Coltivatore Cuneese mese di aprile 2016

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1-30 aprile 2016 - Anno 70

Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione


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SOMMARIO

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Direttore Amministrativo Enzo Pagliano

Coordinamento di redazione Chiara Serra

Grafica e impaginazione Mara Chiardola

Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Alberto Burzio, Laura Calcagno, Dario Castagneri, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Cesare Gallesio, Rosangela, Giordana Rosanna Giraudo, Giacomo Golinelli, Paolo Lirelli, Flavio Marchisio, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Matteo Orcellet, Franco

Parola, Nadia Olivero, Walter Orsi Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Davide Roà.

Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it Stampa: Arti Grafiche Cuneo S.r.l. – agam.it

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EDITORIALE

Crisi del latte: ripristinare le quote non è la soluzione

A

Ila fine del mese di marzo sarà passato un anno da quando il regime delle quote latte ha cessato di esistere. Di primo acchito, la valutazione della situazione dopo questo passaggio epocale restituisce risultati deprimenti. La produzione (in Europa) sta aumentando; i prezzi calano; fino a qualche mese fa, un aiuto veniva dal calo dei listini di mais e soia, ma pare che questo effetto si sia esaurito; le prospettive di ripresa del settore a livello mondiale, che un anno fa si prevedevano per l’inizio del 2016, sono gradualmente slittate al secondo semestre di quest’anno e ora, nella valutazione di molti analisti, non prima della fine del 2016 o inizio 2017. Ce n’è abbastanza perché da più parti si invochi un ripensamento rispetto alla liberalizzazione produttiva.

Un film già visto

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Eppure, prima di individuare nella fine delle quote la madre di tutte le disgrazie, si deve cercare di fare un esercizio di memoria. È vero che il prezzo del latte è in calo: se prendiamo come indicatore la media del prezzo che l’organizzazione olandese LTO calcola per i 16 più significativi acquirenti europei di latte, troviamo che esso è calato tra febbraio 2014 e dicembre 2015 del 27% (da quasi 41 centesimi /kg a meno di 30). Ma in passato c’era stato di peggio: tra agosto 2008 e aprile 2009, in pieno regime di quote, il calo era stato di oltre il 33% in soli otto mesi, e si era arrivati a un valore di 23,74 cent/kg! Tra settembre 2011 e maggio

di Daniele Rama - Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

Volatilità del prezzi, vera criticità

2012 (ancora otto mesi) il calo di prezzo era stato appena del13% ma, contemporaneamente, era crollato il margine tra prezzo del latte e costo della razione standard, sceso da 16,2 a 10,6 cent/kg (oggi vale 13-14 centesimi). Anche sulla crescita produttiva ci sarebbe da ridire: a fine 2015 la variazione di ciascun mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente era, in media nell’Unione Europea, del 5% circa, ma una situazione del tutto analoga si era già vista tra ottobre 2013 e settembre 2014, con una punta di +8,2% in aprile. In sostanza, non si può dire che il calo di prezzo che oggi si osserva, né la crescita della produzione, siano eventi eccezionali rispetto a quanto era già avvenuto negli ultimi 7-8 anni, indipendentemente dal trovarsi dentro o fuori dal regime delle quote.

Il problema che sta dietro i cali di prezzo non è la crescita dell’offerta (la maggiore quantità di prodotti europei sul mercato mondiale è tranquillamente compensata dalla riduzione della capacità esportativa di Australia e Nuova Zelanda), ma la fase di debolezza della domanda, legata al rallentamento dell’economia cinese, all’embargo russo e, forse ancora di più, al basso prezzo del petrolio, che ha ridotto la capacità d’importazione di tutti i Paesi esportatori dell’oro nero. Ciò che oggi deve preoccupare non è tanto la prospettiva, probabilmente irrealistica, di un’ulteriore sensibile discesa del prezzo del latte, ma piuttosto l’instabilità di questo prezzo e del margine rispetto al costo di alimentazione. Quando, a cavallo tra il 2013 e il 2014, il prezzo del latte è finalmente arrivato a livelli molto significativi, diversi produttori che a lungo avevano rimandato gli investimenti hanno ripreso a investire, magari facendo i conti sui tempi di recupero delle spese sostenute in base al prezzo del latte di allora. Oggi, con un prezzo decisamente inferiore, questi imprenditori sono in crisi perché non riescono a rientrare rispetto all’esposizione finanziaria. Piuttosto che pensare a vecchi o nuovi rimedi per alzare il prezzo del latte (che poi immancabilmente torna a scendere), conviene concentrare gli sforzi nel creare strumenti che consentano ai produttori di convivere con l’instabilità dei mercati. Tratto da L’Informatore Agrario n 10/ 2016.


LATTE

Ennesima manifestazione a Torino in piazza Palazzo di Città

Chiediamo il giusto prezzo per il latte prodotto nelle stalle cuneesi

C

ontinua la battaglia di Coldiretti affinchè il clima di tensione e di terrore generato dagli industriali del latte in questo fine campagna agraria, abbia a finire. A Torino in Piazza Palazzo di Città il giorno di Pasquetta ennesima manifestazione dell’organizzazione in difesa del prezzo del latte cuneese e piemontese. I media hanno raccolto lo stato di tensione che regna nei nostri allevamenti ed ancora una volta si sono coinvolti i consumatori su un percorso che mira ad ottenere un prezzo equo ed etico per il latte prodotto dai nostri allevatori. In questo fine di campagna agraria molti industriali approfittando della stanchezza del mercato del latte e dei derivati, hanno inviato disdette a molti allevatori, salvo poi convocarli qualche giorno dopo per chiedere la sottoscrizione di “contratti in bianco” minacciando che se questo contratto (è un eufemismo chiamarlo contratto!) senza prezzo non dovesse venire sottoscritto il latte sarebbe stato lasciato in cascina. E’ ovvio che alla fine di latte a casa non ne è rimasto, ma il metodo usato è alquanto ricattatorio e riporta il settore a sistemi contrattuali medioevali. Il “padrone” pardon “l’industriale”, quasi quasi fa un piacere a venirti a ritirare il latte. Non ti fissa il prezzo e magari ricatta

Alcuni allevatori della delegazione cuneese insieme al direttore Enzo Pagliano e alla presidente Delia Revelli

anche qualche allevatore che qualche tempo fa stretto dalla morsa dei costi di produzione ha avuto la necessità di qualche anticipo. A fronte di questa situazione che Coldiretti condanna senza mezzi termini occorre che si lavori, come sistema allevatoriale, per trovare alternative alla collocazione tradizionale del nostro latte. Questa situazione è insostenibile e non c’è da meravigliarsi se qualche stalla è stata chiusa ed altre si avviano alla chiusura. Il difficile mercato è sicuramente generato oltre che da un calo dei consumi come scrive il professor Rama nell’editoriale, anche da un aumento della produzione che nel dopo quote

sta caratterizzando il comparto ed a nulla servono, se non a fare i titoloni sui giornali, le prese di posizione di alcuni personaggi che battono la piazza predicando la necessità di reintrodurre le quote. E magari sono gli stessi che fino a ieri le hanno contestate foraggiati da quell’industria che oggi fa sottoscrivere agli allevatori contratti senza prezzo. Nella pagina seguente pubblichiamo l’elenco di quanto percepito dall’industria lattiero-casearia piemontese con i fondi del vecchio PSR. Una richiesta avanzata da Coldiretti all’assessore Ferrero ed alla sua struttura che ha provveduto a metterle in rete anche se in maniera poco chiara. Intanto va evidenziato che il governo ha concesso la moratoria sui mutui, vale a dire che per un anno, su istanza dell’allevatore, i ratei dei mutui sono congelati, restano da pagare solo gli interessi. Una boccata d’ossigeno, niente di più, ma per qualche allevatore importante. Inoltre segnaliamo che la Commissione Europea ha deliberato di acquistare e destinare sottoforma di aiuto alimentare 30 milioni di polvere di latte che sarà destinata alla Siria. Anche questo ha l’obiettivo di alleggerire il mercato.

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LATTE

Il dubbio è che questi fondi provenienti dal PSR 2010-2015 abbiano consentito di ristrutturare impianti per la trasformazione di latte che arriva dall’estero

Oltre 20 milioni per ristrutturare i caseifici piemontesi, con i soldi degli allevatori!

La Regione Piemonte al seguente link: http://www.regione.piemonte. it/cgi-bin/agri/leggi/pub/bandi.cgi ?batch=60&status=tutti&aperto=&c hiuso=&misura=&di=&df=&tipopol= 51&catben=&tipoben=&catzona=&z onater=&tipoint=&obiettivo=&debu g=&montagna= ha pubblicato i dati relativi a quanto erogato dal vecchio PSR ai caseifici pemontesi. Siccome la lettura degli stessi ci appare un tantino complessa abbiamo tentato una nostra elaborazione che ci pare eloquente: 20 milioni di investimenti DITTA

BASSI S.p.a BEPPINO OCCELLI FORMAGGI S.r.l. BIRAGHI S.p.a. CASEIFICIO ALTA VALSESIA SOC. COOPERATIVA AGRICOLA CASEIFICIO ARTIGIANALE LA CONTADINA DI FERRERO FULVIUO & C. S.n.c.

SPESA AMMISSIBILE A FINANZIAMENTO

CONTRIBUTO CONCESSO

DITTA

€ 1581663,48

€ 632.665,39

GENOLA LATTE PER AZIONI

€ 10.878.501,36

€ 1.600.000,00

IGOR S.r.l.

€ 1.090.446,64 € 329.042,82 € 929.560,29

nel nuovo PSR i 20 milioni erogati potrebbero diventare più del doppio, allora ci viene davvero il nervoso nel vedere il comportamento attuale degli industriali piemontesi. Come chiesto dalla nostra presidente Delia Revelli all’assessore Giorgio Ferrero “si abbia almeno il buon senso di non erogare nuovi finanziamenti all’industria se non in presenza di contratti di filiera chiari”. Per ora non aggiungiamo ulteriori commenti poichè questa è l’ennesima puntata di un film ancora lungo.

SOCIETA'

€ 400.000,00

GIORDANO S.r.l.

€ 131.617,12

IN.AL.PI. S.p.a.

€ 371.824,12

LA CENTRALE DEL LATTE DI ASTI E ALESSANDRIA S.p.A.

SPESA AMMISSIBILE A FINANZIAMENTO

CONTRIBUTO CONCESSO

€ 443.724,92

€ 177.489,97

€ 9.370.033,74

€ 1.597.521,93

€ 1.090.216,41 € 850.000,00

€ 1.977.080,84

€ 400.000,00 € 170.000,00 € 756.579,66

CASEIFICIO COOPERATIVO VALLE JOSINA SOC. AGRICOLA COOPERATIVA

€ 1.138.180,35

€ 455.272,14

LA GIUNCA’ di GIOVANNACCI BRUNO

€ 734.965,20

€ 293.986,08

CASEIFICIO FIANDINO S.r.l.

€ 2.653.610,47

€ 1.046.116,18

LATTERIA SOCIALE ANTIGORIANA SOC. AGRICOLA COOPERATIVA

€ 466.973,69

€ 177.343,68

CASEIFICIO PEZZANA 2 S.r.l.

€ 1.066.700,96

€ 400.000,00

LATTERIA SOCIALE DI CAMERI - SOC. COOPERATIVA AGRICOLA

€ 1.560.665,00

€ 584.466,00

CASEIFICIO PUGLIESE F.LLI RADICCI S.p.a.

€ 3.391.325,25

€ 1.344.890,10

MARIO COSTA S.p.A.

€ 1.093.940,00

€ 400.000,00

€ 711.594,02

€ 284.637,61

PALTRINIERI RENATO S.r.l.

€ 1.680.737,60

€ 672.295,04

CASEIFICIO SEPERTINO S.n.c. CASEIFICIO TOSI DEI F.LLI TOSI S.n.c. CASEIFICIO VALLE STURA S.c.a. CASEIFICIO VINCENZO QUAGLIA S.n.c. DI CARLO QUAGLIA E FIGLI CASTAGNA DISTRIBUZIONE ALIMENTARE S.r.l. CENTRALE DEL LATTE DI TORINO % C. SPA EREDI BARUFFALDI S.r.l. F.LLI OIOLI S.r.l.

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nei caseifici piemontesi con fondi del PSR alcuni dei quali serviranno a trasformare non solo latte proveniente dalle stalle del Piemonte. E’ noto infatti che in questo momento molti industriali preferiscono comprare il latte dove costa meno infischiandosene del prodotto del territorio. Non tutti per carità! Ma di fronte alla realtà dei fatti nessuno può mettere in dubbio che molti di quei 20 milioni, erogati per sostenere la filiera piemontese del latte sono stati quanto meno mal spesi. Se poi pensiamo che

€ 1.341.124,12

NEGRI S.r.l.

€ 244.939,84

PASCOLI VALLE PESIO SOC. COOPERATIVA AGRICOLA

€ 400.000,00

PE.RA FORMAGGI S.A.S. DI POVIGNA GLORIA & C.

€ 1.067.673,45

€ 400.000,00

SI INVERNIZZI S.r.l.

€ 2.389.497,55

€ 955.799,01

VALGRANA S.P.A.

€ 3.889.291,65 € 826.685,36

€ 1.011.917,52

€ 2.167.432,20 € 1.354.195,94

€ 400.000,00 € 541.678,38

TERRA NUOVA SOC. COOP. AGR.

€ 989.022,50

€ 1.001.425,51 € 1.003.141,43

€ 395.609,00 € 400.000,00 € 400.000,00

€ 1.594.959,55

€ 637.983,82

€ 4.102.884,96

€ 1.600.000,00

€ 1.046.291,04

€ 400.000,00

TOTALE CONTRIBUTI EROGATI € 20.413.839,19


MADE IN ITALY

Basta con gli scandali e il pressapochismo: per difendere le nostre produzioni e tutelare il consumatore, occorre indicare il paese di origine e la zona di provenienza della materia prima

Solo l’etichettatura seria salva le imprese agricole Non è una richiesta fantasiosa di Coldiretti, ma la logica conseguenza di quanto sta avvenendo nel mondo, ora che la globalizzazione dei mercati si sta consolidando e l’Unione Europea è sempre più orientata a favorire accordi economici a dazio zero, soprattutto nel settore agroalimentare. O siamo in grado di condizionare le scelte europee (fino ad oggi non è mai stato così, anzi abbiamo sempre subìto) oppure ci dobbiamo seriamente attrezzare per non soccombere

L

’etichettatura dei prodotti agricoli non è di certo un “pallino di Coldiretti”. Sono le situazioni del mercato globale con il quale, volenti o nolenti, ci dobbiamo confrontare. A tutto questo, si debbono aggiungere gli accordi commerciali tra l’Unione Europea e alcuni Paesi Terzi che appesan-

tiscono l’offerta dei prodotti agroalimentari e mettono in crisi le produzioni Made in Italy. L’unico strumento che mette in condizione il consumatore di scegliere quali prodotti acquistare resta l’etichetta: oltre ad indicare il paese di origine deve informare sulla zona di provenienza della materia prima. Questa richiesta è ovviamente avversata da alcune industrie di trasformazione che hanno l’interesse a rimestare nel torbido, spacciando per italiani prodotti agricoli freschi o trasformati provenienti da ogni

parte del mondo e quando va bene confezionati o lavorati nel nostro Paese. Insomma: o le nostre produzioni agricole che consideriamo tutte eccellenze, sono chiaramente individuabili, oppure il nostro destino è tristemente segnato dal declino.

Invasione di pomodori dal Marocco

L’accordo commerciale tra Unione Europea ed il Marocco ha provocato l’invasione di pomodori con una crisi senza precedenti della produzione

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MADE IN ITALY nazionale, che si concentra in Puglia e Sicilia, dove si coltiva il pregiato pomodoro Pachino. L’accordo con il Marocco è fortemente contestato da Coldiretti perché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute, che sono vietati in Europa, ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Con l’aumento delle importazioni, è cresciuto peraltro il rischio di frodi con il pomodoro marocchino venduto come italiano. Il risultato è che le quotazioni al produttore agricolo sono praticamente dimezzate rispetto allo scorso anno.

Olio tunisino a dazio agevolato

Nel 2015, in Italia sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia per un totale di oltre 90 milioni di chili. E’ un errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017. “Il rischio concreto in un anno importan-

te per la ripresa dell’olivicoltura nazionale è il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori” ha precisato Roberto Moncalvo presidente della Confederazione Nazionale Coldiretti.

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Al sud Italia stanno tagliando gli aranceti

Rischia di sparire la spremuta italiana con una pianta di arance su tre (31%) che è stata tagliata negli ultimi quindici anni, ma si sono anche verificati il dimezzamento dei limoni (-50%) e una riduzione del 18% delle piante di clementine e mandarini. Negli ultimi 15 anni sono andati persi 60mila ettari di agrumi e ne sono rimasti 124mila, dei quali 30mila in Calabria e 71mila in Sici-


MADE IN ITALY lia. Sotto accusa, i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, in una situazione di dumping economico, sociale ed ambientale. Nelle nostre zone, come noto, si stanno spiantando le pesche che da qualche anno a questa parte sono sottopagate. Il disboscamento delle campagne italiane è il risultato di una vera invasione di frutta straniera con le importazioni di frutta fresca e trasformata che negli ultimi 15 anni sono praticamente raddoppiate per raggiungere nel 2015 il massimo storico di 480 milioni di chili per i soli agrumi. Ma vanno anche considerate le importazioni di succo dall’estero che arrivano spesso in Italia da Paesi extracomunitari attraverso triangolazioni.

Il 50 per cento del latte consumato in Italia arriva dall’estero

In questi mesi, stiamo assistendo ad una vera e propria campagna di prezzi a ribasso nel settore del latte.

Eppure le industrie locali e nazionali continuano nei loro lavori di trasformazione miscelando il latte italiano con quello straniero quando si tratta di latte alimentare o di trasformati non protetti dalla Dop. Nonostante la produzione nazionale sia cresciuta, ma non sufficiente a coprire il nostro fabbisogno interno, molte industrie locali cercano il latte estero per una mera questione di prezzi. In Francia come nei paesi dell’Est il latte alla stalla è pagato pochissimo e di qualità pessima. Il fatto di poter “tagliare” il latte estero con il prodotto nazionale consente alle industrie di aumentare i propri margini per via dei bassi costi della materia prima. Anche in questo settore, i produttori italiani pagano il prezzo della globalizzazione.

Straniero un vaso di miele su due, è invasione record

Un barattolo di miele su due in vendita in Italia è stato in realtà prodotto all’estero per effetto del record nelle importazioni che hanno raggiunto la quantità di 23,5 milioni di chili nel

2015, con un aumento dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dalla quale si evidenzia una vera invasione con gli arrivi che nel 2015 hanno raggiunto il massimo di sempre e provengono principalmente dall’Ungheria con 7,4 milioni di chili, seguita dalla Cina con 4,8 milioni di chili, quasi il doppio rispetto allo scorso anno, e poi dalla Spagna che con 2,3 milioni di chili sorpassa la Romania, comunque in crescita con 1,9 milioni di chili. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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MADE IN ITALY Il problema è però che le stesse regole non valgono se il miele viene usato come ingrediente, come accade nei biscotti e negli altri dolci come, ad esempio, il torrone, dove la presenza di prodotto straniero non viene dichiarata in etichetta. Un danno che va sanato poiché colpisce un settore, quello nazionale, che conta circa 50mila apicoltori, con 1,39 milioni di alveari e un giro d’affari stimato di 70 milioni di euro. Per non parlare del servizio di impollinazione reso all’agricoltura, valutato da 3 a 3,5 miliardi di euro.

Crescono a dismisura le importazioni di alimenti bio spacciati per italiani

Gli italiani mangiano un biologico che italiano non è. Dall’analisi dei dati Sinab 2016 sulle importazioni di prodotti bio proveniente da Paesi terzi, emerge che nel 2014 si è registrato un aumento in quantità del 47,3% rispetto al 2013, per un numero di importatori pari a 259, il quadruplo rispetto ai 67 importatori della rilevazione statistica ef-

fettuata nel 2001. A incidere fortemente su tale andamento positivo è soprattutto il settore dei cereali (prevalentemente frumento duro e riso), con un aumento rispetto al 2013 del 545,7%. Le altre categorie di prodotto che mostrano variazioni positive rispetto al 2013 sono gli estratti naturali/spezie (+ 176,6%), gli ortaggi (+42,7), la frutta (+ 34,2%) e i prodotti trasformati (+ 7,5%). L’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole ha disposto, nel 2014, ben 2.257 controlli nel settore dell’agricoltura biologica (poco meno del 7% delle 36.359 ispezioni totali), verificando 1.815 operatori e 2.877 prodotti, tra i quali ortofrutta e olio d’oliva in misura maggiore rispetto agli altri: ebbene, l’8,6% dei controllati era risultato irregolare, con 16 diffide, 58 sequestri, 178 multe e 18 milioni di euro di merce e prodotti sotto sequestro. Un valore nettamente superiore all’anno precedente, quando il falso bio sequestrato dall’autorità non

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superava i 3 milioni di euro: nel 2013 era stata inferiore anche la percentuale (8,1%) di operatori riscontrati come irregolari dall’Icqrf, così come il totale delle sanzioni amministrative. Notevole anche il lavoro di Carabinieri e Guardia di finanza: i primi nel 2014 hanno sequestrato oltre 200mila etichette irregolari, tra le quali una fetta importante riguardava proprio i prodotti da agricoltura biologica, e riscontrato almeno un milione di euro in finanziamenti illegittimamente ricevuti dalla Ue da alcune imprese. Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici, è importante controbattere con un regime di controllo più restrittivo, che dovrebbe essere introdotto con il nuovo regolamento di disciplina dell’agricoltura biologica attualmente in discussione a Bruxelles, per cui il principio dell’equivalenza sarà sostituito da quello della conformità alla legislazione comunitaria.

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Dal semaforo inglese in etichetta danni per il 60% dell’export di nostri prosciutti e formaggi

Prosciutto di Parma, Parmigiano Raggiano e Grana Padano sono tra le vittime illustri dell’inerzia dell’Unione Europea nell’intervenire per bloccare l’etichetta a semaforo degli alimenti adottata dal Regno Unito che colpisce ingiustamente il 60% delle produzioni italiane con indicazioni sbagliate e forvianti. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del Consiglio dei Ministri Agricoli a Bruxelles che all’ordine del giorno dei lavori reca anche lo svolgimento di un dibattito sulle conseguenze derivanti dall’utilizzo della cosiddetta etichettatura a semaforo, dibattito richiesto anche dall’Italia. Si tratta di una informazione visiva sul contenuto di nutrienti abbinata a un colore e alla percentuale giornaliera di assunzione. A causa del sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito, con i bollini rosso, giallo o verde

ad indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute, il Parmigiano Reggiano pre-porzionato etichettato a “semaforo” dal 2013 al 2015 ha avuto una perdita di quota di mercato del 13% in volume mentre il calo per il Prosciutto di Parma è stato del 14% secondo una ricerca elaborata da Nomisma. Questo perché la segnalazione sui contenuti di grassi, sali e zuccheri non si basa sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo

di sostanze. Il sistema finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale. “Una scelta che è stata adottata dal 98% dei supermercati inglesi che ostacola la libera circolazione delle merci e sta mettendo in pericolo alcuni settori cardine dell’export Made in Italy in Gran Bretagna”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare

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che si tratta di “un danno alle produzioni più tipiche del Made in Italy che l’Unione Europea sta ingiustamente tollerando sotto la pressione del referendum di giugno in Gran Bretagna a favore delle quale si assiste ad un crescendo di concessioni”.

Sulla crisi agricola la Ue fa come Ponzio Pilato

Come è avvenuto per i migranti, anche sulla crisi dell’agricoltura l’Unione Europea si comporta come Ponzio Pilato e scarica le responsabilità sugli Stati Membri che sono costretti già a

fare i conti con i duri vincoli di bilancio. La mancanza di risposte strutturali da parte dell’Unione Europea di fronte a squilibri di filiera che sono comuni a tutti i Paesi dell’Unione e interessano trasversalmente diversi settori, vuol dire di fatto non voler affrontare davvero e rapidamente la questione agricola in Europa.

Etichettatura: la latitanza dell’Ue vede la Francia sulle posizioni italiane

La Francia si avvia a ‘testare’ un sistema di etichettatura di origine

per carne e latte contenuti nei prodotti trasformati. La conferma di “un orientamento positivo” in questo senso da parte della Commissione europea arriva da Enrico Brivio, portavoce dell’esecutivo Ue, per Salute e Ambiente, dopo l’incontro fra il ministro francese dell’agricoltura, Stephan Le Foll con il commissario europeo alla Salute e sicurezza alimentare. La Commissione europea ha confermato alla Francia che la legislazione comunitaria (regolamento relativo alle informazioni sugli alimenti ai consumatori) consente agli Stati membri di introdurre etichette obbligatorie addizionali particolari per specifiche categorie alimentari, inclusa l’indicazione di origine, se sono giustificate sulla base, fra l’altro, della tutela della salute pubblica o la tutela dei consumatori. Questo significa, in linea di principio, che le misure nazionali che introducono un’etichettatura di origine obbligatoria sono in effetti consentite. ufficio.stampa.cn@coldiretti.it

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I L C O R S I V O D E L C O LT I VAT O R E L’AGRICOLTORE ALLA MODA

A

vete voglia di vedere un po’ di persone pensose, tristi, assorbite dalla contemplazione di tutti i mali del mondo? Non c’è bisogno di andare ad un funerale, basta seguire la passerella di una sfilata di moda. Col cavolo che le indossatrici sono la rappresentazione della tanto ambita bellezza, l’incarnazione dell’equilibrio perfetto tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere, le muse del portamento corretto, le antesignane dell’andamento ondeggiato, il sinonimo della leggerezza! Ho seguito, in tivù, le sfilate degli abiti per l’estate 2016. Tanto così, per vedere come si abbigliano coloro che vogliono essere all’ultimo grido e trarre qualche spunto per riciclare due completi che conservo chiusi in guardaroba. Ho visto una sequela di ragazzi e ragazze imbronciati, ombrosi, con lo sguardo perso, la magrezza da cam-

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po di concentramento e il movimento a scatti. Gli uomini, a seconda dei casi, vestiti da clowns, con pantaloni sopra la caviglia, calzini sgargianti, giacche a quadrettoni e camicie hawaiane che, personalmente, non indosserei manco a raccogliere fagioli, oppure abbigliati da damerini inglesi, con il collo bloccato, la giacchina striminzita e le maniche troppo corte; le donne avvolte in abiti rococò, enormi, traboccanti di pieghe, anse, code, capaci di star ritti da soli, o, in alternativa, bardate alla “pitevarda”, con pantaloncini troppo corti, troppo stretti e troppo colorati e camicette altrettanto bizzarre. Tale florilegio di esibita libertà e sfoggio di fantasia fa a pugni con le facce lunghe del popolo degli indossatori. Non un sorriso, non un velo di serenità, non un indice di piacevole accostarsi alla vita. Sono loro i rappresentanti di tutti i mali del mondo, a cominciare da

quello della fame, perseguita e cercata con una ossessione degna di miglior causa per non aumentare di un etto. Sfilano in passerella come condannati a morte, portandosi dietro i loro abiti firmati, gli accessori di lusso e le scarpe con tacchi sempre più alti o le punte sempre più lunghe. Un tempo indossatori ed indossatrici erano espressione di un ideale di vita piacevole ed appagante; adesso mi paiono persone assenti, tormentate o indifferenti a tutto, quasi scocciate di doversi mostrare. Ma chi li invidia? Non certo noi, comuni mortali, meno eleganti e raffinati, ma sicuramente più disposti a sorridere, con uno straccio di vestito, il cappottino acquistato in svendita, i jeans per andare nei campi o l’ultimo affare messo a segno da Zara. A questo punto non ho più dubbi: vado a tirar fuori i miei due abiti d’antan. Sono démodés, non ho dubbi, ma vedrò di portarli con orgoglio, nei momenti di tregua dal lavoro. Saranno perfetti per un povero diavolo come me, un po’ impacciato, extra large, fuori moda, ma, almeno, sorridente! Bastian Contrari


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“SE QUALCUNO HA BISOGNO DI AIUTO, IO CI SONO” Luciano Chiarle, impegnato in Coldiretti per anni

Luciano Chiarle è nato il 24 dicembre 1943 a Borgomale. Ha un bel paio di baffi e ridendo dice che “nonostante questo, mia moglie non ha mai avuto delle difficoltà nel baciarmi!”.

IMPEGNATO PER GLI ALTRI

Luciano Chiarle è stato amministratore per tanti anni: “Dal 1985 al 2004 ho fatto il sindaco di Borgomale, a capo di una lista civica. L’ho fatto volentieri, con spirito di servizio e non c’era nulla che mi pesava. La gente arrivava qui a casa a tutte le ore e io non ho mai mandato via nessuno”. I politici di oggi: “Della classe politica di oggi, farei un bel falò! Tante parole e pochi fatti, sono molto deluso e alle politiche non vado più a votare, perché la nostra è una finta democrazia: loro fanno quel che vogliono”. Si è anche impegnato per anni in Coldiretti: “Sono stato il primo presidente di Asprocor, e ho cercato di portare avanti le iniziative utili per sostenere la coltivazione dei noccioli, attività importante qui da noi. La coltivazione delle nocciole si sta allargando qui in Alta Langa. Ho fatto anche il presidente di sezione qui, e volentieri, riuscendo a risolvere tante volte i problemi dei nostri soci. Sono stato anche assessore in Comunità montana per due mandati, è stata una esperienza positiva. Anche se ho avuto più soddisfazioni come sindaco che come amministratore della Comunità montana”.

AL PASCOLO CON LE PECORE

Così ricorda i genitori: “I miei, Maggiorina e Giovanni, lavoravano la terra e abitavano qui: avevano 4 mucche e

qualche pecora, eravamo 7 fratelli, siamo restati in 5. Io ho studiato 3 anni alla Scuola Agraria di Cravanzana. Da bambino ho giocato poco, perché non c’era il tempo per divertirci! Già prima di andare a scuola portavo le pecore al pascolo. Al pomeriggio, al rientro dalle lezioni, davo una mano nel guardare le bestie e anche nella stalla. Ricordo diversi mendicanti che passavano, sono spariti dopo gli anni Sessanta. Non c’era molto da mangiare: polenta, minestrone o pastasciutta, e la carne di rado, non tutte le settimane”. Ha fatto diversi lavori: “Il manovale edile, a 12 anni il servo in campagna per due anni: di mattina sveglia alle 5 e di sera si lavorava anche fino alla mezzanotte! Poi ho iniziato a lavorare con mio padre e ho proseguito l’attività di famiglia, abbiamo vigneti e vendiamo le uve per fare il vino. Oggi i ragazzi sono molto più tutelati e non è sempre un bene, a volte sono troppo viziati. Quando ho visto in televisione che ci sono due giovani che hanno ammazzato un coetaneo per vedere l’effetto che fa, non mi sono nemmeno troppo stupito: la società di oggi va a rotoli ed è priva di valori, purtroppo!”.

LE GIOIE DELLA FAMIGLIA

Luciana Giordano, sua moglie, l’ha incontrata a una festa ad Albaretto Torre: “L’amore è venuto poco alla volta: siamo stati fidanzati per tre anni, poi ci siamo sposati il 20 luglio 1969, ad Albaretto. In viaggio di nozze siamo andati nelle Valli Maira, Varaita e nelle Valli vicine alla Liguria. Ricordiamo ancora oggi le emozioni dell’escursione che abbiamo fatto a piedi fino ai laghi di Roburent”. La loro famiglia: “Abbiamo due figli. Fabrizio ha 45 anni e lavora in campagna, è sposato e ha due figli; Ornella lavora in Coldiretti. A noi piace fare i nonni, però i ragazzi sono sempre di

corsa e non hanno mai tempo per stare con noi … sono carini e affettuosi e noi siamo soddisfatti della nostra famiglia. Ai nostri figli abbiamo cercato di trasmettere il valore dell’onestà, che per noi è fondamentale. Poi il rispetto per gli altri e la buona educazione”. Luciano Chiarle si confida: “Penso che Dio ci sia, io sono credente ma non sono sempre in chiesa: ma penso di essere meglio di tanti altri che sono sempre in chiesa, ma poi non sempre si comportano bene. Io cerco di essere onesto e se incrocio qualcuno che ha bisogno di aiuto, volentieri ci sono! Per me, è importante aiutare gli altri e l’ho fatto sempre fatto nella mia vita. Da uno che va in chiesa, mi aspetto che cerchi di vivere il Vangelo”. Gli piace vivere a Borgomale: “Ci conosciamo tutti, siamo in 380 e ci sono rapporti buoni. Purtroppo mancano alcuni servizi, ad esempio ora da due anni un bar: i titolari erano anziani”.

GESTI GENEROSI

Ha un bel ricordo: “Nel 1978 avevamo deciso di rifare una vigna, scoprendo un terreno pieno di pietre! Tutti gli uomini del paese sono allora venuti coi trattori per 15 giorni a lavorare gratis con noi: un gesto inaspettato, che ci commuove ancora adesso … E’ bello scoprire nella vita che ci sono persone che ti vogliono bene!”. La morte: “Ci penso, ma non troppo. E’ una cosa naturale e dopo andiamo a mangiare l’insalata dalla parte delle radici!”. Un bilancio della sua vita: “Sono sereno e soddisfatto. E sposerei di nuovo Luciana!”. La moglie, presente in silenzio all’incontro, interviene: “Anch’io lo sposerei di nuovo e mi fa male oggi vedere i giovani che si separano con troppa faciloneria”.

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PAC

Coldiretti: “Urgente il saldo della PAC 2015” I CAA devono poter validare i fascicoli oggi bloccati principalmente a causa del refresh. Le assegnazioni Uma non devono essere fatte con soli acconti come

D

avviene oggi

opo un incontro che è stato fortemente sollecitato da Coldiretti, Arpea, l’organismo pagatore regionale, si è impegnato ad effettuare in modo sollecito tutte le procedure necessarie per procedere al saldo della PAC 2015. In linea di massima questo dovrebbe interessare circa 6000 aziende. Questi gli impegni assunti dai dirigenti di Arpea alla presenza dell’assessore Ferrero e della rappresentanza di Coldiretti Piemonte. Per quanto riguarda il 2015, a Coldiretti risulta che a novembre sia stato versato un acconto per circa 22000 aziende, mentre le escluse sono 16000. Di queste ultime circa 8000 sono piccoli agricoltori (imprese che percepiscono meno di 1.250 Euro), mentre le altre 8000 sono state bloccate per ragioni burocratiche (con-

trolli ammissibilità, condizionalità, pascoli, agricoltori non attivi, bonifica ed altre situazioni ancora). Coldiretti ha anche evidenziato che vi sono problemi sul PSR, in particolare sulle misure 10 e 13. Oggi gli uffici tecnici dell’Organizzazione sono impossibilitati a lavorare su più fronti e non si riesce a validare i fascicoli principalmente a causa del refresh. Questi ritardi rischiano di essere addebitati ai CAA che operano in conseguenza delle scelte tecnico informatiche di Arpea, del Mipaaf o di Agea. Coldiretti sostiene che è assurdo bloccare i pagamenti nei confronti di imprese agricole oggetto di controlli. Sarebbe più logico erogare quanto richiesto, salvo prevederne la restituzione con gli interessi, nel caso di anomalie totali o parziali. La riunione è stata anche l’occasione per evidenziare le proble-

matiche connesse all’assegnazione dei carburanti agricoli. Sinora l’Uma ha concesso solo modesti anticipi delle concessioni spettanti. L’anticipo dei lavori stagionali ha portato Coldiretti a chiedere che l’assegnazione sia fatta sulla superficie già nota nel fascicolo, anche per evitare carichi burocratici eccessivi. “La pressione e la determinata denuncia di Coldiretti Piemonte nei confronti della Regione e di Arpea in particolare, vede soddisfatta Coldiretti Cuneo – dice il direttore Enzo Pagliano. A livello regionale le nostre imprese rappresentano circa il 50%. Sono numeri importanti che ci auguriamo siano tenuti in debita considerazione, nell’interesse delle imprese associate, ma anche di tutta l’economia agricola ora in difficoltà per oggettive carenze di liquidità”.

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PSR

La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 30/06/2016

Aperto il bando per nuovi insediamenti in agricoltura

L

Stanziati 30 milioni di euro destinati ai giovani agricoltori per l’avviamento di imprese sentazione della domanda di Premio di insediamento, con apertura della partita IVA non oltre 12 mesi prima della presentazione della domanda, iscrizione alla registro imprese della CCIAA, costituzione del fascicolo aziendale nell’anagrafe agricola unica del Piemonte presso un centro autorizzato di assistenza in agricoltura (CAA) ed aver attivato l’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) della azienda agricola. Entro la data di conclusione della realizzazione del Piano Aziendale (36 mesi dalla data di ammissione a finanziamento) l’attività agricola dovrà diventare l’attività principale del giovane, sia in termini di reddito da lavoro che di tempo di lavoro. Alla domanda telematica dovranno essere allegati la relazione tecnica ed il business plan, nella relazione tecnica dovranno essere indicati le tappe essenziali e gli obiettivi per lo sviluppo delle attività della nuova azienda, il cronoprogramma della realizzazione degli investimenti programmati, la formazione che il giova-

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a Regione Piemonte ha aperto il bando per l’operazione 6.1 (Premio di insediamento ai giovani agricoltori) attesa ormai da alcuni mesi. Per questo primo bando, sono stati stanziati 30.000.000,00 di €, l’operazione concede un Premio di insediamento ai giovani agricoltori per l’avviamento di imprese, l’insediamento iniziale e l’adeguamento strutturale delle aziende, allo scopo di migliorare la competitività delle aziende agricole e favorire il ricambio generazionale. L’insediamento dei giovani agricoltori dovrà avvenire in qualità di capo di un’azienda agricola, i giovani richiedenti devono presentare un Piano Aziendale che descrive il progetto di sviluppo proposto per l’azienda agricola oggetto di insediamento, progetto di sviluppo comprendente sia investimenti materiali nell’azienda che attività di crescita personale e professionale del giovane. Sono beneficiari dell’operazione giovani agricoltori che al momento della presentazione della domanda hanno una età compresa tra 18 anni (compiuti) e 40 anni (non compiuti) e sono già titolari di una azienda agricola, da non più di 12 mesi. Il giovane richiedente deve avere costituito l’azienda prima della pre-

ne intende svolgere e le consulenze che intende acquisire, ed ogni altra informazione ritenuta necessaria al fine della comprensione del progetto di sviluppo aziendale proposto. Per agevolare l’analisi delle caratteristiche strutturali delle aziende agricole e dei loro risultati economici è stata istituita una tipologia comunitaria delle aziende agricole fondata sulla dimensione economica Produzione Standard (PS) e sull’orientamento tecnico-economico (OTE), determinati automaticamente dal sistema informatico regionale sulla base dei dati inseriti nel fascicolo aziendale. Entro 20 giorni dalla chiusura della presentazione delle domande, sarà formata la graduatoria delle domande potenzialmente ammissibili, indi nei 140 giorni successivi alla approvazione della graduatoria, gli uffici istruttori provvederanno a istruire e definire le domande. Il premio di insediamento viene erogato in conto capitale in due rate, la rata iniziale è pari al 66% del totale del premio liquidabile dopo il concreto avvio della realizzazione del Piano Aziendale, a tale fine, il beneficiario (o i beneficiari) dovrà documentare di avere sostenuto spese relative alla realizzazione di investimenti materiali previsti dal Piano Aziendale per

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PSR un importo pari almeno al 40% del totale del Premio da erogare; le spese dovranno essere state fatturate ed i pagamenti dovranno essere stati eseguiti dal beneficiario con modalità tracciabili. È data facoltà al beneficiario stesso (o ai beneficiari) di richiedere l’erogazione della rata iniziale su presentazione di idonea garanzia fideiussoria (bancaria o assicurativa) a copertura della differenza tra l’importo della rata (66% del totale del Premio da erogare) e le eventuali spese dimostrate. Le spese dovranno essere state fatturate ed i pagamenti dovranno essere stati eseguiti dal beneficiario con modalità tracciabili (Bonifico, RIBA, assegno di cui si sia conservata copia, bancomat o carta di credito non prepagata producendo l’estratto conto rilasciato dall’istituto di credito di appoggio all’operazione, vaglia postale effettuato tramite conto corrente postale e documentato dalla copia della ricevuta). Sono esclusi i pagamenti in contanti. I giovani beneficiari devono mante-

nere la posizione di “capo dell’azienda” fino alla scadenza del periodo di impegno alla permanenza in agricoltura stabilito in 5 anni dalla data di erogazione a saldo del Premio di insediamento. Per essere ammessa, la domanda deve raggiungere un punteggio di priorità minimo pari a 10; i criteri di priorità sono 6: 1 Giovani che si insediano nelle zone Natura 2000 e in altre aree ad alto valore naturalistico: 2 punti; 2 Domande che hanno un piano aziendale orientato al miglioramento dell’impatto ambientale: 4 punti; 3 Domande di insediamento che creano nuova occupazione: 3 o 4 punti; 4 Adesione a progetti integrati:2 punti; 5 Sviluppo di produzioni di qualità: 3 punti; 6 Utilizzo del premio per investimenti aziendali: 3 o 4 punti se si utilizza il 70% o il 85% del premio. A parità degli altri fattori, verrà data priorità alle iniziative delle imprese a prevalente partecipazione

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femminile ed, in subordine, al beneficiario di età inferiore. Il premio di insediamento verrà erogato per i seguenti importi: A) Domanda per insediamento di un solo giovane: 35.000 euro, con la maggiorazione di 10.000 euro se l’insediamento avviene in zona di montagna. B) Domanda per insediamento congiunto di due giovani: 30.000 euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 7.000 euro per ciascun giovane se l’insediamento avviene in zona di montagna. C) Domanda per insediamento congiunto di più di due giovani, fino a un massimo di cinque: 25.000,00 euro per ciascun giovane, con la maggiorazione di 5.000 euro per ciascun giovane se l’insediamento avviene in zona di montagna. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 30 giugno 2016. Per informazioni e maggiori approfondimenti rivolgersi agli uffici Coldiretti.

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PSR

La domanda dovrà essere presentata esclusivamente per via informatica, entro lunedì 16 maggio 2016

Misura agro ambientale: a breve i bandi

S

ono in apertura i bandi per la misura 10 del PSR 2014 – 2020 che sostiene l’adozione di tecniche produttive compatibili con la tutela delle risorse naturali e del paesaggio, nel periodo di programmazione 2014-2020. Questa misura ha una dotazione finanziaria complessiva di 116.600.000 €, si articola in 9 diverse operazioni e finanzia gli impegni che i richiedenti si assumono volontariamente per una durata di almeno 5 anni. La domanda di sostegno deve essere presentata esclusivamente per via informatica, entro il 16 maggio 2016. Sono beneficiari gli agricoltori, le associazioni di agricoltori o le associazioni miste di agricoltori ed altri gestori del territorio che si impegnano volontariamente a realizzare interventi consistenti in 1 o più impegni agro-climatico-ambientali su terreni agricoli. Le operazioni in cui si articola la misura 10, sono nove, a loro volta suddivise in azioni. Eccone una breve descrizione.

Operazione 10.1.1 produzione integrata

L’operazione sostiene l’applicazione del metodo di produzione agricola integrata. Il premio annuale è modulato in 2 tipologie:

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- premio “introduzione” si applica per 5 anni alle aziende che non hanno mai aderito al metodo di produzione integrata e varia da un minimo di 90 ad un massimo di 585 €/ha; - premio “mantenimento” si applica per 5 anni alle aziende che non ricadono nel caso precedente; gli importi dei premi variano da un minimo di 75 ad un massimo di 400 €/ha; oltre agli impegni di base, l’azienda può aderire a impegni facoltativi ricevendo un premio ulteriore variabile da un minimo di 55 ad un massimo di 300 €/ha.

Operazione 10.1.2 interventi a favore della biodiversità nelle risaie

L’operazione tende a mitigare le conseguenze negative della pratica dell’asciutta sulla biodiversità della risaia. L’importo annuale del premio ammonta a 125 €/ha. È possibile assumere i seguenti impegni facoltativi per i relativi importi di premio annuale: - Mantenimento delle stoppie nel periodo invernale 40 €/ha - Sommersione invernale della risaia 190 €/ha - Erbaio da sovescio autunno-vernino 180 €/ha - Realizzazione di un fosso di sezione maggiore 250 €/ha.

Operazione 10.1.3 tecniche di agricoltura conservativa

L’operazione 10.1.3 si articola in tre azioni: Azione 10.1.3.1 : Introduzione delle tecniche di minima lavorazione; Azione 10.1.3.2 : Introduzione delle tecniche di semina su sodo; Azione 10.1.3.3 : Apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale. In aggiunta agli impegni di base, è possibile assumere l’impegno facoltativo “Coltivazione di erbai autunno-vernini da sovescio”. Premio annuale: Azione 10.1.3.1.: 180 € per ettaro per anno, Azione 10.1.3.2: 280 € per ettaro per anno, Azione 10.1.3.3:


PSR - Ammendanti compostati: Colture erbacee 260 €/ha/anno; Colture arboree da frutto 180€/ha/anno; - Altre matrici diverse dagli ammendanti compostati: Colture erbacee 300 €/ha/anno; Colture arboree da frutto 180€/ha/anno. Per l’impegno aggiuntivo “Colture da sovescio autunno-vernine”: 230 € per ettaro per anno .

Operazione 10.1.4 sistemi colturali ecocompatibili

L’operazione, sostiene la conversione di seminativi in prati e pascoli e si articola nelle azioni: 10.1.4.1.. Conversione di seminativi in foraggere permanenti; 10.1.4.2 Diversificazione colturale in aziende maidicole. Premio annuale: Azione 10.1.4.1 450 euro/ha; Azione 10.1.4.2 435 euro/ha.

Operazione 10.1.5: tecniche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera

L’operazione promuove l’adozione di tecniche agronomiche a bassa emissività per la distribuzione in campo di materiali organici non palabili (effluenti zootecnici, frazioni non palabili da separazione meccanica solido/liquido di effluenti zootecnici

e di altre matrici organiche, anche digerite), purchè di origine aziendale. L’operazione si articola nelle azioni: Azione 10.1.5.1: Distribuzione di effluenti con interramento immediato; Azione 10.1.5.2: Distribuzione di effluenti sottocotico o rasoterra in bande. Premio annuale: Azione 10.1.5.1 300 euro/ettaro; Azione 10.1.5.2 70 euro/ettaro.

Operazione 10.1.6 difesa del bestiame dalla predazione da canidi sui pascoli collinari e montani

Entità del premio annuale: Zona altimetrica e premio ad ettaro/anno: • Collina: 50 euro; • Montagna: 50 euro.

Operazione 10.1.7 gestione di elementi naturaliformi dell’agroecosistema

L’operazione sostiene la manutenzione di formazioni vegetali e aree umide, la realizzazione di colture a perdere per l’alimentazione della fauna selvatica e di fasce inerbite ai margini delle coltivazioni. Si articola nelle azioni: 10.1.7.1 Gestione di formazioni vegetali e aree umide; 10.1.7.2 Coltivazioni a perdere per

la fauna selvatica; 10.1.7.3 Gestione di fasce inerbite ai margini dei campi. Premio annuale: Azione 10.1.7.1. 1.000 euro/ha (150 euro/ha per le fasce di rispetto inerbite utilizzate come EFA); Azione 10.1.7.2. 1.000 euro/ha (250 euro/ha per le colture a perdere utilizzate come EFA); Azione 10.1.7.3. 1.000 euro/ha (250 euro/ha se utilizzate come EFA o soggette al vincolo di condizionalità).

Operazione 10.1.8 allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono

L’operazione incentiva l’allevamento di animali appartenenti a razze autoctone che rischiano l’estinzione. Il premio annuale consiste in 400€ / UBA.

Operazione 10.1.9 gestione eco-sostenibile dei pascoli

L’operazione ha l’obiettivo di garantire la gestione dei pascoli alpini del premio annuale: Pianura: 450 euro limitato ai pascoli derivanti dalla trasformazione di seminativi e prati in pascoli; Collina: 120 euro; Montagna: 110 euro.

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VITIVINICOLO

Buone prospettive per mantenere invariate le etichette del vino A Grinzane Cavour riunione dell’Arev presieduta da Chiamparino che l’8 marzo ha incontrato il Commissario Europeo Hogan

“N

on siamo contro la liberalizzazione del mercato del vino. Siamo contro una liberalizzazione senza qualità, una liberalizzazione che confonde il consumatore facendogli credere di bere una barbera piemontese, perché così leggerebbe sull’etichetta, quando la barbera doc è prodotta in Piemonte, nei territori d’origine del vitigno” è stata la dichiarazione di Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte e presidente di Arev, l’associazione che rappresenta le 75 Regioni europee vitivinicole, dall’Atlantico al Mar Nero, il cui Consiglio di Amministrazione si è riunito recentemente in Italia ed in particolare a Grinzane Cavour. Un confronto diretto su questioni ancora aperte sul fronte vino, a cominciare dall’ipotesi ventilata in sede di Commissione europea di svincolare il nome del vitigno dal territorio in cui viene prodotto. Ad oggi, sono giunte as-

sicurazioni da parte dell’Europa, che la posizione italiana dovrebbe essere recepita e fatta propria dall’Unione Europea. Presente anche Andrea Olivero, viceministro alle Politiche Agricole che ha voluto ribadire: “Per quanto riguarda il nostro Paese, siamo intenzionati a mantenere il tema della difesa delle indicazioni geografiche come punto prioritario”. L’8 marzo scorso il presidente Arev Sergio Chiamparino ha incontrato il Commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan e ha chiarito con lui che il progetto di liberalizzazione senza qualità non ha un futuro. Vogliamo valorizzare il modello europeo di viticoltura che punta sulla qualità e tipicità del prodotto, legato al territorio di produzione, con una grande attenzione agli aspetti ambientali e culturali di quel territorio”.

Al dibattito a Grinzane Cavour sono anche intervenuti Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Pascal Ferat, presidente del Sindacato generale dei viticoltori della Champagne. L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha sottolineato come una liberalizzazione dei vitigni potrebbe portare perdite per la viticoltura piemontese fino a 400 milioni di euro, e quindi l’impegno a difesa delle denominazioni di origine è a sostegno della trasparenza e del consumatore: “Il luogo d’origine del prodotto deve essere indicato, nel vino come nel resto dell’agroalimentare. Il consumatore non può essere ingannato, la trasparenza è uno dei problemi principali dell’intero settore agroalimentare”.

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VITIVINICOLO

Attenzione ai diritti da estirpazioni avvenute prima del 31 luglio 2008

E’ utile richiamare l’attenzione circa la data di “origine dei diritti“ (data in cui è avvenuta l’estirpazione) posseduti in portafoglio, anche acquistati da terzi, entro il 31-122015. Distinguiamo 2 date: a) prima del 31-7-2008 e b) dopo tale giorno. Il termine ultimo per presentare la richiesta di conversione dei diritti posseduti alla data 31-12-2015 in autorizzazioni è il 31-12-2020. il termine di utilizzo delle autorizzazioni ottenute da conversione dei diritti e quindi dell’effettuazione dell’impianto è il 31-12-2023. L’ex diritto, una volta convertito in autorizzazione, manterrà la predetta validità temporale e non scadrà, come invece inizial-

mente era stato previsto, dopo i 3 anni dalla conversione avvenuta. Attenzione però ai diritti originatisi prima del 31 - 7 - 2008 che scadono nel 2016. Il corrispondente impianto del vigneto deve essere realizzato in questi casi entro il prossimo 15 – 7 - 2016, pena la decadenza dell’autorizzazione. Le Regioni rilasciano le autorizzazioni entro 3 mesi dalla presentazione delle richieste.

Dematerializzazione dei registri vitivinicoli: pronta o quasi

E’ attesa la pubblicazione del Decreto ministeriale che stabilirà definitivamente le specifiche tecniche necessarie per la tenuta del registro telematico e l’impiego dei servizi connessi. Coldiretti partecipa in collaborazione con alcune aziende vitivinicole alla sperimentazione del registro: è di fondamentale importanza, infatti, che l’obbligo del Registro telematico parta quando tutto il sistema (dalle aziende vitivinicole, al Sian, agli Organismi di Controllo) sarà pronto ad affrontare questa nuova modalità.

Stiamo seguendo tutte le fasi della sperimentazione per potere offrire alle aziende vitivinicole la massima assistenza, offrendo anche un servizio di compilazione ed invio del Registro telematico al Sian, mediante una modalità di web services, che possa andare incontro alle diverse esigenze che le aziende possono avere sulla base della propria organizzazione e struttura. La data di inizio obbligatorio della tenuta in forma de materializzata è stata rinviata al 30 giugno 2016. A partire dal 1° aprile 2016 era prevista per tutti gli operatori la possibilità di prova su base volontaria, ma chiaramente questo termine sarà posposto. Le aziende attualmente coinvolte dal processo sono 46 e rappresentano la quasi totalità del territorio nazionale. L’ICQRF, insieme ai servizi del SIAN, ha illustrato il funzionamento della tenuta dei registri di cantina telematizzati, nelle modalità on-line e web-service. Com’è noto, nel primo caso, l’operatore si autentica al portale internet del MIPAAF (http://mipaaf.sian. it) con le proprie credenziali personali e procede direttamente on-line alla registrazione delle diverse operazioni. Nel secondo caso, la modalità di trasmissione non prevede un in-

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VITIVINICOLO tervento diretto dell’operatore, in quanto il colloquio avviene in automatico tra il sistema gestionale (software aziendale) dell’operatore o di un delegato ed il SIAN. I tempi di registrazione variano a seconda dell’operazione e secondo le attuali disposizioni del Regolamento 436/2009 (es. entro il primo giorno lavorativo a quello della ricezione registrazione delle entrate, entro il terzo giorno successivo a quello della spedizione registrazione delle uscite, ecc.), tuttavia, il decreto 20 marzo 2015, fa salve le deroghe previste dalla normativa UE. Questa prevede che la trasmissione delle registrazioni al SIAN potrà avvenire entro 30 giorni dalla data di effettuazione delle operazioni per le aziende: a) Che si avvalgono di una contabilità computerizzata (ad eccezione delle operazioni di arricchimento); b) Che vinificano meno di 1000 ettolitri prevalentemente con uve aziendali (ad esclusione di arricchimento con dichiarazione cumulativa, ottenimento di mosti e/o vini aventi < 8%, non denaturati); c) Che vinificano meno di 1000 hl da propria produzione; nel periodo vendemmiale tali soggetti possono registrare (nei 30 gg) in forma riepilogativa le uve introdotte e i prodotti ottenuti.

A Prowein molte cantine piemontesi

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ra le 117 aziende presenti all’importante evento, di Dusseldorf dal 13 al 15 marzo, 16 si sono ritrovate nella collettiva “Piccole Vigne”. Il vino del Piemonte è per oltre l’80% a Denominazione d’Origine e la quota esportata è del 60% con un valore di oltre 1 miliardo , sui 5 che rappresentano il totale nazionale. La fiera tedesca è insieme a Vinitaly, in calendario dal 10 al 13 aprile, uno degli appuntamenti più importanti per l’internazionalizzazione e ha visto negli ultimi anni una costante crescita di partecipanti e visitatori. Il mercato tedesco ha negli ultimi due anni avuto un andamento con segno meno un po’ per tutti i paesi esportatori, Italia compresa (2015 sul 2014 circa - 7% in quantità e – 5% in valore). I 55 mila visitatori professionali della fiera provenivano da oltre 120 Paesi. L’edizione appena conclusa è risultata mediamente meno performante di quella passata. C’è chi vede competizione e chi complementarietà tra Dusseldorf e Verona; di fatto 25 giorni tra l’una e l’altra fiera e una distanza di 1500 km sono

pochi. E’ probabile quindi che abbia ragione chi dice che sono complementari, ma anche chi parla di competizione, poiché una parte di operatori che vanno in Germania, non verranno in Italia e viceversa. Il produttore invece “deve” esserci ad entrambe (costi doppi) se non vuole perdere occasioni! Negli ultimi anni, anche sotto la spinta dei contributi, fiere, b to b, work shop, walk around tasting, ecc.. si sono moltiplicati. Un buon segnale arriva anche dall’Italia: sembra infatti che il mercato sia in ripresa, dopo un lungo periodo di incertezza anche da noi. L’attenzione crescente dei consumatori verso i vini e alimenti biologici o comunque per un’agricoltura sostenibile potrebbe essere un’ulteriore carta vincente in mano ai produttori.

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CINGHIE


ECONOMIA

Dall’integrazione delle filiere latte e carne una risposta alla crisi zootecnica

Il progetto di Asprocarne Piemonte per dare ossigeno al settore

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on queste parole Roberto Buratto presidente di Asprocarne Piemonte, l’organizzazione dei produttori di carne bovina del Piemonte, intende portare alla discussione in atto ai vari livelli istituzionali un contributo decisivo per far fronte ad una crisi che sta assumendo proporzioni notevoli. Da alcuni anni l’Asprocarne, in collaborazione con altre organizzazioni regionali riunite nel consorzio “L’Italia zootecnica”, sta lavorando al fine di rendere operativo un progetto che potrebbe finalmente dare risposte definitive ad entrambe le filiere zootecniche. Si tratta infatti della possibilità da parte delle stalle da latte di fecondare una parte delle proprie vacche specializzate con seme di tori selezionati di razze da carne. Lo scopo è quello di ottenere incroci di vitelli che corrispondano, per caratteristiche morfologiche, ai bovini che attualmente vengono ingrassati negli allevamenti

specializzati nella produzione di carne e che, allo stato attuale, vengono quasi totalmente acquistati in Francia o altri Paesi europei. Le stesse stalle da latte potrebbero poi utilizzare del seme sessato per fecondare altre vacche ed ottenere le vitelle femmine da rimonta per proseguire l’attività di selezione genetica all’interno degli allevamenti. I vantaggi di questo tipo di gestione integrata porterebbe già nel breve/ medio periodo una serie di benefici ad entrambe le filiere in grado di risollevare le sorti di settori produttivi che ad oggi non intravedono luce in fondo al tunnel della crisi in cui stanno da troppo tempo navigando. Se da una parte infatti, con questo sistema, le stalle da latte avrebbero a disposizione vitelli da destinare all’ingrasso di valore pari a 5/6 volte il valore degli attuali vitelli maschi che immettono sul mercato (andando così a ripianare in tutto o in parte le perdite che attualmente subiscono

Fondazione Crc: Impegno intenso per lo sviluppo locale

Lo scorso 11 marzo è stato presentato, presso lo Spazio incontri Cassa di Risparmio 1855 a Cuneo, il Bilancio di mandato 2011-2015, il documento che fotografa quanto realizzato dalla Fondazione CRC nel corso degli ultimi 5 anni. Sul piano progettuale ed erogativo, il quinquennio ha visto confermare la priorità ai target dei giovani e delle persone in difficoltà: 24,5 milioni di euro hanno finanziato 696 progetti nel campo dell’educazione, per l’innovazione dei metodi didattici, l’orientamento scolastico, la messa in sicurezza delle scuole, l’educazione civica, finanziaria e alla multiculturalità; 23,7 milioni di euro hanno sostenuto 832 progetti in campo sociale, dall’innovazione dei servizi di welfare al contrasto all’emergenza abitativa e occupazionale, al microcredito, all’autonomia delle persone con disabilità. Intenso l’impegno anche nel settore culturale (19,8 milioni di euro per 1544 iniziative), dello sviluppo locale (18,1 milioni di euro per 1287 progetti), della salute (14,9 milioni per 154 contributi), della ricerca scientifica (6,9 milioni di euro per 78 progetti) e dell’attività sportiva (7,6 milioni per 684 iniziative).

sulla vendita del latte) dall’altra i nostri allevamenti da ingrasso potrebbero acquistare vitelli nazionali, di buona morfologia che garantirebbero la possibilità di generare una filiera tutta italiana che già oggi sembra interessare moltissimo le catene della distribuzione organizzata e, ancor più, i consumatori sempre più attenti all’origine delle produzioni agricole e zootecniche. “Auspichiamo che le istituzioni preposte – conclude il presidente di Asprocarne – a tutti i livelli, a partire dal nostro assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte fino al Ministero dell’agroalimentare, sappiano cogliere questa nuova sfida che oggi ufficialmente vogliamo lanciare. L’appello è inoltre rivolto a tutte le organizzazioni di allevatori di bovini da latte affinché si possa finalmente iniziare un dialogo costruttivo tra i due comparti che per troppi anni hanno pensato di poter fare a meno l’uno dell’altro”.

Tutti i martedì su Rai Uno, alle 11.00, la trasmissione “A Conti Fatti” si occupa di educazione finanziaria, ospite in studio Beppe Ghisolfi, vice presidente ABI. Conduce Elisa Isoardi. Due cuneesi fanno onore alla Provincia.

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EVENTI E MANIFESTAZIONI

66ª Fiera di quaresima di Cuneo Si è conclusa la 66 edizione della fiera di Quaresima tenutasi al Miac nei giorni 13 e 14 marzo. Il clou della manifestazione è stato lunedì 14 marzo: con 94 capi tra bovini ed ovicaprini iscritti a catalogo, che sono stati giudicati da un team di professionisti di tutto rispetto. Sul gradino più alto del podio in campo maschile ha vinto Natale, una massa di muscoli presentato dai Fratelli Stassi di Savigliano, che ha fermato le lancette del peso sui 1350 chili. Per le vacche, successo di Giorgio Pellegrino di Murazzo con Sissi, premiata per la sua muscolosità e finezza, mentre Quaiot di Daniele Antonio di Castelletto Stura si è affermata come soggetto più pesante con i suoi 995 chilogrammi.

A Saluzzo la mostra provinciale della Frisona

E’ Muri Planet Quolina la regina della Mostra primaverile della Frisona che si è tenuta il sabato di Pasqua al Foro boario di Saluzzo. La campionessa dell’allevamento Morisiasco di Caraglio ha conquistato anche il titolo delle vacche adulte e la palma di migliore mammella. Un trionfo decretato dal giudice Mauro De Antoni di Vicenza (scelto per la rassegna saluzzese dall’Anafi, l’associazione nazionale della razza Frisona italiana) che al momento delle premiazioni ha avuto parole lusinghiere per il movimento allevatoriale locale. Soddisfatto il presidente della sezione Frisona dell’Arap, Livio Diale: “Abbiamo dimostrato che le nostre campionesse da latte sono ai vertici nazionali”. “E’ una conferma – sottolinea Tiziano Valperga, direttore dell’associazione regionale Arap - dell’eccellente lavoro svolto dai nostri allevatori”.

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EVENTI E MANIFESTAZIONI

Nonostante la neve, alta l’affluenza di capi

Fiera del vitello grasso a Fossano

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onostante la neve, sono stati ben 75 i capi di bestiame che lo scorso 16 marzo, hanno concorso al premio in una delle 16 categorie in gara all’89a fiera del Vitello Grasso di Fossano. Sette i capi premiati nella categoria vitelle piemontesi della coscia. In ordine di classifica, sono saliti sul palco dei premiati: Chiavassa Livio di Centallo, Tortone Domenico di San Martino di Fossano, Roccia Silvio di San Martino di Fossano, Ghigo Bartolomeo e Matteo di San Lorenzo di Fossano, Azienda Agicola La Fazenda di Silvestro di Centallo, Dogliani Valter di Rocca de’ Baldi e Bima Ezio Francesco di Villafalletto. Anche per la categoria vitelli piemontesi della coscia sono sette gli allevatori premiati: Olivero Mauro di Genola, Vallino Luigi Carlo

di Marene (con il secondo, il quarto e il quinto premio), la società Fruttero Giuseppe e Andrea di Trinità, Roccia Silvio di Fossano e l’azienda agricola Mandrile Lucia di Cervasca. Per le i migliori esem-

plari di vacche grasse piemontesi sono stati premiati Roccia Silvio di San Martino di Fossano, l’azienda agricola San Carlo di Borgognone di Mellea di Fossano e Lerda Mauro di Dronero. L’azienda di

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EVENTI E MANIFESTAZIONI Viale Luciano di Trinità si è aggiudicata la coppa per il toro grasso piemontese, Cogno Renato di Carrù quella per il toro grasso piemontese nella sezione CO.AL.VI., Abrate Paolo di Sant’Antonio Baligio di Fossano il premio per il vitello di razze e incroci nazionali, e Cera Bruno il primo e il secondo premio per i manzi castrati piemontesi. Tra i vitelli castrati piemontesi della coscia sono saliti sul palco delle premiazioni Dogliani Valter, Paolo e Giuseppe Sampò di Sant’Albano Stura e la società agricola Gullino di Savigliano. L’azienda agricola San Martino di Bonino Livio di San Martino di Fossano ha ottenuto il primo e il secondo premio per i vitelli di origine estera. Per le vitelle di razze ed incroci nazionali si sono aggiudicati i premi Abrate Paolo e la Fazenda, premiata anche per le due vitelle di origine este-

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ra. Tra le manze grasse piemontesi sezione CO.AL.VI. sono stati premiati gli esemplari dei fratelli Delsoglio di San Martino di Fossano e di Cogno Renato di Carrù. Nella categoria vacche grasse piemontesi sezione CO.AL.VI. primi i fratelli Delsoglio seguiti dai fratelli Gerbotto di Grinzano Cervere e Abrate Paolo di Sant’Antonio Baligio di Fossano. Dogliani Valter, i fratelli Delsoglio e Abrate

Paolo si sono aggiudicati rispettivamente il primo, il secondo e il terzo premio per i vitelli castrati piemontesi della coscia sezione CO.AL.VI. Per le vitelle e vitelli piemontesi della coscia sezione CO.AL. VI. tra le vitelle è salito sul primo gradino del podio società agricola Fruttero Giuseppe e Andrea di Trintà, che ha ottenuto anche il terzo posto con un altro esemplare. A seguire: Abrate Paolo (secondo e sesto premio), Marengo Giuseppe (quarto e quinto premio) di Bene Vagienna e l’azienda agricola Casalito di Testa Michele di Sant’Antonio Baligio di Fossano. Tra i vitelli, al primo posto Mina Giovanni di Marene, seguito da Fruttero Giuseppe e Andrea, da Chiavassa Giacomo e figli di Sant’Albano Stura (al terzo, sesto e settimo posto), dai fratelli Delsoglio e da Mina Francesco di San Sebastiano di Fossano.



EVENTI E MANIFESTAZIONI

Protagoniste le Frisone

Il Meeting regionale allevatori a Caramagna

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Hanno preparato i capi e li hanno fatto sfilare i giovani allevatori della razza frisona (ANAFI)

in Italia come media Gpft dei tori utilizzati. In occasione di questo appuntamento, l’Anafi con il coordinamento di Corrado Zilocchi ha svolto un incontro di aggiornamento per i giudici nazionali, che hanno giu-

dicato due categorie di manze e vacche con le loro rispettive finali. I soggetti che hanno sfilato, sono stati preparati e tosati dai ragazzi che hanno partecipato all’incontro Agafi organizzato il giorno precedente.

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iovedì 17 Marzo, si è svolto a Caramagna Piemonte il Meeting Regionale della Razza Frisona Italiana, presso la Società Agricola Tuni gestita dai fratelli Tuninetti Enzo e Giancarlo. Nel 1990 l’azienda fa la sua iscrizione al libro genealogico e da quel momento in poi, il numero di capi,il livello genetico, le performance produttive e riproduttive sono costantemente in crescita fino ad oggi, con 150 vacche in lattazione con una media di bollettino AIA che si aggira intorno hai 117 quintali/capo con percentuali di grasso intorno hai 4,00 % e di proteine 3,40%. L’azienda negli ultimi anni ha indirizzato la selezione su tori ad alto indice Gpft utilizzando 100% tori genomici, attualmente risulta la prima

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EVENTI E MANIFESTAZIONI

Molto partecipato il convegno di Coldiretti Cuneo in occasione della 35° Fiera della Meccanizzazione Agricola

Mercati agricoli in evoluzione. Quale futuro per l’agricoltura di pianura

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resso il padiglione AgriMedia, in occasione della 35a Fiera della Meccanizzazione Agricola di Savigliano si è svolto il partecipato workshop dal titolo: “Mercati agricoli in evoluzione. Quale futuro per l’agricoltura di pianura?”. I relatori hanno analizzato la situazione mondiale del mercato agro-alimentare, per capire quali coltivazioni possono rappresentare un’alternativa alla tradizionale coltivazione del mais e degli altri cereali e sono state portate ad esempio le esperienze italiane più virtuose. E’ stata sollecitata l’introduzione di nuove colture come la produzione di ortaggi da industria, leguminose, pomodori da industria, erbe officinali che sono ricercati anche da una possibile filiera locale

per valorizzare al meglio il “Made in Italy”. Negli anni ‘80, la pianura cuneese soddisfaceva interamente il fabbisogno di mais della Regione, mentre attualmente soddisfa a mala pena il 60% delle richieste di mercato. Questo è dovuto ai prezzi bassi realizzati in campo.

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Il presidente di zona Coldiretti Savigliano, Tonino Gai, che è anche presidente del Cap Nord Ovest, ha affermato: “Qualche passo in avanti su questo fronte lo abbiamo compiuto grazie ad accordi di filiera stipulati dal Cap Nord Ovest con importanti aziende come la Barilla. Abbiamo attivato una filiera PRIMA

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EVENTI E MANIFESTAZIONI per la valorizzazione del grano tenero prodotto nella pianura piemontese. Un importante passo avanti, nell’ottica di passare dalla commodity alla specialty, in funzione delle esigenze dell’industria molitoria e di trasformazione. Ora guardiamo anche agli altri settori produttivi”. Sono intervenuti: Stefano Spelta – direttore stabilimento del Consorzio Casalasco del Pomodoro Soc. Agr. Coop.; Tommaso Pochettino – amministratore delegato della Di Vita S.p.A.; Michele Fasano – presidente della Valverbe Soc. Agr. Coop.; Paolo Rosa – dirigente Area Commerciale del C.A.P. Nord Ovest Soc. Coop.; Giacomo Ballari – presidente Agrion – Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese. Ha moderato il convegno Giuseppe Olivero – agronomo. Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo: “Il nostro obiettivo è quello di fornire risposte economiche e concrete alle imprese. Con il Cap Nord Ovest si è riusciti a valorizzare meglio la nostra cerealicoltura, in particolare il grano. Guardiamo con favore agli accordi di filiera con aziende piemontesi che valorizzino le nostre produzioni nell’ambito più generale del Made in Italy. Abbiamo potenziato i nostri uffici per la consulenza tecnica ed economica al fine di realizzare gli obiettivi di valorizzare le produzioni della terra cuneese”.

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Castanicoltura: risorsa importante per l’economia

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l futuro del castagno guardando oltre il cinipide” è il tema del convegno organizzato da Coldiretti lo scorso 4 marzo a Ceva presso la sala riunioni della Comunità Montana Alto Tanaro, Cebano Monregalese. Sono stati presentati i risultati di un articolato progetto di rilancio della castanicoltura del monregalese e del cebano, cofinanziato dalla Camera di Commercio di Cuneo e realizzato dai tecnici di Coldiretti con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino. “L’iniziativa è stata l’occasione per fare il punto della situazione produttiva – ha evidenziato Marcello Gatto presidente di Zona Coldiretti Ceva, che ha aperto i lavori -. I relatori hanno analizzato le possibili strategie adottabili per una crescita di questo importante comparto produttivo”. Negli ultimi anni il mercato è stato vivace, ha valorizzato la produzione castanicola cuneese e rimotivato i castanicoltori nel curare e far crescere ulteriormente il comparto all’insegna della qualità” ha detto Elio Gasco, segretario zona di Coldiretti.

All’incontro sono intervenuti i professori del DISAFA, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, Roberto Botta sul tema “Situazione attuale e prospettive di rilancio della castanicoltura”; Alberto Alma sul tema “Panoramica dei principali problemi di natura entomologica: possibili interventi di mitigazione”; Paolo Gonthier sul tema “Strategie di difesa dalle malattie vecchie e nuove del castagno”; Davide Spadaro sul tema “Problematiche di conservazione dei prodotti lavorati delle castagne”. Infine, Franco Parola, del servizio ambiente e territorio di Coldiretti Cuneo, sul tema “La filiera della castagna e della farina di castagne, tra difficoltà ed opportunità”.


EVENTI E MANIFESTAZIONI

Considerevole aumento delle superfici coltivate in provincia di Cuneo

Nocciole: uno staff tecnico ed economico pronto a gestire i nuovi impianti

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d aprire i lavori del seminario tecnico a Cussanio dello scorso 4 marzo Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo Coldiretti, che ha ribadito l’impegno di Coldiretti sul fronte economico affinché i corilicoltori possano aderire ad accordi di filiera per dare certezze economiche alle imprese. L’Agenzia 4A con uno staff di 10 tecnici specializzati segue i sesti di impianto, i sistemi di irrigazione, concimazione, la gestione della chioma e dell’ interfila, dei parassiti e delle avversità della coltura nel rispetto dell’ambiente naturale. Le superfici nazionali e locali investite a nocciolo sono state in consistente aumento negli ultimi 5 anni. In Italia tra il 2010 ed il 2015 c’è stato un incremento dell’ 1,5% degli investimenti e del 2% della superficie in produzione. La crescita maggiore è stata registrata in Piemonte: nella provincia di Cuneo si è passati da 8051 a 10621 ettari (+

32%), in quella di Asti da 2453 a 3333 ettari (+ 36%) ma il vero boom percentuale si è verificato in provincia di Alessandria dove tra il 2010 ed il 2015 la superficie coltivata a nocciolo è passata da 214 a 1423 ettari con un balzo del 565%. Il forte interesse per il settore è documentato anche dalla partecipazione di imprenditori provenienti dalle Regioni confinanti. Molto seguite le relazioni tecniche: Alessandro Roversi, dell’ Università Sacro Cuore di Piacenza, sul tema “Perché, quando e quanto concimare il nocciolo”; Mauro Forneris, tecnico corilicolo, sul tema “Cimice Asiatica e non solo: approccio alla difesa con tecniche a basso impatto ambientale”; Anna Paola Lanteri, del laboratorio analisi CeRSAA di Albenga, sul tema “Moria del nocciolo e batteriosi: controllo e diagnosi per la prevenzione e cura”; Marco Panizza, tecnico agronomo, sul tema: “Irrigazione del nocciolo come strategia di incremento

C O

CONTERNO OCCELLI

quanti-qualitativo del prodotto”. Dopo le relazioni dei tecnici, è intervenuta la Regione Piemonte con Gianfranco Latino che ha ricordato il recente accordo sottoscritto con Ismea per l’erogazione di fondi direttamente agli agricoltori che intendono mettere a dimora le nocciole. Prestiti, la cui prima rata da rimborsare sarà dopo cinque anni, quando il noccioleto entrerà in produzione. Inoltre ha evidenziato le possibilità di intervento offerte dal nuovo piano di sviluppo rurale ed ha posto all’attenzione dei presenti che, nell’ottica auspicata da Coldiretti e con la piena collaborazione dell’organizzazione, vi sono contatti con le imprese di trasformazione che utilizzano nocciole per la stipula di contratti di filiera. Tutto questo presuppone una maggior organizzazione dei produttori sia concentrando l’offerta che puntando fortemente sulla qualità del prodotto.

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EVENTI E MANIFESTAZIONI

Anduma e Tast-Tuma a Murazzano Un’occasione da non perdere per gustare la Tuma di Murazzano e le altre eccellenze in ambito caseario? L’invito è per il 24 aprile alla fiera “Anduma e TastTuma” . Andiamo e assaggiamo! Una giornata ideale per le famiglie, in cui i bambini e i loro famigliari troveranno la “Fattoria Didattica”; un vero e proprio laboratorio, dove dalla mungitura alla cagliata lattea vedranno nascere la famosa Tuma di Murazzano. Inoltre, la tosatura tradizionale delle pecore con le caratteristiche forbici, produrrà la lana per consentire ai più piccoli giochi divertenti. Ma non solo: una cornice di animali del territorio, da svariate razze di pecore, mucche, vitelli, maiali, cavalli, lama e molti animali da cortile renderà viva tutta la giornata, impreziosita dalle degustazioni gratuite della squisita Tuma di Murazzano. La fiera è organizzata dall’Associazione Allevatori Ovini Selezionati Razza delle Langhe, che ha rinnovato recentemente i suoi vertici, nominando presidente Giovanni Vacchiero. La nuova Direzione, a inizio 2016, ha votato per una rivisitazione del marchio per meglio esprimere l’identità dell’Associazione: il nuovo marchio avrà il suo battesimo il 24 aprile 2016 con la questa prima fiera mercato dei prodotti tipici del Piemonte, a partire dalle 9,30 alle 18,30 in piazza Mons. Dadone, nella splendida cornice del Santuario della Madonna di Hal. La Bottega del Vino di Dogliani, con oltre 40 etichette, rappresenterà le prestigiose produzioni vinicole.

A Cuneo Degustibus 2016

Ritorna a Cuneo il fine settimana del 29 – 30 Aprile e 1° Maggio Degustibus, la manifestazione enogastronomica organizzata, dall’Associazione Culturale ALL 4, in collaborazione con Coldiretti e Confartigianato. L’evento, giunto alla sua 7° edizione è tra le vetrine più importanti per i prodotti enogastronomici della regione. Coldiretti sarà presente in Piazza Galimberti con il Mercato di Campagna Amica, con le aziende aderenti al circuito che proporranno un vero e proprio tour all’interno della città, con la possibilità per i turisti di degustare e acquistare i prodotti. La manifestazione sarà aperta nei seguenti orari: venerdì 29 aprile dalle 12.00 alle 24.00; sabato 30 aprile dalle 10.00 alle 24.00 e domenica 1° Maggio dalle 10.00 alle 22.00. CARMAGNOLA (To) • Via C. Luda, 25/27 tel. 011 9773703 R.A. • fax 011 9715546 agricambio@agricambiosnc.it

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BIOLOGICO

Il trend continua a crescere a livello territoriale e nazionale

Le produzioni biologiche in Italia e in Piemonte

P

rosegue il trend positivo degli ultimi anni del biologico: le ultime cifre esposte dal Sinab lo dimostrano appieno. In Italia, ad oggi, 11 ettari su 100 sono coltivati con metodo biologico e il consumo interno di prodotti biologici ha toccato un buon +19%. Ma analizziamo i dati iniziando da quelli nazionali per poi passare alla nostra Regione. Gli ettari a livello nazionale sono aumentati di circa il 6% e ad oggi ammontano a circa 1.390.000; dato che

significa quasi l’11,5% della SAU nazionale. Se analizziamo poi la suddivisione di queste superfici, le regioni piÚ green risultano Sicilia, Puglia e Calabria. A livello di produzioni, invece, a livello nazionale al primo posto restano sempre i foraggi, seguiti dai pascoli e dai cereali. In aumento le produzioni orticole, mentre subiscono un leggera perdita le produzioni frutticole. Cresce invece la zootecnia, in particolare pollame (+14%) e suini (+15%) e in crescita anche l’ acqua-

coltura biologica. Analizzando invece i dati piemontesi riscontriamo un aumento degli operatori del settore bio del 6% e un + 9,6% delle superfici coltivate a metodo biologico. Gli ha coltivati biologicamente in Piemonte (circa 31.700 ha) ammontano a circa il 3,4% della SAU regionale. Se si analizzano le colture certificate in Piemonte al primo posto troviamo i cereali (cresciuti del 29%), seguiti a grande distanza dalle produzioni foraggere e poi dalla frutta in generale,

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BIOLOGICO ammettendo anche la frutta a guscio. Seppur come numeri ancora bassi rispetto agli 8.000 ha di cereali, in forte crescita risultano gli ortaggi (8%) e la vite (+34%). Particolare l’ aumento dell’ olivicoltura: +232% con una superficie totale di 26 ha. Economicamente le cifre relative alle vendite di prodotti biologici in tutta Italia ammontano a 2.145.188.414 di euro suddivise per il 40% nella grande distribuzione, 35% nei negozi specializzati del biologico e il 10% come vendita diretta e mercatini (la restante parte tra negozi tradizionali e farmacie di vario tipo). Aumentate anche le importazioni soprattutto di cereali (quasi 40.000 tons) e prodotti industriali nel 2014, dato che da una parte può spaventare mentre dall’ altra apre grandi prospettive di vendita per il prodotto made in Italy. Per ultimo uno sguardo al discorso dei Bio-distretti, realtà sempre più comuni in ambito nazionale ma ancora decisamente intricati dall’ aspetto amministrativo del termine. In ambito nazionale a farla da padrone sono

i cosiddetti Bio-distretti AIAB, ovvero i distretti nati in collaborazione con l’ Associazione Italiana per l’ Agricoltura Biologica e regolamentati da un disciplinare comune. Queste realtà sono aree geografiche funzionali in cui gli agricoltori si sono alleati con i cittadini, gli operatori turistici, le associazioni locali e le amministrazioni per gestire in maniera sostenibile le risorse basandosi sui regolamenti dell’ agricoltura biologica sia a livello di produzione ma anche e soprattutto dal punto di vista del consumo (filiere corte, km0, produzioni di qualità, Gruppi di Acquisto Solidali…). L’ obbiettivo di questi bio-distretti AIAB è quello di promuovere il territorio passando

tramite le sue produzioni per poter sviluppare appieno le potenzialità locali. Attualmente in tutta Italia ve ne sono 11, di cui uno in Piemonte (Valli Valdesi) che raggruppa 28 comuni, 60 operatori biologici e circa 640 ha coltivati con metodo biologico. Oltre a questi esistono altre realtà finanziate dal MIPAAF e da altre piccole realtà territoriali. Sicuramente visto la crescita della richiesta di prodotti bio anche queste realtà diventeranno sempre più comuni ed interessanti sia economicamente per le aziende del territorio ma anche per la valorizzazione del territorio stesso. Bibliografia: F. Giardina “Bio in cifre 2015”, dic. 2015 Sinab,Mipaaf

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BIOLOGICO

Terramica e i tecnici dell’ Agenzia 4 A spiegano il biologico alle aziende agricole

Facciamo chiarezza sul biologico!

V

isto il recente e sempre maggiore interesse sulle tematiche del Biologico, l’ associazione dei produttori biologici Terramica con i tecnici dell’ agenzia 4A organizza alcune serate rivolte alle aziende agricole per spiegare a 360° il mondo del biologico. Il biologico è una opportunità per le aziende agricole, ma occorre fare chiarezza sugli aspetti normativi e sulle opportunità economiche ad esso legate. Per questo motivo saranno tenute dai tecnici diverse serate dalle 20.30 alle 23, organizzate tra le varie zone per toccare tutte le realtà produttive e le maggiori coltivazioni locali: • A Saluzzo, il 18 aprile, presso il salone Coldiretti si parlerà di frutta; • A Cuneo 19 aprile, presso il sa-

• • •

lone Coldiretti si parlerà di piccoli frutti ed orticole; Ad Alba, il 20 aprile, presso l’ agenzia CAP Gallo di Grinzane Cavour Via Garibaldi 226 fraz. Gallo si analizzerà la vite; A Fossano, il 21 aprile, presso il salone Coldiretti si tratteranno i cereali e la zootecnia; A Ceva, il 26 aprile, presso la Sala consigliare “Luciano Romano” ( ex sala Comuni-

tà Montana) via Case Rosse, 1 Loc. San Bernardino, si parlerà di erbe officinali, castagno e cereali minori. In tutte le serate, verrà analizzata la normativa biologica, analizzando i documenti che occorrono per la certificazione ufficiale, la burocrazia legata al bio e la conversione delle colture. Successivamente, si esamineranno le produzioni locali, spiegando le strategie agronomiche per poter fare biologico e le difficoltà riscontrabili con questo metodo di coltivazione. È previsto anche l’intervento da parte di una azienda agricola per ogni Zona di riferimento per portare la propria esperienza. Per maggiori informazioni, contattare gli uffici tecnici delle Zone Coldiretti.

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AGRITURISMO

Coldiretti in collaborazione con Terranostra ha incontrato le aziende agricole per approfondire la materia

Agriturismo: in vigore la nuova legge

C

on l’approvazione, avvenuta nel mese di marzo 2016 da parte della Giunta Regionale, del Regolamento relativo all’esercizio e funzionalità delle attività agrituristiche e dell’ospitalità rurale familiare, è diventata operativa la legge regionale n. 2 del 23 febbraio 2015 “Nuove disposizioni in materia di agriturismo”. Il settore è stato così allineato alle attuali esigenze degli agriturismo, ad oltre vent’anni dalla precedente normativa. Il Regolamento fissa i criteri per l’uso dei fabbricati rurali, le modalità di verifica della prevalenza dell’attività agricola su quella agrituristica, le norme sulla somministrazione di cibo e bevande e sulla ricettività. Vista la ricaduta sulle aziende di questa normativa, Coldiretti Cuneo, in collaborazione con l’associazione

provinciale Terranostra, ha organizzato un corso per le aziende aderenti al circuito. È stata questa l’occasione per approfondire, anche negli aspetti particolari di ogni azienda, le nuove disposizioni in materia di agriturismo elaborate dalla Regione. A questo appuntamento, sono seguiti degli incontri nelle principali zone della provincia, a cui hanno aderito le aziende agrituristiche, in cui sono stati esaminati i diversi adempimenti previsti e le novità introdotte dalla normativa.

Nella foto in alto il corso Terranostra, in quella in basso l’incontro della Zona di Savigliano

Gli Uffici di Zona della Coldiretti e la Segreteria Provinciale Terranostra saranno a disposizione con servizi di informazione e di consulenza, per accompagnare le aziende nell’ottemperare agli adempimenti della legge regionale, siano queste già in attività o in prospettiva di apertura.

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!

CHI PUò APRIRE UN AGRITURISMO Gli imprenditori agricoli ai sensi dell’art.2135 del codice civile. Possono essere addetti allo svolgimento dell’attività agrituristica, oltre all’imprenditore agricolo, i suoi familiari ai sensi dell’articolo 230 bis del codice civile, nonché i lavoratori dipendenti a tempo determinato, indeterminato e parziale

!

COSA PUò OFFRIRE UN AGRITURISMO ospitalità L’agriturismo può fornire uno o più dei seguenti servizi turistici in connessione con la propria attività agricola principale di coltivazione del fondo, di selvicoltura e di allevamento di animali

!

SOMMINISTRAZIONE PASTI Attività ricreative... OSPITALITà RURALE FAMILIARE

DOVE POSSO APRIRE UN AGRITURISMO In fabbricati rurali, o parti di essi, dotati di certificato di agibilità ed esistenti sul fondo da almeno tre anni In fabbricati rurali o parti di essi esistenti sul fondo edificati in origine per uso agricolo, la cui destinazione d’uso è stata modificata in altri usi negli ultimi cinque anni Presso la sede secondaria o le unità locali produttive al di fuori del fondo aziendale Negli spazi all’aperto per l’insediamento temporaneo di mezzi o allestimenti mobili

L’utilizzo dei fabbricati per l’attività agrituristica non comporta il cambio di destinazione d’uso agricolo

PISCINE

Sempre personale primo soccorso No assistente bagnanti se la piscina ha: Una superficie minore di 100 mq Ha un’altezza minore di 1.4 m


ospitalità

35 posti di cui 10 per bambini fino a 12 anni

IN ALLOGGIO IN CAMERE

con colazione mezza pensione pensione completa

Servizi minimi compresi nel prezzo:

Pulizia locali Cambio biancheria Fornitura energia elettrica, acqua, riscaldamento

IN SPAZI PER CAMPEGGIO Le aziende agrituristiche possono prevedere fino a 10 spazi tenda per un massimo di 30 posti letto

Per la colazione se l’azienda agricola non somministra prodotti propri, deve acquistare almeno l’80% di prodotti agricoli piemontesi

SOMMINISTRAZIONE PASTI

Il numero di coperti massimo è stabilito in relazione alle strutture aziendali ed alla potenzialità produttiva dell’azienda

Prodotto acquistato da aziende AGRICOLE PIEMONTESI

15%

max Prodotto acquistato da az. Artigiane piemontesi e/o DA AZ. AGRICOLE DI REGIONI LIMITROFE

max 15%

{

Prodotto DI PROVENIENZA aziendale

min 85%

{

aziendale + acquistato da az. AGR. piemontesi 85% Prodotto min 60% min 25% min

Prodotto proprio dell’azienda agricola sommato al prodotto proveniente dalla produzione di aziende agricole singole o associate, operanti nel territorio piemontese Prodotto acquistato direttamente da artigiani alimentari piemontesi e/o da aziende agricole di regioni limitrofe

Non rientrano in queste percentuali i prodotti complementari non ottenibili in Piemonte, esempio: sale, zucchero, spezie...

attività ricreative, culturali, didattiche, sportive Anche al di fuori dei beni fondiari, finalizzate alla valorizzazione del patrimonio rurale

OSPITALITà RURALE FAMILIARE

novità É una forma specifica di agriturismo con particolari regole:

LA PREVALENZA DELL’AZIENDA AGRICOLA È DATA PER ASSODATA incompatibile con altre forme ricettive o di ospitalità agrituristica conduzione diretta dello IAP e del coltivatore diretto massimo 10 pasti (20 se in montagna) massimo 10 posti letto aperta al massimo 270 giorni l’anno l’attività ricettiva si svolge solo nell’abitazione rurale dell’imprenditore agricolo



LETTERE

La posta del Coltivatore Patentino per il trattore: solo speculazione Egr. Direttore Ho letto sul mensile del decorso mese di febbraio che, come era da tempo nell’aria, è entrata in vigore anche la norma che prevede il patentino per l’uso del trattore e conseguentemente di determinate attrezzature di lavoro. Vorrei capire cosa di assolutamente indispensabile deve apprendere, in un percorso formativo di 5 ore, un operatore, che da decenni, ha usato il trattore e le attrezzature a questo collegate, nei più disparati lavori agricoli, per migliaia di ore lavorative. Non sarebbe auspicabile che questi operatori continuassero la loro attività come hanno sempre fatto senza essere così “umiliati”? E’ possibile che in decenni di esperienza non abbiano acquisito una sufficiente abilitazione, né siano in grado di ritenerla se ogni quinquennio tale abilitazione va rinnovata? A parere dello scrivente è un metodo per dar lavoro ad alcune categorie di persone battendo però cassa sempre dai già spremuti operatori agricoli. Verbalmente sembra che le autorità tutte, vogliano aiutare, in ogni modo, che si dedica alla terra, alla cura del suolo, ma nella realtà, le norme, la burocrazia, vogliono produrre effetti opposti, disincentivare ogni attaccamento o interesse. Ultimamente infatti sono state introdotte norme come “IMU” sui terreni non condotti

di

da coltivatori diretti; collaudo trattori ed attrezzi agricoli ogni cinque anni anche se usati in piccolissime tenute da operatori che senza alcun guadagno cercano di fare qualcosa di utile per la conservazione dell’ambiente; accatastamento e tasse dei così detti “ciabot” che per decenni hanno rappresentato un segnale di vita nelle campagne e che molti proprietari, per sottrarsi alle spese, hanno preferito demolire; norme nuove sul taglio, anche minimo, dei boschi. (Norme tutte che richiedono spese e tempo). Da quanto si nota non interessa molto l’insediamento, il lavoro di molti appassionati che, come i loro avi, cercano di proteggere le terre, spesso avute in eredità, dall’abbandono, da eventi disastrosi, dalle avversità metereologiche, dal degrado; forse sono preferibili alluvioni, smottamenti od altri eventi dannosi dove, in seguito, circolano ingenti somme di denaro e…… Grazie per l’ospitalità. Odello Carlo Niella Tanaro

E’ vero: sullo scorso numero de Il Coltivatore Cuneese abbiamo illustrato le scadenze previste dalla legge per i patentini per guidare i trattori. Lo abbiamo fatto perchè non potevamo assumerci, come Coldiretti, la responsabilità di non informare compiutamente i soci su una imposizione di legge. Ma questo non significa che Col-

diretti condivida l’impostazione data dal Governo. Anzi la norma avrebbe dovuto entrare in vigore già da alcuni anni ed è sempre stata rimandata per l’opposizione di Coldiretti, unica organizzazione anche del mondo agricolo che si è opposta. Alla fine hanno vinto le altre categorie che pur consapevoli dell’inutilità di quei corsi fanno lavorare molti laureati e disoccupati sulle spalle dell’agricoltore mascherandolo spesso con ragioni di sicurezza.

Grazie per i valori che trasmettete!

Egr. Direttore, Desidero congratularmi con La Vostra rivista che la mia Parrocchia riceve puntualmente ogni mese. La sfoglio con attenzione, leggo qualche articolo, ma in particolare, apprezzo molto la rubrica “Le nostre radici”, curata da Barba Bertu, la cui galleria di personaggi è sempre di grande edificazione; sono persone semplici, ma dai valori grandi, dalla storia personale sovente costellata di fatiche, sofferenze, dolori... Sono figure portatrici di grandi valori, tra cui, non meno importante, per me prete, la fede, la preghiera, la lettura del Vangelo e, soprattutto, l’altruismo e l’amore verso il prossimo, che talvolta rasenta l’eroismo! Grazie, Direttore, grazie di cuore e... continuate così ! don Giancarlo Airola Vicario di Marene

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REVISIONI M.A.

Proroga revisione macchine agricole al 30 giugno 2016

L

’articolo 7 comma 11-ter D. L. 210/2015, convertito con modifiche dalla L. 21/2016, ha ulteriormente prorogato al 30 giugno 2016 l’entrata in vigore del Regolamento per la revisione delle macchine agricole. Si ricorda che l’obbligo di revisione delle macchine agricole è previsto dall’articolo 111 Codice della Strada, riguarda le macchine agricole soggette ad immatricolazione ed “è finalizzato a garantire adeguati livelli CATEGORIE DI MACCHINE AGRICOLE DI CUI ALL'ART. 1, COMMA 1, LETTERA A)

di sicurezza nei luoghi di lavoro e nella circolazione stradale accertando lo stato di efficienza e la permanenza dei requisiti minimi di idoneità per la sicurezza della circolazione”. Si ricorda che il Decreto 20 maggio 2015 prevede una tabella concernente il calendario dei termini entro cui deve essere effettuata la revisione dei trattori agricoli in considerazione della data di prima immatricolazione degli stessi: TEMPI

Trattori agricoli immatricolati entro il 31 dicembre 1973

Revisione entro il 31 dicembre 2017

Trattori agricoli immatricolati dal 1° gennaio 1991 al 31 dicembre 2010

Revisione entro il 31 dicembre 2020

Trattori agricoli immatricolati dopo il 1° gennaio 2016

Revisione al 5° anno entro la fine del mese di prima immatricolazione

Trattori agricoli immatricolati dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 1990

Trattori agricoli immatricolati dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2015

Revisione entro il 31 dicembre 2018

Revisione entro il 31 dicembre 2021

Gli Uffici di zona Coldiretti sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento al riguardo. prima

ULTIMA ORA

Prestiti di conduzione 2016 La regione Piemonte ha aperto il bando 2016 per la concessione dei prestiti di conduzione agli imprenditori agricoli singoli. Il prestito, della durata massima di un anno, ha lo scopo di anticipare i capitali necessari per far fronte ai costi dei mezzi tecnici utilizzati nei cicli produttivi aziendali. Possono beneficiare dell’aiuto a titolo principale le piccole e medie imprese aventi sede operativa in Regione condotte da imprenditori agricoli singoli e da altre forme associate composte da meno di cinque imprenditori iscritte al Registro delle Imprese, che rispettino le norme in materia di previdenza agricola, che risultino in possesso di Partita I.V.A. per il settore agricolo e che abbiano costituito il fascicolo aziendale. Il contributo è finalizzato a coprire una parte degli interessi che l’azienda deve sostenere per accendere il prestito, la percentuale di aiuto è pari all’1 per cento per le imprese ubicate in zona di pianura e collina e dell’1,5 per cento per le aziende ubicate in zone di montagna. Nel caso in cui almeno il 50 per cento dell’importo del prestito sia assistito da garanzia prestata da Confidi il contributo aumenta di 0,30 punti percentuale. Le domande possono essere presentate fino al 31 maggio 2016. Per informazioni, contattare gli Uffici Zona Coldiretti.

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AMBIENTE

Vanno modificate le norme sui reflui zootecnici nelle zone vulnerabili da nitrati

N

ei giorni scorsi Coldiretti Piemonte ha avanzato osservazioni e proposto modifiche al Regolamento Regionale 10/R chiedendo una revisione delle zone considerate vulnerabili da nitrati, dei criteri di delimitazione delle stesse e delle modalità di individuazione delle cause di contaminazione, laddove queste ultime vengano registrate. Un tale riesame, reso possibile dalla recente emanazione di un nuovo Decreto, rappresenterebbe una occasione di grande importanza per l’agricoltura e l’ambiente Piemontese , di qui la richiesta di Coldiretti alla Regione di attivarsi per individuare le procedure tecniche necessarie ad acquisire un’adeguata conoscenza delle fonti di contaminazione di origine non agricola, utile alo scopo di riesaminare l’intera materia. Da tale analisi e dalla verifica dei valori attuali di concentrazione di nitrati nelle falde, volta all’individuazione di tutte quelle zone per le quali la concentrazione risulta oggi essere inferiore ai 50 mg/l, dovrà derivare una profonda revisione delle aree vulnerabile da nitrati di origine agricola, revisione che Coldiretti ritiene debba comportare una significativa diminuzione della loro superficie, nonché una effettiva mitigazione del regime vincolistico previsto a carico delle aziende zootecniche, laddove si

evidenzieranno diverse responsabilità nell’inquinamento da nitrati nelle falde. Coldiretti rileva inoltre che la Regione, pur a fronte del fatto che il nuovo Decreto Ministeriale non prevede, per le aree collocate al di fuori delle zone vulnerabili da nitrati un periodo di divieto di utilizzo dei reflui zootecnici, ha voluto riconfermare la proibizione di utilizzo agronomico, nel periodo compreso tra il primo dicembre e il 31 gennaio, dei materiali non palabili (liquami e digestato). Con riferimento a tale questione Coldiretti ha fermamente espresso la propria contrarietà non condividendo la decisione della Regione di mantenere vigente un regime vincolistico più rigido di quello stabilito a livello nazionale e approvato dall’UE.

Viene rilevato inoltre che Il nuovo Decreto attribuisce alle Regioni la possibilità di individuare diverse decorrenze dei tempi di divieto di distribuzione dei reflui nel periodo invernale, tenendo conto degli andamenti climatici, e ciò senza porre limiti rispetto alla tipologia di refluo considerato. A fronte di ciò la Regione Piemonte, con le modifiche apportate al Regolamento regionale 10/R, ha invece recepito tale possibilità limitatamente ai liquami lasciando al di fuori di tale possibilità ogni altra tipologia di refluo. Per ciò che attiene i limiti massimi di apporto di azoto di origine zootecnica nelle aree al di fuori delle ZVN, il nuovo Decreto ha previsto la possibilità di eccedere il limite massimo consentito di 340 kg/N ad ettaro, nei casi in cui l’effettivo fabbisogno delle colture praticate ecceda tale limite. Tale situazione nella nostra realtà si verifica con una certa frequenza stante la diffusione, in numerose aziende, della doppia coltura (es. mais + loietto o grano + sorgo. Anche in questo caso Coldiretti ritiene che il nuovo Piano d’Azione redatto dalla Regione Piemonte sia inadeguato, non avendo colto tale occasione e che, conseguentemente, lo si debba riesaminare con urgenza introducendo inoltre alcune semplificazione di tipo amministrativo.

O.N.A.Frut.: analisi sensoriale della frutta a Cuneo

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L’O.N.A.Frut. (Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Frutta), organizza delle serate di avvicinamento all’analisi sensoriale della frutta con momenti di assaggio e preparazione di piatti a base di frutta. Le serate sono rivolte a tutti coloro, consumatori agricoltori ed appassionati, che vogliono conoscere i profumi, i sapori e le sensazioni che si possono scoprire nella frutta. Il programma prevede un ciclo di quattro incontri teorico-pratici che si svolgeranno presso i locali del DiSAFA, ex Facoltà di Agraria di Cuneo, dotato anche di un laboratorio di analisi sensoriale, in cui i partecipanti potranno mettere in pratica le nozioni acquisite. Gli incontri si svolgeranno nelle serate del 20, 26 aprile e 3, 10 maggio 2016 e saranno incentrati sulle caratteristiche qualitative della frutta e sui fondamenti dell’analisi sensoriale. Le serate accompagneranno il consumatore attraverso il mondo della frutta, raccontata dalla sua origine alla sua valutazione sensoriale, approdando quindi all’assaggio vero e proprio della tipologia di frutta descritta, fino a scoprirne nuovi sapori anche grazie all’aiuto di uno chef. Per iscrizioni ed informazioni contattare la Segreteria O.N.A.Frut. al n. 0171.447249 oppure tramite e-mail: info@onafrut.it.


GREEN ENERGY

Produzione di energia da fonti rinnovabili per il settore agricolo

Grande attenzione dei giovani imprenditori per le energie rinnovabili

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olto partecipate le due giornate, organizzate nel mese di marzo nell’ambito del progetto BioEnergyFarm2 in collaborazione con Giovani Impresa Cuneo l’attenzione è stata posta in particolare al settore zootecnico e, nell’ambito di questo, al comparto dell’allevamento bovino da latte, con la finalità di cercare con un’unica formula risposte a due tra i più gravosi problemi che in questi tempi affliggono il settore. Da un lato la necessità di sviluppare processi produttivi in grado di garantire una corretta gestione dei reflui zootecnici, di assicurare sostenibilità ambientale ed un equilibrio tra necessità di tutela delle acque e necessità di sostenere, con adeguati apporti di nutrienti, le elevate rese

produttive delle colture tipiche delle aziende zootecniche. Parallelamente l’urgenza di individuare nuove formule in grado di garantire un reddito aggiuntivo rispetto a quello derivante dall’allevamento, attraverso l’utilizzo di sottoprodotti aziendali con processi che possono trasformare un problema, la gestione dei reflui, in una risorsa, come la produzione di energia da fonti rinnovabili. In tale ottica si pongono le visite compiute, da un nutrito gruppo di giovani imprenditori, a due impianti di biogas di piccola taglia alimentati pressoché esclusivamente con reflui zootecnici compiute rispettivamente il 7 di marzo a Revello, presso l’azienda agricola Crosetti Giovanni e figli, ed il 23 marzo a Beinette, presso l’azienda agricola di Bottasso Giuseppe.

Tali visite guidate, svolte nell’ambito del progetto BioEnergyFarm2 cofinanziato dall’UE, sono state precedute da lezioni in aula tenute da funzionari e tecnici della Coldiretti e dal DiSAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali ed Agroalimentari dell’Università di Torino). Comune la riflessione che, pur se quanto considerato non può rappresentare la soluzione a tutti i problemi, si tratta comunque di una tecnologia di grande interesse che potrà ancora in futuro costituire un’opportunità per alcune aziende della nostra provincia in funzione anche del sostegno che il Paese vorrà garantire per lo sviluppo di processi di produzione di energia da fonti rinnovabili. Visita il sito : www.bioenergyfarm.eu

Visita presso l’azienda agricola Crosetti Giovanni e figli a Revello

Visita presso l’Azienda di Bottasso Giuseppe a Beinette

Lezione in aula a Cuneo

Lezione in aula a Savigliano

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ATTUALITÁ

Continua la Convenzione con Donne Impresa e Pensionati Coldiretti

Prestofresco: fai la spesa con gusto, risparmiando!

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o scorso 25 febbraio, è stata rinnovata la convenzione tra Coldiretti e Prestofresco S.p.a rivolta a Donne Impresa e Pensionati Coldiretti. La convenzione consiste nello sconto del 10% su tutti i prodotti in vendita (esclusi quelli in offerta speciale) Nei punti vendita Prestofresco della provincia di Cuneo ( indicati nella tabella sottostante) e, a partire dal 12 aprile, in quello che sarà aperto a Paesana e prossimamente a Saluzzo. I negozi di prossimità Prestofresco sono anche nelle province di Torino, Alessandria, Novara, Vercelli, Milano, Varese e Savona (consultabili sul sito www.prestofresco.it). Per usufruire della convenzione, occorre esibire la tessera associativa di Donne Impresa e Pensionati Coldiretti.

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35ª Fiera Nazionale della MECCANIZZAZIONE AGRICOLA

Grazie!!! A tutti gli espositori, agli sponsor e ai migliaia di visitatori che credendo nella manifestazione hanno permesso a questa edizione di ottenere un grandissimo successo!!! Arrivederci al prossimo anno...

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FORMAZIONE

Dirigenti cuneesi: importante formazione

S

i è concluso il percorso formativo che ha coinvolto l’intera classe dirigente di Coldiretti Cuneo. A guidare la formazione Delia Revelli presidente Coldiretti Cuneo e Piemonte ed Enzo Pagliano direttore Coldiretti Cuneo. Il momento formativo mette in evidenza il ruolo socio politico dei “corpi intermedi” (sindacati, associazioni, organizzazioni..) che vivono un periodo di incertezza e di criticità. La tendenza attuale è quella di superare nell’assunzione delle decisioni politiche a livello nazionale ed europeo i “corpi intermedi”. Si sta assistendo ad un tentativo di renderli irrilevanti. Questa situazione non fa bene alla democrazia ed alla crescita sociale ed economica perché si generano delle caste autoreferenziali andando ad incidere negativamente sul dialogo costruttivo tra le esigen-

ze dei cittadini e le Istituzioni. Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte ha evidenziato come il successo delle battaglie di Coldiretti sia rivolto agli imprenditori agricoli professionali, ma questo passa attraverso il confronto e la condivisione con i cittadini consumatori. La presidente ha sottolineato che il “corpo intermedio” denominato Coldiretti ha ancora un senso compiuto. L’organizzazione ha obiettivi ambiziosi nell’interesse del Paese e delle imprese agricole associate. Ha quindi auspicato la partecipazione attiva di tutti i soci alla vita dell’organizzazione, ha stimolato la classe dirigente locale ad essere propositiva e cinghia di trasmissione tra il socio e chi ha responsabilità a livelli superiori, ma ha molto insistito sul “senso di appartenenza” ad una organizzazione come Coldiretti che è 1

passata dalla protesta alla proposta. Il direttore di Coldiretti Cuneo, Enzo Pagliano ha ripercorso le iniziative e i numerosi obiettivi raggiunti da Coldiretti che si è mossa e continuerà a farlo con una visione di insieme ed uno sguardo all’orizzonte europeo. Ha invitato la classe dirigente di Coldiretti Cuneo a fare sistema, ad essere momento di confronto e di verifica per dare un senso partecipativo dei soci alla vita dell’organizzazione. Di qui l’impegno a seguire le problematiche economiche guardando all’attuazione del nuovo piano di sviluppo rurale apportando, in senso costruttivo, modifiche e correzioni ai parametri per soddisfare uno strumento che deve essere visto dalle imprese agricole come un mezzo e non un fine, per attuare investimenti in un’ottica aziendale futura.

2

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1. Zona Alba-Cortemilia 2. Zona Bra, Fossano e Savigliano 3. Zona Cuneo 4. Zona Bra, Fossano e Savigliano

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5. Zona Mondovì-Ceva 6. Zona Bra, Fossano e Savigliano 7. Zona Saluzzo

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ORGANIZZAZIONE

gricola ia a al m Coldiretti Cuneo

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G L I I N CO N T R I

Donne Impresa Associazione Pensionati

Prossimi appuntamenti per le Zone di

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Donne Impresa e Pensionati: “L’economia agricola al centro”

BRA · FOSSANO · SAVIGLIANO · CEVA

stata una serie di appuntamenti di successo quella organizzata lungo tutto l’inverno dal coordinamento provinciale di Donne Impresa e il Consiglio Provinciale dei Pensionati. La prima riunione si è svolta a dicembre a Mondovì, per poi proseguire a gennaio 2016 incontrando i Soci e i Dirigenti delle zone di Alba, Cortemilia e Saluzzo, di Cuneo a febbraio e di Bra, Fossano, Savigliano e Ceva nel mese di marzo. Conclusi gli incontri, il 21 marzo si sono riuniti il Coordinamento di Donne Impresa e il Consiglio dell’Associazione Pensionati per discutere di quanto è emerso nelle varie Zone. “È stata un’importante occasione di confronto: mentre veniva presentata la situazione economica dell’agricoltura cuneese, grazie ai dati e le informazioni raccolti da Coldiretti, i partecipanti hanno contribuito a comprendere l’andamento reale dei vari settori produttivi e il loro futuro” ha dichiarato Lorenzo Bergese, presidente provinciale Pensionati. La presenza del Presidente e del Direttore della Federazione Provinciale nei vari appuntamenti ha por-

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I dirigenti provinciali hanno discusso i risultati degli incontri di questi mesi

Cherasco, 2 marzo 2016

tato l’attenzione sulla necessità di ricordare quali siano i numerosi risultati positivi che, durante il 2015, Coldiretti ha ottenuto. “Spesso un buon esito – ottenuto ad esempio con il latte in polvere, l’IMU o la compensazione dell’IVA – viene subito offuscato dalle situazioni problematiche che continuano a persistere o da nuove criticità. Ma ricordare gli effetti positivi delle nostre iniziative è essenziale per ribadire la necessità di essere uniti, solidali, e per darci l’energia per fare sentire ancora la nostra voce” ha detto in più occasioni il presidente Delia Revelli. Ceva, 14 marzo 2016

Ogni Zona ha evidenziato le difficoltà e le prospettive delle imprese agricole della Granda e un denominatore comune è stata la carenza di servizi nelle aree extra urbane. Silvia Viazzi, responsabile provinciale di Donne Impresa, ha fatto notare che “la diminuzione dei servizi, oltre a rendere più complesso vivere con la propria famiglia nei piccoli paesi rispetto a vivere in città, sta conducendo ad un sensibile aumento dei costi del fare impresa. Ogni zona ha già le criticità imprenditoriali legate al proprio settore e alla crisi di questi anni, bisogna garantire alle aziende la possibilità di puntare sull’innovazione: quella strada per il successo che molte imprenditrici hanno saputo percorrere in questi anni”. Infine si è parlato di un provvedimento del Governo che, nel mese di febbraio, ha destato scalpore: la trasformazione della pensione di reversibilità da prestazione previdenziale ad assistenziale, con la conseguenza che, tali pensioni, potrebbero in futuro essere notevolmente ridotte. Le dirigenze di Donne Impresa e dell’Associazione Pensionati si sono fatte carico di monitorare la situazione.


SOCIALE

Al via Esperienza Lavoro 5 L’iniziativa di inserimento e reinserimento lavorativo è promossa dalla Fondazione CRC e realizzata con la collaborazione di Coldiretti Cuneo, Confartigianato Cuneo, Confcommercio di Cuneo, Confcooperative Cuneo e Confindustria Cuneo

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artedì 29 marzo è stato firmato il protocollo operativo del progetto Esperienza Lavoro 5. Erano presenti alla firma il Presidente della Fondazione CRC Ezio Falco e i Presidenti e i Direttori delle Associazioni imprenditoriali; tra questi, il presidente di Coldiretti Cuneo, Delia Revelli, che ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, volta ad offrire una concreta opportunità di incontro tra gli abitanti della provincia cuneese e le imprese del territorio che hanno aderito al progetto. Esperienza Lavoro 5, accessibile a tutte le persone maggiorenni che

Nella foto: il Presidente della Fondazione CRC Ezio Falco, il Presidente della Coldiretti Cuneo Delia Revelli e i Presidenti e i Direttori delle Associazioni imprenditoriali della provincia di Cuneo.

abbiano assolto all’obbligo scolastico, promuove l’inserimento lavorativo dei giovani che sono alla ricerca della loro prima occupazione e il re-inserimento di adulti esclusi dal mercato del lavoro a causa della crisi. Attraverso lo strumento del tirocinio formativo è possibile svolgere un’esperienza lavorativa di 6 mesi, con un’indennità pari a 700 euro al mese, presso aziende della provincia di Cuneo. L’obiettivo finale è quello di dare alle persone la possibilità di imparare o re-imparare un lavoro con l’aspettativa di un’occupazione, e all’aziende l’opportunità di forma-

re manodopera per impieghi futuri. Il bando prevede la possibilità di candidarsi, da parte dei singoli, su opportunità di tirocinio già definite dalle aziende ospitanti che saranno pubblicate sul portale www. esperienzalavoro.info in due diversi periodi: dal 21 aprile al 6 maggio 2016 per quanto riguarda la prima finestra di candidatura, e dal 22 settembre al 7 ottobre 2016 per la seconda.

Per informazioni contattare Coldiretti Cuneo al numero 0171447337

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RICERCA

Il 7 marzo 2016 la Giunta camerale ha nominato i nuovi rappresentanti

Il CISeM rinnova il suo impegno per la Granda

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Durante il primo mandato triennale il CISeM ha agito su più fronti con azioni informative, progetti di ricerca e monitoraggio dell’operatività delle imprese sociali cuneesi, fornendo consulenza a dodici start up locali e con un concorso per le scuole per sensibilizzare i ragazzi alla cultura dell’imprenditoria sociale

i rinnovano i rappresentanti del CISeM (il Comitato per l’Imprenditorialità Sociale e Microcredito) che continua la sua attività sul territorio della Granda. Il gruppo di lavoro, istituito dalla Camera di Commercio di Cuneo, si occupa di monitorare l’economia locale e l’avanzamento delle proposte e dei suggerimenti nell’ambito della programmazione delle attività camerali e in particolare dell’analisi dei punti di forza e debolezza degli organismi del Terzo Settore, come le imprese e le associazioni sociali e i gruppi di volontariato. Il 7 marzo 2016 la Giunta camerale ha nominato Domenico Paschetta, rappresentante del settore della cooperazione, come Presidente del Comitato. Paschetta sarà affiancato nel Consiglio Camerale da Marcello Gatto, Presidente della Zona di Ceva di Coldiretti, da Sergio Marro e da Aldo Martina, in rappresentanza rispettivamente del settore del credito e dei consumatori. Marcello Gatto ha evidenziato che

“il CISeM ha un altro importantissimo compito: facilitare l’accesso al credito, soprattutto con il ricorso

al microcredito e diffondere la cultura della cooperazione allo scopo di potenziare la collaborazione tra Enti pubblici e privato sociale. È un’obiettivo che Coldiretti promuove con costanza da anni, soprattutto per la rivitalizzazione delle aree rurali e montane della nostra provincia”. Tra i componenti del gruppo di lavoro Coldiretti Cuneo è rappresentata anche da Marcello Cavallo, responsabile del settore sociale. Gli altri membri sono Elena Bottasso, per la Fondazione CRC, Claudio Mezzavilla, per la Caritas Diocesana di Cuneo, Paolo Tallone, per Acli Cuneo, Lorenza Bernardi, per Forum Terzo Settore Piemonte, e Fabrizio Clerico, per Federsolidarietà. Nel recente passato il CISeM è stato parte attiva nel coinvolgere gli attori del sociale e del sanitario della nostra provincia per individuare insieme delle soluzioni ai problemi esistenti. Inoltre i rappresentanti del Comitato fanno parte del tavolo di lavoro espresso dall’Amministrazione Provinciale su queste tematiche.

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DONNE IMPRESA

A Savigliano si è parlato di imprenditoria agricola al femminile

Il ruolo delle donne in agricoltura

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iovedì 10 marzo Silvia Viazzi e Laura Occelli, rispettivamente responsabile e coordinatrice provinciali di Donne Impresa Coldiretti, sono state invitate all’incontro organizzato dalla Consulta Pari Opportunità del comune di Savigliano e intitolato “Agricoltura oggi: il ruolo

delle donne imprenditrici”. L’incontro è stato l’occasione per presentare i progetti sociali promossi da Coldiretti, come Agritata e A Casa, iniziative che per il loro carattere innovativo, attento ai bisogni delle famiglie di oggi, hanno trovato in Donne Impresa il sostegno necessario alla loro diffusione.

Dal 19 al 26 febbraio un numeroso gruppo di Soci Coldiretti Cuneo e Torino ha partecipato alla crociera d’oriente con Dubai e gli Emirati Arabi

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AGRITATA

Aree rurali: ricche di natura, povere di servizi

L’Università “sposa” i progetti di welfare rurale “A Casa” e “Agritata”

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servizi A Casa e Agritata sono stati presentati al Convegno Internazionale sulle “aree fragili” organizzato a Rovigo, il 18 e 19 marzo, dalle Università di Pisa e di Trieste. Durante le due giornate di studio, intitolate “Ricche di natura, povere di servizi” e dedicate ai modelli di welfare rurale e montano di tutta Europa, i servizi gestiti da Linfa Solidale e promossi da Coldiretti Cuneo, presentati da una delegazione di Coldiretti, hanno destato l’attenzione degli studiosi e degli esperti del settore. “Quando i professori universitari che hanno organizzato il convegno ci hanno contattato, stavano cercando delle soluzioni reali ai problemi sociali e sanitari delle aree rurali: non cercavano parole, ma esperienze” ha

I progetti, elaborati da Coldiretti Cuneo, sono pensati e dedicati alle aree rurali e montane

Nella foto Maria Chiara Bellino, Coldiretti Piemonte, durante la presentazione dei servizi a Rovigo

dichiarato Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo. “Noi, da Cuneo, ne abbiamo potuti offrire ben due di casi concreti e già operativi, A Casa e l’Agritata. Entrambi i nostri progetti sono stati apprezzati dal pubblico proveniente da tutta l’Europa, che ne ha parlato come esempi di servizi innovativi e funzionali”. “Questi progetti, come molti altri, nascono dalle sinergie territoriali a cui Coldiretti Cuneo sta dando vita” ha detto Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo: “Il nostro scopo è prenderci cura delle aree rurali e montane e dei cittadini che lì vivono e, soprattutto, lavorano. Queste zone sono il motore economico dell’agroalimentare italiano ma la società, anche solo con l’indifferenza, spesso finisce con penalizzarle”.

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ENERGIA

Tutti gli aspetti di maggior interesse per i settori agricolo e forestale

Energia: al via il nuovo Conto termico

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ntesa raggiunta sul nuovo Conto termico. Il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e con quello delle Politiche agricole, riguarda l’aggiornamento del sistema di incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni. Il precedente decreto 28 dicembre 2012, denominato ‘conto termico’, infatti, aveva fatto registrare uno scarso utilizzo da parte degli operatori del settore, imputabile in gran parte alla complessità dei meccanismi di ottenimento degli incentivi previsti. Con il nuovo testo, anche in riferimento agli aspetti di maggior interesse per i settori agricolo e forestale, in sintesi, è stata prevista l’eliminazione dell’iscrizione ai registri per gli im-

pianti di climatizzazione invernale con pompe di calore, elettriche o a gas, e caldaie a biomassa aventi potenza termica superiore ai 500 kw, la predisposizione di una lista di ‘prodotti idonei’, l’erogazione di importi non superiori a 5.000 Euro in una uni-

ca rata, l’ampliamento delle modalità di pagamento, l’anticipo dei tempi di pagamento a 90 giorni dalla data di attivazione del contratto e la previsione di semplificare le modalità di compilazione della domanda attraverso il portale informatico del Gse.

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ENERGIA Si tratta, quindi, di un operazione di rimozione degli ostacoli di natura prevalentemente burocratica che finora hanno limitato il ricorso a questo strumento di incentivo ai piccoli interventi di efficienza energetica, di fondamentale importanza, invece, sia per le positive ricadute economiche per le attività legate alla filiera forestale e alla valorizzazione delle biomasse, sia per i positivi impatti ambientali che ne possono derivare. Come nel Conto Termico del 2012,restano incentivabili gli interventi di piccole dimensioni per i privati e cioè quelli di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale, anche combinati per la produzione di acqua calda sanitaria, dotati di pompe di calore, quelli di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti o di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali con impianti dotati di generatore di calore alimentato da biomassa, quelli per l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e/o ad integra-

Il nuovo decreto prevede l’introduzione di misure di semplificazione per superare le difficoltà di accesso, accorciare i tempi di erogazione delle risorse, ampliare la platea di interventi ammessi e adeguare i livelli di incentivo zione dell’impianto di climatizzazione invernale, anche abbinati a sistemi di solar cooling, per la produzione di energia termica per processi produttivi o immissione in reti di teleriscaldamento o teleraffrescamento, oltre a quelli di sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore e quelli di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi ibridi a pompa di calore. Una novità riguarda la taglia massima degli impianti per la produ-

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zione di energia termica da rinnovabili, che passa da 1 MW a 2 MW. Per quanto riguarda l’incentivo, si assiste ad un incremento: sale al 50% di copertura dei costi di investimento per gli interventi di isolamento termico nelle zone climatiche E/F e se l’isolamento è accompagnato dall’installazione di un nuovo impianti di climatizzazione invernale sale al 55% per entrambi gli interventi. La percentuale è del 65% per la trasformazione in “edificio a energia quasi zero” e per la sostituzione dei sistemi di illuminazione con dispositivi efficienti. Le spese per le diagnosi energetiche e la redazione dell’Attestato di prestazione energetica (APE), richiesti per la trasformazione in edificio a energia quasi zero e l’isolamento termico delle superfici opache, sono incentivabili al 50% per i privati. Per importi fino a 5mila euro, sia per i privati che per le amministrazioni pubbliche, l’incentivo viene corrisposto in un’unica rata. L’incentivo in nessun caso può superare il 65% della spesa sostenuta. I termini per l’erogazione dell’in-


DIFESA DEL REDDITO centivo dalla conclusione della procedura vengono dimezzati, passando da 180 giorni a 90. Come già detto, sul piano della semplificazione, è stata eliminata l’iscrizione ai registri per gli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore, elettriche o a gas, e caldaie a biomassa con potenza termica superiore a 500 kW. Il GSE dovrà anche predisporre una modulistica predeterminata e semplificata per la presentazione della domanda. Sarà, inoltre, redatta una lista di prodotti idonei con potenza termica fino a 35 kW e 50 m2 per i collettori solari per i quali si può usufruire di una procedura semiautomatica. Acquistando uno dei prodotti della lista, l’operatore accede a un iter semplificato per la compilazione della scheda domanda, in cui non è necessario indicare i dati relativi alla descrizione dell’apparecchio. Saranno, ancora, ammesse modalità di pagamento online e tramite carta di credito per attestare le spese sostenute (rispetto alle modalità del DM 28 dicembre 2012, che prevede che le spese siano certificate con fattura o bonifico bancario o postale).

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• Il rispetto per la terra è la strada giusta per il rispetto dell’uomo

Dal 1980

Regolamento Consortile; 4. Determinazione contributi consortili dell’anno 2016; 5. Determinazione iniziative per la difesa delle produzioni zootecniche e vegetali di cui all’art. 2 dello Statuto; 6. Determinazione delle procedure per l’assicurazione delle produzioni zootecniche e vegetali dell’anno 2016; 7. Varie ed eventuali. L’Assemblea Generale Ordinaria è convocata in prima convocazione per il giorno Giovedì 28 Aprile 2016 alle ore 9.00 presso la sede del Consorzio ed occorrendo in seconda convocazione Venerdì 29 Aprile 2016, alle ore 10.00, presso la sede del Consorzio in Corso Stati Uniti, 21 - Palazzo della Regione - Torino.

’assemblea parziale in provincia di Cuneo avrà luogo: Mercoledì 20 Aprile 2016, (alle ore 14.00 in prima convocazione) ed occorrendo in seconda convocazione alle ore 15.00, a Fossano (CN), presso il Salone “Brut e Bon”, area Foro Boario, per i consorziati della Provincia di Cuneo. L’Assemblea Generale Ordinaria dei delegati eletti nelle Assemblee Parziali con il seguente punto all’Ordine del Giorno: 1. Approvazione Bilancio Consuntivo 2015, della Relazione del CdA e del Collegio Sindacale; 2. Approvazione del Bilancio Preventivo 2016 e della Relazione Previsionale 2016; 3. Approvazione modifiche del

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Condifesa Cuneo fa il punto sull’annata 2015 e lavora per il futuro Lo strumento assicurativo è l’unico sistema che in caso di danni atmosferici permette di ottenere un risarcimento danni e salvaguardare il

I

reddito aziendale

l Condifesa di Cuneo con l’Assemblea generale dei Soci tenutasi il 1° Marzo 2016 ha archiviato l’anno 2015. Annata con valori ridotti rispetto al 2014, vuoi per l’emanazione del Piano assicurativo con notevole ritardo, vuoi per i ritardi nei pagamenti dei contributi da parte delle Amministra-

zioni pubbliche. E’ sufficiente dire che, per i contributi pubblici 2014, i produttori hanno incassato a scaglioni, fine giugno 2015, poi nel mese di settembre 2015 per finire di incassare il saldo nel mese di febbraio 2016. Per il saldo, il Condifesa ringrazia la Regione Piemonte, nella persona

dell’assessore Ferrero che ha autorizzato e anticipato somme rilevanti ad Arpea, affinché provvedesse al pagamento. Mentre il Condifesa che ha anche anticipato ai Soci l’integrazione del FSN, portando il contributo dal 65% fino all’80%, concesso nel PAAN 2014, resta ancora in attesa di rice-

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CONSORZI DI DIFESA vere da parte del Ministero oltre €. 2.300.000. Il Valore assicurato del 2015 è stato di €. 213.838.815, i premi pagati alle Compagnie sono stati €. 20.253.349, il contributo pubblico conteggiato dal Condifesa ammonterebbe a €. 11.358.459 pari al 56%, mentre è rimasto a carico delle aziende agricole il 44% pari a €. 8.977.209. Nel mese di dicembre 2015, le aziende hanno ottenuto risarcimenti dalle Compagnie per €. 21.913.303.

NUOVA CAMPAGNA ASSICURATIVA 2016

Aperta dal 7 Marzo 2016 la nuova campagna assicurativa, iniziata con un mese di anticipo rispetto al 2015, vuoi perché è stato emanato il Piano Assicurativo agricolo nazionale a fine 2015, vuoi per gli incontri avuti dalla Presidenza del Condifesa con i Responsabili delle maggiori Compagnie che operano sul mercato, a fine Dicembre 2015 ed inizio Gennaio 2016. La richiesta da parte del Condifesa è stata quella di far anticipare i tempi per la trasmissione delle tariffe, pre-

cisando che le tariffe siano sostenibili dalle aziende agricole, pur tenendo conto della contribuzione pubblica del 65%, e delle condizioni di polizza. I Soci per sottoscrivere i certificati collegati alle Polizze Collettive Agevolate devono: recarsi dal proprio CAA per predisporre il Fascicolo Aziendale ed il Piano Assicurativo Individuale prima di sottoscrivere i certificati, come impone la nuova normativa della PAC 2015-2020 per la Gestione dei Rischi. Visti i problemi legati al processo di semplificazione per la predisposizione dei PAI per il 2016, il Ministero ha concesso una deroga alla sottoscrizione del PAI per le coperture assicurative delle produzioni permanenti e autunno-primaverili. La possibilità di sottoscrivere i certificati assicurativi prima dell’emissione del PAI, è stata concessa solo per le tipologie di polizze con eventi catastrofali (Gelo). In ogni caso, questa possibilità è valida fino al 31 marzo 2016 ed il PAI deve essere predisposto entro il 30 aprile 2016. Sollecitiamo tutte le Aziende agri-

cole, visto il cambiamento climatico, ad utilizzare lo strumento assicurativo, che è l’unico sistema in caso di danni atmosferici per ottenere un risarcimento danni e salvaguardare il proprio reddito aziendale. Invitiamo le Aziende associate o non associate al Condifesa di Cuneo a prendere visione sul nostro sito web WWW.CONDIFESACUNEO.IT delle proposte offerte dalle Compagnie di Assicurazione, oltre alle condizioni di polizza. Ovviamente i Produttori non devono limitarsi a confrontare solo le tariffe ma valutare anche le varie condizioni contrattuali delle diverse Compagnie, franchigie, limiti di indennizzo ed eventuali applicazioni di scoperto. Il Condifesa è al servizio delle aziende agricole nei seguenti orari: dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8,30 – 12.30 / 14.00 – 17.00 nella Sede di Cuneo, nei Recapiti di Lagnasco il Mercoledì mattina dalle ore 10 alle 12 ed ad Alba il Giovedì mattina sempre dalle ore 10 alle 12.

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CREDITO

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ell’ambito aziendale, i processi di innovazione ed investimento rivestono un ruolo fondamentale; in un contesto di difficoltà economica e crisi internazionale risulta indispensabile la pianificazione, la programmazione e l’analisi anche da un punto di vista finanziario per la corretta gestione di un’impresa. Individuare al momento giusto le corrette fonti di finanziamento può costituire un vantaggio competitivo di primaria importanza, che può anche consentire di superare quella condizione di maggior rigidità che, da qualche tempo, si registra in riferimento all’operato del sistema creditizio. Per questo motivo, per fornire un supporto anche in termini di accompagnamento e consulenza nell’accesso al credito (oltre che a livello di concessione di garanzie), è stato costituito, nell’ambito del sistema servizi di Coldiretti, CreditAgri Ita-

Rinnovata la convenzione in essere tra la C.C.I.A.A. di Cuneo e CreditAgri Italia: possibile ottenere un contributo finalizzato a sostenere l’accesso al credito lia s.c.p.a. Un confidi operante con più di 200 banche, sull’intero territorio nazionale, la cui primaria finalità è quella di supportare gli oltre 18 mila soci e, più in generale, il tessuto imprenditoriale agricolo ed agro-alimentare. Un valore aggiunto che, in provincia di Cuneo, tale struttura può offrire alle imprese, è costituito dalla convenzione rinnovata con la Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura. L’iniziativa riproposta nel 2016 è

rivolta alle aziende agricole, agroalimentari, agro-meccaniche ed al sistema della cooperazione in genere; la stessa consente di ottenere un contributo in misura pari al 5% del valore dell’investimento effettuato e finanziato (entro i limiti stabiliti dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di stato). Un’agevolazione che permette di sostenere le realtà produttive che intendono realizzare investimenti strumentali all’attività svolta, attraverso la stipula di un finanziamento bancario assistito dalla garanzia rilasciata da CreditAgri Italia. L’agevolazione, inoltre, passa dal 5% al 6% in presenza di neo imprese (ovvero realtà produttive iscritte al Registro Imprese da meno di 18 mesi), al verificarsi di eventi calamitosi (ovvero quando il finanziamento garantito è finalizzato a sostituire il bene danneggiato), nonché qualora l’investimento posto in essere generi un incremento occupazionale.

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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

Interventi agronomici del mese

U

no sguardo alle coltivazioni del territorio mese per mese a cura dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo. Dopo i ritorni di freddo del mese precedente e le nevicate tardive inizia la stagione vegetativa delle colture. Nel dettaglio:

CEREALI: Terreno permettendo, procedere con le semine del mais valutando eventualmente l’ utilizzo di semente conciata con insetticidi o geodisinfestanti. Assieme alla semina procedere con il diserbo di pre emergenza o post emergenza precoce. Per gli autunno vernini effettuare il diserbo di post emergenza e valutare trattamenti con fungicici per septoriosi, mal del piede ed elmintosporiosi su orzo. Verso fine mese si apre la finestra delle semine della soia (diserbo pre emergenza).

FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI: Su mirtillo e mora con gemme ancora ferme o in fase di apertura si consiglia olio bianco minerale a bassa dose per il controllo della cocciniglia, valutare se aggiungere un insetticida per il controllo di afidi. Procedere alla pulizia delle fragole unifere anche con

In ottemperanza a quanto disposto dal decreto 22 gennaio 2014 (PAN) punto A.7.2 Difesa integrata obbligatoria l’ausilio di un fungicida; per i nuovi trapianti di fragole rifiorenti, invece consigliato lavaggio delle piantine con fosetyl alluminio.

FRUTTA: Drupacee in post fioritura e pomacee in prefioritura; si consiglia di iniziare la concimazione, preferibilmente organica. In tutte le specie risulta importante effettuare il controllo degli afidi e delle più precoci malattie fungine ed intervenire se necessario.

NOCCIOLO: Vista la fase fenologica varia che va dalla rottura delle gemme alla prima foglia in base all’esposizione e alla quota, si consiglia di controllare la presenza di Eriofide e di attendere alcuni giorni di sole e caldo per effettuare i trattamenti a base di zolfo. Per Batteriosi e cancro dei rami, appena possibile sarebbe consigliabile effet-

tuare un trattamento con rame a dosaggio minimo riportato in etichetta.

ORTICOLE: Inizia la stagione delle semine e trapianti con relativi diserbi di pre emergenza di patate e cipolle in pieno campo e di pomodori sotto serra (gestire temperatura ed umidità dei tunnel). Provvedere con i diserbi di pre emergenza sull’asparago. Intervenire con insetticidi per la mosca dell’aglio e con fungicida per la ruggine su aglio e con un insetticida contro gli afidi e un fungicida contro il mal bianco su pisello in pieno campo. VITE: Alla ripresa vegetativa, è necessario provvedere alla dislocazione dei dispenser per la confusione sessuale di tignola e tignoletta della vite, apportando le corrette scelte agronomiche e rinforzando i bordi esterni. Valutare la presenza di fori sui tralci riconducibili al bostrico della vite e in caso di presenza provvedere al controllo biologico mediante la posa di fascine di tralci legate al filo più alto della palizzatura del vigneto per attirare la deposizione delle uova dell’insetto che verranno poi allontanate dal vigneto e distrutte.

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SICUREZZA

Un vademecum che contiene tutto quello che è da conoscere per la sicurezza degli impianti nelle aziende

Rischi di natura elettrica: la legge e le sanzioni

I

l D.Lgs. 81/2008 impone al datore di lavoro di un’azienda agricola, di prendere le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione. Tale decreto prevede sanzioni a carico del datore di lavoro che non ottempera ai precetti di seguito esposti. Le sanzioni sono normalmente di carattere penale, nel momento in cui vengono ottemperate permettono al datore di lavoro di essere ammesso al pagamento di una somma in denaro per estinguere il reato. Tali somme, pari a un quarto del massimo dell’ammenda, vanno da un

Le strutture agricole e zootecniche sono classificate come ambienti particolari, che richiedono provvedimenti supplementari per la sicurezza minimo di € 1315,20 ad un massimo di € 1753,60 per ogni precetto violato in materia di sicurezza degli impianti elettrici. Per attuare ciò, si fa ricorso alle norme CEI 64-8 che evidenziano l’importanza di considerare le condizioni ambientali per la realizzazione

e il mantenimento dell’impianto elettrico. Gli impianti e i componenti devono essere in grado di resistere alle sollecitazioni elettriche, meccaniche, climatiche ed ambientali nel punto di installazione (ambienti esterni, stalle, locali deposito e lavorazione prodotti). Pertanto le norme CEI 648/7 classificano le strutture agricole e zootecniche come ambienti particolari, che richiedono provvedimenti supplementari per la sicurezza. Per le realtà zootecniche si tratta infatti di ambienti con presenza di animali, quasi sempre umidi o bagnati, polverosi, soggetti a spruzzi di liquidi e deiezioni, con sollecitazioni meccaniche pesanti e spesso con rischio d’incendio accresciuto dalla presenza di notevoli quantità di so-

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SICUREZZA

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di tempo da adottare può essere per esempio di 5 anni, con l’eccezione dei posti di lavoro o luoghi in cui esistano rischi di degrado, di incendio o di esplosione, per i quali sono richiesti intervalli di due anni, esistendo un maggiore rischio. All’esito dei controlli degli impianti elettrici e delle scariche atmosferiche, effettuati su iniziativa del datore di lavoro da parte di un’impresa qualificata o da un professionista, viene rilasciato un verbale che deve essere conservato ed esibito agli organi di vigilanza in caso di accertamenti. Inoltre, il D.P.R. 462/2001 prevede che vengano effettuate anche le verifiche periodiche degli impianti elet-

trici di messa a terra e delle scariche atmosferiche per tutti i luoghi di lavoro, secondo i medesimi intervalli temporali precedentemente elencati. Tali verifiche periodiche sono effettuate da Organismi abilitati su diretta chiamata del datore di lavoro entro 5 anni (locali zootecnici compresi), ovvero 2 anni per quei locali di pertinenza dell’azienda che sono stati classificati a maggior rischio in caso di incendio o rischio esplosione. Infine, si vuole ricordare che gli impianti elettrici di un’azienda agricola sono rientrati nell’obbligo di dichiarazione di conformità rilasciata dall’impresa installatrice se costruiti, modificati, ampliati o resi adeguati dopo il 6 marzo 1990. Tale obbligo è stato confermato anche dal D.M. 37/2008 che ha sostituito la legge precedente. Nel caso in cui la Dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale atto deve essere sostituito da una Dichiarazione di rispondenza rilasciata da un’impresa installatrice, ovvero da un professionista iscritto al relativo albo.

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stanze combustibili (paglia, fieno). La presenza di polvere, tipica di particolari processi lavorativi, potrebbe inoltre determinarne la classificazione come luoghi con pericolo di esplosione. La Norma 64-8/7 - cap. 705, si applica ai locali di ricovero degli animali e anche a tutti i luoghi esterni o interni di funzionamento degli impianti di distribuzione di mangimi, foraggi e di mungitura, ovvero destinati alle lavorazioni o al deposito di prodotti agricoli con esclusione, anche se facenti parte dell’azienda, dei locali ad uso civile che non contengono prodotti agricoli o animali (abitazioni, uffici, ecc..). Questi tipi di impianti devono, ai sensi del D.Lgs. 81/2008, essere periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente per verificarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza, da parte di personale qualificato (imprese o professionisti del campo elettrico). La norma tecnica CEI 64-8/6 prevede che l’intervallo

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NOTIZIE DAL MONDO DEI CAVALLI

Raduni e passeggiate 2016/17 APRILE:

Il 17: Passeggiata della Madonnina all’ Oasi di S. Albano Stura; Info & Prenotazioni: Silvio Regis 338-254 2192 e Roby Caula 347-164 6310 Il 24: Passeggiata ai Chiot- Rosa (Valloriate CN), Info & Prenotazioni: Michele Donadio 3328-015 2568 e Andrea Tardivo 345-243 5961

MAGGIO:

Il 1°: Caccia al tesoro a Castelletto Stura, Info & Prenotazioni: Silvio Regis 338-254 2192 & Roby Caula 347-164 6310

Il 1°: Fiera di San Pio di Roccaforte : Info & Prenotazioni: Gavotto Dario 320-448 6540 e Dho Pierpaolo 347990 7343 L’8: A Spas a Caval (Caraglio), Info & Prenotazioni: Ivo Bianco 335-687 4008 e Debora Vigna 333-582 5948

Il 15: Raduno del Cascinale S.Rocco Bernezzo: Info & Prenotazioni: Sonny Crocetta 327-008 2855

ESECUZIONE POZZI

Il 29: Passeggiata agli Scavi Romani (di Bene Vagienna CN), Info & Prenotazioni: Mauro Manassero 335-687 2439 e Alessio Massimino 334-921 6542

GIUGNO:

Il 4 e il 5: Raduno dei Servaj a Bombonina, Info & Prenotazioni: Silvio Regis 338-254 2192 & Roby Caula 347-164 6310

L’ 11 e il 12: Raduno Passatore. Info & Prenotazioni, (Pro –loco) Luca Lerda Juky 328-049 5402 e Andrea

Sarvia 339-807 1186

L’ 11 e il 12: Raduno di Ormea CN; Info & Prenotazioni ( Ristorante Payarin e Raduno) Carlo Costalla 333134 1915

Il 18 e il 19: Raduno Garessio, Info & Prenotazioni ( Pro- loco), Paolo Sappa 347-556 9893

Il 26: Passeggiata alle Meschie Pradeboni, Info & Prenotazioni: Silvio Regis 338-254 2192 & Roby Caula 347-164 6310

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NOMINE

Marco Didier è il nuovo presidente provinciale delle Acli Marco Didier, 47 anni guiderà l’associazione nei prossimi anni . Il nuovo presidente è stato eletto dal neo eletto Consiglio provinciale, riunitosi per la prima volta dopo il congresso del 13 marzo, lo scorso 22 marzo, nel seminario vescovile del capoluogo. Didier, nato ad Asti e residente a Rodello, avvocato con studio legale in Alba, coniugato con due figli e assessore al Comune di Rodello, che ha ottenuto i voti di 33 consiglieri sui 37 aventi diritto. Succede a Giuseppe Andreis che, dopo un mandato di quattro anni, ha scelto di non ricandidarsi. Ad affiancare l’avvocato Didier sono stati eletti come vice presidenti: Elio Lingua (presidente vicario) e Paolo Giordano. Oltre ai due vice, fanno parte della presidenza provinciale: Bruno Massa, Renato Origlia, Mario Tretola e Mariangela Tallone. Auguri di buon lavoro da parte della dirigenza di Coldiretti Cuneo.

Michele Cottura è il nuovo direttore dell’Inps di Cuneo

Il nuovo Direttore Provinciale dell’Inps è Michele Cottura, 48 anni, sposato con due figli. Il Dott. Cottura, saluzzese, è originario di Envie, dove i suoi genitori svolgevano attività di coltivatori diretti. Dopo aver conseguito la laurea presso la facoltà di Giurisprudenza di Torino e un master in Management Pubblico all’Università di Perugia ha lavorato, a partire dal 1991, come dipendente del Servizio per i Contributi Agricoli Unificati (SCAU) e come funzionario dell’agenzia INPS di Saluzzo, prima di vincere il concorso da dirigente presso l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. È tornato in Piemonte dopo tre anni e mezzo alla guida della sede provinciale di Savona. “Conosciamo ed apprezziamo il Dottor Cottura da molto tempo – dichiara Roberto Bianco, direttore del Patronato EPACA Coldiretti Cuneo – dallo SCAU all’INPS di Saluzzo, dove ha sempre lavorato nel rispetto delle norme vigenti, con un’attenzione particolare ai bisogni delle singole persone”. Cottura, nominato dal Direttore Regionale Dott. Gregorio Tito, è entrato in servizio il 1° marzo

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Benvenuto ad Alba, Mons. Brunetti

È il canonico Marco Brunetti, 53 anni, del clero dell’arcidiocesi di Torino, il nuovo vescovo della diocesi di Alba. Padre Brunetti, nato a Nichelino il 9 luglio 1962, ordinato sacerdote nel 1987, era finora direttore dell’ufficio di Pastorale della Salute nell’arcidiocesi di Torino (dal 1996). Gli altri incarichi pastorali più significativi da lui svolti sono stati: dal 2005 Direttore delle tre Case del Clero diocesano; dal 2006 incaricato regionale della Pastorale della Salute; dal 2010 Canonico del capitolo metropolitano della cattedrale di Torino; delegato diocesano per i sacerdoti anziani, membro della consulta nazionale per la Pastorale della Sanità della Cei. Succede a Mons. Giacomo Lanzetti che ha rinunciato alla cattedra vescovile per motivi di salute. La sua ordinazione episcopale è avvenuta domenica 13 marzo nella cattedrale di San Lorenzo. A celebrare la Santa Messa è stato l’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia. Coldiretti Cuneo formula i migliori auguri di buon lavoro a Mons. Brunetti.

Ufficio zona di Alba tel. 0173292711 Ufficio zona di Bra tel. 0172429411 Ufficio zona di Ceva tel. 0174701103 Ufficio zona di Cortemilia tel. 017381153 Ufficio zona di Cuneo tel. 0171447227 Ufficio zona di Fossano tel. 0172698711 Ufficio zona di Mondovì tel. 0174560211 Ufficio zona di Saluzzo tel. 0175210211 Ufficio zona di Savigliano tel. 0172727000

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SALUTE

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LE CAUSE

L’intolleranza al lattosio è causata dall’incapacità dell’intestino di scindere lo zucchero complesso contenuto nel latte e nei suoi derivati. Il problema nasce dalla carenza o dall’assenza di un enzima, il lattasi, in assenza del quale il lattosio rimane nell’intestino indigerito ed attaccato dalla flora batterica che lo fermenta, causando scorie e sintomi come il malessere intestinale e i gas.

I SINTOMI

I sintomi più comuni, che compaiono in genere da 30 minuti a 2 ore dall’ingestione sono: dolori addominali di tipo crampiforme, meteorismo intestinale, diarrea, accompagnati spesso da rash cutanei (cambiamen-

Breath test diagnosi dell’intolleranza al lattosio to del colore e dell’aspetto della pelle associato ad un’irritazione o un rigonfiamento della pelle. In molti casi si presenta come uno sfogo rosso, pruriginoso e dolente, ma a volte può anche essere formato da bollicine o da placchette ruvide).

LA DIAGNOSI

Tra i diversi test utilizzati per valutare l’intolleranza al lattosio, si è recentemente resa disponibile una metodica di laboratorio denominata Breath Test all’Idrogeno, o più comunemente nota come Test del Respiro, che consiste in un esame semplice e non invasivo dall’elevata accuratezza diagnostica.

IN COSA CONSISTE

Il test consiste nella raccolta ogni

30 minuti di campioni di aria espirata, prima e dopo l’ingestione di una soluzione di 25 gr. di lattosio, per una durata di 4 ore. Il paziente deve presentarsi a digiuno e trattenersi presso la sede per l’intera durata del test. Per poter effettuare il test è necessaria la prenotazione; al momento della prenotazione saranno fornite al paziente le preparazioni all’esame e le indicazioni per la dieta da seguire il giorno prima dell’esame.

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SALUTE

Presso l’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, vi è l’ambulatorio di citologia nasale di secondo livello

Il “naso ribelle” si cura in équipe

S

i chiama volgarmente “naso ribelle”, è il naso di quei pazienti che presentano sternuti, secrezioni aumentate, prurito o bruciore, ma soprattutto è il naso chiuso che non lascia respirare. Il naso è “ribelle” ai trattamenti instaurati dal paziente. I sintomi sono presenti tutto l’anno, in assenza di positività di comuni test allergici. Un aiuto concreto per affrontare il problema lo offre la citologia (scienza che studia la cellula) che, oltre alle diagnosi delle riniti cellulari, permette di evidenziare batteri, funghi e le alterazioni cellulari indotte dai virus. L’ospedale Santa Croce e Carle dispone di un ambulatorio di citolo-

gia nasale di secondo livello presso il reparto di Otorinolaringoiatria. Spiega il responsabile dr. Cristiano Lingua: “I pazienti sono inviati dallo specialista, otorinolaringoiatra, pneumologo e allergologo, dopo una valutazione di primo livello. Presso l’ambulatorio si esegue un prelievo di cellule, mediante il lavaggio del turbinato inferiore generalmente, strisciato su vetrino, poi colorato e visto al microscopio ottico. Il paziente completa il percorso diagnostico con i test allergologici (eseguiti presso l’Allergologia) e la rino-manometria (cioè la misura delle resistenze nasali, eseguito dall’Otorinolaringoiatria). Con tale approccio integrato, è possibile

avere una visione globale delle problematiche nasali”. La corretta diagnosi e la prescrizione di una terapia idonea migliora la qualità di vita del paziente e diminuisce i costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale causati dalla cronicizzazione. Le riniti croniche possono complicarsi in sinusite cronica e poliposi nasale. Molti soggetti con rinite non allergica sviluppano nel tempo la poliposi nasale, patologia che può ripresentarsi dopo asportazione chirurgica. Sia la rinite non allergica che la poliposi nasale si riscontrano di più in alcuni soggetti: pazienti allergici, asmatici, intolleranti all’acido acetil-salicilico. Dal

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LAVORO

La nuova disciplina è in vigore dal 12 marzo 2016

Dimissioni e risoluzioni consensuali solo in forma telematica

L

’articolo 25 D. Lgs. 151/2015 (uno dei Decreti attuati del Job Act) ha previsto che le dimissioni e le risoluzioni consensuali siano presentate in modalità esclusivamente telematica, a pena di inefficacia. La norma ha trovato concreta attuazione con il Decreto Ministeriale 15 dicembre 2015, che è entrato in vigore dal 12 marzo 2016 (pertanto, per le dimissioni e risoluzioni consensuali presentate da tale data). La nuova disciplina non trova applicazione nei casi di: • Lavoro domestico; • Recesso durante il periodo di prova; • Dimissioni e risoluzione consensuale in sede “protetta” (transazione in sede sindacale, in commissione di conciliazione, in sede giudiziale oppure in commissione di certificazione); • Dimissioni e risoluzione consensuale della lavoratrice durante il periodo di gravidanza e del lavoratore o lavoratrice fino all’età di tre anni del bambino: in tal caso, è prevista la convalida all’Ispettorato del Lavoro.

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Il metodo tradizionale per ridare il sorriso ai pazienti che devono sostituire un’intera arcata dentaria è la protesi mobile, la classica dentiera. Chi porta questo tipo di protesi ne conosce però bene i limiti: palato lungo per aumentare la tenuta, scarsa sensazione del gusto dei cibi, necessità di ricorrere a paste adesive o a continue ribasature per evitare che la protesi balli. Oggi l’odontoiatria moderna ha a portata di mano le soluzioni più confortevoli per evitare tutto questo: gli impianti. Gli impianti sono delle vere e proprie radici artificiali che permettono, con un semplice intervento, di fissare in giornata la vecchia protesi, in tempi brevi e con costi molto contenuti.

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Il lavoratore può rivolgersi agli Uffici di zona Coldiretti e al Patronato Epaca per esperire la pratica La nuova modalità, alquanto complessa e che sicuramente creerà non pochi problemi applicativi, può sintetizzarsi nel modo seguente: A – il lavoratore deve: 1. richiedere il codice PIN INPS accedendo al sito www.inps.it (sempreché non l’abbia già ottenuto in passato); 2. registrarsi al Ministero del Lavoro, accedendo al sito www.cliclavoro.gov.it (sempreché non l’abbia già fatto in passato); B – il lavoratore: 1. deve accedere al sito del Ministero del lavoro: www. lavoro.gov.it form on-line per la trasmissione della comunicazione; 2. andare alla pagine dedicata e aprire il form on-line per l’immissione dei dati relativi alla comunicazione di dimissioni o di revoca; 3. inviare il modello C – il modulo di dimissioni/risoluzione consensuale/ revoca verrà trasmesso: 1. al datore di lavoro; 2. alla Direzione territoriale del lavoro competente.

Entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo, il lavoratore ha la facoltà di revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le medesime modalità. Tale procedura può essere svolta dal lavoratore per il tramite dei patronati. Pertanto gli Uffici di zona Coldiretti e del Patronato EPACA sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.


EPACA

La pensione agli invalidi civili Chi sono i soggetti interessati?

Possono essere interessati tutti i soggetti in età lavorativa tra i 18 e 65 anni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche di natura fisica e/o psichica ed intellettiva che abbiano una riduzione della capacità lavorativa non inferiore ad un terzo. Anche i minori di diciotto anni affetti da malattie e menomazioni permanenti che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le Importi mensili

funzioni proprie della loro età rientrano nella categoria degli assistibili. Infine, i cittadini ultra sessantacinquenni affetti da malattie e menomazioni permanenti e croniche possono ottenere l’indennità di accompagnamento qualora necessitino di assistenza continua per incapacità a compiere gli atti della vita e/o impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore.

Quali sono i Limiti di reddito?

Per l’attribuzione della pensione agli invalidi civili sono presi in considerazione soltanto i redditi personali del richiedente e gli stessi, per l’anno in corso, non devono superare € 4.800,38 se riferiti all’invalidità parziale e € 16.532,10 se attinenti all’invalidità totale. L’indennità di accompagnamento è erogata indipendentemente dalle condizioni economiche dell’interessato.

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Invalidità civile parziale (dal 74% al 99%)

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Che documenti devono essere inoltrati a corredo della domanda?

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a corredo della relativa domanda è costituita dal certificato medico su modulo INPS (telematico), dal codi-

€ 16.532,10 annui -

ce fiscale e dalla carta d’identità del richiedente. Si ricorda che dal 01 aprile 2010 la www.tec-artigrafiche.it

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EPACA

OPZIONE DONNA

L

’opzione donna permette alle lavoratrici l’accesso al trattamento pensionistico anticipato in presenza dei prescritti requisiti contributivi ed anagrafici, a condizione che tali soggetti optino per il sistema di calcolo contributivo. Il comma 281 della legge di stabilità 2016 consente l’accesso alla pensione anche qualora la decorrenza del trattamento pensionistico sia successiva al 31 dicembre 2015, ferma restando la maturazione dei requisiti entro tale data. In estrema sintesi la facoltà di opzione può essere esercitata dalle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2015 abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica pari o superiore a 57 anni e 3 mesi per le dipendenti e 58 anni e 3 mesi per le autonome a prescindere dalla data di decorrenza del trattamento pensionistico.

presentazione delle domande d’invalidità civile avviene “esclusivamente” tramite programma telematico INPS. Tale procedura, disponibile presso il Patronato EPACA, consente di dialogare con l’INPS e ridurre i tempi di attesa per ottenere le pensioni agli invalidi civili.

Importante

Al fine di velocizzare la trattazione di queste istanze, invitiamo tutti gli interessati ad avvalersi della professionalità del Patronato EPACA di Coldiretti che, coadiuvata dai consulenti medico-legali e legali convenzionati, garantiranno l’assistenza in merito alla gestione di queste pratiche in ogni fase, dalla prima istanza sino al ricorso medico legale. Gli Uffici del Patronato EPACA sono a disposizione per i chiarimenti in merito.

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Pertanto, la data del 31 dicembre 2015 è da considerarsi quale termine entro il quale devono essere soddisfatti i soli requisiti contributivi e anagrafici per il diritto alla pensione di anzianità in regime “sperimentale donna”. ATTENZIONE – il diritto all’opzione donna deve essere opportunamente verificato, non sempre il calcolo contributivo è dannoso per il lavoratore (la pensione con opzione donna, rispettati i requisiti reddituali, è integrabile al trattamento minimo), gli uffici del Patronato EPACA sono a disposizione per la consulenza in merito.


EPACA

Proroga al 31/03/2017 dei certificati esenzione ticket per reddito La Regione Piemonte, al fine di evitare disagi agli assistiti, ha confermato fino al 31 marzo 2017 la validità dei certificati di esenzione per reddito dalla compartecipazione alla spesa sanitaria sia per la specialistica sia per la farmaceutica riguardanti le seguenti categorie: CATEGORIA E01 E03 E04

BENEFICIARI

cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a euro 36.151,98 (il minore al compimento del sesto anno non potrà più usufruire di tale esenzione); titolari di pensione o assegno sociale e loro familiari a carico;

titolari di pensioni al minimo di età superiore a sessant'anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a euro 8.263,31, incrementato fino a euro 11.362,05 in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori euro 516,46 per ogni figlio a carico.

E’ stata, inoltre confermata, sempre fino al 31 marzo 2017, anche la validità dei certificati di esenzione per la sola spesa farmaceutica, riportanti il seguente codice: CATEGORIA

BENEFICIARI

E05

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CHE COSA DEVE FARE CHI E’ IN POSSESSO DEL CERTIFICATO DI ESENZIONE CON CODICE E02 CON SCADENZA 31 MARZO 2016? L’avente diritto (disoccupato, iscritto al Centro per l’Impiego - non in cerca di un primo lavoro, e suoi familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a euro 8.263,31, incrementato fino a euro 11.362,05 in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori euro 516,46 per ogni figlio a carico) deve rinnovarlo, recandosi presso uno degli sportelli di “Scelta/ Revoca” delle sedi territoriali dell’ASL o inviando relativa autocertificazione sul reddito, compilata e sottoscritta, tramite persona di fiducia munita di documento di identità del sottoscrittore. (Riferimento al reddito complessivo familiare lordo dell’anno precedente). COME SI UTILIZZA IL CERTIFICATO DI ESENZIONE? Il certificato viene esibito al Medico di famiglia o ad altro Medico prescrittore che provvederà a trascrivere il codice di esenzione sulla ricetta di prescrizione.

AVVERTENZE 1..Si precisa che, in caso di eventuale perdita dei requisiti reddituali che danno diritto all’esenzione, l’assistito è tenuto a darne tempestiva comunicazione all’ASL per la cessazione del diritto all’esenzione e, comunque, a non avvalersi più di tale diritto e, pertanto, a non utilizzare più il certificato di esenzione per reddito. 2..Si ricorda che eventuali abusi di utilizzo del certificato di esenzione, in carenza dei requisiti prescritti dalla legge, comporta responsabilità amministrative e penali, di cui all’art. 75 del D.P.R. 445/2000 e s.m.i.. 3..Si precisa che la scadenza della proroga potrà essere anticipata nel momento in cui verranno attivate le funzionalità che consentono al cittadino la presentazione on line delle autocertificazioni per le esenzioni per reddito. 4..Si precisa, inoltre, che la scadenza della proroga potrà essere anticipata anche qualora entrino in vigore le disposizioni normative relative ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, al momento in via di definizione a livello nazionale, che prevedono il riferimento a situazioni reddituali/patrimoniali risultanti dai modelli ISEE.

Gli uffici del Patronato EPACA di Coldiretti nonché gli “Sportelli (in) Salute” attivati presso gli Uffici Coldiretti di Ceva, Mondovì, Alba e Bra sono a disposizione l’assistenza in merito.


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Il Premio Giornalistico del Roero è riservato ad articoli e servizi pubblicati su testate a diffusione locale, nazionale e internazionale, (quotidiani, settimanali, mensili, trasmissioni radiofoniche e televisive, sistemi telematici e siti web). Nell’edizione 2016 saranno presi in considerazione gli articoli e i servizi pubblicati tra il 1° giugno 2015 e il 31 maggio 2016, che abbiano focalizzato i temi riguardanti la realtà, la storia e le prospettive future del Roero con espliciti riferimenti agli aspetti vitivinicoli e agricoli, economici, umani, sociali, gastronomici, tradizionali e culturali. Le categorie degli articoli e gli importi del Premio sono le seguenti: Premio testate a diffusione nazionale (Italia) € 3.000,00; Premio testate a diffusione internazionale: €3.000,00; Premio testate a diffusione locale: €1.000,00. La partecipazione degli articoli avviene con l’invio degli elaborati all’Associazione “Premio Giornalistico del Roero” da parte degli autori oppure su selezione autonoma da parte dell’organizzazione. Chi avesse la necessità di ricevere altre informazioni potrà rivolgersi alla Segreteria del Premio o consultare il Bando allegato, presente anche sul sito dell’Associazione: www.premiodelroero.it La Giuria si riunirà entro il 10 luglio 2016 per esaminare gli articoli in concorso.

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SCADENZE

Scadenze 15 APRILE IVA FATTURAZIONE DIFFERITA Entro tale data deve essere emessa, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di marzo, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè marzo.

18 APRILE (essendo il 16 sabato)

VERSAMENTO RITENUTE FISCALI Scade il termine per i versamenti diretti, con modello F24, delle ritenute effettuate nel mese di marzo sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IMPOSTA MARZO

VALORE

AGGIUNTO

MESE

DI

Annotazione di liquidazione per il mese di marzo e versamento dell’eventuale imposta, con modello F24 telematico, da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola d’impresa e di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a euro 400.000,00, se prestazione di servizio o di euro 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66, legge 427/93.

20 APRILE

TRASMISSIONE SPESOMETRO Entro tale data devono essere inviate telematicamente le comunicazioni delle operazioni rilevanti ai fini IVA (speso metro) relative all’anno 2015 per tutti i contribuenti IVA compresi i soggetti esonerati IVA (con esclusione dei contribuenti IVA mensili la cui scadenza era prevista al 10/04/2016).

26 APRILE (essendo il 25 aprile festivo)

ACQUISTI – CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI - MESE DI MARZO

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Entro tale data scade il termine per i contribuen-

ti mensili per la trasmissione in via telematica, all’Agenzia delle Dogane, dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di marzo. ACQUISTI – CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI - 1 trimestre

I soggetti che hanno realizzato nei quattro trimestri precedenti, rispetto a quello di riferimento, cessioni, acquisti di beni e prestazioni di servizi rese o ricevute di importo non superiore a 50.000 euro debbono trasmettere in via telematica gli elenchi delle operazioni effettuate nel 1 trimestre 2016.

30 APRILE 2016

IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse.

Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI

I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta, il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente.

15 MAGGIO 2016

IVA FATTURAZIONE DIFFERITA

Entro tale data deve essere emessa la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di aprile la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna cioè aprile.


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Dirsi “Ti amo”, oppure “Sto cercando proprio te” suona meraviglioso, in tutte le lingue del mondo... Ma dirlo in piemontese è addirittura fantastico e curioso. Sì, perché aggiunge un sapore originale al messaggio e lo personalizza. È come se il classico “messaggio nella bottiglia” fosse lanciato in mare per arrivare a un’unica persona. Forse è questo il motivo per cui in questi giorni impazza sui social la moda di scrivere messaggi di cuore in piemontese per la ricerca dell’anima gemella, una moda che sembra essere stata lanciata dall’agenzia Anna & Anna di Carmagnola, cogliendola dai desideri dei propri soci. E adesso i messaggi in piemontese sono diventati in tutta la loro ricchezza una mania che rimbalza nel web di sito in sito, fino ad approdare in alcune delle pagine Facebook specializzate in detti e adagi piemontesi. A proposito di messaggi e di proverbi, “L’om sensa la fomna a l’è ‘n caval sensa brila, e la fomna sensa l’om a l’è ‘na barca sensa timon”. A buon intenditor...

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