01 • FEBBRAIO 2016
CONTIENE I.P.
Anno 06 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”
Una storia aperta al futuro Il 2016 è un anno di grande importanza per la storia dell’Associazione, presente a Forlì dal 1946. Un anniversario di prestigio, che diventa l’occasione per ribadire il legame con il comprensorio e per confermare la voglia di essere parte attiva della comunità, pur in un contesto difficile per il sistema imprenditoriale. Settant’anni vissuti a fianco di chi fa impresa, per favorire le micro e piccole realtà, troppo spesso dimenticate dalla politica. Un esercito di oltre 1 milione e trecentomila aziende che, pur rappresentando la vera forza motrice dell’Italia, da sole faticano a far sentire la propria voce. Noi ci siamo, per scrivere assieme un altro pezzo di storia.
in evidenza L’EDITORIALE: La piccola impresa c’è. E ha voglia di esserci, per dar vita al bello, al personalizzato, al pezzo unico all’insegna del tailor-made. Una vitalità che diviene modello anche per la grande industria. A pagina 2
IL NOTIZIARIO TECNICO: Consulenza fiscale; i contenuti della Legge Finanziaria 2016. Il fondo pmi per le vittime dei finti fallimenti. Consulenza del lavoro; I fondi di solidarietà. Da pagina 13 a pagina 18
UN ANNO DI EVENTI: Confartigianato Forlì festeggia i settant’anni di vita. Un appuntamento di rilievo che cade in una fase difficile per l’economia. Sarà quindi una ricorrenza da celebrare senza eccessi, promuovendo una serie di approfondimenti sull’attualità. Da pagina 4 a pagina 5
MOVIMENTI: Lo speciale pensionati con gli appuntamenti promossi da Anap e la nascita del punto di ascolto. Continua l’attività dei Giovani Imprenditori per creare un legame sempre più stretto con la formazione e l’impegno di Donne Impresa per una reale parità. Da pagina 20 a pagina 27
associazione editoriale
La piccola impresa è differente • di Roberto Faggiotto
L
a piccola impresa c’è e ha ancora molto da dire. È una certezza, pur in questa lunga fase recessiva che, dal 2008 a oggi, non ha abbandonato il mondo imprenditoriale. Risulta evidente, ora più che mai, che la flessibilità e la capacità di personalizzazione sono i punti di forza di realtà, che, pur a fronte di una dimensione micro, sanno offrire una produzione improntata alle esigenze del cliente. Gli analisti, da più parti, sottolineano un dato, la tendenza per i prossimi anni determinerà un cambiamento della modalità produttiva industriale, giungendo a una personalizzazione di massa. Da una massificazione del prodotto a una capacità di rispondere alla volontà di unicità di ogni consumatore. Un cambio di paradigma per l’industria. In sintesi, le grandi aziende saranno chiamate a organizzare una produzione sempre più originale, in linea con il bisogno di sentirsi speciali degli utenti, definita “smart”. Una svolta epocale per l’industria, che richiede investimenti e strategie ad hoc. Per raggiungere ciò che la piccola impresa già realizza, da sempre. Il valore aggiunto dell’artigianato è proprio nella capacità di uscire dalla logica dei milioni di esemplari tutti perfettamente identici e di dar vita a pezzi su misura, personalizzati, tailor-made. Il bello che si coniuga con l’unicità. Dalla scelta del materiale, alla qualità della lavorazione, tutto su misura. È questa la forza che contraddistingue la micro e piccola impresa, un plus valoriale dato proprio dall’agilità di una struttura micro, altamente flessibile e rapida nel cogliere i mutamenti del mercato. Eppure, molti detrattori della piccola impresa hanno individuato proprio nel limiti dimensionali la debolezza di questa tipologia d’impresa. Quasi che la crisi fosse destinata a spazzare via l’asse portante del sistema produttivo italiano, quel 90% di forza produttiva costituito da coloro che giornalmente sono accanto ai propri collaboratori per far quadrare bilanci e garantire il rispetto delle scadenze per clienti e fornitori. Persone, non numeri, individui per i quali la parola data ha un valore e per i quali impegno e passione sono strettamente connessi. Aziende fatte di uomini e donne orgogliosi del proprio lavoro e di ciò che sanno offrire al cliente. Un patrimonio da tutelare, il mercato ne è consapevole, l’auspicio è che anche la politica metta in campo azioni per favorire i piccoli, facilmente dimenticati. Viale Oriani, 1
Direttore Responsabile Roberto Faggiotto
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Redazione Roberta Zoli
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ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE
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Anno VI • n. 01 FEBBRAIO 2016
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2 • febbraio 2016 • • • essere impresa
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009
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il commento associazione 70 anni di Confartigianato
Dal 1946 nel territorio presenza costante
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l 2016 si caratterizza per un compleanno importante, Confartigianato Forlì, a novembre, festeggerà i settant’anni di vita nella nostra città. Una ricorrenza di rilievo, non solo perché testimonia la solidità del legame con Forlì e il suo comprensorio, ma perché conferma la vivacità del sistema associativo e il compito che ancora svolge per l’economia. Il ruolo del sindacato è in evoluzione. Qualcuno ha cercato di minare la funzione dei corpi intermedi, bypassandoli, cercando di millantare un rapporto diretto con la piazza. In realtà, mettere in dubbio il ruolo di chi rappresenta gli interessi dei lavoratori e delle imprese, significa togliere voce al dialogo. Non può esistere un rapporto diretto tra il cittadino e le istituzioni, soprattutto oggi, che per esigenze di bilancio si va sempre più nella direzione di un accorpamento delle amministrazioni, con conseguente allontanamento, anche fisico, delle funzioni dall’utente. Le riforme in atto comportano un sempre più frequente ricorso alla tecnologia per accedere a servizi e utilità, riducendo i margini di contatto diretto. Chi sostiene che i social network siano un potente mezzo per la partecipazione diretta, finge di dimenticare che non tutti sanno correttamente utilizzare questi strumenti, oltretutto non esenti da influenze e manipolazioni. Sicuramente chi fa rappresentanza deve rinnovare il modello, ormai le politiche sono adottate nell’arena nazionale, quando non addirittura sovranazionale, a Bruxelles, e il ruolo di presidio richiede un’attenzione e una sensibilità che trascende l’ambito locale. Eppure la funzione di tutela dell’interesse locale è sempre una priorità per le associazioni di categoria, ciò che viene percepito e vissuto in ambito territoriale viene raccolto e trasferito al livello regionale, successivamente al nazionale e, qualora non trovi soluzione, anche all’ambito europeo. Come potrebbe un interesse trovare ascolto senza la mediazione di chi ha possibilità di confronto con le istituzioni? Quante delle battaglie a tutela della microimpresa avrebbero potuto trovare ascolto senza la presenza delle confederazioni dell’artigianato? L’adozione dello “Small Business Act” e il principio “Think small first”, mutuati dall’ambito europeo alla legislazione italiana, sono frutto dell’impegno di chi, quotidianamente, lavora per veder affermato il ruolo delle micro e piccole aziende. Il tessuto produttivo italiano per la quasi totalità si fonda su imprese con meno di venti dipendenti. E ogni giorno le associazioni di categoria si adoperano affinché Governo e Parlamento siano attenti all’attività di queste realtà, troppo spesso surclassate dalla richiesta della grande industria. Un lavoro che continueremo con dedizione e passione, forti di settant’anni di storia. essere impresa • • • febbraio 2016 • 3
associazione Per festeggiare il prestigioso traguardo
Un anno di eventi
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l 2016 è un anno significativo per la storia associativa, dal 1946 Confartigianato è parte integrante del territorio. Un momento chiave da festeggiare, eppure anche un evento importante come il settantesimo della fondazione dell’Associazione si scontra con la lunga crisi che dal 2008 a oggi insiste sul sistema produttivo. Per questo la dirigenza dell’Associazione ha deciso di promuovere una serie di iniziative per rendere un tributo al genetliaco e che siano però in linea con le esigenze imposte dalla contingenza. Appuntamenti di approfondimento per l’impre-
sa e l’imprenditore, momenti di confronto con il territorio e le comunità del comprensorio. Un calendario ricco di azioni rivolte a più soggetti, dagli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, alla formazione per l’imprenditore, alle occasioni di intrattenimento per i cittadini. Come spiegato dal vicepresidente di Confartigianato Forlì Luca Morigi (nella foto) “i settant’anni dell’Associazione sono l’occasione per confermare la nostra presenza e la nostra attenzione alla realtà di cui siamo parte attiva. L’imprenditore, che noi rappresentiamo, è inserito in un Continua a pagina 5 • • •
Gli approfondimenti sull’attualità
Necessario supportare l’imprenditoria femminile Tra i progetti che saranno portati avanti nel corso di quest’anno anche gli approfondimenti sul linguaggio di genere e i temi connessi al lavoro femminile. Donne Impresa Confartigianato ha infatti iniziato una collaborazione con il mondo del giornalismo per affrontare da più angolazioni il tema delle differenze di genere. Un percorso articolato, voluto con determinazione dal direttivo del movimento e che si svilupperà su più livelli e rivolto a utenti diversi. Senza dimenticare le battaglie che, da sempre, vedono il movimento in prima linea. Non è un caso che la Legge di Stabilità 2016 abbia previsto l’estensione del voucher per babysitter e asili nido alle madri lavoratrici autonome e alle imprenditrici, che finalmente hanno la possibilità di richiedere i buoni per l’acquisto di servizi di baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati. Frutto di una costante attività di confronto con le istituzioni, il provvedimento è un primo passo verso una uniformità di trattamento tra lavoratrici dipendenti e autonome, anche se il welfare italiano 4 • febbraio 2016 • • • essere impresa
è ancora poco attento alle imprenditrici, che frequentemente si scontrano con un ambiente ostile all’iniziativa economica. Sogni e ambizioni si infrangono troppe volte davanti alle rigidità di un Paese poco amico delle donne titolari d’azienda. Dalle rilevazioni dell’ufficio studi dell’Associazione appare chiaro che l’Italia dedica soltanto l’1% del Pil alla spesa pubblica per la famiglia e le donne fanno sempre più fatica a coniugare gli impegni professionali e familiari e a dedicare tempo a loro stesse. Con un effetto disastroso: negli ultimi 10 anni in Italia le imprese al femminile sono calate del 5,6%. L’attività di Donne Impresa mira a ridare slancio all’imprenditoria in rosa, consapevoli che se l’occupazione femminile salisse a 2,7 milioni l’Italia, attualmente ultima in Europa per tasso di occupazione femminile, si allineerebbe alla media europea. Purtroppo il nostro Paese è ben lontano da quanto fissato dalla strategia di Lisbona, che prevedeva l’impiego del 60% di donne entro il 2010. Un risultato che, secondo la Banca d’Italia, avrebbe ricadute positive per l’intera economia, facendo crescere il Pil del 7%.
associazione L’attenzione ai nuovi media
Il ruolo dei social network
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e anche l’Istat si affida ai Big Data, l’analisi del flusso d’informazioni attraverso le reti telematiche, per tracciare il quadro dell’Italia, risulta lampante la centralità del ruolo di internet e conseguentemente l’importanza di sfruttare efficacemente le opportunità offerte dalla rete. Confartigianato di Forlì, in collaborazione col Gruppo Giovani Imprenditori, ha già realizzato un primo, partecipato incontro per approfondire il tema del corretto uso dei social network. Per rispondere alle sollecitazioni dei partecipanti e per offrire un quadro ulteriormente esaustivo del tema sta organizzando altri appuntamenti volti a
cogliere i diversi aspetti dell’uso del web. Circa 30 milioni di italiani si collegano a internet almeno una volta in un mese, ma sono 22 milioni gli utenti giornalieri. La rete risponde a molteplici usi dalle esigenze informative, alle transazioni commerciali, alle relazioni e al bisogno di comunicare ciò che pensiamo o sentiamo. Le conversazioni attraverso la rete hanno un impatto reale, battaglie civili nate sul web sono state recepite dalla politica. Uno strumento potente che necessita della giusta conoscenza per essere realmente un’opportunità. Facebook, Twitter, Linkedin, Google Plus sono mezzi di comunicazione efficaci solo se utilizzati con discernimento. Mentre piattaforme come E-Bay e Amazon favoriscono i consumatori con lo scambio di informazioni su determinati prodotti per un acquisto maggiormente consapevole e, al contempo, sono una fonte di accreditamento e di reputazione per i produttori. A patto che si sappiano usare correttamente, comunicare creando coinvolgimento è possibile soltanto con impegno e dedizione. Se rimanere al di fuori del web oggi è controproducente, si deve infatti essere consapevoli della necessità di offrire contenuti professionali e di qualità.
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Un anno di eventi tessuto sociale che ha molteplici sfaccettature, per questo abbiamo messo a punto un’agenda variegata, in grado di favorire la riflessione e il confronto, ma anche il momento ludico, parte integrante di ogni festeggiamento. Tra le proposte d’intrattenimento la partecipazione alla festa artusiana e la presenza ad alcune delle più importanti rassegne del territorio, nel segno di una sinergia che continua e si rafforza. Mentre per quanto concerne la parte istituzionale sono già stati avviati incontri con gli imprenditori associati su importanti temi, dal credito ai nuovi mezzi di comunicazione digitali.” Forte di un passato solido, Confartigianato guarda al futuro con fiducia “siamo consci delle difficoltà che la recessione ha comportato per le micro e piccole imprese, per questo il gruppo dirigente ha vagliato con attenzione quali opportunità adottare in questo anno, pensando al contempo
alla ripresa. Siamo certi che si debba costruire con fiducia l’immediato futuro, i segnali positivi, per quanto deboli, iniziano a manifestarsi, dobbiamo garantire agli imprenditori i migliori strumenti per ripartire.” Venerdì 18 marzo al Cosmonauta di Forlì si terrà la presentazione del libro “i miei genitori non hanno figli” di Marco Marsullo, in collaborazione con Archimedia nell’ambito della rassegna “Caratteri d’inverno”, un modo lieve e originale di affrontare il tema dell’educazione. essere impresa • • • febbraio 2016 • 5
i numeri dell’economia Concorrenza sleale
Cresce l’economia sommersa e illegale
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l sommerso rappresenta un grave fenomeno di concorrenza sleale per le imprese regolari. I dati raccolti da Confartigianato rendono evidente la minaccia dell’abusivismo e dell’illegalità, mentre il lavoro autonomo subisce un rallentamento a causa della recessione. Il valore aggiunto dell’economia illegale è salito del 2,4% per converso il valore delle attività produttive regolari è sceso del 2,4%. In pratica, l’economia illegale è il comparto che presenta le performance migliori, senza dimenticare che l’abusivismo costituisce una grave minaccia per le imprese rispettose di tutti gli adempimenti normativi e in particolar per quelle operanti nell’artigianato. Più di un milione di indipendenti irregolari, in crescita dello 0,3%, mentre imprenditori e lavoratori autonomi regolari sono calati di 275.000 unità, con una caduta del 4,2%.
al 14,5%; di fatto si registra un occupato indipendente irregolare ogni 5,9 indipendenti regolari. Il problema dell’abusivismo è particolarmente grave nel comparto dei servizi alla persona, con Continua a pagina 7 • • •
È aumentata in modo significativo l’incidenza del lavoro non regolare, che è passata dal 13,9%
Italia ed Europa a confronto
Come cambia il lavoro indipendente
I dati Eurostat sul mercato del lavoro raccontano che nel 2015 l’Italia è stato il primo paese dell’Unione europea per numero di occupati indipendenti. Nel dettaglio, l’Italia conta 5.460.500 indipendenti, il 24,1% del totale; a seguire troviamo il Regno Unito con 4.648.600 unità, pari al 14,9% del totale, la Germania con 4.401.300 unità pari al 10,9%, la Polonia con 3.494.500 unità pari al 21,5%, la Spagna con 3.094.300 unità pari al 17,1% del totale e a Francia con 3.025.800 unità, e pari all’11,4%. L’incidenza del lavoro indipendente in Italia è di 8,6 punti superiore alla media dell’Eurozona (15,5%). L’87% sono imprenditori o lavoratori autonomi (4.752.100) e oltre la metà (59,1%) è rappre6 • febbraio 2016 • • • essere impresa
sentata da lavoratori in proprio (3.226.900), un ulteriore quarto (24,1%) da liberi professionisti (1.316.500) ed il 3,8% da imprenditori (208.600). Completa il quadro del lavoro indipendente un 13% composto da collaboratori (6,3%, pari a 345.900 persone), coadiuvanti familiare (5,8%, pari a 315.300 persone) e soci di cooperativa (0,9%, pari a 47.300 persone). In Italia il lavoro indipendente si concentra per l’94,1% in microimprese con meno di 9 addetti, quota che sale al 98,1% se si considerano le micro e piccole imprese con meno di 20 addetti. Nelle imprese artigiane i lavoratori indipendenti sono 1.507.800 e pesano per il 30,6% del totale del lavoro autonomo delle imprese. La maggiore presenza incidenza di lavoro indipendente si regista nel Mezzogiorno con il 26,4% in cui spicca il Molise con il 33%. Segue il Centro con il 25,2% in primis la Toscana con il 27,6%, il Nord-Est con il 23,9% e il valore massimo del 24,7% dell’Emilia-Romagna e, infine, il NordOvest registra il 23,3% con il valore massimo del 27,1% della Valle d’Aosta.
i numeri dell’economia Famiglie e crisi
A rischio la spesa per consumi
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a forte turbolenza dei mercati finanziari di questo scorcio di anno e in particolare la crisi dei titoli del settore bancario mettono sotto stress la ricchezza delle famiglie italiane e proiettano il rischio di impulsi negativi all’economia reale. La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane due anni fa registrava uno stock di asset di natura finanziaria di 3.897,1 miliardi di euro, di cui poco meno di un terzo - il 31,7%, pari a 1.234,7 miliardi di euro - rappresentava la componente più esposta alla dinamica dei mercati finanziari, essendo costituita da titoli pubblici italiani, obbligazioni italiane, titoli esteri, azioni italiane quotate, azioni estere quotate, fondi comuni d’investimento e fondi pensione. La quota di ricchezza esposta alle fluttuazioni dei mercati negli ultimi anni si è contenuta, rafforzando l’orientamento delle famiglie italiane
a una composizione più conservativa e meno rischiosa del proprio portafoglio finanziario; in particolare si osserva che il 16% della ricchezza finanziaria (e pari al 43,4% della ricchezza finanziaria più esposta alle dinamiche dei mercati finanziari) è costituita da prodotti di risparmio gestito, quali fondi comuni
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Cresce l’economia sommersa e illegale un’incidenza del 25%, si attestano al 24,9% le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, mentre, al terzo posto di questa poco lusinghiera classifica c’è il settore dei trasporti con un 20% di abusivi. Marco Valenti, vicesegretario di Confartigianato Forlì commenta il report “il dato più allarmante è che il 65% delle imprese artigiane è purtroppo esposto al fenomeno della concorrenza sleale. Ci troviamo di fronte a un mercato falsato da chi opera nel sommerso e che aggrava la situazione resa già delicata dalla crisi.” Ma un altro elemento mette a rischio la ripresa “le attività illegali come il traffico di stupefacenti, la prostituzione e il contrabbando di tabacco generano un indotto di quasi 17milioni di euro. Più dell’intero comparto dei trasporti fermo a poco più di 16milioni.” Il fenomeno del lavoro irregolare è presente con concentrazioni molto diverse da regione a regione, il Mezzogiorno registra l’incidenza maggiore, pari al 18,9%, mentre il Centro-Nord si ferma al 10,4%.
di investimento e fondi pensione. La situazione può influenzare negativamente la propensione marginale al consumo; un ‘effetto ricchezza’ negativo, quindi, potrebbe condizionare il driver della ripresa in atto, la spesa per consumi, proprio mentre si attenua la spinta del commercio internazionale dovuto al rallentamento della domanda dei Paesi emergenti. Il sostegno alla crescita dato dal maggior dinamismo della domanda interna è stato confermato dalle previsioni della Commissione europea che hanno revisionato al rialzo la crescita dei consumi privati dal +1,4% previsto a novembre 2015 al +1,5% attuale - mentre hanno ritoccato verso il basso la dinamica delle esportazioni, che scende dal +3,3% previsto nello scorso autunno all’attuale 3,1%. L’effetto sui conti pubblici del cedimento del pilastro della domanda interna potrebbe essere pesante, soprattutto senza un rialzo dell’inflazione, mettendo a rischio la riduzione prevista nel 2016 del rapporto debito Pil. essere impresa • • • febbraio 2016 • 7
economia & lavoro a cura di Mauro Collina Tra resistenza e cambiamento
L’Italia deve ritrovare coraggio
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criveva Charles Darwin “non sono i più forti della specie che sopravvivono, non i più intelligenti, ma coloro che si adattano meglio al cambiamento.” Mai come ora tutto quanto ci circonda è in rapida evoluzione: la natura, le città, le persone. Pur essendo un “passaggio” del tutto usuale, il cambiamento ci intimorisce tanto al punto che la prima reazione provata, quella più istintiva e umana, è di evitarlo. Eppure non è una punizione, piuttosto è un’opportunità per crescere, migliorare, sperimentare cose nuove. Accettare, senza atteggiarsi a vittime, la situazione in cui ci troviamo è il primo passo per abbracciare il cambiamento, perché significa aver preso coscienza delle nostre parti più scomode, quelle con cui non amiamo confrontarci, ma che vorremmo trasformare. Anche in economia stiamo vivendo una situazione analoga. L’espansione delle nuove tecnologie, in coincidenza con i progressi nell’automazione dei processi, la stampa 3D, i “big data”, l’Internet of Things, stanno portando la società verso la quarta rivoluzione industriale, quella della digitalizzazione. Verrà ribaltato non solo il modello di business delle imprese, ma anche quello del mercato del lavoro, con l’eliminazione di circa cinque milioni di posti di lavoro entro il 2020 e la cancellazione di interi settori dell’economia. L’adozione di nuove tecnologie ha aumentato il benessere generale, questo però non è stato equamente distribuito, anzi: se nel 2009 l’1% della popolazione deteneva il 44% della ricchezza del
pianeta, nel 2014 la percentuale è salita al 48. Le stime pubblicate in occasione del meeting annuale di Davos dal Forum Economico Mondiale sono allarmanti. Secondo gli esperti la rivoluzione è già in corso e se non si attuano con urgenza misure adeguate ci troveremo, inevitabilmente, di fronte a elevati tassi di disoccupazione, differenze socio-economiche sempre più profonde e instabilità sociale. Migliorare le conoscenze di lavoratori e imprese, attraverso la formazione continua, è fondamentale. La partecipazione a corsi di d’approfondimento e l’innalzamento dei livelli di istruzione andrebbero spronati soprattutto fra i lavoratori che fanno un mestiere destinato a scomparire nei prossimi anni, secondo un ben preciso ordine di priorità, in modo che ne possano beneficiare in primo luogo le categorie più a rischio. Internet viene usato ormai in quasi tutte le attività, ma ci sono ancora vaste porzioni della popolazione che sono a malapena in grado di connettersi, ed è proprio la fetta di lavoratori con competenze tecnologiche basse, se non nulle, che rischia di restare a terra. Da qui la necessità di politiche proattive di educazione e di formazione professionale per attrezzare meglio le persone alla convivenza con le macchine. Purtroppo il nostro Paese è penalizzato da un ritardo che pesa fortemente sullo sviluppo economico e culturale, ritardo che è prima di tutto generazionale e anagrafico. L’età media della popolazione italiana è fra le più alte al mondo, dietro solo a Giappone e Germania. Da questo fattore consegue che le scelte strategiche siano condizionate dal fatto che in alto (classe dirigente) e in basso (consumatori/elettori) prevalgono punti di vista obsoleti, legati a una visione pre-digitale delle economie. Arretratezza che viene confermata dalla velocità media di connessione internet, penultimi in Europa con gli 8.73 Mbps, rispetto alla media di 20 Mbps, lontani anni luce da 55,67Mbps della Romania. Occorre adeguare risorse e programmi alle esigenze di un mondo in veloce divenire, solo così potremo cogliere le formidabili opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale, “a patto di trovarsi dalla parte dei rivoluzionari, non da quella dei rivoluzionati”, come ha giustamente sintetizzato Guy Ryder, direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
8 • febbraio 2016 • • • essere impresa
economia & lavoro Controllo di gestione
La presentazione del nuovo servizio a Forlimpopoli e Modigliana
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roseguono gli appuntamenti realizzati da Confartigianato Forlì in collaborazione con lo studio Babbini per presentare il nuovo servizio di controllo di gestione. Giovedì 3 marzo si terrà l’incontro per illustrare agli associati di Forlimpopoli il potenziale del nuovo sistema, mentre il 31 marzo, a Modigliana, saranno interessate le aziende del Tramazzo. Dopo il primo, partecipato appuntamento, realizzato nella sala conferenze di viale Oriani a Forlì (nelle foto), le imprese hanno avuto l’opportunità di valutare una consulenza personalizzata da parte di Ernesto Babbini, ingegnere gestionale e titolare dello studio, che oggi ha un punto informazioni anche nella sede forlivese. Una collaborazione che consente agli imprenditori associati di valutare le tecniche di ottimizzazione delle attività aziendali, per incrementare la propria produttività, riducendo al
contempo gli sprechi. Durante la presentazione, dopo la fase di esposizione dei concetti chiave del sistema proposto, i partecipanti possono formulare quesiti per chiarire eventuali dubbi, così da valutare un contatto diretto e riservato coi consulenti dello studio. Ernesto Babbini illustrando il progetto, chiarirà la metodologia di lavoro, avvalendosi di un piccolo manuale d’uso, che verrà consegnato ai partecipanti. Queste linee guida rappresentano un utile prontuario per cogliere gli elementi essenziali del servizio. Adottare tecniche che consentano di rendere maggiormente efficiente la propria attività produttiva, può consentire anche alle piccole imprese di affrontare meglio la crisi che ancora insiste sul sistema economico, non solo locale. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.ernestobabbini.it e rivolgersi agli uffici di Confartigianato.
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Emilia Romagna
essere impresa • • • febbraio 2016 • 9
10 • febbraio 2016 • • • essere impresa
vita associativa Lavori di asfaltatura a prezzi concorrenziali?
Attenzione all’impostura
L
a truffa dell’asfalto sbarca a Forlì e viene prontamente segnalata alle forze dell’ordine. Per merito della prontezza di un’imprenditrice associata che ha contattato gli uffici di Confartigianato è stato reso noto, anche grazie alla collaborazione dei mezzi d’informazione locali, a tutti i cittadini del forlivese il tentativo di raggiro. La modalità non è nuova, si tratta di un tentativo da parte di un soggetto non identificato che si finge tecnico del Comune di Forlì, di effettuare un lavoro di asfaltatura. L’individuo, qualificandosi come
ingegnere dell’Amministrazione Comunale, ma di origini tedesche e non totalmente padrone della lingua italiana, ha proposto di procedere al ripristino dell’asfalto del piazzale aziendale, a fronte di una spesa minima di 15 euro a metro quadro, per non rendere disperdere l’asfalto residuo da alcuni lavori in aree attigue. L’imprenditrice ha rifiutato e ha effettuato una ricognizione su internet, verificando casi di imposture messe in opera con le medesime modalità, segnalando quindi prontamente l’accaduto a Confartigianato Forlì. Come si legge in rete, un tentativo analogo è stato effettuato nel Nord Est quando un soggetto spacciandosi per dipendente della ditta che gestiva le asfaltature si era offerto di utilizzare il carico di bitume avanzato, ottenendo un prezzo molto favorevole. In pratica per non sprecare il prodotto, la ditta appaltatrice era pronta a lavorare per il privato a metà prezzo. La proposta allettante si è poi rivelata una frode e il soggetto si è dileguato per poi riapparire nel forlivese. Il dubbio sollevato riguarda anche la tipologia di reato, se attenga solo alla perdita della caparra dell’asfaltatura oppure se ci sia il rischio di un carico di prodotto, magari contenente materiali tossici, da utilizzare con questa modalità fraudolenta. Confartigianato Forlì desidera mettere in guardia tutte le imprese, invitando a denunciare il soggetto alle Forze dell’Ordine.
La pubblicazione per riconoscere il truffatore
Confartigianato Forlì a tutela del cittadino L’Associazione forlivese e Anap insieme per la sicurezza. La campagna di sensibilizzazione “più sicuri insieme” mira a mettere in guardia i cittadini dai pericoli più insidiosi. La truffa, infatti, può potenzialmente nascondersi dietro l’aspetto rassicurante di un soggetto affidabile, dai modi compiti, ed è quindi fondamentale prendere tempo prima di firmare contratti, riservandosi di chiedere consiglio e in nessun
girare le vittime, conoscendo informazioni che inducono le persone a fidarsi.
caso consegnare soldi o preziosi a sconosciuti o permetterne l’ingresso in casa. Purtroppo i truffatori sanno bene come rag-
Poter essere a conoscenza degli strumenti utilizzati da coloro che hanno fatto della malafede il proprio mestiere, consente una prima forma di tutela, anche se è indispensabile non abbassare mai la guardia e soprattutto non avere timore di rivolgersi alle Forze dell’Ordine per avere chiarimenti e rassicurazioni. essere impresa • • • febbraio 2016 • 11
12 • febbraio 2016 • • • essere impresa
notiziario tecnico
Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli LA FINANZIARIA 2016 È stata pubblicata sul S.O. n. 70 alla G.U. 30.12.2015, n. 302 la Finanziaria 2016 (Legge28.12.2015, n. 208) c.d. “Legge di stabilità 2016”, in vigore dall’1.1.2016. Rispetto al testo originario del ddl la versione definitiva della citata Legge si compone di 1 articolo suddiviso in 999 commi. Nell’iter di approvazione il Legislatore ha apportato una serie di significative modifiche. Nel corso dell’appuntamento di Telefisco 2016 sono stati successivamente forniti importanti chiarimenti in merito a numerosi argomenti e, in questa sede, ne analizzeremo alcuni dei più rilevanti.
REGIME FORFETARIO Al regime forfetario riservato alle persone fisiche (imprese e lavoratori autonomi) di cui all’art.1, commi da 54 a 89, Finanziaria 2015 sono apportate le seguenti modifiche. La principale (e da più parti auspicata) modifica riguarda l’incremento delle soglie di ricavi e compensi ai fini dell’accesso: 15 mila euro in più per i professionisti, 10 mila euro in più per tutte le altre attività. I nuovi limiti rilevano sia per chi accede per la prima volta al regime 2016, sia per chi ha adottato il forfait nel 2015 e deve verificare le condizioni di permanenza. Il soggetto in regime ordinario/semplificato nel corso del 2015 che adotta dal 1° gennaio 2016 il nuovo regime forfetario dovrà pertanto verificare il rispetto delle soglie di accesso considerando i nuovi limiti sull’anno d’imposta 2015. In tale ottica, anche se qui sarebbe utile una conferma ufficiale, dovrebbe poter continuare ad adottare il forfait nel 2016 anche il contribuente che ha adottato il regime forfetario nel 2015 e ha superato in questo primo anno il “vecchio” limite dei ricavi, ma non il nuovo. Il passaggio dal primo gennaio 2016 al regime forfetario per le partite Iva che hanno un’attività in corso, richiede particolare attenzione nel gestire gli adempimenti che servono a transitare dal regime ordinariosemplificato a quello agevolato.
Dall’ordinario al forfetario Come precisato dalla circolare 6/E/2015 la scelta del regime agevolato può avvenire, in questo caso, a partire dal 1° gennaio 2016, senza la necessità di dar-
ne alcuna comunicazione preventiva (con il modello AA9/12). Tuttavia, per dare concreta evidenza al «comportamento concludente», i contribuenti interessati al passaggio dovranno procedere già nella prossima dichiarazione Iva 2016 (relativa al 2015) a compilare il rigo VA14, per segnalare che si tratta dell’ultima dichiarazione precedente l’applicazione del nuovo regime di forfait. Nella stessa dichiarazione sarà necessario procedere anche con la rettifica della detrazione prevista dall’articolo 19 bis2 del Dpr 633/72 direttamente al rigo VF56, ove, ovviamente, ci siano situazioni interessate. Nella dichiarazione dei redditi (quadro RG/RF per le imprese, quadro RF per i professionisti) andranno interamente gestite, secondo le regole fissate dall’articolo 1 comma 66 della legge 190/2014, le quote residue dei componenti di reddito la cui tassazione/ deduzione è stata rinviata, conformemente alle diposizioni del Tuir (ad esempio plusvalenze e spese di manutenzione). La stessa sorte spetta, in caso di attività d’impresa, ai ricavi/costi di competenza del 2015, il cui incasso è avvenuto o avverrà nel 2016, che dovranno partecipare alla determinazione del reddito relativo all’annualità 2015. Infine le fatture emesse nel 2016 non dovranno addebitare né l’Iva, né la ritenuta d’acconto, riportando obbligatoriamente il richiamo all’articolo 1 commi 54-89 della legge 190/2014.
La revoca dell’opzione Come ha chiarito l’agenzia delle Entrate nel corso di Telefisco 2016, quanti nel 2015, pur essendo naturalmente nel regime forfetario, hanno optato per la tenuta di quello ordinario semplificato, possono revocare l’opzione e dal 1° gennaio 2016 accedere al regime forfetario. Questo anche se, in via generale, l’opzione vincola il contribuente alla sua concreta applicazione per almeno un triennio. L’apertura è giustificata dalle significative modifiche introdotte dalla legge di Stabilità 2016. Il chiarimento rimette quindi in gioco tutti i contribuenti che nel 2015 avevano deciso di adottare il regime normale se, alla luce delle novità introdotte dalla legge 208/2015, avessero l’interesse a passare al regime forfetario. Per questi soggetti, è da ritenere che possano tornare utili i chiarimenti forniti dalle Entrate con la circolare 7/E/2008 in occasione del varo del regime dei minimi (legge 244/2007), confermati anche dalla più recente risoluzione 67/E/2015. L’eventuale addebito dell’imposta al cessionario o committente effettuato nelle prime fatture emesse nel 2016, può quindi essere ricondotto a un errore causato dalle incertezze applicative legate alle novità introdotte (il chiarimento ufficiale è del 28 gennaio), per cui l’esposizione dell’Iva non è da ritenere riconducile all’espressione della volontà di rinunciare al regime agevolato. In questi casi, quindi, l’operazione può essere rettificata emettendo una nota di accrediContinua a pagina 14 • • • essere impresa • • • febbraio 2016 • 13
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to ex articolo 26 del Dpr 633/72, con conseguente diritto del cessionario/committente alla restituzione dell’importo pagato al cedente o prestatore a titolo di rivalsa. In pratica, il vero comportamento concludente che attesta la scelta del regime ordinario si realizza solo quando il contribuente procede alla liquidazione periodica dell’Iva.
ASSEGNAZIONE AGEVOLATA BENI D’IMPRESA È riproposta l’assegnazione / cessione agevolata di beni immobili / mobili ai soci. È infatti consentito alle società di persone / capitali di assegnare / cedere ai soci gli immobili, diversi da quelli strumentali per destinazione, o mobili iscritti in Pubblici registri non utilizzati come beni strumentali, applicando le disposizioni di seguito esaminate. L’assegnazione / cessione va effettuata entro il 30.9.2016 a condizione che tutti i soci risultino iscritti nel libro dei soci, se prescritto, alla data del 30.9.2015, ovvero che vengano iscritti entro il 30.1.2016 in forza di un titolo di trasferimento avente data certa anteriore all’01.10.2015. A tal fine è dovuta un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e IRAP pari all’8% (10,50% se la società risulta non operativa in almeno 2 dei 3 periodi d’imposta precedenti l’assegnazione /cessione) calcolata sulla differenza tra: il valore dei beni assegnati; il costo fiscalmente riconosciuto. In mancanza di uno specifico riferimento alla “sostituzione” dell’IVA, quest’ultima va applicata con le regole ordinarie. Per le assegnazioni / cessioni soggette a imposta di registro è prevista la riduzione alla metà delle relative aliquote e l’applicazione delle imposte ipocatastali in misura fissa. Le riserve in sospensione d’imposta annullate per effetto dell’assegnazione dei beni ai soci sono assoggettate ad un’imposta sostitutiva pari al 13%. In sede di assegnazione la società può richiedere che il valore normale degli immobili sia determinato su base catastale, ossia applicando alla relativa rendita catastale rivalutata i moltiplicatori in materia di imposta di registro ex art. 52, DPR n. 131/86. In caso di cessione, al fine della determinazione dell’imposta sostitutiva, il corrispettivo, se inferiore al valore del bene ex art. 9, TUIR, o al valore catastale, è computato in misura non inferiore ad uno dei 2 valori. In sede di approvazione è stato modificato il trattamento fiscale in capo al socio assegnatario limitando la non applicazione dell’art. 47, TUIR, ai commi 1, secondo periodo, e da 5 a 8. Di conseguenza, ora, in capo al socio assegnatario (di società di capitali) l’operazione non risulta più fiscalmente irrilevante, in quanto per lo stesso è pre-
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vista la tassazione degli utili in natura sulla parte eccedente la somma assoggettata ad imposta sostitutiva da parte della società. Tuttavia il valore normale dei beni ricevuti, al netto dei debiti accollati, riduce il costo fiscalmente riconosciuto delle azioni / quote possedute. Il versamento dell’imposta sostitutiva dovuta va effettuato: nella misura del 60% entro il 30.11.2016; il rimanente 40% entro il 16.6.2017. Quanto sopra è applicabile anche alle società che hanno per oggetto esclusivo o principale la gestione dei citati beni e che entro il 30.9.2016 si trasformano in società semplici. Non sono ancora arrivate risposte ufficiali sui temi dell’assegnazione agevolata dei beni ai soci e delle due ulteriori declinazioni della norma riguardanti la cessione e la trasformazione in società semplice, ma dalle domande che sono arrivate nel corso di Telefisco 2016 si è notato grande interesse da parte degli operatori. D’altra parte si tratta di un’occasione importante per riorganizzare patrimoni societari e familiari, rendendoli più idonei alle esigenze dei contribuenti, senza sostenere oneri fiscali rilevanti.
NOVITÀ IMU (IMMOBILI IN COMODATO A PARENTI) In sede di approvazione è stato rivisto il trattamento dell’unità immobiliare concessa in comodato ad un parente in linea retta entro il primo grado che la utilizza come abitazione principale. Tale fattispecie non rientra quindi più nella potestà regolamentare del Comune. In particolare, la base imponibile IMU è ridotta del 50% per le unità immobiliari, escluse quelle di lusso (A/1, A/8 e A/9), concesse in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado che la utilizzano come abitazione principale a condizione che: ➤ il contratto di comodato sia registrato; ➤ il comodante possieda un solo immobile in Italia, oltre all’abitazione principale non di lusso sita nel Comune in cui è ubicato l’immobile concesso in comodato; ➤ il comodante risieda anagraficamente e dimori abitualmente nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato. Con le risposte date a Telefisco 2016 è stato chiarito che il termine “immobili” è da intendersi riferito ai soli immobili ad uso abitativo, non rilevando il possesso di terreni, aree fabbricabili o altri fabbricati non ad uso abitativo. In pratica, quindi, la riduzione al 50% della base imponibile opera se il soggetto passivo possiede (a titolo di proprietà, usufrutto, superficie, uso o abitazione) al massimo due abitazioni non di Continua a pagina 15 • • •
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lusso, di cui una data in comodato ed una destinata a propria abitazione principale ed a condizione che comodante e comodatario abbiano residenza e dimora nello stesso Comune. Rimane il problema che la norma non pone vincoli con riferimento alla percentuale di possesso, sicché se il soggetto possiede lo 0,1% di una terza abitazione, l’agevolazione non spetta. Per il Mef, poi, la riduzione al 50% della base imponibile è cumulabile con l’altra riduzione al 50% della base imponibile prevista per gli immobili storici, quindi qui lo sconto arriva al 75% dell’imposta. Sempre con tali risposte, si è affrontato il problema del termine entro il quale registrare il contratto di comodato. La legge di stabilità prevede come condizione che il contratto di comodato sia registrato, quindi non è richiesto espressamente che si tratti di un contratto scritto. Pertanto occorre distinguere se si è concessa l’abitazione in comodato con contratto scritto o solo verbale. Nel primo caso, l’obbligo di registrazione scatta entro 20 giorni, e quindi per poter beneficiare dell’agevolazione per tutto gennaio, il comodato può partire dal 16 gennaio ed essere registrato entro il 5 febbraio, questo perché in Imu si considera come mese intero quello in cui il possesso si è protratto per almeno 15 giorni. Per i contratti di comodato verbali, invece, non c’è in generale alcun obbligo di registrazione, ma se si vuole accedere all’agevolazione Imu occorre registrarlo. Per il Mef, essendo un adempimento nuovo, la registrazione può essere fatta entro il 1° marzo, nel rispetto dello Statuto del Contribuente che impone di non fissare obblighi tributari prima del sessantesimo giorno dall’entrata in vigore della norma che li prevede.
Affari generali • a cura di Monica Gori VITTIME DEI FINTI FALLIMENTI FONDO PMI Una tutela contro i cattivi pagatori La Commissione Bilancio del Senato ha recepito le sollecitazioni di Confartigianato compiendo un atto di giustizia nei confronti delle tante, troppe piccole imprese vittime dei mancati pagamenti di aziende che dichiarano finti fallimenti. L’emendamento alla Legge di Stabilità che istituisce presso il Ministero dello Svi-
luppo economico un Fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti, con una dotazione di 10 milioni di euro annui per il triennio 2016-2018 rappresenta una prima forma di tutela per le micro e piccole aziende. Un importante risultato di una battaglia che Confartigianato conduce in difesa dei diritti di tanti imprenditori subfornitori travolti dai debiti e dai fallimenti delle aziende committenti. Come Serenella Antoniazzi, imprenditrice veneziana, che nel libro ‘Io non voglio fallire’ ha narrato la sua drammatica vicenda diventano il simbolo di chi non si arrende per vedersi riconosciute giuste regole per continuare a lavorare. La battaglia purtroppo non è finita. Confartigianato continuerà a porre con forza al Governo e al Parlamento la necessità di superare l’odiosa asimmetria tra imprese che sfruttano le pieghe della legge per sottrarsi agli obblighi di pagamento e le tante, troppe piccole imprese che, non pagate, vengono trascinate a loro volta verso il fallimento. Per questo Confartigianato auspica che la Commissione promossa dal Ministero della Giustizia sul tema possa rapidamente dare il via a modifiche delle norme sulle procedure concorsuali.
IN DETTAGLIO La legge di Stabilità 2016 (legge n. 208/2015, commi 199, 200, 201) ha istituito presso il Ministero dello sviluppo economico il Fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti, con una dotazione di 10 milioni di euro annui per il triennio 2016-2018, per sostenere le piccole e medie imprese che sono in difficoltà a causa dei mancati pagamenti da parte di altre aziende debitrici. Possono accedere al Fondo le piccole e medie imprese che risultano parti offese in un procedimento penale a carico di aziende debitrici imputate dei delitti di estorsione (art. 629 c.p.), truffa (art.640 c.p.), insolvenza fraudolenta (art.641 c.p.), false comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.). Per l’entrata in vigore della misura occorre attendere un decreto del Ministro dello sviluppo economico che, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, determini i limiti, i criteri e le modalità per la concessione dei finanziamenti agevolati da parte dello Stato nei confronti delle imprese.
CONVENZIONE UNIEURO 2016 Con la Convenzione con il Gruppo UNIEURO è possibile usufruire dei vantaggi esclusivi nell’acquisto dei prodotti di elettronica e informatica, piccoli e grandi elettrodomestici, articoli per la casa venduti presso la rete degli oltre 400 punti vendita a insegna Unieuro diretti o affiliati presenti sul territorio nazionale. AttraContinua a pagina 16 • • • essere impresa • • • febbraio 2016 • 15
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Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani FONDI DI SOLIDARIETA’ Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 148/2015 è stata pressoché riformata l’intera normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. Una delle novità più rilevanti è l’introduzione di un sistema generalizzato di sostegno al reddito, esteso obbligatoriamente a tutte le aziende che occupano mediamente più di 5 dipendenti appartenenti a settori non rientranti nell’ambito di applicazione della cassa integrazione guadagni. Un sistema basato sull’istituzione obbligatoria di Fondi di solidarietà bilaterali, frutto della concertazione tra Associazioni datoriali e Organizzazioni sindacali, allo scopo di assicurare ai lavoratori dei diversi comparti una tutela in costanza di rapporto, nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, per le medesime cause previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria. Nei settori, come quello artigiano, in cui è presente un consolidato sistema di bilateralità la normativa ha previsto la possibilità da parte delle Organizzazioni imprenditoriali e sindacali di adeguare in tal senso le fonti normative ed istitutive dei fondi bilaterali esistenti (es. EBER/EBNA) In difetto di tali fondi, l’azione di tutela prevista dal legislatore è stata demandata ad un Fondo di solidarietà residuale costituito presso l’INPS, inizialmente obbligatorio per le aziende con più di 15 dipendenti in settori non coperti da altri strumenti di integrazio-
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ne salariale, la cui operatività è stata data decorrenza retroattiva dal 1° gennaio 2014. Il Fondo di solidarietà residuale dal 1° gennaio 2016 ha assunto la nuova denominazione di Fondo di integrazione salariale (FIS) ed è rivolto ai datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 dipendenti. I Fondi di solidarietà sono stati introdotti con la finalità di superare definitivamente il sistema della cassa integrazione in deroga, che dal 2009 ha dato risposte importanti alle imprese artigiane - e non - colpite dalla crisi. Ricordiamo, infatti, che la cassa integrazione guadagni è riservata esclusivamente alle aziende industriali ed edili, in quanto finanziano mensilmente tale strumento tramite il versamento della contribuzione all’INPS, mentre “la deroga” è stata finanziata anno per anno dallo Stato ed ha consentito alle imprese artigiane - e non - di sospendere i lavoratori dall’attività lavorativa, con una integrazione parziale della retribuzione, evitando così migliaia di licenziamenti. La legge di stabilità, nelle more della piena operatività dei Fondi di solidarietà, ha prorogato anche per 2016 il trattamento della CIG in deroga ma limitatamente ad un periodo di fruizione fino ad un massimo di 3 mesi per ogni azienda.
FONDO DI SOLIDARIETA’ BILATERALE DELL’ARTIGIANATO (F.S.B.A.) Confartigianato, insieme alla altre Associazioni datoriali dell’artigianato e le Organizzazioni sindacali dei lavoratori, in data 10 dicembre 2015 e 18 gennaio 2016 ha sottoscritto gli Accordi nazionali di adeguamento che disciplinano da gennaio 2016 il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA).
Campo di applicazione I citati accordi hanno previsto l’applicazione di FSBA a tutti i lavoratori dipendenti dell’artigianato (con esclusione ovviamente del settore edile e per il momento anche dell’autotrasporto) e delle imprese che applicano i contratti collettivi di lavoro sottoscritti tra le categorie delle Parti sopra menzionate, anche con meno di 6 dipendenti, cui non trovano applicazione i trattamenti di cassa integrazione guadagni. L’attivazione di FSBA consente così al comparto dell’artigianato di continuare ad avere il proprio fondo a sostegno del reddito, indipendentemente dal numero degli addetti, e quindi a proseguire nell’erogazione di prestazioni a tutte le imprese in difficoltà.
Prestazioni e durate Il Fondo a far data dal 1/7/2016 erogherà, con le durate e le causali previste dal presente accordo, la prestazione di un assegno di durata e misura pari all’assegno ordinario di integrazione salariale e la prestazione dell’assegno di solidarietà, nel limite unico del vigente massimale mensile pari a € 971,71 lordi e Continua a pagina 17 • • •
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successivi adeguamenti. Le durate delle prestazioni previste dal presente accordo sono le seguenti: 13 settimane di assegno ordinario; 26 settimane di assegno di solidarietà. Le suddette prestazioni non possono cumularsi e, nel biennio mobile, sono alternative tra loro.
Causali di intervento Ai lavoratori dipendenti delle imprese artigiane, a prescindere dal CCNL applicato, che siano sospesi dal lavoro o effettuino prestazioni di lavoro ad orario ridotto, è corrisposto l’assegno ordinario nei seguenti casi: a) situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, ivi comprese le situazioni climatiche; b) situazioni temporanee di mercato. Agli stessi dipendenti è riconosciuto, in presenza di accordo sindacale, l’assegno di solidarietà nel caso di riduzione dell’orario di lavoro finalizzata ad evitare licenziamenti plurimi individuali per giustificato motivo oggettivo. In merito saranno fornite, non appena disponibili, le necessarie indicazioni operative.
Contribuzione Per le aziende artigiane è dovuta la contribuzione sia a EBNA (EBER) che a FSBA. Tale contribuzione a EBNA-FSBA consiste in un contributo unico per ogni dipendente che si compone di due quote calcolate come segue da versare unitariamente al Fondo: dal 1° gennaio 2016, quota fissa pari a 7,65 euro mensili per 12 mensilità (fino al 2015 € 10,42) per le prestazioni EBNA. Tra queste ricordiamo a favore delle aziende le agevolazioni economiche per l’acquisto di macchinari e attrezzature nuove per la produzione, il contenimento dei consumi energetici, l’innovazione tecnologica e in caso di calamità straordinarie, anche contributi per la ricostruzione; mentre a favore dei lavoratori l’opportunità di avere delle prestazioni aggiuntive, quali ad es. l’integrazione del congedo parentale e contributi per asili nido, scuole materne, scuole medie - inferiori e superiori -, università e trasporti; dal 1° gennaio 2016, quota variabile pari allo 0,45% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali a carico dell’azienda per FSBA (vedi sopra); dal 1° luglio 2016, sempre per FSBA, si aggiunge un’ulteriore quota variabile pari allo 0,15% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali a carico del lavoratore. Se l’operatività di FSBA verrà raggiunta antecedentemente a tale data, anche tale quota di contribuzione dovrà essere versata a de-
correre dall’effettiva operatività del Fondo.
FONDO DI SOLIDARIETÀ RESIDUALE E FONDO DI INTEGRAZIONE SALARIALE (F.I.S.) Come già ricordato la normativa antecedente (Legge Fornero) ha previsto l’istituzione del Fondo di solidarietà residuale al quale devono aderire obbligatoriamente i datori di lavoro che occupano mediamente più di 15 dipendenti, appartenenti a settori, tipologie e classi dimensionali non rientranti nell’ambito di applicazione della normativa in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria e che non hanno costituito fondi di solidarietà bilaterali. Il fondo residuale è operativo dal 1° gennaio 2014 e da tale data è stato versato dalle aziende interessate un contributo ordinario pari allo 0,50% calcolato sulla retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali dei lavoratori dipendenti (esclusi i dirigenti), di cui due terzi a carico del datore di lavoro e un terzo a carico del lavoratore. Il D.Lgs. 148/2015 prevede che a decorrere dal 1° gennaio 2016 il fondo di solidarietà residuale assume la denominazione di fondo di integrazione salariale (F.I.S.). A decorrere dalla medesima data, al fondo di integrazione salariale si applicano le disposizioni del predetto decreto, in aggiunta a quelle che disciplinano il fondo residuale, ma solo dopo l’emanazione di un decreto interministeriale di adeguamento del Fondo residuale al F.I.S..
Ambito di applicazione Una delle novità più rilevanti è l’estensione del F.I.S. (ex Fondo residuale) ai datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 dipendenti (in precedenza più di 15), ferma restando l’appartenenza a settori, tipologie di datori di lavoro e classi dimensionali che non rientrano nell’ambito di applicazione della normativa in materia di cassa integrazione guadagni, per i quali non siano stati stipulati accordi volti all’attivazione di un Fondo di solidarietà bilaterale. Per quanto riguarda le modalità di computo dell’organico aziendale, al fine di individuare correttamente i datori di lavoro interessati, la verifica sul superamento della soglia dimensionale viene effettuata mensilmente con riferimento alla media del semestre precedente. Un’ulteriore novità, rispetto alla previgente disciplina, è quella che ai fini del raggiungimento della soglia dimensionale utile per il versamento della contribuzione al F.I.S. vanno computati anche gli apprendisti.
Prestazioni e causali di intervento Le prestazioni garantite dal FIS sono due: l’assegno ordinario (solo per le aziende con più di 15 dipendenti); l’assegno di solidarietà. Continua a pagina 18 • • • essere impresa • • • febbraio 2016 • 17
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L’importo di entrambi è pari a quello dell’integrazione salariale “tradizionale”, pertanto l’80% della retribuzione nel rispetto dei massimali annualmente rivalutati, con applicazione della riduzione nella misura dell’aliquota apprendisti (5,84%).
Assegno ordinario Il Fondo garantisce in relazione alle causali di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa previste dalla normativa in materia di cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, la prestazione di un assegno ordinario di importo pari all’integrazione salariale. L’assegno può essere concesso esclusivamente per il tempo necessario alla ripresa dell’attività produttiva interrotta. Nessuna prestazione è dovuta dal fondo in caso di cessazione anche parziale di attività. Il Fondo ha obbligo di bilancio in pareggio e non può erogare prestazioni in carenza di disponibilità, di conseguenza, con riferimento alla singola impresa, la prestazione è determinata nei limiti delle risorse finanziarie del Fondo, al netto degli importi complessivamente già autorizzati, comprensivi di contribuzione correlata e degli oneri di gestione. L’assegno ordinario è riconosciuto esclusivamente in favore dei lavoratori dipendenti, anche a tempo determinato o parziale, compresi gli apprendisti, esclusi i dirigenti ed i lavoratori a domicilio, di imprese che abbiano occupato mediamente più di quindici dipendenti nel semestre precedente la data di inizio delle sospensioni o delle riduzioni dell’orario di lavoro. Tali lavoratori devono possedere, presso l’unità produttiva per la quale è richiesto il trattamento, un’anzianità di effettivo lavoro di almeno 90 giorni dalla data di presentazione della domanda. L’assegno ordinario è corrisposto per un periodo massimo di tre mesi continuativi. Detto periodo, in casi eccezionali, può essere trimestralmente prorogato fino a un massimo complessivo di nove mesi da computarsi in un biennio mobile. Le prestazioni relative all’assegno ordinario sono già attive per le aziende con più di 15 dipendenti che alla data del 31/12/2015 versavano i contributi (0,50%), e quindi erano iscritte, al Fondo di solidarietà residuale.
Assegno di solidarietà Altra novità introdotta dal D.Lgs. 148/2015 è la prestazione dell’assegno di solidarietà che garantisce l’integrazione salariale in favore dei dipendenti di datori di lavoro che stipulano con le organizzazioni sindacali accordi collettivi aziendali programmando una riduzione dell’orario di lavoro al fine di evitare licenziamenti collettivi ovvero licenziamenti plurimi individuali. La riduzione media oraria non può superare il 60%
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dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati e, in capo a ciascun lavoratore, non può superare il 70% nell’arco dell’intero periodo per il quale l’accordo di solidarietà è stipulato. Tali lavoratori devono possedere, presso l’unità produttiva per la quale è richiesto il trattamento, un’anzianità di effettivo lavoro di almeno 90 giorni dalla data di presentazione della domanda. L’assegno di solidarietà può essere corrisposto per un massimo di 12 mesi in un biennio mobile. Le prestazioni relative all’assegno di solidarietà, per le aziende con organico compreso tra 6 e 15 dipendenti spetteranno solo per riduzioni di orario che si verificheranno dopo il 1° luglio 2016, mentre per quelle con più di 15 dipendenti già iscritte al Fondo residuale già dal 1° gennaio 2016. Preme informare però che ad oggi non è possibile procedere con la richiesta di tale prestazione per la cui operatività si attende un messaggio da parte dell’INPS.
Contribuzione L’INPS si è prontamente “accodato” per fare un primo punto della situazione sulla contribuzione di finanziamento dovuta al F.I.S. a far data dal 1° gennaio 2016, chiarendo anche chi deve effettuare i versamenti da subito e chi, invece, ferma restando la decorrenza, potrà farlo solo una volta emanate le disposizioni attuative, che dovranno a questo punto disciplinare anche le modalità di regolarizzazione del pregresso. A livello generale, le prestazioni ordinarie erogate dal FIS sono finanziate dai seguenti contributi: a) per i datori di lavoro che occupano mediamente più di 15 dipendenti, la contribuzione ordinaria è pari allo 0,65% (di cui un terzo a carico del lavoratore) della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali; b) per i datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 fino a 15 dipendenti il contributo ordinario è pari allo 0,45% (di cui un terzo a carico del lavoratore) della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali. I datori di lavoro con più di 15 dipendenti (lettera a) e che risultavano già iscritti al Fondo di solidarietà residuale sono chiamati a versare al FIS la nuova aliquota di contribuzione - pari allo 0,65% - dal 1° gennaio 2016, quindi senza soluzione di continuità rispetto al versamento operato al Fondo residuale fino al 31 dicembre 2015. Viceversa, per i datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 fino a 15 dipendenti (lettera b) o comunque non già rientranti nell’ambito di applicazione del Fondo residuale, le modalità di compilazione delle denunce e di versamento verranno fornite dall’INPS solo dopo l’entrata in vigore del più volte citato decreto interministeriale.
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Indispensabile fare chiarezza
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l Governo deve fare chiarezza, è un obbligo che ha nei confronti di coloro che già godono della pensione di reversibilità e di quelli che potrebbero nel prossimo futuro averne diritto. L’Esecutivo deve immediatamente spiegare cosa comportano per le famiglie le innovazioni contenute nel disegno di legge delega sulla povertà. ANAP Confartigianato evidenzia come le notizie date dai media sull’assoggettamento a requisiti reddituali e patrimoniali più stringenti per avere diritto alla prestazione stiano facendo crescere nelle famiglie “grande allarme e incertezza”. Dalle dichiarazioni degli esponenti del Governo non sono emerse rassicurazioni del tutto convincenti e il personale di Anap viene contattato giornalmente da persone che chiedono informazioni sui contenuti del provvedimento di legge e quali potranno essere le conseguenze per loro. Alla luce di tutto ciò Anap ribadisce la propria contrarietà a un eventuale stravolgimento dell’istituto della re-
versibilità, che è una norma di carattere previdenziale e, come tale, un diritto che si matura con la contribuzione, e, al contempo, sollecita il Governo a chiarire i nodi più controversi e ridare tranquillità ai pensionati e alle loro famiglie. È un diritto dei cittadini capire quali sono le intenzioni rispetto alla retroattività della norma, all’assoggettabilità della prestazione all’ISEE e quali saranno le percentuali di cumulabilità.
Punto di ascolto Anap attivo il lunedì e giovedì
Un sostegno per tutti i soci Nasce il punto di ascolto Anap: il luogo in cui confrontarsi e presentare i propri problemi al coordinatore del movimento Giuseppe Mercatali, il quale provvederà direttamente a dare risposte agli utenti o metterà in contatto con gli esperti in grado di fornire soluzioni adeguate. Tra le opportunità riservate ai soci, la presenza nella sede di Confartigianato Forlì ogni lunedì dalle 9 alle 12 di un consulente assicurativo del gruppo Le Generali, che fornirà un supporto personalizzato in base alle esigenze dei singoli utenti. Il punto di ascolto, attivo nelle giornate di lunedì e giovedì è la risposta alle necessità di anziani e pensionati che si trovano ad affrontare questioni burocratiche o a dover risolvere problematiche in materie specifiche, soluzioni rinvenibili con il supporto di Anap. Per rendere ancora più ef20 • febbraio 2016 • • • essere impresa
ficace la relazione coi soci, il movimento sta raccogliendo i dati degli iscritti, per questo vi invitiamo a compilare la scheda coi dati richiesti. Sarà così più semplice inviare comunicazioni mirate con le novità e le iniziative per tutti i pensionati.
SCHEDA Da restituire compilata a Giuseppe Mercatali (Fax 0543 452852, oppure direttamente in Associazione) Nome Cognome ........................................................................ Email / Cellulare ........................................................................ Desidero essere aggiornato sulle attività promosse da Anap e da Confartigianato Persone.
Speciale pensionati movimenti Denuncia Anap
Istat ignora gli anziani
L’
Istat ha rivisto l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo, finalizzata alla misura dell’inflazione, una misura sicuramente necessaria per essere maggiormente in linea coi
tempi. Ciò che Anap evidenzia è che entrano nel paniere prodotti che palesemente non interessano gli anziani come il pantalone corto uomo, i leggings bambina, l’alloggio universitario o il tatuaggio. Da tempo Anap, assieme al Cupla, sostiene che per la rivalutazione delle pensioni si debba tener conto di un paniere diverso, specifico per gli anziani. Sollecitazioni rimaste lettera morta. Il consiglio di Anap Forlì commenta “l’auspicio è che prima o poi il buon senso prevalga e anche i nostri Governanti si rendano conto di tale realtà. Se
da un lato l’aggiornamento Istat tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie e arricchisce, in alcuni casi, la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati, è necessario considerare anche le esigenze e i beni primari per gli anziani.” Considerando le divisioni di spesa, gli aumenti di peso più consistenti riguardano i servizi ricettivi e di ristorazione e gli altri beni e servizi. I cali più rilevanti interessano invece la divisione trasporti seguita da mobili, articoli e servizi per la casa.
Due appuntamenti irrinunciabili
Festa dei Nonni e Nipoti e Festa del Socio 2016 Dal 12 al 19 giugno, dato il grande successo degli anni passati, l’Anap terrà presso il Serena Majestic Hotel Residence, Montesilvano (PE), la Festa dei Nonni e Nipoti 2016. La durata di 7 notti e 8 giorni prevede la possibilità di partecipazione anche dei nipoti con una offerta vantaggiosa (il terzo letto gratis fino ai 12 anni). La quota di adesione prevista per ciascun socio partecipante è di 480 euro a persona in camera doppia, con supplemento in camera singola di 148 euro. Dal costo è esclusa la tassa di soggiorno, qualora prevista, da saldare in loco. Il soggiorno ha inizio con la cena del giorno di arrivo e termina con il pranzo del giorno di partenza. La Festa del Socio si terrà
Majestic Hotel Residence, Montesilvano (PE)
dal 18 al 28 settembre 2016 a Licata (AG) presso il Serenusa Village, intitolata “Senior 2016”, un’occasione di incontro e scambio tra i soci e il sistema Anap. La quota di adesione prevista per ciascun socio partecipante è di 520 euro a persona in camera doppia, l’eventuale supplemento in camera doppia uso singola è di 170 euro. Dal costo è esclusa la tassa di soggiorno, qualora prevista, da corrispondere direttamente. L’iniziativa, ormai consolidata, costituisce un momento prezioso della vita associativa per consentire agli iscritti di confrontarsi con gli aderenti di tutta Italia. Per informazioni contattare Giuseppe Mercatali al numero 0543 452809.
Serenusa Village, Licata (AG)
essere impresa • • • febbraio 2016 • 21
movimenti Speciale pensionati Dichiarazione dei redditi
Perché conviene il Modello 730 ziali, contributi versati per i lavoratori domestici, bonifici effettuati nell’anno 2015 per interventi di recupero del patrimonio edilizio, per l’arredo degli immobili ristrutturati e per interventi finalizzati al risparmio energetico, ecc.; • alcune informazioni contenute nella dichiarazione dei redditi dell’anno precedente
I
lavoratori dipendenti e i pensionati (in possesso di determinati redditi) possono presentare la dichiarazione con il modello 730. Utilizzare questo modello è vantaggioso, in quanto il contribuente: • non deve eseguire calcoli e pertanto la compilazione è più semplice; • ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre); • qualora debba versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di agosto o settembre) direttamente nella busta paga.
Modello 730 precompilato A partire dal 15 aprile, l’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei lavoratori dipendenti e dei pensionati il modello 730 precompilato sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it. Per la predisposizione del modello 730 precompilato, l’Agenzia delle entrate utilizza le seguenti informazioni: • i dati contenuti nella Certificazione Unica, che viene inviata all’Agenzia delle entrate dai sostituti d’imposta: ad esempio, i dati dei familiari a carico, i redditi di lavoro dipendente o di pensione, le ritenute Irpef, le trattenute di addizionale regionale e comunale, i compensi di lavoro autonomo occasionale; • gli oneri deducibili o detraibili che vengono comunicati all’Agenzia delle entrate, quali spese sanitarie e relativi rimborsi, interessi passivi sui mutui, premi assicurativi, contributi previden22 • febbraio 2016 • • • essere impresa
• altri dati presenti nell’Anagrafe tributaria: ad esempio, le informazioni contenute nelle banche dati immobiliari (catasto e atti del registro), i pagamenti e le compensazioni effettuati con il modello F24. Il Caaf Confartigianato Forlì è a disposizione dei pensionati, dipendenti, disoccupati per fornire tutte le informazioni sul nuovo adempimento e per l’elaborazione della dichiarazione. Con la delega per l’eccesso ai dati, rilasciata al personale esperto e affidabile, è possibile: • presentare la dichiarazione evitando di doversi abilitare al sito dell’Agenzia delle Entrate e trasmettere la dichiarazione in proprio, mediante procedure informatiche; • fruire della consulenza di professionisti che verificheranno la correttezza dei dati messi a disposizione, inserendo ulteriori spese detraibili, sulla base della documentazione esibita; • ottenere copia della dichiarazione e della ricevuta di presentazione, con il calcolo dell’IRPEF a rimborso ed essere esentato da tutte le eventuali sanzioni per errori sulla dichiarazione e richieste di documenti giustificativi, in quanto di questo risponderà il Caaf. Per queste ragioni consigliamo di contattare la sede Confartigianato di riferimento al fine di avere tutte le informazioni sul nuovo adempimento e concordare un appuntamento per l’elaborazione della dichiarazione. Il Caaf Confartigianato è anche: • compilazione del modello RED INPS, • della dichiarazione ISEE, • gestione delle imposte locali, • compilazione delle successioni tramite il commercialista dell’associazione Confartigianato.
Speciale pensionati movimenti
Perequazione automatica delle pensioni per l’anno 2016 IMPORTI DEFINITIVI 2015 e PROVVISORI 2016 TRATTAMENTI MINIMI
I
l Ministero dell’Economia e delle Finanze, con Decreto 19 novembre 2015 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 280 del 1 dicembre 2015, ha comunicato l’aumento di perequazione automatica delle pensioni. Per l’anno 2014 la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni da applicarsi con effetto dal 1° gennaio 2015, già determinata in via provvisoria nella misura del 0,3%, è stata stabilita - in via definitiva - nella misura del 0,2%. Pertanto, le prestazioni subiranno un conguaglio a debito in misura pari alla differenza tra la perequazione applicata in via provvisoria e quella spettante in via definitiva. Per l’anno 2015 la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni è determinata nella misura previsionale dello 0,0%. Pertanto, l’importo provvisorio di tutti i trattamenti pensionistici (anche superiori all’importo del trattamento minimo) che sarà posto in pagamento nell’anno 2016 sarà pari a quello del 2015 perequato in via definitiva.
IMPORTO MENSILE
IMPORTO ANNUO
€ 501,88
€ 6.524,44
ASSEGNI VITALIZI
PENSIONI SOCIALI
ASSEGNI SOCIALI
IMPORTO MENSILE
IMPORTO MENSILE
IMPORTO MENSILE
IMPORTO ANNUO
IMPORTO ANNUO
IMPORTO ANNUO
€ 286,08 € 3.719,04 € 369,26 € 4.800,38 € 448,06 € 5.824,78
Legge di stabilità È stata pubblicata la legge 28 dicembre 2015, n. 208 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità)”, entrata in vigore il 1° gennaio 2016. Le principali disposizioni in materia previdenziale e assistenziale sono chiarite nel numero di marzo di Confartigianato Con Te, il mensile d’informazione tecnica scaricabile sul sito dell’Associazione all’indirizzo www.confartigianato.fo.it alla voce “stampa”. Il personale del patronato è a disposizione per fornire chiarimenti sulle novità introdotte.
PIANI E OFFERTE ASSICURATIVE IN CONVENZIONE PER GLI ASSOCIATI ANAP GRUPPO TERRITORIALE DI FORLÌ L’Agenzia di Generali Italia di Forlì con la stipula di questa Convenzione è in grado di offrire una serie di piani e offerte assicurative a condizioni agevolate riservate agli associati ANAP, riguardanti la persona e l’ambito familiare. Vi presentiamo le garanzie offerte: - protezione della famiglia e dell’abitazione del socio - rischi della circolazione - rischi professionali - tutela della salute. La nostra Agenzia è il punto di riferimento per offrire soluzioni dedicate a: - previdenza integrativa e complementare - prodotti assicurativi a contenuto finanziario - prodotti per il risparmio. Vieni a trovarci. Scoprirai che investire in serenità è molto più semplice di quello che immagini.
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movimenti giovani imprenditori Al via la terza edizione di Confartigianato ABC
Otto classi a scuola d’impresa
L
o scorso 23 gennaio è stata inaugurata la terza edizione di Confartigianato ABC, il premio promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì (nelle foto). L’incontro di presentazione, che ha avviato il progetto, è stato realizzato all’Itis Marconi per dare modo agli studenti, delle classi interessate alla partecipazione al contest, di conoscerne i contenuti. Una vera e propria competizione per dar vita alla migliore idea imprenditoriale, frutto di un percorso formativo realizzato al di fuori dell’orario scolastico, con la docenza di imprenditori, personale dell’Associazione ed esperti sulle tematiche d’impresa. Un’opportunità per gli studenti di conoscere da vicino l’autoimprenditorialità e un’occasione per immaginare un futuro diverso dal lavoro dipendente. Per l’Associazione forlivese è prioritario che gli studenti possano approcciare il mondo dell’impresa mentre sono ancora sui banchi di scuola per poter formarsi autonomamente un’idea e decidere con maggiore consapevolezza il percorso da intraprendere dopo l’esame di maturità, sia nella decisione di seguire la carriera universitaria, sia nell’optare per una scelta lavorativa. Il dialogo con chi ha vissuto esperienze
analoghe e che, anche per età e formazione, è vicino ai ragazzi è sicuramente stimolante e fecondo. Un arricchimento che è anche una modalità per farsi conoscere, apprezzare e creare relazioni con imprenditori del territorio. I quarantasette ragazzi scelti all’interno delle otto
classi aderenti ad Annual Business Contest sono già impegnati nel percorso formativo ed entro maggio avranno l’opportunità di presentare la propria idea imprenditoriale agli altri studenti dell’Istituto, illustrando un business plan credibile e concretizzabile.
Vivere nell’economia della conoscenza
La centralità della formazione Per costruire un futuro vincente l’Italia deve investire nel capitale umano attraverso l’istruzione e l’attività formativa a tutti i livelli, dalle scuole elementari, alle scuole medie inferiori e superiori sino all’istruzione terziaria, quella universitaria. Senza dimenticare la formazione da perseguire lungo tutto l’arco della carriera, necessaria per mantenere viva e attiva la men-
te. La scarsa competitività del nostro Paese affonda le proprie radici nei mancati investimenti in termini di ricerca scientifica e tecnologica, basti pensare che il livello dei laureati è in crescita ovunque nel mondo, ma non in Italia. Anche gli investimenti destinati all’Università, fermi all’0,9% del Pil, pongono la nostra realtà al di sotto della media Continua a pagina 25 • • •
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giovani imprenditori movimenti Sapere, saper fare e saper essere
L’alleanza possibile Confartigianato Annual Business Contest Una sfida fra classi per far vincere le idee.
conoscereda l’impresa, progettandone • • • Per Segue pagina 24 una. Per diventare protagonisti del proprio futuro.
La centralità della formazione Ocse del’1,5%, senza considerare il 2,7% degli Stati Uniti. In dieci anni i nuovi iscritti alle facoltà italiane si sono ridotti di oltre 60mila unità, arrivando a essere meno di 260mila (-20,4%). Una diminuzione che non ha riscontri negli altri paesi europei e che appare preoccupante, perché l’Italia ha già un numero di laureati estremamente basso: è ultima fra i 28 paesi dell’Unione Europea per la percentuale di giovani nella fascia 30-34 anni che hanno conseguito il titolo. È giunto il momento di sgombrare il campo da un fraintendimento che grava sul sistema formativo italiano; la cultura è elemento imprescindibile per favorire innovazione, creatività, nascita e circolazione delle idee, non esiste una professione che non richieda un’adeguata preparazione, basata sullo studio. Le piccole imprese devono essere sempre più qualificate, specializzate nelle nuove tecnologie e all’avanguardia, per questo sia i titolari, sia i dipendenti devono possedere competenze sempre più specifiche. La scelta di intraprendere l’iter dell’autoimprenditorialità, oggi più che mai, è sinonimo della capacità di coniugare abilità manuale, tecnica e competenze teoriche adeguate, frutto di un percorso di apprendimento di cui l’istruzione è parte fondamentale. Impossibile non citare il rettore dell’Università di Harvard Derek Bok “se pensi che l’istruzione sia costosa, prova con l’ignoranza”.
“D
i cosa parliamo quando parliamo di cultura”, parafrasando il titolo di una raccolta di racconti di Raymond Carver, Confartigianato s’interroga su quale ruolo ricopra ancora la cultura in Italia. Nei Paesi dell’Ocse il 40% della popolazione giovanile ha almeno una laurea, percentuale che giunge al 55% in Canada, Giappone e Russia. Nel Bel Paese, invece, la percentuale è ferma al 20%. La causa non è da ricercare solo in una questione economica, ma sulla mancanza di prospettive, la formazione non viene più considerata lo strumento idoneo per entrare nel mondo del lavoro. Eppure la cultura è una risorsa chiave per uscire dalla crisi. Viviamo nella società della conoscenza, nella quale anche l’economia si sta “culturalizzando” e si fonda sulla capacità di utilizzare beni ad alta tecnologia. Come sintetizzato da Bruno Arpaia “il regresso dell’Italia in termini culturali, di coesione sociale, di partecipazione politica, di qualità ambientale è ancora più grande del declino economico.” È un Paese che sta rinunciando alla cultura, tagliando risorse destinate all’istruzione, all’insegnamento dell’arte, a quei saperi che, a torto, sono considerati un lusso. Una recente indagine ha evidenziato che anche il made in Italy, considerato il baluardo della nostra economia, in realtà è in preda a un costante processo di erosione rispetto ai competitor globali. Gli altri paesi lavorano sull’identità culturale non soltanto in termini di passato, ma rafforzano le potenzialità attuali, consapevoli che la leadership sui mercati globali passa anche attraverso la cultura, intesa come produzione creativa, organizzazione dell’educazione e ricerca scientifica. L’Italia segna il passo, si ripiega su se stessa e perde terreno. Manca spazio di crescita per la “classe creativa”, coloro che rompono gli schemi del passato e generano futuro. Col proprio passato e la propria creatività.
essere impresa • • • febbraio 2016 • 25
movimenti donne impresa Il ruolo della formazione per costruire la parità
Una realtà difficile fotografata dalla cronaca
Q
uanto è lontana la reale parità tra i sessi? Molto, a giudicare dalla quotidianità. Senza voler fomentare polemiche o sposare idee politiche, ciò che si vuole ribadire è la necessità di non passare sotto silenzio i molteplici tentativi di giustificare il sessismo che ancora permea tutti gli ambiti della società. Se un tribunale assolve un capoufficio, che ha molestato due sottoposte, perché il comportamento dell’uomo è stato dettato da un immaturo e inopportuno atteggiamento di scherzo, come si può parlare di uguaglianza fra generi? Non è un caso che oltre il 90% delle donne che subiscono violenze, ricatti o abusi sul lavoro si rifiutino di denunciare questi reati; la paura di non essere credute, o peggio, additate come coloro che hanno innescato determinate condotte, frena molte vittime. Ci siamo talmente assuefatti a questo modo di pensare da accettare che i media, la pubblicità e, più in generale, la società rafforzino gli stereotipi di genere. Se gli esperti di marketing, per pubblicizza26 • febbraio 2016 • • • essere impresa
re la quasi totalità dei prodotti per l’igiene della casa, ritengono di dover ricadere nell’immagine della donna che di fronte a un cielo stellato si sofferma ad apprezzare la pulizia dei vetri, diventa davvero difficile contrastare questa aberrante visione comune. Occorre sviluppare una coscienza di genere anche nelle giovani generazioni, rendere evidenti i messaggi che vengono assorbiti in maniera inconscia e ai quali si viene costantemente esposti, per evitare che subdolamente diventino il pensiero dominante. Tollerare che le aggressioni di Colonia possano essere liquidate da qualcuno come una provocazione nei confronti di culture diverse, suggerendo che le donne, per non urtare la suscettibilità maschile, non siano libere di vestirsi come meglio ritengono, né utilizzare profumi o trucchi considerati inadeguati, evidenzia come ogni riflessione sul ruolo della donna, ogni attività pensata per stimolare il dialogo sia non solo auspicabile, ma necessaria. Donne Impresa Confartigianato, come già noto, ha avviato una collaborazione con le giornaliste di Giulia (Giornaliste Unite Libere Autonome) proprio per lanciare un messaggio: c’è una responsabilità pesante della società nell’educare alla parità, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, perché i bambini non fanno distinzione di genere e le bambine non temono il confronto coi coetanei. Gli stereotipi e le influenze negative hanno una forte influenza sugli adolescenti. È su di loro che bisogna fare opera di sensibilizzazione,
per costruire una società nella quale un contatto fisico non voluto sia non solo condannato da chi applica la legge, ma stigmatizzato anche da tutti coloro che oggi, con indifferenza, osservano tacendo.
Il linguaggio di genere
Tra resistenza e cambiamento “Il linguaggio è probabilmente il più forte mezzo di creazione di ruoli che la specie umana ha a sua disposizione. Attraverso la lingua ci si identifica come appartenenti o estranei alla comunità geografica o sociale in cui si sta comunicando. Per mezzo delle parole si designano cose e persone, eventi e stati di fatto, con la possibilità di attribuire loro (spesso in modo non del tutto cosciente o volontario) una connotazione non “neutra” ma positiva o negativa. Per tutte queste ragioni è evidente che le Continua a pagina 27 • • •
donne impresa movimenti Professioni al femminile
Una differenza che diventa penalizzazione
L
e pari opportunità in Italia sono un miraggio, il nostro Paese si colloca al 71esimo posto su 136 Paesi. Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia e Filippine sono i paesi del mondo nei quali la parità esiste. In altre parole, non è determinante a quale sesso si appartenga per avere le medesime opportunità economiche e di carriera politica o dirigenziale. Questo appunto in Islanda, Scandinavia e persino nelle Filippine ma non in Italia. Le differenze più marcate attengono al mondo del lavoro, solo il 51% delle donne ha un’occupazione, inoltre una lavoratrice in media guadagna 0,47 centesimi per ogni euro
guadagnato da un uomo. Il nostro Paese è dunque ben lontano dai risultati della Svezia, con l’80,8% delle donne che si offrono sul mercato del lavoro, dalla Finlandia con il 76,4%, Danimarca con il 75,1%, Paesi Bassi con il 74,8%, Germania con il 73% ed l’Estonia con il 72,9%. Anche i territori italiani più avanzati registrano performance peggiori, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano hanno un tasso di attività femminile pari al 66,1%. Il fattore determinante più importante per la competitività di un Paese è il capitale umano e le donne costituiscono la metà del talento potenziale. Il governo ricopre
• • • Segue da pagina 26
Tra resistenza e cambiamento parole possono far male.” Basterebbero queste affermazioni di Giuliana Giusti per cogliere l’importanza di educare a un linguaggio che sia rispettoso della parità di genere, perché il sessismo trova terreno fertile ovunque. Attraverso la lingua si può rafforzare il messaggio della presunta inferiorità della donna, basti pensare alla reticenza incontrata nell’adozione del genere femminile per alcuni ruoli, come il sindaco o l’assessore. Per quanto avvenga che, in alcuni casi, si faccia ricorso a quelli che vengono interpretati come nuovi femminili (magistrata, avvocata, pretora e simili), l’abitudine prevalente di usare i termini coniugati al maschile viene considerata un’affermazione dell’importanza del titolo. La situazione è certamente in evoluzione: un’alternativa al maschile anche per le donne è il titolo preceduto dall’articolo femminile, a evidenziare una maggiore sensibilità nei confronti dell’evoluzione linguistica, sebbene ci sia ancora resistenza all’utilizzare la nuova forma. Eppure il cambiamento culturale è indispensabile, proprio per il delicato ruolo svolto dal linguaggio. Sensibilizzare è possibile, educare necessario. Le differenze sessiste si radicano nell’adolescenza, diviene, quindi, fondamentale coinvolgere i genitori perché aiutino i ragazzi a discernere fra i messaggi ai quali sono costantemente esposti e, al contempo, stimolare il mondo dell’istruzione per creare un’educazione al linguaggio.
sicuramente un ruolo importante nel sostenere le politiche che consentano alle donne di conciliare tempi di cura e di lavoro. Come emerso durante l’ultima convention di Donne Impresa il basso livello di spesa per la famiglia vede l’Italia al 22° posto in Europa, per la quantità di risorse dedicate a questo capitolo di interventi pubblici che, nella media dei Paesi europei, si attesta all’1,7% del Pil. Al contrario, la spesa pubblica per anziani in Italia supera del 4,9% la media europea. L’esigua quantità di spesa pubblica in servizi per la famiglia incide negativamente sulla natalità e penalizza l’occupazione femminile. Come messo in evidenza dall’analisi compiuta dal centro studi dell’Associazione, per le donne tra 25 e 44 anni senza figli il tasso di attività lavorativa è dell’82,1%, ma scende al 63% per le donne della stessa età con figli, con un gap di oltre il 19%. Conferma evidente che lo Stato non offre quei servizi che consentono alle occupate di conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Infatti, il 42,7% delle madri lavoratrici segnala di avere difficoltà a coniugare l’attività professionale con gli impegni familiari. E per la cura dei figli si affidano soprattutto a reti di aiuto informale, tanto che il 51,4% dei bambini con meno di 2 anni viene accudito dai nonni, mentre il 37,8% frequenta un asilo nido. essere impresa • • • febbraio 2016 • 27
categorie e mercato Edilizia, al via la riforma degli appalti
Maggiore attenzione ai piccoli
Il 2016 potrebbe essere l’anno di svolta per le micro e piccole imprese del settore delle costruzioni che vogliono partecipare direttamente al mercato dei lavori pubblici. Finora l’accesso dei piccoli imprenditori alle gare di appalto era complesso, se non addirittura impossibile. Ma da quest’anno si cambia marcia grazie al recepimento da parte dell’Italia delle Direttive europee in materia di gare pubbliche e concessioni e al nuovo Codice
degli Appalti, entrambi ispirati al principio dello Small Business Act: “pensare innanzitutto al piccolo”. Grazie alle battaglie di Confartigianato, sia in Italia sia in sede di palamento europeo, le nuove misure, che vedranno la luce a breve, valorizzano il ruolo delle micro e piccole imprese, contribuiscono a risolvere il grave problema dei ritardi di pagamento, semplificano le norme in materia, garantiscono la trasparenza nella filiera degli appalti. In un primo tempo il recepimento delle tre Direttive europee (2014/23/UE - Contratti di concessione; 2014/24/UE - Appalti pubblici; 2014/25/UE Procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali) e la riforma del
Codice degli Appalti dovevano seguire iter diversi, con due scadenze distinte, 18 aprile e 31 luglio. Ma gli ultimi orientamenti parlano di unificare le tempistiche anticipando entrambe le operazioni al 18 aprile. Tra le principali novità, che accolgono le richieste di Confartigianato Edilizia, si segnalano il dimensionamento degli appalti in lotti e l’introduzione di criteri premiali per valorizzare, negli appalti sotto soglia e la modalità chilometro zero. Altrettanto importante l’introduzione dell’obbligo per la stazione appaltante di pagare direttamente i subappaltatori, in caso di inadempienza del vincitore della gara e il ricorso generalizzato all’offerta economicamente più vantaggiosa.
Un 2016 all’insegna del cauto ottimismo I segnali ancora timidi di ripresa nel settore delle Costruzioni si consolidano nelle previsioni macroeconomiche della Commissione europea pubblicate lo scorso 4 febbraio secondo le quali gli investimenti in costruzioni saliranno nel 2016 del 2,4% e nel 2017 di un ulteriore 3,3%, migliorando le previsioni del Governo dello scorso settembre (che indicavano un +1,4% nel 2016 e un +2,3% nel 2017). Complessivamente nel biennio 2016-17 in Italia si registra una salita degli investimenti del 5,8%, pari a un incremento di 7,5 miliardi di euro a prezzi 2010, migliore del +5,4% dell’Eurozona. Il ritorno alla crescita segue una lunga fase recessiva tra il 2007 e il 2015 in cui gli investimenti sono caduti del 35,6%, facendo peggio del calo del 21,9% registrato in Eurozona. Nel dettaglio nel biennio 2016-2017 è attesa la crescita del 4,2% gli investimenti in abitazioni (che rappresentano il 53,8% degli investimenti in costruzioni), a fronte del +4,6% dell’Eurozona, vanno meglio - con una crescita del 7,6% a fronte del +7% dell’Eurozona - gli investimenti in fabbricati non residenziali e altre opere (che pesano per il restante 46,2%).
La ripresa delle Costruzioni è di grande importanza per il sistema di micro e piccola impresa: il comparto, infatti, presenta la più alta quota di occupazione nelle imprese fino a 20 addetti (80,6%) e la più elevata incidenza di occupati nelle imprese artigiane, con il 55,8% dell’occupazione complessiva. Gli indicatori congiunturali evidenziano a novembre 2015 una crescita della produzione nelle costruzioni del 2,9% rispetto al mese precedente; nella media del trimestre settembre-novembre 2015 la produzione aumenta dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Nella media dei primi undici mesi del 2015 persiste il segno ‘meno’ con la produzione in calo del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il recupero della domanda appare dipendere pressoché esclusivamente dalla domanda privata - anche grazie agli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e risparmio energetico - mentre la domanda pubblica ristagna, con la Legge di stabilità approvata a fine 2015 che taglia la spesa in conto capitale per 319 milioni nel 2016, per 467 milioni nel 2017 e per ulteriori 834 nel 2018.
28 • febbraio 2016 • • • essere impresa Continua a pagina 29 • • •
categorie e mercato Una piattaforma per le aziende
Il servizio gratuito per gli associati ‘Via alla gara’ Per consentire alle piccole imprese di cogliere le importanti opportunità legate al mercato dei lavori pubblici, Confartigianato Edilizia ha realizzato l’innovativa piattaforma web “Via alla gara”, attraverso la quale è possibile ottenere la mappa dettagliata di tutte le gare pubbliche che si svolgono in Italia e i relativi esiti. Il servizio, erogato via web all’indirizzo www.anaepa.it , è riservato alle imprese associate alla confederazione che possono utilizzarlo gratuitamente. Dopo aver effettuato il login, l’utente può personalizzare la ricerca per territori, importo di gara, categoria SOA di interesse. Una volta identificata la gara, è possibile stampare una scheda di riepilogo delle informazioni o acquisire il bando integrale. E se l’appalto è già stato aggiudicato, consultando gli esiti si può entrare in contatto con l’impresa vincitrice per candidarsi a collaborare.
Insomma, un servizio reale e per di più gratuito. Le imprese associate possono richiedere le credenziali di accesso alla propria associazione.
Ristrutturazioni al Sud la maglia nera
(8,5%). In totale in Italia si contano 12.187.698 edifici residenziali - l’84,3% degli edifici totali con 31.208.161 abitazioni. Gli edifici comprendono case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche in genere a piano strada. I tre quarti (74,1%) degli edifici residenziali italiani sono stati costruiti prima del 1981 e hanno quindi 35 anni e oltre di vita, mentre le realizzazioni più recenti sono il rimanente 25,9%.Le cattive condizioni delle case, oltre a mettere a rischio la sicurezza dei cittadini, contribuiscono a gonfiare la bolletta energetica delle case. Secondo la rilevazione di Confartigianato, infatti, il comparto residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia. Più di quanto assorbono i trasporti su strada (27,7%) e l’industria (22,7%). La spinta a migliorare la condizione delle abitazioni di molti italiani arriva dai bonus fiscali per ristrutturazioni e risparmio energetico previsti dalla legge di Stabilità.
Un’Italia da risanare Il rilancio dell’edilizia passa anche dalle ristrutturazioni. Sono 2.051.808 gli edifici residenziali, pari al 16,8% del totale, in mediocre o pessimo stato di conservazione. Una percentuale che sale al 21,1% per gli edifici costruiti prima del 1981, mentre la quota di riduce al 4,7% per gli edifici nati tra il 1981 e il 2011. Lo rileva un’analisi condotta da Confartigianato, che indica come lo stato degli edifici peggiori nel Mezzogiorno dove sono più diffuse le cattive condizioni delle case. Il record negativo si registra in Calabria con il 26,8% del totale degli edifici residenziali in mediocre-pessimo stato di conservazione. Seguono la Sicilia, con una quota del 26,2%, e la Basilicata con il 22,3%.Le cose vanno decisamente meglio in Umbria e in Trentino Aldo Adige, regioni in cui la quota di case in cattive condizioni è la più bassa d’Italia e si limita al 10,7% del totale. Segue la Toscana, dove la quota sale all’11,5%. A livello provinciale il primato negativo va a Vibo Valentia dove è più diffuso il cattivo stato delle case (31,4% del totale), seguita da Reggio Calabria (31,3%) e Catanzaro (25,8%). Al capo opposto della classifica le province più‘virtuose’ sono Prato (8,2%), Bolzano (8,5) e Siena
Confartigianato sostiene l’importanza di rendere stabili e permanenti, nella misura indicata nella legge di Stabilità 2016, gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, nonché emersione di attività irregolari. essere impresa • • • febbraio 2016 • 29
categorie e mercato Nuove regole per la corresponsione
Canone Rai, chiarimenti La Legge di Stabilità approvata lo scorso 22 dicembre apporta alcune modifiche alla modalità di pagamento e all’importo del canone RAI, l’imposta sulla detenzione di «uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo». Sparito il classico bollettino, il pagamento del canone avverrà attraverso un addebito nella bolletta elettrica: l’importo sarà indicato nella fattura con una voce distinta, il canone annuo ordinario è stato ridotto a 100 euro, da 113,5 euro dell’anno precedente. Solo per il 2016 il primo addebito del canone sarà inserito nella prima fattura elettrica successiva al 1 luglio 2016 e sarà pari a 70 euro. Nelle bollette successive, a partire da agosto, saranno distribuiti i restanti 30 euro. Dal 2017, invece, scatterà la versione definitiva: il canone sarà teoricamente distribuito in 10 rate da 10 euro l’una. Poiché generalmente le fatture elettriche non sono mensili, ma bimestrali o trimestrali, nella fattura elettrica sarà addebitata la somma delle rate mensili del canone scadute anteriormente alla scadenza della fattura stessa. Se la fattura è bimestrale le rate del canone addebitate saranno due (e la fattura sarà quindi maggiorata di 20 euro); se la fattura è trimestrale, le rate addebitate saranno tre. In ogni fattura saranno quindi addebitate le rate mensili scadute. Le domiciliazioni bancarie del pagamento della fattura elettrica sono automaticamente estese
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all’importo del canone. Il canone ordinario deve essere pagato anche se si utilizza la tv solo come monitor per il computer o per vedere dei dvd, pur non guardando le reti Rai e anche in presenza di un contratto per la visione di trasmissioni tramite satellite o via cavo. Con la legge di stabilità si introduce il nuovo principio di “presunzione” del possesso degli apparecchi tv: dal primo gennaio del 2016 la detenzione di un apparecchio si presume nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la residenza anagrafica. Questa specificità del possesso dell’apparecchio televisivo non si applica alle utenze elettriche non domestiche. Si applica cioè solo alle utenze per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la residenza anagrafica: si deve pagare una sola volta per tutti gli apparecchi che si trovano nella propria casa di residenza. Se si ha una seconda casa e una tv, non si deve pagare due volte. Il canone non deve essere corrisposto da chi possiede solo un computer privo di sintonizzatore TV, o se si possiede un computer che consente l’ascolto o la visione dei programmi radiotelevisivi via internet e non attraverso la ricezione del segnale digitale terrestre o satellitare. Non è consentita la disdetta dell’abbonamento tramite “suggellamento” degli apparecchi per non captare il segnale RAI. È ancora possibile presentare una dichiarazione di non detenzione degli apparecchi: ha validità per l’anno in cui è presentata e comporta una responsabilità penale in caso di falsa dichiarazione. Per gli intestatari di un allacciamento elettrico negli esercizi commerciali si deve pagare un canone speciale.
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