Essere Impresa Dicembre 2015

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05 • DICEMBRE 2015 Anno 05 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Alla vigilia di un nuovo anno Settant’anni di Confartigianato Forlì, un traguardo importante, che premia l’impegno di chi da sempre è a fianco dell’imprenditoria. Il prestigioso anniversario cade in un momento delicato della storia del Paese, che per certi versi ricorda le difficoltà del dopoguerra, quando si partiva da una distruzione materiale, che vide la collaborazione di tutti per la rinascita. Oggi si fronteggia una crisi di valori, la congiuntura economica si accompagna a una situazione politica internazionale di grande incertezza, con uno strascico di paura che rischia di bloccare la ripresa. È nuovamente necessario uno sforzo comune, per riacquistare fiducia nel domani, sempre con la voglia di esserci.

in evidenza L’EDITORIALE: Favorire il dialogo fra istruzione e lavoro, un obiettivo che Confartigianato persegue da anni e che oggi la legge sulla Buona Scuola istituzionalizza. Il curriculum scolastico prevederà l’alternanza scuola lavoro, un’opportunità tutta da costruire. A pagina 2 LE PREMIAZIONI DI PRIMO MIGLIO: Tre nuove società debuttano nel forlivese, anche grazie alla seconda edizione del contest dedicato al sostegno delle idee imprenditoriali di qualità. Da pagina 4 a pagina 5

IL NOTIZIARIO TECNICO: Consulenza fiscale; le prime anticipazioni sulla Legge di Stabilità 2016. Nuove imprese a tasso zero. La perequazione automatica delle pensioni. Da pagina 15 a pagina 19 MOVIMENTI: Soddisfazione per i tre convegni realizzati nelle ultime settimane. La tavola rotonda sulla sicurezza di Anap, la serata sull’utilizzo dei social network dei Giovani Imprenditori e l’appuntamento sul linguaggio di genere di Donne Impresa. Da pagina 20 a pagina 27


associazione editoriale La sfida per rilanciare l’economia

Una rete fra scuola e imprese • di Roberto Faggiotto

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a conoscenza è una ricchezza che si può trasmettere senza impoverirsi”. Il sapere è un lievito, che non solo può essere moltiplicato, ma è necessario che lo sia, per arricchire chi lo trasmette e chi lo riceve. Un convincimento che condividiamo e che è sostenuto anche dagli imprenditori, depositari di conoscenze acquisite in anni di esperienza e di pratica, bene prezioso da tutelare e trasferire ai più giovani. La legge n.107 del 2015, altrimenti nota come “Buona Scuola”, offre un’opportunità agli studenti delle scuole superiori di ampliare i propri orizzonti, prevedendo ore di alternanza scuola lavoro, occasioni di confronto e sperimentazione sul campo. Di fatto le basi sono gettate, ora si apre la questione del metodo. Perché se è vero che in Germania è una prassi ormai consolidata che 22 studenti su 100 per raggiungere i più alti titoli di studio facciano alternanza tra scuola e fabbrica, in Italia, sinora meno del 4% dei ragazzi ha fatto, per brevi periodi, stage aziendali. Una dicotomia che trova conferma anche nella segmentazione dei percorsi scolastici superiori, i licei sono considerati appannaggio degli studenti qualitativamente eccellenti, mentre gli istituti tecnici accoglierebbero i discreti e, addirittura avanzando un giudizio di merito difficilmente comprensibile, i giovani meno performanti sarebbero destinati agli istituti professionali. Un unicum italiano che non trova eguali in Europa. Gli studenti non devono temere il confronto col mondo del lavoro, avere la chance di apprendere sul campo attraverso un periodo in azienda significa assorbire elementi fondamentali anche per valutare con maggiore consapevolezza il proprio percorso futuro. Esplorare il mercato del lavoro per valutare verso quale professione orientarsi. Toccare con mano la quotidianità di un imprenditore, affiancarlo nelle normali incombenze, comprendere da vicino il significato del lavoro. Una palestra di vita che sarà finalmente aperta a tutti coloro che frequentano gli istituti secondari superiori. Perché chi fa impresa non ha remore nel trasferire ai ragazzi le proprie competenze, nel contagiare con la passione per la propria attività, consapevole che i giovani rappresentano il futuro, la forza che sostiene l’abilità, frutto della pratica e della maturità. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

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Redazione Roberta Zoli

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Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno V • n. 06 DICEMBRE 2015

Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale

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2 • dicembre 2015 • • • essere impresa

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

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il commento associazione La forza generatrice della bellezza

Made in Italy l’artigianato baluardo

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n’indagine multiforme sul bello italiano” è ciò che propone il Corriere della Sera, per il 2016, “senza retorica, ma con lo sguardo lucido della tangibilità”. Un tributo a ciò che, da settant’anni, Confartigianato di Forlì rappresenta con orgoglio: l’artigianato e la piccola impresa. È significativo che uno dei più prestigiosi quotidiani italiani decida di esplorare l’economia della bellezza, che incide sul Pil nazionale per 240 miliardi di euro, circa il 16,5%. Il quotidiano specifica anche che “i beni di consumo di qualità, per i quali gli acquirenti internazionali sono disposti a spendere il 20% in più, portano 44 miliardi di euro di valore aggiunto, individuando nei più svariati settori, dalla moda al design, il sistema del bello italiano”. Dati che devono far riflettere, ma che non ci sorprendono: l’artigianalità costituisce le fondamenta del sistema produttivo del nostro Paese. Eppure proprio le realtà più ovvie e importanti sono le più difficili da comprendere. La micro e piccola impresa, infatti, pur asse portante dell’economia, finisce col il sopportare gli oneri più gravosi: provvedimenti di semplificazione, nei fatti, troppo spesso complicano la vita degli imprenditori e l’artigianato viene considerato secondario rispetto alla grande industria. I nostri artigiani sono maestri nel creare, a inventare, a disegnare e a concretizzare idee. Ma, all’altissima qualità del prodotto, si accompagna una bassa consapevolezza del substrato in cui tutto ciò nasce, che è sempre una storia fatta di cultura, territorio, passione. È proprio l’impresa artigiana a incarnare l’essenza della qualità italiana nel mondo, la piccola azienda è ambasciatrice del gusto, della tecnica, della maestria che contraddistinguono la produzione a regola d’arte da quella massificata. Questo non significa che, rifiutando di adeguarsi ai tempi, le piccole aziende si ancorino pervicacemente alle tradizioni, bensì che da esse partano per individuare nuove modalità e nuove lavorazioni con l’obiettivo di raggiungere l’eccellenza, innalzando sempre il livello qualitativo. In sintesi, inseguono il bello. L’Italia è la culla della cultura, le impronte della storia attirano turisti da ogni parte del mondo, dunque la cornice nella quale l’impresa opera è fatta di patrimoni culturali e ricchezze paesaggistiche dalle quali non si può prescindere. Collegare il lavoro all’arte, creando percorsi che consentano di valorizzare le produzioni locali, abbinandole alla scoperta del territorio è una sfida che deve essere vinta per il rilancio dell’intero Paese. “Uno sguardo sul domani” è quello che propone l’illustre quotidiano, Confartigianato invita, invece, a concentrarsi sul presente, perché la piccola impresa c’è, ed è una realtà che ha necessità di essere assistita e sostenuta. A partire da oggi. essere impresa • • • dicembre 2015 • 3


associazione Primo Miglio La cerimonia di premiazione della seconda edizione di Primo Miglio

Un riconoscimento alla capacità di fare impresa

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ncentivare l’autoimprenditorialità assistendo tre neoimprese nel muovere i primi passi nel mercato. È questo il motivo per il quale Confartigianato di Forlì, Forlì Self Storage, Menabò e Corriere di Romagna hanno deciso di dar vita al premio Primo Miglio, quest’anno giunto alla seconda edizione (nelle foto la cerimonia). Il 12 novembre, nella sede di Confartigianato Forlì, i promotori del progetto hanno premiato le aziende vincitrici. Con una novità, accanto ai servizi offerti dagli sponsor, grazie alla collaborazione con tre istituti di credito con forti legami con il territorio, le aziende vincitrici hanno ricevuto anche un contributo economico. Come chiarito nel corso della premiazione dal presidente di Confartigianato Forlì Giorgio Grazioso “con Primo Miglio l’obiettivo è incentivare la voglia di fare impresa, premiando le tre migliori idee, per fattibilità, innovatività e qualità del business plan. I vincitori dell’edizione 2015, in particolare, rispondono pienamente a questi requisiti, con un’ulteriore qualità che distingue ogni progetto. Il progetto primo classificato, “Forlì Craft Beer” è un’attività che andrà a vivacizzare il centro storico forlivese, la società “Altrimenti” risponde all’esigenza di essere maggiormente attenti all’ambiente e ai temi del riciclo e del riuso, mentre la società che si è aggiudicata il terzo premio, “Inobeta”, rende accessibile l’innovazione anche alle micro aziende, che proprio per limiti dimensionali ne sarebbero escluse.” L’attenzione con la quale sono stati redatti i pia4 • dicembre 2015 • • • essere impresa

ni aziendali presentati dimostra che, chi si affaccia al mercato, ha consapevolezza delle sfide che dovrà affrontare. Le tre aziende vincitrici hanno effettuato studi e valutazioni, soppesando i diversi aspetti del contesto col quale si confronteranno. Continua Faggiotto “l’economia continua a essere segnata da numerose difficoltà e da una diffusa incertezza nel futuro, da cui emerge il bisogno di interventi di sostegno, soprattutto a favore della piccola impresa, che in Italia è l’asse portante della produzione. Primo Miglio vuole essere un segnale sia per chi desidera intraprendere un’attività imprenditoriale, ribadendo l’importanza di avvalersi di consulenti, soprattutto durante il primo anno di attività, sia per le istituzioni, per valutare sgravi fiscali o facilitazioni a supporto dei neoimprenditori.” Le statistiche dimostrano che i primi dodici mesi sono quelli più delicati per la vita di un’azienda, potersi rivolgere a personale qualificato che aiuti a districarsi nella complessità degli adempimenti burocratici, consigliando e fornendo supporto al neoimprenditore può favorire il consolidamento e lo sviluppo dell’attività. Concludono i promotori del premio “avviare un progetto imprenditoriale con le idee confuse, comporta inevitabilmente un insuccesso, la burocrazia incalza, i margini non coprono i costi, gli istituti di credito e i fornitori chiedono il dovuto e alla fine l’unica soluzione pare abbandonare il proprio sogno. Se pur vero che il rischio esiste sempre, è altresì evidente che ponderando meglio i propri investimenti e le scelte produttive si riducono notevolmente i margini d’errore.”


Primo Miglio associazione Le aziende premiate

Tre progetti di grande spessore

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salire sul gradino più alto del podio sono stati i soci di Forlì Craft Beer, Christian Bertoni, Luca Drudi e Lorenzo Gramellini, che gestiranno un locale sito in Piazza Cavour, in cui piatti stuzzicanti e innovativi saranno serviti assieme alla birra, di produzione diretta e con ricette proprie, con grande attenzione alla qualità dei prodotti offerti. Obiettivo del locale è contribuire a rendere vivo e attrattivo il cuore di Forlì, con la consapevolezza che attività in grado di offrire momenti di svago per giovani e famiglie siano la via attraverso cui passa il rilancio della città. Seconda classificata è la società Altrimenti, progetti e attività per lo sviluppo di economie circolari. Un’azienda nata da una forte sensibilità ambientale dei fondatori Alfredo Alietti, Natale Belosi, Lorenzo Bolognesi, Luigi Castori e Claudio Torrenzieri, che promuove interventi di microraccolta per il recupero di frazioni di rifiuti di alta qualità. Un’impresa attenta ai temi della tutela dell’ambiente e di una migliore gestione dei rifiuti, che s’inerisce a pieno titolo nella green economy, uno dei temi e delle sfide del prossimo futuro. Al terzo posto della classifica la società di Salvatore Niglio e Luca Palumbo, Inobeta, che si offre come ufficio ricerca e sviluppo ICT per le micro e piccole aziende che, pur desiderando investire in nuove tecnologie, per limiti dimensionali sono costrette

a rinunciare. Accanto all’analisi delle esigenze del cliente offre l’individuazione e lo sviluppo della soluzione personalizzata, progettata e concepita per massimizzare le opportunità di business del cliente. Come evidenziato dai partner e dagli sponsor di “Primo Miglio” è importante notare che, pur in un momento obiettivamente difficile per l’imprenditoria, i progetti presentati siano stati numerosi e qualitativamente significativi, tanto da imporre alla commissione di valutazione una selezione che tenesse conto di molteplici fattori. La vitalità del nostro territorio ha trovato conferma anche in questo frangente, confermando la forte vocazione all’imprenditorialità del comprensorio.

L'impegno degli sponsor I premi in palio per i tre vincitori sono di rilievo: dai voucher per una postazione di lavoro in coworking presso Self Storage Forlì alla progettazione gratuita della Corporate Identity della nuova impresa a cura dell’agenzia Menabò; dalla consulenza, tutoraggio, assistenza e gestione della contabilità gratuita a cura di Confartigianato, agli spazi redazionali e pubblicitari sulla stampa e sul web del Corriere Romagna sino a servizi publiredazionali sulla rivista IN Magazine, sono molteplici i benefit garantiti. Un anno di opportunità per coadiuvare l’imprenditore a superare la delicata fase dell’avvio dell’attività. A questi, nell’edizione 2015 si è aggiunto un contributo economico messo in palio da tre banche molto vicine alla piccola impresa, 2000 euro da Cariromagna per il primo vincitore, 1500 euro da Banca di Forlì per il secondo classificato e 1000 euro da parte di Unicredit per il terzo piazzamento. essere impresa • • • dicembre 2015 • 5


associazione Un nuovo servizio per le aziende

La partnership con lo Studio Babbini

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ebutta un nuovo servizio per le aziende associate a Confartigianato Forlì. Dal 1° dicembre è, infatti, attiva la collaborazione con lo Studio Ernesto Babbini, che si occupa di ingegneria gestionale. Un consulente dello Studio sarà presente ogni mattina in Associazione per fornire chiarimenti sul controllo di gestione, valutando l’opportunità di utilizzare un’applicazione informatica personalizzata sulle esigenze dell’impresa. Come chiarito dal titolare dello studio, l’ingegnere Babbini (nella foto) “con il sistema progettato, ogni imprenditore ha l’opportunità di valutare la redditività aziendale in tutte le peculiarità, per comprendere quale sia l’utile di ogni tipo di prodotto o servizio, così da pianificare al meglio la propria attività.” Lo studio accompagna l’azienda in ogni fase del progetto, dall’analisi delle esigenze, alla creazione di un sistema tarato sulle reali necessità e richieste, sino alla fase di implementazione del sistema, con un accompagnamento costante del personale che si occuperà dell’inserimento dei dati utili. “La scelta di creare una sinergia con lo Studio Babbini” sintetizza il segretario di Confartigianato di Forlì Roberto Faggiotto “nasce dalla consapevolezza che il mercato diviene sempre più complesso e competitivo e anche la piccola azienda ha

oggi necessità di un accurato controllo del fatturato realizzato in base alle risorse impiegate, per cercare di ottimizzare ogni fase della lavorazione. Un’opportunità già sfruttata da tre aziende associate che fanno parte di un progetto pilota, volto a illustrare le potenzialità del nuovo servizio.” I settori maggiormente coinvolti sono la metalmeccanica, l’installazione e la manutenzione di impianti, del settore di chimica e plastica, falegnameria, ma sono molteplici le chance di applicazione del sistema informatico fornito dallo Studio, proprio perché studiato sulla base di ciò che l’azienda richiede. Conclude Faggiotto “un servizio innovativo e ad alto valore aggiunto, per imprese dinamiche, che vogliono raggiungere livelli di performance sempre migliori.”

Il servizio in dettaglio Conoscere al meglio il proprio potenziale e l’impiego ottimale delle risorse aziendali. Un’opportunità che molti desidererebbero avere, ma che non sanno come ottenere. Obiettivo della partnership tra Confartigianato di Forlì e lo Studio Ernesto Babbini è di consentire agli imprenditori associati di tenere costantemente monitorata la propria attività, senza dover modificare il proprio sistema informatico, né perdere la propria autonomia operativa. Il punto di forza dell’offerta dello Studio Ernesto Babbini è la capacità di offrire soluzioni confezionate su misura, partendo dallo studio dell’azienda e dei parametri che la caratterizzano. Da questa fase conoscitiva, scaturisce poi la definizione della soluzione che consente di migliorare la 6 • dicembre 2015 • • • essere impresa

competitività aziendale. Un metodo semplice, che non richiede competenze informatiche specifiche e che può, dopo adeguato affiancamento, essere svolto autonomamente dall’utente, adattandosi agli strumenti già in uso dall’impresa. Per maggiori informazioni è comunque possibile consultare il sito www.ernestobabbini.it e rivolgersi in Associazione.


associazione Piccole, ma grandi

Il ruolo delle microaziende in Italia

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seguito dell’ultima rilevazione Istat sulla struttura imprenditoriale italiana, l’Ufficio Studi di Confartigianato ha effettuato una valutazione sul ruolo delle micro e piccole imprese nell’economia italiana. Lo studio mette in luce un dato evidente: le imprese con meno di 20 addetti sono il motore dell’economia italiana. Sono ben 4.222.442, pari al 98,3% del totale e danno lavoro a 9.197.217 addetti, pari al 58,3% dell’occupazione delle imprese, di cui 4.360.617 sono lavoratori dipendenti. Il settore con la più elevata incidenza di occupati in realtà fino a 20 addetti è quello delle Costruzioni (80,6%), seguito dai Servizi (62,9%) e dal Manifatturiero (38,9%). Nel totale, le realtà fino a 20 addetti italiane producono 1.078,7 miliardi di euro di fatturato e un valore aggiunto di 277,1 miliardi, il 40,9% del totale delle imprese; le micro e piccole imprese fino a 20 addetti realizzano un valore aggiunto pari a 2,4 volte quello delle medie imprese. Deve essere inoltre sottolineato che gli investimenti sostenuti ammontano a 28,1 miliardi di euro. Nello specifico le microimprese – quelle con meno di 10 addetti - sono 4.094.444 e pesano per il 95,3% delle imprese attive, il 47,4% degli addetti e il 30,6% del valore aggiunto realizzato; da sole le micro imprese italiane generano un valore aggiunto di 207,5 miliardi di euro, pressoché equivalente pari a quello prodotto dalle grandi imprese (210,2 miliardi). L’artigianato ha un ruolo chiave nella dorsale del sistema produttivo italiano e con 2.823.775 addetti rappresenta poco meno di un terzo (30,7%) dell’occupazione delle imprese fino a 20 addetti. La regione con la più elevata incidenza di occupati in imprese artigiane sul totale degli addetti di micro e piccole imprese fino a 20 addetti sono le Marche con il 41,9%, seguita dal Veneto con il 38%, l’Emilia-Romagna si colloca al terzo posto con il 36,9%, seguita da Trentino-Alto Adige con il 36,7%, Umbria con il 35,2%, Piemonte con il 34,9% e Friuli-Venezia Giulia con il 34,4%. La provincia con la più alto peso dell’artigianato sul totale delle micro e piccole imprese fino a 20 addetti è Fermo con una quota di occupazione che supera la metà (52,4%), seguito da Macerata con 46,7%, Vicenza con il 44,2%, Reggio Emilia con il 43,6%, Cuneo con 41,7%, Modena con 41,4% e Forlì-Cesena con 41,3%. Chiariscono i vertici di Confartigianato “per essere sempre più

vicini alle molteplici esigenze della micro e piccola impresa in costante evoluzione e sempre più dinamica, abbiamo avviato una serie di collaborazioni per poter ampliare la gamma dei servizi offerti. La sinergia con lo Studio Babbini è un’opportunità preziosa per gli associati ed è la prima dei progetti, attualmente in fase di definizione, pensati per rispondere sempre meglio alle richieste degli imprenditori. Nel 2016 Confartigianato taglierà il traguardo dei settant’anni di attività, rinnovandosi ulteriormente, per continuare a essere partner strategico dell’impresa.”

Artigianato e tecnologia

Binomio vincente Altro che crisi e declino dell’artigianato. L’imprenditoria artigiana sposa tecnologia, web e realtà digitale. A dirlo una recente indagine condotta dalla Confederazione nazionale sugli imprenditori o soggetti prossimi ad avviare un’attività in proprio. Quasi l’80% dei partecipanti al sondaggio svolge un’attività, prevalente o parallela a quella principale, di maker/artigiano innovativo. Il 43,2% di coloro che non sono ancora imprenditori prevede di aprire un’impresa al massimo entro 18 mesi e il 63,2% di quelli che sono già imprenditori sostiene di essere stato spinto dall’interesse per la tecnologia e, nel 57,9% dei casi, l’attività è influenzata dal web. Innovazione e creatività sono considerate gli ingredienti principali per migliorare le performance aziendali: lo dichiarano rispettivamente il 45,7% e il 39,4% degli intervistati. La maggioranza dei quali (47,9%) è anche ben deciso a rimanere in Italia dove però, per crescere, punta soprattutto (43,6% delle risposte) sulle competenze proprie e dei collaboratori. essere impresa • • • dicembre 2015 • 7


associazione La Buona Scuola e l’impresa

Un percorso tutto da costruire

“C

hi studia non lavora, ma, al massimo, farà lavorare gli altri”; “chi lavora non è riuscito nello studio”, due pregiudizi che non dovrebbero esistere in una società moderna, eppure ancora sottilmente coesistono nella scuola italiana. Con la Legge 107/2015, il legislatore ha predisposto il quadro normativo per favorire il dialogo fra la scuola e il mondo produttivo, senza tuttavia ancora indicare le linee guida attraverso le quali costruire l’avvicinamento. Un percorso denso di ostacoli, che dovranno essere chiariti per consentire ai ragazzi di vivere un’esperienza formativa e appagante. La realtà dell’impresa per molti adolescenti è qualcosa di fumoso, legato a stereotipi, spesso involontariamente sostenuti anche dalla scuola. Quando si pensa all’artigianato, per esempio, l’immagine evocata è di una lavorazione antica, frutto dell’abilità manuale e di gesti sapienti, spesso ciò che s’immagina è l’ambito artistico-tradizionale, una nicchia di mercato, contigua all’arte, forse più che alla produzione. La maggior parte degli imprenditori artigiani sono oggi coadiuvati dalla tecnologia, non di rado sono presenti negli organici aziendali ingegneri e informatici, ma comunque ogni settore è sempre caratterizzato dalla presenza di professionisti e tecnici di certificata esperienza, che si sono formati, in primis, sui banchi di scuola. Un fraintendimento che diventerà sempre meno diffuso con l’acquisizione di consapevolezza da parte degli studenti che avranno modo di conoscere da

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vicino la quotidianità di un imprenditore. Lo spirito della riforma è condiviso, un sapere didascalico, che non possa essere speso, messo in opera dallo studente una volta concluso l’iter formativo, rimane sterile. L’obiettivo non è certo quello di accantonare la cultura in nome dell’utilitarismo, o di logiche esclusivamente orientate al profitto, la scuola deve, in primo luogo, formare menti pensanti, in grado di affrontare la vita. Tuttavia è indispensabile mettere i ragazzi in condizione di sperimentare il lavoro in tutta sicurezza e con tempi adeguati, non solo per testare le competenze apprese, ma per poter essere maggiormente consapevoli nella definizione del proprio futuro, professionale o di continuazione degli studi. Confartigianato di Forlì ha accolto con favore l’istituzionalizzazione dell’alternanza scuola lavoro da parte dell’attuale Governo, offrendo piena disponibilità agli istituti scolastici del forlivese, per creare sinergie, nella consapevolezza che solo attraverso il dialogo con la scuola, l’impresa possa trovare le risorse delle quali abbisogna. È notevole che in un momento nel quale si accenna alla ripresa, ci si sia interrogati sulla direzione dell’istruzione, la scienza e la tecnologia, fondamentali per il lavoro, devono essere abbinate alle conoscenze umanistiche, utili a formare i cittadini del mondo. Pensiero critico, logica e immaginazione consentiranno ai giovani di fare la differenza nel prossimo futuro, un impegno che vede coinvolta Confartigianato assieme alle imprese.


associazione Gli effetti dell’alternanza scuola lavoro

Cosa prevede la riforma della scuola

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a Buona Scuola è una riforma epocale, una svolta pensata per far comunicare due realtà troppo spesso arroccate su posizioni opposte, pur condividendo l’obiettivo di dare un futuro occupazionale ai ragazzi. Confartigianato ha effettuato uno studio su scala nazionale, per comprendere i numeri della riforma. Nell’anno scolastico 2015/2016 sono 1.489.170 gli alunni interessati dall’alternanza scuola lavoro dati dagli iscritti agli ultimi tre anni delle scuole secondarie di II grado. Nel dettaglio il 52,5% degli alunni, 781.990 unità, sono iscritti in Istituti tecnici e professionali mentre il 47,5%, 707.180 ragazzi, sono iscritti ai Licei. Al terzo anno del ciclo scolastico, interessato dall’alternanza già nel primo anno di applicazione della riforma, quindi sin dal 2015-2016, sono iscritti 535.830 alunni, un quinto (20,1%) del totale degli iscritti alle scuole superiori e di questi 286.560 studenti, pari al 53,5%, sono iscritti a Istituti tecnici e professionali mentre i restanti 249.270, pari al 46,5%, sono iscritti ai Licei. Numeri importanti che devono far riflettere. Sino a oggi stage e tirocini extracurricolari erano periodi di formazione “on the job” svolti da giovani iscritti al percorso scolastico, che interessavano il 14,2% delle aziende con dipendenti, in pratica ogni mille dipendenti erano presenti 28 studenti, fra le imprese ospitanti il 10,6% era iscritto all’Albo Artigiani. Con la riforma il sistema produttivo interessato dall’alternanza si impernia su 1.561.902 imprese con dipendenti; ma sono coinvolti nella riforma anche 6.095 enti tra 4.588 musei e altri 1.507 enti tra cui ordini o collegi professionali, Università e Istituti o enti pubblici di ricerca. Una simulazione evidenzia che, con una maggiorazione del 30% dell’attuale rapporto tra stagisti/tirocinanti e dipendenti, applicato a imprese con dipendenti ed Enti interessati si registrerebbe un gap di domanda insoddisfatta di alternanza del 44% degli studenti; tale divario si distribuisce in modo differente sul territorio e oscilla dal 22,8% del Nord Ovest al 72,4% del Mezzogiorno. Con una maggiorazione del 50% il gap sarebbe del 35,4%, con il minimo del 10,9% del Nord Ovest al massimo del 58,1% del Mezzogiorno. Per avere il completo assorbimento degli studenti da parte di imprese ed Enti pubblici coinvolti è necessario un rapporto di 65 studenti in alternanza ogni

1.000 dipendenti pari a 2,3 volte l’attuale presenza nelle imprese di 28 stagisti/tirocinanti ogni 1.000 dipendenti. A parità di rapporto tra studenti in alternanza e dipendenti è limitato all’1,8% l’apporto potenziale degli Enti pubblici coinvolti dalla riforma, tra cui ordini e luoghi della cultura. A pieno regime si avrebbe più di uno studente in alternanza ogni 10 dipendenti: con la completa applicazione della riforma vanno in alternanza i 1.489.170 studenti nel triennio, per cui si rende necessario un rapporto di 128,4 studenti ogni 1.000 dipendenti di imprese ed enti, ben 4,6 volte l’attuale assorbimento di stagisti e tirocinanti.

L’istruzione da riformare In attesa dei risultati della riforma del 2015, lo studio di Confartigianato rileva che in Italia il tasso di abbandono prematuro dei percorsi di istruzione dei giovani tra 18 e 24 anni si è ridotto, ma nel 2014 rimane al 15% di 3,8 punti superiore all’11,2% dell’Unione Europea a 28. In Sicilia, Sardegna e Campania più di uno studente su cinque lascia gli studi prima di aver completato l’iter obbligatorio. Si tratta di una fascia di popolazione in età 18-24 anni con al più la licenza media e che non ha concluso un corso di formazione professionale riconosciuto dalla regione di durata superiore ai 2 anni e che non frequenta corsi scolastici o svolge attività formative. Il tasso di abbandono prematuro dell’istruzione per le donne è pari al 12,2% a fronte del 17,7% degli uomini. Nel confronto con i maggiori paesi europei l’Italia mostra un tasso di abbandono prematuro dei percorsi di istruzione inferiore solo al 21,9% della Spagna, più alto dell’11,8% del Regno Unito e del 9,5% della Germania, mentre il valore più basso (9%) del tasso di abbandono scolastico si registra in Francia. essere impresa • • • dicembre 2015 • 9


associazione

I dirigenti del comitato zonale incontrano le aziende associate

Per conoscere il calendario è possibile contattare i referenti della sede Confartigianato di riferimento FORLÌ

MELDOLA

Viale Oriani 1 Tel. 0543 452811

Viale Roma 172 Tel. 0543 452910

CASTROCARO TERME

MODIGLIANA

Piazza Mazzini 11 Tel. 0543 452950

C.so Garibaldi 67 Tel. 0543 452960

CIVITELLA di ROMAGNA

PREDAPPIO

Piazza Matteotti 6 Tel. 0543 452980

Via Roma 100/B Tel. 0543 452921

FORLIMPOPOLI e BERTINORO

ROCCA SAN CASCIANO

Forlimpopoli Via Montegrappa 5 Tel. 0543 452937

Piazza Garibaldi 53 Tel. 0543 452970

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storie di impegno e successi aziende

Premiata l'eccellenza

Luca Morigi

P

rodotti tipici agroalimentari e innovazione: è questa la Romagna protagonista a Expo 2015. Esperienze ripercorse nel talk show televisivo La Romagna dell’Expo, dedicato alle imprese romagnole che hanno partecipato all’evento milanese con i loro prodotti. L’iniziativa, organizzata dalla Fiera di Forlì in collaborazione con Agrilinea e le Associazioni di categoria, tra le quali Confartigianato Forlì, si è tenuta lo scorso 18 dicembre al Quartiere fieristico di Forlì. Tra le

trenta aziende anche gli associati Adriana Maretti, dell’azienda Bel Posto e Lino Gardini con il brevetto Tuberpack, che hanno tenuto alti i colori del territorio alla kermesse milanese. Le imprese presenti, oltre a produrre ogni giorno eccellenze, contribuiscono all’immagine positiva del comprensorio romagnolo e che a Expo si sono distinte per percorsi e allestimenti di qualità. Il dibattito è stato anche un’occasione per discutere del dopo Expo: la partecipazione alla manifestazione è infatti stata un punto di partenza per

Lino Gardini

proseguire in modo innovativo la promozione della Provincia e della sua qualità della vita, fatta di socialità e di eccellenza di lavoro, valori che si trasferiscono anche nella produzione locale. Come chiarito da Luca Morigi, nella duplice veste di vicepresidente di Confartigianato Forlì e della Fiera di Forlì, l’ente fieristico offre un servizio delle imprese e del territorio, ponendosi come interlocutore in grado di creare un’unica piattaforma dove confrontarsi su economia, imprenditoria, turismo, cultura e politica.

Adriana Maretti

Debutto in contemporanea per la nuova birra

Il birrificio Mazapégul ha presentato Befana Befana Novità in casa Mazapégul, il birrificio artigianale associato a Confartigianato Forlì. La nuova miscela è stata presentata, lo scorso 4 dicembre, in contemporanea in sette locali romagnoli, da Rimini a Santa Sofia. Una serata per degustare “Befana Befana”, l’ultima creazione del birrificio di Civitella, l’imperial stout, scura e dall’aroma intenso di caffè cioccolato e liquirizia, con una gradazione alcolica di riguardo, 7 gradi, pensata per le feste, ma godibilissima in ogni periodo dell’anno. È la quinta birra creata in un anno e mezzo di attività della giovane azienda, che ha sede nell’Alto Bidente e che sta ottenendo ottimi riscontri, non solo a livello locale. Come spiegato dai soci, quello che è nato come un sogno, sta diventando una realtà in

espansione, con contatti anche nel Nord Europa, una soddisfazione per chi, mosso dalla passione, ha deciso di investire nel proprio territorio. Un full di prodotti per soddisfare ogni palato, accanto alla Millemosche e alla Hesperia, le classiche del birrificio, hanno ottenuto ottimi riscontri anche la ambrata Balè Burdeli e la Notti Magiche, che ha debuttato nel corso dell’ultima edizione dell’Artusiana a Forlimpopoli, a sottolineare il legame con la tradizione romagnola. L’azienda, in occasione delle festività, ha realizzato anche confezioni natalizie, con le preziose bottiglie in abbinamento al panettone artigianale, un dono speciale per gli amanti della qualità. essere impresa • • • dicembre 2015 • 11


economia & lavoro a cura di Mauro Collina

Il valore della parola data Signora, firmi qui…

A

scolto con ammirazione le parole di Claudio Torrenzieri (tra i vincitori del contest “Primo Miglio”), il progetto imprenditoriale che sta raccontando ai giovani del co-working Santa Lucia non è un’asettica lezione su come redigere un business plan, dove troviamo descritti scenari rosei e caselle piene di numeri crescenti, tutti col segno “più”. Il suo è un documento frutto di mesi e mesi di ricerche, sperimentazioni, verifiche, confronto con specialisti, consapevole che l’analisi della validità della sua idea è fondamentale prima di tutto per sé e, secondariamente, per la banca che lo dovrà finanziare. Gli stessi ragazzi del co-working, a distanza di sette giorni, hanno incontrato Nicola Crispino. Il titolare dell’Ottagono non è alle prime armi, sono trascorsi ormai venticinque anni da quando ha aperto la bottega di restauro di opere d’arte, mobili e oggetti in legno. Gli strumenti che utilizza oggi sono gli stessi di allora, ma la modernità ha cambiato il suo modo di rapportarsi con i clienti, col mercato. Dagli imprevisti e dalle difficoltà è riuscito a capire quanto sia importante mettersi in discussione quotidianamente, anche trasformando la propria attività. Se andate a visitarlo nella sua bottega (consideratelo un invito) conoscerete una persona appassionata e sarete sorpresi nel trovare non solo arredi e oggetti da restaurare, ma anche creazioni artistiche, perché Crispino è un vero artigiano, che sa interpretare la parola “arte” nel modo più semplice e puro. È piacevole scrivere di Torrenzieri e Crispino, perché rappresentano in modo esemplare la figura dell’imprenditore in continuo divenire, dove le idee si fondono con la concretezza e la manualità. Diventa invece fastidioso parlare di banche, un tema scottante che ha a che fare con la fiducia tradita. Perché, se siamo tutti d’accor12 • dicembre 2015 • • • essere impresa

do sulla necessità di elevare il livello di cultura finanziaria degli italiani, quando un risparmiatore si affida ciecamente ai consigli del funzionario di banca e questi gli vende dei prodotti inadatti, è la fiducia a venir meno. La consegna del prospetto informativo e la profilatura del rischio del cliente sono una mera formalità, utilizzate dalle banche in modo improprio, più per mettersi al riparo da future azioni legali, rispettando i dettami della vigilanza della Consob, anziché per far conoscere al cliente le caratteristiche dell’investimento che va a sottoscrivere. “Prego signora, deve firmare in corrispondenza delle crocette, qui, qui e anche qui in fondo”: è con questa semplicità che la risparmiatrice ha accettato l’invito ad acquistare l’obbligazione di una banca coinvolta nel recente crac. La signora non aveva di fronte un consulente, ma un venditore, che ha tutti gli interessi a “piazzare” il titolo dell’azienda per cui lavora e che gli garantisce il maggior ritorno commissionale. In altri Paesi, più evoluti (?) o più civilizzati, un analista che esprime e divulga un’opinione su un titolo deve dichiarare esplicitamente se detiene posizioni su quello stesso titolo, anche se insignificanti. In Italia invece, una banca può tranquillamente consigliare i titoli da lei stessa emessi, raccogliendo un paio di firme. Navigando nei siti web di alcune banche, la Direttiva Comunitaria sui servizi di investimento, denominata Mifid, viene così descritta: “Questa Direttiva, valida a livello europeo, stabilisce i criteri per classificare i clienti e le regole di comportamento che le banche devono adottare nei loro confronti. Tali regole vengono applicate per assicurare la massima efficacia e validità delle decisioni in materia di investimenti finanziari, nell’interesse esclusivo del cliente.” Siamo al paradosso! Continua a pagina 13 • • •


a cura di Mauro Collina economia & lavoro

Lobby Chi muove le fila

È

un termine inglese che identifica i rappresentanti di un gruppo di interesse organizzato su base volontaria, i quali, agendo da intermediari con il sistema politico, mobilitano risorse nel tentativo di influenzare le scelte e promuovere gli interessi del gruppo stesso. Queste attività possono essere più o meno istituzionalizzate e più o meno lecite, a seconda che vengano regolamentate. I sistemi politici che hanno una regolamentazione specifica per l’attività di lobbying

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Il valore della parola data Di fronte al comportamento di un governo che si fa carico di salvare le banche con soldi pubblici, non si può restare indifferenti. In un sistema opaco e a forte rischio corruzione, come quello italiano, sono le pressioni esercitate da pochi gruppi di interesse a condizionare le decisioni della politica. Secondo le stime del Corporate Europe Observatory, il settore finanziario spende 120 milioni di dollari all’anno per attività di lobbying a Bruxelles. Aggirare, respingendo i comportamenti corretti e trasparenti, confidando nel protezionismo statale, non porterà a un sistema migliore. Sarebbe ora che qualcuno ne prendesse atto.

giudicata utile al dibattito politico sono otto: Australia, Canada, Commissione e Parlamento europei, Germania, Polonia, Stati Uniti (negli USA vige l’obbligo di iscrizione dei lobbisti in un apposito albo professionale), Ungheria e Taiwan. I gruppi di pressione possono concorrere al bene della democrazia nella misura in cui, agendo dall’interno delle istituzioni e non dal loro esterno, in quanto riconosciuti e regolamentati, a loro molteplicità e interazione diano luogo a una ‘competizione’ che realizzi un equilibrio tra spinte e pressioni contrastanti, volto al conseguimento dell’interesse generale (visione pluralista). Possono, al contrario, rappresentare un ostacolo o un pericolo per l’interesse generale, quando il processo democratico sia dominato da un numero esiguo di gruppi di pressione ‘speciali’, ossia raramente regolamentati e articolati, che difendono interessi parziali, o quando, più in generale, lo Stato si ponga come unico detentore dell’interesse comune, che difende contro interessi particolari giudicati perturbatori, anche se tollerati (visione democratica classica). La prima visione coincide con il modello anglosassone e statunitense di lobbying, in cui si accorda legittimità alle attività dei gruppi di pressione; la seconda con il modello latino-francese, in cui tali gruppi difficilmente sono riconosciuti come elementi costitutivi della democrazia.

UFFICIO CREDITO CONFARTIGIANATO Presso i nostri uffici troverete gli strumenti necessari per la gestione finanziaria della vostra impresa. In particolare ci occupiamo di: ➽ Analisi dei flussi finanziari aziendali ➽ Richiesta finanziamenti a tassi estremamente convenienti, attraverso l’utilizzo di garanzie previste dal FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI e dal FONDO REGIONALE DI CO-GARANZIA. ➽ In convenzione con Unifidi è possibile ottenere finanziamenti a medio/lungo termine per investimenti, liquidità e consolidamento dei debiti, così come anche garanzie su linee di credito a breve (fido di c/c, SBF, e anticipo fatture) e su leasing, ➽ Condizioni bancarie vantaggiose, con la possibilità di controllare sia i tassi “dare” (scoperto di c/c, portafoglio sbf, anticipo fatture) sia i costi fissi (spese di chiusura, RI-BA, sconto e incasso SBF, giorni di valuta per assegni ed effetti, ecc.), ➽ Richiesta di agevolazioni all’impresa. ➽ In accordo con Fraer Leasing SpA siamo in grado di proporre soluzioni diversificate per l’acquisizione di beni strumentali (autovetture, veicoli commerciali, camion/rimorchi, macchine utensili, macchine operatrici, macchine da cantiere, immobili). Per informazioni contattare l’ufficio credito di zona Tel. 0543/452811 - Fax 0543/452843 - e-mail: credito@confartigianato.fo.it

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Emilia Romagna

essere impresa • • • dicembre 2015 • 13


14 • dicembre 2015 • • • essere impresa


notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli ESTROMISSIONE FABBRICATI DA SOCIETA’ E IMPRESE INDIVIDUALI Il disegno di legge di stabilità 2016 (ancora in fase di approvazione) ripropone nei confronti delle imprese una serie di operazioni che già in passato hanno permesso, con notevoli benefici fiscali, di attribuire ai propri soci beni d’impresa. Dopo un emendamento presentato dai relatori alla legge di stabilità per l’anno 2016, ora anche l’imprenditore individuale potrà estromettere l’immobile strumentale dalla sfera dell’impresa in forma agevolata. Questa disposizione, se verrà approvata in legge, sarà molto apprezzata dagli imprenditori individuali che si troveranno in procinto di chiudere l’attività; talvolta, infatti, la cessazione dell’attività sotto il profilo fiscale è ostacolata dall’onere dell’Irpef sulla plusvalenza del fabbricato strumentale. L’emendamento prevede che l’imprenditore che alla data del 31.10.2015 possiede immobili strumentali sia per natura, che per destinazione, può optare entro il 31.05.2016 per l’esclusione dei predetti immobili dal patrimonio dell’impresa. Ne consegue che l’imprenditore individuale può estromettere l’immobile sia nell’ipotesi che, avendo cessato, lo abbia affittato mantenendo la partita Iva aperta e l’iscrizione nel Registro delle imprese, sia nell’ipotesi in cui lo utilizzi per l’esercizio dell’attività di impresa. L’estromissione comporterà il pagamento di una imposta sostitutiva sulla plusvalenza nella misura dell’8% della differenza tra il valore normale del fabbricato e il relativo valore fiscalmente riconosciuto, ottenendo, in tal modo un cospicuo vantaggio fiscale. Come affermato in precedenza, il disegno di legge di stabilità 2016 ripropone l’assegnazione/cessione agevolata di beni immobili/mobili ai soci. E’ infatti consentito alle società di persone / capitali di assegnare / cedere ai propri soci beni immobili diversi da quelli strumentali per destinazione (tra cui beni merce o beni patrimonio) e beni mobili registrati non utilizzati come strumentali; nel caso di assegnazione / cessione di immobili ai soci, dunque, questa è limitata ai soli immobili strumentali per natura.

Anche in questo ultimo caso l’operazione comporta il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’8% (10,50% se la società risulta non operativa in almeno due periodi nel triennio 2013-2015, del 13% se ci sono riserve in sospensione d’imposta annullate per effetto dell’assegnazione); la base imponibile è sempre costituita dalla differenza tra il valore normale del fabbricato e il costo fiscale riconosciuto del cespite. Sia per gli imprenditori individuali che per le società, gli immobili possono essere assunti al valore catastale piuttosto che al valore normale (prezzo di mercato) e, poiché sovente il valore catastale risulta inferiore sia al prezzo di mercato sia al costo fiscalmente riconosciuto, talvolta non si forma alcuna base imponibile cui applicare l’imposta sostitutiva.

E- COMMERCE CORRISPETTIVI NON PIU’ DA CERTIFICARE Efficacia retroattiva, dal 1° gennaio 2015, per l'esonero dall’obbligo di certificazione dei corrispettivi per le operazioni di commercio elettronico diretto “business to consumer” (B2C); rimane invariato l’obbligo per le operazioni tra soggetti passivi “business to business” (B2B), che seguono le regole ordinarie. Grazie alla nuova regola (Dm 27 ottobre 2015), sarà possibile gestire la piattaforma per il commercio elettronico con un’unica procedura di certificazione. Si potranno vendere libri cartacei o far scaricare musica tramite internet senza dover emettere alcun documento fiscale, ma annotando l’operazione nel registro dei corrispettivi (articolo 24 del Dpr 633/1972) entro il giorno non festivo successivo a quello di effettuazione dell’operazione. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, inoltre, qualora il soggetto decidesse di optare per la trasmissione telematica dei corrispettivi (articolo 2, Dlgs 127/2015) sarebbe esonerato, a partire dal 1° gennaio 2017, anche dalla registrazione giornaliera dei corrispettivi.

Tipologie di commercio elettronico Il commercio elettronico o e-commerce, in relazione alle concrete modalità di esecuzione del contratto, si distingue in:  commercio elettronico “indiretto”, che riguarda la cessione fisica di beni materiali, mediante l’utilizzo di internet, con conseguente conclusione del contratto e del relativo pagamento. Il bene viene recapitato usando le vie tradizionali, ad esempio, l’acquisto di un libro con consegna a mezzo corriere  commercio elettronico “diretto”, che consiste nella cessione elettronica di beni virtuali o di servizi, in cui tutte le fasi della transazione avvengono online come, ad esempio, l’acquisto di une-book Continua a pagina 16 • • • essere impresa • • • dicembre 2015 • 15


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 15

scaricato direttamente da internet. Inoltre, a seconda dei soggetti che prendono parte al processo di vendita, il commercio elettronico può essere classificato in:  business to consumer (B2C), quando le transazioni commerciali avvengono tra imprese e consumatori finali  business to business (B2B), nel caso in cui le transazioni sono effettuate tra imprese.

Il commercio elettronico diretto Ai sensi dell’allegato 2 della direttiva comunitaria 2006/112/Ce, per servizi di commercio elettronico diretto si intendono tutti quei servizi forniti attraverso internet o una rete elettronica, la cui natura rende la prestazione essenzialmente automatizzata, corredata di un intervento umano minimo e impossibile da garantire in assenza della tecnologia dell’informazione. Ai fini Iva, in particolare, sono riconducibili a questa tipologia di servizi:  la fornitura di siti web e web–hosting, gestione a distanza di programmi e attrezzature  la fornitura di software e relativo aggiornamento  la fornitura di immagini, testi e informazioni e messa a disposizione di database  la fornitura di musica, film, giochi, compresi i giochi di sorte o d’azzardo, programmi o manifestazioni politici, culturali, artistici, sportivi, scientifici o di intrattenimento  la fornitura di prestazioni di insegnamento a distanza.

La nuova regola per il commercio elettronico diretto B2C Per comprendere la ratio della nuova regola, occorre ricordare che il commercio elettronico indiretto viene assimilato alle vendite per corrispondenza e, per effetto delle disposizioni del decreto 696/1996, è esonerato dalla certificazione dei corrispettivi, mentre il commercio elettronico diretto è assimilato alle prestazioni di servizi, quindi, assoggettato all’obbligo di certificazione dei corrispettivi. Ebbene, la nuova regola, con efficacia retroattiva dal 1° gennaio 2015, equipara il commercio elettronico diretto a quello indiretto; di conseguenza, esonera dall’obbligo di certificazione dei corrispettivi le operazioni di commercio elettronico diretto nei confronti dei consumatori finali (B2C), a meno che la fattura non sia espressamente richiesta dal cliente al momento di effettuazione dell’operazione. È opportuno evidenziare che l’esonero dalla certificazione fiscale si aggiunge a quello già previsto

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dal Dlgs 42/2015, che ha introdotto, all’articolo 22 del Dpr 633/1972, il punto 6-ter), secondo cui l’emissione della fattura non è più obbligatoria per le prestazioni di servizi di telecomunicazione, di servizi di teleradiodiffusione e di servizi elettronici resi a committenti che agiscono al di fuori dell’esercizio d’impresa, arte o professione. Rimangono invariati gli obblighi per le operazioni tra operatori economici (B2B), per i quali la certificazione delle operazioni segue le regole ordinarie.

NUOVO REGIME FORFETARIO 2016 Come noto, l’art. 1, commi da 54 a 89, Legge n. 190/2014 ha introdotto la disciplina del regime forfetario riservato alle persone fisiche esercenti attività d’impresa / lavoro autonomo che rispettano determinati requisiti, recentemente oggetto di alcune modifiche ad opera dell’art. 1, commi da 53 a 55, ddl Finanziaria 2016. Il regime in esame è un regime naturale, applicabile anche ai soggetti già in attività; è comunque consentita l’opzione per l’applicazione del regime ordinario, con vincolo minimo triennale. A decorrere dall’ 1.1.2016 l’attuale regime dei minimi è soppresso. Lo stesso resta comunque in vigore fino alla relativa scadenza naturale, ossia al termine del quinquennio dall’inizio attività o al compimento del 35° anno di età, sia per coloro che già lo applicavano, sia per coloro che, avendone i requisiti, iniziano l’attività entro la fine del 2015. Considerato quanto sopra accennato, si rende quindi opportuno valutare la scelta: 1. per coloro che attualmente sono in regime ordinario, di continuare ad applicare tale regime o di adottare il nuovo regime forfetario; 2. per coloro che intendono intraprendere una “nuova” attività, di iniziarla entro la fine del 2015 con il regime dei minimi che proseguirà fino alla scadenza naturale o di attendere il 2016 adottando il regime forfetario “start up” per il quale è prevista l’imposta sostitutiva al 5%.

REQUISITI DI ACCESSO Ai sensi del “nuovo” comma 54 possono accedere al regime forfetario le persone fisiche esercenti attività d’impresa / lavoro autonomo che nell’anno precedente presentano i seguenti requisiti: a) ricavi conseguiti / compensi percepiti, ragguagliati ad anno, non superiori a quelli individuati nell’apposita Tabella, in relazione all’attività esercitata in base al codice attività (limite compreso tra € 30.000 e 50.000 in luogo del precedente compreso tra € 15.000 ed € 40.000). Continua a pagina 17 • • •


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In presenza di più attività cui risultano applicabili soglie di ricavi / compensi diversi, va fatto riferimento alla soglia più elevata. Non concorre al superamento del limite l’eventuale adeguamento agli studi di settore / parametri. b) spese sostenute per l’impiego di lavoratori non superiori a € 5.000 lordi annui a titolo di lavoro dipendente, co.co.pro., lavoro accessorio, associazione in partecipazione, lavoro prestato dai familiari dell’imprenditore ex art. 60, TUIR. c) costo complessivo dei beni strumentali al 31.12, al lordo dell’ammortamento, non superiore a € 20.000. AI fine del computo del valore dei beni strumentali non si considerano quelli di costo pari o inferiore a € 516,46 mentre si considerano al 50% quelli ad uso promiscuo (autovettura, telefono cellulare, altri beni utilizzati promiscuamente). Per i beni in locazione / comodato si considera il valore normale. Per i beni in leasing rileva il costo sostenuto dalla società concedente. I beni immobili non hanno comunque rilevanza, qualsiasi sia il titolo di possesso. Per i soggetti già in attività le condizioni di accesso dal 2016 vanno verificate nel 2015 e successivamente anno per anno. In caso di inizio dell’attività si ritiene possibile utilizzare il regime forfetario a prescindere dai ricavi/ compensi percepiti nell’anno di inizio.

CONTRIBUENTI “START UP” In base al “nuovo” comma 65, i soggetti che intraprendono una nuova attività per i primi 5 anni beneficiano dell’aliquota dell’imposta sostitutiva in misura pari al 5% (in luogo del 15%). Non è più prevista la riduzione del reddito di 1/3. A differenza del regime dei minimi la durata quinquennale non può essere prolungata fino al 35° anno di età del contribuente. Per beneficiare dell’aliquota ridotta è necessaria la sussistenza dei seguenti requisiti, analoghi a quelli stabiliti per il regime dei minimi, ossia:  il contribuente non abbia esercitato, nei 3 anni precedenti, attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare;  l’attività da esercitare non costituisca, in nessun modo, mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente / autonomo, escluso il caso in cui la stessa costituisca un periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio dell’arte / professione;  qualora l’attività sia il proseguimento di un’attività esercitata da un altro soggetto, l’ammontare dei ricavi / compensi del periodo d’imposta preceden-

te non sia superiore ai limiti di ricavi / compensi previsti per il regime forfetario.

FORFETARI START UP 2015 Con una disposizione transitoria, l’applicazione dell’imposta sostitutiva con l’aliquota ridotta del 5% è riconosciuta per il 2016 - 2019 anche ai soggetti che hanno iniziato l’attività nel 2015 adottando il regime forfetario.

NUOVO REGIME PREVIDENZIALE In merito al regime previdenziale applicabile ai soggetti in esame, il “nuovo” comma 77 dispone che il reddito forfetario costituisce base imponibile ai fini previdenziali sul quale va applicata la contribuzione ridotta del 35%. In precedenza l’agevolazione consisteva nella non applicazione del minimale contributivo di cui alla Legge n. 233/90. È confermata la regola in base alla quale la riduzione contributiva si riflette sull’accredito dei contributi.

SEMPLIFICAZIONI Il regime presenta, in sintesi, le seguenti caratteristiche, in parte riprese dal regime dei minimi:  esonero dalla tenuta delle scritture contabili, sia ai fini IVA che reddituali;  non assoggettamento ad IVA delle operazioni attive e indetraibilità dell’IVA sugli acquisti;  esonero dalle liquidazioni / versamenti periodici IVA, dalla dichiarazione annuale, dalla comunicazione clienti e fornitori e black-list;  non assoggettamento a ritenuta alla fonte dei ricavi / compensi;  non assunzione della qualifica di sostituto d’imposta (il soggetto forfetario non opera ritenute alla fonte);  esclusione dall’IRAP;  esclusione dall’applicazione degli studi di settore / parametri;  reddito determinato forfettariamente attraverso l’applicazione di un coefficiente di redditività ai ricavi / compensi percepiti, con conseguente irrilevanza dei costi / spese;  introduzione, limitatamente alle imprese, di un regime agevolato anche ai fini previdenziali che prevede la contribuzione ridotta del 35%;  applicazione al reddito conseguito di un’imposta sostitutiva del 15%, da liquidare con le consuete regole stabilite per il versamento dell’IRPEF. Continua a pagina 18 • • • essere impresa • • • dicembre 2015 • 17


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 17

glienza; ➤ innovazione sociale, intesa come produzione di beni e fornitura di servizi che creano nuove relazioni sociali o soddisfano nuovi bisogni sociali.

COME SI PRESENTANO LE DOMANDE?

Credito • a cura di Collabora NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO Mancano poche settimane per fare richiesta di contributi all’autoimprenditorialità messi in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico. Lo stanziamento iniziale è di 50 milioni di euro, ed è possibile inoltrare domanda di agevolazione a partire dal 13 gennaio 2016.

CHI SONO I BENEFICIARI? Gli incentivi sono rivolti alle imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne. Le imprese devono essere costituite in forma di società da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda. Anche le persone fisiche possono richiedere i finanziamenti, a condizione che costituiscano la società entro 45 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni

IN COSA CONSISTE L’INCENTIVO? L’agevolazione, concessa nei limiti del regolamento de minimis, consiste in un finanziamento agevolato senza interessi (tasso zero) della durata massima di 8 anni, che può coprire fino al 75% delle spese totali. Le imprese devono garantire la restante copertura finanziaria e realizzare gli investimenti entro 24 mesi dalla firma del contratto di finanziamento.

QUALI SONO LE INIZIATIVE FINANZIABILI? Sono finanziabili le iniziative per: ➤ produzione di beni nei settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli, ➤ fornitura di servizi alle imprese e alle persone, commercio di beni e servizi, turismo. Possono essere ammessi anche i progetti nei seguenti settori, considerati di particolare rilevanza per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile: ➤ filiera turistico-culturale, intesa come attività per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, nonché per il miglioramento dei servizi di ricettività e acco-

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Le richieste possono essere inviate dal 13 gennaio 2016 esclusivamente online, sul sito di Invitalia (www.invitalia.it)

QUALI SONO LE MODALITA’ DI VALUTAZIONE? Non saranno né graduatorie, né “click-day”, le richieste di agevolazione saranno esaminate in base all’ordine cronologico di presentazione. Per le domande che supereranno la verifica formale, è prevista una valutazione di merito che comprende anche un colloquio con gli esperti di Invitalia.

I 10 CONSIGLI DI INVITALIA: Ecco i 10 suggerimenti di Invitalia, una sorta di “decalogo” per compilare correttamente la domanda e per presentare un progetto convincente: 1. Rispetta i limiti di spesa: verifica che la tua idea sia realizzabile con una spesa non superiore al limite di 1,5 milioni di euro. Ricordati che l’IVA non è agevolabile, ma deve essere sostenuta completamente dall’impresa e non va considerata nel calcolo delle spese. 2. Controlla i requisiti: verifica con attenzione di avere tutti i requisiti necessari per chiedere le agevolazioni. I soci devono essere in maggioranza giovani tra i 18 e i 35 anni o donne di qualsiasi età.

Le imprese, se già esistenti, devono essere costituite in forma di società da non più di 12 mesi.

3. Identifica ruoli e competenze: i soci della nuova impresa devono avere competenze adeguate e coerenti con l’attività proposta. Devono conoscere il settore in cui vogliono operare, possedere le competenze tecniche e manageriali. È importante identificare la funzione di ciascuno nella gestione della nuova impresa e non lasciare ruoli scoperti. 4. Distinguiti: fai indagini di mercato. Chiarisci quali sono le caratteristiche distintive del tuo prodotto o servizio e quali benefici puoi offrire rispetto ai concorrenti. Il tuo vantaggio competitivo, le analisi e le strategie di mercato sono passaggi fondamentali. 5. Fai un progetto a misura di socio e di idea: valuta se le tue capacità finanziarie ti consentono di sostenere il programma di investimenti. Quantifica l’investimento avendo chiaro cosa farai “internaContinua a pagina 19 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 18

mente” e cosa acquisirai dall’esterno. Il progetto da realizzare deve essere “auto-consistente”, cioè deve includere sin dall’inizio tutto ciò che è necessario per la sua realizzazione. 6. Verifica la copertura finanziaria: il finanziamento agevolato senza interessi può coprire fino al 75% delle spese totali al netto dell’IVA. La tua società dovrà sostenere con fondi propri o con un prestito bancario il restante 25% delle spese e il valore dell’IVA, che non è agevolabile. 7. Spiega bene cosa vuoi fare: presenta un piano d’impresa sulla base dello schema che verrà pubblicato on line nelle prossime settimane. Spiega nel dettaglio il progetto imprenditoriale e ricorda che ogni affermazione deve essere bene argomentata e supportata da dati. 8. Fai attenzione ai dettagli: le domande sono valutate in ordine cronologico di arrivo, ma attento a non farti prendere dalla fretta. Il rischio è di essere escluso per banali errori o dimenticanze. Dedicati con impegno alla compilazione della domanda per evitare di presentarla incompleta. 9. Ricorda che la forma è sostanza: “Nuove imprese a tasso zero” è un incentivo pubblico. Le regole e i requisiti sono stabiliti da apposite norme e devono essere rispettati alla lettera. Basta un piccolo scostamento dai criteri fissati dal regolamento per rendere il progetto non finanziabile. 10. Occhio al colloquio: il colloquio con gli esperti di Invitalia è un aspetto importante della valutazione. Preparalo con cura per presentare il progetto imprenditoriale e spiegare le tue scelte in maniera convincente. Per ogni informazione i consulenti dell’Ufficio Credito di Confartigianato sono a completa disposizione.

Inapa • a cura di Luisella Miti PEREQUAZIONE AUTOMATICATA DELLE PENSIONI PER L’ANNO 2016 Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con Decreto 19 novembre 2015 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 280 del 1 dicembre 2015, ha comunicato l’aumento di perequazione automatica delle pensioni. Per l’anno 2014 la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni da applicarsi con effetto dal 1° gennaio 2015, già determinata in via provvisoria nella misura del 0,3%, è stata stabilita - in via definitiva - nella misura del 0,2%. Pertanto, le prestazioni subiranno un conguaglio a debito in misura pari alla differenza tra la perequazione applicata in via provvisoria e quella spettante in via definitiva. Per l’anno 2015 la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni è determinata nella misura previsionale dello 0,0%. Pertanto, l’importo provvisorio di tutti i trattamenti pensionistici (anche superiori all’importo del trattamento minimo) che sarà posto in pagamento nell’anno 2016 sarà pari a quello del 2015 perequato in via definitiva. TRATTAMENTI MINIMI IMPORTO MENSILE IMPORTO ANNUO € 501,88 € 6.524,44 ASSEGNI VITALIZI

PENSIONI SOCIALI

ASSEGNI SOCIALI

IMPORTO MENSILE

IMPORTO MENSILE

IMPORTO MENSILE

IMPORTO ANNUO

IMPORTO ANNUO

IMPORTO ANNUO

€ 286,08 € 3.719,04 € 369,26 € 4.800,38 € 448,06 € 5.824,78

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movimenti anap Il convegno di Anap: Sicuri di essere al sicuro

Partecipato incontro tra Forze dell’Ordine e pensionati

L

o scorso 16 novembre nella sede della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, è stato realizzato l’incontro “Sicuri di essere al sicuro”. Inserito nell’ambito dell’edizione 2015 della Campagna nazionale contro le truffe agli anziani, il confronto tra Forze dell’Ordine e Anap Confartigianato di Forlì, con il prezioso contributo della Prefettura di Forlì-Cesena ha visto la presenza di un numeroso e attento pubblico. Introdotti dai saluti di Ernesto Partisani presidente di Anap Forlì e da Gianlauro Rossi presidente regionale Anap, che ha presentato l’impegno dell’Associazione per la difesa degli anziani, i lavori si sono fregiati della partecipazione del Prefetto di Forlì-Cesena, dott. Fulvio Rocco de Marinis, del Questore di Forlì Salvatore Sanna, del Colonnello Luca Politi dell’Arma dei Carabinieri e del Comandante provinciale della Guardia di Finanza Alessandro Mazziotti (nelle foto alcuni momenti). Contributi di grande rilievo, ricchi di esempi pratici, per aiutare i cittadini a riconoscere i possibili rischi celati anche da semplici sondaggi telefonici. La truffa, infatti, può potenzialmente nascondersi dietro l’apparenza di un soggetto dai modi affabili e l’aspetto distinto, ed è quindi fondamentale prendere tempo prima di firmare contratti, riservandosi di chiedere consiglio e in nessun caso consegnare soldi o preziosi a sconosciuti o permetterne l’ingresso in casa. Un esempio su tutti è il boom del raggiro del finto avvocato che convince la vittima a farsi consegnare somme di denaro per aiutare un familiare rimasto coinvolto in un incidente stradale. Un espediente particolarmente

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odioso perché fa leva sull’emotività e la preoccupazione nell’apprendere che un congiunto, di cui i malfattori hanno informazioni abbastanza dettagliate, ha corso dei pericoli. Gli esempi e i consigli forniti sono estremamente validi non solo in caso di persone anziane, ma per tutti i cittadini. Non a caso, sempre a tutela della sicurezza del cittadino, l’Arma dei Carabinieri di Forlì-Cesena con il contributo di Confartigianato Forlì ha realizzato un opuscolo informativo che verrà distribuito capillarmente in tutto il comprensorio, per conoscere meglio i rischi, per evitare di essere facili vittime di abili malfattori. Tutti i relatori hanno ribadito l’importanza di denunciare l’accaduto, troppo spesso per vergogna o per paura di critiche da parte di congiunti le vittime preferiscono tacere sull’accaduto, è più che mai necessario avere fiducia nelle Forze dell’Ordine e non avere timore di rivolgersi ai numeri di emergenza anche in caso di dubbi o sospetti.


anap movimenti Dati ancora preoccupanti

Famiglie a rischio povertà

L’

ultima rilevazione Istat sulle condizioni di vita evidenzia dati preoccupanti: le persone a rischio di povertà sono stimate pari al 19,4%, quelle che vivono in famiglie gravemente deprivate l’11,6%, mentre le persone appartenenti a famiglie dove l’intensità lavorativa è bassa rappresentano il 12,1%. Si conferma costante l’indicatore del rischio povertà o esclusione sociale: stabile rispetto al 2013 la diminuzione della quota di persone in famiglie gravemente deprivate (la stima passa dal 12,3% all’11,6%), compensata dall’aumento della quota di chi vive in famiglie a bassa intensità lavorativa (dall’11,3% al 12,1%); la stima del rischio di povertà è invece invariata. Per il secondo anno consecutivo, il calo della grave deprivazione è determinato dal fatto che scendono le quote di individui in famiglie che, se lo volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 13,9% al 12,6%), una settimana di ferie all’anno lontano da casa (dal 51% al 49,5%) o una spesa imprevista pari a 800 euro (dal 40,2% al 38,8%). La stima della grave deprivazione diminuisce soprattutto nel Mezzogiorno, tra i single e le coppie (soprattutto

La fiducia è indispensabile Vergogna, paura, imbarazzo. Sono sentimenti molto diffusi negli anziani che sono stati vittime di truffe o furti. E spesso queste difficoltà di natura psicologica, unite a una salute malferma, possono spingere chi ha subito un reato a non sporgere denuncia. Come spiegato nel corso della tavola rotonda dai rappresentanti delle Forze dell’Ordine è indispensabile rivolgersi con fiducia ai numeri d’emergenza. Nessuno giudica la vittima, l’obiettivo è punire i malfattori, per consentire che non arrechino mai più danno.

se anziani) e tra le coppie con un solo figlio, anche minore. Ancora grave la condizione dei genitori soli, delle famiglie con almeno tre minori o di altra tipologia, famiglie, queste ultime, che tra il 2013 e il 2014 hanno mostrato un ulteriore deterioramento della loro condizione (dal 15,9% al 20,2%). Spiega Giuseppe Mercatali coordinatore Anap “il nostro territorio sta resistendo meglio di altri, anche per l’ottimo livello di assistenza sociale, ma le fasce più deboli della popolazione non possono essere considerate immuni dal rischio povertà. Situazioni di degrado sono in aumento anche nella nostra regione.” L’aumento della bassa intensità lavorativa ha riguardato soprattutto gli individui in famiglie che vivono nel Mezzogiorno (la stima va dal 18,9% al 20,9%) o in famiglie numerose: coppie con figli (dall’8,3% al 9,7%), soprattutto minori (dal 7,5% all’8,9%), e famiglie con membri aggregati (dal 17,8% al 20,5%). La stima dei redditi delle famiglie si riferisce al 2013 e mostra stabilità rispetto all’anno precedente. Le uniche informazioni disponibili sulla dinamica reddituale tra il 2013 e il 2014 sono quelle diffuse dalla contabilità nazionale e segnalano un leggero aumento in termini di ammontare e una sostanziale stabilità in termini pro-capite. Nel 2013, si stima che la metà delle famiglie residenti in Italia abbia percepito un reddito netto non superiore a 24.310 euro l’anno (circa 2.026 euro al mese); questo valore scende a 20.188 euro nel Mezzogiorno (circa 1.682 euro mensili). Le famiglie con tre o più percettori hanno un reddito mediano nel 2013 quasi triplo delle monoreddito (44.900 contro 16.690 euro), mentre quelle con fonte principale da lavoro dipendente dispongono di circa 10 mila euro in più di quelle che vivono prevalentemente di pensione o trasferimenti pubblici (29.527 contro 19.441 euro). essere impresa • • • dicembre 2015 • 21


movimenti anap Servizio Sanitario continua il monitoraggio

La nostra Regione si conferma eccellenza

I

l Ministero della Salute ha pubblicato per la prima volta contestualmente due importanti Rapporti sul monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza e sull’efficienza del sistema sanitario italiano. Si tratta della più fedele fotografia della capacità delle Regioni di garantire ai cittadini l’erogazione dell’assistenza secondo standard di appropriatezza e qualità. Le Regioni oggetto di valutazione quelle a statuto ordinario più la Sicilia, ossia quelle che hanno accesso al “fondo sanitario” e che vengono private del 3% di questo se risultano inadempienti. Sono otto le Regioni in regola: Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto. Per le rimanenti otto Regioni, quelle che hanno sottoscritto un Piano di rientro, pur rilevando un progressivo miglioramento per quanto riguarda la riorganizzazione del sistema informativo e delle reti assistenziali, persistono significative inadempienze. Si conferma il trend in diminuzione dei ri-

coveri ospedalieri per tutte le Regioni, e l’aumento dell’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera erogata, le note negative riguardano la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia e la copertura vaccinale per vaccinazione antinfluenzale nell’anziano che, fanno registrare un complessivo peggioramento in tutto il paese. La copertura vaccinale per over 65enni nell’ultimo anno, nella nostra Regione, è stata del 50%: in calo sulla già bassa precedente (55,8%). La riduzione è emersa anche tra gli under 65enni con patologie croniche: 101.225 le persone vaccinate rispetto alle 119.777 dell’anno prima (-15%). Eppure c’è stato un forte appello per sollecitare le vaccinazioni gratuite per adulti e bambini con malattie croniche, anziani a partire dai 65 anni, operatori sanitari e personale di assistenza, addetti ai servizi essenziali e donatori di sangue.

Fascicolo Sanitario Elettronico

Una tutela per i pazienti Al via il Fascicolo Sanitario Elettronico, strumento che rende più semplice per i cittadini l’esercizio del diritto alla salute. Lo strumento è l’insieme di dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito, che ha come scopo principale quello di agevolare l’assistenza al paziente, offrire un servizio che può facilitare l’integrazione delle diverse competenze professionali, fornire una base informativa consistente, contribuendo al miglioramento di tutte le attività assistenziali e di cura. Nel rispetto delle normative per la protezione dei dati personali, il Fascicolo consentirà non solo al paziente di poter disporre facilmente di tutte le notizie relative al suo stato di salute ma permetterà al medico di accrescere la qualità e tempestività delle decisioni da adottare. Il modello di Fascicolo consentirà inoltre di evitare, attraverso i resoconti, l’incrocio dei dati e la trasparenza di essi, di evitare inefficienze e contribuirà a migliorare la programmazione, il controllo e la valutazione del sistema sanitario 22 • dicembre 2015 • • • essere impresa

nel suo complesso, in un contesto sia italiano che europeo. L’istituzione del Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta, quindi, il presupposto necessario per poter giungere ad una sintesi delle diverse istanze esistenti e promuovere la condivisione di un modello di riferimento nazionale, che coinvolge tutti gli enti e le strutture del SSN (sia i soggetti pubblici, sia i soggetti privati accreditati) e tutti gli assistiti del SSN.


donne impresa movimenti Combattere i pregiudizi

La riflessione sul linguaggio di genere

L

o scorso 9 dicembre, nella sede di Confartigianato Forlì è stata realizzata la tavola rotonda dal titolo “il linguaggio di genere: le parole e i pregiudizi”, un approfondimento sul sessismo nella lingua italiana e nel linguaggio di media e pubblicità (nelle foto). Moderato dalla vicepresidente di Confartigianato di Forlì, Patrizia Carpi e promosso da Donne Impresa, movimento da lei presieduto, l’incontro si è avvalso del contributo di Mara Cinquepalmi e Beba Gabanelli, giornaliste e rappresentanti di Gi.u.li.a (Giornaliste Unite Libere e Autonome) che hanno illustrato agli intervenuti i condizionamenti derivanti dall’informazione giornalistica e dagli spot pubblicitari. Attraverso la presentazione di articoli di quotidiani online e cartacei sono stati resi evidenti i differenti approcci nel commentare gli sport al maschile e al femminile; proprio nel raccontare queste ultime discipline, purtroppo grande enfasi viene posta sull’avvenenza e sulle doti fisiche delle sportive, più che sui risultati, pur prestigiosi, raggiunti. Cinquepalmi spiega che la cronaca sportiva è ricca di esempi negativi, l’enfasi non viene posta sulle prestazioni agonistiche, ma sul look o sui dettagli fisici delle atlete. Senza dimenticare che, anche a corollario della presentazione degli esiti delle imprese compiute nel calcio maschile, trova sempre spazio sulle pagine web la carrellata di immagini che ritraggono le mogli degli sportivi, attribuendo ancora una volta alla donna il ruolo di gradevole coreografia. Di grande impatto sul pubblico in sala, la relazione di Beba Gabanelli sull’ascendente negativo esercitato dalla pubblicità soprattutto sui giovanissimi. Il messaggio, insito nella maggior parte degli spot televisivi o sulle pagine pubblicitarie, relega la donna ai lavori domestici, al rango di coprotagonista della

vita dell’uomo, come se non fosse degna di essere al centro della propria. Significativo anche il fatto che persino le scatole dei giochi didattici in molti casi rechino immagini in cui il bimbo ricopre il ruolo attivo, mentre la bambina riveste una funzione defilata, quasi di spettatrice. Eppure le donne eccellono in tutti i campi, dalla scienza all’economia, come testimoniato dalla quotidianità; non esiste una superiorità dell’uomo, permane tuttavia uno strisciante sessismo. Le testimonianze delle rappresentanti di istituzioni e del mondo del lavoro hanno chiarito come ci sia ancora molto da lavoro da compiere per far sì che le discriminazioni non siano altro che un ricordo. Emma Petitti che guida gli assessorati regionali al bilancio, riordino istituzionale, risorse umane e pari opportunità ha ribadito la centralità del tema anche fra le attività della Regione Emilia Romagna, perché non è solo una questione di forma, bensì di mentalità. Molto partecipate le testimonianze del Vicequestore aggiunto Annalisa Mongiorgi e di Rosaria Tassinari, sindaca di Rocca San Casciano, che ricoprono incarichi di rilievo e che, nell’immaginario collettivo, sono ancora coniugati al maschile. Il racconto della giovane imprenditrice Erica Nannetti, socia di Vem Sistemi spa, affermata azienda operante nelle tecnologie informatiche, ha però evidenziato un dato, superate le prime reticenze i clienti sono interessati alla professionalità, al di là dei pregiudizi sessisti, la preparazione e l’abilità sono sempre garanzia di rispetto, perché dunque continuare a rimanere ancorati a un cliché che nulla ha a che vedere con la realtà? Non esistono campi declinati esclusivamente al maschile o al femminile, è per ciò indispensabile che il linguaggio evolva, per eliminare i condizionamenti ancora esistenti. essere impresa • • • dicembre 2015 • 23


movimenti donne impresa Un’immagine evocativa

Omaggio alla donna indipendente

P

atrizia Carpi, introducendo l’incontro ha motivato la scelta che ha determinato la composizione della cartolina d’invito dell’evento del 9 dicembre “la riproduzione dell’opera Sogni di Vittorio Corcos è dovuta alla valutazione data dalla critica all’opera. Il ritratto è ambientato e ha una posa emblematica del clima modernista e per questo viene considerato un’anticipazione dell’emancipazione della donna, sottolineata anche dai dettagli, come le scarpine di vernice che spuntano dalla gonna della protagonista. L’efficacia espressiva esercitò sin dalla sua prima apparizione un fascino magnetico sulla critica, un di-

pinto modernissimo che rimane tra le immagini più emblematiche della donna emancipata e tormentata, protagonista della Belle Epoque. La giovanissima Elena Vecchi, ritratta da Corcos ha uno sguardo sicuro e consapevole, puntato sullo spettatore, e s’impone alla sua attenzione per i begli occhi affaticati dalla lunga lettura, per le labbra volitive accese dal rossetto, per la folta chioma spettinata dopo essersi scoperta il capo. Sulla panchina, accanto all’ombrellino, libri sgualciti dalla copertina gialla.” La posa venne definita audace, all’epoca, al limite dell’indecenza e l’espressione, mista di malinconia e voluttà, confermava l’ambivalenza della

modella, delicata e spregiudicata allo stesso tempo. Un omaggio alla donna intelligente e ricca di curiosità intellettuale.

Voucher baby sitting esteso alle autonome

Superare la discriminazione tra dipendenti e imprenditrici “Un passo avanti per riconoscere alle donne il diritto a coniugare attività d’impresa e impegni familiari e colmare le disuguaglianze rispetto alle dipendenti.” Edgarda Fiorini, presidente nazionale di Donne Impresa Confartigianato, che rappresenta 359.000 imprenditrici artigiane, commenta così l’approvazione dell’emendamento alla Legge di Stabilità che estende, in via sperimentale per un anno, il voucher baby sitting alle imprenditrici e alle lavoratrici autonome. Fiorini apprezza l’impegno dei parlamentari di tutte le forze politiche che hanno presentato

l’emendamento, e sottolinea la necessità di rendere strutturale questo intervento che aiuta le imprenditrici a conciliare lavoro e famiglia. È necessario superare definitivamente l’incomprensibile disparità di trattamento tra dipendenti e imprenditrici. Una discriminazione particolarmente odiosa nei confronti delle titolari d’impresa, escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipendenti e che attualmente non godono di alcun sostegno per coniugare gli impegni professionali con il legittimo desiderio di costruirsi una famiglia.

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donne impresa movimenti Essere donna è un mestiere difficile

Famiglia: Italia fanalino di coda

C

onciliare famiglia e lavoro per le donne è ancora una missione impossibile? L’Osservatorio di Confartigianato mette in luce che la spesa pubblica per la famiglia, pari a16,5 miliardi, è appena l’1% del Pil. Il basso livello di spesa per la famiglia colloca l’Italia al 22° posto tra i Paesi Ue per la quantità di risorse dedicate a questo capitolo di interventi pubblici che, nella media dei Paesi europei, si attesta all’1,7% del Pil.

a reti di aiuto informale con il 51,4% dei bambini con meno di 2 anni accudito dai nonni, mentre il 37,8% frequenta un asilo nido. La baby sitter viene scelta come modalità di affido prevalente soltanto dal 4,2% delle madri lavoratrici. Confartigianato ha analizzato anche la qualità dei servizi messi in campo dai singoli Comuni che, complessivamente, dedicano alle famiglie e ai minori il 40% della spesa totale per interventi e servizi sociali.

L’esigua quantità di spesa pubblica in servizi per la famiglia incide negativamente sulla natalità e penalizza l’occupazione femminile. Dai dati di Confartigianato emerge che, per le donne tra 25 e 44 anni senza figli, il tasso di attività lavorativa è dell’82,1%, ma scende al 63% per le donne della stessa età con figli, con un gap di oltre il 19%. La statistica sottende che lo Stato non offra quei servizi che consentono alle madri di conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Il 42,7% delle madri occupate segnala di avere difficoltà a coniugare l’attività professionale con gli impegni familiari. E per la cura dei figli si affidano soprattutto

Una quota media nazionale superata però da Umbria, con il 55,7%, Emilia Romagna (49,8%), Liguria e Molise (entrambe con il 49,6%). Molto basso l’utilizzo degli asili nido: a livello nazionale soltanto l’11,9% dei bambini fino a 2 anni ha usufruito di questo servizi, mentre nella nostra Regione la quota si assesta al 24,8%, un ottimo risultato che sottolinea l’attenzione posta al tema, tuttavia, non si può ancora parlare di contesto favorevole per le mamme che lavorano. Ma la penalizzazione è ancora più pesante per le imprenditrici, escluse dagli interventi a tutela della maternità previsti per le lavoratrici dipen-

denti. Con un esito gravoso per l’intero sistema produttivo: tra crisi economica e carenze dei servizi pubblici per la famiglia, il numero delle donne che svolgono attività indipendenti tra il 2005 e il 2015 è diminuito del 5,6%. Per conciliare lavoro e famiglia, diviene quindi necessario prevedere alcune agevolazioni per le autonome e non solo per un periodo di prova di un anno, come la possibilità di utilizzare voucher babysitting integrati da voucher per l’assistenza ai familiari anziani e ai disabili; un voucher per formare i collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività d’impresa; un credito d’imposta per incentivare la creazione di attività d’impresa nei servizi di welfare per la famiglia e per l’infanzia; sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di assistenza a figli minori o parenti anziani; l’istituzione, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, di un Fondo per l’imprenditoria femminile.

essere impresa • • • dicembre 2015 • 25


movimenti giovani imprenditori Riccardo Scandellari presenta i social network

Come curare la propria presenza online

L

o scorso 25 novembre è stata realizzata la partecipata serata sui social network, organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì (nelle foto). Il giornalista ed esperto di nuove tecnologie Riccardo Scandellari ha intrattenuto il numeroso pubblico intervenuto, illustrando l’utilizzo dei più diffusi social network, da Facebook a Twitter, da Linkedin a Google plus, sono molteplici le opportunità da utilizzare per promuovere la propria azienda sul web. Chiaramente, conoscendo le tecniche e le migliori modalità comunicative, per evitare di incorrere in errori che possano danneggiare, invece che favorire la reputazione. I social network riguardano sia la sfera personale, sia quella professionale. Di fatto sui social i due mondi sono sfumati, basti pensare che, per esempio su Facebook, tra i propri amici spesso ci sono colleghi e clienti, creando relazione dirette e bidirezionali, prima impensabili. Il cliente non è più destinatario passivo e non ha più necessità di attendere una risposta, con i social network può potenzialmente comunicare in tempo reale. Purché l’azienda sia pronta a fronteggiare questa esigenza. Se l’impresa riesce ad accontentare questa nuova tipologia di clienti, si crea una rete di soggetti soddisfatti, che faranno conoscere ad altri amici la realtà, innescando un circuito positivo. Certo, va considerato anche il rovescio della medaglia, in caso di mancato o insoddisfacente feedback. Le relazioni fra persone vanno curate con attenzione, così come accade nella realtà. Per la maggior parte delle persone, essere su un social network, significa condividere un numero maggiore di informazioni individuali attraverso profili e aggiornamenti, un bacino di notizie potenzialmente infinito per le

aziende per significative campagne di marketing. Con i post sponsorizzati di Facebook, infatti, è possibile selezionare i profili sui quali far apparire il proprio annuncio. Facebook utilizzato da 26milioni di persone è il social più in voga. Meno diffuso, ma altrettanto ricco di opportunità è Twitter, che, tuttavia, richiede di condensare i messaggi in 140 caratteri, una sorta di microblogging. Linkedin è invece uno strumento molto utilizzato dai professionisti, per questo le parole chiave, la minibiografia e il curriculum aziendale devono essere estremamente curati. Le connessioni sono un modo per farsi conoscere e promuoversi, ma rimane indispensabile comunicare una qualità reale, diversamente anche la migliore campagna online viene vanificata da una mancata corrispondenza nell’efficacia del servizio offerto dall’impresa. Una serata che ha offerto un’infarinatura generale, per dare agli intervenuti strumenti per orientarsi al meglio, tuttavia, il Gruppo Giovani Imprenditori sta valutando un percorso per approfondire i temi toccati nel corso della presentazione.

L’importanza del contenuto Per costruire valore si deve puntare al contenuto, per comunicare correttamente non si può evitare di impiegare testi, foto e audiovisivi. I canali attraverso i quali veicolare le informazioni sono praticamente infiniti, è quindi necessario individuare una strategia per individuare i più utili, per massimizzare il proprio pubblico, ottimizzando la diffusione del messaggio.

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giovani imprenditori movimenti La diffusione delle nuove tecnologie fotografata dall’Istat

Piccole imprese in crescita nell’ICT

O

ltre il 98% delle imprese con almeno 10 addetti dispone di una connessione a Internet e il 95% è connesso a Internet in banda larga fissa o mobile il cui utilizzo è costantemente in crescita. Il 69,2% delle imprese con almeno 10 addetti (88,9% tra le imprese con almeno 250 addetti) dispone di un sito web e dall’ultima rilevazione Istat risulta che il 31,8% delle imprese (51,9% tra quelle con almeno 250 addetti) utilizza un social media (24,7% nel 2013); gli strumenti più diffusi tra le imprese sono i

social network (29,3%) e i siti web di condivisione di contenuti multimediali (10,3%). Interessante notare la crescita nell’adozione di software specifici per la raccolta e condivisione con altre aree aziendali di informazioni sulla clientela (CRM): dal 13,3% nel 2009 al 23,1% nel 2013 fino al 28,2% nel 2014. Aumento esponenziale anche nella diffusione di software per la condivisione automatica di informazioni tra diverse aree funzionali dell’impresa (ERP), che passa dal 9,7% del 2009 al 27,2% del 2013 fino al 37,2% del 2014. La minore dimensio-

ne di impresa spiega il mancato investimento in molti degli strumenti tecnologici analizzati, come nel caso dell’adozione di software di condivisione di informazioni tra funzioni diverse (ERP), di soluzioni RFID, dell’impiego di personale specializzato in sistemi ICT. Se la tecnologia è più neutrale e flessibile rispetto al livello di complessità organizzativa, le imprese sembrano maggiormente orientate verso l’adozione di strumenti ICT finalizzati a risparmi di costo e miglioramenti di efficienza, come nel caso del cloud computing, che coinvolge il 40,1% delle imprese. Le piccole imprese, pur essendosi dotate per la maggior parte di siti web (67,4%), ancora non colgono le opportunità offerte da sistemi di vendita on-line; l’11,5% ha attivato sistemi di ordinazione sul proprio sito web e il 7,3% ha effettuato nel 2013 vendite online via web o altre reti.

essere impresa • • • dicembre 2015 • 27


categorie e mercato Tasi e imprese

Confartigianato fotografa la tassazione immobiliare

In occasione della scadenza di dicembre Confartigianato ha effettuato uno studio per comprendere il peso della Tasi sulle aziende. Il rapporto mostra che per gli imprenditori l’aliquota media, tra Imu e Tasi, è del 9,97 per mille, molto vicina a quella delle seconde case. Risultato: sugli immobili produttivi (capannoni, laboratori, strumenti di lavoro) i piccoli imprenditori pagano, in media, a testa 3.357 euro l’anno. Ma a far lievitare del 27,3% questa somma è la deducibilità solo del 20% dell’IMU dal reddito d’impresa e la totale indeducibilità dalla base imponibile IRAP. Quindi, oltre a essere tassati con un’aliquota prossima a quella delle case di lusso, sugli immobili produttivi delle piccole imprese grava una sorta di ‘tassa sulla tassa’ pari

a circa 1,4 miliardi di euro. La classifica regionale della pressione fiscale sugli immobili produttivi vede il primato negativo dell’Umbria al quale si affiancano quelli della Campania, dove le aliquote di Imu e Tasi pesano per il 10,19 per mille, e della Sicilia con un’aliquota del 10,16 per mille. Decisamente più conveniente possedere un capannone, oltre che in Valle d’Aosta, in Friuli Venezia Giulia (8,64 per mille) e in Sardegna (9,05 per mille). La forbice delle aliquote di Imu e Tasi si apre anche tra i Comuni: gli imprenditori più tartassati sono quelli di Lucca (10,57 per mille), di Terni (10,54 per mille) e di Rieti (10,45 per mille). Al capo opposto della classifica, il fisco è più clemente con i loro colleghi di Aosta, che su laboratori e capannoni pagano l’aliquota più bassa: 8,16 per mille. Li seguono a breve distanza gli imprenditori dell’Oglia-

stra (8,19 per mille) e di Oristano (8,25 per mille). Nel 2014, tra Imu e Tasi, gli italiani hanno versato allo Stato 24,7 miliardi di euro. Tra il 2011 e lo scorso anno il prelievo fiscale sugli immobili è aumentato di 14,8 miliardi. Come rileva Confartigianato su laboratori, macchinari, capannoni si concentra un prelievo fiscale sempre più forte, aggravato dalle complicazioni derivanti dalla giungla di aliquote diverse. Sorge spontanea una domanda, che fine ha fatto l’annunciata riforma della tassazione immobiliare all’insegna della semplificazione e della riduzione delle aliquote? Confartigianato chiede che si metta mano subito alla detassazione degli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature) che non possono essere considerati alla stregua delle seconde case. Per le imprese i capannoni sono strumenti di lavoro, non beni di lusso.

Edilizia sotto la lente

Cresce la fiducia degli imprenditori A novembre 2015 la fiducia delle imprese delle Costruzioni cresce del 17,1% negli ultimi dodici mesi, mentre la produzione del settore mostra, dopo 54 mesi, segnali positivi (+0,4% a settembre 2015), con livelli di output che però rimangono ancora inferiori del 29,1% rispetto a settembre 2011, periodo a cui risale lo scoppio della crisi del debito sovrano. Gli investimenti fissi lordi in costruzioni 28 • dicembre 2015 • • • essere impresa

nei primi tre trimestri del 2015 segnano ancora un calo del 1,3% rispetto allo stesso periodo del 2014, con una rilevante attenuazione rispetto al trend rilevato nei tre anni precedenti. Nel terzo trimestre 2015 le compravendite immobiliari registrano una crescita tendenziale del +8,8%, in miglioramento rispetto al 6,8% rilevato nel trimestre precedente. Persiste il calo dei prezzi delle nuove abitazioni

che nel secondo trimestre 2015 diminuiscono del 2,0% rispetto allo stesso periodo del 2014. In calo (-3,5%) anche il prezzo delle abitazioni esistenti, anche se in rallentamento (era -4,1% nel primo trimestre 2015). A ottobre 2015 i mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni tornano a crescere (+0,1%) dopo 35 mesi di continuo calo, in paContinua a pagina 29 • • •


categorie e mercato 2015 la quota di consumatori intenzionata ad effettuare lavori di manutenzione straordinaria dell’abitazione sale al 10,8%, il valore maggiore rilevato nel terzo trimestre degli ultimi dieci anni. Sono potenzialmente interessate alla domanda incentivata 526.101 imprese artigiane dell’Edilizia e Installazione di impianti, che pesano per il 61,5% delle imprese del comparto.

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Cresce la fiducia degli imprenditori rallelo con la discesa di 56 punti base nell’ultimo anno dei tassi di interesse sui mutui alle famiglie (che arrivano al 2,06% a ottobre 2015). Nel terzo trimestre del 2015 l’occupazione nelle Costruzioni cala del 2,3%, dopo aver interrotto nel trimestre precedente il calo continuo iniziato nel terzo trimestre 2010. Si evidenzia che a fronte del calo nazionale, l’occupazione del settore cresce in sette regioni (Calabria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Puglia, Campania e Sicilia) che contano 556.664 occupati, il 37,6% dell’occupazione del comparto, e che crescono complessivamente dell’8,1%. Gli effetti positivi della politica monetaria espansiva si manifestano anche sul costo del credito per le imprese: ad ottobre 2015 il tasso d’interesse pagato dalle imprese in Italia è pari all’1,92%, chiudendo dopo 4 anni il gap con il tasso dell’Eurozona (1,87%). Il report evidenzia il ritardo degli effetti della politica monetaria sulle quantità del credito erogato alle imprese: dall’avvio delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine a settembre 2014 persiste il calo dei prestiti al totale delle imprese che a ottobre 2015 diminuiscono di 31,2 miliardi di euro, mentre quelli alle famiglie salgono di 23,6 miliardi. Nel dettaglio settoriale il credito erogato alle imprese delle Costruzioni a settembre 2015 registra un calo tendenziale dell’11%, più ampio rispetto a quanto registrato per il Manifatturiero (-2,6%) e i Servizi (-5,1%). La legge di Stabilità proroga la detrazione al 50% sulle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie e al 65% sulle spese per gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili. Gli incentivi sostengono la propensione delle famiglie a effettuare migliorie delle abitazioni: al terzo trimestre

La cancellazione della Tasi sulla prima casa interviene su un segmento del settore immobiliare, quello delle abitazioni principali, che è meno sensibile all’impatto della tassazione rispetto a quello delle compravendite degli altri immobili residenziali. Il rapporto evidenzia che la Legge di stabilità in discussione in Parlamento non corregge la distorsione del prelievo fiscale generata dalla indeducibilità dell’IMU, che genera l’effetto perverso di una ‘tassa sulla tassa’ che incrementa dell’8,9% il prelievo fiscale locale di una micro impresa. Il report, infine, evidenzia il forte calo della domanda pubblica, con una spesa per investimenti fissi lordi che nella media 2014-2019 scende al 2,3% del Pil, oltre mezzo punto in meno del 2,9% medio del periodo 2000-2013. La Legge di stabilità non corregge il trend negativo degli investimenti pubblici, prevedendo un ulteriore taglio della spesa in conto capitale di 1.004 milioni di euro per il 2016, combinazione di una diminuzione di 1.685 milioni per le Amministrazioni centrali e un aumento di 681 milioni di euro per le Amministrazioni locali.

Pulitintolavanderie

Nomina del responsabile tecnico Le imprese di pulitintolavanderia comprese le stirerie, secondo quanto riportato nella delibera n.969/2013, dovranno, segnalare al Comune il nominativo del Responsabile Tecnico in possesso dei requisiti sanciti dalla legge di settore n. 84/2006. In caso di mancata segnalazione, il Comune potrà disporre, previa comunicazione, la sospensione con cessazione dell’attività. I nostri uffici sono a completa disposizione per chiarimenti e pratiche relative ad eventuali adempimenti che dovranno essere assolti per via telematica. Per informazioni contattare Fabiola Foschi al numero 0543 452844 oppure all’indirizzo email ffoschi@confartigianato.fo.it essere impresa • • • dicembre 2015 • 29


categorie e mercato alimentazione Crescono le vendite dei dolci natalizi

Non solo all’estero, in ripresa anche i consumi interni Trionfo per i dolci delle feste della tradizione artigiana italiana sulle tavole di tutto il mondo. Nell’ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all’anno precedente. Lo rileva Confartigianato che ha stilato una classifica dei Paesi più golosi di prodotti italiani: in testa c’è la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. Dall’inizio dell’anno, sono stati acquistati oltralpe 75,1 milioni di euro di dolci natalizi (pari al 24,3% del nostro export di questo tipo di prodotti). La Germania ha acquistato 53,8 milioni di pasticceria per le feste di fine anno (17,4% del totale esportato), mentre nel Regno Unito il nostro export di dolci di Natale è pari a 34,3 milioni (11,1% del totale). Ma l’exploit di crescita nel 2015 si registra negli Stati Uniti che hanno comprato il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014. Secondo il report dell’ufficio studi di Confartigianato l’aumento dell’export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all’estero di cibo made in Italy registrato nel 2015: ben 29,6 miliardi. Il successo della produzione italiana è frutto anche delle 90.977 aziende artigiane del settore, di cui 43.575 imprese specializzate nella pasticceria, per un totale di 159.753 addetti. Un patrimonio economico e di tradizione culturale che per Confartigianato deve essere difeso e valorizzato. Nella classifica delle regioni con il maggiore aumento di export alimentare la Toscana fa registrare il +18,4% nei primi sei mesi del 2015, L’Emilia-Romagna si colloca al quinto posto, dopo Campania, Veneto e Piemonte, precedendo la Lombardia (+1,%). Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato a far crescere la passione degli stranieri per i nostri prodotti della buona tavola è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall’Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg. In ripresa, dopo 9 anni, anche i consumi interni: le vendite di alimentari nei primi 9 mesi del 2015 registrano una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. Le festività natalizie, stimolano gli acquisti: i consumi di alimenti, a dicembre, mostrano un valore di 15,2 miliardi, vale a dire 2,6 miliardi in più (+21,2%) rispetto alla media dei consumi mensili di tutto l’anno. E se la qualità è indiscutibilmente il pun30 • dicembre 2015 • • • essere impresa

to di forza della produzione, i prezzi rimangono sotto controllo: Confartigianato fa rilevare che a ottobre 2015, a fronte di una crescita delle quotazioni delle materie prime alimentari pari al 2%, i costi della pasticceria fresca crescono dell’1%, con una riduzione rispetto all’1,2% di ottobre 2014.

Le cifre del comparto La più alta vocazione all’export alimentare si registra in Emilia-Romagna con esportazioni del settore pari al 3,61% del valore aggiunto regionale, seguita dal Veneto con il 3,55%, dal Piemonte con il 3,54%, dal Trentino-Alto Adige con il 3,51% e dalla Campania con il 2,94%. La metà delle imprese (il 56,2%) si concentra in sei regioni e precisamente in Lombardia (12,5%), Sicilia (11,2%), Emilia-Romagna (9,0%), Campania (8,7%), Piemonte e Veneto (entrambe con il 7,4%). Focalizzando l’attenzione su queste regioni principali osserviamo la crescita maggiore in Veneto e pari all’1,3%, seguita dalla Lombardia con l’1,1%, dalla Sicilia con lo 0,7% e dall’Emilia-Romagna con lo 0,2%; Campania e Piemonte sono invece in flessione rispettivamente dello 0,8% e dello 0,2% Tra le province al primo posto Cuneo con l’11,80% del valore aggiunto provinciale, seguito da Parma con il 10,26%, Verona con il 7,94%, Salerno con il 7,42%, Asti con il 6,85%, Modena con il 5,77%, Mantova con il 5,27%, Vercelli con il 4,97%, Novara con il 4,72% e Siena con il 4,57%. Sono censiti 4.881 prodotti agroalimentari tradizionali: la sola Toscana ne conta quasi un decimo (9,4%) e precisamente 461, seguita dalla Campania con 457 (9,4%), dal Lazio con 393 (8,1%), dall’Emilia-Romagna con 378 (7,7%) e Continua a pagina 31 • • •


alimentazione categorie e mercato L’artigianato alimentare eccellenza italiana

Le imprese ambasciatrici del made in Italy “Che si tratti di dolci, pane, pasta, pizza o della lavorazione e trasformazione di prodotti, il comparto alimentare italiano costituisce il fiore all’occhiello del nostro Paese”. Marco Valenti, responsabile del comparto alimentazione sintetizza così quanto emerso dalla recente rilevazione dell’Ufficio Studi dell’Associazione. Significativo il fatto che nella nostra regione siano in aumento i servizi di ristorazione, in particolare le aziende che producono cibo da asporto evidenziano una crescita dell’1% superiore alla media nazionale ferma al +0,4%. Continua Valenti “la grande vivacità, che caratterizza il settore, è il segnale più evidente della volontà di superare le difficoltà legate al perdurare della crisi e di un rinnovato orientamento alla qualità. L’attenzione ai prodotti, la crescita del biologico e della produzione a km0 indicano che oggi, più che mai, l’eccellenza è ciò che viene richiesta dal cliente.” Per quanto attiene alla composizione dell’artigianato nella produzione alimentare la presenza più consistente si registra nel settore pasticceria, panifici e gelaterie che conta 43.575 imprese, pari al 47,9% del totale, di cui oltre tremila solo nella nostra regione, seguito dal comparto della pasta con 4.185 imprese, il 4,6%, dalla lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne con 2.234 imprese (2,5%), e dall’industria lattiero-casearia con 1.949 imprese, ( 2,1%). “Sono presenti altre importanti nicchie produttive: dalla produzione di tè, caffè, cacao e derivati, condimenti e spezie con 1.016 imprese, al comparto di vini, di cui il nostro territorio è interessante esponente alle birre e distillerie con 878 imprese, in aumento del +4,2% annuo, per un accresciuto interesse del consumatore nei • • • Segue da pagina 30

Le cifre del comparto dal Veneto con 370 (7,6%). Da evidenziare il forte aumento (+10,2%) delle vendite all’estero dei dolci da ricorrenza: torte, panettoni di Natale e dolci della panetteria, della pasticceria o della biscotteria nei primi otto mesi del 2015 segnano un aumento a due cifre negli Stati Uniti d’America (+45,5%), seguiti dalla Germania con +32,1%, dall’Austria con +22,2% e dalla Spagna con +15,6%.

confronti dei microbirrifici artigianali.” Un’ultima nota relativa alla salute dei consumatori: il nostro Paese è la culla della dieta mediterranea e, sulla base della comparazione internazionale sull’obesità degli adulti si evince che la maggiore efficacia della dieta mediterranea in Italia, dove la quota di popolazione in condizione di obesità è del 10,4%, la più bassa di tutti i Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo.

Cambia il sistema Agribio La Regione Emilia-Romagna ha approvato alcune modifiche alle procedure di compilazione e presentazione delle notifiche nel sistema AGRIBIO. Le principali novità introdotte riguardano l’obbligo per tutti gli operatori (agricoli, preparatori, importatori) ad avere un fascicolo aggiornato nella Anagrafe Regionale gestito da un CAA, non ché l’obbligo per tutti gli operatori (agricoli, preparatori, importatori) a usare il sistema informatico AGRIBIO. Non è più ammessa notifica compilata a mano sul modulo cartaceo. Se la notifica fatta su AGRIBIO deve essere firmata, l’invio in Regione può avvenire anche come allegato via email, oltre che via pec o posta/fax. Solo per la prima notifica ci vuole l’invio postale con marca da bollo. Se la firma o la marca da bollo non arrivano entro 20 giorni dalla data di protocollo, la notifica decade e viene archiviata senza produrre effetto. Si sottolinea che il corretto aggiornamento delle informazioni aziendali dell’impresa biologica è il presupposto per non incorrere in errori, anomalie e conseguenti ritardi anche nella gestione del procedimento amministrativo delle misure nel nuovo PSR. Sono di competenza della Regione Emilia-Romagna le imprese biologiche che hanno il fascicolo aziendale gestito da un CAA della Regione Emilia-Romagna. Imprese che operano su più Regioni devono fare una sola notifica completa nella Regione dove hanno il fascicolo aziendale. I dati di notifica vengono condivisi con le altre Regioni tramite il sistema nazionale SIB. Per tutte le specifiche e per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito http://agricoltura. regione.emilia-romagna.it/produzioni-agroalimentari/temi/qualita/agricoltura-biologica Il responsabile di categoria, Marco Valenti rimane a disposizione delle imprese associate, a supporto per tutte le necessità del caso. essere impresa • • • dicembre 2015 • 31



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