Essere Impresa Agosto 2015

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04 • AGOSTO 2015 Anno 05 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Buone ferie Turismo e famiglie italiane, un’indagine di Confartigianato mette in luce che per il 24% degli Italiani la crisi economica non influirà sui programmi di vacanza per il 2015, valore quasi dimezzato rispetto al 45% dei cittadini dell’Unione Europea. Considerando i maggiori condizionamenti, il 28% dei connazionali andrà in ferie ma spenderà meno, il 13% non partirà e il 12% modificherà la lunghezza della vacanza. Indipendentemente dai freddi dati statistici, Confartigianato di Forlì augura agli imprenditori, ai collaboratori e ai loro familiari un’estate serena, all’insegna della fiducia nel futuro.

in evidenza L’EDITORIALE: La ripresa è una chimera? Non lo pensano gli imprenditori che ogni giorno s’impegnano per soddisfare i clienti e conquistarne dei nuovi. Senza paura di prendere decisioni difficili, pur di salvaguardare la propria azienda. A pagina 2 L’APPROFONDIMENTO: Ritrovare la fiducia per rilanciare i consumi, gli investimenti e la voglia di credere nel futuro. Il Centro di Ricerca Einaudi scatta la fotografia del comportamento degli Italiani. Da pagina 4 a pagina 5

ARTUSIANA 2015: Lo stand di Confartigianato registra il tutto esaurito, la voglia di fare squadra ingrediente segreto di ogni serata. Da pagina 10 a pagina 11 IL NOTIZIARIO TECNICO: Nell’inserto centrale gli approfondimenti su saldi e acconti. In materia di ambiente e sicurezza attenzione alla normativa sull’imballaggio. Le nuove convenzioni siglate per i soci. Importanti chiarimenti sul decreto lavoro. Da pagina 15 a pagina 21


associazione editoriale Raggiungere un obiettivo richiede sacrificio

Il coraggio della decisione • di Roberto Faggiotto

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a situazione internazionale, segnata anche dalla crisi greca, registra il permanere di difficoltà che allontanano l’auspicata ripresa. In Italia si alternano segnali contrastanti, titoli dei giornali e aperture dei notiziari televisivi passano da positive visioni di rilancio a cupe indicazioni di come, senza le necessarie riforme, il nostro Paese sia destinato a rimanere nel baratro. Tuttavia, ottimismo e pessimismo o una lettura della vita politica che passa attraverso i filtri delle simpatie o antipatie partitiche non possono essere considerati strumenti validi per disegnare l’Italia di domani. Ciò che, troppo spesso, pare mancare al nostro Paese, in tutti gli ambiti è, una volta definito l’obiettivo, la capacità di delineare una strategia per raggiungerlo, senza cadere in aggiustamenti o deviazioni per evitare di andare a intaccare privilegi consolidati. È una legge non scritta, retaggio di un passato gattopardesco, nel quale le prerogative di alcune classi non potevano essere messe in discussione, anche se l’obiettivo si allontana inesorabilmente. Situazione che poteva forse essere tollerata in altri tempi, quando la crescita economica pareva inarrestabile e il benessere largamente diffuso, ma che oggi, di fronte alle difficoltà economiche di larga parte dei cittadini, risulta non solo odiosa, ma fonte di turbativa sociale. Le persone quotidianamente s’indignano nei confronti della casta e mal tollerano comportamenti che vanno a detrimento dell’intera collettività. Per questo diviene necessario che, chi ha il compito di amministrare, abbia il coraggio di perseguire la strategia migliore per ottenere lo scopo, ovvero risanare il bilancio e rilanciare la competitività. A tutti i livelli, partendo dal governo centrale sino a giungere alla dimensione locale. Non avendo timore di prendere decisioni impopolari, eppure necessarie, valutati tutti gli elementi a disposizione. Solo chi ha una visione d’insieme ha, infatti, l’opportunità di comprendere appieno quali siano gli strumenti migliori per salvaguardare il bene comune. Senza dimenticare che il diritto di critica è sicuramente legittimo, ma il dovere di guidare con criterio è prioritario. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

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Redazione Roberta Zoli

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Anno V • n. 04 AGOSTO 2015

Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale

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2 • agosto 2015 • • • essere impresa

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento associazione Più forti della crisi

Il bicchiere è mezzo pieno

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enza volontà i desideri restano semplici velleità.” Una citazione che è la summa di una verità inconfutabile; avere una visione di se stessi deboli e inermi sotto i colpi della vita è solo un alibi che permette di non impegnarsi a fondo, di non assumere in pieno le responsabilità delle proprie azioni. Attribuire l’insuccesso a cause esterne può essere consolatorio, perché sposta altrove la responsabilità di una battuta d’arresto, piccola o grande che sia. È umano cercare delle scorciatoie, la società ci ha abituati a preferire soluzioni facili e di comodo, anche se non sono sempre quelle migliori. Eppure, guardando onestamente dentro se stessi appare chiaro che per raggiungere uno specifico obiettivo la fortuna o il caso non c’entrano nulla; la determinazione è ciò che consente di superare le inevitabili difficoltà del quotidiano. È un atteggiamento mentale che ben conosce chi ogni giorno, affronta le sfide di un mercato che è sempre più agguerrito e che include anche competitor che non operano nel rispetto della legalità. Senza sottovalutare gli effetti di una crisi senza precedenti e di uno Stato che troppo spesso invece di aiutare la piccola impresa, continua a far scontare proprio agli imprenditore i costi dell’inefficienza. Oggi è indispensabile vedere i cambiamenti e le difficoltà come opportunità che costringono a una scelta, se rassegnarsi o reagire. E chi fa impresa sa di non dover cedere, di dover mettere in campo le energie migliori, perché soltanto con la tenacia e la costanza si può continuare a mantenere viva la propria azienda. Ed è lo stesso atteggiamento propositivo adottato da chi dirige l’Associazione, ritenendo che la peculiarità della situazione richieda misure straordinarie. L’impegno nasce dalla consapevolezza che gli eventi, almeno in parte, dipendono da ciascuno di noi, dalla volontà e dalla capacità di ognuno.

La voglia di dare il massimo è ciò che contraddistingue l’operato di chi vuole superare le criticità del momento ed essere costruttivo, da chi invece non ripone fiducia nel progetto comune. Molti teorici del cambiamento sostengono che l’aspetto positivo delle crisi sia la chance di individuare le risorse migliori, coloro che sanno trovare gli elementi positivi, modificando il modo di valutare gli accadimenti, mantenendo un atteggiamento costruttivo. Malgrado la situazione estremamente complessa, il gruppo dirigente appena insediato vuole delineare il futuro dell’Associazione, non solo per il prossimo quadriennio, ma con una prospettiva più ampia, per contribuire attivamente alla vita del territorio, non solo in ambito economico, prioritario, ma non unico, del nostro operato. Senza illudersi che sia facile, ma con la certezza che dirigenti e personale di Confartigianato condividono gli stessi valori e perseguono lo stesso obiettivo. essere impresa • • • agosto 2015 • 3


l’approfondimento

È una questione di fiducia

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ome un fiume in piena la crisi travolge senza distinzione attività economiche, persone, professionisti, lasciando abbandonati sulla riva rottami, relitti e macerie. In un rapporto pubblicato in questi giorni dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, assieme a Intesa San Paolo, emerge un dato preoccupante. Quella classe media, composta da tanti piccoli imprenditori e aziende a conduzione familiare, che ha consentito al Paese di resistere alla recessione grazie alle risorse accumulate nel corso degli anni, si sta assottigliando. Il fenomeno chiamato “ascensore sociale” per cui gli italiani provenienti dai ceti popolari, miglioravano la propria condizione diventando imprenditori, si è bloccato. Anzi, si sta muovendo in direzione contraria, perché i settori più fragili stanno cedendo sotto i colpi di una crisi senza fine, accompagnata da un nemico più sottile ma altrettanto subdolo, il senso di sfiducia. Un disagio provocato dall’inefficienza e dalla corruzione che continuano a depredare le risorse pubbliche. In questo gioco al massacro il prezzo più alto lo pagano le persone perbene, quelle che hanno fatto crescere le proprie aziende con anni di sacrificio, dedizione al lavoro e umiltà. Ora si chiede che venga alleggerita la pressione fiscale per far ripartire le assunzioni e gli investimenti, veri motori dell’economia. Ma non è con l’abolizione del-

la tassa sulla prima casa e con altre promesse di incentivo che si invertirà la tendenza. Il compito più difficile per chi ci governa è quello di restituirci la speranza in un domani migliore. Perché, per colpa di una politica lontana dai cittadini, inconcludente, la politica delle scorciatoie illusorie, che preferisce mimetizzarsi dietro agli slogan anziché sporcarsi le mani sulle questioni importanti, gli italiani hanno perso la fiducia. In un quadro complicato come quello attuale non bastano nemmeno le iniezioni di liquidità della BCE, il prezzo basso del petrolio, l’euro svalutato sul dollaro e lo spread sotto controllo. Per ricreare quell’entusiasmo che rese possibile il miracolo economico italiano servono trasparenza e verità. Solo se sapremo combinare il mondo imprenditoriale con un sistema pubblico moderno e funzionante potremo tornare a credere nel futuro.

Le aspettative per il prossimo futuro

La paura può essere assai pericolosa: qual è stato il comportamento delle famiglie di fronte alla parte finanziaria della crisi? Il report parla di attesa attiva: nessuna corsa a disfarsi di attività finanziarie, ma una riduzione dell’esposizione ai rischi durante le fasi più complesse della crisi e, al contempo, un aumento della liquidità in deposito. La fine della paura non coincide con il ritorno 4 • agosto 2015 • • • essere impresa

della spensieratezza e dei consumi in eccedenza ai bisogni o alle entrate. Si è inaugurata un’era di consapevole cautela. Le famiglie devono fare i conti con due rischi che non avevano calcolato: in primis che il proprio futuro pensionistico sia di livello inferiore a quello di cui hanno goduto le generazioni precedenti e che l’investimento per accompagnare i figli verso l’autonomia economica sia maggiore di quello ipotizzato. Ecco perché la ripresa non coinciderà con il ritorno al pre-crisi. L’economia delle famiglie italiane ha attraversato una burrasca e ne è uscita con qualche acciacco, ma soprattutto, con un modello di comportamento consapevole e radicalmente diverso dal passato, maggiormente orientato al risparmio. Punto fermo del comportamento dei risparmiatori italiani Continua a pagina 5 • • •


l’approfondimento La crisi e il ceto medio

I dati del centro Einaudi

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n questi giorni ampia eco sui media ha ottenuto la pubblicazione dell’indagine compiuta dal Centro di Ricerca Einaudi in collaborazione con un noto istituto di credito nazionale. Sono numerosi gli spunti offerti dal rapporto che evidenzia come il 2014 sia stato per l’Italia il sesto anno di crisi e il secondo consecutivo di vana attesa della ripresa. Nonostante gli effetti della crisi sui bilanci delle imprese, delle famiglie e dello Stato si fossero pienamente dispiegati e nonostante gli aggiustamenti fiscali realizzati, l’Italia ha dovuto prendere atto che le radici delle proprie difficoltà erano più profonde di un calo congiunturale, destinato a un sicuro rimbalzo. l’Italia ha sofferto di una doppia crisi e quindi di una doppia caduta del reddito: la prima innescata dalla reazione generale al crack Lehman nel 2009; la seconda dovuta all’insufficienza della domanda aggregata nel 2011, proseguita fino al 2014. La stagnazione della domanda interna è l’elemento fondamentale per comprendere le ragioni dell’ultimo posto dell’Italia nel ripristino dei livelli di attività produttiva e di reddito precedenti la crisi. In particolare, il grande assente della domanda interna italiana è stato l’investimento reale (-31 per cento rispetto al 2007) in costruzioni e in aziende. Ma gli effetti sono stati rilevanti anche nei consumi • • • Segue da pagina 4

Le aspettative per il prossimo futuro è il bisogno di sicurezza, tutte le scelte di impiego erano e restano vincolate al fatto che la probabilità di perdita del capitale sia bassa o nulla. Ciò che emerge dallo studio è l’importanza del ceto medio per un’economia che voglia crescere. Il ceto medio ha, infatti, mezzi per consumare e per risparmiare, quindi attiva il mercato dei beni e quello delle attività finanziarie e a questa fascia in larga misura appartengono i ceti dirigenti e la piccola imprenditoria, che sono alla base degli investimenti reali e della competitività del sistema. Senza dimenticare che, la diffusione dei ceti medi è l’esito del fortunato sviluppo delle economie moderne; ma vale anche il meccanismo complementare, ossia che i meccanismi di ascensore sociale legati al ceto medio impattano positivamente sullo sviluppo, favorendolo in concreto.

delle famiglie: prudenza e sobrietà sono i termini che probabilmente meglio descrivono l’atteggiamento con cui viene affrontata l’uscita dalla crisi. Non si arresta infatti la riduzione (precauzionale o indotta dalla caduta del reddito disponibile) delle uscite relative ai consumi giornalieri, al tempo libero, all’acquisto della casa e dell’automobile; solo alcuni capitoli di spesa considerati prioritari dalle famiglie, in primis i figli e la formazione, subiscono minori penalizzazioni. Il ruolo del ceto medio è determinante per la ripresa, essendo la classe più significativa per reddito prodotto, per consumi e per rilevanza numerica. Quante sono le famiglie italiane che appartengono alla classe media? Sono il 38,5% del totale (2015), in caduta rispetto al 57,1 rilevato nel campione del 2007. La mobilità sociale è uno dei fenomeni studiati; in Italia l’ascensore sociale funzionò piuttosto bene, salvo rallentare dagli anni Ottanta in poi, perché l’economia aveva cambiato passo e si stava espandendo a ritmo meno rapido, mentre coloro che bussavano per entrare nel mercato del lavoro erano più di quelli che uscivano. La crisi non ha solo fermato l’ascesa sociale; dal 2009, l’ascensore ha iniziato a scendere. Anche se è auspicio comune un cambiamento di direzione con la ripresa del PIL nel 2015-2016, la discesa c’è stata e, per la prima volta nella storia dell’Italia post-bellica, una generazione di ceto medio dichiara di aver fatto un passo indietro rispetto ai propri genitori. La quota che ritiene di vivere in condizioni materiali peggiori dei genitori è del 45 per cento. La crisi, in altri termini, è stata più violenta di tutte le recessioni precedenti e ha colto impreparata a resistere e a reagire anche la classe centrale della società italiana. Come evidenzia il rapporto, il ceto medio corrente ha perso molte cose per strada, ma essenzialmente fiducia e certezze. Naviga a vista e rema in mezzo a condizioni precarie. I consumi diventano diretti alla soddisfazione dei bisogni e non all’acquisto e basta. L’orientamento dei risparmi è di investire, se si può, a vantaggio dei figli, sia per scongiurare la continuazione del declino sia per contenere l’eccesso di redistribuzione intergenerazionale che, per un motivo o per l’altro, finora ha gravato più sui giovani. essere impresa • • • agosto 2015 • 5


associazione Indagine di Confartigianato fra le aziende associate

Internet, telefonia fissa e mobile una chimera per molti

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seguito della segnalazione da parte di un’azienda di alcuni malfunzionamenti alla linea telefonica fissa, Confartigianato di Forlì ha inviato a tutti gli imprenditori associati un questionario per raccogliere informazioni sullo stato delle comunicazioni fisse e mobili. La risposta è stata massiccia, segno evidente che il tema rappresenta ancora una questione irrisolta. Spiega Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì (nella foto) “numerose imprese, da zone diverse del forlivese, hanno segnalato le criticità a cui vanno soggette, consentendoci di evidenziare aree maggiormente esposte ai disagi, in primo luogo l’area artigianale di Pantera, a Dovadola, che sconta l’obsolescenza della cabina Telecom da cui partono i collegamenti, alla zona industriale di Villa Selva, nella quale molte realtà produttive sono ancora escluse dalla banda larga.” Una mappatura che indica difficoltà diffuse, a volte legate a fattori contingenti come le condizioni meteorologiche avverse, ma più spesso causate da infrastrutture inadeguate. Dall’area del Tramazzo si segnalano, infatti, costanti interruzioni nei collegamenti, lo stesso da parte di realtà

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operanti a Castrocaro; una serie di disagi inaccettabile per chi ha necessità della tecnologia per mantenere i contatti con clienti e fornitori. Continua Valenti “abbiamo trovato grande disponibilità da parte del sindaco di Dovadola Gabriele Zelli, che ha portato il report sui dati emersi dalla nostra rilevazione in discussione alla giunta dell’Unione dei Comuni. Oltre alle amministrazioni occorre l’impegno anche di Telecom affinché ammoderni le infrastrutture, non è possibile imputare ai costi elevati il mancato intervento e i conseguenti disservizi per gli utenti.” Dispiace anche che, a fronte di numerose segnalazioni fatte direttamente ai call center da parte degli imprenditori, ci sia un rimpallarsi di responsabilità da parte dei diversi gestori telefonici, che porta solo a un allungamento dei tempi nella risoluzione del disservizi. Conclude Valenti “il problema è molto avvertito, la stessa Camera di Commercio provinciale in questi anni è intervenuta direttamente per la diffusione della linea Adsl, con la consapevolezza che le comunicazioni digitali non appartengano a un futuro lontano, ma alla realtà attuale. Gli imprenditori non possono più attendere.”


associazione Pressione fiscale freno alla ripresa

Tasi sugli immobili produttivi: aggravio per le imprese

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ell’ultimo mese sono state numerose le scadenze e i pagamenti che hanno pesato sui bilanci delle aziende e degli imprenditori, per questo l’ufficio studi di Confartigianato ha valutato il peso di Imu e Tasi su chi ha un’attività. Dall’analisi è emerso che l’Emilia Romagna è una delle regioni in cui la pressione fiscale sugli immobili produttivi è meno gravosa, eppure questi adempimenti impattano in maniera considerevole sulle imprese, soprattutto coi recenti aggravi legati ai nuovi parametri. L’aliquota complessiva per gli immobili produttivi si discosta di poco dal profilo di tassazione determinato dalle aliquote ordinarie, confermando l’anomalia di capannoni tassati alla stregua di seconde case. Il riepilogo dei comuni e della loro popolazione, divisi per intensità di tassazione sugli immobili produttivi, indica che il 41,6% dei comuni con il 40,9% della popolazione nazionale applica una tassazione medio-alta con aliquote medie comprese tra il 9,10 e il 10,50 per mille, mentre un quarto (25,6%) dei comuni con il 13,4% della popolazione applica una tassazione medio-bassa con aliquote medie comprese tra il 7,7 e 9 per mille. Un altro quarto (25,2%) dei comuni in cui risiede il 42,2% della popolazione im-

Caaf e 730 precompilati

Una riforma da perfezionare Annunciata dal Governo come una svolta epocale per i contribuenti italiani, l’operazione ‘730 precompilato’ ha mostrato le difficoltà che accompagnano il debutto delle grandi novità. Non a caso anche la prevista scadenza del 7 luglio per presentare le dichiarazioni dei redditi, è stata poi prorogata al 23 luglio. Uno slittamento pensato per consentire ai Caaf di smaltire le pratiche e continuare a raccogliere le dichiarazioni dei contribuenti che, quest’anno, sono stati ben al di sotto della media del 2014, come emerso dai dati elaborati da Confartigianato. A fronte dei circa 19 milioni di modelli 730 presentati in Italia l’anno scorso, i dati di quest’anno non sono confortanti. Entro il 7 luglio sono stati presentati 12 milioni di modelli, ai quali si aggiunge circa 1 milione e mezzo di soggetti che, con proprio Pin, hanno autonomamente presentato la dichiarazione

pone una tassazione alta con aliquote medie superiori o uguali al 10,60 per mille (aliquota massima consentita per l’Imu) e solo il 7,6% dei comuni, in cui si concentra solo il 3,5% della popolazione applica una tassazione bassa con aliquote medie inferiori o uguali al 7,60 per mille (aliquota base per l’IMU). L’analisi delle aliquote per regione evidenzia che una minore pressione della tassazione immobiliare si registra in Emilia-Romagna con 9,90 per mille, preceduta dal Veneto con 9,64 per mille. Risulta, inoltre, chiaro che il peso crescente della tassazione locale sugli immobili (forse l’unica leva lasciata a disposizione degli enti locali a fronte di un calo degli stanziamenti del governo centrale), contribuisce a deprezzare il valore delle abitazioni e deprime ulteriormente un mercato dell’edilizia che ha già pagato un peso enorme: il comparto è passato dai 1.728.000 occupati del 2011 ai 1.454.000 del 2014 con una perdita di 274.000 posti di lavoro, il 15,8% in meno in soli 3 anni. Senza sottovalutare il fatto che, nell’arco di tempo in cui è esplosa la tassazione sugli immobili produttivi (2011- 2014), il fatturato del settore manifatturiero in Italia è diminuito del 7,4%, con una perdita di 67,8 miliardi di ricavi. via web. In tutto quasi 14 milioni di dichiarazioni. Da qui l’esigenza, anche grazie alla proroga tardivamente concessa, di colmare il divario rispetto allo scorso anno. Il gap nel numero di dichiarazioni tra il 2014 e il 2015, tuttavia, difficilmente potrà essere recuperato entro la nuova scadenza del 23 luglio, di cui ancora non sono stimabili i dati. Una nota di Confartigianato evidenzia come la gestione complessiva delle dichiarazioni non abbia ricevuto un grosso beneficio. Da qui il rallentamento della gestione delle pratiche rispetto allo scorso anno. Lentezze e difficoltà che, secondo i Caaf di Confartigianato, vanno affrontate con interventi decisi da parte dell’Amministrazione finanziaria. In primo luogo devono essere implementate la disponibilità dei dati per quanto riguarda i contribuenti e gli operatori affinché siano attendibili e completi. E, soprattutto, occorre venire incontro alle esigenze degli intermediari, perché è inammissibile che, in caso di errore, i Caaf rispondano anche dell’imposta che, com’è noto, è costituzionalmente riferita al contribuente. essere impresa • • • agosto 2015 • 7


associazione L’imprenditore Lino Gardini protagonista a Milano

Tuberpack, il brevetto forlivese che ha conquistato l’Expo

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reare un contenitore in grado di conservare inalterate le qualità del tartufo per almeno otto giorni, una sfida che Lino Gardini, vulcanico imprenditore forlivese, ha deciso di raccogliere. E di vincere, come testimoniato dal premio ricevuto all’Expo di Milano dalla sua invenzione, Tuberpack, l’elegante e funzionale confezione a barriera brevettata per preservare le caratteristiche del tartufo. Da sempre appassionato del prezioso tubero e forte dell’esperienza maturata nel campo del packaging, come fondatore dell’azienda Italpak, l’imprenditore ha deciso di dedicarsi alla nuova esperienza. Per oltre due anni ha studiato e messo a punto una serie di progetti che consentissero di creare un ambiente artificiale ottimale per mantenere il tartufo, conservandone l’aroma, garantendone le condizioni igieniche e riducendo la caratteristica perdita di peso del tubero a non più del 4, o 5% contro il normale 15%, se lasciato a contatto con l’aria. Numerose le prove che hanno portato alla definizione dell’attuale modello, un vero e proprio scrigno che non lascia permeare l’aroma pungente, garantendo il livello ottimale di ossigeno per la conservazione delle proprietà del tartufo. Gardini è stato premiato fra le eccellenze italiane e Tuberpack è stato presentato all’interno del Padiglione Italia nell’ambito dell’Expo, attirando l’attenzione dei produttori, alla ricerca di una scatola per poterlo commercializzare in particolare per l’igiene, in quanto si può ammirare senza toccarlo, consentendo ai potenziali acquirenti di poter valutare il prodotto senza inficiarne le caratteristiche. La Giuria del Concorso “Nutrire il futuro. Energie

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dalla tradizione”, promosso da Confartigianato per valorizzare l’eccellenza manifatturiera made in Italy in occasione dell’Esposizione Universale, ha scelto Tuberpack in base alla capacità di esprimere compiutamente, il valore artigiano e la capacità di innovazione. Come spiegato nella motivazione del premio, i ventisei vincitori sono i rappresentanti della manifattura artigiana in grado di realizzare oggetti che sanno coniugare bellezza, innovazione di funzionamento, ricerca tecnologica, uso di materiali ecologici e riciclati, nonché sostenibilità ambientale. Ora tocca al mercato premiare il prodotto.


associazione Fuori Expo di Milano

Presenti due aziende forlivesi

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a regione Emilia Romagna presenta le sue eccellenze all’Italian Makers Village, il fuori Expo realizzato da Confartigianato in occasione dell’Esposizione Universale di Milano e ubicato in via Tortona 32. Uno spazio di 1800 metri quadri allestito per ospitare, dal 30 aprile al 2 novembre, a rotazione settimanale dettata da un calendario tematico, oltre 800 eccellenze artigiane italiane provenienti da tutti i settori. Dal 25 al 29 giugno, tra i protagonisti della regione Emilia Romagna erano presenti due aziende forlivesi: Paper-O, con la linea di cartoleria creativa e Tyche, il brand di T-shirt stampate (nella foto). Le aziende sono state selezionate per la qualità della produzione e la creatività di quanto presentato, entrambi i marchi, pur molto recenti, sono già affermati, non soltanto nel comprensorio e puntano ad ampliare il proprio mercato facendosi meglio conoscere e apprezzare anche attraverso lo spazio Confartigianato. Peculiarità della partecipazione è la sinergia nata tra le due imprese; pur operando in settori diversi, cartotecnica e moda, le due realtà hanno dato vita a una linea di cartoleria realizzata coi disegni che rendono uniche e ben riconoscibili le magliette di Tyche. Otto soggetti che, dalla stoffa, sono passati a caratterizzare quaderni, agende, diari e scatole di cartone di ogni foggia e dimen-

sione. Un assortimento completo che ha fatto il suo debutto proprio sulla piazza milanese. PaperO ha all’attivo consolidate relazioni commerciali sia in Italia sia all’estero, soprattutto oltremanica; obiettivo della partecipazione all’Italian Makers Village è lanciare la nuova linea, intensificando la presenza in ambito internazionale. Un’opportunità garantita dall’iniziativa, unica in Italia, realizzata da Confartigianato: cinque giorni di esposizioni del migliore artigianato, di incontri per scoprire i territori, la cultura e, soprattutto, la creatività delle realtà imprenditoriali della nostra regione.

Italian Makers Village di Confartigianato

Insieme per valorizzare le eccellenze

Italian Makers Village nasce da un’esigenza diventata opportunità grazie all’Expo: quella di dare un nuovo slancio di internazionalizzazione al Made in Italy. Grazie all’Expo sono coinvolti attivamente innumerevoli soggetti, tra espositori e visitatori, attorno a un tema cruciale: Nutrire il Pianeta, Energia per la

Vita. Sei mesi di esperienze, confronto e innovazione all’insegna della sostenibilità. Centoquarantaquattro paesi partecipanti, tre organizzazioni internazionali, un milione di metri quadrati di sito espositivo e circa 20 milioni di visitatori previsti. Un evento che mette l’Italia al centro del mondo e che accompagna il mondo in Italia. Una vetrina imperdibile per le nostre eccellenze artigiane, anche non alimentati, per questo Confartigianato, unica associazione di categoria già presente all’interno del Padiglione Italia con un’area

espositiva e uno spazio istituzionale, ha deciso di puntare sull’evento e di dare corpo ad un progetto parallelo, Italian Makers Village, il fuori Expo. Tra gli obiettivi posti la promozione e la commercializzazione di realtà e prodotti d’eccellenza; l’interazione con visitatori, buyer e delegazioni commerciali estere e la valorizzazione dell’aspetto culturale, divulgativo e sociale del Made in Italy attraverso mostre, convegni, allestimenti ed eventi ricreativi che aiutino a comunicare il significato dell’ “artigenialità italiana”. essere impresa • • • agosto 2015 • 9


associazione Artusiana 2015

Successo per lo stand di Confartigianato di Forlì

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onfartigianato di Forlì ha preso parte all’edizione 2015 della Festa Artusiana, dal 20 al 28 giugno. Dopo una pausa di due anni lo stand dell’Associazione è tornato, infatti, in piazza, con un’offerta diversificata per ogni serata. Da sabato 20 giugno, giorno del debutto con una selezione di dolci come prescrive l’Artusi a cura del “panificio Castellucci”, hanno animato lo spazio dell’Associazione il ristorante “il Posto delle Briciole”, con la ricca degustazione di strozzapreti con crema di borlotti cipolla e pancetta, la pizzeria “Pinco Pallino”, il ristorante “Molino San Michele” che ha preparato il riso alla cacciatora come indicato dal gastronomo forlimpopolese nel suo ricettario, la “Locanda Guelfo” con due primi a base di mora romagnola, “l’associazione culturale San Marten”, con i tortelli alla pesca, la

“gelateria Mascao” con ghiotte novità sempre a base del frutto polposo e per finire la “cooperativa Abbraccio Verde” che ha offerto agli avventori un tris di primi alle erbe spontanee. Un susseguirsi di prelibatezze per ogni palato, con l’attenzione rivolta alla tradizione culinaria artusiana. Spiega Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì “la presenza nel territorio è uno dei capisaldi dell’attività dell’Associazione, confermata anche tra gli obiettivi posti dalla nuova Giunta associativa appena insediata. La partecipazione di quest’anno è frutto della collaborazione di otto aziende associate che hanno deciso di cimentarsi con alcune specialità tipiche del nostro territorio, per contribuire a valorizzare la produzione locale, dalla frutta alla verdura, passando per le erbe spontanee, sino alle pregiate carni, presidio slow food.”

Anche il Birrificio Mazapégul alla manifestazione

Giovane azienda associata, registra importanti consensi Mazapégul Birrificio di Romagna ha predisposto un proprio stand alla diciannovesima edizione della Festa Artusiana con una completa selezione di prodotti, per assecondare le preferenze di intenditori, appassionati e buongustai. Dopo gli ottimi riscontri realizzati nel corso dell’edizione 2014, evento che tenne a battesimo la produzione della giovanissima azienda, il Team del Mazapégul ha deciso di prendere parte anche quest’anno alla manifestazione con una novità: la nuova birra, in edizione limitata, dall’evocativo nome Notti Magiche. Un omaggio ai Mondiali di calcio di Italia 90, per il venticinquesimo anniversario dall’evento che animò quella calda estate. Sono dunque quattro le birre alla spina rese

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disponibili agli appassionati; accanto alle storiche Millemosche e Hesperia e alla novità presentata in anteprima proprio all’Artusiana, è stata estremamente richiesta la Balè Burdeli, la ambrata aromatica, così chiamata in onore di Secondo Casadei e di tutta la Romagna del sano divertimento. Il birrificio di Civitella, avviato poco più di un anno fa, ha già ottenuto lusinghieri riscontri nel panorama degli appassionati delle bevande e il prestigio del marchio è confermato anche dalla presenza dell’intera produzione a Eataly, dove sono acquistabili in diversi formati le pregiate bottiglie della bevanda del folletto romagnolo.


Artusiana 2015 associazione Una selezione di imprese eccellenti

Il trionfo del gusto e della qualità della tradizione romagnola

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uca Morigi (nella foto con alcuni amministratori del territorio), nella duplice veste di presidente del comitato zonale del Basso Bidente e vicepresidente dell’Associazione, traccia un bilancio della partecipazione di Confartigianato alla festa Artusiana “uno stand animato da imprese di altissima qualità, che hanno saputo attrarre l’attenzione degli appassionati della buona cucina, valorizzando al contempo i prodotti della tradizione.” Tre serate, infatti sono state dedicate ai prodotti della terra, a km 0. L’associazione culturale San Marten​di San Martino in Villafranca ha infatti predisposto un menù dedicato alla pesca, il frutto tipico del nostro territorio. Dai tortelli ripieni, rigorosamente fatti a mano dalle sfogline romagnole, al millefoglie guarnito col cioccolato, le pesche coltivate proprio nella frazione forlivese sono state le regine dello stand in due diverse occasioni, facendo registrare il tutto esaurito. Non poteva mancare inoltre il gelato, sempre di frutta e rigorosamente biologico della gelateria Mascao, che ha completato l’offerta a disposizione dei visitatori. Senza dimenticare la Cooperativa Sociale Abbraccio Verde, che ha offerto un tris di primi della tradizione, serviti con condimenti realizzati con erbe spontanee. Sin dalla sua fondazione la Cooperativa si è impegnata a porre l’accento sulla qualità dei prodotti locali e sull’impiego delle erbe di campo, un tempo piatto forte della cucina delle famiglie contadine e oggi riscoperte, anche grazie alla produzione e commercializzazione di conserve e tipicità di Abbraccio Verde. Spiega Morigi “la partecipazione di Confartigianato alla diciannovesima edizione della festa di Forlimpopoli ha messo al centro la gastronomia tradizionale, evidenziando, sera dopo sera, le peculiarità dei diversi territori di cui si compone il comprensorio forlivese; dall’Alto Bidente al Tramazzo, una rilettura della cucina di una volta, per soddisfare il gusto di tutti gli appassionati della buona tavola. “Due serate, infatti, sono state

all’insegna della buona cucina, targata Romagna Toscana: a presentare la ricetta dell’Artusi n.43 “il riso alla cacciatora” è stato il ristorante Mulino San Michele, noto agli appassionati per la raffinatezza dell’offerta culinaria, mentre la Locanda Guelfo ha proposto cappellacci con guanciale di mora romagnola e gnocchi di ricotta di pecora con pesto di piselli e croccante di prosciutto. Due appuntamenti con la tradizione rivisitata con gusto e, al contempo, un omaggio al gastronomo forlimpopolese e alla cucina di qualità. Come chiarito da Morigi “entrambe le imprese costituiscono un fiore all’occhiello dell’area del Tramazzo, per la ristorazione e l’accoglienza In una fase estremamente delicata per l’economia locale, in cui le zone collinari tendono a spopolarsi, investire sul turismo è sicuramente una sfida. L’area di Tredozio e Modigliana è ricca di bellezze paesaggistiche e punto di partenza per interessanti escursioni e può, a buon diritto, diventare un punto di riferimento per gli appassionati di trekking, ma non solo. La presenza di ristoranti che offrono menù ricercati e gustosi, nonché di locande nelle quali realizzare piacevoli soggiorni contribuisce a rendere Tredozio un punto d’attrazione per i visitatori più attenti. Lo stand predisposto dall’Associazione voleva essere l’occasione per i frequentatori della manifestazione di conoscere le opportunità che racchiude il comprensorio forlivese.” essere impresa • • • agosto 2015 • 11


economia & lavoro a cura di Mauro Collina

Qualunque sia il tempo, dobbiamo muoverci assieme se a quasi settant’anni di distanza ne parliamo ancora, significa che il vecchio continente non gode di buona salute. Nel 1947 ogni nazione chiese aiuti “personalizzati” in base alle proprie esigenze, la Francia pretendeva che la Germania ne fosse esclusa, la Gran Bretagna reclamava un trattamento speciale. Nonostante queste pressioni, gli Stati Uniti furono irremovibili nel presentare un piano complessivo che potesse promuovere l’integrazione europea. Quanto è cambiato? Quasi nulla.

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econdo gli storici revisionisti, con il piano Marshall gli americani utilizzarono il loro potere economico, tecnologicamente avanzato, per imporre un nuovo assetto politico in Europa e per contenere l’espansione comunista, contrastando l’influenza sovietica nei paesi dell’Europa occidentale. Per gli storici tradizionalisti invece, il piano Marshall è stato un programma di aiuti che favorirono la ripresa, grazie anche alla propaganda dei concetti cari all’economia di mercato (v. spirito imprenditoriale, concorrenza, libera impresa) migliorando le condizioni di vita delle popolazioni duramente provate dalla seconda guerra mondiale. Chi abbia ragione e chi torto è secondario, una cosa è certa, se il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker dichiara che “la Grecia ha già ricevuto più finanziamenti internazionali di quanti ne ha avuti tutta l’Europa dal piano Marshall”, credo che sia nostro dovere informarci su cosa sta succedendo. Perché

12 • agosto 2015 • • • essere impresa

Bailout: salvataggio dall’esterno di un’istituzione che si trovi in uno stato di insolvenza. Il bailout può avvenire anche per uno Stato sovrano. In questo caso sono altri Stati, insieme a istituzioni quali il FMI a prestare fondi a uno Stato che abbia difficoltà a finanziarsi sul mercato privato, al fine di evitare il suo default. Questo è ciò che è avvenuto in Europa nel 2010-11 con i piani di assistenza a favore di Grecia, Irlanda e Portogallo. È infatti un’Europa disunita, condizionata dall’intransigenza tedesca, alla quale si accoda l’immancabile Francia, quella che affronta il tema più scottante del momento: la crisi greca. Una leadership, quella tedesca che nasce dai fatti. Quando nel 2005 Angela Merkel diventa Cancelliera Federale, la Germania è un Paese vecchio, dal tasso demografico zero, elevata pres-

sione fiscale e disoccupazione al 13,6%. Dopo dieci anni, anni di lavoro sodo, concreto e responsabile, la disoccupazione è scesa al 6,2% e la Germania è rinata. Un vecchio proverbio tedesco dice: “là dove si pialla, cadono i trucioli”. Purtroppo in Grecia l’austerità non è servita a nulla. Il debito ellenico è ai limiti della sostenibilità e gli aiuti concessi finora (245 miliardi di euro fra il 2010 e il 2012) sono stati utilizzati per ripagare o aiutare le banche (89%) e solo l’11% sono finiti al governo greco. Di fronte a questo scenario, resta da scegliere se distribuire il sacrificio fra tutti gli europei o far pagare il prezzo più salato al popolo greco oggi, e a noi italiani, domani. La situazione della Grecia oggi è simile a quella di un Paese uscito da una guerra rovinosa. È nostro dovere condurla nella strada della modernizzazione e non lasciare che sia avamposto isolato dell’Occidente. Il percorso è impervio per tutti e per noi italiani lo è ancor di più, sempre alle prese con cronici ritardi nella revisione della spesa e con le riforme che restano un miraggio lontano. I padri fondatori dell’Unione Europea erano un gruppo eterogeneo di persone mosse da ideali di pace, unità e prosperità in Europa. Se non sappiamo comprendere che il benessere è un bene comune, per cui non si può crescere davvero in solitudine o a danno di altri, l’anelito di quello spirito da cui nacque l’Europa verrà meno e le pale del mulino a vento del vecchio poster, disegnate coi colori di ogni paese che beneficiò del piano Marshall, resteranno mestamente immobili.


a cura di Mauro Collina economia & lavoro

I Confidi verso un cambiamento inevitabile Il recente via libera del Senato al Disegno di Legge delega è il primo passo per la riforma del sistema dei Confidi. Un provvedimento necessario, i cui principi cardine mirano a porre rimedio ai già noti punti deboli. Il primo argomento è quello del rafforzamento patrimoniale, variabile fondamentale per determinare il volume delle garanzie che i singoli Confidi possono rilasciare ed elemento indispensabile per fronteggiare le sofferenze provocate dalla crisi. Il Disegno di legge aspira a rendere sistematica e conforme alle normative europee sugli aiuti di Stato la possibilità, da parte delle Istituzioni pubbliche, di accrescere le risorse dei Confidi tramite contributi in conto capitale. Con questa misura le cooperative di garanzia potranno definire compiutamente le strategie aziendali, stabilizzando l’operatività. Un altro punto sensibile riguarda la razionalizzazione dell’attività, appesantita da un insieme di adempimenti amministrativi che il sistema dei Confidi è tenuto ad osservare. Si tratta spesso di obblighi ai quali provvedono già le banche, creando una sovrapposizione degli adempimenti (v. antiriciclaggio) che causa inefficienza a scapito delle imprese senza portare vantaggio alcuno: si tratta a tutti gli effetti di una mera duplicazione della produzione documentale. Perché non semplificare, lasciando ad esempio ai Confidi gli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette, abbandonando la restante, inutile impalcatura burocratica? La soddisfazione per l’approvazione del DDL

è generale. Nel coro unanime degli apprezzamenti vogliamo aggiungere una voce non polemica e nemmeno dissonante, una sorta di controcanto che si sovrappone alla linea melodica principale. Perché se vogliamo essere sinceri, quei Confidi che costituivano uno strumento strategico per facilitare l’accesso al credito delle imprese, negli ultimi anni sono diventati lo scaricabarile di troppe banche. Quelle stesse banche che evitano di assumere rischi dietro la scusa di non avere capitale sufficiente e che concedono finanziamenti solo se riassicurati dal Fondo Centrale di Garanzia. Con il ricorso massiccio al Fondo Centrale, lo Stato già stanco e indebitato sta garantendo tutto quello che può. Questa abitudine, oltre ad essere ingiusta, non può durare. I Confidi devono avere la possibilità di recuperare le forze, tornando ad assistere con la propria garanzia la moltitudine di piccole imprese che ne compongono la base sociale e non solo i rifiuti tossico/nocivi degli istituti di credito. Ma riprendiamo la buona notizia da cui siamo partiti: dopo il Senato, la palla passa alla Camera. Ammesso che per l’approvazione siano necessari meno dei 17 mesi impiegati dal Senato, si dovrà comunque attendere l’emanazione dei decreti attuativi del Governo. In una realtà che corre veloce i tempi della politica restano inadeguati. Solo i Confidi che sapranno cambiare pelle rapidamente potranno sopravvivere al prossimo inverno. Nel frattempo un vento freddo che non preannuncia nulla di buono ha iniziato a soffiare sull’Europa: è il grecale.

UFFICIO CREDITO CONFARTIGIANATO Presso i nostri uffici troverete gli strumenti necessari per la gestione finanziaria della vostra impresa. In particolare ci occupiamo di: ➽ Analisi dei flussi finanziari aziendali ➽ Richiesta finanziamenti a tassi estremamente convenienti, attraverso l’utilizzo di garanzie previste dal FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI e dal FONDO REGIONALE DI CO-GARANZIA. ➽ In convenzione con Unifidi è possibile ottenere finanziamenti a medio/lungo termine per investimenti, liquidità e consolidamento dei debiti, così come anche garanzie su linee di credito a breve (fido di c/c, SBF, e anticipo fatture) e su leasing, ➽ Condizioni bancarie vantaggiose, con la possibilità di controllare sia i tassi “dare” (scoperto di c/c, portafoglio sbf, anticipo fatture) sia i costi fissi (spese di chiusura, RI-BA, sconto e incasso SBF, giorni di valuta per assegni ed effetti, ecc.), ➽ Richiesta di agevolazioni all’impresa. ➽ In accordo con Fraer Leasing SpA siamo in grado di proporre soluzioni diversificate per l’acquisizione di beni strumentali (autovetture, veicoli commerciali, camion/rimorchi, macchine utensili, macchine operatrici, macchine da cantiere, immobili). Per informazioni contattare l’ufficio credito di zona Tel. 0543/452811 - Fax 0543/452843 - e-mail: credito@confartigianato.fo.it

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Emilia Romagna

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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli IL SALDO 2014 E L’ACCONTO 2015 ALLA LUCE DELLA PROROGA Il DPCM 9.6.2015, pubblicato sulla G.U. 12.6.2015, n. 134, ha disposto la proroga del termine di versamento delle imposte risultanti dal mod. UNICO 2015 (compresa l’IVA derivante dalla dichiarazione unificata) e dal mod. IRAP 2015 il cui termine “ordinario” è fissato al 16.6.2015 (16.7 con la maggiorazione dello 0,40%). I termini di versamento sono differenziati a seconda che il contribuente sia o meno interessato dalla proroga come di seguito evidenziato.

SOGGETTI INTERESSATI DALLA PROROGA Il versamento delle imposte derivanti dal mod. UNICO / IRAP 2015 va effettuato:  entro il 6.7.2015 senza alcuna maggiorazione;  dal 7.7 al 20.8.2015 con la maggiorazione dello 0,40%; da parte di:  persone fisiche (imprenditori o lavoratori autonomi) che esercitano un’attività per la quale è stato elaborato lo studio di settore;  contribuenti minimi ex art. 27, commi 1 e 2, DL n. 98/2011. Nel citato DPCM è contenuto anche il richiamo ai soggetti che applicano il regime forfetario introdotto dalla Finanziaria 2015. Tale riferimento ha fatto sorgere una questione operativa. Infatti:  per il versamento del saldo 2014 lo stesso risulta ininfluente, stante il fatto che il nuovo regime forfetario è applicabile dal 2015;  l’adozione del nuovo regime forfetario dal 2015 non richiede il versamento dell’acconto dell’imposta sostitutiva. È quindi opportuno che il MEF chiarisca l’applicabilità di tale riferimento;  soggetti diversi dalle persone fisiche (ad esempio, sas, snc, srl, spa): - esercenti un’attività per la quale è stato elaborato lo studio di settore, anche se esclusi dall’applicazione dello stesso per cause diverse dal conseguimento di ricavi / compensi superiori a € 5.164.569.

La proroga, quindi, opera a prescindere dell’effettiva applicazione dello studio di settore e pertanto riguarda anche i soggetti interessati da una causa di esclusione o di inapplicabilità, ferma restando l’esclusione dalla proroga per coloro che hanno conseguito ricavi / compensi superiori a € 5.164.569. Non possono fruire della proroga neppure i soggetti che, avendo ricavi / compensi 2014 superiori a € 5.164.569 ma non a € 7.500.000, non applicano gli studi di settore ma sono comunque tenuti a compilare i relativi modelli;  tenuti, in base al termine ordinario, ad effettuare il versamento entro il 16.6.2015. Le società che approvano il bilancio nel mese di giugno usufruendo del maggiore termine di 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio non possono beneficiare della proroga e devono effettuare i versamenti entro il 16.7 (20.8 con la maggiorazione dello 0,40%);  soggetti titolari di redditi di partecipazione in società che possono fruire della proroga, ossia: - collaboratori di imprese familiari; - soci di società di persone / associazioni professionali / società di capitali trasparenti. Come precisato dall’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione 16.7.2007, n. 173/E, la proroga interessa anche i soci di srl “non trasparenti” (soggette agli studi di settore), iscritti alla Gestione IVS, con esclusivo riferimento ai contributi previdenziali. Per tali soggetti, l’IRPEF e relative addizionali, ecc., vanno invece versate entro i termini ordinari (16.6 - 16.7 + 0,40%).

SOGGETTI NON INTERESSATI DALLA PROROGA Non possono beneficiare della proroga i soggetti non interessati dagli studi di settore, quali: • le persone fisiche “private”; • i soggetti tenuti all’applicazione dei parametri; • gli imprenditori agricoli titolari esclusivamente di reddito agrario; • i soggetti che hanno conseguito ricavi / compensi di ammontare superiore a € 5.164.569; che pertanto devono effettuare il versamento delle imposte derivanti dal mod. UNICO / IRAP 2015 entro il 16.6.2015 ovvero il 16.7.2015 con la maggiorazione dello 0,40%. Continua a pagina 16 • • • essere impresa • • • agosto 2015 • 15


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 15

NUOVO RAVVEDIMENTO OPEROSO Come è noto, la Finanziaria 2015, nell’ottica di un miglioramento dei rapporti Fisco-contribuente, ha profondamente innovato l’istituto del ravvedimento operoso e ha disposto l’abolizione progressiva di taluni istituti deflativi del contenzioso. In merito l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti dapprima con la Circolare 19.2.2015, n. 6/E e, recentemente, con la Circolare 9.6.2015, n. 23/E. A seguito della riformulazione dell’art. 13, D.Lgs. n. 472/97:  con l’aggiunta al comma 1 delle lett. a-bis), b-bis), b-ter) e b-quater), sono state introdotte nuove ed ulteriori soglie temporali entro le quali poter effettuare la regolarizzazione, con una diversa articolazione della sanzione ridotta, prevedendo quale termine di attivazione del ravvedimento operoso quello di decadenza dell’azione di accertamento;  non preclude la regolarizzazione, limitatamente ai tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate, l’inizio di accessi, ispezioni e verifiche ovvero l’avvenuta constatazione della violazione. Come evidenziato dall’Agenzia delle Entrate nella citata Circolare n. 23/E, tra i tributi amministrati dall’Agenzia rientrano, oltre alle imposte dirette, l’IVA, le imposte / entrate erariali, anche l’IRAP e le addizionali comunale e regionale all’IRPEF. Continuano a costituire cause ostative al ravvedimento:  la notifica di un avviso di accertamento / liquidazione o di ogni altro atto avente natura impositiva;  gli avvisi bonari ex artt. 36-bis e 36-ter, DPR n. 600/73 e 54-bis, DPR n. 633/72 nonché, come chiarito nella citata Circolare n. 6/E, gli avvisi di recupero dei crediti d’imposta e gli avvisi di irrogazione delle sanzioni. Il contribuente che ha ricevuto la comunicazione degli esiti del controllo automatizzato e/o di quello formale può avvalersi del ravvedimento per sanare altre violazioni che non gli sono state contestate con tale procedura. La nuova lett. a-bis) del citato art. 13 prevede la riduzione della sanzione: “ad un nono del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni, anche se incidenti sulla determinazione o sul pagamento del tributo, avviene entro il novantesimo giorno successivo al termine per la presentazione della dichiarazione, ovvero, quando non è prevista dichiarazione periodica, entro novanta giorni dall’omissione”.

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La formulazione normativa della disposizione in esame ha generato alcuni questioni interpretative, risolte dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare n. 23/E in esame. Innanzitutto è confermato che la predetta disposizione è applicabile anche ai tributi diversi da quelli amministrati dall’Agenzia delle Entrate, compresi i tributi locali e regionali tra cui rientrano le tasse automobilistiche. Con particolare riguardo a queste ultime, l’applicazione della disposizione in esame opera “sull’intero territorio nazionale” e pertanto anche nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. Peraltro, relativamente ai tributi locali / regionali operano le “ordinarie modalità di regolarizzazione” già applicabili prima delle novità introdotte dalla Finanziaria 2015 e pertanto, secondo l’Agenzia, è possibile avvalersi del ravvedimento lungo di cui alla lett. b) per la regolarizzazione delle violazioni in materia di IMU / TASI entro il 30.6 dell’anno successivo a quello in cui è stata commessa la violazione, come precisato dal MEF nella Risoluzione 29.4.2013, n. 1/DF. Relativamente alla disposizione in esame non era, inoltre, chiaro il termine iniziale di computo dei 90 giorni entro i quali effettuare la regolarizzazione in caso di omesso versamento di tributi periodici. In particolare, da un’interpretazione letterale risultava che, tenuto conto che il termine finale è rappresentato generalmente dal 29.12 (90 giorni dal termine di presentazione della dichiarazione), in ipotesi di omesso versamento di un acconto IRPEF / IRES scadente il 30.11, la regolarizzazione entro il 29.12 comportava l’applicazione di una sanzione ridotta ad 1/9 del minimo; tuttavia, essendo anche possibile il ravvedimento entro il 30.12 (30 giorni dal 30.11) con la riduzione ad 1/10 del minimo ai sensi della lett. a), si sarebbe generata una sovrapposizione di disposizioni. Ora l’Agenzia, dopo aver evidenziato che con la previsione di cui alla nuova lett. a-bis):  “… il Legislatore … ha voluto contemplare un’ipotesi di regolarizzazione «intermedia» tra il c.d. ravvedimento breve nei 30 giorni, disciplinato dalla lettera a) e quello più ampio, disciplinato dalla … lettera b)” afferma che:  “nell’interpretare la nuova disposizione occorre tener conto delle finalità, dirette a delineare un quadro di graduale incremento della sanzione da versare … in funzione del maggior tempo trascorso dalla commissione della violazione”. Ciò considerato, è stato chiarito che il termine di 90 giorni decorre da momenti diversi a seconda della tipologia di violazione. In caso di omesso versamento, il termine di ravvedimento è di 90 giorni dalla scadenza del pagamento; Continua a pagina 17 • • •


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 in caso di violazione commessa mediante la dichiarazione, il termine di ravvedimento è di 90 giorni dal termine di presentazione della dichiarazione;  in caso di violazione diversa dalle precedenti, il termine di ravvedimento è di 90 giorni dalla commissione della violazione.

Ambiente e Sicurezza • a cura di Alberto Camporesi ETICHETTATURA E IMBALLAGGIO Dallo scorso giugno, la sola normativa vigente per la classificazione e l’etichettatura delle sostanze chimiche e delle miscele è il Regolamento (CE) 1272/2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio (CLP). Cosa cambia per gli utilizzatori? Le schede di sicurezza in possesso degli utilizzatori devono essere revisionate, in quanto sono il principale strumento per garantire la sicurezza in ambito lavorativo. L’impresa che utilizza composti chimici, deve verificare che tutte le sostanze acquistate (tal quali o in miscela): a) siano pre-registrate o registrate dal produttore/importatore. Gli utilizzatori a valle non sono autorizzati ad immettere sul mercato sostanze non registrate (art.5 del REACH). Al fine di verificare che tutte le sostanze utilizzate (anche quelle non pericolose) siano state preregistrate o registrate dal produttore/importatore, è auspicabile predisporre un elenco delle sostanze e miscele acquistate con i relativi fornitori. b) Non siano comprese nell’elenco riportato in allegato 14 del REACH (sostanze soggette ad autorizzazione). Nel caso siano comprese in tale elenco, l’utilizzo è consentito solo previo rilascio di specifica autorizzazione da parte dell’ECHA al produttore, importatore o utilizzatore a valle- art. 56 del REACH. c) Se comprese nell’elenco riportato in allegato 17 del REACH (sostanze soggette a restrizioni), rispettino le restrizioni d’uso riportate in tale allegato - art. 67 del REACH. D) Siano utilizzate solo per usi consentiti dalla scheda dati di sicurezza - art. 37 del REACH. Per maggiori informazioni potete contattare gli uffici ambiente sicurezza di Confartigianato.

Affari generali • a cura di Monica Gori Durc on line, prime evidenze A pochi giorni dall’avvio del nuovo sistema di verifica della regolarità contributiva “Durc on line”, è già possibile trarre i primi bilanci: in questa fase iniziale di attuazione delle procedure informatiche, a fronte di una media giornaliera di 4.500 richieste, sono stati emessi esiti immediati di regolarità contributiva da parte del “sistema” per l’80% delle imprese verificate, mentre del rimanente 20% di pratiche rese disponibili alle Casse edili per l’attuazione della fase istruttoria di regolarizzazione, la parte prevalente è costituita da quelle relative ad imprese non iscritte alle Casse. Oltre al dato positivo di cui sopra (fonte CNCE), si sono riscontrate alcune anomalie riguardanti, in particolare, il rilascio a imprese edili di documenti di regolarità contributiva non riportanti l’esito della verifica mediante le Casse edili, dovute all’impropria gestione del processo di verifica del Codice Statistico Contributivo (CSC) elaborato dall’INPS che non aveva correttamente inserito i CSC edili per diverse imprese, “saltando” così la verifica del sistema delle Casse. In seguito a segnalazioni, l’INPS ha provveduto a risolvere il problema. Si ricorda che, ai fini della verifica di regolarità contributiva, le imprese individuali senza dipendenti non sono tenute ad iscriversi alle Casse edili; al contrario, è tenuta ad iscriversi alla Cassa l’impresa che non ha più dipendenti (o ha solo dipendenti impiegati) ma che in passato ha attivato rapporti di lavoro per i quali l’INPS gli ha quindi già assegnato un Codice Statistico Contributivo (CSC) poiché in tale fattispecie il “sistema” provvederà in automatico a coinvolgere nel processo di verifica anche le Casse edili. Alla luce della nuova normativa in materia di Durc, il Comitato della Bilateralità (costituito dalle Parti Sociali dell’edilizia) ha approvato le nuove regole per le Casse Edili e le Edilcasse modificate secondo le disposizioni di verifica telematica entrate in vigore il 1° luglio.

Appalti e Ccnl edilizia: risposta del Ministero del Lavoro Il Ministero del Lavoro con la nota del 1° luglio, in risposta a una lettera congiunta delle parti sociali Continua a pagina 18 • • • essere impresa • • • agosto 2015 • 17


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dell’edilizia, confermando l’orientamento espresso dalle medesime e dall’ANAEPA, ha chiarito che le imprese partecipanti all’appalto, a fronte di una stessa attività, qualificabile come edile, dedotta in misura prevalente nel disciplinare di gara, devono applicare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) edilizia. Le parti sociali avevano richiesto al Ministero di pronunciarsi con un’apposita comunicazione in merito al regime applicabile negli appalti pubblici e non, dell’edilizia, al fine di garantire una uniformità di comportamento nell’applicazione del contratto collettivo di riferimento e di garantire effettivamente la tutela dei lavoratori interessati nonché la leale concorrenza degli operatori del mercato. Infatti, sempre con maggiore frequenza si verifica il fenomeno di imprese che, nella partecipazione a bandi di gara aventi ad oggetto lavorazioni edili o prevalentemente edili, applicano contratti differenti da quello edile, provocando una forte alterazione del mercato e della leale concorrenza tra le imprese. In riferimento a tale problematica, il Ministero, richiamando l’art. 118 comma 6 del Codice dei contratti pubblici (D. Lgs. 163/2006), chiarisce che un’impresa affidataria di lavori edili o prevalentemente edili è tenuta ad osservare il contratto collettivo nazionale e territoriale di zona in vigore per lo specifico settore edile, osservando integralmente le disposizioni relative al trattamento economico e normativo in esso contenute. Mentre le imprese che operano nel settore edile privato - prosegue la nota - sulla base della normativa contenuta nel Testo Unico Sicurezza (D.Lgs. 81/2008, articolo 90), sono obbligate ad iscrivere i lavoratori alla Cassa Edile territorialmente competente, quando l’oggetto dei lavori attiene in misura prevalente alla categoria di opere che rientrano tra le attività previste dal contratto del settore edile, indipendentemente dal comparto di riferimento.

Lavori oltre i 150 mila euro: nuove istruzioni dall’ANAC L’Autorità nazionale anticorruzione A.N.A.C. con il comunicato pubblicato il 19 giugno scorso, ha fornito nuove indicazioni alle stazioni appaltanti, concernenti oneri di sicurezza aziendali e soccorso istruttorio, a seguito dell’adozione in settembre 2014 del bando-tipo n. 2 “Affidamento di lavori pubblici nei settori ordinari: procedura aperta per appalto di sola esecuzione lavori, contratti di importo superiore a 150.000 euro, offerta al prezzo più basso”. Al riguardo, in considerazione dei più recenti interventi normativi e giurisprudenziali, in attesa dell’adeguamento da parte dell’Autorità del bando-tipo n. 2, si sono rese necessarie ulteriori indicazioni per le stazioni appaltanti. In tema di oneri di sicurezza azien-

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dali, si richiama la sentenza n. 3 del 20 marzo 2015 del Consiglio di Stato, che ha chiarito che l’omessa specificazione, in fase di offerta, dei costi di sicurezza interni configura un’ipotesi di mancato adempimento alle prescrizioni previste dal Codice Appalti e comporta, perciò, l’esclusione dalla procedura. Pertanto, al fine di garantire l’osservanza del principio espresso nella pronuncia e di evitare di generare un errato affidamento dei concorrenti in ordine all’assenza dell’obbligo in questione, l’ANAC dispone che le stazioni appaltanti debbano prevedere nei bandi di gara l’obbligo degli operatori economici di indicare espressamente nell’offerta gli oneri di sicurezza aziendali. Nei bandi dovrà quindi essere inserita la formula: «La dichiarazione dovrà contenere altresì l’indicazione dei costi relativi alla sicurezza ai sensi dell’art. 87, comma 4, del Codice». Per le procedure in corso, in relazione alle quali non sia ancora scaduto il termine per la presentazione delle offerte, l’ANAC, altresì, suggerisce alle stazioni appaltanti di inserire un chiarimento al bando nel profilo del committente, in cui specificare che i concorrenti dovranno espressamente indicare in sede di offerta gli oneri di sicurezza. In tal caso la stazione appaltante potrà valutare l’opportunità di posticipare il termine per la presentazione delle offerte. In tema di soccorso istruttorio, l’ANAC spiega che le stazioni appaltanti sono tenute a coordinare il bando-tipo n. 2 con la nuova disciplina del soccorso istruttorio dall’art. 39, comma 1 del decreto Semplificazioni (Dl. n. 90/2014, convertito, con modificazioni, nella Legge n. 114/2014). Pertanto, le cause di esclusione dalla procedura di gara individuate nel bando-tipo n. 2 sono suscettibili di regolarizzazione nei modi e nei limiti chiariti dall’Autorità, con conseguente possibilità di procedere all’esclusione del concorrente solo dopo l’infruttuosa richiesta di regolarizzazione da parte della stazione appaltante.

Nuove convenzioni riservate ai soci Interessanti opportunità con Renault È stata siglata la convenzione con Renault Italia per l’acquisto delle autovetture e dei veicoli commerciali a condizioni di mercato esclusive. In particolare per quanto riguarda le autovetture, gli sconti vanno dall’11% per il modello Espace 2015, al 14% per la nuovissima Kadjar, fino ad una riduzione del 31% per l’acquisto della Xmod; per i veicoli commerciali, vengono applicati sconti del 36% per il furgone Master trasporto Merci, mentre per uno dei modelli più venduti, il Nuovo Trafic trasporto Merci, lo sconto è del 32%; l’offerta comprende anche la più vasta gamma di veicoli elettrici, e quindi ad emissione zero (ZE), esistente sul mercato, particolarmente Continua a pagina 19 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 18

adatta alla circolazione nei centri urbani dove sono in vigore le limitazioni al traffico, e in particolare i modelli Twizy, anche nella versione “cargo”, che è acquistabile con uno sconto del 13%, l’autovettura Zoe, alla quale viene applicata un riduzione del 19%, ed il veicolo commerciale Nuovo Kangoo ZE, disponibile anche nelle versioni Maxi e Maxi Combi, con uno sconto del 32,5%; è indispensabile che le imprese ed i collaboratori delle Associazioni interessati, al momento dell’acquisto di un veicolo Renault, attestino la propria appartenenza a Confartigianato presentando apposita documentazione da richiedere in Associazione.

Stylenda Siglato un accordo che permette alle imprese associate interessate, di avviare il commercio online dei propri prodotti a costi molto contenuti. Attraverso una procedura semplificata web-based, che non richiede software da scaricare o domini da registrare, le imprese possono realizzare in maniera “fai da te” un sito di e-commerce certificato come Made in Italy, partendo dall’indirizzo www.stylenda.com La Convenzione Confartigianato-Stylenda consente di utilizzare il servizio a un prezzo scontato del 50% per 12 mesi, e quindi creare e gestire un negozio online ad un costo tra i 10 e i 20 Euro/mese (iva inclusa) a seconda del profilo scelto. Segnaliamo che non sono richieste percentuali sulle vendite e non ci sono periodi minimi di adesione: il canone è mensile e si può recedere in qualsiasi momento senza penali semplicemente cliccando sul tasto “cancella il tuo negozio”.

TotalErg TotalErg offre agli associati la Carta Carburante Voil@’ per il pagamento di carburanti e lubrificanti, su tutta la rete nazionale, presso le stazioni di servizio TotalErg: attraverso la convenzione le imprese associate possono richiedere la Carta gratuitamente, in luogo di un canone mensile di € 0,90 (€ 10,80 all’anno) per singola carta. Ogni impresa può richiedere un massimo di 3 Carte Voil@’; la card consente di ottenere uno sconto di 0,02 €/litro sul prezzo esposto alla pompa presso la stazione di servizio TotalErg scelta dall’impresa e associata alla carta, cumulativo con eventuali sconti praticati nella stessa stazione di servizio. L’utilizzo della Carta Voil@’ prevede la dilazione di pagamento a 20 giorni dalla data della fattura, che sostituisce la scheda carburante, con l’addebito sul conto corrente bancario dell’impresa senza il pagamento di alcuna commissione e con un plafond mensile di € 1.200 per un massimo di 3 mezzi per impresa; per richiedere la Carta Voil@’ è necessario compilare il form online disponibile

all’indirizzo: www.totalerg.it/nei-nostri-punti-vendita/ carte-petrolifere/voila/domanda-di-adesione inserendo il codice convenzione “CONFARTIGIANATO”. L’impresa richiedente, una volta accettata la domanda, riceverà via email il pdf con la domanda precompilata che dovrà essere stampata, firmata e spedita, insieme alla dichiarazione di adesione a Confartigianato rilasciata dall’Associazione o copia della tessera di iscrizione per l’anno 2015, a TotalErg all’indirizzo: contratti.voila@totalerg.it

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani DECRETO LAVORO Il Decreto legislativo recante il testo organico delle tipologie contrattuali e la revisione della disciplina delle mansioni è stato pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 34 alla Gazzetta Ufficiali n. 144 del 24 giugno u.s., ed è entrato in vigore il giorno successivo, il 25 giugno 2015. Il decreto, ribadisce la centralità del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, contiene una disciplina organica dei contratti di lavoro, raccogliendo in un unico testo disposizioni attualmente contenute in diverse fonti normative. Di seguito la sintesi degli argomenti trattati nel decreto legislativi

CONTRATTO A TEMPO PARZIALE Il decreto interviene sull’impianto generale del D.Lgs. n. 61/2000 introducendo, da un lato, importanti modifiche all’attuale disciplina e mantenendo, dall’altro, il ruolo assegnato alla contrattazione collettiva sulla materia. Rispetto all’attuale disciplina dell’istituto (che viene contestualmente abrogata) segnalo le principali modifiche:  il decreto, nel definire, il rapporto a tempo parziale, non pone più la distinzione tra rapporti a tempo parziale di tipo orizzontale, verticale o misto. Si considera, quindi, a tempo parziale il rapporto di lavoro con orario inferiore a quello fissato dall’art. 3 del D.Lgs. n. 66/2003. La soppressione delle tipologie di lavoro parziale, hanno una ricaduta immediata, per la quale si attende un opportuno chiarimento, sulla disciplina Continua a pagina 20 • • • essere impresa • • • agosto 2015 • 19


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 19

del lavoro supplementare (finora ammesso solo in caso di part time orizzontale), del lavoro straordinario (finora ammesso solo in caso di part time verticale o misto) nonché su quella delle clausole flessibili ed elastiche (quest’ultime finora ammesse solo in caso di part time verticale o misto); in merito al trattamento del lavoratore a tempo parziale, la normativa demanda alla disciplina collettiva la modulazione della durata del periodo di prova, del periodo di preavviso in caso di licenziamento o dimissioni, e del periodo di conservazione del posto di lavoro in caso di malattia o infortunio;  il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale (nonché, in base ad eventuale successiva richiesta, di nuova trasformazione a tempo pieno) è esteso in favore dei soggetti affetti da gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti. Al coniuge, al figlio o al genitore del lavoratore affetto dalle suddette patologie è riconosciuta, invece, una priorità nella trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale;  riguardo al diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo pieno, il decreto prevede tale diritto (per l’espletamento delle stesse mansioni o di mansioni di pari livello e categoria) solo in favore del lavoratore che abbia trasformato il rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale;  viene introdotto il diritto per il lavoratore di richiedere, per una sola volta, in luogo del congedo parentale, la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale per un periodo corrispondente, con una riduzione d’orario non superiore al 50%. In seguito a tale richiesta il datore di lavoro deve dar corso alla trasformazione entro i 15 giorni successivi.

LAVORO INTERMITTENTE La disciplina del lavoro intermittente non subisce sostanziali modifiche rispetto alla precedente regolamentazione dell’istituto.. A tale riguardo si segnalano le seguenti differenze:  in base alla nuova formulazione, del decreto, si subordina alle determinazioni dei contratti collettivi anche l’ammissibilità dell’ipotesi di contratto intermittente relativo a periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno. Al contempo si prevede che in assenza di contrattazione collettiva l’individuazione dei casi di utilizzo del lavoro intermittente sia operata con decreto del Ministero del Lavoro.

20 • agosto 2015 • • • essere impresa

Alla luce di quanto previsto dall’articolo 55, comma 3, del decreto, che fa salve le regolamentazioni attualmente vigenti fino all’emanazione dei decreti attuativi previsti dal provvedimento, sembra possibile affermare che, fino all’emanazione del decreto ministeriale sopra citato, possano essere stipulati contratti di lavoro intermittente con riferimento alle attività elencate nel R.D. n. 2657/1923;  il divieto di ricorso al lavoro intermittente nella fattispecie della sussistenza di licenziamenti collettivi o di trattamenti di integrazione salariale viene posto in termini tassativi, e quindi non superabile da parte della contrattazione collettiva (la norma finora vigente fa salva l’ipotesi di una diversa previsione da parte degli accordi sindacali);  in merito all’ipotesi di rifiuto ingiustificato, da parte del lavoratore, rispetto all’obbligo, contrattualmente assunto, di rispondere alla chiamata del datore di lavoro, si conferma che esso può costituire un motivo di licenziamento e comportare la restituzione della quota di indennità di disponibilità relativa al periodo successivo all’ingiustificato rifiuto, ma non si fa più riferimento anche ad un congruo risarcimento del danno a carico del lavoratore;  il criterio di computo dei lavoratori intermittenti nell’organico dell’impresa è esteso alle ipotesi in cui il computo rilevi per l’applicazione di una disciplina di fonte contrattuale;  il decreto conferma l’obbligo di comunicazione a carico del datore di lavoro prima dell’inizio della prestazione. A tale riguardo si segnala che dal 1° giugno 2015 è cambiato l’indirizzo PEC al quale inviare tale comunicazione. Il nuovo indirizzo è intermittenti@pec.lavoro.gov.it e sostituisce definitivamente il precedente indirizzo intermittenti@ mailcert.lavoro.gov.it.

CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO Rispetto all’attuale disciplina si segnalano i seguenti aspetti:  il limite di durata (del singolo contratto e/o della somma di più contratti tra le stesse parti) resta confermato a 36 mesi, per il computo del quale si tiene conto dei contratti, e delle missioni in somministrazione, conclusi per lo svolgimento di qualunque mansione, e non più solo quelli aventi ad oggetto mansioni equivalenti;  in merito all’ipotesi di un ulteriore contratto a termine, in deroga al limite massimo di 36 mesi, si prevede (articolo 19, comma 3) che esso abbia una durata non superiore a 12 mesi e non è preContinua a pagina 21 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 20

vista l’obbligatoria assistenza, presso la DTL, di un rappresentante delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale cui il lavoratore sia iscritto o conferisca mandato;  il divieto di stipulazione di un contratto a termine nella fattispecie della sussistenza di licenziamenti collettivi, viene posto in termini tassativi, non essendo più ammissibile l’ipotesi di una diversa previsione da parte degli accordi sindacali. La norma specifica, inoltre, che la violazione dei divieti da essa previsti comporta la trasformazione a tempo indeterminato del contratto;  riguardo alla disciplina delle proroghe, il decreto specifica che, qualora il complesso dei contratti a termine tra datore di lavoro e lavoratore sia interessato da un numero di proroghe superiore a cinque, il rapporto si considera a tempo indeterminato dalla data della sesta proroga. In merito alla disciplina delle proroghe si segnala che il decreto non ripropone la condizione per cui le proroghe devono riferirsi alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato stipulato;  non è riproposta la norma che esclude la possibilità di stipulazione di un successivo contratto a termine senza soluzione di continuità con il precedente. Nell’ipotesi di assunzione senza soluzione di continuità, quindi, la sanzione dovrebbe essere quella della trasformazione a tempo indeterminato del secondo contratto.  In merito al limite percentuale, confermato nella misura del 20%, il decreto: a) conferma la possibilità di diverse determinazioni da parte dei contratti collettivi (anche aziendali o territoriali); b) amplia la possibilità di deroga al limite percentuale prevedendo che sono esenti da limitazioni quantitative anche i contratti a tempo determinato conclusi con lavoratori di età superiore a 50 anni (prima 55 anni); c) recependo le indicazioni fornite dal Ministero del Lavoro con la circolare n. 18/2014, specifica che, qualora il datore di lavoro abbia iniziato l’attività nel corso dell’anno solare, la base di calcolo è costituita dal numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al momento dell’assunzione del lavoratore a termine e definisce i criteri di arrotondamento; d) conferma le attuali norme sanzionatorie per la violazione dei limiti in oggetto, specificando che essa non comporta mai la trasformazione dei con-

tratti interessati in contratti a tempo indeterminato;  riguardo ai diritti di precedenza, il decreto precisa che il lavoratore a tempo determinato, per far valere il proprio diritto in caso di nuove assunzioni a tempo determinato o indeterminato, ha l’onere di manifestare la sua volontà in forma scritta;  per l’impugnazione giudiziale del carattere a tempo determinato del contratto di lavoro, il decreto (articolo 28, comma 1) conferma il termine di 120 giorni;  in merito ai casi di conversione giudiziale a tempo indeterminato, l’articolo 28, comma 2, del decreto prevede espressamente che l’indennità omnicomprensiva stabilita dal giudice ristora per intero il pregiudizio subito dal lavoratore.

APPRENDISTATO Il decreto disciplina anche il contratto di apprendistato intervenendo sula parte che concerne la qualifica e il diploma professionale. Data la complessità dell’argomento sul numero di Confartigianato Con Te di luglio e agosto scaricabile sul sito www.confartigianato.fo.it è possibile verificare i contenuti dell’intervento., anche sull’apprendistato professionalizzante e di alta formazione e ricerca.

LAVORO ACCESSORIO Obiettivo delle norme è ampliare la possibilità di ricorrere a questa forma contrattuale. Per un’accurata disanima delle modifiche intervenute si rimanda a quanto pubblicato sul numero di luglio e agosto del notiziario tecnico Confartigianato Con Te, consultabile sul portale dell’associazione.

RAPPORTI DI COLLABORAZIONE Fermo restando che i consulenti di Confartigianato Forlì sono a disposizione per fornire ogni tipo di chiarimento sulle modifiche e i cambiamenti introdotti dal 1° gennaio 2016 dalla nuova disciplina sui rapporti di collaborazione, anche per questo argomento, come per le modifiche all’associazione in partecipazione e per la disciplina delle mansioni è possibile leggere gli approfondimenti sul mensile online Confartigianato Con Te. Data la vastità della materia e le necessarie esigenze di spazio della pubblicazione ogni ulteriore approfondimento è consultabile sul portale di Confartigianato Forlì. Il personale dell’Associazione è disponibile per fornire assistenza all’impresa nella gestione dei diversi tipi di contratto.

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movimenti anap Pene più severe per i reati di furto e rapina

Anap interviene sul DDL di riforma del processo penale

F

inalmente il Governo si muove nella direzione giusta per una maggiore severità riguardo ai reati di furto e rapina, che interessano, in special modo, una grande parte della popolazione anziana, e accoglie la sostanza delle proposte da tempo avanzate dall’Anap. Così il gruppo dirigente del movimento forlivese guidato dal coordinatore Giuseppe Mercatali (nella foto) commenta la presentazione, da parte del Governo, di alcuni emendamenti al disegno di legge di riforma del processo penale, tesi a inasprire le pene per questi reati e per contenere il fenomeno delle scarcerazioni facili. “Qualche mese fa avevamo commentato con grande rammarico il decreto che sanciva la non punibilità di alcuni reati che, pur se si caratterizzano per la particolare tenuità dell’offesa, possono essere rilevanti per persone particolarmente fragili come gli anziani. Ora constatiamo con soddisfazione che la battaglia che stiamo conducendo da anni, unitamente alle forze dell’ordine, con iniziative e azioni informative che interessano tutto il territorio nazio-

nale, per combattere le truffe, i raggiri, i furti e altri reati che vedono vittime privilegiate gli anziani, sta trovando la giusta eco nell’opinione pubblica e in Parlamento. L’auspicio di Anap è che le nuove norme introdotte dal Governo nel disegno di legge trovino un largo accoglimento da parte di tutte le forze politiche e che diventino ben presto legge dello Stato, affinché si dia un segnale forte alla criminalità e alla mini-criminalità, di frequente impunite proprio a causa della carenza dell’impianto legislativo e procedurale. L’Anap forlivese sta predisponendo per l’autunno una giornata formativa, con il coinvolgimento di tecnici e forze dell’ordine, per promuovere il confronto sulla sicurezza per imprenditori e cittadini. Contrastare la criminalità è un impegno che deve essere condiviso, per tutelare non soltanto il patrimonio, ma soprattutto la serenità della comunità.

Tagli alla sanità e pensioni basse: vessati i pensionati Tagli alla Sanità e discriminazione sulle pensioni: sono questi i temi più recenti su cui il consiglio dell’Anap, ha lanciato un nuovo allarmato appello. “Occorre senso di responsabilità, indispensabile da parte delle Regioni per affrontare i tagli al sistema Sanitario previsti per quest’anno” Ernesto Partisani (nella foto), presidente dell’Anap di Forlì, ribadisce l’importanza di non abbandonare i pensionati, nel commentare l’accordo raggiunto tra Stato e Regioni sulla manovra prevista dalla legge di Stabilità. “Responsabilità significa non andare a incidere ulteriormente sulle prestazioni mediche met22 • agosto 2015 • • • essere impresa

persone che non sono in grado neppure di potersi curare”.

tendo ancor più in difficoltà i cittadini e, in particolare,gli anziani che, come è ovvio si avvalgono in maggior misura dei servizi erogati dal Servizio Sanitario nazionale. Già si parla di sanità negata, come ha rivelato il Censis e quindi limitare le prestazioni comprometterebbe un ampliamento della fascia di

Anche sull’ammontare delle pensioni Anap si è espressa con vigore, sottolineando che i pensionati autonomi percepiscono lo stesso importo del 1998. Dieci euro e ventuno centesimi al mese è la cifra che un ex lavoratore autonomo a riposo percepisce per ogni familiare a carico. Una cifra evidentemente modestissima e non solo tale importo è rimasto invariato da allora fino a oggi, ma è anche frutto di un eclatante discriminazione rispetto ai pensionati da lavoro dipendente. Continua a pagina 23 • • •


anap movimenti Obiettivo: riduzione delle liste d’attesa

Sanità tema prioritario per i pensionati

I

l Consiglio dell’Anap forlivese ritiene che maggiori risorse stanziate in sanità debbano tradursi in più interventi, tra questi, l’adozione da parte delle Aziende Sanitarie di programmi per migliorare l’offerta di prestazioni specialistiche ambulatoriali. In sintesi, interventi per migliorare le liste d’attesa e che prevedano l’aumento della produzione attraverso il potenziamento sia della prestazioni dirette sia di quelle prodotte dal privato accreditato, l’ampliamento dell’accessibilità da parte dei cittadini, prevedendo l’allargamento delle fasce orarie e dei giorni di attività prefestivi e festivi diurni nonché la revisione degli ambiti territoriali di garanzia per assicurare un’efficace prossimità dei punti di erogazione al domicilio del cittadino. Il Consiglio, pur riconoscendo all’Ausl Romagna l’impegno per la riduzione dei tempi di attesa che ha portato a un trend migliorativo per le prestazioni ordinarie, ritiene indispensabile garantire la massima e omogenea apertura dei servizi in orario istituzionale nonché investire in tecnolo• • • Segue da pagina 22

Tagli alla sanità e pensioni basse: vessati i pensionati L’Anap e le altre organizzazioni dei pensionati del mondo del lavoro autonomo, anche attraverso il coordinamento del CUPLA, si battono da tempo per far approvare dal Parlamento una modifica della legislazione esistente che parifichi i pensionati, indipendentemente dall’attività professionale da essi svolta nel periodo della vita attiva. Ovviamente tale azione proseguirà anche se, finora, si è ottenuta solamente la presentazione di alcune proposte di legge che poi non sono giunte all’approvazione conclusiva.

gie per mantenere, nel tempo, efficiente il sistema. Già oggi, in alcuni ma non in tutti i territori, i servizi sono aperti istituzionalmente il sabato per 12 mesi all’anno. Pur consapevoli delle scelte diverse che sono state operate dalle preesistenti realtà territoriali di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini, è bene, in un contesto aziendale unico, individuare omogeneità per portare al pieno utilizzo le tecnologie disponibili. L’obiettivo deve essere il minore accesso alle esternalizzazioni di prestazioni e una minore richiesta di committenza esterna correlata a esigenze temporanee. Il tutto a beneficio, prima di tutto, dei cittadini che potrebbero così contare su una offerta più ampia e su una risposta in tempi sicuramente più brevi.

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ticket e fascia di reddito

Aiutaci a darti un servizio migliore

attenzione! AccertAti sempre che sullA ricettA siA stAto inserito il codice dellA tuA fAsciA di reddito di cosA si trAttA La Regione Emilia Romagna ha stabilito che dal 1° luglio 2015 il codice della fascia di reddito (RE1, RE2, RE3) deve essere apposto sulla ricetta da parte del medico prescrittore e non può essere compilato a posteriori. Se la ricetta è priva del codice verrà applicata la fascia di reddito più alta oppure il cittadino dovrà recarsi dal medico prescrittore per rifare la ricetta. Tale intervento si è reso necessario con l’introduzione della ricetta dematerializzata (niente più carta) che non prevede alcuna possibilità di modifica del suo contenuto dopo che è stata emessa, e questo principio riguarda anche la “ricetta rossa”.

codice fascia di reddito

Attenzione! Se riscontri una incongruenza tra la fascia di reddito indicata nella ricetta dal medico prescrittore e quella autocertificata validata dall’Azienda, potrai in qualsiasi momento rivolgerti agli sportelli aziendali per correggere la tua posizione anagrafica. Ricordati ogni anno di verificare che la tua fascia di reddito non sia variata rispetto a quella autocertificata.

essere impresa • • • agosto 2015 • 23


movimenti giovani imprenditori Una riflessione sul valore artigiano

Il ruolo del capitale umano nell’impresa

C

he cosa s’intende per valore artigiano? Uno dei temi trattati alla Convention dei Giovani Imprenditori attiene proprio a questo concetto, che concerne la predominanza di alcuni caratteri: dalla rielaborazione della struttura e del mix delle materie prime lavorate attraverso strumenti tecnologici per la realizzazione di prodotti artigianali, che si distinguono per creatività, innovazione e originalità, alla lavorazione di beni e servizi, fondata sulle conoscenze della tradizione e caratterizzata da un forte legame con le risorse - umane e materiali - del territorio. La produzione artigiana interpreta in modo originale l’abbinamento di materiali, tecniche e competenze, con processi produttivi a regola d’arte che garantiscono un risultato ben fatto e di elevata qualità, reso possibile dal talento delle risorse umane presenti nelle imprese. Un aspetto dominante nelle realtà artigiane, reso sempre più indispensabile dal crescente alternarsi di cicli espansivi e recessivi e dalla crescente volatilità dei mercati esteri, consiste nella flessibilità produttiva associata alla tempestività. Al carattere dell’artigianalità - fondato su una prevalenza del lavoro dell’uomo - si associa una elevata capacità di ascolto del cliente finalizzata alla personalizzazione del prodotto, a cui si abbina un senso del bello e del gusto. La protezione e lo sviluppo della dotazione di capitale umano delle imprese artigiane richiedono processi di trasmissione delle conoscenze, resi possibili dal passaggio generazionale nelle imprese familiari e dai percorsi formativi svolti direttamente in azienda. Proprio per far fronte a questa necessità Confartigianato Forlì ha intensificato i momenti di contatto con le scuole di ogni ordine e grado, nella convinzione che il dialogo con l’impresa, e con chi la quotidianamente la vive, possa aiutare gli studenti nell’acquisizione del giusto grado di

consapevolezza sulle opportunità lavorative per il proprio futuro, così da poter meglio orientare anche le scelte in merito all’iter di studio da seguire. L’artigianato e il fare impresa, oggi, non possono prescindere dal possesso di solide basi scolastiche. Obiettivo anche del nuovo Consiglio del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato è la prosecuzione delle occasioni di confronto tra scuola e impresa, un arricchimento reciproco, indispensabile per dare ai giovani gli strumenti più opportuni per orientarsi nel mondo del lavoro.

Le cifre del valore artigiano Sono cinque le regioni italiane nelle quali si concentra oltre la metà (52,9%) delle microimprese a conduzione familiare: spicca la Lombardia con 128.733 realtà, pari al 18,2% del totale; seguono a distanza il Veneto che ne conta 71.774 (10,2%), l’Emilia-Romagna con 59.722 unità (8,5%), il Lazio con 57.853 unità (8,2%) e il Piemonte con 55.198 unità (7,8%). Interessante notare che la più alta incidenza di imprese interessate dal passaggio generazionale entro il 2016 si registra in Emilia-Romagna dove è coinvolta quasi un’impresa su cinque (19,5%); seguono il Piemonte (18,7%), il Veneto (18,6%), la Lombardia (18,2%) e il Lazio che con il 17,5% è l’unica regione tra le maggiori con un’incidenza inferiore alla media nazionale (18,2%). Questi dati evidenziano la necessità di affiancare l’impresa nella delicata fase della trasmissione dell’impresa e la centralità di una formazione adeguata che consenta al nuovo titolare di affrontare con serenità le responsabilità dirigenziali.

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24 • agosto 2015 • • • essere impresa

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giovani imprenditori movimenti Formazione e lavoro: collaborazione indispensabile

Conoscenza dell’imprenditoria imprescindibile per il futuro

I

l Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì, da diversi anni ha avviato una serie di iniziative per avvicinare la scuola al fare impresa. In Italia, purtroppo, sono ancora rarefatte le occasioni di contatto con il mondo del lavoro, durante il periodo scolastico, evidenziando il divario tra percorsi di apprendimento e competenze richieste dalle imprese fenomeno che rende più difficile l’ingresso sul mercato del lavoro. Gli under 25 impegnati in un percorso formativo scolastico o lavorativo sono il 64,7% della popolazione di riferimento, di cui solo uno scarno 2,2% è in formazione e nello stesso tempo occupato, il medesimo dato in Europa registra altre percentuali: supera un quarto del totale (26,4%) in Germania, seguita dal Regno Unito con il 20,7%, la Francia con il 13,1% e la Spagna con il 5,4%; il dato italiano è inoltre di gran lunga inferiore al 14,1% della media Ue 28. La scarsa integrazione tra scuola e lavoro rappresenta una specifica criticità per la formazione tecnica e professionale data la relativa importanza nella domanda di lavoro delle imprese. La quota di domanda di lavoro rivolta giovani in possesso di diploma e di qualifica professionale è maggioritaria, arrivando nel 2014 al 56,1% del totale, con 399.900 unità sul totale di 613.400 assunzioni programmate dalle imprese; nel 2014 la dinamica delle assunzioni di diplomati (+6,9%) è più alta di quella dei laureati (+3,9%). La domanda di diplomati più elevata proviene dalle micro imprese che nel 2014 pesano per il 37% degli assunti con diploma, seguite a distanza dalle grandi imprese con il 27%. Per la seconda economia manifatturiera in Europa, assume un ruolo specifico la formazione orientata alla tecnologia: i diplomi più richiesti dalle imprese italiane sono, infatti, quelli di tipo tecnicoindustriale, con 56mila assunzioni programmate (il 22% del totale), tra cui prevale l’indirizzo meccanico che registra 20.200 assunzioni; a seguire l’indirizzo elettrotecnico (7.000 assunzioni), edile (4.800), agrario-alimentare (4.400) ed elettronico (4.200). Il secondo gruppo di indirizzi sono quelli terziari, con 49.800 assunzioni, corrispondenti al 19,5% del totale dei diplomati, tra cui quello turistico-alberghiero, con (41.400) assunzioni, anche grazie all’elevato flusso di assunzioni stagionali in questo settore, e quello socio-sanitario (8.400).

La richiesta di diplomati di indirizzo amministrativo-commerciale è pari a 48.300 assunzioni, il 18,9% del totale. Informazioni delle quali chi si occupa di educazione dovrebbe far tesoro, gli studenti devono avere l’opportunità di maturare competenze spendibili nel mondo del lavoro, affiancando l’istruzione a momenti di stage e formazione on the job.

Formazione in azienda: i costi Confartigianato sulla base degli ultimi dati disponibili ha stimato per le 52.790 assunzioni previste dalle imprese artigiane nel 2014, il valore della formazione on the job ai neoassunti ammontasse a 1.371,8 milioni di euro, pari allo 0,8% del valore aggiunto prodotto dall’artigianato. La formazione sul campo comprende, all’interno dell’attività lavorativa, l’affiancamento del titolare, dei collaboratori o dei dipendenti al nuovo assunto al fine di trasferire competenze e sviluppare capacità utili per l’esercizio delle attività in azienda: nelle imprese artigiane in media il 42% del tempo del formatore è impiegato per l’affiancamento dei nuovi assunti. Risulta quindi evidente il costo in termini di tempo e di mancate entrate richiesto dall’introduzione nell’organico di una nuova risorsa. Avvicinare il mondo dell’istruzione alle esigenze di chi fa impresa, consentirebbe agli studenti di acquisire conoscenze maggiormente spendibili sul mercato del lavoro. essere impresa • • • agosto 2015 • 25


movimenti donne impresa

La sfida per la ripresa è la parità di genere

L’

Italia da anni si caratterizza per la bassa occupazione delle donne, dato che colloca il Paese tra le ultime economie in Europa, primi solo a Grecia e a Malta. Come chiarito da Fabiola Foschi responsabile di Donne Impresa Confartigianato Forlì (nella foto) il dato evidenzia come in Italia permangano ostacoli molto forti alla presenza delle donne nel mondo del lavoro. Elemento che non deve essere pensato come un vantaggio per la popolazione femminile, bensì, al contrario, come un vantaggio per l’intera società. Un’economia che veda impegnate anche le donne, consente di innescare comportamenti che producono effetti di crescita nel settore dei consumi, dei servizi, degli investimenti e dell’innovazione, contribuendo allo sviluppo dell’intero sistema economico. Come rilevato da numerosi studi, i servizi generano altri servizi, motivo per cui i nuclei familiari nei quali, anche la donna lavora, siano d’impulso per attività economiche e nuovi posti di lavoro. Per ogni 100 donne che entrano nel mercato del lavoro si possono creare fino a 15 posti aggiuntivi nel settore dei servizi. La crescita dell’occupazione in rosa, genera maggiori consumi e maggiori entrate per lo Stato, in termini di fiscalità e contributi previdenziali. Spiega la coordinatrice “secondo stime della Banca d’Italia, il Pil

26 • agosto 2015 • • • essere impresa

aumenterebbe del 7% se il tasso di occupazione femminile aumentasse dall’attuale 46,8% al 60%.” Senza dimenticare un altro fattore strettamente correlato “numerose statistiche evidenziano il legame diretto tra il maggior tasso di occupazione femminile e l’aumento della natalità. Di fatto l’indipendenza economica consente di pensare con maggiore tranquillità al proprio futuro, decidendo con maggiore serenità di creare una propria famiglia.” Tuttavia l'occupazione non può crescere in assenza di adeguate politiche sociali, finché non saranno adottati interventi di welfare che garantiscano alle donne che lavorano di avere adeguato sostegno nella cura dei figli, con la garanzia di poter avere accesso agli asili nido o di strutture in grado di coadiuvare chi ha un’occupazione nella cura di un anziano. Gli interventi di cura, nel nostro Paese, sono ancora oggi di pertinenza quasi esclusiva della donna, che in assenza di strutture pubbliche adeguate è costretta ad abbandonare qualsiasi ambizione lavorativa. Conclude Foschi “un dato su tutti sintetizza le difficoltà delle donne, l’Italia in Europa è il paese con la più elevata percentuale di familiari che prestano assistenza a persone anziane o disabili in modo continuativo: il 16,2% della popolazione, il doppio dei paesi scandinavi.”


categorie e mercato Internazionalizzazione

Opportunità per le micro e piccole imprese Il “Temporary Export Manager”, è da tempo un efficace strumento per intercettare la domanda di una platea crescente di aziende, che individuano nella funzione commerciale e di presidio dei mercati esteri una delle proprie principali debolezze. Oggi, col “Voucher per l’internazionalizzazione”, è possibile sostenere le Pmi e le reti di imprese nella loro strategia di internazionalizzazione, inserendo in azienda, per un periodo di tempo determinato, un temporary export manager, cioè una figura professionale che le aiuti a delineare un piano di sviluppo per l’export, individuando le migliori destinazioni in base anche alla “forza” dell’azienda. Per questo il MISE ha stanziato circa 19 milioni di euro che verranno erogati in due tranche. La prima di 10 milioni di euro prevede la concessione di voucher dell’importo di 10.000 euro e una quota di cofinanziamento da parte dell’impresa beneficiaria di almeno 3.000 euro (per un totale di 13.000

euro), per un arco temporale di 6 mesi. La seconda di 9 milioni di euro destinata sia alle imprese che fanno domanda di agevolazione per la prima volta (prevedendo un contributo pubblico di 10 mila euro e un contributo privato di 3 mila euro), sia alle imprese che hanno già beneficiato della prima tranche. Per queste ultime il voucher è pari a 8.000 euro, con una quota di cofinanziamento da parte delle imprese di almeno 5.000 euro. Tutti i chiarimenti sui soggetti beneficiari, sulla destinazione delle risorse e sui requisiti sono consultabili sul mensile di informazione tecnica dell’Associazione “Confartigianato Con te” scaricabile on line dal sito www.confartigianato.fo.it Per ulteriori informazioni è inoltre possibile contattare l’ufficio internazionalizzazione del l’Associazione Fabiola Foschi 0543.452844 e Federico Dolcini 0543.452855

Il giornalismo incontra Confartigianato

Serata con Sergio Rizzo piccoli imprenditori italiani. Troppe leggi confuse e cervellotiche e poche vere semplificazioni, cambiano i Governi ma il vizio italico di complicare la vita a cittadini e imprese non muore mai, anzi, moltiplica il numero e il costo degli adempimenti da rispettare, aumenta il carico di tasse, produce mostri come il Sistri. Stato centrale, regioni, enti locali fanno a gara nell’inventarsi norme, balzelli, certificati, timbri, moduli, permessi. Il giornalista Sergio Rizzo e Confartigianato (nella foto), assieme per un attacco frontale al male storico che affligge le piccole imprese, la burocrazia. Nell’ambito di una serata organizzata a CasaCorriere, il Padiglione de “Il Corriere della Sera” all’interno di Expo 2015, è stato realizzato un animato dibattito tra la nota firma del quotidiano, il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti e il Segretario Generale Cesare Fumagalli. Sergio Rizzo da anni denuncia sprechi e inefficienze italiani e rilancia le posizioni di Confartigianato e proprio la burocrazia è stata il filo conduttore del confronto durante il quale i vertici di Confartigianato hanno elencato i tanti ostacoli sul cammino dei

Confartigianato ha denunciato il rapporto malato dello Stato verso il contribuente. Spesso le norme nascono con l’idea di semplificare, ma poi prevale la cultura del sospetto. Così anziché individuare il colpevole si decide di colpire tutti e l’effetto sono le 468 complicazioni a fronte delle 98 semplificazioni. E quando arriva il momento di cambiare le cose, il Governo fa un passo indietro, come è avvenuto alla fine di giugno, con la scomparsa dei decreti attuativi della delega fiscale che avrebbero migliorato la vita di artigiani e piccoli imprenditori. Una serata di confronto per continuare a ribadire l’impegno di Confartigianato. essere impresa • • • agosto 2015 • 27


categorie e mercato Aziende più forti della crisi

Ghisamestieri riceve la visita del ministro Poletti L’azienda associata a Confartigianato Forlì , Ghisamestieri (nella foto l'imprenditore Leardo Ravaioli) ha ricevuto la visita del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha avuto parole di stima per la capacità di far fronte alla crisi investendo in innovazione e qualità. Un prestigioso riconoscimento all’impegno di un’eccellenza del territorio, che da anni affianca tradizione e innovazione. Tra le aziende protagoniste a livello internazionale del design e dell’arredo urbano, la realtà di Bertinoro da oltre vent’anni investe in ricerca e svilup-

po per creare sistemi d’illuminazione all’avanguardia, in grado di coniugare bellezza e funzionalità. Di particolare rilievo “Genius” un sistema brevettato che abbina il sistema di illuminazione ad altri servizi ad elevato contenuto tecnologico: dalla videosorveglianza e al controllo delle immagini, alla connettività a internet. Un sistema che è in continua evoluzione anche grazie alla collaborazione con l’Università del Salento, con la quale è stato messo a punto un sistema di controllo di carichi sospetti all’interno di mezzi in movimento.

Turismo: effetto recessione sulle vacanze degli italiani Il turismo nel nostro Paese si sostiene grazie alla presenza degli stranieri: nell’ultimo anno il loro numero è aumentato dell’1,8% e costituiscono il 49,6% delle presenze turistiche. In calo, invece, dello 0,5% i nostri connazionali che hanno scelto l’Italia per trascorrere le vacanze. Alla vigilia dell’esodo di agosto, Confartigianato ha misurato l’andamento dei flussi turistici e quanto pesa la crisi sulle vacanze degli italiani. Tra giugno 2014 e marzo 2015 sono stati registrati 378,3 milioni di presenze turistiche, con una crescita dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Per quasi la metà (49,6%) si tratta di visitatori provenienti dall’estero. Una percentuale che colloca il nostro Paese al secondo posto nell’Unione Europea, dopo la Spagna, per la quota di turisti stranieri ospitati lo scorso anno. Ma l’Italia conquista il primato tra i Paesi europei per le presenze turistiche concentrate da giugno a settembre 2014: il 16,1% del totale Ue, davanti a Francia (15,9%) e Spagna (14,3%). Nella classifica delle regioni che hanno visto la maggiore presenza turistica il primo posto spetta al Veneto (16,3% del totale), seguito dal Trentino Alto Adige (11,8%), dalla Toscana (11,3%) e dall’Emilia Romagna (9,7%). Le città più visitate sono Venezia (9% del totale delle presenze turi28 • agosto 2015 • • • essere impresa

stiche), Bolzano (7,7%), Roma (6,8%) e Rimini (4,1%). A favorire l’afflusso turistico estero in Italia è anche il cambio favorevole di alcune valute extra Ue rispetto all’euro. I più favoriti sono gli statunitensi, gli inglesi, gli svizzeri. Penalizzati invece i russi e i brasiliani. La crescita del turismo internazionale è un forte traino anche per le attività imprenditoriali connesse al turismo, tra le quali operano 212.691 imprese artigiane, con una larga prevalenza dei settori dell’abbigliamentocalzature, agroalimentare e trasporti. Dobbiamo mantenere la posizioni sul fronte dell’attrattività turistica. Per questo vanno intensificati gli sforzi per rilanciare lo sviluppo, rinvigorire i consumi delle famiglie, restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del made in Italy che ci hanno resi famosi nel mondo: manifattura, ambiente e cultura.


categorie e mercato Edilizia: la ripresa si fa attendere

Il contesto difficile prima sfida per il nuovo consiglio Una cartina di tornasole della solidità della ripresa dell’economia italiana è data dall’andamento del settore delle costruzioni nel quale opera il 38,6% dell’artigianato italiano e che purtroppo continua a vivere una situazione difficile. La crisi non molla, come evidenzia l’ultima rilevazione di Confartigianato: l’indice di attività dell’edilizia segna una flessione del 3,3% su base annua, gli investimenti sono diminuiti del 2,2% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso e il valore aggiunto è calato dell’1,6%. Negativo anche il valore delle compravendite immobiliari che nei primi tre mesi

Tempi di pagamento: una comparazione europea Nel difficile contesto economico per le imprese dell’edilizia vanno menzionate le criticità causate dallo scarso rispetto da parte degli enti pubblici dei tempi di pagamento e dalla mole dei debiti insoluti con i propri fornitori privati, fenomeni che lasciano gli imprenditori fornitori nell’incertezza sui tempi di saldo delle fatture e spesso con la produzione rallentata o fattori produttivi bloccati e quindi inutilizzabili per altre produzioni. La comparazione internazionale sui tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione di Intrum Justitia colloca l’Italia al primo posto in Unione Europea con pagamenti in 144 giorni, con un divario di 92 giorni rispetto alla media Ue di 52 giorni. Si registra una riduzione apprezzabile di 21 giorni rispetto ai 165 del 2014, ma si tratta sempre di un valore che rimane di 114 giorni superiore alla media dei 30 giorni prevista dalla Direttiva europea. Tra i maggiori Paesi dell’Unione l’Italia fa peggio della Spagna, nella quale il gap si attesta in 103 giorni, della Francia (62 giorni), del Regno Unito (24 giorni) e della Germania (19 giorni); nel dettaglio si osserva che solo Italia e Spagna mostrano tempi di pagamento superiori ai 100 giorni. Ricordando che spesso gli appalti dei lavori pubblici vengono acquisiti da grandi imprese che poi hanno una ampia rete di imprese fornitrici, accade che tipicamente il maggior onere finanziario venga in parte scaricato dall’impresa che subisce il ritardo del pagamento sulla propria filiera con una intensità che è direttamente proporzionale al potere contrattuale dell’impresa.

dell’anno registrano una diminuzione del 3,4%. Dal rapporto emerge un quadro a tinte fosche, costellato da segni negativi per quanto riguarda le imprese e l’occupazione: nel primo trimestre 2015 il numero delle aziende di costruzioni è calato dell’1,4% e gli occupati hanno visto una diminuzione dell’1,2%. Complessivamente da marzo 2008 a marzo 2015 le costruzioni hanno perso un quarto della forza lavoro, pari a 460.400 occupati in meno, di cui 87.053 imprenditori e 373.374 lavoratori dipendenti. Un quadro di estrema complessità quello con il quale è chiamato a confrontarsi il neoeletto gruppo dirigente del comparto edilizia, alla cui presidenza siede Rinaldo Biserni e alla vicepresidenza Samir Fiorentini. Tra i consiglieri eletti Eraldo Cucchi, Moreno Filipperi, Marta Marchi, Daniel Montanari e Marco Salvetti. Difficoltà oltretutto più marcate proprio per le imprese artigiane, che rappresentano il 36,6% del totale delle aziende del settore e che, tra marzo 2014 e marzo 2015, sono calate del 2,7%. In forte diminuzione anche i finanziamenti alle imprese di costruzioni: da marzo 2014 a marzo 2015 il credito erogato agli imprenditori è in flessione del 10,5%. A peggiorare la situazione della liquidità delle imprese sono i ritardi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione. Anche quest’anno il nostro Paese continua a detenere il record negativo in Europa: gli imprenditori devono aspettare, in media, 144 giorni per vedere saldate le fatture dagli Enti pubblici. Contemporaneamente continua la flessione dello stock di mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni: a maggio 2015 è diminuito dello 0,6% e ciò influisce sulle compravendite immobiliari che in un anno sono calate del 3,4%, con un calo più accentuato, pari a -5,8%, per le compravendite di immobili non residenziali. La crisi del settore si manifesta anche nel valore in discesa dei prezzi delle abitazioni che nel 2014 si attesta a - 2,9%. Per questo il Consiglio appena insediato ribadisce che per fronteggiate la situazione sia più che mai necessario puntare sull’attività di ristrutturazione, l’unica che al momento garantisce la sopravvivenza del settore. È, quindi, indispensabile rendere stabili e permanenti gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi: rilancio delle imprese delle costruzioni, riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico nonché difesa dell’ambiente ed emersione di attività irregolari. essere impresa • • • agosto 2015 • 29


categorie e mercato Andamento occupazionale

Emilia Romagna quinta regione in Italia per imprese a conduzione straniera Nel 2014 nel nostro Paese gli occupati stranieri erano 2.275.700 pari al 10,4% del totale, quota più elevata rispetto al 7,1% della media Ue a 28; per quota di occupati stranieri l’Italia è seconda, tra i maggiori paesi Ue, dietro alla Spagna (10,7%) mentre è davanti a Regno Unito (9,7%), Germania (8,9%) e Francia (5,2%). Nei primi nove paesi europei si concentra l’89,9% dell’occupazione straniera dell’Unione; tra questi maggiori paesi tra il 2008 e il 2014 l’Italia presenta la più elevata crescita della quota di occupati stranieri (+3 punti percentuali), davanti all’Austria (2,6 punti), Belgio (+1,7 punti), Regno Unito (+1,6 punti). Più contenuto l’incremento per Germania (+0,9 punti), Paesi Bassi e Francia (entrambe a +0,2 punti), mentre si rileva una discesa dell’incidenza degli occupati stranieri in Irlanda (-1,1 punti) e in Spagna (-3,2 punti). In base agli ultimi dati disponibili, di dicembre 2014, sono presenti 476.033 imprese a conduzione straniera, pari al 9,2% del totale. In sei regioni si osserva una incidenza superiore ai dieci punti percentuali: il territorio con la maggiore incidenza di imprenditoria straniera è la Toscana con il 13,0%, seguita dal Lazio con il 12,3%, dalla Liguria con il 12,2%, dal Friuli Venezia Giulia con l’11,0%, la Lombardia con il 10,9%, quinta l’Emilia Romagna con il 10,5%. In 34 province la quota di imprese a conduzione straniera risulta in doppia cifra; le incidenze più alte a Prato dove la quota di imprese a conduzione straniera supera un quarto del totale delle imprese attive e arriva al 27,4%, seguita da Firenze con il 15,5%, Trieste con il 15,4%, Roma con il 14,4%, nella nostra regione è Reggio Emilia la provincia con un’incidenza più alta, con il 14,1% Valutando le sole imprese artigiane registrate presso le Camere di Commercio, nel 2014 sono 176.715 quelle a conduzione straniera e rappresentano il 12,8% dell’artigianato nazionale. Nel dettaglio in 17 comparti si concentra il 95,8% dei titolari stranieri, pari a 169.224 unità; in particolare nel primo settore - i lavori di costruzione specializzati - è presente oltre la metà (52%) delle imprese presenti e attive in Italia. In Emilia Romagna le aziende guidate da stranieri sono 43.325, pari al 10,9% del totale. Reggio Emilia ne conta 7.028, pari al 14,1%, Rimini 3.759, pari al 10,9%, Ravenna 3.859, pari al 10,7%, Bologna 9.130, pari 30 • agosto 2015 • • • essere impresa

al 10,6%, Parma 4.320, pari al 10,4%, Piacenza 2.831, pari al 10,4%, Modena 6.736, pari al 10,1%, Forlì-Cesena 3.159, pari all’8,2%, Ferrara 2.503, pari al 7,6%. Da segnalare anche le oscillazioni legate alla crisi, nell’occupazione di manodopera straniera. Nella media del triennio 2012-2014 le imprese artigiane indicano l’assunzione di personale immigrato pari al 13,5% del totale delle assunzioni previste. Il duplice ciclo recessivo che ha colpito con maggiore intensità i settori a più elevata presenza di imprese artigiane, soprattutto costruzioni e manifatturiero, ha assottigliato la domanda di lavoro, ridotto i problemi di reperimento della manodopera e, di conseguenza, ha contenuto la quota di assunzioni di personale immigrato che nel 2014 raggiunge il minimo dell’11,4% del totale.

Imprenditori stranieri: settori a maggior presenza L’esame dell’incidenza dell’imprenditoria straniera mette in luce una presenza consistente non soltanto nell’edilizia, ma anche nel confezionamento di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e pelliccia: le imprese a conduzione straniera arrivano a rappresentare quasi un terzo (32,9%) delle imprese artigiane del comparto. Anche nella fabbricazione di articoli in pelle e simili si registra una incidenza superiore a un quarto (26,8%). Seguono tre settori con incidenze superiori a un quinto: le attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto alle imprese con il 22,1%, i lavori di costruzione specializzati con il 21,8% e le attività dei servizi di ristorazione con il 21,2%.


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Forlì Via Oriani, 1 • Tel 0543 452811 • Fax 0543 452852 www.confartigianato.fo.it Castrocaro Terme e Terra del Sole • Piazza Mazzini, 11 Castrocaro Tel 0543 452950 • Fax 0543 766742 Civitella di Romagna • Piazza Matteotti, 6 • Tel 0543 452980 • Fax 0543 983733 Forlimpopoli e Bertinoro • Via Montegrappa, 5 Forlimpopoli Tel 0543 452937 • Fax 0543 742750 Galeata • Via IV Novembre, 9/B • Tel 0543 981240 • Fax 0543 981240 Meldola • Viale Roma, 172 • Tel 0543 452910 • Fax 0543 490568 Modigliana • Corso Garibaldi, 67 • Tel 0543 452960 • Fax 0546 940285 Predappio • Via Roma, 100/B • Tel 0543 452921 • Fax 0543 921584 Premilcuore • Piazza Caduti, 3 • Tel 0543 452920 • Fax 0543 921584 Rocca San Casciano • Piazza Garibaldi, 53 • Tel 0543 452970 • Fax 0543 960068 Santa Sofia • Via Giovannetti, 6 • Tel 0543 452980 • Fax 0543 970170 Tredozio • Via XX Settembre - angolo Vicolo Biscanto, 1 Tel 0546 943493 • Fax 0546 943493


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