di adeguate pratiche agronomiche (spollonatura e controllo delle specie arboree e arbustive indesiderate), almeno il 90% delle piante innestate. La definizione delle caratteristiche del “castagneto da frutto” è propedeutica a distinguere questi ultimi dalle altre superfici, non destinate alla produzione di
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frutti. Relativamente al secondo pilastro della Pac, il Ministero ha brevemente illustrato le scelte dei Psr di alcune regioni in merito alla filiera castagno, prendendo atto che ci si trova di fronte ad un quadro non unitario. Su questo fronte, Coldiretti ha da tempo evidenziato la necessità che nel Psr di prossima attuazione i castagneti da frutto vengano attentamente considerati con adeguate misure di sostegno.
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INCENTIVI PER GENERATORI DI CALORE E ENERGIA TERMICA DA FONTI RINNOVABILI
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l Conto Termico, introdotto dal decreto del Ministro dello sviluppo economico 28 dicembre 2012, è il meccanismo di incentivazione degli interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di incremento dell’efficienza energetica di piccole dimensioni, realizzati in data successiva al 31 dicembre 2011. Il meccanismo d’incentivazione premia quei soggetti che erano stati esclusi dalle detrazioni fiscali del 55/50% poiché non soggetti a IRPEF o IRAP, quindi soprattutto le amministrazioni pubbliche ed i titolari di reddito agricolo, ma anche quegli altri soggetti che, avendo redditi limitati, non potevano beneficiare a pieno delle suddette detrazioni. Il contributo, elargito dal GSE in rate annuali uguali per 2 o 5 anni, dipende dal tipo di intervento oggetto dell’incentivazione. I possibili beneficiari sono: tutti i soggetti privati, intesi come persone fisiche; i soggetti titolari di reddito di impresa o di reddito agrario; Onlus, Parrocchie, Enti ecclesiastici e di culto in genere; le pubbliche amministrazioni Gli interventi incentivabili sono divisi in due categorie: gli interventi d’incremento dell’efficienza energetica (ambito riservato alle pubbliche amministrazioni) e gli interventi di piccole dimensioni di produzio-
ne di energia termica da fonti rinnovabili e di sistemi ad alta efficienza (per persone fisiche, condomini, soggetti titolari di reddito d’impresa o di reddito agrario). Gli interventi relativi alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di sistemi ad alta efficienza sono i seguenti: a. sostituzione d’impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica; b. sostituzione d’impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa; c. installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling;
d. sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore. Per la produzione di energia termica da biomasse il sistema di incentivi riguarda esclusivamente la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale in edifici esistenti o il riscaldamento di serre esistenti e fabbricati rurali esistenti. In tutti questi casi l’impianto da sostituire deve essere alimentato a biomassa, a carbone, a olio combustibile o a gasolio. Gli incentivi sono erogati dal GSE con rate annuali per la durata da 2 a 5 anni. Per l’accesso agli incentivi il soggetto responsabile deve presentare la domanda al GSE entro 60 giorni dalla data di effettuazione dell’intervento o di ultimazione dei lavori. L’incentivo non è cumulabile con altri incentivi statali, fatti salvi i fondi di garanzia, i fondi di rotazione e i contributi in conto interesse.
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i è svolto lo scorso 18 marzo, presso il Centro Ricerche per la Frutticoltura del CReSO il seminario di presentazione del Progetto FruitSensor – Tecnologie convergenti per una frutticoltura di precisione sostenibile, finanziato dalla Fondazione CRC attraverso il Bando per la Ricerca Scientifica 2013. La partnership vede coinvolti CReSO, in qualità di capofila, DISAFA (Università di Torino), DISAT (Politecnico di Torino) e, tra i partner operativi, le due cooperative saluzzesi Jolly Fruit e Albifrutta. L’idea progettuale consiste nel far convergere le più avanzate tecnologie oggi disponibili in un sistema innovativo per la gestione della difesa delle
piante da frutto, introducendo il concetto di “agricoltura di precisione” nella frutticoltura cuneese. Il progetto prevede il sequenziamento di geni chiave e la messa a punto di nanobiosensori per il rilevamento della “ticchiolatura” (disease management), oltre che l’implementazione di un sistema per il telemonitoraggio di Cidya pomonella (la carpocapsa del melo) e Halyomorpha halys (la specie di cimice appena arrivata, che rischia di trasformarsi nella nuova emergenza della nostra frutticoltura) attraverso trappole con telecamera e naso elettronico portatile (pest management). Si tratta di integrare le potenzialità della nano e biotecnolo-
Strumentazione per la frutticoltura di precisione
gia applicata ai modelli matematici previsionali già in uso, per ottenere informazioni dettagliate sullo stato fitosanitario e fisiologico delle piante. “Tale sinergia – commenta il direttore del CReSo, Silvio Pellegrino - consentirà di gestire a distanza e in tempo reale il sistema di interventi, introducendo un carattere di forte innovazione nel panorama frutticolo cuneese. Si pongono le basi per un passo avanti nella gestione della difesa dalle malattie delle piante, verso un processo produttivo più sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico”. Le relazioni della giornata sono consultabili on line sul portale istituzionale del CReSO (www. cresoricerca.it).
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do la grande partecipazione delle Aziende Agricole, anche a prova del crescente interesse che sta riscontrando questa coltura in zone di pianura come quella fossanese, tradizionalmente “restie” alla coltivazione del nocciolo. Il corso, articolato su quattro lezioni, ha toccato i principali vantaggi della coltura sia dal punto di vista economico che ambientale, ma anche
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RIORGANIZZAZIONE APA: LA ZOOTECNIA GUARDA AL FUTURO
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n sistema più forte, per aiutare la zootecnia e favorire la crescita è l’obiettivo alla base della riorganizzazione delle Associazioni degli Allevatori che, nate negli Anni Cinquanta, compiono quest’anno un importante passo avanti verso la regionalizzazione, in vista della tappa finale – programmata per il 2016 – quando ci sarà la fusione per incorporazione delle varie Apa nell’Arap, l’associazione regionale. Roberto Chialva, in veste di presidente regionale (oltreché dell’Apa cuneese) sta dando impulso alla realizzazione del nuovo assetto, affrontando una sfida difficile, per risparmiare e garantire al tempo stesso più efficienza e qualità nei servizi ai soci. “E’ un lavoro impegnativo perché dietro lo slogan spending review, vale a dire la riduzione dei finanziamenti pubblici con punte fino al 50% delle risorse, si sono dovute affrontare una significativa rimodulazione organizzativa e un’importante contrazione dell’organico, in particolare per le realtà territoriali con un patrimonio zootecnico più contenuto”. Come state lavorando? “Il nostro percorso è sempre stato caratterizzato dalla ricerca del miglioramento della competitività a tutti i livelli, dalla struttura tecnica, all’erogazione dei servizi, alle aziende degli allevamenti associati. Questo già agli albori, quando i mercati richiedevano preva-
commercializzazione”.
lentemente l’incremento delle quantità delle produzioni, sia successivamente rispondendo alle richieste dei consumatori orientati verso gli aspetti qualitativi, con richieste specifiche in termini di sicurezza e tracciabilità delle produzioni stesse, tutela del benessere e della sanità animale, rispetto del territorio e contenimento dell’impatto ambientale”.
Quali saranno le prossime mosse dell’Arap? “Completata la riorganizzazione con la salvaguardia dei posti di lavoro (129 unità operative delle quali 22 a tempo parziale) ci avviamo a una fase che chiamerei dello sviluppo e della differenziazione dei servizi, della formazione del personale, dell’introduzione dell’innovazione tecnologica e della ricerca applicata in collaborazione con le istituzioni, l’università e le filiere interessate”. Il nuovo sistema è attrezzato per superare l’attuale, prolungata fase di crisi? “Credo che la nostra associazione sia oggi più forte e abbia le carte in regola per concorrere da protagonista al rafforzamento delle piccole e medie imprese zootecniche, contribuendo alla tanto sospirata crescita dell’economia piemontese”.
Quali sono i punti di forza del vostro operato? “Gli interventi attuati in questi anni hanno dato risultati che sono sotto gli occhi di tutti, assicurando una buona redditività agli stanziamenti pubblici. Mi riferisco alla diffusione della fecondazione artificiale, al miglioramento degli indici genetici, alla recente introduzione della selezione genomica, al piano di lotta all’ipofertilità, agli interventi di assistenza specialistica, alle sinergie con le cooperative di
Rinnovo Sottosezione razza Piemontese Lo scorso 9 marzo, è si svolta presso il Giardino dei Tigli a Fossano, la riunione della Sottosezione allevatori bovini Razza Piemontese e sono state rinnovate le cariche. A seguito della votazione, la sottosezione per i prossimi tre anni sarà così composta: Alfio Bernello; Guido Carena; Andrea Colombero; Elia Dalmasso; Franco Dalmasso; Roberto Delsoglio; Dario Giraudo; Guido Groppo; Dario Perucca.
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LAGNASCO OSPITA LA FIERA NAZIONALE DAL 10 AL 12 APRILE
“BENVENUTI ALLA FIERA NAZIONALE DELLA FRUTTA”
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re giorni da non perdere, con incontri e dibattiti per valorizzare il fulcro dell’economia agroalimentare: tutto questo è Fruttinfiore, la vetrina dell’ortofrutticoltura, che sa dosare un sapiente mix per interessare e coinvolgere gli operatori agricoli e i visitatori con ambiziosi obiettivi: a partire dallo STAO, il Salone delle Tecnologie Applicate all’Ortofrutticoltura, dove le aziende nazionali ed estere proporranno il meglio della strumentazione tecnologica in ambito frutticolo. “Fruttinfiore è è la fiera nazionale, che va ben oltre la semplice sagra, è la vetrina dell’ortofrutticoltura - dicono gli organizzatori - un momento di incontro per gli addetti ai lavori e i consumatori finali che, oltre
alle novità tecnologiche, avranno a disposizione anche degli interessanti momenti di studio e di aggiornamento”. L’inaugurazione ufficiale della XIII edizione sarà venerdì 10 aprile alle ore 17,00 nel Piazzale Asprofrut., ma l’appuntamento per gli addetti ai lavori sarà nel piazzale, già a partire dalle ore 14,00. Per il 2015, gli organizzatori intendono riproporre a Fruttinfiore momenti di incontro tra realtà diverse ma vicine per volontà di valorizzazione. In piazza Umberto I, le rappresentanze istituzionali, tra cui Assortofrutta, Creso, Onafrut, Coldiretti, e in particolar modo i Consorzi di tutela presenteranno i loro prodotti. Saranno presenti anche delegazioni ospiti provenienti da
altre regioni italiane per valorizzare le loro produzioni e farle scoprire e degustare ai visitatori della manifestazione.
nelle giornate di sabaNell’ambito della kermesse, verrà proposta a” con le eccellenze agroto 11 e domenica 12 aprile “Fruttintavol I, alcune aziende associate alimentari a Km Ø: in piazza Umberto nno con ricette tipiche e al circuito Campagna Amica proporra Per chi desidera gustagustose il meglio delle loro produzioni. un primo piatto, oppure re un veloce spuntino, un antipasto, aggi e i dolci, preparati scegliere un menu completo, con i form meritano davvero di essesecondo le ricette della tradizione, che zo della scelta! La gustore assaggiate, non ci sarà che l’imbaraz alle mele insaporiti con sissima giardiniera occitana, gli agnolotti mpagnato dagli asparagi il formaggio blu, il Tumin del Mel, acco o resistere alla tentazione dolci di Revello e per quanti non sann la marmellata di albicocdei dolci, anche la crostata di mais con zabajone, ma anche alla ca, le deliziose “Batiaje” con crema allo pesca e con il moscato.
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INCONTRI DI POTATURA DEI FRUTTIFERI CON L’AGENZIA 4A
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sulla potatura del melo, durante il quale sono state prese in considerazione diverse tesi di potatura, dei diversi gruppi varietali. Durante l’evento di potatura del susino, sono state valutate le due principali forme di allevamento della varietà Angeleno, con particolare attenzione agli effetti di una corretta potatura verde su questa varietà. Per quanto riguarda il pero, considerato il rinnovato interesse da parte di molte aziende, le imprese aderenti ai servizi di consulenza dell’Agenzia 4A, il 24 febbraio, hanno partecipato ad una serata informativa sulle più moderne tecniche di impianto e di coltivazione, durante la quale, i tecnici Massimo Testa, Alessandro Gabutto e Giampiero Sabena hanno relazionato sulla corretta scelta del portainnesto a seconda delle diverse tipologie di terreno, la combinazione portainnesto / varietà, le forme di allevamen-
to, i corrispondenti sesti d’impianto e le principali avversità della coltura. Il 25 febbraio, un nutrito gruppo di pericoltori ha partecipato alla giornata in campo presso le aziende agricole Mellano Stefano e Devalle Pietro e Marco, dove è stato possibile vedere la potatura di allevamento e di produzione sulle principali varietà coltivate in zona (Abate Fetel, Conference e William) In tutti gli incontri, con il coordinatore tecnico Graziano Vittone ed il responsabile del settore innovazione varietale CReSO Lorenzo Berra, si è ampiamente discusso delle scelte che stanno alla base della buona gestione del frutteto, ma soprattutto della necessità di una corretta programmazione dell’impianto, da esaminare caso per caso poiché, non vi è un’unica possibilità, ma più soluzioni, da adottare a seconda delle diverse condizioni di ogni singolo appezzamento.
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ome nelle passate stagioni, anche quest’anno, va registrata una notevole attenzione e partecipazione degli imprenditori frutticoli agli eventi di potatura in campo, che si sono succeduti nella nostra provincia dall’inizio dell’inverno. Durante gli incontri, aziende agricole e tecnici si sono confrontati sulle più recenti ed innovative tecniche di potatura del melo, pero, pesco e mirtillo gigante. Come in passato, gli appuntamenti sono stati organizzati dall’Agenzia 4A Coldiretti, in collaborazione con il coordinamento frutticolo CReSO. In ogni incontro, i tecnici si sono alternati nella presentazione delle tecniche di potatura e, specie per specie, sono stati affrontati anche altri aspetti della gestione complessiva del frutteto. Per ogni coltura, sono state scelte alcune tesi di prova, che saranno nuovamente valutate durante le diverse fasi fenologiche della prossima stagione produttiva. Nell’appuntamento di potatura del pesco, sono state affrontate le principali tematiche che contraddistinguono tale specie, con particolare riguardo all’influenza della potatura, quale strumento per aumentare la qualità complessiva dei frutti. Come sempre, ha riscosso un notevole interesse l’incontro
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e mele a marchio Crimson Snow® fanno il loro ingresso sul mercato: due importanti catene tedesche stanno vendendo, da alcune settimane, questo frutto all’interno di un programma “limited edition”. Alcuni campioni sono stati anche destinati ad una delle catene di grande distribuzione italiane più importanti ed in alcuni Paesi europei, nordafricani, arabi ed asiatici. La fiera internazionale Fruitlogistica di Berlino è stata la piattaforma di queste negoziazioni: lo stand di KIKU Variety Management, azienda altoatesina conosciuta per il marchio KIKU, è stato un importante punto di incontro. Eraldo Barale (Sanifrutta), Jürgen Braun (KIKU Variety Management), Luis Clementi (Fratelli Clementi) e Marco Rivoira (Rivoira group) hanno partecipato alla discussione.”La mela proviene
originariamente dall’Australia”, spiega l’amministratore della KIKU Jürgen Braun, “ed oggi è coltivata, in Italia, su quasi 100 ettari”. Le zone più vocate sono quelle dei nostri 3 Partner del Club: Sanifrutta e Rivoira in Piemonte, Fratelli Clementi in Alto Adige e nei dintorni di Venezia, dove noi stessi abbiamo piantato 12 ettari.” Dai primi commenti dei partner commerciali, le impressioni sono buone: i produttori sono entusiasti, la varietà è molto attrattiva poiché richiede meno lavoro, rispetta l´ambiente, la percentuale di qualità di “prima categoria” è altissima e la varietà è semplicemente perfetta nella fase di stoccaggio. Questa mela, una volta giunta nel punto vendita, si comporta come poche altre: mantiene infatti intatte, per lungo tempo, le sue eccezionali caratteristiche.
I progetti di impianto del gruppo Crimson Snow® parlano di 300 ettari totali da piantare nelle prossime stagioni. Data la qualità dei frutti e la potenzialità del prodotto sui mercati di vendita, il gruppo Crimson Snow sta già valutando di investire in nuovi impianti La volontà del Club è quella di arrivare, al più presto, a produrre 10.000 tonnellate di prodotto. Alex Tallone, responsabile tecnico di Sanifrutta commenta la situazione attuale in Piemonte: “Nata dall’esigenza di una coltura alternativa al kiwi a seguito della PSA, siamo partiti con i primi frutteti già in primavera 2013, con un gruppo di aziende motivate. L’habitus della pianta è molto semplice, la
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NOVITA’: DALL’AUSTRALIA, LA MELA CRIMSON SNOW
vigoria buona e facile da gestire”. Alessandro Rizzato e Diego Allasia, responsabili tecnici di Rivoira Giovanni e Figli S.p.A. sostengono: “Crimson Snow conferma le aspettative tecnico-commerciali ricercate a partire dal mese di novembre 2010. Crimson Snow si distingue per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche: un sapore equilibrato tra le componenti dolci-acidule”.
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tempo di auguri per “Il Museo dei Vecchi Mestieri”, che il 26 aprile prossimo compirà 1 anno. La Famiglia Massa, che ha profuso tempo e risorse nel progetto e scommesso sulla sua riuscita, ha avuto pienamente ragione. Il successo è stato grande. Il museo è stato visitato da comitive scolastiche, oltre che da tanti visitatori
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interessati alle sue collezioni di macchinari agricoli d’altri tempi, di gioghi per animali da fatica, gerle e canestri per la raccolta dei prodotti della terra, di attrezzi per la lavorazione del legno e del ferro, di vecchi carri utilizzati dai vigili del fuoco d’antan, con le loro imponenti scale in legno massello. Quest’anno poi, si sono aggiunti nuovi pezzi da collezione, at-
trezzi per la tessitura e utensili da fabbri ferrai di antica data. La Famiglia Massa ringrazia sentitamente i visitatori per il loro interesse e invita chi desiderasse visitarlo, ricordando che su prenotazione (tel. 0171.687300), il museo è aperto dal lunedì al venerdì; il sabato dalle 14.30 alle 18.30 e la domenica dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30. L’ingresso è libero.
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SOGGETTI INTERESSATI Possono essere interessati tutti i soggetti in età lavorativa tra i 18 e 65 anni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche di natura fisica e/o psichica ed intellettiva che abbiano una riduzione della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo. Anche i minori di diciotto anni affetti da malattie e menomazioni permanenti che abbiano difficoltà persistenti a svolgere
i compiti e le funzioni proprie della loro età rientrano nella categoria degli assistibili. Infine, i cittadini ultra sessantacinquenni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche possono ottenere l’indennità di accompagnamento qualora necessitino di assistenza continua per incapacità a compiere gli atti della vita e/o impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore.
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LA PENSIONE AGLI INVALIDI CIVILI LIMITI DI REDDITO Per l’attribuzione della pensione agli invalidi civili sono presi in considerazione soltanto i redditi personali del richiedente e gli stessi, per l’anno 2015, non devono superare € 4.805,19 se riferiti all’invalidità parziale e € 16.532,10 se attinenti all’invalidità totale. L’indennità di accompagnamento è erogata indipendentemente dalle condizioni economiche dell’interessato.
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Documenti La documentazione da presentare a corredo della relativa domanda è costituita dal certificato medico su modulo INPS (telematico), dal codice fiscale e dalla carta d’identità del richiedente. Si ricorda che dal 01 aprile
2010 la presentazione delle domande d’invalidità civile avviene esclusivamente tramite programma telematico INPS. Tale procedura, disponibile presso il Patronato EPACA, consente di dialogare con l’INPS e ridurre i tempi di attesa per ottenere le pensioni agli invalidi civili.
Al fine di velocizzare la trattazione di queste istanze, invitiamo tutti gli interessati ad avvalersi della professionalità del Patronato EPACA Coldiretti che, coadiuvata dai consulenti medico-legali e legali convenzionati, garantiranno l’assistenza in merito.
Invalidità civile, visite di revisione per i non titolari di prestazione economica L’INPS ha reso noto che, per i soggetti in possesso di un verbale di invalidità civile (sordità civile, cecità, handicap ai sensi della legge n. 104/1992), che riporti una data di “scadenza per revisione” ma “NON TITOLARI DI PRESTAZIONE ECONOMICA”, verranno convocati direttamente dall’Istituto in applicazione della Legge 114/2014. Gli interessati sono coloro che hanno ricevuto un verbale sanitario con revisione e si trovano in una delle seguenti situazioni: • la percentuale di invalidità civile
riconosciuta è inferiore al 74%; • la percentuale di invalidità riconosciuta è almeno pari al 74% ma, in assenza dei previsti requisiti socioeconomici, la prestazione economica non è stata liquidata; • risultano fruire dei benefici previsti dall’art. 3, commi 1 e 3 della legge 104/1992, direttamente e/o tramite i propri familiari (tre giorni mensili di permesso retribuiti ecc.). In questa prima fase è necessario che i titolari di verbale di invalidità civile e/o handicap,
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IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli art. 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita, il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta.
16 APRILE
VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti, con modello F24, delle ritenute effettuate nel mese di marzo sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI MARZO Annotazione di liquidazione per il mese di marzo e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola d’impresa e di lavoro autonomo che nell’anno 2014 hanno realizzato un volume d’affari superiore a euro 400.000,00, se prestazione di servizio o di euro 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66, legge 427/93.
PROSECUZIONE VOLONTARIA CONTRIBUTI I soggetti autorizzati dall’Inps a proseguire volontariamente nel pagamento dei contributi devono, entro questa data, versare i contributi relativi al quarto trimestre 2014, il versamento deve essere effettuato utilizzando gli appositi bollettini di conto corrente postale rilasciati dall’Inps.
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