1946
2016
70 ANNI
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1-30 giugno 2016 - Anno 70
Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione
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SOMMARIO Via libera da Parlamento Ue a etichettatura: che sia la volta buona?...................................................... 4-6
Speciale frutta: Ripensare il sistema frutticolo organizzato. . ..... 38
Il Cuneese provincia frutticola per eccellenza.. ...................................................................... 39 Campagna melicola, decumulo delle scorte in linea con le annate precedenti . . ................. 40-43
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Ricerca e innovazione per ortaggi, fragole e piccoli frutti.......................................... 44-45
Via libera dal Parlamento Ue a etichettatura
Sagra e promozione non sono sinonimi . . .............. 7 Il Corsivo del Coltivatore. . ......................................... 12
Le Nostre Radici........................................................... 13 Troppa burocrazia e costi sull’irrigazione dei campi. . ....................................................................... 15 La posta del Coltivatore. . .................................... 16-17
L’Italia leader per l’abbattimento dei presidi sanitari .. ........................................................... 18
Primo passo avanti per la legge che contiene il consumo di suolo. . .......................... 20-21
Gli Atc e Ca vanno ridotti di numero.................... 22
Nuovi adempimenti per gli apicoltori. . ................ 24 Bando Ismea: autoimprenditorialità e ricambio generazionale in agricoltura............. 25 Protagonisti Pensionati e Donne Impresa.. ........ 28 Le AgriTate a Famiglia Sei Granda. . ....................... 30 “Perché ho scelto di diventare AgriTata…”.. 31-32
Un servizio per chi abita in montagna . . .............. 33
Dalla Commissione Europea via libera al Decreto fonti rinnovabili . . ........................................ 35 XIV Giornata dell’economia della provincia di Cuneo.. ................................... 36-37
Direttore Responsabile Michelangelo Pellegrino
Direttore Amministrativo Enzo Pagliano
Coordinamento di redazione Chiara Serra
L’informazione e la formazione per gestire le emergenze................................................................. 65
A.T.L. Cuneo: Bernardi eletto presidente............ 67
Speciale Tour delle Regioni
Nocciolo: tecniche agronomiche nel rispetto dell’ambiente . . ....................................................... 46-47 Testo Unico Vino: le principali novità .......... 48-50
Gestione Potenziale Viticolo: le nuove Disposizioni Regionali...................... 51-55
Reti antigrandine nei vigneti dell’Unesco: sentire anche i viticoltori. . ........................................ 56
Nella natura delle Langhe con The Green Experience!...................................... 57 A Uecoop Piemonte il presidente nazionale Luigi Giampaolino....................................................... 60 Latte, prezzi ai minimi e produzione a livelli record. . ........................... 61-63
Cereali: in rialzo mais e soia.................................... 64
38
Testo Unico Vino: le principali novità
Rami sporgenti sul fondo del vicino..................... 66
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Speciale tour delle Regioni. . ................................. 8-10
Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario n°18 12100 Cuneo edizioni.ilcoltivatore.cn@coldiretti.it
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La rudunà di Saluzzo e Meat Parade: eccellente vetrina per la Piemontese................... 67 Il grano in festa a Fossano........................................ 68 Chiusa Pesio ha festeggiato Sant’Isidoro............ 68 A Roaschia protagonista la “pecora con le corna” .. ............................................... 69 Interventi agronomici del mese...................... 70-71
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Consulenza agronimca
Raduni e passeggiate a cavallo............................... 72
Rieducazione delle cefalee....................................... 73 Midollo, il trapianto da donatore........................... 74 Assegni familiari ai coltivatori diretti.................. 75 Novità: invio telematico del certificato medico.. ........................................................................... 76
Speciale frutta
Grafica e impaginazione Mara Chiardola
Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Alberto Burzio, Daniele Caffaro, Laura Calcagno, Dario Castagneri, Marcello Cavallo, Mara Chiardola, Simona Daniele, Cesare Gallesio, Rosangela, Giordana Rosanna Giraudo, Giacomo Golinelli, Paolo Lirelli, Flavio Marchisio, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Matteo Orcellet, Franco
Scadenze.. ................................................................. 77-78 Il Mercatino del Coltivatore.............................. 79-82
Parola, Nadia Olivero, Walter Orsi Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Davide Roà.
Redazione Piazza Foro Boario, 18 – 12100 CN Tel: 0171.447211 • Fax: 0171.447300 E-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Sito Internet: Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito www.cuneo.coldiretti.it Stampa: Arti Grafiche Cuneo S.r.l. – agam.it
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EDITORIALE
Via libera da Parlamento Ue a etichettatura: che sia la volta buona? di Enzo Pagliano direttore Coldiretti Cuneo
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l Parlamento europeo ha adottato una storica risoluzione per l’indicazione obbligatoria del Paese d’origine e del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto, nonché per i prodotti lattiero-caseari e ai prodotti a base di carne. Coldiretti sottolinea che dal Parlamento europeo, oltre al no al riconoscimento della Cina come economia di mercato, viene un pronunciamento rivoluzionario anche per fermare l’inganno dei prodotti alimentari stranieri spacciati per Made in Italy. La risoluzione, approvata con 422 voti a favore, 159 contrari e 68 asten-
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sioni, rappresenta l’ennesimo segnale politico della volontà dei cittadini europei. Ma il problema di fondo resta sempre lo stesso: sapranno i vari governi dei Paesi componenti dell’Ue, trasformare in provvedimenti con-
creti, la chiara volontà politica manifestata dal Parlamento Europeo? Non dobbiamo essere pessimisti, ma ricordiamo che su questa vicenda purtroppo la Commissione Ue ha tentato più volte l’emanazione di un regola-
EDITORIALE mento che avrebbe quindi dovuto superare le leggi dei singoli Stati, ma questo non è mai stato possibile. La posizione del Parlamento europeo invita la Commissione a dare applicazione all’indicazione obbligatoria del Paese d’origine o del luogo di provenienza per tutti i tipi di latte destinati al consumo diretto nonché i prodotti lattiero-caseari e i prodotti a base di carne, e a valutare la possibilità di estendere l’indicazione obbligatoria del Paese di origine o del luogo di provenienza ad altri prodotti alimentari mono-ingrediente o con un ingrediente prevalente, elaborando proposte legislative in questi settori. C’è da registrare ora una diversa posizione della Francia (alla quale è stata già concessa l’autorizzazione dalla Commissione Europea per l’etichettatura d’origine), molto più vicina a quella italiana, per cui se dovessero legiferare i singoli Stati, si costringerà la Commissione Europea a compiere dei passi diversi rispetto all’indecisionismo sulla materia dell’etichettatura e della tracciabilità nell’agroalimentare anche quando questo è trasformato.
Intanto, l’Italia una cosa la dovrebbe fare: abolire la legge che consente di considerare italiano un prodotto che arriva da chissà dove e diventa made in Italy solo perché confezionato in uno stabilimento del nostro Paese. Sarebbe già un notevole passo in avanti, nell’ottica anche della trasparenza dei rapporti con i cittadini – consumatori. Si tratta di un cambiamento che incontra il favore del 96,5% dei consumatori italiani che ritiene necessario che l’origine degli alimenti debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agro-
alimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti.
Una situazione vergognosa e insostenibile
Due prosciutti su tre sono venduti come italiani, ma provengono da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle e il concentrato di pomodoro dalla Cina, i cui arrivi sono aumentati del 379% nel 2015 per un totale di 67 milioni di chili.
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EDITORIALE
Una battaglia storica rispetto alla quale Coldiretti non demorde
L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme per la legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004 grazie alla quale è diventato obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte fresco e quella della passata di pomodoro in Italia. Da allora, molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma l’etichetta resta anonima per quasi la metà della spesa, dai formaggi ai salumi, dai succhi di frutta, dalla pasta al latte a lunga conservazione, dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti fino alla carne di coniglio. A livello comunitario, il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre
A Pasquetta manifestazione per l’etichettatura del latte a Torino
Giornata Nazionale della carne al Lingotto
dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004, c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. L’Italia, sotto il pressing della Coldiretti, ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell’influenza aviaria, mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. Si tratta ora di tallonare il Governo italiano, affinché completi le normative sull’etichettatura obbligatoria sulla carne come chiesto a Torino nella manifestazione il “Tour delle Regioni” e per quanto riguarda il latte, come sollecitato il giorno di Pasquetta, sempre a Torino, in piazza Palazzo di Città.
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VALORIZZAZIONE PRODOTTI AGRICOLI
Sagra e promozione non sono sinonimi
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empre di più le imprese si interfacciano su un mercato ampio dove la promozione deve partire non dal prodotto come spesso avviene, ma dal territorio. Un percorso di maturazione culturale che dovrà animare il sano e costruttivo spirito del volontariato. Siamo a primavera inoltrata ed iniziano a pullulare feste patronali e sagre di paese. Iniziative spesso collegate ad un prodotto agricolo del comune. L’obiettivo è di creare momenti di socializzazione tra gli abitanti e di generare promozione del territorio prima ancora che dei prodotti tipici. Spesso, nell’organizzazione di queste manifestazioni sono coinvolte istituzioni di livello provinciale, associazioni di prodotto oppure ancora la stessa Coldiretti. Con i comuni che hanno le casse vuote fioccano le richieste di contributi alle banche od anche alle aziende private. Una distinzione ci pare importante fare: la promozione, lo dice la parola stessa, è un momento di presentazione del prodotto nei confronti di quei consumatori che non lo conoscono affatto o ben poco. Se confondiamo la “promozione” con “la sagra” rischiamo di compiere un errore madornale e di utilizzare male le poche risorse che si riescono a racimolare. Ben vengano le feste di paese dove è giusto che si valorizzino le pecu-
Bisogna avere il coraggio, di compiere delle scelte che puntino ad essere presenti con le tipicità cuneesi presso nuovi clienti in modo da incentivare i consumi ed aumentare il volume economico. Troppo spesso assistiamo a promozioni a livello locale di prodotti superconosciuti e trascuriamo il resto del Paese liarità produttive di quel comune o di quella zona. Ma la promozione è un’altra cosa: è presentare il prodotto, la dove non si conosce o si conosce poco, esaltarne le sue caratteristiche ed evidenziare le stesse con materiale promozionale adeguato. La confusione tra le due realtà è, a nostro avviso, davvero tanta. Soprattutto in provincia di Cuneo, abbiamo l’abitudine che ogni campanile deve organizzare un proprio momento di
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attrazione. Questo comporta certamente azioni di intrattenimento nei confronti del turista che arriva da fuori, dei giovani che hanno perso il contatto con l’agricoltura e le sue produzioni, ma non può essere l’unico momento di promozione dei prodotti e del territorio. Scriviamo questo il giorno dopo la chiusura del “Cibus” di Parma o del “Vinitaly” di Verona. Qui, la nostra provincia era assente come territorio, ma molto ben rappresentata sotto l’aspetto delle imprese agroalimentari che, a vario titolo, hanno partecipato alle due iniziative. Sarebbe stato molto meglio promuovere complessivamente il territorio attraverso iniziative di sistema che mettono in rete le imprese che spesso non interagiscono tra loro. Questo presuppone un cambio di passo da parte di pubblici amministratori ed anche un approccio culturale diverso da parte di chi spesso con il volontariato dedica giorni interi ad organizzare iniziative. Con una battuta potremo dire che le sagre vanno mantenute perchè valorizzano sotto l’apetto turistico e sociale la promozione dei territori. La promozione, che costa molto di più, va fatta scegliendo iniziative di ampio respiro dove si presenta un prodotto che non è conosciuto e la cui commercializzazione presso nuovi clienti rappresenta un nuovo sbocco. michelangelo.pellegrino@coldiretti.it
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AL “TOUR DELLE REGIONI” IN DUEMILA DA CUNEO
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iornata intensa quella dei numerosi partecipanti cuneesi al “Tour delle Regioni” che ha visto lo scorso 5 maggio al Lingotto di Torino la presenza del presidente Roberto Moncalvo, del segretario generale Enzo Gesmundo e della Giunta Nazionale di Coldiretti per un momento di confronto costruttivo e intenso con il territorio piemontese. Tutti i settori produttivi della Granda erano rappresentati: dal vino all’ortofrutta, dalla cerealicoltura alla carne, al latte. In questo contesto si è tenuta la prima giornata nazionale della carne prodotta in Italia dal provocatorio titolo “Braciole alla riscossa” che ha visto presenti migliaia tra allevatori, dirigenti e soci di Coldiretti Cuneo. L’iniziativa svoltasi al Centro Congressi del Lingotto di Torino ha voluto denunciare gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne diffamatorie ordite negli ultimi tempi nei confronti della carne. Tra le testimonianze degli imprenditori al Tour delle Regioni, quella del cuneese Claudio Monge frutticoltore di Piasco ha illustrato la sua esperienza evidenziando che, nonostante l’intraprendenza degli imprenditori frutticoli e l’organizzazione economica posta in atto con le cooperative gestite dai produttori, il sistema distributivo del nostro Paese rappresenti un contro senso: da una parte il produttore che percepisce 15 centesimi delle pesche in campo e il consumatore che paga nei supermercati 2 euro al chilo le stesse pesche. Si tratta dell’ennesima denuncia di un sistema economico perverso, che nella carne come
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nella frutta, vede lo strapotere delle catene distributive e dei trasformatori, mettendo all’ultimo posto i produttori. Contro questo sistema dissennato, Coldiretti continuerà a battersi cercando di portare a casa la legge sull’etichettatura, un primo tassello che farà la vera differenza tra il prodotto importato e quello nazionale. Parimenti l’Organizzazione sta operando per una maggior trasparenza nei ricarichi dei vari componenti della filiera”.
S P E C I A L E TO U R D E L L E R E G I O N I . IN 5000 A TORINO ALLA GIORNATA NAZIONALE DELLA CARNE
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uasi un italiano su dieci ha detto completamente addio alla carne, ma nel 2015 l’allarmismo si è fatto sentire sull’intera popolazione con gli acquisti delle famiglie che sono crollati del 9% per la carne fresca di maiale, del 6% per quella bovina e dell’1% per quella di pollo, come pure per i salumi, scendendo ai minimi dell’inizio del secolo. E’ quanto emerge dal dossier #bracioleallariscossa presentato da Coldiretti alla Giornata nazionale della Carne italiana dentro e fuori il Centro Congressi del Lingotto a Torino. “Vogliamo difendere la nostra carne – ha sottolineato Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte - dagli allarmismi infondati e da campagne diffamatorie che, soprattutto nell’ultimo anno, stanno colpendo un alimento determinante per la salute poiché apporta l’indispensabile contributo proteico, oltre ad essere parte fondamentale della nostra dieta mediterranea”. La carne e i salumi rappresentano, infatti, importanti fonti di proteine ed altri micronutrienti solitamente assenti (vitamina B12), poco rappresentati (zinco, selenio, B2, PP) o scarsamente disponibili (ferro) nei prodotti di origine vegetale. Negli ultimi cinque anni, a livello nazionale, hanno
COLDIREm PIEMONTE
Torino, 11 maggio 2016
desidero ringraziarVi di cuore per la Vostra partecipazione alla convention di Torino del 5 maggio. La Vostra attiva presenza ha dato un segnale tangibile delle problematiche che la nostra agricoltura sta attraversando. La nostra Giunta Nazionale aveva già consapevolezza della situazione e mi auguro che anche i decisori politici, ai vari livelli, prendano consapevolezza di come, non sostenere l'agricoltura, abbia ripercussioni negative su tutta l'economia della nostra Regione..... e dell'Italia. L'incontro di Torino non è un punto di arrivo della nostra azione sindacale, ma un punto di partenza di una Nuova Co/diretti: insieme saremo sempre più determinati nel traccfare il nostro futuro e nel salvaguardare le nostre imprese e le nostre famiglie. Grazie!
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S P E C I A L E TO U R D E L L E R E G I O N I
chiuso quasi 12mila stalle da carne per effetto delle importazioni dall’estero che oggi rappresentano quasi 1/3 dei consumi, con effetti sull’economia, sull’occupazione e sulla sicurezza alimentare. Oggi viene dall’estero il 40% della carne bovina consumata in Italia e il 35% di quella di maiale, sono invece marginali le importazioni per la carne di pollo e tacchino. Gli arrivi da Paesi comunitari ed extracomunitari di carne a basso prezzo, senza il valore aggiunto di sicurezza e sostenibilità garantiti dall’italianità, mette a rischio 180 mila posti di lavoro in tutta la filiera delle carni che genera in Italia un valore economico dell’ordine di 30 miliardi di euro con una ripartizione praticamente equivalente tra carne bovina, di maiale e di pollo/tacchino. “Il Piemonte detiene il primato italiano nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale - ha proseguito Revelli – con una produzione lorda vendibile che nel 2015 ha toccato quasi i 2 miliardi di euro. La razza piemontese è la più diffusa e conta oltre 300 mila capi con 6 mila aziende impegnate nell’allevamento, sia tradizionale sia legato al pascolamento in alpeggio garantendo, così, il presidio delle montagne e dei territori svantaggiati. Al fine
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di salvare il nostro patrimonio culturale, storico ed ambientale è importante verificare le etichette che obbligatoriamente devono indicare la provenienza della carne fresca per scegliere la filiera italiana che crea occupazione, produce ricchezza e garantisce anche qualità e sicurezza alimentare”. Durante la giornata, infine, è stata presentata la nuova figura del Tutor della carne che aiuta a conoscerla, a scegliere i pezzi più adatti in cucina e dispensa consigli su dove fare acquisti di qualità direttamente dagli allevatori. Revelli ha così concluso: “Abbiamo introdotto anche in Piemonte figure professionali grazie alle quali è possibile risparmiare fino al 50% durante la spesa acquistando tagli alternativi, meno conosciuti e più economici, ma anche più adatti alla ricetta che si vuole portare in ta-
vola, senza rinunciare alla qualità. Di fronte alla grave crisi economica che sta coinvolgendo sia le stalle sia i consumatori è necessario trovare soluzioni nuove con una rete che, partendo dagli allevamenti e arrivando al bancone dei negozi, promuova la diffusione di tutti i tagli di carne”.
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CALICI O BOCCALI?
ual è la voce tipica di una vasta fascia della provincia “granda”? Il vino. Da sempre lo si produce, coccola e qualifica, lo si fa conoscere nel mondo e lo si commercializza con fierezza. E che fa il capoluogo per animare il suo autunno? Mentre in terra di Langa i tini ribollono, propone la festa della birra!!!! Le dedica un ampio spazio, la pubblicizza e la indica come l’avvenimento clou di fine anno. La bevanda, tipica di altre genti, legata ad atmosfere non certo mediterranee, dilagante nei pubs e negli ambienti teutonici, si conquista la piazza d’onore in un calendario di manifestazioni che pesca qua e là, senza fare differenza tra ciò che è legato alla nostra tradizione e ciò che la ignora del tutto. Che la birra stia riscoprendo nuove chances e nuovi fronti di espansione è un dato di fatto. Sono parecchi gli
appassionati, anche in provincia di Cuneo, interessati ad una produzione di qualità che sta rivelando raffinatezze imprevedibili. I giovani assecondano il fenomeno e spesso trascurano il vino per dedicarsi alle mille tipologie di bottigliette con il tappo a corona o attingere alla spina la schiumosa bevanda. Intanto, poco alla volta, il nettare di Bacco, perde punti sul fronte del consumo spicciolo. Questo non coinvolge la fase commerciale che continua a regalare grandi soddisfazioni ai produttori di Langa, ma mina alle radici consuetudini antiche e rema contro un’immagine che, in passato, è sempre stata vincente. Se si escludono i grandi appuntamenti conviviali, con il Nebbiolo, il Dolcetto, Barolo e Barbaresco che riaffermano i loro privilegi; se appena si abbassa lo standard delle occasioni di incontro, il vino diventa
“barotto” nell’immaginario under 30 e la birra prodotto di tendenza. Che si sia trascurato un consumatore di massa, meno titolato ed esigente? Che ci si sia dimenticati dei giovani visti nella quotidianità e non solo nelle feste a suon di tappi che saltano in aria? Difficile rispondere al quesito. Di certo, i produttori di vino hanno puntato ad altri obiettivi, più appaganti ed elevati. La birra, intanto, si è insinuata nello spazio lasciato indifeso, ha strizzato l’occhio al consumatore medio ed ha ampliato il proprio terreno di conquista. E, adesso, si ruba le feste, si inoltra nelle sagre e si propone apertamente, in alternanza alla bevanda indigena ben più titolata. Una guerra in punta di fioretto, tra un cavaliere nobile dall’alta genealogia e un guerriero ruspante, ardimentoso e meno esigente. Bastian Contrari
cuneotre.com
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LE NOSTRE RADICI a cura di Barba Bertu - info@barbabertu.com
IL “SIGNORE DELLE CICOGNE”: UN GRANDE AMORE PER LA NATURA Bruno Vaschetti, ha realizzato i suoi sogni
Bruno Vaschetti, il “signore delle cicogne”, è nato a Racconigi il 21 aprile 1947: “Sono nato nella Cascina di Stramiano, una delle aziende agricole dei Savoia. I miei erano agricoltori: abbiamo avuto la fortuna di riscattare queste belle aziende dai Savoia, ma a 18 anni ero in difficoltà, con scarsa esperienza e mio fratello che aveva scelto la Fiat”.
GRANDE OSSERVATORE
Pochi i suoi giochi da piccolo: “Io passavo il tempo al pascolo e qui ho iniziato a osservare gli animali, a seguirli, a capire i comportamenti, a scoprirei loro nascondigli. Ero bravo a trovare i nidi e spesso allevavo i piccoli, dote che ho sicuramente ereditato da mia mamma, grande esperta nell’allevare i pulcini per il mercato!”. Ha sofferto: “L’orfanotrofio: i miei genitori venivano a trovarmi nelle feste comandate, cosa che oggi sarebbe davvero inaccettabile. Un periodo triste in cui ho capito che bisogna contare su se stessi, se si vuole emergere!”. Le scuole: “Ero bravo a scuola, ma nonostante le richieste del maestro di farmi proseguire gli studi oltre le Elementari, mio padre decise che era sufficiente. Sono autodidatta e ho una discreta biblioteca sugli animali di tutto il mondo”.
LA SONORA SCULACCIATA
I suoi sogni da bambino: “ Già allora, c’era il desiderio di avere degli uccelli da allevare: quando si andava nel Parco del Castello a tagliare il fieno, all’interno delle serre delle Verne c’era una voliera con delle tortore: a me sembravano gli animali più affascinanti del mondo! La prima volta che l’ho vista, sono tornato a casa
con il “pallino” di farne una: ho rotto il vetro interno di una damigiana per conservare solo l’involucro di vimini. Mi è arrivata una sculacciata sonora, non la dimentico!”. L’amore per la terra: “Ho sempre fatto l’agricoltore con un occhio di riguardo verso la Natura: tutti in campagna conoscevano i nomi degli alberi, delle erbe e degli animali, magari solo in dialetto, perché facevano parte del quotidiano ... Oggi è raro”.
LE CICOGNE NEI PRATI
Le cicogne: “Nell’80 sono rimasto folgorato dal passaggio delle magnifiche cicogne che sostavano nei miei prati. Quando una coppia tentò di nidificare a Carmagnola, ma fallì per un triste episodio di bracconaggio, ho capito che avrei potuto fare qualcosa! Grazie ad un articolo su “Airone” e all’avvocato Tomaso Giraudo di Savigliano venni a sapere che in Svizzera il signor Bloesch aveva realizzato un progetto per la ricolonizzazione delle cicogne bianche”. Il viaggio in Svizzera: “Con alcuni amici abbiamo fatto una spedizione e ho capito subito che anche noi avremmo potuto realizzare la stessa cosa! E così nel 1985, grazie alla collaborazione con la Lipu e il “Centro Cicogne di Altreu”, arrivarono a Racconigi i prime 10 volatili, ospitati in voliera e poi liberati. Da lì, grazie alla consulenza scientifica del famoso ornitologo friulano Fabio Perco, i primi casi di nidificazione sui comignoli della Cascina Stramiano: emozioni indimenticabili!”. Oltre un migliaio le cicogne già nate a Racconigi: “Sono poi emigrate fino all’Africa: con le Università di Torino e Pisa abbiamo compiuto degli studi con radio satellitari. Le cicogne piemontesi valicano la Valle Stura di Demonte per attraversare il sud della
Francia e quindi svernare in Spagna o in nord Africa! Oggi si può affermare che il progetto Lipu è ben riuscito, e ci sono una trentina fissa di coppie”.
MOGLIE E FIGLIE PREZIOSE
Il sostegno della moglie Francesca è stato fondamentale: “Tutto questo è stato possibile grazie alle capacità e alla lungimiranza di mia moglie che ha saputo indirizzare la mia passione verso una attività agricola nuova. Con il tempo, abbiamo convertito i terreni dell’azienda in oasi, sfruttando anche il Piano di sviluppo rurale della Regione Piemonte, strumento indispensabile per la buona riuscita dell’attività. L’ultimo intervento è stato la conversione di 15 ettari in zona umida per la sosta degli uccelli migratori: oggi è uno dei più importanti siti naturalistici del Piemonte, dove sostano specie rare, come le 250 gru di quest’inverno”. Le figlie hanno seguito le orme paterne: “Lorenza, Enrica e Gabriella hanno saputo valorizzare l’oasi, ognuna con i propri talenti: dagli aspetti legislativi per gli aiuti europei, alla progettazione architettonica (sapendo valorizzare le conoscenze naturalistiche) e gli aspetti veterinari, fondamentali per una gestione corretta degli animali”. Qualche amarezza c’è stata: “Tanti i bei ricordi, offuscati talvolta dall’amarezza di non esser compreso da persone che non hanno capito l’obiettivo di tutto questo lavoro. Ma posso dire di esser felice e soddisfatto. Ho fatto tanto per conservare la biodiversità e credo che ognuno possa fare qualcosa per il nostro patrimonio naturale: sogno ancora di rivedere in campagna i filari di alberi e le siepi, per interrompere questa triste monotonia che rischia di impoverirci anche dentro!”
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IRRIGAZIONE
Lettera di Coldiretti Cuneo all’Amministrazione Provinciale. Incontro promosso da Coldiretti Piemonte a livello regionale sulla delicata vicenda
Troppa burocrazia e costi sull’irrigazione dei campi
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n questi giorni ampia parte del settore dell’irrigazione individuale e collettiva è stata raggiunta o verrà raggiunta nelle prossime settimane da una comunicazione in cui gli agricoltori vengono diffidati ad ottemperare, in tempi ristrettissimi, al: Calcolo del D.M.V. (Deflusso Minimo Vitale) come stabilito dal Regolamento Regionale 17 luglio 2007 n. 8/R; predisporre i progetti delle opere di presa in grado di garantire il D.M.V.; realizzare le opere di presa per il rilascio del D.M.V. ed installare i misuratori dei prelievi (D.P.G.R. 25 giugno 2007 n. 7/R). I termini temporali concessi per provvedere a tutto quanto sopra variano dai 20 gg. per la realizzazione del calcolo del D.M.V., a 60 gg. per la realizzazione delle opere. Quanto richiesto dall’amministrazione provinciale di Cuneo, scrivono in una lettera Delia Revelli ed Enzo Pagliano presidente e direttore di Coldiretti Cuneo, sta causando non pochi problemi e tensioni poiché, anche tralasciando l’impossibilità pratica di provvedere nei termini temporali imposti, in molti casi si constata che: i costi che occorre sostenere per adempiere a quanto previsto sono sproporzionati rispetto alle dimen-
sioni delle concessioni; le opere che occorrerebbe realizzare risultano spesso di difficile se non impossibile realizzazione; ogni situazione rappresenta un caso a sé stante che necessita di specifici approfondimenti e sembrerebbe che, almeno in alcuni casi, quanto indicato nelle comunicazioni non rappresenti fedelmente la realtà. Revelli e Pagliano informano il presidente della Provincia Federico Borgna che nel merito di questa vicenda da parte della Coldiretti del Piemonte, si è provveduto a chiedere agli Assessori Regionali competenti, un incontro per analizzare i problemi sorti e gli eventuali correttivi che
risulta possibile adottare. Concludono alla Coldiretti di Cuneo: “Riteniamo necessario che anche la Provincia intervenga in questa vicenda anzitutto accordando una proroga. Inoltre i Funzionari di questo Ente, responsabili dei procedimenti, si dovrebbero rendere disponibili ad esaminare ciascuno dei numerosi casi che, per ragioni differenti, necessiterà di chiarimenti e approfondimenti. Al di là degli aspetti puramente tecnici riteniamo, inoltre, opportuna un’ampia analisi di questa problematica in sede politica”. Di qui la disponibilità di Coldiretti Cuneo ad un eventuale incontro di approfondimento
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LETTERE
La posta del Coltivatore Montagna: applichiamo la legge Carlotto
Da più parti si chiedono interventi sulla fiscalità in montagna, ma una legge al riguardo c’è già, perbacco, cominciamo con applicare quella! Così il 16 dicembre scorso, a Villar Pellice, sindaci, associazioni, imprenditori e montanari di tutta la Macroregione Alpina aderenti al “Coordinamento Gente di Montagna” sono passati dalle parole ai fatti, proponendo ai comuni montani l’adozione di un o.d.g. per chiedere l’attuazione della legge a favore della montagna, la n. 97 del ’94, la “LEGGE CARLOTTO” per intenderci, cominciando dall’art. 16 che dispone che: “Per i comuni montani con meno di 1.000 abitanti e per i centri abitati con meno di 500 abitanti ricompresi negli altri comuni montani ed individuati dalle rispettive regioni,
di
Natale Carlotto
la determinazione del reddito d’impresa per attività commerciali e per i pubblici esercizi con giro di affari assoggettato all’imposta sul valore aggiunto (IVA), nell’anno precedente, inferiore a lire 60.000.000 può avvenire, per gli anni di imposta successivi, sulla base di un concordato con gli uffici dell’amministrazione finanziaria. In tal caso, le imprese stesse sono esonerate dalla tenuta di ogni
documentazione contabile e di ogni certificazione fiscale.” Decine le delibere che stanno arrivando da tutto l’arco alpino sui tavoli del Ministro con delega alla Montagna Enrico Costa e dei Presidenti delle Regioni. La “questione montana” non può più essere disattesa e questo nell’interesse di tutta la Nazione, per l’Italia non è solo questione di Nord o di Sud, è anche questione di monte e di piano e la premessa riportata in delibera è una chiara indicazione politica che va letta in questa chiave: “Considerato che la frattura tra il monte ed il piano è sempre più evidente, frattura che deve essere superata per ricondurre in spirale positiva energie, proposte e risorse di tutta la Nazione; rilevato che l’Europa, presa coscienza del divario esistente tra le due realtà, intende dotarsi di una Strategia per la Macroregione Alpina
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LETTERE con l’obiettivo di permettere la presenza dell’uomo sulle Alpi; Rilevato che la “questione montana” è sempre più presente nella agenda della politica sia locale che nazionale; rilevato che la centralità delle politiche montane va ricondotta sull’uomo che vive il Monte, incentivando e supportando l’economia, garantendo i servizi, intesi questi come leva indispensabile per lo sviluppo; rilevato che è indispensabile ed urgente sostenere l’economia montana intervenendo sulle fiscalità che ora non considera diversamente, come dovrebbe, la realtà del monte da quella del piano”. La “Legge Carlotto” rimane un pilastro nella storia delle Alte Terre e visto che una legge non è una scatola di tonno con una data di scadenza, o la si abroga o la si applica. Concordiamo con quanto scrive il sen. Natale Carlotto “La legge esiste ed è regolarmente in vigore. A chi di competenza il diritto ed il dovere di applicarla”. Mariano Allocco Per il Coordinamento gente di Montagna
Premio Fedeltà al Lavoro 2016: iscrizioni entro il 26 settembre La Giunta della Camera di Commercio di Cuneo ha bandito, anche per il 2016, il concorso per l’assegnazione di medaglie d’oro e diplomi per la premiazione della “Fedeltà al lavoro e progresso economico”. Le richieste di partecipazione al concorso dovranno pervenire alla Camera di Commercio di Cuneo - Ufficio Segreteria Affari Generali – Via Emanuele Filiberto n. 3, entro il 26 settembre 2015. Le domande dovranno essere inviate esclusivamente tramite posta elettronica all’indirizzo protocollo@cn.legalmail. camcom.it. Per la compilazione del modulo e l’invio della domanda, tutti gli interessati possono rivolgersi agli uffici di Coldiretti. Per partecipare al concorso sono necessari alcuni requisiti, in particolare: •.per la categoria V: bisogna essere componenti di famiglie diretto-coltivatrici che alla data del 31 dicembre 2015 abbiano prestato almeno 40 anni di ininterrotto lavoro su fondi di proprietà (l’inizio della conduzione è considerato valido non prima del compimento del 18° anno di età). Il numero dei premiati appartenenti a questa categoria non potrà essere superiore al 35% dei premi messi a concorso, equivalente quindi al massimo a 70 riconoscimenti; •. per categoria IV, che si riferisce ad affittuari o mezzadri attuali titolari di azienda con almeno 35 anni di propria ininterrotta conduzione dello stesso fondo alla data dell’11 novembre 2015 (l’inizio della conduzione è considerato valido non prima del compimento del 18° anno di età); oppure appartenenti a famiglia che da almeno 80 anni si trovi alla conduzione a affittanza o mezzadria del medesimo fondo.
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SICUREZZA ALIMENTARE
Forti preoccupazioni per l’utilizzo di insetticidi e diserbanti all’estero
L’Italia leader per l’abbattimento dei presidi sanitari
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ei giorni scorsi, l’Ispra ha diramato i dati riferiti al 2015 dei consumi di prodotti fitosanitari evidenziando come sia praticamente dimezzato il consumo rispetto al 2013. L’Italia è leader in Europa e nel mondo per la sicurezza alimentare ed infatti registra il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite consentito dalla legge (0,3 per cento), valori questi che risultano cinque volte inferiori rispetto a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) ed addirittura 26 volte più bassi se confrontati con quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità). E’ quanto emerge da una elaborazione effettuata dalla Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) su oltre 77mila campioni riferibili a 582 differenti alimenti. Secondo i dati contenuti nel Rapporto dell’Efsa, un prodotto su due che circola nel Vecchio Continente è completamente privo di “tracce” di residui chimici da fitofarmaci, il 98,4
per cento dei campioni esaminati presenta residui entro i limiti di legge mentre per l’Italia, risultata la più virtuosa, tale percentuale sale al 99,7 per cento! Nelle analisi compiute dall’Efsa è stato usato, per la prima volta, il sistema di analisi cumulativa del rischio, che consente di valutare l’effetto combinato di una esposizione incrociata a diversi agenti chimici che hanno medesime proprietà tossicologiche. I risultati forniti dall’indagine compiuta dalle Efsa sono dunque di grande soddisfazione per i produttori agricoli italiani, che vedono così premiato il loro impegno per garantire la qualità e la sicurezza alimentare.
Particolare soddisfazione la registrano i produttori agricoli cuneesi che in questi anni, grazie al lavoro di assistenza tecnica svolto dall’Agenzia 4A di Coldiretti, da tempo hanno avviato un percorso virtuoso di contenimento nell’uso dei presidi sanitari, introducendo, dalla frutticoltura all’orticoltura, alla viticoltura la lotta guidata e biologica che via via sta sostituendo i principi attivi di origine chimica. L’ultimo esempio è quello dei territori dell’Unesco, dove Coldiretti ha registrato il marchio “The Green Experience”, che va a evidenziare i prodotti vitivinicoli ottenuti con tali metodi di lotta.
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Glifosato: chiarezza a difesa di cittadini e agricoltori
“Serve fare al più presto chiarezza sugli effetti del glifosato a tutela dei cittadini e degli agricoltori che sono disorientati dal rincorrersi di annunci discordanti”. È quanto afferma il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare l’annuncio di Fao e Oms al termine di un meeting di esperti sul fatto che “è improbabile che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l’uomo” poiché “la grande maggioranza delle prove scientifiche indica che la somministrazione di glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 mg per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l’esposizione con la dieta, non e’ associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi”. Nel rispetto del principio di precauzione, servono valutazioni condivise a livello internazionale con comportamenti univoci in un mercato globale.
Ristorazione bio, sì ai disciplinari privati Il Ministero delle Politiche Agricole ha chiarito che, stante l’assenza di norme nazionali per consentire agli operatori che lo desiderano di svolgere un’attività di ristorazione in linea con la legislazione in materia di agricoltura biologica e ottenere apposita certificazione, è possibile applicare dei disciplinari privati che dovranno rispettare alcuni parametri. T. I disciplinari devono prevedere opportuni obblighi di informazione ai consumatori sulla percentuale complessiva di utilizzo da parte dell’esercizio di ingredienti di origine agricole biologica calcolata come incidenza sul valore totale degli acquisti di ingredienti di origine agricola. I soggetti interessati possono presentare al Ministero i disciplinari relativi alla certificazione biologica di attività di ristorazione collettiva.
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AMBIENTE E TERRITORIO
Approvata alla Camera, passa ora al Senato. Ancora molti i dubbi interpretativi. Ma l’inversione di tendenza dovrebbe essere reale
Primo passo avanti per la legge che contiene il consumo di suolo
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l 12 maggio la Camera dei Deputati ha approvato la legge relativa al contenimento del consumo del suolo. Coldiretti esprime apprezzamento per il primo via libera al disegno di legge auspicando che la conversione avvenga in tempi brevi poiché è impensabile che negli ultimi 25 anni si sia perso in Italia il 28% della terra coltivata per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato. Ha sollevato qualche perplessità l’approvazione dell’emendamento 11.9 del Testo di Legge in cui vengono esclusi i piani urbanistici attuativi per i quali i soggetti interessati abbiano presentato istanza per
Anche in provincia di Cuneo le lobbies dei costruttori hanno fatto di tutto per fermare il disegno di legge. Alla fine ha prevalso il buon senso che punta a tutelare un bene non riproducibile come la terra
approvazione prima dell’entrata in vigore della legge. Obiettivamente l’assenso a questo emendamento rappresenta una legittimazione delle tendenze ancora in atto all’ulteriore consumo del suolo e di risorse naturali e questo potrebbe rappresentare un viatico per la presentazione su tutto il territorio nazionale di istanze per la ulteriore edificazione delle aree urbanizzate ancora libere e delle aree agricole prima della definitiva approvazione della legge. Ancora una volta la volontà politica espressa quasi all’unisono da tutte le forze ha trovato nelle lobbies dei costruttori un momento di pressione per accaparrarsi ulteriori terre fertili da edificare.
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AMBIENTE E TERRITORIO ma il mercato immobiliare è sostanzialmente fermo. Alla periferia centinaia di capannoni vuoti o semivuoti, costruiti sull’onda di una mancata programmazione edilizia in funzione delle esigenze reali dell’economia, rappresentano il chiaro riferimento ad una situazione vergognosa. Chi oggi si ostina a voler urbaniz-
Le velate accuse a Coldiretti che questa legge ha fortemente voluto sono smentite dai fatti. È sotto gli occhi di tutti la crisi dell’edilizia che impone a molte imprese di rigenerarsi andando ad investire in altri settori. È ferma l’edilizia privata. E’ altrettanto ferma l’edilizia pubblica. Citiamo il mancato completamento della tratta autostradale Cuneo-Asti quale esempio eclatante. I centri storici di molte nostre città hanno necessità di ristrutturazione,
zare ulteriori terreni o lo fa per puro spirito di bandiera oppure è un incosciente che non ha a cuore il futuro del nostro territorio. La terra, per bassa che sia, rappresenta un bene non riproducibile e prima di sottrarne altra è opportuno che si riqualifichi e si utilizzi quanto già compromesso con l’edilizia selvaggia di questi anni passati.
Superficie coltivabile scesa del 28 % in una generazionei
Testo L’allarme per la drastica riduzione della superficie coltivabile è reale ed è sufficiente esaminare alcuni dati per capirlo. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato è che sono saliti a 7.145 i comuni italiani, ovvero l’88,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Di questi 7.145 comuni, viene specificato nel documento, 1.640 hanno nel loro territorio solo aree a derivata propensione a fenomeni franosi, 1.607 sono invece i comuni a pericolosità idraulica e 3.898 quelli in cui coesistono entrambi i fenomeni. ideadiidroterm.com 0171 410.600
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GESTIONE CACCIA
Gli Atc e Ca vanno ridotti di numero
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n merito alla proposta di accorpamento dei Comitati di Gestione degli ATC/CA il 12 maggio si è svolto in Regione un tavolo verde per affrontare la problematica. Prima del Tavolo verde, l’assessore all’agricoltura e alla caccia Giorgio Ferrero ha ricevuto i rappresentanti delle parti ambientaliste che hanno evidenziato l’inopportuna presenza di Ecoclub tra la rappresentanza di parte ambientale, manifestando invece parere favorevole all’accorpamento degli ATC e CA. Le Province risultano sostanzialmente favorevoli agli accorpamenti. Gli ATC/CA sono invece tutti schierati in difesa dell’esistente, così Federcaccia, mentre ARCI caccia e Libera caccia sono più possibilisti sugli accorpamenti stessi ed hanno evidenziato che in merito alla composizione delle varie rappresentanze, Libera caccia e ARCI caccia continuano a lamentare uno squilibrio. La Regione sembra orientata al mantenimento degli ambiti negli attuali confini geografici, mentre invece si procederebbe con l’aggregazione amministrativa degli attuali 20 consigli, a ciascuno dei quali tocche-
ESECUZIONE POZZI
rebbe quindi gestire da 1 a 3 ambiti attuali. Coldiretti e le altre Organizzazioni Agricole hanno espresso apprezzamento e consenso per l’ipotesi di razionalizzazione. La nostra Organizzazione a livello regionale, oltre ad aver espresso il consenso pieno alla logica dell’accorpamento auspica l’unificazione non solo dei consigli, ma anche dei territori, fermi restando gli ambiti operativi delle diverse zone di caccia. Coldiretti Piemonte ha anche fatto presente che in una logica di accorpamento e razionalizzazione mantenere operativi 38 centri di spesa distinti, che procedono a fare tutti le stesse gare e gli stessi affidamenti, con valori
economici non omogenei tra loro. Coldiretti auspica che con l’accorpamento si dovrebbe procedere anche alla centralizzazione e messa sotto controllo di appalti, incarichi e gestione dei bilanci, proprio in considerazione dei numerosi episodi di amministrazione “allegra ” che hanno costretto la Regione a procedere a numerosi commissariamenti. Sul punto, è stato anche evidenziato che si verificano curiose ed anomale differenze di comportamento tra i diversi soggetti chiamati a periziare i danni; nel merito serve uniformità di comportamento nelle valutazioni. Una partita tutta da giocare. Certamente il ruolo della politica sarà determinante. A Coldiretti interessa semplificare la gestione del territorio, uniformare i criteri ed evitare che le difformità di gestione generino le problematiche ben note degli anni passati. Nessuno vuole togliere potere alla componente venatoria, ma riportare la gestione della caccia e del territorio a criteri più vicini agli obiettivi della legge nazionale contenendo i danni causati dalla selvaggina alle coltivazioni agricole.
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APICOLTURA
Nomadismo, cessione, anagrafe apistica: tutto quello che è necessario conoscere
Nuovi adempimenti per gli apicoltori
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Si ricorda a tutti gli apicoltori che entro la scadenza del 31 marzo 2016 era necessario provvedere al censimento apistico. La Coldiretti ha espletato tale operazione per tutti gli apicoltori che a suo tempo avevano fornito delega per operare in BDA (Banca dati apistica). Per coloro che non effettuano nomadismo o cessioni di alveari, non è prevista (come da Manuale operativo dell’Anagrafe Apistica istituito ai sensi del Decreto 4-12-2009) alcuna ulteriore comunicazione fino al prossimo censimento, che dovrà essere effettuato tra il 1° novembre e il 31 dicembre 2016. Per coloro che, invece, effettuano nomadismo (spostamento alveari) e cessione alveari, è necessario compilare specifico documento di accompagnamento che dovrà poi essere riportato in BDA a cura del soggetto delegato (Coldiretti), pertanto, prima di ogni spostamento di alveari, occorre compilare il suddetto modello, riportato qui accanto, e consegnarlo presso gli Uffici Zona Coldiretti di riferimento. Si rende inoltre noto che: • Per lo spostamento degli alveari sono previsti 7 giorni per effettuare la registrazione sul portale dell’anagrafe apistica, quindi gli apicoltori devono provvedere con la massima celerità a comunicare agli uffici che detengono la BDA l’avvenuto spostamento, al fine di non incorrere in sanzioni dovute ad eventuali controlli. • Nel caso di spostamenti verso regioni che richiedono la certificazione sanitaria, la comunicazione e la consegna dei moduli deve avvenire almeno 5 giorni lavorativi prima che si verifichi l’evento, al fine di consentire la richiesta in tempo utile della specifica certifica-
•
zione sanitaria. Nel caso di cessione/vendita la comunicazione in BDA deve essere contestuale all’evento. Se non è richiesta l’attestazione sanitaria (es. vendita all’interno del territorio piemontese) è sufficiente fornire comunicazione e consegnare i moduli nel giorno in cui avviene l’evento. Mentre nel caso in cui sia richiesta l’attestazione sanitaria, (fuori Regione Piemonte) al fine di consentire di richiedere in tempo utile la suddetta certificazione, occorre fornire comunicazione e moduli 5 giorni prima che si verifichi l’evento. Al fine di orga-
nizzare meglio il lavoro e velocizzare le operazioni di registrazione in BDN, consigliamo di censire preventivamente tutte le postazioni oggetto di nomadismo o cessione. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi agli Uffici Coldiretti di riferimento.
PIANO GIOVANI
Bando Ismea: autoimprenditorialità e ricambio generazionale in agricoltura
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on l’approvazione delle istruzioni operative da parte del Ministero del Decreto 18/1/2016 Misure in favore dell’autoimprenditorialità in agricoltura e del ricambio generazionale a partire dal 16 maggio è possibile presentare domanda di ammissione alle agevolazioni. La misura rientra nel pacchetto di misure presentato con il Piano Giovani del MiPAAF e supportato da Ismea. L’obiettivo della misura è quello di favorire il ricambio generazionale in agricoltura e l’ampliamento di aziende agricole esistenti. Ismea finanzia la realizzazione di progetti di sviluppo o consolidamento nei settori della produzione agricola, della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e della diversificazione del reddito agricolo. Nello specifico, la misura prevede la concessione di mutui a tasso zero a copertura degli investimenti effettuati da giovani imprenditori agricoli di durata da 5 a 15 anni (compreso il periodo di preammortamento) di importo non superiore al 75% della spesa ammessa e per investimenti non superiori a 1,5 milioni di euro nel settore della produzione primaria. Per investimenti in attività di diversificazione agricola, le agevolazioni saranno concesse in regime di de minimis nel limite massimo di 200.000 euro. Le risorse finanziarie disponibili ammontano
a 30 milioni di euro nazionali più 50 milioni di euro accordo BEI-ISMEA. La domanda potrà essere presentata esclusivamente in forma telematica tramite il portale dedicato, accessibile dal sito ISMEA. Le domande di accesso saranno istruite secondo l’ordine cronologico di presentazione. In base a quanto stabilito dall’art.4 del DM 18 gennaio 2016 e relativamente alle stesse spese ammissibili, le agevolazioni previste dalla presente misura possono essere cumulate con altre agevolazioni pubbliche concesse sia precedentemente sia successivamente alla deliberazione di ammissione. Scheda sintetica della misura: 1. A cosa serve: favorire il ricambio generazionale in agricoltura attraverso il subentro da parte di giovani agricoltori ed ampliare aziende agricole esistenti condotte da giovani da almeno due anni. 2. Cosa finanzia: progetti di sviluppo o consolidamento nei settori della produzione agricola, della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e della diversificazione del reddito agricolo. Tra gli investimenti ammissibili opere agronomiche e di miglioramento fondiario, opere edilizie per la costruzione ed il miglioramento dei beni immobili, allacciamenti, impianti, macchinari ed attrezzature. 3. A chi si rivolge: micro, piccole e medie imprese agricole organizza-
te sotto forma di ditta individuale o di società, composte per, oltre la metà numerica dei soci e delle quota di partecipazione, da giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni non compiuti. 4. Agevolazioni: Mutuo a tasso zero della durata massima di 15 anni per investimenti non superiori a 1.500.000 €. Il mutuo, stipulato direttamente con ISMEA sarà rimborsabile in rate semestrali costanti posticipate con scadenza al 30 giugno ed al 31 dicembre di ogni anno. A protezione del finanziamento concesso dall’ISMEA il beneficiario deve fornire una garanzia ipotecaria o una fidejussione bancaria, per almeno il 120% dell’importo concesso a mutuo e della medesima durata. 5. Requisiti: A) subentro: imprese agricole regolarmente costituite da non più di 6 mesi con sede operativa sul territorio nazionale, con azienda cedente attiva da almeno due anni, economicamente e finanziariamente sana; B) ampliamento: imprese agricole condotte da giovani, attive e regolarmente costituite da almeno due anni, con sede operativa sul territorio nazionale, economicamente e finanziariamente sane. Per approfondimenti e delucidazioni contattare la Sede Provinciale Coldiretti al numero 0171/447208
1 2 0 3 8 S AV I G L I A N O ( C N ) - V I A D E L L’ A R T I G I A N AT O 3 9 / V I A S . N . O . S . 2 T E L . / FA X 0 1 7 2 6 3 3 . 6 5 5 - m t a @ m t a a g e n z i e . i t - w w w. m t a a g e n z i e . i t
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CULTURA
In un libro l’autobiografia di Natale Carlotto NATALE CA RLOTTO
In questi giorni si è conclusa la stampa del libro autobiografico di Natale Carlotto. Storico direttore di Coldiretti Cuneo, è stato per molti anni deputato prima e senatore dopo, ricoprendo anche importanti incarichi di Governo al Ministero della Sanità e del Lavoro. Il libro ripercorre le origini dell’uomo politico, figlio di una famiglia contadina, in quel di Ceva, San Bernardino. Quindi l’impegno in Coldiretti, in concomitanza con gli incarichi politici. Il libro contiene una meticolosa raccolta delle leggi e dei provvedimenti scaturiti dall’intesa attività politica e si conclude con un’analisi delle problematiche maggiormente attuali che insistono sulla nostra provincia. Una serie di considerazioni che sono sicuramente utili a quanti vorranno approfondire e valutare. Il libro non è in vendita. È stato inviato alle biblioteche della Provincia. È stato interamente finanziato dall’autore, che è disponibile al confronto e alle considerazioni di quanti vorranno consultare il meticoloso racconto di un uomo che ha dedicato l’esistenza per la crescita e lo sviluppo della provincia di Cuneo.
AUTOBIO
GRAFIA
Natale Carlo
tto
Chi sono come sono valutazioni considerazio ni riflessioni attività
Autobiografia di Natale Car lotto pubblicazione in proprio
Fatti ben fatti malfatti non fatti in provincia di Cuneo
Presentato il libro “Corrado Gex fu ucciso”
E’ stato presentato domenica 22 maggio, nel salone del Ristorante “San Maurizio”, a Castelnuovo di Ceva, il libro “Corrado Gex fu ucciso”, scritto da Igino Melotti, pilota e amico del parlamentare valdostano, perito il 25 aprile 1966 assieme ad altre sette persone, nell’aereo che stava pilotando, precipitato nei boschi attorno al paese. Un incidente, da subito classificato come tale, la cui responsabilità fu addebitata allo stesso pilota, onorevole Corrado Gex. Contro tale “verità” – confermata anche da due inchieste della magistratura, di cui l’ultima risalente a pochi anni fa - si batte da sempre Igino Melotti, che non si è stancato di raccogliere documentazioni e testimonianze, per dimostrare che, invece, sarebbe stato un attentato. Tutto raccolto nel libro, che è stato oggetto di una tavola rotonda, cui hanno partecipato, assieme a Igino Melotti, autore de “Corrado Gex fu ucciso”, Lilly Breuvé, ex consigliere regionale della Valle d’Aosta, che conobbe di persona Corrado Gex; Giovan Battista De Gattis, segretario di CittadinanzAttiva Valle D’Aosta, il Movimento che si è attivato per dare una corretta dimensione storica alle circostanze a corollario della morte dell’on. Gex; Roberto Prato, appassionato della vicenda, seguita direttamente, che ha dato lettura della significativa lettera sull’accaduto, scritta dal giornalista Emilio Fede; Alessandro Torrini, fotoreporter, appassionato di aeronautica e tecnologie, nonché profondo conoscitore dei sistemi di comunicazione radio; Raffaella Zamboni, avvocato, che nel 2012 chiese alla Procura della Repubblica di Mondovì, su incarico di Emilio Gex, cugino dell’onorevole, perito a Castelnuovo, la riapertura delle indagini. L’incontro è stato moderato dal giornalista Raffaele Sasso.
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Insieme ai dirigenti nazionali, regionali e provinciali, porterà il suo saluto il neo presidente della FederPensionati Coldiretti, Giorgio Grenzi. “L’appuntamento annuale è un significativo momento di incontro, in cui fare il punto sulla forte azione sindacale di Coldiretti a sostegno delle imprese agricole - commenta il presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte, Delia Revelli – ed evidenziare alcuni temi che stanno
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particolarmente a cuore ai pensionati e le donne in ambito sociale, previdenziale e sanitario. Concretamente parliamo di aumento delle pensioni minime, di salvaguardia delle reversibilità, di una sanità che deve essere attenta a chi vive nelle aree periferiche, una ripartizione equa dei fondi sanitari regionali tra le varie province del Piemonte, ripartizione che vede fortemente penalizzata la provincia di Cuneo e molto altro.
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n significativo momento di riflessione e di condivisione: giovedì 23 giugno, la 20a Giornata Provinciale dei Pensionati e Donne Impresa sarà l’occasione per guardare al futuro, partendo dalle solide radici che esprimono i valori di Coldiretti e celebrando l’impegno concreto che i pensionati e le donne investono quotidianamente nelle aziende agricole, portando linfa vitale al territorio. Non per niente, come simbolo di questa edizione, è stato scelto l’albero: ben radicato a terra, cresce e porta i suoi frutti, proiettandoli nel domani. Tema della giornata: “Il Giubileo di Papa Francesco, tra solidarietà, condivisione ed impegno”, su cui farà una riflessione il prof. Franco Chittolina, presidente di APICE, l’Associazione Per l’Incontro delle Culture in Europa.
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Accoglienza dei partecipanti al Real Park di Entracque – Località Ponterosso Santa Messa officiata dai Consiglieri Ecclesiastici Coldiretti Saluto dei Dirigenti Coldiretti Pranzo presso il ristorante del Real Park
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Tema della giornata: “ Il Giubileo di Papa Francesco”, tra solidarietà, condivisione ed impegno MENU’
Aperitivo Cacciatorini paesani Battuta di fassone piemontese con misticanza e scaglie di nostrano tenero Petto di anatra all’arancia con insalata russa Tortino di verdura bicolore con crema di acciughe, cipolle ripiene e salsiccia grigliata Riso con funghi porcini Ravioli piemontesi al ragù Guanciale di vitello brasato con pepe rosa e erba cipollina Patate al forno di Entracque e spinaci Formaggi della Valle Gesso con marmellata di mirtilli Semifreddo pesca, limone e fragola Macedonia di frutta fresca Caffè Digestivo
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Protagoniste a Cuneo, con giochi e attività per i più piccoli
Le AgriTate a Famiglia Sei Granda
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n occasione della Giornata Internazionale della Famiglia indetta dall’ONU, nelle città della provincia di Cuneo, sono state programmate diverse iniziative dedicate alla famiglia, in un ricco calendario di appuntamenti, che si è snodato dal 30 aprile al 5 giugno 2016. Domenica 15 maggio 2016, nell’ambito dell’evento “Con lo stesso sguardo – Proposte a misura di bambini, genitori e famiglie”, tenutosi a Cuneo, Coldiretti ha presentato il progetto AgriTata, servizio educativo qualificato per la prima infanzia, che si rivolge alle famiglie con bambini dai tre mesi ai tre anni. L’azienda agricola è strumento del servizio: grazie ad essa, sono realizzate attività ludico-educative ed è offerta un’alimentazione sana. Il servizio non è solo un’alternativa
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rurale alle strutture per la prima infanzia presenti nei centri urbani, ma ne accresce la qualità, sfruttando i benefici pedagogici e nutrizionali del contesto agricolo e la flessibilità dell’organizzazione domiciliare. L’affluenza è stata numerosa e molti genitori hanno mostrato interesse per quest’ attività estesa ormai in
tutto il territorio piemontese. Presenti tre delle nostre AgriTate, Valentina Dutto di Carrù, Francesca Giachello di Farigliano e Anna Maria Appiano di Dronero, che hanno intrattenuto i bambini con giochi, animazioni e attività inerenti il progetto pedagogico che caratterizza il servizio.
AGRITATA
“Perché ho scelto di diventare AgriTata…”
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ono aperte le iscrizioni al nuovo corso di formazione per diventare AgriTata. La Cooperativa Sociale Linfa Solidale, in collaborazione con Coldiretti Piemonte e Coldiretti Cuneo si occuperà di raccogliere le candidature e di selezionarle. Il corso di formazione avrà una durata di 400 ore (260 ore di teoria e 140 di tirocinio) durante le quali verranno trattati elementi di psicologia infantile, di pedagogia legata al contesto domestico e rurale, di gestione del servizio e di sicurezza. Ci saranno anche momenti laboratoriali per la realizzazione di materiali utili allo svolgimento dell’attività. Per capire meglio in cosa consiste questo lavoro facciamo due chiacchiere con l’Agritata Anna Maria Appiano di Dronero. Perché hai scelto di diventare Agritata? Ho scelto questo lavoro perché ritenevo che potesse coniugare il mio amore verso i bambini con quello verso la natura. Ho sempre desiderato poter lavorare con i bambini per poter offrire loro la possibilità di avvicinarsi alla natura e di giocare all’aria aperta con materiali semplici, ma, non avendo un titolo di studio specifico,
pensavo che questo sarebbe rimasto solo un sogno nel cassetto, invece, fortunatamente, non è stato così. Il servizio si svolge in casa. Riesci a conciliare l’impegno lavorativo con quello familiare? Assolutamente sì e questa è stata un’altra motivazione che mi ha spinto a scegliere di candidarmi.
In che modo è possibile conciliare lavoro e famiglia facendo l’Agritata? L’orario di lavoro lo scegli tu? Proprio così, io esprimo la mia disponibilità lavorativa in termini di orari e giorni della settimana e la nostra Coordinatrice si occupa di incrociarla con le richieste della famiglia.
Questo lo rende un lavoro adatto a tutte le età… Sì, infatti io ho colleghe che sono molto giovani e altre invece che dopo la maternità o a 50 anni hanno trovato un’opportunità per (re)inserirsi nel mondo del lavoro. L’importante è avere un’attitudine per questo lavoro che richiede dedizione e senso di responsabilità. Quanto tempo è passato dalla fine del corso a quando hai avviato l’attività? Ho avuto la prima richiesta ad un paio di mesi dalla fine del corso e nell’arco di poco tempo avevo già 3 bambini. La Cooperativa ‘Linfa Solidale’ e Coldiretti ci supportano molto in tutta l’attività promozionale del servizio.
Hai dovuto sostenere dei costi per avviare l’attività? Assolutamente no, solo riorganizzare un pochino gli spazi all’interno dell’abitazione per renderla sicura e adatta - da un punto di vista educativo- alla presenza di bambini della fascia d’età cui si rivolge il servizio (3 mesi -3 anni). Ti ritieni soddisfatta da un punto di vista economico? Inizialmente pensavo che questo lavoro mi consentisse unicamente di integrare il reddito dell’azienda
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AGRITATA agricola, in realtà, aumentando il numero dei bambini che usufruisce del servizio, è diventato una fonte di guadagno importante, considerando che quello che percepisco è netto visto che non ho spese di viaggio. Per avviare l’attività si diventa Soci della Cooperativa Sociale ‘Linfa Solidale’? Sì, la Cooperativa è un supporto importante per il nostro lavoro sia da un punto di vista pedagogico, attraverso la figura della Coordinatrice, sia da un punto di vista burocratico perché si occupa di espletare tutte le pratiche inerenti al servizio. In questo modo noi possiamo dedicarci interamente al lavoro di cura e accudimento dei bambini e non avere altre preoccupazioni.
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Le pensioni di reversibilita’ non si toccano! Durante il ciclo di incontri con i Dirigenti locali, sono state affrontate le tematiche di maggiore attualità a livello economico/imprenditoriale e sociale, ampio spazio è stato dato alla “questione” delle pensioni di reversibilità. A febbraio, il Governo ha presentato un disegno di legge che riordina le prestazioni di natura assistenziale e previdenziale nell’intenzione di “contrastare la povertà” con misure legate al reddito e al patrimonio. Il ddl prevede, con una delega, la possibilità di rivedere le pensioni di reversibilità agganciandole all’ISEE, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Ad inizio aprile abbiamo sottoposto questo grave problema sociale agli esponenti nazionali dell’Associazione Pensionati e Donne Impresa e, grazie anche alla ferma pressione da loro esercitata, il Governo ha confermato la presentazione di un emendamento per chiarire che non ci saranno modifiche all’attuale normativa.
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A Sampeyre e Demonte nuovi sportelli per i cittadini
Un servizio per chi abita in montagna
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a provincia di Cuneo è caratterizzata da un’estesa componente montana in cui l’incidenza degli anziani over-65 è in aumento di anno in anno. Questi aspetti contribuiscono, assieme a quelli geografici e morfologici, a rendere spesso difficoltosi i rapporti tra servizi e utenza. Nascono così gli “Sportelli IN.RE.TE: Iniziative e Relazioni sul Territorio”, uffici dedicati ai cittadini delle aree montane. Il loro scopo è facilitare l’accesso ai servizi di carattere burocratico, sociale e sanitario di chi abita, cura e custodisce i territori periferici della nostra provincia e sono una delle risposte ai disagi di chi vive i territori rurali proposte dalla Cooperativa Linfa Solidale, emanazione di Coldiretti Cuneo, in sinergia con l’ASL CN1, il Consorzio Monviso Solidale e il Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese. Il progetto, che ha carattere sperimentale, è cofinanziato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino e prevede l’apertura di due Sportelli IN.RE.TE: uno a Sampeyre, presso l’Ufficio Recapito Coldiretti, il
martedì e il venerdì dalle ore 08.30 alle 12.00; uno a Demonte, presso l’Ufficio Recapito Coldiretti, il martedì e il giovedì dalle ore 08.30 alle 12.00. “L’aspetto innovativo è rappresentato dalla capacità di fare sistema tra realtà pubbliche e private operanti nel settore sociale e sanitario” ha dichiarato Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo. “Linfa Solidale/Coldiretti, l’ASLCN1, i Consorzi e i Comuni coinvolti hanno lavorato congiuntamente in modo concreto dando vita ad un servizio completo, che speriamo possa aiutare davvero chi vive in queste aree rurali e montane, spesso
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trascurate”. Presso gli Sportelli sarà possibile, a titolo esemplificativo, richiedere dei servizi di assistenza a domicilio per le persone anziane autosufficienti e non o per i nuclei familiari in difficoltà, prenotare prestazioni specialistiche ambulatoriali, ritirare i referti di laboratorio analisi, ma anche svolgere pratiche catastali, pensionistiche, di successione, di predisposizione e inoltro ISEE e molto altro ancora. Gli sportelli saranno attivi dal mese di giugno 2016 e saranno presidiati da operatori accuratamente formati per offrire servizi concreti ai cittadini delle comunità interessate.
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a Commissione europea ha dato il via libera alla bozza di decreto del Ministero dello Sviluppo economico per gli incentivi alle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (quindi anche per il biogas), dichiarandolo compatibile con la nuova disciplina sugli aiuti di Stato. Tale provvedimento contribuirà al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici dell’Unione e ad aumentare la capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili del nostro Paese. Il decreto, dopo la sua pubblicazione, sarà in vigore fino alla fine del 2016 ed è destinato a sostenere essenzialmente gli impianti di piccole dimensioni alimentati con sottoprodotti agricoli e reflui zootecnici, nonché il rinnovo dei gene-
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ECONOMIA
Dal Rapporto Cuneo 2016 emerge che l’economia della Granda ha saputo reagire meglio di altre all’onda lunga della crisi.
XIV Giornata dell’economia della provincia di Cuneo
È
un’economia in moderata ripresa, in linea con l’andamento nazionale, quella che emerge dal Rapporto Cuneo 2016, illustrato lo scorso 16 maggio nel salone d’onore della Camera di commercio, in occasione della XIV Giornata dell’Economia. Durante l’incontro, organizzato contestualmente in numerosi enti camerali del territorio italiano, è stato presentato lo stato di salute dell’economia provinciale, proponendo una nuova chiave di lettura sull’evoluzione dei sistemi produttivi, propedeutica alla definizione di innovative politiche di sviluppo territoriale.
Dall’analisi del contesto dei mercati e della crescente competitività internazionale, ai quali anche le piccole imprese oggi devono inevitabilmente fare riferimento, è emersa la necessità di supportare la diffusione della cultura digitale, quale strumento efficace per l’individuazione di nuovi sbocchi commerciali e di nuove prospettive occupazionali per i giovani. A dare un segno tangibile dell’interesse delle nuove generazioni ai temi trattati nella giornata, la partecipazione di una delle classi V dell’istituto Bonelli di Cuneo. “Il tessuto provinciale, che alla crisi ha pagato un prezzo pesante, è comunque sano, come ci conferma-
no i dati diffusi oggi: con un valore aggiunto pro-capite di 26.516 euro produce il 14% della ricchezza regionale. La Granda conta 83.298 imprese registrate, comprensive delle unità locali, che contribuiscono a creare posti di lavoro e a mantenere il tasso di occupazione al 67,1% – ha sottolineato il presidente Ferruccio Dardanello (nella foto)-. Sta a noi cogliere i segnali positivi e le istanze che provengono dagli imprenditori, per offrire loro servizi qualificati ed efficienti. A fine aprile, in Camera di commercio abbiamo organizzato la Giornata della trasparenza, per far conoscere il nostro operare e rendere conto ai nostri interlocutori della
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Con un valore aggiunto pro-capite di 26.516 euro la nostra provincia contribuisce per oltre il 14% alla produzione della ricchezza regionale, contando oltre 83.000 imprese registrate. Le imprese in rosa rappresentano il 22,8%, ovvero un quarto del totale, dato ben superiore a quello nazionale. Segnali positivi dalle esportazioni, con oltre 7 miliardi di euro di merci che raggiungono i mercati esteri per i due terzi destinati all’Europa e generano un saldo positivo della bilancia commerciale di 3 miliardi di euro
Notizie incoraggianti giungono anche dal mercato del lavoro, dove Cuneo si conferma come l’area piemontese dalla performance migliore. Come già lo scorso anno la provincia Granda registra un tasso di disoccupazione pari a 5,3% (e si colloca al terzo posto nella graduatoria nazionale, preceduta solo da Bolzano e Vicenza), tasso che raggiunge il 17,1% per le giovani generazioni, quando entrambi i valori in ambito regionale raddoppiano (10,2% il primo e 38,1% il secondo). Segnali positivi anche dalle esportazioni, con oltre 7 miliardi di euro di merci cuneesi che raggiungono i mercati esteri, per i due terzi destinati all’Europa e che generano un saldo positivo della bilancia commerciale di 3 miliardi di euro. Durante la riunione, sono state portate delle esperienze imprenditoriali, per il mondo agricolo ha parlato Loris Massucco, membro di giunta Coldiretti, che ha sviluppato a Castagnito un’impresa vitivinicola orientata sia al mercato nazionale che all’esportazione
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S P E C I A L E F R U T TA L’ortofrutta cuneese in sofferenza, ma l’importanza economica è tanta
Ripensare il sistema frutticolo organizzato Di Gianni Arnaudo membro di giunta Coldiretti con delega alla frutta
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l comparto frutticolo Piemontese ha molto investito nell’ultimo decennio in nuove cultivar, difesa attiva, professionalità, sostenibilità ambientale, ponendosi a un livello produttivo medio-alto nel panorama nazionale e non solo: sono infatti circa 4000 le aziende del comparto che danno lavoro e occupazione a circa 20.000 persone tra autonomi e dipendenti. Le difficoltà economiche delle famiglie, lo strapotere della GDO, l’embargo Russo e la concorrenza delle produzioni extracomunitarie, che utilizzano metodi di produzione incuranti della salubrità, stanno com-
primendo da anni i prezzi ai produttori, a livelli ormai insostenibili. Il sistema OCM frutta non ha purtroppo costruito le condizioni per una vera concentrazione dell’offerta. Occorre un forte e più intenso impegno per ricondurre i grandi gruppi ad accordi di filiera anche essendo più espliciti nei confronti dei consumatori sui prezzi riconosciuti agli imprenditori agricoli. La scarsa remuneratività dei prezzi, che per alcune produzioni (es. pesche) non compensa i costi di produzione, sta creando difficoltà con lo spianto in molte aree. L’intero sistema ortofrutticolo cu-
neese va ripensato soprattutto in termini di organizzazione dei produttori, sia per non disperdere il progresso tecnologico e scientifico compiuto, sia per l’incidenza economica che il settore ha sul “Sistema Cuneo” in termini di occupazione e di reddito, generato dall’ortofrutticoltura. Se da un lato, il comparto primario non ha fatto mancare in questi anni difficili il suo apporto all’occupazione, dobbiamo lamentare che gli incentivi messi in campo dal Governo ben poco hanno inciso, soprattutto per le limitate risorse, come agevolazione per le imprese agricole.
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Chiediamo stesse regole in tutta Europa per evitare la concorrenza sleale ai nostri produttori
Il Cuneese provincia frutticola per eccellenza Di Michele Quaglia, presidente di Zona Coldiretti Saluzzo
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n Piemonte, in provincia di Cuneo, gli agricoltori sono individualisti e forse è anche per questo che la mentalità cooperativistica fatica ad affermarsi. Non spetta a noi difendere realtà cooperative dalle critiche più o meno velate dei mesi scorsi. Pensiamo che la cooperazione, come gli altri strumenti della commercializzazione debbano essere sostenuti ed implementati. La “colpa” è anche della politica che alla globalizzazione dei mercati non ha fatto corrispondere una globalizzazione delle regole all’interno dei Paesi europei. Non c’è uniformità, ad esempio per quanto riguarda il lavoro, con conseguenti disparità in termini di costo dello stesso che in Italia è il più alto di tutta l’Unione Europea. E sono diverse anche le regole a tutela del consumatore: l’Italia è uno dei paesi che tutela di più i consumatori. Questo è indubbiamente positivo.
Ma la sicurezza comporta un costo che va ad aggiungersi agli altri costi a carico dell’agricoltore, costi che sono sostenibili nella misura in cui la remunerazione del prodotto è adeguata. Se questi costi in altri Paesi non ci sono o sono più bassi, si viene a creare una sorta di concorrenza sleale ed il nostro prodotto cessa di essere competitivo. Inoltre, è necessario vigilare sugli scambi commerciali, affinché siano oggettivamente vantaggiosi per l’Europa, mi riferisco in particolare al trattato con il Marocco e al “TTIP”, (partenariato transatlantico su commercio e investimenti) con gli Stati Uniti. Nella zona di Saluzzo, Coldiretti rimane un importante punto di riferimento con 5.800 associati, di cui 1.500 aziende frutticole, a cui vanno aggiunti i frutteti del Saviglianese e del Fossanese, nonché le eccellenze frutticole dei Roeri e della collina
monregalese. Dobbiamo continuare a ricercare l’alleanza con i consumatori, garantendo loro trasparenza nel rapporto commerciale. La nostra battaglia per l’etichettatura della frutta fresca e anche per quella trasformata, la dobbiamo combattere insieme, cercando di isolare lo strapotere delle multinazionali. Ma è cambiato il nostri modo di fare sindacato. Siamo passati dalla protesta alla proposta, facendo conoscere i nostri processi produttivi ai consumatori e condividendo con i cittadini le nostre problematiche. La scelta del “Chilometro zero” va nella direzione di avvicinare produttori e consumatori e ridurre la filiera anche se siamo consapevoli che il nostro chilometro zero (parlando ovviamente di frutta) può essere l’Europa dove però le regole per la tutela dei lavoratori e la sicurezza dei consumatori siano uguali per tutti.
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Nonostante il surplus produttivo del 2015
Campagna melicola, decumulo delle scorte in linea con le annate precedenti
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onostante l’aumento della produzione registrato in questa campagna a livello europeo, il decumulo delle scorte delle mele di produzione nazionale, procede in linea con le annate precedenti. Per il gruppo Gala, ad-
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dirittura, le vendite sono terminate con circa un mese di anticipo rispetto alla passata stagione e alcune strutture, anche se non tutte, hanno effettuato le liquidazioni. Certamente, la stagione commerciale verrà ricordata per via di alcuni
importanti fattori: la campagna 2015 ha portato ad un aumento complessivo delle mele nell’UE, a cui si aggiunge, già dall’agosto 2014, la chiusura del mercato russo, tradizionalmente principale canale di sfogo per il prodotto polacco. Proprio la Polonia si è
SPECIALE FRUTTA
Il trend è confermato dalle giacenze che, al primo maggio, sono pari a 465.820 tonnellate, con cessioni nel mese di aprile piuttosto soddisfacenti. Nell’ultimo mese, infatti, sono state collocate sul mercato più di 215.000 tonnellate. Sempre dalle comuni-
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cazioni di Assomela, si evince che il prodotto in conservazione è di buona qualità e si sono superati i problemi di inizio stagione, che fa ben sperare per la fase conclusiva della stagione. Nello specifico, per la Golden Delicious i trend di vendita si mantengono su livelli soddisfacenti, con una seconda metà di aprile più dinamica ed interessante. La fine della disponibilità della varietà del gruppo Gala ha facilitato, come previsto, una più facile collocazione per le altre varietà rosse e bicolore, in modo particolare la Red Delicious, la Braeburn e la Fuji, quest’ultima con vendite nel mese di aprile che hanno sfiorato quelle record dello stesso mese del 2015. Performance più che soddisfacente per le nuove varietà, che si collocano sul mercato facilmente e con quotazioni interessanti. La stessa Assomela evidenzia come la situazione di mercato a inizio maggio, sebbene non eccellente, sia in linea con quanto previsto dai piani commerciali definiti ad inizio stagione e possa essere ancora una volta definita regolare.
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confermato primo produttore europeo di mele e l’assenza di fenomeni meteorologici avversi, ha in gran parte influenzato l’aumento produttivo europeo. A livello nazionale, invece, la produzione di 2.279.808 tonnellate (fonte Assomela) è risultata in calo del 7,18% rispetto al 2014. Nel nostro Paese, fatta eccezione per il gruppo Gala, il decumulo delle giacenze è attualmente in linea con le annate precedenti e con le previsioni di inizio campagna. Dati confermati anche ad inizio maggio dall’ultimo report di Assomela, Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani che rappresenta l’80% della produzione melicola nazionale. Secondo Assomela, dall’inizio della campagna commerciale sono state vendute complessivamente 1.543.326 tonnellate di mele da tavola, pari al 77% del totale disponibile e in perfetta linea con i programmi di vendita e con le ultime due campagne. Nello stesso periodo dello scorso anno e nel 2014, infatti, a fine aprile il volume delle vendite corrispondeva al 78%.
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SPECIALE FRUTTA Il mercato italiano sta in questo momento dando buone soddisfazione agli operatori, oltre che per le nuove varietà anche per quelle tradizionali. Di nuovo, appare evidente come le difficoltà per alcune specifiche cultivar derivino da un mercato internazionale piuttosto instabile, dove pesano in modo evidente l’embargo russo e le difficoltà economiche di alcuni Paesi dell’area Nordafricana. In questo contesto, l’afflusso di mele dall’Emisfero Sud si conferma contenuto e verso alcune destinazioni dove la competizione con le mele italiane è minore. Anche se in Piemonte la campagna commerciale sta volgendo al termine, a livello italiano le previsioni per i prossimi mesi, complice anche un prodotto a disposizione di buona qualità, sono ragionevolmente positive e lasciano intravedere un prosieguo di stagione regolare ed in leggero recupero per una buona conclusione in termini economici e di volumi collocati. Ora non resta che attendere la conclusione della campagna com-
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ai
merciale, per poter tirare le somme e tracciare il bilancio complessivo.
Kiwi: una stagione tra alti e bassi
La commercializzazione del kiwi sta volgendo al termine e si può a questo punto cominciare a fare qualche bilancio. Nella campagna 2015, la produzione piemontese di kiwi, dopo i pesanti danni da gelo registrati nel 2012 e le pesanti ripercussioni della batteriosi, è tornata su valori considerati normali e quantificabile
in 115.000 tonnellate, circa il 3% in più del 2014. Nell’Emisfero Nord, la produzione complessiva ha subìto un aumento di circa il 9%, con aumenti più o meno importanti in tutti i paesi produttivi. L’Italia, che si conferma il primo paese produttore, ha realizzato un volume di quasi 500.000 tonnellate (+8% rispetto al 2014), su una produzione complessiva dell’Emisfero Nord di circa 765.000 tonnellate. In Italia, la maggior parte dell’incremento produttivo è stato provocato dalle Regioni del Sud dove,
SPECIALE FRUTTA a fronte di un aumento quantitativo, ha fatto da contraltare una generale riduzione della qualità media delle singole partite, con una elevata riduzione soprattutto dei calibri. Per quanto riguarda la stagione commerciale, in Piemonte la qualità media delle partite è stata ovunque pari o superiore a quella della stagione precedente. A differenza della maggior parte delle altre coltivazioni frutticole, molte partite di kiwi sono state vendute al momento della raccolta e si sono registrate quotazioni un po’ più basse della stagione precedente. Il decumulo delle partite è sempre stato in ritardo rispetto alla campagna precedente e, per questo, la campagna commerciale terminerà con un cospicuo ritardo rispetto alle ultime stagioni. Le primissime fasi della campagna di commercializzazione sono state influenzate negativamente dalla forte pressione sul mercato, esercitata soprattutto da parte della Grecia; ciò nonostante, anche in questa fase, la richiesta e le quotazioni dei frutti di
calibro superiore è sempre stata buona. A queste prime fasi, è seguito un periodo abbastanza lungo, a cavallo tra il 2015 e il 2016, in cui si sono continuate positivamente le richieste per le pezzature più importanti (30 e oltre), caratterizzate anche da quotazioni soddisfacenti mentre, al contrario, si registravano quotazioni in netta diminuzione per le pezzature più piccole, molto presenti nelle partite provenienti in particolare dal Lazio. L’ultima fase della campagna commerciale ha visto un’ulteriore difficoltà nella collocazione del prodotto dei calibri inferiori, dove si sono toccate quotazioni ben al di sotto dei costi di produzione. Questa situazione ha provocato l’apertura della cosiddetta “beneficenza” (destinazione di parte del prodotto agli indigenti), da parte delle principali Organizzazioni dei Produttori italiane. La produzione piemontese, nella corrente campagna, si è fin da subito distinta per un’elevata qualità media delle partite. Nonostante ciò, si rischia anche di pagare gli errori produttivi di altre Regioni oltre alle
solite inefficienze esistenti su tutta la filiera commerciale e distributiva. Come già più volte ricordato, anche attraverso le pagine di questo giornale, le performance raggiunte dal principale “marchio” del settore ci fanno capire come sia indispensabile, per il futuro, rivedere con estrema attenzione l’attuale impostazione dell’intera filiera produttiva piemontese. Le campagne di commercializzazione di mele e kiwi si stanno quindi avviando alla conclusione e, tra poco, le liquidazioni delle singole partite saranno definite dai diversi gruppi commerciali. Le incombenze burocratiche e i costi di produzione sono ulteriormente cresciuti, inoltre le quotazioni definitive di pesche e nettarine sono state ancora una volta al di sotto dei costi di produzione - ci fa sapere Gianni Arnaudo, membro di Giunta Coldiretti Cuneo con delega alla frutta - Proprio per questo, speriamo nelle liquidazioni di mele e kiwi, auspicando che possano dare soddisfazione ai produttori, con quel minimo di utile necessario alla sopravvivenza delle proprie imprese.
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SPECIALE FRUTTA
Pubblicata la Guida: “Coltivazione sostenibile in Piemonte. Linee tecniche 2016”
Ricerca e innovazione per ortaggi, fragole e piccoli frutti
L
o scorso 25 maggio, la Fondazione Agrion ha presentato e distribuito gratuitamente agli agricoltori la nuova la Guida “Coltivazione sostenibile di ortaggi, fragola e piccoli frutti - Linee tecniche 2016” presso il Centro sperimentale per l’orticoltura di Boves. Il volume è dedicato alla coltivazione sostenibile – cioè con metodi rispettosi dell’ambiente e sicuri per l’alimentazione – di ortaggi, fragola e piccoli frutti in Piemonte. Si tratta di uno strumento pratico, di semplice consultazione, denso di informazioni e indicazioni operative preziose per chi intende coltivare ortaggi, fragola e piccoli frutti con professionalità e consapevolezza, sempre in linea con i costanti aggiornamenti della normativa vigente e nel rispetto dell’ecosistema che ospita l’agricoltura regionale. I contenuti riassumono, traducendoli in linee guida, i risultati scaturiti dall’attività di innovazione e ricerca
svolta presso l’Agrion, in collaborazione con numerose istituzioni nell’ambito di progetti e reti scientifiche regionali e internazionali. Non va inoltre dimenticato il proficuo e costante flusso di informazioni, soluzioni di dubbi, criticità, nuove
soluzioni tra Agrion e i rappresentanti delle filiere sul territorio. Il coordinamento dei tecnici di base si conferma strumento efficace per mantenere la ricerca ancorata alle esigenze effettive degli agricoltori, al fine di indagare sui temi chiave attuali e centrali per la soluzione di specifiche criticità. Scorrendo il volume si incontrano i focus di tecnica colturale per guidare il percorso produttivo. Di particolare interesse quest’anno gli appunti per la coltivazione della fragola, gli aggiornamenti sulle varietà di lampone e le strategie di difesa contro gli insetti dannosi (gestendone i picchi di sviluppo e contenendone i danni) e i patogeni del suolo. Per quanto riguarda la difesa, si segnala il capitolo sul moscerino dagli occhi rossi Drosophila suzukii, arrivato in Piemonte nel 2010 e rivelatosi una vera e propria emergenza per i piccoli frutti. Agrion monitora i voli degli insetti nei diversi ambienti e ogni settimana fornisce le indicazio-
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SPECIALE FRUTTA ni per proteggere le coltivazioni. Gli insetticidi si sono rivelati pressoché inutili, mentre la difesa più efficace si ottiene disponendo reti anti-insetto e con trappole alimentari per la cattura massale. Gli attrattivi a base di aceto consentono di catturare migliaia di individui a settimana. Il capitolo fa il punto sulle ricerche in corso, condotte nell’ambito della rete internazionale che in Piemonte fa capo al Centro sperimentale di Boves. Sono tante le attese legate agli antagonisti naturali (insetti “buoni” in grado di predare o parassitizzare la drosofila). Alcune specie indigene sono già state individuate e classificate. L’attività condotta da Agrion su questi temi si avvale della costante e preziosa collaborazione di altri soggetti che operano nella ricerca e nel trasferimento tecnologico sul territorio: il Servizio fitosanitario regionale, il DISAFA dell’Università di Torino, il CREA-ORL e il CNR – Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante. Dopo la giornata di presentazione, il volume sarà distribuito gratuitamente ad agricoltori, tecnici e appassionati dell’orto presso il Centro sperimentale per l’orticoltura di Agrion (via Albertasse, 16 – 12012 Boves, CN), oltre che consultabile e scaricabile on line all’indirizzo www.agrion.it.
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Nocciolo: tecniche agronomiche nel rispetto dell’ambiente La coltura del nocciolo è molto visitata dagli insetti pronubi come api e bombi artefici dell’impollinazione di molte colture, fortemente sensibili agli insetticidi afidicidi e pertanto fortemente a rischio in caso di trattamenti chimici.
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ono iniziati i frappage sul nocciolo per valutare la reale presenza di insetti dannosi quali la cimice e il balanino. Il frappage è una tecnica molto semplice che prevede l’utilizzo di un telo, preferibilmente di colore chiaro, che va steso sotto la pianta e di una picca o di un bastone per agitare le fronde del nocciolo, per fare cadere sul telo tutti gli insetti presenti sulle frasche.
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Dopo un buono scuotimento, si richiude il telo e si mette tutto quanto raccolto in un sacco per poter procedere alla conta degli insetti “catturati”. Trattandosi di animali vivi, per evitare fughe dal sacco, si provvede a lasciare il tutto nel freezer oppure ad utilizzare dell’etere etilicolo per anestetizzarli. Essendo una vera e propria cattura massale di insetti, è fondamentale provvedere allo scuo-
timento alle prime luci dell’alba, per catturare così gli insetti diurni ancora parzialmente fermi e gli insetti notturni. La pratica del frappage diventa fondamentale sul nocciolo per garantire il controllo della popolazione delle cimici, quali Gonocerus acuteangolatus, Palomena prasina e Nezara viridula che causano il cosiddetto “cimiciato” e del balanino del nocciolo (Curculio nucum). Con
SPECIALE FRUTTA
l’avvento di questa nuova specie (Halyomorpha halys) è necessario intensificare la suddetta pratica per monitorarne il ciclo da subito. È importante, nelle ripetizioni della pratica, spostarsi maggiormente nell’appezzamento per avere una corretta mappatura del campo. Pertanto, negli appezzamenti confinanti con boscaglia o fruttiferi, bisogna controllare maggiormente i bordi. In questo periodo, è frequente trovare melate sulle foglie di molte colture da frutto, ma anche ornamentali, come le rosaceae. Queste melate sono provocate dagli afidi o pidocchi delle piante, piccoli insetti in grado di succhiare la linfa delle piante e produrre questa sostanza appiccico-
sa dai due sifoni posti sull’addome, che a seguito della loro presenza provocano accartocciamenti delle gemme, specie quelle giovani e bruciature per la melata. Possono essere di colori diversi, principalmente verdi o neri, ma il loro passaggio sul nocciolo è solo marginale e i “danni” sono unicamente estetici, poiché non riescono a provocare danni, né sulla pianta, né tantomeno sulla nocciola o sulla resa. Non sono per l’appunto presenti in commercio insetticidi registrati per questa avversità sul nocciolo e pertanto non è necessario il trattamento chimico. Sempre collegato al discorso di gestione del noccioleto, come ribadito più volte, l’importante è la corretta gestione agronomica delle piantine fin dall’impianto. Nei primissimi anni di impianto, la gestione del suolo e le operazioni per il controllo delle malerbe intorno alle giovani piante sono di fondamentale importanza. Le lavorazioni con mezzi meccanici (frese, interceppo etc..) non sono da ritenersi definitive, pertanto la sarchiatura deve essere rifinita a mano. L’onere di questa operazione manuale viene direttamente ricompensato, in quanto eliminando totalmente la presenza di erba infestante e lasciando terreno soffice ed ossigenato lo sviluppo delle piante è vigoroso e senza ostacoli.
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Nell’estate successiva all’impianto, questa operazione dovrebbe essere eseguita almeno un paio di volte; a fine primavera-inizio estate e ripetuta in autunno, stagione in cui va apportata nel contempo una piccola quantità di nutrimento che deve essere concordata con i tecnici. Seppure più vantaggioso e rapido potrebbe essere l’utilizzo del diserbo localizzato, ma anche con le opportune protezioni antideriva (campana) l’operazione è molto rischiosa per i danni che si possono provocare alle giovani piantine. Per maggiori informazioni sui frappage e la gestione del noccioleto, contattare i tecnici dell’Agenzia 4 A delle varie zone Coldiretti.
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Articolo per articolo i più significativi e innovativi contenuti proposti e inseriti nel testo votato dalla Commissione della Camera che ha intrapreso l’iter di definitiva approvazione.
Testo Unico Vino: le principali novità
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a prima versione del testo, che era stata fortemente criticata da Coldiretti tanto da prenderne le distanze, si limitava a poco più di un riordino delle norme previgenti. Di seguito, invece per articolo i più significativi e innovativi contenuti proposti e inseriti nel testo votato dalla Commissione della Camera che ha intrapreso l’iter di definitiva approvazione. Da evidenziare, la nostra imposta-
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zione che vuole riconoscere al settore un ruolo importante per l’economia Paese. Insieme alla semplificazione si mira alla valorizzazione del prodotto e alla trasparenza verso il consumatore. E finalmente saranno più proporzionate alla gravità le sanzioni assurde oggi applicate in modo indifferenziato per le inosservanze a riguardo il piano dei controlli e l’etichettatura, che tanto hanno creato tensioni alle imprese.
Art. 1 - Vino patrimonio culturale e risorsa -“Il vino prodotto della vite ed i territori viticoli sono salvaguardati e costituiscono parte del patrimonio culturale gastronomico e paesaggistico italiano frutto di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni”. Tale dizione è stata proposta da Coldiretti, non esisteva prima nei testi né legislativi né nel ddl Sani . E’ una importante dichiarazione di principio posta all’inizio del testo che valorizza il vino ma altresì la
VITIVINICOLO coltivazione della vite e quindi sancisce l’importanza della produzione agricola per l’interesse generale del Paese.
Art. 6 Vitigno Autoctono -L’importanza di classificare i vitigni autoctoni corrobora la battaglia che Coldiretti sta facendo anche in Europa contro la “omologazione” e liberalizzazione dell’uso in etichetta dei nostri vitigni e per tutelare dal plagio le nostre specificità.
Art. 7 Schedario Viticolo - Il testo proposto da Coldiretti dà maggiore certezza alle imprese in ordine ai dati contenuti nello schedario, al fine di evitare che le continue modifiche operate dall’amministrazione (refresh) determinino incertezze rispetto ai dati produttivi. Attualmente le correzioni del refresh spesso non sono conosciute per tempo dal conduttore e questo crea problemi per gli adempimenti e dichiarazioni di produzioni e le domande di aiuto. Con la nuova norma, si dà certezza ai dati validati dalle regioni fino a che il viticoltore non li cambia o le modifiche non gli vengono notificate per tempo. Art. 8 Esenzione Planimetria Piccole Cantine - Si introducono su proposta di Coldiretti semplificazioni di adempimenti relative alle planimetrie, compreso l’esonero per le cantine con capacità complessiva inferiore a 100 hl. Art. 14 Agriturismi Agevolati - Su richiesta di Coldiretti si introduco-
no semplificazioni per le imprese agricole che effettuano attività connesse di trasformazione dei prodotti agricoli e producono. Interessa ad esempio gli agriturismi con piccole cantine ecc.
Art. 43 Etichette - Etichettatura dei vini a denominazione Inserite importanti novità richieste da Coldiretti per consentire ai produttori di indicare con maggiore specificazione la collocazione geografica dell’azienda e dei vigneti, eliminando il rischio di applicazione di sanzioni per l’indicazione di nomi geografici anche quando essi siano corrispondenti e tutelati come denominazioni di origine. Per esempio, poter scrivere che la ditta Tizio si trovi nelle Langhe e in Piemonte .Con questa facilitazione, sarà anche più semplice per le imprese fare pubblicità e promozione via internet, qualificando meglio la loro collocazione geografica senza incorrere in sanzioni. Art. 44 Vitigno in etichetta - Se almeno 15% - Si chiarisce che per i vini a DO o IG, etichettati con due o più varietà, le varietà possono essere menzionate solo se presenti in percentuale non inferiore al 15%. La previsione costituisce un’importante regola per la corretta informazione dei consumatori, per non permettere l’impiego di nomi di vitigni pregiati, particolarmente attrattivi, se non effettivamente presenti in quantità adeguata nel vino. Art. 47 Contrassegni Per Vini A Do e Ig -Per i vini a Doc si consente, in
alternativa ai contrassegni di Stato stampati dal Poligrafico (fascette), l’utilizzazione di sistemi telematici di controllo e tracciabilità. Per i vini a Doc ci sarà quindi un’alternativa più economica, innovativa e di facile gestione, rispetto alle fascette di Stato e di maggiore garanzia rispetto all’uso semplicemente del Lotto. La formulazione approvata consentirà ad esempio l’utilizzo dei QR code quali sistemi di tracciabilità e controllo che consentono ai consumatori anche di avere maggiori informazioni sul prodotto e di agganciarsi al sito internet dell’azienda. Ciò consente altresì alle aziende di sfruttare le opportunità dell’informazione digitale.
Art. 48 – 54 Aceti - Per quanto riguarda gli aceti sono state inserite positive facilitazioni per i piccoli produttori. Esoneri e semplificazioni anche ai fini della tenuta dei registri riguardano i produttori fino a 10 o 20 hl in base alle fattispecie. Non è stato inserito l’obbligo di indicazione dell’origine del vino (materia prima) richiesto da Coldiretti. Art. 58 Informatica Unica E Affidabilita’ - E’ stato recepito il principio di semplificazione, voluto da Coldiretti che impernia nel SIAN la gestione di tutti gli adempimenti, costituendo lo strumento informatico unico, semplificato e coordinato nella gestione degli adempimenti. Tuttavia il testo si ferma alla enunciazione di principio in quanto non è stata accolta la formulazione proposta da Coldiretti che prevedeva esplicitamente la riduzione di adempimenti in presen-
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VITIVINICOLO za di dichiarazione di conformità, la fissazione di principi quali la proporzionalità degli adempimenti in base alla dimensione aziendale e l’uso dell’autocertificazione. Coldiretti si impegnerà, formulando proposte sui decreti applicativi. Art. 59 Accise e Sportello Unico Sono state accolte tutte le proposte di Coldiretti che mirano a semplificare gli adempimenti sulle accise particolarmente onerosi e odiosi poiche’ il vino attualmente è soggetto ad accisa pari a zero (quindi nemmeno ci potrebbe essere possibilità’ di evasione fiscale ) – unificazione delle comunicazioni iva e accisa per export – istituzione dello sportello unico presso il MIPAF per facilitare la cessione intracomunitaria e export di vino anche favorendo le vendite dirette al consumatore finale europeo.
Art. 64 Certificazione e controllo delle Do e Ig - Sono state inserite le richieste di Coldiretti per una importante semplificazione del sistema: unicità del controllore in azienda - introdotta analisi dei rischi (concentra i controlli sulle situazioni a maggior rischio di inadempienze e quindi riduce il numero complessivo degli accessi e i costi a carico delle aziende) – semplifica le analisi chimico fisiche e organolettiche riducendo i costi ed evitando la duplicazione delle analisi (che oggi il produttore paga 2 volte) – si rafforza il controllo e la vigilanza sul mercato.
Art. 68 Tutela del Made in Italy dalle frodi e informazione dei consumatori
– È inserita la proposta di Coldiretti di rendere pubblici sul sito internet dell’agenzia delle dogane i dati sulle importazioni di vino e dei prodotti vitivinicoli specificando tipologie di prodotto, imprese e quantità. Inserita la possibilità per il consumatore di accedere ai dati dell’imbottigliatore (nome, indirizzo) quando non è espressamente indicato in chiaro ma è usato il codice. Art. 69 - 86 Sanzioni (Proporzionalità + Tolleranza + Dissuasività) - Viene inserito il nuovo istituto del ravvedimento operoso. Confermate la diffida e il pagamento in misura ridotta, che già abbiamo ottenuto con le norme orizzontali e che pertanto non sono più riprese nel testo attuale, specifico per il vino. All’art. 69 Sono state inserite le sanzioni relative al mancato uso delle autorizzazioni agli impianti ricevute entro i tre anni con importi da
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500 a 1500 euro per ettaro oltre che l’esclusione dalle misure previste dal Piano Nazionale di Sostegno ( OCM). Nello stesso articolo è stato inserito su formulazione Coldiretti il comma 5 che consentirà di evitare l’applicazione delle sanzioni per piccole superfici di scostamento nei casi di allineamento delle superfici (5% fino a 5000 mq). Su espressa richiesta di Coldiretti infine si è riequilibrato il livello di sanzione connesso al piano dei controlli dove oggi, indifferentemente dalla gravità dell’inosservanza, anche per piccole formalità o minime differenze quantitative si devono sborsare somme insensate. Sono quindi recepite le nostre proposte per differenziare le multe in relazione alla reale gravità’ e pericolosità sociale delle violazioni anche operando sulle soglie di tolleranza (si veda in particolare il comma 1 dell’art. 79).
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Gestione Potenziale Viticolo: le nuove Disposizioni Regionali
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l cambiamento dal regime transitorio dei diritti di impianto dei vigneti al sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli ha richiesto l’adattamento delle disposizioni regionali fino ad oggi in vigore e la loro sostituzione tramite nuova DGR 18-4-2016- n ° 133166, che nel prosieguo si provvede a riprendere in forma sintetica con l’aggiunta di nostre considerazioni e integrazioni. Coldiretti, in sede di confronto con la Regione prima della approvazione della DGR ha, tra le altre cose richiamato l’attenzione sulle tempistiche previste per le risposte della PA alle istanze e alle dichiarazioni presentate dai conduttori, ritenute eccessivamente lunghe, talvolta incongruenti con le esigenze stagionali e cronologiche delle operazioni di impianto /estirpazione. Nel testo della DGR, è inserito un capoverso (relazione iniziale e presentazione) che contiene l’esplicito impegno della Regione a verificare i termini dopo un primo periodo di applicazione e successivamente alla riorganizzazione in corso delle sedi periferiche regionali.
le altre attività di gestione del potenziale produttivo viticolo in Regione Piemonte.
DEFINIZIONI
Le disposizioni regolano l’iter a volte complesso, ma anche i termini per presentare le domande e le notifiche per le numerose operazioni effettuate in tema di realizzazione degli impianti, di estirpazione, di iscrizione all’idoneità per le DO e per
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Si riportano alcune delle definizioni,poiché è importante conoscere il significato condiviso ed ufficiale in sede operativa assegnato ad alcune operazioni con aggiunta di precisazioni e cronologie. Data di impianto: data di messa a dimora delle barbatelle, anche nel caso di sovrainnesto. Campagna viticola: la campagna di produzione che inizia il primo agosto di ogni anno e termina il 31 luglio dell’anno successivo. Unità vitata (UV): superficie continua coltivata a vite che ricade su una particella catastale, condotta da una singola azienda, che è omogenea per le seguenti caratteristiche: forma di allevamento, sesto di coltivazione e densità d’impianto, anno d’impianto, presenza di irrigazione, tipologia delle strutture, stato di coltivazione, varietà di uva e l’attitudine a produrre vino DOCG e DOC. Superficie vitata: la superficie col-
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VITIVINICOLO tivata a vite misurata all’interno del sesto di impianto (da filare a filare e da vite a vite) aumentata, in misura del 50% del sesto di impianto oppure fino ad un massimo di tre metri per le aree di servizio, ivi comprese le capezzagne e le scarpate in caso di sistemazioni a terrazze o gradoni o piani raccordati, qualora effettivamente esistenti. Per i filari singoli la superficie vitata da considerarsi, per quanto attiene le fasce laterali, sarà fino ad un massimo di metri 1,5 per lato e di tre metri sulle testate per le aree di servizio, ivi comprese le capezzagne, qualora effettivamente esistenti. Superficie vitata non più in produzione: la superficie coltivata a vite ove sia individuabile il sesto di impianto e la presenza di ceppi di vite diffusa per almeno il 50% della superficie totale. Fallanza: la sporadica assenza di viti all’interno del sesto di impianto. Per le produzioni a DO che indicano una densità di impianto nel disciplinare di produzione, eventuali fallanze, entro il limite del 10%, non incidono sulla determinazione della capacità produttiva. Anno di entrata in produzione ai fini della rivendicazione a DO: si intende il terzo anno vegetativo per gli impianti e il secondo anno vegetativo per i sovrainnesti. Il primo anno vegetativo coincide con l’anno di impianto solo se l’impianto e la relativa dichiarazione di nuovo impianto o reimpianto siano effettuati entro il 31 luglio. Fatte salve eventuali limitazioni previste dal disciplinare, le percentuali massime di produzione sono il 70% per l’anno di entrata in produzione e il 100% per gli anni successivi della resa indicata nel relativo disciplinare di produzione.
AUTORIZZAZIONI ALL’IMPIANTO
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A partire dal primo gennaio 2016, fino al 31 dicembre 2030, i vigneti di uva da vino possono essere impiantati o reimpiantati solo se è stata concessa una autorizzazione. Le tipologie sono: • autorizzazione derivante da
conversione di diritti di impianto; • autorizzazione per nuovo impianto; • autorizzazione per reimpianto; • autorizzazione per reimpianto anticipato. Le autorizzazioni sono gratuite e vanno utilizzate all’interno dell’azienda alla quale sono concesse. Esse, quindi, non sono trasferibili, salvo eccezioni (subentri, scissioni aziendali…). Le procedure di subentro saranno disciplinate successivamente. Sono esenti dal sistema delle autorizzazioni gli impianti destinati al consumo familiare, a scopi di sperimentazione e alla coltura di piante madri per marze o in conseguenza di misure di esproprio. Autorizzazione derivante da conversione di diritti di impianto I diritti di impianto registrati e controllati nel registro dei diritti devono essere convertiti in autorizzazioni. Essi possono essere convertiti in autorizzazioni: • fino al 31 dicembre 2020 se generati a partire dal primo agosto 2008; • entro la data di scadenza dello stesso diritto se generato entro il 31 luglio 2008. • L’autorizzazione ha la medesima validità del diritto che l’ha generata: pertanto le autorizzazioni derivanti da conversione di diritti possono essere esercitate: • entro il 31 dicembre 2023 nel caso in cui l’autorizzazione derivi da un diritto che non ha
scadenza (diritto generati a partire dal primo agosto 2008); • entro la data di scadenza dello stesso diritto, se generato entro il 31 luglio 2008. NB - l’impianto in questo caso deve avvenire entro il 31-7 -2016 pena la decadenza dell’autorizzazione. Autorizzazione per nuovo impianto L’autorizzazione per nuovo impianto è disciplinata dal Decreto Ministeriale Capo II e dalla circolare AGEA coordinamento. Una volta concessa essa viene registrata nello schedario a livello aziendale. Essa da diritto a realizzare l’impianto del vitigno prescelto, mentre l’idoneità della superficie realizzata a produrre e rivendicare una DO può prevedere ulteriori limitazioni, sulla base delle decisioni assunte dai Consorzi e dalla Filiera per la specifica DOC o DOCG. Autorizzazione per reimpianto a seguito di estirpazione l’autorizzazione per reimpianto è concessa al conduttore che ha estirpato una equivalente superficie vitata L’autorizzazione. Ha una validità di 3 anni a partire dalla sua concessione. Il conduttore entro 30 giorni dall’ultimazione dei lavori, presenta una dichiarazione di avvenuta estirpazione alla Regione. (Si precisa solo a puro titolo informativo che il DM prevedrebbe tale adempimento entro la fine della campagna in cui e’ avvenuta estirpazione e consigliamo di dichiarare l’estirpazione prima della vendemmia in modo tale da avere situazione delle DO aggiornata in epo-
VITIVINICOLO ca di raccolta e dichiarazione) La Regione entro 90 giorni accerta tale dichiarazione. Trascorsi 90 giorni dalla sua presentazione la dichiarazione di estirpazione è da ritenersi accertata positivamente (secondo il principio del silenzio-assenso) NB - Sono escluse da tale termine le dichiarazioni di estirpazione di vigneti oggetto di contributo nell’ambito della misura Ristrutturazione e riconversione vigneti. Il conduttore può (deve per non perdere la “quota” di superficie vitata) presentare una richiesta di autorizzazione al reimpianto entro la fine della seconda campagna viticola successiva a quella in cui è avvenuta l’estirpazione. Entro i successivi 90 giorni dalla suddetta presentazione la Regione concede l’autorizzazione al reimpianto. Trascorsi 90 giorni dalla sua presentazione la richiesta di autorizzazione è da ritenersi accertata positivamente. Al fine di semplificare i procedimenti a carico del conduttore ed evitare la presentazione di una ulteriore istanza, la richiesta di autorizzazione al reimpianto può essere avanzata contestualmente alla dichiarazione di avvenuta estirpazione (si perdono 2 anni di durata in più prevista dalla procedura normale). In tal caso entro 90 giorni dalla
presentazione della dichiarazione di estirpazione la Regione accerta l’estirpazione e concede l’autorizzazione al reimpianto. Trascorsi 90 giorni dalla sua presentazione la dichiarazione è da ritenersi accertata positivamente. Sono escluse da tale termine le dichiarazioni di estirpazione di vigneti oggetto di contributo nell’ambito della misura Ristrutturazione e riconversione vigneti. Procedura semplificata per la concessione dell’autorizzazione La richiesta di autorizzazione al reimpianto sulla stessa superficie estirpata può essere avanzata contestualmente alla dichiarazione di avvenuta estirpazione; ma attenzione: in tal caso l’autorizzazione viene concessa automaticamente e la sua durata è di tre anni a partire dall’estirpazione (e non dalla sua concessione). In tal caso non è prevista la modifica della superficie per cui è concessa l’autorizzazione.
Reimpianto Il conduttore entro 60 giorni dal completamento dei lavori presenta una dichiarazione di reimpianto. La Regione accerta tale dichiarazione entro 180 giorni. Trascorsi 180 giorni dalla sua presentazione la dichiarazione di reimpianto è da ritenersi accertata NB - Sono escluse da tale termine le dichiarazioni di impianto di vigneti oggetto di contributo nell’ambito della misura Ristrutturazione e riconversione vigneti. Reimpianto anticipato E’ prevista la possibilità di realizzare un reimpianto anticipato a fronte dell’impegno a estirpare una equivalente superficie vitata entro la fine del quarto anno dalla data in cui avviene il reimpianto. Alla richiesta è allegata una garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa a titolo di cauzione. Entro 90 giorni dalla presentazione della richiesta, salvo esito negati-
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VITIVINICOLO vo dell’accertamento, la Regione concede l’autorizzazione al reimpianto anticipato . Entro 3 anni dalla richiesta di autorizzazione al reimpianto anticipato il conduttore deve effettuare l’impianto. Entro 60 giorni dal completamento dei lavori presenta una dichiarazione di reimpianto La Regione accerta tale dichiarazione entro 180 giorni. Trascorsi 180 giorni dalla sua presentazione la dichiarazione di reimpianto è da ritenersi accertata positivamente Sono escluse da tale termine le dichiarazioni di impianto di vigneti oggetto di contributo nell’ambito della misura Ristrutturazione e riconversione vigneti. Entro la fine del quarto anno dalla data in cui le nuove viti sono state impiantate il conduttore deve effettuare l’estirpazione del vigneto oggetto di sostituzione. Entro 30 giorni dal completamento dei lavori il conduttore comunica l’avvenuta estirpazione della superficie vitata equivalente a quella reimpiantata presentando una dichiarazione di estirpazione in cui richiede lo svincolo della cauzione. La Regione entro 90 giorni accerta ed entro 60 giorni dall’avvenuto accertamento richiede all’ente garante lo svincolo della polizza fideiussoria. Qualora il conduttore intenda effettuare una estirpazione su una superficie diversa rispetto a quella indicata, lo notificherà attraverso la dichiarazione di estirpazione con la quale comunica la posizione della nuova superficie che ha estirpato.
Superfici esentate dal sistema delle autorizzazioni per gli impianti viticoli Il sistema delle autorizzazioni non si applica alle superfici vitate destinate al consumo familiare, a scopi sperimentali, alla coltura di piante madri per marze e alle superfici impiantate a seguito di misure di esproprio per motivi di pubblica utilità. Tutti gli impianti previsti al presente punto sono comunque soggetti a notifica. Consumo familiare L’impianto delle superfici vitate destinate esclusivamente al consumo familiare è consentito a condizione che la superficie non superi 0,1 ettari, il conduttore non disponga di altre superfici vitate e non produca vino né altri prodotti vitivinicoli ad uso commerciale. Il
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conduttore presenta una dichiarazione dove dichiara di non disporre di altre superfici vitate e si impegna a non commercializzare le produzioni ottenute. Nel caso in cui il conduttore ottenga un‘autorizzazione all’impianto, anche successiva, può utilizzarla per trasformare la superficie destinata al consumo familiare in superficie produttiva a scopo commerciale oppure può utilizzarla per realizzare un impianto viticolo previa estirpazione della superficie originaria destinata ad uso familiare. Impianti di campi madre per marze e per portainnesti Il conduttore che intende effettuare un nuovo impianto destinato alla coltura di piante madri per marze presenta alla Regione una comunicazione preventiva Nella comunicazione inoltre il conduttore dichiara che si impegna a non commercializzare le produzioni ottenute (uva e vino). Al termine del periodo di produzione di piante madri marze il conduttore: • deve estirpare a proprie spese le superfici destinate alla coltura di piante madri per marze e darne comunicazione presentando una dichiarazione di estirpazione; • può produrre uva o vino commercializzabile purchè provveda ad ottenere un’autorizzazione. Sovrainnesto Il conduttore che ha realizzato il sovrainnesto su una superficie vitata aziendale presenta, entro 60
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6.000 euro per ettaro, se il conduttore procede all’estirpazione della totalità dell’impianto non autorizzato entro quattro mesi dalla data di notifica dell’irregolarità; • 12.000 euro per ettaro, se il conduttore procede all’estirpazione della totalità dell’impianto non autorizzato entro il primo anno successivo alla scadenza del termine di quattro mesi; • 20.000 euro per ettaro, se il conduttore procede all’estirpazione della totalità dell’impianto non autorizzato dopo il primo anno successivo alla scadenza del termine di quattro mesi. Ai sensi dell’articolo 71 del Reg. (UE) n. 1308/2013 le superfici vitate prive di autorizzazione non beneficiano di misure di sostegno nazionali o dell’Unione. Rivolgetevi agli uffici Coldiretti per presentare le domande e le dichiarazioni previste per la realizzazione e l’estirpazione dei vigneti.
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sentazione la dichiarazione è da ritenersi accertata positivamente. Sanzioni amministrative per l’inosservanza Superfici vitate realizzate in assenza di autorizzazione - I conduttori devono estirpare a loro spese le superfici vitate prive di autorizzazione entro 4 mesi dalla data di notifica dell’irregolarità. Qualora i conduttori non procedano all’estirpazione, la Regione assicura l’estirpazione dell’impianto non autorizzato entro i due anni successivi alla scadenza del periodo di quattro mesi. Il costo della estirpazione è posto a carico del conduttore, che è tenuto anche al pagamento della sanzione. Il costo dell’estirpazione degli impianti non autorizzati, effettuata a cura della Regione, viene quantificato sulla base del prezziario regionale con edizione annuale . Nelle more dell’adozione di specifici atti a livello nazionale o regionale, si applicano le sanzioni previste a livello europeo ed in particolare gli importi minimi previsti dall’articolo 5 del Reg. (UE) 560/2015 di seguito riportati:
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giorni dall’ultimazione dei lavori, una dichiarazione alla Regione. La Regione accerta tale dichiarazione entro 180 giorni. Trascorsi 180 giorni dalla sua presentazione la dichiarazione di reimpianto è da ritenersi accertata positivamente. Idoneità a schedario delle superfici per la rivendicazione dei vini a DO. L’idoneità tecnico-produttiva è valida per tutte le denominazioni d’origine che sono compatibili con quella superficie vitata in termini di area di produzione, vitigno o vitigni coltivati, caratteristiche agronomiche e produttive e la sua verifica compete alla Regione. Il conduttore che intende iscrivere allo schedario una superficie idonea a una determinata DO o variare tale idoneità presenta una dichiarazione alla Regione. La Regione accerta tale dichiarazione entro 90 giorni dal termine ultimo fissato per la presentazione della dichiarazione. Trascorsi 90 giorni dalla sua pre-
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Reti antigrandine nei vigneti dell’Unesco: sentire anche i viticoltori
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l Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani, l’Ente Turismo di Alba Bra Langhe e Roero e il Consorzio Turistico Langhe Monferrato e Roero, hanno comunicato nei giorni scorsi che le reti antigrandine nei vigneti coltivati nei territori dell’Unesco si possono usare ma solo se sono di colore verde scuro o nero. Una decisione sicuramente tardiva poiché molti viticoltori già si erano dotati di reti antigrandine di colore bianco o azzurrino. Sicuramente in buona fede l’intento è di salvaguardare l’estetica del paesaggio.
La posizione di Coliretti e delle altre organizzazioni agricole
In una lettera inviata ai Presidenti dei tre enti le organizzazioni agricole ricordano che gli imprenditori agricoli sono una componente fondamentale del territorio e che attraverso il loro lavoro e le loro capacità imprenditoriali hanno permesso di raggiungere l’importante riconoscimento dell’Unesco. Avrebbero quindi potuto essere di grande supporto,
sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista organizzativo al tavolo delle decisioni oggetto della comunicazione ai viticoltori. Decisioni importanti come quella assunta che coinvolge anche i Comuni non possono prescindere dal coinvolgimento dei produttori, delle loro Organizzazioni e degli strumenti tecnici che le stesse mettono in campo.
Su La Stampa un commento poco appropriato
Il quotidiano La Stampa nella pa-
gina “Langa e Roero” del 17 maggio affida ad un avvocato civilista il commento sull’opportunità o meno di usare le reti antigrandine non tanto nelle versioni colorate proposte dalle ditte sul mercato, quanto sull’utilità delle stesse per la difesa delle viti dalla grandine. L’avvocato Piercarlo Barale conclude “l’intervento su La Stampa” con la frase: “Sono pressoché inutili per la difesa contro la grandine e compromettono in modo inaccettabile il paesaggio”. E questo quando poche righe prima lo stesso avvocato portava l’esempio di una grandinata che aveva rovesciato le reti antigrandine su un frutteto in quel di Busca. All’illustre avvocato valido civilista dobbiamo ricordare che un conto è coprire con le reti antigrandine un frutteto ed un conto è posizionare le reti per proteggere i vigneti. Sono pratiche colturali completamente diverse: sulla frutta sono orizzontali mentre sulla vite verticali. Non si capisce quindi quale sia la ragione che ha spinto La Stampa a chiedere ad un avvocato un parere di impatto ambientale..
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Nella natura delle Langhe con The Green Experience! Ulteriore passo avanti del progetto di Coldiretti Cuneo “The Green Experience”, insieme ai viticoltori del territorio, lo scorso 18 maggio a Barolo nell’ azienda Pira F.lli di ei giorni scorsi, i tecnici vitivinicoli dell’ agenzia 4 A, insieme alle aziende che hanno scelto il disciplinare di produzione di vini ecosostenibili tra cui le produzioni biologiche, The Green Experience Plus, hanno fatto un sopralluogo sul territorio delle Langhe con la dottoressa ornitologa Mara Calvini, già partner del progetto, per verificare la fauna ornitrica della zona. L’obbiettivo della visita era quello di mostrare agli agricoltori le specie realmente presenti in campo e capirne i cicli biologici, a livello di abitudini alimentari, altezza del volo e agilità del volo. Molte le specie viste e localizzate, dai passeriformi, sempre meno presenti, ai predatori come i rapaci
diurni. Impossibile, ovviamente, localizzare pipistrelli e rapaci notturni per la loro attitudine alla “vita” notturna. Con l’esperienza della naturalista, si è potuto capire come comportarsi nei vari appezzamenti, a seconda anche dei casi e dell’habitat locale, per sistemare i nidi previsti dal disciplinare The Green Experience Plus. “Studiare la fauna locale e fornire adeguati ripari per consentirne una corretta riproduzione è molto importante, non solo per gli uccelli e l’ambiente, ma anche per gli agricoltori, perché si aumenta la biodiversità del vigneto e si utilizza l’innata caratteristica degli uccelli notturni e diurni di nutrirsi non solo di insetti dannosi ma anche ad esempio di arvicole; commenta
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Chiara Boschis Mara Calvini. In tal senso Coldiretti Cuneo si è dimostrata molto lungimirante in questo progetto, commenta Enzo Pagliano Direttore Coldiretti Cuneo, poichè si sposa perfettamente con le politiche agricole presenti sempre più indirizzate sul green e sulla sostenibilità ambientale. The Green Experience permette agli agricoltori di avere maggiore credibilità sia a livello Nazionale che internazionale e di avvicinarsi maggiormente ai consumatori e alle loro richieste di mercato di avere un vino buono sano e rispettoso dell’ ambiente. Per ulteriori informazioni sul progetto contattare la Coldiretti di Alba tramite i tecnici di campo 4 A oppure al numero 0173-292750.
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OTTENUTA LA PROROGA DEL REGISTRO DI CANTINA
Grazie alle sollecitazioni che Coldiretti ha effettuato per ottenere lo slittamento del termine obbligatorio di passaggio al nuovo sistema telematico ( per evitare l’impatto sulle imprese vitivinicole di un sistema ancora da perfezionare e da sperimentare e sia possibile quindi gestire le registrazioni del prossimo periodo vendemmiale con le modalità attuali), è stato appena emanato un provvedimento di proroga. Il decreto dispone la nuova decorrenza dei termini di entrata in vigore obbligatorio del nuovo registro di cantina telematizzato dal 1 luglio 2016 al 1° gennaio 2017. Di conseguenza, fino al termine del 2016, le imprese avranno un periodo di sperimentazione facoltativo in cui potranno prendere confidenza con il sistema, affiancando la tenuta dei registri tradizionali. Il nuovo registro telematico, obbligatorio per tutti, eccetto casi particolari è un cambiamento epocale, che richiede un sistema telematico nazionale ben strutturato efficiente e stabile, e riguardando anche i produttori che non hanno dimestichezza ad utilizzare strumenti informatici, deve essere introdotto con gradualità, come Coldiretti ha più volte ribadito.
BENE OPERAZIONE GDF PER TUTELARE LA FILIERA VITIVINICOLA
Coldiretti Cuneo esprime apprezzamento per gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza sulla filiera vitivi-
nicola, che hanno portato al sequestro di 70 mila litri di vino, che stavano per essere commercializzati come Doc e Docg piemontese, ma che in realtà erano prodotti con mosti di dubbia provenienza. I controlli effettuati su tutto il territorio piemontese e anche in provincia di Cuneo hanno confermato ancora una volta i sospetti e le preoccupazioni in merito al furto di identità territoriale lungo la filiera vitivinicola. “Non si tratta soltanto di sradicare un pesante fenomeno di concorrenza sleale fra aziende produttrici: importare illegalmente prodotti, per spacciarli come vini a denominazione di origine controllata Made in Piemonte svaluta il lavoro di chi persegue la qualità certificata per avere un rapporto di trasparenza con il consumatore”, commenta Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo. ”Occorre mantenere alta l’attenzione sui mai sopiti tentativi di ingannare il consumatore sull’origine dei prodotti – rimarca Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo – . Grazie al sistema di etichettatura e tracciabilità previsti per il vino a DOC e DOCG, le frodi possono essere scoperte dalla vigilanza ai vari livelli. Non altrettanto succede per altri alimenti. Per questo che Coldiretti chiede da tempo e con forza l’etichettatura obbligatoria e quindi l’indicazione dell’origine e vuole che decada il segreto su volumi e destinatari delle partite estere importate. In questo modo i consumatori sono tutelati e i produttori non vedono vanificati gli sforzi finalizzati a produrre alimenti sani e di qualità”.
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A Uecoop Piemonte il presidente nazionale Luigi Giampaolino
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l presidente nazionale Ue.Coop Luigi Giampaolino ha incontrato i vertici regionali per creare un confronto territoriale ed illustrare le traiettorie future dell’Associazione. Un’occasione importante per le cooperative piemontesi che hanno avuto modo di presentarsi e far conoscere le loro progettualità con l’obiettivo di creare sempre più sinergia tra le parti. “Legalità, trasparenza e correttezza sono i grandi valori alla base della cooperazione – ha sottolineato il presidente Ue.Coop Luigi Giampaolino – . In questa situazione di crisi, il compito della cooperazione è quello di contribuire al rilancio dell’economia del nostro Paese e di rinverdire lo spirito imprenditoriale. In questo, ci vuole anche l’appoggio della politica con una legislazione chiara,
un’amministrazione efficiente e una vera sburocratizzazione”. “Dalla costituzione di Ue.Coop Piemonte, avvenuta il 15 luglio scorso, siamo notevolmente cresciuti – ha spiegato Daniela Pallisco, presidente di Ue.Coop Piemonte – arrivando a quasi 400 cooperative associate. Sono molto importanti questi momenti di dialogo perché creano reti,
fondamentali per lo sviluppo dei progetti e per la crescita del lavoro. Le cooperative piemontesi – ha proseguito Pallisco - sono sane, hanno sposato in pieno il codice etico di Ue.Coop e hanno la volontà di operare per raggiungere gli obiettivi economici, ma anche di realizzare gli ideali di lavoro in un ambiente di piena lealtà ed onestà”.
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LATTE
Che sia la volta buona per una vera ristrutturazione del comparto?
Latte, prezzi ai minimi e produzione a livelli record
È
trascorso più di un anno dalla fine delle quote latte, regime che per oltre 30 anni ha contingentato la produzione europea. Uno strumento che, pur con tutti i suoi limiti ed in particolare le difficoltà della sua applicazione a livello italiano, aveva contribuito anche a mantenere il prezzo. Prezzi che negli ultimi mesi sono crollati ai minimi storici, a fronte di una produzione mondiale livelli record, dalla Nuova Zelanda sino all’Europa. Dalle ultime cifre diffuse secondo i dati della Commissione UE, nonostante i prezzi in caduta libera, nel primo bimestre del 2016 la produzione europea è cresciuta del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. In 7 stati la crescita è stata doppia cifra. In Irlanda, Belgio, Olanda l’incremento è stato tra il 18 e il 35%; in Germania e Polonia vicina al 10%. Analizzando più da vicino la realtà italiana, nel corso della campagna 2015/2016 sono stati prodotti complessivamente 11.280.617 tonnellate di latte – fonte Agea - con un aumento del 2,58% rispetto al 2014/2015 (10.996.561 tonnellate), l’ultima con l’applicazione delle quote e già su livelli record, con tanto di pagamento dell’allora prelievo supplementare. Anche in Piemonte i volumi sono cresciuti, anche se leggermente meno rispetto al trend nazionale: nella
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campagna 2015/2016 sono stati prodotti 1.014.129 tonnellate, segnando un +1,97% rispetto alla campagna 2014/2015 (994.494 tonnellate). Un suprlus produttivo che in questi mesi ha portato ad una notevole contrazione delle quotazioni del latte a livello globale e che in questi mesi ha portato le aziende ad essere in forte sofferenza. E anche con l’inizio della nuova campagna, fatture alla mano del mese di aprile, la situazione rimane ancora critica, con prezzi ancora bloccati su livelli minimi. Un contesto che non agevola il produttore, favorendo talvolta atteggiamenti discutibili da parte di alcuni caseifici. Qualche timido segnale di ripresa del mercato sembra arrivare, alme-
no dalle ultime quotazioni del latte spot di metà maggio, ma parlare di inversione di tendenza sarebbe azzardato, e comunque prematuro. Fa comunque notizia registrare che per la prima volta, dall’inizio dell’anno, il prezzo del latte spot, latte commercializzato al di fuori dei contratti di fornitura è aumentato. La Camera di commercio di Lodi, principale piazza di riferimento per il latte spot, nell’ultima seduta di lunedì 16 maggio ha quotato il prodotto nazionale crudo in cisterna a una media di 235 euro/tonnellata franco arrivo – Iva esclusa (minimo 220 – massimo 250), in aumento del 6,82% rispetto a 15 giorni fa (220 euro/tonnellata) del 29 aprile.
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LATTE Il latte spot dalla quotazione del 28 dicembre 2015 a quello 29 aprile aveva avuto un calo del 45%. Aumenti si sono anche riscontrati alla Borsa merci di Verona, dove il prodotto nazionale crudo in cisterna ha chiuso le contrattazioni del 16 maggio a una media di 245 euro a tonnellata, franco arrivo (minimo 235 – massimo 255), con un +8,89% rispetto alla settimana scorsa (9 maggio) quando aveva toccato (prezzo medio di 225 euro/tonnellata). Già il 9 maggio si era avuto un primo aumento (+2,27) rispetto ai minimi raggiunti tra fine aprile/inizio maggio (222 euro/tonnellata). E si spera che l’aumento di alcune materie prime (petrolio, soia e mais) possano avere effetto trainante anche per il latte. Parallelamente, a livello politico, il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina sta giocando una partita importante in sede UE, cercando con Germania, Francia e Spagna di individuare misure a sostegno del settore che aiutino a frenare il calo dei prezzi del latte. A metà maggio si è svolto il Consiglio agricolo dei ministri dell’UE. Tra le proposte quella di finanziare le azioni di regolazione dell’offerta, intervenendo direttamente per limitare il surplus produttivo che si sta verificando, inserendo anche un’attenzione particolare alle aziende di montagna. La proposta prevede anche la costruzione di strumenti di medio periodo come l’OCM latte (Organizzazione Comune di Mercato), con un budget dedicato e una strategia pluriennale che aiuti il settore a organizzarsi meglio. Sostanzialmente creare i presupposti per
una riorganizzazione concreta per il settore, con tanto di risorse e strumenti. In pratica andare a creare una OCM specifica per il latte, come già esistono da diversi anni per il settore ortofrutticolo e il vino. Ad oggi, infatti, l’OCM latte comprende solamente le norme comuni per regolamentare l’intero comparto a livello UE. Un’iniziativa che se ben strutturata e con la giusta dotazione finanziaria potrebbe creare i presupposti per il rilancio
del settore in questo difficile periodo di crisi e prevenire quelle future. Un guardare così avanti senza rimpiangere gli strumenti del passato. Senza dimenticare l’altra grande partita, quella dell’etichettatura in primis per il latte UHT ma anche per tutti i prodotti lattiero caseari che, a costo zero per gli allevatori, potrebbe contribuire ad una ripresa, e dando informazioni più trasparenti ai consumatori.
“Piemunto” dà valore ai produttori piemontesi
Carrefour Italia, alla presenza di Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca e ai rappresentanti dell’ARAP, l’Associazione Regionale Allevatori Piemonte, ha presentato presso il punto vendita Carrefour di Torino Monte Cucco, gli oltre 150 prodotti a marchio Piemunto che valorizzano l’alta qualità del latte piemontese e il suo utilizzo. Il logo “Piemunto”, primo esempio in Italia, nato lo scorso 14 marzo su iniziativa della Regione Piemonte, è distribuito in più di 100 punti vendita ad insegna Carrefour nella regione Piemonte. Gli oltre 150 prodotti spaziano dal latte, allo yogurt, ai formaggi. Sono sottoposti a stringenti controlli di qualità da parte degli enti certificatori e dalla Regione Piemonte. “La Regione Piemonte ha immaginato Piemunto come uno strumento di promozione e di valorizzazione del latte piemontese e dei suoi trasformati, che desse più conoscenza e garanzia al consumatore e insieme rilievo alla qualità del nostro latte e dei nostri formaggi” – ha commentato l’assessore Giorgio Ferrero. “A Carrefour ci hanno creduto per primi, non era scontato e li ringrazio. Vedere ora una idea diventare realtà in così tanti esercizi commerciali e sapere che sta avendo un successo di interesse e di vendite già in questi primi giorni ci dà grande soddisfazione e ci fa sperare che la trasparenza e la qualità del prodotto possano essere lo strumento per aiutare un settore in grandissima difficoltà a uscire dalla crisi e a superare contrasti e problemi”. Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia, ha dichiarato: “L’accordo con la Regione Piemonte conferma l’attenzione di Carrefour Italia verso i valori dei prodotti della filiera locale e il nostro impegno nell’offrire prodotti di eccellenza e qualità ai nostri clienti. Auspichiamo che la concreta realizzazione del marchio Piemunto sia solo il primo esempio di future collaborazioni anche nel resto d’Italia”.
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CEREALI
Nonostante le previsioni, “record” di raccolto globale
Cereali: in rialzo mais e soia
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a circa un mese e mezzo, continuano a crescere le quotazioni della soia sui mercati mondiali, spinte dalle recenti stime che prevedevano una contrazione della soia, a causa di difficili condizioni climatiche, in Argentina e Brasile, tra i primi produttori mondiali insieme agli USA. Il rialzo della soia ha conseguentemente trascinato in alto anche le quotazioni del mais, nonostante le ultime stime dell’USDA prevedano per il 2016/2017 un raccolto globale in crescita rispetto allo scorso anno. E parzialmente anche il frumento. Mentre nell’ultimo report di maggio dell’USDA – Dipartimento dell’agricoltura USA – la produzione globale di soia per la nuova stagione 2016/17 (1° ottobre 2016 – 30 settembre 2017) è stata stimata in 324,2 milioni di tonnellate, con aumenti in particolare per Cina, India, Brasile, Ucraina e Argentina, parzialmente bilanciati da una diminuzione negli Stati Uniti. Negli USA, la produzione di soia è attesa a 103,42 milioni di tonnellate (-3,3% rispetto alla stagione 2015/16), con minori aree coltivate e rese. Gli stock finali sono previsti a 8,29 milioni di tonnellate, in calo di 2,6 milioni di tonnellate rispetto alle proiezioni riviste per il 2015/16. In Brasile, la produzione è proiettata a 103,0 milioni di tonnellate (+4 milioni di tonnellate dal 2015/16), con più aree coltivate e rese dei terreni.
Anche in Argentina, la produzione di soia è stimata in aumento di 0,5 milioni di tonnellate, per un valore di 57 milioni di tonnellate. In Cina, si prevede una produzione in crescita (+0,4 milioni di tonnellate) date le maggiori aree coltivate in seguito alla riduzione degli incentivi per le piantagioni di mais. L’export mondiale di soia è previsto a 138,3 milioni di tonnellate, +4,3% rispetto al 2015/16, con aumenti per i maggiori player esportatori, ovvero Stati Uniti, Argentina e Brasile. L’import di soia in Cina è stimato in 87 milioni di tonnellate (+4 milioni di tonnellate rispetto al 2015/16). Sempre secondo l’USDA, la produzione globale di mais per la nuova stagione (1° settembre 2016 – 31 agosto 2017) è prevista a 1.011,07 milioni di tonnellate, +42,2 milioni di tonnellate rispetto al 2015/16, e poco inferiore al record di 1.013,5 milioni di tonnellate della stagione 2014/15. La produzione di mais negli Stati Uniti è attesa a 366,54 milioni di tonnellate per il 2016/17, con un aumento di 5,6 milioni di acri nelle piantagioni di mais, il quale compensa abbondantemente la riduzione delle rese dei terreni. L’export degli USA è stimato in crescita rispetto al 2015/16 (+4,44 milioni di tonnellate). I prezzi competitivi e la minor offerta e concorrenza da parte del Brasile dovrebbero supportare l’aumento dell’export degli Stati Uniti per le sta-
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gioni 2016/17 e 2015/16. Gli stock finali negli USA per il 2016/17 sono proiettati a 54,68 milioni di tonnellate, +8,89 milioni di tonnellate rispetto al 2015/16. Se la previsione si realizzasse, gli stock sarebbero i più alti dalla metà degli anni ’80. La produzione di mais è stimata in aumento per i principali produttori, con una ripresa nelle produzioni per Sud Africa e UE, maggiori aree coltivate in Argentina, Russia e Ucraina. In Cina la produzione di mais è stimata a ribasso di 6,6 milioni di tonnellate, in seguito ai cambiamenti delle politiche di sostegno e alla riduzione degli incentivi per le piantagioni di mais per i bassi prezzi interni. In Cina il consumo di mais è proiettato a +9,5 milioni di tonnellate. Dalle stime dell’USDA, considerata una fonte autorevole a livello globale, il rialzo verificatosi in quest’ultimo periodo sembra comunque non trovare un fondamento oggettivo nonostante le criticità di alcune aree, soprattutto per la soia, e che potrebbe far pensare al verificarsi di fenomeni speculativi. Aumenti che, di riflesso, si stanno avendo anche sulle principali piazze di scambio italiane. Mentre a livello nazionale continua a diminuire la superficie destinata a mais, in calo del 3,9% per l’annata 2015-2016 rispetto alla precedente (fonte Istat). Se nel 2014 gli ettari seminati erano circa 727.000, per quest’anno si prevedono 699.000 ettari.
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FORMAZIONE
Le procedure da applicare in azienda
L’informazione e la formazione per gestire le emergenze
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lavoratori per gestire correttamente una situazione d’emergenza che può capitare in qualsiasi momento all’interno dell’attività lavorativa, devono essere informati sul comportamento da tenere, per evitare che anche un piccolo incidente si possa trasformare in un evento di grosse dimensioni. Qualsiasi situazione di emergenza, se non sarà ben coordinata e non vedrà la partecipazione attiva di tutti i lavoratori, difficilmente avrà successo. Nonostante ogni situazione d’emergenza sia diversa dalle altre, esistono però degli aspetti ripetitivi e comuni a tutte le situazioni d’emergenza, da quelle più semplici a quelle più complesse che possono com-
portare l’evacuazione dall’azienda. Ogni lavoratore che si trovi ad affrontare una situazione d’emergenza deve combinare la paura con la conoscenza delle procedure corrette da mettere in atto. Per preparare i lavoratori alle si-
tuazioni d’emergenza, l’impresa dovrà organizzare un adeguato addestramento che sviluppi e tenga allenate le capacità e attitudini di gestire situazioni difficili ed impreviste. Se i lavoratori non saranno addestrati, si sentiranno poco capaci di mantenere la calma nei momenti cruciali e la loro paura potrebbe portarli a compiere errori comportamentali. L’informazione e la formazione sui piani di emergenza, seguite dall’addestramento con simulazioni, preparerà i lavoratori ad affrontare le emergenze, mantenendo la calma, eseguendo tutte e solo le operazioni necessarie, senza particolari difficoltà.
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CONSULENZA LEGALE
Le norme del codice civile e gli usi locali
Rami sporgenti sul fondo del vicino
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l proprietario di un terreno può in qualunque tempo costringere il vicino a recidere i rami di un albero (poco importa se a distanza legale o meno) che si protendono sul suo fondo. L’art. 896 del Codice Civile stabilisce che è il proprietario dell’albero a dover provvedere alla potatura, tagliando l’intero ramo oppure accorciandolo in modo che non oltrepassi il confine. In caso di inottemperanza, il vicino “invaso” potrà rivolgersi al giudice ed ottenere un provvedimento che obblighi il titolare dell’albero a recidere i rami. Le spese, in ogni caso, dovranno essere sostenute dal titolare del fondo, ove insiste la pianta. Se, invece, a sconfinare sull’altrui fondo sono le radici, il proprietario di quest’ultimo può reciderle autonomamente. La norma in questione non autoriz-
za pertanto il vicino a recidere i rami degli alberi altrui che si protendono sulla sua proprietà, né consente altri modi di eliminazione delle radici degli alberi oltre al taglio. Attenzione però: i regolamenti di polizia urbana o rurale e gli usi locali possono derogare alle norme del Codice Civile e quindi prevedere che il vicino debba tollerare l’invasione, senza poter esigere la potatura dei rami o delle radici. Secondo la giurisprudenza più recente, il mancato uso della facoltà sopra descritta, che può essere esercitata “in qualunque tempo”, non consente al proprietario dell’albero di acquistare per usucapione il diritto di mantenere i rami protesi sul fondo altrui, né può liberare costui dalle responsabilità derivanti dal mancata recisione dei rami. Non rileva inoltre la sussistenza di un muro divisorio, proprio o comu-
ne, in quanto le piante devono essere tenute, in ogni caso, ad una altezza che non ecceda la sommità del muro stesso. E’altresì previsto che i frutti naturalmente caduti dai rami protesi sul fondo del vicino appartengono al proprietario del fondo su cui sono caduti, sempre che gli usi locali non dispongano diversamente. Ciò significa che costui non ha diritto di raccogliere i frutti sui rami protesi sul suo fondo (ad es. non può abbacchiare le castagne), che spettano comunque al proprietario dell’albero, bensì se ne potrà appropriare esclusivamente laddove i frutti cadano sul suo terreno per cause naturali (per maturità, vento o grandine). Giova ribadire che l’applicazione della norma è esclusa se gli usi locali consentano al proprietario dell’albero di entrare nel fondo altrui per raccogliere i frutti caduti.
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EVENTI E MANIFESTAZIONI
Coldiretti Cuneo rappresentata nel Comitato di indirizzo da Lauro Pelazza
A.T.L. Cuneo: Bernardi eletto presidente
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iovedì 12 maggio, presso la sede dell’A.T.L. del Cuneese, il C.d.A. ha eletto all’unanimità il nuovo Presidente dell’A.T.L.. E’ Mauro Bernardi (nella foto) e guiderà l’ente fino al 30 aprile 2018. Sarà affiancato dal vice presidente, espressione dei privati, Beppe Carlevaris. La delega ai rapporti con gli Enti ed i Soci è stata affidata a Rocco Pulitanò, che sarà Consigliere delegato. Mauro Bernardi, ricordando l’importante eredità lasciata dall’Avv. Gianni Vercellotti, ha
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espresso la volontà di lavorare in squadra per una promozione univoca del territorio, per valorizza-
re il Cuneese. Secondo punto all’ordine del giorno: la nomina del Comitato di Indirizzo. Il C.d.A. ha deliberato di proporre ai Soci l’allargamento dei componenti del Comitato al numero di 13 al fine di dare al territorio la più alta rappresentatività. I componenti del Comitato di Indirizzo, così come i Consiglieri di Amministrazione dell’A.T.L. del Cuneese presteranno il loro servizio a titolo gratuito. Coldiretti è rappresentata dal vice direttore Lauro Pelazza nel Comitato di indirizzo.
La rudunà di Saluzzo e Meat Parade: eccellente vetrina per la Piemontese
abato 7 e domenica 8 maggio, Saluzzo è stata la “Capitale del fassone”. Nelle scuderie dell’ex Caserma Musso, si è svolta la prima edizione della manifestazione Meat Parade per celebrare la razza bovina Piemontese. Due giorni di convegni, di degustazioni: una vetrina per i migliori capi degli allevamenti della zona e per il ritorno, dopo un anno, della «rudunà», la sfilata dei malgari con oltre 100 vacche che avranno una passerella nel centro della città, con al collo i tipici campanacci decorati. La manifestazione è stata organiz-
zata dalla sezione di Cuneo degli Allevatori della razza bovina Piemontese (struttura interna all’Arap) e dall’Associazione nazionale di Razza (Anaborapi), con il Comune e la Fondazione Bertoni. “Con questo evento – dice Roberto Chialva, presidente Arap – abbiamo voluto coinvolgere i consumatori, presentando loro le caratteristiche della carne di razza Piemontese, oggi nota come carne di Fassone: la qualità, con particolare riferimento alla tenerezza e al basso contenuto di grasso e di colesterolo, senza dimenticare gli aspetti collegati al gusto ed ai sapori”.
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EVENTI E MANIFESTAZIONI
Domenica 19 giugno 2016 torna la XVII Sagra d’estate
Il grano in festa a Fossano
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omenica 19 giugno 2016 a Fossano, presso l’Area Foro Boario – Piazza Dompè, si terrà la manifestazione “Il grano in Festa” - “XVII Sagra d’estate”, organizzata dal CATAC di Fossano, con la collaborazione di Coldiretti Fossano. L’evento inizierà con l’inaugurazione alle ore 10,00. Si potrà visitare la mostra delle attrezzature agricole, d’epoca ed attuali, utilizzate per la lavorazione della terra e mietitura del grano. Nell’ala coperta, presso lo stand istituzionale del CATAC, i visitatori potranno conoscere le attività scientifiche promosse, le varietà di frumento sperimentate e tanto altro. Durante la giornata vi sarà: l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari - Delegazione di Fossano con dimostrazioni ed esercitazioni aperte a tutti i bambini denominate “Grisulandia per i bambini” e l’Associazione culturale di Salmour “Antichi Mestieri”, che intratterrà con dimostrazioni di lavorazione manuale. Nella sala “Brut e Bun” si potrà am-
mirare: la mostra fotografica a cura di “Gente di frazione” – Progetto che dà voce, spazio e visibilità alla vita di frazione e la mostra di oggettistica antica utilizzata nella vita contadina di un tempo. La Bottega “Localmente” sarà aperta con orario continuato dalle 9.00 alle 19.30. Alle ore 20,30 la “XVII Sagra d’estate”, con cena a base di carne alla brace, con la collaborazione degli “Amici dei Boschetti” di Fossano, e prodotti
locali forniti dalla Bottega fossanese “Localmente”. Anche quest’anno, durante la cena, verranno consegnati a persone meritevoli il premio del “Galatòm” e della “Fomna Special”. Per la cena è aperta la vendita dei biglietti, al costo di €. 15,00 presso la Bottega “Localmente” o presso l’ufficio Coldiretti di Fossano – ufficio dei Tecnici Catac, entro e non oltre giovedì 16 giugno 2016. Per eventuali informazioni tel. 0172698720.
La giornata di festa si è conclusa con la benedizione dei trattori
Chiusa Pesio ha festeggiato Sant’Isidoro
L
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a festa dell’umile agricoltore spagnolo nato nel 1080 a Madrid, Sant’Isidoro, è stata celebrata in grande stile a Chiusa Pesio domenica 24 Aprile. Dopo la Santa Messa un imponente corteo di trattori con i loro orgogliosi conducenti, preceduto dalla banda musicale Guido Vallauri, si è snodato per le vie del paese. La sfilata si è conclusa con la tradizionale benedizione dei mezzi in piazza Carlo Mauro. A corollario dell’evento, c’è stato il passaggio del testimone da parte del priore Giorgio Roggero a Piero Perucca, coadiuvato dai massari Domenico Pecollo e Giampiero Oggero. Il pranzo conviviale ha concluso i festeggiamenti.
EVENTI E MANIFESTAZIONI
In occasione della 23esima mostra, nasce la filiera della Frabosana-Roaschina
A Roaschia protagonista la “pecora con le corna”
U
n sindaco oriundo sudamericano, un manipolo di allevatori coraggiosi, un piccolo caseificio e un negozio comunale. Su questi soggetti si fondano le speranze di sviluppo della nascente filiera che fa capo alla “pecora con le corna”, la montanara FrabosanaRoaschina. Il progetto è stato tenuto a battesimo lo scorso weekend durante la 23esima edizione della Mostra dedicata a questa razza autoctona che ha in Roaschia la sua capitale alpina. Una sfida ai limiti dell’impossibile, considerata l’esiguità del patrimonio rappresentato da questa antica razza rustica, circa 3 mila capi iscritti al Registro anagrafico e distribuiti dalle Alpi monregalesi alla val Pellice. Ma l’entusiasmo dei promotori, sorretti dall’Arap (l’associazione allevatori del Piemonte) si avvale di sponsor illustri: l’assessore regionale alla Montagna Alberto Valmaggia, la parlamentare Chiara Ghibaudo, il neo presidente della Fondazione CrC Giandomenico Genta oltre ai vertici delle istituzioni locali oggi comprese nell’Unione dei Comuni. Il sindaco di Roaschia, ingegner Bruno Viale, tornato dal Venezuela dove la sua famiglia si era trasferita dalla val Gesso negli anni ‘50, ha le idee chiare. “Il nostro paese vive
storicamente su due realtà: la pastorizia e le cave. L’attività estrattiva ha assunto una dimensione industriale e segue il suo corso. I pastori di Roaschia per secoli hanno percorso le vie della transumanza, lasciando il paese a settembre per recarsi nella pianura padana con i loro greggi fino a San Giuseppe, quando ripartivano per tornare sulle Alpi. Non possiamo disperdere questa storia, che è il nostro dna e la nostra forza. Dobbiamo attrezzarci, e già lo stiamo facendo”. La prima mossa ha riguardato la nascita di un caseificio aziendale, in cui il prezioso latte della pecora Roaschina viene trasformato nelle specialità locali, soprattutto Sola e Seirass. Per assicurare uno sbocco alla vendita, è stato aperto un negozio di
alimentari comunale, al piano terra del municipio. Per dare ulteriore peso all’iniziativa della filiera, è stato attivato il “Presidio di Slow Food” mirato alla razza Frabosana-Roaschina, e si è svolta la sfilata di un gregge per le vie di Roaschia.
“Saussissa e Faseuj” a Busca
Salsiccia Valle Maira e fagioli IGP Cuneo sono stati il piatto forte del gustoso menù servito domenica 29 maggio a Busca, presso la nuova ala coperta di “piassa ‘dla Pulaja”, oggi piazza Santa Maria, in occasione della Fiera di Maggio. L’iniziativa è stata ideata da due aziende buschesi, TerraViva e Agricola Santo Stefano. La salsiccia Vallle Maira prodotta da TerraViva, 70% di carne bovina di razza piemontese Coalvi e 30% pancetta di maiale, e il fagiolo I.G.P. di Cuneo, coltivato dall’Azienda S. Stefano sulle sponde del Maira, sono cucinate nell’“ula al furn” di terracotta dal prestigioso ristorante buschese, San Quintino Resort.
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CONSULENZA AGRONOMICA
A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo
Interventi agronomici del mese
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no sguardo alle coltivazioni del territorio mese per mese a cura dei tecnici dell’ Agenzia 4 A di Coldiretti Cuneo. Mese caratterizzato mediamente da un clima piuttosto mite ma con temperature sostanzialmente gradevoli. Nel dettaglio: CEREALI - Sul Mais delle semine tardive procedere con eventuali diserbi di post emergenza; continuare a monitorare eventuali comparse di nottue terricole. Controllare la presenza di tripidi e le larve di diabrotica e ove necessario, posizionare in fase di rincalzo geodisinfestanti; ove necessario, intervenire verso fine mese con piretroidi, mediante trampoli, per combattere eventuali sviluppi degli adulti. Sul Grano controllare con molta attenzione eventuali sviluppi di cimici; prestare particolare attenzione alla cimice asiatica di recente
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In ottemperanza a quanto disposto dal decreto 22 gennaio 2014 (PAN) punto A.7.2 Difesa integrata obbligatoria introduzione. Sull’Orzo procedere con le trebbiature. Sulla Soia dei secondi raccolti, a seconda del meteo intervenire con diserbi di pre emergenza o di post emergenza. Monitorare la presenza della cimice asiatica. Sul Sorgo da granella in secondo raccolto posizionare eventuali diserbi di post precoce o post emergenza. FRAGOLA e PICCOLI FRUTTI - La Fragola è già ad inizio raccolta, quindi in caso di piogge tenere sotto controllo la botrite e si consigliano interventi di gestione oidio su quelle in pre-raccolta. Monitorare sulle
fioriture più tardive la presenza di antonomo, ragnetto rosso e tripidi ed eventualmente trattare la coltura, anche in funzione di lanci di insetti utili. Sul rovo si continua a gestire l’eriofide con trattamenti fungicidi. Sul lampone gestire sui nuovi tralci la presenza di lasioptera e si consiglia di iniziare lo sfoltimento dei tralci lungo il filare. Sulle varietà in produzione primaverile verificare la presenza di antonomo sui boccioli fiorali. Sul mirtillo in post o fine fioritura effettuare trattamenti anti marciumi. FRUTTA - Per tutte le drupacee, fatta eccezione per qualche caso particolare, si registra una buona allegazione e soprattutto per il pesco è consigliabile un attento diradamento. Per le mele, si registra una buona produzione e sarà necessario completare manualmente il dirado. Per quanto riguarda il pero la produzione è sicuramente inferiore a quella dello
CONSULENZA AGRONOMICA scorso anno e si sono registrate abbondanti cascole. Sul kiwi, gli effetti della batteriosi hanno notevolmente ridimensionato il potenziale produttivo, ma per una corretta valutazione del potenziale produttivo, occorre attendere l’allegagione. Continuare a monitorare le principali fitopatie sulle colture. NOCCIOLO - Il ritrovamento di batteriosi e i residui di migrazione dell’eriofide possono essere controllati con interventi di rame e zolfo. I controlli su insetti dannosi (cimici e balanino) non hanno fatto registrare catture da giustificare alcun tipo di trattamento. Continuare con il monitoraggio e il frappage. ORTICOLE - Terminare le raccolte nelle asparagiaie e provvedere ai diserbi estivi. Tenere sotto controllo la presenza di afidi sullo zucchino. Nei Pomodori fuori serra mantenere le coperture con antiperonosporici e antibotritici. Per le colture sotto tunnel invece in caso di eccessiva luminosità e/o temperatura provvedere a imbiancare il telo con calce o con ombreggianti. Sulle Patate verificare se presente la dorifora ed eventualmente trattare con insetticidi; iniziare le coperture con antiperonosporici e lavorare il terreno con fresature e sarchiature per arieggiare le radici delle colture. VITE - Porre attenzione all’oidio,
malattia fungina che colpisce foglie e grappoli e più raramente il legno. Condizioni favorevoli allo sviluppo sono l’inoculo dell’anno precedente e il clima caldo umido. Manifesta sintomi sulle foglie mediante macchie feltrose rotondeggianti grigiastre; sul grappolo con presenza polverulenta di colore bianco -grigio e in caso di grave attacco fessurazione degli acini; sul legno con la presenza di macchioline nerastre costituite da cumuli di cleistoteci. Intervenire con fungicidi preventivi di copertura. Sempre meglio prevenire l’ infezione, favorendo sempre l’arieggiamento dei grappoli e una buona distribuzione dei fungicidi. Per chi avesse provveduto a porre le ballette per il controllo biologico del bostrico, allontanarle dai vigneti e distruggerle. SPECIALE GRANDINE L’estate è notoriamente caratterizzata da grandinate più o meno importanti. Nel caso di frutteti colpiti, si consiglia la solita profilassi a base di rame e zolfo. Valutare assieme al tecnico eventuali interventi di potatura. Importante sistemare e scaricare le reti antigrandine per scongiurare grandinate successive. Su piccoli frutti fuori rete procedere con trattamenti cicatrizzanti di rame e zolfo e monitorare attentamente la presenza di Drosophyla
eventualmente tagliando i grappoli gravemente colpiti. Continuare a monitorare il campo per evitare il proliferarsi di marciumi.
Nel mese di maggio, si sono susseguiti più episodi: la zona più colpita è stata la bassa valle Po, tutta la valle Bronda e parte della valle Infernotto. Nelle zone più colpite la grandine ha provocato un defogliamento quasi completo per tutte le specie frutticole e in alcuni casi, come per il kiwi, le piante hanno perso completamente la vegetazione e le gemme a fiore. Nelle colture protette dalla rete, il peso della grandine ha provocato delle rotture più o meno importanti anche agli impianti. Le colture danneggiate non sono solamente frutticole: ma anche piccoli frutti, orticole e cereali.
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NOTIZIE DAL MONDO DEI CAVALLI
Raduni e passeggiate a cavallo Il calendario dell’Acste con tutti i momenti di ritrovo più importanti per la seconda parte dell’anno
LUGLIO:
Il 2 e il 3: Passeggiata a Pontebernardo, Pietraporzio (CN), Info e prenotazioni: Valter Roà 339-1866448 e Arnaldo Giavelli 348-0507225 Il 9 e il 10: Raduno di Montemale, Info & Prenotazioni: Michele Donadio 328-0152568 e Andrea Tardivo 345-2435961 Il 17: Passeggiata a “Sorpresa” di Valentino; Info & Prenotazioni: Valentino Viale 347-6248648 Il 23 e il 24: Raduno al Rifugio La Maddalena di Montaldo Mondovì; Info & Prenotazioni: Calleri Gian Luca 335-6445043 Il 30: Notturna al Parco Fluviale Bombonina; Info & Prenotazioni: Silvio Regis 338-2542192 & Roby Caula 347-1646310 Il 30 e il 31: Ippovia: Borgo S.Dalmazzo - Argentera (CN). Info e prenotazioni: Fabio Giordano 335-6469268 e Arnaldo Giavelli 348-0507225
AGOSTO:
Il 6 e il 7: Raduno Fontana Magnesia Bernezzo; Info & Prenotazioni: Sonny Crocetta 327-0082855 e Dario Einaudi 344-2515955
Il 14 e il 15: Desertetto e Colle Arpione; Info e prenotazioni: Fabio Giordano 335-6469268 e Gian Luca Beraudo 335-5475665 (Ristorazione Pro-Loco di Desertetto). Il 27 e il 28: Raduno a Vottignasco, ( Pro-loco) Info & Prenotazioni: Matteo Servetti 348-5493775 Paolo Servetti 333-1250603 Sergio Servetti 329-422 6838
SETTEMBRE:
Il 4: Panchine in Langa. Info & Prenotazioni: Mauro Manassero 335-6872439 & Alessio Massimino 334-9216542 Il 17 e il 18: Raduno Acste presso area MIAC di Cuneo: Info & Prenotazioni: Gian Luca Calleri
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OTTOBRE:
Il 2: Barolo & Dintorni: Info & Prenotazioni: Gian Luca Calleri 335-6445043 Il 9: Castagnata in Valle Stura: Info e prenotazioni: Fabio Giordano 335-6469268 & Lino Cusano 366-1779999 Il 16: Anello del Montasso Boves. Info & Prenotazioni: Flavio Marchisio 338-5872355 Allevamento F.lli Belliardo Vendita - Addestramento Stazione di monta pubblica
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nea dei sintomi. Poiché la cefalea, che può essere causata da stress, traumi, infezioni, cambiamenti climatici, spesso si presenta associata ad altre problematiche, la rieducazione può essere parzialmente risolutiva della sintomatologia. La Rieducazione delle Cefalee è
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SALUTE
Importante possibilità terapeutica per la cura delle malattie ematologiche. E’ indispensabile che donatore e ricevente abbiano caratteristiche genetiche simili
Midollo, il trapianto da donatore
I
l trapianto di cellule staminali cosiddette emopoietiche (cellule capaci di riprodursi rapidamente e di differenziare in globuli bianchi, globuli rossi, piastrine) rappresenta un’importante possibilità terapeutica per la cura di alcune malattie ematologiche. Le cellule staminali possono essere prelevate dal paziente (trapianto autologo) o da un donatore sano (trapianto allogenico) il quale, a sua volta, può essere un familiare oppure un volontario non familiare, iscritto al registro dei donatori, o ancora un cordone ombelicale, raccolto e donato al momento del parto.
E’ indispensabile che donatore e ricevente abbiano caratteristiche genetiche simili e questo viene accertato tramite l’esame del sangue periferico. La possibilità di trovare un fratello compatibile è pari al 25%, un donatore volontario o un cordone circa il 70%. La raccolta di cellule staminali può avvenire con prelievo di sangue midollare, a livello delle creste iliache, sul bacino, in anestesia generale (più raramente spinale) oppure con prelievo di sangue periferico, dopo stimolazione con fattore di crescita e grazie a una specifica apparecchiatura. Il trapianto allogenico è una procedura caratterizzata dalla som-
Trincia
ministrazione di chemioterapia o radioterapia a dosi molto alte, possibili grazie al ripopolamento midollare operato dalle cellule staminali emopoietiche, e dall’azione immunologica del sistema immunitario del donatore, con effetti, a distanza, sul controllo della malattia di base. Il trapianto di midollo allogenico (da donatore) è utilizzato, soprattutto, come terapia di leucemie acute mieloidi e linfoblastiche e, più raramente, di mielomi e linfomi. Mariella Grasso Direttore f.f. Ematologia S. Croce e Carle
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EPACA
I casi nei quali si possono ottenere,quali sono i redditi da considerare, chi sono i beneficiari
Assegni familiari ai coltivatori diretti
I
coltivatori diretti possono ottenere gli assegni familiari quando svolgono attività lavorativa e, unitamente agli artigiani e commercianti, quando diventano pensionati.
Limiti di reddito
Gli assegni sono corrisposti a condizione che la famiglia del richiedente non abbia superato, nell’anno precedente, determinati limiti di reddito. Tali limiti sono rivalutati ogni anno in ragione del tasso di inflazione programmato (tabella sottostante). Se il reddito familiare supera i limiti può scattare la revoca degli assegni per il primo figlio oppure per tutti i familiari. Sempre in materia di reddito, inoltre, è previsto un limite di reddito personale che il familiare non deve superare per essere considerato a carico, che per il corrente anno è di 706,82 euro mensili.
Redditi da considerare
Alla formazione del reddito familiare concorrono: 1. i redditi assoggettabili all’ IRPEF;
2. il reddito della casa di abitazione; 3. redditi esenti da imposta (pensioni sociali, pensioni di invalidità civile, ecc.) se superano euro 1.032,81; 4. redditi soggetti a ritenuta alla fonte (interessi bancari, postali, BOT, CCT, ecc).; Sono esclusi i redditi dei figli maggiorenni, non a carico, anche se conviventi.
Nucleo familiare
Il nucleo familiare è così composto:
• •
il richiedente; il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; i figli minori di 18 anni, anche se non conviventi e non a carico.
•
Beneficiari
Possono essere beneficiari degli assegni: • •
il coniuge non separato; i figli minori di 18 anni, studenti di età non superiore a 21 anni, universitari per tutta la durata del corso legale di laurea e comunque non oltre il 26°
anno di età, non esiste limite di età per i figli che siano riconosciuti inabili al lavoro.
Coltivatori diretti
I coltivatori diretti in attività hanno diritto agli assegni familiari esclusivamente in favore dei figli minori, studenti od inabili, in misura pari a 8,18 euro mensili.
Pensionati
I pensionati delle gestioni speciali (coltivatori diretti, artigiani e commercianti) hanno diritto alla maggiorazione di pensione per: • coniuge non legalmente ed effettivamente separato; • figli minori, studenti od inabili; la misura della maggiorazione è pari a € 10,21 mensili per ciascun componente a carico.
Domanda
Al fine di ottenere le prestazioni di cui sopra è necessario inoltrare all’INPS specifica domanda.
Il
Patronato
Epaca
della
Coldiretti è a disposizione per
fornire assistenza gratuita per gli adempimenti del caso.
Nucleo Familiare
Reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione del trattamento di famiglia per il primo figlio e per il genitore a carico e relativi equiparati
Reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione di tutti gli assegni familiari o quote di maggiorazione di pensione
1 persona (*)
euro 9.444,55
-
2 persone
euro 15.672,15
euro 18.769,07
5 persone
euro 27.983,53
euro 33.511,03
3 persone 4 persone 6 persone
7 o più persone
euro 20.151,44 euro 24.065,83 euro 31.714,28 euro 35.444,34
euro 24.129,49 euro 28.820,24 euro 37.979,74 euro 42.447,71
(*) L’ipotesi riguarda il titolare maggiorenne di pensione ai superstiti unico componente il nucleo familiare.
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EPACA
Novità: invio telematico del certificato medico
I
l Decreto Legislativo n. 151 del 14 settembre 2015, attuativo del Jobs Act, ha introdotto l’obbligo di invio telematico da parte dei medici dei certificati medici di infortunio e malattia professionale. A far data dal 22 marzo 2016, infatti, ogni certificato di infortunio sul lavoro e di malattia professionale deve essere trasmesso per via telematica all’Inail direttamente dal medico (o struttura sanitaria) che nell’esercizio della propria attività professionale abbia effettuato la diagnosi entro le ore 24 del giorno successivo al primo intervento. Il medico rilascerà al lavoratore assistito il certificato con l’indicazione del numero identificativo, della data di emissione e dei giorni di prognosi. Il coadiuvante Coltivatore Diretto e
il lavoratore agricolo dipendente son tenuti ad avvisare il titolare di azienda/datore di lavoro, comunicando il numero identificativo del certificato, la data di rilascio e i giorni di prognosi indicati nel certificato stesso entro 48 ore dall’evento. ATTENZIONE - PER I COLTIVATORI DIRETTI ED I DATORI DI LAVORO AGRICOLI (anche per i lavoratori a tempo determinato) è obbligatorio denunciare gli infortuni all’INAIL entro 2 giorni dall’infortunio. La corretta denuncia di infortunio, presentata nei termini di legge, attiva l’ITER di indennizzo dell’indennità temporanea ed eventualmente, l’indennizzo dei postumi che derivino dallo stesso. Per l’inoltro della denuncia bisogna necessariamente usufruire dell’as-
sistenza presso gli uffici del PATRONATO EPACA della COLDIRETTI (non basta il foglio del Pronto soccorso!!!). IMPORTANTE
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SCADENZE
Scadenze 16 GIUGNO
bligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi.
IMPOSTA VALORE AGGIUNTO MESE DI MAGGIO
ACCONTO IRPEF
Annotazione di liquidazione per il mese di maggio e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano attività agricola d’impresa e di lavoro autonomo che nell’anno 2015 hanno realizzato un volume d’affari superiore a euro 400.000,00 se prestazione di servizio o di euro 700.000,00 per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore ai limiti suddetti che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art.66, legge 427/93.
Scade il termine per versare la prima rata di acconto IRPEF, nella misura del 40% dell’acconto totale dovuto (100%) se l’importo risultante al rigo RN34 è pari o superiore a euro 257,72. Il contribuente può dedurre dagli acconti da versare i relativi crediti d’imposta. ACCONTO IRAP
I contribuenti che esercitano attività diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi debbono effettuare il versamento della prima rata di acconto IRAP nella misura del 40 per cento dell’acconto totale dovuto (100%) se l’imposta è pari o superiore a euro 257,52. Non sono tenuti al versamento i produttori agricoli che determinano il valore della produzione ai sensi dell’art.9 del D.Lgs.446/1997.
VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF
Scade il termine per i versamenti diretti, delle ritenute effettuate nel mese di maggio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. VERSAMENTO ACCONTO IMU E TASI 2016
Scade il termine per il versamento della prima rata di acconto IMU e TASI anno 2016, tramite modello F24 o conto corrente postale.
DIRITTO ANNUALE CCIAA 2016
VERSAMENTO IRPEF, ADDIZIONALE REGIONALE E COMUNALE IRPEF, IRAP SALDO 2015
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Entro tale data le imprese iscritte al Registro annuale della Camera di Commercio sono tenute al versamento, tramite modello F24, del diritto annuale 2016, L’importo del diritto per le ditte iscritte nella sezione agricola per l’anno 2016 è stabilito per le imprese individuali nella misura di euro 57 (cinquantasette) e per le società semplici agricole nella misura di euro 65 (ses-
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SCADENZE
Scadenze santacinque),. Le imprese che esercitano l’attività attraverso unità locali devono versare, per ciascuna di esse, un diritto pari al 20% di quello dovuto per la sede principale.
25 GIUGNO
ACQUISTI E CESSIONI INTRACOMUNITARI Scade il termine per i contribuenti mensili, per la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitari di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di maggio 2016.
30 GIUGNO
IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse.
Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI
I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento all’esportazione e quello degli acquisti
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Il 30 giugno scade il termine per la presentazione delle verifiche annuali del carburante agricolo 2015/2016 –UMA- (d.m. 454 14/12/2001). Come ormai da anni, è indispensabile aver costituito e validato il fascicolo aziendale contenente tutte le informazioni riguardanti la consistenza aziendale della ditta. Gli adempimenti da rispettare per lo svolgimento della verifica UMA sono sempre i medesimi: devono essere presentate per la verifica tutte le ditte munite di buono/assegnazione 2015 anche se non prelevato e tutte quelle ditte che, anche se sprovviste di buono/ assegnazione 2015, presentano una rimanenza. Gli Uffici di Zona Coldiretti sono a disposizione per rilascio del buono carburante, nonché per ogni ulteriore chiarimento.
15 LUGLIO
IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art.21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di giugno, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita deve essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè giugno.
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Abito in una vallata del cuneese, cerco un tipo un po’ carino per conoscerci bene e fidanzarci. Non voglio assolutamente dei fissati con la moda o ragazzi vegetariani, perchè mi piace mangiare tanto e bene, anche se non sono grassa. Classe 1985 bruna, occhi chiari, alta 1,67. No avventure.
Ho compiuto 37 anni a fine aprile e mi chiamo Melissa. Sono stata educata un po’ all’antica e forse per questo ho difficoltà a legare con i ragazzi. Non cerco storie strane, ma solo un ragazzo onesto, possibilmente che non ami le discoteche. Sono alta 1,63, ho un buon lavoro e adoro i gatti.
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Il mio nome è Elena, donna rumena di quasi 52 anni, bionda dal carattere gentile. Non sono mai stata sposata, sono in Italia da quasi 9 anni e qui non conosco nessuno. Mio desiderio è avere una famiglia. Sono sincera e lavoro molto. Mi piace la casa e la cucina. Cerco uomo serio come me.
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Per rispondere alle richieste degli associati la Coldiretti di Cuneo destina uno spazio de Il Coltivatore Cuneese agli associati che intendono pubblicare avvisi di vendita, scambio od acquisto di attrezzature, prodotti od altro. A) La rubrica è gratuita qualora l’annuncio sia inerente l’attività agricola per i soci della Coldiretti di Cuneo in regola con il versamento della quota associativa. B) L’avviso economico deve essere contenuto in un max di 10 parole; articoli, preposizioni, sigle e numeri compresi. L’indirizzo od il recapito telefonico sono conteggiati a parte. C) Dell’annuncio e della sua veridicità risponde direttamente l’interessato attraverso la pubblicazione del recapito telefonico o dell’indirizzo personale. D) Si precisa che l’art. 6 c.2 - quater, d. lgs. 192/05 nel caso di annunci di vendita o locazione di fabbricati, rurali compresi, impone venga indicato l’indice di prestazione e classe energetica, a pena di una sanzione da 500 a 3000 Euro. E) Sono esclusi dal Mercatino gli annunci strettamente personali (matrimoniali, ecc.). F) Ogni socio ha diritto alla pubblicazione di un solo annuncio economico nell’arco dell’anno solare (come da punto A); eventuali altri annunci, o quelli non attinenti l’attività agricola, saranno pubblicati, compatibilmente con lo spazio, al costo di Euro 20 cadauno. Il pagamento potrà essere effettuato presso gli Uffici della Coldiretti. G) Tutti gli annunci devono pervenire sull’apposito tagliando che deve essere spedito a: “Il Mercatino del Coltivatore” P.zza Foro Boario, 18 – 12100 Cuneo. H) La Coldiretti, oltre a non rispondere del contenuto degli annunci e della qualità della merce proposta, si riserva il diritto di non pubblicare eventuali inserzioni.
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Cavaglià (BI) e Niella Tanaro (CN) per complessivi 180.000 mq di cui 30.000 mq coperti, destinate alla produzione di manufatti di conglomerato cementizio armato e non, prodotti in serie e su commessa del cliente. Oltre 50 anni di esperienza produttiva nel settore hanno così trovato appoggio, sbocco ed incentivo alla applicazione di tecnologie sempre più moderne, a totale disposizione della Clientela per analizzare ogni particolare richiesta e per sviluppare tecniche produttive allineate ai recenti progetti di normativa ed alle più esigenti necessità di mercato.
TUBI E ACCESSORI - POZZETTI CIRCOLARI - CANALI - PLINTI PER PALI ILLUMINAZIONE - CORDOLI - CANALETTE - RECINZIONI - POZZETTI MASSELLI DI CALCESTRUZZO - MANUFATTI VARI - SCATOLARI BLOCCHI DA COSTRUZIONE - LOCULI E OSSARI CIMITERIALI BARRIERE E BOX PREFABBRICATI - MURI DI SOSTEGNO A SECCO IMPIANTI DI DEPURAZIONE - POZZETTI IRRIGUI - MINI NEW-JERSEY
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MANUFATTI CEMENTIZI MONTICONE
TURBOTUBI GRANDI CONDOTTE
S.P.A
Stabilimenti di produzione in: 14057 ISOLA D'ASTI - Str. Roveri n°5 14100 ASTI - Fraz. San Marzanotto n°323
Stabilimenti di produzione in: 12060 NIELLA TANARO (CN) Strada Prov. Lesegno n°13
Stabilimenti di produzione in: 13881 CAVAGLIÀ (BI) Via Abate Bertone n°1
S.P.A
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