Il Coltivatore Cuneese n. 11 anno 2018

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Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.

N. 11 Novembre 2018 - Anno 72

TESSERAMENTO 2019

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TESSERAMENTO 2019


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Seguirà rinfresco offerto da Ferrero Mangimi ore 20:45 Introduzione lavori e saluto del Presidente dell’Anaborapi A. Pistone e dell’Amministratore Delegato Ferrero Mangimi P. Bighignoli ore 20:45 Introduzione lavori e saluto del Presidente dell’Anaborapi A. Pistone e dell’Amministratore Delegato Ferrero Mangimi P. Bighignoli

ore 21:00 Professor Marcello Mele “Attualità e prospettive per la produzione di carne bovina” ore ore 21:45 Dott. Pere Font “Benessere animale e risultati zootecnici - aspetti pratici” 21:00 Professor Marcello Mele “Attualità e prospettive per la produzione di carne bovina” ore ore 22:15 Domande e discussione 21:45 Dott. Pere Font “Benessere animale e risultati zootecnici - aspetti pratici” ore ore 22:45 Rinfresco 22:15 Domande e discussione

ore 22:45 Rinfresco Professor Marcello Mele: Professore ordinario di Zootecnica Speciale presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali direttore ordinario del Centro di RicercheSpeciale Agro-ambientali “E. Avanzi” di dell’Università di Pisa. Professor Marcello Mele:eProfessore di Zootecnica presso il Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali e direttore del Centro Ricerche Agro-ambientali “E.ha Avanzi” dell’Università di anni Pisa. con Dott. Pere Font: Medico veterinario specialista nel di settore ruminanti da carne, collaborato per molti Pere Font: Medico veterinario ruminanti BASFDott. e BESNIER. Consulente ruminantispecialista da carne nel persettore Ferrero Mangimida carne, ha collaborato per molti anni con BASF e BESNIER. Consulente ruminanti da carne per Ferrero Mangimi

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IN PRIMO PIANO

Pratiche sleali, stop al bullismo sugli agricoltori! Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario, 18 - 12100 CUNEO Direttore Amministrativo: Tino Arosio Direttore Responsabile: Tino Arosio Coordinamento di redazione: Francesca Vinai Grafica e impaginazione: Mara Chiardola Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Fabrizio Bonardo, Mara Chiardola, Angelo Coppola, Simona Daniele, Damiano Dutto, Cesare Gallesio, Rosanna Giraudo, Elena Gola, Hada Kamela, Attilio Ianniello, Romina Imberti, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Franco Parola, Nadia Olivero, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Luca Nari, Davide Roà

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FONDO

Tesseramento 2019: “stocoicontadini” cioè sto con Coldiretti

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• Moncalvo, nuovo Presidente di Coldiretti Piemonte • Tavolo latte: caro Biraghi, la qualità vera va pagata! • Successo in Asia per il nostro latte in polvere • Prezzo latte alla stalla: nuovo accordo • Villaggio Coldiretti: la campagna nel cuore di Roma

OI DINI Progetto grafico: Edizioni il Coltivatore Srl - TEC arti grafiche

ATTUALITÀ

• Chi difende dal lupo la pastorizia di montagna? • Sfide dell’agricoltura: la via tracciata a Cernobbio

Redazione: Piazza Foro Boario, 18 - 12100 (CN) Tel. 0171 447211 - Fax: 0171 447300 e-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito: www.cuneo.coldiretti.it

• Nocciola Piemonte: addio “Tonda gentile delle Langhe”

Stampa e Concessionaria esclusiva della pubblicità: TEC arti grafiche, via dei Fontanili, 12 - 12045 Fossano (CN) Tel. 0172 695770 - Fax 0172 695898 e-mail: adv@tec-artigrafiche.it

• Insediamento di giovani, occorre un nuovo bando

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• Biomasse, al via nuovo bando PSR 2018

• Fanno discutere i nuovi provvedimenti antismog • Russia, l’embargo costa 1 miliardo al Made in Italy

• Serve contenere i cinghiali contro la peste suina • Assicurazioni, sbloccati nuovi pagamenti

• Vivai: sì del Governo al bonus verde • Gasolio agricolo, ottenuto un supplemento • Tarlo asiatico, istituito un gruppo di contrasto • Moria del Kiwi: arriva l’autocertificazione d’estirpo • Emissioni di ammoniaca, nuovi fondi PSR per ridurle

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FISCALE

• Fattura elettronica: si parte il 1° gennaio 2019

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• Fabbricati rurali presto regolarizzabili? • Carburante agricolo senza pagamenti tracciabili

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• Quando non si paga l’imposta di registro


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LAVORO

• Denuncia di infortunio, la gestione è telematica • Nuovi voucher, istruzioni INPS per l’uso

• Sicurezza sul lavoro, come gestirla nei boschi

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ECONOMICO

• Benessere suini, parte a fine anno “ClassyFarm”

• Speciale Annata Agraria • Vendemmia e prezzi uve: stabilità e consolidamento

ECCO GLI

INSETTICIDI ANTI CIMICI e insetti vari

• “Prodotto di Montagna”, guida all’uso del marchio • Piano di Tutela delle Acque, le nostre osservazioni

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FORMAZIONE

• Suolo e irrigazione, al via nuovi corsi

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CAMPAGNA AMICA

• Campagna Amica Day ad Alba il 17 e 18 novembre

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• Gli Oscar Green 2018 all’innovazione

• Monica Merotto eletta alla guida di Donne Impresa • Giorgio Grenzi eletto Presidente Federpensionati • In Calabria con i pensionati tra sole, sapori e storia

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88/93 CONSULENZA AGRONOMICA

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• Cimice asiatica, riduciamo la popolazione in inverno! • L’ozono come soluzione della Listeria • Interventi agronomici del mese di novembre

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MONGE

94/97 CONSULENZA LEGALE

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• Infrazioni alla guida, ultime novità

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• Una pensione supplementare a quella principale • Malattie professionali: quando arriva l’indennizzo

104/105 SALUTE

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IN PRIMO PIANO

PRATICHE SLEALI, STOP AL BULLISMO SUGLI AGRICOLTORI! È inaccettabile che, su 100 euro di spesa, ai produttori arrivino 2 euro

“P

er capire quanto sia decisivo impedire le pratiche commerciali sleali che si perpetuano lungo la filiera agroalimentare, a danno dei produttori agricoli, basta parlare con i nostri soci”. Il Presidente Roberto Moncalvo commenta così la notizia del via libera del Parlamento europeo all’avvio dei negoziati con il Consiglio dei Ministri europei e la Commissione UE per sopprimere queste pratiche, denunciando inoltre senza mezzi termini che “in una delle province d’Italia più vocate alla produzione e all’esportazione di prodotti agricoli ed agroalimentari, come è quella di Cuneo, gli effetti delle pratiche sleali e della dilazione nei pagamenti pesano gravemente sul nostro comparto”. L’avvio dei negoziati è quindi un importante passo avanti contro il “bullismo” dei poteri forti dell’industria e della distribuzione sui nostri agricoltori, costretti a subire cancellazioni all’ultimo minuto degli ordini, ritardi nei pagamenti, modifiche unilaterali dei contratti, mancati pagamenti per la merce invenduta. In una lettera inviata agli europarlamentari italiani nei giorni precedenti alla decisione del Parlamento UE, il Presidente Moncalvo aveva chiesto di esprimersi per concedere il mandato negoziale relativo al testo già approvato dalla Commissione Agricoltura, quello della proposta di Direttiva in materia di pratiche commerciali sleali. Ora, sostiene Moncalvo, “è importante che il relatore del provvedimento, il Vice Presidente della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro, abbia annunciato l’immediato avvio delle consultazioni con l’obiettivo di chiudere entro Natale il dossier e di approvare così il provvedimento nell’ultima finestra

disponibile prima delle elezioni europee di maggio 2019”. Si tratta di un passaggio fondamentale per il futuro del settore agroalimentare europeo. Alla base, la volontà di intervenire per garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari. Per difendere il potere contrattuale degli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive, ma non solo, le nuove regole prevedono la cancellazione delle condizioni capestro, dalle vendite last minute degli ordini ai ritardi di pagamento delle forniture alle modifiche non concordate dei contratti, fino ai mancati pagamenti per i prodotti invenduti e alle vendite sotto costo e aste a doppio ribasso. La nuova norma introduce anche l’anonimato di chi denuncia tali vessazioni e dà alle Associazioni di rappresentanza la possibilità di presentare le denunce per conto dei propri soci. “Da anni ormai il settore agricolo europeo in maniera unitaria commenta Moncalvo - chiede una normativa UE che affronti queste problematiche, per sanare un’ingiustizia profonda e rendere più equa, trasparente e sostenibile la catena di distribuzione degli alimenti, che oggi vede pagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione, senza alcun beneficio per i consumatori”. Basti pensare che, su 100 euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura, solo 22 euro arrivano al produttore agricolo, un valore che scende addirittura a 2 euro per i trasformati, dal pane ai salumi. Se non è bullismo, questo! “Seguiremo con attenzione i prossimi passi - conclude Moncalvo – e lavoreremo perché si compia ciò che Coldiretti e tutte le nostre imprese agricole attendono da troppo tempo”.


Ottobre | 2018

FONDO

TESSERAMENTO 2019: “STOCOICONTADINI” CIOÈ STO CON COLDIRETTI Tino Arosio

Direttore Coldiretti Cuneo

A

novembre si apre la campagna di adesione dei soci alla nostra Organizzazione per il nuovo anno. Il rinnovo della tessera è una decisione importante perché è una scelta libera e perché costringe a riportare a galla il motivo vero dello stare, personalmente e come impresa, dentro Coldiretti. Se siamo e continueremo ad essere la più grande forza di rappresentanza europea, lo si deve a questa libera scelta. È anche una straordinaria occasione per vedere cosa “produce” una Coldiretti così forte e autorevole, con tanta reputazione e stima della gente, capace di indicare e realizzare percorsi che stanno dimostrando di aprire spazi di futuro alle imprese agricole e all’Italia. Facevo queste riflessioni durante la recente Fiera del Marrone di Cuneo osservando le migliaia di visitatori che hanno incontrato le nostre numerose imprese di Campagna Amica, acquistando i loro prodotti, frutto della tradizione e della passione della nostra gente. E vedendo chi ha partecipato ai momenti organizzati con gli Agrichef, che hanno cucinato i piatti della tradizione contadina spiegando le ricette a decine di cittadini attenti ad appuntarsele e poi contenti di degustare cibi e vini. Alla fine questa gente non si è limitata a ringraziare, ma ha incitato noi ad andare avanti spiegandoci che “l’Italia ha bisogno di gente come voi”. Ci hanno salutato firmando la petizione “Stop al cibo anonimo”. Produce questo la presenza di Coldiretti. Produce il popolo che dice “stocoicontadini”, come racconta il manifesto del tesseramento 2019. Guardate che è per questo, non per altro, che il Governo oggi assicura che non sottoscriverà l’accordo CETA e non voterà il bilancio

europeo se ci saranno tagli alla prossima PAC. È per questo che nel recente passato sono state abolite IRAP, IMU e IRPEF. È per questo motivo che gli industriali che vogliono bene all’Italia firmano importanti contratti di filiera. Forse neppure noi ci accorgiamo appieno di cosa oggi rappresentano nel Paese l’agricoltura e Coldiretti. Se ne accorgono gli altri, però. Pensate ai giovani: sono sempre di più quelli che decidono di entrare in agricoltura con progetti innovativi pur non avendo alle spalle nonni e padri agricoltori. E pensate che 8 genitori su 10 sarebbero contenti se i loro figli trovassero lavoro in agricoltura. Non era così solo 15/20 anni fa. È questa la realtà, pur con tutti i problemi che non mancano e non mancheranno mai, come non sono mancati alle passate generazioni. È la vita. Pensiamo solo alle offensive quotazioni della frutta, nonostante una rete organizzata di rappresentanza economica assai presente nella nostra Provincia. O al fatto che si ritiri la frutta dai produttori e gliela si paghi dopo sei mesi (a questo proposito leggete l’articolo sulle pratiche sleali che Coldiretti sta chiedendo di colpire duramente in Italia e in Europa). O ancora al fatto che c’è ancora qualche industriale (sempre di meno per la verità) che, come il Sig. Biraghi, non vuol sentir parlare di accordi di filiera né di remunerare nel modo giusto la qualità del nostro latte! Si dovrà convincere anche lui che prima o poi dovrà cambiare strada. A queste “storture”, però, si risponde rafforzando ulteriormente la nostra presenza con i numeri e con i fatti. Per questo il rinnovo dell’adesione a Coldiretti per il 2019 è una decisione di straordinaria importanza.

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ATTUALITÀ

Al termine del suo mandato nazionale

MONCALVO, NUOVO PRESIDENTE DI COLDIRETTI PIEMONTE Questo numero de Il Coltivatore Cuneese va in stampa prima dell’Assemblea nazionale convocata per il rinnovo delle cariche sociali confederali. Sul prossimo numero dedicheremo ampio spazio all’Assemblea e ai nuovi Dirigenti nazionali eletti.

*** Roberto Moncalvo è il nuovo Presidente di Coldiretti Piemonte. È stato eletto dall’Assemblea regionale Coldiretti per il prossimo quinquennio, durante il quale sarà affiancato dai due Vicepresidenti Fabrizio Galliati, Presidente di Coldiretti Torino, e Marco Reggio, Presidente di Coldiretti Asti. Moncalvo lascia così la Presidenza nazionale di Coldiretti dopo cinque anni, secondo quanto prevede lo Statuto, modificato ad inizio mandato per volontà sua e di tutta la Giunta, per favorire e garantire il rinnovamento continuo della nostra Organizzazione agricola, la maggiore a livello europeo con 1,6 milioni di associati in Italia. “Torno in Piemonte con l’orgoglio e la determinazione di restituire, almeno in parte, quanto mi è stato donato e l’esperienza accumulata in questi anni - ha dichiarato Moncalvo -. Coldiretti in questi anni si è sempre più radicata come vera forza sociale ‘amica del Paese’ e ha vinto grandi battaglie grazie al lavoro di tutti. I progetti economici e gli accordi di filiera, la valorizzazione delle produzioni del territorio attraverso Campagna Amica, l’export del Made in Piemonte, l’attenzione al sociale e ai giovani che sempre di più scelgono questo settore sono solo alcune delle tematiche su cui continueremo a lavorare”. Nato nel 1980 e residente a Set-

Marco Reggio, Roberto Moncalvo e Fabrizio Galliati

timo Torinese, da neolaureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, Moncalvo ha preferito impegnarsi nell’azienda agricola familiare con innovazioni tecniche, gestionali e di orientamento produttivo. Intrapreso nel 1996 l’impegno nell’Organizzazione, è diventato nel 2013 il più giovane Presidente dalla nascita di Coldiretti. In cinque anni, sotto la sua guida, Coldiretti ha raggiunto risultati preziosi per le campagne italiane e ha visto crescere il proprio prestigio e la propria forza sulla scena pubblica nazionale ed internazionale. “Quando ho iniziato il mio mandato - dichiara Moncalvo - sapevo soltanto che i cinque anni successivi sarebbero serviti per preparare la strada a una migliore Coldiretti e a chi sarebbe venuto dopo di me, ma mai avrei immaginato che sarebbero stati così ‘straordinari’. A 33 anni sono diventato il fortunato ‘capitano’ di una formidabile squadra che è andata a cogliere una molteplicità di successi. Oggi lascio una Coldiretti più forte ed una agricoltura più autorevole nella società”. Il Consiglio nazionale di Coldiretti ha convocato per il prossimo 7 novembre l’Assemblea elettiva con gli agricoltori provenienti dalle campagne di tutte le Regioni e i Movimenti dei giovani, delle donne e dei pensionati per eleggere il nuovo Presidente nazionale di Coldiretti.

IL PERCORSO DI MONCALVO IN COLDIRETTI Nel 1996 Entra a far parte del Movimento Giovanile Coldiretti Nel 2003 È Delegato del Movimento Giovanile di Coldiretti Torino Nel 2005 È componente dell’Esecutivo nazionale Giovani Impresa Nel 2007 È Vicepresidente di Coldiretti Torino Nel 2009 È Delegato Giovani Impresa Coldiretti Piemonte Nel 2011 È Presidente di Coldiretti Torino Nel 2012 È Presidente di Coldiretti Piemonte Nel 2013 A 33 anni è Presidente nazionale di Coldiretti Nel 2018 È Presidente di Coldiretti Piemonte


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ATTUALITÀ

Duro botta e risposta con gli industriali al tavolo regionale sul latte

TAVOLO LATTE: CARO BIRAGHI, LA QUALITÀ VERA VA PAGATA! A fine ottobre si è tenuto in Regione il tavolo sulla filiera lattiero-casearia piemontese che ha dato seguito al percorso intrapreso durante i precedenti incontri, l’ultimo dei quali a settembre. “Il tavolo si è concluso con un ennesimo nulla di fatto - spiega Bruno Rivarossa, Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo - poiché la parte industriale, rappresentata dal Presidente Franco Biraghi, ha dimostrato una chiusura totale alle proposte di Coldiretti, rinunciando di fatto ad investire sul valore aggiunto del nostro lattiero-caseario, nonostante proclami di utilizzare nelle sue produzioni esclusivamente latte piemontese”. Coldiretti ha comunque ribadito la piena disponibilità ad accordi di filiera che, vista l’importanza del comparto, possono dare un grande

Bruno Rivarossa vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo

impulso all’economia del territorio. Biraghi, però, ha chiesto di discutere di una qualità “reale e non solo di carta”, screditando di fatto

gli accordi di filiera di cui la nostra provincia vanta esempi virtuosi e di successo. “Non ci stupisce che Biraghi non condivida gli accordi di filiera commenta Rivarossa - però il nodo cruciale che ribadiamo al mondo industriale è che la vera qualità, che già i produttori di latte realizzano, ha un costo che dev’essere giustamente remunerato alle imprese”. È stata proprio la nostra Organizzazione a rilanciare la valorizzazione del latte, tanto che in Piemonte la qualità è nettamente migliorata, soprattutto sul tenore di grasso e proteine, raggiungendo risultati eccellenti, emersi anche durante il tavolo in Regione. Gli accordi di filiera servono proprio a garantire in modo equo, a tutti gli attori coinvolti, la giusta remunerazione e il giusto valore del prodotto.

In poche settimane, raddoppiate le vendite ad Hong Kong e in Cina

SUCCESSO IN ASIA PER IL NOSTRO LATTE IN POLVERE Da fine agosto nei negozi di Hong Kong e Cina è in vendita il latte in polvere proveniente da 240 allevatori piemontesi, oltre la metà dei quali cuneesi, che ogni giorno conferiscono 5.000 quintali di latte a Compral Latte per il polverizzatore di Moretta. A realizzare lo

sbarco in Asia l’accordo di Inalpi con la catena di distribuzione per alimentari “Prize Market”. La strada verso l’Asia sta già dando ottimi risultati. Dopo sole poche settimane e senza particolari interventi di promozione, i volumi di vendita sono raddoppia-

ti, a dimostrazione che il latte in polvere piemontese trova grandi consensi nei Paesi che chiedono un prodotto di alta qualità. La nostra polvere di latte, infatti, è una risposta concreta alle esigenze espresse dalle famiglie asiatiche che, grazie al latte proveniente da Compral Latte, possono avere garanzie di tracciabilità, salubrità e genuinità a beneficio della salute dei bambini, che rappresentano la fascia più a rischio, ma non solo, poiché gran parte della polvere di latte viene utilizzata per la preparazione di prodotti dolciari e da forno. Un chiaro esempio che stipulare accordi che guardino anche al di fuori dei confini nazionali genera


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importanti ricadute economiche sul nostro territorio e sull’indotto. Il percorso tra le parti che ha portato in Asia il primo container da 20 tonnellate di latte in polvere Made in Piemonte è stato rianalizzato al XVII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione svoltosi a Cernobbio gli scorsi 19 e 20 ottobre. Presente anche Ye Jianpeng, Senior Manager di Bank of China, per pianificare azioni promozionali specifiche volte a rafforzare l’inserimento del prodotto in Oriente.

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Da sinistra: Bruno Rivarossa, Ye Jianpeng, Ambrogio Invernizzi (Inalpi), Roberto Moncalvo, Fabrizio Galliati (Coldiretti Piemonte)

Ripartiamo dall’intesa Italatte per la programmazione nei prossimi mesi

PREZZO LATTE ALLA STALLA: NUOVO ACCORDO Raggiunto l’accordo sul prezzo del latte alla stalla. L’intesa è stata siglata con Italatte, società del gruppo Lactalis, la più importante industria casearia a livello nazionale, presente anche sul territorio piemontese. L’accordo riguarda la chiusura dell’annata in corso e prevede una quotazione di 37,5 centesimi al litro per il mese di ottobre, che sale a 38 centesimi al litro a novembre fino ad arrivare ai 38,5 centesimi al litro nel prossimo mese di dicembre, per una media trimestrale di 38 centesimi al litro con riferimento al mercato della Lombardia. In questo modo il 2018 si chiude con un prezzo medio alla stalla pari a 37,4 centesimi al litro. La situazione del Piemonte è

purtroppo diversa, in quanto storicamente il prezzo applicato nella nostra Regione sconta una riduzione pari a 1 centesimo rispetto ai prezzi sopra riportati e un’ulteriore diminuzione legata anche ai volumi di latte prodotto e venduto da ogni singolo allevamento. Per il 2019 sarà ancora in vigore il meccanismo dell’indicizzazione con il mantenimento del paniere con le quotazioni del Grana Padano e il prezzo medio del latte nei Paesi UE e l’introduzione di meccanismi che consentiranno di premiare maggiormente il latte prodotto durante il periodo estivo. “Ripartiamo da questa nuova intesa - dichiara Franco Ramello, Responsabile economico di Coldiretti Piemonte - per gettare le basi per

la programmazione delle imprese agricole nei prossimi mesi. Questo accordo crediamo possa diventare un punto di riferimento per le quotazioni del latte non solo a livello nazionale, ma anche per gli altri caseifici del Piemonte”.



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ATTUALITÀ

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Oltre 1 milione di visitatori al Circo Massimo dal 5 a 7 ottobre

VILLAGGIO COLDIRETTI: LA CAMPAGNA NEL CUORE DI ROMA Dopo le tappe di Milano, Napoli, Bari e Torino, il maxi evento Coldiretti dal 5 al 7 ottobre ha portato la bellezza delle campagne italiane nel cuore della Capitale, al Circo Massimo. 80.000 metri quadrati e oltre 400 stand tra mercati, aree del gusto, street food contadino, stalle, orti, agriasili, fattorie didattiche, esposizioni e laboratori, che hanno accolto, nonostante il maltempo, oltre un milione di visitatori. Sono arrivati da ogni parte d’Italia, ma anche

dall’estero: francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, giapponesi e coreani hanno affollato il Circo Massimo, assaggiando prodotti tipici e facendo acquisti Made in Italy al 100%. Un grandissimo successo che testimonia l’enorme crescita della sensibilità dei cittadini verso stili di vita sani, per i quali l’agricoltura nazionale può offrire i primati conquistati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza alimentare a livello europeo e mondiale.

LE TANTE INIZIATIVE PROPOSTE Il Villaggio Coldiretti a Roma ha ospitato il più grande mercato a Km zero di Campagna Amica, con aziende agricole provenienti da tutta Italia e aree dedicate alle specialità delle aziende agricole colpite dal sisma e alla solidarietà per aiutare le categorie più deboli. Boom di acquisti nella tre giorni e ottimi risultati anche per l’iniziativa “Spesa sospesa”, che dava la possibilità di lasciare pagati frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni altro tipo di genere alimentare a chi non può permettersi la spesa. Grazie alla “Spesa sospesa” di Coldiretti, sperimentata per la prima volta al Villaggio contadino di Torino, è stata raccolta oltre una tonnellata e mezza di cibo da destinare alle famiglie in gravi difficoltà

economiche. Grande successo per i menu preparati dagli Agrichef di Campagna Amica, con le ricette della tradizione degli agriturismi a prezzi popolari, per dare a tutti la possibilità di vivere un giorno da gourmet. I piatti più apprezzati sono stati la pasta cacio e pepe

e quella all’amatriciana, seguiti a ruota dalle tante proposte dello street food contadino e dai gustosi secondi della braceria, tra hamburger italiani di carne di manzo e di maiale, bistecchine e galletti, tutto certificato Made in Italy. Tra le aree più affollate, la fattoria

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degli animali dove mucche, cavalli, asini, maiali, capre, pecore, polli, tacchini e conigli hanno attirato l’attenzione di grandi e piccini. Decine di migliaia di bambini hanno invaso l’area riservata ai piccoli che, nell’agriasilo e nella fattoria didattica, hanno imparato a impastare il pane, a zappettare l’orto e a riconoscere le diverse varietà di piante, il tutto con l’assistenza di tutor e agritate. Un intero settore è stato dedicato alla “pet therapy”, per raccontare

il ruolo degli animali nella cura del disagio. Non sono mancate le opportunità di incontro e riflessione per i giovani imprenditori riuniti all’interno del “Villaggio delle idee”, realizzato in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Con i tutor, in particolare, si è discusso su come avviare un’impresa agricola, quali sono le difficoltà da superare e quali sono le opportunità per chi cerca un futuro legato alla terra.

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Alla tre giorni del Villaggio Coldiretti, con il Presidente Roberto Moncalvo e il Segretario generale Vincenzo Gesmundo, non sono mancate le personalità di spicco: i Vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la Sindaca di Roma Virginia Raggi, fino ad attori e popolari presentatori TV.

OLTRE 500 DA CUNEO PER DIRE #STOCOICONTADINI Una numerosissima delegazione di imprenditori agricoli cuneesi è stata a Roma il 5 ottobre in occasione dell’inaugurazione del Villaggio Coldiretti, alla presenza delle più alte cariche istituzionali e della Confederazione, e nel corso del weekend. In totale, sono 450 i soci che abbiamo portato a Roma tra il 5 e il 7 ottobre per il Villaggio. Cuneesi presenti, ma non solo in veste di visitatori. Sotto i gazebo del mercato Campagna Amica del Villaggio c’erano anche cinque produttori cuneesi, che hanno proposto ai romani e ai tanti turisti un assaggio delle nostre produzioni tipiche, come nocciole fresche e trasformate,

castagne, miele, succo di mele saluzzesi, ortofrutta bio fresca e trasformata, oltre a prodotti più particolari quali bacche di goji, cosmetici “agri” e zabaglione. Tra gli Agrichef impegnati al Circo Massimo c’erano tre cuneesi,

che hanno contributo a proporre una cucina innovativa dai sapori antichi. Infine, tra i giovani imprenditori che hanno preso parte al “Villaggio delle idee”, quattro sono partiti dalla nostra provincia.

DI MAIO: NO AL CETA, SÌ AGLI AIUTI ALLE PICCOLE IMPRESE È in corso una guerra contro il Made in Italy agroalimentare e il Governo è pronto a combatterla. Lo ha dichiarato il Vicepremier Luigi Di Maio intervenendo al Villaggio Coldiretti di Roma.

Di Maio ha promesso che non passerà l’accordo CETA se non saranno eliminate quelle norme che penalizzano la nostra agricoltura, spiegando che senza il via libera degli agricoltori l’accordo

con il Canada non sarà ratificato. Il Vicepremier ha anche attaccato le iniziative come i semafori e le etichette proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si muovono contro la dieta


16 mediterranea. Cambio di passo anche sul piano degli aiuti, secondo Di Maio: se finora sono state premiate le grandi imprese, ora si virerà sulle medie e piccole. Non si tratta di recuperare risorse aggiuntive, perché le stesse andranno anche ai piccoli imprenditori, aziende agricole comprese. A Di Maio il Segretario generale Coldiretti Gesmundo ha ricordato che l’etichetta per i prodotti agroalimentari con l’obbligo di indicazione dell’origine è prioritaria, una sorta di “reddito di cittadinanza” degli agricoltori italiani. Il Presidente Moncalvo ha ribadito la necessità difendere il Made in Italy dai semafori, dai tentativi dell’ONU di fornire indicazioni che danneggiano i consumatori e da-

ATTUALITÀ

gli accordi che svendono la nostra agricoltura. Moncalvo ha, infine, sollecitato la rapida approvazione della legge che rivede i reati agro-

alimentari, perché per perseguire la legalità servono nuove regole e la grande sfida è distinguere i cibi buoni dai cattivi.

“SIGILLI” CAMPAGNA AMICA, SIMBOLO DI BIODIVERSITÀ Al Villaggio contadino di Roma Campagna Amica ha presentato la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia, racchiusa nei “Sigilli”, i prodotti agricoli e le razze animali che nel corso dei decenni sono stati strappati all’estinzione o sono indissolubilmente legati a territori specifici. Si tratta in totale di 311 prodotti e razze animali raccolti nel corso di un censimento, curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal Comitato scientifico di Campagna Amica. Tutti i Sigilli sono stati inseriti nell’“Atlante della Biodiversità” che Campagna Amica ha realizzato grazie ai contributi di accademici e studiosi, con ricette e storie di agricoltori per divulgare l’importanza

Sono cuneesi 7 dei Sigilli presentati al Villaggio Coldiretti di Roma: • • • • • • •

Mela della Valle Bronda Pera Madernassa Ramassin Nostrale d’Alpe Cappone di Morozzo Lumaca di Cherasco Agnello Sambucano

di conservare un patrimonio unico al mondo. In Italia nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio scomparsa, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti. Un pericolo concreto per i produttori e i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare del Paese.

Tutelare la biodiversità agricola, infatti, non ha solo un valore naturalistico ma significa anche investire sulla distintività, condizione essenziale per affrontare il mercato globalizzato salvaguardando e costruendo sistemi economici locali attorno al valore del cibo. I Sigilli sono prodotti che tornano sulle tavole degli italiani grazie all’impegno dei nostri produttori. Si rivela, così, fondamentale l’attività di Campagna Amica che ha offerto opportunità e nuovi sbocchi economici agli imprenditori agricoli che allevano razze e coltivano varietà a rischio estinzione che, altrimenti, non sarebbero mai sopravvissute alle regole della moderna distribuzione commerciale, che privilegia le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta.


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I nostri allevatori si impegnano a difendere la biodiversità, ma…

CHI DIFENDE DAL LUPO LA PASTORIZIA DI MONTAGNA? Il nostro territorio, oltre ai “Sigilli” riconosciuti nell’”Atlante della Biodiversità” di Campagna Amica, vanta razze animali e prodotti spesso poco conosciuti ai più, eppure di grandissimo pregio e rilevanza. Il più delle volte si tratta di piccoli numeri in termini di capi allevati, produzione agricola e ritorno economico, ma dietro c’è il grande lavoro di agricoltori e allevatori, che si impegnano ogni giorno a tutelare la biodiversità delle nostre terre. Sulle nostre montagne e vallate, in particolare, è fondamentale il lavoro degli allevatori che preservano l’economia montana e le tradizioni culturali, tra mille difficoltà. A cominciare dal lupo. La sua presenza nel Cuneese, cresciuta considerevolmente negli ultimi anni, ha un forte impatto sulla pastorizia di montagna. E i numeri contenuti nell’ultimo report del progetto “Life Wolfalps” parlano chiaro. Oggi si stima un totale minimo di 293 lupi sull’arco alpino, la maggior parte dei quali concentrati nelle province di Cuneo e Torino: quasi il 70% del totale si trova sulle montagne piemontesi. Nella provincia di Cuneo, in particolare, la presenza è massiccia, con 19 branchi e una coppia identificati, responsabili di decine e decine di attacchi a greggi e

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mandrie soltanto negli ultimi mesi. Crescono anche gli avvistamenti di lupi in collina e pianura, non lontano dai centri abitati La situazione, come più volte evidenziato da Coldiretti, è insostenibile e rende indispensabile l’intervento concreto delle Istituzioni per giungere ad un giusto equilibrio tra la presenza del lupo, protetta dalla normativa europea, e quella dei pastori che, attraverso la loro opera, conservano e valorizzano le nostre montagne. Dati Life Wolfalps alla mano, sgombrato il campo da ogni ulteriore alibi per tergiversare, i decisori politici devono dare finalmente attuazione pratica ad un Piano di gestione e conservazione del lupo che, colpevolmente, ancora manca nel nostro Paese.


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ATTUALITÀ

Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, le proposte

SFIDE DELL’AGRICOLTURA: LA VIA TRACCIATA A CERNOBBIO Gli scorsi 19 e 20 ottobre si è svolto a Cernobbio, sul Lago di Como, il XVII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato da Coldiretti con la collaborazione dello Studio Ambrosetti. Sono stati presentati i risultati di studi e analisi e proposti spunti di riflessione sulle tendenze innovative dell’alimentazione in Italia.

Ampio spazio al commercio internazionale e al nuovo atteggiamento degli italiani nei confronti dell’Unione europea, con approfondimenti su dazi e difesa del Made in Italy. Il Forum di Cernobbio è stato anche palcoscenico di incontro con la politica e con le nuove proposte in campo a tutela dell’agricoltura italiana.

TAJANI: NO AI TAGLI PAC, LA SOLUZIONE È LA WEB TAX Nel suo intervento al Forum di Cernobbio, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha garantito a Coldiretti il suo impegno a difendere l’agricoltura, settore chiave per l’intera economia, dai tagli finanziari previsti a livello comunitario. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea ha ridotto l’introito del bilancio e la Commissione UE ha proposto di tagliare il budget destinato alla Politica Agricola Comune del 4% e il budget dello Sviluppo rurale del 15%. L’Italia rischia gravi danni perché riceve il 9%, ma rappresenta il 13% della popolazione agricola europea, il 18% del valore aggiunto del settore e il 12% degli occupati. Secondo Tajani la battaglia sarà durissima, però gli spazi per reperire risorse ci sono: le imprese del

web, ad esempio, godono di molti vantaggi fiscali, incassano grandi introiti, ma creano pochi posti di lavoro e ciò che guadagnano finisce negli Stati Uniti e in Cina. Per evitare i tagli della PAC, basterebbe attivare subito la tassa su

questi giganti della Rete, la cosiddetta “web tax”. Tajani ha poi lanciato al Governo un invito a trattare con Bruxelles su questioni di economia reale, a partire dagli aiuti ai giovani che vogliono avviare un’attività agricola.

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MADE IN ITALY, PER GLI ITALIANI L’EUROPA LO DANNEGGIA Per quasi 6 italiani su 10 l’Unione europea tratta l’Italia peggio degli altri Paesi. È quanto emerge dal rapporto Coldiretti/Ixè “Gli italiani e l’Europa nel 2018” presentato al Forum di Cernobbio, dal quale si evidenzia un atteggiamento complessivamente negativo dei cittadini nei confronti di Bruxelles. A convincere poco gli italiani sono le politiche comunitarie, che i più ritengono guidate dai Paesi più forti o dalle lobby finanziarie ed economiche. Sul rapporto tra gli italiani e l’Europa pesa anche il fatto che l’ultima relazione della Corte dei Conti ha evidenziato come l’Italia sia contributore netto del bilancio UE con un disavanzo di 4,4 miliardi nel 2016, che diventano 37,7 miliardi di euro se si prende in esame il periodo 2010-2016. In sostanza, l’Italia paga 15,7 miliardi l’anno ma ne riceve indietro solo il 72%. “Per questo è necessario che il nostro Paese si batta contro ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della PAC che aggraverebbe la condizione di pagatore netto del nostro Paese” denuncia il Presidente Moncalvo nel sottolineare l’esigenza di “riequilibrare invece la spesa facendo in modo che la PAC possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione”. Secondo 2 italiani su 3 (il 63% per la precisione) sarebbero proprio le politiche europee sul cibo a danneggiare il Made in Italy a tavola, mentre solo il 10% crede che l’agroalimentare tricolore stia benefician-

SECONDO GLI ITALIANI LE ATTUALI POLITICHE UE SUI PRODOTTI ALIMENTARI:

do delle scelte comunitarie (come rileva il grafico sopra). Secondo la maggior parte degli italiani, dunque, la regolamentazione comunitaria e le recenti scelte in materia di trattati internazionali non sono adeguate a garantire la qualità, la sicurezza ma anche il rispetto delle nostre tradizioni enogastronomiche. Ad allontanare i cittadini dalle scelte UE è la mancanza di trasparenza sull’origine dei prodotti. Se l’Italia ha adottato norme a tutela della qualità dei prodotti agroalimentari nazionali, nel resto d’Europa si sfrutta con l’inganno l’immagine Made in Italy. Ciò è dovuto all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’UE che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi, per il miele ma non per

lo zucchero. A questo si aggiungono le perplessità sulla nuova stagione degli accordi commerciali bilaterali inaugurata con il Canada (CETA) che per la prima volta ha legittimato in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali. È inaccettabile che l’agroalimentare sia trattato dall’UE come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta. All’Italia, leader europeo nella qualità e nella sicurezza alimentare, come dichiarato dal Presidente Moncalvo al Forum, spetta il ruolo da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, che troppo spesso spingono all’omologazione ed ad un livellamento verso il basso. OFFERTE SU POLTRONE RELAX CON ALZATA ASSISTITA ANCHE IN PRONTA CONSEGNA

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ATTUALITÀ

STOP CIBI ANONIMI, AL VIA LA NUOVA PETIZIONE EUROPEA si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del Paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’UE, senza deroghe per i

L’assenza di legislazione europea che obblighi ad indicare l’origine degli alimenti crea una mancanza di trasparenza che legittima l’anonimato del cibo a danno dei consumatori e vanifica l’impegno dei nostri agricoltori per offrire prodotti sani e di qualità. È nata così l’iniziativa europea dei cittadini “Eat original! Unmask your food” presentata a Cernobbio, che testimonia la forte mobilitazione di Coldiretti e coinvolge sette Stati membri dell’UE: oltre all’Italia, Francia, Spagna, Grecia, Polonia,

COME FUNZIONA LA RACCOLTA FIRME La petizione europea proposta da Coldiretti è una richiesta formale rivolta alla Commissione UE perché proponga un nuovo atto legislativo. Per essere considerata ammissibile, dev’essere sostenuta da almeno 1 milione di cittadini europei. Tante sono le firme da raccogliere, tra i cittadini maggiorenni dei Paesi europei coinvolti, entro e non oltre il 1° ottobre 2019. Tutti i soci e i cittadini sono invitati a partecipare. È possibile firmare negli Uffici Coldiretti oppure online sul sito web sceglilorigine.coldiretti.it. Per aderire all’iniziativa, occorre comunicare i propri dati e avere con sé la carta d’identità (la patente di guida non è considerata un documento d’identità valido).

Il Vicepremier Matteo Salvini

Svezia e Belgio. Si tratta di una petizione europea autorizzata dalla stessa Commissione UE e coordinata da Coldiretti e Campagna Amica, con il sostegno di molte Organizzazioni di agricoltori e consumatori: dalla FNSEA (il maggior Sindacato agricolo francese) alla OCU (la più grande Associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico Sindacato polacco) alla UPA (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Fondazione Univerde a GAIA (l’Associazione degli agricoltori greci). Insieme, chiediamo alla Commissione di Bruxelles di imporre una dichiarazione obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari al fine di prevenire le frodi, proteggere la salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione. Nello specifico questa proposta d’iniziativa dei cittadini

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marchi registrati e le indicazioni geografiche. Per quanto riguarda gli alimenti trasformati, inoltre, l’etichettatura di origine dev’essere resa obbligatoria per gli ingredienti principali se hanno un’origine diversa dal prodotto finale. La petizione chiede infine di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione. Si tratta di un obiettivo condiviso dall’82% dei consumatori italiani per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all’Italia costa oltre 100 miliardi di euro all’anno nel mondo. Secondo un’analisi Coldiretti presentata al Forum di Cernobbio, nel carrello della spesa di noi italiani è a rischio “fake” 1 prodotto alimentare su 4, che non riporta obbliga-

Il Ministro Gian Marco Centinaio

toriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per

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bambini. Eppure, oltre 4 italiani su 10 (il 42% per la precisione) si dichiarano disponibili a pagare oltre il 10% in più pur di avere garantita l’origine Made in Italy del prodotto dal campo alla tavola. L’obiettivo della petizione, insomma, è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna, ha già adottato Decreti nazionali per disciplinarlo per alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso. Alla petizione hanno già aderito, tra gli altri, i Vicepremier Matteo Salvini e Luigi di Maio e il Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio.

VERGOGNA A TAVOLA, AL VIA ALLEANZA ITALIA-FRANCIA Siglata un’alleanza italo-francese contro le importazioni in Europa di prodotti che non rispettano diritti umani e dei lavoratori e che mettono a rischio l’ambiente e la salute dei consumatori. L’accordo fra Coldiretti e FNSEA, la maggiore Associazione di rappresentanza degli agricoltori francesi, è stato raggiunto al Forum di Cernobbio in occasione della presentazione della “tavola della vergogna”. Si tratta della tavola apparecchiata con i prodotti alimentari esteri ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori o sotto accusa per i pericoli che comportano per la salute o per l’utilizzo di sostanze chimiche dannose all’ambiente, che tuttavia arrivano sugli scaffali dei nostri supermercati, grazie anche ad agevolazioni dell’Unione europea. Dal riso asiatico alle nocciole turche, dallo zucchero della Colombia alla carne del Brasile, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana, il 20% dei cibi stranieri importati in Italia sono “fuorilegge” perché non rispettano le stesse garanzie vigenti a livello nazionale in materia di lavoro, ambiente e salute. Ad esempio, sui nostri scaffali troviamo i prodotti agricoli ottenuti dallo sfruttamento del lavoro di mi-

lioni di bambini censiti dalla FAO, secondo la quale quasi la metà di tutto il lavoro minorile del mondo avviene in Africa, seguita da Asia e Sudamerica, aree dalle quali l’Italia importa ingenti quantità di prodotti agroalimentari. Oppure troviamo il riso dalla Birmania, Paese che esporta in Europa a dazio zero sebbene la sua produzione agricola registri casi di sfruttamento del lavoro minorile, episodi di lavoro forzato e violenze contro la minoranza Rohingya. Pericoli per l’ambiente e la salute, inoltre, vengono dall’utilizzo improprio di prodotti chimici, in alcuni casi vietati da decenni in Europa e in Italia, su prodotti agroalimentari che arrivano fino a noi grazie ad

accordi bilaterali o multilaterali di libero scambio. È il caso dell’accordo CETA tra Unione europea e Canada, che prevede l’ingresso in Europa di prodotti agricoli trattati con molecole risalenti agli anni Settanta e vietate in Europa da almeno vent’anni. O il caso del negoziato in corso con i Paesi sudamericani del Mercosur, che prevede l’arrivo di grandi quantitativi di carne bovina da quei Paesi che non rispettano gli standard produttivi e di tracciabilità oggi vigenti in Italia e in Europa. “Non possiamo accettare che la liberalizzazione del commercio mondiale porti ad accordi asimme-


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trici, fondati su un modello omologante e non trasparente, che non difende gli standard ambientali, il rispetto del lavoro, i diritti delle persone” hanno dichiarato Roberto Moncalvo, Presidente di Coldiretti, e Christiane Lambert, Presidente di FNSEA. Oggi troppi prodotti, pur non rispettando le norme minime di produzione, ambientali, sociali e sanitarie, circolano liberamente a prezzi non concorrenziali che mettono in ginocchio i nostri agricoltori. L’UE dovrebbe semplificare le procedure di attivazione della clausola di salvaguardia, accelerando i tempi di attivazione dell’investigazione, e dovrebbe bloccare le importazioni quando Paesi extraeu-

ropei applicano misure di dumping sociale e ambientale, causando una perdita di competitività degli agricoltori europei. Secondo Coldiretti e FNSEA è

fondamentale, infine, garantire sempre ai Parlamenti nazionali l’ultima parola su tutti gli accordi commerciali stipulati dall’UE con i Paesi terzi.

FRODI ALIMENTARI, SERVONO NUOVE NORME Nel 2018 fanno registrare un balzo del 58% i reati nel settore agroalimentare che si estendono ai principali comparti, dal biologico al vino, dall’olio all’ortofrutta, dalle conserve ai cereali. Sono questi i risultati dei circa 25.000 controlli effettuati dall’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) nei primi otto mesi dell’anno, resi noti a Cernobbio. Più di 1 italiano su 5 è stato vittima di frodi alimentari nell’ultimo anno con l’acquisto di cibi fasulli, avariati e alterati, a dimostrazione che l’agricoltura e l’alimentare sono aree prioritarie di investimento da parte della malavita, che ne comprende la strategicità perché del cibo, anche in tempi di crisi, nessuno potrà fare a meno.

Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare. Si tratta di riordinare strumenti esistenti e aggiornare norme risalenti ad inizio Novecento. L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono sempre più pericolose le frodi, che vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita Commissione presieduta da Giancarlo Caselli, Presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso da Coldiretti.

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ATTUALITÀ

Ammesse soltanto “Tonda Gentile” e “Tonda Gentile Trilobata”

NOCCIOLA PIEMONTE: ADDIO “TONDA GENTILE DELLE LANGHE” Con il Decreto del 2 ottobre 2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 239 del 13 ottobre 2018, il Ministero delle Politiche agricole ha aggiornato il Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto, cancellando la dicitura “Tonda Gentile delle Langhe”. Per cui, alla varietà di nocciola “Tonda Gentile” sarà possibile abbinare solamente il sinonimo “Tonda Gentile Trilobata”. Con tale provvedimento, che recepisce la sentenza del TAR del Lazio dello scorso 14 marzo, termina il percorso che, da quasi due anni, vede impegnata in prima linea Coldiretti a tutela dei produttori corilicoli e del territorio. Ripercorriamo le tappe che hanno portato a questo importante risultato, per meglio comprenderne l’importanza. Alcuni anni fa si era scelto di inserire nel disciplinare dell’IGP Nocciola Piemonte la varietà “Tonda Gentile Trilobata” (anziché “Tonda e Gentile delle Langhe”) - con Re-

In Piemonte la superficie complessiva a noccioleto è di circa 18.000 ettari, di cui 15.000 impianti attivi. La produzione totale è mediamente di 190.000 quintali. Nella Granda, provincia corilicola per eccellenza, vi è una superficie dedicata di circa 14.000 ettari e una produzione media di 140.000 quintali. La produzione certificata IGP Nocciola Piemonte in questi anni è aumentata progressivamente raggiungendo, con il raccolto 2016, oltre 90.000 quintali, a testimonianza del crescente interesse per un prodotto e un territorio unici e, a maggior ragione, da tutelare.

golamento CE n. 858/2013 - per le seguenti motivazioni: • la precedente nomenclatura conteneva il toponimo “Langhe”, il quale si riferiva ad una zona geografica inclusa nell’areale di coltivazione della Nocciola Piemonte IGP; • il Regolamento comunitario in materia di DOP e IGP (oggi è il Regolamento UE 1151/2012) prevede chiaramente che le denominazioni d’origine non debbano essere in conflitto con nomi che inducano erroneamente il consumatore a pensare che i prodotti siano originari di un altro territorio. Il tutto sembrava essersi risolto positivamente e ormai consolidato da quasi 10 anni, ma nel 2016 la problematica è riemersa. Il Ministero delle Politiche agricole, con il Decreto 7521 del 4 marzo 2016, ha istituito anche in Italia il Registro nazionale delle varietà di piante da frutto ammesse alla commercializzazione, sulla base delle ricognizioni svolte in precedenza dalle Regioni. Con successivo Decreto del Direttore Generale del 4 ottobre 2016 Prot. n. 0023583, sono state iscritte nel Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto due varietà di noccioli piemontesi - la varietà “Tonda Gentile” e la varietà

“Tonda Gentile Trilobata” - laddove la Regione Piemonte aveva proposto l’iscrizione di una sola varietà con la denominazione di “Tonda Gentile Trilobata”, indicando nel Registro, quale sinonimo della varietà di nocciolo “Tonda Gentile”, la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”. Con successivo Decreto del 12 dicembre 2016 n. 0029589 veniva eliminata l’iscrizione di una delle due varietà di nocciolo piemontese dal Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto, e veniva attribuito all’unica varietà iscritta la denominazione “Tonda Gentile” lasciando quale sinonimo, oltre a “Tonda Gentile Trilobata”, anche la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”. A fine 2016, contro questi due provvedimenti del Ministero, venne presentato il ricorso collettivo, promosso da Associazioni di categoria, Consorzio di tutela Nocciola Piemonte e Comuni, affinché venisse eliminato il sinonimo “Tonda Gentile delle Langhe”. Il problema di fondo era che, mentre per il prodotto IGP Nocciola Piemonte, che ben identifica le nocciole del nostro territorio, non era possibile da Regolamento comunitario utilizzare la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”, paradossalmente lo avrebbero


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potuto fare produttori di altri territori, che nulla hanno a che fare con le Langhe. In sostanza, un vero e proprio furto d’identità territoriale. Una volta presentato il ricorso, il TAR del Lazio non aveva concesso la sospensiva e aveva fissato una prima udienza il 4 aprile dello scorso anno. In udienza i giudici del TAR avevano chiesto alle parti - Avvocatura dello Stato per il Ministero delle Politiche agricole e ricorrenti dall’altra - di completare e presentare le rispettive difese, prima del giudizio. Il TAR aveva inoltre deciso di attivare la formula del “pubblico proclamo”, peraltro in modo inusuale a livello giudiziario. In pratica, con il pubblico proclamo, tutti coloro che avessero un qualche interesse sulla problematica avrebbero potuto esprimere la propria posizione in merito. Con l’Ordinanza successiva all’udienza del 6 giugno il TAR Lazio aveva: • autorizzato il pubblico proclamo dandone pubblicità sul sito del Ministero delle Politiche agricole per 60 giorni; • chiesto al Ministero delle Politiche agricole maggiori spiegazioni sul perché si opponesse al ricorso e di fornirle allo stesso Tribunale amministrativo entro 60 giorni dalla notifica

dell’ordinanza;

• rinviato il tutto all’udienza del

21 novembre 2017. Nell’udienza del 21 novembre, a cui era seguita la relativa Ordinanza, il TAR aveva deciso di entrare nel merito, rinviando la decisione al 14 marzo 2018. E con la sentenza del 14 marzo scorso, il TAR ha dato ragione ai produttori e al territorio, stabilendo che per indicare la varietà “Tonda gentile” si potrà utilizzare solamente il sinonimo “Tonda Gentile Trilobata”. Ora, con il Decreto ministeriale del 2 ottobre è stato ufficialmente adeguato il Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto, cancellando una volta per tutte la denominazione “Tonda Gentile delle Langhe”. In parallelo al ricorso, Coldiretti e Consorzio di tutela Nocciola Piemonte hanno portato avanti un’altra importante partita, la modifica del disciplinare della Nocciola Piemonte IGP per poter consentire l’utilizzo della menziona aggiuntiva “Langhe” per il prodotto proveniente da questo territorio. La menzione aggiuntiva, avvallata dallo stesso Ministero, è stata considerata la strada più semplice da percorrere - come peraltro già avviene per alcune DOP e IGP, per esempio l’olio - rispetto alla creazione di una nuova DOP “Langhe”, con tutte le difficoltà che ne pote-

vano conseguire nel raggiungerne il riconoscimento, ma soprattutto con il rischio di confondere ulteriormente il consumatore. In questo modo sarà mantenuta inalterata la struttura della Nocciola Piemonte IGP e i produttori, che ricadono nei Comuni del territorio delle Langhe, oltre a fregiarsi dell’IGP Nocciola Piemonte potranno inserire la menzione aggiuntiva “delle Langhe”. La menzione aggiuntiva potrà successivamente essere richiesta anche per altri territori.

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Abbruciamento di materiale vegetale: Coldiretti chiede deroga al divieto

FANNO DISCUTERE I NUOVI PROVVEDIMENTI ANTI-SMOG Nella seduta del 28 settembre la Giunta regionale, con riferimento agli interventi di risanamento della qualità dell’aria e in coerenza con l’Accordo di Programma del Bacino Padano, ha approvato con una serie di provvedimenti, lo schema di ordinanza sindacale per le misure strutturali e temporanee da adottarsi: • nei Comuni dell’agglomerato di Torino; • nei Comuni con popolazione al di sopra dei 20.000 abitanti nei quali risulta superato uno o più valori limite di PM₁₀ o di NO₂ per almeno 3 anni, anche non consecutivi, nell’arco degli ultimi 5 (per la provincia di Cuneo, si tratta di Alba e Bra). Le misure finalizzate alla riduzione delle emissioni di inquinanti si articolano tra limitazioni strutturali e limitazioni temporanee.

LIMITAZIONI STRUTTURALI

Tra queste segnaliamo le misure inerenti la mobilità urbana, nello specifico: • divieto di circolazione di tutti i veicoli adibiti al trasporto di persone aventi al massimo 8 posti a sedere oltre il conducente e di tutti i veicoli adibiti al trasporto merci con omologazione inferiore a Euro 1; • divieto di circolazione dalle

ore 8:30 alle 18:30, nei giorni feriali, di tutti i veicoli dotati di motore diesel adibiti al trasporto di persone aventi al massimo 8 posti a sedere oltre il conducente e adibiti al trasporto merci con omologazione uguale a Euro 1 e Euro 2; divieto di circolazione dalle ore 8:30 alle 18:30, nei giorni feriali e nel solo periodo 1° ottobre - 31 marzo, dei veicoli dotati di motore diesel adibiti al trasporto di persone aventi al massimo 8 posti a sedere oltre il conducente e di tutti i veicoli adibiti al trasporto merci con omologazione uguale a Euro 3; divieto di circolare nel periodo 1° ottobre - 31 marzo a tutti i ciclomotori e motocicli adibiti al

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trasporto di persone o merci con omologazione inferiore a Euro 1; • divieto di sostare con il motore acceso. Le limitazioni strutturali comprendono, poi, il divieto di combustione all’aperto del materiale vegetale nel periodo compreso tra il 1° novembre di ogni anno e il 31 marzo dell’anno successivo. Sono previste alcune deroghe in presenza di emergenze fitosanitarie, ma soltanto nei territori, nei periodi e con le modalità indicate dal Servizio Fitosanitario e dai Servizi tecnico-scientifici della Regione Piemonte o in presenza di suoli asfittici, ove l’interramento generi un accumulo indesiderato di sostanza organica indecomposta, identificati dal Servizio Fitosanitario Regionale.

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Novembre | 2018

Infine, dal 1° ottobre 2018 vige l’obbligo di utilizzare, nei generatori di calore a pellets di potenza termica nominale inferiore a 35 kW, pellets realizzati con materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine, non contaminati da inquinanti e con certificazione conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2.

boschi da anni non ripuliti, soggetti a maggior rischio di incendi, che trovano nella pulizia una limitazione al propagarsi. Da qui la richiesta di Coldiretti alla Regione di deroghe al divieto di bruciatura, di cui trovate maggiori dettagli nel riquadro qui sotto.

COLDIRETTI ALLA REGIONE: IL DIVIETO PARTA SOLO DAL 15 DICEMBRE!

LIMITAZIONI TEMPORANEE

Per le limitazioni temporanee, aggiuntive alle misure strutturali, è prevista l’adozione di un meccanismo a semaforo con misure che si applicano tutti i giorni della settimana in caso di superamento dei livelli di allerta: • Nel caso di 1° livello di allerta, contraddistinto dal colore arancio (con 4 giorni consecutivi di superamento delle soglie stabilite per gli inquinanti) è prevista, tra l’altro, l’adozione delle seguenti limitazioni: divieto di spandimento liquami zootecnici e digestato e, in presenza di divieto regionale, divieto di rilasciare le relative deroghe (con l’eccezione della distribuzione mediante iniezione superficiale, iniezione profonda, sulle sole superfici inerbite spandimento a bande con tecnica a raso in strisce o con scarificazione); divieto assoluto, per qualsiasi tipologia, di combustione all’aperto. Ulteriori vincoli sono previsti per la circolazione veicolare e l’utilizzo di generatori domestici di calore. • Vincoli più stringenti sono previsti in caso di raggiungimento del 2° livello di allerta, identificato con il colore rosso, ovvero con dieci giorni consecutivi di superamento dei valori di riferimento. Le limitazioni temporanee previste per la circolazione di alcuni mezzi non si applicano alle macchine agricole. All’indirizzo web: webgis.arpa.piemonte.it/protocollo_aria_webapp è possibile verificare quali sono i Comuni interessati dall’applicazione del semaforo relativo alle limitazioni temporanee.

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DIVIETO DI BRUCIATURA

Il divieto di bruciatura all’aperto degli scarti vegetali in piccoli cumuli (foglie, materiale di potatura o derivante dall’attività forestale, ecc.) è stato inoltre ribadito dalla nuova Legge quadro regionale che detta le norme da adottare per prevenire gli incendi boschivi. Si tratta, però, di un divieto che sta mettendo in grandissima difficoltà gli imprenditori e coloro che si dedicano alla cura e alla pulizia dei boschi, in particolare i produttori di castagne che, come di consueto, al termine della raccolta del prodotto, eseguono la pulizia dei castagneti radunando le foglie in piccoli cumuli per poi bruciarle. Disagi analoghi sono denunciati dai corilicoltori. Eppure, si tratta di una pratica secolare utilizzata già in tempi in cui l’inquinamento atmosferico da polveri sottili non esisteva e alla quale, dunque, non si può attribuire la responsabilità dell’attuale situazione di inquinamento dell’aria, impedendo quelle attività che hanno consentito di trasferire di generazione in generazione uno straordinario patrimonio come i nostri boschi. Avere fondi e boschi puliti dal fogliame, non appena le condizioni meteorologiche lo consentono, può contribuire a generare condizioni di sicurezza laddove i boschi coltivati e in ordine sono contigui a

In una lettera dello scorso 29 ottobre, Coldiretti ha portato all’attenzione degli Assessori regionali Alberto Valmaggia e Giorgio Ferrero le problematiche che genera il divieto di abbruciamento di materiale vegetale dal 1° novembre al 31 marzo. Un arco temporale ritenuto troppo ampio, in cui è impossibile eseguire gli interventi di cura e pulizia del bosco (per la castanicoltura in particolare) o del fondo (per quanto riguarda, ad esempio, il settore corilicolo), necessari al termine della stagione di raccolta. Per questo Coldiretti ha chiesto una deroga che consenta l’abbruciamento dei residui vegetali, pur nel rispetto di tutte le precauzioni necessarie alla prevenzione dei rischi di incendio. Precisamente, ha chiesto che il divieto di bruciatura riguardi il periodo compreso tra il 15 dicembre e il 31 marzo dell’anno successivo. Coldiretti ritiene inoltre necessario derogare dal divieto in tutti i casi in cui ciò sia motivato da emergenze fitosanitarie. Tale richiesta è avvalorata da quanto la stessa Regione ha disposto nel piano di lotta alla batteriosi del kiwi: nelle aree contaminate, il materiale tagliato ed estirpato dev’essere distrutto e l’incenerimento, dunque la bruciatura, costituisce la modalità di distruzione più efficace contro la diffusione di tale avversità.


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ATTUALITÀ

Il blocco è dannoso e insostenibile: occorre riprendere la via del dialogo

RUSSIA, L’EMBARGO COSTA 1 MILIARDO AL MADE IN ITALY Le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia hanno perso oltre 1 miliardo di euro a causa del blocco che colpisce una lunga lista di prodotti agroalimentari, con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne, salumi e pesce provenienti da UE, USA, Canada, Norvegia ed Australia. È questo il dato emerso dall’analisi Coldiretti pubblicata in occasione della recente visita del Vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini in Russia, a poco più di quattro anni dall’entrata in vigore dell’embargo stabilito dalla Federazione Russa con Decreto n. 778 del 7 agosto 2014, più volte rinnovato, come ritorsione alle sanzioni europee. Alle perdite dirette, legate alle mancate esportazioni dei nostri prodotti agroalimentari in Russia, si sommano le perdite indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla contestuale diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Nei supermercati russi, ad esempio, si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia” all’insalata “Buona Italia”, dalla Robiola “Unagrande” alla mortadella “Milano”, dal parmesan alla

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scamorza fino al mascarpone. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata, però, solo l’industria russa, ma anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo, tra i quali la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile, che hanno aumentato le esportazioni di cibi italiani taroccati nel Paese di Putin. In Russia è possibile, così, trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo

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una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu, in altri casi sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza alcuna chiara indicazione nei menu. L’embargo russo resta, insomma, un blocco dannoso e un costo insostenibile per il nostro Paese. Coldiretti chiede che si riprenda la via del dialogo, poiché il settore agroalimentare è diventato ingiustamente merce di scambio nelle trattative internazionali, senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico.


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ATTUALITÀ

+30% di aziende agricole under 40 in Piemonte, ma serve più sostegno

INSEDIAMENTO DI GIOVANI, OCCORRE UN NUOVO BANDO

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contesto socio-economico critico. Tra gli agricoltori di prima generazione, “new entry” nelle campagne, la metà è costituita da laureati e il 57% ha fatto innovazione. Il nostro è un settore attrattivo che, soprattutto negli ultimi anni, ha saputo offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, destinate ad aumentare nel tempo. Al fine di sostenere l’insediamento dei giovani sono fondamentali le risorse provenienti dal PSR: per questo motivo Coldiretti ha chiesto all’Assessore regionale Ferrero di aprire, entro fine anno, un nuovo bando relativo alla misura 6.1.1 sull’insediamento. I giovani, oltre a rappresentare il futuro dell’agricoltura, sono portatori di idee e nuove progettualità che possono giovare all’economia dell’intero territorio.

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produzione di energie rinnovabili. Senza dimenticare l’impegno a difesa della biodiversità, con il 25% degli agricoltori under 40 che hanno contribuito a salvare 311 prodotti e razze animali dal rischio di estinzione grazie ai “Sigilli” Campagna Amica, 7 dei quali cuneesi. I dati nazionali trovano conferma a casa nostra, dove sempre più spesso i giovani decidono di proseguire l’attività agricola di famiglia o di aprirne una nuova, tanto che le aziende under 40, rispetto allo scorso anno, sono aumentate in Piemonte del 30%. Oggi sentiamo spesso parlare di millennial farmers con riferimento agli under 35 che, tra insoddisfazione generazionale, mancanza di opportunità lavorative e precarizzazione crescente, scelgono l’agricoltura come stimolo e via d’uscita in un

I

Mentre sale la disoccupazione giovanile, nel primo semestre 2018 cresce del 5% il numero di imprese condotte da under 35 che vedono nell’agricoltura Made in Italy nuovi spazi e interessanti prospettive future. Il nostro Paese si colloca così al vertice in Europa per numero di giovani che hanno investito nel lavoro in campagna. Sono 55.000 le imprese agricole italiane condotte da under 35, il 70% delle quali opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, passando per le attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere, la cura del paesaggio, la

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ATTUALITÀ

Coldiretti ha chiesto l’intervento dell’Istituto Zooprofilattico di Torino

SERVE CONTENERE I CINGHIALI CONTRO LA PESTE SUINA 800.000 capi. Tanti sono i suini allevati in provincia di Cuneo, destinati per l’80% ai circuiti tutelati dei prosciutti DOP Parma e San Daniele. 750 le aziende coinvolte, con controlli quotidiani in allevamento da parte dei Servizi veterinari delle ASL, al fine di garantire la massima sicurezza alimentare e trasparenza nella tracciabilità. Non può dirsi lo stesso altrove. In Belgio, ad esempio, dove sono stati scoperti recentemente casi di peste suina africana, malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali, ma non gli esseri umani, facilmente trasmissibile da un animale all’altro. Per questo, in una fase delicata come quella attuale, sono fondamentali i controlli non solo nel Cuneese e in Italia, ma anche all’estero. Al contempo, sul nostro territorio è necessario un conteni-

mento più efficace dei cinghiali per scongiurare la diffusione della peste suina, che avrebbe conseguenze pesantissime per la suinicoltura cuneese. Per questo motivo, Coldiretti ha chiesto un intervento dell’Istituto Zooprofilattico di Torino per un

primo e decisivo studio tecnico sull’impatto del rischio e sulle modalità di contenimento del virus, focalizzando l’attenzione sulla popolazione di cinghiali come vettore della diffusione e sull’urgenza del loro controllo con piani specifici di contenimento.

Grazie all’azione pressante di Coldiretti su Ministero e AGEA

ASSICURAZIONI, SBLOCCATI NUOVI PAGAMENTI Ad inizio ottobre, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) ha autorizzato un pagamento di circa 60 milioni di euro relativi alle polizze assicurative stipulate nella campagna 2017, in favore di oltre 24.000 imprese agricole. In provincia di Cuneo, le aziende con mandato Coldiretti interessate da tali pagamenti sono quasi 1.500, per oltre 4,2 milioni di euro di contributo. Grazie all’azione pressante di Coldiretti su Ministero delle Politiche agricole e AGEA, negli ultimi mesi è stata registrata una forte inversione di tendenza rispetto al passato che ha consentito un’accelerazione nella gestione e liquidazione di tali aiuti.



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ATTUALITÀ

Per l’approvvigionamento di biomasse a fini energetici e industriali

BIOMASSE, AL VIA NUOVO BANDO PSR 2018 È aperto il bando 2018 relativo all’Operazione 16.6.1 (Approvvigionamento di biomasse per la produzione di energia e per l’industria) del PSR 2014-2020. Il bando, per il quale sono stanziati 1,5 milioni di euro, si propone di sostenere la cooperazione per l’approvvigionamento di biomassa di origine forestale (sulla base di uno specifico piano di gestione forestale) per la produzione di energia, al fine di migliorare l’integrazione tra produttori primari nel mercato della vendita dell’energia ed incrementare la competitività e la redditività del comparto agricolo e forestale. In particolare, intende valorizzare la gestione forestale in forma associata, attraverso la certificazione di provenienza della biomassa e la costituzione di forme di integrazione tra proprietari forestali, imprese boschive, imprese termoidrauliche e di fornitura di servizi energetici, in modo tale da coinvolgere direttamente i proprietari e gli operatori del settore forestale nella produzione e vendita dell’energia rinnovabile. Il bando è riservato a gruppi di cooperazione costituiti da almeno due soggetti, sia pubblici che privati, interessati a strutturare una filiera di approvvigionamento della biomassa forestale. Possono far parte del gruppo di cooperazione: operatori del comparto forestale e della filiera del legno; imprese iscritte all’Albo regionale delle im-

prese forestali; proprietari forestali pubblici o privati; Comuni, singoli o associati, anche in forma societaria; forme di gestione forestale associata; ESCO (società di servizi energetici in possesso di certificazione UNI 11352) o altra impresa che, in associazione temporanea di imprese o in rete o in altre forme di aggregazione con le imprese forestali, si candidi alla realizzazione di investimenti di valorizzazione energetica delle biomasse forestali. Il bando finanzierà le seguenti tipologie di intervento: • studi sulla zona interessata, ad esempio studi di fattibilità e di stesura di piani di approvvigionamento; • costo relativo all’animazione della zona interessata per rendere fattibile il progetto; • costi di esercizio della cooperazione;

• costi diretti collegati all’at-

tuazione del piano di approvvigionamento, compresa l’acquisizione di servizi e la realizzazione di investimenti; • acquisto o locazione di terreni, ma in misura non superiore al 10% delle spese ammesse a contributo. Non sono invece ammissibili per il sostegno PSR interventi quali l’acquisto e l’installazione di impianti usati, gli interventi di viabilità silvopastorale di manutenzione ordinaria e straordinaria, l’acquisto di mobili e/o attrezzature d’ufficio, gli impianti per la produzione di energia termica o per la cogenerazione di energia termica ed elettrica che utilizzano biomasse forestali. Sono da ritenersi ammissibili a contributo unicamente le spese sostenute dopo la presentazione della domanda di sostegno ed entro il 22 gennaio 2022. L’agevolazione è riconosciuta sotto forma di contributo in conto capitale a fondo perduto. A seconda della tipologia di intervento, può variare dal 100% dei costi ammissibili al 50%. L’importo del contributo erogabile varia da un massimo di 500.000 euro ad un valore minimo di 100.000 euro per ogni domanda di sostegno/gruppo di cooperazione. C’è tempo fino al 7 febbraio 2019 per presentare le domande.


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Ottima notizia per il nostro comparto florovivaistico

VIVAI: SÌ DEL GOVERNO AL BONUS VERDE La manovra di bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri per il 2019 conferma il “bonus verde” per favorire la diffusione di parchi e giardini in città, capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento. Il bonus verde va incontro alle richieste avanzate da Coldiretti per un comparto strategico del Made in Italy che vale 2,5 miliardi di euro e, attraverso 27.000 imprese florovivaistiche, offre oltre 100.000 posti di lavoro. In particolare, questa misura offre sostegno al settore florovivaistico della nostra Provincia, che genera nel complesso una produzione lorda vendibile di oltre 26 milioni di euro. Parliamo di 220 aziende cuneesi, per una superficie complessiva di 260 ettari, una produzione

di piante ornamentali superiore ai 2 milioni e un totale di 700 addetti coinvolti. Si tratta di una conquista importante con benefici che riguardano non solo le nostre aziende, ma l’intera collettività, grazie all’impatto positivo che le piante hanno sulla riduzione dell’inquinamento atmosferico nei nostri maggiori centri urbani. Una pianta adulta, infatti, può arrivare ad assorbire dai 100 ai 250 gr di polveri sottili nell’aria e 1 ettaro di piante in un anno elimina circa 20 Kg di polveri e smog. Il bonus verde prevede attualmente una detrazione ai fini IRPEF nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o

recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.


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ATTUALITÀ

L’assegnazione arriva dopo la richiesta di Coldiretti in Regione

GASOLIO AGRICOLO, OTTENUTO UN SUPPLEMENTO Lo scorso 18 ottobre Coldiretti ha scritto alla Regione Piemonte per segnalare la necessità di un’assegnazione supplementare di carburante agricolo agevolato. Si tratta di un’esigenza espressa da alcune aziende del Torinese e dell’Alessandrino, oltre che del Cuneese, dovuta alle ripetute e inattese irrigazioni cui hanno dovuto far fronte tra luglio e settembre, a causa della scarsità di piogge. Il maggior consumo di gasolio si è reso indispensabile soprattutto su colture a ciclo breve come le ortive e su colture in secondo raccolto, per le quali l’andamento climatico di quest’anno ha determinato una semina tardiva con il conseguente slittamento del periodo di fioritura, durante il quale è necessaria un’abbondante irrigazione. In tal modo, si sono ridotte le riserve di carburante a disposizione delle aziende, trovatesi in difficoltà per lo svolgimento di attività quali la preparazione del letto di semina o la semina dei cereali autunno-vernini. Per questi motivi, pur non ricorrendo un evento tale da

giustificare una richiesta di calamità naturale per siccità, Coldiretti ha chiesto al Settore Servizi di sviluppo e controlli per l’agricoltura della Regione Piemonte la possibilità di assegnare quantitativi supplementari di gasolio agricolo alle aziende ubicate nei territori specificati. La risposta della Regione non è tardata ad arrivare. La Direzione Agricoltura della Regione Piemonte, con Determina del 29 ottobre, dopo la valutazione del Servizio

di agrometeorologia del Settore Fitosanitario, ha autorizzato un’assegnazione supplementare di carburante agevolato per carenza di piogge per il 15% del valore tabellare previsto per l’irrigazione. Tra le zone del Piemonte individuate, in quanto interessate da carenza di piogge nell’estate scorsa, ci sono i terreni ricadenti nei Comuni cuneesi di Caramagna Piemonte, Casalgrasso, Ceresole d’Alba, Racconigi e Sommariva del Bosco.

Per monitorare e contenere l’emergenza fitosanitaria in Piemonte

TARLO ASIATICO, ISTITUITO UN GRUPPO DI CONTRASTO È stato istituito a livello regionale un gruppo operativo per monitorare e contenere l’emergenza fitosanitaria causata dal tarlo asiatico del fusto, insetto di recente introduzione in Italia che provoca danni irreversibili alle piante attaccate. Il gruppo assicurerà l’impiego degli operai forestali regionali nelle operazioni di abbattimento delle piante infestate e di quelle che presentano danni causati dal parassita, in modo da controllare ed impedirne la diffusione al di fuori

delle limitate aree in cui attualmente è presente. La scorsa estate il tarlo asiatico del fusto è stato rinvenuto per la prima volta in Piemonte, a Vaie in bassa Valle Susa, e a fine settembre ha fatto la sua comparsa a Cuneo, su aceri e betulle a Madonna dell’Olmo. Ricordiamo che, nel caso si osservino rosure particolari sui tronchi degli alberi o insetti, occorre farne segnalazione al Servizio Fitosanitario della Regione Piemonte al numero 011 4321473.


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Nuova iniziativa di Coldiretti, mentre continua il pressing in Regione

MORIA DEL KIWI: ARRIVA L’AUTOCERTIFICAZIONE D’ESTIRPO Coldiretti sta seguendo con grande attenzione la delicata situazione della moria del kiwi che negli ultimi mesi, nonostante gli sforzi tecnici messi in campo, ha coinvolto un numero crescente di ettari, mettendo in discussione non soltanto la produzione 2018 ma anche quella delle prossime annate. La nostra Organizzazione, oltre ad aver richiesto alla Regione Piemonte l’attivazione di interventi a sostegno delle imprese coinvolte, ha messo a punto un modello di autocertificazione utilizzabile dalle aziende che stanno scontando i danni da moria. Invitiamo pertanto tutti i frutticoltori che in queste settimane si trovano costretti ad estirpare gli impianti a causa della moria, a sottoscrivere il modello elaborato da Coldiretti per autocertificare l’estirpo e ad inviarlo via PEC all’Assessorato regionale. In tal modo, oltre ad avere un preciso censimento della situazione, i produttori forniranno ai competenti organi regionali una comunicazione

ufficiale dell’estirpo, utile nel caso in cui si aprissero gli interventi richiesti, finalizzati ad attenuare la perdita economica subita. La situazione del kiwi, una delle produzioni frutticole di punta della nostra provincia, che coinvolge 1.700 aziende per una superficie totale di 3.100 ettari e una produzione potenziale di oltre 84.000 tonnella-

te, è realmente difficile. Dalle prime stime risulterebbe che la moria abbia già colpito nel Saluzzese circa il 40% delle superfici. Per questo il nostro pressing sulla Regione è costante nella speranza che si possano ottenere aperture che diano un aiuto concreto alle nostre aziende per gli impianti colpiti da moria.

Nuovo bando per investimenti che limitino le emissioni da allevamento

EMISSIONI DI AMMONIACA, NUOVI FONDI PSR PER RIDURLE

La Giunta regionale ha approvato lo stanziamento di 3 milioni di euro per l’apertura del bando relativo all’Operazione 4.1.3 del PSR 2014-2020. Si tratta dell’operazione che mira a migliorare la sostenibilità ambientale delle attività di allevamento, comparto da cui si libera in atmosfera una quota significativa dell’ammoniaca di origine agricola. I finanziamenti sono rivolti all’ottimizzazione delle strutture di allevamento degli animali e di stoccaggio degli effluenti zootecnici e dei digestati, nonché alla dotazione di attrezzature, impianti e macchinari per la gestione degli

effluenti e digestati medesimi e la loro distribuzione in campo per l’utilizzo agronomico (carri botte, spandiletame, ecc.). L’obiettivo è ridurre le emissioni in atmosfera, in particolare di ammoniaca di origine agricola. Sono finanziabili anche gli interventi volti a conseguire un risparmio nel consumo di acqua ad uso zootecnico, riducendo il volume di effluente prodotto dall’attività di allevamento. Per maggiori informazioni sui requisiti e sulle modalità di presentazione della domanda, è possibile rivolgersi agli Uffici Zona Coldiretti.


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FISCALE

Il servizio di Coldiretti ai soci

FATTURA ELETTRONICA: SI PARTE IL 1° GENNAIO 2019 È ormai definitiva la partenza generalizzata degli obblighi di fatturazione elettronica al 1° gennaio 2019. Gli interventi di modifica apportati nel recente Decreto-Legge 119/2018, il cosiddetto “Decreto Fiscale”, hanno infatti neutralizzato le necessità da più parti richieste di una proroga. L’obbligo interesserà tutte le operazioni effettuate tra soggetti residenti nello Stato, con la sola esclusione dei soggetti in regime di vantaggio o forfettario e degli agricoltori in regime di esonero ai sensi dell’art. 34, comma 6 del DPR 633/1972. L’avvio non interesserà, inoltre, i corrispettivi il cui obbligo entrerà in vigore a regime dal 2020, salvo l’avvio anticipato a luglio 2019 per i soggetti con volume d’affari supe-

riore a 400.000 euro. Quanto alle novità contenute nel Decreto Fiscale, in primo luogo viene stabilita la non applicazione di sanzioni nei primi 6 mesi per le violazioni sulle disposizioni in materia di fattura elettronica, a condizione che la stessa sia emessa nelle forme stabilite e trasmessa al Sistema di Interscambio entro il termine della liquidazione periodica dell’imposta sul valore aggiunto, ossia entro il giorno 16 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione come stabilito dalle norme IVA. La stessa sanzione sarà ridotta all’80% qualora l’emissione (e conseguentemente la trasmissione) avvenga entro il termine di effettuazione della liquidazione dell’imposta del periodo successivo.

Coperte in tal modo le difficoltà connesse all’avvio nel primo semestre, il Decreto stabilisce che a decorre dal 1° luglio 2019 la fattura debba essere emessa entro 10 giorni dal momento di effettuazione dell’operazione, ma in tal caso dovrà riportare, se diverse, sia la data di emissione che quella di effettuazione, in quanto è questa a determinare il momento di esigibilità dell’IVA e che ne stabilisce il momento di registrazione nel registro delle vendite. Tali disposizioni superano le difficoltà che si sarebbero manifestate con l’obbligo di emissione e trasmissione entro le ore 24 del giorno di effettuazione dell’operazione, creando così i presupposti per un avvio del processo più sereno per tutti gli operatori coinvolti.

IL SERVIZIO ATTRAVERSO IL “PORTALE DEL SOCIO” Gli Uffici Zona di Impresa Verde hanno strutturato i necessari adattamenti al servizio di tenuta contabilità connessi al nuovo obbligo. Gli associati potranno rivolgersi direttamente agli Uffici per la predisposizione della fattura elettronica, nonché per le operazioni di trasmissione al Sistema di Interscambio della medesima. Inoltre, attraverso il “Portale del

Socio”, Impresa Verde fornirà a tutte le imprese agricole un software intergrato con i propri sistemi, con il quale gli associati saranno in grado di operare in autonomia emettendo in proprio le fatture che verranno trasmesse direttamente al Sistema di Interscambio, adempiendo così agli obblighi di legge, nonché all’Ufficio che cura la contabilità per gli adem-

pimenti fiscali, comunque obbligatori e necessari, di verifica e di corretta contabilizzazione dell’operazione. Il software integrato avrà il pregio di essere costruito su misura delle imprese agricole, consentendo alle stesse di evitare errori e di avere un dialogo immediato e costante con le figure di riferimento dei nostri Uffici.

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Coldiretti al lavoro per ottenere la riapertura dei termini di accatastamento

FABBRICATI RURALI PRESTO REGOLARIZZABILI?

imprenditori agricoli professionali, perché solo l’iscrizione nel Catasto urbano dei fabbricati con l’annotazione di ruralità che ne certifica l’effettivo utilizzo per le attività agricole consente loro di beneficiare di importanti agevolazioni fiscali, quali l’esenzione delle imposte sui redditi e delle

addizionali per i fabbricati rurali sia ad uso abitativo che strumentale, l’esonero IMU e l’aliquota ridotta TASI nella misura massima dello 0,1% per i fabbricati strumentali. Se la misura passerà nel provvedimento fiscale sarà preservato il diritto di molti agricoltori professionali di accedere a significative agevolazioni fiscali, risolvendo un’incredibile situazione per cui la mancata dichiarazione dei fabbricati rurali potrebbe comportare l’esclusione da tali vantaggi. Il traguardo è difficile da raggiungere e la battaglia che Coldiretti sta portando avanti nell’interesse dei soci è complessa, ma se si otterrà la riapertura dei termini si tratterà di un’occasione da non perdere.

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Potrebbe arrivare l’ultima chiamata per chiudere l’annosa vicenda dell’accatastamento dei fabbricati rurali nel Catasto edilizio urbano. Coldiretti sta lavorando in questa direzione. A distanza di sei anni dalla scadenza del termine per regolarizzare la posizione delle costruzioni rurali, risultano ancora iscritti al Catasto terreni circa 800.000 fabbricati. Coldiretti è fortemente impegnata ad ottenere la riapertura dei termini per consentire agli agricoltori di regolarizzare case ed edifici strumentali già a partire dalla conversione del Decreto-Legge fiscale, in fase di approdo al Parlamento. La mancata regolarizzazione si traduce in una pesante penalizzazione per coltivatori diretti e

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FISCALE

Ecco le eccezioni alla fatturazione elettronica previste per l’agricoltura

CARBURANTE AGRICOLO SENZA PAGAMENTI TRACCIABILI

L

e Legge di Bilancio 2018 ha introdotto alcune importanti novità, in particolare l’obbligo generalizzato dal 1° gennaio 2019 della fatturazione elettronica. L’obbligo era stato anticipato a luglio 2018 per gli acquisti di carburante per motori, ma tale anticipazione è stata poi parzialmente prorogata e rimandata al 1° gennaio 2019 per gli acquisti effettuati presso impianti di distribuzione stradale. Un importante chiarimento lo aveva fornito l’Agenzia delle Entrate quando, con la circolare 13/E del 2018 aveva escluso dall’obbligo anticipato le cessioni di gasolio e benzina agricola destinati a trattori agricoli e forestali. La medesima circolare ribadiva, però, che l’esclusione dall’obbligo di fatturazione elettronica anticipata non escludeva l’applicazione delle altre disposizioni della Legge di Stabilità (commi 922 e 923) per cui, affinché l’IVA sia detraibile e il costo deducibile dal reddito di impresa, il pagamento deve avvenire esclusivamente con modalità di pagamento tracciabile

individuate dalla Legge e da apposito Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia è poi intervenuta con una risposta a una richiesta di interpello (risposta n. 13 del 27 settembre 2018) con cui ha affermato l’esclusione dall’obbligo di pagamento tracciabile per una parte dei soggetti che operano in agricoltura. Le condizioni a cui opera l’esclusione sono due: l’imprenditore agricolo deve determinare il reddito su base catastale ai sensi dell’art. 32 del TUIR e, ai fini IVA, deve aver adottato il regime speciale agricolo

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ex art. 34 del DPR 633/1972. In tal modo, infatti, si è in presenza di modalità di determinazione forfettaria del reddito e dell’imposta, per cui viene meno il presupposto di utilizzo dei pagamenti tracciabili, ossia di individuare puntualmente i costi sostenuti e l’IVA pagata per rivalsa. Restano fermi comunque, in queste ipotesi, i limiti all’utilizzo del contante previsti dalla normativa antiriciclaggio, attualmente a 2.999 euro. Gli uffici zona di Impresa Verde potranno fornire tutte le ulteriori informazioni necessarie.

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Esenzione sugli espropri di beni a favore del demanio dello Stato

QUANDO NON SI PAGA L’IMPOSTA DI REGISTRO I trasferimenti di beni espropriati sono esenti da imposta di registro a prescindere dalla qualificazione dell’Ente espropriante (Stato o concessionari delegati), a condizione che i passaggi di proprietà vengano disposti a favore del Demanio Pubblico dello Stato. Questo è il parere formulato dall’Agenzia delle Entrate con risoluzione 66/E dello scorso 19 settembre, in risposta a quesiti formulati da soggetti che, nell’ambito della procedura espropriativa delle aree necessarie per l’esecuzione di opere pubbliche, agiscono in veste di concessionari dello Stato e curano le relative formalità e volture inerenti il passaggio di tali aree a favore del Demanio dello Stato. Secondo il Testo Unico dell’imposta di registro, il cosiddetto T.U.R., “negli atti di espropriazione per pubblica utilità o di trasferimento coattivo della proprietà o di diritti reali di godimento l’imposta è dovuta solo dall’Ente espropriante o dall’acquirente senza diritto di rivalsa (…); l’imposta non è dovuta se espropriante o acquirente è lo Stato”. La norma in esame stabilisce quindi l’esenzione dall’imposta di registro per gli atti di esproprio e per gli atti di cessione volontaria, qualora l’Ente espropriante o l’acquirente sia lo Stato. Tuttavia, se gli atti di esproprio

sono stipulati dal concessionario delegato, ma producono i loro effetti direttamente e immediatamente in capo allo Stato, si può applicare l’esenzione di cui sopra? Oppure è necessario che lo Stato rivesta sia la qualifica di espropriante che quella di soggetto acquirente? L’Agenzia delle Entrate ha suggerito un’interpretazione estensiva delle norma, ritenendo che, ai fini dell’esenzione, non è necessario che nei procedimenti di esproprio lo Stato rivesta sia la qualifica di espropriante che quella di soggetto acquirente. Pertanto, gli atti di espropriazione (quali Decreti di espropriazione per pubblica utilità, atti di cessione volontaria di immobili) anche se attuati da concessionari delegati, ad esito dei quali lo Stato risulta essere, immediatamente e direttamente, l’acquirente dei beni espropriati, ricadono nell’ambito di applicazione del regime di

esenzione dall’imposta di registro, previsto dall’articolo 57, comma 8, del T.U.R. Non solo, i medesimi trasferimenti sono altresì esenti da imposte ipotecaria e catastale, imposta di bollo e tasse ipotecarie. L’Agenzia delle Entrate ha inoltre precisato che i chiarimenti forniti appaiono in contrasto con la precedente risoluzione 243/E del 1° settembre 2009, nella quale ha escluso l’applicabilità del regime esentativo previsto a favore dello Stato ai Decreti di espropriazione posti in essere dall’ANAS SpA. Ciò in quanto ANAS SpA era un soggetto distinto dallo Stato con una propria autonomia patrimoniale, gestionale e contabile e nel caso di specie non risultava prospettata la circostanza che i beni oggetto di esproprio andassero poi a confluire nel demanio dello Stato, requisito invece richiesto ai fini dell’applicazione dell’esenzione esaminata.

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LAVORO

Dal 9 ottobre è obbligatorio l’invio online anche per il comparto agricolo

DENUNCIA DI INFORTUNIO, LA GESTIONE È TELEMATICA

L

o scorso 9 ottobre è entrata a regime la gestione telematica degli infortuni anche per l’agricoltura, l’unico comparto produttivo che versa il contributo assicurativo all’INPS congiuntamente ai contributi previdenziali e assistenziali. Per ora il Portale INAIL non consente l’invio delle denunce di malattia professionale che continuano ad essere inviate via PEC. In caso di infortunio, il lavoratore deve fornire al datore di lavoro il numero identificativo del certificato medico, la data di rilascio e i giorni di prognosi: in tal modo il lavoratore assolve all’obbligo di dare immediata notizia al datore dell’infortunio, anche se di lieve entità. Nel caso in cui non disponga del codice identificativo del certificato,

il lavoratore deve fornire al datore di lavoro il certificato medico in forma cartacea. Si ricorda che la denuncia di infortunio va effettuata entro 48 ore da quando il datore di lavoro ha notizia dell’evento. Il mancato rispetto dei termini previsti per l’invio della comunicazione d’infortunio di un solo giorno fino a tre giorni a fini statistici e

informativi determina l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 548 a 1.972,80 €. Nel caso di infortuni superiori ai tre giorni, il mancato rispetto dei termini previsti per l’invio della comunicazione di infortunio comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 1.096 a 4.932 €.

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Nuovo passo avanti verso la sburocratizzazione, malgrado i ritardi

NUOVI VOUCHER, ISTRUZIONI INPS PER L’USO Lo scorso 17 ottobre l’INPS ha pubblicato la circolare 103 contenente le istruzioni per utilizzare i nuovi voucher in agricoltura, a seguito delle modifiche al contratto di prestazione occasionale introdotte dalla Legge 96/2018. Per le imprese agricole sono state introdotte alcune novità che rendono le norme e le procedure più aderenti alla realtà del comparto agricolo. Si tratta di un nuovo segnale di sburocratizzazione che va nel verso auspicato, nonostante i ritardi nell’applicazione che si sono registrati quest’anno dopo l’approvazione della norma di riforma dei voucher.

COSA DEVE FARE IL DATORE DI LAVORO

L’imprenditore agricolo che decide di usare i voucher deve comunicare tramite piattaforma INPS, almeno un’ora prima dell’avvio della prestazione lavorativa, i dati anagrafici e identificativi del personale utilizzato, il luogo di svolgimento e l’oggetto della prestazione, l’entità del compenso, la data di inizio e il numero di ore presunte di prestazione su un arco temporale massimo di 10 giorni. Nel caso il lavoratore non venga poi impiegato, l’imprenditore può revocare la richiesta tramite procedura informatica INPS. È possibile anche aumentare le ore inserite nella dichiarazione con l’indicazione del relativo compenso. La misura del compenso delle ore di lavoro è liberamente fissata dalle parti, nel rispetto delle misure minime orarie previste per il settore agricoltura.

PER CHI VALGONO I NUOVI VOUCHER

I voucher in agricoltura si applicano esclusivamente a: • titolari di pensione di vecchiaia o invalidità;

• giovani con meno di 25 anni

regolarmente iscritti ad un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado ovvero ad un ciclo di studi universitario; • disoccupati, ossia persone prive di impiego che dichiarano al portale nazionale delle politiche del lavoro la disponibilità immediata a svolgere un’attività lavorativa e alla partecipazione a misure di politica attiva del lavoro (art. 19 del D. Lgs. 150/2015); • percettori di prestazioni integrative del salario, di reddito di inclusione o di altre prestazioni di sostegno del reddito. È essenziale, inoltre, che tali persone non siano stati operai agricoli l’anno precedente. Importante novità è rappresentata dal fatto che è il lavoratore, e non l’azienda, a dover certificare sotto la propria responsabilità la condizione soggettiva di studente, pensionato o altro e soprattutto la non iscrizione nell’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli. Solo in tal caso il prestatore sarà reso disponibile nella piattaforma INPS all’impresa agricola, esonerata da responsabilità e sanzioni in caso di

autocertificazioni non veritiere. L’INPS ricorda, infine, che il ricorso al lavoro occasionale è consentito esclusivamente alle imprese agricole che occupano non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato.

Sul nostro territorio i voucher sono utili soprattutto nel periodo della vendemmia, ma non sono solo: ad usufruirne sono anche le imprese ortofrutticole per la raccolta di frutta e verdura. Certamente, per questa campagna l’utilizzo è stato molto limitato, ma l’auspicio è che possa essere maggiore il prossimo anno, considerato che i voucher rendono dinamico il mercato del lavoro e favoriscono scambi di esperienze tra generazioni.


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LAVORO

“Minimo etico in selvicoltura” per auto-valutare le condizioni di sicurezza

SICUREZZA SUL LAVORO, COME GESTIRLA NEI BOSCHI Il lavoro in bosco è riconosciuto come uno dei più gravosi e pericolosi, essendo continuamente esposto a diversi rischi e ad elevata probabilità di infortuni. Di questi ultimi, il 40% ha come causa agente il movimento o la caduta di fusti, tronchi e rami, il 30% è conseguenza diretta dell’uso di motosega o altri utensili, il 20% è dovuto a cadute e/o scivolamento dell’operatore, il restante 10% è legato all’uso di trattori ed altre macchine. La motosega rappresenta lo strumento più pericoloso e l’abbattimento la fase di maggior rischio, anche se il maggior numero di infortuni si verifica durante l’allestimento del legname. Durante l’esbosco avviene un minor numero di incidenti, ma spesso di maggior gravità. Non si tratta di un problema recente e se gli strumenti meccanizzati, che hanno reso più veloce e per certi versi meno faticoso il lavoro, possono aver contribuito ad aumentarne la pericolosità, sono il contesto lavorativo e la formazione degli operatori a fare la differenza. Garantire la sicu-

rezza è un’operazione complessa che necessita di una gestione a più livelli: dall’identificazione e valutazione dei rischi alla pianificazione e organizzazione delle attività, fino all’adozione di tecniche di lavoro adeguate, dei dispositivi di sicurezza necessari e di un piano per la gestione delle emergenze. Sono coinvolti il committente dei lavori, il datore di lavoro, il caposquadra o preposto all’operazione, il singolo lavoratore, secondo responsabilità definite dalla legge. Norma di riferimento principale è il D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. (Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), cui si aggiungono gli accordi Stato-Regioni relativi alla “Formazione obbligatoria dei lavoratori” e alle “Attrezzature” e la L. r. 4/2009, “Gestione e promozione economica delle foreste”, con i suoi regolamenti attuativi, in particolare il regolamento forestale e quello dell’Albo delle imprese forestali, o il Piano Regionale di Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura. In funzione di questo Piano di Prevenzione, il gruppo regionale Sicurezza in selvicoltura - coordinato dalla Direzione Sanità della Regione Piemonte e composto dal Settore Foreste e dagli SPreSAL delle ASL piemontesi - ha redatto la scheda “Minimo etico in selvi-

coltura”, utilizzata per i controlli alle attività forestali da parte delle ASL. Quella pubblicata sul sito della Regione Piemonte - Settore Foreste è la versione per le aziende, utile strumento per sapere quali sono gli aspetti prioritariamente controllati in caso di sopralluogo sui cantieri da parte degli Organi Ispettivi. La scheda si divide in 3 moduli: • Modulo 1 - Adempimenti normativi: redazione DVR, idonea formazione degli operatori aziendali, nomina medico competente e relative visite mediche; • Modulo 2 - Gestione della sicurezza: allestimento e segnalazione del cantiere, uso di DPI, procedure di lavoro applicate, gestione emergenze/primo soccorso, formazione; • Modulo 3 - Requisiti minimi di macchine/attrezzature e loro utilizzo: trattrice, albero cardanico, verricello, motosega, escavatore, caricatore frontale, cippatore, gru a cavo forestale. La scheda può, quindi, essere utilizzata dalle imprese operanti in selvicoltura per auto-valutare la gestione della sicurezza nei lavori boschivi. Gli Uffici di Zona Coldiretti, grazie al servizio “VDR - Valutazione dei Rischi”, sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

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ECONOMICO

Per misurare il benessere in allevamento e prevenire il taglio della coda

BENESSERE SUINI, PARTE A FINE ANNO “CLASSYFARM” Entro fine anno gli allevatori di suini dovranno aderire al progetto “ClassyFarm”, sistema di categorizzazione del rischio degli allevamenti, che l’Italia ha messo a punto sul tema del benessere suini (D. Lgs. 122/2011), con particolare riferimento alle misure finalizzate a prevenire il ricorso del taglio della coda e ad assicurare materiale di arricchimento ambientale. A seguito dell’audit dello scorso anno presso il Ministero della Salute, la Commissione europea aveva riscontrato che in Italia mancavano: sistemi gestionali o ambientali • una strategia finalizzata a negli allevamenti prima degli ridurre la morsicatura della interventi di caudotomia; coda o evitarne il mozzamento • un sistema nazionale di raccome operazione di routine nei colta delle lesioni rilevate al suini; macello e di lesioni della coda; • le informazioni necessarie • i dati esatti sulla prevalenza agli ispettori per valutare la della morsicatura della coda e conformità del materiale di sulla percentuale di suini che arricchimento, pulizia, comfort hanno subito il mozzamento termico, qualità dell’aria, comdella coda. petizione per il cibo e lo spazio, L’Italia ha, quindi, concordato con stato di salute, alimentazione, l’UE un piano di tre anni (entro il nonché per valutare l’appor2020) per risolvere queste criticità, to di modifiche concrete ai soprattutto la problematica del 12-09-2018 DEF. Piede Coltivatore Cuneese_Layout 1 17/09/2018 11:59 Pagina 1

taglio coda. Lo scorso luglio, la Commissione europea ha validato il percorso da seguire per l’Italia ed è molto importante che tutti gli allevatori ne siano informati. La soluzione è stata individuata con il progetto “ClassyFarm”, sistema di categorizzazione del rischio degli allevamenti italiani, che verrà a breve utilizzato. Si tratta di un sistema di raccolta-dati “integrata”, cioè proveniente da più fonti (controlli ufficiali, BDN, banche dati e informazioni del veterinario azien-

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dale), che consente di dare una valutazione complessiva dell’allevamento in tutte le aree afferenti la salute e il benessere animale, farmaco veterinario e biosicurezza compresi. Tale valutazione sarà sintetizzata da un indicatore numerico di rischio (score), un valore scaturente da coefficienti validati ed elaborati, che consentirà alle ASL di impostare una programmazione mirata delle audit ufficiali e agli operatori di ridurre gli oneri in termini di minor frequenza dei controlli. Inoltre, la categorizzazione consentirà all’allevatore di avere una fotografia costante del proprio allevamento, anche per verificare le aree di miglioramento nel proprio interesse economico-produttivo. L’obiettivo, infatti, è premiare gli allevamenti più virtuosi, lungo un percorso che offra anche prospettive di certificazione di qualità, a tutto vantaggio del consumatore finale. Potranno inserire i dati sia i veterinari aziendali che i veterinari ASL, mentre gli allevatori potranno soltanto visualizzarli (punteggio,

dati produttivi, geolocalizzazione, biosicurezza e consumo farmaci). Per rispetto della privacy, oltre alle aziende, potranno accedere ai dati solamente il veterinario aziendale incaricato e il veterinario ASL per gli allevamenti di propria competenza. La visualizzazione dei risultati è con sistema a semaforo. Sarà perciò importante per l’allevatore avere un veterinario che inserisca i dati correttamente e che conosca bene l’azienda. Entro la fine dell’anno gli allevatori dovranno aderire al progetto e, per implementare il sistema “ClassyFarm”, dovrà essere svolta una prima ricognizione di tutti gli allevamenti, a cominciare da quelli con svezzamenti e ingrasso. Gli allevatori dovranno perciò incaricare il proprio veterinario a redigere la check-list per verificare se sono soddisfatte le condizioni minime per i gruppi di fattori di rischio (materiali manipolabili, alimenti, salute, densità, qualità dell’aria in stalla). Una volta caricati i dati a sistema, se l’esito sarà

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negativo, l’allevatore dovrà cercare di porvi rimedio, mentre a inizio 2019 dovrebbe seguire una prima tornata di controlli ufficiali da parte dei Servizi Veterinari ASL. Il tutto verrà fatto secondo il “Manuale CReNBA: linea guida per la prevenzione del taglio della coda” che, ad esempio, definisce i materiali manipolabili. L’adesione a questa iniziativa non è formalmente obbligatoria ma costituisce, in pratica, l’unico metodo ufficiale con il quale verrà misurata l’intenzione e la capacità dell’allevatore di apportare le migliorie necessarie al proprio allevamento. Gli interventi non saranno da effettuare nell’immediato ma attraverso un percorso, arrivando così, a inizio 2020, a dimostrare di aver messo in atto tutte le soluzioni possibili e, in particolare, a non ricorrere al taglio della coda. Ovviamente, con un occhio attento a quello che faranno gli altri Stati membri, per evitare situazioni di concorrenza sleale. Il sistema verrà esteso a tutte le filiere, ma ad oggi è data priorità ai suini.

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INDICE

SPECIALE A. B. C. D. E. F. G. H. I. J. K. L. M. N. O. P.

Uno sguardo generale Settore frutticolo Settore orticolo e piccoli frutti Settore corilicolo Settore castanicolo Settore colture industriali Settore cerealicolo Settore risicolo Settore lattiero caseario Settore bovino Settore suinicolo Settore avicunicolo Settore vitivinicolo Settore apistico-mielicolo Settore florovivaistico Settore biologico

Una panoramica sull’annata agraria 2018. L’andamento climatico ha compromesso alcuni settori, mentre è andata meglio per altri, che hanno consolidato i risultati positivi delle scorse annate o hanno mostrato segnali di netta ripresa. Scopriamo l’andamento dell’annata per ogni comparto agricolo.


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SPECIALE ANNATA AGRARIA

A UNO SGUARDO GENERALE Quella del 2018 è stata un’annata condizionata notevolmente dall’andamento climatico, in particolare dall’elevata piovosità che ha caratterizzato il periodo primaverile, compromettendo particolarmente i seminativi, dai cereali ai foraggi, dalle orticole alle patate. Alcuni settori hanno consolidato i risultati positivi delle scorse annate, altri hanno mostrato segnali di netta ripresa, altri ancora hanno stentato a ripartire. Ad esempio, il 2018 si conferma ancora una volta un’annata negativa per il comparto cerealicolo, alle prese con quotazioni di mercati ancora insoddisfacenti a causa

B

del surplus globale e con produzioni sulle quali ha inciso in modo determinante l’andamento climatico. Discorso a parte per il riso che, invece, sembra dare primi segnali di ripresa. Sugli scudi la produzione apistica, tornata su volumi normali. Nonostante un’offerta generale in calo, la frutta estiva non riesce ancora a sterzare verso quotazioni soddisfacenti, lasciandosi dietro gli anni della crisi. In ripresa la produzione corilicola piemontese, seppur in modo disomogeneo, ma con un mercato in ribasso. Mercato in calo per la castanicoltura dopo anni positivi.

Ancora positiva l’annata per il settore bovino da carne, soprattutto per la razza Piemontese; in lieve calo quello suinicolo. Sostanzialmente invariati i settori delle orticole e dei piccoli frutti, così come l’avicunicolo. Colture industriali in calo, con produzione ridotta soprattutto per le patate, sebbene con quotazioni elevate. Per il settore vitivinicolo un’annata di ritorno alla normalità in termini di volumi e di qualità buona, con punte di ottimo. Ancora in crescita le produzioni biologiche. Di seguito l’analisi dettagliata dei singoli settori.

SETTORE FRUTTICOLO

La raccolta di tutte le specie frutticole ha registrato un notevole ritardo, di circa 10/15 giorni, rispetto all’annata precedente. Il prodotto destinato alla trasformazione industriale, se si escludono alcune linee particolari, è stato sempre caratterizzato da prezzi molto bassi che, in alcune situazioni, ha portato alla non raccolta. Soprattutto per pesche, nettarine, susine autunnali e mele, a fronte di una sempre maggiore organizzazione dei principali competitor, si assiste in Piemonte ad un’elevata frammentazione commerciale, che ha aggravato la debolezza del comparto. La produzione delle ciliegie, soprattutto per le varietà più precoci, ha subìto una contrazione produttiva dovuta alle abbondanti piogge che hanno provocato la rottura dei frutti. Negli impianti specializzati l’adozione di varietà più resistenti, di teli e reti di copertura, ha mitigato notevolmente l’effetto dannoso delle piogge. Il mercato è stato caratterizzato da poca richiesta, ma da prezzi soddisfacenti. Continua l’ottima remunerazione delle pezzature più grandi. La produzione di albicocche è stata decimata da una gelata avvenuta nel mese di febbraio, che ha colpito soprattutto le zone collinari

maggiormente esposte e le varietà a maturazione media e precoce. Nonostante la scarsa produzione, il mercato ha registrato prezzi bassi e poca richiesta, soprattutto nel primo mese di commercializzazione. Più positiva la situazione per le varietà locali come la “Tonda di Costigliole”. Per quanto riguarda le susine, a causa del freddo invernale, in alcune zone si è registrata un’importante perdita di produzione di quelle a maturazione estiva. La qualità di tali susine è stata ovunque buona; il mercato è stato recettivo, con quotazioni interessanti. Per le susine a maturazione autunnale, la produzione è stata

leggermente inferiore alle attese ma, nella maggior parte dei casi, controbilanciata da una pezzatura dei frutti decisamente buona. La commercializzazione terminerà solo nel mese di dicembre e, finora, la qualità mercantile delle partite e la buona richiesta d’oltremare hanno garantito quotazioni interessanti. Per pesche e nettarine si registra un costante calo produttivo causato dagli espianti provocati da anni di scarsa remuneratività. Anche se si è registrata in alcune aree e su alcune varietà una considerevole perdita produttiva dovuta al gelo invernale, la maggior parte degli appezzamenti ha garantito un raccolto abbondante. Nelle zone più umide e su alcune varietà si è registrata una notevole marcescenza dei frutti che, nella maggior parte dei casi, potrà essere curata solo con importanti interventi di tipo agronomico. La liquidazione delle partite verrà fatta solo verso fine anno, ma la buona richiesta da parte del mercato fa ben sperare per la remunerazione delle singole partite. Per le pere si registra un marcato aumento della produzione, dovuta all’entrata in funzione dei nuovi impianti. La varietà maggiormente coltivata è la “William”, soprattutto per la trasformazione industriale.


Novembre | 2018

Produzione e qualità sono state ovunque elevate e, per quanto finora noto, anche le quotazioni sono in leggero aumento. La raccolta delle mele ha visto una buona produttività e un’ottima qualità mercantile; fortunatamente gli impianti antigrandine hanno salvato la produzione nelle zone di montagna più vocate che, quest’anno, sono state ripetutamente colpite da violente grandinate. Inizialmente il mercato è stato favorito, su tutte le varietà, dalla totale mancanza di offerta, causata dalla scarsa produzione dell’annata precedente. Dopo questa prima fase, il mercato è stato pesantemente rallentato, soprattutto in Europa, dall’aumento di produzione nella corrente annata e dall’immissione sul mercato di prodotto a basso prezzo. Una volta terminata la raccolta si confida in un miglioramento della situazione

C

di mercato che, per alcune varietà, è già in atto. La PSA e la cosiddetta “moria” hanno provocato la perdita di circa il 50% della produzione potenziale di kiwi, penalizzando pesantemente l’economia del nostro territorio, in quanto il Piemonte è la seconda regione per produzione in Italia e il

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primo polo di condizionamento. Al momento è difficile fare previsioni sul mercato, che sarà sicuramente condizionato dalle scelte di altri Paesi produttori come la Grecia, ma in generale la produzione è inferiore alle richieste potenziali del mercato e questo ci fa ben sperare.

SETTORE ORTICOLO E PICCOLI FRUTTI

Per la fragola, nonostante l’andamento climatico particolarmente difficile in fase primaverile a causa delle piogge, la produzione è stata soddisfacente e di buona qualità. Il prezzo in fase di raccolta delle unifere si è attestato nella media degli ultimi anni, tra i 3-4 €/kg per le raccolte precoci nella zona del Roero, mentre nel Peveragnese le raccolte sono state posticipate a causa del clima piovoso e freddo. Questo ritardo ha portato, a fine giugno, ad un aumento considerevole dei prezzi, arrivando a 4-4,5 €/kg. La produzione in fase estiva con le produzioni di fragola rifiorente, invece, non sono state particolarmente interessanti; il prezzo è calato drasticamente da metà-fine luglio, dopo un periodo di forte entusiasmo e l’andamento si è mantenuto fino ad ottobre con prezzi poco interessanti attorno a 2,5-3 €/kg. Per il mirtillo le produzioni sono state buone ma con una riduzione media di circa il 20% rispetto al 2017. I prezzi - attorno a 3,5-4,5 €/ kg circa - sono stati nettamente più bassi rispetto alla media degli scorsi anni, probabilmente a causa

di sovrapposizioni di offerta sul mercato europeo. Il mirtillo, però, si conferma ancora una coltura interessante per il nostro areale sotto il profilo economico. Per quanto riguarda le varietà di fagiolo, le semine di fagiolo da raccolta cerosa rampicante sono state posticipate a causa delle piogge primaverili. Potendo offrire poca quantità di prodotto a luglio e ad inizio agosto, i prezzi sono stati molto alti, oscillando tra 1,5-2 €/ kg. La maggior parte dell’offerta si è riversata tra fine agosto ed inizio settembre, con un calo drastico di richiesta e di prezzi, che sono scesi attorno a 1 €/kg. Il mercato

si è poi ripreso lievemente a fine settembre. Le semine di fagiolo da granella secca, nella tipologia nano, sono state posticipate, andando di fatto ad accavallare le trebbiature del prodotto di primo e secondo raccolto. Nonostante ciò, le produzioni di questo tipo di fagiolo sono state buone in termini di quantità e anche sotto il profilo della qualità. I prezzi, nell’ordine di 85-90 €/quintale, confermano il trend positivo di tale coltivazione, che sta offrendo un buon reddito soprattutto nelle aziende cerealicole che hanno inserito negli ultimi anni questa coltivazione in rotazione.


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SPECIALE ANNATA AGRARIA

Diverso il discorso per la produzione di fagiolo secco rampicante, tipologia Billò, i cui prezzi di mercato risultano poco entusiasmanti,

D

SETTORE CORILICOLO

L’annata 2018 è stata particolare, con un decorso climatico molto diverso da quella precedente e caratterizzata da abbondanza di precipitazioni. La produzione 2018 si è confermata sui livelli medi degli anni passati per le zone basse. Nelle zone alte, invece, dove sono presenti gli areali storici di produzione, si è registrata una contrazione dei volumi a macchia di leopardo. Nelle zone alte sono stati comunque pochi gli appezzamenti che hanno avuto una discreta produzione. Le rese produttive sono state dai 15 ai 18 quintali ad ettaro per

le zone basse e dai 3-4 agli 8-10 quintali ad ettaro per le zone alte. Nel complesso la qualità delle nocciole è buona, così come la pezzatura dei gherigli e nella media anche la resa alla sgusciatura. Quest’anno la cimice, fatta eccezione per qualche caso, non ha danneggiato la qualità generale delle nocciole, sia nella fasce alte che in quelle basse. In merito ai prezzi, pur essendoci una produzione inferiore, non si è al momento ancora registrato un prezzo superiore alla precedente campagna. Attualmente la Nocciola Piemonte

BORSA MERCI CUNEO NOCCIOLA punto resa

Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018

€/kg

resa

attestandosi a circa 200 €/quintale. Per il pomodoro e il peperone la produzione non ha avuto impor-

tanti variazioni di prezzi durante la stagione. Il peperone ha confermato i prezzi degli agli anni passati, mentre per il pomodoro la campagna estiva non è stata particolarmente movimentata, con prezzi mediamente poco soddisfacenti per i produttori, al contrario della fase autunnale dove le tipologie “Cuore di bue” si sono mantenute per diverse settimane al di sopra dei 2 €/kg. Per lo zucchino i prezzi, a differenza di quanto solitamente accade, sono stati poco altalenanti e abbastanza stabili anche nel periodo estivo. Si è rilevato, mediamente, un prezzo attorno a 0,35 €/kg per la produzione di zucchino scuro e 0,5 €/kg per il chiaro con fiore.

10,00 9,50 9,00 8,50 8,00 7,50 7,00 6,50 6,00 5,50

NOCCIOLA PIEMONTE IGP NOCCIOLA TONDA GENTILE TRILOBATA

settimana

Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati Borsa Merci Cuneo

IGP viene pagata dai 360 ai 380 €/quintale, mentre lo scorso anno era superiore ai 400 €/quintale. Tra i produttori non c’è ottimismo in quanto vi è meno produzione e i prezzi, in alcuni casi, sono tali da non remunerare neppure il costo di produzione. Di certo quella 2018 verrà ricordata come un’annata negativa sotto tutti i profili. Un segnale positivo per l’intera filiera piemontese arriva dalla recente cancellazione del sinonimo “Tonda Gentile delle Langhe” alla varietà “Tonda Gentile” nel Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto. Sinonimo che avrebbe permesso, paradossalmente, l’utilizzo del nome “Langhe” per produzioni di nocciole che nulla hanno a che fare con questo territorio. Pertanto l’unico sinonimo abbinabile a “Tonda Gentile” sarà solamente quello di “Tonda Gentile Trilobata”. Si tratta di un risultato ottenuto dopo un percorso di circa due anni.


Novembre | 2018

E

SETTORE CASTANICOLO

La produzione di castagne nel 2018 sembra interrompere in parte i trend molto positivi degli ultimi 3-4 anni, soprattutto sul fronte dei prezzi. Per quanto riguarda le produzioni precoci dei frutteti con ibridi euro-giapponesi, iniziate nella prima decade di settembre e terminate ad inizio ottobre, si è assistito ad un lieve calo della produzione, mediamente del 20%, a vantaggio però della pezzatura più grande ed uniforme. Si è assistito, rispetto agli anni scorsi, alla forte di perdita di produzione per prodotto bacato colpito da Cydia. Dopo un avvio di mercati con prezzi interessanti al produttore, di 4-4,5 €/kg, si è avuto un arresto commerciale dovuto alla presenza sul mercato a livello nazionale di problemi di marciume interno causato da Gnomoniopsis, a seguito del quale il prezzo è crollato e addirittura, in alcuni momenti, il ritiro della merce da parte dei magazzini è stato bloccato. Il problema di marciume interno risulta particolarmente difficile da gestire in post-raccolta, data l’impossibilità di utilizzare sistemi di cernita che escludano la produzione

F

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colpita. Dopo questo periodo di incertezza i prezzi, verso la fine della raccolta, si sono aggirati sui 2-2,5 €/kg. Per quanto riguarda la raccolta della produzione locale di cultivar europee, tipiche delle zone montane, ad oggi la raccolta è ancora in atto, e la produzione sembra soddisfacente in generale, sia come quantità che come pezzatura. Gli attacchi di Cydia sono disformi e vi sono molti appezzamenti in cui il danno è trascurabile. Anche per quanto riguarda il marciume interno, in generale si segnalano pochissime presenze e quindi il prodotto risulta avere caratteristiche idonee alla commercializzazione.

I prezzi sono molto variabili in base alla qualità del prodotto, superiori a 1 €/kg per produzioni di piccola pezzatura, fino a 2-2,5€/kg per produzioni di maggior pregio, come ad esempio il garrone rosso. Discorso leggermente diverso per i marroni, le cui produzioni sono limitate dalla presenza di pochissime piante sul nostro territorio; raramente questo prodotto viene valorizzato e, quando succede, si arrivano a prezzi di 3-3,5 €/kg, su livelli comunque inferiori rispetto alle altre annate. La produzione piemontese può vantare due produzioni a marchio IGP, ovvero la Castagna Cuneo e il Marrone della Valle di Susa.

COLTURE INDUSTRIALI

Per il pomodoro da industria, secondo i dati forniti ad inizio ottobre dall’Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia, a campagna pressoché conclusa, il quadro generale è di un’annata 2018 contraddistinta dalla lavorazione di 2.444.775 tonnellate nell’area del Nord Italia, dove si produce circa la metà del pomodoro da industria nazionale, con un grado brix, la componente zuccherina del pomodoro, che si attesta a 4,78. I dati, seppur non ancora definitivi, confermano un calo della produzione in campo e del pomodoro consegnato alle imprese di trasformazione di circa il 13% rispetto a quanto stabilito nel Contratto d’area sottoscritto da Organizza-

zioni di produttori e trasformatori, e poi nei singoli Contratti aziendali, dove si proponeva una riduzione della produzione rispetto al 2017 per fluidificare il mercato e smaltire, dove necessario, le scorte di magazzino. Il calo di conferimenti rispetto a quanto stabilito nell’Accordo interprofessionale 2018 è stato

determinato principalmente dai rovesci stagionali, grandinate in particolare, da maturazioni precoci provocate da andamenti climatici particolari e da problematiche di carattere fitosanitario. Analizzando nel dettaglio la situazione piemontese, la superficie coltivata a pomodoro è stata di oltre 2.000 ettari, in leggero aumento rispetto allo scorso anno. La maggior parte degli ettari a pomodoro, oltre 1.800, sono coltivati nell’Alessandrino, mentre circa 170 ettari sono in provincia di Cuneo. L’aumento della superficie in provincia di Alessandria ha compensato il calo verificatosi a Cuneo, non per scelta degli agricoltori ma a causa delle criticità verificatesi durante le fasi di trapianto. Infatti,


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SPECIALE ANNATA AGRARIA

il periodo tra metà aprile e fine maggio è stato caratterizzato da un’elevata piovosità che ha reso difficoltose le operazioni di trapianto. Ad inizio agosto è iniziata la raccolta, ma i volumi e le rese sono stati inferiori alla medie storiche di 800-900 quintali/ettaro, soprattutto nelle aree colpite dalle grandinate estive e anche per problemi di asfitticità. In questi ultimi anni si è assistito ad un lieve aumento delle superfici a pomodoro, nonostante i prezzi non fossero particolarmente remunerativi, complice soprattutto

G

la scarsa redditività delle principali produzioni cerealicole, a cominciare dal mais. Nell’annata 2018, infine, è stato introdotto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei derivati del pomodoro. Il Decreto, entrato in vigore dalla fine di agosto, è applicato ai derivati del pomodoro, come conserve e concentrati, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Per la patata da industria e per quella da mensa, la produzione 2018 è stata in generale scarsa rispetto alle annate precedenti. Per-

tanto, sin dalle prime battute della campagna di commercializzazione si è riscontrato un innalzamento generalizzato dei prezzi. Nel Nord Europa in particolare, i cinque principali Paesi produttori (Germania, Belgio, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito) hanno avuto una netta riduzione delle rese rispetto alle medie storiche, determinando un sensibile calo nell’offerta, rispetto alla campagna 2017. Tale situazione è stata determinata dalle condizioni climatiche particolarmente gravose e inusuali che hanno afflitto quei Paesi. Infatti, le alte temperature registrate durante il periodo estivo si sono combinate all’assenza di precipitazioni piovose, generando un clima siccitoso. Anche in Piemonte le produzioni pataticole sono state particolarmente scarse, in linea con il calo negativo rilevato a livello europeo. Hanno inciso negativamente le piogge primaverili, che hanno posticipato le semine e reso impossibili operazioni colturali come rincalzature e gestione delle infestanti. A livello europeo, nazionale e locale la domanda di prodotto è molto alta e le remunerazioni sono le più elevate mai riscontrate negli ultimi anni.

SETTORE CEREALICOLO

Mentre nel mese di ottobre dello scorso anno, le aziende facevano i conti con un deficit di eventi piovosi del 39% rispetto allo stesso periodo della media degli anni 1971-2000 (fonte Arpa Piemonte, 2017), il 2018 ha invertito la tendenza, superando già a fine maggio i millimetri di pioggia e il numero di eventi piovosi registrati in tutto l’anno precedente (fonte 3A srl, 2018). Penalizzati da questo andamento meteorologico sono stati i cereali autunno-vernini. In parte già debilitati da una semina ritardata, dovuta alla siccità dell’autunno precedente, frumento ed orzo sono stati fortemente penalizzati dalle piogge di maggio che li ha colpiti in piena fase di fioritura e granigione. I trattamenti fitosanitari per il con-

tenimento delle principali patologie fungine, in questa fase, non sempre hanno fornito i risultati sperati. Le produzioni sono state penalizzate praticamente ovunque

del 30%. Mentre su orzo è stato registrato, oltre al danno quantitativo, anche un danno qualitativo (scarso peso specifico del prodotto e ridot-


a i O

0 0 0 0 0 0

Novembre | 2018

to tenore in amido e proteine), i frumenti, nell’ambito dei contratti di filiera, sono riusciti a fornire una qualità ottima nonostante l’annata avversa, riuscendo a soddisfare le esigenze dei molini.

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Al di fuori delle produzioni in filiera (frumenti coltivati senza disciplinare tecnico di produzione) anche la qualità ha avuto la peggio, confermandosi su livelli qualitativi inferiori. In alcuni casi la sanità del

FRUMENTO TENERO panificabile

Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 220,00

0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

210,00 Borsa merci MILANO Borsa merci TORINO Borsa merci CUNEO

€/ton

200,00 190,00 180,00 170,00 160,00

settimana

Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati Borse Merci Milano, Torino e Cuneo

ORZO PESANTE

Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 220,00 210,00

Borsa merci MILANO

200,00

€/ton

190,00

Borsa merci TORINO

180,00 170,00

Borsa merci CUNEO

160,00 150,00 140,00

0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

130,00 settimana

Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati Borse Merci Milano, Torino e Cuneo

GRANOTURCO nazionale ibrido

Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 220,00 210,00

3

Borsa merci MILANO

200,00

€/ton

190,00

Borsa merci TORINO

180,00 170,00

Borsa merci CUNEO

160,00 150,00 settimana

Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati Borse Merci Milano, Torino e Cuneo

prodotto è stata talmente compromessa da renderlo inutilizzabile anche per la filiera zootecnica. La coltura del mais, la cui raccolta sta volgendo al termine, ha mostrato due differenti risultati. I primi raccolti seminati presto e in terreni leggeri hanno mostrato ottime produzioni, anche in aree in cui il fattore produttivo limitante è normalmente la disponibilità di acqua per l’irrigazione. I mais di primo raccolto seminati in terreni pesanti e tutti i mais di secondo raccolto posizionati dopo la raccolta delle foraggere vernine, nel periodo di maggior piovosità (maggio), stanno mostrando scarsi risultati, spesso perché insediati in terreni non in tempera e con condizioni climatiche sfavorevoli. Le caratteristiche sanitarie del prodotto sembrano comunque al momento soddisfacenti. Seri problemi sono stati rilevati sulle colture foraggere in primo raccolto (loietto e prati), sia in termini produttivi che qualitativi. Il perdurare degli eventi piovosi non ha permesso di procedere allo sfalcio nella fase fenologica ottimale ed è stato necessario procedere con la produzione di balloni fasciati per non compromettere la già scarsa qualità del prodotto in fase di fermentazione post-raccolta.


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SPECIALE ANNATA AGRARIA

H SETTORE RISICOLO Sono terminate le operazioni di raccolta del riso in tutte le province piemontesi nonostante si sia dovuto procedere a molte semine tardive dovute al clima primaverile non favorevole. L’annata complessivamente è da considerarsi abbastanza buona per quanto riguarda le produzioni ottenute. Le rese alla lavorazione, invece, sono leggermente inferiori rispetto al 2017, soprattutto su alcune varietà, come i risi Indica, probabilmente a causa dell’eccessiva temperatura registrata nel mese di agosto. Situazioni meno ottimistiche si registrano nelle risaie della Lomellina (Lombardia), dove le produzioni non sembrano ottimali. Anche quest’anno si è dovuto convivere con un’abbondate presenza di erbe infestanti resistenti, soprattutto giavoni ed alisme, sfuggite ai trattamenti specifici, grazie anche alle resistenze che nel tempo queste hanno manifestato e ai pochi diserbanti utilizzabili. Questo

problema diventa molto grave di anno in anno, sino ad obbligare in alcuni territori una sorta di rotazione colturale, pena la perdita grave di produzione. Il 2018 ha visto una diminuzione di 10.270 ettari di risaia a livello nazionale, per la

maggior parte in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, con un prevedibile calo di produzione stimabile in 650.000/750.000 quintali di prodotto. La produzione nazionale è stimabile in circa 13 milioni di quintali, di cui oltre la metà di piemon-


Novembre | 2018

€/ton

tese, dove si prevede un raccolto leggermente inferiore agli 8 milioni di quintali. Il mercato, forse anche a causa di queste minori disponibilità di prodotto, al momento è più interessante rispetto all’autunno scorso. Continua nel frattempo ad arrivare in Europa prodotto dal SudOTAZIONI RISONI (quotazione massima) Est Asiatico, in particolare dai Paesi LLI meno avanzati, che beneficiano BALILLA LOTO ARBORIO di un regime a dazio zero in virtù 285,00 335,00 315,00 dell’Accordo EBA stipulato con l’U285,00 335,00Il prodotto 315,00 nione europea. arriva in 285,00 particolare 335,00 da Cambogia315,00 e MyanBORSA MERCI VERCELLI 285,00 335,00 315,00 mar, a costi inferiori e improponibili RISONI (quotazione massima) 285,00 335,00 315,00 per i risicoltori piemontesi, senza 285,00 335,00 315,00 Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 avere alcuna certezza di un’effettiva reciprocità per quanto riguarda 495,00 285,00 gli standard335,00 qualitativi e315,00 sanitari. 445,00 285,00 310,00 Dalle prime335,00 battute del mercato, 285,00 335,00 310,00 395,00 sembra essersi interrotta la ten285,00 335,00 300,00 denza al ribasso delle ultime tre 345,00 285,00 335,00 300,00 precedenti 365,00 annate, caratterizzata 288,00 290,00 295,00 da una situazione 288,00 365,00 di mercato 290,00 che 245,00 stava diventando 288,00 380,00 insostenibile, 290,00 288,00 380,00 con prezzi al di sotto dei290,00 costi di 195,00 288,00 produzione380,00 e il rischio di290,00 avere settimana 288,00 290,00 un’ulteriore380,00 drastica riduzione delle 303,00 380,00 290,00 superfici coltivate a riso 300,00 in Italia e in Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati Borsa Merci Vercelli 308,00 380,00 Piemonte. 328,00 336,00

I

336,00 336,00 336,00 336,00 331,00 321,00 321,00 321,00 300,00 307,00 327,00 336,00

384,00 384,00

335,00 335,00

384,00 384,00 384,00 384,00

335,00 335,00 335,00 335,00 335,00 335,00 345,00 345,00 350,00 365,00 375,00 384,00 384,00

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BALILLA LOTO ARBORIO

SETTORE LATTIERO CASEARIO 384,00 335,00

384,00

Nei primi mesi dell’annata agraria 2018 il comparto lattiero-caseario ha registrato una notevole contra307,00 335,00 420,00 307,00 430,00 zione delle335,00 quotazioni, a seguito 335,00 335,00 480,00delle dell’aumento generalizzato 335,00 345,00 480,00 produzioni, non solo nazionali ma anche a livello UE. Da dicembre 2017 sino 337,80 ad aprile, 306,22 357,77 mese con cui è iniziata la campagna lattiero-casearia 2018/2019, i prezzi sono progressivamente calati nell’ordine del 12-15%, rimanendo pressoché invariati per tutto

il prosieguo dell’annata. Attualmente il latte alla stalla è pagato mediamente a 35 centesimi/litro. Il progressivo calo delle quotazioni di mercato veniva confermato anche dall’andamento del latte spot (latte commercializzato al di fuori da contratti di fornitura). Tuttavia, dal mese di aprile in poi, il listino del latte spot rilevato dalla Camera di commercio di Lodi, principale riferimento nazionale, ha ripreso progressivamente a

crescere. Da maggio a giugno l’aumento è stato di oltre 6 centesimi e ad ottobre si colloca ad oltre 43,5 centesimi/litro. Segnali evidenti di un mercato nuovamente in ripresa. In Piemonte, dove operano circa 2.000 allevamenti da latte, la produzione della campagna lattiero-casearia 2017/2018 (luglio 2017-giugno 2018) è stata di 1.090.820 tonnellate. I dati hanno confermato un netto


AZIONI LATTE LATTE CRUDO 58 SPOT LODI

LATTE INDICIZZATO BASE (gen 2010 = Pz Lomb)

43,47 39,82 36,41 31,19 30,31 31,36 33,38 39,63 39,49 41,50 41,69 43,82 37,67

37,656 37,574 37,080 37,874 38,487 39,279 40,174 39,969 38,808 38,690

SPECIALE ANNATA AGRARIA LATTE

Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 50 45

€/100 lt

17 17 18 18 18 18 18 18 18 18 18 18

standard grasso 38 g/l - proteine 33 g/l

38,56

LATTE CRUDO SPOT LODI

40 35

LATTE INDICIZZATO BASE (gen 2010 = Pz Lomb)

30 25 20

mese

Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati Borsa Merci Lodi e sistema indicizzato

aumento rispetto alla precedente campagna (+3,25%), con una maggiore produzione, di 34.311 tonnellate, supportata da condizioni favorevoli per buona parte dell’annata. Una tendenza che, secondo i dati ufficiali dei primi mesi della campagna 2018/2019 (luglio e agosto), sembra essersi invertita, con quan-

J

titativi in netta contrazione. Nella nostra Regione è presente una realtà legata alla produzione di polvere di latte, unica a livello nazionale, non solo per tipo di prodotto ma anche come organizzazione della filiera. Nata nel 2010, la filiera del latte in polvere vede attualmente il

conferimento giornaliero di 5.000 quintali di latte, raccolti interamente dagli allevamenti del territorio. Agli allevatori, che devono attenersi ad uno specifico protocollo tecnico di filiera, viene riconosciuto in modo oggettivo un prezzo del latte in relazione alla qualità e all’andamento del mercato.

SETTORE BOVINO

Per i bovini continua anche in questa annata il trend positivo intrapreso lo scorso anno. Le quotazioni continuano a rimanere su livelli soddisfacenti, a fronte di una domanda vivace. Il miglioramento della redditività è anche determinato dalla flessione del costo dell’alimentazione dei capi - che costituisce una voce rilevante - come conseguenza del calo registrato dalle quotazioni dei cereali e degli alimenti proteici.

I numeri sono confermati da Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che nel primo trimestre 2018 ha confermato un incremento dei quantitativi di carne bovina acquistata del 2,5% su base annua e una crescita più marcata della spesa (+5%), in ragione di un aumento dei prezzi e di un maggiore orientamento dei consumatori verso carni di maggior pregio. A livello comunitario, secondo

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Novembre | 2018

i dati forniti dalla Commissione europea e riferiti al primo quadrimestre 2018, si è verificato un aumento considerevole delle esportazioni, con un +13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La razza Piemontese, con circa 300.000 capi e allevata in 4.200 allevamenti, rappresenta la principale razza da carne nella nostra regione. È la prima razza autoctona a livello nazionale per numero di capi allevati, raggiungendo da sola il 50% del patrimonio delle razze autoctone italiane da carne. Anche in quest’annata i tagli di carne della razza Piemontese sono stati sempre più apprezzati dal mercato, in forte crescita su tutto il territorio nazionale, con un conseguente aumento dei prezzi dei bovini. Dopo il riconoscimento da parte della Commissione europea dell’IGP Vitelloni Piemontesi della Coscia, avvenuto nel 2017, si sta completando l’iter burocratico con il via libera del piano dei controlli da parte del Ministero delle Politiche agricole. Una volta approvato, sarà possibile certifica-

re i primi capi con l’IGP. Tale indicazione è riservata alle carni ottenute dalla macellazione di bovini maschi e femmine di razza Piemontese iscritti al relativo Libro Genealogico o figli di genitori entrambi iscritti al Libro Genealogico, di età superiore a 12 mesi, allevati e ingrassati, dallo svez-

59

zamento alla macellazione, nella zona di produzione che riguarda, nella regione Piemonte, le province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino ed alcuni Comuni delle province di Biella, Novara, Vercelli, mentre in Liguria sono interessati alcuni Comuni delle province di Savona ed Imperia.


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SPECIALE ANNATA AGRARIA SETTORE SUINICOLO

€/KG

€/KG

Per il comparto suinicolo il 2018 si è mantenuto su livelli positivi di mercato, pur restando al di sotto dei livelli raggiunti lo scorso anno. Gli allevatori italiani di suini hanno continuato ad avere una redditività positiva, con il prezzo dei suini da macello che, dall’inizio dell’annata agraria fino al mese di maggio, ha evidenziato una tendenza alla diminuzione, per poi progressivamente risalire, raggiungendo il picco verso la fine di settembre. Altro fattore importante, che ha garantito nel complesso un risultato positivo per il comparto, è stato la contemporanea dimiMentre per la CUN suinetti il prez- timane centrali del mese di aprile, nuzione delle quotazioni delle QUOTAZIONI SUINI per poi gradualmente diminuire. zo medio - per la categoria lattonmaterie prime da utilizzare per In Piemonte sono presenti poco zoli da 25 kg - è stato di 3,55 €/ l’alimentazione dei capi. CUN SUINI meno di 3.000 allevamenti, per kg, con una prima parte dell’annaSecondo i dati forniti dal Crefis COMMISSIONE UNICA NAZIONALE SUINI DA MACELLO un numero di capi che supera 1,2 ta caratterizzata da quotazioni in Centro Ricerche Economiche sulle milioni di suini. progressivo aumento fino alle setfiliereSuino suinicole dell’Università cat. 160/176 kg circuito tutelato Cattolica del Sacro Cuore - nel primoSETTIMANA semestre 2018 il commer€/KG COMMISSIONE UNICA NAZIONALE cio estero dell’Italia di suini, carni 1,708 46/2017 SUINI DA MACELLO - cat. 160/176 kg circuito tutelato suine, grassi di maiale e 1,711 salumi ha 47/2017 Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 complessivamente realizzato un 1,711 48/2017 2,000 saldo49/2017 finale negativo pari1,685 a -257,1 1,900 milioni di euro, che si è mostrato, 1,661 50/2017 1,800 però, 51/2017 in miglioramento di1,630 ben 75,3 1,700 52/2017 milioni di euro rispetto al 2017. 1,600 1,594 01/2018 Tale risultato è stato determinato 1,500 1,561 02/2018 da un lieve decremento dell’export 1,400 1,543 03/2018 a cui si è accompagnato un calo 1,300 1,535 04/2018 decisamente superiore delle im1,200 1,525 05/2018 portazioni nazionali delSUINETTI comparto. QUOTAZIONI 1,100 1,524 06/2018 Il 31 maggio 1,530 07/2018 scorso, a seguito 1,000 CUN della 08/2018 firmaSUINETTI dei due appositi 1,551Desettimana COMMISSIONE NAZIONALE 1,570 09/2018 creti istitutivi del UNICA Ministero delleDEI SUINETTI Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati CUN suini da macello 1,583 con 10/2018 Politiche agricole, di concerto Lattonzoli di 25 kg 1,579 11/2018 il Ministero dello Sviluppo econo1,580 mico,12/2018 sono iniziati ufficialmente 1,550 13/2018 €/KG SETTIMANA COMMISSIONE UNICA NAZIONALE i lavori della Commissione Unica 1,515 14/2018 3,217 46/2017 Nazionale (CUN) suini da macello SUINETTI - Lattonzoli di 25 kg 1,469 15/2018 3,217 47/2017 e della CUN suinetti, entrambe 1,437 16/2017 Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 3,222 48/2017 con sede a Mantova. A seguito 1,413 17/2018 5,000 49/2017 1,375 18/2018 di questi provvedimenti, 3,252 tutte le 4,500 3,292 50/2017 1,360 borse19/2018 merci delle Camere di Com3,357 51/2017 4,000 20/2018 mercio hanno interrotto 1,360 le quota3,417 52/2017 1,372 21/2018 3,500 zioni 01/2018 dei prodotti affidati3,517 alle CUN, 1,405 22/2018 3,000 che sono diventate così gli unici 3,602 02/2018 1,424 23/2018 3,662 03/2018 riferimenti a livello nazionale. 2,500 1,442 24/2018 04/2018 Secondo la CUN dei suini3,712 da 1,476 25/2018 2,000 3,762 05/2018 macello il prezzo medio nell’an1,514 26/2018 1,500 3,827 06/2018 1,530 27/2018 2018, per la categoria nata agraria 1,000 3,887 07/2018 1,530 28/2018 160/176 kg del circuito tutelato, è 3,949 08/2018 settimana stato 29/2018 di oltre 1,53 €/kg, in1,533 calo di 4,025 09/2018 circa 30/2018 l’8% rispetto all’anno1,534 preceElaborazione Coldiretti Piemonte su dati CUN suinetti Mantova 4,105 10/2018 1,537 31/2018 dente.11/2018 4,175 32/2018 12/2018 33/2018 13/2018 34/2018

4,230 1,515 4,270 1,535


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SETTORE AVICUNICOLO

Per il comparto avicolo da carne, l’annata si è mantenuta per buona parte su livelli superiori rispetto al 2017, nonostante il calo delle quotazioni all’inizio dell’estate. Con l’autunno i listini hanno ripreso a risalire su base congiunturale, pur restando in decremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In questo contesto fa eccezione il mercato dei tacchini dove i prezzi sono rimasti stabili. Secondo i dati forniti dal Crefis Centro Ricerche Economiche sulle filiere suinicole dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - nel primo semestre 2018 il commercio estero dell’Italia per gli avicoli vivi e le carni avicole ha complessivamente realizzato un saldo finale positivo di 49 milioni di euro. Analogamente al comparto avicolo da carne, anche per la produzione di uova l’annata agraria 2018 si è contraddistinta da quotazioni elevate nei primi mesi, per poi via via calare ma rimanendo su livelli

superiori al 2017. Nell’autunno il mercato è rimasto stabile, collocandosi negativamente su base tendenziale, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I listini delle uova, differenziati tra allevamento in gabbia e a terra, hanno evidenziato lo stesso andamento, benché su livelli di prezzo leggermente superiori per

la seconda tipologia. Nei prossimi mesi inizierà l’attività la nuova CUN uova, istituita recentemente con Decreto del 5 ottobre 2018, che avrà sede a Forlì. Come per i comparti suinicolo e cunicolo, la CUN uova diverrà l’unico riferimento nazionale e tutte le borse merci sospenderanno la rilevazione dei prezzi.

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UOTAZIONI POLLI 62

1,11 1,11 1,12 1,15 1,17 1,17 1,17 1,14 0,95 0,97 1,04 1,18

1,09 1,09 1,10 1,12 1,14 1,15 1,15 1,11 0,97 0,99 1,04 1,09

1,11

1,09

SPECIALE ANNATA AGRARIA POLLI leggeri fino a 1,85 kg

Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 1,30 1,20 MERCATO FORLI'

1,10 1,00 0,90

MERCATO MILANO

0,80 0,70 0,60 0,50 mese

QUOTAZIONI UOVA L in gabbia

nov-17

MERCATO FORLI'

MERCATO MILANO

16,20

16,10

Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati Mercati Avicunicoli di Forlì e Milano

€/100 uova

Annata di dic-17 agraria 16,202018 “fotocopia” 16,30 quella 2017 per cunicogen-18 13,38il comparto 13,75 lo, ancora volta con un andaUOVA grandi (classe L) selezionate in gabbia feb-18 una 12,30 12,70 mento dei prezzi mar-18altalenante 12,40 12,80 per Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 apr-18 da macello. 11,70 12,10 i conigli Raggiunto il mag-18 10,90 11,52 livello minimo nel periodo estivo, il 17,00 giu-18 10,90 a risalire 11,33 listino ha ripreso nell’au15,00 lug-18 10,90 11,10 tunno fino alle attuali quotazioni ago-18 10,90 11,10 MERCATO 13,00 prossime ai 2,50 euro/kg. set-18 11,25 11,30 FORLI' Tutto ciò nonostante una doman11,00 ott-18 11,35 11,33 da di mercato pressoché12,62 stabile MERCATO MEDIA 12,37 9,00 ed un’offerta in diminuzione. I cali MILANO produttivi si sono verificati in par7,00 ticolare per le elevate temperature 5,00 estive che hanno portato a fertilità QUOTAZIONI CONIGLI mese minore e ad un conseguente calo delle nascite. Nell’ultimo periodo, a CUN CONIGLI testimonianza proprio della carenElaborazione Coldiretti Piemonte su dati Mercati Avicunicoli di Forlì e Milano COMMISSIONE UNICA NAZIONALE DEI CONIGLI VIVI DA CARNE DA ALLEVAMENTO NAZIONALE za di prodotto, si stanno verificando anticipi nei carichi. Coniglio pesante oltre 2,5 Kg In Piemonte operano circa 250 allevamenti per un totale di €/KG SETTIMANA COMMISSIONE UNICA NAZIONALE 730.000 capi. Anche per il com2,39 46/2017 parto cunicolo, con il Decreto CONIGLIO VIVO DA CARNE 47/2017 del 19 aprile 2,39 direttoriale 2018 è Andamento quotazioni novembre 2017 - ottobre 2018 48/2017 49/2017 50/2017 51/2017 52/2017 01/2018 02/2018 03/2018 04/2018 05/2018 06/2018 07/2018 08/2018 09/2018 10/2018 11/2018 12/2018 13/2018 14/2018 15/2018 16/2017 17/2018

2,39 2,39 2,31 2,31

2,70 2,50 2,30 2,10

2,01 1,90 1,80 1,75 1,75 1,75 1,82 1,88 1,98 2,04 2,04 2,04 2,04 1,72 1,72

€/KG

DIA

MERCATO MILANO

€/kg

nov-17 dic-17 gen-18 feb-18 mar-18 apr-18 mag-18 giu-18 lug-18 ago-18 set-18 ott-18

MERCATO FORLI'

1,90 1,70 1,50 1,30 1,10 settimana Elaborazione Coldiretti Piemonte su dati CUN conigli Verona

stata ufficialmente riconosciuta la Commissione Unica Nazionale dei conigli vivi da carne di allevamen-

to nazionale, con sede a Verona, quale riferimento per la formulazione settimanale dei prezzi.


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M

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SETTORE VITIVINICOLO

Ritorno alla normalità: questa è la definizione che meglio rappresenta la vendemmia 2018. Restano ancora gli ultimi grappoli di nebbiolo appesi dopo la metà di ottobre a testimoniare che i tempi di raccolta non sono stati anticipati come lo scorso anno. Nemmeno l’altro record del 2017, vale a dire la scarsità quantitativa, si è ripetuto. Nel 2018 le rese sono rientrate anch’esse nella media e quel quarto in meno raccolto l’anno prima è ora colmato. In cantina sono giunte uve che presentano caratteristiche qualitative che vanno mediamente dal buono all’ottimo grazie alla mano esperta del viticoltore. In questa annata, infatti, la professionalità dei produttori ha fatto la differenza. Se nel 2017 il decorso stagionale eccezionalmente asciutto e la poca quantità di uve garantivano un risultato eccellente generalizzato, quest’anno, in presenza di un clima piuttosto bizzarro e

incostante, con ripetute piogge e quindi con situazioni favorevoli all’insediamento di parassiti fungini, si è dovuto intervenire con attenzione per rimediare all’eccesso idrico e per scongiurare attacchi ai grappoli che avrebbero potuto comprometterne la qualità finale. La moderna viticoltura ha imperato a contrastare gli attacchi parassitari, non solo in modo diretto

tramite l’aspersione di sostanze chimiche, ma anche e soprattutto stimolando le autodifese della pianta, assicurandole un habitat favorevole, iniziando dalle radici. È stato messo a dura prova il protocollo di Coldiretti “The Green Experience”, che mira a limitare l’impiego della chimica, soprattutto eliminando l’utilizzo dei diserbanti e a stimolare la resistenza della

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SPECIALE ANNATA AGRARIA

vite, ma ha superato l’esame: gli oltre 1.000 ettari condotti secondo particolari tecniche agronomiche che irrobustiscono la pianta, hanno dato ottimi frutti. Tra i vari obiettivi del protocollo vi è quello di favorire la biodiversità nelle vigne, attraverso la semina di specie erbacee fiorigene, l’applicazione di nidi artificiali per favorire

N

la coabitazione con uccelli predatori di insetti dannosi e, al contempo, le tecniche per attirare gli insetti utili in un sistema che tende al riequilibrio naturale. Il risultato è un’uva di qualità sempre più sostenibile, anche dal punto di vista visivo, poiché le vigne risultano piacevolmente “vivibili” in termini estetici e salutistici per i turisti che visitano le nostre colline, in un territorio riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco dal 2014. Il bel tempo nell’ultima parte dell’estate, protrattosi anche durante la vendemmia, pur interrotto da qualche pioggerella nella fase centrale e finale, che ha indotto un progressivo ridursi delle temperature massime e iniziato l’escursione termica tra giorno e notte, ha dato l’input finale atteso per completare il quadro nel migliore dei modi. L’acino delle varietà più tardive, quali Barbera e Nebbiolo, nelle loro varie declinazioni, a partire dal Barolo, ha beneficiato della luminosità senza eccessi di caldo, potendo accumulare e fissare al meglio gli elaborati naturali che conferiscono la qualità nei vini. Se la fase finale della stagione è stata ottimale per Barbera e Neb-

biolo, le uve da vini bianchi - Alta Langa spumante, Asti spumante, Moscato d’Asti, Roero Arneis - più precoci, hanno potuto avvantaggiarsi dell’assenza totale di piogge assicurandosi una maturazione regolare e una produzione e conservazione degli aromi necessari a renderli piacevoli. Per alcune varietà l’annata è stata particolarmente ricca, soprattutto per Dolcetto e Barbera. In taluni casi si è reso necessario un oculato diradamento, che ha consentito di migliorare ulteriormente la qualità. Occorre, infine, evidenziare che la raccolta viene ancora effettuata manualmente in larga maggioranza in Piemonte, per intero nella nostra provincia. Ciò permette ai produttori di intervenire ancora una volta nella scelta delle uve migliori. In conclusione, l’annata 2018 è da considerarsi in generale molto buona, con punte di ottimo e ci attendiamo vini con spiccata eleganza, dotati di equilibrio fra zuccheri, acidità e molti profumi, specie sui bianchi. La quantità finale è risultata normale, se raffrontata a quella scarsa del 2017 che aveva fatto registrare anche il 25% di uva in meno rispetto alla media.

SETTORE APISTICO-MIELICOLO

Dopo una serie di annate da dimenticare e soprattutto un 2017 pessimo, caratterizzato da un calo di produzione del miele superiore al 70% rispetto alla normale media cuneese, quest’anno la situazione ritorna su valori ordinari. Nel 2018 le condizioni climatiche hanno determinato fioriture

di buon livello per le principali specie nettarifere presenti nella nostra provincia e le precipitazioni abbondanti nel periodo primaverile non hanno ostacolato in modo importante l’attività di bottinatura delle api. Le prime produzioni dell’anno, rappresentate da tarassaco e ciliegio,

sono state limitate da un ridotto sviluppo degli alveari, determinato da uno strascico negativo del pessimo anno precedente, che ha compromesso fortemente sopravvivenza e vitalità delle colonie nel periodo invernale. Fortunatamente una fioritura di acacia leggermente tardiva, in con-


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trotendenza con gli ultimi anni, ha favorito una cospicua ripresa degli alveari, anche se non dappertutto e non sempre completa. In ogni caso, si registra una produzione di acacia di 10-15 kg di media per alveare, non ottimale rispetto al potenziale ma discreta in rapporto agli ultimi anni. Buone le produzioni estive, rappresentate da castagno, tiglio, millefiori di montagna e rododendro. Le abbondanti precipitazioni primaverili, unite al caldo dell’estate, hanno instaurato condizioni ottimali per lo sviluppo della flora erbacea e arborea, determinando fioriture particolarmente copiose. Le produzioni medie si attestano sui 15-20 kg per castagno e tiglio e sui 10-15 kg per rododendro e millefiori montano. La stagione produttiva si è chiusa nella prima metà di agosto con la raccolta del miele di melata, che ha registrato una produzione inferiore alle aspettative. Il gran caldo, unito a condizioni di umidità elevate, facevano sperare in un forte sviluppo della Metcalfa pruinosa, la cicalina responsabile di questa produzione,

ma la raccolta si è attestata sui 1015 kg per alveare, livello comunque soddisfacente. Se l’annata può definirsi buona da un punto di vista climatico e di sviluppo vegetazionale, è invece discreta per l’aspetto apistico. La causa di ciò è imputabile a svariati fattori che incidono sul benessere generale dell’alveare, dai problemi sanitari all’inquinamento ambientale, che assieme ai cambiamenti climatici incidono negativamente

su un sano sviluppo dell’alveare. Bene le quotazioni dei mieli monoflorali e millefiori registrati sul mercato italiano quest’anno, che mantengono valori di sicuro interesse. Nonostante un notevole aumento delle produzioni rispetto allo scorso anno e ad una sempre presente importazione di mieli di bassa qualità da Paesi extra-UE, il prezzo del miele si mantiene su livelli remunerativi.

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SPECIALE ANNATA AGRARIA SETTORE FLOROVIVAISTICO Un andamento più stabile c’è stato nei mesi successivi, con conclusione positiva con il mercato dei crisantemi e buone prospettive per le vendite autunnali. Anche per il prossimo anno dovrebbe venire confermato il “bonus verde” introdotto lo scorso anno, che prevede una detrazione del 36% per la sistemazione a verde di aree scoperte di pertinenza delle

L’annata non è stata facile per il settore florovivaistico, in quanto l’andamento climatico primaverile non ottimale e il ritorno del freddo nel mese di marzo hanno creato problematiche sia nella gestione che nella vendita di alcune specie. Il lungo periodo piovoso di maggio-giugno ha rallentato e concentrato le varie lavorazioni e molte specie ortive sono diventate invendibili a causa della prolungata permanenza in azienda. Le condizioni climatiche particolarmente umide, inoltre, hanno favorito l’insorgere di patogeni fungini.

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SETTORE BIOLOGICO

Il 2018 è stato un anno di forte crescita per il comparto biologico. Tutti i settori continuano a segnalare un aumento della domanda dei consumatori, segno che l’attenzione sulla qualità del cibo sta diventando fondamentale nelle scelte alimentari delle famiglie italiane. Analizzando gli ultimi dati presentati dal Ministero delle Politiche agricole, vediamo che nel 2018 le superfici coltivate hanno superato in Italia 1,9 milioni di ettari, con una crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente. Se rapportiamo la superficie alla Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale, possiamo affermare che quasi il 16% è certificata biologica o in conversione. Anche gli operatori agricoli del settore sono ormai circa 77.000, con una crescita di circa il 6% a livello nazionale. Se ribaltiamo le produzioni sui dati delle vendite, troviamo la situazione speculare. Da un recente sondaggio, emerge che ben 6 italiani su 10 mettono, quasi quotidianamente, nel proprio carrello della spesa prodotti certificati biologici, freschi come frutta, verdura, latte, uova e carne, e confezionati e/o trasformati come marmellate, pasta e trasformati di farine. La situazione piemontese rispecchia appieno la situazione nazionale: le superfici coltivate con metodo biologico rappresentano quasi il 5% del totale, mentre le aziende certificate bio ammonta-

no al 4% del totale delle imprese agricole. Nella Granda sono circa 1.000 le aziende certificate bio, di cui 900 agricole. Di queste, circa 300 sono anche zootecniche. Sempre in provincia di Cuneo la suddivisione colturale vede al primo posto fruttiferi e vite. La frutta, soprattutto melo e pero, rappresenta il motore trainante del comparto biologico cuneese, dove pressoché l’80% dei frutteti a pero risultano certificati o in conversione. Quasi marginale la produzione di drupaceae biologiche per le grandi difficoltà di produzione. In crescita le produzioni cerealicole, soprattutto di frumento ed orzo, ma anche di cereali “minori” quali ad esempio il farro. Coldiretti Cuneo, grazie ad accordi stipulati con molini locali, propone alle imprese agricole bio contratti specifici su frumento e farro.

Inoltre, alla luce del caso glifosato sul grano canadese, il grano certificato biologico ha fatto un enorme passo avanti con un netto aumento di richiesta. Più legata alla zootecnia, la produzione di foraggi e cereali primaverili ed estivi di primo e secondo raccolto, quali mais e soia. Anche il settore orticolo è in crescita, ma attualmente è ancora molto legato alla vendita diretta o tramite mercati locali. Tra le orticole, nell’ambito della filiera tradizionale, si distingue la produzione di fagiolo nano, caratterizzata da una forte richiesta sul mercato. In crescita il mercato delle piante officinali per la produzione di infusi ed oli essenziali. L’esposizione della nostra provincia non permette di disporre di tutte le produzioni anche a livello di biologico, ma la qualità dei prodotti certificati rimane molto alta e molto richiesta.


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ECONOMICO

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Annata soddisfacente per qualità dei vini attesi e bilancio economico

VENDEMMIA E PREZZI UVE: STABILITÀ E CONSOLIDAMENTO La Commissione nominata dalle Organizzazioni agricole, secondo quanto previsto dall’Accordo collettivo sui contratti agrari, siglato ai sensi dell’art. 45 della Legge 203/82, ha rilevato i valori delle uve delle varie DOC e DOCG, necessari per la determinazione del canone d’affitto dei vigneti, nel rispetto delle condizioni pattuite e indicate nei singoli contratti. Le quotazioni indicate, precisando che non possono considerarsi prezzi di accordo interprofessionale, prevedono minimi e massimi e, conseguentemente, un prezzo medio. L’intervallo tra il prezzo minimo e quello massimo, talvolta ampio, è legato alla variabilità della qualità delle partite. La vendemmia appena conclusa ci ha riportato alla normalità in termini di tempi di raccolta e quantità, dopo un 2017 eccezionalmente anticipato e avaro (-25%) . Le rese sono ora rientrate nella media, con qualche caso di abbondanza; buona la qualità, con diffuse punte d’eccellenza. Se nel 2017 il decorso stagionale particolarmente asciutto e la poca quantità avevano garantito un risultato eccellente generalizzato, quest’anno, in presenza di un clima bizzarro e incostante, la differenza tra il buono e l’ottimo l’hanno fatta gli interventi di cura, diradamento e

cernita dei grappoli effettuati dal viticoltore attento. La conduzione del vigneto minimamente meccanizzata e la raccolta manuale consentono, in effetti, di migliorare la qualità, pur pesando sui costi. Il mercato delle uve conferma in media le quotazioni dell’anno scorso. Si registra qualche correzione al ribasso, del 10-12% per il Dolcetto - la varietà più difficile e complessa da coltivare, che sconta un mercato troppo ristretto e non internazionale - insieme a minori ritocchi su altre denominazioni.

Stabili Barolo e Barbaresco. Hanno determinato questa situazione e giocano alla compensazione alcuni fattori quali le rese tornate normali, seppur aumentate rispetto al 2017, e i maggiori costi di produzione, in ragione dei suddetti interventi colturali. Il risultato è consolidamento e stabilità. Concludendo, piena soddisfazione dalla vendemmia 2018 sotto il profilo qualitativo per i vini attesi, che avranno pregio e finezza, e per il bilancio economico delle imprese vitivinicole cuneesi.

DICHIARAZIONE DI PRODUZIONE IN SCADENZA IL 15 DICEMBRE Chi produce uve e ne vinifica anche solo una parte, dopo aver presentato i dati di raccolta entro il termine del 15 novembre, ha l’onere di presentare un’ulteriore dichiarazione di produzione del vino ottenuto con utilizzo di uve proprie o con aggiunta di uve e/o mosti acquistati. La scadenza per tale dichia-

razione è fissata al 15 dicembre. Sono esonerati dall’obbligo: • i produttori con meno di 0,1 ettari di vigneto, il cui raccolto non è stato né sarà immesso in commercio; • i produttori che ottengono un quantitativo di vino inferiore a 10 ettolitri, che non è stato né sarà com-

mercializzato;

• i produttori di uve che con-

segnano la totalità della propria produzione ad un organismo associativo, soggetto all’obbligo di presentare una dichiarazione. È possibile rivolgersi agli Uffici Coldiretti per predisporre le dichiarazioni di produzione vitivinicola.


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ECONOMICO

Quando e come utilizzare questa indicazione facoltativa di qualità

“PRODOTTO DI MONTAGNA”, GUIDA ALL’USO DEL MARCHIO Con il Decreto ministeriale del 26 luglio 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 214 del 13 settembre 2017, sono stati definiti l’iter e i requisiti per poter utilizzare la dicitura facoltativa di qualità “Prodotto di Montagna”, recependo quanto introdotto dal Regolamento UE 1151/2012, che ha anche ridefinito le disposizioni in materia di DOP e IGP, abrogando il precedente Regolamento CE 510/2006. Di seguito un riepilogo delle disposizioni nazionali e regionali che si sono susseguite su tale materia. Innanzitutto, per “zone di montagna” devono intendersi le aree delimitate dal PSR. Il provvedimento in esame riguarda i prodotti destinati al consumo umano elencati nell’Allegato I del Trattato UE.

PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE

manti allevati, per almeno un quarto della loro vita, in pascoli di transumanza nelle zone di montagna. La proporzione dei mangimi prodotti in zone di montagna non è inferiore al 25% nel caso dei suini, al 60% per i ruminanti e al 50% per gli altri animali da allevamento. Questi ultimi due parametri non si applicano per gli animali transumanti quando sono allevati al di fuori delle zone di montagna. Per questa tipologia di prodotto il

Ministero ha emanato successivamente il Decreto 20 luglio 2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 181 del 6 agosto scorso, che fornisce apposite linee guida affinché gli operatori adottino un sistema di rintracciabilità che consenta la verifica dei requisiti di conformità sull’origine degli alimenti somministrati agli animali di allevamento. In particolare, le indicazioni relative alla tracciabilità dei mangimi di montagna possono essere contenute nei registri già previsti dal Regolamento UE 183/2005 su supporto informatico o cartaceo. In ogni fase i mangimi di montagna devono essere tenuti distinti dagli altri mangimi mediante la detenzione in appositi locali oppure, se detenuti negli stessi locali, mediante l’apposizione di un apposito cartello che specifichi: • la provenienza degli stessi da zone di montagna; • la percentuale di mangimi pro-

L’indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna” può essere applicata ai prodotti: • ottenuti da animali allevati nelle zone di montagna e lì trasformati; • derivanti da animali allevati, per almeno gli ultimi due terzi del loro ciclo di vita, in zone di montagna se i prodotti sono trasformati in tali zone; • derivanti da animali transu-

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venienti da zone di montagna, nel caso in cui gli stessi siano miscelati con altri prodotti di origine agricola non ottenuti in zone di montagna. Ogni trasferimento/cessione di mangimi di montagna è accompagnato da una specifica dichiarazione, come da modello allegato allo stesso Decreto. La dichiarazione può essere omessa, qualora le stesse indicazioni previste siano riportate sulla documentazione commerciale che scorta il mangime di montagna. La dichiarazione, la documentazione commerciale e gli imballaggi recano il lotto di produzione o, se diverso, di confezionamento. La documentazione commerciale, compresa la dichiarazione allegata, deve essere conservata dagli operatori per almeno 5 anni. Nello specifico l’allevatore deve mettere a disposizione degli Organi di controllo tutta una serie di informazioni, quali: numero di capi, specie animale, codice ASL; dieta annuale adottata, specificando la razione alimentare espressa anche in sostanza secca, con indicazione delle quantità e della tipologia di mangimi di montagna ed eventualmente di quelli non di montagna (per gli allevamenti che utilizzano esclusivamente mangimi di montagna il dato relativo alla sostanza secca non è richiesto).

Se l’approvvigionamento di mangimi di montagna avviene, anche in parte, in azienda, l’allevatore dovrà mettere a disposizione degli Organi di controllo le seguenti informazioni: • elenco dei terreni destinati alla produzione; • piano colturale (superfici destinate a pascolo/coltivazione di foraggi e/o cereali e/o altro, destinate all’alimentazione del bestiame) e i dati relativi alle produzioni ottenute nell’ultimo triennio. Gli approvvigionamenti extra aziendali di mangimi di montagna dovranno risultare da apposita documentazione commerciale e/o dall’apposita dichiarazione.

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Anche gli intermediari/distributori, oltre alla documentazione attestante la vendita, devono possedere un’adeguata documentazione giustificativa relativa alle forniture di mangimi di montagna ceduti. Il mangimificio che produce/confeziona mangimi di montagna deve tenere una tracciabilità dei mangimi di montagna introdotti, lavorati, confezionati, ceduti/trasferiti.

API E PRODOTTI DI ORIGINE VEGETALE

L’indicazione “Prodotto di montagna” può essere applicata ai prodotti dell’apicoltura, se le api hanno raccolto il nettare e il polline esclusivamente nelle zone di monPLI_PZ_VG/Pli_Langa_6_1-3 PLI_PZ_VG/Pli_Langa_6_1-3

Fig. 3 Fig. 3

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ECONOMICO

tagna, e ai prodotti vegetali, se le piante sono state coltivate unicamente nelle zone di montagna.

INGREDIENTI UTILIZZATI

I prodotti quali erbe, spezie e zucchero, utilizzati come ingredienti nei prodotti di origine animale e vegetale, possono anche provenire da aree al di fuori delle zone di montagna, purché non superino il 50% del peso totale degli ingredienti.

SEGNALAZIONE DI UTILIZZO

L’utilizzo della dicitura “Prodotto di montagna” dev’essere segnalata alla Regione ove è situato l’allevamento, l’azienda di produzione o lo stabilimento di produzione. La Regione Piemonte ha predisposto un proprio modello, il quale va trasmesso esclusivamente via PEC, allegando copia del documento di riconoscimento in corso di validità a: Regione Piemonte Direzione Agricoltura Settore Valorizzazione del Sistema Agroalimentare e Tutela della Qualità Corso Stati Uniti, 21 10128 Torino valorizzazione.agroalimentare@ cert.regione.piemonte.it

DEROGHE PER LA TRASFORMAZIONE

In merito alle operazioni di macellazione di animali e sezionamento e disossamento delle carcasse e a quelle di spremitura dell’olio di oliva, gli impianti di trasformazione devono essere situati non oltre 30 km dal confine amministrativo della zona di montagna. Per il latte e i prodotti lattiero-caseari ottenuti al di fuori delle zone di montagna in impianti di trasformazione in funzione dal 3 gennaio 2013, viene stabilita una distanza non superiore ai 10 km dal confine amministrativo della zona di montagna. L’eventuale ricorso a deroghe dev’essere comunicato anche al Ministero delle Politiche agricole

che, entro 30 giorni, pubblicherà sul proprio sito l’elenco di tali impianti. La comunicazione va predisposta utilizzando lo stesso modulo della Regione Piemonte e trasmessa via PEC a: Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali Dipartimento delle Politiche competitive, della qualità Agroalimentare, ippiche e della pesca Direzione generale della promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica - PQAI IV Via XX Settembre, 20 00187 Roma saq4@pec.politicheagricole.gov.it

ELENCO DEGLI OPERATORI

Le Regioni, entro il 31 gennaio di ogni anno, comunicano al Ministero l’elenco degli operatori richiedenti l’utilizzo della dicitura “Prodotto di montagna”. Tale elenco verrà messo a disposizione anche della Repressione frodi e degli altri Organi di controllo ufficiali. L’elenco degli operatori, suddiviso per Regione, è consultabile sul sito web del Ministero delle Politiche agricole. Nell’elenco aggiornato al 6 luglio 2018 sono attualmente 65 gli operatori piemontesi che hanno chiesto di utilizzare l’indicazione facoltativa “Prodotto di montagna”, di cui 32 della provincia di Cuneo.

TRACCIABILITÀ E CONTROLLI

Gli operatori interessati devono garantire la tracciabilità dei prodotti, delle materie prime e dei mangimi

e fornire la relativa documentazione su richiesta degli Organi di controllo ufficiali, preposti a verificare il rispetto del Decreto.

INFORMAZIONI GENERALI

È possibile reperire la documentazione e le relative informazioni anche sul sito web della Regione Piemonte. Eventuali quesiti o richieste di chiarimenti possono essere inviati alla Regione tramite PEC all’indirizzo valorizzazione. agroalimentare@cert.regione. piemonte.it

UTILIZZO DEL LOGO

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 227 del 29 settembre 2018 è stato pubblicato il Decreto 2 agosto 2018, che istituisce il logo identificativo per l’indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna” in attuazione del Decreto del 26 luglio 2017. Si tratta del Decreto che consentirà di utilizzare a tutti gli effetti il marchio “Prodotto di montagna”, esclusivamente nell’etichettatura dei prodotti che rispondono ai requisiti previsti dal Regolamento UE 1151/2012, dal Regolamento delegato UE 665/2014 e dal Decreto ministeriale del 26 luglio 2017. Il logo può essere utilizzato, a titolo gratuito, da tutti gli operatori che si avvalgono dell’indicazione facoltativa di qualità “Prodotto di montagna”. Con questo marchio sarà più facile per i consumatori riconoscere e scegliere questo tipo di produzione.


24/25 NOVEMBRE

5a EDIZIONE

PORTEAPERTE


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ECONOMICO

Importanti gli aspetti del Piano che non convincono

PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE, LE NOSTRE OSSERVAZIONI È in fase di revisione a livello regionale il Piano di Tutela delle Acque, documento di programmazione redatto per la prima volta nel 2007 e destinato a gestire le risorse idriche del nostro territorio. All’origine dell’aggiornamento, la necessità di allineare le strategie regionali di gestione delle acque con le evoluzioni normative intervenute a

Il Piano di Tutela delle Acque è stato concepito come strumento di tutela qualitativa e quantitativa dell’acqua, focalizzato sul sistema irriguo piemontese. Regolando nel dettaglio ogni tipo di utilizzo dell’acqua, il Piano, soprattutto in termini prospettici, è destinato a condizionare profondamente lo sviluppo di tutte le attività produttive, con effetti significativi sull’intero assetto socio-economico della Regione. In quanto tale, andrebbe strutturato con l’intento più generale e complessivo di conciliare le esigenze di sostenibilità ambientale con le necessità di sviluppo economico e sociale. In tale contesto Coldiretti, su base regionale, ha avviato un’attenta fase di analisi e valutazione di un documento che, strutturato su sei pilastri di intervento e numerose misure di attuazione, si presenta complesso ed articolato e non sempre in linea con le necessità espresse dagli imprenditori agricoli piemontesi. In particolare appaiono carenti, in termini di impostazione, l’analisi economica svolta e la metodologia adottata, poiché prive di: • un’adeguata valutazione della sostenibilità socio-economica delle misure proposte; • un’analisi di scenari alternativi, con la relativa valutazione di sostenibilità; • una progettazione di più ampio respiro che preveda, a

livello comunitario e nazionale negli ultimi anni. In queste pagine proponiamo le valutazioni di Coldiretti al progetto di revisione. Alla base, la preoccupazione per il futuro dell’irrigazione e l’auspicio che tali osservazioni siano attentamente valutate e trovino spazio di recepimento.

fianco delle misure individuate, un progetto complessivo riguardante i necessari interventi strutturali. La stessa descrizione effettuata dei settori produttivi, tra cui quello agricolo, in riferimento alla quale risulta mancare un’accurata e necessaria valutazione causa/effetto, risponde solo in parte all’esigenza di fornire un quadro esaustivo della realtà economica regionale. Quadro a partire dal quale dovrebbero derivare le misure proposte. L’analisi svolta non considera in alcun modo le esternalità positive di natura ambientale che il comparto agricolo genera durante lo svolgimento di tutti i suoi processi produttivi e, quindi, risulta carente di una visione complessiva del settore agricolo-zootecnico. Nel prendere in esame le diverse misure, i principali elementi ogget-

to di valutazione per i quali sono state presentate specifiche osservazioni riguardano:

Modifiche al Piano d’Azione Nitrati?

Se da un lato è condivisibile la previsione di eventuali modifiche al Piano d’Azione Nitrati, con l’obiettivo di semplificare le procedure amministrative previste per l’utilizzazione degli effluenti zootecnici e loro assimilati, dall’altro desta preoccupazione l’ipotesi di un eventuale ampliamento delle Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN), senza la definizione delle modalità attraverso le quali effettuare una preventiva ed accurata valutazione causa/effetto, così da tutelare un settore produttivo di primaria importanza nell’economia agricola piemontese, quale


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quello zootecnico. Parallelamente è necessario prevedere la possibilità, in caso di miglioramento della situazione, di porre in essere un processo che tenda alla riduzione delle attuali Zone Vulnerabili. Occorre, inoltre, che l’azione di sorveglianza, al fine di individuare comportamenti significativi sul piano delle responsabilità e delle conseguenze ambientali, sia orientata verso un contrasto più efficace dei reati.

Inquinamento da fitofarmaci

Considerati i positivi risultati ottenuti attraverso iniziative di formazione, divulgazione, confronto e consulenza tecnica, questa pare la strada da privilegiare per perseguire l’obiettivo di un utilizzo sempre più attento dei fitofarmaci, al fine di integrarsi pienamente con le politiche di tutela delle acque definite nel corso degli ultimi anni, considerando, altresì, come la normativa di livello nazionale risulti, in tal senso, esaustiva.

Miglioramento del regime di deflusso

Il previsto passaggio dal Deflusso Minimo Vitale (DMV) al Deflusso Ecologico (DE) si ritiene potrebbe produrre effetti non adeguatamente valutati. Per tale motivazione, nella consapevolezza che gli obiettivi posti dal quadro normativo nazionale e comunitario guardano allo sviluppo sostenibile degli eco-sistemi acquatici e, più in generale, dell’ambiente, è necessario preventivamente definire, a fronte di un’adeguata conoscenza delle possibili conseguenze, le modalità di adozione che permettano di individuare un equilibrio tra necessità irrigue e rispetto del DMV/DE. Allo stesso tempo, in riferimento alle annate caratterizzate da situazioni di elevato “stress idrico”, appare indispensabile disporre di idonei meccanismi di attivazione delle deroghe, istituendo uno o più tavoli tecnici di gestione delle criticità a livello regionale o sub-regionale.

Rinnovo delle concessioni

Pur condividendo la necessità di giungere ad una revisione dei titoli di concessione a scopo irriguo contestuale per ciascun sottobacino idrografico e la necessità di un coinvolgimento diretto dei Consorzi irrigui di II° grado, il Piano di Tutela delle Acque, così come per ora revisionato, non affronta criticità quali: • l’inadeguatezza degli strumenti attualmente disponibili per la corretta valutazione dell’effettivo fabbisogno netto irriguo dei comprensori irrigui (soprattutto negli areali interessati da colture orticole, serricole, piccoli frutti, ecc.), anche in considerazione dei cambiamenti climatici intervenuti, che spesso prolungano oltre le date tradizionali le necessità irrigue delle coltivazioni; • l’impossibilità di pianificare, all’atto del rinnovo delle concessioni, i possibili sviluppi futuri in termini di specie messe a coltura caratterizzate da differenti esigenze idriche. Si tratta di punti di attenzione in riferimento ai quali si ritiene necessario un puntuale confronto. Inoltre, l’obiettivo di giungere, entro il 2019, alla misurazione del 70% del volume complessivo concesso mediante misuratori di portata, seppur auspicabile, dovrebbe essere necessariamente accompagnato da adeguate iniziative di sostegno.

Realizzazione di fasce tampone Tale misura di attuazione, ossia l’ipotesi di prevedere la realizza-

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zione di fasce tampone lungo un numero significativo di corsi d’acqua su base regionale, così come prospettata, non è da ritenersi attuabile. Se si considera, infatti, che gli oneri sia iniziali che di manutenzione, secondo quanto previsto, sono interamente a carico dei proprietari e/o conduttori dei terreni interessati, l’intervento appare inattuabile, assumendo la connotazione di un “esproprio indiretto” poiché si ridurrebbe la superficie utile alla produzione. Una simile azione necessiterebbe, oltre che di un’attenta ed approfondita valutazione preventiva, della definizione di specifiche modalità di indennizzo.

Valutazione dei costi ambientali

Il Piano, in attuazione del principio di un adeguato recupero dei costi ambientali, ipotizza la revisione dei canoni in conformità al principio di “chi inquina paga” e di “chi usa paga”. A tale proposito si è ritenuto necessario evidenziare i seguenti aspetti: • la valutazione dei cosiddetti “costi ambientali” deve essere svolta considerando adeguatamente anche tutti i servizi eco-sistemici che il settore agricolo/zootecnico svolge a vantaggio dell’intera comunità; • occorre tenere nella dovuta considerazione che la rete irrigua è mantenuta in efficienza dal settore agricolo a proprie spese e che ad essa si deve la regimazione delle acque superficiali (anche in questo caso a favore dell’intera comunità); • i costi di un fattore produttivo debbono essere quantificati in modo da non creare situazioni di disparità tra aziende collocate in differenti ambiti territoriali. Nel merito della necessità di limitare le perdite di percolazione, ricorrendo a tecniche irrigue efficienti, numerosi studi hanno dimostrato che l’efficienza irrigua dipende da tre fattori: efficienza di consegna, efficienza aziendale ed efficienza di applicazione.


76 Le perdite dovute ad infiltrazioni lungo la rete di adduzione/distribuzione (collettiva ed aziendale) incidono più che non la tecnica irrigua adottata. Qualsiasi azione volta al miglioramento dell’efficienza irrigua deve, quindi, considerare quanto sopra e mettere al primo posto gli interventi di mitigazione delle perdite della rete di distribuzione. Inoltre, la percolazione dell’acqua nel sottosuolo durante le operazioni irrigue rappresenta, nel periodo estivo, il principale fattore di ricarica della falda freatica, inserendosi di fatto come un elemento del ciclo dell’acqua. Non si ritiene, quindi, ragionevole considerare tale fattore come uno spreco rilevante ai fini della valutazione dei costi ambientali. Nella definizione dei parametri da adottare per il calcolo del costo ambientale, dunque, è necessario considerare, in termini di valutazione e quantificazione, le esternalità positive connesse con l’impiego dell’acqua in agricoltura, in modo da ottenere un bilancio netto tra costi e benefici. Appare imprescindibile prevedere una fase preventiva nel corso della quale elaborare simulazioni concrete, in adozione dei criteri ipotizzati, per settore e per ambiti territoriali di riferimento, in modo da poter concretamente verificare che l’adozione del metodo scelto non conduca ad un aumento eccessivo degli oneri a carico delle imprese agricole (economiche, gestionali o di scelta degli assetti colturali) con riferimento all’utilizzo della risorsa idrica a fini produttivi.

ECONOMICO

Operazioni di svaso e spurgo degli invasi

Le operazioni di svaso e spurgo degli invasi sono spesso causa di ingenti danni alle strutture irrigue poste a valle degli sbarramenti. Sarebbe opportuno prevedere l’obbligo, in capo ai gestori degli invasi, di: • avvisare le utenze poste a valle dello sbarramento dell’intenzione di eseguire lo spurgo; • non eseguire gli interventi di spurgo nel periodo irriguo; • concordare di volta in volta le modalità operative con i Consorzi irrigui in modo da minimizzare il rischio di danneggiamento alle attrezzature e strutture irrigue.

In conclusione

Nel considerare la portata e i possibili effetti che l’attuazione delle norme e misure contenute nel progetto di revisione del Piano di Tutela delle Acque potrebbero avere nei confronti del settore agri-

colo e, più in generale, in termini di gestione dei sistemi irrigui, è stato richiesto il riconoscimento del ruolo dei soggetti portatori di interesse non solo a livello consultivo, ma anche e soprattutto nella fase di pianificazione e stesura dei regolamenti attuativi. Solo attraverso un diretto coinvolgimento di tutte le parti direttamente interessate, in primis l’agricoltura, sarà possibile evitare l’introduzione di vincoli e/o l’adozione di provvedimenti che potrebbero comportare il sorgere di criticità tali da mettere in discussione la sostenibilità di un intero sistema produttivo di qualità. A fronte delle osservazioni e proposte di modifica presentate, Coldiretti prosegue la sua azione in termini di attento monitoraggio del processo di revisione del Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte, considerando che l’acqua rappresenta, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto, un fattore produttivo ed un bene imprescindibile per la sostenibilità e lo sviluppo socio-economico di qualsiasi area territoriale.

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LA MAGIA DI VIENNA

In treno per assaporare la magia del Natale in una delle capitali più eleganti del mondo tra mercatini, balli imperiali e lo scintillante fascino della corte imperiale. dal 8 al 9 Dicembre 2018

IL TRENINO VERDE E I MERCATINI A BERNA

Da Domodossola a Berna un nuovo itinerario con un trenino panoramico attraverso le Alpi e sino al centro della capitale svizzera: città d’arte e dai meravigliosi mercatini. Sabato 8 Dicembre 2018

COMO: LA SFAVILLANTE CITTA’ DEI BALOCCHI

Il bel centro storico della città sull’omonimo lago si illumina di proiezioni,di colori, di luci e addobbi in occasione del Como Light Festival. Un’alternativa meravigliosa tra mercatini, arte e luci d’artista.

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BIELLA E GLI GNOMI DELLA LANA

Una giornata a Biella con il suo centro storico e palazzo La Marmora per poi godersi la magia del Natale al mercatino degli Angeli di Sordevolo ed i presepi di Verdobbio domenica 9 Dicembre 2018

VERONA: PRESEPI, LA DIVINA CALLAS E CITTA’ D’ARTE

Ogni stagione è bella a Verona e l’atmosfera nel periodo di Natale è magia pura. Vi invitiamo ad un concerto nel luogo del matrimonio della Callas per vivere le piazze, i mercatini e le mille iniziative di questa città. Sabato 15 Dicembre 2018

I MERCATINI SUL LAGO DI VIVERONE E IL PRESEPE GIGANTE

Un mercatino delle eccellenze artigianali sul lago di Viverone e la 31° edizione del presepe gigante di Marchetto…un villaggio intero che si anima di personaggi in cartapesta u un pranzo con le delizie del canavese. domenica 16 Dicembre 2018

NATALE A MANTOVA: IL THUN WINTER VILLAGE

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FORMAZIONE

Per conoscere le corrette pratiche di uso del suolo e gestione dell’acqua

SUOLO E IRRIGAZIONE, AL VIA NUOVI CORSI

I

l suolo costituisce una risorsa limitata e non rinnovabile, la cui salvaguardia deve considerare aspetti sia qualitativi, come il mantenimento della fertilità, sia quantitativi, come il contenimento del consumo. Un corretto utilizzo di questa risorsa presuppone, dunque, l’acquisizione di conoscenze di carattere generale, riguardanti discipline quali la pedologia, e specifiche, relative alle necessità delle singole colture. Si svolgeranno nel mese di novembre e dicembre due corsi sulle caratteristiche del suolo, sulla mitigazione dei fenomeni erosivi e sulle corrette pratiche di fertilizzazione. I corsi, della durata di 6 ore ciascuno, si rivolgono a titolari, coadiuvanti (fini INPS), soci o dipendenti di aziende agricole con codice Ateco A01. Avranno luogo a Canale il prossimo 26 novembre, dalle ore 9 alle 12, e il 29 novembre, dalle 14 alle 17. Sono in via di definizione altre date a Fossano. Dal corretto utilizzo del suolo alla gestione ottimale dell’acqua. I cambiamenti climatici e il crescente utilizzo delle risorse idriche, infatti, rendono necessaria l’adozione di tecniche irrigue ad alta efficienza. Tale esigenza trova riscontro in numerosi provvedimenti legisla-

tivi destinati ad incidere profondamente sull’operatività delle imprese agricole. Anche le fonti di approvvigionamento, derivazioni superficiali e pozzi potranno essere coinvolti in questo processo di innovazione. Allo scopo, è in programma un breve corso di approfondimento sulle tematiche riguardanti l’irrigazione, nello specifico sull’approvvigionamento idrico da pozzo e relative problematiche tecniche e legislative. Il corso è rivolto a titolari, coadiu-

vanti (fini INPS), soci o dipendenti di aziende agricole con codice Ateco A01. Avrà durata di 4 ore e si svolgerà a Bra, presso l’Ufficio Zona Coldiretti, il prossimo 4 dicembre, dalle 08.30 alle 12.30.

Per entrambi i corsi ci sono ancora posti disponibili. Per informazioni e iscrizioni è possibile rivolgersi agli Uffici Zona di riferimento


CAMPAGNA AMICA

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Campagna protagonista nel salotto di Alba: in vetrina un intero territorio

CAMPAGNA AMICA DAY AD ALBA IL 17 E 18 NOVEMBRE

C

oldiretti rinnova la collaborazione con la Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, portando nel cuore della capitale langarola il Campagna Amica Day. A far da apripista all’evento, i mercati contadini delle domeniche 14, 21 e 28 ottobre, che hanno visto alternarsi in piazza Snider cinquanta aziende piemontesi, liguri e pugliesi, aderenti al circuito Campagna Amica. Nel weekend del 17 e 18 novembre, il Campagna Amica Day vestirà di giallo la centralissima piazza Risorgimento ad Alba, ai piedi del Duomo. Al centro, l’agricoltura Made in Cuneo a marchio Campagna Amica, per celebrare la ricchezza della nostra terra e il gusto

e la qualità dei suoi frutti. Sarà una due giorni ricca di iniziative che consolideranno il rapporto diretto tra mondo agricolo e cittadini, il miglior modo che ci sia per restituire valore a chi produce e rendere più attento chi consuma. Protagoniste, naturalmente, le aziende agricole e le loro eccellenze agroalimentari in vendita sotto gli oltre trenta gazebo gialli allestiti in piazza. Grande la varietà dei prodotti, sotto il segno della qualità garantita da Campagna Amica: si potranno acquistare produzioni tipiche locali e altre peculiari delle aziende ospiti del circuito Campagna Amica da fuori provincia, con la certezza della provenienza italiana e controllata. Nei pomeriggi di sabato 17 e domenica 18, all’interno della pagoda ai piedi del Duomo, andranno in

scena i cooking show degli Agrichef Campagna Amica che prepareranno gustosi piatti svelando trucchi del mestiere e curiosità sui prodotti agricoli utilizzati. Non mancheranno, poi, le occasioni di divertimento per i più piccoli, ai quali sono dedicati due laboratori di manipolazione con le fattorie didattiche di Educazione alla Campagna Amica, proposti all’interno della pagoda nella giornata di domenica 18. “Il Campagna Amica Day si colloca nel prestigioso contesto di una Fiera internazionale che negli anni si è consolidata come punto di riferimento per gli amanti del buon cibo e delle nostre terre - commenta il Direttore Coldiretti Cuneo, Tino Arosio -. Coldiretti ha scelto di esserci per dare il proprio contributo alla valorizzazione di un territorio di eccellenza, unico al mondo”.


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MOVIMENTI

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Le idee vincenti di giovani imprenditori agricoli da tutta Italia

GLI OSCAR GREEN 2018 ALL’INNOVAZIONE La biocosmetica antispreco, l’agribibita di clementine, la casa di paglia bio, l’agribirra terremotata ricavata da scarti di pane, il primo “beewellness” e l’Arca di Noè del rifugiato hanno vinto il premio per l’innovazione Oscar Green 2018 di Coldiretti e Campagna Amica. La proclamazione dei vincitori arriva dopo una lunga selezione territoriale tra migliaia di giovani imprenditori, che ha incoronato tra i finalisti regionali anche i nostri Claudio e Diego Masante di “Cascina Masueria” e Michele Bergese de “La lumaca d’Ambas”. Una testimonianza dell’eccezionale spirito imprenditoriale dei giovani agricoltori che con coraggio e passione sfidano la crisi e riescono a fare business. Ha vinto l’Oscar Green 2018 nella categoria “Fare rete” il toscano Matteo Bacci, che ha saputo trasformare rifiuti aziendali - l’acqua aromatica, scarto della distillazione del rosmarino, e il concentrato di vinacce - creando la prima linea di cosmetica antispreco a Km zero. Nella categoria “Creatività” il pre-

mio è andato al calabrese Glauco Gallo, che ha dato una svolta alla sua azienda agricola, che ha prodotto per vent’anni succhi concentrati per le multinazionali, creando la prima agribibita contenente ben il 20% di vero succo di clementina, senza conservanti, coloranti e zuccheri aggiunti. A guadagnarsi la vittoria nella categoria “Sostenibilità” è stata la sarda Luisa Cabiddu, che costruisce case con materiali ecocompatibili quali paglia bio di grano Senatore Capelli, argilla e legno proveniente da filiera corta e controllata. Le sue case riducono al minimo la produzione di rifiuti e risparmiano energia a tutela dell’ambiente. Nella categoria “Campagna Amica” hanno vinto due imprenditori, Claudio Lorenzini del Lazio che ha cominciato, insieme ad Emanuela,

a produrre la prima agribirra terremotata a 1600 metri di altitudine sulle montagne tra Amatrice e Leonessa, utilizzando pane di scarto. Si tratta di una birra che cambia e modifica sapore, colore e consistenza a seconda del tipo di pane che l’azienda raccoglie dai residui di vendita. Ha primeggiato nella categoria “Impresa 3.terra” Matteo Andreatti del Trentino-Alto Adige, che ha costruito una bio-casetta in legno a diretto contatto con gli alveari, dentro cui intraprendere un viaggio di benessere multisensoriale alla scoperta del mondo delle api, sdraiati su un letto di fieno alpino, ascoltando il ronzio delle api e respirando profumi di miele, cera e propoli. Per finire, nella categoria “Noi per il sociale” è stata premiata l’idea imprenditoriale di Jeffery Eromosele Osoiwanlan delle Marche, nigeriano di origine e rifugiato politico sfuggito a terrorismo e povertà per creare nella sua fattoria un’arca di Noè, con animali a rischio di estinzione provenienti da tutto il mondo.

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MOVIMENTI

Una formazione lontana dal mondo agricolo, poi il ritorno alla terra

MONICA MEROTTO ELETTA ALLA GUIDA DI DONNE IMPRESA

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a nuova responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti, è Monica Merotto (in foto), allevatrice di bovini Limousine e produttrice di olio e vino in Toscana. In carica per i prossimi cinque anni, è stata eletta a Roma lo scorso 15 ottobre, in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali istituita dall’ONU. Quella di Monica Merotto è una storia di ritorno alla terra, dopo una laurea in storia dell’arte medioevale e un inizio di carriera universitaria: un’esperienza oggi comune a molte imprenditrici che hanno scelto la campagna dopo aver seguito percorsi formativi diversi e lontani dal mondo agricolo, da scienze politiche a sociologia, da giurisprudenza a economia, da scienze della comunicazione a ragioneria, dal marketing alla consulenza aziendale. Un fenomeno, questo, che si affianca alla tradizione delle donne che non hanno mai lasciato la terra, continuando a coltivare ed allevare per proseguire tradizioni familiari antiche di generazioni. “Lo spazio femminile - ha dichiarato la neo responsabile Merotto - è un laboratorio di idee e un’opportunità di impegno verso la collettività che intendiamo promuovere con continuità in un rapporto di equilibrio tra dirigenti,

In Italia più di 1 azienda agricola su 4 è guidata da donne. Importante anche la “quota giovane”, con il 25% delle aziende femminili guidate da under 35 che hanno puntato sull’uso quotidiano della tecnologia, ad esempio usando lo smartphone per controllare gli animali in stalla o gestire online prenotazioni in agriturismo o ancora per portare il vino Made in Italy in tutto il mondo istituzioni e società. La compagine femminile di Coldiretti è da sempre espressione di una presenza costante delle donne nel settore agricolo alla quale si stanno aggiungendo anche innesti da altri settori professionali per una scelta di vita di ritorno alla terra. Si tratta di una sana contaminazione in un’espressione massima di confronto su cui baseremo la nostra attività”. Le nostre imprenditrici stanno

dimostrando una grande capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, la valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità, diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino ad orti didattici, mercati di Campagna Amica e agriturismo.


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Essenziale il contributo dei pensionati al reddito domestico (e non solo)

GIORGIO GRENZI ELETTO PRESIDENTE FEDERPENSIONATI Giorgio Grenzi (in foto) è stato confermato alla guida di Federpensionati Coldiretti, la più importante Associazione pensionati del lavoro autonomo di tutta Europa con oltre 800.000 iscritti. Ad eleggerlo, la XII Assemblea Generale Federpensionati, riunita a Roma lo scorso 11 ottobre. Classe 1949, modenese, Grenzi ha svolto la sua attività professionale in Coldiretti, dove ha ricoperto numerosi incarichi a livello locale e nazionale, ha maturato esperienze anche nell’Unione europea delle cooperative Ue.Coop, nei Consorzi Agrari e in diverse Associazioni di produttori. In occasione dell’elezione di Grenzi sono stati presentati i risultati di un’analisi Coldiretti svolta su dati Istat, da cui emerge che sono oltre 3 milioni le famiglie italiane in cui la pensione di un nonno o di un

parente costituisce l’unica fonte di entrate, mentre in più di 7,5 milioni di case i pensionati contribuiscono ai tre quarti del reddito domestico. La presenza di un pensionato in casa viene considerata dal 37%

degli italiani un fattore determinante per contribuire al reddito, nonostante oltre 7,5 milioni di pensionati percepiscano meno di 750 euro al mese. Anche se poi, fra aiuto domestico e sostegno economico diretto, il valore del contributo dei pensionati si aggira intorno ai 1000 euro al mese, secondo le stime Coldiretti. “Dobbiamo far emergere con forza il ruolo che come pensionati abbiamo ancora nella società non solo dal punto di vista del welfare economico nei confronti di figli e nipoti ma anche - spiega Grenzi - rispetto alla funzione fondamentale di conservare le tradizioni alimentari e guidare i più giovani a scuola e in casa verso abitudini più salutari basate sui prodotti e sui tempi di quella dieta mediterranea che ha fatto dell’Italia uno dei Paesi con il record di longevità”.

Un viaggio all’insegna dei prodotti tipici e della cultura calabresi

IN CALABRIA CON I PENSIONATI TRA SOLE, SAPORI E STORIA Sono stati oltre 50 i partecipanti al viaggio in Calabria organizzato dall’Associazione Pensionati Coldiretti di Cuneo e Torino dal 7 al 14 ottobre. Durante il soggiorno in hotel sulla Costa dei Gelsomini non sono mancate escursioni alla scoperta delle bellezze storiche, culturali e gastronomiche di questo angolo di Calabria. I partecipanti hanno potuto gustare le specialità della cucina calabrese e visitare il borgo medievale di Gerace per poi ammirare i celebri Bronzi di Riace a Reggio Calabria. Di particolare interesse, la visita all’azienda agricola Livasì in provincia di Vibo Valentia, in cui si produce da tre generazioni la pregiatissima “nduja”, e all’a-

zienda agricola La Cascina 1899 nell’entroterra di Reggio Calabria, in cui viene prodotto il “bergamotto”, crema di liquore preparata con questo agrume dall’aroma inconfondibile utilizzando le scorze dei

migliori frutti lavorati a mano e uniti ad una crema di latte. Una settimana di relax in cui è stato molto apprezzato il clima di convivialità, aggregazione e condivisione che si è venuto a creare.


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EVENTI

Riflessione e condivisione a chiusura dell’annata agraria

GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO IL 18 NOVEMBRE AD ALBA Domenica 18 novembre ad Alba si terrà la 68esima edizione della Giornata provinciale del Ringraziamento, in concomitanza con il Campagna Amica Day. La Santa Messa verrà officiata alle ore 10.30 da Don Dino Negro nella centralissima Cattedrale di San Lorenzo. Durante la celebrazione saranno portati all’altare i tradizionali doni della terra, in segno di ringraziamento per quanto ricevuto. Un gesto semplice che riconosce i solidi valori cristiani, fondanti dell’azione sociale della nostra Organizzazione nella giornata che chiude l’annata agraria.

VEDERE E RINGRAZIARE PER LE DIFFERENZE NEL CREATO “E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona” (Gen 1,12). Il racconto della Bibbia a molti appare ingenuo e fantastico, rispetto alle spiegazioni che oggi le scienze possono fornire per narrare l’origine del mondo. Lo scopo di quel racconto, tuttavia, non è altro che quello di farci aprire gli occhi sulla varietà e sull’ordine del mondo in cui viviamo. L’abitudine, infatti, ci porta a restringere lo sguardo e a vedere solo una porzione sempre più piccola: il proprio paese, la propria attività, la propria casa, lo schermo del proprio computer o dello smartphone. Per ciascuno di noi il mondo tende a

diventare sempre più ristretto. Di conseguenza le azioni intraprese diventano anche piccole, cioè mirate a scopi troppo parziali: benessere personale, successo nel lavoro, prestazioni sportive esagerate, ecc. La Bibbia ci invita ad alzare gli occhi per vedere il cielo, ad allargare lo sguardo per scoprire la molteplicità dei viventi, a muovere erba e foglie per notare insetti, funghi e frutti di ogni specie, ad incontrare le persone per scoprire una misteriosa ricchezza in ciascuna di loro. La giornata del Ringraziamento è un’occasione per mettere davanti

agli occhi un po’ di questa varietà, allestendo le balaustre delle nostre chiese. Non è fare mercato o vetrina, ma darci motivi concreti per dire “grazie” alla bella Creatività di Dio e delle sue Creature. Nell’epoca odierna abbiamo profondo bisogno di rinnovare spesso questi esercizi che dilatano la mente e l’animo: alzare gli occhi, guardare attorno, essere interessati all’incontro con le persone e ringraziare per la molteplice diversità che Dio ha creato. Don Giuseppe Pellegrino Consigliere ecclesiastico Coldiretti Cuneo

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Bimbi all’opera tra orto, formaggi e animali della fattoria

UN COLORATISSIMO AUTUNNO A FOSSANO CON COLDIRETTI Dal 12 al 14 ottobre a Fossano è andato in scena “Coloratissimo Autunno”, la manifestazione che dà lustro alle produzioni agricole del territorio e alle sue aziende. Uno spazio importante è stato dedicato alle “agriattività” per i più piccoli, realizzate da Coldiretti e Campagna Amica con il Catac di Fossano e Slow Food. I bambini delle scuole primarie e dell’infanzia fossanesi si sono cimentati nell’orto didattico curato dai tecnici Coldiretti, nei laboratori di caseificazione e nella fattoria degli animali, che ha visto coinvolta l’Az. Agr. Tortalla Raffaele, fattoria didattica del circuito Campagna Amica. In più, piazza Dompè ha ospitato un mercato con la partecipazione di una ventina di aziende agricole Campagna Amica e una mostra espositiva di frutta e verdura provenienti da aziende locali. La mostra, curata da Coldiretti, si è conclusa con la vendita all’incanto dei prodotti esposti. Coldiretti rinnova con piacere il suo impegno all’organizzazione di Coloratissimo Autunno, evento che di anno in anno rinnova lo spirito rurale fossanese e promuove l’agricoltura come perno dell’economia del territorio, offrendo alle aziende virtuose locali il canale della vendita diretta, che accorcia la filiera e garantisce ai consumatori frutta, verdura e cereali di stagione, a Km zero, sani e controllati.

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EVENTI E MANIFESTAZIONI

Molto apprezzati gli appuntamenti Coldiretti organizzati in Fiera

UN TERRITORIO DA GUSTARE ALLA FIERA DEL MARRONE tagliolini alle castagne con sugo di porri e salsiccia, Gianfranco Battisti dell’agriturismo “La Virginia” (Revello) le cujette della Valle Po al Blu di capra con castagne. I loro sono stati spettacoli coinvolgenti, nati per far scoprire da vicino come ingredienti a Km zero di ottima qualità possono combinarsi in piatti dai sapori autentici e genuini. Dietro la ricetta, il racconto di prodotti agricoli indissolubilmente legati alla nostra terra. Ad ogni preparazione è stato abbinato un vino DOC o DOCG presentato dal produttore Campagna Amica. Dall’intrattenimento dei grandi a quello dei più piccoli. In piazza Virginio, migliaia di bambini hanno partecipato ai laboratori didattici Coldiretti. I bimbi sono andati a “scuola di campagna”, dove hanno potuto cimentarsi con la

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preparazione di prodotti da forno, conoscere il mondo delle api e del miele, mettersi alla prova con la produzione di formaggi e imparare a prendersi cura di un orto. A tenere i laboratori, le Fattorie didattiche aderenti al circuito di Educazione alla Campagna Amica, un progetto unico nel suo genere che propone attività, percorsi di sensibilizzazione ed esperienze a tu per tu con chi vive ogni giorno il mestiere dell’agricoltura, per far conoscere ai cittadini e consumatori di domani l’origine dei prodotti, la sana alimentazione, e per far maturare in loro il rispetto per l’ambiente e il territorio. Non è mancato, naturalmente, il tradizionale mercato Campagna Amica in piazza Galimberti, con 50 aziende agricole che hanno portato il meglio delle loro produzioni

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Una Fiera nazionale del Marrone sotto il segno del sole. Dal 19 al 21 ottobre la Fiera, giunta alla 20esima edizione, ha portato nel centro storico di Cuneo i profumi e il gusto dell’agroalimentare cuneese. A cominciare dalla sua regina di stagione, la Castagna Cuneo IGP, protagonista dei laboratori del gusto Coldiretti, riproposti dopo il successo dello scorso anno in Fiera. Tre i cooking show andati in scena nello stand Coldiretti di piazza Galimberti, che hanno visto all’opera gli Agrichef Campagna Amica, pronti a stupire con piatti a base di varietà differenti di castagne. Mauro Robbione dell’agriturismo “’L Perol” (Moiola) ha preparato un Montebianco con meringhe, Massimiliano Gastaldi dell’agriturismo “Cascina Veja” (Chiusa di Pesio) i


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agricole, fresche e trasformate, rigorosamente controllate e garantite Campagna Amica. Oltre che dal Cuneese, le aziende sono giunte dall’Astigiano, dall’Alessandrino, dall’Imperiese e dal Savonese. In più, novità di quest’anno, il mercato ha ospitato un’azienda della provincia di Parma che ha proposto Parmigiano Reggiano bio. La qualità si è anche gustata

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nell’area ristoro AgriArti, il grande padiglione in piazza Galimberti, che ha proposto un menù del territorio a base di Castagna Cuneo, carne bovina di razza piemontese e altri prodotti IGP, eccellenze autunnali della Granda. Infine, per sostenere la filiera agricola tutta italiana i visitatori, durante i giorni di Fiera, hanno potuto firmare la petizione Coldiretti ‘Scegli l’origine’.

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Nel 2018 quasi 3 italiani su 4, il 71% per la precisione, hanno scelto di partecipare a sagre, fiere e feste di paese. Una tendenza che dimostra come i cittadini apprezzino sempre più gli eventi dedicati ai prodotti tipici dell’enogastronomia locale, vissuti come momenti conviviali alternativi e occasioni per ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali. Il boom di sagre e fiere coincide tradizionalmente con l’autunno. Così anche nella Granda, dove la stagione si conferma ricchissima, oltre che di frutti della terra, di momenti di valorizzazione dei prodotti e del territorio. Tra i maggiori eventi ottobrini, la Fiera nazionale del Marrone, appuntamento di grandissimo richiamo per consumatori e appassionati da tutto il Nord-Ovest e dal Sud della Francia, volàno di sviluppo turistico per le nostre vallate. Per le aziende Campagna Amica, gli Agrichef e le nostre produzioni agricole la Fiera è stata un grande palcoscenico di incontro con i cuneesi e con migliaia di visitatori, un’ottima occasione per proseguire l’impegno Coldiretti di promozione del consumo di prodotti stagionali e genuini.


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CONSULENZA AGRONOMICA

È essenziale abbassare i numeri in vista della prossima annata

CIMICE ASIATICA, RIDUCIAMO LA POPOLAZIONE IN INVERNO! A differenza di quanto avvertito nel corso dell’annata che volge al termine, caratterizzata da una presenza leggermente inferiore di cimici, a partire da fine agosto la popolazione è aumentata in tutta la provincia. Con l’abbassamento delle temperature le cimici iniziano a produrre feromoni di aggregazione, che spingono questi insetti a riunirsi in gruppi più o meno numerosi per passare l’inverno. La cimice asiatica, in particolare, sverna allo stadio di adulto in zone riparate, prediligendo magazzini o strutture in campagna, ma anche abitazioni. Qui le cimici vanno ad occupare intercapedini, fessure, scatole degli avvolgibili ed ogni anfratto che permetta loro di superare l’inverno al riparo dalle basse temperature.

In questa fase il fastidio causato da tali insetti viene avvertito da tutti. A disturbare, per esempio, è la presenza di molti individui tra i panni stesi sui balconi, sui davanzali ma anche sulle pareti delle case maggiormente esposte verso sera. Durante lo svernamento le cimici attraversano una fase molto simile ad un letargo, resistendo anche al forte abbassamento delle temperature. Arrivata la primavera, usciranno dai ricoveri e cercheranno subito nutrimento ricolonizzando le campagne per la nuova annata agraria. Ricordiamo che ogni femmina è in grado di ovideporre fino a 10 volte all’anno, 28-30 uova per volta, aumentando la proliferazione dell’insetto in maniera pressoché esponenziale. Risulta, dunque, fondamentale abbassare il più possi-

Nell’ultimo periodo sono molte le segnalazioni di cimici con forme e/o colorazioni particolari e sui media compaiono molte informazioni errate. Precisiamo che le cimici presenti sul territorio piemontese non sono affatto pericolose o dannose per gli uomini e gli animali, ma esclusivamente per i vegetali, non mordono, bensì pungono le cellule vegetali e non trasmettono malattie tramite punture o tramite le feci. Inoltre, al momento, l’unica specie esotica-aliena presente sul territorio e quindi non locale è la cimice asiatica (Halyomorpha halys), mentre per tutte le altre colorazioni riscontrate e segnalate (arancione, zampe rosse, a pois gialli, testa e spalle gialle, ecc.) si tratta unicamente di variazioni cromatiche di specie locali quali Nezara viridula (cimice verde) e Pentatoma rifipes (cimice dei boschi).

bile la popolazione svernante. Invitiamo pertanto tutte le aziende (e non solo) a verificare durante l’inverno le proprie abitazioni e le strutture che potrebbero costituire un riparo per le cimici attorno alle case, smuovendo vecchie cataste di legno ed asportando il materiale. Abbassare la popolazione durante l’inverno diventa essenziale per gestire la futura campagna agraria. Occorre farlo, però, ricorrendo a metodi corretti ed evitando assolutamente mezzi non riconosciuti o illegali, come l’utilizzo di pesticidi soprattutto nelle o sulle abitazioni. Durante questa fase, infatti, la cimice asiatica è un insetto immobile e non attivo, facilmente gestibile con mezzi fisici e meccanici. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi ai tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo.


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CONSULENZA AGRONOMICA

Come contrastare, a costi ridotti per l’azienda, il batterio più temuto

L’OZONO COME SOLUZIONE DELLA LISTERIA In questi ultimi tempi si parla molto di Listeria a seguito del ritiro di alcuni prodotti dalla Grande Distribuzione. La Listeria è un batterio presente nella terra, nell’acqua, nella vegetazione e nelle feci di molti animali, senza che questi mostrino segni di malattia. Cresce e si sviluppa a temperature variabili tra 0° e 45° C e persiste sia nell’ambiente che negli alimenti trasformati e pronti all’uso come hot-dog, carni fredde, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicato, ecc., potendo così contaminare qualunque livello della catena di produzione e consumo degli alimenti. Raramente le infezioni si verificano attraverso il contatto diretto con animali, persone e ambiente circostante. Purtroppo non è ancora stata definita la dose infettiva del batterio, ma si rileva che lo sviluppo della malattia avviene anche con basse cariche batteriche. I sintomi nella forma tipica di contagio sulla persona sono di carattere gastro-enterico e rientrano nella categoria delle tossinfezioni alimentari che si manifestano nel giro di poche ore dall’ingestione o, in alcuni casi, può avere un’incubazione di alcune settimane. In caso di forme invasive, l’infezione dall’intestino può passare al sangue diffondendosi nell’or-

ganismo con gravi problematiche, talvolta mortali. In particolar modo il batterio può essere fatale per persone anziane, donne gravide, neonati e soggetti debilitati. Il rispetto delle norme igieniche (lavaggio, manipolazione degli alimenti, igiene dei locali adibiti alla lavorazione, corretta cottura dei cibi, ecc.), il rispetto delle date di scadenza dei prodotti, la corretta pastorizzazione dei latticini e il controllo sono essenziali per garantire la non immissione sul mercato di prodotti a rischio. Con questi presupposti, la qualità degli ambienti di lavorazione, stoccaggio e confezionamento dei prodotti riveste una fondamentale importanza. Qualora risulti carente l’igiene, infatti, a causa dell’impossibilità di raggiungere ogni area con la giusta sanificazione, i foco-

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lai batterici stazionano incrementando i rischi di contaminazione. È uso procedere con fumigazioni di prodotti chimici disinfettanti, che il più delle volte richiedono un’inaccessibilità ai locali trattati per lungo tempo e soprattutto lo smaltimento dei residui dopo l’utilizzo. Recentemente, per ovviare a questi limiti tempistici e di smaltimento, è sempre più in uso l’ozono, utilizzato nelle diverse modalità: allo stato gassoso e disciolto in acqua. Come dalle numerose sperimentazioni fatte in campo nazionale e internazionale e comprovato dalla Ditta Protea con test e applicazioni concrete in provincia di Cuneo, l’uso dell’ozono consente l’eliminazione del batterio Listeria e di molti altri in maniera sicura e affidabile, raggiungendo risultati quasi totali nella sanificazione ambientale e degli alimenti in pochissimo tempo e senza il rilascio degli effetti secondari sopra descritti (tempistiche e residui). Trattandosi di un gas nascente dall’ossigeno, dunque 100% naturale, l’ozono nelle sue diverse modalità di utilizzo può essere impiegato anche direttamente sugli alimenti favorendo un primo trattamento disinfettate sul prodotto stesso. Allo stesso modo, può essere utilizzato in ogni fase della produ-

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zione: celle di stoccaggio vuote o con presenza di alimenti (frutta, verdura, carni, pesce, ecc.), mezzi di trasporto refrigerati, locali di stazionamento, sale di lavorazione e locali di confezionamento. Grazie al metodo di produzione di questo gas - che avviene tramite sistemi detti “ozonizzatori” che necessitano soltanto di energia elettrica e di nessun prodotto o ricarica - i costi di gestione vengono drasticamente ridotti. La semplicità di utilizzo (non sono richiesti interventi da parte di personale specializzato) facilita l’impiego dell’ozono nelle normali procedure di lavorazione ed, essendo facilmente modulabile,

è possibile rispondere alle diverse esigenze aziendali anche nel caso in cui le fasi produttive e di lavorazione cambino nel tempo o vengano gestite in locali divisi e/o distanti. È importante analizzare bene le strutture e definire il metodo più adeguato alle proprie esigenze. Esistono, infatti, più tipi di ozonizzatori: • Fissi, quindi controllabili da un pannello di controllo che gestisce differentemente anche più aree, con una suddivisione puntuale dei vari locali, anche se distanti (presenza o meno di persone, volumi degli ambienti, temperature basse o

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alte, presenza di alimenti, tipologia diversa di alimenti, ecc.); • Portatili, ad esempio spalleggiati per interventi mirati e immediati, che permettono maggiore flessibilità di intervento. Si tratta di ozonizzatori capaci di produrre alte concentrazioni di ozono allo stato gassoso e rappresentano la soluzione ideale per trattamenti shock in assenza di persone - al fine di disinfettare gli ambienti in maniera profonda. Utilizzando soltanto acqua ozonizzata, si possono contenere ampiamente le infestazioni e le problematiche aziendali, riducendo sensibilmente i costi fissi.

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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

INTERVENTI AGRONOMICI DEL MESE DI NOVEMBRE Uno sguardo alle coltivazioni del territorio mese per mese a cura dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo. Ultimo mese d’ autunno, novembre, con temperature in media o poco sopra e precipitazioni poco sotto; ma potrebbe non mancare qualche assaggio di inverno.

CEREALI

Sui cereali autunno-vernini, qualora necessario e con situazioni pedo-climatiche permissive, intervenire con diserbi di pre-emergenza o post-emergenza precoce. Con presenza accertata di elateridi, posizionare in fase di semina specifici geodisinfestanti. Monitorare zabro gobbo o afidi e, qualora necessario, intervenire con insetticidi specifici.

FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI

Su mirtillo sono consigliati interventi con rame per favorire la caduta delle foglie e la preparazione della pianta per l’inverno. È raccomandabile il monitoraggio della presenza di cocciniglia ed eventualmente un trattamento a completa caduta foglie. Sugli impianti di lampone è consigliato un intervento con rame per la difesa dei tralci che verranno

FRUTTA

In ottemperanza a quanto disposto dal Decreto 22 gennaio 2014 (PAN), punto A.7.2 “Difesa integrata obbligatoria” mantenuti nell’inverno; abbinare zolfo per il controllo dell’eriofide. Su impianti rifiorenti in raccolta, massima attenzione alla presenza di cimice ed eriofide. Su rovo sono consigliati interventi con zolfo per il controllo dell’eriofide. Su fragola unifera controllare l’oidio con trattamenti a base di zolfo, verificare ancora la presenza di ragno rosso e delle nottue a livello del colletto; monitorare anche gli afidi e la mosca bianca. Sono consigliati interventi radicali per la protezione della pianta dai patogeni tellurici. Verificare la presenza di topi e talpe sotto la pacciamatura ed impostare sugli impianti più vigorosi interventi con rame per ridurre la spinta vegetativa della pianta e favorire la differenziazione delle gemme. Su fragola rifiorente in raccolta mantenere copertura per oidio, controllare la presenza di afidi e mosca bianca e mantenere la protezione contro drosophila.

In questo mese, su tutte le specie frutticole è consigliato l’apporto di sostanza organica, che andrà leggermente interrata subito dopo lo spandimento. Sul kiwi terminata la raccolta, sarà utile provvedere ad una prima potatura tesa ad eliminare i tralci secchi, i tralci che hanno prodotto e con essi, la maggior parte dei piccioli; questa operazione andrà fatta con clima secco e, oltre a dar luce alla pianta, risulterà utile per la prevenzione della PSA. Nei giovani impianti di kiwi, prima dell’arrivo del freddo, è necessario provvedere alla protezione del tronco, con paglia o altri materiali isolanti. In tutti gli impianti di specie frutticole in allevamento, vanno ultimate le operazioni di legatura e piegatura dei rami; laddove questa operazione non sia possibile prima del freddo invernale, bisognerà rimandarla alla ripresa vegetativa. Nei giovani impianti di melo, pero, albicocco, pesco, susino e ciliegio, si può procedere in questo periodo all’imbiancatura del tronco, che sarà utile per prevenire i danni causati dalle forti escursioni termiche del periodo invernale. Su tutte le piante appena innestate, è consigliabile proteggere la gemma con carta o paglia; nel caso in cui si riscontri l’emissione

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Novembre | 2018

di linfa (colla), bisogna provvedere ad una accurata pulizia della stessa, dopodiché ricoprire la superficie interessata con mastice per innesti.

perso almeno il 50% delle foglie.

NOCCIOLO e CASTAGNO

Su castagno non sono necessari interventi. Si consiglia, terminata la raccolta, di rimuovere i residui di raccolta; ideale la trinciatura per il mantenimento della sostanza organica sul posto. Consigliata la rimozione dall’appezzamento dei frutti colpiti da Cydia e balanino. Visto lo stadio vegetativo ancora attivo e la particolare attività radicale del periodo, è importante apportare circa il 65% del fabbisogno nutrizionale. Per ottimizzare il piano nutrizionale è consigliato rivolgersi al tecnico di zona. Inoltre in questo periodo è facile identificare le parti secche che dovrebbero essere tagliate ed asportate. Prevedere in ultimo un trattamento con prodotti a base di rame quando le piante abbiano

ORTICOLE

Dall’ultima settimana di ottobre sino alla fine di novembre provvedere alla semina dell’aglio; si raccomanda il diserbo di pre-emergenza subito dopo la messa a dimora dei bulbilli. La buona preparazione del letto di semina è necessaria per prevenire pericolosi ristagni idrici invernali e primaverili. Su cavoli e cavolfiori in raccolta in questo periodo non dovrebbero più esserci problemi per la presen-

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za della cavolaia perché, malgrado si possano vedere ancora volare gli adulti, non riuscirebbero più a generare larve pericolose per le colture. Sulle colture ormai terminate di pomodoro e peperone, asportare la vegetazione evitando di lasciarle seccare in campo o in serra per limitare il problema della tuta absoluta e la conservazione di pericolose patologie il prossimo anno. Per la semina autunnale dei piselli provvedere a sistemare il terreno con leggere baulature, in modo che il seme rimanga sistemato qualche centimetro sopra al piano campagna.

VITE

Novembre è il mese interamente dedicato al lavoro in cantina e alla cura del vigneto; mese corretto per rompere il cotico erboso a filari alterni per permettere l’accumulo di acqua nel terreno e, tempo permettendo, per effettuare la concimazione autunnale. Non sono previsti interventi fitosanitari.

Farigliano

1/2 dicembre 2018 Sabato

ore 20.00

Venerdì

ore 15.00

Sabato

ore 14.20 ore 22.30

24

NOVEMBRE

Presso la nuova sede Pro Loco in c.so Ferrero 5 (ex Milanostampa): aspettando la fiera “GRANDE ABBUFFATA DI BAGNA CAUDA e....” Prenotazioni entro giovedì 22/11 Info: 327 0757788 NOVEMBRE

Domenica ore 11.15

1

DICEMBRE

ore 11.30

Gara di ricerca simulata del tartufo “Trofeo Trifolao dei Puciu”

In Piazza Vittorio Emanuele II: inizio preparazione della “Minestra degli Uomini”e cottura durante la notte

DICEMBRE

Inaugurazione Fiera “Colori e sapori di Langa” con la Banda Musicale “I Giovani” di Farigliano e il cantastorie di strada Daniele Campogrande Raduno trattori d’epoca Esposizione piccoli animali Partecipazione del gruppo 3C Training a cavallo - ASD Galli

30

Presso la Chiesa di San Nicolao (Loc. San Nicolao) - Santa Messa

2

ore 14.00

“Minestra degli Uomini” con distribuzione del tradizionale minestrone di trippe con ceci di Nucetto - Street Food con: gallina in brodo e in insalata, soma d’aj, peperoni al forno, cotechini con crauti - Dolci Sotto i portici bassi - Caldarroste e vin brulè a cura del Gruppo Alpini di Farigliano Torneo dei birilli - Tradizionale disfida riservata alle donne Mercato tradizionale hobbistica/ prodotti locali (per l’intera giornata del 2 dicembre)

Comune di Farigliano

Giovedì

6

DICEMBRE

ore 14.30 Nella sala polivalente BIBLIOTECA CIVICA Nicola e Beppe Milano: convegno su: “San Nicola di Myra e la sua popolarità nella Russia Medioevale” Relatori: lo scrittore Guido Araldo e i pittori Nadia Lavrova e Pierre Tchakhotine Dal 18 novembre al 6 gennaio grande Mostra dei Presepi del Mondo presso la sede dell’Associazione Aquilone Onlus in via Torino

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CONSULENZA LEGALE

Quando a guidare non è il proprietario, a chi si decurtano i punti della patente?

INFRAZIONI ALLA GUIDA, ULTIME NOVITÀ COSA PREVEDE LA NORMATIVA VIGENTE L’art. 126 bis del Codice della Strada reca la disciplina della patente a punti. Il secondo comma prescrive che in caso di mancata identificazione del conducente quale responsabile della violazione al Codice della Strada, il proprietario del veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell’art. 196, deve fornire all’organo di polizia, entro 60 giorni dalla data di notifica del verbale di contestazione, i dati personali e della patente del conducente al momento della commessa violazione. Se il proprietario del veicolo risulta una persona giuridica, il suo legale rappresentante o un suo delegato è tenuto a fornire gli stessi dati, Rimozione amianto in totale sicurezza Ricopertura con materiali idonei alle vostre esigenze

entro lo stesso termine, all’organo di polizia che procede. Il proprietario del veicolo, ovvero altro obbligato in solido ai sensi dell’art. 196, sia esso persona fisica o giuridica, che omette senza giustificato e documentato motivo, di fornire i dati del conducente, è

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soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 286 a 1.143 €. Il punto saliente dell’articolo, che ha creato una molteplicità di contenziosi tra gli automobilisti e i Comuni, risiede nella modifica apportata dalla Legge 214/2003 (Legge di

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PIANTE DA FRUTTO


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conversione del Decreto-Legge 151/2003) secondo cui, nelle ipotesi di mancata identificazione del conducente, nei casi di violazione delle norme del Codice della Strada per le quali è prevista la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente, la decurtazione del punteggio attribuito alla patente di guida debba essere effettuata a carico del proprietario del veicolo salvo che lo stesso non comunichi all’organo di polizia, entro 30 giorni dalla richiesta, i dati personali e della patente di chi guidava al momento della commessa violazione. In origine, il comma 2 dell’art. 126 bis del Codice della Strada disponeva che l’organo accertatore della violazione comportante la perdita di punteggio, dovesse darne notizia, entro 30 giorni dalla definizione della contestazione, all’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida. In particolare, prevedeva che la comunicazione dovesse essere effettuata solo se la persona del conducente, responsabile della violazione, fosse stata identificata

in modo inequivoco. Nelle ipotesi in cui non fosse stato possibile identificare il conducente, il proprietario rispondeva soltanto per il pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria prevista per l’infrazione, stante il vincolo di solidarietà passiva con il conducente, senza subire conseguenze relativamente alla decurtazione del punteggio della sua patente. A seguito della modifica legislativa di cui sopra, invece, è stato introdotto il criterio in base al quale, nelle ipotesi di mancata identificazione del conducente, la segnalazione all’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida debba essere effettuata dal proprietario del veicolo, entro il termine di 30 giorni. Se il proprietario del veicolo è una persona giuridica, il legale rappresentante della stessa o un suo delegato dovranno fornire i dati del conducente, sempre entro 30 giorni, all’organo di polizia che procede. L’art. 126 bis del Codice della Strada aggiunge che, se il proprietario omette di fornire i dati del conducente responsabile della violazione,

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si applica a suo carico la sanzione prevista dall’art. 180, comma 8 del Codice della Strada, ovvero una sanzione amministrativa pecuniaria da 422 a 1.697 euro. Dalle disposizioni esaminate si evince che, qualora il proprietario del veicolo sia una persona fisica munita di patente e l’infrazione commessa sia punita, oltre che con la sanzione amministrativa pecuniaria, anche con la decurtazione del punteggio della patente, il proprietario del mezzo, da un lato risponde in solido con il conducente per il pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria principale (art. 196 del Codice della Strada) e, dall’altro, si vede detratti i punti dalla patente. Detta ultima sanzione accessoria si applica quando non sia stato possibile identificare il conducente e il proprietario stesso, ricevutane la richiesta, abbia omesso di indicare all’Autorità le generalità e i dati della patente del conducente che era alla guida del veicolo nel momento della trasgressione al Codice della Strada.

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96 L’applicazione della decurtazione dei punti al proprietario del veicolo, nelle situazioni di non comunicazione dei dati del conducente, prescinde dall’accertamento della responsabilità personale dello stesso in relazione alla violazione di norme concernenti la circolazione stradale.

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I DUBBI DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE La suddetta norma del Codice della Strada è stata oggetto di vaglio da parte della Corte Costituzionale in quanto ritenuta in contrasto con alcuni principi prescritti dalla nostra Costituzione. In primis, violerebbe l’art. 24 della Costituzione che sancisce la tutela del diritto di difesa, in particolare nella previsione della possibilità di irrogare sanzioni senza contestazione immediata di un fatto. La violazione dell’art. 24 della Costituzione deriverebbe anche dalla compromissione del diritto al silenzio, ossia a non fornire alle Autorità informazioni in proprio danno e/o a non collaborare con le Autorità pre-

CONSULENZA LEGALE poste per la propria incriminazione. Inoltre, l’art. 126 bis del Codice della Strada violerebbe l’art. 3 della Carta Costituzionale che prescrive il diritto di uguaglianza (formale e sostanziale), in quanto dà vita ad una sanzione “sui generis” la quale, pur essendo di natura personale, non sembra riconducibile ad un contegno posto in essere direttamente dal proprietario del veicolo e consistente nella trasgressione di una specifica norma del Codice della Strada. Infine, violerebbe l’art. 27 della Costituzione che fa riferimento al principio della personalità della responsabilità penale anche se, nel nostro caso, si tratta di mera responsabilità amministrativa riconducibile alla Legge 689/1981 (modifiche al sistema penale). L’art. 3 della predetta legge fissa due principi fondamentali: il primo, “nelle violazioni cui è applicabile una sanzione amministrativa, ciascuno è responsabile della propria azione od omissione, cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa”; il secondo, “nel caso in cui la viola-

zione è commessa per errore sul fatto, l’agente non è responsabile quando l’errore non è determinato da sua colpa”. Si tratta in sostanza del principio della personalità della responsabilità amministrativa. L’art. 126 bis del Codice della Strada, invece, per l’ipotesi di sanzione a carattere personale (decurtazione dei punti), pone a carico del proprietario del veicolo, solo perché tale, un’autonoma sanzione personale, non ascrivibile direttamente allo stesso, nelle ipotesi di violazioni del Codice della Strada. La Corte Costituzionale, attraverso la Sentenza 27/2005, si è pronunciata per la parziale illegittimità costituzionale dell’art. 126 bis del Codice della Strada, nella parte “in cui assoggetta il proprietario del veicolo alla decurtazione dei punti della patente quando ometta di comunicare all’Autorità Amministrativa procedente le generalità del conducente che abbia commesso l’infrazione alle regole della circolazione stradale”. Nonostante la suindicata declara-


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toria di illegittimità costituzionale parziale, molti Comuni hanno continuato, negli anni, ad applicare al proprietario del veicolo, la decurtazione dei punti dalla patente, nelle ipotesi di mancata identificazione del conducente. Provvedimenti, spesso, confermati nelle aule giudiziarie. L’ULTIMA PRONUNCIA DELLA CASSAZIONE Una breccia importante in questa “querelle” che si trascina, ormai, da diversi anni, è stata aperta da una recente Ordinanza della Corte di Cassazione, II Sezione Civile, la n. 9555/2018, la quale ha rimarcato un principio espresso già nella Sentenza della Corte Costituzionale 165/2008, ovvero il discernere la condotta, da reputarsi sanzionabile, di chi non ottemperi alla richiesta di comunicare i dati del conducente da chi, viceversa, fornisca una risposta anche in termini negativi. In definitiva, la Corte di Cassazione, nell’Ordinanza in oggetto, ha riaffermato un principio importante: “ai fini dell’applicazione dell’art. 126 bis del Codice della Strada, occorre

distinguere il comportamento di chi si disinteressi della richiesta di comunicare i dati personali e della patente del conducente, non ottemperando, così, in alcun modo all’invito rivoltogli (contegno per ciò solo meritevole di sanzione) e la condotta di chi abbia fornito una dichiarazione di contenuto negativo, sulla base di giustificazioni, la idoneità delle quali, ad escludere la presunzione relativa di responsabilità a carico del dichiarante, deve essere vagliata dal giudice comune, di volta in volta, anche alla luce delle caratteristiche delle singole

fattispecie concrete sottoposte al suo giudizio, con apprezzamento in fatto non sindacabile in sede di legittimità”. Sulla base del predetto principio, destinato a divenire un precedente nelle aule giudiziarie, giustificazioni addotte quali l’eccessivo lasso di tempo tra la presunta violazione e la notifica del verbale, l’utilizzo di un veicolo da parte di più componenti della famiglia, ecc., potrebbero trovare pieno accoglimento da parte dell’Autorità Giudiziaria nelle ipotesi in cui l’Autorità Amministrativa procedente non le ritenga idonee.

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Impianto messo a dimora nel Comune di Scarnafigi nel mese di maggio 2018

Impianto messo a dimora a Borgo D’Ale (provincia di Vercelli) nel mese di maggio 2018

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SERVIZI ALLA PERSONA

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Sulla pensione non sempre è accreditato tutto ciò che si è versato!

UNA PENSIONE SUPPLEMENTARE A QUELLA PRINCIPALE Le normative previdenziali in continuo cambiamento e la maggior flessibilità nel mondo del lavoro hanno reso maggiormente problematico per i lavoratori e i pensionati la conoscenza dei diritti in materia previdenziale. Una delle situazioni che è maggiormente sconosciuta è quella relativa al diritto di coloro che hanno versato pochi contributi presso la Gestione separata INPS (in qualità di co.co.pro., collaboratori, amministratori di società o liberi professionisti) di poter usufruire di una pensione supplementare oltre a quella relativa alla gestione o cassa principale in cui si è versato. In pratica, tutti coloro che hanno già raggiunto il diritto ad una pensione principale (di vecchiaia o anzianità) possono anche usufruire

di una seconda pensione calcolata con criteri di natura contributiva per i versamenti effettuati presso la Gestione separata INPS. Il diritto a tale ulteriore pensione si matura anche avendo versato un solo mese di contribuzione al compimento dell’età pensionabile per la vecchiaia. La decorrenza della pensione supplementare è fissata per legge dal mese successivo a quello di presentazione della domanda per cui diviene particolarmente importante verificare preventivamente il diritto al fine di non perdere alcuna mensilità. Gli operatori del Patronato Epaca hanno da tempo approfondito le questioni attinenti tali pratiche e sono in grado di valutare, calcolare e consigliare nel migliore dei modi

i soggetti interessati dopo aver visualizzato l’estratto contributivo sul sito internet dell’INPS. A seguito dello sviluppo di una specifica procedura informatica, l’operatore Epaca è in grado di indicare in anticipo l’esatta cifra che verrà liquidata dall’Ente previdenziale. Invitiamo tutti gli interessati a rivolgersi agli Uffici Coldiretti dove troveranno personale qualificato del Patronato Epaca in grado di fornire la miglior consulenza possibile in materia.

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SERVIZI ALLA PERSONA

Per quali malattie l’INAIL riconosce risarcimento del danno e rendita

MALATTIE PROFESSIONALI: QUANDO ARRIVA L’INDENNIZZO Per qualsiasi dubbio non esitate a contattare il Patronato EPACA, dove troverete una qualificata consulenza medico-legale in materia di infortuni sul lavoro, malattie professionali, prestazioni di invalidità civile e invalidità INPS. l patrocinati possono usufruire della consulenza medica presso l’Ufficio Provinciale EPACA. Per fissare l’appuntamento rivolgersi agli Uffici Coldiretti di Zona o telefonare al numero 0171 447265. L’INAIL è un ente pubblico che gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. I suoi obiettivi sono: • ridurre il fenomeno infortunistico; • assicurare i lavoratori che svolgono attività a rischio; • garantire il reinserimento nella vita lavorativa degli infortunati sul lavoro. L’assicurazione ha la funzione di garantire ai lavoratori, in caso di infortunio o di malattia professionale, prestazioni sanitarie relative alle prime cure, prestazioni economiche e forniture di apparecchi di protesi. L’iscrizione all’INAIL è obbligatoria per tutti i datori di lavoro che assumono lavoratori dipendenti e che svolgono attività considerate rischiose dalla legge. Anche i lavoratori autonomi, artigiani e coltivatori diretti, sono tenuti ad assicurarsi all’INAIL.

Malattie professionali riconosciute dall’INAIL La malattia professionale (o causa di servizio) è una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo. La malattia professionale possiede

una causa “diluita”, anziché violenta e concentrata nel tempo come un infortunio. Secondo la normativa, la causa dev’essere diretta ed efficiente, ossia in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente. La malattia dev’essere contratta nell’esercizio e a causa di lavorazioni rischiose. Può derivare direttamente dall’attività che il lavoratore svolge oppure dall’ambiente in cui la lavorazione si sviluppa (il cosiddetto “rischio ambientale”). L’INAIL indennizza i danni provocati dalle malattie professionali prevedendo prestazioni di carattere economico, sanitario e riabilitativo. Le malattie professionali si distinguono in tabellate e non tabellate. Le malattie tabellate sono riconosciute più facilmente al lavoratore. In presenza di una di queste patologie, infatti, il lavoratore non deve dimostrare l’origine professionale della malattia. Deve soltanto provare l’esposizione a un rischio ambientale provocato da quella lavorazione tabellata, l’esistenza della malattia anch’essa tabellata e l’avvenuta denuncia nel termine massimo di indennizzabilità; in presenza di queste condizioni, si presume per legge che quella malattia sia di

origine professionale. Questa presunzione è superabile soltanto con la prova, posta a carico dell’INAIL, che la malattia è stata determinata da cause extraprofessionali e non dal lavoro. Se invece la malattia non è presente in tabella, la professionalità può essere riconosciuta, ma l’onere della prova è a carico del lavoratore: è lui a dover dimostrare l’origine professionale della sua patologia, fornendo le prove dell’esistenza della stessa, della causa di lavoro e del rapporto eziologico.

Malattie professionali nel comparto agricolo In agricoltura, l’INAIL riconosce le seguenti malattie professionali: • malattie causate dall’esposizione professionale a sostanze chimiche; • dermatite allergica o irritativa da contatto; • asma bronchiale; • alveoliti allergiche; • malattie causate da radiazioni solari; • ipoacusia da rumore; • malattie causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio; • ernia discale lombare; • malattie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.


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Le segnalazioni sono necessarie per non incorrere in sanzioni

QUALI VARIAZIONI COMUNICARE ALL’INPS I coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali sono tenuti a comunicare all’INPS qualunque variazione aziendale concernente: • iscrizioni e cancellazioni di unità attive; • acquisti e vendite di terreno; • affitto e dismissione di terreno; • cambiamento sostanziale di colture o tipologie di allevamento in atto. Tali situazioni, infatti, possono incidere sull’importo dei contributi da versare negli anni successivi e, qualora non venissero effettuate, potrebbero comportare l’imposizione di sanzioni amministrative ed interessi legali. A tal proposito ricordiamo che la Legge 233/1990 ha previsto il termine, successivamente confermato dal D.P.R. 476/2001, di

90 giorni dall’inizio dell’attività agricola autonoma per richiedere l’iscrizione. Anche nell’ipotesi di richieste di cancellazione del nucleo di uno o più soggetti nonché nell’ipotesi di variazioni di terreni influenti sulla

posizione previdenziale, la normativa vigente richiede di rispettare lo stesso termine di 90 giorni. Gli uffici del Patronato Epaca di Coldiretti sono a disposizione per l’assistenza in merito alla presentazione di tali istanze.

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SERVIZI ALLA PERSONA

Prosegue l’impegno Epaca con l’Associazione contro i tumori del sangue

PATRONATO EPACA E AIL INSIEME A TUTELA DEI MALATI Il Patronato EPACA di Coldiretti dedica da sempre una particolare attenzione alle Associazioni che tutelano i cittadini malati. Tra queste, l’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (AIL). Si tratta di una Onlus, ossia di un’Organizzazione non lucrativa di utilità sociale, diventata il vero punto di riferimento per la lotta contro le leucemie, i linfomi e il mieloma. La sezione di Cuneo, intitolata a Paolo Rubino, è nata il 18 gennaio 1999 grazie alla volontà e all’impegno delle famiglie di pazienti affetti dalla malattia e con la collaborazione del reparto di Ematologia dell’Ospedale di Cuneo. La “mission” statutaria dell’Associazione è combattere le malattie oncoematologiche, sostenendo la

ricerca, migliorando la qualità della vita dei malati e dei loro familiari nel percorso di cura e sensibilizzando l’opinione pubblica. Per questo l’AIL garantisce azioni di accoglienza, orientamento e accompagnamento nell’intento di ridurre l’impatto del difficile percorso di cura, supportando da sempre il reparto di Ematologia dell’Ospedale S. Croce di Cuneo, unico polo specializzato della provincia, con borse di studio e strumentazione.

L’obiettivo è far sì che i tumori del sangue siano sempre meglio curabili e sempre più spesso guaribili con le offerte terapeutiche più avanzate sul territorio. Al fine di agevolare i malati e le famiglie nella consulenza previdenze ed assistenziale, l’AIL si è affidata al Patronato EPACA, che da sempre garantisce ai cittadini della nostra provincia, gratuitamente, le massime garanzia di tutela e di assistenza, avvalendosi di una rete di operatori specializzati sparsi negli uffici presenti su tutto il territorio provinciale e usufruendo di una qualificata consulenza medico-legale e legale. Gli uffici del Patronato EPACA sono a disposizione per le consulenze previdenziali e assistenziali inerenti la tutela della persona.

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ore 18/22 • Serata gastronomica con menù alla carta - ingresso libero ore 12.30 • Pranzo con menù fisso, su prenotazione ore 19.00 • Serata gastronomica con menù fisso, su prenotazione

• Lunedì 19/11 • Mercoledì 21/11

ore 19/22 • Serata gastronomica con menù alla carta - ingresso libero

• Venerdì 23/11

ore 20.00 • Serata gastronomica: “Il Porro Cervere incontra le eccellenze del territorio” Menù fisso su prenotazione

• Sabato 24/11 • Domenica 25/11

ore 18/22 • Serata gastronomica con menù alla carta - ingresso libero

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SALUTE

Un gesto naturale di fondamentale importanza per mamma e neonato

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gni anno dall’1 al 7 ottobre si celebra la settimana mondiale per l’allattamento. Il motto per il 2018 è “Allattamento: base per la vita”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento al seno fino al 6° mese di vita, consigliando di proseguire, con l’introduzione di alimenti complementari, fino ai 2 anni di vita. È davvero così importante? Sì, perché il latte materno ha caratteristiche uniche. Innanzitutto, è ricco di anticorpi, protegge dalle infezioni e previene la sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). Inoltre, è un investimento per la salute futura dell’adulto perché previene le allergie, le malattie cardiovascolari, il diabete, e l’obesità.

È l’alimento che meglio soddisfa le esigenze nutrizionali del piccolo perché è il più completo e il più prezioso ed è “vivo”, ossia si modifica in base alla crescita del neonato. Infine, è un alimento a “centimetri zero”, sostenibile e rispettoso dell’ambiente. L’allattamento è importante anche per la mamma: nell’immediato

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post parto previene l’emorragia, favorisce una più rapida involuzione uterina, riduce il rischio di cancro al seno e alle ovaie e di depressione post-partum. Non sono, però, da sottovalutare le “problematiche“ correlate: ragadi, ingorghi mammari e mastiti, per citarne alcune, sono tra le situazioni che possono disturbare l’allattamento. Inoltre, i neonati sono molto richiedenti, tanto che sono fisiologiche dalle 8 alle 12 poppate nell’arco della giornata. È facile capire che la mamma ha bisogno di una cerchia familiare di sostegno. Può farsi aiutare anche da operatori sanitari: esistono punti di sostegno allattamento presso i consultori familiari, dove la mamma viene presa in carico, supportata e consigliata correttamente.

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Soffre di questa malattia oculare un milione di italiani

GLAUCOMA, È ESSENZIALE LA PREVENZIONE Il glaucoma è una malattia oculare dovuta generalmente ad un aumento della pressione all’interno dell’occhio. Secondo alcune fonti colpisce oltre 55 milioni di persone sulla Terra ed è una delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta. In Italia si stima che circa un milione di persone ne siano affette, ma si calcola che la metà dei malati non ne siano a conoscenza. Si possono distinguere due principali forme di questa malattia: il Glaucoma Primario ad Angolo Aperto ed il Glaucoma Primario ad Angolo Chiuso. Il Glaucoma ad Angolo Aperto è la prima causa di cecità irreversibile nel mondo, ed ha sintomi solo in fase avanzata di compromissione del campo visivo.

Il Glaucoma Primario ad Angolo Chiuso ha una sintomatologia clamorosa ed è un’urgenza da trattare in brevissimo tempo, ma nella maggior parte dei casi è prontamente reversibile instaurando le adeguate terapie. La cecità e l’ipovisione provocate dal glaucoma si possono prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente. I principali fattori di rischio per l’in-

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sorgenza e lo sviluppo del glaucoma sono: età e familiarità, ipertensione arteriosa, diabete mellito, asma, vasospasmo, utilizzo di terapie cortisoniche per periodi prolungati, miopia o ipermetropia elevata, ridotto spessore corneale, ecc. L’elevato numero di fattori di rischio rende essenziale una visita oculistica di controllo annuale, soprattutto al di sopra dei 40 anni.

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16 NOVEMBRE VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti delle ritenute effettuate nel mese di ottobre sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IVA - MESE DI OTTOBRE Annotazione di liquidazione per il mese di ottobre e versamento dell’eventuale imposta, tramite modello F24 telematico, da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo che nel 2017 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 € se prestazione di servizio o di 700.000 € per le altre attività. Devono, inoltre, effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al suddetto limite che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66 della Legge 427/91. IVA - CONTRIBUENTI TRIMESTRALI I contribuenti che esercitano attività agricola, d’impre-

SCADENZE

sa o di lavoro autonomo che hanno realizzato nell’anno 2017 un volume d’affari inferiore a 400.000 €, se esercitano l’attività di prestazioni di servizi ed arti e professioni, e inferiore a 700.000 €, se esercitano attività agricola o di impresa ed hanno optato ai sensi dell’art. 66 della Legge 427/93 per la liquidazione trimestrale, devono annotare sul registro delle vendite la liquidazione periodica dell’imposta relativa al trimestre luglio - agosto - settembre 2018 ed effettuare il relativo versamento IVA. VERSAMENTO CONTRIBUTI AGRICOLI INPS LAVORATORI AUTONOMI Scade il termine per il pagamento della terza rata dei contributi previdenziali agricoli INPS anno 2018 dei lavoratori autonomi.

25 NOVEMBRE ACQUISTI, CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Scade il termine per i contribuenti mensili per la tra-


Novembre | 2018

smissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di ottobre.

30 NOVEMBRE IVA - REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli art. 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. IVA - COMUNICAZIONE DATI DELLE LIQUIDAZIONI 3° TRIMESTRE Entro tale termine per i soggetti passivi IVA devono essere inviati, esclusivamente in via telematica all’Amministrazione Finanziaria, i dati relativi alle operative attive e passive, effettuate nel 3° trimestre. Sono esonerati i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale IVA o all’effettuazione delle liquidazioni periodiche. ACCONTO IMPOSTA IRPEF 2018 Scade il termine per versare l’acconto dell’imposta

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sui redditi delle persone fisiche (IRPEF). Il versamento dell’acconto è stabilito nella misura del 100% e si calcola sull’imposta relativa all’anno 2017, dedotte le detrazioni, i crediti d’imposta e le ritenute. Da questo importo dev’essere dedotto l’eventuale primo acconto. ACCONTO IRAP 2018 - PERSONE FISICHE E SOCIETÀ DI PERSONE I contribuenti che esercitano attività dirette alla produzione o allo scambio di beni, ovvero alla prestazione di servizi, debbono entro tale termine effettuare il versamento dell’acconto IRAP stabilito nella misura del 100%. Da tale importo dev’essere dedotto l’eventuale primo acconto. Non sono tenuti al versamento i soggetti che esercitano attività agricola, ai sensi dell’art. 32 del TUIR 917/86, mentre continuano ad essere soggetti al versamento le attività di agriturismo, allevamento e le attività connesse rientranti nell’art. 56 del TUIR. ACCONTO CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI Scadono i termini per il versamento dell’acconto della cedolare secca sugli affitti per i soggetti che hanno optato per il nuovo sistema per le locazioni di immobili ad uso abitativo. L’acconto è dovuto nella misura del 95% e dall’importo va detratto l’eventuale primo acconto.

15 DICEMBRE IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art. 21 del D.P.R. 633/72 dev’essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni effettuate nel mese di novembre, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita dev’essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè novembre.

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dalle 14 alle 17 Sede provinciale: Cuneo – piazza Foro Boario, 18 tel. 0171447211 fax 0171447300 – tutti i giorni* direttore: Tino Arosio

ALBA Corso Matteotti, 7 - tel. 0173292711, fax 0173292777 tutti i giorni* Segretario di zona: Cesare Gilli Canale - Via B.Fenoglio,2 - mar. 8.30-12 e 14-17 - tel. 0173978333 apertura straordinaria da gennaio a giugno il giovedì 8.30-12.00 Lequio Berria - Piazza Roma (palazzo Protezione Civile) mercoledì 9-11.30 - tel. 0173522017 Mango - Palazzo Comunale, P. XX Settembre, piano secondo lunedì 9-11.30 - tel. 014189704 Neive – Via XX Settembre, 10 - merc. 8.30-12 - tel. 0173677137 Santo Stefano Belbo – Corso IV Novembre 35 - Tel. 0141840635 dal lunedì al sabato dalle 8 alle 12.30 martedì e mercoledì pomeriggio dalle 14 alle 17

BRA Via A. Mathis, 3 - tel. 0172429411 - fax 017244920 - tutti i giorni* Segretario di zona: Giorgio Bergia Cherasco - Corso L. Einaudi, 1/A giovedì 8.30-12 - tel. 0172489465 La Morra – Via Richieri, 1 presso sede Avis - lun. 8.30-12 tel. 0173509794 Sommariva Perno – Piazza Torino, 8 - mercoledì 14.30-16.30

CEVA Piazza Cappuccini - tel. 0174701103 - fax 0174700203 - tutti i giorni* Segretario di zona: Gianni Gentile Garessio – Piazza Bava, 5 - giovedì 8.30-12 Monesiglio – Municipio - martedì 8.30-12 Murazzano – Via Roma, 34 (c/o Municipio) venerdì 8.30-12 - tel. 0173791611 Ormea – Piazza Romita, 6 - 2º e 4º sabato 9-12 Saliceto – Municipio (piano terra) - 4º venerdì 9- 12

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CUNEO Piazza Foro Boario, 18 - tel. 0171447227 - fax 0171447400 - tutti i giorni* Segretario di zona: Massimo Meineri Borgo San Dalmazzo – Via Lovera, 50 - giovedì 8.30-12 Boves – Via Moschetti, 8 - merc. 8.30-12 - tel. 0171387441 Busca - C.so Giolitti,10 - c/o CAP - merc./ven. 8.30-12 - tel. 0171944567 Caraglio - Via Vecchia di Cuneo n.2 merc. 8.30-12 - tel. 0171618532 Chiusa Pesio - P. Cavour, 14 - venerdì 8.30-12 - tel. 0171734125 Demonte – Via Martiri e Caduti Libertà, 20 giovedì 8.30-12 - tel. 0171955079 Dronero – Via Garibaldi, 16 - lun./ven. 8.30-12 - tel. 0171905551 Peveragno - Via Piave, 23 - lunedì 8.30-12 - tel. 0171339785 Roccavione – Via Barale, 38 - mercoledì 8.30-12 Tarantasca – Municipio - 1º e 3º lunedì 8.30-12 Villafalletto – V. Roma, 28 - martedì/giovedì 8.30-12 - tel. 0171938650

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