La Marineria
della Penisola Sorrentina Shipowners, Shipping and Wooden Shipbuilding in the Sorrento Peninsula
Le principali società armatoriali italiane, che oggi si confrontano a livello mondiale, sono in gran parte eredi della tradizione marinara delle comunità del golfo di Napoli e dintorni. I loro successi non sono frutto di una congiuntura occasionale e fortunata, ma il risultato di preparazione professionale e di istituzioni formative che hanno radici antiche nel tempo. Scuole, tradizioni familiari e intere comunità, profondamente legate alle attività del mare, da almeno tre secoli garantiscono continuità e capacità di adattamento alle trasformazioni della tecnologia e del mercato internazionale dei noli. La marineria della Penisola sorrentina, di cui qui a larghe linee si tratteggia la storia, ha rappresentato per molto tempo la punta più avanzata e dinamica di un settore produttivo molto importante, ancora oggi, per la regione e per l’intero paese.
A lot of important Italian shipping companies, today competing all over the world, come from the maritime tradition of the Gulf of Naples and its surrounding areas. Their success is not due to pure chance. It is the result of professional qualifications and schools founded long ago. Communities deeply tied to the sea, schools and family traditions have guaranteed a great adaptability to technological innovations and freight market changes. The maritime activity in the Sorrento Peninsula, whose story this book deals with, has been the most advanced and dynamic area in this productive sector for a long time. It is still so for the region and the whole country.
La Marineria della Penisola Sorrentina e la cantieristica in legno da Marina d’Equa a Marina Grande
Shipowners, Shipping and Wooden Shipbuilding in the Sorrento Peninsula
a cura di / edited by Massimo Maresca Biagio Passaro
Sorrento 2011
La Marineria della Penisola Sorrentina
e la cantieristica in legno da Marina d’Equa a Marina Grande
Shipowners, Shipping and Wooden Shipbuilding
in the Sorrento Peninsula
Catalogo della mostra a cura di / edited by Massimo Maresca Biagio Passaro
First published in Italy in 2011 by
Art Director Gino Fienga
con-fine edizioni Via C.A. Dalla Chiesa, 3 40063 Monghidoro (BO) - Italy
Coordinamento Redazionale / Editorial Coordination Andrea Fienga
info@con-fine.com - www.con-fine.com
Testi di / text by Massimo Maresca, Nello Pane, Biagio Passaro
ISBN 978-88-96427-14-9 Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.
Revisione Testi Stefania Astarita, Patrizia Romano Traduzione / Translation Anna Maria Scognamiglio
© 2011 con-fine edizioni - Tutti i diritti riservati
Le opere e i documenti provengono dalle collezioni Art works and documents come from the collections © Museo Navale “Mario Maresca” © Istituto Superiore “Nino Bixio” Sezione Associata Istituto Tecnico Nautico © Associazione Gaeta e il Mare © Francesco Saverio Apreda © Bruno Balsamo © Antonio Cafiero © Carlo Di Leva © Gioacchino Longobardo © Giosuè Longobardo © Giovanni Malvone © Mario Russo © Associazione di Studi ricerche e Documentazione sulla Marineria della Penisola Sorrentina © National Maritime Museum - Greenwich, London
All right reserved under international copyright conventions. No part of this book may be reproduced or utilized in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying, recording, or any information storage and retrieval system, without permission in writing from the publisher. Printe and bound in Italy. First edition. Immagini fotografiche di / Photographs by Massimo Aiello, Roberto Ceccacci, Gianni Coppola Leonardo D’Angelo, Nello Del Monte, Carlo Di Leva, Mauro Dischiavi, Andrea Fienga, Giovanni Gugg, Annalisa Mazzarella, Joseph Meo, Nello Pollio, Mario Russo, Romolo Sorrentino, Mario Verde 4
Un progetto / a project
Città di Sorrento
Con la collaborazione di With the collaboration of
Museo Navale Mario Maresca Sorrento, Villa Fiorentino 14 Maggio - 26 Giugno 2011
Sindaco Avv. Giuseppe Cuomo Fondazione Sorrento
Istituto Nautico Nino Bixio
Presidente Dott. Gianluigi Aponte Associazione di Studi, Ricerche e Documentazione sulla Marineria della Penisola Sorrentina
Lions Club Penisola Sorrentina
Presidente Gioacchino Longobardo
La ricerca relativa a una parte della mostra è stata avviata nel 2008 con il contributo del Comune di Piano di Sorrento e utilizzata, in occasione della celebrazione del bicentenario della città, per la mostra La marineria velica del Piano di Sorrento nel XIX secolo.
Mostra ideata da exhibition conceived by Vincenzo Astarita, Agostino Aversa, Andrea Fienga, Giovanni Gugg, Carmela Iaccarino, Riccardo Iaccarino, Gioacchino Longobardo, Massimo Maresca, Nello Pane, Biagio Passaro
Un ringraziamento pariticolare a Special thanks to
Capitano Luigi Gargiulo
Si ringraziano per aver messo a disposizione quadri, foto e documentazione Thanks to
Stampa pannelli / Print panels Mormile group s.r.l.
Giancarlo Antonetti, Stefania Astarita, Bruno Balsamo, Giulia Cacace e Gioacchino Longobardo, Antonio Cafiero, Eugenio e Mario Cafiero, Ondina e Raffaele Cafiero, Giovanni Castellano, Francesco Saverio Ciampa, Antonino De Angelis, Enzo De Pasquale, Carlo Di Leva, Luigi Di Leva, Mario Evangelista e Marialuisa Maresca, Salvatore Ferraro, Antonino Fienga, Corrado Iaccarino, Giuseppe Maresca, Michele Miccio, Fulvio Maresca, Senia Maresca e Raffaele Cariello, Giovanni Panella, Antonino Parlato, Maria Ines e Carlo Pascariello, Blandina Pepe, Stefano Ruocco, Carmine e Nicola Russo, Mario Russo, Stefano Ruocco, Susanna e Beniamino Russo, Elsa Starace, Francesco Saverio Starace, Lucia Starita, Mario Verde, Antonella Viggiano.
Segreteria della mostra Secretariat of the exhibition Pina Barbato Antonella Moscarella
Si ringrazia l’Associazione “Gaeta e il Mare” per il modello del brigantino a palo “Rosa Madre” esposto all’esterno.
Realizzazione grafica pannelli Graphic panels Mauro Dischiavi Progetto allestimento Project design Massimo Maresca
Sindaco di Sorrento Avv. Giuseppe Cuomo
Mayor of Sorrento
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orrento, così come il resto della Penisola sorrentina, è orgogliosa di vantare antiche tradizioni marinare. Le pagine di storia locale, infatti, sono ricche di episodi di vita vissuta, di gesta eroiche e, purtroppo, anche di tragedie che testimoniano l’impegno profuso dagli uomini della Terra delle Sirene, nelle acque di tutti i mari del mondo. E così come i “lupi di mare” della costiera sorrentina hanno saputo svolgere un ruolo di grande rilevanza nei commerci che, anticamente, si limitavano al Mar Mediterraneo e, più recentemente, si sono estesi a tutti gli Oceani, la cantieristica è stata a lungo uno dei fiori all’occhiello della economia locale. Feluche, gozzi e brigantini, ma anche tante altre imbarcazioni che ancora oggi conservano un posto di riguardo nella memoria collettiva, sono state realizzate con amore e con professionalità dai nostri maestri d’ascia. A questi aspetti è dedicata la mostra che siamo lieti di sottoporre alla attenzione del pubblico, nella ferma convinzione che sarà capace di suscitare attenzione e ammirazione.
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he Sorrento Peninsula is proud of its maritime tradition. The pages of the local history are rich of episodes, heroic deeds and tragedies that the people of the Siren Land spread out on the seas of all over the world. The ‘sea dogs’ of the Sorrento coast had a great role in the older Mediterranean trade and, recently, in the oceanic one. The local shipbuilding has been the pride of the local economy for a long time. Feluccas, gozzos, brigs and other boats have been made by the local shipwrights with love and professionalism. This exhibition is dedicated to these aspects of the Sorrento Peninsula hoping it will be able to arouse your attention and admiration.
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Direttore della Fondazione Sorrento Cap. Luigi Gargiulo
Fondazione Sorrento Manager
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uesto volume, assieme alla mostra di cui è emanazione, risponde allo scopo principale della Fondazione Sorrento: far conoscere la Città di Sorrento nel mondo. E la storia della marineria sorrentina, che così tanto ha contribuito a segnare il carattere e le abilità degli abitanti della Penisola sorrentina, permette di cogliere più in profondità il valore e il significato di un ambiente naturale e umano. Tanto più che sono tanti i sorrentini - come chi scrive - che si sono formati nell’antica e prestigiosa scuola nautica “Nino Bixio” e hanno esercitato per anni, ed esercitano ancora, le professioni e i mestieri legati al mare. Oltre che agli oggetti esposti, ai pannelli e alle loro immagini, che potranno arricchire la conoscenza di un’epopea non ancora completamente ricostruita, l’obiettivo di una più ampia risonanza è affidato alla scelta di offrire i testi sia italiano che in inglese.
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his volume and the exhibition meet the main aim of the Fondazione Sorrento that is making Sorrento a world wide known city. The history of the Sorrento maritime activity has contributed to form the personality and skills of the people from Sorrento and allow us to catch the deep value of a natural and human environment. There are a lot of local people, as the undersigned, who have been educated in the ancient and prestigious Nino Bixio Nautical School in Piano and have this expertise related to the sea. The objects, images and panels displayed in the exhibition enrich our knowledge of a period of time not completely reconstructed and that we have described both in Italian and English to arouse a wider interest.
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Golfo di Napoli
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Golfo di Salerno
Introduzione
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ià alla fine del XVIII secolo, le comunità costiere del golfo di Napoli e dintorni, erano intensamente dedite alle attività marinare. Giuseppe Maria Galanti, nella Descrizione geografica e politica delle Sicilie (1786), scriveva che la marineria mercantile del Regno era concentrata in gran parte a Napoli, Procida, Ischia, Torre del Greco, Castellammare, Sorrento, Vico Equense, Positano, Conca e Vietri. Nel Settecento, infatti, sull’onda della generale ripresa degli scambi nel Mediterraneo, gli abitanti delle zone costiere del napoletano ebbero un ruolo sempre maggiore nell’approvvigionamento della capitale e s’inserirono saldamente sulle rotte che collegavano l’Adriatico e lo Ionio al Tirreno. L’aumento della domanda aveva permesso loro di specializzarsi nel trasporto dei prodotti agricoli dal Sud Italia e dal Levante verso i porti di collegamento dell’Europa occidentale, soprattutto quello di Marsiglia. In tal modo erano riusciti a fare con- correnza alle più affermate marinerie europee e a spaziare in tutti i porti del Mediterraneo, non disdegnando - quando le tradizionali potenze marittime erano impegnate in guerra - di uscire da Gibilterra per cercare di inserirsi nei lucrosi traffici con il Nord Europa e le Antille. Lungo il corso del XVIII secolo, gli esponenti più in vista della borghesia dei centri marittimi situati nella costiera sorrentina - Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento e Sant’Agnello - avevano conseguito innegabili successi nella navigazione commerciale, grazie alle solide e
capaci imbarcazioni costruite nei cantieri di Marina d’Equa, Marina di Alimuri e Marina di Cassano. Il futuro e la qualità di questa marineria furono assicurati da due iniziative del governo borbonico. L’istituzione di una scuola nautica nell’area sorrentina, promossa nel 1770 e riorganizzata nel 1884, che contribuì alla formazione di ufficiali tecnicamente preparati alla navigazione oceanica, e fece da modello a quelle di tutto il regno. E la creazione del cantiere navale militare nella vicina Castellammare di Stabia, fondato da John Acton nel 1784, che a sua volta costituì un fattore di stimolo e di progresso per le maestranze locali. La promettente situazione della marineria sorrentina fu compromessa solo in parte dalle complesse vicende dell’età napoleonica, che ne rallentarono lo sviluppo. In compenso, il contatto più diretto con la progredita tecnologia marittima francese, come pure il confronto con gli inglesi, contribuirono non poco ad allargare e internazionalizzare la mentalità degli operatori marittimi meridionali. Si diffusero strumentazioni nautiche più precise, furono introdotte le unità di misura decimali e la tonnellata di stazza, fu incrementato lo studio delle lingue straniere. Nel giro di qualche decennio, diventarono rare o scomparvero del tutto le tipiche imbarcazioni mediterranee (polacche, pinchi, tartane, marticane), mentre nei cantieri del Golfo le maestranze si cimentarono nella costruzione di nuovi tipi di navi da carico, come i brigantini e le golette, tipi di imbarcazioni adatte
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alla navigazione atlantica. Inoltre, durante i primi anni del regno di Gioacchino Murat, la guerra sul mare ebbe come obiettivo principale il controllo delle isole del Golfo e i giovani sorrentini, come pure quelli procidani, appartenenti alle famiglie di antica tradizione marinara, furono contesi dalle flotte contrapposte, sia quella borbonica-siciliana, sia quella murattiana-napoletana, perché notoriamente i più abili nelle manovre e nel governo dei mezzi navali. In seguito, molti di loro fecero carriera come piloti e come ufficiali di rotta della Regia marina. Ma è a partire dall’età della Restaurazione, che la marina mercantile del Regno delle Due Sicilie, grazie alla pace nei mari garantita dal naval power britannico, si affermò tra le più vitali del Mediterraneo: dal 1818 al 1850 il numero delle imbarcazioni triplicò e il tonnellaggio crebbe di due volte e mezzo. L’incremento in molte province del Mezzogiorno riguardava il naviglio da pesca e di cabotaggio, che si esercitava lungo le coste e nell’ambito dei mari limitrofi (Tirreno, Adriatico e Ionio). Invece solo le marinerie del golfo di Napoli e, in misura minore, della Sicilia, attrezzate con bastimenti d’altura, s’inserirono sulle più lucrose rotte mediterranee e oceaniche, in concorrenza con le ben più agguerrite marinerie dell’epoca. Nel 1833 gli armatori sorrentini controllavano oltre la metà dei bastimenti d’altura dell’intera flotta mercantile del Regno. Quelli di Meta, da soli, ne gestivano oltre cinquanta, tanti quanti ve n’erano in tutta la Sicilia, e poco meno ne avevano quelli del Piano. Al fine di garantire i flussi finanziari all’attività armatoriale, a Meta e Piano tra il 1825 e il 1831 si costituirono tre società di assicurazione e cambi marittimi, allo scopo
di raccogliere i capitali, ripartire i rischi e reinvestire una parte dei profitti. Tra gli azionisti di queste società, oltre agli armatori, c’erano figure di possidenti e professionisti locali, ma anche commercianti e imprenditori napoletani, le cui attività erano collegate al sistema dei trasporti marittimi. Infatti, i legami tra le ditte degli armatori della costa sorrentina e il mondo imprenditoriale e commerciale della Capitale erano particolarmente intensi e frequenti. Le case mercantili napoletane (Dentale, Falanga, Irbicella, Rubino, Salinas, Ricciardi, Appelt, Volpicelli, Arlotta, Rubinacci), più che possedere e gestire in proprio una flotta per le loro esigenze commerciali, partecipavano finanziariamente all’impresa di costruzione navale, acquistando uno o più carati del bastimento (in genere 1 carato era 1/20 o 1/24 del valore complessivo), sia per incassare i dividendi, sia per avere a disposizione i mezzi di trasporto per le loro commissioni. Altrettanto dicasi per le ditte napoletane originarie della costiera sorrentino-amalfitana, come i Maresca, i Cafiero, i Balsamo, i Cilento, i Montuori, per non parlare dei De Martino di Barletta, radicati in Penisola sorrentina, da cui provenivano e dove continuavano ad avere stretti legami parentali e interessi economici. Alcune ditte della Capitale, sia italiane che straniere, erano solite mantenere un legame privilegiato con un solo armatore sorrentino. Si trattava di rapporti che in alcuni casi sfociavano in più stretti e duraturi legami di affari e di amicizia tra le rispettive famiglie: per esempio i Forquet e i Giusso erano in società con i fratelli Trapani (fu Stefano) di Meta, i Rocca con i Cacace di Piano, Meuricoffre & Sorvillo con l’armatore Francesco Saverio Starace di
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Vico Equense. A conferma dell’ampiezza internazio nale delle relazioni di questi imprenditori del mare, c’erano bastimenti sorrentini sui quali avevano investito i Pook, londinesi della Banca commerciale Bedford, legati ai Longobardi; i Cafiero di Meta invece erano in affari con la ditta inglese Routh & Vallin; infine i Cafiero di Piano - nonni materni di Achille Lauro - intrattenevano rapporti con i Serra di Gerace, ma soprattutto con gli esponenti dell’establishment dell’impero zarista. L’Unificazione italiana produsse effetti di segno opposto sulla marina mercantile del golfo di Napoli. Da un lato, infatti, la flotta velica sorrentina vide rafforzato il ruolo acquisito nel commercio marittimo internazionale durante il periodo borbonico e contribuì - assieme a quella ligure - a collocare l’Italia unita tra le prime marine mercantili del mondo. Dall’altro, invece, fu compromesso ogni ulteriore sviluppo dell’armamento a vapore. La Compagnia di navigazione a vapore delle Due Sicilie, di cui erano soci anche imprenditori sorrentini, esclusa dalla ripartizione delle linee postali sovvenzionate (1862), non resse la concorrenza delle società genovesi e palermitane - a loro volta ben sovvenzionate - e fu posta in liquidazione (1865). L’Ottocento fu il secolo d’oro della marineria velica: la propulsione a vapore, vantaggiosa per il trasporto dei passeggeri, impiegò però quasi un secolo a mandare in pensione la millenaria tecnologia eolica nel trasporto di merci alla rifusa. L’armamento a vela sorrentino proseguì quindi il suo vigoroso sviluppo grazie al saldo ancoraggio della nuova compagine statale al contesto internazionale. La crescente importanza assunta dal Mediterraneo nelle
rotte commerciali - siamo negli anni dell’apertura di Suez - permise, infatti, anche a marinerie come quella napoletana, pur prive di rilevanti quantità di merci nazionali da immettere nel mercato, di affermarsi accanto a quelle di più antica tradizione. Gli equipaggi mediterranei, favoriti dalla forte domanda di noli per il trasporto di derrate alimentari e di materie prime verso le aree industrializzate, grazie a una gestione di tipo familiare, furono in grado di farlo a prezzi assolutamente concorrenziali e con notevoli profitti. In Italia gli operatori marittimi del golfo di Napoli erano secondi solo ai genovesi: nel 1861, mentre nei porti liguri operavano oltre 400 grandi velieri d’altura, nel golfo di Napoli la flotta d’altura superava abbondantemente le 200 unità. Nessun’altra regione d’Italia disponeva di un potenziale simile. A partire dagli anni Quaranta, le marinerie impegnate nella navigazione oceanica, compreso i centri marittimi della provincia di Napoli, adottarono, accanto al brigantino e al brigantino goletta, il brigantino a palo, detto anche “barco”: un tre alberi, tra le 400 e le 600 tonnellate di stazza, con una grande superficie velica mista, un felice compromesso tra capacità di carico, gestione economica e tecnica di navigazione, per le differenti condizioni di vento che s’incontravano sulle rotte tra l’Atlantico e il Mediterraneo. I bastimenti realizzati nei cantieri della costiera sorrentina ottennero di essere registrati nella classe eccezionale di merito superiore del Bureau Veritas, il Registro navale pubblicato a Parigi, e in un ventennio ne furono varati alcune centinaia, anche su commissione di armatori liguri, siciliani e sudamericani. Comunque il 75% di queste imbarcazioni era armato dalle numerose società
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I cantieri navali di Alimuri a Meta Alimuri shipyards in Meta
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l cantiere della Marina di Alimuri a Meta è stato probabilmente il più antico della Penisola. Dalla metà del XVII secolo infatti sono registrati i quarti che i padroni di tartane donavano alla Chiesa di S. Maria del Lauro. Nella prima metà dell’800, nello Specchio della Marina mercantile de’ Reali Domini di qua del Faro, risultano costruiti ad Alimuri ed armati a Meta 36 brigantini per la navigazione di lungo corso, 33 a Cassano. Anche nei cantieri metesi nel periodo di maggior sviluppo si varano decine di brigantini e brigantini a palo: il Registro Italiano Navale del 1870 ne riporta 59 naviganti realizzati tra il 1850 ed il 1870. L’attività dei cantieri termina alla fine del secolo: l’ultima nave è la goletta a palo Emilial, varata nel 1899.
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he Marina di Alimuri shipyards in Meta were probably the oldest ones in the Sorrento Peninsula. In fact the “quarti”, a kind of donation that the tartanes’ owners gave to Santa Maria del Lauro church, have been registered since the half of the 17th century. In the first half of the 19th century 36 brigs for the offshore navigation were built at Alimuri and rigged in Meta and other 33 ships at Cassano. In 1870 the Italian Naval Register reported that 59 ships were built between 1850 and 1870. The shipyards activity finished at the end of the century. The last ship was the pole schooner Emilial launched in 1899.
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13. Marina di Meta detta del Purgatorio, 1842.
14. Il brigantino H. D. Pook di G.B. Fienga, varato ad Alimuri nel 1848.
15. Varo ad Alimuri.
I costruttori navali di Meta
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ei cantieri di Alimuri operarono come costruttori navali nel XIX secolo i componenti della famiglia Mauro: il Cavaliere Francesco Saverio Mauro, Matteo, Giuseppe, Salvatore e Michele. Si tratta del tipico casato che tramanda il mestiere di padre in figlio. E’ infatti documentata la presenza di un maestro d’ascia, Gaspare Mauro, già nel 1739 realizzatore di una tartana da 3000 tomoli, circa 120 tonnellate. Le ultime navi varate dal cantiere alla fine del secolo furono opera del costruttore navale di prima classe Giuseppe Starita (Meta, 1851-1944). Egli diresse la costruzione dei brigantini a palo Roma (1878), Carmela C. (1879), Ceylan (1882), Michele (1883), Maria (1893), e della goletta a palo Emilial 1899. Starita fu anche professore di Disegno al tracciato all’Istituto Nautico “Nino Bixio” di Piano di Sorrento, nonché perito del Registro Navale presso l’agenzia di Meta. Fu anche sindaco della sua città per due mandati.
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avalier Francesco Saverio Mauro, Matteo, Giuseppe, Salvatore and Michele were members of the Mauro family. They were shipbuilders at Alimuri shipyards in the 19th century. It is the typical case of a job handed down from father to son. The presence of a boat builder, Gaspare Mauro, inded is documented in 1739. He built a tartane of 3000 ‘tomoli’, that is about 120 tons. The last ships launched at the end of the century were made by the first class shipbuilder Giuseppe Starita (1851-1944). He managed the building of the barks Roma (1878), Carmela C. (1879), Ceylan (1882), Michele (1883), Maria (1893), and the pole schooner Emilial 1899. He worked as a design drawing teacher and then as a headmaster at the “Nino Bixio” Nautical School in Piano di Sorrento. He was also an expert at the Naval Register branch office in Meta and Mayor of his town for two mandates.
32 20. Il costruttore navale Giuseppe Starita.
Shipbuilders from Meta
Questo è solo un estratto della pubblicazione. Acquista il libro online sul sito della casa editrice www.con-fine.com/edizioni oppure contatta tutti giorni l'ufficio commerciale al
21. Piano velico e di coperta del brigantino a palo Roma.
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22. Piano longitudinale e orizzontale della goletta a palo Emilial.
23. Piano trasversale dell’Emilial.
Gli armatori di Meta
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Shipowners from Meta
l centro più dinamico della marinaria sorrentina è Meta. Un comune con un territorio di soli 2,19 kq, stretto tra le montagne e il mare, con una minuscola insenatura - la spiaggetta del Purgatorio - nient’affatto protetta dal grecale e una striscia di sabbia alla Marina d’Alimuri. Eppure al 31 dicembre 1866, all’interno del Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia (da Torre Annunziata a Pisciotta), aveva il 69% dei capitani di lungo corso, il 47% dei capitani di gran cabotaggio; insomma su 1252 capitani, 756 erano metesi. Più in generale, su una popolazione complessiva di circa 7.000 persone, quasi 4.000 esercitavano i mestieri legati al mare, senza contare l’indotto di velai, cordai e fornitori vari. Difficile trovare anche in altre regioni una simile concentrazione di attività marinare. Innumerevoli le società armatoriali. Quelle dei Cafiero erano una decina; numerose inoltre le ditte Petrelluzzi, Cacace, Lauro, Castellano, De Martino (un gruppo familiare potente, che tra Barletta e Napoli controlla l’esportazione a livello internazionale del grano meridionale), Romano, alle quali vanno aggiunte le società Bava, Basile, Criscuolo, Cioffi, Colombo, De Maria, Esposito, Fienga, Menna, Ruggiero, Russo, Scarpati, Starita, Treglia, Trombetta, Valente, Vervena. Difficile comunque fornire un elenco completo. L’eccessiva dispersione delle forze finanziarie tra società armatoriali che gestivano un solo bastimento, al massimo due, non permise che a
Questo è solo un estratto della pubblicazione. T he most dynamic centre of the Sorrento Peninsula shipyards was Meta, a little town of only 2,19 Km2 narrowly wedged between the mountains and the sea. It had a non-protected tiny cove called Marina del Purgatorio and a small beach at Marina d’Alimuri. Yet at the end of 31st of December 1866 it had 69% of the deep-sea masters and 47% captains within the Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia (from Torre Annunziata to Pisciotta). In brief, 756 captains out of 1252 came from Meta. Generally speaking, on a population of about 7,000 persons, almost 4,000 did jobs linked to the sea, not counting sail-makers, rope-makers and suppliers. It was difficult to find such a maritime activity concentration in other Italian regions. The shipyard companies were innumerable. The Cafieros had ten of them. Then there were the Petrelluzzis, the Cacaces, the Lauros, the Castellanos, the Romanos, the De Martinos. The De Martinos were an important family who controlled the southern wheat exportation. It is difficult to provide a complete list. There were the Bavas, the Basiles, the Criscuolos, the Cioffis, the Colombos, the De Marias, the Espositos, the Fiengas, the Mennas, the Ruggieros, the Russos, the Scarpatis, the Staritas, the Treglias, the Trombettas, the Valentes, the Vervenas. The excessive financial waste among so many societies which managed the same ship allowed
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63. Filippo Lauro.
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64. L’armatore Modesto De Martino.
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un numero limitato di ingrandirsi; ma in compenso assistiamo a una notevole vivacità imprenditoriale, favorita dai legami - anche societari - con agenzie e case commerciali napoletane, italiane e straniere. Non si conta il numero di corrispondenti e agenti di origine metese, sparsi in tutti i porti, che permetterà ai comandanti di assicurarsi noli in ogni parte del mondo. Inoltre molti, negli ultimi due decenni del secolo, adottarono i bastimenti con scafo in ferro o acciaio; mentre nel Novecento - a parte Tommaso Astarita - solo la Ditta Pietro Pollio & Fratelli, e i loro discendenti, passarono ad armare piroscafi che, dopo la crisi del ‘29, furono venduti alla Flotta Lauro.
65. Luigi Castellano, armatore del Letizia, dell’Angela e del Meridian (poi Letizia).
only a few societies to grow. At the same time there was a remarkable business supported by the bonds with Neapolitan, Italian or foreign agencies. The agents from Meta were numerously spread out at all the main ports. It allowed the commanders to have freights from all over the world. In the last two decades of the century a lot of shipowners adopted ships with iron or steel hull. Apart from Tommaso Astarita, in the 20th century only the Ditta Pietro Pollio & Fratelli rigged steam ships. After the great crisis of 1929 the ships were sold to the Lauro Fleet.
66. Ferdinando Petrelluzzi e Maria Laura Scarpati.
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Associazione Marittima di Mutuo Soccorso, La Casina dei Capitani The Mutual Aid Association among Captains The Captain’s House in Meta
N Questo è solo un estratto della pubblicazione. I
egli ultimi due decenni dell’Ottocento la crisi delle costruzioni in legno e il lento ma ormai decisivo affermarsi della navigazione a vapore produssero effetti disastrosi a Meta, dove maggiormente erano concentrate le attività e le professioni legate al mare. La popolazione in due decenni crollò del 25%. Nel 1899 il varo dell’Emilial di Giosuè Longobardo fu l’ultimo grande bastimento realizzato alla Marina di Alimuri, dove di lì a pochi anni Tommaso Astarita farà edificare la centrale elettrica per alimentare la linea tranviaria Castellammare - Sorrento. I più esposti alla disoccupazione furono proprio gli ufficiali, a Meta più numerosi che altrove. Gli scarsi impieghi mettevano in evidenza l’insufficienza della Cassa degli Invalidi della Marina Mercantile. L’idea di costituire un’associazione di mutuo soccorso maturò nel “Caffè Fariello” a Meta, locale piccolo e angusto, accanto alla Chiesa degli Angeli, la Cappella dei Marinai di Meta, divenuto l’esclusivo ritrovo di armatori e comandanti della Penisola sorrentina. Il 2 novembre 1890 un’assemblea di 30, tra capitani e macchinisti, presto divenuti 45 e poi oltre 100, approvò lo statuto e il nome del sodalizio: Associazione Sorrentina di Mutuo Soccorso tra Capitani e Macchinisti. Il promotore e primo presidente fu il capitano Francesco
n the last two decades of the 19th century the wooden ship crisis and the new steam navigation had disastrous effects in Meta, where there was a high concentration of sea activities. There was a 25% decrease of the population, that is a quarter of Meta inhabitants. In 1899 the Emilial of Giosuè Longobardo was launched and was the last big ship built at Marina di Alimuri. On that place after a few years Tommaso Astarita built a power station to supply the tramway service Castellammare - Sorrento. The officers were the most exposed to unemployment. On this occasion the insufficiency of Mercantile Marine Invalid Fund was evident. The idea of a mutual aid association was born in the “Caffè Fariello” in Meta. It was a small, cramped space near the Church of the Angels, the sailors chapel in Meta. It was the meeting place of the Sorrento Peninsula shipowners and commanders. On 2 November 1890 a meeting of 30 captains and engineers approved the Statute of the Sorrentine Mutual Aid Association of captains and engineers. The statute was inspired by that of a similar Genoese association of 1875.
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95. Francesco Romano, fondatore e primo presidente.
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96. La Casina dei Capitani.
Romano (1840-1903), comandante di lungo corso di riconosciuta esperienza professionale e umana, con ottima conoscenza dell’inglese, discendente da una famiglia che da generazioni si distingueva nelle professioni legate al mare. La prestigiosa sede, accanto al Municipio, fu realizzata e inaugurata nel 1907.
The promoter and first president of the Association was the deep-sea Master Francesco Romano (18401903). He had a well-known professional experience and knew English very well. His family had been connected to the sea for generations. The impressive seat of the Association, next to the Town Hall, opened in 1907.
Lo Statuto definitivo si compone di 52 articoli e all’Art. 3 stabilisce: L’Associazione si propone principalmente lo scopo di assicurare al socio un sussidio nel caso di malattia temporanea; ed accessoriamente un sussidio eventuale: a) al socio che, per causa di naufragio o per altro sinistro marittimo, abbia perduto il corredo; e ciò sia debitamente constatato dal Consiglio d’amministrazione; b) al socio divenuto inabile al lavoro per malattia cronica; c) alla famiglia bisognosa del socio defunto. Il tutto secondo le norme stabilite dal presente Statuto. Non godrà sussidio alcuno il socio affetto da malattia procurata o causata da abuso di bevande alcoliche.
The Statute consists of 52 articles and article 3 states: The main aim of the Association is to give financial support to its members in case of temporary illness. Further financial support is given in case: a) The member has lost his clothes and kit due to a shipwreck or other maritime disasters. b) The member has become unfit for work due to a chronic illness. c) The family of a dead member is in need of help. A member suffering from illness caused by alcohol abuse will not receive any help.
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Museo navale “Mario Maresca” Mario Maresca Naval Museum
I
107. Specchio di poppa di feluca sorentina.
A
n una casa settecentesca del centro storico di Meta, affacciata sul bordo della falesia, è allestito un piccolo museo che raccoglie reperti del periodo d’oro della navigazione a vela in Penisola sorrentina, cioè la seconda metà del XIX secolo. È una collezione raccolta negli anni ‘50 e ‘60 dall’ingegnere Mario Maresca, erede di una famiglia di gente di mare, con un nonno armatore e comandante di velieri e uno zio materno comandante di transatlantici italiani varati negli anni ‘20, come il Roma e l’Augustus. La collezione è costituita di tre gruppi di fondi. Ve n’è uno di arte e artigianato marinaro: polene, ex voto di marinai, elementi scolpiti di bordo (specchi di poppa, fregi di prua), ship portraits. Sono presenti molti strumenti nautici (sestanti, ottanti e bussole), libri di navigazione, portolani e carte nautiche. C’è poi un fondo di modelli e progettazione navale, in cui è di notevole rilevanza la raccolta di piani velici e disegni tecnici di navi e barche a vela. Numerosi sono i modelli di cantiere di bastimenti, insieme a un gruppo di grandi modelli di velieri (scala 1/40), realizzati negli anni ‘50 da Giuseppe Esposito, un carpentiere cap-hornier di Meta, su disegni di costruzione originali.
small museum situated in an 18th century building in Meta di Sorrento, Mario Maresca Museum shows findings of the second half of the 19th century, which was the sailing navigation golden age in the Sorrento Peninsula. This collection was gathered by the engineer Mario Maresca from the 50s till the 60s. He was the descendant of a seafaring family. His grandfather was a shipowner and commander of sailing ships. In the 20s his maternal uncle was a commander of Italian ocean liners such as the Roma and the Augustus. The collection is made up of three sections: marine art and handicraft, models and naval design, sea life. In the first section there are figureheads, ex votos of sailors, sculptured ornaments and ship portraits. There are also a lot of nautical instruments such as sextants, octants, compasses, caulking equipment, navigation books, portolanos and nautical charts. In the models and naval design section there is an important collection of sails plans and technical drawings of ships and sail boats. There are numerous shipyard models and a group of 1:40 scale sailing model ships. They were built in the 50s using the original drawings of Giuseppe Esposito, a carpenter
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108. Modello del brigantino a palo Carmela C.
Il museo presenta, infine, un fondo di documentazione della vita di mare. Oltre a una bella raccolta fotografica che fa rivivere navi, cantieri, uomini di quel mondo, è notevole la raccolta di documenti, quali polizze di carico, corrispondenze fra comandanti e armatori, diari di bordo, che permettono di conoscere un pezzo di storia sociale sorrentina. La sistematicità di questa raccolta fa sì che, nonostante le piccole dimensioni, essa riesca a dare un’idea viva del mondo marinaro sorrentino, lasciandone intravedere l’ampiezza degli orizzonti, che andavano ben oltre i confini del Meridione e del Regno, spingendosi fin sugli oceani. I documenti del Museo Maresca risultano quantomai preziosi al fine di illustrare la complessità economica dell’attività armatoriale. cap-hornier of Meta. Apart from a photo collection about ships, shipyards and men of the sea life world, in the third section there is an important papers collection: bills of lading, letters between commanders and shipowners, logbooks. They allow us to know a piece of Sorrentine social history. In fact, even if it is a small collection, it gives an idea of the wide dimension of the Sorrentine marine world which went over the south of Italy border and reached the oceans. The collection also enlightens the complex economic life of that world.
109. Bozzelli, bigotte e attrezzi da calafato.
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Il cantiere Cafiero di Alimuri The Cafiero shipyard at Alimuri
N
egli anni ’50 il cantiere Cafiero di Alimuri si dedicò alla costruzione di diversi tipi di natanti in legno. Furono varate motobarche per il trasporto dei turisti a Capri, come il Delfino e La Sorrentina, e battelli per il giro dell’isola. Si costruirono anche le prime barche per il diporto nautico, alcune cabinate di derivazione tradizionale, ma anche piccoli motoscafi con motore fuoribordo.
I
n the 50s the Cafiero shipyard at Alimuri built different types of wooden ships. Motorboats to transport tourists to Capri were launched, such as the Delfino and the La Sorrentina, as well as boats for the island tours. They also built the first yachts and small motorboats with outboard motor.
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Bibliografia di riferimento
Bibliography
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Fonti a stampa e archivistiche
Sources
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Referenze fotografiche e localizzazioni Photographic locations and acknowledgements Fotografiche: Johann Heinrich Westphal, Carta de’ Contorni di Napoli (primi decenni del XIX sec.) pag. 8; Baugean J.J figg. 1-2, Bayard figg. 3 e 113, immagine pagg. 18 e 118; Nello Pollio figg. 6 e 31, immagini pagg. 36 e 38; Mauro Dischiavi figg. 8, 29-30 e 103-104, immagine pag. 40; Roberto Ceccacci figg. 32-33 e 107-109, immagini di sfondo pagg. 43 e 105, immagine pag 108; Andrea Fienga sfondo pag. 75; Mario Russo figg. 96 e 106, sfondo pag. 87; Gianni Coppola fig. 120; Joseph Meo immagine pag. 120, figg. 127-130; Nello Del Monte fig. 131; Annalisa Mazzarella immagini pagg. 124-125; Leonardo D’Angelo immagini pagg. 128-129. Riproduzioni: Gianni Coppola figg. 5, 101-102, 105 e 113, sfondi pagg. 47 e 118; Mauro Dischiavi figg. 7, 12, 24-26, 34, 37-40, 43, 54, 83, 85-90 e 97 immagini pag. 39 e 44; Roberto Ceccacci figg. 14 e 84, immagine pag. 40; Romolo Sorrentino figg. 35-36; Giovanni Gugg figg. 41-42, 44-48 e 51-52; National Maritime Museum of London figg. 49-50; Archivio Associazione Studi Ricerche e Documentazione sulla Marineria della Penisola Sorrentina fig. 53, sfondo pagg. 92-93; Massimo Aiello fig. 67; Andrea Fienga fig. 81; Mario Verde fig. 93. Localizzazioni: Luigi Di Leva Antiquariato “La Feluca” immagine a pag. 8; Collezione Museo Navale Mario Maresca immagini pagg. 17, 20, 24, 27, 32-33, 36, 40, 88-91, 112 e 118, figg. 4, 6, 9-15, 17-23, 25-31, 40,47, 51, 63-66, 68-71, 84, 97, 107-109, 113, 115 e 117-118, sfondo pagg. 40, 59, 65, 71, 106, 111 e 113; Lucia Starita fig. 5; Corrado Iaccarino fig. 8; Collezione Gioacchino Longobardo figg. 17, 35-36, 54, 72-76, 78-80 e 82 immagini pag. 28, 30 e 41, sfondo pag. 67; Giovanni Castellano figg. 24, 42; Collezione Istituto Nautico Nino Bixio - Piano di Sorrento immagini pag. 39, 97 e 102-103, sfondo pag. 94-96 fig. 99-105; Chiesa Parrocchiale dei Santi Prisco e Agnello immagine pag. 44, figg. 37-39; Basilica di San Michele - Piano di Sorrento fig. 34; Basilica Santa Maria del Lauro - Meta figg. 35-36, sfondo pag. 47; Xenia Maresca e Raffaele Cariello fig. 41; Vincenzo Astarita fig. 43; Eugenio, Mario e Raffaele Cafiero figg. 44-46; Mario Evangelista e Marialuisa Maresca figg. 48 e 52; National Maritime Museum of London figg. 49-50; Associazione Professionale Capitani Marittimi - Sant’Agnello fig. 53; Collezione Antonino De Angelis immagini pag. 59, fig. 112; Carmine e Nicola Russo - Susanna e Beniamino Russo figg. 55-62; Famiglia Astarita fig. 67; Collezione famiglia Fienga fig. 75, immagini pag. 72; Caterina Esposito fig. 81; Famiglia Pepe-Viggiano figg. 83 e 85-87; Suore Compassioniste Serve di Maria, Castellammare di Stabia e Francesco Saverio Starace figg. 88-89; G. Maresca - Bar La Piazzetta fig. 90; Carlo Pascariello figg. 91-92 e 94; Casina dei Capitani - Meta fig. 95; M. Russo fig. 98 e 121; Comune di Meta sfondo pag. 92-93; Museo Correale di Terranova - Sorrento fig. 106; Collezione Antonino Parlato fig. 110 e 123; Furio Ciciliot fig. 111; Archivio Stazione Zoologica A. Dhorn - Napoli immag. pag 109; Collezione Carlo Di Leva figg. 114 e 116, immagini pagg. 126127; Archivio Cantiere Cafiero immagini pagg. 114-115; Bruno Balsamo fig. 119-120 e 124; Stefano Ruocco fig. 122; Archivio Associazione Studi Ricerche e Documentazione sulla Marineria della Penisola Sorrentina figg. 125-126 e 132; Francesco Saverio Apreda fig. 133, immagini pagg. 124-125; Associazione Gaeta e il Mare immagini pagg. 128-129.
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Nomi / Names Acton, John, 9 Aiello, (armatori), 82 Aiello, Raffaele, 84 Alessandra, di Danimarca, 92 Ametrano (armatori), 82 Aniello Aponte, 110 Ansaldo, (cantiere), 59 Aponte, (armatori), 12, 116, 124 Aponte, Gianluigi, 48 Appelt, (ditta), 10 Aprea, Cataldo, 123 Aprea, Giovanni, 124 Aprea, Nino, 122 Aprea, Raffaele, 122 Apreda, Cataldo, 124 Apreda, F.sco Saverio (junior), 125 Apreda, F.sco Saverio (senior), 124 Astarita di Montechiaro (armatori), 82 Astarita, Emilia, 75, 76 Astarita, Salvatore, 66 Astarita, Tommaso, 65, 66, 86 Balsamo, (ditta), 10 Balsamo, Gaetano, 116, 117 Balsamo, Luigi, 117 Barale, Clementina, 84 Basile, (armatori), 64 Baugean, Jean Jerome, 17 Bava, Criscuolo, 64 Bayard, Mars Henry, 17, 109, 118 Bixio, Nino, 96, 97 Borbone, Maria Amalia (principessa), 100 Cacace, (armatori), 10, 48, Cacace, A. (capitano), 45 Cacace, Arcangelo, 28, 49, 58, Cacace, Camillo, 58 Cacace, Domenico, 35 Cacace, Emilia, 58 Cacace, Filippo, 58 Cacace, Tito, 58 Cafiero di Meta, (armatori), 11 Cafiero di Piano, (armatori), 11, 50 Cafiero, (armatori), 10, 48, Cafiero, Agnese, 66 Cafiero, Antonio, 121 Cafiero, Cafiero di Salvatore, 72 Cafiero, cantiere, 114 Cafiero, Carmine, 23 Cafiero, Costantino, 70 Cafiero, Leopoldo di Pietrantonio , 72 Cafiero, Leopoldo di Salvatore, 71
Cafiero, Michele, 121 Cafiero, Nicola, 23 Cafiero, Oreste di Salvatore, 71, 72 Cafiero, Pietrantonio fu Costantino, 70 Cafiero, Raffaele (armatore), 53 Cafiero, Raffaele (contrammiraglio), 51 Cafiero, Raffaele (sindaco), 52 Cafiero, Raffaele, 47, 52 Cafiero, Raffaele (avvocato, armatore e deputato), 52 Cafiero, Salvatore ‘o Luongo, 70, Cafiero, Salvatore (senior), 70 Cafiero, Salvatore di Pietrantonio, 72 Cafiero, Stefano e Antonio, 52 Cafiero, Vincenzo (armatore), 53 Califano, (armatori), 48 Califano, Francesco, 34 Califano, Gaspare, 49 Capozzi (armatori), 82 Carlo di Borbone, 70, 74 Cascone, Rosa, 82 Castellano Aniello (costr. navale), 56 Castellano, (armatori), 48 Castellano, Luigi, 65 Castellano, Mosè, 21, 49, Ciampa Rosaria, 57 Ciampa, (armatori), 12, 48, 58c Ciampa, Agnello, 59 Ciampa, Francesco Saverio, 22, 58, Ciampa, Francesco, 59 Ciampa, Luigi, 59 Ciampa, Salvatore, 59 Cilento, (armatori), 82 Cilento, (ditta), 10 Cioffi, (armatori), 64 Coelho Gomes, Janeiro Isabella, 92 Colombo, (armatori), 64 Coltellini, Celestina, 84 Coltellini, Emilia, 84 Contreras (pittore), 85 Contreras, Lucio (costr. navale), 128 Coppola, Ambrogio (costr. navale), 110 Coppola, Mariano, (armatori), 117 Cuomo, Luigi, 100, 101 De Maria, (armatori), 64 De Martino, (ditta), 45, 64 De Martino, Eduardo, (pittore), 12, 92, 93 De Martino, Giacomo (deputato), 60 De Martino, Modesto, 64 De Martino, Sebastiano Enrico 97, 101 De Simone, A. (pittore), 21 Dentale, (ditta), 10 Di Leva, (armatori), 12, 126
Di Leva, Antonino (armatori), 117, 126 Di Leva, Carlo, 126 Di Leva, Francesco, 126 Di Leva, Giovanni, (armatori), 117 Di Leva, Luigi, 110, 112, 126 Edoardo, Principe di Galles, 92 Esposito De Simone, (armatori), 82 Esposito, (armatori), 64 Falanga, (ditta), 10 Fariello, (Caffè), 12, 86 Fienga, (armatori), 64 Fienga, Giovan Battista, 27 Fienga, Maria, 72 Fileti, Giovanni, 100 Forquet, (ditta), 10 Galanti, Giuseppe Maria, 9 Gargiulo, Agostino e Aniello (officina),116 Gargiulo, Aniello (costr. navale), 82 Gargiulo, Antonio (costr. navale), 82 Giorgio V, 93 Giuffré, Natale, 12, 112, 117 Giuffré, Natale, (armatori), 117 Giusso, (ditta), 10 Giusso, Girolamo, 80 Gruson (società), 126 Guida (armatori), 82 Imperato, Fortunato, 101 Irbicella, (ditta), 10 Lamonica, (armatori), 82 Lamonica, P. (pittore), 85 Lauro di Meta, (armatori), 64, 82 Lauro di Piano, (armatori), 48 Lauro di Seiano, (armatori), 82 Lauro, Achille e Flotta, 11, 52, 65, 72 Lauro, Antonietta, 84 Lauro, Antonino (armatori), 117 Lauro, Filippo, 64 Lauro, Francesco, 84 Lauro, Gioacchino, 23, 48, Lauro, Maria Laura, 71 Lauro, Michele, (armatori), 117 Lauro, Salvatore, (armatori), 117 Longobardi, Andrea, 74 Longobardi, Francesco, 74 Longobardi, Pietro (junior), 74 Longobardi, Pietro (senior), 74 Longobardo, (armatori), 11, 74 Longobardo, Antonio (Scatozza), 74 Longobardo, G. B. & Figli (ditta), 76 Longobardo, Gaetano, 74 Longobardo, Gaspare di G. B., 74 Longobardo, Gennaro (1760), 74 Longobardo, Giosué (junior), 76, 86
Longobardo, Giosué (senior), 76 Longobardo, Giovanni, 76 Longobardo, Luigi, 76 Maresca D., Antonino di Serracapriola, 52 Maresca, (armatori), 10, 48 Maresca, Francesco (detto Siciccio), 54 Maresca, Giuseppe, 35 Maresca, Mario, 104 Maresca, Michele, (figlio di Salvatore), 57 Maresca, Salvatore, detto ‘o Cataro, 22, 54, 55 Maresca, Tommaso e Luigi, 54 Massa, L. (capitano), 45 Mauro, Francesco Saverio, 32 Mauro, Fratelli (ditta), 70 Mauro, Gaspare, 32 Mauro, Matteo, 32 Mauro, Michele, 32 Mauro, Salvatore, 32 Menna, (armatori), 64 Meuricoffre & Sorvillo, (ditta), 10, 82 Meuricoffre, Auguste, 84 Meuricoffre, George, 84 Minasi & Arlotta (ditta), 10, 70 Monti, (armatori), 82, 117 Montuori, (ditta), 10 Murat, Gioacchino, 10 Nessel’rode, Karl Vasil’evic, 50 Nicola I, zar, 52 Passaro, Biagio, 12, 15 Pattison, Cantieri, 116 Paturzo, (armatori), 48 Paturzo, Marianna, 63 Paturzo, Michele (costr. navale), 60 Paturzo, Salvatore (costr. navale), 60 Pedro II, Imperatore, 92 Petrelluzzi, (armatori), 64 Petrelluzzi, Ferdinando, 65 Pollio, Pietro & Fratelli (ditta), 47, 48, 65 Pook, (ditta), 11 Raffaele Russo, 60 Ricciardi, (ditta), 10 Romano, (armatori), 64 Romano, Francesco, 86, 87 Rossano, (armatori), 82 Rosser, William Henry, 36 Routh & Vallin, (ditta), 11 Rubinacci, (ditta), 10 Rubino, (ditta), 10 Ruggiero, (armatori), 64 Russo di Meta, (armatori), 64 Russo, (armatori), 48, 60, Russo, Beniamino, 61
Russo, Carmine, 62 Russo, Ferdinando, 62 Russo, Giosuè, 62 Russo, Giovanni, 61, 62 Russo, Giuseppe (cap. di vascello), 60, 63, Russo, Giuseppe (costr. navale), 112 Russo, Luigi, 60 Russo, Michele, 60, 62, Russo, Nicola, 61, 62 Russo, Roberto, 61, 63 Russo, Salvatore, 60 Salinas, Salvatore (ditta), 10, 70, 78 Samengo,Paolo, 84 Savarese, (armatori), 12, 82 Savarese, Antonio, 112 Savarese, Clemente, 84 Savarese, Fratelli, (armatori), 117 Savina, Fratelli, (armatori), 117 Savoia, Casa, 74 Scarpati Giosuè, (armatori), 117 Scarpati, ‘o Reccio, 124 Scarpati, (armatori), 64 Scarpati, Ferdinando, 36, 100, 101 Scarpati, Maria Laura, 65 Scinnicariello, Angelo, 72 Serra di Gerace, (ditta), 11 Spignese, (armatori), 82 Starace, Francesco Saverio, 10, 82, 84 Starace, Michele, 84 Starita, (armatori), 64 Starita, Giuseppe, 32, 112 Starita, Mario, 112 Stieglitz Alexander, barone, 50 Trapani, (fu Stefano), (armatori),10, 78 Trapani, Gaetano, 78, 80 Trapani, Gaspare, 78 Trapani, Luigi di Stefano, 80 Trapani, Luigi, 78 Trapani, Pasquale, 78 Trapani, Raffaele, 78 Trapani, Salvatore, 80 Trapani, Vincenzo, 80 Treglia, (armatori), 64 Trombetta, (armatori), 64 Valente, (armatori), 64 Valenzano (armatori), 82 Valletta Martini, Giuseppe, 94 Vervena, (armatori), 64 Viglione, (armatori), 82 Vittoria, Regina, 92 Volpicelli, (ditta),10
Indice
Summary
Introduzione / Introduction
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Navi nel XVIII secolo / 18th century ships Navi nella prima metà dell’Ottocento / First half of 19th century ships Navi nella seconda metà dell’Ottocento / Second half of 19th century ships Navi di ferro e acciaio / Iron and steel ships I cantieri navali della Marina di Cassano / Marina di Cassano shipyards I cantieri navali di Alimuri a Meta / Alimuri shipyards in Meta I costruttori navali / The shipbuilders I costruttori navali di Meta / Shipbuilders from Meta Capitani ed equipaggi / The Capitans and crews La navigazione / The navigation La manovra delle vele / Sails manoeuvring Casse da marinaio / Sailors’ boxes I pericoli del mare e la religiosità / Dangers of the sea and religion Gli ex voto / Ex voto Armatori di Piano / Shipowners from Piano Gli armatori Cafiero di Piano / The shipowners Cafiero from Piano L’armatore Salvatore Maresca / The shipowner Salvatore Maresca L’armatore Francesco Saverio Ciampa The shipowner Francesco Saverio Ciampa Gli armatori Russo / The shipowners Russo Gli armatori di Meta / Shipowners from Meta Tommaso Astarita (1862-1923) Gli armatori Cafiero ‘e Masano / The Cafiero ‘e Masano shipowners Gli armatori Longobardo / The Longobardo shipowners Trapani / The Trapani shipowners Gli armatori di Vico Equense / Shipowners from Vico Equense Associazione Marittima di Mutuo Soccorso, La Casina dei Capitani The Mutual Aid Association among Captains. The Captain’s House in Meta
16 18 20 22 24 26 28 32 34 36 38 40 42 44 48 50 54 58 60 64 66 70 74 78 82 86
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Le Compagnie di assicurazioni e cambi marittimi Insurance Companies and Maritime Loans La Mutua Assicurazione Sorrentina The Mutua Assicurazione Sorrentina Eduardo De Martino L’Istituto Nautico Nino Bixio / Nino Bixio Nautical School Museo navale “Mario Maresca” / Mario Maresca Naval Museum Le feluche sorrentine / The feluccas Le feluche a motore / Motor feluccas Le motonavi / Motorships Il cantiere Cafiero di Alimuri / The Cafiero shipyard at Alimuri Le officine di meccanica Gargiulo e Balsamo a Sant’Agnello Gargiulo’s and Balsamo’s Naval Mechanics workshops Il gozzo sorrentino / The gozzo I gozzi a motore / Motor gozzos L’antico cantiere del legno / The Ancient Shipyard in Wood Il restauro del Santa Rosa / The gozzo Santa Rosa restoration Maestro d’ascia Cataldo Apreda e famiglia The shipwright Cataldo Apreda and his family Collezione Carlo Di Leva / Carlo Di Leva’s collection Gaeta and the Sorrento Peninsula: brig bark Rosa Madre model Marineria sorrentina e marineria di Gaeta: il “modello” del brigantino a palo Rosa Madre.
88 90 90 92 94 104 106 110 112 114 116 118 120 122 122 124 126 128 128
Bibliografia di riferimento / Bibliography Fonti a stampa e archivistiche / Sources Referenze fotografiche e localizzazioni Photographic locations and acknowledgements
130 132 133
Indice / Summary
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Finito di stampare nel mese di Maggio 2011 a cura di con-fine edizioni Printed in Italy
con-fine rispetta l’ambiente. Questo volume è stampato su carte certificate
Massimo Maresca, curatore del Museo Navale “Mario Maresca” di Meta, esperto di storia delle costruzioni navali in legno, autore di saggi su cantieri e imbarcazioni del XIX secolo Biagio Passaro, cultore di Storia economica - Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Pescara, autore di saggi sulla storia della marineria del Mezzogiorno d’Italia in età moderna e contemporanea
L’Associazione di Studi Ricerche e Documentazione sulla Marineria della Penisola Sorrentina, costituita nel 2005, si propone come punto d’incontro e d’informazione per tutti coloro che intendono approfondire la conoscenza della marineria della Penisola sorrentina. I suoi scopi sono la ricerca e gli studi sulla marineria nei suoi aspetti economici, tecnici, sociali, antropologici e su tutto ciò che ha specifica attinenza con la vita delle comunità legate al mare; la catalogazione del patrimonio documentario relativo al mondo della marineria della penisola sorrentina, al fine di evitarne la dispersione o la distruzione e di favorirne la fruizione e lo studio da parte della collettività. La sede è a Meta, presso la Casina dei Capitani, in via Municipio, 11 tel. 0815321834 / 0818788466 / 0818087745 La Fondazione Sorrento si prefigge di promuovere e formare le espressioni della cultura e dell’arte, di valorizzare il patrimonio ambientale e storico-artistico locale, nonché di promuovere eventi e azioni di marketing territoriale. L’organismo gestionale è presieduto da Gianluigi Aponte, armatore internazionale, che dimostrando profondo affetto per la sua terra d’origine ha accettato la Presidenza della Fondazione, con l’obiettivo di avere un valido team che con un lavoro sinergico tra la parte pubblica, rappresentata dal Comune, e i privati che ne fanno parte, possa programmare importanti eventi e interventi finalizzati alla promozione dell’immagine della Città di Sorrento. La sede della Fondazione Sorrento è situata presso Villa Fiorentino (Villa Fazzoletti) di Sorrento in Corso Italia, 53 - tel. 0818782284
CittĂ di Sorrento
Associazione di Studi, Ricerche e Documentazione sulla Marineria della Penisola Sorrentina
ISBN 978-88-96427-14-9
9 788896 427149
Museo Navale Mario Maresca
Istituto Nautico Nino Bixio
International Lions Club