Essere Impresa Giugno 2015

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03 • GIUGNO 2015 Anno 05 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Grazioso rieletto presidente Lo scorso 15 maggio Giorgio Grazioso è stato confermato alla presidenza di Confartigianato Forlì per il prossimo quadriennio. L’Assemblea dei delegati, nel corso del Congresso, ha votato all’unanimità l’imprenditore che dal 2010 guida l’Associazione. Nel riconfermare piena fiducia a Grazioso, i componenti dell’Assemblea hanno ribadito il senso di appartenenza alla realtà associativa. Nel corso del primo Consiglio sono stati poi nominati anche i vicepresidenti, ad affiancare il presidente, Luca Morigi, al secondo mandato, e Patrizia Carpi. In Giunta anche Massimo Gardini, Diana Lolli, Alvaro Ravaglioli e Oriano Rimini.

in evidenza L’EDITORIALE: Un nuovo gruppo dirigente pronto ad affrontare con grinta le nuove sfide imposte dal sistema economico. Determinazione, voglia di innovare e capacità di ascolto tra le caratteristiche vincenti. A pagina 3 IL CONGRESSO DI CONFARTIGIANATO: Si apre il nuovo mandato per i dirigenti elettivi dell’Associazione, un quadriennio denso di impegni e in un contesto ancora obiettivamente difficile. Da pagina 4 a pagina 9

IL NOTIZIARIO TECNICO: Nell’inserto centrale gli approfondimenti dei consulenti fiscali in materia di reverse charge e split payment. La consulenza del lavoro si concentra sul lavoro accessorio, NASpI e bonus bebè, con alcune specifiche del Patronato Inapa. Da pagina 15 a pagina 20 STORIE DI AZIENDE: Intervista a Mauro Morelli il musicista che cura gli strumenti a fiato. Un’impresa eccellenza del nostro territorio. A pagina 30


associazione editoriale Rinnovato il gruppo dirigente di Confartigianato

Mettete in gioco i vostri talenti! • di Roberto Faggiotto

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on c’è dubbio che la crisi sia frutto delle degenerazioni del sistema finanziario e dello strapotere dei mercati. Per anni la finanza è stata considerata lo strumento attraverso il quale avere accesso al benessere agognato. Un’illusione di espansione senza limiti, che, nei fatti, ne ha rivelato uno chiave: quello della sostenibilità. Il modello ha mostrato la sua inefficacia, a tal punto da renderne necessario uno nuovo. Lo ripetiamo da anni, ma né la politica, né le istituzioni hanno saputo o potuto dare una risposta a questa richiesta.

Il prossimo quadriennio sarà fondamentale, non solo per il sistema Confartigianato, ma per l’intera economia locale. Quali sono le opportunità per il nostro territorio nelle logiche di Area Vasta? Vogliamo e dobbiamo ripartire, superare le secche di una crisi troppo a lungo subita e ricominciare a costruire. Dipende da noi. Perché se è vero che non possiamo intervenire direttamente nell’arena nazionale o coi decisori di Bruxelles, abbiamo però la facoltà di sollecitare gli interlocutori locali, innescando un circuito che possa portare al cambiamento. Essere di sprone. Ogni dirigente, uscito dalla recente tornata elettorale, gioca un ruolo attivo, ha assunto una responsabilità che è anche e soprattutto un’opportunità: condividere le proprie idee e collaborare per una crescita collettiva. Far parte di un consiglio, di un comitato, essere rappresentante in assemblea non è un fatto formale. Implica la voglia di confrontarsi con gli altri, di essere capaci di ascoltare le richieste e le necessità degli altri soci, di preoccuparsi del bene comune. Lavorare assieme al personale dell’Associazione per migliorare la realtà in cui si opera, non solo per se stessi, ma occupandosi di ciò che accade agli altri. Senza ricevere alcun compenso, ma anzi, rinunciando a una parte del proprio tempo, mettendolo a disposizione dei colleghi dirigenti. Per soddisfazione personale, perché ci si identifica in Confartigianato e perché si ritiene di avere la capacità di crescere insieme. Il Congresso ha designato la presidenza e la segreteria, ruoli chiave, certo, ma impossibili da interpretare senza la collaborazione di dirigenti e collaboratori del sistema. La sfida inizia oggi. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

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Redazione Roberta Zoli

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ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno V • n. 03 GIUGNO 2015

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento associazione La contaminazione delle idee

Sottolineare il valore della condivisione

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ans Georg Gadamer scriveva che la cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande. L’affermazione del filosofo tedesco suffraga una nostra convinzione profonda: è giusto condividere il sapere e le esperienze positive. Come Confartigianato di Forlì negli anni abbiamo messo a disposizione della collettività idee e iniziative, dalla scuola per genitori, presa a modello da parrocchie, scuole e associazioni private per creare percorsi analoghi, con esperti locali, alla formazione sul credito, realizzata nei mesi scorsi in associazione in collaborazione con gli istituti bancari aderenti al forum banche-impresa e oggi ripresa dalla Camera di Commercio provinciale. Senza dimenticare l’esperienza del Girls’ Day, introdotta a Forlì proprio da noi e oggi promossa e pubblicizzata dal Comitato dell’Imprenditoria Femminile. L’Associazione non ha mai preteso riconoscimenti, né è mai stata gelosa dei propri progetti, ma, anzi, li ha sempre condivisi, nella certezza che la crescita dell’intero territorio rappresenti l’unica via per costruire un contesto favorevole per cittadini e imprese. Un territorio vivo, ricco di iniziative di cui possano beneficiare tutti è sicuramente fecondo anche per il tessuto produttivo, per questo non ci siamo mai sottratti a collaborazioni e strategie condivise per ridare slancio a una realtà che, negli anni, ha perso parte del suo smalto. Siamo consapevoli che sia indispensabile mettere in gioco le persone, la comunità, le imprese consentendo la partecipazione, la collaborazione, creando relazioni e ampliando gli spazi di confronto. Il nuovo gruppo dirigente, nei prossimi quattro anni, sarà chiamato a interagire sia con gli altri associati, per ascoltare e raccogliere critiche e suggerimenti, sia con gli attori del territorio. Un cantiere di obiettivi, propositi, progetti da rendere fruibili, innescando un meccanismo che porti a una contaminazione positiva di idee. Perché ciò che deve essere evitato, soprattutto in anni funestati dalla crisi, è il ripiegamento su se stessi, finendo con l’inaridire e il fossilizzarsi solo sui propri problemi. È necessario investire sul futuro, innovare assieme la società, creando le premesse per una crescita che sia insieme economica, sociale e umana. In una parola collaborare. Coniugare il saper fare, le competenze, la rete di relazioni per valorizzare le risorse disponibili, ciascuno sentendosi parte attiva e mettendo in gioco le proprie capacità. L’imprenditore è colui che detiene spirito d’iniziativa, gusto del rischio, abilità e sa mobilitare risorse. Chi meglio di lui può contribuire a rendere migliore la nostra società? essere impresa • • • giugno 2015 • 3


associazione Il congresso di Confartigianato

Giorgio Grazioso riconfermato presidente

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enerdì 15 maggio si è tenuto il congresso per il rinnovo delle cariche elettive di Confartigianato Forlì, nel corso del quale è stato riconfermato alla presidenza l’imprenditore Giorgio Grazioso (nella foto), chiamato a guidare l’associazione forlivese fino a maggio del 2019. Ad affiancare il presidente, i rappresentanti del Consiglio Direttivo, Rinaldo Biserni, Alessio Brighi, Alberto Brunelli, Patrizia Carpi, Nicola Crispino, Eraldo Cucchi, Graziano Fabbri, Massimo Gardini, Paolo Giunchi, Diana Lolli, Marika Mambelli, Diana Minghetti, Luca Morigi, Ernesto Partisani, Roberto Pasini, Giovanni Battista Pazzi, Andrea Pini, Alvaro Ravaglioli, Oriano Rimini, Patrizio Rossi e Donatella Tassani. Un gruppo fortemente rinnovato, con oltre il 40% di nuovi eletti e che ben riproduce la composizione degli associati, dai giovani alle donne imprenditrici, alle molteplici professionalità e settori d’intervento. Come spiegato dal segretario Roberto Faggiotto “il rinnovo degli organi elettivi è un momenti chiave della vita associativa. A marzo sono stati

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votati i nuovi rappresentanti di consigli e comitati, che hanno provveduto, nel mese di aprile a definire le cariche interne per la rappresentanza di mestieri e movimenti in seno all’Associazione. Lavori preparatori al Congresso per individuare i componenti del direttivo.” I componenti del nuovo assetto hanno accettato con entusiasmo, pur consapevoli delle difficoltà connesse alla situazione economica, con la voglia di far crescere l’Associazione. Faggiotto, nel suo intervento, ha chiarito “oggi non si parla più di crisi, non perché il PIL stia crescendo e la disoccupazione sia in calo, ma poiché abbiamo compreso che quello che stiamo vivendo è un momento di cambiamento che richiede risposte diverse, adeguate ai nuovi modelli economici e sociali. Al nuovo gruppo di imprenditori appena insediato, il compito di sapere interpretare questo particolare momento della vita del nostro paese e della nostra comunità.” L’Associazione, nel 2016, festeggerà i suoi settant’anni di attività. Giunge a questo tra-

guardo con una base associativa forte, anche se numericamente indebolita dagli ultimi anni di difficoltà economiche che hanno colpito anche le realtà imprenditoriali locali. Riconosciuta dalle istituzioni e dagli enti economici del territorio come un autorevole soggetto di rappresentanza delle imprese e attore della vita sociale delle nostre comunità. Capace di dialogare e confrontarsi con le altre rappresentanze di categoria per favorire la crescita economica della provincia. Il segretario ha aggiunto “Confartigianato Forlì ha avviato alcuni processi importanti che proseguiranno nei prossimi anni, dal cambio del sistema gestionale alla nascita di nuovi servizi, che saranno implementati per dare migliori risposte a ogni tipologia d’azienda, dalla micro a quella maggiormente strutturata. Attività volute dal precedente gruppo dirigente che ringraziamo per aver sapientemente guidato l’Associazione in questi anni difficili, consentendoci di guardare con fiducia al futuro.”


associazione Un gruppo motivato per affrontare il futuro

Obiettivo 2019: quattro anni per rilanciare l’economia

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inizio del nuovo mandato coincide con un momento di profondo cambiamento delle istituzioni, centrali e periferiche, con ripercussioni sulla rappresentanza degli interessi espressi dalle associazioni. Come esposto dal segretario Faggiotto (nella foto) nel corso dell’assemblea congressuale “c’è il tentativo, da parte di una parte della classe politica, a tutti i livelli, di vedere nei corpi intermedi un inutile orpello e di by-passarli per dialogare direttamente coi cittadini e con gli imprenditori. Eppure, senza il ruolo di sintesi dei corpi intermedi, la nostra società, la cui struttura è molto articolata e complessa, diventa sempre meno governabile e finisce con l’allontanare imprese e cittadini dalla partecipazione politica, rendendo molto più difficile la composizione dei conflitti sociali.” Ha chiarito il segretario “è illusorio pensare che senza le organizzazioni si possano difendere meglio gli interessi delle imprese. Indebolendo le organizzazioni della rappresentanza si mina anche la capacità di condividere obiettivi comuni e di agire con unità. Mai come oggi, esse si candidano a tutelare i cittadini e le imprese, fungendo da tramite con le istituzioni che stanno sempre più accentrando i centri decisionali. L’abolizione

delle province, che ha portato all’ipotesi della costituzione di una provincia unica romagnola, implica che molte delle funzioni prima attribuite a istituzioni locali divengano di pertinenza dell’area vasta e della Regione, col rischio di un allontanamento delle istituzioni dai territorio. La riforma delle Camere di Commercio va nella stessa direzione, così come la scelta in tema di sanità pubblica di accorpare le quattro AUSL delle province romagnole in una unica e quella di fondere le società per il trasporto pubblico della Romagna.” Un contesto in evoluzione che richiede una risposta forte da parte del sistema Confartigianato, con un ripensamento delle individualità territoriali. Come illustrato “È indispensabile fare sistema e per questo è necessario stabilire delle regole minime che devono essere rispettate da tutti. Per questo dovremmo impegnarci nel costruire assieme agli amici delle altre associazioni romagnole un collegamento che sia in grado di rappresentare al meglio la Romagna, che tenga conto delle specificità dei territori e delle identità. Partendo dalla rappresentanza politica e da un progetto condiviso di sviluppo del nostro territorio tutto. La fine del policentrismo regionale a vantaggio del ritorno a Bologna città metropolitana e della valorizzazione delle eccellenze rischia di penalizzare la nostra area e in particolare Forlì e il suo comprensorio, che si caratterizzano per una imprenditoria diffusa e di qualità, senza tuttavia un settore trainante, come

può essere il turismo a Rimini, l’agro industriale a Cesena o le attività legate al porto a Ravenna.” Il segretario ha tratteggiato il contesto “a Forlì si stanno completando opere e infrastrutture importanti, che hanno richiesto ingenti investimenti, col rischio che una volta ultimate non abbiamo più l’importanza e il ritorno, anche economico, auspicato. Mi riferisco, in primo luogo, al campus universitario che è in dirittura d’arrivo e rappresenta un’eccellenza a livello nazionale. La riorganizzazione del sistema universitario prevede però una sostanziale riduzione del numero delle università, penalizzando quelle più piccole e di più recente costituzione. Sono così ritornati a Bologna diversi importanti corsi di laurea che erano nati qui, con la conseguente penalizzazione della sede forlivese e il rischio che la presenza dell’università nel nostro territorio e in Romagna diventi marginale. Analogo discorso vale per il nostro scalo aeroportuale che avrebbe già dovuto, tra mille difficoltà, riprendere la propria attività. Occorre una strategia condivisa con le realtà di Bologna e di Rimini per evitare sovrapposizioni e inutili duplicazioni.” E proprio università, infrastrutture e sanità sono i tre temi chiave individuati per presentare, come sistema Confartigianato, un progetto Romagna che valorizzi i punti di forza di un territorio riconosciuto come il luogo del buon vivere e preso a modello come esempio di sviluppo sostenibile. essere impresa • • • giugno 2015 • 5


associazione Quale futuro per la nostra società?

Prioritaria la tutela della microimpresa Al via un mandato denso di impegni

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l Congresso rappresenta un appuntamento fondamentale per la gestione dell’Associazione. Il gruppo dirigente di Confartigianato, infatti, ha il compito di guidare la struttura e di delineare le politiche e gli ambiti di attività. Il rinnovo delle cariche elettive è quindi un evento fortemente atteso e l’elezione del presidente è sicuramente il clou di questo periodo. La presenza ai lavori congressuali del segretario regionale Gianfranco Ragonesi e di Marco Granelli, nella duplice veste di presidente regionale e di vicepresidente nazionale, ha contribuito a evidenziare l’importanza della giornata, che, di fatto,

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ha dato avvio al nuovo mandato, in carica per i prossimi quattro anni. Come evidenziato in apertura dei lavori proprio dal presidente Granelli il perdurare della crisi ha ridisegnato profondamente il sistema produttivo, non solamente in ambito locale e i prossimi anni saranno fondamentali per l’economia del Paese. Il presidente Giorgio Grazioso (nella foto) nel suo discorso ha accostato gli ultimi cinque anni vissuti al periodo della ricostruzione postbellica quando venne fisicamente ridisegnata l’Italia in macerie. “Partendo da poche regole e pochi, sanissimi principi. Il lavoro, la solidarietà e la prospettiva. Tutto alimentato dalla speranza e dalla certezza della riuscita. Perché c’era una volontà comune, non era solo una necessità. C’era la voglia di scrollarsi e gettarsi alle spalle un periodo brutto e disonorevole per tanti aspetti. Prima però, i nostri genitori, fecero una cosa. Scrissero la Carta Comune. I principi che sarebbero stati sia mezzi che fini da perseguire. Prima scrissero la nostra meravigliosa Costituzione. Fu un grande lavoro, oneroso, dispendioso di energie ma, al tempo stesso, facile. Facile perché i valori e principi espressi erano nel dna di tutti. Tutti ne condividevano la verità. Tutti, inconsapevolmente, da sempre, li praticavano in famiglia. Ognuno, senza Continua a pagina 7 • • •


associazione • • • Segue da pagina 6

Prioritaria la tutela della microimpresa saperlo, quei valori già li insegnava ai propri figli. Fu, per certi versi, la trasposizione scritta di quello che era già il legame della comunità italiana. Il primo articolo avrebbe potuto contenere qualsiasi incipit. Bisognava scegliere quello più importante, quello che meglio poteva rappresentare il concetto di comunità: l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Eppure oggi la situazione è cambiata, ha chiarito il presidente “è bastato invertire il soggetto con l’oggetto di questa frase, nel primo articolo della Costituzione, non ufficialmente, ma nella pratica di tutti i giorni, ed è crollato il nostro modello di riferimento. È bastato sostituire l’ultimo termine del primo articolo e tutto è andato a rotoli. C’è stato un momento che da più parti il concetto di lavoro è stato sostituito dalla finanza. Dalla strada breve che portava all’arricchimento personale, individuale e non più a quello collettivo, della comunità. È cominciato, in modo strisciante, un fenomeno che ha portato via via a credere che la cosa più importante fossero i guadagni personali. Tutto per sfociare nella più superficiale ostentazione dell’apparire invece che dell’essere.” Di fronte a una situazione così complessa quali sono le opportunità di futuro? Continua Grazioso “Ci sono le nostre imprese. Le imprese artigiane. Ultimi baluardi di comunità e società. Portatrici sane di relazioni umane. Presidi di territori abitati, altrimenti deserti. Immaginate qualsiasi borgo, paese o villaggio, chiudete gli occhi e guardate cosa vedete. Una bottega. Un fornaio. Un bar. Un’edicola. Dove c’è un artigiano c’è vita. Dove c’è un’attività artigianale ci sono relazioni umane. I quartieri in periferia delle grandi città, dove non ci sono le nostre attività, non a caso vengono chiamati quartieri dormitorio. Luoghi dove le persone non si conoscono né si salutano. Le nostre attività non hanno mai delocalizzato, continuano a dare molta o poca ricaduta economica nel territorio. A dire il vero proprio poca non è: 52% del Pil nazionale e 61% dei posti di lavoro. 93% circa di imprese italiane sono con meno di 9 addetti. Nelle nostre imprese c’è la vita reale e la comunità, in ogni periodo di crisi le nostre sono le aziende cuscinetto che resistono e salvano il Paese. Perché, quindi, non prendere ad esempio tutto ciò che di buono rappresentiamo e aiutarci a correggere i nostri errori; darci le infrastrutture reali per lavorare in rete, creando così un vero sistema Paese?” Un discorso appassionante, che ha anticipato gli impegni inderogabili per continuare a essere parte

viva della società “dobbiamo fare un patto, non scritto, con tutti gli attori della nostra Romagna per fare comunità e rappresentare i nostri comuni interessi. Dobbiamo essere locomotori di un treno che raccoglie tutti i vagoni che vogliono trovare soluzioni per la nostra comunità. Dobbiamo avere voce per le nostre proposte di soluzione ai problemi dei nostri centri storici. Dobbiamo collaborare per trovare miglioramenti al rapporto di sudditanza da chi gestisce le utilities, a cominciare da Hera. Dobbiamo aiutare i Comuni a uscire da questo abbraccio mortale da chi cede loro qualche briciola di pane dal proprio lauto pasto. Dobbiamo aiutarli a snellire le procedure e la burocrazia che attanaglia e ingessa le nostre imprese ogni volta che formulano una domanda per un permesso o una licenza. Pur segnalando l’apprezzamento per quanto, attraverso l’Unione dei Comuni, si sta cercando di fare con l’adozione di moduli, procedure e richieste condivise, uguali per tutti. Dobbiamo tenacemente e con ferma risoluzione essere propositivi. Dobbiamo essere più ascoltati e rappresentati nel sistema del credito locale, dove da troppo tempo siamo esclusi. Dobbiamo pretendere di essere ascoltati, in fase istruttoria, non consultiva o peggio ancora, quando tutto è stato già deliberato.” Un richiamo forte, che ha coinvolto tutti gli imprenditori presenti in platea, chiamati a ricoprire incarichi all’interno dell’Associazione. Il presidente ha concluso sostenendo che “c’è bisogno della nostra partecipazione. Di tutti.” Chiarendo che c’è necessità“di artigiani che si impegnano, in prima persona, nella Rappresentanza. Ora però è tempo di partecipare come mai in passato alla vita dentro la nostra comunità, ora, più che mai, è tempo di non delegare le decisioni ad altri. Ora, più che mai, è tempo di dire che ci siamo. Perché se c’è una Comunità di persone lì c’è un Artigiano: e dove c’è un Artigiano ci siamo noi.” Un intervento di grande impatto, per ricordare la forza di Confartigianato e della micro e piccola impresa in Italia. essere impresa • • • giugno 2015 • 7


associazione Patrizia Carpi e Luca Morigi alla vicepresidenza

Insediata la Giunta di Confartigianato Forlì

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l mese di maggio ha rivestito un’importanza strategica per la direzione di Confartigianato, a seguito delle elezioni, che hanno portato al rinnovo di tutti gli organismi elettivi, il Congresso ha confermato piena fiducia a Giorgio Grazioso, eletto presidente anche per i prossimi quattro anni. Nel corso del primo consiglio sono stati definiti gli ultimi tasselli che compongono la geografia della vita associativa: la Giunta, composta da Massimo Gardini, Diana Lolli, Alvaro Ravaglioli e Oriano Rimini e dai vicepresidenti Patrizia Carpi, presidente del movimento Donne Impresa e Luca Morigi, presidente della società di servizi Sata 2 Srl e del comitato zonale del Basso Bidente, al secondo mandato come vicario. Un gruppo di imprenditori molto attenti alle dinamiche della vita associativa e con una solida esperienza nella fila della dirigenza, per affrontare al meglio le numerose criticità che ancora gravano sul sistema produttivo. Il vicepresidente Morigi chiarisce “gli eletti assumono l’incarico perché credono fortemente all’importanza dell’Associazione. I dirigenti non percepiscono alcun compenso, ma sono mossi dalla voglia di collaborare con la struttura per migliorare il contesto per la piccola impresa. Continueremo il dialogo con le istituzioni locali, sia partecipando ai numerosi tavoli dei quali siamo già parte attiva sia intensificando la nostra presenza a tutti i livelli, fungendo da pungolo nei confronti di Confarti-

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gianato Emilia Romagna e della Confederazione nazionale. Vogliamo essere eco della voce di chi fa impresa, per ribadire la necessità di snellire gli orpelli burocratici inutili e di sostenere le micro aziende, cuore pulsante dell’economia locale e nazionale.” Continua Morigi “l’imprenditore che investe nel futuro della sua azienda non lo fa unicamente per il profitto, ma anche e soprattutto per realizzare qualcosa di grande e bello assieme ai propri collaboratori. Senza dimenticare che coloro che svolgono mestieri tradizionali, come gli artigiani, aggiungono bellezza al mondo.” Anche Patrizia Carpi, alla sua prima esperienza nel ruolo di vicepresidente concorda con la consapevolezza, da parte degli eletti nei diversi incarichi, dell’assunzione di una responsabilità nei confronti dei colleghi imprenditori “chi sceglie di impegnarsi, sa quali incombenze spettano ai dirigenti e assume il ruolo con passione e voglia di fare. Sono numerosi i nuovi rappresentanti del Consiglio, energie fresche per fronteggiare una crisi che ha ridisegnato profondamente il modo di fare impresa. Mettere assieme visioni diverse consentirà sicuramente di individuare soluzioni efficaci, a misura di piccola impresa. Le realtà della provincia stanno resistendo da ormai sette anni, vogliamo lavorare assieme per la ripresa e il rilancio di un territorio che ha tutti i numeri per rappresentare un’eccellenza in Italia.”


associazione Anche il nuovo gruppo dirigente coinvolto nel progetto

Dialoghiamo per un confronto tra imprenditori

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ialoghiamo è l’iniziativa recentemente attivata da Confartigianato Forlì che permette agli imprenditori associati di confrontarsi direttamente coi colleghi eletti nei comitati zonali. Momenti di incontro riservati, per consentire a tutti di presentare determinate problematiche o particolari necessità, per cercare assieme soluzioni. Come spiegato dal vicepresidente Luca Morigi (nella foto) tra i promotori del progetto “Dialoghiamo nasce dalla voglia di stimolare il confronto. Conoscere mag-

giormente in dettaglio la vita dell’Associazione e le opportunità a disposizione dell’impresa è un modo per sentirsi realmente parte di un sistema. L’idea alla base dell’iniziativa è semplice, gli imprenditori, presi dalla quotidianità, rischiano di non sfruttare appieno le potenzialità dell’essere associati a Confartigianato, che non è una mera società di servizi. Aderire a un’associazione offre, infatti, la chance di avere consulenti in ambiti che esulano dai servizi tradizionali e di poter avere un riscontro con altri colleghi che vivono situazioni analoghe e che magari hanno adottato soluzioni rivelatesi vincenti e che possono essere socializzate. Una ricchezza che nasce dalla condivisione di informazioni e strategie per difficoltà che, frequentemente, sono comuni a chi opera nello stesso territorio o nello stesso mercato.” Continua Morigi “il limite della micro impresa è che non ha lo stesso potenziale di risorse a disposizione di realtà maggiormente strutturate, mettere a confronto le esperienze può consentire una maggiore incisività negli

Dialoghiamo L’iniziativa prevede la presenza dei rappresentanti del comitato zonale nella sede di riferimento un giorno alla settimana. Il calendario delle presenze può essere modificato a seconda delle esigenze degli imprenditori associati interessati a incontrare i dirigenti, contattando i responsabili di sede per fissare un appuntamento. Gli incontri sono riservati e avvengono nel massimo rispetto della privacy di ognuno, per dare l’opportunità ai soci di esprimersi liberamente.

interventi e anche un risparmio di tempo.” Tra i punti chiave dell’attività dell’Associazione per il mandato 2015-2019, infatti, c’è anche stimolare le reti d’impresa aiutando le aziende a innovare, coadiuvandole nei percorsi di internazionalizzazione agendo sulle filiere, rafforzando i processi aggregativi. Conclude Morigi “Dialoghiamo è questo, ma anche molto di più, è la testimonianza della volontà di Confartigianato di affiancare in maniera sempre più efficace l’imprenditore. La crisi ha evidenziato l’importanza delle relazioni, non soltanto professionali, ma anche umane. L’opportunità di confronto è un modo per non chiudersi in se stessi, per non sentirsi soli neppure di fronte alle difficoltà economiche, che hanno interessato la maggior parte del tessuto produttivo locale. Con la consapevolezza che la forza del gruppo sia strategica per costruire il futuro del nostro territorio.”

I dirigenti del comitato zonale incontrano le aziende associate

Per conoscere il calendario è possibile contattare i referenti della sede Confartigianato di riferimento FORLÌ

MELDOLA

Viale Oriani 1 Tel. 0543 452811

Viale Roma 172 Tel. 0543 452910

CASTROCARO TERME

MODIGLIANA

Piazza Mazzini 11 Tel. 0543 452950

C.so Garibaldi 67 Tel. 0543 452960

CIVITELLA di ROMAGNA

PREDAPPIO

Piazza Matteotti 6 Tel. 0543 452980

Via Roma 100/B Tel. 0543 452921

FORLIMPOPOLI e BERTINORO

ROCCA SAN CASCIANO

Forlimpopoli Via Montegrappa 5 Tel. 0543 452937

Piazza Garibaldi 53 Tel. 0543 452970

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associazione Assemblea nazionale

Il presidente Merletti incalza il Governo dall'Expo di Milano

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ercoledì 20 maggio si è tenuta l’assemblea nazionale di Confartigianto, all’Auditorium dell’Expo Center si sono ritrovati più di un migliaio di rappresentanti del Sistema Confartigianato. Tra i partecipanti anche una delegazione di dirigenti forlivesi giunti a Milano, per sostenere le parole del presidente Giorgio Merletti (nelle foto) e ascoltare la risposta della politica italiana. A cominciare dal saluto del padrone di casa qui ad Expo, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha ricordato “Expo è un grande successo in tutti i sensi, sono stati smentiti i gufi che dicevano non riuscirete neanche ad aprirlo, la presenza di Confartigianato qui con la sua assemblea nazionale, dimostra l’interesse del mondo delle imprese per questo grande evento internazionale, il nostro obiettivo era questo”. Se la Lombardia ha fatto molto per sostenere il tessuto imprenditoriale locale con norme, incentivi per l’innovazione e fondi riservati alle piccole imprese, in Italia le cose procedono ancora in maniera troppo lenta per le esigenze di chi fa impresa. Un fisco eccessivo, una burocrazia mastodontica, il credito bancario che manca, come gli investimenti pubblici e una riforma che semplifichi davvero il lavoro. Tutti problemi che attanagliano le micro e piccole imprese e che il presidente Merletti ha elencato punto per punto dal palco dell’Assemblea, “sui fronti della burocrazia, del credito, del mercato del lavoro, delle infrastrutture, dell’innovazione, dei ritardi di pagamento della PA, nel decennio 2005 e il 2015 l’Italia, tra tutti i Paesi europei, ha subito il maggiore aumento della pressione fiscale: il risultato è che oggi paghiamo 29 miliardi di tasse in più rispetto alla media UE” Senza mezzi termini Giorgio Merletti dal palco dell’Assemblea ha spiegato “soltanto la tassazione immobiliare è passata

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dai circa 10 miliardi dell’ICI del 2011 ai quasi 25 miliardi del gettito IMU e TASI del 2014, con un incremento del 153%. Questo aumento, purtroppo, non ha risparmiato gli immobili strumentali delle imprese, i capannoni, i laboratori ma anche i macchinari imbullonati nelle nostre aziende, che vengono tassati alla stregua di seconde case. Come se produrre e dare lavoro fosse un lusso. Vi sembra normale che un bene utilizzato nell’impresa, che serve per creare reddito e sviluppo per il Paese, venga trattato come un immobile posseduto da un ricco possidente?” La situazione economica interna non è delle migliori, anche se all’orizzonte si inizia a vedere qualche timido segnale di ripresa. Altre partite, invece, si giocano fuori dai confini nazionali, ma potrebbero rilanciare la micro e piccola impresa italiana. Come il regolamento sul ‘Made in’, che torna in discussione a Bruxelles. “Su questa partita del“Made in” in Europa si fa battaglia, il Governo italiano sta lavorando al massimo, stiamo misurando uno dei fronti più delicati ma anche potenzialmente più importanti per il sistema paese. Noi ci crediamo e ci stiamo lavorando”, ha annunciato il ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina. Nonostante i tanti problemi, le piccole imprese ci sono, continuano a trainare la manifattura italiana e l’export, creano lavoro e formano gli imprenditori artigiani di domani.


associazione La fotografia della microimpresa italiana

L’artigianato vuole uscire dal tunnel

L’

ingresso dell’economia italiana nella fase di ripresa avviene in un contesto internazionale e nazionale che negli ultimi vent’anni ha registrato profondi cambiamenti economici e sociali. La stilizzazione del cambiamento è data dal maggiore peso assunto dalle economie emergenti in una epoca di crescente globalizzazione. Nell’ultimo ventennio, il contributo alla crescita della ricchezza mondiale delle economie avanzate a fronte di quelle emergenti si è letteralmente invertito: se nel 1995 il 57,9% della crescita del Pil mondiale annua veniva determinata dai paesi maggiormente sviluppati e il 42,1% dalle economie emergenti e in via di sviluppo, nel 2015 queste ultime pesano per il 67,2%. Nelle previsioni al 2020 questa divergenza si accentua ulteriormente. Negli ultimi dieci anni la quota delle esportazioni di merci dei BRICS - Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica - è quasi raddoppiata, passando dal 10,7% delle esportazioni mondiali del 2004 al 18,6% del 2013. La successione di due cicli recessivi ravvicinati ha determina-

to effetti soprattutto sulle condizioni economiche dei cittadini italiani, la debolezza della fase di ripresa fa persistere, nel confronto internazionale, un gap negativo per il nostro Paese. La ripresa in corso in questa prima parte del 2015 è stata accompagnata dall’allineamento favorevole dei tassi di interesse, del tasso di cambio e del prezzo del petrolio. La fiducia delle imprese ha imboccato un sentiero di miglioramento dall’autunno del 2014 e, in un anno, è salita del 9,6%. In Italia la domanda estera presenta un trend di miglioramento anche se non manifesta ancora quella forza necessaria per spingere l’economia italiana: l’ultimo dato di febbraio indica una crescita del 2,5% per le esportazioni rispetto a gennaio, pari al 4,5%, delle vendite verso i paesi fuori dall’Unione Europea mentre i paesi dell’Unione si fermano sul +0,8%; rispetto a febbraio dello scorso anno l’export aumenta del 3,7%, con i paesi extra UE che si confermano i più dinamici con una crescita del 7,1% e fronte del +1,1% dei paesi dell’Unione Europea. Malgrado le persistenti difficoltà per costruzioni e autotrasporto, la manifattura registra segnali positivi e l’Italia si conferma la realtà in cui le piccole imprese con meno di 50 addetti mostrano l’incidenza maggiore rispetto ai principali paesi europei. Il 99,4% delle imprese, oltre due terzi (66,9%) degli addetti, quasi la metà del fatturato (47,6%) e del valore aggiunto al costo dei fattori (49,6%). Spiega

Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì (nella foto) “la produzione manifatturiera artigiana mette in campo lavorazioni a regola d’arte che garantiscono un prodotto ben fatto e di elevata qualità, grazie al talento delle risorse umane presenti nelle imprese, alla trasmissione delle conoscenze resa possibile da processi formativi on the job e dal passaggio generazionale nelle imprese familiari; tali caratteri sono associati a un crescente utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.” Lo studio presentato in occasione dell’Assemblea nazionale evidenzia una caratteristica dominante nelle imprese la flessibilità produttiva associata alla tempestività. Conclude Valenti “l’elevata capacità di ascolto del cliente finalizzata alla personalizzazione del prodotto si abbina al senso del bello e del gusto. Senza dimenticare la capacità di innovare. Il manifatturiero presenta la maggior propensione a innovare: il 42,8% delle micro imprese ha introdotto una innovazione: il 24,8% delle imprese introduce innovazioni di prodotto mentre il 21,1% ha effettuato innovazioni di processo.”

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economia & lavoro a cura di Mauro Collina Strumenti alternativi per le imprese

Via dal bancocentrismo, sì ma come?

“I

l finanziamento dell’economia non può esaurirsi nel ruolo del sistema bancario” è l’invito del ministro dell’Economia Padoan, “meno banca e più canali alternativi di finanziamento” sono le recenti parole di Giuseppe Vegas, presidente della Consob. Entrambi evidenziano un problema irrisolto del sistema produttivo italiano, quello del bancocentrismo. Non è una novità che le PMI si appoggino agli istituti di credito per l’80% dei propri fabbisogni. Così come non è una scoperta che le difficoltà di accesso al credito siano dovute alla frammentarietà di un tessuto imprenditoriale contraddistinto da un’elevata percentuale di microimprese con meno di dieci addetti con esiguo patrimonio, elevato debito e con i beni personali spesso confusi con quelli dell’azienda. In questi anni di crisi la continua flessione della redditività delle imprese ha limitato i flussi di cassa, ridu-

cendo la possibilità di restituire interessi e capitale, contagiando inevitabilmente anche i conti delle banche. Banche che troviamo protagoniste in negativo, fra commissariamenti, che sono il preludio alla chiusura - è il caso di BRC -, azioni che si deprezzano (Veneto Banca, Cariromagna) e rapporti troppo stretti con fondazioni legate agli interessi dei politici che le controllano

(MPS, Carife). Di fronte a questi esempi, l’anello debole nel rapporto banca-impresa è proprio la banca. Come non dare ragione all’amico artigiano, che sta espandendo la propria attività oltre i confini nazionali, quando afferma, incontrando i funzionari di un istituto di credito, che sono le banche a non essere al passo con le imprese? Ripenso agli sguardi attenti e curiosi dei ragazzi del Liceo Economico Sociale e dell’ITIS, nel corso degli incontri promossi dall’Associazione, mentre guardano il trailer del film “Jobs”. Un tizio vestito in modo elegante scende da una fiammante auto sportiva e chiede a un gruppo di giovani, all’apparenza disordinati e senza idee, dove sia la società Apple Computer. Quei ragazzi “sono” Apple Computer, e fra loro c’è Steve Jobs. Correva l’anno 1977, ma sembra preistoria. Al successo di un marchio, che ora è conosciuto a livello planetario, Continua a pagina 13 • • •

UFFICIO CREDITO CONFARTIGIANATO Presso i nostri uffici troverete gli strumenti necessari per la gestione finanziaria della vostra impresa. In particolare ci occupiamo di: ➽ Analisi dei flussi finanziari aziendali ➽ Richiesta finanziamenti a tassi estremamente convenienti, attraverso l’utilizzo di garanzie previste dal FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI e dal FONDO REGIONALE DI CO-GARANZIA. ➽ In convenzione con Unifidi è possibile ottenere finanziamenti a medio/lungo termine per investimenti, liquidità e consolidamento dei debiti, così come anche garanzie su linee di credito a breve (fido di c/c, SBF, e anticipo fatture) e su leasing, ➽ Condizioni bancarie vantaggiose, con la possibilità di controllare sia i tassi “dare” (scoperto di c/c, portafoglio sbf, anticipo fatture) sia i costi fissi (spese di chiusura, RI-BA, sconto e incasso SBF, giorni di valuta per assegni ed effetti, ecc.), ➽ Richiesta di agevolazioni all’impresa. ➽ In accordo con Fraer Leasing SpA siamo in grado di proporre soluzioni diversificate per l’acquisizione di beni strumentali (autovetture, veicoli commerciali, camion/rimorchi, macchine utensili, macchine operatrici, macchine da cantiere, immobili). Per informazioni contattare l’ufficio credito di zona Tel. 0543/452811 - Fax 0543/452843 - e-mail: credito@confartigianato.fo.it

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80.000 imprese, un solo consorzio di garanzia.

Emilia Romagna


a cura di Mauro Collina economia & lavoro • • • Segue da pagina 12

Via dal bancocentrismo, sì ma come? contribuì in modo decisivo proprio quel distinto signore: Mike Markkula, ex manager di Intel, che investì 250.000 dollari in un progetto che seppe riconoscere come vincente. Mi sono servito di questo esempio per spiegare agli studenti chi è il business angel, una figura specializzata nel fornire capitale ed esperienze supportando le idee imprenditoriali nella loro fase di avvio. Business angel, equity crowdfunding, venture capital, sono strumenti utili per far scoccare quella scintilla sotto forma di, visione prospettica, rete di relazioni, professionalità, patrimonio, che può dare l’abbrivio necessario ad avviare il progetto secondo le sue reali potenzialità. I ragazzi del Liceo Economico Sociale nei loro componimenti e quelli dell’ITIS nei business plan hanno dimostrato di aver colto prontamente le nostre sollecitazioni per una visione imprenditoriale della vita. Altrettanto ricettivi sono apparsi gli universitari che hanno assistito all’incontro che si è tenuto a fine febbraio, patrocinato da Confartigianato, su startup e modelli di sviluppo. In un’aula gremita in ogni ordine di posti, Francesco Inguscio, giovane fondatore di Nuvolab, società che fornisce servizi e consulenza a startup, PMI e grandi aziende, ha brillantemente illustrato le nuove modalità di approccio per dare linfa a progetti imprenditoriali evoluti. Non sono mancati gli esempi sul come evitare il ricorso al finanziamento bancario; si è parlato di facilitare le relazioni e quindi gli affari tramite i rainmakers, moderni maghi della pioggia che propiziano le occasioni nei periodi di siccità. Inguscio ha raccontato il proprio percorso, come studente prima e come imprenditore poi. Un percorso di successo e una testimonianza viva e concreta, che sfata il mito secondo cui il successo arride solo ai feno-

Bancocentrismo Caratteristica di un sistema produttivo in cui il finanziamento delle imprese è totalmente dipendente dal credito bancario

Rainmaker il rainmaker, o mago della pioggia, era nelle tribù dei nativi del Nord America, una figura dotata di grande stima e rispetto. Conosceva e svolgeva l’arte delle danze propiziatorie, utilizzate per invocare la pioggia nei periodi di siccità. Con questo termine ci si riferisce oggi, nel mondo finanziario, a colui che “fa accadere le cose”, vale a dire che genera occasioni e che ha successo nel concludere affari. meni del web. In percentuale le idee contano 1, il restante 99 è realizzazione, attuazione. Mi piace riportare su queste pagine la vision di Nuvolab, ispirata alle parole di “Nessun uomo è un’isola”, del poeta inglese John Donne “non ci chiediamo per chi sta suonando la campana, sappiamo che sta suonando per noi, e che è venuto il momento di agire per cambiare lo stato delle cose”. Quando ci sentiamo ripetere che l’innovazione è l’unica strada percorribile per combattere la crisi economica dobbiamo fare una riflessione. Non saremo mai come i tedeschi che esorcizzano l’apprensione per il futuro con la progettazione maniacale, ma dobbiamo smettere di guardare troppo a quel che siamo stati, pensando troppo poco a quel che saremo. È tutt’altro che facile, ma sta in noi, ripartendo dalla nostra marcata individualità, parente prossima della genialità e dalla nostra capacità di reinventarsi affrontando condizioni diverse e ostili. L’innovazione, ancor prima di ricerca e sviluppo, è cambiamento di pensiero, è una spinta ad aprirsi, è imparare con umiltà da chi fa meglio, è essere disponibili nel rivedere le funzioni della propria azienda, partendo dalla produzione fino ai rapporti con i collaboratori. Sì, perché le imprese di successo sono ancora in grado di creare la merce più rara di questi tempi: posti di lavoro. Sperimentare, cambiare, fondere tradizione e novità, restando con i piedi ben saldi nella realtà. Il messaggio che ci giunge dai giovani è quello di un’Italia coraggiosa e non rassegnata, convogliamo questa energia, sperando che anche la politica faccia altrettanto. essere impresa • • • giugno 2015 • 13


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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli REVERSE CHARGE: pubblicata la circolare che definisce i nuovi confini di applicazione Il 27 marzo 2015 è stata pubblicata la circolare n. 14/E che chiarisce alcuni punti in merito all’estensione del meccanismo dell’inversione contabile (reverse charge) a nuove operazioni nei settori edile ed energetico e alle cessioni di pallet (bancali in legno) recuperati ai cicli di utilizzo successivi al primo; l’ampliamento, deciso con la legge 190/2014 (Stabilità 2015), è entrato in vigore lo scorso 1 gennaio, pertanto, tutte le operazioni successive a tale data sono assoggettate alla nuova normativa. Le principali precisazioni riguardano:

Settore edile e connessi La legge di Stabilità 2015 (articolo 1, comma 629, legge 190/2014) ha esteso l’obbligo di inversione contabile alle “prestazioni di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento relative a edifici”. Detta estensione è stata prevista, come evidenziato dall’Agenzia, al fine di ridurre i fenomeni di frode e di evasione dell’IVA in “particolari settori a rischio”, evitando che l’acquirente porti in detrazione l’imposta che il cedente non provvede a versare all’Erario. Al fine di individuare le prestazioni soggette al meccanismo del reverse charge, nell’ambito dei nuovi servizi ai quali si rende applicabile (servizi di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento di edifici), l’Agenzia chiarisce che è necessario fare riferimento ai codici di attività della tabella Ateco 2007. Come precisato nella Circolare n.14/E in esame, non rileva:  il fatto che il prestatore operi nel settore edile, ossia che svolga un’attività ricompresa nella sezione F della predetta tabella. Di conseguenza è necessario prestare attenzione esclusivamente alla tipologia della prestazione e non anche all’attività

esercitata dal prestatore;  il fatto che le prestazioni siano rese dal subappaltatore nei confronti di imprese di costruzione/ ristrutturazione nonché nei confronti di un contraente generale;  il rapporto contrattuale stipulato tra le parti e la tipologia di attività esercitata, come peraltro già evidenziato nella Relazione tecnica alla Finanziaria 2015 secondo la quale il reverse charge interessa non solo le prestazioni effettuate nell’ambito di contratti di subappalto, ma tutte le prestazioni rese nei confronti di soggetti passivi Iva, anche nei confronti di committenti che non operano nel settore edile o dei contraenti generali. Per tali nuove ipotesi quindi il reverse charge si applica a prescindere dal rapporto contrattuale (appalto/subappalto) rilevando, oltre alla sussistenza della soggettività passiva IVA in capo al committente, la riconducibilità di tali prestazioni a un bene qualificato edificio. Per le attività identificate dalla sezione F della classificazione delle attività economiche Ateco, diverse da quelle di installazione di impianti, demolizione e completamento di edifici, il reverse charge continua ad applicarsi solo in caso di subappalto. Restano escluse dall’inversione contabile le cessioni di beni con posa in opera in quanto tali operazioni, ai fini Iva, costituiscono cessione di beni e non prestazioni di servizi, poiché la posa in opera assume una funzione accessoria rispetto alla cessione del bene. Al contrario, anche se non menzionate nella norma, l’Agenzia afferma che rientrano nell’inversione contabile anche le prestazioni di manutenzione e riparazione di impianti; al fine di individuare il perimetro dell’applicazione del reverse charge per le operazioni relative all’installazione di impianti e completamento degli edifici, sotto il profilo oggettivo l’Agenzia fa riferimento alle attività rientranti nei codici di attività della tabella Ateco 2007 (puntualmente riportati). Continua a pagina 16 • • •

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notiziario tecnico • • • Segue da pagina 15

Questo comporterà che molte imprese, specialmente nel settore dell’artigianato (elettricisti, idraulici, imbianchini, eccetera) nell’arco dell’anno, faranno pochissime operazioni soggette ad Iva trasformandosi in creditori cronici d’imposta. La circolare, per individuare al meglio l’ambito di applicazione dell’estensione dell’inversione contabile, ha anche chiarito la definizione di edificio riprendendo la risoluzione n.46/1998 con la quale l’Amministrazione finanziaria precisava che per “edificio e fabbricato si intende qualsiasi costruzione coperta isolata da vie o da spazi vuoti, oppure separata da altre costruzioni mediante muri che si elevano, senza soluzione di continuità, dalle fondamenta al tetto, che disponga di uno o più liberi accessi sulla via, e possa avere una o più scale autonome”. Pertanto, la circolare chiarisce che la norma si riferisce ai fabbricati come risultanti dalle disposizioni sopra esposte e non alla più ampia categoria dei beni immobili.

Split payment e reverse charge I due meccanismi sono alternativi e l’applicazione dell’uno esclude l’altro. Lo split payment, infatti, si applica alle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti degli enti pubblici, che non risultano debitori d’imposta; non si applica, invece, alle operazioni soggette al sistema del reverse charge e agli acquisti intracomunitari, relativamente ai quali l’ente pubblico assume la veste di debitore dell’Iva.

Reverse charge e Iva per cassa Gli operatori che hanno optato per l’Iva per cassa, dal 1 gennaio 2015, qualora effettuino operazioni rientranti nel meccanismo dell’inversione contabile, non potranno applicare il regime opzionato.

Reverse charge e nuovo regime forfetario L’inversione contabile non si applica alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate dai contribuenti che rientrano nel nuovo regime fiscale forfettario disegnato dalla “Stabilità 2015”. Qualora, invece, gli stessi contribuenti acquistino beni o servizi in regime di reverse charge, gli stessi saranno tenuti ad assolvere l’imposta secondo tale meccanismo e, non potendo esercitare il diritto alla detrazione, dovranno effettuare il versamento dell’Iva a debito. Ciò vale anche con riferimento al regime dei “nuovi minimi” prorogato dal DL 192/2014 (“decreto Milleproroghe”).

Acquisti di servizi promiscui da parte di un ente non commerciale Nel caso in cui un ente non commerciale acquisti un servizio destinato, in parte allo svolgimento

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della propria attività commerciale e in parte allo svolgimento della propria attività istituzionale, ai fini dell’individuazione della modalità di applicazione del tributo, occorrerà far riferimento a criteri oggettivi per distinguere la quota di servizi da imputare alla gestione commerciale dell’ente, assoggettabile al meccanismo dell’inversione contabile, da quella imputabile all’attività istituzionale.

Esclusi dal reverse charge Il meccanismo del reverse charge non è applicato alle prestazioni di servizi rese nei confronti di soggetti che, beneficiando di particolari regimi fiscali, sono di fatto esonerati dagli adempimenti previsti dal Dpr 633/1972 (annotazione delle fatture, tenuta del registro dei corrispettivi e del registro degli acquisti, di cui agli articoli 23, 24 e 25), per non far venir meno l’obiettivo della semplificazione perseguito dalle norme speciali.

Clausola di salvaguardia Infine, considerato che l’estensione del reverse charge ha efficacia dallo scorso 1 gennaio e che, in assenza di chiarimenti, presentava diversi profili di incertezza, in ossequio ai principi dello Statuto del contribuente, sono fatti salvi, con conseguente mancata applicazione di sanzioni, eventuali comportamenti difformi adottati dai contribuenti, prima dell’emanazione della circolare n. 14/E del 27 marzo 2015.

SPLIT PAYMENT: ULTERIORI CHIARIMENTI La Finanziaria 2015 ha introdotto uno specifico metodo di versamento dell’IVA, c.d. “split payment”, applicabile alle cessioni di beni/prestazioni di servizi effettuate nei confronti degli Enti pubblici individuati dal nuovo art.17-ter, D.P.R. n.633/72, in base al quale i predetti soggetti sono tenuti in ogni caso a versare l’IVA agli stessi addebitata direttamente all’Erario e non al fornitore (cedente/prestatore). I primi chiarimenti riguardo all’ambito applicativo di tale disposizione sono stati forniti dall’Agenzia delle Entrate con le Circolari n.1/E e n.6/E, rispettivamente del 09/02/2015 e del 19/02/2015. Recentemente la stessa Agenzia è intervenuta nuovamente fornendo ulteriori chiarimenti con la Circolare n. 15/E del 13/04/2015. Con riferimento all’ambito soggettivo di applicazione, l’Agenzia ribadisce quanto già precisato nella citata Circolare n.1/E (vedasi elencazione esemplificativa), per cui:  l’elencazione dei soggetti contenuta nel citato art. 17-ter è analoga a quella dell’art.6, comma 5, D.P.R. 633/72 relativa all’ipotesi di esigibilità differita dell’Iva; Continua a pagina 17 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 16

 per individuare i soggetti destinatari dello split payment va effettuata un’interpretazione “basata su valutazioni sostanziali di ordine più generale” considerata la finalità perseguita dalla nuova disposizione (“arginare l’evasione da riscossione dell’Iva”). Ora, nella Circolare n.15/E in esame l’Agenzia ritiene che lo split payment va applicato anche da parte dei “soggetti pubblici che, in quanto qualificabili come loro immediata e diretta espressione, siano sostanzialmente immedesimabili” nei soggetti richiamati dal citato art. 17-ter. Pertanto, in base a tale a tale principio l’Agenzia estende lo split payment anche a:  Commissari delegati per la ricostruzione a seguito di eventi calamitosi che gestiscono fondi di apposite contabilità speciali, qualificabili come organi dello Stato,  Consorzi di Bacino imbrifero montani, ex art. 31, comma 7, D. lgs. n. 267/2000, in quanto consorzi tra Enti locali obbligatori ai sensi della Legge n. 959/53;  Consorzi interuniversitari costituiti “per il perseguimento di finalità istituzionali comuni alle università consorziate” ex art. 91, D.P.R. n. 382/80. Al fine di rendere più agevole l’individuazione degli Enti pubblici destinatari dello split payment, l’Agenzia conferma la possibilità, già prevista nella Circolare n.1/E, di potersi avvalere delle Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA) consultabile online. Con la circolare n.15/E, viene specificato che per gli enti appartenenti alle restanti categorie IPA (indice delle pubbliche amministrazioni), non menzionati nella precedente circolare n.1/E, la valutazione del meccanismo dovrà essere effettuata sulla base dei chiarimenti dati e, per i fornitori, sarà sufficiente attenersi alle indicazioni fornite dalla Pa in merito alla propria qualificazione. Restano esclusi dal meccanismo dello split payment:  gli Enti previdenziali privati o privatizzati in quanto la natura pubblica costituisce un requisito imprescindibile ai fini dell’applicazione del metodo in esame;  gli Enti pubblici non economici, “autonomi rispetto alla struttura statale, che perseguono fini propri, ancorchè di interesse generale, e quindi non riconducibili in alcuna delle tipologie soggettive annoverate dalla norma in commento”;  la Banca d’Italia;  il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI).

Dal lato oggettivo Il sistema della scissione dei pagamenti si applica

a tutti gli acquisti effettuati dalle P.a, sia nell’ambito non commerciale in veste istituzionale sia nell’esercizio di attività d’impresa, purché documentati mediante fattura emessa dai fornitori, ai sensi dell’articolo 21 del D.P.R. 633/1972, o per i quali trovano applicazione le modalità di fatturazione e i termini di registrazione speciali di cui all’articolo 73 dello stesso D.P.R. Il documento di prassi precisa che non rientrano nell’ambito di applicazione dello split payment:  le forniture per le quali l’ente pubblico è debitore d’imposta (si tratta delle fattispecie riconducibili nell’ambito applicativo del reverse charge). In proposito, si precisa che, in caso di acquisti promiscui, lo split payment è applicabile alla quota parte del bene o servizio acquistato da destinare alla sfera istituzionale;  le operazioni rese alla P.a (ad esempio, servizi di riscossione delle entrate e altri proventi) in relazione alle quali, il fornitore ha già nella propria disponibilità il corrispettivo che gli spetta e - in forza di una disciplina speciale contenuta in una norma primaria o secondaria - trattiene lo stesso riversando alla Pa committente un importo netto;  le prestazioni di servizi rese alle Pa i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito ovvero a ritenuta a titolo di acconto (articolo 25 del D.P.R. 600/1973);  le operazioni (ad esempio, piccole spese dell’ente pubblico) certificate dal fornitore mediante rilascio della ricevuta o dello scontrino fiscale (ovvero non fiscale per i soggetti che si avvalgono della trasmissione telematica dei corrispettivi) o mediante fattura semplificata (articolo 21-bis del D.P.R. 633/1972);  le operazioni assoggettate, ai fini Iva, a regimi speciali.

Adempimenti Per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nell’ambito dello split payment, i fornitori dovranno emettere fattura con l’annotazione “scissione dei pagamenti” o “split payment” (articolo 2 del Dm 23 gennaio 2015). I fornitori non devono computare nella liquidazione di periodo l’Iva a debito indicata in fattura, sebbene bisognerà indicare, nel registro “Iva vendite”, le operazioni effettuate e la relativa Iva non incassata dalla P.a. La fattura emessa dal fornitore e ricevuta dalla P.a, che agisce in qualità di soggetto passivo, è annotata da quest’ultima nel registro di cui agli articoli 23 o 24 del D.P.R. 633/1972 nonché nel registro degli acquisti di cui all’articolo 25 del D.P.R.633/1972, ai fini dell’esercizio del diritto alla detrazione della relativa imposta. Per quanto riguarda gli acquisti effettuati dalla P.a nell’ambito delle proContinua a pagina 18 • • • essere impresa • • • giugno 2015 • 17


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 17

prie attività istituzionali non commerciali, quest’ultima dovrà effettuare solo il versamento dell’imposta dovuta, secondo le modalità di cui all’articolo 4 del Dm e utilizzando i codici tributo istituiti con la risoluzione 15/2015.

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani NASpI : ambito di applicazione Si ricorda che dal 1° maggio 2015 è entrata in vigore la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI), in favore dei lavoratori che siano in stato di disoccupazione e che va a sostituire l’ASpI e la mini-ASpI. La Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro ha fornito indicazioni in merito all’ambito di applicazione della NASpI: essa viene riconosciuta al lavoratore in caso di involontaria perdita dell’occupazione ed altresì concessa nelle ipotesi di dimissioni per giusta causa, nonché in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro avvenuta in seguito alla procedura di conciliazione dettata dall’art. 7 L. 604/1966. Il Ministero, poi, sottolinea che appare conforme al dato normativo considerare tra le ipotesi che danno diritto al lavoratore di percepire la NASpI anche quelle del licenziamento disciplinare e del licenziamento a seguito di accettazione dell’offerta di conciliazione “agevolata” introdotta dal D. Lgs. n. 23/2015 all’art. 6. Per accedere al diritto, inoltre, i lavoratori, devono avere i seguenti requisiti in via congiunta:  devono essere in stato di disoccupazione; avere versato almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione; avere almeno trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione. Infine, sempre a far data dal 01/05/2015, è in vigore anche la disciplina relativa: all’Assegno di Disoccupazione (ASDI) destinato ai disoccupati che hanno già usufruito interamente della NASpI entro il 2015, qualora siano ancora senza lavoro e si trovino in una condizione economica di bisogno. Per concludere, si ricorda che è stata altresì introdotta dal legislatore, in via sperimentale per l’anno 2015, la nuova indennità di disoccupazione per i

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lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (DIS-COLL), in relazione agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015. (Per un approfondimento vedasi anche la pagina a cura del Patronato Inapa)

Lavoro accessorio: rivalutati i limiti economici per l’anno 2015 Si premette che la c.d. Riforma Fornero (Legge n. 92/2012), è intervenuta in materia di lavoro accessorio introducendo precisi limiti economici in ordine ai compensi che possono essere percepiti nell’arco di un anno solare dai prestatori di lavoro, prevedendo altresì un meccanismo di rivalutazione annuale di detti limiti, sulla base “della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell’anno precedente”. L’INPS, con la Circolare n. 77/2015, applicando la rivalutazione sopra indicata, ha reso noti i nuovi limiti economici, per l’anno 2015, che devono essere rispettati:  i committenti riconducibili alle categorie degli “imprenditori commerciali” o dei “professionisti” possono corrispondere al singolo prestatore di lavoro occasionale, nell’anno solare, fino ad un massimo di euro 2.020,00 netti;  ogni prestatore di lavoro, nell’arco dell’anno solare, potrà invece percepire compensi per attività di lavoro accessorio per un importo massimo pari a euro 5.060,00 netti, considerando i compensi percepiti da tutti i committenti. Considerati i valori nominali del voucher, di fatto i nuovi limiti indicati non sono raggiungibili con esattezza, pertanto prudenzialmente si ritiene opportuno per i committenti limitare i compensi per difetto, non potendo superare le soglie indicate dall’INPS per evitare di incorrere nella relativa sanzione (trasformazione del rapporto in un rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con applicazione delle relative sanzioni civili e amministrative).

Lavoratori extracomunitari stagionali. Flussi d’ingresso 2015 È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 07/05/2015 il DPCM del 02 aprile 2015 che autorizza una quota massima di 13.000 ingressi in Italia, per l’anno 2015, di lavoratori extracomunitari per motivi di lavoro subordinato stagionale ovvero per le esigenze del settore agricolo e del settore turisticoalberghiero. La suddetta quota è da ripartire tra le Regioni e le Province autonome, a cura del Ministero del Lavoro, sulla base delle effettive richieste perveContinua a pagina 19 • • •


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nute agli Sportelli unici per l’immigrazione. Alla luce di quanto sopra, le domande di nulla-osta per lavoro stagionale possono essere presentate esclusivamente con modalità telematiche a decorrere dal 08 maggio 2015 fino alle ore 24,00 del 31 dicembre 2015.

Bonus bebè Si ricorda che, per ogni figlio nato o adottato nel periodo tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, la legge di Stabilità 2015 - al fine di incentivare e sostenere la natalità - ha riconosciuto un assegno di importo annuo pari a € 960,00, corrisposto fino al compimento del terzo anno d’età del bambino ovvero del terzo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito dell’adozione. Il bonus spetta a condizione che il valore dell’indicatore ISEE relativo al nucleo familiare del genitore richiedente l’assegno non superi € 25.000,00 annui; inoltre, in caso di ISEE pari o inferiore a € 7.000,00 annui il bonus è raddoppiato. Con la circolare n. 93 del 08/05/2015, l’INPS ricorda che l’assegno è corrisposto direttamente dall’Istituto, previa presentazione di apposita domanda telematica da parte dei soggetti interessati. (Per un approfondimento si vedano anche gli articoli seguenti)

Patronato Inapa Caaf • a cura di Luisella Miti Bonus bebè Pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha riconosciuto per i figli di cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea o di cittadini di Stati extracomunitari con permesso di soggiorno e residenti i Italia, nati o adottati tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, un assegno pari a 960 euro annui erogato mensilmente a partire dal mese di nascita o di adozione. Il bonus spetta al nucleo familiare, per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 dicembre 2017. Al riguardo il Ministero del Lavoro e delle

Politiche Sociali ha precisato che in caso di adozione il figlio minore di anni 18 fa parte del nucleo familiare del genitore con il quale convive dalla data in cui la sentenza di adozione è diventata definitiva. L’assegno spetta anche in caso di affidamento preadottivo del figlio disposto, dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017. Nel caso in cui il minore sia entrato in famiglia a titolo di affidamento preadottivo prima del 1° gennaio 2015 l’assegno è corrisposto, per un triennio a partire dal 1° gennaio 2015. Il beneficio spetta in presenza dei seguenti requisiti:  cittadinanza italiana, o di uno Stato dell’Unione Europea o, in caso di cittadino di Stato extracomunitario, permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Ai cittadini italiani sono equiparati i cittadini stranieri aventi lo status di rifugiato politico o lo status di protezione sussidiaria (articolo 27 del decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251);  residenza in Italia;  convivenza con il figlio: il figlio ed il genitore richiedente, devono essere coabitanti e avere dimora abituale nello stesso comune;  ISEE del nucleo familiare di appartenenza del richiedente, oppure del minore nei casi in cui lo stesso faccia nucleo a sé, in corso di validità e, non superiore ai 25.000 euro all’anno al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio. Ai fini della determinazione dell’ISEE il nucleo familiare è costituito dai soggetti componenti la famiglia anagrafica alla data di presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica. L’importo dell’assegno è stabilito a seconda della situazione economica equivalente del nucleo familiare (ISEE) ed è pari a:  960,00 euro annui, da corrispondere con quote mensili di 80,00 euro. in presenza di un valore ISEE del nucleo familiare inferiore ai 25.000 euro annui;  1.920,00 euro annui, da corrispondere con quote mensili di 160,00 euro, in presenza di un valore ISEE del nucleo familiare inferiore ai 7.000 euro annui. Giova ricordare che per poter richiedere l’assegno è necessario preliminarmente presentare una Dichiarazione Sostitutiva Unica nella quale sia presente il figlio nato, adottato, o in affido preadottivo. La DSU scade il 15 gennaio dell’anno successivo a quello della sua presentazione, per cui per continuare a beneficiare dell’assegno per l’intero periodo di tre anni è indispensabile rendere una nuova DSU entro la scadenza della precedente, pena la sospensione dell’erogazione dell’assegno. Continua a pagina 20 • • • essere impresa • • • giugno 2015 • 19


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 19

La domanda per il riconoscimento del beneficio deve essere presentata esclusivamente all’INPS tramite i consueti canali telematici come indicato nella circolare INPS in commento. È possibile inoltrarla, dal giorno della nascita o dell’ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o di affidamento del figlio. Ai fini della decorrenza del beneficio deve essere inoltrata non oltre il termine di 90 giorni dal verificarsi dell’evento. Nel caso di presentazione di domanda tardiva il beneficio avrà decorrenza dal mese di presentazione della domanda. Se la domanda è presentata entro 90 giorni dalla nascita del bambino o dal suo ingresso in famiglia l’assegno, è corrisposto per tutti i 36 mesi. Se la domanda è inoltrata, oltre il termine di 90 giorni dall’evento, il beneficio sarà erogato dal mese di presentazione della domanda. L’istanza può essere presentata una sola volta per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo per il triennio 2015 - 2017. Tuttavia è possibile presentare una nuova domanda per lo stesso figlio nel caso in cui il genitore beneficiario ne perda il diritto e ne subentri un altro avente diritto. In via transitoria per le nascite o adozioni avvenute tra il 1° gennaio 2015 e il 27 aprile 2015, il termine di 90 giorni per la presentazione della domanda decorre dal 27 aprile e si conclude il 27 luglio 2015 (in quanto il 26 cade di domenica).

Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) L’art. 1 del decreto legislativo 4 marzo 2015 n. 22 istituisce, a decorrere dal 1° maggio 2015, una indennità mensile di disoccupazione denominata Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI), avente la funzione di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione. La NASpI sostituisce, con riferimento agli eventi di cessazione dal lavoro verificatisi dal 1° maggio 2015,

20 • giugno 2015 • • • essere impresa

le indennità di disoccupazione ASpI e mini ASpI di cui all’art. 2 della legge n. 92 del 2012 la cui disciplina continua a trovare applicazione per gli eventi di cessazione involontaria dal lavoro verificatisi fino al 30 aprile 2015. Sono destinatari della NASpI i lavoratori dipendenti ivi compresi - come già disposto dalla legge n. 92 del 2012 - gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperativa che abbiano stabilito, con la propria adesione o successivamente all’instaurazione del rapporto associativo, un rapporto di lavoro in forma subordinata, ai sensi dell’art. 1, co. 3, della legge n.142 del 2001, nonché il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato. La NASpI è riconosciuta ai lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione e che presentino congiuntamente i seguenti requisiti: a) siano in stato di disoccupazione ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera c) del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181 e successive modificazioni; b) possano far valere, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, almeno tredici settimane di contribuzione contro la disoccupazione; c) possano far valere trenta giornate di lavoro effettivo, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione. La NASpI è corrisposta mensilmente, per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Ai fini del calcolo della durata non sono computati i periodi contributivi che hanno già dato luogo ad erogazione delle prestazioni di disoccupazione. Per fruire dell’indennità i lavoratori aventi diritto devono presentare, esclusivamente in via telematica, apposita domanda all’INPS entro il termine di decadenza di sessantotto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. A tal fine, a partire dal 1° maggio 2015, sarà possibile utilizzare i consueti canali telematici per l’inoltro della domanda: via web, attraverso il sito www. INPS.it (direttamente da cittadino in possesso del PIN dispositivo INPS) o avvalendosi della consulenza degli operatori del patronato.


Confartigianato, ANAP e Cral di Forlì propongono per il giorno

MERCOLEDÌ 9 SETTEMBRE 2015 una visita

all’Expo Milano 2015 Esposizione Universale dal tema “Nutrire il Pianeta - Energia per la Vita” Programma: • Ore 6.00 ritrovo e partenza presso il parcheggio Confartigianato • Rientro previsto per le ore 23.00 circa • Quota di partecipazione: 45 euro (biglietto ingresso e pullman) Per partecipare è necessario compilare la scheda scaricabile dal sito www.confartigianato.fo.it e consegnarla a Paola Bartolini. Per ulteriori informazioni contattare l’Associazione al numero 0543 452811

essere impresa • • • giugno 2015 • 21


movimenti anap Rinnovati i vertici Anap nazionali

Confermati presidente e segretario

I

pensionati dell’ANAP Confartigianato, hanno eletto le cariche e gli Organi dell’Associazione nazionale riconfermando Giampaolo Palazzi (nella foto) alla presidenza e Fabio Menicacci alla segreteria. Tra i consiglieri anche il forlivese Ernesto Partisani, mentre nella giunta dei Maestri d’opera ed esperienza è stato nominato Ugo Berti. Nel corso dell’Assemblea è stato evidenziato il perdurare di una situazione di grande disagio degli anziani, una parte consistente dei quali è scivolata nelle fasce di vera povertà, per questo è stato chiesto al Governo di operare sul piano fiscale, sociale e dei servizi per garantire il benessere dei cittadini e sostenere i redditi delle classi più deboli della popolazione. I pensionati hanno subito una pesante diminuzione del potere di acquisto dei loro trattamenti, non solo a causa dell’inadeguato sistema di adeguamento al costo della vita, ma anche a causa dell’aumento dei costi posti a carico dei cittadini per le cure sanitarie, i servizi sociali e assistenziali, le tassazioni locali per la casa e sui redditi. “I pensionati hanno sempre fatto e vogliono ancora fare la propria parte” chiarisce Giampaolo Palazzi “e sono intenzionati a dare un valido contributo per uscire dalla difficile situazione economica in cui ci troviamo. Non possono, però, essere

considerati una parte marginale e passiva e, men che meno, possono essere ignorati, come fa il Piano Nazionale di Riforma contenuto nel Documento di Economia e Finanza varato dal Governo, che non pone attenzione alcuna alle problematiche di questa parte assai consistente della popolazione.” Palazzi ha aggiunto “il mio impegno nell’Associazione sarà proseguire a lavorare per diffondere i valori fondativi dell’ANAP, per qualificare l’offerta dei servizi e per accrescere la nostra rappresentatività. Proprio per rappresentare sempre meglio le esigenze dei 230 mila associati, dobbiamo puntare al potenziamento del ruolo dell’ANAP, quale interlocutore delle Istituzioni, dal più piccolo comune fino al Governo nazionale”. Le politiche per rimuovere le cause della stagnazione della domanda interna e per produrre buona occupazione e sviluppo debbano conciliarsi con quelle per garantire adeguati livelli di vita, buona sanità ed efficaci politiche sociali ai cittadini; pertanto, Anap chiede che gli interventi legislativi che il Governo assumerà sulla base del Documento di Economia e Finanza contengano misure, anche fiscali, per sostenere i redditi delle famiglie e i consumi, ivi compresi quelli dei pensionati che sono stati esclusi dal bonus fiscale.

Pensionati a rischio povertà

Sulla riforma delle pensioni serve fare chiarezza Il Consiglio Direttivo Provinciale dell’Anap Confartigianato di Forlì sostiene l’importanza di fare chiarezza sulla riforma pensionistica, dopo i recenti annunci circa l’arrivo di nuove modifiche alla legge in materia. Su un tema così delicato per la vita dei cittadini anziani, sottolinea il Consiglio, è oggi quanto mai necessario dare certezze. Anap Confartigianato ha denunciato il crescente disagio sociale che vivono i pensionati e le loro famiglie sulle cui spalle si sono sempre più massicciamente scaricate le disfunzioni dell’intervento pubblico. 22 • giugno 2015 • • • essere impresa

La difficile situazione economica e sociale del Paese ha avuto ripercussioni molto negative sulla vita dei pensionati del mondo autonomo che devono, fra l’altro, far fronte alle crescenti spese della vita quotidiana e all’insufficienza dei servizi pubblici. Per queste ragioni è necessario non suscitare attese impossibili, ma adottare provvedimenti concreti e immediati, che siano finalizzati ad alleviare le difficoltà, soprattutto, di quanti vivono con pensioni molto basse, anche al di sotto del trattamento minimo.


anap movimenti Giornata predittiva: successo per il gazebo di Anap

Tenere alta l’attenzione sull’Alzheimer, per contrastare la malattia

L

a giornata di sensibilizzazione promossa per l’ottavo anno, in tutta Italia, da Anap e Ancos in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Geriatriche dell’Università la Sapienza di Roma, la Croce Rossa italiana e l’Istituto De Ritis, ha visto anche a Forlì la presenza di esperti a disposizione degli interessati nel gazebo installato in piazza Saffi. Assieme ai volontari di Anap, anche i collaboratori dell’Associazione Rete Magica, per mantenere accesa l’attenzione

sulla malattia. Numerose le persone che hanno ritirato il materiale informativo e che hanno chiesto delucidazioni al personale presente nell’area predisposta. Le malattie mentali causate dall’invecchiamento costituiscono uno dei più gravi problemi connessi all’aumento dell’età, obiettivo dei soggetti promotori è la messa in campo di interventi che possano aiutare familiari e malati ad affrontare il percorso. Per informazioni sul tema contattare Anap Forlì.

Sentenza della Corte Costituzionale

Attuare la rivalutazione del blocco delle pensioni Ai pensionati vanno rimborsati gli aumenti non erogati per effetto del blocco delle rivalutazioni, decretato dal Governo Monti nel 2012 e ora dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale. Di conseguenza, vanno anche adeguati gli importi pensionistici che avevano subito l’ingiusto stop. Va considerato, infatti, che la pensione è salario differito, che deve essere adeguato all’inflazione per non subire decurtazioni; non si tratta affatto di una gentile concessione di tipo assistenziale. È il commento dei vertici Anap sulla sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco della rivalutazione delle pensioni superiori

a tre volte il minimo previsto dalla Riforma Pensioni Fornero La Corte ha definito incostituzionale quel provvedimento con il quale il governo Monti congelò le pensioni a fine 2011, per far fronte alla crisi dei conti, in quanto non rispetta proporzionalità e adeguatezza. Per Anap è triste vedere come sembri più facile attaccare una categoria sociale debole come i pensionati invece di discutere e avanzare proposte concrete su come risolvere il vero problema dell’Italia, la disoccupazione, valutando nocivi gli effetti sulla nostra economia di questa sentenza; senza ammettere che le

sentenze vanno rispettate e basta. Non sbandieriamo conflitti intergenerazionali che non esistono, perché gli anziani hanno a cuore il futuro dei loro figli e dei loro nipoti e, di conseguenza, il futuro del nostro Paese. Possono essere valutati modalità e tempi del rimborso e anche i modi per reperire le risorse necessarie, ma sarebbe bene che, su questi ragionamenti, il Governo coinvolgesse anche le associazioni dei pensionati, riconoscendo finalmente loro il ruolo di rappresentanza e di tutela dei diritti degli anziani. Anche per evitare di emanare leggi sbagliate o addirittura incostituzionali. essere impresa • • • giugno 2015 • 23


movimenti anap In aumento i reati a danno degli over 65: +3,5% nel 2014

Truffe agli anziani la 2° edizione della Campagna nazionale

C

onfartigianato lancia la seconda edizione della Campagna nazionale contro le truffe agli anziani. L’iniziativa è promossa da Anap, Confartigianato, insieme con il Ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza. La Campagna punta a sensibilizzare la popolazione anziana sul tema della sicurezza, fornendo informazioni e consigli utili per difendersi dai malintenzionati e per prevenire i reati. Spiega Giuseppe Mercatali coordinatore del movimento forlivese “Anap Confartigianato, Ministero dell’Interno, Polizia 24 • giugno 2015 • • • essere impresa

di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza saranno alleati in un’azione comune per difendere i cittadini, soprattutto in vista dei mesi estivi durante i quali si moltiplicano i rischi per gli anziani che rimangono soli.” Preoccupazione suffragata dalle rilevazioni del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dalle quali emerge che i reati a danno degli anziani, nell’arco temporale 2012-2014, sono in aumento. Se nel 2012 le vittime di reato ultrasessantacinquenni sono state 302.660, nel 2013 sono state 328.673 (+8,6% rispetto all’anno precedente) e nel 2014 sono state 340.326 (+3,5%). Di contro, i reati commessi in Italia registrano un andamento altalenante (+2,6% nel 2013 rispetto al 2012, -3,9% nel 2014 rispetto all’anno precedente). Questi dati mostrano come gli anziani siano più esposti ai fenomeni di criminalità e quanto sia necessaria una campagna di informazione che fornisca consigli utili per evitare di incorrere in situazioni di pericolo. La Campagna prevede la distribuzione, in tutta Italia, di vademecum e depliant che contengono suggerimenti per difendersi dai rischi di truffe, raggiri, furti e rapine. Semplici regole di comportamento suggerite dalle Forze di polizia per evitare di finire nelle mani di malintenzionati in casa, per strada, sui mezzi di trasporto, nei luoghi pubblici, ma anche utilizzando Internet. Le occasioni di potenziale pericolo sono dappertutto e, per ogni circostanza, vengono indicati

i trucchi messi in atto dai malintenzionati e i comportamenti da adottare. Tra le regole fondamentali, quella di rivolgersi con fiducia alle Forze di polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza) per segnalare atteggiamenti sospetti e per denunciare situazioni di pericolo. Il materiale informativo verrà distribuito nel corso di convegni e incontri organizzati a livello provinciale da Anap, in accordo con le Prefetture e le Questure, e che vedranno la partecipazione di rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle autorità locali e di psicologi. Conclude Mercatali “lo scorso anno, in occasione della prima edizione della Campagna nazionale contro le truffe agli anziani, sono stati organizzati novantuno convegni territoriali ai quali hanno partecipato 27.000 persone, tre convegni nazionali e uno internazionale con la partecipazione di oltre 800 persone. Senza dimenticare che stati distribuiti oltre 40.000 depliant e più di 50.000 vademecum. Quest’anno l’Anap e l’Ancos, hanno dato vita al progetto di servizio civile “Più sicuri insieme” approvato dall’Ufficio servizio civile. In ambito forlivese, il consiglio del movimento sta predisponendo un incontro di sensibilizzazione con il contributo delle locali forze dell’Ordine. Obiettivo è mantenere alta l’attenzione, per evitare che le fasce più deboli dei cittadini possano essere facili vittime di reati odiosi, che colpiscono non soltanto il patrimonio, minando anche la serenità di chi li subisce.”


donne impresa movimenti Patrizia Carpi confermata alla presidenza

Nuovo direttivo per Donne Impresa Parità di genere sempre prioritaria

A

seguito della tornata elettorale per il rinnovo degli incarichi dirigenziali di Confartigianato Forlì, sono state individuate le nuove rappresentanti del movimento Donne Impresa. Alla presidenza è stata confermata Patrizia Carpi (nella foto), mentre ha assunto la vicepresidenza Marika Mambelli. Siedono in consiglio Ana Isabel Perez Alvarez, Diana Lolli, Marta Marchi, Giulia Meloncelli, Diana Minghetti, Patrizia Piovacari, Federica Siboni, Donatella Tassani ed Eleonora Tassani. Un gruppo che ben rappresenta le numerose specificità dell’imprenditoria femminile del nostro territorio, sia per fascia d’età, sia per tipologia di mestieri e per provenienza territoriale. Come spiegato dalla coordinatrice del movimento, Fabiola Foschi, obiettivo del nuovo consiglio è continuare a mettere in campo attività che possano supportare le lavoratrici nella

propria quotidianità. In questi anni sono state promosse iniziative, attivando anche sinergie con altre associazioni del territorio, per riflettere sulla permanenza delle differenze di genere, purtroppo ancora ben radicate nella nostra società, nonostante l’incessante impegno delle imprenditrici, ed evidenti soprattutto nell’esiguità della presenza femminile nei ruoli dirigenziali. Occorre spronare le istituzioni,

lavorando contemporaneamente sull’approccio culturale, ancora legato a stereotipi sessisti . Chiarisce Foschi “uno studio di Ernst & Young stima per il 2095 il raggiungimento, a livello globale della parità di genere in ambito lavorativo. Un obiettivo che vorremmo raggiungere in tempi più rapidi visto che, le statistiche evidenziano come la presenza di donne nelle posizioni chiave della società permetta migliori risultati.” “La parità è indispensabile per dare impulso alla crescita economica” conclude Foschi “il tasso di occupazione femminile fermo al 46,8% parla chiaro, la maggior parte delle italiane è esclusa dal mercato del lavoro. Consentire alle donne, che vogliono un impiego, di realizzare il proprio desiderio porterebbe indubbi benefici, addirittura, secondo l’Ocse, il reddito pro capite aumenterebbe annualmente, per tutti, di un punto percentuale.”

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movimenti giovani imprenditori Conclusa la seconda edizione di Confartigianato ABC

Gli studenti dell’Itis Marconi a confronto con l’imprenditoria

F

ar conoscere agli studenti dell’Itis Marconi come si redige un business plan, quale sia il significato del rating, comprendere quali siano le difficoltà del fare impresa e le opportunità per chi ha un’idea imprenditoriale nel cassetto, questi in sintesi gli obiettivi del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì, che ha ideato il progetto Confartigianato ABC (Annual Business Contest). La competizione, giunta alla seconda edizione, consente ai ragazzi delle classi quarte di sperimentare in prima persona cosa significa concretizzare un progetto d’impresa. Una gara fra cinque classi che hanno predisposto un piano aziendale, sfruttando quanto appreso nel corso degli incontri con gli esperti dell’Associazione realizzati durante l’anno scolastico. Chiarisce Paolo Gabelli, coordinatore del gruppo Giovani Imprenditori “Confartigianato ABC è una sfida che ha come oggetto la progettazione di un piano imprenditoriale concretizzabile. Una competizione che ha la duplice finalità di avvicinare i ragazzi all’imprenditoria, valutando l’opportunità di creare autonomamente la propria occupazione e di far conoscere il mondo del lavoro attraverso le testimonianze dei giovani imprenditori, che concluso l’iter scolastico hanno scelto di investire nel proprio sogno imprenditoriale”. Una serie di appuntamenti formativi, realizzati al di fuori dell’orario scolastico, con esperti che hanno aiutato i ragazzi a conoscere i rudimenti del fare impresa, tanto da renderli in grado di pensare e progettare un’idea imprenditoriale. Un avvicinamento al mondo del lavoro, formulato per

appassionare i giovani e favorire la conoscenza del sistema produttivo locale; molti tra gli studenti dell’Istituto hanno genitori impiegati a vario titolo nella piccola impresa, dare loro l’opportunità di immaginarsi titolari d’azienda ha fornito una visione di ciò che gli adulti a loro vicini vivono quotidianamente. Confartigianato ha organizzato un percorso formativo, con giornate d’approfondimento, curate dal personale dell’Associazione e dai Giovani Imprenditori, che, in qualità di tutor, hanno coadiuvato le cinque squadre nella redazione dei progetti, per presentare un business plan efficace, corredato con dati finanziari e azioni di marketing a supporto. Spiega Gabelli “la giornata conclusiva, tenutasi il 23 maggio scorso (nelle foto), ha avuto come protagonisti i ragazzi, che hanno illustrato ai compagni i diversi progetti. Una presentazione accurata, che ha consentito a tutti di conoscere nel dettaglio quanto progettato e un modo per verificare la grande professionalità che i ragazzi hanno messo in campo nell’affrontare questa avventura. Un momento di festa che ha avuto il suo culmine nella premiazione dell’idea più convincente e meglio presentata. Il progetto “when in trouble” si è aggiudicato il podio, con un’idea originale, mettere in Continua a pagina 27 • • •

26 • giugno 2015 • • • essere impresa


giovani imprenditori movimenti Rinnovato il consiglio direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori

Alessio Brighi è il nuovo presidente

I

l Consiglio direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori si rinnova profondamente a partire dal vertice. Il presidente Fabrizio Giovannini (nella foto con il neoeletto Alessio Brighi) lascia l’incarico, per raggiunti limiti d’età e, al suo posto, viene eletto Alessio Brighi, socio di Brighi Tecnologie Italia Snc, già attivo nel movimento nel corso del precedente mandato. Tra i componenti del consiglio Ana Isabel Perez Alvarez che ha assunto anche la funzione di vicepresidente, Michele Bellini, Marco Erbacci, Moreno Filipperi, Martino Mercatali e Juri Perini. Una compagine profondamente rinnovata e che porterà avanti le iniziative consolidate dal precedente Gruppo, lavorando al contempo su nuovi progetti. Come evidenziato dal coordinatore Paolo Gabelli tra gli obiettivi del Gruppo c’è la volontà di colmare il divario tra mondo dell’istruzione e lavoro, per aiutare i ragazzi ancora impegnati sui libri a conoscere il significato dell’imprenditoria. “Accanto a progetti come Be:come e Confartigianato ABC, il gruppo ha promosso convegni e iniziative per riflettere sull’imprenditoria giovanile e le opportunità che essa offre.” I Giovani Impren-

• • • Segue da pagina 26

Gli studenti dell’Itis Marconi a confronto con l’imprenditoria contatto domanda e offerta di lavoro artigiano attraverso una applicazione per il cellulare o il computer. Un sito internet in grado di consentire di reperire facilmente e in poco tempo l’imprenditore in grado di risolvere il problema domestico evidenziato. Un business plan accurato e un’idea originale hanno portato i ragazzi della classe IV EG ad aggiudicarsi il trofeo in palio.”

ditori costituiscono un esempio per gli studenti, nella nostra provincia e imprenditoria diffusa, sono numerosi coloro che hanno genitori dipendenti, collaboratori o addirittura titolari di micro imprese. Come rilevato da un’indagine di Confartigianato è proprio sulla protezione e lo sviluppo della dotazione del capitale umano delle imprese artigiane che si innescano i processi di trasmissione delle conoscenze, resa possibile dal passaggio generazionale nelle imprese familiari e dai processi formativi on the job. Lo studio evidenzia come il 9,1 % delle microimprese (3-9 addetti) a conduzione familiare sia stato interessato da passaggio generazionale e il 18,2% lo preveda entro il 2016: nell’arco di dieci anni il fenomeno ha interessato più di un’impresa su quattro (27,3%) a un ritmo di 53 microimprese al giorno. Si stima siano coinvolti 877.853 addetti delle imprese in fase di transizione nella gestione, pari al 22,8% degli addetti delle imprese con 3-9 addetti. Con riferimento al periodo 2010-2014, le imprese artigiane hanno investito nella formazione sul campo ai neoassunti in media 1.965 milioni di euro all’anno, a conferma di quanto l’accumulazione del capitale umano sia un fenomeno consolidato in azienda, grazie all’affiancamento del titolare ai propri collaboratori. Conclude Gabelli “dare l’opportunità agli studenti di maturare competenze utili nel mondo del lavoro significa arricchire il loro curriculum scolastico, garantendo tutte le informazioni necessarie per poter effettuare una scelta consapevole sul proprio futuro professionale o sulla prosecuzione dell’iter di studi.” essere impresa • • • giugno 2015 • 27


categorie e mercato a cura di Paolo Gabelli “Facciamo della Legna!”

Conclusa la fase dedicata al mondo della scuola Giunto a compimento il percorso rivolto al mondo della scuola nato da “Facciamo della Legna!”, il contenitore di conoscenze e professionalità al quale poter attingere ogni qualvolta vi sia la possibilità di approfondire e soprattutto trasmettere le caratteristiche, le qualità e la cultura del legno. Il Comparto Legno e Arredo si è quindi dotato di una cassetta degli attrezzi che vuole essere aperta a tutti e che ha come unico obiettivo quello di valorizzare questo incredibile materiale da sempre sinonimo e simbolo di manualità, creatività ed artigianalità italiana. Da qui un primo progetto per il mondo della scuola, pressoché unico in Italia. La prima fase del progetto ha visto la visita di un esperto nelle classi 2° e 3° delle Scuole Medie Inferiori di Modigliana, Tredozio e Santa Sofia è stato effettuato da Alessandro Liverani che, in qualità di perito forestale e operatore professionista del legno, ha avuto la possibilità di dare vita ad un interessantissimo approfondimento sulle caratteristiche ed i tanti pregi della materia prima legno, sulle tecnologie di lavorazione e sul suo utilizzo, sulla sua trasformazione e sulle sue prospettive di utilizzo in Italia e in Europa. L’intervento, che si è concretizzato presso gli istituti nel mese di marzo durante le ore di lezione dedicate alle materie tecniche e artistiche, si è contraddistinto per la padronanza della materia e una grande capacità di coinvolgimento di Liverani che ha approfondito in forma interattiva e dinamica sia gli aspetti di matrice culturale, sia gli aspetti più prettamente tecnici. Gli incontri con le classi hanno avuto inizio nella Scuola Media di Santa Sofia lo scorso 28 • giugno 2015 • • • essere impresa

14 marzo. Successivamente il 21 marzo ed il 28 marzo si sono svolti gli incontri per le Scuole Medie di Modigliana e Tredozio. La seconda fase del progetto, ha reso possibile la visita degli alunni presso le falegnamerie associate. Per ovvi motivi di sicurezza, gli alunni non hanno potuto utilizzare arnesi, macchinari e strumentazione. Ad accogliere le scolaresche di Modigliana e Tredozio sono state, il 16 aprile, le falegnamerie B.I.M.P. e Penaforte. Roberto Biondi (nella foto) ha accompagnato gli studenti in un appassionato percorso partendo dalla falegnameria Penaforte fondata da Giovanni Penaforte negli anni ’50 e a tutt’oggi socio dell’azienda, che dal 1987 è prevalentemente gestita dal figlio Giuseppe e dal genero Franco Frassineti che si avvalgono del lavoro di due collaboratori. L’azienda svolge l’attività di produzione porte, infissi e finestre, mobili su misura oltre alla produzione di imballaggi in legno per il mercato industriale, il tutto concepito e svolto in linea con la più alta tradizione delle lavorazioni artigianali del legno. Presso la falegnameria, grazie alla maestria ed alle sapienti mani di Giuseppe Penaforte, gli studenti hanno potuto osservare tutto il processo produttivo di una finestra. Al suo interno

l’attività annovera anche una notevole cabina di verniciatura, impianto indipendente che rende possibile all’azienda l’evasione di ordini eseguendo tutte le lavorazioni al proprio interno. Non a caso, dopo un percorso di crescita sviluppato negli anni, anche le attività concernenti la progettazione, i disegni e lo sviluppo sono portate avanti in completa autonomia. Dopo un sentito tributo e un applauso caloroso dedicato a Giovanni Penaforte, che a 88 anni è ancora il primo ad arrivare e l’ultimo a uscire ogni giorno dal laboratorio, Roberto Biondi ha accompagnato alla propria falegnameria ripercorrendo con rara passione ogni fase di lavoro. L’occasione è stata utile per mostrare alle scolaresche come l’azienda nata nel 1984 ed operante nel comparto legno, svolge la sua attività rivolta alla produzione di giuntati in tranciati e sfogliati di legno per conto terzi. Grazie a una continua evoluzione, oggi è in grado di soddisfare ogni richiesta del cliente con personalizzazione dei prodotti, utilizzando sia la giunzione a colla sia quella a filo. Realizza elementi per curvati, mobili, sedie, arredamento e cornici per porte lavorando per la maggior parte legni esotici come Ayous, Samba, Bahia, Kotò, Fromager, Ilomba, Tulipier, Kapokier, Eyong, Tanganika, Wengè e Okumè. Le diverse essenze che sono state mostrate ai ragazzi, vengono acquisite nei paesi di origine e sono disponibili presso la sede di Modigliana, dove si dispone di sfogliati in varie dimensioni ed essenze, principalmente utilizzati nell’industria del pannello nobilitato e del compensato in spessori abiContinua a pagina 29 • • •


a cura di Paolo Gabelli categorie e mercato • • • Segue da pagina 28

Conclusa la fase dedicata al mondo della scuola tuali di 8/10, 10/10 e 15/10. Essendo realizzate impiallacciature in tranciato per porte e pannelli di qualsiasi essenza e dimensione a seconda della richiesta del cliente, le scolaresche hanno anche potuto comprendere come ogni prodotto lavorato si possa personalizzare. Affascinante per i ragazzi vedere all’opera i macchinari di cui l’azienda dispone come le giuntatrici di testa per l’allungamento dei tranciati e sfogliati per la creazioni di cornici. La visita è terminata con una formidabile lezione e dimostrazione di Elio Barzagli, in pochi minuti ribattezzato “Nonno Elio”, che dopo aver ripercorso le origini e le lavorazioni del legno dall’alto dei suoi 40 anni di servizio presso l’azienda Alpi S.p.a., ha sviluppato la produzione di una particolarissima spilla tricolore in legno per poi fornire a tutti i bambini un kit per poterla riprodurre successivamente a casa. A ospitare invece le scolaresche di Santa Sofia il 29 aprile scorso è stata la Falegnameria Bussi che, oltre ad illustrare tutte le fasi produttive sviluppate in laboratorio, ha mostrato agli studenti anche l’ampio e moderno showroom dove è esposta tutta la gamma prodotta connotata da materiali e finiture di altissima qualità. Ad accogliere gli studenti tutta la famiglia Bussi che grazie alla passione, alla fatica e ai sacrifici di Claudio e Caterina e al giovane contributo dei figli Elena e Marco rispettivamente impegnati nella gestione amministrativa e commerciale dell’azienda, ha saputo sviluppare nel tempo un’azienda all’avanguardia. L’azienda, che annovera una ventina di collaboratori ed è attiva dagli anni ’80, svolge l’attività di produzione e vendita di infis-

si, porte e arredamento ed opera attualmente in un’area di 3.600 mq coperti di cui 3.000 mq dedicati alla produzione e 600 mq. dedicati all’esposizione. Alla Falegnameria Bussi gli studenti hanno potuto ammirare come tutti i serramenti siano realizzati in legno lamellare, materiale composto da tre o quattro strati della stessa essenza accuratamente selezionati, essiccati ed accoppiati a fibra contrapposta. Con il particolare processo di lavorazione i profili non sono soggetti a svergolamento grazie al fatto che le lamelle, contrastando fra loro, annullano eventuali tendenze alla torsione. Un requisito che, già all’origine della lavorazione, permette di sviluppare una produzione di alta qualità in grado di fare la differenza sia sul mercato sia sullo stesso processo produttivo che può giovarsi di un ciclo di verniciatura altamente professionale. Gli studenti hanno quindi potuto ammirare il cuore pulsante della Falegnameria Bussi che è rappresentato dal laboratorio che, al suo interno, rispetta tutti i passaggi di un rigido processo per la costruzione di prodotti di altissimo pregio e qualità. Le fasi prevedono il controllo di tutti i materiali legnosi (qualità, provenienza, essicazione) e di tutti i materiali ed i processi di verniciatura (qualità e composizione). Il laboratorio offre la possibilità di personalizzare qualunque colore su qualunque tipologia di prodotto grazie alla preparazione di campionature precedenti la produzione finale. Le attrezzature che i ragazzi hanno potuto ammirare all’interno del laboratorio sono all’avanguardia ed in grado di facilitare ogni tipo di lavorazione; le stesse sono sottoposte periodicamente a rigidi

controlli ed implementate, aggiornate e sviluppate secondo la fisiologica evoluzione che il mercato impone. Molto interessante e sicuramente molto educativo perché esempio di sicurezza sul lavoro e riciclo dello scarto, l’impianto di raccolta della materia legnosa che consente un’automatica ed immediata produzione di pellets, oltre al mantenimento di un laboratorio pulito e molto accogliente per gli stessi operatori. La visita non poteva che terminare, vista la grande ospitalità sempre dimostrata dalla famiglia Bussi, con una ghiotta merenda allestita nei locali della mostra permanente e con un simpatico presente a tutti gli studenti e docenti intervenuti. La terza e ultima fase progettuale si è concretizzata con la visita degli alunni presso i siti boschivi dell’Appennino Romagnolo. Sabato 9 maggio grazie alla disponibilità di Liverani è stato possibile accompagnare gli alunni al Parco delle Foreste Casentinesi, nelle abetine di Campigna. Nell’occasione, molto gradita, la visita ha reso possibile l’illustrazione dell’ecosistema nel quale la materia prima legno prende vita e le modalità di mantenimento e rimboschimento delle nostre foreste, necessarie ad assicurare un perfetto rapporto fra utilizzo del legno, ambiente e, perché no, salute.

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aziende storie di impegno e successi Intervista a Mauro Morelli

Una vita fra le note per prevenire altri inconvenienti, peraltro legati al normale utilizzo. Lo spaccato di un aspetto della quotidianità di un artigiano al quale i clienti affidano non solo un oggetto, ma una parte, spesso molto importante, della propria vita perché in grado di trasformare il respiro in musica, modo di esprimersi e arte. Nella bottega di Morelli i clienti possono anche noleggiare strumenti, in sostituzione di quello in riparazione, in caso di interventi lunghi. Ma non solo, sul sito è possibile anche accedere allo shop on line, per valutare l’acquisto. Oltre alla riparazione, al noleggio e alla vendita, molti clienti si rivolgono a Morelli per ottenere consulenza e la preparazione del maestro trova conferma anche nei frequenti soggiorni all’estero, per tenere corsi di specializzazione o per interventi particolari. Come racconta lo stesso imprenditore, parte della propria operatività è frutto di una collaborazione con un negozio di Bologna, per il quale effettua riparazioni e consulenze.

Mauro Morelli è un musicista, diplomato in clarinetto, che dal 1995 ha avviato l’attività di riparazione di strumenti musicali a fiato. Un’attività nata per occuparsi del proprio strumento e poi diventata una carriera, appresa anche attraverso percorsi formativi in Francia, presso le case costruttrici più rinomate. Una professione insolita, che rientra a buon diritto tra le molteplici attività dell’artigianato, nel suo atelier infatti coesistono pezzi moderni e antichi. Un luogo accogliente che profuma dei materiali utilizzati e che vede il passaggio di musicisti in erba, giovani o di artisti di fama internazionale, che si rivolgono al maestro per aggiustare o semplicemente mettere a punto il proprio strumento. Oboi, fagotti, flauti, saxofoni e clarinetti sono i componenti della famiglia dei “legni” che Morelli cura con uguale maestria e che sul suo tavolo da lavoro tornano perfettamente funzionanti. Una persona che trasmette la passione e l’amore per la musica. Vedere all’opera Morelli è un’opportunità: è il caso di una giovanissima cliente che trepidante porta il proprio strumento, del quale si sente responsabile, al maestro, con il timore che si sia danneggiato per sua imperizia e che, invece, con pochi sapienti gesti torna alla piena operatività. Per la soddisfazione della ragazzina, alla quale viene spiegato come prendersene cura al meglio, 30 • giugno 2015 • • • essere impresa

Un’attività che trova la sua diffusione con il passaparola dei clienti e dei musicisti che ben conoscono la professionalità di Morelli, che spiega come sia variegata la tipologia di prestazioni che effettua: dai restauri che richiedono lunghi periodi per la complessità dell’intervento, alle riparazioni più rapide, eseguibili in pochi giorni. La soddisfazione di poter svolgere una professione creativa, a contatto con l’arte è in parte offuscata dalla burocrazia e dal fisco che cercano di inquadrare l’attività, nell’ambito dei rigidi schemi imposti da parametri e studi di settore. Frequentemente l’attività di un restauratore richiede tempi lunghi e non sempre coerentemente retribuiti, un limite che grava su molte attività artigiane e che da tempo è al centro delle battaglie condotte da Confartigianato per un fisco a misura di micro impresa.


associazione

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Artusiana 2015 il programma dello stand di Confartigianato Forlì Specialità per ogni palato Sabato 20 giugno ◆ Panificio Castellucci Maurizio Meldola Dolci come prescrive l’Artusi

Domenica 21 giugno ◆ Ristorante “Il Posto delle Briciole” Civitella Strozzapreti con crema di borlotti, cipolla e pancetta

Lunedì 22 giugno ◆ “Pinco Pallino di Orban Aurelia” Forlimpopoli Pizze condite con verdure del territorio

Martedì 23 giugno ◆ “Ristorante Molino San Michele” Tredozio Dalla ricetta artusiana (n°43) Riso alla Cacciatora

Giovedì 25 giugno ◆ “R & B Locanda Guelfo” Tredozio Due primi piatti, a scelta: - Cappellacci del Guelfo con guanciale di Mora Romagnola, salvia e sfumati al Brandy - Gnocchi di ricotta di pecora con pesto di piselli e croccante di prosciutto di Mora Romagnola

Venerdì 26 giugno ◆ “Associazione Culturale San Marten” San Martino in Villafranca e Gelateria “Mascao Snc” Forlimpopoli Il primo di “Tortelli alla pesca” e il dolce “Millefoglie alla pesca” accompagnato dal gelato di pesca

Sabato 27 giugno ◆ ”Associazione Culturale San Marten” San Martino in Villafranca e Gelateria “Mascao Snc” Forlimpopoli Il primo di “Tortelli alla pesca” e il dolce “Millefoglie alla pesca” accompagnato dal gelato di pesca

Mercoledì 24 giugno

Domenica 28 giugno

◆ “Pinco Pallino di Orban Aurelia “ Forlimpopoli Pizze condite con verdure del territorio

◆ “Abbraccio Verde - Soc. Coop. a.r.l. Onlus” Modigliana Vecchi sapori di Campagna: tris di minestre alle erbe spontanee

www.festartusiana.it


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