Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione
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SOMMARIO Il nuovo PSR non funziona, occorre modificare le norme attuative regionali ........................................... 4
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“The Green Experience”: il progetto che individuerà i vini ecosostenibili.. ................................ 16-17 “Fare economia con la consulenza dell’Agenzia 4A”..................................................... 18-19 No alla liberalizzazione dell’uso delle varietà di vite. . ........................................................ 21-22
Le anomalie dei bandi del PSR
Le anomalie dei bandi del PSR.. ............................. 5-6
Le misure aperte per le aziende agricole.............. 7 Convocazione assemblee parziali del Condifesa.................................................................... 7 Saldo PAC ex-art.68 Anno 2014. . ............................... 7 Risorsa acqua: in quarant’anni tante parole e nessun fatto. . ................................................................. 8-9
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Agricoltura Sociale: la legge e i progetti cuneesi. . ................................................... 24-25
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Viviamo un’Europa di campanili. . .......................... 10
Valori agricoli medi validi per il 2016 ................ 11
Aperte le iscrizioni all’Oscar Green 2016........... 25
Donne Impresa: rinnovo tessera per l’anno 2016.................................................................... 26 Nuovi incontri “l’economia agricola al centro”.................................................................. 28-29 I nuovi obblighi per i datori di lavoro con la Legge di Stabilità e il Job Act:
Decreto semplificazioni e nuova maxisanzione.. ........................................................ 31-32
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Le Nostre Radici........................................................... 13
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“The Green Experience”: il progetto che individuerà i vini ecosostenibili
Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario n°18 12100 Cuneo edizioni.ilcoltivatore@coldiretti.it Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino
Direttore Amministrativo Enzo Pagliano
Coordinamento di redazione Chiara Serra
Sanzioni in materia di sicurezza............................ 40
“Il futuro del castagno guardando oltre il cinipide”. . ..................................................................... 46
Agricoltura Sociale: la legge e i progetti cuneesi
Il Corsivo del Coltivatore. . ......................................... 12 La posta del Coltivatore. . .................................... 14-15
Prezzo del latte: situazione paradossale
Gli infortuni sul lavoro nel comparto dell’agricoltura.. ..................................................... 42-45
Definiti i flussi per il 2016........................................ 30
Risorsa acqua: in quarant’anni tante parole e nessun fatto
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Prezzo del latte: situazione paradossale.. ........... 47 Giornata studio sui micro impianti di Biogas... 48 Convegno sulla razza piemontese......................... 48 Il mercato di Campagna Amica a Genola ........... 49 La frutta regina al Carnevale di Saluzzo .. ........... 50 “Un Borgo di Cioccolato” il 5 e il 6 marzo . . ........ 51 Premiata la cantina Terrenostre ........................... 51 Fëra ed Sant’Alban....................................................... 51 “TerraViva” e “Terre del Po” insieme.................... 52 Viaggia insieme a Donne Impresa e Pensionati Coldiretti. . ................................................. 53 Interventi agronomici del mese............................. 54
OGM: tracciabilità nella filiera mangimistica. . .. 55 Polisonnografia e terapia CPAP............................. 56
I nuovi obblighi per i datori di lavoro con la Legge di stabilità e il Job Act
Job act e impianti di videosorveglianza ............. 33
Legge di Stabilità 2016 – settima salvaguardia. . .......................................................... 57-60
“A spas a caval” con i Cavalieri del Drago .. ......... 61
I “voucher” dopo la riforma del job act............... 34
Scadenze.. ........................................................................ 62
Patentino per l’uso del trattore....................... 37-39
Il Mercatino del Coltivatore.............................. 64-66
Job act e sicurezza sul lavoro.. .......................... 35-36 Grafica e impaginazione Mara Chiardola
Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Alberto Burzio, Pietro Busso, Laura Calcagno, Marcello Cavallo, Raffaele Chialvo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Tiziana Franchino, Cesare Gallesio, Roberto Giobergia, Rosangela, Giordana Rosanna Giraudo, Giacomo Golinelli, Kamela Hada, Flavio Marchisio, Giulia Marinari,
Lorenzo Franco Vilma Fabrizio Manuela
Abilitazioni in comodato a figli o a genitori. . ..... 63
Martinengo, Laura Occelli, Parola, Nadia Olivero, Olivero, Franco Ramello, Rapallino, Elisa Rebuffo, Renaudo, Davide Roà.
Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it
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EDITORIALE
Il nuovo PSR non funziona, occorre modificare le norme attuative regionali
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e attese che si sono venute a creare sui possibili finanziamenti legati al Programma di Sviluppo Rurale sono davvero tante. Giustamente, se consideriamo che vi sono imprese che hanno volontà di fare investimenti per stare al passo con i tempi ovvero resistere sul mercato sempre più difficile e complesso. Se il nuovo PSR pareva completo rispetto alle esigenze delle imprese, ora ci si sta accorgendo che in Piemonte l’apparato burocratico è riuscito a complicare notevolmente le fasi attuative per cui iniziano a serpeggiare malcontenti e malumori circa le possibilità di accesso alle provvidenze previste. In altre parole, è giunto il momento di scindere le responsabilità: a livello politico, l’Assessore e la Giunta regionale hanno ottenuto l’approvazione del PSR da parte dell’ Unione Europea. A livello di struttura di assessorato sono state emanate delle norme applicative complesse o comunque scarsamente aderenti alle necessità delle imprese. Lo dimostra il fatto che su 1.100 domande inserite in procedura a fine gennaio solo il 10 per cento ha superato la griglia stabilita. Come Coldiretti, abbiamo simulato una serie di domande sull’applicativo informatico on-line messo a disposizione, ma imprese zootecniche, ortofrutticole, vitivinicole e cerealicole stentano ad acquisire il punteggio utile ad accedere ai finanziamenti, per non parlare delle florovivaistiche, che sono completamente escluse. Ciò che è più grave è la penalizzazione per le imprese professionali, per le quali non è prevista l’esclusività o le premialità, pur sancite nel documento inviato a Bruxelles. Di qui una serie di incontri in asses-
di Enzo Pagliano Direttore Coldiretti Cuneo
Questa volta le responsabilità non sono dell’Unione Europea. Le norme attuative del nuovo PSR sono una competenza regionale. Il gioco dello scarica barile non aiuta la ripartenza dell’economia agroalimentare piemontese
sorato sin dalle settimane scorse. L’assessore Ferrero, ha annunciato alcuni atti amministrativi che dovrebbero fornire risposte a buona parte delle criticità denunciate da Coldiretti. E’ fuori dubbio l’impegno dell’Assessore. Ma ci pare anche altrettanto chiaro che modificare profondamente le norme attuative delle misure degli investimenti che scadranno il 15 marzo, rappresenti una situazione difficile da gestire. Probabilmente la Regione cercherà di far arrivare la data di scadenza del bando alla meno peggio per poi riaprirne un secondo con norme attuative diverse.
Resta il fatto grave che, ancora una volta, le necessità delle imprese sono sono ostaggio della burocrazia che stenta ad interpretare le reali esigenze e necessità. Di qui, il ritardo nell’apertura delle altre misure ed in particolare di quella relativa all’insediamento dei giovani. Ovviamente, quando le ciambelle non escono con il buco il gioco allo scarica barile è sempre dietro l’angolo. Senza spirito di polemica, ricordiamo che Coldiretti è presente ai tavoli dove si è discusso il PSR e dove sono state proposte le norme attuative. Rispetto a queste ultime i nostri tecnici hanno collaborato con spirito costruttivo. L’apparato regionale ha però ritenuto di non accogliere molte delle richieste avanzate. In questi tavoli di lavoro, Coldiretti ha un potere consultivo, mentre spetta all’assessorato l’approvazione e l’attuazione della norma. Questa precisazione è solo per stoppare alcune illazioni del tipo “al tavolo verde c’erano anche i tecnici della Coldiretti”. Una cosa è certa: queste difficoltà attuative proprio non ci volevano. Le imprese agricole hanno già atteso abbastanza. Ci si auspica che con le modifiche annunciate si superino i problemi denunciati. ufficio.stampa.cn@coldiretti.it
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE
Dall’approvazione del Programma di Sviluppo rurale lo scorso 28 ottobre, ad oggi, troppe criticità.
Le anomalie dei bandi del PSR
L’
approvazione del tanto sospirato Programma di sviluppo rurale (PSR) della regione Piemonte, ha alimentato sogni, speranze e aspettative in tutto il comparto agricolo regionale. L’approvazione datata 28 ottobre 2015 è stata seguita dalla tempestiva (si fa per dire) emanazione di 1 bando particolarmente atteso cioè il bando della misura 4 operazione 1.1 (siglata 4.1.1) e operazione 1.2 (siglata 4.1.2) e volta a finanziare gli investimenti di miglioramento aziendale che interessano quindi particolarmente le aziende che intendono investire per ammoderna-
re le strutture o i macchinari. Il bando è stato approvato il 23 dicembre 2015, di modo che a partire dal 28 dicembre le aziende potevano presentare domanda; la presentazione delle domande è stata completamente informatizzata per cui compilazione e trasmissione erano guidate dal sistema informatico all’uopo realizzato. Si potrebbe quindi pensare che seppur in ritardo, la macchina amministrativa concepita per far partire i finanziamenti sia partita con decisione, ma la realtà non è questa; le procedure messe in campo per attivare le domande sono state assai com-
plesse e farraginose. In particolare, è stato stabilito un punteggio minimo sotto al quale le aziende non possono presentare domanda e questo sarebbe anche condivisibile, tuttavia, il meccanismo di attribuzione dei punti agli interventi che le aziende intendono realizzare, è molto penalizzante e non permette a molte aziende professionali di raggiungere i punti necessari per presentare domanda. Altra criticità è rappresentata dai metodi di calcolo delle produzioni standard delle aziende richiedenti. La produzione standard è un parametro puramente statistico che individua era a Presenti in Fi agnola rm Ca e no ia Savigl
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PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE la redditività convenzionale delle aziende, in base al raggiungimento di una redditività minima o al superamento di una redditività massima, si può essere esclusi o penalizzati nella presentazione delle domande. Il problema è rappresentato dal sistema di calcolo e dai sistemi informatici regionali, trattandosi di dati statistici e precalcolati ci si attendeva un calcolo semplice ed attendibile di tale parametro, ma questo non è successo. I calcoli erano errati in maniera grossolana e per porvi rimedio il sistema è stato sottoposto a correzioni importanti a domande aperte, quindi si sono verificati casi di aziende che, pur mantenendo identica la loro consistenza, a seconda dei giorni in cui veniva calcolata la loro produzione standard, questa cambiava di parecchie decine di migliaia di Euro, disorientando sia chi compilava la domanda sia l’azienda. Ad esempio al lunedì la domanda era idonea per la presentazione ed al martedì non lo era più. Le disavventure informatiche non
La partenza è deludente. L’esperienza del passato PSR doveva migliorare il sistema. Così non è successo! sono finite lì, alle domande occorre allegare un business plan ed una relazione descrittiva dell’azienda. L’aspetto bizzarro è che il business plan poteva essere automatizzato nella sua compilazione prelevando i dati dalla banca dati regionale, ma così non è stato per cui occorre caricare a mano tutta una serie di dati già presenti sul sistema informatico piemontese. Altra anomalia suggestiva è la seguente: il sistema informatico attribuisce alle aziende un orientamento tecnico economico di cui non si è ancora capito il criterio di calcolo; tale orientamento è però fondamentale per ottenere i punti necessari per presentare domanda, infatti viene
attribuito punteggio solo agli investimenti attinenti l’orientamento tecnico economico, mentre non viene attribuito punteggio agli investimenti volti a cambiare produzione aziendale. Un’azienda zootecnica che intende effettuare investimenti per cambiare o diversificare la sua produzione verso comparti meno eccedentari (obiettivo considerato prioritario dal PSR) non riceve punti e non può presentare quindi domanda in quanto il sistema, essendo ancorato all’orientamento tecnico economico attuale, non “sente” la volontà dell’azienda di cambiare produzione ancorché questo, sulla carta, sia un aspetto fortemente incentivato dal PSR. Insomma, la partenza di questo PSR è stata assai deludente. Si sono ravvisati parecchi problemi. Coldiretti e gli imprenditori agricoli, soprattutto i giovani fanno fatica a comprendere, dato che sulla base dell’esperienza passata si doveva invece migliorare tutto il sistema.
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PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE
Le misure aperte per le aziende agricole Le Misure attualmente aperte nel Programma di Sviluppo Rurale che riguardano le aziende agricole o le associazioni dei produttori sono: Misura 3 - Sottomisura 3.1 “Sostegno alla nuova adesione ai regimi di qualità”, riservata alla aziende agricole che aderiscono per la prima volta ad un regime di qualità, quale: la protezione delle indicazioni geografiche, la produzione con il metodo dell’agricoltura biologica, la produzione di vini D.o.c e D.o.c.g. , l’adesione a sistemi di qualità nazionale per la zootecnia e la produzione integrata (scadenza: 29/04/2016). Misura 3 - Sottomisura 3.2 “Sostegno per attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno”. Vengono finanziate le attività di informazione e promozione svolte nell’ambito delle manifestazioni fieristiche ed eventi aggregati per specializzazione produttiva-espositiva e regime di qualità prevalente: per la valorizzazione delle produzioni biologiche, dei vini D.o.c. e D.o.c.g., delle Produzioni Ortofrutticole D.o.p e I.g.p., Produzioni D.o.p. e I.g.p. lattiero casearie e zootecniche (scadenza: 03/03/2016). Misura 4. Operazioni 4.1.1 : finanziamenti per l’ammodernamento delle aziende agricole (scadenza: 15/03/2016). Misura 4. Operazione 4.1.2: finanziamenti per l’ammodernamento delle aziende agricole riservate ai giovani che si sono insediati per la prima volta in agricoltura (scadenza: 15/04/2016). A riguardo della Misura 6.1 relativa all’insediamento Giovani, al momento di andare in stampa, non è ancora stata aperta. Vi daremo tutti gli aggiornamenti sul prossimo numero de Il Coltivatore Cuneese.
Convocazione assemblee parziali del Condifesa
Il Condifesa invita i propri Soci a partecipare ad una delle Assemblee parziali, in base al Comune di residenza, che si terranno a: ALBA, giovedì 25 Febbraio 2016, alle ore 18,00 in seconda convocazione, presso la Sala Congressi “ex-sala Beppe Fenoglio” - Via Vittorio Emanuele, 19; LAGNASCO, venerdì 26 Febbraio 2016, alle ore 18,00 in seconda convocazione, presso il salone Asprofrut – Via Praetta, 2; CUNEO, lunedì 29 febbraio 2016, alle ore 18,00 in seconda convocazione, presso il salone Condifesa – Via Caraglio, 16, con il seguente ordine del giorno: nomina dei Delegati che parteciperanno all’Assemblea Generale Ordinaria; varie ed eventuali. Le Assemblee parziali sono un momento importante per incontrare i Soci e per presentare il nuovo Piano assicurativo agricolo nazionale con l’apertura imminente della campagna assicurativa. L’assemblea Generale Ordinaria dei Soci Delegati eletti nelle Assemblee Parziali è fissata per il giorno di martedì 1 marzo 2016 presso la sede del CONDIFESA - Via Caraglio n.16 – Cuneo (in 2a convocazione) alle ore 18,00 con il seguente ordine del giorno: Comunicazioni del Presidente; Approvazione Bilancio Consuntivo anno 2015; Determinazione Contributi Consortili Anno 2016; Approvazione Bilancio Preventivo anno 2016; Determinazione iniziative per la difesa delle produzioni, di cui all’Art.2 dello Statuto; Procedure per l’assicurazione anno 2016; Nomina Collegio Sindacale 2016-2017-2018; Compensi Collegio Sindacale; Varie ed eventuali.
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ACQUA
Riprendiamo un discorso già noto: tante le teorie ma manca la pratica
Risorsa acqua: in quarant’anni tante parole e nessun fatto
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l lago di Demonte potrebbe risolvere le necessità irrigue della provincia di Cuneo ma è fermo al palo. Sui piccoli invasi di vallata vi sono dubbi sul loro impatto ambientale. Manca una seria politica per affrontare complessivamente il problema e per valorizzare una risorsa come l’acqua di cui la provincia dispone in gran quantità, ma non è in grado di invasare. Nei giorni scorsi, l’Uncem ha rilanciato la vecchia questione connessa alla carenza d’acqua in provincia di Cuneo lanciando una vecchia idea di soluzione della problematica attraverso la realizzazione di piccoli invasi in ogni vallata. Non siamo nuovi a questi discorsi che evidenziano
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di Michelangelo Pellegrino
come in questi anni non si sia stati capaci di andare al di là delle parole e dei ragionamenti di ordine politico. Sta di fatto che l’uscita dell’Uncem ci ha fatto rileggere gli atti del convegno organizzato da Coldiretti il 12 febbraio del 1983. Purtroppo, con una certa amarezza ,abbiamo constatato che la situazione presentata allora non è affatto cambiata in questi ultimi 35 anni. Allora come oggi la situazione è riassumibile in questo modo: esisteva un progetto di massima su un grande lago di oltre 200 milioni di metri cubi in Valle Stura, meglio conosciuto come il lago di MoiolaGaiola o come lago di Demonte. Poi vi erano una serie di piccoli invasi: Santa Lucia a Barge, l’Emma a Ros-
sana, Stroppo, Chiappi, Paradiso, Pian Marchisa, Prea, S. Lorenzo, Isola di Benevagenna, Mombarcaro e Salmour. Di questo lungo elenco di invasi più piccoli, salvo qualche schizzo, su nessuno si è approdati ad una progettazione esecutiva. A questi si è poi aggiunto il maxi invaso di Serra degli Ulivi che coprirà 70 ettari di terreno tra Pianfei e Villanova e conterrà 10 milioni di metri cubi d’acqua il cui costo di realizzazione stimato è di 150 milioni di euro. Il progetto è già stato finanziato per un milione di euro spesi per la progettazione preliminare con fondi della fondazione CRC che è disponibile a completare tale progettazione mettendo a disposizione un altro milione di euro. Ma van-
ACQUA no cercati i 148 milioni necessari a realizzare i lavori per creare una diga in cemento armato rivestita in pietre e mascherata di erba alta 56 metri e lunga 231. Qualche novità anche in Valle Maira dove l’Unione Montana ha avanzato un progetto di bacino artificiale di 4 milioni di metri cubi sopra San Damiano Macra, sfruttando anche la diga Enel di Combamala inutilizzata da 18 anni. Qui servirebbero 50 milioni di euro. Infine a Boves, in Valle Colla, è prevista ad ottobre l’attivazione del mini invaso di 43 mila metri cubi che darà acqua in pressione per un centinaio di imprese agricole con particolare vocazione all’orticoltura. A questa situazione di invasi si aggiungono poi quelli storici e tutt’oggi fiore all’occhiello dell’Enel: Castello, Piastra e Chiotas. Con spirito assolutamente costruttivo, evidenziamo che i piccoli invasi hanno rappresentato la risposta, allora come oggi, a quanti, ambientalisti e non, avanzavano timori su un grande lago in grado di soddisfare le necessità irrigue della provincia di Cuneo. Onestamente, va detto che si è trattata di una risposta di carattere politico che non trova alcun riscontro in una logica ambientale. Si provi ad immaginare la visuale di un piccolo serbatoio che nei mesi da giugno a settembre verrebbe svuotato per irrigare. La vista sarebbe un misto di fango e pietre, non compatibile con l’ambiente e l’ipotetico sviluppo turistico. Gli invasi medi come Serra degli Ulivi potrebbero non generare
Con spirito assolutamente costruttivo evidenziamo che i piccoli invasi hanno rappresentato la risposta, allora come oggi, a quanti, ambientalisti e non, avanzavano timori su un grande lago in grado di soddisfare le necessità irrigue della provincia di Cuneo. Onestamente va detto che si è trattata di una risposta di carattere politico che non trova alcun riscontro in una logica ambientale. Negli ultimi venti anni è emersa la teoria dell’uso multiplo delle acque invasate: irriguo, potabile e per la produzione di energia elettrica.
problemi con l’ambiente, ma hanno dei costi a metro cubo per l’acqua invasata che sono molto alti. Non ci resta quindi che parlare del lago di Moiola, Gaiola Demonte che rappresenta sia in termini di costo -benefici che di compatibilità ambientale quello che ha maggiori possibilità di essere realizzato. Va detto che su questo progetto negli anni passati salvo qualche situazione di particolare capacità di rivalutazione, non si è mai trovato un consenso unanime anche perché la stessa amministrazione provinciale (quando esisteva e contava qualcosa in termini di programmazione) non ha mai saputo assumere una decisione trainante che superasse le logiche locali. In questi anni è emersa anche una nuova teoria: prevedere l’utilizzo multiplo dell’acqua per ammortizzare meglio i costi di realizzazione degli invasi. Oltre che per quelli irrigui si ipotizza l’uso idroelettrico e potabile. Idea e proposta assolutamente valida che dovrà trovare un modo per essere realizzata. E allora siamo nuovamente qui a parlare di invasi il giorno dopo una siccità che ha caratterizzato il periodo invernale. Questa volta l’opportunità ce l’ha data l’Uncem. La prossima volta ce la darà qualche altra Istituzione o Associazione. La costante è che se ne parla solo e sempre. Se l’inchiostro usato per stampare progetti e giornali fosse acqua avremmo già risolto i problemi irrigui di mezza provincia di Cuneo. ufficio.stampa.cn@coldiretti.it
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tiva di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione si fa sempre più realistica, dopo i risultati, diffusi a Londra, di un sondaggio che vede i britannici propendere, nel loro futuro referendum, per il “sì” all’uscita. La Germania, con il probabile appoggio della Francia, vuole andare avanti sul progetto di una tassazione comune e un ministero europeo delle Finanze/ Economia. Il Presidente del Consiglio italiano propone le primarie per la scelta del candidato presidente della Commissione, finora oggetto di trattative riservatissime. La presidente della Camera, Laura Boldrini, si appresta a lanciare una “consultazione pubblica” sull’Europa. L’Austria chiede il rimborso di 600 milioni spesi per i migranti, una linea simile a quella italiana. Non si tratta certo di programmi coordinati. Il tempo, però, non aspetta: il presidente attuale dell’Unione, il polacco Donald Tusk, ha avvertito che ci sono due mesi di tempo per salvare il trattato di Shengen e probabilmente quello che vale per Shengen può valere per il funzionamento di tutto il meccanismo europeo. E’ quindi appropriato che i Paesi fondatori si preparino a presentare,
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anche prima del sessantesimo anniversario dell’unità europea, un progetto di riforma ad ampio raggio: può essere un magnifico risveglio dal letargo. L’embargo alla Russia per le vicende dell’Ucraina riduce la già stentata crescita del prodotto lordo europeo e taglia un paio di milioni di posti di lavoro. Le recentissime dimissioni del Ministro ucraino dello Sviluppo Economico, accompagnate da una vibrata denuncia sulla corruzione nel suo Paese, mostrano che, di fatto, l’Europa penalizza la propria economia per sostenere la corruzione altrui. Lo stesso atteggiamento passivo appare evidente per il problema dei migranti: si fa assai poco, perché nei Paesi d’origine dei profughi mutino le condizioni – politiche ed economiche – che inducono alla migrazione. Sarà inevitabile schierarsi per un certo tipo di ordine nazionale, con strumenti non solo diplomatici e militari ma anche e, forse soprattutto, con strumenti economici. Di un “piano Marshall per l’Africa”, che determinerebbe più speranze, meno migranti – oltre a uno stimolo non trascurabile di crescita per l’Europa – non si sta facendo praticamente nulla.
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ossiamo concordare almeno su un punto: l’attuale organizzazione politica ed economica dell’Unione Europea avrà pure un glorioso passato, ma non ha più un futuro. Sottoscritto a fine marzo del 1957, il Trattato di Roma si avvia verso sessant’anni, li dimostra tutti, e sembra addirittura vittima di senilità precoce. L’Unione si sta rivelando incapace a rispondere contemporaneamente, a una sfida interna – i crescenti divari sociali, la povertà di redditi e di prospettive dei giovani – e una sfida esterna derivante da migrazioni per le quali è prioritaria una soluzione politica e non già, risposte “contabili-alberghiere” come quelle previste dal Trattato di Dublino. Questa soluzione non può venire da funzionari che lavorano a Bruxelles con bilanci sempre meno generosi e con procedure sempre più complicate. La parola deve passare ai politici e ai governi, ai quali tocca raggiungere accordi di massima su nuovi modelli e nuovi obiettivi. Altrimenti gli stessi politici si ritroveranno “messi da parte” in sviluppi sicuramente caotici. Ciò è tanto più necessario perché la prospet-
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ECONOMIA
Si possono consultare sul sito della Provincia
Valori agricoli medi validi per il 2016
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a Commissione Provinciale espropri ha determinato i valori agricoli medi validi per il 2016. Le tabelle sono pubblicate sul sito della Provincia, ( http://www. provincia.cuneo.gov.it/affari-generali-contratti/espropri/valoriagricoli-medi-dei-terreni). I valori agricoli medi (VAM) a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del giugno 2011 n.181, sono stati dichiarati illegittimi in relazione al calcolo dell’indennità di esproprio, mentre rimangono validi per calcolare le indennità spettanti all’affittuario eventualmente presente sul fondo espropriato da almeno un anno (ai sensi dell’art. 42 del testo unico sugli espropri) e per calcolare l’indennità aggiuntiva spettante al proprietario coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale ai sensi del comma 4 dell’art. 40
del Testo Unico sugli espropri. In particolare, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la triplicazione dell’indennità offerta al CD o IAP in base al VAM, è scomparsa in quanto legata ai commi 2 e 3 dell’articolo 40 che sono stati dichiarati illegittimi, ed è stata “assorbita” dall’attribuzione del reale valore di mercato. Il calcolo dell’indennità di esproprio si deve fare utilizzando il valore venale del bene espropriato, mentre le indennità aggiuntive sono calcolate sulla base dei VAM. Le uniche inden-
nità aggiuntive ancora legittime sono quindi quella dell’affittuario pari ad una volta il VAM e quella per il CD o IAP anch’essa pari ad una volta il VAM. Per il 2016 il valore dei VAM è stato aumentato dell’1% per tutte le colture solo per le seguenti regioni agrarie : 12 (colline dell’alta langa di Alba) 13 (colline della langa monregalese) e 14 (colline di Mondovì), per le altre regioni agrarie non sono stati effettuati aumenti in quanto negli ultimi anni vi sono già stati sensibili aumenti.
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I L C O R S I V O D E L C O LT I VAT O R E
GIÙ LA MASCHERA!! Una bambina di quattro anni si e no, vestita da gitana, mi ha fatto ricordare che il carnevale è in corso. In tempi in cui i pagliacci incombono in tutti i campi, gli impiegati arrivano a bollare il badge in mutande, i canali televisivi non riescono a mettersi d’accordo e festeggiano in momenti diversi l’inizio d’anno e la gente sta pensando seriamente di tornare a custodire i soldi nel materasso, pochi hanno voglia di festeggiare. Se ci si tiene informati sulla politica, se si guarda all’economia, se si seguono le varie trasmissioni con giovani e vecchi assatanati nella spasmodica ricerca di un partner, se si partecipa ad una riunione di condominio, con il fronte del no sempre più accanito, se si risponde a una delle 3200 telefonate quotidiane che vogliono farci cambiare contratti, vendere olio o inter-
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vistarci sugli argomenti più strani, le occasioni per ridere (o piangere) non mancano certo. Il tutto senza studiare copioni, senza cercare la battuta, senza aspettare il Carnevale, nella sconcertante naturalezza che spesso contraddistingue noi umani. E poi ci sono le maschere. Molti ne hanno una nel cassetto e la pongono sul volto per nascondere la loro reale personalità. Tutti santi, seri ed onesti in apparenza; un po’ meno se si guarda oltre la superficie! Di tanto in tanto, più per casualità che per efficacia delle indagini, si scopre qualche altarino. E allora, vien fuori che quel dirigente che sembrava essersi votato al sacrificio per guidare la propria struttura operativa, di fatto, più che preoccupato per il regolare svolgimento del lavoro, era teso per la dif-
ficoltà di imporre ed autoattribuirsi mazzette più o meno consistenti; che il medico con studio in centro non era mai approdato alla laurea, che il commercialista più che quelli del cliente curava soprattutto gli affari suoi, che il commerciante imbrogliava sugli sconti. In tanto caos resistono soltanto i bambini. Solo loro riescono ancora a sognare, a godere del travestimento, ad affrontare con ammirevole spensieratezza ruoli diversi da quelli consueti, a pensare in allegria a coriandoli e stelle filanti. Ma anche in questo caso, gli adulti riescono a far valere condizionamenti inaccettabili. E, allora, saltano fuori costumi strampalati, inquietanti e drammaticamente attuali, come quello dei bimbi protagonisti delle migrazioni dai paesi della guerra e della povertà, pubblicato in questi giorni sui giornali. Ci siamo talmente abbrutiti, da cercare spunti umoristici anche in chi, neppure troppo lontano da noi, vive una tragedia. Bastian Contrari
LE NOSTRE RADICI a cura di Barba Bertu - info@barbabertu.com
PRESIDENTE DI SEZIONE PER OLTRE 50 ANNI, PER AIUTARE GLI ALTRI Giuseppe Ponzo, uomo generoso
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uando arriviamo in località Ponte a Frabosa Sottana, alle 8.30 del mattino, il freddo è pungente e “Beppe ‘d Birun” non è in casa. Un vicino lo trova nella stalla con le capre, da dove lui esce sorridendo, con un sacco di fieno in mano. Giuseppe Ponzo è nato il 2 gennaio 1931 a Frabosa Sottana, in località Ponte. Ci riceve nella sua semplice casa e inizia a raccontare: “Mia madre si chiamava Maddalena, mio padre Stefano. Lavoravano la terra. Eravamo sei figli, siamo restati in tre: mi viene la malinconia se ci penso”.
Le canzoni fasciste
I suoi studi si sono conclusi in seconda Elementare: “A 12 anni già guardavo le bestie. Mio padre e mio zio ne avevano una quindicina e ho girato tutti i pascoli qui intorno! Ho frequentato fino alla seconda Elementare, la maestra Cucchietti di Rittana una volta ci ha messi in castigo in ginocchio su un tronco, avevamo raccolto i “puciu” ed eravamo rientrati tardi a scuola. Mi piaceva studiare. Ricordo ancora a memoria le canzoni fasciste e le posso cantare! Ricordo quando ci vestivano da balilla, c’era il saggio ginnico a Frabosa Sottana per il sabato fascista, eravamo 33 ragazzi …”. La parola “guerra” gli fa venire in mente diversi ricordi: “La guerra è molto brutta. Una volta mio zio, che era ancora un uomo forte e aveva fatto l’artigliere, stava andando a fare il vaglia per pagare il tabacco, uno lo ha fermato, gli ha puntato la pistola contro e gli ha rubato 4.000 lire (allora una bella cifra!). Per fortuna altri soldi li aveva nascosti invece negli stivali. Dopo quel fatto spiacevole, nel 1943,
mio zio non si è più fidato ad andare in giro da solo con i soldi”.
Grande lavoratore
Nella sua vita, Ponzo ha fatto diversi lavori: “Non ho mai avuto paura di lavorare. Ho fatto il boscaiolo fino a 28 anni, le motoseghe non esistevano e tagliavamo a mano gli alberi e poi il legname lo spostavamo con delle slitte: un lavoro che era faticoso! Facevamo le piste nella neve, al mattino iniziavo già a lavorare con il buio. Poi ho fatto l’allevatore, avevo un parente che aveva limiti fisici e allora mia madre mi diceva sempre di aiutarlo. Quando mio padre è mancato, io ho continuato: avevamo una ventina di mucche, mia mamma faceva un po’ di burro e un po’ di “tuma”, cena la mangiavo sempre alle 23! Ho sempre amato gli animali e oggi ho ancora alcune capre. Ho fatto anche il margaro, sono stato anche per 40 anni il presidente del Consorzio che raggruppava i pastori di Frabosa Sottana, sono riuscito ad aiutarli e non ci sono mai stati screzi”.
L’amore per la terra
Non ha mai pensato di andare in fabbrica, perché ama la terra: “Come dicono in Liguria, “A ogni uccello è caro il suo nido”. Ho sempre vissuto qui e mi piace. Non ho mai pensato di sposarmi, avevo altri pensieri per la testa: quando ci sono dei debiti da pagare in famiglia, per evitare brutte figure, bisogna rimboccarsi le maniche!”. Oggi che è anziano, gli pesa la solitudine e non lo nasconde: “Certamente arrivare alla mia età ed essere da solo, mi pesa. La solitudine quando sei vecchio non è piacevole, ma la mia vita è andata così. Mi manca una moglie e dei figli. L’idea di diventare malato mi preoccupa e metto nel conto di finire un giorno alla Casa di riposo”.
Un impegno generoso
Per oltre mezzo secolo, è stato impegnato nella Coldiretti, dove si è contraddistinto per il suo impegno generoso in favore degli altri: “Ho iniziato a fare il presidente di sezione a Frabosa Sottana nel 1958 e ho smesso nel 2015! L’ho fatto volentieri, e gratis, per una vita. Sono riuscito ad aiutare tante persone e di questo sono contento! Nei primi tempi, mi dicevano in Coldiretti: “Ma lei Ponzo fa più tessere a Frabosa che noi qui a Mondovì!”. A volte trascuravo il mio lavoro per dedicarmi all’impegno in Coldiretti, e l’anno scorso ho ripensato al mio impegno: da presidente di sezione, ho visto succedersi 13 segretari diversi di zona! Nessuno è durato come me, mi fa effetto pensare a questo. Un po’ abbiamo fermato l’esodo dalle borgate verso le fabbriche della pianura, e soprattutto il Consorzio dei pastori ha sempre funzionato bene: io sono contento di questo”. Il mondo di oggi lo vede così: “E’ bello e brutto. Vedo certi giovani che non sanno fare molto e questo un po’ mi preoccupa”. Confessa di essere credente: “A Messa sono sempre andato volentieri, i miei mi hanno messo su questa strada e io la percorro. Sono l’unico che rispondo in chiesa al canto intonato dal parroco … Di sera prego prima di addormentarmi, non ho la televisione e sento le notizie con la radio, a cucinare me la cavo”. Un bilancio della sua vita: “Ho avuto una vita con pochi soldi, ma il bilancio è positivo. Ho avuto dei momenti in cui la morte mi è passata vicina (come quella volta che per sistemare una “losa” alla casa di una mia zia, ho fatto un volo di oltre 4 metri). Se rivivo un’altra volta, però mi sposo e mi faccio una famiglia mia, per non restare da solo nella vecchiaia”.
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LETTERE
La posta del Coltivatore I piccoli invasi non servono ”Una piccola diga in ogni valle” l’ultimo annuncio dell’UNCEM è ad effetto. La questione degli invasi in Piemonte è vecchia di decenni, finora è stato speso un mare di soldi in progetti senza cavare il ragno dal buco e spero che questo proclama sia l’ultimo su una strada che non ha portato da nessuna parte. Il fondo si era toccato quando si era progettata in Val Maira una diga da 40 milioni di metri cubi per invasare l’acqua che non c’era e ora con la storiella di un mini invaso in ogni valle si passa alle favole. Perché si vuol continuare a foraggiare progettazioni estemporanee senza affrontare con una visione strategica una questione che riguarda un avvenire possibile? Un invaso è la punta di un iceberg di un progetto che così enunciato rimane da fare, vogliamo fare piccoli invasi per irrigare mais e erba con canali del XIV secolo? L’ultimo progetto con respiro strategico, dopo quello di Cavour, l’ha fatto Giolitti all’inizio del ‘900 per produrre energia, altro non è dato e da lì bisogna ripartire ora che quelle grandi derivazioni idroelettriche sono in scadenza, opportunità storica che sono certo le istituzioni non si lasceranno sfuggire. Almeno spero! L’obiettivo deve essere fornire acqua e energia alle aree industriali di
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fondovalle, irrigazione per una agricoltura competitiva in pianura, energia idroelettrica a km 0 in input ed in output per promuovere il primario e terziario nelle valli, turismo sul modello di Serre Ponçon dove è possibile, il tutto creando i presupposti per un nuovo rapporto tra monte e piano. Perché allora non promuovere finalmente un progetto di prospettiva strategica che veda coinvolte agricoltura, industria, accademia e istituzioni, un progetto che veda gli invasi, se e dove servono, come mezzo e non come fine. In Piemonte vedere una pianura che ha sete circondata da valli da cui l’acqua scorre via inutilizzata è il paradigma del fallimento delle politiche montane degli ultimi decenni e a qualcuno prima o poi qualche domanda bisognerà porla. Mariano Allocco - Acceglio
Moscato: Da che pulpito vien la predica!
Sullo scorso numero del giornale, mi limitavo a presentare una fotografia dell’attuale situazione del Moscato e la responsabilità dei vari attori, avendo la consapevolezza di suscitare l’irritazione di alcuni di essi. Infatti, un’organizzazione agricola ha tentato una irrealistica difesa mediante varie dichiarazioni e pubblicazioni di tabelle, forse da intendersi come specchietti per le allodole, ai quali si fa fatica credere. Sarebbe troppo facile recuperare
la verginità con quattro dichiarazioni contradditorie, tipiche di chi si fa prendere dall’affanno, dopo averla combinata grossa! Servirebbe invece piuttosto un chirurgo di chiara fama, perché l’intervento potrebbe risultare alquanto gravoso e tento di spiegarne il perché: Agrinsieme-Moscato è un’associazione composta da Confagricoltura e Cia ad esclusione di Cia Alba-Cuneo. La suddetta associazione si è da subito schierata a favore dell’industria (le prove documentali e testimoniali non mancano) e quindi la nostra parte è risultata indebolita (due contro uno). In un accordo in cui l’industria domina (perché si allea con una componente agricola), secondo voi, chi vince? E il vantaggio, va verso chi vince o verso chi perde? Risultato ottenuto: • In due anni scorte di oltre 400 mila ettolitri al posto dei classici 220-250 mila. • Cancellazione dei premi sulle uve che raggiungevano i 2 Euro al miriagrammo e, comunque, una media di almeno 80 centesimi/1 Euro al miriagrammo. Calo dei prezzi dei mosti fuori contratto allo stato sfuso nell’ordine dei 1015 centesimi/kg rispetto al prezzo dei mosti stabilito in accordo. Si stima una perdita per il comparto agricolo di circa 10 milioni di Euro in un anno. • Mancato interesse per il prodotto alla prossima vendemmia, con
LETTERE
conseguente perdita del potere contrattuale per chi produce la materia prima. • Riduzione delle rese oltre il dovuto, per tentare man mano di ridurre le scorte a livelli accettabili. • Impossibilità di aumentare il prezzo delle uve, in quanto questo si ottiene solamente quando c’è richiesta di prodotto e non al contrario! Quante volte l’Associazione Produttori Moscato e Coldiretti hanno tentato di aumentare il prezzo ufficiale delle uve, e ciò si sarebbe potuto ottenere facendo leva sulle rese, ma purtroppo Agrinsieme ha sempre parteggiato per la controparte, accontentandosi di un reddito solo in funzione della quantità. Lo sapete che il reddito è il risultato della quantità moltiplicato il prezzo? Ora che la quantità non si potrà più fare ed il prezzo è relativamente basso, come pensate di ottenere un reddito adeguato? Dovreste rivedere la basilare legge dell’economia che esisteva già nei tempi antichi, quella della domanda e dell’offerta. Questi errori sono già stati commessi per due volte nella breve sto-
ria del Moscato, quindi sarebbe bastato ripassare un po’di storia. Ne conseguono altri effetti negativi, quale l’eccessiva produzione di uva aromatica concorrenziale all’Asti Spumante. Vi siete accorti che l’industria sta perdendo interesse per l’Asti e si orienta sempre più verso spumantelli simil-Asti? E noi daremo loro sempre più uva, inoltre quasi
Grazie a Gianni Vercellotti
E’ mancato improvvisamente l’avvocato Gianni Vercellotti, presidente dell’Atl di Cuneo ed impegnato in tanti ambiti pubblici e amministrativi. Come presidente dell’Azienda di promozione del nostro territorio,
CI.EMME
regalata, non-DOCG? Vi siete accorti che alcune multinazionali hanno già ridotto il prezzo dell’uva aromatica da 5 a 3,5 Euro al miriagrammo? A voi ora il compito di giustificarvi verso i seri produttori di Moscato! Giovanni Satragno Presidente Associazione Produttori Moscato si è speso in tutte le occasioni per valorizzare le nostre peculiarità in termini turistici, quale settore di collegamento e di sbocco dell’ambiente, del territorio e dell’agroalimentare cuneese. Non ha perso occasione per evidenziare tipicità e tradizioni che fanno della nostra offerta turistica un fiore all’occhiello. Soprattutto, sapeva comunicare attraverso i vari mezzi di comunicazione con un linguaggio semplice ma efficace, esprimendo al tempo stesso passione ed entusiasmo. Lauro Pelazza, vice direttore Coldiretti Cuneo e Consigliere dell’Atl
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VITIVINICOLO
Coinvolte oltre 1220 aziende alle quali viene erogata la consulenza tecnica dall’Agenzia 4A
“The Green Experience”: il progetto che individuerà i vini ecosostenibili
G
iovedì 4 febbraio, è stato presentato ad Alba di fronte ad una sala gremita di viticoltori, amministratori e sindaci, il progetto “The Green Experience”, che consentirà alle imprese vitivinicole della Langa e dei Roeri, che sceglieranno di aderire, di marchiare il loro vino ottenuto con sistemi agronomici sostenibili ed ai consumatori di tutto il mondo di individuare le peculiarità del vino prodotto nei territori dell’Unesco. Cesare Gilli, segretario zona di Coldiretti Alba e Cortemilia, ha aperto e condotto i lavori evidenziando che “The Green Experience”, non è un progetto sulla carta, ma è già partito grazie all’intraprendenza ed alla lungimiranza delle imprese agricole albesi. Dopo 23 anni di consulenza tecnica erogata da Coldiretti, arriva un marchio che mette in evidenza le eccellenze vitivinicole, valorizzando la distintività dei metodi di produzione. Tutto questo, nel primo distretto ecosostenibile dell’Unesco.
Coldiretti, anticipando i nuovi indirizzi dettati dalle esigenze dei consumatori dopo tre anni di lavoro e di incontri con i produttori sotto il titolo “viticoltura ripensata e sostenibile” ha realizzato questo progetto che aggiungerà ai vini ottenuti una certificazione, rilasciata da un Organismo terzo, ufficialmente autorizzato, quale segno di distintività e di attenzione all’ambiente e al consumatore
E’ toccato a Beppe Vivalda, coordinatore tecnico del progetto, presentare i due disciplinari di produzione cui sono tenuti i vitivinicoltori che vi aderiranno. Rispetto del disciplinare di Lotta Integrata della Regione Piemonte con l’ aggiunta dell’ eliminazione totale dell’ uso dei diserbanti e una tra le seguenti buone pratiche agronomiche: confusione sessuale del vigneto, lavorazioni superficiali dell’ interfila, utilizzo esclusivo dei concimi organici e inerbimento spontaneo o indotto del vigneto da una parte; e rispetto dei regolamenti comunitari 889 e 834 che regolano l’ agricoltura biologica con l’ aggiunta di una maggiore attenzione all’ ecosistema e alla biodiversità mediante l’ istallazione di nidi artificiali per uccelli e pipistrelli e la semina di almeno 500 metri quadrati di oltre venti essenze fiorigene e buone pratiche agronomiche sopra descritte dall’ altra. Rispettivamente i disciplinari sopra descritti avranno due brand distintivi nei colori e nei nomi e si chiameranno “The Green Experience” il di-
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VITIVINICOLO
sciplinare abbinato alla lotta integrata e “the Green Experience Plus” quello abbinato ai regolamenti dell’ agricoltura biologica. Nell’ ambito del disciplinare “Plus” è stata interpellata la naturalista ed ornitologa, Mara Calvini che ha precisato come ogni ogni pipistrello si cibi mediamente di 2000 insetti in una sola notte. Tra gli uccelli utili le cinciallegre, i passeri, l’upupa, il codirosso, il picchio muratore. Oltre ai pipistrelli, anche i rapaci notturni come l’assiolo e la civetta. Il progetto nidi è realizzato in prossimità di due siti di interesse europeo individuati da “Rete Natura 2000”. Oltre ai nidi, obbligatorie le semine fiorigene e le buone pratiche agronomiche sopra descritte. Invitato alla presentazione di “The Green Experience” Luca Pedron, responsabile tecnico della cantina Ferrari di Trento. Una realtà produttiva che ha puntato tutto sull’eccellenza e sulla distintività dei sistemi di coltivazione delle uve delle oltre 600 imprese vitivinicole fornitrici della cantina con la produzione di Char-
donnay e in piccola parte di Pinot nero. Anche loro seguono protocolli di agricoltura integrata per arrivare in tempi brevi al biologico certificato. Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo ha chiuso il convegno affermando che “sono le imprese associate che in questi anni hanno aderito al percorso virtuoso coordinato dai tecnici dell’Agenzia 4 A ad aver voluto evidenziare la distintività delle loro eccellenze vitivinicole con un marchio, che sarà loro affidato e certificato da un ente terzo, Ecogruppo Italia Srl, e potrà essere riprodotto sulle bottiglie e sulle confezioni. Un modo per valorizzare il percorso ecosostenibile nel quale Coldiretti ha sempre creduto ed investito anche negli anni in cui per altri soggetti organizzativi rappresentava esclusivamente un costo. Questo sottolinea la volontà ferma di Coldiretti nell’operare per un’agricoltura ecosostenibile con eccellenze produttive uniche ed inimitabili che si abbinano alle tradizioni ed alla cultura dei moderni imprenditori vitivinicoli che sono i primi veri alleati e tutori dell’ambiente.
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VITIVINICOLO
L’aver scommesso sull’assistenza tecnica è premiante per le imprese vitivinicole
“Fare economia con la consulenza dell’Agenzia 4A”
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l progetto sulla viticoltura ripensata parte da lontano. Un approfondimento con l’intervista a Cesare Gilli (nella foto sopra), segretario zona di Coldiretti Alba e Cortemilia. “E’ una certificazione collettiva, integrata e sostenibile, pensata su misura per il territorio e i vini piemontesi, con un marchio registrato e un sito internet, realizzati per promuovere il progetto e le aziende vitivinicole aderenti”.
preso un percorso di sperimentazione per identificare nuove pratiche sostenibili ambientalmente ed economicamente, capaci di migliorare i prodotti e di convertire ogni potenziale vincolo di produzione e trasformazione, in un vantaggio concreto. The Green Experience nasce, anzitutto, dalla necessità di costruire una certificazione su misura per i vini e il territorio piemontesi, capace di valorizzarne le peculiarità che li rendono unici al mondo e di evitare che sul mercato “green”, in forte crescita, siano omogeneizzati e confusi con altre produzioni ecologiche e biologiche”.
“The Green Experience è l’esito di un progetto tecnico di Coldiretti Cuneo durato tre anni e denominato La viticoltura ripensata e sostenibile che ha coinvolto oltre 1.200 aziende vitivinicole di Langhe e Roero, sperimentando insieme a loro oltre 700 ettari a sovescio e 500 a confusione sessuale”. Ascoltando le necessità dei suoi Soci, tramite il lavoro dei tecnici dell’Agenzia 4A, Coldiretti Cuneo ha aperto un dibattito e intra-
“Lo scopo di The Green Experience è convertire l’attuale successo di Langhe, Roero e Monferrato, di recente amplificato dal riconoscimento dell’UNESCO, in un nuovo punto di partenza per consolidare il futuro dell’imprenditoria locale in particolare vitivinicola - e di garantirle altri anni di crescita corale e sostenibile raccogliendo le nuove tendenze di mercato, prendendosi cura del terreno, dell’ambiente e del paesaggio”.
Che cos’è The Green Experience?
Come è nato e perché è nato questo progetto?
Quali sono le finalità?
Quali sono i disciplinari proposti da The Green Experience?
“The Green Experience prevede due disciplinari alternativi. Il primo disciplinare, denominato “The Green Experience”, è contraddistinto, nel logo, dal colore blu, si rivolge a produzioni integrate, attente alla sostenibilità ambientale, ma non biologiche. La base del disciplinare è la lotta integrata regionale con l’aggiunta delle buone pratiche agronomiche e il divieto dell’uso dei diserbi. Il secondo disciplinare, denominato “The Green Experience Plus”, è contraddistinto dal colore giallo/ oro, si rivolge a produzioni di tipo ecosostenibile, tra cui il biologico, a cui aggiunge nuovi parametri per accrescere la sostenibilità ambientale come l’installazione dei nidi e la semina delle specie fiorigene”.
Come si può aderire a The Green Experience e chi controlla?
“Il progetto è riservato alle aziende agricole Coldiretti. Per aderire occorre presentare
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VITIVINICOLO una richiesta a scadenza annuale, sottoscrivere il disciplinare scelto e il regolamento di utilizzo del marchio allegato. Le aziende che aderiscono a The Green Experience saranno seguite dall’assistenza tecnica specialistica dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo e saranno controllate e certificate da ECOGRUPPO Italia srl, organismo di controllo certificato e riconosciuto dal MIPAAF”.
Perché questo progetto dovrebbe attirare il consumatore?
Considerando l’attuale allineamento dei trend del mercato agroalimentare con la richiesta di prodotti sani e di attenzione per l’ambiente durante le fasi di pro-
Alla serata, un numeroso pubblico di amministratori, di vitivinicoltori e cittadini
duzione- facendo leva sul riconoscimento UNESCO ottenuto dal paesaggio di Langhe, Roero e Monferrato - The Green Experience cerca di rispondere alle aspettative dei
consumatori e di sorprenderli con un progetto che integra i meccanismi di produzione ecologici con un’esplicita cura naturale ed estetica del paesaggio collinare.
Ecco i due loghi che marchieranno il vino ottenuto dalla viticoltura ripensata: a sinistra, quello della viticoltura integrata, a destra quello della viticoltura ecosostenibile
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VITIVINICOLO
Coldiretti vigila affinché le modifiche comunitarie con la maschera della semplificazione non provochino danni al nostro patrimonio viticolo o ingannino il consumatore.
No alla liberalizzazione dell’uso delle varietà di vite
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a riforma del’OCM vitivinicola, concretizzatasi nei vari Regolamenti dal 2009 prevedeva oltre alla liberalizzazione degli impianti, oggi trasformatasi in gestione tramite le autorizzazioni, anche l’estensione dell’uso del nome del vitigno incondizionata, svincolando la varietà dal nome geografico della DO di appartenenza, e quindi autorizzandone l’impiego per tutti i vini, compresi i generici. Coldiretti immediatamente criticò
tali posizioni che avrebbero comportato ripercussioni negative sull’economia vitivinicola italiana (e più in generale dei Paesi tradizionalmente produttori) e ingenerato confusione. Coldiretti propose di introdurre cautelativamente norme italiane (Legge 61 e disciplinari) che permettessero di gestire attraverso gli albi delle DO le iscrizioni per scongiurare che l’impianto liberalizzato dall’oggi al domani potesse alterare gli equilibri tra domanda e offerta dei vini di pregio.
Successivamente un ripensamento della CE cambiò l’impostazione iniziale da liberalizzazione totale a modifica del regime dei diritti in autorizzazioni, confermato a partire da quest’anno. Per arginare invece l’estensione dell’uso dei vitigni autoctoni, chiese e ottenne, per gli Stati che lo ritenevano necessario, l’individuazione di apposite liste protette delle varietà di vite che costituissero o contenessero in toto o in parte il nome di una DOC o di una DOCG , in modo tale da
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VITIVINICOLO non consentirne l’impiego (in attesa di assestamenti migliori delle disposizioni) per la designazione di vini diversi dai tradizionali, specie se non appartenenti ad una Denominazione di territorio. Se infatti è vero che il nome di una varietà (non solo di vite) non può riservarsi a qualcuno, è altrettanto vero che alcuni di questi vitigni – ad oggi poco diffusi e intimamente legati ad un territorio specifico - fanno parte storicamente di vini tutelati a DO e con questi si sono nel tempo identificati. L’eventuale uso slegato dal nome geografico se repentinamente introdotto avrebbe potuto indurre in errore chi acquistava. Per chiarire, portiamo ad esempio il Pelaverga. E’ un vitigno, ma è storicamente componente e parte della DOC Pelaverga di Verduno, (che proprio per tali ragioni di tutela ha da poco modificato il nome in Verduno Pelaverga o anche solo Verduno, così come si è fatto per Colline Saluzzesi, ma anche Dolcetto di Dogliani, Dolcetto di Diano …) . Ecco perché, insieme al Pelaverga altri vitigni, se strettamente legati ad una territorialità, dall’Erbaluce al Ruchè, ma anche Barbera, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Moscato,Nebbiolo… li abbiamo inseriti in apposite liste (allegato XV del reg 607/2009 e ultima modifica con il DM 24-7-2014 ) di protezione. Solo i 7 vitigni ritenuti da tutti “internazionali” come Cabernet, Chardonnay, Sauvignon, per citare i più noti, dal 2009 sono stati invece completamente liberalizzati e resi idonei anche per la produzione dei vini ge-
Coldiretti dice no alla liberalizzazione generalizzata dei vitigni per la produzione dei vini generici proposta dall’Ue che rischierebbe di portare alla banalizzazione del vino e di provocare confusione al consumatore. Il nome del vitigno autoctono o locale in etichetta deve continuare ad essere riservato solo ai prodotti DO e IG che portano anche il nome del territorio con il quale storicamente si identificano queste varietà. È alta la preoccupazione per l’annunciata modifica del Regolamento europeo di tutela dei “vini identitari” fortemente voluto e risalente al 2009. nerici. Questa la premessa per poter spiegare la situazione, visto che la Commissione Europea ha annunciato di voler acconsentire, modificando il Reg. 607/2009, anche ai vini stranieri generici, senza nome geografico, di riportare in etichetta nomi tipicamente italiani quali Aglianico, Barbera, Brachetto, Cortese, Dolcetto, Fiano, Lambrusco, Greco, Nebbiolo, Vermentino… solo per fare alcuni esempi. Il risultato sarebbe una pericolosa banalizzazione delle note denominazioni tricolori che si sono affermate sui mercati internazionali grazie al lavoro dei vitivinicoltori italiani. Un modo per fare concorrenza sleale che interessa alla Spagna (si è dichiarata favorevole) , ma anche ai Paesi emergenti nel panorama viticolo comunitario, che vorrebbero equiparare l’uso dei suddetti vitigni internazionali come Chardonnay e Merlot con gli autoctoni che caratterizzano il Vigneto Italia,
che può contare su ben 500 varietà di uve da vino. Dopo l’allarme lanciato da Coldiretti, un primo segnale positivo è arrivato dal Commissario Europeo per l’Agricoltura, Phil Hogan, il quale ha assicurato che “Non c’è alcuna intenzione di pervenire a modifiche che penalizzino l’attuale modello del sistema vitivinicolo italiano di qualità”. Le affermazioni sono rassicuranti, ma Coldiretti vigilerà sugli sviluppi della vicenda affinché le revisioni delle norme europee non comportino danno a tutti: produttori e consumatori. Coldiretti sta seguendo l’iter di approvazione del Decreto nazionale per l’applicazione della misura, facendo in modo che possa essere più facilmente fruibile il contributo anche dalle piccole e medie aziende vitivinicole, partendo dal ridurre l’attuale tetto minimo di spesa. Si chiede di portare dagli attuali 100 mila euro per ogni Paese obiettivo inserito nel progetto a 50 mila. Contestualmente sono richiesti emendamenti per riservare alle sole produzioni nazionali il contributo, per favorire le azioni di incoming e migliorare il sistema di assegnazione delle priorità per la stesura delle graduatorie. Presenteremo i contenuti del Decreto appena sarà approvato in modo che i produttori vitivinicoli possano procedere con la realizzazione delle loro azioni di promozione con sufficiente anticipo, rivolgendosi eventualmente ai propri consorzi o associazioni per l’inserimento nei progetti per l’ottenimento degli aiuti.
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AGRICOLTURA SOCIALE
Un successo a Carrù per il convegno promosso da Donne Impresa Coldiretti
Agricoltura Sociale: la legge e i progetti cuneesi
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a sala del Bamlab della Banca Alpi Marittime di Carrù non era abbastanza capiente per ospitare il pubblico dell’incontro sull’Agricoltura Sociale organizzato da Donne Impresa Coldiretti Cuneo il 22 gennaio scorso. La presenza di quasi 200 persone tra titolari di aziende, cooperative agricole, amministratori locali, funzionari regionali e rappresentanti dei Consorzi Assistenziali ha reso manifesta la capacità dell’Agricoltura Sociale di creare nuove prospettive di sviluppo imprenditoriale e sociale nelle zone rurali e montane. Ma l’agricoltura sociale è davvero una novità? “E’ una novità - ha detto il vice ministro alle Politiche Agricole, Andrea Olivero (nella foto in alto) - che sia stata varata una legge che regola e riconosce l’impegno delle imprese agricole per il futuro delle aree rurali. Ma il sociale in agricol-
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tura è un dato di fatto, che offre già frutti virtuosi”. Silvia Viazzi responsabile di Donne Impresa Coldiretti Cuneo: “Donne Impresa si fa carico di proporre le soluzioni più innovative per il futuro delle imprese agricole e più lungimiranti”. “Le esperienze cuneesi dei collaboratori domiciliari di “A Casa”, delle Agritate e degli inserimenti lavorativi di “Buono2Volte” - ha commentato Francesco Di Iacovo, docente all’Università di Pisa e maggior esperto di Agricoltura Sociale a livello nazio-
nale - sono la dimostrazione che è possibile, grazie all’agricoltura, dare alle persone in difficoltà un reale beneficio offrendo al tempo stesso nuove opportunità per fare impresa ed evitando la scomparsa dei servizi dai territori più periferici”. Sull’assistenza a domicilio di “A Casa” si è soffermato Livio Tesio, direttore del Consorzio Socio Assistenziale Monviso Solidale, che ha evidenziato l’importante sinergia creata da Coldiretti tra aziende e amministrazioni locali, una sinergia
GIOVANI IMPRESA che ha già portato concreti benefici economici. La platea ha poi apprezzato l’esperienza di Valentina Dutto, giovane imprenditrice agricola di Carrù e affermata Agritata: un’attività, quest’ultima, che le permette di coadiuvare i genitori nell’azienda agricola, costituisce un’integrazione di reddito e, perché no, le dà modo di unire al lavoro la sua passione per i bambini. Una storia altrettanto ammirata è stata quella di Maurizio Bergia, presidente della Cooperativa “I Tesori della Terra” che, da anni, è attiva nell’inserimento di persone con disabilità o disagio sociale in agricoltura per motivarle e professionalizzarle. In chiusura, l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha dichiarato che la Regione Piemonte renderà concrete le opportunità offerte da questa legge anche con l’inserimento di misure dedicate nel PSR 2014-2020. Per Coldiretti Cuneo Delia Revelli, Presidente, ha messo l’accento “sulle esperienze maturate a livello cuneese, che sono state uno stimolo per la stesura della legge e che sono oggi un valido esempio per la sua messa in pratica”, ed Enzo Pagliano, Direttore, ha evidenziato come “sia determinante la presenza, alle spalle delle attività sociali, di un’attività imprenditoriale agricola solida e funzionale.”
Coldiretti premia l’innovazione in agricoltura
Aperte le iscrizioni all’Oscar Green 2016
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ono aperte le iscrizioni ad Oscar Green 2016, il premio promosso da Coldiretti Giovani Impresa: l’obiettivo è valorizzare le giovani realtà imprenditoriali under 40 del settore agricolo, che hanno saputo emergere tra le altre grazie a un modello di impresa creativo e sostenibile. Le categorie in cui si può concorrere, sono: Impresa2.Terra, premia il connubio tra creatività, originalità e grande abilità progettuale, con occhio di riguardo all’innovazione e alle nuove tecnologie); Campagna Amica, valorizza le imprese che riescono a
raggiungere il consumatore finale in maniera innovativa rispondendo alle esigenze di sicurezza alimentare, la qualità dei prodotti e la tutela ambientale; Paese Amico, riservata alle strutture pubbliche: comuni, provincie, scuole, asl, etc. che si sono impegnate in una collaborazione per l’attuazione dei progetti promossi da Coldiretti; We Green, per le aziende che dedicano particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e all’agricoltura sociale, modelli di sviluppo attenti alla sostenibilità e a servizio dell’intera società: aziende che producono in modo ecosostenibile, risparmiando energia a tutela dell’ambiente; Fare Rete si rivolge alle imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e non, che abbiano realizzato reti sinergiche per massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Per ulteriori informazioni e per iscriversi (data ultima il 15 marzo 2016), si possono contattare gli Uffici Zona Coldiretti e i referenti di Giovani Impresa.
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Donne Impresa: rinnovo tessera per l’anno 2016
on il nuovo anno è arrivato il momento di rinnovare la tessera Donne Impresa! Gli obiettivi che il Movimento si propone sono principalmente promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria femminile agricola, organizzare attività culturali di formazione e comunicazione con i consumatori
ed elaborare proposte di politica sociale per il mondo rurale. Da anni come segno di “appartenenza”, Donne Impresa Coldiretti ha individuato una TESSERA di adesione che ha validità di 4 anni che, oltre al significato sul piano sindacale, consente di fruire di alcune convenzioni siglate con:
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aziende agricole di Coldiretti e la Bottega Localmente di Fossano; • gli agriturismi Terranostra; • l’agenzia viaggi “In Terre di Granda Club” di Cuneo; • Istituto Idrotermale di Lurisia; • i supermercati Prestofresco; • Mondovicino Outlet Village di Mondovì; • C.D.C. per gli accertamenti sanitari; • Terra Viva Cooperativa Agricola di Busca. Vi invitiamo dunque a recarvi presso gli uffici zona e di recapito Coldiretti a farvi apporre il timbro di rinnovo o a richiedere gratuitamente la tessera.
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“I prossimi appuntamenti a Cherasco il 2 marzo e Ceva il 14 marzo” di Cherasco; zona di Ceva: lunedì 14 marzo 2016 ore 9:30 presso l’Ufficio Zona di Ceva; Gli incontri sono un’importante occasione di confronto: oltre a presentare la situazione economica dell’agricoltura cuneese, servono a discutere i dati e le informazioni raccolti da Coldiretti Cuneo e a valutare, assieme ai partecipanti, •
Donne Impresa Associazione Pensionati
Coldiretti Cuneo
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GL I INCONTRI
Nuovi incontri “l’economia agricola al centro” ontinua la serie di appuntamenti dedicati ai Soci e Dirigenti sul tema “L’economia agricola al centro”, organizzati dal Coordinamento Provinciale di Donne Impresa e dal Consiglio Provinciale dei Pensionati Coldiretti. Il primo incontro, svolto a dicembre presso l’Ufficio Zona di Mondovì, ha ottenuto un ottimo riscontro da parte dei Soci presenti. I prossimi appuntamenti sono: • zone di Bra, Fossano e Savigliano: mercoledì 2 marzo 2016 ore 9:30 presso il ristorante La porta delle Langhe
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Prossimi appuntamenti per le Zone di
BRA · FOSSANO · SAVIGLIANO · CEVA
l’andamento reale dei vari settori, Zona per Zona, le difficoltà e le prospettive delle imprese agricole della nostra provincia. Ad ogni appuntamento sarà fornito anche un aggiornamento su PAC, PSR e sui prossimi interventi a favore delle nostre aziende. Tutti gli incontri si terranno alle ore 9:30 presso gli Uffici Zona indicati sopra, che possono essere contattati per avere maggiori informazioni e ulteriori dettagli. In alternativa, è possibile contattare le segreterie provinciali di Donne Impresa e dell’Associazione Pensionati al numero 0171 447 287.
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Alba: Incontro del 25 gennaio 2016
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Cuneo: Incontro del 3 febbraio 2016
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DATORI DI LAVORO
A livello nazionale, le quote non stagionali arrivano a 17.850 unità
Definiti i flussi per il 2016 Relativamente alla conversione del permesso di soggiorno da stagionale a non stagionale, la circolare ministeriale sottolinea che l’istanza può
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ulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 2 febbraio, è stato pubblicato il Decreto Flussi per l’anno 2016. Il Decreto comprende sia quote non stagionali che quote stagionali. Le quote non stagionali ammontano complessivamente a 17.850 unità tra cui conversioni da lavoro stagionale a lavoro non stagionale (4600 ingressi), conversioni da permessi per studio/tirocinio a lavoro non stagionale (6500 ingressi) nonché ingressi per lavoro autonomo (2400 ingressi), lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea ascendente (100 ingressi). Le quote stagionali ammontano complessiva-
avvenire anche già al primo ingresso subordinatamente però che risulti una prestazione lavorativa media di almeno 13 giorni mensili nei tre mesi lavorativi (per un totale di 39 giornate), coperti da regolare contribuzione
mente a 13000 unità e riguardano i lavoratori provenienti da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Ucraina, Tunisia. La circolare ministeriale ricorda che, in base al diritto di precedenza, possono fare ingresso stagionale anche i lavoratori provenienti da altre Paesi, diversi da quelli indicati, che abbiano già fatto ingresso stagionale negli anni precedenti. Per tali tipologie di ingresso, dallo scorso 10 febbraio 2016 è possibile il precaricamento delle domande e l’invio potrà avvenire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Seguiranno comunicazioni in merito all’avvenuta pubblicazione del Decreto. Non appena saranno assegnate quote a livello provinciale, provvederemo a fornirvi notizia. Per ulteriori informazioni, contattare gli Uffici di Zona.
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DATORI DI LAVORO
I nuovi obblighi per i datori di lavoro con la Legge di Stabilità e il Job Act Nelle pagine seguenti, “Decreto semplificazioni e nuova maxisanzione”, “Job Act e impianti di videosorveglianza”, “I ‘voucher’ dopo la riforma del Job Act”, “Job Act e sicurezza sul lavoro”, “Patentino per l’uso del trattore”, “Sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro” Si attendono chiarimenti circa l’applicazione in agricoltura
I
Decreto semplificazioni e nuova maxisanzione
l D. Lgs. 151/2015 (“Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183”) ha modificato la disciplina della c.d. “maxisanzione”, cioè la sanzione dovuta nel caso di lavoratori non regolarmente assunti.
Dalla norma, si evincono le seguenti novità: • La misura della maxisanzione cambia in relazione alle giornate di lavoro irregolare accertate a) da euro 1.500 a euro 9.000 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore sino a trenta giorni di effettivo lavoro; b) da euro 3.000 a euro 18.000 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore da trentuno
e sino a sessanta giorni di effettivo lavoro; c) da euro 6.000 a euro 36.000 per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore oltre sessanta giorni di effettivo lavoro • La maxisanzione torna ad essere diffidabile, pertanto, nel caso di regolarizzazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro, lo stesso viene ammesso al pagamento della sanzione in misura minima (per cui,
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DATORI DI LAVORO a seconda dei casi, 1500, 3000 o 6000 euro per ogni lavoratore irregolare); chiaramente questa somma non potrà essere oggetto di rateizzazione ma va pagata nei termini indicati nel verbale • Come sottolineato dalla circolare ministeriale n. 26/2015, la diffida è subordinata a: –– Stipulazione di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, anche a tempo parziale con riduzione dell’orario non superiore al 50% o contratto a tempo pieno e determinato di durata non inferiore a tre mesi –– Mantenimento in servizio dei lavoratori oggetto di regolarizzazione per un periodo non inferiore a “tre mesi”; il periodo di tre mesi va computato “al netto” del periodo di lavoro prestato “in nero” Pertanto, la nuova procedura della maxisanzione si sviluppa nel seguente modo: –– Regolarizzazione dell’intero periodo di lavoro prestato in nero secondo modalità accertate ivi compreso il versamento dei relativi contributi e premi –– Stipula del contratto di lavoro secondo le tipologie contemplate dalla norma; Il mantenimento in servizio del lavoratore per almeno “tre mesi”, cioè almeno
90 giorni di calendario da comprovare attraverso il pagamento delle retribuzioni, dei contributi e dei premi scaduti entro il termine di adempimento; al riguardo, la medesima circolare precisa che qualora non vi sia il mantenimento del rapporto di lavoro “qualunque ne sia la ragione”, non potrà ritenersi adempiuta la diffida. Sull’argomento, anche la nota ministeriale n. 20549 del 26 novembre 2015 ribadisce che “non è am¬messa alcuna valutazione nel merito, da parte del personale ispettivo, in ordine alla fattibilità dell’ottemperanza alla diffida”. Il Ministero del Lavoro fa presente che è in corso di definizione una circolare relativamente all’applicazione della ma¬xisanzione per il settore agricolo, date le peculiarità del settore che mal si conciliano con le nuove regole della c.d. “maxisanzione”. –– Pagamento della maxisanzione
• Non vi è più una disciplina della c.d. “mini-maxisanzione” (cioè rapporti di lavoro regolari al momento del controllo ma per i quali si accertano date di inizio diverse da quelle comunicate al Centro per l’Impiego); in tal senso si esprime la circolare ministeriale n. 26/2015 nella quale si
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evidenzia che in tale fattispecie la diffida non avrà ad oggetto la stipulazione del contratto secondo le tipologie previste dalla legge né il conseguente mantenimento in servizio del lavoratore per tre mesi ma esclusivamente la regolarizzazione del periodo di lavoro prestato in “nero” • La maxisanzione non si applica nel caso di lavoro domestico • La maxisanzione non è diffidabile ed è maggiorata del 20% nel caso di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno o minori in età non lavorativa; in tali casi, si ricorda, che trovano applicazione anche specifiche sanzioni penali • La maxisanzione assorbe la sanzione relativa alla tardiva comunicazione al Centro per l’Impiego e la mancata consegna della lettera di assunzione nonché delle sanzioni relative alle violazioni in materia di LUL • La circolare ministeriale n. 26/2015 ribadisce il principio secondo cui “non è soggetto alla maxisanzione il datore di lavoro che, antecedentemente al primo accesso in azienda del personale ispettivo o di una eventuale convocazione per l’espletamento del tentativo di conciliazione monocratica, regolarizzi spontaneamente e integralmente, per l’intera durata, il rapporto di lavoro, avviato originariamente senza una preventiva comunicazione obbligatoria di assunzione”.
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Fondamentale un regolamento aziendale sul trattamento dei dati personali
Job act e impianti di videosorveglianza
L
’articolo 22 D. Lgs. 151/2015 (Decreto attuativo del Job Act), modificando l’articolo 4 L. 300/170, ha introdotto delle novità in tema di impianti audiovisivi e videosorveglianza negli ambienti di lavoro. Al riguardo, va preliminarmente evidenziato che la norma in oggetto rappresenta un delicato equilibrio tra due interessi fondamentali, costituzionalmente protetti, quali il patrimonio aziendale e l’autonomia imprenditoriale da un lato, e il trattamento dei dati personali e il diritto alla riservatezza dall’altra. Relativamente agli impianti di videosorveglianza, dalla norma si può evidenziare che: • L’installazione di impianti di videosorveglianza nei luoghi di lavoro è legittima quando finalizzata a “sicurezza sul lavoro” o “tutela del patrimonio aziendale”. • L’installazione è subordinata ad un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali ovvero, in assenza, ad un’autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro. • Anche quando le telecamere riprendono esclusivamente i confini esterni della proprietà aziendale è necessario richiedere l’autorizzazione. Pertanto, relativamente agli impianti di videosorveglianza, non si rilevano significative novità dal punto di vista della procedura autorizzativa. Particolarmente rilevante è la novità contenuta nel secondo comma
Autorizzazione necessaria anche per gli impianti di geolocalizzazione della norma citata nella parte in cui si esclude dalla procedura autorizzativa “gli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa e gli strumenti di registrazione degli accessi e delle presenze”. Quindi, l’uso di smartphone, computer aziendali e badge di rilevamento presenze non richiedono alcuna autorizzazione. La vera e FONDAMENTALE novità della riforma sta, nel terzo comma,in cui si sancisce la legittimità del trattamento dei dati personali (sia con impianti di videosorveglianza che con strumenti aziendali e di registrazione delle presenze) “a condizione che sia data al lavoratore adeguata informazione delle modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli e nel rispetto di quanto disposto dal decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196”. Con la nuova normativa, il lavoratore ha diritto ad una puntuale informativa in cui siano precisate: –– modalità d’uso degli strumenti –– modalità di effettuazione dei controlli –– rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa sulla privacy (decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. L’informativa deve riguardare due aspetti: la identificazione degli strumenti, di proprietà aziendale, messi a disposizione dall’imprenditore e le
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modalità di effettuazione dei controlli. L’informativa ha una duplice funzione: da un lato mette il lavoratore in guardia circa i “limiti” da non superare e, dall’altro, vieta un uso indiscriminato dei controlli da parte del datore atteso che il dipendente viene posto nelle condizioni di conoscere con quali modalità la sua attività potrà essere controllata. Alla luce di quanto chiarito, è evidente che è legittimo l’uso di informazioni acquisite tramite gli strumenti aziendali anche ai fini disciplinari (esempio, licenziamento) solo se il lavoratore ha ricevuto una chiara e puntuale informativa sul trattamento dei dati personali, nei limiti suindicati. Pertanto, è necessario che le aziende si dotino di una specifica “policy aziendale” cioè di un regolamento aziendale sul trattamento dei dati aziendali di cui viene data puntuale informativa ai lavoratori (magari anche con l’affissione di un luogo accessibile ai lavoratori, come previsto dall’articolo 7 L. 300/1970 in tema di codice disciplinare). Il servizio Datori di lavoro presso gli Uffici di zona Coldiretti sono a disposizione per la necessaria consulenza e assistenza.
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DATORI DI LAVORO
Le nuove norme che disciplinano il lavoro accessorio
I “voucher” dopo la riforma del job act
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on l’entrata in vigore, in data 25 luglio u.s., del D. Lgs. 81/2015 (“Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni”), in attuazione della L. 183/2014 (c.d. Job Act), gli articoli 48 e 49 del citato Decreto hanno modificato la disciplina in materia di lavoro accessorio.
DESTINATARI
Per prestazioni di lavoro accessorio si intendono attività lavorative che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori a 7.000 euro nel corso di un anno civile. Fermo restando il limite complessivo di 7.000 euro, nei confronti dei committenti imprenditori o professionisti, le attività lavorative possono essere svolte a favore di ciascun singolo committente per compensi non superiori a 2.000 euro (da tale limite dovrebbe essere escluso il lavoro domestico, lavoro con associazioni, ecc.) Prestazioni di lavoro accessorio possono essere altresì rese, in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite complessivo di 3.000 euro di compenso per anno civile, da percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito. Il lavoro accessorio si utilizza in agricoltura: a) alle attività lavorative di natura
imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato del prestatore di lavoro accessorio.
PARAMETRO RETRIBUTIVO
occasionale rese nell’ambito delle attività agricole di carattere stagionale effettuate da pensionati e da giovani con meno di venticinque anni di età se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado, compatibilmente con gli impegni scolastici, ovvero in qualunque periodo dell’anno se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso l’università’; b) alle attività agricole svolte a favore di aziende in regime di esonero IVA, tutti tranne da soggetti iscritti l’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli. E’ vietato il ricorso a prestazioni di lavoro accessorio nell’ambito dell’esecuzione di appalti di opere o servizi.
ESENZIONE
I compensi percepiti dal lavoratore sono computati ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. Il compenso e’ esente da qualsiasi
Il valore nominale del buono orario e’ fissato in 10 euro e nel settore agricolo e’ pari all’importo della retribuzione oraria delle prestazioni di natura subordinata individuata dal contratto collettivo (viene confermata la linea operativa sinora adottata). Viene confermato il riparto dei costi per ciascun voucher per cui: 13% copertura INPS alla gestione separata; 7% copertura per fini assicurativi contro gli infortuni all’INAIL; 5% rimborso spese per il concessionario che gestisce i voucher; 75% importo netto incassato dal lavoratore
COMUNICAZIONE
I committenti imprenditori o professionisti che ricorrono a prestazioni occasionali di tipo accessorio sono tenuti, prima dell’inizio della prestazione, a comunicare alla DTL competente, attraverso modalità telematiche i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, indicando, altresì, il luogo della prestazione con riferimento ad un arco temporale non superiore ai trenta giorni successivi. In attesa della modalità telematica alla DTL, si procede alla comunicazione all’INPS.
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DATORI DI LAVORO Come cambia la normativa sulla sicurezza
Job act e sicurezza sul lavoro
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elativamente alla sicurezza sul lavoro, il D. Lgs. 151/2015 (attuativo del Job Act), entrato in vigore lo scorso 24 settembre, ha apportato alcune modifiche che si vanno a evidenziare. • Uso delle attrezzature (Titolo III TU Sicurezza – campo di applicazione (art. 20 comma 1 lett. l) Viene ampliata la definizione di “operatore” che oltre ad essere “lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavoro” ora è anche “il datore di lavoro che ne fa uso”. In questo modo il legislatore chiarisce un dubbio che era sorto sull’applicazione del Titolo III (ad esempio, circa l’obbligo del “patentino” era fondato il dubbio se doveva acquisirlo anche il datore di lavoro, visto che la legge sinora parlava solo di “lavoratore”; ora non c’è dubbio che anche il datore
di lavoro è tenuto alla formazione per l’uso delle attrezzature”). • Lavoro accessorio – campo di applicazione (art. 20 comma 1 lett. a) n. 1) Si prevede che il TU sicurezza trova applicazione nel caso di lavoratori con “voucher” solo qualora il committente sia imprenditore o professionista; non si applica qualora si tratti di piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresi l’insegnamento privato supplementare e l’assistenza domiciliare a bambini, anziani, ammalati e disabili; in tutti gli altri casi, trova applicazione solo l’articolo 21 TU (obbligo di attrezzature conformi e DPI). • Valutazione dei rischi (art. 20 comma 1 lett. f ) Viene previsto che ai fini della valutazione dei rischi, l’INAIL, in collaborazione con le ASL, renda dispo-
nibili al datori di lavoro strumenti tecnici e specialistici per la riduzione dei livelli di rischio. Inoltre, con Decreto Ministeriale, previo parere della Commissione Consultiva permanente per la sicurezza sul lavoro, saranno individuati strumenti di supporto per la valutazione dei rischi, tra i quali strumenti informatizzati, sulla base del prototipo OIRA (piattaforma europea on line
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DATORI DI LAVORO per creare strumenti di valutazione del rischio). • Servizio di prevenzione e protezione (art. 20 comma 1 lett. g) Nei casi di svolgimento diretto del servizio RSPP, viene abolita la possibilità dello svolgimento diretto RSPP qualora sia stato affidato l’incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione a persone interne all’azienda o all’unità produttiva o a servizi esterni. • Impianto sanzionatorio (art. 20 comma 1 lett. i) Nelle seguenti fattispecie, viene previsto che la sanzione viene raddoppiata qualora riguardi più di cinque lavoratori ovvero triplicata qualora la violazione riguardi più di dieci lavoratori –– Mancato invio dei lavoratori alla visita medica periodica e mancata richiesta a medico competente dell’osservanza degli obblighi previsti a suo carico (art. 18 comma 1 lett. g) TU) – ammenda da 2000 a 4000 euro
–– Mancata o inadeguata formazione del lavoratore in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 37 comma 1 TU) – arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1200 a 5200 euro –– Mancata o inadeguata formazione dei dirigenti e dei preposti in materia di salute e sicurezza sul lavoro (art. 37 comma 7 TU) – arresto da quattro mesi o ammenda da 1200 a 5200 euro –– Mancata o inadeguata formazione dei lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi, di evacuazione in caso di pericolo grave o di pronto soccorso, in genere di gestione dell’emergenza (art. 37 comma 9 TU) – arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1200 a 5200 euro –– Mancata o insufficiente formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurez-
za (art. 37 comma 10 TU) - arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1200 a 5200 euro. Viene inoltre rivisto l’impianto sanzionatorio nella parte relativa alla violazione delle norme sulla sicurezza degli impianti elettrici (art. 87 TU). • Conduttori di generatori a vapore (art. 20 comma 1 lett. m) – art. 73-bis TU) Viene ripristinato il RD 1331/1926 relativo ai conduttori di generatori a vapore e viene demandato a un prossimo Decreto Ministeriale la riforma della materia. • Valutazione rischio rumore (art. 20 comma 1 lett. p – art. 190 TU) Viene previsto che l’emissione sonora di attrezzature di lavoro, macchine, e impianti può essere stimata in fase preventiva facendo riferimento alle banche dati sul rumore approvate dalla Commissione Consultiva Permanente, riportando la fonte documentale cui si è fatto riferimento.
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on il 1° gennaio 2016, è entrato in vigore anche per il settore agricolo, l’accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012 recante la formazione obbligatoria per i lavoratori addetti all’uso di attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, ai sensi dell’articolo 73, comma 5 TU Sicurezza. Innanzitutto, va evidenziato che gli obblighi formativi che si vanno ad illustrare riguardano sia i lavoratori dipendenti che i componenti dell’impresa familiare che utilizzano tali attrezzature. In secondo luogo, il corso è finalizzato all’abilitazione (“patentino”) dell’operatore per l’uso di tali attrezzature.
ATTREZZATURE DI LAVORO
Le attrezzature di lavoro per le quali viene richiesta la specifica abilitazione sono:
• Piattaforme di lavoro mobili (macchina mobile destinata a spostare persone alle posizioni di lavoro, poste ad altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile, nelle quali svolgono mansioni dalla piattaforma di lavoro), con l’intendimento che le persone accedano ed escano dalla piattaforma di lavoro attraverso una
posizione di accesso definita e che sia costituita almeno da una piattaforma di lavoro con comandi, da una struttura estensibile e da un telaio • Gru a torre • Gru mobile • Gru per autocarro • Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo: carrelli se-
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DATORI DI LAVORO moventi a braccio telescopico; carrelli industriali semoventi; carrelli, sollevatori, elevatori semoventi telescopici rotativi • Trattori agricoli o forestali: a ruote o a cingoli • Macchine movimento terra: scavatori idraulici; escavatori a fune; pale caricatrici frontali; terne; autoribaltabile a cingoli, pompa per calcestruzzo.
PROGRAMMI DEI CORSI
I programmi sono disciplinati dall’allegato III dell’Accordo, evidenziando che il modulo giuridico-normativo, comune ai diversi percorsi formativi, deve essere effettuato una sola volta a fronte di attrezzature simili; esso è riconosciuto come credito formativo per corsi di specifica abilitazione di altre attrezzature di lavoro simili.
ATTESTAZIONE
Previa la frequenza di almeno il 90% delle ore previste e il superamento di una prova finalizzata a verificare le conoscenze giuridiche e tecnico-professionali, viene rilasciato un attestato di abilitazione.
AGGIORNAMENTO
L’abilitazione deve essere rinnovata entro 5 anni dalla data di rilascio dell’attestato di abilitazione, previa verifica della partecipazione a corso di aggiornamento che ha la durata minima di 4 ore, di cui almeno 3 ore sono relative ai moduli pratici.
NORMA TRANSITORIA E RICONOSCIMENTO DELLA FORMAZIONE PREGRESSA
Alla data di entrata in vigore dell’Accordo sono riconosciuti i corsi già effettuati per ciascuna tipologia di attrezzatura (per cui hanno solo l’obbligo dell’aggiornamento quinquennale). Una particolare disciplina riguarda i lavoratori che all’entrata in vigore dell’Accordo abbiano esperienza documentata almeno biennale ovvero, pur non avendo esperienza biennale, all’1.1.2016 ne siano incaricati. Si ritiene utile, fare riferimento alla tabella sotto riportata. Anche in considerazione di quanto chiarito nella circolare del Ministero del Lavoro n. 12/2013, si evidenzia quanto segue.
L’esperienza biennale pregressa può essere attestata con autocertificazione, per la quale non è prevista l’apposizione della data certa. L’esperienza biennale deve riferirsi a due anni di effettivo lavoro (quindi, ad esempio, sommando quattro rapporti stagionali di sei mesi cadauno). L’esperienza biennale può essere attestata dal titolare di azienda per se stesso e i componenti dell’impresa familiare nonché per il lavoratore dipendente, ma può essere attestata dallo stesso lavoratore riferendosi anche a periodi di lavoro presso datori di lavoro diversi. In ogni caso, l’esperienza deve riferirsi ad un periodo di tempo non antecedente a dieci anni.
ATTENZIONE
Si ritiene fondamentale, però, sottolineare il punto in cui il Ministero precisa che, a prescindere dall’esperienza biennale pregressa (che consente il solo aggiornamento entro marzo 2017), il datore di lavoro “è sempre tenuto a verificare le capacità tecnico professionali dichiarate dal lavoratore”.
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DATORI DI LAVORO
USO ATTREZZATURE
(Accordo Stato- Regioni del 22.2.2012) – Entrata in vigore 1° GENNAIO 2016 – Destinatari: datori di lavoro – titolari - coadiuvanti – lavoratori dipendenti 1 ora – mod. giuridico 3 ore – mod. tecnico
1 ora – mod. giuridico 2 ore – mod. tecnico 1 ora – mod. giuridico 7 ore – mod. tecnico 1 ora – mod. giuridico 7 ore – mod. tecnico 1 ora – mod. giuridico 7 ore – mod. tecnico 1 ora – mod. giuridico 7 ore – mod. tecnico 1 ora – mod. giuridico 7 ore – mod. tecnico 1 ora – mod. giuridico 3 ore – mod. tecnico
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4 ore mod. pratico 6 ore mod. pratico 8 ore mod. pratico 5 ore mod. pratico 5 ore mod. pratico 10 ore mod. pratico 4 ore mod. pratico
4 ore mod. pratico
4 ore mod. pratico
8 ore mod. pratico
4 ore mod. pratico 4 ore mod. pratico 6 ore mod. pratico 6 ore mod. pratico 6 ore mod. pratico 6 ore mod. pratico 6 ore mod. pratico 6 ore mod. pratico 12 ore mod. pratico
NOTE COMUNI A TUTTE LE ATTREZZATURE
Modulo giuridico Il modulo giuridico-normativo (1 ora) deve essere effettuato una sola vola a fronte di attrezzature simili – costituisce credito formativo Aggiornamento Per ogni attrezzatura è previsto aggiornamento di almeno 4 ore ogni 5 anni Riconoscimento della formazione pregressa (punto 9) A determinate condizioni, equivalente alla formazione prevista dal presente Accordo Esperienza biennale I lavoratori agricoli che alla data del 31 dicembre 2015 sono in possesso di esperienza documentata almeno biennale sono tenuti solo al corso di aggiornamento entro 12 marzo 2017. Senza esperienza biennale I lavoratori privi di esperienza biennale, il corso deve essere svolto prima di essere adibito all’uso dell’attrezzatura. Lavoratori incaricati I lavoratori che alla data del 31 dicembre 2015 risultano incaricati dell’uso di attrezzature devono effettuare i corsi entro il dicembre 2017.
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PLE (piattaforme lavoro elevabile) con stabilizzatore (8 ore) PLE senza stabilizzatore (8 ore) PLE con o senza stabilizzatore (10 ore) Gru per autocarro (12 ore) Trattori agricoli su gomma (8 ore) Trattori agricoli cingolati (8 ore) Trattori agricoli su gomma e cingolati (13 ore) Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo – carrelli industriali semoventi (es. muletto) (12 ore) Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo - carrelli semoventi a braccio telescopico (es. Merlo, Manitou) (12 ore) Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo – carrelli/sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi (12 ore) Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo – carrelli industriali semoventi, ca rrelli semoventi a braccio telescopico e carrelli/sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi (16 ore) Gru a rotazione in basso (12 ore) Gru a rotazione in alto (12 ore) Gru a rotazione in alto e in basso (14 ore) Macchine movimento terra – escavatori idraulici (10 ore) Macchine movimento terra – escavatori a fune (10 ore) Macchine movimento terra – caricatori frontali (10 ore) Macchine movimento terra – terne (10 ore) Macchine movimento terra – autoribaltabili a cingoli (10 ore) Macchine movimento terra – escavatori idraulici, caricatori frontali e terne (16 ore)
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DATORI DI LAVORO
SANZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO
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a sicurezza sul lavoro rappresenta sicuramente per i datori di lavoro un corollario necessario nell’organizzazione aziendale. Anche a causa del fatto che il settore agricolo è caratterizzato da un fenomeno infortunistico ancora molto elevato, è molto forte l’attenzione degli Organi di controllo (Spresal in particolare) sul settore agricolo, al punto tale che nelle scorse settimane la Regione Piemonte ha adottato un Piano di controllo in agricoltura per gli anni 2016-2019. Visto che il sistema sanzionatorio in materia di lavoro è stato oggetto di modifiche anche recentemente (con il c.d. Job Act), si ritiene utile di seguito indicare le sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro circa la violazione di alcuni dei principali obblighi. • VDR (arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2740 a 7014,40; art. 55 comma 1); • SORVEGLIANZA SANITARIA Mancata nomina del medico competente (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1644 a 6576 euro (art. 55 comma 5 lett. d) Mancato invio dei lavoratori alla visita medica periodica e mancata richiesta a medico competente dell’osservanza degli obblighi previsti a suo carico (ammenda da 2000 a 4000 euro; art. 55 comma 6
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-bis); la sanzione viene raddoppiata qualora riguardi più di cinque lavoratori ovvero triplicata qualora la violazione riguardi più di dieci lavoratori; • RSPP corso base e aggiornamento (arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2740 a 7014,40; art. 55 comma 1); • MANCATA CONSEGNA DPI (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1644 a 6576 euro; art. 55 comma 5 lett. d); • PRONTO SOCCORSO corso base e aggiornamento (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 822 a 4384 €; art. 55 comma 5 lett. a); • PREVENZIONE INCENDI corso base e corso integrativo (arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1315,20 a 5699,20, art. 55 comma 5 lett. c); • CORSO LAVORATORI DIPENDENTI formazione generale e formazione specifica – arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1200 a 5200 euro; la sanzione viene raddoppiata qualora riguardi più di cinque lavoratori ovvero triplicata qualora la violazione riguardi più di dieci lavoratori (art. 55 comma 6-bis; • CORSO PER LE ATTREZZATURE (arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2740 a 7014,40; art. 87 comma 2 lett. c).
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uando si verifica un incidente sul lavoro, da un lato vi è il lavoratore con il suo trauma più o meno grave, dall’altro un datore di lavoro che dovrà cercare di gestire la perdita di una persona atti-
va in azienda, ma non solo. Nella tabella (01) è possibile visionare la netta decrescita degli infortuni sul lavoro in Italia, questo dovuto anche alla forte crisi economica degli ultimi anni.
Infortuni sul lavoro Italia (tab. 01)
ANNO DI ACCADIMENTO
Gestione
2010
2011
2012
2013
2014
Industria e Servizi
693.347
647.834
585.136
536.844
512.565
Totale
871.477
817.792
745.565
694.964
663.440
Agricoltura
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INFORTUNI SUL LAVORO Anche il Piemonte ha risentito della netta decrescita degli infortuni, passando dai circa 69.000 dell’anno 2010 ai 50.000 dell’anno 2014 (tab.02) Infortuni sul lavoro in Piemonte (tab. 02)
ANNO DI ACCADIMENTO Gestione
2010
2011
2012
2013
2014
Industria e Servizi
53.201
49.499
44.677
40.041
37.218
Totale
69.876
65.218
60.268
54.574
50.524
Agricoltura
Per conto dello Stato
4.546
12.129
4.041
11.678
3.621
11.970
3.098
11.435
2.871
10.435
Gli infortuni mortali in Italia, continuano ad essere la piaga del nostro paese, ma complessivamente sino all’anno 2014, non sono scesi sotto quota 1000 (tab. 03). Infortuni mortali Italia (tab. 03)
ANNO DI ACCADIMENTO Gestione
2010
2011
2012
2013
2014
Industria e Servizi
1.270
1.173
1.142
999
934
Totale
1.503
1.391
1.352
1.225
1.139
Agricoltura
Per conto dello Stato
194 39
182 36
178 32
186 40
174 31
43
INFORTUNI SUL LAVORO Nella Regione Piemonte, si è passati dai 119 infortuni mortali dell’anno 2010 ai 98 del 2014 nell’analisi di tutti i comparti. Solo il comparto dell’agricoltura ha segnato un netto aumento dei morti sul lavoro, passando dai 12 casi nel 2010 ai 21 del 2014 Infortuni mortali in Piemonte
ANNO DI ACCADIMENTO Gestione Agricoltura Totale
2010
2011
2012
2013
2014
12
7
10
13
21
119
È tradizione anche che il maggior numero d’infortuni (un caso su tre) avvenga nel Nord-Est del Paese (tab. 04), in particolare in Emilia
101
94
Romagna (5.200) e Veneto (oltre 3.500), mentre in Puglia e in Sicilia, che hanno il maggior numero di lavoratori e di aziende e la più
92
98
estesa superficie agricola utilizzata, gli infortuni risultano essere più contenuti (2.700 e 2.200 rispettivamente).
Infortuni sul lavoro - Denunciati - Agricoltura - Analisi Territoriale (tab. 04)
ANNO DI ACCADIMENTO Ripartizione Geografica
2010
2011
2012
2013
2014
Nord - Ovest
9.737
9.033
8.185
7.435
7.101
Nord - Est
15.543
14.729
13.401
12.634
12.526
Sud
9.848
9.219
8.551
8.208
7.834
Centro Isole
Non Determinato Totale
44
9.965 5.137 4
50.234
9.355 4.741 3
47.080
8.393 4.386 1
42.917
8.033 4.003 4
40.317
7.577 4.147 4
39.189
INFORTUNI SUL LAVORO
L’uso di un trattore, dotato dei suoi sistemi di sicurezza nulla può di fronte ad un rovesciamento, se colui che lo utilizza non usa il sistema di ritenuta (cintura di sicurezza). Occorre ricordare che il bene primario è la salute, un bene insostituibile a cui tutti devono porre la massima attenzione La classe d’età più coinvolta negli infortuni è quella centrale, tra i 35 e i 49 anni, per gli uomini e quella più matura, tra i 50 e i 64 anni, per le donne. La componente straniera, invece, è pari a circa il 12% del totale, cui con-
corrono soprattutto, tra i lavoratori di origine europea, i romeni (3,3%) e gli albanesi (1,5%) e, tra i non europei, quelli provenienti dai Paesi africani (2,6%) e asiatici (2,4%). La causa più frequente è la caduta ed il ribaltamento del mezzo di lavoro trattore. Le lavorazioni più rischiose sono legate alla coltivazione del terreno, sia per la forte componente di opera manuale che per i mezzi meccanici comunque utilizzati. A prevalere sono le cadute (un ter-
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zo dei casi), soprattutto da strutture edili e superfici, e la perdita di controllo (un quarto dei casi) di utensili, materiali, veicoli terrestri, macchine e attrezzature portatili. Dall’analisi dei dati di cui sopra, ne consegue che occorre sempre con maggior fermezza provvedere alla formazione ed addestramento non solo dei lavoratori subordinati ma anche dei datori di lavoro.
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CASTANICOLTURA
A Ceva, venerdì 4 marzo, presso la sala consiliare Luciano Romano ex Comunità Montana Alto Tanaro, Cebano Monregalese (in località San Bernardino Via Case Rosse n° 1)
“Il futuro del castagno guardando oltre il cinipide” Saranno presentati i risultati di un articolato progetto di rilancio della castanicoltura del monregalese e del cebano, cofinanziato dalla CCIAA di Cuneo e portato avanti da Coldiretti con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino
N
ell’importante convegno tecnico che si terrà a Ceva, verranno presentati i risultati scaturiti a seguito di specifici sopralluoghi compiuti in quest’area e di analisi di laboratorio eseguite allo scopo di meglio individuare e fronteggiare tutti i principali problemi che ancora ostacolano lo sviluppo di questa coltura. L’iniziativa, a cui tutti i produttori di castagno sono invitati, sarà altresì l’occasione per fare il punto della situazione produttiva e per analizzare le possibili strategie adottabili per una crescita di questo importante comparto produttivo. L’incontro, che sarà moderato da
Romana Daniello, funzionario Coldiretti Mondovì Ceva, prevede il seguente programma: • Ore 9:30 - 10:00 Prof. Roberto Botta “Situazione attuale e prospettive di rilancio della castanicoltura” DISAFA Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari • Ore 10:00 – 10:30 Prof. Alberto Alma: “Panoramica dei principali problemi di natura entomologica: possibili interventi di mitigazione”. DISAFA Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari • Ore 10:30 – 11:00 Prof. Paolo Gonthier “Strategie di difesa dalle malattie vecchie e nuove
prima
del castagno” DISAFA Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari • Ore 11:00 – 11:30 dott. Davide Spadaro: “Problematiche di conservazione dei prodotti lavorati delle castagne” DISAFA Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari • Ore 11:30 – 12:00 dott. Franco Parola: “La filiera della castagna e della farina di castagne, tra difficoltà ed opportunità” Coldiretti Cuneo • Ore 12:00 – 12:30 Dibattito Conclusioni a cura di Elio Gasco Segretario Zona Coldiretti di Mondovì e Ceva.
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LATTIERO CASEARIO
I piccoli allevamenti non ce la fanno più a sostenere i costi di produzione e chiudono
Prezzo del latte: situazione paradossale
È davvero originale che l’industria di trasformazione prima disdica il contratto di fornitura e poi convochi gli allevatori per sottoscriverne uno, nuovo scimmiottando il prezzo indicizzato autentico che funziona nell’interesse di tutta la filiera
Una speculazione che viene fatta alle spalle dei nostri produttori che più o meno inconsapevolmente in questi anni hanno permesso all’industria di trasformazione di pretendere la qualità senza pagarla. Di qui il solito discorso che il prezzo del a situazione del mercato del latte alla stalla non copre i costi di latte continua ad essere pe- produzione. In questi giorni, l’industria di trasante non solamente in Italia, sformazione ha mandato a molti ma in tutta Europa. In tutti i Paesi produttori lettere di disdetta per l’offerta supera la domanda. Nei paesi dell’Est europeo si sono svi- chiudere il ritiro al 31 marzo. Una luppati allevamenti che puntano strategia che non era mai stata apesclusivamente alla quantità. Inol- plicata negli anni precedenti quando tre, situazioni legislative severe dal il latte era insufficiente o uguale alla punto di vista sanitario mettono in loro necessità. Salvo poi convocare ginocchio i paesi europei tradizio- gli stessi allevatori qualche giorno dopo la lettera di disdetta per tennalmente produttori di latte. Di qui, la speculazione che fa nor- tare un approccio e sottoscrivere un malmente l’industria di trasforma- nuovo contratto. Alcuni allevatori terrorizzati dal zione che sposta, sull’onda della mancata etichettatura e della man- comportamento degli industriali cata tracciabilità nell’ambito della fi- hanno già sottoscritto accordi notevolmente al ribasso per tutta la liera, enormi quantità di latte verso tmc bozza1:Layout 1 24-11-2008 16:59 il Pagina 1 campagna 2016. Altri hanno chiesto nostro Paese.
L
di potersi leggere le proposte di contratto ed hanno notato come, ancora una volta, gli industriali non si siano sbagliati verso le proprie imprese, complice la proposta di contratti poco chiari con parametri (tipo urea) insostenibili dal punto di vista allevatoriale. Giustamente qualche allevatore potrebbe obbiettare “il latte lo devo pur vendere,non posso berlo io o darlo ai vitelli …”. La risposta sta nelle scelte miopi di alcuni allevatori che in passato, all’organizzazione del sistema produttivo, hanno preferito stare dalla parte dell’industriale complice qualche centesimo in più di premio. Ora ci si chiede se abbia un senso continuare a produrre in perdita o se convenga fare sistema con la parte sana della cooperazione per salvare un settore in cronica difficoltà. Intanto i piccoli allevamenti stanno chiudendo. Affittano la terra e chiudono le stalle.
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DALLE ZONE
Convegno sulla razza bovina piemontese A Fossano, il 10 marzo alle 20,30
Giornata studio sui micro impianti di Biogas Si terrà a Saluzzo, lunedì 7 marzo, presso l’Ufficio Zona Coldiretti la giornata di studio sui micro impianti di biogas alimentati esclusivamente con reflui zootecnici e/o sottoprodotti di origine aziendale. La partecipazione è gratuita e darà l’opportunità di ricevere un elaborato comprensivo di business plan e verifica di fattibilità di un micro impianto di biogas. Per iscrizioni e informazioni, contattare: federica.scaperrotta@coldiretti.it – tel. 0171/447240. La giornata inizierà alle ore 10 con l’introduzione curata da Franco Parola, responsabile del servizio Ambiente e Territorio di Coldiretti Cuneo e proseguirà con la presentazione del Il progetto BioEnergyFarm2: le attività svolte a supporto delle aziende zootecniche a cura del professor Remigio Berruto Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari (DISAFA) - Università di Torino. Seguiranno gli interventi di Alessandro Sopegno Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari - Università di Torino e Simone Dotta Coldiretti Cuneo sulle opportunità che offre un impianto di produzione di biogas. Seguirà, nel pomeriggio, la visita all’impianto di biogas dell’Azienda s.s. Crosetti Giovanni e Ivano di Revello. La giornata, aperta a tutti gli interessati, si rivolge in particolar modo ai giovani imprenditori del settore zootecnico.
In occasione dell’89ª Mostra del Vitello Grasso che si terrà a Fossano il penultimo mercoledì prima di Pasqua, l’Amministrazione Comunale in collaborazione con la Coldiretti di Cuneo organizza un convegno giovedì 10 marzo alle ore 20.30 presso il Salone Brut e Bon sulla razza bovina piemontese. La Mostra è un evento atteso sia dagli allevatori che dei macellai che oggi acquistano sulla nostra piazza gli esemplari più belli da commercializzare durante le festività della Santa Pasqua. In passato, era l’occasione per gli allevatori di vendere i loro capi migliori oggi e una vetrina che mette in mostra gli animali e soprattutto le aziende che li allevano e li curano dimostrando l’alto livello raggiunto dagli allevamenti del nostro territorio. Il convegno verterà sulle opportunità per la razza bovina piemontese dettate dal PSR 2014-2020. Interverranno i funzionari della Regione Piemonte, funzionari l’Asl, tecnici dell’ANABORAPI e tecnici della Coldiretti.
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DALLE ZONE
Con le produzioni agricole di eccellenza delle aziende del territorio
Il mercato di Campagna Amica a Genola Nel piazzale antistante “La Granda” l’appuntamento è la seconda e la quarta domenica del mese
S
empre più vicino al consumatore con il meglio delle produzioni agricole del territorio: ha aperto a Genola il nuovo Mercato di Campagna Amica. L’appuntamento con la freschezza e la genuinità è la seconda e la quarta domenica del mese, nel piazzale antistante il punto vendita “La Granda”, a partire dalle ore 9 fino alle 14. Protagonisti la frutta e la verdura di stagione, i formaggi, pane e farine, il miele e molte altre eccellenze del territorio. “Abbiamo accolto l’invito de “La Granda” a completare con le produzioni del territorio soprattutto quelle fre-
schissime, la gamma presente nel loro punto vendita. Per noi produttori è un’occasione per valorizzare e presentare a un pubblico interessato la qualità delle nostre eccellenze agricole” ha commentato la nuova collaborazione Giacomo Ballari, presidente dell’associazione Agrimercati – Campagna Amica. “Fare la spesa dalle aziende che aderiscono alla rete di Campagna Amica – evidenzia il direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano – è una scelta giusta, consapevole ed etica
perché privilegia i prodotti di stagione, selezionati con cura, dove l’origine è sottoposta a rigidi disciplinari, a tutela della salute e a salvaguardia della filiera”. Con le iniziative di Campagna Amica, Coldiretti Cuneo promuove una filosofia di consumo di prossimità che vuole offrire la possibilità di scegliere prodotti direttamente “dal campo alla tavola”. L’invito ai consumatori è quindi quello di scegliere consapevolmente, avvicinandosi con fiducia ai frutti della nostra agricoltura.
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La frutta regina al Carnevale di Saluzzo
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Per il quinto anno consecutivo Giovani Impresa Saluzzo ha partecipato con entusiasmo all’ 88° carnevale saluzzese, organizzato dalla fondazione Amleto Bertoni. Spiegano i referenti del Movimento: “Troviamo che l’idea di carrinfrutta sia originale per il carnevale perché, oltre alla possibilità di distinguersi, negli anni è cresciuto permettendo di presentare le eccellenze tipiche del territorio a chi ancora non le conosceva. La scelta di festeggiare con carri allegorici alla frutta rispecchia l’importanza della produzione frutticola saluzzese. Un momento di festa come questo è utile per promuovere la qualità e il lavoro delle nostre aziende che ogni gior-
no investono per produrre queste eccellenze”. Per la quarta volta, Giovani Impresa ha messo a disposizione il premio per la miglior composizione e valorizzazione del frutto che è stato vinto dal carro “TacalaTele” di Lagnasco. Esso è risultato il più creativo nel modo in cui è stato costruito e rifinito. Il primo classificato è stato il carro di Barge con il titolo “GiraMELA la ruota” Un ringraziamento speciale va alle aziende che hanno creduto nel progetto fornendo mele Golden, Granny, Fuji e Red oltre ai kiwi nella fattispecie Coop. Jolly, VM Marketing, Beoletto Frutta, SEPO, Albifrutta, Ortofruit e Ribotta Group. La frutta, ultimati i festeggiamenti, è destinata all’ industria di trasformazione, come da sua origine.
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DALLE ZONE
“Un Borgo di Cioccolato”: il 5 e il 6 marzo
Premiata la cantina Terrenostre
Nel paese di Borgo di San Dalmazzo, si svolge una iniziativa che coinvolge con entusiasmo molti visitatori da oltre dieci anni, una bella tradizione legata al cioccolato e alla produzione pasticcera, con aziende locali specializzate nella produzione del cioccolato. La 16a edizione ha un programma molto ricco: due giorni tra laboratori di cioccolato, degustazioni, spettacoli di animazione... Anche quest’anno nella giornata di Domenica 6 sarà allestito il Mercato di Campagna Amica dove saranno protagonisti i prodotti a KMØ delle aziende associate al circuito. Un’ottima occasione per i consumatori di assaporare e acquistare direttamente dai produttori una vasta gamma di prodotti agricoli freschi e trasformati, quali ortaggi, frutta, formaggi, pesci, vino, pasta e nocciole.
Dopo una vendemmia da definirsi “storica” sotto il profilo qualitativo delle uve che darà di certo luogo a vini che forniranno ulteriore lustro all’eccellenza enologica italiana, la Cantina Terrenostre ha di recente ottenuto un prestigioso riconoscimento al 23° Concorso Internazionale dei Vini di Montagna con il suo Moscato d’Asti “Grandius”. Il Concorso è stato organizzato dal Cervim, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, sotto il patrocinio dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino. Per la Cantina Terrenostre, il premio ha un duplice valore, in quanto a questa speciale selezione di vini possono partecipare solo prodotti provenienti da particolari condizioni ovvero derivati da vitigni con spiccate difficoltà colturali quali, ad esempio, sistemi viticoli con forti pendenze (requisito minimo superiore al 30%) o collocati su terrazzamenti tra i quali spiccano i classici Sorì di Langa. Inoltre, costituisce un importante riconoscimento alla politica di ricerca della qualità e di salvaguardia del territorio, da sempre perseguita dalla Società di Cossano Belbo. I campioni presentati al Concorso provenivano dalla Francia, Germania, Portogallo, Spagna e altri famosi paesi vinicoli.
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Fëra ed Sant’Alban
Valorizzare e promuovere i prodotti agricoli e artigianali del territorio: con la Fëra ‘d Sant’Alban, dall’11 al 13 marzo, il Comune di Sant’Albano dedica tre giorni alle eccellenze territoriali. Novità del 2016 è la prima edizione della Festa della Lumaca. Sant’Albano è infatti uno dei 13 Comuni italiani, con Cherasco e Borgo San Dalmazzo, identificati dall’Istituto Internazionale di Elicicoltura come luoghi dove le lumache sono un tipico prodotto della produzione agricola, della gastronomia e della valorizzazione turistica. Previsti per l’occasione incontri a tema e menu dedicati alla lumaca italiana Helix per soddisfare gli appassionati e i palati più esigenti. Tra gli eventi da non perdere: domenica 13, alle ore 9:30 “inaugurazione fera ed sant’alban 2016”, con le produzioni agricole e artigianali . Il taglio del nastro sarà presso lo stand BCC di Casalgrasso e Sant’Albano; a partire dalle ore 12:00, “il bollito incontra la lumaca” il pranzo presso il tendone nel Parco Olmo. Per info e prenotazioni 3383868477.
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DALLE ZONE
Assortimento e qualità presso l’emporio della Cooperativa Agricola Buschese TerraViva
“TerraViva” e “Terre del Po” insieme
“L
’unione fa la forza”: due importanti realtà di cooperazione in agricoltura, propongono e offrono ai consumatori i prodotti delle aziende degli agricoltori soci a km 0. Si tratta della Cooperativa Agricola Buschese TerraViva, pioniera ed affermata nel settore carne piemontese Coalvi ed altri prodotti tipici della valle Maira e dintorni, e della Cooperativa Terre del Po di Revello, i cui soci sulle due sponde del grande fiume producono ortofrutticoli di straordinaria qualità ed eccellenza. “In questo angolo di provincia di Italia, - ci dicono i due presidenti Angelo Rosso e Mauro Fraire - su un territorio fortunatamente ancora vergine di pericolosi inquinanti, siamo in grado di produrre, anche
grazie all’ acqua pulita e al clima salubre e grazie alla grande professionalità tramandata da generazioni, prodotti di grande qualità e sicurezza. Forse siamo stati finora meno bravi di altri nel marketing e nella comunicazione ed è quanto, unendo gli sforzi, vogliamo invece fare, di più e sempre meglio”. Da sabato 30 gennaio presso l’emporio TerraViva, oltre l’offerta di carne piemontese Coalvi e di altri prodotti TerraViva, sono a disposizione dei consumatori attenti ed esigenti frutta e verdura coltivate sulle sponde del Po e gli straordinari vini del territorio. Nelle due fotografie i presidenti delle due Cooperative: Rosso Angelo (TerraViva) e Mauro Fraire (Terre del Po) al centro si stringono la mano e alcuni menbri dello staff delle due aziende.
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Festa delle Camelie a Locarno
Il Principato di Soragna: la Rocca, la sinagoga e il re parmigiano
Uno splendido giardino di camelie accoglie i visitatori a Locarno, per la festa delle camelie, la più importante rassegna europea del genere e seconda solo alle iniziative promosse in Giappone, terra natia di questo splendido fiore. QUOTA SOCI COLDIRETTI: € 36,00 (MINIMO 25 PARTECIPANTI)
Una visita alla nobile dimora con sale scenograficamente affrescate dai maestri Galli di Bibbiena, alla storica Sinagoga voluta dallo stesso principe per ospitare la prima comunità ebraica di Soragna e per finire al caseificio ottocentesco del parmigiano ancora oggi in funzione. QUOTA SOCI COLDIRETTI: € 55,00 (MINIMO 25 PARTECIPANTI)
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Dal 30 aprile al 7 maggio 2016
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La quota comprende: viaggio in pullman da vari punti della provincia, accompagnatore, assicurazione infortuni, visite guidate alla Rocca, al Museo Ebraico e al Museo del Parmigiano. La quota non comprende: biglietti ingresso (€ 16) e pranzo in trattoria (facoltativo € 20).
Tesori d’Olanda e le grandi fioriture
MSC Armonia: isole del Mediterraneo
Un viaggio che sorprenderà per la varietà dei paesaggi caparbiamente sottratti al mare: da Amsterdam alle grandi dighe, dai piccoli borghi ai mulini a vento; ma anche grandi residenze e giardini in fiore, manifatture di porcellane e la vivacità di una della più belle capitali d’Europa. QUOTA SOCI COLDIRETTI: € 845,00 (MINIMO 25 PARTECIPANTI)
Una nave totalmente rinnovata per una rotta che da Genova ci porterà alla verde Minorca, dopo una sosta a Marsiglia. Cagliari sarà l’occasione per una sosta in Sardegna. Poi Malta, un gioiello incastonato nel cuore del Mediterraneo, Messina e la maestosità dell’Etna. Ultima tappa: Roma nell’anno del Giubileo (trasferimento in Bus per il porto incluso).
La quota comprende: viaggio pullman, pernottamenti hotel 3* sup in mezza pensione, 2 pranzi in locali tipici, visite guidate con guide specializzate, visita guidate al parco di Kaukenhof con la fioritura dei tulipani, navigazione canali di Amsterdam, accompagnatore dell’agenzia, assicurazione.
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La quota comprende: il trasferimento in pullman da Cuneo e provincia per Savona, trattamento di pensione completa, accompagnatore agenzia, assicurazione medico/bagaglio.
Per richiedere i programmi dettagliati dei viaggi è possibile contattare gli Uffici Zona Coldiretti o la Segreteria Provinciale Pensionati e Donne Impresa (0171 447 287) oppure l’agenzia In Terre di Granda Club. IN TERRE DI GRANDA CLUB • PIAZZA EUROPA 9 · 12100 CUNEO • TEL. 0171 675 75 • EMAIL INFO@INTERREDIGRANDA.COM
CONSULENZAAGRONOMICA
A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo
Interventi agronomici del mese
S
ono riscontrate in generale in tutte le zone della Provincia temperature molto elevate e non consone al periodo. Precipitazioni praticamente assenti nel mese di gennaio. Analizziamo più nel dettaglio gli ordinamenti colturali per il mese corrente: CEREALI: Grano ed orzo in fase di accestimento, al momento non si rilevano attacchi fungini, né a carico della radice, né a carico delle foglie. Possibili colorazioni particolari delle foglie attribuibili a stress ambientali. FRUTTA: Soprattutto sul kiwi e sulle pomacee, terminata la potatura, risulta utile intervenire con prodotto rameico specifico. NOCCIOLO: Coltura in fioritura avanzata. Im-
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portante disinfettare le ferite in caso di potature e controllare la presenza di cocciniglia. COLTURE ORTICOLE: Attenzione a mantenere un arieggiamento adeguato nei tunnel degli ortaggi a foglia. FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI: Per la fragola, lampone e mora di rovo non si segnalano problemati-
che di rilievo. Ultimare la potatura del mirtillo e controllare la presenza di cocciniglia. VITE: Nel vigneto si consiglia di effettuare la potatura dei tralci e l’asportazione delle piante e relativa distruzione delle viti colpite da mal dell’esca.
SALUTE
Presentate linee guida, sistemi di gestione e metodi innovativi per il controllo ufficiale
OGM: tracciabilità nella filiera mangimistica
G
li OGM sono organismi, il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto si verifica in natura mediante accoppiamento o incrocio o con la ricombinazione genetica naturale. Gli OGM sviluppati e oggi commercializzati sono il mais, la soia, la colza, il cotone, modificati per fornire caratteristiche quali ad esempio la resistenza nei confronti di alcuni parassiti oppure la tolleranza ad alcuni erbicidi. Spiega Angelo Millone veterinario dell’Asl responsabile del Piano alimentazione animale: “L’applicazione di questa biotecnologia è strettamente regolamentata e l’Unione Europea ha stabilito un quadro normativo sugli OGM risalente
ai primi anni Novanta con due obiettivi principali: proteggere la salute umana e animale nonché l’ambiente, per cui un OGM può essere immesso sul mercato solo se autorizzato a seguito di un’accurata valutazione del rischio; assicurare la libera circolazione di OGM sicuri e salubri all’interno dell’Unione europea”. L’Asl ha collaborato a una ricerca finalizzata, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, Istituto Superiore di Sanità, Regione Piemonte sul tema “OGM nella filiera agro-alimentare: linee guida, sistemi di gestione per la tracciabilità e metodi innovativi per il controllo ufficiale”. Scopo della ricerca, presentata in un recente convegno a Caraglio è
stato quello di verificare se gli operatori sono in grado di produrre, nel rispetto della legislazione vigente, mangimi privi di contaminazioni per garantire un’alimentazione sicura agli animali e, a cascata, ai consumatori di derrate di origine animale. A seguito della ricerca sono inoltre state elaborate linee guida per indirizzare in modo corretto l’attività delle maestranze che intendono produrre mangimi privi di OGM. “Dobbiamo garantire la tutela completa del consumatore – spiega Giorgio Sapino, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl CN1 – occupandoci sia degli alimenti degli animali sia di quelli che troviamo sulla tavola del consumatore finale”.
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SALUTE
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L
a Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno - OSAS, è una patologia caratterizzata da ripetuti episodi di ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, normalmente associati ad una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue ed a micro risvegli a livello cerebrale che la persona non avverte, ma che comportano la frammentazione del sonno. I sintomi principali di questa patologia sono rappresentati da: frequenti episodi di blocco della respirazione durante il sonno spesso riferiti dal partner - russamento - bocca asciutta al risveglio - improvvisi risvegli notturni con senso di soffocamento - nicturia, sudorazione notturna, sonnolenza diurna - ridotta capacità
Polisonnografia e terapia CPAP di memoria e ridotta capacità di concentrazione. In Italia 1.600.000 persone, ovvero il 4% degli uomini ed il 2% delle donne, sono affette da questi disturbi, ma solo una piccola parte ricevono un trattamento adeguato. Le conseguenze di tale patologia sono molto rilevanti, perché i soggetti affetti da OSAS hanno un rischio elevato di complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari (ictus), ipertensione arteriosa, deficit cognitivi, incidenti automobilistici (colpo di sonno alla guida e sul lavoro). La diagnosi si esegue con il Monitoraggio Cardiorespiratorio Completo (Polisonnografia), una misurazione che registra il flusso oronasale, i movimenti toracici ed addominali, la saturazione arteriosa, la frequenza
cardiaca, il russamento e la posizione corporea. Può essere necessaria una terapia che mantenga pervie le vie aeree, rendendo possibile la ventilazione senza occlusione delle vie aeree superiori. Questa terapia si effettua tramite un dispositivo notturno (CPAP) collegato ad una maschera nasale o naso-buccale, il cui principio di funzionamento è basato sull’erogazione di pressione nelle alte vie aeree, che ne consente la pervietà. La sindrome è stata inserita tra gli accertamenti medico legali previsti per il conseguimento e la conferma di validità della Patente di Guida a seguito del Decreto del 22 Dicembre 2015, con entrata in vigore il 28 Gennaio 2016.
NUOVE MODALITÀ FATTURAZIONE ELETTRONICA GSE FATTURE “ENERGY” Ai sensi del DM 3 aprile 2013, n. 55, dal 21 settembre 2015 sono state attivate, per i regimi commerciali Ritiro Dedicato - Tariffa Onnicomprensiva Certificati Verdi - Tariffa Fissa Onnicomprensiva - Certificati Bianchi da CAR le funzionalità dei Portali GSE relative alle “Fatture Energy” emesse dagli operatori nei confronti della Pubblica Amministrazione. Dalla data sopraindicata il GSE emetterà - per conto degli operatori - le fatture in formato XML, provvedendo a firmarle digitalmente e a trasmetterle al Sistema di Interscambio - SDI. Gli operatori sono tenuti ad effettuare la conservazione sostitutiva delle fatture e delle notifiche del Sistema di Interscambio, messe a disposizione dal GSE sui relativi Portali. STP PROGETTI mette a disposizione di tutti i fornitori GSE il servizio di Conservazione a Norma delle fatture elettroniche emesse secondo le modalità previste dalla Normativa attraverso l’adozione di procedure e metodi consolidati, sistemi affidabili e sicuri e personale qualificato con esperienza e competenze specifiche nel settore. Per info e costi chiamare il numero 0172 21383 dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
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EPACA
Legge di Stabilità 2016 – settima salvaguardia
L
a settima salvaguardia è una misura contenuta nella legge di stabilità 2016 (legge 208/2015), che interviene ancora una volta sulla materia delle deroghe ai requisiti previdenziali introdotti dalla legge Fornero nel dicembre 2011. Il provvedimento concede ad ulteriori 26.300 lavoratori che si riconoscono in determinati e tassativi profili di tutela (si veda la tavola sotto per i dettagli) la possibilità di mantenere, in via eccezionale, le previgenti regole di pensionamento (dette per l’appunto ante Fornero). I BENEFICIARI Il provvedimento sostanzialmente ricalca la sesta salvaguardia (legge 147/2014) dalla quale si differenzia per lo spostamento dal 6 gennaio
RINAUDO
2016 al 6 gennaio 2017 del termine per maturare la decorrenza della prestazione pensionistica, e per l’inclusione dei lavoratori titolari del trattamento edile e dei lavoratori provenienti da aziende cessate o interessate dall’attivazione delle vigenti procedure concorsuali quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria o l’amministrazione straordinaria
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speciale. Ci sono tuttavia anche alcune restrizioni rispetto alla precedente salvaguardia: ad esempio non potranno essere salvaguardati i lavoratori che nel 2011 hanno fruito dei permessi di cui alla legge 104/1992 né gli operai agricoli o gli stagionali che nel 2011 avevano concluso il rapporto di lavoro a tempo determinato. Nella tabella alle pagine 58 e 59 si riassumono i potenziali beneficiari.
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CHI ENTRA NELLA SETTIMA SALVAGUARDIA (LEGGE 208/2015) Profilo
Dettagli
Condizioni *
i lavoratori collocati in mobilità o in trattamento speciale edile a seguito di accordi governativi o non governativi stipulati entro il 31 dicembre 2011 o, nel caso di lavoratori provenienti da aziende Mobilità cessate o interessate dall’attivazione delle vigenti procedure con(6.300 posti) corsuali quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria o l’amministrazione straordinaria speciale, anche in mancanza dei predetti accordi.
Diritto a pensione raggiunto entro la data di scadenza dell’indennità di mobilità (o dello speciale trattamento edile) se cessati dal lavoro entro il 31 dicembre 2014 oppure, se cessati dal lavoro entro il 31 dicembre 2012, entro i successivi 12 mesi (senza considerare la finestra mobile).
i lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4 dicembre 2011 i quali possano far valere almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data del 4 dicembre 2011, qualsiasi attività, non riconducibile a Prosecutori rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato; Decorrenza della pensione entro il i lavoratori autorizzati ai volontari entro il 4 dicembre 2011, an6.1.2017 (comprensiva della finestra Volontari corché al 6 dicembre 2011 non abbiano un contributo volontario (9mila posti) accreditato o accreditabile alla predetta data, a condizione che ab- mobile). biano almeno un contributo accreditato derivante da effettiva attività lavorativa nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 30 novembre 2013 e che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attività lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. i lavoratori che, nel corso dell’anno 2011, risultano essere in con-
Decorrenza della pensione entro il
Congedo gedo ai sensi dell’articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 6.1.2017 (comprensiva della finestra (2mila posti) 151 del 2001 a condizione di che il congedo risulti attribuito per mobile) assistere figli con disabilità grave.
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Condizioni *
i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e’ risolto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, dopo il 30 giugno 2012, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
i lavoratori il cui rapporto di lavoro si e’ risolto dopo il 30 giu-
Cessati dal gno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 in ragione di accordi indiDecorrenza della pensione entro il viduali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter 6.1.2017 (comprensiva della finestra Servizio (6mila posti) del codice di procedura civile, ovvero in applicazione di accordi mobile) collettivi di incentivo all’esodo stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale entro il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto,dopo la cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1º gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, anche se hanno svolto, successivamente alla data di cessazione, qualsiasi attività non riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. i lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato e i la-
Tempo voratori in somministrazione con contratto a tempo determinato, Decorrenza della pensione entro il determinato cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, 6.1.2017 (comprensiva della finestra (3mila posti) non rioccupati a tempo indeterminato. Sono esclusi i lavoratori mobile) del settore agricolo e i lavoratori con qualifica di stagionali.
* I requisiti esposti si riferiscono sempre alla disciplina ante-Fornero.
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Chi si riconosce in uno dei profili di tutela individuati nella tabella, può contattare gli Uffici EPACA di Coldiretti per presentare, a pena di decadenza, l’istanza di accesso alla salvaguardia presso la Direzione Territoriale del Lavoro o presso l’Inps entro il termine “perentorio” del 1° marzo 2016. In particolare i lavoratori appartenenti al profilo Mobilità e gli Autorizzati ai Volontari dovranno presentare istanza online all’Inps mentre tutti gli altri dovranno presentare istanza di accesso alle Direzioni Territoriali del Lavoro. Si ricorda che la formazione della graduatoria degli aventi diritto sarà elaborata dall’Inps ed avverrà secondo la data di risoluzione del rapporto di lavoro. Gli Uffici EPACA di Coldiretti sono a disposizione per chiarimenti in merito.
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I. coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali sono tenuti ai sensi della legge n. 233/90, a comunicare all’INPS qualunque variazione aziendale concernente:
• iscrizioni e cancellazioni di unità attive; • acquisti e vendite terreno; • affitto e dismissione di terreno; • cambiamento sostanziale di colture o tipologie di allevamento in atto; Infatti, tali situazioni, possono incidere sull’importo dei contributi da versare negli anni successivi e, qualora non venissero effettuate, potrebbero comportare l’imposizione di sanzioni amministrative ed interessi legali. Si informa che tali variazioni vanno segnalate all’INPS entro 90 giorni dalla decorrenza delle stesse. Gli uffici del Patronato Epaca di Coldiretti sono a disposizione per l’assistenza in merito alla presentazione di tali istanze.
RIDUZIONE CONTRIBUTI ULTRA65ENNI La legge finanziaria 1998 ha previsto la possibilità, per i pensionati che hanno più di 65 anni e sono ancora iscritti come unità attive negli elenchi dei coltivatori diretti, di versare solo la metà dei contributi previdenziali (QUOTA INPS). Gli associati che compiono i 65 anni di età nel corso dell’anno 2016 possono chiedere tale riduzione presentandosi presso gli uffici EPACA di Coldiretti.
NOTIZIE DAL MONDO DEI CAVALLI
La rubrica dell’Acste prosegue presentando i circoli che fanno parte dell’associazione
“A spas a caval” con i Cavalieri del Drago
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iprende questo mese la rubrica panoramica sui circoli ACSTE ed è la volta di parlarvi de “I Cavalieri del Drago”. A tale proposito, abbiamo chiesto a Ivo Bianco, figura storica di questo gruppo, di raccontarne la storia. Nel 2004, nasce a Bernezzo “I CAVALIERI del DRAGO” con la presidenza di Debora Vigna, tutt’ora in carica. La corrente d’aria che attraversa Bernezzo, chiamata Coda del Drago, ne ha suggerito il nome. Fino al 2011 abbiamo organizzato, con il Gruppo Alpini di Bernezzo, il raduno alla Fontana Magnesia e, dal 2010 al 2012, quello al Filatoio di Caraglio. Al fine di privilegiare il tempo da trascorrere a cavallo, a partire dal 2013 i
raduni si sono trasformati in passeggiate ed è così che nasce: “A SPAS A CAVAL”. Partendo da Caraglio, si percorrono i sentieri collinari per raggiungere Dronero dove il Circolo Acli S. Nicolò provvede al pranzo. Nel pomeriggio poi tutti in sella per il rientro.
Tra gli organizzatori e i partecipanti delle varie manifestazioni si sono creati degli ottimi rapporti e, complice il bel paesaggio e le giornate di sole che fin qui ci hanno accompagnati, ritrovarsi ogni anno è un vero piacere.
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SCADENZE
Scadenze 16 FEBBRAIO VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nei mesi di gennaio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente.
IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI GENNAIO Annotazione di liquidazione per il mese di gennaio e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola, d’impresa e di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a euro 400.000 se prestazione di servizio o di euro 700.000 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66, legge 427/93. VERSAMENTO DEL SALDO RIVALUTAZIONE TFR Entro tale data i datori di lavoro devono versare il saldo dell’imposta sostitutiva dovuta sulle rivalutazioni TFR calcolate al 31/12/2015 per i propri dipendenti .Entro il 16 dicembre era già stato versato un acconto pari al 90 per cento delle rivalutazioni calcolate al 31/12/2014. Il codice tributo da utilizzare è il 1713.
25 FEBBRAIO
ACQUISTI, CESSIONI INTRACOMUNITARI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane, dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di gennaio 2016.
28 FEBBRAIO
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COMUNICAZIONE ANNUALE DATI IVA 2016 Entro tale data i soggetti IVA persone fisiche, società ed enti obbligati ad effettuare la liquidazione. Ed i versamenti IVA mensili o trimestrali debbono trasmettere in via telematica la comunicazione annuale dei dati IVA riferiti all’anno 2015. Sono esonerati dall’obbligo delle comunicazioni annuali IVA le persone fisiche che hanno realizzato nell’anno 2015 un volume d’affari inferiore a euro 25.000,00.
REGISTRAZIONE CUMULATIVA CONTRATTI AFFITTO AGRARI Entro tale data scade il termine per la registrazione cumulativa dei contratti di affitto agrari stipulati nel corso dell’anno 2015. IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta.
IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 25 ovvero 39,secondo comma D.P.R. 633/72, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento all’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. CONSEGNA CERTIFICAZIONE UNICA PER LAVORO DIPENDENTE E LAVORO AUTONOMO I datori di lavoro che hanno assunto manodopera nel corso dell’anno 2015 devono consegnare entro tale data ai lavoratori la certificazione attestante i compensi corrisposti. Entro lo stesso termine i sostituti d’imposta devono consegnare le certificazioni relative alle somme erogate nel 2015 riferite a redditi di lavoro autonomo e soggette a ritenuta d’acconto.
7 MARZO
TRASMISSIONE TELEMATICA CERTIFICAZIONE UNICA Entro tale data deve essere effettuato l’invio telematico all’Agenzia delle Entrate, dei dati relativi alle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta relative ai redditi di lavoro dipendente, ai redditi di lavoro autonomo e ai redditi diversi corrisposti nel corso dell’anno 2015.
15 MARZO
IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art.21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di febbraio, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè febbraio.
FISCALITA’
Agevolazioni ai fini IMU e TASI
La legge di stabilità per l’anno 2016 ha previsto un’agevolazione per l’IMU e la TASI riguardante l’immobile ad uso abitativo (non considerato di lusso) dato in comodato a parenti di primo grado. E’ previsto infatti l’abbattimento del 50% della base imponibile su cui calcolare le imposte locali (IMU e TASI). Per poter usufruire dell’agevolazione è necessario soddisfare i seguenti requisiti. Il proprietario deve possedere al massimo due unità abitative: quella concessa in comodato e la sua abitazione principale; il parente di 1° che utilizza l’immobile deve stabilirvi la residenza e il domicilio; il proprietario deve avere la residenza e il domicilio nello stesso Comune in cui insiste l’immobile concesso in comodato. È obbligatoria la registrazione in Agenzia Entrate del contratto di comodato. Occorre comunicare al Comune tramite denuncia IMU dell’agevolazione usufruita. La registrazione dei comodati che sono in corso dall’inizio dell’anno, deve avvenire entro il 1° marzo 2016 senza l’applicazione di sanzioni. Gli uffici della Coldiretti sono a disposizione per ulteriori informazioni al riguardo e per l’assistenza relativa al contratto di comodato, nonché per tutti gli adempimenti previsti.
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