Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione
Vicini a chi con l’alluvione ha perso tutto
1946
2016
70 ANNI
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1-31 dicembre 2016 - Anno 70
TARCISIO REBUFFATTI BUSCA “IL RE DELLA PORCHETTA”
SOMMARIO Pagati da Arpea gli anticipi della PAC..................... 4
Campagna Amica Day, grande successo!.. .... 54-55
Trump nuovo presidente degli Stati Uniti . . .......... 6
Coldiretti presenta a Scrittorincittà i prodotti a KmO. . ......................................................... 57
Il no al referendum crea una crisi di Governo..... 7
Con il Regolamento CE 1169/2011 le novità sull’etichettatura nutrizionale......................... 62-67
Ottima partenza per “Tutti giù per terra”. . ......... 56
Coldiretti Cuneo appoggia i sindaci nella battaglia sui passi carrai................................... 5
Interventi agronomici del mese...................... 60-61
Dall’Europa all’America il mondo sta cambiando.................................................................. 7 Lavoro: presentata la linea di Coldiretti.. ...................................................... 9 Il testo unico del vino è legge: una svolta importante che dovrà continuare.. ........................ 10
Alluvione: chiesto alla Regione un tavolo di crisi per interventi a sostegno delle aziende....... 12-13
La vera nocciola delle Langhe va difesa.............. 16
Le Nostre Radici........................................................... 19 Malghe: i nuovi “schemi tipo” d’affitto approvati dalla Regione.. ........................................... 20
IMA ULT
ORA
Le nuove regole per la distribuzione dei reflui zootecnici.. ............................................ 22-23 Novità in materia fiscale.................................... 24-25
Latte: l’industria si sottrae al prezzo indicizzato . . ................................................ 28
Deumidificazione a freddo in agricoltura. . .. 34-36 Annata Agraria,. . .................................................... 37-48
Il Giubileo dell’agricoltura cuneese ..................... 53
Patto di famiglia.. ................................................... 69-70
Le infermiere di Comunità nelle valli cuneesi.. .................................................................. 71
Modelli Red per i pensionati: non arriva la comunicazione INPS.............................................................. 72 LEGGE DI STABILITA’ 2017 anticipo pensionistico APE”...................................................... 73 Malattie oculari: glaucoma. . ..................................... 74 Il Mercatino del Coltivatore........................................................ 79-82
Pagliano lascia la direzione di Coldiretti Cuneo
Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo da marzo 2014, è stato chiamato dalla Confederazione Nazionale Coldiretti alla direzione regionale di Coldiretti Liguria. “Ringrazio dirigenti, soci e struttura per la collaborazione che mi è stata data. Insieme abbiamo gestito quasi tre anni di attività organizzativa e tecnica di Coldiretti Cuneo. Sono stati molto impegnativi, ma ricchi di soddisfazioni professionali che rappresentano un sicuro punto di riferimento nel mio impegno che ora cercherò di espletare nella nuova sede”, ha dichiarato Pagliano prima di lasciare la direzione cuneese. “A nome di tutta la Giunta, del Consiglio provinciale, dei dirigenti di Zona e di Sezione e di tutti i soci rivolgo a Pagliano un sentito ringraziamento per il lavoro svolto in Coldiretti Cuneo. La sua professionalità e capacità di interpretare le situazioni per fornire concrete risposte alle imprese associate, è stata molto apprezzata e sono sicura che anche nel nuovo incarico saprà dare risultati di grande livello come avvenuto da noi”, ha comunicato la presidente Delia Revelli. In attesa di conoscere le indicazioni Confederali sul nuovo Direttore di Cuneo, è stato chiesto al Delegato Confederale, Bruno Rivarossa, di assumere ad interim pro tempore la direzione di Coldiretti Cuneo.
Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario n°18 12100 Cuneo edizioni.ilcoltivatore@coldiretti.it Direttore Amministrativo Bruno Rivarossa Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino
Coordinamento di redazione Chiara Serra
Grafica e impaginazione Mara Chiardola
Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Alberto Burzio, Laura Calcagno, Dario Castagneri, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Tiziana Franchino, Cesare Gallesio, Rosangela, Giordana Rosanna Giraudo, Elena Gola, Tiziana Franchino, Paolo Lirelli, Flavio Marchisio, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Matteo
Orcellet, Franco Parola, Nadia Olivero, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Davide Roà, Francesca Vinai.
Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it Stampa: Arti Grafiche Cuneo S.r.l. – agam.it
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EDITORIALE
Pagati da Arpea gli anticipi della PAC
Di Delia Revelli presidente Coldiretti Cuneo e Piemonte Sono arrivati a fine novembre i pagamenti degli anticipi della Domanda Unica presentata dalle imprese agricole piemontesi per il 2016. Con il regolamento UE n. 1617 del 2016 la Commissione ha, infatti, autorizzato gli Stati membri a versare fino al 70 per cento dei pagamenti richiesti nel 2016. Un provvedimento fortemente sollecitato da Coldiretti che rappresenta una boccata d’ossigeno per le nostre imprese che risentono della crisi economica e del crollo dei prezzi alla produzione. La nostra pressione nei confronti di Arpea continua per ottenere la restante parte nel più breve tempo possibile, cercando pertanto di accelerare quelle forme di burocrazia inutile che separano le imprese da quanto a loro spettante. L’ammontare dell’anticipo dei pagamenti diretti spettanti ad un imprenditore corrisponde alla somma del pagamento di base, del pagamento greening e al pagamento per i giovani agricoltori. Restano esclusi dal pagamento degli anticipi, gli aiuti accoppiati, gli importi derivanti dall’accesso alla riserva nazionale avanzata per il 2016 e i produttori per i quali il controllo ammi-
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Liquidato fino al 70% della Domanda Unica 2016, dei Titoli di base, del Greening, del premio Giovani. Resta da risolvere la complessa problematica delle aziende sottoposte a controlli a campione e interessate da terreni a pascolo, che non hanno ricevuto nulla
nistrativo ha riscontrato delle consistenti anomalie. Dal mese di dicembre in avanti, non appena saranno effettuati i controlli per tutti i settori di pagamento, Arpea potrà procedere con l’erogazione dei saldi, inoltre vi sono ancora da risolvere i mancati aggiornamenti del registro titoli Agea, per coloro che hanno avuto la validazione delle domande di accesso alla riserva per la campagna 2015.
Per quanto riguarda la provincia di Cuneo, Arpea ha provveduto a erogare gli anticipi 2016 della Domanda Unica che hanno coinvolto 7.400 aziende per un importo pagato di quasi 30 milioni di euro. Nello specifico, è stato liquidato fino al 70% dell’importo della Domanda Unica 2016, Titoli di base, Greening, premio Giovani agricoltori. Anche quest’anno persiste la problematica legata al mancato percepimento dei saldi 2015 e degli anticipi 2016 per le aziende sottoposte a controllo a campione (superfici, zootecnia e condizionalità) da Arpea e dai Servizi veterinari. Coldiretti ha sollecitato nelle sedi opportune affinché le tempistiche dei controlli possano essere accelerate il più possibile, in modo tale che le imprese non si vedano rallentati i pagamenti spettanti a seguito di una procedura penalizzante per l’azienda agricola. Sarebbe opportuno procedere ai pagamenti a prescindere dai controlli ed eventualmente, ultimati gli stessi, procedere con il recupero delle somme eventualmente spettanti. In ogni caso, l’anticipo della Pac rappresenta un momento significativo ed un risultato sindacale molto importante.
ATTUALITÁ
Coldiretti Cuneo appoggia i sindaci nella battaglia sui passi carrai
A
seguito delle raccomandate recapitate dal compartimento ANAS di Torino in alcune aree della provincia di Cuneo aventi per oggetto “preavvisi di accertamento di violazione”, si palesano presunte irregolarità rispetto agli accessi sulle strade statali. Coldiretti Cuneo segue gli sviluppi della complessa problematica da tempo. Rispetto al malcontento generato dall’ANAS su quanti hanno accessi diretti sia di abitazioni che di fondi agricoli sulle strade statali, accanto a Coldiretti si stanno esprimendo molti Amministratori locali. Il sindaco di Bagnasco, Mauro Bertino, è opportunamente intervenuto in difesa di quanti hanno ricevuto sulla statale 28 del Col di Nava la lettera dell’ANAS ed ha scritto ai rappresentanti cuneesi del Governo (il ministro Costa e il viceministro Olivero, dei
parlamentari Taricco, Manassero, Gribaudo e Dadone nonché degli assessori regionali Ferrero e Valmaggia) denunciando l’insostenibile situazione che queste lettere hanno generato ribadendo che gli accessi ai terreni ed alle abitazioni sono da ritenersi indispensabili, e se può essere necessario il censimento degli stessi, non è assolutamente giustificabile l’atteggiamento dell’ANAS. Dice Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte: “Ringraziamo gli Amministratori locali che hanno preso posizione. Una tassa ingiusta, che provoca enorme disagio nelle persone che si trovano a versare presunte sanzioni con importi importanti e che si vedono richiedere adempimenti burocratici insostenibili come la presentazione di istanze di regolarizzazione con relativi elaborati a firma dei tecnici abilitati”.
Aggiunge Elio Gasco, segretario zona Coldiretti di Mondovì e Ceva: “Le sanzioni amministrative indicate sulle lettere sono un’offesa al buon senso e rappresentano motivo di forte malcontento poiché in molti casi l’utente sia esso coltivatore, che non, si trova nella condizione di dover chiudere l’unico accesso al fondo in quanto il costo per il mantenimento risulterebbe di gran lunga superiore al valore del terreno o di quanto in esso prodotto”. Conclude Delia Revelli: “Siamo al fianco degli Amministratori locali e delle richieste che questi avanzano a ragion veduta. Condividiamo appieno le loro rivendicazioni che ricalcano quelle già presentate da Coldiretti almeno tre anni fa all’ANAS. Occorre adoperarsi affinché il passaggio unico di accesso ai fondi sia esonerato e sullo stesso non abbiano a gravare imposte di alcun genere”.
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FONDO
Trump nuovo presidente degli Stati Uniti
C
ontro ogni previsione Donald J. Trump è il nuovo presidente dell’America. I commenti sulla sua elezione sono tantissimi e molto variegati. Quello che ci pare giusto evidenziare è che sono state sconfitte in rapida successione le dinastie politiche che negli ultimi trent’anni hanno guidato Washington: i Bush e i Clinton. Tutto questo è avvenuto a dispetto di una demografia che premia le minoranze respingendo la prima donna che poteva diventare presidente, umiliando l’establishment bipartisan, le star di Hollywood, l’esercito dei sondaggisti e la quasi totalità dei media. Ci riguarda da vicino la vittoria di Trump poiché lui ha intercettato il disagio del ceto medio che in Europa ha generato la Brexit britannica ed ancora oggi alimenta una galassia eterogenea di movimenti di protesta, dalla Francia alla Germa-
nia, fino al nostro Paese. Una cosa è certa: Trump è un uomo di business, pragmatico e concreto e non si deve credere all’immagine caricaturale che di lui hanno offerto i media. E’ fuori dubbio che l’Europa deve mettere in conto che dovrà imparare ad agire sempre più da sola e che verrà sempre meno, specie dal punto di vista della difesa, l’ombrello degli
GALAVERNA IMPIANTI
Usa. Non crediamo che il nuovo Presidente ceda alla tentazione isolazionistica, ma in ogni caso, l’Europa deve realizzare che l’America dovrà fare i conti con una miriade di suoi problemi costituiti dalla coda della grande crisi degli anni 2007-2008 e che per pensare di risolverli non avrà più tempo a far da balia a nessuno. Ma un’altra considerazione appare spontanea anche se è scritta da pochi giornali. Su Facebook un giornalista di provincia ha scritto chiaramente che il “mestiere del sondaggista” è finito. Può essere. E’ chiaro però che non si può non stigmatizzare come l’informazione europea e internazionale sia fortemente pilotata. Se pensiamo che fino a un’ora prima della proclamazione della vittoria di Trump queste agenzie di sondaggio che da mesi davano la Clinton vincitrice, abbiano tentato fino alla fine di condizionare il
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INTERNALIZZAZIONE voto degli americani. Se pensiamo alla Brexit, è avvenuta la stessa cosa: se la Gran Bretagna esce dall’Europa vi saranno scenari apocalittici sul fronte finanziario. E chi li ha visti? Anzi la sterlina si è apprezzata, le borse europee hanno reagito benissimo di fronte alla scelta degli inglesi. E allora la conclusione può essere una sola: vi sono centri di potere occulto, creati dalla politica, ma che oggi la stessa politica non controlla più, che stanno rispondendo alla logica dei 4 o 5 grandi gruppi economici che hanno tutto l’interesse affinché il sistema internazionale che non funziona più continui ad esserci per favorire i grandi gruppi multinazionali che continuano a fare business sulle spalle della gente. Ma il risultato americano come quello della Brexit dimostra che in giro non vi sono tutte teste di legno, ma la gente torna ad usare il cervello ed a schierarsi non tanto in base a quanto afferma questo o quel partito, ma sulla base dei programmi e della proposta. michelangelo.pellegrino@coldiretti.it
Dall’Europa all’America il mondo sta cambiando
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Europa non gode buona salute e purtroppo non è una novità. Dallo scoppio della crisi del 2008 e la gestione successiva segnata da un’austerity ai limiti dell’esasperazione, passando per la (non) gestione dei flussi migratori, fino alla Brexit, l’Unione non ha dato certamente il meglio di sé. La stessa riunione agostana a Ventotene fra i primi ministri di Francia, Germania e Italia, dove si sarebbero dovute scrivere le “pagine del futuro dell’Ue”, non ha suggel-
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lato passi in avanti. Anzi, da allora le divisioni si sono ulteriormente accentuate e da qualche settimana lo stesso Premier italiano (seppur dimissionario) sta chiedendo attenzione verso un’Unione sorda alla flessibilità necessaria per fronteggiare le emergenze umanitarie e una ripresa economica ancora troppo lenta. L’esito di tale aggrovigliamento dell’Ue è aver alimentato venti di protesta e populismi, tanto da non rendere implausibile una deflagrazione di quel progetto
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INTERNALIZZAZIONE che ha fin qui garantito pace e sviluppo a un novero sempre più ampio di nazioni. L’uscita dall’Unione sancita con il referendum popolare (per quanto ora in discussione) della Gran Bretagna rappresenta l’evento più traumatico e le prove delle prossime elezioni politiche in diversi Paesi costituiranno ulteriore banchi di prova per la tenuta di quel disegno. Nel nostro Paese, non mancano esponenti politici e partiti che criticano ferocemente la burocrazia europea, fino ad auspicare un’uscita dall’Unione emulando i britannici o l’abbandono della moneta unica. Dunque, molti fattori sembrano remare contro l’Ue. Ma fino a che punto la popolazione esprime un sentimento antieuropeista? In che misura si guarda con favore all’uscita dell’Italia? La ricerca realizzata (Community Media Research in collaborazione con Intesa Sanpaolo) sui cittadini italiani racconta di un orientamento generale certamente non entusiasta verso l’Europa, con aree
non marginali di criticità, ma sicuramente non incline a prospettive di abbandono. Anzi, si chiede al Governo un maggiore e rinnovato impegno nel cambiamento dell’Ue volto al suo rafforzamento.
vano per certo lo sbarco della prima donna alla Casa Bianca!). Dal nostro micro-osservatorio di gente comune cerchiamo di capire, immaginare, profetare che cosa sta per accadere dall’altra parte dell’Atlantico e, per effetto domino, qui da noi. Allora, l’America vira decisamente. Appare più rustica, aggressiva, stufa dei diritti civili, razzista (svastiche e slogan sui muri, a macchia di leopardo, sono un inizio e un indizio da non sottovalutare), economicamente isolazionista, antiambientalista, negazionista dell’effetto serra, Wasp (White Anglo Saxon Protestant, ce ne sarà anche per Papa Francesco), pericolosamente competitiva con la Russia dell’amico Putin proprio perché più simile ad essa. Ma non corriamo troppo ed aspettiamo che i nostri operatori che frequentano i mercati americani, (dal vino alla frutta) ci dicano se quanto si sente è pura sensazione oppure se, come per il Brexit, non succede nulla di tragico. La reazione del mercato borsistico internazionale confermerebbe quest’ultima ipotesi.
Un progetto per il futuro
L’Europa, per quanto acciaccata e mai così frammentata, priva di una visione comune e ingessata nel rivisitare i valori di riferimento, costituisce ancora un orizzonte comune per la grande maggioranza degli italiani. Non scalda più i cuori come un tempo, ma sarebbe deleterio privarsene. Anzi, proprio in questi frangenti si chiede alla politica nazionale di farsene carico, di essere motore di un suo cambiamento. E forse non è un caso che gli “euro-convinti” siano i più giovani, gli studenti, i laureati: chi auspica un futuro davanti a sé, un progetto in cui investire.
Dove va l’America
Ora tutti a dire, con la certezza del dopo, perché ha vinto Donald e ha perso Hilary (anche se fino al minuto prima dello spoglio erano lì che da-
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ATTUALITA’
Il no al referendum crea una crisi di Governo La netta vittoria dei “no” al referendum costituzionale del 4 dicembre svela l’esistenza di un’Italia divisa ed un popolo in rivolta che nel bocciare la riforma costituzionale manda a casa il Presidente del Consiglio e il Governo nella sua interezza. Il quesito referendario ha coagulato il movimento di protesta che si era già manifestato in occasione delle elezioni amministrative. L ‘Italia si trova di fronte a due schieramenti netti: uno sconfitto, ma all’interno del quale c’è ancora una maggioranza parlamentare e potenzialmente un governo e uno vincitore, ma non in grado di esprimere un’alternativa. Per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si annuncia la prima vera prova del fuoco, una sfida che dovrà individuare in fretta il successore di Renzi, anche per evitare che sul Paese si scateni la furia dei mercati finanziari. C’è un negoziato con l’Europa da condurre in porto che il Governo Renzi ha lasciato a metà ed una legge elettorale tutta da rifare. Probabilmente il ricorso ad elezioni anticipate sarà l’unica strada possibile, intanto non si è fatta attendere la Banca Centrale Europea che risponde all’ondata di vendite di titoli pubblici italiani, acquistando quanto più possibile. L’obiettivo è calmierare l’impennata degli spread tra i btp e i bund tedeschi. Inevitabilmente, questa crisi politica rischia di avere ripercussioni anche sul settore agricolo poiché alcuni dei provvedimenti annunciati sono contenuti nel decreto legge di Stabilità che per diventare definitivo dovrà essere approvato dai due rami del Parlamento. Da Bruxelles c’è la volontà di rasserenare l’Italia e dalle Istituzioni comunitarie pare non esserci alcuna voglia di alimentare la confusione, con la consapevolezza che nel medio periodo le cose potrebbero aggiustarsi. Intanto l’analisi della manovra economica dei paesi della Zona Euro fa emergere che “nonostante le concessioni generose“ vi è stata un’interpretazione molto elastica sul fronte delle spese eccezionali. Quella italiana è stata definita dalla Commissione “a rischio di non conformità con le regole europee del Patto di Stabilità”
Lavoro: presentata la linea di Coldiretti
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ecentemente il ministro del lavoro Giuliano Poletti è stato a Cuneo ed ha partecipato ad un tavolo tecnico di confronto tra le rappresentanze sindacali ed imprenditoriali del territorio. Per Coldiretti, ha partecipato la presidente Delia Revelli. Nel pubblicare qui sotto uno stralcio del suo intervento, evidenziamo che sullo stesso vi è stata la piena condivisione dal parte del rappresentante del Governo. “L’agricoltura, nonostante la grave crisi sui prezzi alla produzione, ha continuato e continua ad incrementare il lavoro dipendente, vuoi per la ristrutturazione in atto, vuoi per la multifunzionalità che va sempre più a regime, sia soprattutto per lo spirito imprenditoriale di investire e creare valore. La grave crisi dei prezzi alla produ-
Delia Revelli Presidente Coldiretti Cuneo e Piemonte
zione che incide tuttora su più comparti agricoli potrebbe essere alleviata previo un ridimensionamento del carico contributivo che incide veramente parecchio. Sarebbe un volano imprenditoriale e occupazionale. La burocrazia generata dagli adem-
pimenti connessi al lavoro può e deve essere ulteriormente limitata; la strutturazione familiare/aziendale, vero tessuto del nostro territorio è particolarmente oberata. Le modifiche all’utilizzo dei voucher arrivate peraltro a campagna agricola in piena attività hanno penalizzato anch’esse in modo burocratico questo strumento. L’agricoltura pur avendo da sempre un ristretto novero di potenziali lavoratori assumibili con voucher e pur avendo mantenuto un trend di utilizzo, non ha subito incrementi significativi. Occorre mettere in atto tutte le azioni funzionali, contratti di filiera, tracciabilità, lotta alla contraffazione per ridistribuire il valore su tutta la filiera e consentire alle aziende percorsi virtuosi su tutti gli aspetti e in particolare in tema di lavoro”.
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LEGISLAZIONE VITIVINICOLA
Il testo unico del vino è legge: una svolta importante che dovrà continuare
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n relazione all’approvazione del Testo Unico sul vino, Delia Revelli, presidente Coldiretti Cuneo e Piemonte e Bruno Rivarossa delegato Confederale alla direzione di Coldiretti Cuneo hanno dichiarato: “Coldiretti ha per prima indicato la necessità di intervenire con procedure semplificate e ha scongiurato che il TU si limitasse solo a un mero riordino – sebbene necessario e importante – delle disposizioni, proponendo molte innovazioni e ottenendone la gran parte, anche se non ancora tutte. Alcuni miglioramenti saranno tangibili dopo l’emanazione dei provvedimenti applicativi, già previsti nel testo di legge, e con questi altre agevolazioni si potranno e si dovranno ancora inserire. La nuova legge rappresenta infatti una svolta importante che però non deve concludersi qui, ma procedere sulla linea tracciata.
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Lo scenario del settore
Coldiretti , inoltre, ha voluto inserire nel testo un riconoscimento al settore per l’economia Paese. Insieme alla semplificazione ha quindi puntato alla valorizzazione del prodotto e alla trasparenza verso il consumatore. Saranno più proporzionate alla gravità le sanzioni assurde oggi applicate in modo indifferenziato per le inosservanze a riguardo il piano dei controlli, anch’esso da rivedere, e per errori sull’etichettatura, che tanto hanno creato tensioni alle imprese”.
Semplificazione e ottimizzazione con TU significa per le imprese più tempo e risorse da investire nella competizione mondiale. Attendiamo la valorizzazione del settore diretto e delle attività correlate (18 settori coinvolti positivamente, dalla meccanica, alla vivaistica, impiantistica, confezioni, spedizioni, ecc, ecc) e la tutela del patrimonio vitato, con particolare riferimento ai vigneti eroici o di montagna sarà nuova linfa per attrarre visitatori e riverberare la positività sul settore del turismo e dell’accoglienza. Con l’introduzione del TU si stima un taglio del 50% delle formalità se anche i decreti applicativi futuri saranno coerenti con le linee contenute.
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ALLUVIONE
Alluvione: chiesto alla Regione un tavolo di crisi per interventi a sostegno delle aziende Coldiretti ha chiesto alla Regione di convocare urgentemente un tavolo di crisi per fare il punto sull’emergenza alluvione di fine novembre e disporre gli interventi a sostegno delle aziende. Dopo l’ondata di piena che ha fatto esondare il Tanaro nel Monregalese e Albese, e il Po, nel Saluzzese, il Servizio Tecnico di Coldiretti sta raccogliendo tutti gli elementi per valutare sia i danni strutturali sia alle coltivazioni. E’ necessario rispondere alle necessità più urgenti – dice la presidente Delia Revelli -. Molti terreni agricoli sono stati letteralmente spazzati via. Altri sono stati invasi da tronchi di alberi, pietre e ci vorranno notevoli lavori per riportarli ad essere coltivabili”. Per i prati e i seminativi di colture autunno-vernine, i danni sono elevati e c’è il rischio di perdere l’intero raccolto, così per i frutteti e per i noccioleti, specialmente per i giovani impianti, che sono stati sommersi e nei casi più gravi, estirpati dalla violenza dell’acqua. Oltre alla perdita di centinaia di ettari, sono ingenti i danni alle strutture per la zootecnia.
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ALLUVIONE
DENTI NUOVI E FISSI IN GIORNATA? OGGI È POSSIBILE
DOPO
PRIMA
Il metodo tradizionale per ridare il sorriso ai pazienti che devono sostituire un’intera arcata dentaria è la protesi mobile, la classica dentiera. Chi porta questo tipo di protesi ne conosce però bene i limiti: palato lungo per aumentare la tenuta, scarsa sensazione del gusto dei cibi, necessità di ricorrere a paste adesive o a continue ribasature per evitare che la protesi balli. Oggi l’odontoiatria moderna ha a portata di mano le soluzioni più confortevoli per evitare tutto questo: gli impianti. Gli impianti sono delle vere e proprie radici artificiali che permettono, con un semplice intervento, di fissare in giornata la vecchia protesi, in tempi brevi e con costi molto contenuti.
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AMBIENTE
Manutenzione territorio: nuove norme
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a Regione ha introdotto nuove norme volte a uniformare i contenuti dei regolamenti comunali di polizia rurale. Entro Febbraio 2017, la Giunta Regionale adotterà un “regolamento tipo” che definirà i contenuti minimi che dovrà possedere il Regolamento comunale di polizia rurale. Una volta approvato il “regolamento tipo” dalla Regione, i Comuni avranno 180 giorni di tempo per conformare i propri regolamenti di polizia rurale in materia di manutenzione del territorio a quanto ivi prescritto. In ogni caso, secondo la nuova Legge Regionale n. 22 del 4 Novembre 2016, il Regolamento comunale dovrà disciplinare in particolare: a. la manutenzione dei corsi d’acqua, delle bealere, dei fossi, degli scoli, degli impluvi e assimilati scorrenti su sedimi privati; b. la manutenzione dei cigli di sponda;
c. la manutenzione dei sedimi privati con termini, infrastrutture stradali pubbliche o di uso pubblico; d. le modalità di lavorazione dei terreni in funzione della corretta gestione del deflusso delle acque e dell’equilibrio idrogeologico; e. la manutenzione delle aree boscate private in funzione di condizioni minime di sicurezza pubblica e di equilibrio idrogeologico, in coordinamento con quanto previsto dal Regolamento forestale; f. la rimozione dei rifiuti dai sedimi privati; g. il mantenimento dei terrazzamenti in funzione della stabilità dei versanti; h. la vigilanza e le sanzioni, fermo restando quanto stabilito dalla normativa statale vigente in materia. La vigilanza sul rispetto e sull’appli-
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cazione delle norme del regolamento in questione è esercitata dall’Autorità Comunale. Per chiunque violi le disposizioni del Regolamento, è stata altresì introdotta una sanzione amministrativa che non potrà essere inferiore a 150,00 € (centocinquanta,00 Euro) e non superiore ad 1.500,00 € (millecinquecento,00 Euro). Nel caso in cui la violazione sia suscettibile di riduzione in pristino o riparazione, il Comune potrà ricorrere alla c.d. “diffida amministrativa”, che consiste in un invito rivolto al trasgressore a sanare la violazione. Se il destinatario ottempera alla diffida il procedimento sanzionatorio si estingue. Le sanzioni descritte si applicheranno a decorrere dall’approvazione dei regolamenti comunali in conformità con le prescrizioni della Regione.
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La vera nocciola delle Langhe va difesa
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n una fase economica fatutelare. I numeri, infatti, parlavorevole per il comparno chiaro: nella nostra regione, to corilicolo, che ha visto in particolare nelle province di aumentare la produzione sul Alessandria, Asti e Cuneo, la suterritorio piemontese come perficie complessiva coltivata è possibile risposta alla crisi di di circa 18 mila ettari di cui 15 altre produzioni, è quanto mai mila sono impianti attivi. La pronecessario attivare tutte le duzione totale è di oltre 200 mila forme possibili di dialogo e di quintali e la corilicoltura si sta confronto per difendere la vera sviluppando anche nel torinese e nel nord Piemonte”. nocciola da sempre conosciuta come «Tonda gentile delle “Difendere il nostro territorio e le imprese che ci hanno Langhe», prodotta e storicamente coltivata in Piemoncreduto ed investito è il nostro obiettivo - sottolinea Bruno te. A questo nome storico, «Tonda gentile delle Langhe», però, i produttori piemontesi avevano dovuto rinunciare Rivarossa (nella foto a destra) Delegato Confederale –. Si due anni fa per rispettare un regolamento comunitario tratta anche di far chiarezza nei confronti dei consumatori che vieta l’utilizzo di nomi geografici per denominare la che si ritroverebbero sul mercato nocciole dal nome fuorvarietà, dovendo individuare altre denominazioni che ri- viante rispetto alla loro reale provenienza. E’ necessario, portassero al concetto di Piemonte. Ora a livello ministe- dunque, arrivare al più presto ad una soluzione al fine di non riale è stato approvato il Registro nazionale delle varietà creare danni economici e di immagine agli imprenditori del di piante da frutto in cui, tra le tipologie di nocciola, è stata comparto”. iscritta ufficialmente la «Tonda gentile delle Langhe». Tale inserimento conLasagna guida il Consorzio per la Tusente in questo modo l’uso del nome tela e la Valorizzazione della anche su altri territori ed altre nazioni. Nocciola Piemonte “Usare il nome che evoca una precisa area geografica in realtà diverse, in terFerdinando Trisoglio (nella foto a sinistra) di Alessanmini territoriali, può solo generare condria, dopo aver guidato il Consorfusione e danni. La nocciola è uno dei zio per sette anni, ha lasciato la nostri beni più preziosi – afferma Delia presidenza per motivi familiari, indicando come nuoRevelli (nella foto a sinistra) presidenvo presidente Sergio Lasagna (nella foto a destra) di te di Coldiretti Cuneo e Piemonte - e una delle maggiori risorse economiche Piozzo, già consigliere del Consorzio e di As.Pro.Cor. piemontesi che dobbiamo continuare a Lasagna è stato nominato all’unanimità.
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LETTERE
La posta del Coltivatore “Castanicoltore indignato”
I miei hanno un bosco, l’hanno tenuto pulito e quando era l’ora della raccolta era già pulito, pertanto la cosa è stata accantonata; 40 anni fa, in compagnia di un amico, ho iniziato il discorso dell’impianto con i castagni giapponesi. Tutto ok no: gelosia, vessature di tutti i generi. Sradicamenti, piegature, martellamenti (si martellano le piante per farle seccare) furti, ecc.. Eccoci al giorno d’oggi, ho un impianto sulla cima del Paese; è diventato campo scuola per i “rafà” (bambini controllati dai genitori e parenti per un proficuo apprendimento, centro di passeggiata per cani e passeggini, percorso mattutino prima di andare a lavoro; in poche parole “Ciao castagne”). Mi rimane la soddisfazio-
Vitenda 2017
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ne di pulirlo, bagnarlo e concimarlo. L’altro appezzamento fuori Paese, molto più piccolo, è recintato. Crederete che problemi non ce ne siano: “balle”. Scavalcano dal portone o dalla rete e fanno “man bassa”; quando vai, conti i ricci. Ho conosciuto…una persona e ci derideva perché lui andava a raccogliere con gli amici sia castagne che kiwi e li portavano a vendere al mercato a…, non avevano problemi e guadagnavano un sacco di soldi. Al mio amico, sull’altro versante di Roccavione, oltre a rubargli le castagne, davano fuoco al prato in foglie. Quest’anno ne ha sorpresi due di giorno alla raccolta poi ha saputo della vendita e hanno riso; speriamo che i soldi guadagnati servano per la cosa giusta.
L’agenda Vitenda torna puntuale all’appuntamento con i suoi appassionati lettori nell’edizione numero 22, introdotta dai commenti sul futuro della viticoltura, scritto da Maurizio Gily, e dell’enologia, a cura del Prof. Luigi Moio. Nelle pagine interne che scandiscono le settimane si confermano le informazioni sulle DOC e DOCG italiane, gli stralci sulla vitivinicoltura del passato e ancora pensieri e aforismi sul vino, notizie divertenti “rubate” da Winenews, una sempre più ricca bibliografia raccolta dalle più diffuse riviste del settore viticolo-enologico e informazioni sulle fiere e convegni di settore. Novità di quest’anno sono i QR code che aprono l’accesso su approfondimenti interessanti. Tra gli articoli segnaliamo un’ampia trattazione sui costi di gestione del vigneto e di cantina e un articolo su alcune delle aree italiane in cui si pratica viticoltura “eroica”. Sempre presenti le rubriche “Un salto in biblioteca”, con più di 50 libri viticoloenologici recensiti. Per visionare gli estratti del volume e ordinarlo consultare il sito www.viten.net
Sempre il mio amico è andato di notte e ha sorpreso 4…con le pile frontaline a led a raccogliere tranquillamente. Secondo voi, io che sono obbligato a rispettare il sistema, partita Iva, domanda di esenzione, denuncia delle fatture; devo anche aggiungere rassegnazione e presa per…? Cosa devo ancora pensare: rassegnarmi, chiudere baracca e burattini? G.M., castanicoltore di Roccavione Capiamo lo scoramento che lei, come altri suoi colleghi, state provando per i furti subiti. Il nostro consiglio è quello di sporgere denuncia soprattutto se, a quanto ci è dato da intendere, i fatti sono avvenuti in presenza di più persone e quindi sostenibili in qualunque sede di giustizia.
Scomparso Giovanni Gozzarino
Si è spento lo scorso 26 novembre Giovanni Gozzarino, classe 1946, per trent’anni direttore presso la cooperativa Albifrutta di Costigliole Saluzzo. Dal 2010 aveva lasciato il ruolo di direttore per assumere quello di presidente della medesima cooperativa, nel frattempo divenuta Organizzazione di Produttori (OP). Ha ricoperto anche le cariche di consigliere prima e di vicepresidente poi in OP Piemonte Asprofrut, nonché di consigliere nella società consortile AOP Piemonte. L’attuale direttore di Albifrutta, Flavio Lovera: “E’ stata una grande persona. Ha dedicato una vita intera alla cooperazione. Sempre schivo, Giovanni non voleva mai mettersi in primo piano. Aveva uno spiccato senso della giustizia; ha sempre lottato per fare le cose giuste e oneste, lavorando e battendosi perché i soci produttori ottenessero un’equa remunerazione”. Analoghe parole di stima giungono da Domenico Sacchetto, presidente della OP Piemonte Asprofrut e della società consortile AOP Piemonte: “Abbiamo lavorato insieme per 15 anni. Giovanni era una persona determinata, che credeva nella cooperazione. Partendo da zero, ha saputo creare, con Albifrutta, un’organizzazione sana, espressione della produzione ortofrutticola pedocollinare tipica del nostro comprensorio, portandola fino a diventare una OP. Giovanni era una persona schietta; io ci stavo benissimo perché le cose si dicevano sinceramente e si risolvevano insieme”. Coldiretti Cuneo
LE NOSTRE RADICI a cura di Barba Bertu - info@barbabertu.com
“PERDERE UN FIGLIO, UNA TRAGEDIA ENORME” Giuseppe Rivetti, una vita intensa
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e sue vigne sono collocate in un angolo magico della collina di Alba. Giuseppe Rivetti è nato ad Alba il 4 aprile 1940. E’stato, dal 1985 al 2014, presidente della sezione Coldiretti di Alba e dal 1987 al 2007 presidente di Zona, membro del Consiglio provinciale Coldiretti (oggi è impegnato ancora nell’Associazione provinciale dei pensionati), amministratore di Alba per 15 anni e pure assessore comunale: una grande passione e un grande impegno il suo per difendere gli interessi del mondo dei campi, “l’ho fatto volentieri per portare avanti qualche progetto interessante, come l’ottenimento di alcune denominazioni di origine controllata per le nostre uve e provvedimenti utili alla categoria. Sono contento di aver fatto qualcosa di buono per gli altri”.
I RICORDI DELLA GUERRA
La sua famiglia: “I miei genitori Angela e Francesco facevano i contadini. Io sono il terzo di otto figli, ancora tutti in vita. A scuola sono andato ad Alba alla Moretta, eravamo 45 ragazzi: ricordo bene la maestra Argentero e la maestra Prandi, erano abbastanza severe. Ho fatto la quinta Elementare e poi ho frequentato le Scuole serali di avviamento”. Pochi i giochi: “Giocavo a pallone, mi piaceva molto ma soprattutto aiutavo i miei nei lavori. Ero bambino e portavo al pascolo le 4 mucche che avevamo, oppure andavo a guardare le galline, che non andassero nell’orto. Non eravamo ricchi, ma nemmeno poveri: mangiavamo pane e salame a colazione, mia madre faceva la pasta in casa e il coniglio, la fame per fortuna non l’ab-
biamo mai patita”. La guerra: “Ero bambino ma ho alcuni ricordi nitidi. Ricordo il sidecar lasciato dai partigiani qui sotto e nascosto sotto le fascine. Io e un mio amico abbiamo scoperto la moto e ci siamo seduti sopra, in quel momento sono passati i fascisti e l’hanno portata via, dandoci una tavoletta di cioccolato. I partigiani arrivavano nel cortile, ammazzavano due o tre polli e mia mamma poi li faceva cuocere. Ricordo quando mio padre mi ha portato in cima alla collina e abbiamo visto saltare in aria il ponte sul Tanaro, con gli aerei che volavano bassi. L’uomo civile non dovrebbe fare le guerre, che si combattono per interessi economici”.
“PETU D’L ASU” E CUSTANTIN
I Natali di quando era bambino li rivive con nostalgìa: “Con le mie sorelle aiutavo nostra mamma a fare il Presepio con le statue di terracotta e l’albero di Natale con i pochi dolci di allora, erano feste belle e occasioni per riunire la famiglia, si mangiavano gli agnolotti e la torta, oggi invece purtroppo il Natale è stato rovinato dal consumismo”. Ricorda chi passava in campagna: “Non dimentico “Petu d’lu asu”, lui arrivava con l’asino, aveva un carrettino e vendeva lacci per le scarpe e i fili per cucire. Ricordo “Custantin”, girava e beveva tutto il giorno, avrà avuto una sessantina d’anni e si fermava a mangiare e a dormire, era appassionato delle bestie, poi ripartiva. Dopo il 1955 sono spariti”.
L’AMORE PER LE VIGNE
Vignaiolo per passione: “Ho sempre fatto il vignaiolo, da quando avevo 20 anni. Oggi l’azienda, che produce uve e vino Barbera, Dolcetto, Nebbiolo e Barolo, la porta avanti mio figlio Stefano. Senz’altro ho lavorato molto, tante levatacce alle
4 del mattino. Una vita intensa, con tante soddisfazioni: l’aver ingrandito l’azienda, l’essere riuscito con mio fratello Gigi a portarla a certi livelli, vendiamo all’estero e i tedeschi che arrivano oggi qui a comprare il vino sono degli intenditori competenti”. Ama vivere ad Alba: “Questa era la casa dei miei genitori, sono nato nella camera da letto e mia madre mi raccontava sempre che aveva fatto fatica a mettermi al mondo, perché pesavo 4 chilogrammi e mezzo! Qui ci sono le mie radici”.
GRANDI DOLORI
Dal 2010, è vedovo: “Mia moglie Vittorina arrivava da Castino, conoscevo i fratelli ed è nata la simpatia: siamo stati fidanzati 5 anni, ci siamo sposati il 27 agosto 1967 alla Moretta, poi il viaggio di nozze a Venezia e sulle Dolomiti. Con lei andavo d’accordo, lei è morta nel 2010 e senza di lei io oggi faccio fatica, la vita è diventata complicata”. I valori in cui crede: “Credo in Dio, vado a Messa quasi tutte le domeniche, il senso della vita per me è l’essere onesti. Alla morte ci penso, mi è passata vicina nel 1997, mi hanno operato al cuore … stavo male fisicamente, ma non ricordo di più. La morte è una cosa naturale, ma non mi farò mai cremare, è un’idea che mi disturba. Spero che dopo la morte ci sia qualcosa!”. E’ soddisfatto solo in parte della sua vita: “Soddisfatto sì, ma non di tutto, perché abbiamo perso nostro figlio Marco, che aveva 8 anni ed è morto travolto dal trattore. Una tragedia enorme, la forza dell’unione della famiglia ci ha aiutati tanto ad andare avanti. Perdere un figlio non ha senso, è la prova più difficile che ti può toccare! Ho chiesto tante volte a Dio il perché di questo grandissimo dolore …. Rivivrei di nuovo la vita che ho fatto, ma senza un dolore così grande, per favore”.
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AMBIENTI
Malghe: i nuovi “schemi tipo” d’affitto approvati dalla Regione
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l 17 Ottobre 2016 la Giunta Regionale ha approvato “schemi tipo” per l’affitto e la concessione delle malghe di proprietà pubblica. Considerato che la superficie dei pascoli alpini piemontesi ammonta a 305.405 ettari di cui circa il 42% di proprietà pubblica con particolare rilevanza della proprietà comunale, la Regione ritiene “di peculiare importanza addivenire ad una metodologia comune finalizzata a definire una disciplina omogenea per l’affitto o la concessione delle malghe di proprietà pubblica, anche prevedendo il corretto utilizzo delle produzioni foraggere mediante la definizione dei carichi di bestiame e di periodi di pascolamento adeguati alla conservazione delle cotiche”. Siffatti moduli rappresentano un semplice riferimento per gli Enti pubblici che intendono affidare le proprie malghe in affitto o in concessione agli imprenditori agricoli, ferma restando la possibilità per i Comuni di introdurre negli atti gli adattamenti che si rendessero necessari in virtù della peculiarità delle malghe, dei luoghi, delle caratteristiche del paesaggio, etc. Gli schemi pubblicati dalla Giunta Regionale di suddividono in: • modulistica per affitto, che si compone di 1) bando per l’affitto delle malghe pubbliche;
2) contratto di affitto; 3) capitolato di affitto. • modulistica per concessione (per i pascoli gravati da uso civico), che si compone di 1) bando per la concessione delle malghe di uso civico; 2) contratto di concessione; 3) capitolato di concessione. In estrema sintesi, la modulistica descrive le modalità di svolgimento dei bandi di gara per l’affitto delle malghe, limitando la partecipazione alla gara a: a) imprese agricole, e/o le società di persone o di capitali costituite da coltivatori diretti e/o imprenditori agricoli professionali che allevano bovini, ovini, caprini ed equini; b) cooperative agricole che allevano bovini, ovini, caprini ed equini;
c) associazioni temporanee di scopo costituite esclusivamente da soggetti di cui al punto a) e per bandi relativi a malghe con oltre 400 ha di pascolo. Nel caso di pascoli di uso civico l’aggiudicazione riguarderà in primo luogo gli imprenditori residenti nel Comune in cui è ubicata la malga, limitatamente alla superficie necessaria al pascolamento del bestiame in dotazione all’azienda. In assenza di offerte da parte di queste imprese, si valuteranno quelle avanzate da imprese ubicate in altri Comuni. Verrà quindi stilata una graduatoria che terrà conto dell’ubicazione della sede aziendale dei partecipanti alla gara e delle offerte economiche, e l’aggiudicazione avverrà al titolare dell’offerta economicamente più vantaggiosa. E’ possibile prendere visione della modulistica sopra descritta al seguente indirizzo: www.regione.piemonte.it. In ordine agli schemi di affitto di cui al presente articolo, Coldiretti Cuneo ha predisposto delle “Linee guida” volte a superare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, mediante clausole orientate a tutelare le imprenditorie storiche e tradizionali radicate sul territorio ed a evitare fenomeni speculativi; Coldiretti le mette a disposizione dei Comuni che ne vogliano prendere visione ed utilizzarle.
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AMBIENTE
Le nuove regole per la distribuzione dei reflui zootecnici
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on il 2016 sono cambiate, nelle aree individuate come Vulnerabili da Nitrati (ZVN), le modalità di gestione del periodo invernale di divieto di distribuzione degli effluenti zootecnici. In specifico le variazioni introdotte hanno riguardato i liquami, i materiali assimilabili ai liquami (es. digestato classificato refluo) e le acque reflue se distribuiti su terreni dotati di copertura vegetale oppure su terreni con residui colturali ed in preparazione di una semina primaverile anticipata. Come già in passato, nei casi evidenziati sopra, resta vigente il divieto assoluto di distribuzione valido per un periodo di 60 giorni compreso tra il 1 dicembre e il 31 gennaio. Poiché la normativa prevede che il periodo di divieto complessivo sia pari a 90 giorni, i 30 giorni mancanti sono stati definiti tramite bollettini bisettimanali pubblicati dalla Regione ogni martedì e venerdì della settimana, sulla base delle previsioni meteo e del grado di saturazione idrica dei terreni.
Le indicazioni fornite dalla Regione, ulteriormente differenziate in sei macro – aree (zone omogenee sotto il profilo pedologico nelle quali è stato suddiviso il territorio della regione: alessandrina, cuneese, epoderiese-biellese, novarese, poirinese e torinese), indicano infatti se, nei giorni successivi, risulta possibile o non consentita la distribuzione dei reflui. Il “sistema dei bollettini” è iniziato il 15 novembre (vecchia data di avvio del divieto continuativo di distribuzione) ed è durato fino al 30 novembre, ma riprenderà il 1 febbraio finchè non si saranno raggiunti i 90 gg. di divieto complessivi. A titolo di esempio per la macroarea del cuneese, i giorni di divieto nel periodo 15- 30 novembre sono stati 10 e quindi dal 1 febbraio, la Regione dovrà prevedere altri 20 giorni di divieto alla distribuzione per arrivare ai 90 giorni complessivi previsti dalla normativa. Pur se in apparenza il nuovo sistema può sembrare complesso, in realtà ha consentito e consentirà, come più volte richiesto da Coldi-
retti, una gestione più elastica dei periodi di divieto, con la possibilità di assumere decisioni in tempo reale ed evitare i macchinosi meccanismi del passato di “richieste di deroghe” ed “aperture di finestre” per i quali era prevista una specifica delibera da parte della Giunta Regionale. Purtroppo quest’anno le piogge intensissime, verificatesi in molte zone della provincia di Cuneo a fine novembre, hanno comportato problemi di riempimento d’acqua alle strutture di stoccaggio dei reflui già precedentemente svuotate, creando problemi ed apprensioni da parte di alcuni allevatori. Questi ultimi drammatici eventi tuttavia, stante l’eccezionalità dei fatti accaduti, nulla tolgono alla validità di questo nuovo modo di gestione che riteniamo possa in futuro rivelarsi più vicino alle reali esigenze del territorio. Restano invariate invece le condizioni previste per la distribuzione di tutti gli altri reflui, come esposto nella tabella che riportiamo qui appresso.
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PERIODI DI SOSPENSIONE DELLO SPANDIMENTO VIGENTI NELLA STAGIONE INVERNALE 2016/2017 IN ZONA VULNERABILE Refluo
Periodo vietato
Durata del divieto (gg)
Materiali palabili Letame distribuito sui prati (permanenti o avvicendati) 15 dic-15 gen Letame distribuito su altri terreni; Materiali assimilati ai letami * 15 nov-15 feb Ammendante compostato con tenore di N totale inferiore al 2.5% (sul secco), di cui non oltre 15 dic-15 gen il 15% come N ammoniacale Altri ammendanti organici; Digestato classificato sottoprodotto 15 nov-15 feb Deiezioni di avicunicoli essiccate con processi rapidi a tenori di sostanza secca oltre il 65% 1 nov – 28 feb Concimi contenenti azoto 15 nov-15 feb Materiali non palabili Liquami, Materiali assimilati ai liquami **, Acque reflue - se distribuiti su terreni dotati di sulla base di bollettini bisettimanali: copertura vegetale (prati, pascoli, cereali vernini, erbai autunno-invernali, colture arboree 15 – 30 nov, e dal 1 feb in poi fino a inerbite, cover-crops) oppure su terreni con residui colturali ed in preparazione di una semina completamento dei 30 gg. totali primaverile anticipata 1 dic – 31 gen Liquami, Materiali assimilati ai liquami **, Acque reflue - se distribuiti su altri terreni Digestato classificato sottoprodotto
1 nov- 28 feb 1 nov- 28 feb
30 90 30 90 120 90
90 120 120
*materiali assimilati ai letami= lettiere esauste degli allevamenti avicunicoli; deiezioni avicunicole anche non mescolate a lettiera rese palabili da processi di disidratazione (naturali o artificiali, svolti all’interno o all’esterno dei ricoveri); frazioni palabili risultanti dal trattamento dei reflui zootecnici; digestati palabili assimilati ai reflui zootecnici ai sensi della DGR 64-10874 del 2009. **materiali assimilati ai liquami= liquidi di sgrondo dei materiali palabili e dei foraggi insilati; deiezioni avicunicole non mescolate a lettiera; frazioni non palabili risultanti dal trattamento dei reflui zootecnici; digestati non palabili assimilati ai reflui zootecnici ai sensi della DGR 64-10874 del 2009; acque di lavaggio di strutture, attrezzature ed impianti zootecnici, se mescolate ad effluenti zootecnici e qualora destinate ad utilizzo agronomico.
FUORI ZONA VULNERABILE Refluo Materiali palabili Materiali non palabili
Periodo vietato nessuno 1 dic – 31 gen
Durata (gg) 60
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FISCALITA’ AGRICOLA
Convertito in legge il DL 193/2016
Novità in materia fiscale Via libera definitivo alla legge di conversione del decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2017, anch’essa in dirittura d’arrivo. Rottamazione cartelle Secondo quanto previsto dal nuovo decreto legge 193/2016, i contribuenti destinatari di cartelle di pagamento Equitalia possono estinguere il debito senza corrispondere le sanzioni, gli interessi di mora e gli interessi di dilazione, pagando esclusivamente a. le somme dovute a titolo di capitale e gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo; b. le somme maturate a favore dell’agente della riscossione, a titolo di aggio sulle somme di cui alla lettera a), le spese per le procedure esecutive, nonché le spese di notifica della cartella di pagamento. I benefici maggiori della rottamazione cartelle riguardano quindi la
cancellazione delle sanzioni, degli interessi di mora e delle altre sanzioni e delle somme aggiuntive di cui all’art. 27 del D.lgs. 46/1999, cioè degli accessori dovuti sui ritardati o omessi pagamenti dei contributi previdenziali. Premesso che l’adesione alla rottamazione delle cartelle non è automatica, bensì avviene su richiesta del contribuente, possono presentare l’istanza di adesione alla definizione agevolata tutti i contribuenti che hanno ricevuto una cartella di pagamento Equitalia per un debito affidato agli agenti della riscossione del Gruppo Equitalia dal 1 Gennaio 2000 al 31 Dicembre 2016, incluse le partite derivanti da avvisi di accertamento esecutivi dell’Agenzia delle Entrate/Dogane e Monopoli e avvisi di addebito Inps,
per i quali la formazione del ruolo non è prevista. Sono inclusi i ruoli in contenzioso, ma per questi il contribuente deve assumere l’impegno a rinunciare ai giudizi pendenti. Sono ammesse alla “sanatoria” tutte quelle entrate riscosse tramite ruolo, di natura sia patrimoniale che tributaria, compresa l’IVA. Non vi sono distinzioni in ordine all’ente impositore, vi rientrano l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, l’Inail e gli enti locali (sono compresi anche i tributi comunali e regionali). Possono aderire alla definizione agevolata anche i debitori che hanno chiesto una rateizzazione della cartella di pagamento purché risultino in regola con i versamenti delle rate con scadenza dal 1 Ottobre al 31 dicembre 2016.
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FISCALITA’ AGRICOLA Per determinare l’importo delle somme ancora da versare: –– si terrà conto di quanto già versato a titolo di capitale, interessi, aggio e spese per le procedure esecutive e quelle di notifica della cartella di pagamento; –– non sono rimborsabili le somme già versate a titolo di sanzioni, di interessi di rateizzazione, interessi di mora o somme aggiuntive, dovute sui contributi e premi previdenziali. In caso di adesione, con il pagamento della prima rata o il versamento in un’unica soluzione, scatta in automatico la revoca dei piani di rateizzazione in corso. Se l’importo già versato copre il debito così come ricalcolato secondo le condizioni della sanatoria Equitalia 2017, il contribuente non dovrà più nulla ad Equitalia, a patto che presenti nel termine previsto il modulo di domanda di adesione alla definizione agevolata. Il contribuente che intende aderire alla rottamazione dei ruoli deve presentare ad Equitalia l’istanza per l’adesione alla procedura, utilizzando il modello pubblicato sul sito internet istituzionale di Equitalia (www.gruppoequitalia.it), entro il 31 Marzo 2017. E’ altresì previsto che, entro la stessa data (31 Marzo 2017), il debitore potrà integrare la dichiarazione presentata anteriormente a tale data. La dichiarazione può essere presentata in due modi: –– presso gli Sportelli di Equitalia Servizi di riscossione S.p.A. utilizzando l’apposito modulo, oppure –– inviando l’apposito modulo, debitamente compilato in ogni sua parte, insieme alla copia del documento di identità, alla casella e-mail/PEC della Direzione Regionale di Equitalia Servizi di riscossione SpA di riferimento. Nella dichiarazione di adesione il contribuente dovrà obbligatoriamente scegliere se a) pagare in un’unica soluzione oppure b) pagare a rate. Se si opta per il pagamento rateale, è previsto che il 70 per cento del-
le somme complessivamente dovute deve essere versato nell’anno 2017 e il restante 30 per cento nell’anno 2018, è effettuato il pagamento, per l’importo da versare distintamente in ciascuno dei due anni, in rate di pari ammontare, nel numero massimo di tre rate nel 2017 e di due rate nel 2018. E’ altresì precisato che l’agente della riscossione comunicherà l’ammontare delle rate, il giorno, il mese di scadenza di ciascuna rata attenendosi ai seguenti criteri: a) per l’anno 2017, la scadenza delle singole rate è fissata nei mesi di luglio, settembre e novembre; b) per l’anno 2018, la scadenza delle singole rate è fissata nei mesi di aprile e settembre. L’agente della riscossione, non può avviare nuove azioni esecutive ovvero iscrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi i fermi amministrativi e le ipoteche già iscritti alla data di presentazione della dichiarazione, e non può altresì proseguire le procedure di recupero coattivo precedentemente avviate, a condizione che non si sia ancora tenuto il primo incanto con esito positivo ovvero non sia stata presentata istanza di assegnazione ovvero non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati. Il pagamento delle somme dovute può essere effettuato: a) mediante domiciliazione sul conto corrente (soltanto qualora il debitore ne abbia fatto esplicita richiesta nella dichiarazione di adesione, indicando le coordinate bancarie); b) mediante bollettini precompilati, che l’agente della riscossione è tenuto ad allegare alla comunicazione di cui sopra, se il debitore non ha richiesto di eseguire il versamento mediante domiciliazione sul conto corrente; c) presso gli sportelli dell’agente della riscossione. In caso di mancato, ovvero di insufficiente o tardivo, versamento dell’unica rata ovvero di una sola rata di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento, la rottamazione decade. Sono esclusi dalla definizione agevolata: a) le risorse comunitarie, come i dazi e le accise;
b) l’Iva all’importazione; c) le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato; d) i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti; e) le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna. Sono escluse dalla definizione agevolata le sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti dagli enti previdenziali. Con riferimento alle sanzioni amministrative per le violazioni del Codice della Strada, non pagate ed iscritte a ruolo, è possibile usufruire della definizione agevolata in questione limitatamente agli interessi. Nuovo spesometro per le ditte IVA La comunicazione analitica dei dati e delle fatture emesse e ricevute (c.d. spesometro) diventa trimestrale a regime. Tuttavia, per il primo anno di applicazione della nuova disposizione il primo invio è semestrale e dovrà essere effettuato entro il 25 Luglio 2017. Comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche I.V.A. I soggetti passivi dell’imposta sul valore aggiunto dovranno altresì trasmettere una comunicazione dei dati contabili riepilogativi delle liquidazioni periodiche I.V.A. Sospensione estiva I termini per la trasmissione dei documenti e delle informazioni richiesti ai contribuenti dall’Agenzia delle entrate o da altri enti impositori sono sospesi dal 10 agosto al 4 settembre, esclusi quelli relativi alle richieste effettuate nel corso delle attività di accesso, ispezione e verifica, nonché delle procedure di rimborso ai fini dell’imposta sul valore aggiunto. La sospensione riguarda altresì i termini per il pagamento delle somme dovute a seguito di controlli automatici, formali o della liquidazione delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata. I nostri Uffici rimangono a disposizione per ogni chiarimento in merito.
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PSR
Misura 4.2.1 Agroindustria: grande adesione al bando regionale
S
ono state ben 150 le domande pervenute sul bando della misura 4.2.1 Agroindustria che aveva una dotazione di 38 milioni di Euro. Di queste, 96 sono state presentate sul bando A per investimenti in opere edili ed impianti tecnologici. Tra i vari settori produttivi, le maggiori richieste sono pervenute dal comparto vino e aceto con 31 istanze e per questo saranno finanziate solo il 18% delle richieste. All’opposto, saranno finanziate il 51% delle 9 domande del comparto latte. Sono 54 le domande pervenute sul bando B per solo investimenti tecnologici: saranno soddisfatte mediamente il 78% delle richieste con punte del 100% per il settore carne e del 54% per il settore vino. I bandi verranno riaperti nel 2017 con le modifiche richieste in sede di Comitato di Sorveglianza ed attualmente al vaglio della Commissione Europea.
Bene i finanziamenti, ma.. “Bene i finanziamenti alle imprese che hanno presentato domanda – commenta Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte – poiché in questo modo potranno prevedere nuovi investimenti che consentono loro di ammodernare le attrezzature e stare al passo con i tempi. La parte pubblica deve monitorare, però, che queste formule di investimenti abbiano una riceduta vera per le produzioni Made in Piemonte. Il nostro lavoro di questi ultimi mesi ha portato la Regione a rafforzare il principio di privilegiare l’approvvigionamento dei prodotti attraverso le Cooperative e Op. L’auspicio è che sulla scia delle sollecitazioni che abbiamo avanzato all’assessore Ferrero, i finanziamenti vadano a quell’agroindustria che si impegna davvero a privilegiare le produzioni territoriali, solo così si potranno realmente sostenere i vari comparti dell’agricoltura piemontese: dal cerealicolo al vitivinicolo, dall’ortofrutticolo allo zootecnico e lattiero caseario. Quest’ultimo, in forte ripresa sul mercato italiano ed internazionale, è ormai da troppi mesi non giustamente remunerato dalla parte industriale, la quale ha perso l’occasione di operare per una forma di indicizzazione regionale del prezzo del latte, esternando, al tavolo tecnico convocato dall’Assessore Ferrero, la non disponibilità a continuare l’operatività. In pratica, da una parte si vuole prendere e dall’altra non si dà”.
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BANDO PSR 2014-2020 - MIS. 4.2.1 BANDO A Numero Domande 11
22 9
17
31 6
96
Settore Produttivo
Carne suina e bovina
Cereali, riso, proteoleaginose e foraggere
Latte vaccino e bufalino e suoi derivati Ortofrutticolo
Vino e aceto
Altri prodotti (uova, patate, miele, florovivaismo, piante officinali, olio di oliva, ecc.)
Totali
Totale Investimenti
25.759.281,20
45.431.587,57
20.318.268,94
32.213.119,90
63.547.928,81 7.596.151,69
194.866.338,11
Contributo richiesto stimato al 40%
Risorse da bando
10.303.712,48
5.071.400,00
18.172.635,03
4.447.200,00
8.127.307,58
4.135.100,00
12.885.247,96
4.447.150,00
25.419.171,52 3.038.460,68
77.946.535,24
4.451.100,00
1.404.300,00
23.956.250,00
% Risorse contributo richiesto 49,22%
24,47%
50,88%
34,51%
17,51%
46,22%
30,73%
BANDO PSR 2014-2020 - MIS. 4,2,1 BANDO B Numero Domande 8
6
10 8
19 3
54
Settore Produttivo
Carne bovina, suina, ovicaprine, avicunicole, equine, bufaline, selvaggina Cereali, riso, proteoleaginose e foraggere
Latte vaccino e bufalino e suoi derivati Ortofrutticolo
Vino e aceto
Altri prodotti (uova, patate, miele, florovivaismo, piante officinali, olio di oliva, ecc.)
Totali
Totale Investimenti
7.610.905,02 6.764.424,00
8.394.788,85
8.094.754,00
11.965.403,27 2.112.080,00
44.942.355,14
Contributo richiesto stimato al 40%
Risorse da bando
3.044.362,01
3.120.900,00
2.705.769,60
2.340.600,00
3.357.915,54
2.652.700,00
3.237.901,60
2.613.650,00
4.786.161,31 844.832,00
17.976.942,06
2.613.700,00 702.200,00
14.043.750,00
% Risorse contributo richiesto 102,51% 86,50%
79,00%
80,72%
54,61%
83,12%
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SETTORE LATTIERO CASEARIO
Latte: l’industria si sottrae al prezzo indicizzato
G
li industriali lattiero caseari piemontesi, bravissimi e puntuali nel presentare le domande per finanziare con il Psr del Piemonte i loro stabilimenti ed impianti, non sono altrettanto bravi e puntuali nel pagare al giusto prezzo il latte che ritirano dagli allevatori del Piemonte. Nel richiamare l’articolo pubblicato a pagina 26, Coldiretti rammenta che si è tenuto l’ennesimo incontro tecnico del tavolo verde, dove si sarebbe dovuto ragionare dell’indicizzazione del prezzo del latte alla stalla. Non si trattava di una riunione “una tantum”, ma di un incontro tecnico voluto dal livello politico di Confindustria. È successo invece che i tecnici della sezione degli Industriali all’incontro non si sono presentati e, raggiunti telefonicamente, hanno fatto capire che il
percorso del prezzo indicizzato del latte è una indicazione che a loro non interessa perseguire. È evidente che si è trattato di una doccia fredda per tutti i convenuti al tavolo verde regionale. Questo atteggiamento lascia l’amarezza per un comparto che rischia la crisi irreversibile in un momento in cui il latte spot ha superato la soglia
dei 45 centesimi, mentre nelle campagne si continua a pagare il latte tra i 30 e i 34 centesimi. Quest’anno è andato e la Regione verserà all’industria lattiero- casearia fondi del Psr per 11 milioni 500 mila euro con il concreto rischio che questi vadano a foraggiare impianti che trasformano latte estero che arriva in Piemonte nottetempo sotto le più svariate forme. Gli industriali risponderanno che non è così. Può essere. Si tirino fuori i dati delle importazioni che Coldiretti chiede da tempo e si dimostri che Coldiretti si è sbagliata. Solo allora saremo felici di ammettere l’errore. Intanto, sarebbe bene che l’assessorato all’Agricoltura bloccasse questa misura ed indirizzasse le risorse verso l’agricoltura vera che ha ancora voglia di investire e di produrre il vero Made in Italy.
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CLASSIFICA ALLEVATORI
Risultati 37ª mostra bovini di razza piemontese
A
lla 37ª mostra nazionale bovini di razza piemontese che si è svolta al Miac ad inizio novembre, tra i giovani torelli ha vinto Z-Pippo di Guido Rattalino di Chieri, che ha superato Zingaro di Mario Caffer di Cavour. Fra le manze l’ha spuntata Valvola, presentata da Marco Vignolo di Morozzo, che ha battuto sul filo di lana Zambia dei F.lli Delsoglio di Fossano. Fra i tori l’ha spuntata Uruc di proprietà di Valerio Pagani di Oltrona S. Mamette (CO), che ha sconfitto di misura Zico, presentato da Marco Vignolo di Morozzo. Invece fra le vacche si è imposta O-Pamela, l’orgoglio di Andrea Giaroli di Fraconalto (AL). Campionessa di Riserva è stata proclamata Teglia, de F.lli Delsoglio di Fossano. *** CLASSIFICA ALLEVATORI *** VIGNOLO MARCO - MOROZZO (CN) Campione : Sezione Manze; Riserva : Sezione Tori; Camp. Categ. : Categoria 4 - Tori da 18 a 24 mesi; Ris. camp. : Ca-
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tegoria 8 - Manze da 11 a 14 mesi; Ris. Camp. : Categoria 8 - Manze da 11 a 14 mesi; Ris. camp. : Categoria 10 - Manze da 18 a 24 mesi. SOC. AGR. DELSOGLIO F.LLI - FOSSANO (CN) Riserva : Sezione Vacche; Riserva : Sezione Manze; Camp. Categ. : Categoria 10 - Manze da 18 a 24 mesi; Camp. Categ.: Categoria 15 - Vacche di oltre 10 anni; Camp. Categ. : Categoria 15 - Vacche di oltre 10 anni; Camp. Categ. : Categoria 12 - Vacche fino a 4 anni; RATTALINO GUIDO - CHIERI (TO) Campione : Sezione Torelli; Ris. Camp.: Categoria 7 - Manze da 8 a 11 mesi; Ris. Camp. : Categoria 7 - Manze da 8 a 11 mesi. PAGANI VALERIO - OLTRONA DI SAN MAMET (CO) Campione : Sezione Tori; Camp. Categ. : Categoria 9 - Manze da 14 a 18 mesi CAFFER MARIO - CAVOUR (TO ) Riserva : Sezione Torelli; Ris. Camp. : Categoria 6 - Tori di oltre 36 mesi; Ris. Camp. : Categoria 6 - Tori di oltre 36 mesi; Ris. Camp. : Categoria 1 - Torelli da
8 a 11 mesi. ROCCIA DARIO - SANT’ALBANO STURA (CN) Ris. Camp. : Categoria 11 - Manze da 24 a 30 mesi; Ris. Camp. : Categoria 12 - Vacche fino a 4 anni. GIAROLI ANDREA - FRACONALTO (AL) Campione : Sezione Vacche VIALE LUCIANO - TRINITA’ (CN) Camp. Categ. : Categoria 5 - Tori da 24 a 36 mesi; Ris. Camp. : Categoria 15 - Vacche di oltre 10 anni. BARALE PIERANNA - RIVAROLO CANAVESE (TO) Ris. Camp. : Categoria 8 - Manze da 11 a 14 mesi. TINIVELLA LUCIANA - BORGOMANERO (NO) AZ. AGR. BARAGIOOJ DI CER - AMENO (NO) Ris. Camp. : Categoria 9 - Manze da 14 a 18 mesi 12 6 5 DALMASSO FRANCO - SALUZZO (CN) Ris. Camp. : Categoria 14 - Vacche da 6 a 10 anni; Ris. Camp. : Categoria 13 - Vacche da 4 a 6 anni
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FEDELTA’ AL LAVORO
64ª Premiazione Fedeltà al lavoro e progresso economico
S
i è svolta a Fossano, giovedì 8 dicembre, presso il Palazzetto dello Sport la 64ª edizione della premiazione Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico 2016. Sono stati consegnati complessivamente 162 diplomi e medaglie, dei quali 51 ai coltivatori diretti con 40 anni di ininterrotto lavoro. Per il settore agricolo, è stato premiato con il “Sigillo d’oro”, Roberto Chialva, presidente dell’Associazione regionale allevatori del Piemonte. In elenco alfabetico, gli associati Coldiretti con 40 anni di anzianità che sono stati premiati: Angonova Adriano Giuseppe – Monasterolo di Savigliano; Audisio Renato – Revello; Balbo Maria
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Roberto Chialva
Carmelina – Viola; Barale Giuseppe – Cuneo; Barbero Aldo – Saluzzo; Bertola Giuseppe – Morozzo; Biglione Paolina – Paesana; Bogino Caterina – Cardè; Brignone Valeria Felicita – Cuneo; Cogno Pietro – Novello; Cogno Teresio – Novello; Dematteis Adelina – Do-
gliani; Dutto Carla – Tarantasca; Ferrero Giovanni - Monteu Roero; Figone Giuseppina – Viola; Fissore Giuseppe - Caramagna Piemonte; Gallesio Maria - Mondovi’; Giordanengo Natale – Peveragno; Giraudo Giuseppe – Cuneo; Goitre Petronilla - Baldissero d’Alba; Grosso Silvia – Peveragno; Isaia Lorenzo – Piasco; Isoardi Carla – Morozzo; Lerda Giuseppe – Dronero; Lusso Pietro - Baldissero d’Alba; Maurino Tomaso - Bagnolo Piemonte; Musso Sebastiano - Magliano Alpi; Negretti Maria – Viola; Negretti Rosanna – Viola; Parola Carlo – Cervasca; Parola Michelina – Cervasca; Porro Vincenzo – Dogliani; Ribotta Andrea – Revello; Rocca Rosanna – Viola; Toselli Donato Mario – Peveragno; Vazzotti Carlo – Dogliani; Viale Luigi – Castelletto Stura.
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CONSULENZA TECNICA
Una nuova tecnica per migliorare la qualità degli alimenti
Deumidificazione a freddo in agricoltura
D
a sempre l’uomo per la conservazione di molti alimenti ha fatto ricorso all’essicazione, privando totalmente o parzialmente il cibo, in genere mediante evaporazione, dell’acqua in esso contenuta. Per fare questo, solitamente, si ricorre all’uso del calore che purtroppo presenta il notevole difetto di denaturare il prodotto. Oltre i 40°C, infatti, si avviano processi di degradazione d’importanti composti definiti termolabili, come enzimi e vitamine e si riduce il valore nutrizionale del prodotto in modo sempre più marcato man mano che la temperatura aumenta. La deumidificazione a freddo rappresenta un sistema e una tecnologia innovativa che, ricorrendo a basse temperature, tende a mantenere inalterate le sostanze contenute nei
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Lavorazioni delle erbe aromatiche nella Cooperativa Valverbe
prodotti alimentari, conservando i costituenti nutritivi del fresco. Nello specifico l’essiccatore a freddo si
basa sul principio del deumidificatore associato al flusso d’aria in ambiente sigillato. L’aria “in mandata”, con basso contenuto di umidità e a una temperatura inferiore ai 40°C, viene insufflata nel vano di carico per assorbire l’umidità del prodotto e successivamente viene a contatto con piastre refrigerate dove l’acqua condensa e il livello di umidità relativa ritorna ai valori desiderati. In seguito, l’aria deumidificata passa attraverso uno scambiatore di calore che la riporta alla temperatura voluta. Inoltre questo processo di essicazione determina una fuoriuscita dell’acqua contenuta all’interno della cellula in un modo che potremo definire, dolce o naturale; infatti la membrana cellulare non subisce rotture imputabili al calore o alla rapidità del processo e si mantiene
CONSULENZA TECNICA invece integra, evitando così il decadimento organolettico che si origina dallo smembramento dei tessuti cellulari. La società cooperativa Valverbe di Melle , in valle Varaita, è stata la prima in ambito piemontese ad adottare la deumidificazione a freddo nella lavorazione dei prodotti agricoli. Attualmente essicca e trasforma le erbe officinali ed aromatiche, i piccoli frutti, coltivati dai propri associati secondo i principi dell’agricoltura biologica. L’utilizzo di questa tecnica si estende poi anche al comparto frutticolo, in cui alcune aziende pioniere realizzano interessanti e originali prodotti. L’azienda Fino Giuliano di Revello (nella foto i titolari) crea la linea “Naturalmente Buono” che comprende una vasta gamma di frutta, così come fanno l’azienda Mellano Mauro di Lagnasco e la cooperativa “Piccoli Frutti Val Sangone” di Giaveno che valorizzano le loro produzioni con questa innovativa tecnica. Le peculiarità di questa tecnica di deumidificazione consentono di ottimizzare col-
tivazioni di elevato valore salutistico, come ad esempio il topinambur, che viene prodotto e commercializzato dall’azienda Aimar Paolo di Dronero. Anche l’apicoltura si rivolge alla deumidificazione a freddo per essiccare un prodotto dell’alveare di grande interesse, ovvero , il polline. Ne nasce un’interessante collaborazione tra Coldiretti Cuneo, Aspromiele, la Cooperativa Piemonte
Miele e la Cooperativa Albifrutta di Costigliole Saluzzo che sviluppa un servizio offerto agli apicoltori per ridurre l’umidità del polline , vagliarlo e pulirlo. E’ doveroso sottolineare che gli impianti di essicazione a freddo impiegati dalla maggior parte delle aziende agricole sono realizzate dall’azienda cuneese North West Technology di Boves, che ha dato sviluppo e applicazione tecnologica
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CONSULENZA TECNICA alla deidratazione a freddo non soltanto in Italia. A garanzia del processo di deumidificazione a freddo è stato creato e registrato da Coldiretti Cuneo, il marchio “deumidificato a freddo”, da apporre sulle confezioni. Il marchio è rilasciato ai produttori che impiegano questa tecnologia previo controllo sull’intera filiera di produzione. Concepire e creare
nuovi prodotti che si distinguono sul mercato per una elevata qualità intrinseca necessita di una particolare attenzione nei confronti dei consumatori. L’informazione matura innanzi tutto da una adeguata conoscenza delle caratteristiche del prodotto e passa attraverso una giusta comunicazione per dare tutte le delucidazioni sulle qualità dell’alimento.
Il Censimento Apistico scade a dicembre
Entro il 31 dicembre gli apicoltori devono adempiere alle formalità richieste dall’Anagrafe Nazionale Apistica per il censimento 2016. Nello specifi-
co, devono provvedere ad aggiornare i dati presenti nella banca dati nazio-
Da Albifrutta la deumidificazione del polline
nale. Il mancato rispetto della scadenza può comportare sanzioni severe,
previste dalla nuova normativa, recentemente approvata (da mille a 4000
euro). Si raccomanda di provvedere in tempo utile recandosi negli Uffici Coldiretti entro metà dicembre per consentire agli operatori di espletare tutte le formalità della pratica.
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I
l 2016 è stata un’annata, nel complesso, positiva dal punto di vista produttivo, caratterizzata da un andamento climatico tutto sommato nella normalità. Nello specifico alcuni settori hanno consolidato i risultati positivi delle scorse annate, taluni hanno mostrato incoraggianti segnali di ripresa, altri ancora hanno vissuto una stagione dall’esito decisamente insoddisfacente. Per citare alcuni esempi, il 2016 si conferma un’annata negativa per il comparto cerealicolo, alle prese con quotazioni di mercati ancora insoddisfacenti a causa del surplus globale, nonostante buone performance produttive. Una scarsa produzione ha caratterizzato l’annata apistica. Il settore castanicolo ha dimostrato, anche quest’anno, importanti segnali di ripresa; quello corilicolo mantiene ancora livelli di prezzi decisamente interessanti. Qualche cenno di ripresa, con prezzi superiori allo scorso anno, arriva dalla frutta estiva, settore molto in difficoltà nelle ultime campagne, mentre tiene sostanzialmente quella autunnale. Per le colture orticole si conferma una stagione difficile per la produzione. Sul fronte della zootecnia rimane invariato il mercato bovino, in crescita i prezzi dei suini, dopo anni di sostanziale te-
nuta, calano le quotazioni delle carni avicole e delle uova; in crisi per buona parte dell’anno anche il mercato dei conigli. Per la produzione di latte solamente negli ultimi mesi dell’annata si riscontra una ripresa dei prezzi. Per le colture industriali buoni risultati di mercato per le patate, quotazioni in calo per i pomodori. Di seguito un’analisi sui singoli settori.
SETTORE FRUTTICOLO: GRANDINE A PARTE, ANNATA IN RIPRESA
Nel corso del 2016 la produzione frutticola in Piemonte è stata fortemente condizionata dalle grandinate particolarmente violente che hanno colpito un numero elevato di ettari, soprattutto per il melo, ma la buona percentuale di frutteti coperti da impianti antigrandine ha notevolmente mitigato il danno. Ad un inverno particolarmente mite sono seguiti una primavera e un’estate caratterizzate dalla poca piovosità e da temperature medie particolarmente basse, che hanno favorito un ritardo tra i 7 giorni dall’annata precedente, registrabili per le drupacee più precoci, agli oltre 20 giorni per alcune varietà di mele. La piovosità particolarmente bassa, soprattutto nel periodo estivo, ha favorito la difesa fitosanitaria dal-
le specie fungine, mentre al contrario ha reso più aggressivi alcuni insetti, in particolare lepidotteri carpofagi e cimici. Nonostante l’inverno particolarmente mite, la batteriosi del kiwi (PSA- Pseudomonas syringae pv. Actinidiae) ha fatto registrare in primavera una notevole recrudescenza, soprattutto sulle varietà a polpa gialla che sono notoriamente più sensibili. Come nel 2015, un’ottima allegazione dei frutti ha favorito una qualità mercantile dei frutti ed una produzione media, per gli appezzamenti scampati dalla grandine, particolarmente elevata. Per quanto riguarda la “frutta estiva”, la produzione italiana è stata in linea con la campagna precedente, mentre in Europa, come per esempio la Francia, hanno avuto un notevole ridimensionamento produttivo, che almeno nella fase iniziale ha favorito l’andamento del mercato. L’estate particolarmente soleggiata ha poi favorito i consumi. Per le mele e le pere si registra, sia a livello italiano che a livello europeo, un discreto ridimensionamento produttivo rispetto al 2015. Passiamo ora a descrivere l’andamento delle singole specie frutticole in Piemonte. Per il ciliegio, la produttività e la qualità della produzione, sono state ovunque buone e l’aumento della coltivazione è stato facilmente assor-
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ANNATA AGRARIA
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bito dal mercato. Sia la qualità delle singole partite che le quotazioni sono state superiori alla campagna precedente. La necessità di sostituire gli impianti di kiwi, colpiti dalla PSA, ha fatto si che diverse imprese siano tornate ad investire sull’albicocco, portando ad un ulteriore aumento degli ettari coltivati, soprattutto per quanto riguarda le varietà più tardive. La qualità della produzione è stata ovunque buona e il mercato, nonostante sia partito un po’ in sordina, ha poi recuperato per attestarsi su quotazioni in linea con l’annata precedente. Le cosiddette “susine damaschine”, pur con le dovute differenze da zona a zona, hanno registrato un carico produttivo molto simile all’annata precedente. Anche la domanda e le quotazioni, sono state in linea o leggermente superiori a quelle del 2015. Le altre varietà di susine a produzione estiva hanno invece registrato produzioni e quotazioni leggermente superiori a quelle dell’annata prece-
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dente. Ancora in notevole aumento, invece, gli ettari coltivati con susine della varietà Angeleno, dove la qualità mercantile dei frutti è molto variabile da partita a partita, ma in generale superiore a quella del 2015 e la campagna di commercializzazione, ancora in corso, ha finora premiato solo le pezzature più grandi ed i frutti perfettamente colorati. Per quanto riguarda il comparto pesche e pesche noci il 2016 è stato, come detto, caratterizzato dal bel tempo, sia in Piemonte che nel resto dell’Europa. La stagione 2016, come anticipato dalle previsioni di produzione è stato inferiore all’annata precedente. Percentuali di prodotto, variabili da zona a zona, sono andate perse per la grandine e questo, almeno nella prima fase, ha notevolmente favorito il mercato. Nonostante il calo produttivo e l’andamento climatico favorevole, si registra ancora una volta a fine stagione, un calo della domanda e delle quotazioni, sintomatico della elevata debolezza strutturale della filiera produttiva nei confronti
delle grandi catene di vendita europee. Le quotazioni del prodotto destinato alla trasformazione industriale (fatte salva la coltivazione destinata), sono state ancora una volta molto basse e quasi sempre cedute a quotazioni irrisorie e ben al di sotto dei costi necessari per la sola raccolta e il trasporto. Le aree e le aziende piemontesi, che per tradizione si dedicano alla produzione di pesche da destinare al mercato locale, purché meno rappresentative in termini percentuali, continuano invece a ottenere mediamente una buona rimuneratività. Per quanto riguarda la campagna di raccolta delle mele, va segnalato un discreto aumento produttivo rispetto al 2015. A tale aumento ha c o n t r i b u i to anche l’entra-
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ANNATA AGRARIA ta in produzione dei nuovi impianti realizzati negli ultimi anni. La produzione europea, così come previsto, si sta confermando in leggera diminuzione(circa-2%), rispetto alla campagna precedente, con valori complessivi, quantificabili in poco meno di 11 milioni di tonnellate. Dalle prime battute della campagna di commercializzazione, la forte richiesta e il buon andamento del mercato registrato fino ad ora, fanno ben sperare per il prosieguo. Per quanto riguarda invece le mele estive del gruppo Gala, sempre più apprezzate sui mercati di tutto il mondo, soprattutto in Nord Africa e nell’Emisfero australe, tale previsione è già stata confermata dalle vendite elevate che hanno caratterizzato sin da subito la loro commercializzazione. Mediamente su tutte le varietà c’è da registrare una leggera diminuzione del calibro medio delle partite, meno evidente sulle varietà di più recente introduzione e sugli impianti più giovani. Come per le pesche e le pesche noci, il prezzo del prodotto destinato alla trasformazione industriale ha registrato un’ulteriore contrazione. Per quanto riguarda le pere la produzione rimane stazionaria. Per la varietà William la produzione è aumentata di pochi punti percentuali, con quotazioni stabili, sia per il prodotto destinato all’industria di trasformazione, che per la percentuale destinata al mercato del “fresco”. Le varietà Abate Fetel, e Conference confermano i volumi del 2015. Pur essendo il mercato ancora nelle fasi iniziali, per la varietà Conference sono rimaste invariate le quotazioni
viene ceduta dai produttori con il cosiddetto sistema del “conferimento”, e per questo, le quotazioni effettive saranno note solo alla fine della campagna di commercializzazione.
della passata stagione, mentre per la varietà Abate Fetel, ad oggi è ancora difficile fare una previsione, anche se le quotazioni attuali sono in linea con quelle della passata stagione. Per il kiwi la produzione dovrebbe attestarsi sui quantitativi prodotti nella passata stagione, mentre in Italia e nel resto dell’Emisfero Nord dovrebbe diminuire di almeno il 20% rispetto al 2015 (fonte IKO). A compensare le perdite causate dalla grandine hanno contribuito i nuovi impianti e l’ottima performance produttiva delle altre aree di produzione. A Cuneo grazie alla buona qualità mercantile media dei frutti, molte partite sono state cedute con prezzo “minimo garantito” o con prezzo definito, e le quotazioni sono state superiori a quelle della campagna precedente. La carenza generale di offerta ha favorito un discreto avvio della campagna di commercializzazione e ciò fa prevedere un buon andamento. Nel complesso l’annata 2016 sarà ricordata per un leggero risveglio del mercato un po’ su tutte le referenze ma permane, soprattutto sul mercato europeo, una pesante problematica di tipo strutturale tra la filiera produttiva e quella distributiva. Oltre a ciò, la maggior parte della partite
SETTORE ORTICOLO E PICCOLI FRUTTI: IL CLIMA HA AIUTATO
Per il comparto orticolo il 2016 è stata un’annata caratterizzata da criticità produttive un po’ su tutte le referenze, legate sia ad andamenti climatici anomali che relative a problematiche fitosanitarie. Il fagiolo da raccolta cerosa dei baccelli (fagiolo fresco) ha avuto problemi di produzione in molti casi legati a virosi delle piante che hanno causato in alcuni casi l’azzeramento delle produzione. Le poche quantità presenti sui mercati hanno spuntato pezzi anche al di sopra dei 2,5€/kg ma che non soddisfano la PLV (Produzione Lorda Vendibile) ad ettaro. Produzione anche scarsa per quanto riguarda il fagiolo da granella secca e con quotazioni in campagna molto alte ma che, anche in questo caso, non compensano i cali produttivi. I fagioli coltivati rimangono principalmente il borlotto delle tipologie Lamon e Billò. Quotazioni invece leggermente superiori per il Fagiolo Cuneo IGP. Buona annata per quanto riguarda la coltivazione di fagiolo Nano dove si sono ottenute rese unitarie interessanti, prezzi mediamente stabili e qualità buona, anche grazie all’andamento favorevole dell’autunno. Annata abbastanza altalenante per la produzione di pomodori da mensa,
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ANNATA AGRARIA con la varietà cuore di bue che hanno sofferto le temperature estive e in molti casi la qualità non era di quella ottimale. Prezzi comunque nella media. Campagna disastrosa per il peperone con produzioni in alcuni casi gravemente danneggiate dalle virosi, mentre i prezzi hanno premiato le produzioni rimaste con quotazioni delle tipologie quadrate tipo “Cuneo” e “Carmagnola” a 1,60-1,20 €/kg e per la tipologia “mezzo lungo” tra 0,80 e 1,10 €/kg. Si conferma un mercato stabile quello delle zucchine, con prezzi che durante la stagione estiva sono sempre stati discreti per il produttore, sia per le tipologie scuro che chiare. Le quote un po’ al ribasso soprattutto nel pieno dell’estate, a causa di un aumento dell’offerta. Un’annata per le insalate caratterizzata dalle ormai basse quotazioni che vanno da 0,50 a 0,90 €/kg, situazione che ormai dura dall’autunno scorso e che in alcuni casi non sono più sostenibili nella produzione. Le produzioni di ortaggi autunnali (cavoli, cavolfiori e broccoli) non sono state certamente favorite dal clima autunnale eccezionalmente caldo, che non hanno stimolato affatto la domanda e dall’altra hanno anticipato le produzioni, causando così un intasamento dei mercati con un eccesso di offerta. Con l’arrivo della stagione autunno-invernale si spera in una stabilizzazione delle forniture e dei prezzi. Campagna delle patate da consumo fresco caratterizzata da produzioni mediamente buone come quantità di
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raccolto e molto buona sotto il profilo qualitativo. La domanda e i prezzi si mantengono abbastanza sostenuti, considerato anche il forte calo produttivo avvenuto in Francia (tra i principali produttori europei con Belgio, Germania, Olanda e Gran Bretagna) e da cui tradizionalmente vengono importati notevoli volumi, visto il deficit produttivo italiano. Nella primavera si è avuta una buona resa produttiva della fragola unifera con una buona remunerazione in quanto le raccolte non si sono mai concentrate eccessivamente, spuntando prezzi quasi sempre al di sopra dei 2,5 €/kg in alcune aree vocate come il Roero e il Cuneese e addirittura a 3 €/kg nelle zone più tardive. Per la fragola rifiorente i prezzi hanno avuto un andamento meno altalenante rispetto agli scorsi anni, con quotazioni attorno ai 2,5-3 €/kg, ma con produzioni in contrazione rispetto alle scorse campagne, a causa delle elevate temperature estive. Per il mirtillo l’annata è stata caratterizzata da forti grandinate che in alcuni areali ha compromesso drasticamente la produzione; dove invece si è riusciti a produrre appieno, la raccolta è stata effettuata senza problematiche legate alla presenza di Drosophila suzukii per tutto il calendario. Infatti sia per la raccolta delle cultivar precoci, la più diffusa é la Duke, ma anche negli areali più tardivi questa varietà ha permesso una raccolta ottimale con problematiche dovute a questo insetto molto basse. I nuovi impianti hanno fatto sì che la produzione complessiva sia stata stazionaria. A una buona produttività e
una buona qualità media delle partite, il mercato ha risposto con quotazioni superiori al 2015, con prezzi molto interessanti sui 4 ma anche di 5 €/kg.
NOCCIOLE CON IMPIANTI IN CRESCITA
La campagna di commercializzazione 2015/2016 si è conclusa nel mese di luglio, con quotazioni in netto rialzo rispetto all’andamento complessivo dell’annata, la quale si è comunque mantenuta su buoni livelli. Nelle ultime settimane della campagna le quotazioni della Nocciola Piemonte IGP si sono attestate sugli 10 €/punto resa, pari a 440 - 460 €/quintale per il prodotto in guscio. Da evidenziare il crescente interesse e la crescente richiesta di nocciole marchiate IGP: secondo i dati diffusi dal Consorzio Tutela Nocciola Piemonte, a consuntivo della campagna 2015/2016, ne sono state commercializzate 48.800 quintali (nel 2012/2013 erano 42.920 quintali). Un aumento che conferma il crescente interesse da parte del mercato, e un numero sempre più ampio di produttori (ad oggi oltre 1.000) che aderiscono al sistema di certificazione Nocciola Piemonte IGP. La produzione per il raccolto dell’ annata 2016 è stimato in 468.000 tonnellate in Turchia e di circa 120.000 tonnellate in Italia, rispettivamente il primo e il secondo produttore mondiale. A livello nazionale il Piemonte, per quest’ annata, è la regione che fa segnare il maggior incremento di produzione, stimato in un +20, +30 %. Nella altre principali
ANNATA AGRARIA
Regioni italiane, Lazio e Campania in primis, da alcune notizie circolate, le produzioni dovrebbero assestarsi sui quantitativi della scorsa annata, per motivi legati a fattori climatici. In Piemonte, la campagna di raccolta 2016 è iniziata, pur con un decorso estivo anomalo, in ritardo di una decina di giorni rispetto a quanto avvenuto nelle ultime annate. Avviata verso il 20 di agosto, la raccolta si è conclusa nella terza decade di settembre. A livello piemontese, la produzione dovrebbe oscillare tra le 18.000 e le 20.000 tonnellate, mentre la superficie complessiva investita è di circa 17.000 ettari. La nostra Regione si conferma la terza area produttiva a livello italiano, raggiungendo circa il 16-18% della produzione nazionale. La provincia di Cuneo, con circa 140.000 quintali e una superficie investita a noccioleto 12.000 ettari, continua ad essere la principale area produttiva del Piemonte. Dal punto di vista qualitativo, la produzione si è mantenuta generalmente su livelli discretamente
buoni, con una buona resa alla sgusciatura, in linea con la media degli ultimi anni. Si sono invece riscontrate alcune problematiche di carattere sanitario, in particolare per quanto riguarda le percentuali di umidità, e la presenza di cimiciato per le produzioni provenenti da areali con altitudini inferiori. In generale il mercato, sin dalle prime battute, è stato caratterizzato subito da prezzi medio alti. L’inizio della nuova campagna di commercializzazione ha confermato quotazioni superiori a quella precedente: dopo primo avvio a 4,20 €/kg in guscio (9,20 €/punto resa), a cui si aggiungono i 10 € per il prodotto certificato “Nocciola Piemonte IGP”, successivamente il mercato da metà ottobre ha subito una battuta d’arresto, sia nella richiesta di prodotto che nel prezzo. L’industria ha sospeso gli acquisti e il prezzo ha avuto un “crollo” dopo i primi 20€ cent. di ribasso in 15 giorni, nell’ arco di una settimana si è verificato un ribasso di 60€ cent. a punto resa; ora le quotazioni si aggirano
sui 8,40 – 8,50€ cent. punto resa. Analoga situazione è toccata anche ai produttori turchi con ribassi ancora più accentuati. Da evidenziare il fatto che tra i produttori, che hanno ancora le nocciole stoccate nei propri magazzini, serpeggia ottimismo e vi è la convinzione che i prezzi tornino a salire ai livelli di inizio campagna, se non addirittura superiori. In conseguenza di ciò anche l’offerta di nocciole è calata, in attesa di buone nuove che giungano sia dal mercato internazionale che nazionale e locale. E secondo gli ultimi rumors, seppur con tutte le riserve del caso, sembrerebbe che le quotazioni delle nocciole turche siano già in leggera ripresa, trend che andrebbe conseguentemente a riflettersi anche sulle quotazione delle nostre produzioni.
IL SETTORE CASTANICOLO E’ OLTRE IL CINIPIDE
Anche il 2016 si è confermato un altro anno di ripresa per la castanicoltura piemontese, dopo che nella prima decade degli anni duemila era stata pesantemente colpita e pressoché azzerata dal cinipide galligeno, un piccolo insetto, particolarmente dannoso per il castagno. Le prime raccolte di ibridi euro giapponesi, particolarmente diffusi negli impianti post-cinipide sono state caratterizzate da frutti di ottima pezzatura, sano e solo in pochissimi casi, limitato ad alcuni areali, con presenza di marciumi interni dei frutti dovuti al fungo parassita Gnomoniopsis castanea. Già da inizio raccolta i prezzi sono stati elevati a
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ANNATA AGRARIA 3,5 €/kg, per poi salire anche a 4 €/ kg. La raccolta, iniziata tardivamente rispetto al 2015, ha raggiunto anche i 55-60 q.li/ha negli impianti specializzati. La campagna, conclusasi a fine ottobre, ha confermato una buona produzione e prezzi estremamente interessanti. Per quanto riguarda le castagne e i marroni, la cui campagna è iniziata successivamente, si preannunciava un’annata con poca produzione. Previsioni poi smentite sin dalle prime settimane di raccolta, con quantitativi mediamente abbondanti. E se nelle prime fasi la pezzatura era stata inferiore, con il prosieguo di raccolta è stata decisamente interessante. Il problema del marciume interno è molto basso, mentre in molti areali, invece, il problema di frutti bucati dalla Cydia si fa sentire pesantemente. Anche per castagne e marroni i prezzi sono stati sin da subito molto interessanti, con quotazioni superiori rispetto alle annate precedenti, seppur differenti a seconda degli areali di raccolta. Per esempio nelle aree del Cuneese le quotazioni sono partite, già da inizio campagna, al di sopra dei 2 €/kg per poi stabilizzarsi a 2,70-2,80 €/kg e arrivando anche a punte di 3 €/kg. Il mercato locale è volto principalmente al conferimento a commercianti all’ingrosso e, in parte, alla vendita al dettaglio o diretta. Nel suo complesso il mercato del prodotto piemontese ha potuto beneficiare di una forte domanda, anche in virtù dei drastici cali produttivi che si sono verificati in altre regioni italiane, in particolare nel Centro-Sud, a causa di
un andamento climatico non ottimale e a cui si è aggiunta la recrudescenza dei danni del cinipide, arrivato in queste aree più recentemente e non ancora debellato. La produzione piemontese può vantare anche su due produzioni a marchio IGP, ovvero la Castagna Cuneo e il Marrone della Valle di Susa.
SETTORE COLTURE INDUSTRIALI (pomodoro e patate da industria): PRODUZIONE ELEVATA
Secondo l’Organizzazione Interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, la campagna 2016 ha raggiunto una produzione ben oltre il quantitativo prefissato e indicato nell’accordo siglato, tra la parte agricola e quella industriale, lo scorso 17 maggio e che prevedeva un prezzo di riferimento a 85,2 €/ tonnellate. Intesa peraltro raggiunta tardivamente e con buona parte dei trapianti in corso. Infatti dagli ultimi dati diffusi dalla stessa OI, pur mancando ancora i conferimenti della settimana conclusiva e riferiti alle lavorazioni delle ultime tonnellate delle varietà tardive, la produzione ha già superato i 2,75 milioni di tonnellate di pomodoro, un quantitativo ben oltre quello concordato nell’accordo e compreso tra le 2,35 e le 2,55 milioni tonnellate, facendo così scattare una prima penalizzazione. Questo dato conferma la mancata programmazione, in particolare per le semine primaverili e che ha portato a superare abbondantemente i 36 mila ettari programmati al momento della
contrattazione con l’industria. Con un eccesso di materia prima conferita all’industria sono scattate le penali a scapito dei produttori, previste da contratto, di circa 2 euro alla tonnellata. All’eccesso di sovrapproduzione si è aggiunta anche l’applicazione di una tabella qualitativa che, in alcuni casi, ha contribuito a far scattare ulteriori riduzioni di prezzo. Se addirittura, a consuntivo, si superassero i 2,8 milioni di tonnellate, scatterebbe un’ulteriore sanzione di 50 centesimi alla tonnellata. Situazione completamente opposta nel Sud Italia, dove addirittura alcune aziende di trasformazione si sono rivolte agli agricoltori del Nord per acquistare materia prima. La principale area di coltivazione del pomodoro da industria è l’Alessandrino, con una superficie complessiva di circa 2.000 ettari. La produzione, ad eccezione degli areali colpiti dalla grandinate estive, è stata complessivamente medio/buona, con rese ad ettaro di circa 800 quintali e in linea con il trend di tutto il Nord Italia. Anche in provincia di Cuneo la produzione, che si estende su circa 200 ettari, ha raggiunto volumi nella media, mentre la qualità è stata buona. Nonostante una flessione della remunerazione della coltura in questi ultimi anni, si è assistito tuttavia ad un aumento delle superfici, complice soprattutto la scarsa redditività delle principali produzioni cerealicole, mais in primis. Come quella per il prodotto da consumo fresco, anche la patata destinata alla trasformazione industriale ha ottenuto buone produzioni nell’an-
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ANNATA AGRARIA nata 2016, sia in termini di volume che a livello qualitativo. Il contesto favorevole di mercato, complice il calo produttivo dei principali produttori del Nord Europa, è caratterizzato da una domanda dinamica e da quotazioni di mercato su livelli soddisfacenti, che fanno ben sperare per il prosieguo della campagna commerciale. In Piemonte il principale polo produttivo è l’Alessandrino con una produzione complessiva di patate, da consumo e desinate alla trasformazione industriale, di circa 458 mila tonnellate per una superficie di oltre 1.600 ettari (Fonte Istat).
CEREALI: TENGONO I CONTRATTI DI FILIERA
La campagna agraria 2015/2016 è stata, dal punto di vista produttivo, mediamente molto buona, in particolare per i cereali autunno-vernini frumento tenero ed orzo. Ad eccezione delle aree grandinate e non irrigue, in cui le produzioni sono state penalizzate, grazie ad una corretta tecnica colturale, ma soprattutto ad un andamento generale dell’annata favorevole, si sono registrate alte produzioni. Un inverno mite, una primavera non eccessivamente piovosa ed un’estate calda ed asciutta hanno permesso ai cereali autunno-vernini di produrre, di non avere problemi fitosanitari e di maturare bene. Anche per il mais l’annata è stata buona, si sono registrate ottime produzioni e, nonostante un agosto torrido, in provincia di Cuneo non si sono rilevate preoccupanti presenze di aflatossine. Le calde temperature, compromet-
tendo l’allegagione, hanno probabilmente un po’ penalizzato le produzioni di soia e grano saraceno. L’annata nel complesso molto mite ha però favorito lo sviluppo di numerosi insetti particolarmente deleteri per i raccolti; già a partire dal mese di marzo preoccupanti popolazioni di afidi su grano ed orzo hanno propagato nocive virosi, a maggio cospicue popolazioni di diabrotica hanno danneggiato numerosi campi di mais ed a luglio ed agosto elevate popolazioni di piralide e disastrose invasioni di cimici hanno compromesso quantità e qualità di molti raccolti. Dal punto di vista del mercato, complice il surplus produttivo mondiale da record di mais, soia e frumento, si sono registrati prezzi molto bassi che, per certi prodotti, hanno raggiunto minimi storici mai registrati. In una contingenza così disastrosa, i differenti contratti di filiera stipulati dalla Coldiretti e la rete dei Consorzi Agrari, hanno consentito alle aziende aderenti di percepire importanti integrazioni ai prezzi di mercato. Per
la campagna cerealicola 2015/2016 i principali contratti sono stati i seguenti: • contratto grano qualità – varietà Bologna, prezzo medio remunerato 183 €/tonnellata; • contratto grano qualità – varietà Ovalo, prezzo medio remunerato 180 €/tonnellata; • contratto grano qualità – varietà Graindor, prezzo medio remunerato 171 €/tonnellata; • contratto grano – varietà da glutine, prezzo medio remunerato 167 €/tonnellata; • contratto “orzo qualità”, prezzo medio remunerato 161 €/tonnellata. Anche per quest’anno i risultati ottenuti dai contratti di filiera confermano la validità della linea intrapresa da Coldiretti ed i Consorzi Agrari; i contratti consentono di soddisfare le esigenze qualitative e quantitative dell’industria con la quale ogni anno si definiscono volumi, parametri e premi di produzione, diventando per gli agricoltori strumenti fonda-
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LATTIERO-CASEARIO: MERCATO PESANTE
All’interno dell’annata agraria 2016 si sono susseguite la campagna lattiero casearia 2015/2016, terminata con il mese di marzo, e quella 2016/2017 che si concluderà nel marzo 2017. Nel corso dell’annata agraria è proseguito il trend al ribasso dei prezzi, avviato già nella precedente, raggiungendo il picco negativo nel periodo estivo. Già nell’annata scorsa, con la fine del regime delle quote latte nell’UE nel marzo 2015, si erano avvertiti i primi segnali sfavorevoli, con un’offerta di latte in crescita costante, non solo a livello comunitario ma anche globale, e una conseguente contrazione delle quotazioni. E nel 2016 si é avuta una con-
tinuazione di tale andamento, con produzioni molto elevate, generando un notevole surplus e una ulteriore riduzione dei prezzi. La campagna lattiero casearia 2015/2016 (1°aprile 2015/31 marzo 2016) si è conclusa con una produzione nazionale di 11.374.465 tonnellate, segnando un +3,4% rispetto a quelle 2014/2015 (10.996.561 tonnellate) che già era stata su livelli record; in Piemonte invece è stata di 1.019.072 tonnellate, in aumento del 2,5% sulla precedente (994.494 tonnellate). Ad aggravare ulteriormente la situazione, tra la fine gennaio e il mese di febbraio, alcuni caseifici hanno inviato a diversi produttori la disdetta del contratti di fornitura per la campagna successiva. In alcuni casi la disdetta non lasciava spazio a possibili trattative; in altri il caseificio si rendeva disponibile a negoziare il conferimento di latte con un nuovo contratto. Dopo una prima fase di tensione e preoccupazione da parte dei produttori coinvolti, con l’inizio
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della nuova campagna tutte le partite di latte hanno trovato comunque una collocazione. Con il persistere di un quadro di mercato fortemente negativo, nel corso della campagna 2016/2017, se si esclude il mese di aprile, si è verificata una progressiva diminuzione delle produzioni. A fronte di tale contesto l’Unione europea ha provveduto a varare alcune misure straordinarie, quali ad esempio la proroga dell’acquisto pubblico della polvere di latte, la proroga dello stoccaggio privato della polvere di latte. Altra misura è stata il piano di riduzione della produzione di latte e che, tra settembre e ottobre, ha visto l’adesione di oltre 50 mila allevatori dell’UE, con uno stanziamento complessivo di 150 milioni di euro. Questi allevatori europei si sono impegnati a diminuire le loro produzioni per 3 mesi per un ammontare di 1,071 milioni di tonnellate e che corrisponde all’incirca al 10% del latte prodotto in Italia. Nel nostro Paese vi hanno aderito circa 1.000 produttori (in Piemonte circa 70) con un impegno a ridurre di 25 mila tonnellate. Un altro intervento UE, che vedrà la luce nel 2017, prevede un aiuto eccezionale ai produttori di latte e agli agricoltori in altri settori zootecnici. Su un budget totale di 350 milioni di euro, all’Italia ne sono stati assegnati 21, portati successivamente a 31 milioni con il cofinanziamento nazionale. Con l’inizio della stagione autunnale si stanno tuttavia riscontrando i primi segnali di ripresa, con i primi aumenti di prezzo alla stalla del latte crudo bovino. Aumenti dovuti sia da
ANNATA AGRARIA una riduzione dell’offerta e dalla contestuale ripresa dei consumi a livello globale, Cina in testa.
SETTORE BOVINO: ANCORA CRISI NEI CONSUMI
Il 2016 è stata un’annata in linea con quella degli anni scorsi per il settore bovino in Piemonte. Nella nostra Regione il patrimonio zootecnico raggiunge nel complesso circa 851.000 capi, sia da carne che da latte e distribuiti su circa 13.000 allevamenti. La Piemontese, con circa 330.000 capi e allevata in 4.200 allevamenti, rappresenta la principale razza da carne. E’ la prima razza autoctona a livello nazionale per numero di capi allevati, raggiungendo da sola il 50% del patrimonio delle razze autoctone italiane da carne. E proprio per la Piemontese, che da sola contribuisce al 20% della carne prodotta a livello nazionale, si sta cercando di portare alla conclusione l’iter di approvazione dell’IGP Vitellone Piemontese della Coscia, al momento ancora fermo in sede di Commissione europea. A fronte di una crisi dei consumi, i tagli di carne della razza Piemontese sta mantenendo tutto sommato le proprie quote di mercato, evidenziando, anzi, margini di crescita importanti soprattutto nel Centro-Sud Italia, dove viene progressivamente conosciuta e apprezzata. Oltre ad allevamenti di Piemontese, nella nostra Regione sono presenti anche importanti realtà da ingrasso di Blonde d’Aquitaine, Limousine e Charolaise.
Nel complesso i prezzi si sono mantenuti su livelli medio bassi, pressoché invariati rispetto agli ultimi anni. Risultati migliori sono stati ottenuti da allevamenti inseriti in filiere specifiche, come per esempio quelli realizzate da alcune cooperative di allevatori che operano sul territorio.
SETTORE SUINICOLO: SEGNALI DI RIPRESA
Per il comparto suinicolo il 2016 è stato tutto sommato positivo in termini di mercato con quotazioni in crescita per buona parte dell’annata, soprattutto nel periodo tra fine aprile e settembre. Come indicano i prezzi formulati dalla CUN – Commissione Unica Nazionale dei suini da macello di Mantova - il prezzo medio nell’annata agraria, per la categoria 160/176 kg del circuito tutelato, è stato di 1,423 €/kg. Dopo una prima parte della stagione su livelli di prezzo compreso tra 1,2 e 1,3 €/kg, dalla fine di aprile le quotazioni hanno iniziato a salire progres-
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sivamente, fino a toccare il massimo a settembre con 1,750 €/kg. Da ottobre in poi, invece, si è verificato un calo costante e che ha portato in meno di 2 mesi ad una contrazione dei prezzi di oltre 18 centesimi. Nella categoria 160/170 kg del circuito tutelato rientra la stragrande maggioranza degli allevamenti piemontesi, specializzatisi negli anni per la produzione di suino pesante da destinare alle filiere DOP, in particolare Prosciutto di Parma e San Daniele DOP. In Piemonte sono presenti meno di 3.000 allevamenti per una numero di capi che supera 1,2 milioni di suini. Nel 2016 in Piemonte si è avuta una leggera flessione dei capi allevati (-1%), ma in linea con il calo riscontrato a livello nazionale. A gennaio 2016, in seguito del persistere delle difficoltà di mercato e, al fine di ristabilirne l’equilibrio e consentire la ripresa dei prezzi, la Commissione Europea aveva attivato un nuovo regime di aiuto all’ammasso privato delle carni, misura poi chiusa dopo neanche un mese di apertura.
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SETTORE AVICUNICOLO: CRISI DEI PREZZI
Per il comparto avicolo da carne, in particolare per i broiler, si è trattata di un’annata negativa sul fronte del mercato e che ha portato ad un calo di circa il 10% delle quotazioni rispetto al 2015. La diminuzione dei prezzi è stata principalmente causata da un aumento consistente dell’offerta a livello nazionale, a fronte di una domanda rimasta pressoché invariata. Infatti, anche nel corso del 2016, la carne bianca conferma un trend positivo nei consumi, rispetto invece ad altre tipologie di carne. Come si può osservare delle rilevazioni delle Borse Merci di Milano e Forlì, i due principali riferimenti del mercato nazionale, per buona parte dell’annata i prezzi sono rimasti costantemente al di sotto dell’euro, raggiungendo il picco negativo durante il periodo estivo. Per quanto riguarda invece l’allevamento, nel corso nel 2016 non sono emerse particolari problematiche e la qualità della carne è stata nel complesso più che apprezzabile. Anche per quanto riguarda la produzione di uova non è stata un’annata positiva dal punto di vista del mercato, con quotazioni progressivamente in calo per tutto il 2016, come conferma l’andamento dei listini di Milano e Forlì. Solamente nel mese di ottobre si è osservata una leggera ripresa, dovuta nient’altro che alla tradizionale evoluzione del mercato in questo periodo dell’anno. Quotazioni che, se confrontate con i prezzi medi dello scorso anno dei listini di Milano e Forlì, evidenziano un calo medio nell’ordine del 13 -
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16%. Prezzi in forte diminuzione che tuttavia non trovano giustificazione nella produzione delle uova, che si conferma in crescita ma non in maniera elevata da portare ad un crollo così evidente delle quotazioni. Nel 2016 il comparto cunicolo ha attraversato un periodo di crisi tra i mesi di aprile e luglio, con un mercato caratterizzato da prezzi in forte ribasso, nonostante una buona domanda. Solo a partire dal mese di luglio, le quotazioni hanno ripreso progressivamente a salire, interrompendo tale tendenza solamente a inizio novembre dopo un aumento di quasi un euro, come confermano le quotazioni della CUN - Commissione Unica Nazionale - dei conigli vivi da carne da allevamento nazionale di Verona e della Commissione prezzi conigli di Cuneo, operante nell’ambito della Borsa merci. Andamento, soprattutto in quest’ultimo periodo, motivato da una scarsità dell’offerta di conigli da parte degli allevatori, che nel periodo estivo avevano ridotto drasticamente le fecondazioni, e
da una domanda pressoché invariata.
SETTORE VITIVINICOLO: ANNATA DI ECCELLENZA
La vendemmia 2016 è stata eccellente sotto il profilo qualitativo, ma anche quantitativo per tutte le uve, dalle bianche a quelle aromatiche moscato, alle nere da vini rossi di pronto consumo a quelle da rossi da invecchiamento. Uve che hanno raggiunto le cantine presentandosi integre, ottime e in quantità equilibrata, dopo un 2015 un po’ avaro. L’andamento climatico già a luglio lasciava presagire un quadro interessante, una situazione che poi si è ulteriormente evoluta al meglio nei mesi successivi di agosto e settembre. Si sono infatti registrate fino all’estate avanzata temperature mensili nella media, con progressione costante durante il prosieguo della stagione. Gli accumuli termici sono stati leggermente inferiori al 2015 e la piovosità più elevata della media. Si sono verificati alcuni eventi meteorologici
ANNATA AGRARIA passato, ma consolidando le quote acquisite. Il vino italiano esportato vale circa 5,5 miliardi sui 10 totali della produzione e rappresenta la voce più importante con il 20% circa dell’agroindustria. E all’interno dell’Unione europea s’intravede una crescita intorno al 3% dopo un periodo non brillante e con l’incertezza “Brexit”. Tra le novità di quest’annata riguarda la filiera del Moscato, importante realtà sul nostro territorio e che sino ad oggi ha sviluppato due tipologie di prodotto: quella del Moscato d’Asti che mantiene un trend positivo di mercato e quella dell’Asti spumante che invece arranca, con un consumatore che tende in questi ultimi anni a prediligere uno spumante meno e più secco, così come dimostra il fenomeno “Prosecco”. In risposta a questo cambio dei gusti e dei comportamenti del consumatore le case produttrici dell’Asti stanno preparando una nuova tipologia di vino secco o semisecco, che affiancherà il tradizionale dolce ma più da aperitivo e da tutto pasto.
SETTORE APISTICOMIELICOLO: ANNATA SCARSA
Dopo un inverno mite, in cui gli alveari erano nelle condizioni ottimali per fornire una buona produzione di miele, l’avvio di stagione è stato buono, con interessanti produzioni di tarassaco e ciliegio, purtroppo nel mese di maggio, a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli, con temperature sotto la media e temporali che hanno determinato una fioritura senza nettare, la produzione dell’acacia si è at-
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testata su livelli bassissimi con produzioni medie che hanno raggiunto a mala pena i 2 kg per alveare, un decimo rispetto alle annate considerate normali. Anche la produzione del castagno non ha raggiunto le aspettative. Un andamento climatico non ottimale ha fatto registrare produzioni al di sotto della media, nonostante il problema del cinipide sul castagno sia rientrato e la fioritura sia stata abbondante. Andamenti simili anche per il miele di tiglio, rododendro, e mille fiori di alta montagna, che non hanno fatto registrare produzioni significative. Gli apicoltori riponevano fiducia nella melata estiva: qui la produzione è stata a macchia di leopardo e pochi sono stati i fortunati che hanno ottenuto discreti risultati. Inoltre, per quanto riguarda il mercato, si è registrato il boom di prodotto importato dall’estero: il miele cinese, ungherese e rumeno hanno superato quest’anno la produzione italiana. In Cina, oltretutto, è pure consentita la presenza di polline OGM, così come in Romania, paese che si colloca nella classifica dei principali esportatori in Italia, guidata da un’altra nazione dell’Est, l’Ungheria. Diventa perciò molto importante la lettura dell’etichetta, in quanto il miele prodotto interamente sul territorio nazionale, dove non sono ammesse le coltivazioni OGM, ed è riconoscibile con l’indicazione dell’origine “Ita-
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violenti, anche con caduta di grandine su un’area piuttosto estesa negli ultimi giorni di luglio ma il danno ai grappoli è stato generalmente contenuto (punte massime del 25%) e mitigato dagli immediati interventi post evento. Da segnalare, comunque, il diffondersi di vigneti protetti dalle reti antigrandine. Nei vigneti “scoperti” invece la produzione piena ha parzialmente compensato le perdite. A livello qualitativo il danno è stato contenuto visto che gli acini non erano ancora nella fase di invaiatura- maturazione in quei giorni e pertanto si presentavano molto consistenti, mentre quelli danneggiati sono successivamente seccati e poi rimossi durante l’intervento di cura che comprende il consueto diradamento per ricondurre la produzione “spontanea” ad una carica ottimale. L’andamento complessivo dell’annata ha evitato il verificarsi di stress idrici, mentre i mesi di agosto e settembre hanno consentito alla pianta di proseguire la maturazione dei grappoli in condizioni ideali con un costante aumento degli zuccheri, una moderata riduzione degli acidi e una produzione e immediata fissazione della sostanza colorante nella buccia. Tutte le uve si sono raccolte sane, senza segni di attacchi parassitari di rilievo. I pronostici buoni di luglio non solo sono stati confermati, ma ancora migliorati rispetto alle attese: qualità e quantità su tutte le varietà e ovunque per tutte le DOC e DOCG piemontesi. Analizzando invece il mercato, si riscontra una crescita verso i canali esteri, seppur non più elevata come in
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ANNATA AGRARIA lia”, obbligatoria per legge. Mentre nel caso in cui il miele provenga da più paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari dell’UE”; se invece proviene da paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari dell’UE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari dell’UE”.
SETTORE FLOROVIVAISTICO: TENGONO LE PIANTINE
Nel 2016 il settore florovivaistico ha avuto una leggera flessione delle vendite per quanto riguarda il periodo primaverile nel comparto dei fiori. Ha tenuto invece la vendita del comparto piantini da orto nonostante ci sia una forte concorrenza da parte di grandi aziende che fanno produzione e spedizioni quotidiane in tutta Italia. Una leggera flessione c’è stata sul mercato del crisantemo durante il periodo della festa di Ognissanti, in quanto si è verificata una forte concorrenza con prodotti provenienti da altre Regioni nazionali, anche se non sempre di ottima qualità, andando però ad aumentare l’offerta sul mercato, a scapito delle aziende del territorio.
IL SETTORE BIOLOGICO E’ IN AUMENTO
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I dati parlano chiaro, ancora un segnale positivo dal mercato del biologico a livello nazionale: +21% dall’inizio dell’anno; dato che fa ben presagire per la chiusura dell’anno. Da alcuni anni l’andamento economico dei mercati legati alle produzioni biologiche è in costante crescita e i numeri continuano a confermarlo. Il segno positivo non riguarda solo i prodotti freschi ma anche i trasformati, segnale che dimostra quanto il consumatore stia diventando sempre più attento agli alimenti che acquista e che malgrado la crisi quanto sia disposto anche a spendere di più per l’alimentazione pur di avere del cibo certificato. Nel 2016 ben 13 milioni di italiani portano in tavola cibo biologico certificato almeno una volta a
settimana. L’aumento positivo è riscontrabile anche sulle superfici nazionali: nel 2016 si sono superati gli 1,6 milioni di ettari, circa il 12% della SAU nazionale. Per quanto riguarda le produzioni agricole, restano in crescita e verdura, ma fanno ben presagire anche le informazioni sulla zootecnia: +20% di bovini, +18% il pollame e +9% i caprini; con conseguente aumento delle produzioni di carne e formaggi certificati biologici. A livello nazionale gli operatori nel 2016 hanno raggiunto la quota di quasi 60mila, che è il numero più elevato a livello comunitario. Analizzando unicamente le vendite del settore, restano al primo posto le vendite dirette in cascina o nei punti vendita locali di aziende o cooperative che vendono i prodotti locali, ma anche nei mercati locali e nei mercati dei produttori agricoli. Positivi anche i trend legati alla ristorazione, aumentata del 69% e, il più significativo degli aumenti, se si considera una crescita del “solo” 12% per quanto riguarda le mense scolastiche e il 13% degli agriturismi. Anche le filiere biologiche rimangono importanti: nello specifico per quanto riguarda la vendita diretta restano importanti i settori della frutta e della verdura, dove grazie anche allo sviluppo degli ultimi anni vi è una maggiore disponibilità di mezzi tecnici ma anche di varietà resistenti alle principali patologie. I cereali restano una realtà importante, valorizzata anche da contratti di filiera molto interessanti per le aziende bio. E sul territorio piemontese, da diversi anni, si sono sviluppate alcune interessanti realtà, come quella per la produzione di farro monococco Enkir con il Molino Marino
di Cossano Belbo, che ha prodotto circa 550 quintali nel 2015 e ha raddoppiato la superficie coltivata con le semine 2016. Altri contratti di filiera di grande interesse sui cereali sono stati quelli sul frumento tenero bio, stipulati sia con il Molino Sobrino di La Morra e con lo stesso Marino; per l’orzo un accordo è stata siglato con il mangimificio Verzuolo-Biomangimi di Verzuolo. Strettamente connesse alle produzioni cerealicole restano le filiere dei foraggi, ricercate soprattutto da allevamenti biologici locali che stanno impostando filiere di latte di capra e di vacca biologico, a fronte di una domanda crescente da parte del consumatore. Inoltre la rotazione prevista dall’agricoltura biologica richiede l’ introduzione anche di altre colture; pertanto altre produzioni stanno assumendo una certa rilevanza come la patata, attraverso gli accordi di filiera nel 2016, sono stati prodotti e commercializzati circa 600 quintali attraverso la cooperativa 7 Vie del Belbo. Analoghe filiera si sono strutturate in questi anni, come quella sul grano saraceno e sul fagiolo nano Borlotto o Adzuki. Nel complesso si tratta di volumi non elevati, se raffrontati unicamente alle produzioni convenzionali, ma che consentono di ottenere remunerazioni soddisfacenti, in particolare ad aziende situate in aree senza particolari potenzialità, la cui sopravvivenza assume una particolare rilevanza, non solo economica per il territorio, ma soprattutto sociale e ambientale. Sempre molto interessanti anche le produzioni di erbe officinali collegate alle cooperativa Agronatura di Bergagiolo e Valverbe di Melle.
KIWI
All’incontro tecnico organizzato dalla Fondazione AGRION, le strategie da adottare in Piemonte nel 2017 sui nuovi impianti: baulature, semina di essenze da sovescio e sistema di irrigazione
La Moria del Kiwi in Piemonte, studio del fenomeno e misure preventive
E’
stato molto seguito da agricoltori e tecnici il convegno sulla moria dei kiwi organizzato lo scorso 18 novembre a Manta dalla Fondazione Agrion. Vi erano oltre 300 persone provenienti per lo più dal saluzzese e dal vercellese, dove la moria ha toccato finora gli impianti di oltre 100 aziende, ma sono intervenute persone anche da altre aree e dalle regioni transfrontaliere francesi. Hanno introdotto i lavori Giacomo Ballari, Presidente di Agrion, e Giorgio Ferrero, Assessore regionale all’agricoltura, evidenziando i danni provocati dalla nuova emergenza fitosanitaria e confermando l’impegno della Fondazione regionale per una ricerca sul campo, che chiarisca le cause e metta a disposizione di tecnici e produttori gli strumenti per affrontare la malattia. Graziano Vittone di Agrion ha fatto il punto sulla situazione sul territorio: 100 ettari colpiti nell’area tra Saluzzo-Lagnasco-Scarnafigi; il Cavourese in provincia di Torino e una cinquantina di ettari nel Vercellese ad Alice Castello e Borgo d’Ale. Ha mostrato i sintomi sulle foglie e sull’apparato radicale e la progressione all’interno degli appezzamenti. Luca Nari di Agrion e Chiara Morone del Servizio fitosantario hanno esaminato le condizioni predisponenti la fisiopatia. Nei giorni scorsi sono stati estirpati impianti con escavatori. Si è così potuto esaminare per bene la stratigrafia del suolo. Si è formato uno strato asfittico superficiale, simile a quello delle risaie: il ferro si “riduce”, assumendo una colorazione azzurro/bluastra. Il denominatore comune dei suoli interessati al fenomeno è la prevalenza della frazione argillosa, che si è compattata sia per ragioni climatiche (Chiara Morone ha
illustrato l’impatto del climate change nell’ultimo triennio) e per i ripetuti passaggi di mezzi meccanici per la difesa dalla Psa. Laura Bardi del Crea di Torino ha spiegato che cosa accade a livello fisiologico quando le radici entrano in anossia: il ruolo dell’acido abscissico, il restringimento degli stomi, etc. Inoltre il ruolo della sostanza organica e dei microrganismi della rizosfera.
Lorenzo Tosi dell’Agrea di Verona, ha “raccontato” l’esperienza del Veronese, dove a partire dal 2012 sono stati estirpati più di 1.000 ettari, con una progressione preoccupante. Ha commentato i risultati delle prove sperimentali in corso sulla sistemazione della superficie del suolo, arricchimento in sostanza organica e controllo dell’irrigazione. In Veneto come in Piemonte l’eccesso di irrigazione risulta determinante nell’eziologia del collasso. L’irrigazione pilotata con tensiometri consente di dimezzare l’apporto irriguo con benefici per l’ossigenazione del suolo. Graziano Vittone ha presentato le strategie da adottare in Piemonte nel 2017 sia sui nuovi impianti (baulature, semina di essenze da sovescio e sistema di irrigazione), sia su quelli nelle zone a rischio (assolcatura centrale, erpicatura dell’interfila e adozione dei tensiometri per il controllo dei volumi irrigui, oltre agli apporti di sostanza organica negli impianti asintomatici). L’incontro si è chiuso con un appassionato dibattito, che ha posto l’accento sulla necessità che Agrion possa svolgere un’adeguata sperimentazione sul territorio.
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La rassegna si è svolta domenica 13 novembre al Castello Acaja di Fossano
Il Miglior Salame Crudo del Cuneese
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omenica 13 novembre, al Castello Acaja di Fossano, sono stati premiati i vincitori della 1ª rassegna dedicata al miglior salame crudo del cuneese. L’assegnazione dei riconoscimenti è stata preceduta dal convegno “Salame, a chi? Dal suino al salame – La filiera suinicola cuneese”. Sono stati presentati 22 campioni prodotti da 17 aziende del cuneese, la selezione operata dal panel di Maestri Assaggiatori ONAS ha valutato i salami in rassegna. Sono risultati vincitori i seguenti salumifici: - 1°classificato Salumificio Brizio s.r.l. Venasca - 2°classificato La Granda s.r.l. Genola - 3°classificato Salumeria Riberi Fossano “Nella costante ricerca di nuove iniziative – dicono gli organizzatori - per la promozione e la diffusione dei prodotti di eccellenza e nell’intento di valorizzare le produzioni locali, in particolare quelle legate alla filiera suinicola, il Comune di Fossano e ONAS - Organizzazione Nazionale Assaggiatori Salumi, con il sostegno di Cassa di Risparmio di Fossano e il patrocinio di Camera di Commercio Cuneo,
hanno presentato la 1ª edizione della Selezione per il miglior salame crudo del Cuneese, a cui sono state invitate le aziende che producono direttamente insaccati di puro suino della provincia di Cuneo. La selezione si è tenuta sabato 5 novembre, mentre la premiazione si è svolta domenica 13 novembre”. Il convegno è stato un’ottima occasione per conoscere meglio la filiera suinicola cuneese, una delle più importanti di tutto il Piemonte. Conoscere questa realtà è il primo passo per poterla apprezzare e gustare fino in fondo. Il salame non è solo un insaccato, rappresenta un momento di convivialità, ritrovarsi attorno a un tavolo e condividere esperienze e progetti, ricordi ed emozioni.
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GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO
Il Giubileo dell’agricoltura cuneese
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omenica 6 novembre, in occasione della Giornata del Ringraziamento, che suggella la fine della stagione agraria, Coldiretti Cuneo ha celebrato il “Giubileo dell’agricoltura cuneese”, dando concretezza al messaggio Giubilare indetto da Papa Francesco nell’Anno Santo e ricordando i 70 anni della nascita dell’Organizzazione provinciale. Monsignor Vescovo Piero Delbosco ha celebrato la Santa Messa nel Duomo cittadino, dedicato a Santa Maria del Bosco, accogliendo i fedeli all’ingresso della Porta Santa. Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte ha preso la parola, al termine della funzione, ringraziando Mons. Vescovo, per aver voluto condividere il momento più significativo dell’annata, che richiama i valori più profondi del mondo agricolo, come quello della fede, della famiglia, della reciprocità, del mutuo aiuto – “valori – ha detto la Presidente - che noi come Organizzazione, tendiamo a rafforzare e stimolare”. La Giornata del Ringraziamento – ha proseguito Delia Revelli - è un momento di fede, di ringraziamento
All’offertorio sono stati consegnati a sua Eccellenza Mons. Vescovo i prodotti della terra a cura delle varie Zone della Provincia
al Signore per quello che ci ha donato in quest’anno e in particolare per averci dato la possibilità di stare vicini alla categoria agricola per ben 70 anni. Certamente chi mi ha preceduto ha espresso un grande impegno dando dignità sociale ed economica agli operatori del settore agricolo. Noi, oggi, cerchiamo di continuare questa opera con impegno e dedizione, orientati al raggiungimento di risultati concreti: più essere che apparire”! In via Roma sono stati allestiti i gazebo gialli in cui sono stati portati i “frutti della terra”, che poi sono stati destinati alle realtà benefiche della città.
Associazione Società di San Vincenzo de Paoli Consiglio Centrale di Cuneo – ONLUS
Quanto sono vere e concrete le parole che domenica 6 novembre il celebrante ha pronunciato in Duomo nella Santa Messa di ringraziamento della COLDIRETTI di Cuneo: “Ti offriamo questi doni frutto della terra e del nostro lavoro”. E la San Vincenzo a nome dei poveri che assiste ringrazia tutti gli associati per la frutta e la verdura di stagione che ha ricevuto in dono, segno di ringraziamento a Dio e di condivisione con i fratelli. Patrizia Degioanni Presidente Ass. Soc. di San Vincenzo de Paoli Consiglio Centrale di Cuneo
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Campagna Amica Day, grande successo! vino, al suono di un’applauditissima street band itinerante. L’appuntamento che ha più calamitato l’attenzione della piazza? La sfida AgriChef, che ha visto confrontarsi in due round i cuochi di quattro agriturismi Terranostra e Campagna Amica: Al Chersogno di Prazzo, Ca’ del Duduro di Garessio, Antica Cascina Costa di Pagno e Il Casolare di Bene Vagienna. I round sono stati veri spettacoli di cucina, animati con sapienza e brio da Fede & Tinto, conduttori di “Decanter” su Rai Radio2 e volti noti di programmi Rai di successo come “La prova del cuoco”, “Linea Verde Orizzonti” e “Frigo”. A valutare i piatti, cucinati al momento con le eccellenze del nostro
territorio, una giuria qualificata e il pubblico coinvolto nella degustazione. Il Campagna Amica Day - che ha avuto una banca del territorio come main sponsor, la Banca d’Alba - ha appassionato tutti, grandi e piccini, grazie anche alle Fattorie Didattiche e ad una caccia al tesoro a tema organizzata per i bambini. “Coldiretti Cuneo e Campagna Amica si sono impegnate ancora una volta a promuovere il territorio e le produzioni tipiche cuneesi” commenta il Presidente Coldiretti Cuneo Delia Revelli. “Grazie alle tante iniziative del Campagna Amica Day - concludono - siamo riusciti a coinvolgere i cittadini e ad aumentarne l’interesse verso un consumo critico e responsabile”.
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igliaia di visitatori hanno affollato Piazza Risorgimento ad Alba il weekend del 12 e 13 novembre per il Campagna Amica Day, la manifestazione che Coldiretti Cuneo e Campagna Amica hanno dedicato ai consumatori, nel prestigioso contesto della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba. Grande successo per le aziende del mercato Campagna Amica, che hanno registrato un vero boom di vendite. Molto apprezzato, poi, il cibo di strada marchiato Campagna Amica, a base di prodotti tipici rigorosamente locali: in tantissimi hanno gustato deliziosi piatti e buon
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utti giù per terra”, l’innovativo progetto educativo rivolto ai bambini fra i 3 mesi e i 5 anni, è stato presentato il 19 novembre a Rivoira di Boves, nei locali della Scuola materna “Divina Provvidenza”. L’iniziativa ha coinvolto oltre un centinaio di persone, tra adulti e bambini. Non è stata una presentazione convenzionale, ma un momento di animazione in cui i bimbi hanno sperimentato direttamente le attività di “Tutti giù per terra”: la lettura espressiva, la musica creativa, gli esercizi di scuola circense, le piccole attività agricole
Coldiretti il Segretario di Zona Cuneo Massimo Meineri e Marcello Cavallo, responsabile dell’ambito sociale. Per la cooperativa Linfa Solidale, capofila del progetto, ha preso parte il Presidente Andrea Launo e per la Scuola materna è intervenuto il presidente Cristian Macagno. Un altro appuntamento molto seguito dalle famiglie, nell’ambito del nuovo progetto, è stato quello del 18 novembre, nella Scuola materna di Rivoira: l’incontro di apertura del laboratorio di educazione alla lettura, tenuto da Emanuela Bussolati, autrice e illustratrice di libri per bambini. Un ottimo punto di partenza, insomma, che dà grande slancio a “Tutti giù per terra”.
e quelle con le Agritate e le educatrici della Scuola materna. Alla presentazione sono intervenuti: per la Fondazione CRC, che ha contribuito alla realizzazione del progetto, il Presidente Giandomenico Genta; per il Comune corso di formazione, che di Boves, partner dell’iniziativa, Partecipa all’incontro formativo sul servizio e sul Coldiretti Cuneo, in piazza l’Assessore con deleghe alla famisi terrà sabato 17 dicembre alle ore 10 presso glia e al sociale, Enrica Di Ielsi, e il Foro Boario 18 a Cuneo. Consigliere Gianluca Cavallo; per
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EVENTI E MANIFESTAZIONI
Coldiretti presenta a Scrittorincittà i prodotti a KmO
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er la 18ª edizione del Festival letterario Scrittorincittà dedicato quest’anno al tema della Ricreazione, Coldiretti ha collaborato a due importanti eventi, declinando il tema protagonista del 2016 come momento di riflessione sull’importanza del mangiar sano e della qualità del cibo, in un tempo che vede le persone sempre più attente e consapevoli nell’acquisto dei prodotti da portare in tavola. Alla cerimonia di assegnazione del “Premio Città di Cuneo per il Primo Romanzo”, venerdì 18 novembre al circolo ‘l Caprissi, Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo ha premiato Paolo Chicco, autore del romanzo Le mura di Tramontana, edito da Fausto Lupetti. Dopo la proclamazione del vincitore, Enrico Ianniello con il romanzo La vita prodigiosa di Isidoro
Sifflotin, Feltrinelli, è stata molto apprezzata dal pubblico la degustazione di prodotti di eccellenza delle aziende agricole associate a Coldiretti: un modo “goloso” e concreto per rendere partecipi tutti gli intervenuti dei valori della rete Campagna Amica, che mette al primo posto l’interesse dei consumatori, la promozione dei prodotti agricoli locali, stagionali e garantiti e la filiera cortissima dell’agroalimentare.
Il secondo appuntamento “Cavoli a merenda”, si è svolto domenica 20 novembre al Centro Incontri della Provincia ed ha coinvolto con un ricco pomeriggio di giochi, in collaborazione con Educazione alla Campagna Amica, i bambini dai 3 ai 6 anni. Due momenti significativi in cui Coldiretti si è fatta portavoce dell’alimentazione sana e di qualità e della corretta educazione di quelli che saranno consumatori di domani.
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EVENTI E MANIFESTAZIONI
Pensionati e Donne Impresa, una crociera da sogno Per alcuni è stata un’esperienza nuova, per altri un’avventura già sperimentata in passato e amata. Per tutti, rientrati al porto di Savona il 19 novembre dopo una settimana di scoperte e relax, la crociera nel Mediterraneo fra Spagna e Italia è stata una vacanza da ricordare. Il viaggio, organizzato con il supporto tecnico dell’agenzia In Terre di Granda, si è rivelato un importante momento di aggregazione per i sessanta del gruppo Coldiretti Pensionati e Donne Impresa, che hanno navigato a bordo dell’elegante nave “Costa Fascinosa” alla scoperta di Barcellona, Valencia, Palma di Maiorca, Palermo e Napoli.
Successo di Allevatorissima, la festa dei frisonisti. Consegnato il premio Italialleva 2016 a Enrico Scimone (a sinistra), dirigente Ferrero e al centro Livio Diale e Tiziano Valperga.
In occasione della Giornata Nazionale dei Pensionati, il Consigliere Nazionale dell’Associazione, Natale Carlotto ha assistito alla Messa celebrata dal Papa Francesco per la Giornata del Ringraziamento. Nella foto, lo vediamo conversare amabilmente in “piemontese” con il Santo Padre.
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CONSULENZA AGRONOMICA
A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo
Interventi agronomici del mese Uno sguardo alle coltivazioni del territorio mese per mese a cura dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo. Mese caratterizzato da una diminuzione delle piogge, ma le temperature tendono ad abbassarsi notevolmente, specialmente i valori minimi grazie ad un minor soleggiamento, motivo per cui le gelate interessano in maniera diffusa il territorio. Nel dettaglio:
In ottemperanza a quanto disposto dal decreto 22 gennaio 2014 (PAN) punto A.7.2 Difesa integrata obbligatoria
FRUTTA:
CEREALI:
Sugli autunno vernini valutare eventuali posizionamenti di diserbi di post emergenza precoce se il tempo lo permette.
FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI:
Per i mirtilli, se non è ancora stata effettuata la prima applicazione di rame, si consiglia di farla; anche chi, dopo la caduta foglie, non avesse ancora effettuato il trattamento a base di olio bianco minerale per controllo di cocciniglia può effettuarlo in questo periodo. Su lampone e mora, se non ancora effettuati, provvedere ad effettuare trattamenti a base di rame e zolfo. Per le fragole unifere e rifiorenti da mantenersi per il prossimo anno è possibile, tempo permettendo, di effettuare un trattamento di zolfo volendo anche abbinato al rame, ad almeno 10-12 giorni di di-
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pure l’applicazione di nematodi entomopatogeni (da effettuarsi però più avanti viste le temperature non adatte alla biologia dei nematodi entomopatogeni). Per chi coltiva fragole in fuori suolo e intende gestire le piante nel periodo invernale si ricorda di mantenere il substrato umido durante l’inverno in quanto le gelate potrebbero disidratare la radice.
stanza dal trattamento per antracosi e vaiolatura. Controllare la presenza di oziorrinco, verificando la presenza delle classiche rosure sulle foglie e sul colletto causate dagli adulti di questo insetto. In caso di piante stentate controllare la radice e valutare la presenza delle larve: in questo caso si consigliano interventi chimici op-
Nel mese di dicembre tutte le specie frutticole entrano in senescenza, cessando l’attività vegetativa e lasciando cadere le foglie; terminate tutte le fasi di raccolta, si procederà con le operazioni di potatura per eliminare la vegetazione in eccesso, eventuali parti di pianta malate e migliorare l’equilibrio tra massa vegetativa e frutti per la prossima stagione. Per le drupacee, occorre terminare le operazioni di potatura. Su melo e pero si iniziano generalmente in questa fase le operazioni di potatura e diradamento manuale delle gemme che proseguiranno fino alla prossima primavera. Anche il kiwi può essere potato in questa fase, ma per prevenire la PSA, è necessario che tale operazione venga fatta nelle giornate più miti ed asciutte. Su tutte le specie frutticole, durante la potatura, è utile disinfettare le ferite più grandi con una buona pasta cicatrizzante; terminata questa operazione sarà utile un intervento con Sali ra-
CONSULENZA AGRONOMICA meici che andranno a disinfettare le ferite da taglio più piccole.
NOCCIOLO:
A caduta foglie ormai completa è consigliabile eseguire un trattamento con formulato a base di rame per contenere e prevenire lo sviluppo di batteriosi e cancri rameali utilizzando le dosi massime riportate in etichetta. Dal punto di vista agronomico l’utilizzo di ripper favorisce l’arieggiamento del terreno e il controllo indiretto di insetti tellurici. Nei terreni acclivi si consiglia di eseguire queste lavorazioni a file alterne per evitare problemi di erosione in caso di forti piogge.
ORTICOLE:
Si raccomanda, nel limite del possibile, di eliminare e asportare i residui della coltura precedente in vista delle prossime coltivazioni, specialmente dove si siano verificate delle infezioni fungine e/o batteriche e se per l’anno seguente non si riesca a fare sui singoli appezza-
menti delle adeguate rotazioni.
VITE:
Stanno terminando le operazioni di concimazioni e movimentazione terra nei filari (rippature in particolare). Man mano che termina la caduta delle foglie, le aziende iniziano la potatura, operazione che proseguirà fino a febbraio / marzo. Questa pratica consiste nello scegliere i tralci più idonei per la produzione del prossimo anno. Negli ultimi anni si è ampia-
mente diffusa la cosiddetta ‘potatura soffice’, ovvero un sistema di potatura innovativo che ha come obbiettivo un maggior rispetto della pianta, garantendo una maggiore longevità. Il principio fondamentale di questo nuovo metodo di potatura è quello di evitare i grossi tagli di ritorno, tagli effettuati su legno vecchio, che comportano la formazione di coni di disseccamento interni alla pianta, con conseguenti problemi nella traslocazione della linfa e di conseguenza di deperimento della pianta.
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ETICHETTATURA
L’obbligo dell’informazione riguarderà tutti gli alimenti destinati al consumatore finale
Con il Regolamento CE 1169/2011 le novità sull’etichettatura nutrizionale
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n data 13 dicembre 2014 è diventato attuativo il Regolamento 1169/2011 del 22 novembre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti. Le prime novità appaiono evidenti già all’articolo 1 del nuovo regolamento, che descrive il campo di applicazione della norma. Infatti, non sono solo i prodotti alimentari preconfezionati ad essere oggetto di questo nuovo regolamento, ma l’obbligo dell’informazione, riguarderà tutti gli alimenti destinati al consumatore finale, come riportato all’articolo 1 comma 3 del Reg. CE 1169/2011,: “Il presente regolamento si applica agli operatori del settore alimentare in tutte le fasi della catena alimentare quando le loro attività riguarda-
no la fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Si applica a tutti gli alimenti destinati al consumatore finale, compresi quelli forniti dalle collettività, e a quelli destinati alla fornitura delle collettività.” Per
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ETICHETTATURA parati alimenti destinati al consumo immediato da parte del consumatore finale”. Tale definizione implica che le aziende agrituristiche debbano fornire un’indicazione sugli ingredienti e in particolare sugli allergeni in relazione alle indicazioni contenute nell’articolo 44, comma 1 punto a: “la fornitura delle indicazioni di cui all’articolo 9, paragrafo 1, lettera c) è obbligatoria;”. In attesa del provvedimento legislativo nazionale che modifichi l’attuale D.L 109/1992 inserendo le novità del Reg Ce 1169/2011 e chiarisca gli ultimi dubbi si consiglia a tutti gli operatori degli agriturismi di inserire una dicitura che evidenzi la presenza di allergeni negli alimenti preparati e somministrati ai clienti, secondo le seguenti modalità consigliate dalle Asl: • direttamente a menù inserendo una dicitura generica nelle prime pagine: “Nella preparazione degli alimenti e dei piatti nella cucina dell’agriturismo vengono utilizzati i seguenti allergeni: cereali
contenenti glutine, crostacei e prodotti derivati, uova e prodotti a base di uova, pesce e prodotti a base di pesce, arachidi e prodotti a base di arachidi, soia e prodotti a base di soia, latte e prodotti a base di latte, frutta a guscio e prodotti derivati, sedano e prodotti a base di sedano, senape e prodotti a base di senape, semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo, anidride solforosa e solfiti.” • fornendo un foglio ad ogni singolo commensale che riporti tale dicitura eventualmente con il menù del giorno Si sconsiglia di fornire gli allergeni per ciascun piatto in quanto possono verificarsi dei casi di contaminazione crociata soprattutto in cucine di piccole dimensioni ove tutte le preparazioni vengono fatte nella stessa zona. Proseguendo la disamina del Regolamento Ce l’articolo 8 afferma anche che gli operatori che non modificano in alcun modo il prodotto (distributori, importatori, ecc.) hanno la responsabilità di fornire al consuma-
tore alimenti con un’etichettatura a norma di legge anche nel caso di prodotti provenienti da Paesi extra Ue. È l’articolo 9 del regolamento ad elencare le indicazioni che devono essere fornite obbligatoriamente al consumatore al momento dell’acquisto del prodotto alimentare. La maggior parte di queste indicazioni sono già previste, in base alle norme attualmente in vigore, sull’etichetta dei prodotti preconfezionati: la denominazione del prodotto, l’elenco degli ingredienti e la quantità di taluni ingredienti, la quantità netta, il termine minimo di conservazione o la data di scadenza, le condizioni di conservazione e/o d’impiego, il nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore alimentare, le istruzioni per l’uso, il titolo alcolimetrico nel caso delle bevande con un contenuto alcolico superiore all’1,2% in volume. A queste sono state aggiunte con il nuovo regolamento alcune novità per ciascuna indicazione: –– la presentazione delle indicazioni obbligatorie; –– la denominazione del prodot-
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ETICHETTATURA to; –– gli ingredienti; –– TMC termine minimo di conservazione o data di scadenza e data di congelamento; –– le indicazioni relative all’origine del prodotto; –– le informazioni nutrizionali; • La presentazione delle indicazioni obbligatorie Al fine di garantire la maggior leggibilità delle informazioni riportate in etichetta e favorire una maggiore chiarezza per il consumatore, sono state adottate le seguenti misure: 1. il regolamento ammette, per le indicazioni obbligatorie, l’utilizzo di pittogrammi o simboli a patto che garantiscano lo stesso livello di informazione al consumatore. 2. la nuova norma prevede che i caratteri abbiano dimensioni pari o superiori a 1,2 mm e che le informazioni obbligatorie siano apposte in un punto evidente della confezione, in modo da essere facilmente visibili e mai nasco-
ste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni scritte o grafiche. Qualora la dimensione del lato maggiore della confezione sia inferiore agli 80 cm2 l’altezza dei caratteri può essere ridotta a 0.9 mm in etichetta. • Denominazione del prodotto Le norme sulla denominazione dell’alimento hanno introdotto alcuni obblighi che vanno nella direzione di una più corretta e completa informazione dei consumatori: 1. i prodotti, che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, devono riportare accanto alla denominazione del prodotto l’indicazione “decongelato”. 2. nella denominazione dovrà comparire l’indicazione dell’ingrediente sostitutivo che ha preso il posto dell’ingrediente che i consumatori presumono sia normalmente utilizzato per la sua preparazione: è il caso, per esempio, di una salsa tipo maionese ottenuta con proteine di soia.
3. la presenza di acqua, aggiunta in quantità superiore al 5% nella carne e nei i prodotti della pesca o i loro derivati, dovrà essere indicata in etichetta. • Ingredienti Parlando di ingredienti, le novità più importanti sono: 1. l’obbligo, anche per gli alimenti venduti sfusi, di comunicare al consumatore la presenza di allergeni nel prodotto. Nell’elenco degli ingredienti, il nome dell’allergene deve essere ripetuto per ogni ingrediente o coadiuvante tecnologico che lo contiene e deve essere inoltre evidenziato in modo da distinguerlo dagli altri ingredienti della lista utilizzando, per esempio, un carattere diverso per dimensioni, stile o colore dello sfondo. 2. le indicazioni “oli vegetali” o “grassi vegetali” utilizzati nella formulazione di un alimento devono essere seguite dall’indicazione dell’origine della materia grassa utilizzata nella formulazione del prodotto. Quest’obbligo
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ETICHETTATURA non riguarderà, invece, le materie grasse di origine animale. 3. i nanomateriali devono essere chiaramente indicati in etichetta riportando tra parentesi, la dicitura “nano”, dopo l’indicazione dell’ingrediente interessato. • Termine minimo di conservazione, data di scadenza e data di congelamento La nuova norma europea prevede: 1. le indicazioni del termine minimo di conservazione (“da consumarsi preferibilmente entro...”) e, nel caso di prodotti particolarmente deperibili, l’indicazione della data di scadenza (“da consumarsi entro...”) siano riportate su ogni singola porzione preconfezionata e afferma esplicitamente che un alimento è considerato a rischio, se la data di scadenza è stata superata 2. le carni, le preparazioni a base
di carne e i prodotti ittici non trasformati, se sottoposti al congelamento come trattamento di conservazione devono riportare la data di primo congelamento. • Paese d’origine o luogo di provenienza Le norme, attualmente in vigore, impongono già ora l’indicazione d’origine nel caso di alcuni prodotti alimentari: carne bovina, pesce, frutta e verdura, miele, olio extra vergine di oliva. L’obbligo d’indicare l’origine del prodotto vale già ora anche in tutti quei casi in cui la sua omissio-
ne possa indurre in errore il consumatore (la mozzarella prodotta in Germania è un caso esemplare). Con il nuovo regolamento il legislatore, raccogliendo le istanze dei consumatori interessati a conoscere l’origine degli alimenti che consumano, ha esteso l’obbligo di fornire questo genere di indicazione anche alle carni fresche e congelate delle specie suina, ovina, caprina e avicola. Inoltre, la nuova norma prevede che la Commissione valuti, nel corso dei prossimi tre anni, l’opportunità di estendere l’indicazione obbligatoria dell’origine anche ad altri tipi di carne, al latte, eventualmente anche utilizzato come ingrediente in prodotti lattiero-caseari, a prodotti non trasformati o costituiti da un solo ingrediente e a ingredienti utilizzati in quantità superiori al 50% nella formulazione degli alimenti. • Dichiarazione nutrizionale Tra le novità più importanti che entreranno in vigore il 13 di-
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ETICHETTATURA cembre 2016 vi è senza dubbio l’introduzione obbligatoria della dichiarazione nutrizionale in etichetta, sancita dall’articolo 30 del nuovo regolamento. Tale dichiarazione prevede l’indicazione del valore energetico dell’alimento e il suo contenuto in grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale riferiti a 100 g o 100 ml dell’alimento così come venduto al consumatore. Di seguito le modalità di presentazione della tabella nutrizionale. Valori nutrizionali medi per 100 g
Energia........................................ kJ/kcal Grassi.....................................................g... di cui acidi grassi saturi..................g... Carboidrati...........................................g... di cui zuccheri....................................g... proteine................................................g... sale..........................................................g... La norma prevede, anche, che il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive possano essere espresse come percentuali delle assunzioni di riferimento definite all’allegato 13, a patto che in prossimità dei valori così calcolati si precisi che
si tratta di «Assunzioni di riferimento per un adulto medio (8.400 kJ/2.000 kcal)». L’informazione nutrizionale potrà essere riferita, oltre che a 100 g o 100 ml di prodotto, anche alla singola porzione o unità di consumo; la porzione, però, deve essere quantificata in etichetta e sull’imballaggio deve essere riportato il numero di porzioni o unità in esso contenute. Le indicazioni nutrizionali devono essere riportate in etichetta, se lo spazio lo consente, preferibilmente sotto forma di tabella, al fine di facilitarne la lettura da parte del consumatore. È possibile ripetere sul fronte della confezione le informazioni relative al valore energetico dell’alimento e al contenuto in grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale. I valori nutrizionali possono essere ottenuti sia dall’analisi dell’alimento presso un laboratorio autorizzato sia dalla bibliografia e/o dalle banche dati sulla rete. Tutti i prodotti già immessi sul mercato o etichettati prima del 13 dicembre 2016 potranno essere commercializzati fino all’esaurimen-
to scorte senza riportare l’etichetta nutrizionale. In base a quanto indicato nell’Allegato V del Reg. Ce 1169/2011 vi sono alcuni alimenti, oltre a quelli venduti sfusi, a cui non si applica l’obbligo della dichiarazione nutrizionale. Tali alimenti sono: 1. i prodotti non trasformati che comprendono un solo ingrediente o una sola categoria di ingredienti; 2. i prodotti trasformati che sono stati sottoposti unicamente a maturazione e che comprendono un solo ingrediente o una sola categoria di ingredienti; 3. le acque destinate al consumo umano, comprese quelle che contengono come soli ingredienti aggiunti anidride carbonica e/o aromi; 4. le piante aromatiche, le spezie o le loro miscele; 5. il sale e i succedanei del sale; 6. gli edulcoranti da tavola; 7. i chicchi di caffè interi o macinati e i chicchi di caffè decaffeinati interi o macinati, gli estratti di
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ETICHETTATURA caffè e gli estratti di cicoria; 8. le infusioni a base di erbe e di frutta, i tè, tè decaffeinati, tè istantanei o solubili, estratti di tè, senza altri ingredienti aggiunti tranne aromi che non modificano il valore nutrizionale del tè; 9. gli aceti di fermentazione e i loro succedanei, compresi quelli i cui soli ingredienti aggiunti sono aromi; 10. gli aromi; 11. gli additivi alimentari; 12. i coadiuvanti tecnologici; 13. gli enzimi alimentari; 14. la gelatina; 15. i composti di gelificazione per marmellate; 16. i lieviti; 17. le gomme da masticare; 18. gli alimenti confezionati in imballaggi o contenitori la cui superficie maggiore misura meno di 25 cm2; 19. gli alimenti, anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante di piccole quantità di prodotti al
consumatore finale o a strutture locali di vendita al dettaglio che forniscono direttamente al consumatore finale. In particolare, per quanto concerne il punto 19, il Ministero della Sanità, congiuntamente al Ministero dello Sviluppo Economico, hanno pubblicato la Circolare n° 0361078 del 16/11/2016 che definisce quali sono i requisiti delle aziende per essere esonerate dall’obbligo dell’etichetta nutrizionale. Le aziende che soddisfano i tre requisiti seguenti non dovranno riportare i valori nutrizionali in etichetta: ÂÂ avere un numero di dipendenti non superiore a 10 unità e un fatturato inferiore ai 2 milioni di € (definizione di microimpresa ai sensi della raccomandazione della Commissione Europea 2003/361/CE del 6 maggio 2003); ÂÂ effettuare la vendita dei propri prodotti direttamente al consumatore finale o alle strutture locali di vendita al dettaglio che forniscono direttamente il con-
sumatore finale; ÂÂ vendere nella Provincia dove ha sede l’azienda e nelle province confinanti (definizione di ambito locale secondo quanto espresso dalla Linee guida al Reg. 853/2004/CE). L’esclusione dall’obbligo di inserire i valori nutrizionali in etichetta da parte delle piccole aziende agricole che vendono direttamente al consumatore finale in ambito locale, costituisce un ottimo risultato sindacale della Coldiretti, volto a tutelare i piccoli produttori. Occorre ricordare a tutte le aziende interessate di verificare la rispondenza delle proprie etichette alla nuova normativa con particolare attenzione alle dimensioni dei caratteri e alle indicazioni obbligatorie che dovranno sempre essere presenti. I nostri uffici sono a disposizione per ulteriori chiarimenti in merito all’argomento e per fornire consulenza appropriata su come impostare correttamente le etichette e sulle indicazioni obbligatorie da fornire ai consumatori.
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SICUREZZA
La normativa vigente e i controlli a carico del datore di lavoro
Attrezzature di lavoro: verifiche periodiche
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ulla G.U. del 29 aprile 2011, n° 98, S.O. n° 111 è stato pubblicato il D.M. 11 aprile 2011 che disciplina le modalità di effettuazione delle verifiche periodiche delle attrezzature di lavoro di cui all’Allegato VII del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. (T.u. sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’art. 71 comma 13 del medesimo decreto legislativo. Il datore di lavoro che mette in servizio un’attrezzatura di lavoro fra quelle riportate nell’Allegato VII ne dà immediata comunicazione all’INAIL territorialmente competente, che assegnerà all’attrezzatura un numero di matricola comunicandolo al datore di lavoro. Il datore di lavoro deve rivolgersi all’Inail per la prima verifica, per le successive ad Asl/Arpa o ai soggetti, pubblici o privati, abilitati. La periodicità con la quale dette verifiche devono essere effettuate è indicata nell’Allegato VII al D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Per l’effettuazione della prima verifica periodica l’Inail può avvalersi dei soggetti pubblici o privati abilitati, come previsto dal D.M. 11 aprile 2011. Sono di competenza del datore di lavoro: • la comunicazione di messa in servizio dell’attrezzatura di lavoro all’unità operativa territoriale Inail competente secondo l’apposita modulistica specifica per ciascuna tipologia di attrezzatura rintracciabile dal sito www.inail.it; • la richiesta della prima delle verifiche periodiche all’unità operativa territoriale Inail competente, almeno sessanta giorni prima della scadenza, attraverso moduli specifici; Entro 45 giorni dalla richiesta di prima verifica periodica l’Inail, in qualità di titolare dell’attività, può effettuare direttamente la prestazione o avvalersi del soggetto, pubblico o privato, abilitato scelto dal datore
di lavoro nell’elenco regionale pertinente e specificato nella richiesta. Tra le attrezzature riportate nell’Allegato VII particolare attenzione meritano due tipologie di macchine presenti nel mondo agricolo: la macchina agricola raccoglifrutta e il carrello semovente a braccio telescopico. Per la prima è prevista la verifica biennale, per la seconda la verifica è annuale. Vediamo alcuni dettagli inerenti le verifiche. La prima delle verifiche periodiche prevede la compilazione di una scheda tecnica dell’attrezzatura che costituisca un riferimento per le verifiche periodiche successive. La compilazione della scheda tecnica è funzionale a consentire l’identificazione dell’attrezzatura nel corso delle verifiche periodiche (sia nella prima sia nelle successive); in essa, infatti, è previsto il recupero di tutte le informazioni necessarie ad individuare l’attrezzatura, reperibili dalla documentazione a corredo della stessa (manuale, dichiarazione di conformità, libretto d’immatricolazione) ovvero rintracciabili direttamente sull’attrezzatura al momento della verifica. La prima verifica periodica, oltre alla compilazione della scheda tecnica identificativa dell’attrezzatura, prevede anche una fase di controlli (visivi e funzionali) volti a:
–– accertare la corrispondenza tra le indicazioni rilevate nelle istruzioni per l’uso, e sinteticamente riportate nella scheda che andrà ad accompagnare la macchina, e le condizioni effettivamente riscontrate al momento del sopralluogo, sia per quanto attiene la configurazione dell’attrezzatura che i dispositivi di sicurezza presenti; –– valutare lo stato di manutenzione e conservazione dei principali organi dell’attrezzatura; –– accertare l’efficacia dei dispositivi di sicurezza previsti dal fabbricante. La prima parte della verifica prevede il rilevamento di una serie di elementi necessari ad identificare univocamente l’attrezzatura; i dati per quanto possibile dovrebbero essere rintracciati direttamente sull’attrezzatura; nel caso di macchina marcata CE ai sensi della Direttiva Macchine, in linea generale, le informazioni possono essere ricavate dall’indelebile marcatura apposta sulla stessa o dalla dichiarazione di conformità CE. Sarà necessario in prima istanza verificare che l’apparecchio in visione corrisponda a quello per il quale è stata richiesta la prima verifica periodica, appurando la corrispondenza tra le informazioni riportate nella scheda tecnica e quelle rilevate direttamente sull’attrezzatura.
CONSULENZA LEGALE
Il passaggio generazionale e la continuità d’impresa
Patto di famiglia
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zienda e la liquidazione delle quote. In mancanza di accordo unanime, il contratto non può essere concluso. Ricapitolando, a cosa serve il patto di famiglia? Serve ad assicurare continuità nella gestione delle imprese, attraverso: • l’individuazione di uno o più discendenti (figli, nipoti) dell’imprenditore ritenuti idonei alla prosecuzione dell’attività di impresa; • il trasferimento ad esso/essi dell’azienda o delle partecipazioni societarie; • la liquidazione della quota dei legittimari (coniuge, discendenti) ai quali non viene assegnata l’azienda o non vengono assegnate le partecipazioni. A pena di nullità il contratto deve essere concluso per atto pubblico. L’intervento del notaio, dunque, è sempre necessario.
Il beneficiario del trasferimento deve essere un discendente dell’imprenditore. Ne consegue che l’azienda potrà essere trasferita anche al nipote (figlio del figlio), saltando così una generazione, naturalmente con l’accordo dei figli. Come avviene la liquidazione ai legittimari? La base di calcolo, ai fini della determinazione del valore delle quote riservate ai non assegnatari dell’azienda o delle partecipazioni societarie, è rappresentata dai beni attribuiti all’assegnatario a seguito del patto e senza che rilevino mutamenti di valore intervenuti successivamente. La liquidazione avverrà in base al valore dell’azienda al momento della stipula del patto di famiglia, determinato di comune accordo tra le parti. Poniamo che l’azienda valga 400.000,00 Euro, e la famiglia sia composta dall’imprenditore, dal
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l patto di famiglia è un contratto con il quale l’imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l’azienda, a uno o più discendenti, con il consenso del coniuge e di tutti coloro che sarebbero legittimari (eredi necessari) se la successione si aprisse in quel momento. Quando l’impresa è svolta attraverso una struttura societaria, il titolare di partecipazioni societarie può trasferirle con il medesimo contratto, in tutto o in parte, a uno o più discendenti. Chi riceve l’azienda (o le partecipazioni societarie) deve liquidare gli altri legittimari, pagando una somma corrispondente alla quota di eredità che spetterebbe loro, salvo che questi vi rinunzino in tutto o in parte. Ciò significa che il patto di famiglia può essere stipulato solo se l’imprenditore raggiunge un accordo con tutti i legittimari circa il trasferimento dell’a-
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CONSULENZA LEGALE coniuge, una figlia ed un figlio. Il titolare decide di lasciare le redini dell’azienda alla figlia, che da sempre collabora con il padre. Il coniuge ed il figlio non assegnatari dovranno partecipare al contratto ed in qualità di legittimari avranno diritto alla liquidazione di 100.000,00 Euro ciascuno, corrispondenti ad 1/4 (che sarebbe la quota di legittima spettante al coniuge (1/4) ed al figlio (1/4) sul patrimonio ereditario), salvo rinuncia in tutto o in parte. La liquidazione può avvenire in tutto o in parte anche mediante trasferimento di altri diritti (ad esempio, i diritti su immobili). In parole più semplici, se c’è l’accordo, la compensazione del legittimario può avvenire con beni e non con denaro. Il trasferimento dell’azienda ha effetto immediato e definitivo, quindi non potrà essere più messo in discussione, neanche dopo la morte del disponente. L’azienda oggetto del patto di famiglia non rientra nella successione al momento della morte del disponente, i beni assegnati con il
patto sono esclusi dall’obbligo della collazione e non sono soggetti all’azione di riduzione. In sostanza, l’assegnazione effettuata tramite il patto di famiglia è definitiva. E ciò vale tanto per gli assegnatari dei beni d’impresa quanto per gli altri legittimari. La liquidazione dei legittimari deve avvenire solo da parte di chi ha ricevuto l’azienda o le partecipazioni sociali. E’ quindi il figlio beneficiario che deve liquidare la madre ed i fratelli e non il genitore titolare d’azienda. Effettivamente, la principale difficoltà che si incontra nella liquidazione degli altri legittimari è rappresentata dal fatto che il discendente assegnatario dell’azienda o delle partecipazioni non ha mezzi, e più spesso ne ha il genitore che trasferisce l’azienda. Ma la norma non prevede che sia quest’ultimo a eseguire la liquidazione. Ci sono vantaggi di natura fiscale? La legge prevede un regime agevolato per i trasferimenti di aziende familiari, effettuati anche tramite i patti di famiglia a favore dei discen-
denti, che si impegnino a continuare l’attività nei successivi cinque anni. Questo regime prevede: • l’esenzione dall’imposta di donazione; • l’esenzione dall’imposta di trascrizione per le formalità relative; • l’esenzione dall’imposta catastale per le volture relative. IMPRENDITORE
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Incontreranno gli ultra 65enni dei comuni delle Vali Grana e Maira
Le infermiere di Comunità nelle valli cuneesi
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e infermiere di comunità arrivano nelle valli cuneesi Grana e Maira. Lo prevede il progetto Co.N.S.E.N.So., un acronimo che sottolinea il ruolo dell’infermiere di Famiglia e di Comunità nel creare le condizioni per migliorare la qualità della vita e la salute degli anziani, consentendo loro di vivere a casa propria il più a lungo possibile, con il necessario supporto. Il progetto è finanziato da Fondi Europei (capofila la Regione Piemonte) e riunisce 10 partner provenienti da Austria, Francia, Italia e Slovenia, nonché 7 osservatori in rappresentanza dello Spazio Alpino. Si tratta di un nuovo approccio con l’utente ultra 65enne: l’assistenza territoriale cambierà profondamente
nei prossimi anni e il ruolo dell’infermiere diverrà ancora più centrale e permette di sperimentare la nuova assistenza di base del futuro. Sono infatti oltre il 21% gli ultra 65enni della zona, ma la percentuale è destinata a salire e nel 2065 la popolazione di quell’età sarà circa un terzo del totale. Da un’analisi degli stili di vita e salute della popolazione con età compresa tra i 65 e i 74 anni, risulta che il 44% degli uomini e il 36% delle donne si ritengono in salute, i tre quarti di loro denunciano almeno una malattia cronica e sono conANNI sumatori di farmaci. L’esperimento avviato nei comuni delle vallate cuneesi è una presa in carico proattiva: è l’infermiere che va dall’utente per
intercettare i suoi bisogni, sanitari e socio-assistenziali, attivando i servizi del territorio. Le 4 infermiere sono state scelte anche in relazione al radicamento con il territorio (le brochure informative distribuite alla popolazione riportano anche alcune frasi in lingua occitana) e seguono una formazione specifica presso l’Università di Torino. E’ il rapporto di fiducia quello che conta. Le infermiere organizzeranno anche incontri su temi di salute, anche questo servirà per socializzare e fare comunità: verificati gli elementi di pre-fragilità, ANNI si attivano anche le risorse dell’assistenza e del volontariato, oltre al medico di famiglia, l’anello forte dell’alleanza.
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Modelli Red per i pensionati: non arriva la comunicazione INPS
’INPS ha reso disponibili in questi giorni le procedure per la predisposizione e l’invio dei modelli RED da parte dei pensionati che percepiscono prestazioni collegate con il reddito percepito nell’anno 2015. Ricordiamo che non verrà inviata alcuna comunicazione da parte dell’INPS ai soggetti interessati se non in un secondo momento quando partiranno i solleciti nei confronti di coloro che non hanno ancora provve-
duto all’invio. Pertanto, tutti i pensionati la cui pensione è collegata con il reddito posseduto, in proprio o mediante cumulo di quello dichiarato dal coniuge, dovranno recarsi presso gli uffici Caf della Coldiretti portando un documento di identità in corso di validità al fine di poter procedere alla compilazione ed all’invio telematico del modello RED. L’invio del modello RED è un momento particolarmente delicato che deve essere effettuato con una con-
sulenza qualificata al fine di evitare di incorrere in successive future richieste di restituzione di una parte della pensione da parte dell’INPS, spesso causate da errate compilazioni del modello stesso. In tale occasione, gli uffici Epaca della Coldiretti saranno a disposizione per verificare l’eventuale diritto ad incrementi sull’importo pensionistico percepito come supplementi, ricostituzioni o maggiorazioni.
Verifica posizione INPS per gli allevatori
Gli allevatori che superano, per effetto del numero di capi, la potenzialità del terreno condotto in base ai parametri stabiliti dalla legge, sono tenuti a presentare, unitamente alla denuncia dei redditi, il modello RD (già A1). Dalla compilazione di questo specifico quadro emerge il reddito di allevamento. In relazione a tale reddito, va attentamente modificata la collocazione in una delle fasce previste dall’INPS per il versamento dei contributi previdenziali. La comunicazione circa l’eventuale variazione di fascia va presentata all’INPS entro giovedì 22 dicembre c.a. Pertanto le aziende interessate dovranno presentarsi, quanto prima, presso gli Uffici Coldiretti con la copia della denuncia dei redditi (se non presentata tramite Impresa Verde – Coldiretti) per inoltrare le opportune istanze all’INPS .
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LEGGE DI STABILITA’ 2017 anticipo pensionistico APE”
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ella manovra finanziaria varata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 ottobre - Legge di bilancio 2017 - sono previste alcune novità in tema di pensioni. Il testo, che dovrà essere approvato da Camera e Senato entro fine anno, introduce l’anticipo pensionistico definito “APE”. Si tratta di un prestito ponte che apre la strada per l’uscita dal mercato del lavoro fino a tre anni e sette mesi prima rispetto all’età prevista per la pensione di vecchiaia, riguarderà i nati tra il 1951 e il 1953 che hanno almeno i 20 anni di contributi versati. Il lavoratore percepirà, se il testo della Legge verrà approvato, un trattamento, l’APE, che sarà erogato dall’INPS e l’interessato restituirà
con rate ventennali applicate sulla pensione. Si calcola che il costo per il pensionato sia intorno al 5% per ogni anno di anticipo. E’ previsto, inoltre, l’APE sociale
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che sarà a carico dello stato fino a 1500 euro ed è destinato a particolari categorie di lavoratori (disoccupati senza ammortizzatori, disabili, lavoratori con un disabile in famiglia, lavoratori con mansioni pesanti). In tale ipotesi, quando la pensione supera i 1500 euro, è a carico del lavoratore solo la parte eccedente. l’APE aziendale, invece, è stabilito in base a un accordo fra le parti, prevede che l’anticipo pensionistico sia a carico dell’impresa. Non ci resta che aspettare le ultime settimane dell’anno perché la manovra finanziaria diventi legge, solo da quel momento si potranno valutare, con gli interessati, le casistiche contenute nella norma. Gli Uffici EPACA di Coldiretti sono a disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
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l glaucoma è una malattia oculare dovuta generalmente a un aumento della pressione all’interno dell’occhio. Secondo alcune fonti colpisce oltre 55 milioni di persone sulla Terra ed è una delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta. In Italia si stima che circa un milione di persone ne siano affette, ma si calcola che la metà dei malati non ne siano a conoscenza. Si possono distinguere due principali forme di questa malattia: il Glaucoma Primario ad Angolo Aperto ed il Glaucoma Primario ad Angolo Chiuso. Il Glaucoma ad Angolo Aperto è la prima causa di cecità irreversibile nel mondo, ed ha sintomi solo in fase avanzata di compromissio-
ne del campo visivo. Il Glaucoma Primario ad Angolo Chiuso ha una
sintomatologia clamorosa ed è una urgenza da trattare in brevissimo tempo, ma nella maggior parte dei casi è prontamente reversibile instaurando le adeguate terapie. La cecità e l’ipovisione provocate dal glaucoma si possono prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente. I principali fattori di rischio per l’insorgenza e lo sviluppo del glaucoma sono: età e familiarità, ipertensione arteriosa, diabete mellito, asma, vasospasmo, utilizzo di terapie cortisoniche per periodi prolungati, miopia o ipermetropia elevata, ridotto spessore corneale, etc. L’elevato numero di fattori di rischio rende essenziale una visita oculistica di controllo annuale, soprattutto al di sopra dei 40 anni.
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Scadenze 16 DICEMBRE VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti delle ritenute effettuate nel mese di novembre sui redditi di lavoro dipendente e di lavoro autonomo. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI NOVEMBRE Annotazione di liquidazione per il mese di novembre e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000,00, se prestazione di servizio o di euro 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66 legge 427/93. VERSAMENTO I.M.U. SALDO 2016 Entro tale termine deve essere effettuato il versamento relativo al saldo dell’imposta I.M.U. anno 2016, tramite modello F24 o conto corrente postale. VERSAMENTO TASI SALDO 2016 Entro tale termine deve essere effettuato il versamento relativo al saldo della TASI dovuta per l’anno 2016. CONTRIBUTI INPS DATORI DI LAVORO AGRICOLI I datori di lavoro che hanno assunto alle proprie dipendenze operai agricoli a tempo determinato e/o indeterminato nel 2 trimestre 2016 devono effettuare entro tale data il versamento della relativa rata dei contributi. VERSAMENTO IMPOSTA SOSTITUTIVA TFR I datori di lavoro agricoli che hanno alle proprie dipendenze operai a tempo indeterminato devono effettuare, entro tale termine, il versamento dell’acconto dell’imposta sostitutiva sul TFR pari al 90% delle rivalutazioni TFR maturate al 31/12/2015. Il codice tributo è il 1712.
27 DICEMBRE
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ACQUISTI - CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica, all’Agenzia delle Dogane, dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di novembre. ACCONTO IVA Entro tale data deve essere effettuato il versamento dell’acconto IVA stabilito nella misura del 88 per cento. Si assume come riferimento l’ imposta relativa al mese di dicembre 2015 per i contribuenti mensili e l’ultimo trimestre 2015 (dichiarazione annuale) per i contribuenti trimestrali. Inoltre si potrà in alternativa adottare il metodo previsionale o il metodo analitico.
31 DICEMBRE 2016 IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza il pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente.
1 GENNAIO 2017
I produttori agricoli che nel corso dell’anno 2016 hanno superato il volume d’affari di euro 7.000 devono da oggi iniziare la fatturazione diretta delle vendite. Per la tenuta della contabilità IVA gli associati possono avvalersi dell’apposito servizio di Impresa Verde Cuneo srl, società di servizi della Coldiretti di Cuneo
15 GENNAIO
IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art. 21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di dicembre, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna cioè dicembre.
16 GENNAIO
VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti, delle ritenute effettuate nel mese di dicembre sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI DICEMBRE Annotazione di liquidazione per il mese di dicembre e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000,00 se prestazione di servizio o di 700.000,00 euro per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66, legge 427/93.
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