Essere Impresa novembre 2018

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05 • NOVEMBRE 2018

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Anno 08 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale in regime libero - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

2019, l’anno del Congresso Alla vigilia del rinnovo delle cariche elettive di Confartigianato Forlì, il presidente Luca Morigi spiega il significato dell’essere dirigente artigiano. Dopo dieci anni dal manifestarsi della crisi, che fa ancora sentire pesantemente i propri effetti, il ruolo dell’associazionismo è più che mai determinante per la micro e piccola impresa. Per far sentire la propria voce, per far conoscere le proprie necessità e per ribadire la centralità degli artigiani nell’economia italiana. Far parte dei consigli direttivi dell’Associazione implica impegnarsi in prima persona nel rappresentare le istanze dell’artigianato e della piccola impresa, contribuendo alla crescita del sistema produttivo locale, attraverso il confronto con le istituzioni. A pagina 3

in evidenza L’EDITORIALE: La visibilità è un valore? Applicare tariffe in base alla presenza sui social, ai clienti, può essere realmente una strategia efficace? Strategie di marketing o il futuro del mercato? A pagina 2

IL NOTIZIARIO TECNICO: Le news dai servizi. Novità in materia fiscale, con i chiarimenti sul decreto del 23 ottobre; consulenza del lavoro e decreto dignità e credito, con l’ecobonus. I requisiti per i restauratori di beni culturali. Da pagina 15 a pagina 19

ASSOCIAZIONE: Sette appuntamenti nei comuni del comprensorio e due approfondimenti realizzati a Forlì. Centinaia di imprese hanno preso parte agli incontri sulla fatturazione elettronica. Da pagina 4

I MOVIMENTI: Il credito rimane una chimera per l’imprenditoria femminile. I Giovani Imprenditori alla convention annuale per riflettere sull’innovazione digitale e sulle sue potenzialità; Anap sigla l’accordo con Anci. Da pagina 20


associazione editoriale Il valore della qualità in un mondo social

Ti pago in visibilità

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ui quotidiani è apparsa la notizia del primo ristorante in Italia, ma probabilmente al mondo, che offre sconti crescenti ai clienti, in base alla popolarità degli stessi sui social. Ciò implica che un influencer con più di 100mila follower potrà consumare un pasto completo a costo zero, mentre un normale utente con un buon seguito sui social, partecipando al gioco, usufruirà di un qualche sconto. Modello che ha subito trovato entusiasti epigoni, anche nella nostra città. L’idea che sta alla base di questa nuova promozione è che una persona, postando al suo pubblico la foto di un determinato piatto, consenta al ristorante di farsi pubblicità, al costo di quello stesso piatto o dell’intera cena. È sicuramente una competizione originale e divertente, un modo per acquisire notorietà fra i giovani e forse anche meno giovani, che non perdono occasione di immortalare ogni dettaglio della propria vita e di condividerlo con la propria community. Tuttavia, il messaggio che rischia di essere veicolato è quello della gratuità del lavoro, la qualità ha un costo e non può essere svenduta, neppure in cambio di qualche like o numero di seguaci. Privare un prodotto del suo valore, implica il non riconoscimento dell’attenzione prestata alla lavorazione di prodotti selezionati e di qualità e dell’abilità imprenditoriale di chi fornisce e realizza il servizio. Nel caso specifico si parla di cucina e, come ben sa chi opera nel settore, oltre alla formazione necessaria di chi lavora in cucina, sono molteplici i costi legati alle attività di ristorazione, non solo per la scelta della materia prima, ma anche per i numerosi adempimenti che devono essere ottemperati per garantire gli standard di salubrità del trattamento dei cibi. Tutto questo non può essere compensato da un cuore su Instagram o un like su Facebook. Purtroppo la nostra società sta sottraendo valore al lavoro e alla dedizione a esso sotteso, alla competenza e all’iter formativo indispensabile per raggiungere determinati obiettivi. Veicolare il messaggio che il lavoro può essere pagato con la visibilità, svilisce in primo luogo il mestiere, avallando un pericoloso fraintendimento: la professionalità non è un valore. Fare tendenza su un social non può essere considerato alla stregua del percorso professionale e imprenditoriale imprescindibile per competere nel proprio mercato di riferimento. Il gioco è divertente, ma deve essere chiaro che è solo una trovata pubblicitaria originale. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

tel 0543 452811 • fax 0543 452852

Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno VIII • n. 05 NOVEMBRE 2018

Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale in regime libero

redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento associazione Verso il Congresso: appuntamento a maggio 2019

Nella coesione la forza dei piccoli • a cura del presidente Luca Morigi

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ual è la differenza fra uno studio professionale e un’associazione di categoria? Non di certo la qualità nella cura del cliente o la professionalità, che devono, in entrambi i casi, essere sempre a livelli molto alti, per continuare a essere scelti dai propri utenti. Il discrimine è nella comprensione delle necessità dell’artigianato e della piccola impresa. Fare parte di un sistema associativo, significa poter contare su una rete di persone che sono coadiuvate, e si rapportano costantemente, con imprenditori, che quotidianamente affrontano le sfide del mercato e che conoscono profondamente i temi essenziali per l’impresa. Una sensibilità che è data dall’esperienza e dalla comune visione di ciò che implica, nel 2018, dopo dieci anni di crisi, continuare a tenere aperta un’attività produttiva, malgrado gli adempimenti sempre più invasivi e le difficoltà del mercato. Far parte del gruppo dirigente dell’Associazione consiste, infatti, nel trasferire parte della propria esperienza, affinché sia utile a tutti i soci. I problemi che ciascuno è chiamato ad affrontare su determinati temi, possono essere condivisi e risolti assieme, contando su una rete costituita da oltre cento associazioni territoriali, 21 Federazioni regionali, 12 Federazioni di categoria, nonché più di milleduecento sedi su tutto il territorio nazionale. Undicimila professionisti che possono confrontarsi fra loro, ma anche con l’interlocutore pubblico, facendo parte di numerose commissioni governative. Senza dimenticare l’attività svolta a Bruxelles, per far sentire la nostra voce anche in sede europea. L’associato è parte di un sistema che ne condivide le priorità, in grado di ascoltare le istanze di cui ogni categoria è portatrice, per trasferire nelle opportune sedi le problematiche e le proposte. Come è avvenuto recentemente in tema di privacy, come continua ad accadere in tema di fatturazione elettronica. Il nostro valore aggiunto è essere un sistema, molto articolato, che dal comune del comprensorio si ramifica sino ad arrivare nei consessi istituzionali. Per questo è importante che l’artigiano abbia fiducia nell’Associazione che lo rappresenta, che in essa si riconosca e che se motivato, decida si svolgere un ruolo attivo all’interno dei vari consigli, dai mestieri, ai movimenti, sino ai comitati zonali. Nel 2019 ci saranno i rinnovi, le elezioni per i nuovi organi decisionali caratterizzeranno la primavera. Chi ha voglia di mettersi in gioco può presentarsi in Associazione e chiedere di poter conoscere più approfonditamente il significato dell’essere dirigente artigiano. Assieme possiamo fare la differenza, far conoscere il nostro punto di vista, impegnarci perché venga riconosciuto il ruolo della piccola impresa per la nostra economia. La forza dei piccoli è essere uniti, per rappresentare al meglio i valori dell’Italia che produce. essere impresa • • • novembre 2018 • 3


associazione convegni sul territorio Facciamo il punto

Confartigianato incontra gli associati

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ono stati realizzati i sette incontri sul territorio nell’ambito dell’iniziativa “Facciamo il punto”, per presentare agli imprenditori del comprensorio forlivese le novità che coinvolgeranno pienamente, a partire da gennaio, il sistema delle imprese. Marco Valenti, vicesegretario di Confartigianato Forlì, spiega “abbiamo organizzato sette appuntamenti nei diversi comuni del comprensorio per facilitare la partecipazione degli associati e dei loro collaboratori. Il cambiamento che investirà il sistema delle imprese è significativo, per esempio il decreto legislativo entrato in vigore il 19 settembre ha indicato l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento europeo sulla privacy. Il provvedimento ha subito consistenti modifiche rispetto al testo originario, recependo alcune delle richieste di Confartigianato. Il decreto attribuisce, infatti, al Garante italiano il potere di adottare linee guida di indirizzo riguardanti le misure organizzative e tecniche di attuazione dei principi dello

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stesso Regolamento, con modalità semplificate di adempimento per alcuni soggetti. Le linee guida potranno consentire di individuare un ampio numero di imprese che per attività svolta, organizzazione aziendale, dati e modalità di trattamento possono adeguarsi al GDPR con oneri minimi.”. “Gli imprenditori si trovano di fronte a innovazioni significative, a cui si aggiunge l’attesa per la prossima manovra di bilancio, che dovrebbe avere effetti marcati espansivi sugli investimenti, sia mediante incentivi per quelli privati sia attraverso la spesa pubblica.” Diviene quindi necessario dare modo alle aziende di conoscere le novità che caratterizzeranno i prossimi mesi, per sostenere l’intera economia del comprensorio. “La riduzione delle aspettative di domanda e il calo della fiducia da parte di chi fa impresa, uniti all’aumento del costo del credito, stanno determinando un rallentamento della crescita degli investimenti che dovrebbe essere auspicabilmente compensato nella manovra di bilancio da maggiori impieghi pubblici e

dal rafforzamento degli incentivi a quelli privati. Il sistema produttivo ha bisogno del massimo sostegno possibile per tornare a essere competitivo. Per questo abbiamo accolto la richiesta di consentire l’accesso all’ultimo incontro non soltanto agli associati, ma a tutti gli interessati.” Francesco Bandini, responsabile del servizio fiscale, continua “l’Agenzia delle Entrate ha assicurato piena collaborazione per ridurre gli oneri connessi alla fatturazione elettronica. Tuttavia, la Confederazione, in questi mesi, ha continuato a impegnarsi non solo sul fronte dei servizi alle aziende, ma anche nella battaglia per ottenere semplificazioni nelle procedure per attuare il nuovo obbligo.” Proprio le modifiche sollecitate da Confartigianato sono state recepite dal decreto fiscale appena varato dal Governo. I correttivi dovranno essere introdotti dall’Agenzia per rendere la nuova disciplina più snella e veloce. Conclude Valenti, “il mondo imprenditoriale è stato investito da una serie di mutamenti che coinvolgono anche il sistema associativo. Il nostro impegno è volto a tutelare la micro e piccola impresa, sempre nell’ambito della legalità. Ci siamo confrontati con i rappresentanti delle istituzioni per chiedere l’alleggerimento degli oneri previsti per le aziende, tuttavia, a fronte di un quadro normativo definito, operiamo come partner dell’imprenditore, collaborando per ridurre l’impatto dell’innovazioni obbligatorie previste.” Nel corso dei sette appuntamenti realizzati Continua a pagina 5 • • •


convegni sul territorio associazione Importante novità

Confartigianato operatore abilitato per fatturazione elettronica e CNS

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onfartigianato sta lavorando per strutturare il servizio di fatturazione elettronica, pensandolo a misura della piccola impresa, con modalità e strumenti di facile utilizzo e con un ruolo di supporto e facilitazione da parte del servizio fiscale dell’associazione. L’obiettivo è la riduzione dell’impatto di possibili aggravi di lavoro sull’operatività delle imprese.

L’Agenzia delle Entrate ha autorizzato Confartigianato a gestire un canale telematico, sul quale transitano le fatture elettroniche, attraverso l’attribuzione del codice univoco SUBM70N. In sostanza, quindi, tutte le aziende associate che si rivolgono ai consulenti fiscali di Confartigianato, potranno avere la certezza che tutte le fatture (sia attive sia passive) immesse nel canale telematico, giunge-

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Confartigianato incontra gli associati nel territorio forlivese, è emerso lo spirito collaborativo degli imprenditori, pur consapevoli della portata delle novità, che investiranno le loro attività. La crescente sensibilità ambientale è una realtà per il 52% delle imprese manifatturiere. Lo attesta anche uno studio della Confederazione, che evidenzia come le imprese siano intervenute con riduzione dei consumi (41,2%), investimenti in prodotti e tecnologie a basso impatto ambientale (30,8%), acquisto di materiali ecosostenibili (27,8%), riciclo e riuso di materiale di produzione o di scarto (23,6%), investimenti per ridurre le emissioni in atmosfera (22,5%) e volti a ridurre i consumi di acqua (20,2%). Spiega Alberto Camporesi, responsabile del servizio ambiente dell’Associazione “gli imprenditori sono attenti alle conseguenze del cambiamento climatico. Tra le piccole imprese l’attenzione al tema va di pari passo con le azioni a favore dell’ambiente: la percezione dell’impatto sull’attività imprenditoriale riguarda il 32,5% delle imprese, con conseguente adozione di azioni a favore della sostenibilità ambientale.”

ranno contemporaneamente all’azienda e al consulente, indipendentemente dall’inserimento dello stesso codice o codici diversi o errati nel corpo della fattura. Le stesse fatture potranno essere visualizzate su qualunque pc, tablet o smartphone con apposita APP fornita da Confartigianato Forlì. Per attivare questo canale telematico semplificato, è necessario che nell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate “Fatture elettroniche e Corrispettivi” di ogni azienda, venga inserito il codice univoco SUBM70N. Questa operazione sarà svolta dal consulente che segue l’azienda ma, per farlo, è indispensabile che ogni azienda si fornisca della propria CNS (Carta Nazionale dei Servizi). La CNS consente non solo di firmare digitalmente documenti informatici come bilanci, fatture o contratti, con lo stesso valore legale di una firma autografa apposta su carta, ma anche di accedere in rete, attraverso uno specifico “cassetto digitale” ai servizi della Pubblica Amministrazione come documentazioni, bandi e agevolazioni pubbliche. Confartigianato Forlì è abilitata in tutte le sedi territoriali, al rilascio e attivazione della Carta Nazionale dei Servizi, che identifica l’identità digitale e la firma della persona. Per questo gli imprenditori che vogliono avvalersi del servizio dovranno rivolgersi agli uffici di riferimento per richiedere la CNS. Si tratta del primo adempimento, propedeutico alla corretta gestione della fatturazione elettronica. essere impresa • • • novembre 2018 • 5


associazione Privacy

Chiarimento sul registro dei trattamenti

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l Regolamento europeo sulla privacy prevede tra gli adempimenti principali del titolare e del responsabile del trattamento la tenuta del registro delle attività di trattamento, il documento contenente le principali informazioni relative alle operazioni di trattamento svolte dal titolare e, se nominato, dal responsabile del trattamento. È lo strumento idoneo a fornire un quadro aggiornato dei trattamenti in essere all’interno della propria organizzazione, indispensabile per ogni attività di valutazione o analisi del rischio e dunque preliminare rispetto a tali attività. Il registro deve avere forma scritta, anche elettronica, e deve essere esibito su richiesta al Garante. Tutti i titolari e i responsabili del trattamento sono tenuti a redigere il Registro delle attività di trattamento. In particolare, in ambito privato, i soggetti obbligati sono le imprese o organizzazioni con almeno 250 dipendenti; qualun-

que titolare o responsabile che effettui trattamenti che possano presentare un rischio - anche non elevato - per i diritti e le libertà dell’interessato; il titolare o responsabile che effettui trattamenti non occasionali. In sintesi sono tenuti all’obbligo di redazione del registro esercizi commerciali, esercizi pubblici o artigiani con almeno un dipendente (bar, ristoranti, officine, negozi, piccola distribuzione, ecc.) e/o che trattino dati sanitari dei clienti (es. parrucchieri, estetisti, ottici, odontotecnici, tatuatori ecc.); liberi professionisti con almeno un dipendente e/o che trattino dati sanitari e/o dati relativi a condanne penali o reati (es. commercialisti, notai, avvocati, osteopati, fisioterapisti, farmacisti, medici in generale); associazioni, fondazioni e comitati ove trattino “categorie particolari di dati” e/o dati relativi a condanne penali o reati; il condominio ove tratti “categorie particolari di dati”.

Il Regolamento individua dettagliatamente le informazioni che devono essere contenute nel registro delle attività. Nel campo “finalità del trattamento” oltre alla precipua indicazione delle stesse, distinta per tipologie di trattamento sarebbe opportuno indicare anche la base giuridica. Può essere riportata nel registro qualsiasi altra informazione che il titolare o il responsabile ritengano utile indicare (ad es. le modalità di raccolta del consenso, le eventuali valutazioni di impatto effettuate, l’indicazione di eventuali “referenti interni” individuati dal titolare in merito ad alcune tipologie di trattamento). Il Registro dei trattamenti è un documento di censimento e analisi dei trattamenti effettuati dal titolare o responsabile. In quanto tale, il registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato poiché il suo contenuto deve sempre corrispondere all’effettività dei trattamenti posti in essere.

PIANI E OFFERTE ASSICURATIVE IN CONVENZIONE PER GLI ASSOCIATI ANAP GRUPPO TERRITORIALE DI FORLÌ L’Agenzia di Generali Italia di Forlì con la stipula di questa Convenzione è in grado di offrire una serie di piani e offerte assicurative a condizioni agevolate riservate agli associati ANAP, riguardanti la persona e l’ambito familiare. Vi presentiamo le garanzie offerte: - protezione della famiglia e dell’abitazione del socio - rischi della circolazione - rischi professionali - tutela della salute. La nostra Agenzia è il punto di riferimento per offrire soluzioni dedicate a: - previdenza integrativa e complementare - prodotti assicurativi a contenuto finanziario - prodotti per il risparmio. Vieni a trovarci. Scoprirai che investire in serenità è molto più semplice di quello che immagini.

Agenzia Generale di Forlì Via A. Manzoni, 2 Tel. 0543 27 700 www.agenzie.generali.it/forli • email agenzia.forli.it@generali.com

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SPORTELLO PRIVACY Cosa deve fare l’impresa? Mappare i trattamenti ovvero verificare la sua situazione attuale rispetto al trattamento dei dati personali. Ciò consentirà di avere una fotografia dell’impresa rispetto a: le tipologie di trattamenti (ad es. raccolta, archiviazione, etc.); le tipologie dei dati trattati (che potranno essere dati personali comuni o sensibili); le finalità dei trattamenti (ad esempio la gestione delle relazioni commerciali); i soggetti che trattano i dati; il flusso dei dati (in entrata e in uscita); la durata dei trattamenti; la base giuridica del trattamento (contratto, consenso, obbligo di legge).

Con quali strumenti? Check-list dei trattamenti Individuare le azioni per essere in regola con la nuova normativa: la minimizzazione dei dati (l’impresa dovrà limitarsi a trattare solo i dati strettamente necessari alla finalità perseguita); l’identificazione per ogni trattamento della base giuridica (ad es. un contratto o un obbligo legale); la revisione della modulistica (informativa, consenso, etc.); il controllo delle misure tecnico-organizzative (sono adeguate alla protezione effettiva ed efficace dei dati in base anche al rischio connesso ai tipi di dati (soprattutto sensibili) e al trattamento effettuato?); la verifica dell’esistenza di trattamenti automatizzati (ad es. profilazione) che richiedono particolare attenzione e misure di protezione più elevate; l’eventuale trasferimento di dati al di fuori dell’UE; la designazione del responsabile del trattamento; la redazione del registro dei trattamenti. Con quali strumenti? Misure tecniche ed organizzative (es. adeguata formazione del personale che tratta i dati, misure di sicurezza in termini di accessibilità ai dati, di sicurezza cartacea e informatica); modulo informativa; modulo consenso.

Documentare la conformità alla nuova disciplina Registro dei trattamenti nel quale sono contenute una serie di informazioni relative ai vari trattamenti effettuati (ad es. chi è il titolare o il responsabile, la finalità e la durata, la base giuridica). Modulistica aggiornata; consenso al trattamento; contratto o un atto di designazione del responsabile del trattamento; procedure specifiche in caso di data breach (perdita, distruzione o diffusione indebita dei dati posseduti dall’impresa); procedure in caso di esercizio dei diritti dell’interessato previsti dal regolamento (ad esempio il diritto di accesso, o di rettifica o cancellazione dei dati). Contatta lo sportello Privacy allo 0543 452866

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aziende storie di impegno e successi L’innovazione e lo stile nel taglio delle pietre

Italian Gemstones, un’eccellenza italiana a Forlì

L’

economista Joseph Schumpeter sosteneva che lo sviluppo fosse reso possibile solo dall’innovazione di cui è portatore esclusivo l’imprenditore e che trovasse luogo di attuazione nell’impresa. È passato quasi un secolo da quando lo studioso austriaco presentava le proprie teorie, eppure, ancora oggi, ci sono realtà imprenditoriali che confermano le parole schumpeteriane. Tra le eccellenze dell’economia forlivese, con sede in via Po, c’è la “Italian Gemstones” di Franco Frassineti, una taglieria di pietre preziose, nota fra le maggiori firme dell’oreficeria mondiale, proprio per aver innovato il settore. Il fondatore dell’azienda, Franco Frassineti, oggi lavora con il figlio ventecinquenne Enrico (nelle foto), che ha ricevuto dal padre non solo la passione, bensì il talento, per un mestiere che richiede

certamente abilità ma anche sensibilità e capacità di anticipare il mercato. Come racconta l’imprenditore, approdato nel settore del taglio di minerali nei primi anni settanta, il mercato è abbastanza giovane. Il taglio di pietre interessava principalmente il collezionismo di minerali, in cui Frassineti ha mosso i primi passi. Il settore dell’oreficeria era caratterizzato ancora dall’uso di materiali sintetici e solo da una trentina d’anni è iniziato l’utilizzo sistematico delle pietre naturali. La svolta nella carriera di Frassineti è arrivata con l’incontro di un imprenditore di Valenza, la città che più di ogni altra, in Italia, si contraddistingue per la vitalità del comparto orafo. Trasferitosi nell’alessandrino, Frassineti si è subito contraddistinto per la capacità di lavorare le pietre con creatività, studiando nuovi tagli, imparando a utilizzare le macchine a controllo numerico per le sfaccettature e anticipando le richieste del mercato. Un successo che gli ha consentito di fare il salto da dipendente a imprenditore, prima a Firenze e di nuovo nel forlivese, a Rocca San Casciano, comune di cui è originario e poi a Forlì. Dal 1976, anno della nascita dell’azienda, l’imprenditore non ha mai smesso di investire in nuove tecnologie e lavorazioni. Non dimenticando l’aspetto promozionale. Per farsi conoscere dai grossisti di pietre, l’azienda realizzò il primo catalogo in cui venivano mostrati i diversi tagli disponibili, una novità non Continua a pagina 9 • • •

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storie di impegno e successi aziende Dolciaria Rocca

La tradizione del cioccolato in Romagna • • • Segue da pagina 8

Italian Gemstones, un’eccellenza italiana a Forlì solo per l’impresa, ma per l’intero settore. La partecipazione alle fiere di settore è stato un altro palcoscenico per l’azienda, ricorda Frassineti la fila di clienti per accedere al suo stand a Vicenzaoro, agenti che, favorevolmente colpiti dagli innovativi tagli proposti, volevano proporre collaborazioni all’imprenditore. Un successo, frutto della qualità e della dedizione al lavoro, coniugati con vero e proprio talento. Da vent’anni Frassineti è fornitore di Bulgari, a cui nel tempo si sono aggiunti Gucci, Pomellato e Cielo Venezia, solo per citare alcuni nomi. Otto dipendenti e macchine sempre nuove, per garantire la qualità che certi brand esigono e la voglia di non smettere mai di crescere, di formarsi, di accettare nuove sfide, sono tra le caratteristiche della Italian Gemstones. Il carattere riservato dell’imprenditore non gli impedisce di rivelare avvenimenti curiosi di viaggi in sud America, in India e in Africa, luoghi in cui trovare le migliori pietre. Una storia affascinante che deve tanto al carisma del suo fondatore, che si appresta a scrivere una nuova pagina assieme al figlio Enrico.

L

a prima fabbrica a produrre il cioccolato in Romagna fu, nel 1940, la Dolciaria Rocca sas, una realtà pioniera del mercato, con sede a Rocca San Casciano. Da allora, l’azienda fondata con coraggio da Domenico Valentini, malgrado il momento storico di grande incertezza per l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, ha affrontato numerose battaglie per continuare a offrire un prodotto di altissima qualità. Dalla passione di Valentini per l’arte dolciaria, dapprima gelatiere alle fiere di paese, nacquero le prime produzioni di cioccolato, realizzate in uno scantinato con macchinari comprati d’occasione, assieme alla moglie. Lo spirito intraprendente e la volontà di dar vita a una produzione che si contraddistinguesse per la qualità, spinse il fondatore a viaggiare per tutta Italia per distribuire e promuovere quanto realizzato. Da allora la storia è proseguita e l’eredità del fondatore è stata raccolta dai figli e poi dai nipoti, che hanno condiviso il medesimo spirito di Domenico Valentini, continuando a far vivere quella che è un’eccellenza del panorama dolciario. Accanto al cioccolato, in tutte le sue forme, la Dolciaria Rocca ha ampliato la produzione, torroni, creme, tutte frutto di ricette artigianali tramandate in famiglia. Traguardi importanti, un’azienda in espansione e la bella storia di una passione familiare che si tramanda per due generazioni. Storia che, purtroppo, ha subito un brusco arresto nel 2017, con la malattia e poi la scomparsa del giovane Stefano Giambi, nipote di Domenico. Oggi Dolores Valentini non ha eredi che possano continuare a portare avanti la tradizione familiare e quindi cerca un compratore che possa raccogliere il testimone, per non perdere il patrimonio di competenze che sono frutto di quasi ottant’anni di esperienza. Un’impresa fortemente legata al suo territorio e che s’interseca strettamente con le vicende del comune di Rocca San Casciano, di cui ha contribuito a rendere solida l’economia. La speranza è che questo marchio trovi un acquirente e possa continuare a produrre le eccellenze che hanno reso grande l’azienda. essere impresa • • • novembre 2018 • 9


FORMART, Società di formazione di Confartigianato Emilia Romagna-Federimprese, organizza i corsi:

ABILITAZIONE ALL’UTILIZZO DI CARRELLI ELEVATORI INDUSTRIALI SEMOVENTI RIVOLTO A:

Lavoratori dipendenti (compresi gli apprendisti) di aziende che aderiscono o intendono aderire a Fondartigianato (FART). Ogni azienda può iscrivere al massimo 3 dipendenti.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

DURATA:

13 ore di formazione teorico-pratica

Il corso è completamente gratuito per i lavoratori in possesso dei requisiti previsti.

NUMERO PARTECIPANTI:

PERIODO DI SVOLGIMENTO:

È previsto un numero massimo di 12 partecipanti

A partire dal mese di gennaio 2019, in orario lavorativo

ABILITAZIONE ALL’UTILIZZO DI GRU PER AUTOCARRO RIVOLTO A:

Lavoratori dipendenti (compresi gli apprendisti) di aziende che aderiscono o intendono aderire a Fondartigianato (FART). Ogni azienda può iscrivere al massimo 3 dipendenti

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

DURATA:

13 ore di formazione teorico-pratica

Il corso è completamente gratuito per i lavoratori in possesso dei requisiti previsti.

NUMERO PARTECIPANTI:

PERIODO DI SVOLGIMENTO:

È previsto un numero massimo di 6 partecipanti

A partire dal mese di gennaio 2019, in orario lavorativo

FORMAZIONE PER ADDETTI AI LAVORI ELETTRICI: PES PAV PEI RIVOLTO A: Lavoratori dipendenti (compresi gli apprendisti) di aziende che operano nei settori: ➡ Installazione impianti, ➡ Produzione, installazione, manutenzione impianti/ apparecchiature elettrici-elettronici (e assimilabili) ➡ Produzione e riparazione di autoveicoli e che aderiscono o intendono aderire a Fondartigianato (FART). Ogni azienda può iscrivere al massimo 3 dipendenti.

DURATA:

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

16 ore di formazione

Il corso è completamente gratuito per i lavoratori in possesso dei requisiti previsti.

NUMERO PARTECIPANTI:

PERIODO DI SVOLGIMENTO:

È previsto un numero massimo di 8 partecipanti

A partire dal mese di gennaio 2019, in orario lavorativo

BUSTE PAGA E CONTRIBUTI RIVOLTO A:

DURATA:

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

➡ Persone in cerca di lavoro che desiderano acquisire una preparazione professionale per la gestione di paghe e contributi. ➡ Addetti junior buste paga, addetti ufficio amministrazione del personale.

42 ore di formazione

310,00 € + IVA

NUMERO PARTECIPANTI:

È previsto un numero massimo di 10 partecipanti

PERIODO DI SVOLGIMENTO:

Dal 14/01/2019 al 04/03/2019

CORSO AVANZATO DI CONTABILITÀ RIVOLTO A:

DURATA:

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:

➡ Impiegati amministrativi che vogliano irrobustire le proprie competenze e maturare autonomia operativa nella gestione di scritture contabili e adempimenti complessi. ➡ Neolaureati e neodiplomati che desiderano acquisire una preparazione pratica di livello avanzato, che consenta di gestire anche gli adempimenti più complessi della contabilità di una azienda.

24 ore di formazione

470,00 € + IVA

NUMERO PARTECIPANTI:

È previsto un numero massimo di 10 partecipanti

PERIODO DI SVOLGIMENTO:

Dal 15/01/2019 al 31/01/2019

I corsi saranno realizzati solo al raggiungimento del numero minimo di iscritti. Le date potrebbero subire variazioni. PER ULTERIORI INFORMAZIONI CONTATTARE: FORMart - Sede di Forlì - Viale Alfredo Oriani, 1 - 47122 Forlì (FC) VERONICA PSIKUTA: T. 0543 20200 - info.forli@formart.it - www.formart.it

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associazione E-commerce e artigianato

Una piccola impresa su dieci vende sul web

L’

ufficio studi di Confartigianato ha analizzato i dati relativi alla diffusione dell’e-commerce, mercato che si connota per luci e ombre. Nella settimana del blackfriday, in particolare, si focalizza l’attenzione sull’evoluzione dei mercati in un contesto di crescente digitalizzazione dell’economia soprattutto della distribuzione di beni e servizi. Nel complesso dei primi nove mesi del 2018 il valore delle vendite al dettaglio ristagna, con una variazione del -0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo studio evidenzia che la forma distributiva mostra la tenuta della grande distribuzione (+0,8%), mentre calano le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,6%); all’opposto si osserva un marcato dinamismo delle vendite in e-commerce che salgono del 10,3%; nell’arco dell’ultimo triennio (2015-2018) la crescita delle vendite dell’ecommerce arriva al 30%. In parallelo alla

crescita dell’e-commerce, sale il valore delle transazioni con carte di credito per operazioni con carte personali o familiari che nel 2017 ammontava a 55.318 milioni di euro e registra una crescita del 7,1% rispetto all’anno precedente, pari a 3.699 milioni in più. Nel 2017 il 53% degli utenti internet ha acquistato on line. La dinamica degli e-shoppers più assidui vede 9 milioni 176 mila soggetti che hanno acquistato on line negli ultimi tre mesi dalla rilevazione, pari al 28,7% degli utenti internet. La quota di navigatori maggiormente presenti sul canale dell’e-commerce è più elevata a Trento (39,2%), Valle d’Aosta (38,7%), Lombardia (35,4%), Bolzano (35,3%) e Veneto (35,2%). Nell’ultimo anno gli acquirenti on line più assidui sono saliti dell’11,4%. La nostra regione si colloca all’undicesimo posto, con un 31,3% di cittadini che acquistano i rete. Nel 2017 l’11,4% delle piccole imprese ha utilizzato la rete per

vendere i propri prodotti; pur con un ritardo rispetto ai principali paesi dell’Unione Europea, l’Italia presenta un apprezzabile dinamismo, con le piccole imprese che offrono attraverso il canale dell’e-commerce in salita del 13,6% nell’ultimo anno. Le imprese che vendono via web nell’81,2% dei casi utilizzano siti web o app dell’impresa, ma più di una su due (53,8%) utilizza piattaforme di eCommerce di terzi (emarketplace) o app utilizzati da più imprese. Il crescente peso assunto dalle grandi piattaforme di intermediazione di beni e servizi, in particolare, ha richiesto interventi legislativi in materia fiscale (web tax) in relazione agli squilibri tra ricavi e prelievo fiscale.

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vita associativa Fatturazione elettronica

Altissima partecipazione ai due approfondimenti

G

iovedì 15 e lunedì 19 novembre nella sede di Confartigianato Forlì in viale Oriani 1 sono stati realizzati due partecipati appuntamenti sulla fatturazione elettronica. Dopo il primo incontro del 15 novembre, che ha visto oltre 130 imprenditori presenti, facendo registrare il tutto esaurito nelle prenotazioni, si è reso necessario replicare l’appuntamento, date le numerose richieste pervenute. Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì spiega “considerando anche le serate realizzate nel comprensorio abbiamo realizzato in poco più di un mese una decina di approfondimenti dedicati al tema. In particolare con il responsabile del settore fiscale, Francesco Bandini, abbiamo incontrato circa mille persone. Il tema è molto avvertito.” E non solo dagli imprenditori. Continua Valenti “da gennaio 2019 scat-

terà l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati. Un nuovo adempimento al quale Confartigianato, da ormai un anno, ha dedicato il lavoro di una task force confederale con un preciso obiettivo: assistere gli imprenditori in questa rivoluzione e facilitare la loro migrazione verso le fatture digitali. Confartigianato continua a battersi anche in Parlamento per attenuare l’impatto del provvedimento.” La Confederazione ha presentato un pacchetto di emendamenti al Decreto legge fiscale collegato alla legge di bilancio. Le modifiche puntano soprattutto a ridurre o eliminare le sanzioni.

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In particolare, la Confederazione chiede che siano attenuati gli effetti delle sanzioni per tutto il periodo d’imposta 2019, e non soltanto per il primo semestre 2019. Questo in tutti i casi in cui il ritardo nell’emissione e trasmissione della fattura al sistema di interscambio non incida sulla corretta liquidazione dell’imposta di periodo (mensile o trimestrale), oppure quando la fattura emessa in ritardo partecipi alla liquidazione periodica del mese o del trimestre. Tra le richieste al Parlamento vi è anche quella di rendere facoltativa l’indicazione della data di emissione della fattura elettronica in tutti i casi in cui viene emessa utilizzando il Sistema di interscambio. Confartigianato sollecita interventi al Parlamento anche sul fronte della trasmissione telematica dei corrispettivi con l’obiettivo di evitare l’entrata in vigore per il 2019 incrementando il credito d’imposta per l’acquisto dei nuovi registratori. Conclude Valenti “ci troviamo di fronte a una rivoluzione, il nostro impegno è alleviare il carico di lavoro che investirà il sistema delle micro e piccole imprese, già toccato dalle numerose novità in tema di privacy e gestione dei rifiuti.”

FATTURAZIONE ELETTRONICA: LO STATO DELL’ARTE CONFARTIGIANATO PROMUOVE UN APPROFONDIMENTO

Lunedì 19 novembre ore 17.30 Sede di Confartigianato Forlì • Viale Oriani 1 Forlì Segreteria Organizzativa Confartigianato Forlì: Tel. 0543 452811


vita associativa Una rivoluzione difficile

Confartigianato: ridurre gli oneri per le imprese

L

a fatturazione elettronica preoccupa i piccoli imprenditori e gli artigiani. La rivoluzione digitale per l’emissione, la trasmissione e la conservazione delle fatture permetterà di abbandonare per sempre il supporto cartaceo e tutti i relativi costi di stampa spedizione e conservazione, secondo gli obiettivi del Governo. Il nuovo formato in cui le fatture elettroniche devono essere prodotte, trasmesse, archiviate e conservate è un formato digitale chiamato XML (eXtensible Markup Language), un linguaggio informatico per controllare il significato degli elementi contenuti in un documento, verificando così le informazioni ai fini dei controlli previsti per legge. Insomma, l’obiettivo è niente più carta per concludere le compravendite di prodotti e servizi tra privati. Il presidente Luca Morigi, presidente di Confartigianato Forlì (nella foto), ripercorre le tappe di questo percorso di avvicinamento alla fattura elettronica “da gennaio 2019, tutte le imprese, per farsi pagare dai clienti e per saldare i fornitori, dovranno per forza emettere e ricevere una fattura elettronica. L’obbligo sarà esteso a tutte le operazioni business to business e viaggerà attraverso il Sistema di interscambio (lo Sdi), lo stesso canale in cui sono già transitate le fatture elettroniche

verso la Pubblica amministrazione e, di recente, i dati delle comunicazioni delle liquidazioni Iva e quelli per lo spesometro.” Confartigianato, sin da inizio anno, aveva evidenziato come si trattasse di una rivoluzione troppo repentina per le piccole imprese. La Confederazione ha ripetutamente chiesto al Governo un avvio graduale dell’obbligo di fatturazione elettronica, scaglionando l’entrata in vigore a seconda della dimensione aziendale. Tutto questo per evitare ai piccoli imprenditori l’ennesimo costoso adempimento a fronte di un insufficiente alleggerimento dei già numerosi obblighi burocratici in materia fiscale. Confartigianato ha continuato l’attività di confronto con l’Amministrazione fiscale per eliminare una serie di adempimenti: dallo split payment al reverse charge nel settore edile, fino alla riduzione dei tempi dei rimborsi Iva. Il gruppo di lavoro, creato coinvolgendo tutte le Associazioni, con l’obiettivo di facilitare alle piccole imprese la migrazione al digitale nella gestione delle fatture, ha lavorato senza sosta per mettere a punto una strategia che potesse essere realmente efficace. L’obiettivo posto era l’individuazione dei processi gestionali utili alle imprese in base alle loro diverse esigenze amministrative e analizzare le ricadute del nuovo obbligo sul sistema dei servizi offerti dal sistema associativo di Confartigianato. Continua Morigi “questa era la sfida: trasformare il nuovo obbligo in minori pesi burocratici

per le imprese, restituendo loro il valore di questa rivoluzione digitale.” Per 4.400.000 imprese si avvicina rapidamente l’obbligo di emettere e ricevere fatture elettroniche. Spiega il presidente “siamo riusciti a far posticipare al 1° gennaio 2019 l’avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica previsto già dal primo luglio per le cessioni di benzina o gasolio per motori e per le prestazioni dei subappaltatori nei contratti di lavori pubblici. E abbiamo sollecitato un avvio graduale dell’obbligo di fatturazione elettronica, scaglionando l’entrata in vigore a seconda della dimensione aziendale. Senza dimenticare la richiesta di esclusione dall’adempimento delle operazioni con un imponibile non inferiore a 500 euro.” Tutto ciò per evitare ai piccoli imprenditori l’ennesimo costoso adempimento a fronte di un insufficiente alleggerimento dei già numerosi obblighi burocratici in materia fiscale. E proprio su questo fronte, Confartigianato ha ribadito, a più riprese, all’amministrazione finanziaria una serie di richieste. Innanzitutto la necessità di eliminare split payment, reverse charge e obbligo di comunicare i dati delle liquidazioni Iva. Tra i successi conseguiti non si può non citare anche l’alleggerimento degli adempimenti per l’emissione e la conservazione delle fatture. È stato, inoltre, riconosciuto il ruolo di intermediari delle Associazioni d’impresa per facilitare la gestione delle fatture da parte degli imprenditori.

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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Francesco Bandini DECRETO FISCALE Il “decreto fiscale” DL 119/20189 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie generale n. 247 del 23 ottobre 2018 e le disposizioni del decreto entrano in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in GU quindi il 24 ottobre 2018. Gli effetti prodotti dal Decreto Legge sono però provvisori, perché i decreti - legge stessi perdono efficacia se il Parlamento non li converte in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione. Di seguito si segnala una sintesi dei principali contenuti di carattere fiscale.

Disposizioni in materia di pacificazione fiscale (Capo I - articoli da 1 a 9) Per l’attuazione della “pace fiscale”, i contribuenti interessati potranno avvalersi dei seguenti strumenti:  definizione agevolata dei processi verbali di constatazione (pvc) - possibilità di definire il contenuto integrale dei pvc consegnati entro la data di entrata in vigore del decreto (e per i quali non è stato ancora notificato un avviso di accertamento o ricevuto un invito al contraddittorio), presentando la relativa dichiarazione per regolarizzare le violazioni constatate nel verbale in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, contributi previdenziali e ritenute, imposte sostitutive, Irap, imposta sul valore degli immobili all’estero, imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero e Iva  definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento - prevista la definizione di avvisi di accertamento, avvisi di rettifica e di liquidazione, atti di recupero, inviti al contraddittorio e accertamenti con adesione (notificati o sottoscritti entro la data di entrata in vigore del decreto), mediante il pagamento (in un’unica soluzione o a rate) delle sole imposte dovute (senza, quindi, sanzioni, interessi ed eventuali accessori)  definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione - viene varata una nuova “edizione” della rottamazione delle cartelle di pagamento (rottamazione-ter) per i carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017  stralcio dei debiti fino a 1.000 euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010 - i debiti di importo residuo fino a 1.000 euro (comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni), risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010 sono automaticamente annullati

 definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione a titolo di risorse proprie dell’Ue - i debiti relativi ai carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 a titolo di risorse proprie tradizionali delle Ue e di Iva riscossa all’importazione possono essere estinti con le modalità, alle condizioni e nei termini stabiliti per la rottamazione-ter (previste, però, alcune specifiche ipotesi di deroga)  definizione agevolata delle controversie tributarie - le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte l’Agenzia delle entrate, aventi a oggetto atti impositivi, pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in cassazione e anche a seguito di rinvio, possono essere definite, a domanda di chi ha proposto l’atto introduttivo del giudizio o di chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione, con il pagamento di un importo pari al valore della controversia  regolarizzazione a favore dello sport dilettantistico - società e associazioni sportive dilettantistiche, iscritte nel Registro Coni, possono avvalersi della dichiarazione integrativa speciale (disciplinata dall’articolo 9 del decreto) per tutte le imposte dovute e per ciascun anno di imposta, nel limite complessivo di 30mila euro di imponibile annuo; gli stessi enti, inoltre, possono avvalersi della definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento e della definizione agevolata delle liti pendenti dinanzi alle commissioni tributarie  definizione agevolata delle imposte di consumo prevista la definizione agevolata dei debiti tributari, per i quali non sia ancora intervenuta sentenza passata in giudicato, maturati fino al 31 dicembre 2018 a titolo di imposta di consumo, con il versamento di un importo pari al 5% del dovuto (con esclusione di interessi e sanzioni)  dichiarazione integrativa speciale - fino al 31 maggio 2019 i contribuenti possono correggere errori od omissioni e integrare le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31 ottobre 2017 ai fini delle imposte sui redditi (e relative addizionali), delle imposte sostitutive, delle ritenute, dei contributi previdenziali, dell’Irap e dell’Iva; l’integrazione degli imponibili è ammessa, nel limite di 100mila euro di imponibile annuo e comunque di non oltre il 30% di quanto già dichiarato; a tal fine, è previsto l’invio di una dichiarazione integrativa speciale e il versamento di un’imposta sostitutiva.

Disposizioni in materia di semplificazione fiscale e di innovazione del processo tributario (Capo II - articoli da 10 a 16) Per incentivare ulteriormente la semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti e la digiContinua a pagina 16 • • • essere impresa • • • novembre 2018 • 15


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talizzazione del processo tributario sono previste le seguenti misure:  sanzioni fatturazione elettronica - per il primo semestre del periodo d’imposta 2019, le sanzioni previste in materia di mancato rispetto degli obblighi di fatturazione elettronica non si applicano se la fattura è emessa in modalità elettronica entro il termine di effettuazione della liquidazione periodica Iva ovvero si applicano con riduzione dell’80% a condizione che la fattura elettronica sia emessa entro il termine di effettuazione della liquidazione Iva del periodo successivo  emissione delle fatture - si prevede che la fattura è emessa entro dieci giorni dall’effettuazione dell’operazione; inoltre, tra i dati da indicare nella fattura viene inclusa anche la data in cui è effettuata la cessione di beni o la prestazione di servizi ovvero quella in cui è corrisposto in tutto o in parte il corrispettivo, sempreché tale data sia diversa da quella di emissione della fattura  annotazione delle fatture emesse - in materia di registrazione delle fatture, si stabilisce che il contribuente deve annotare in apposito registro le fatture emesse, nell’ordine della loro numerazione, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione delle operazioni e con riferimento allo stesso mese di effettuazione delle operazioni; inoltre, si prevede che le fatture relative alle cessioni di beni effettuate dal cessionario nei confronti di un soggetto terzo per il tramite del proprio cedente sono registrate entro il giorno 15 del mese successivo a quello di emissione e con riferimento al medesimo mese  registrazione degli acquisti - novità anche per la registrazione degli acquisti; il decreto, infatti, elimina l’obbligo della numerazione progressiva delle fatture e delle bollette doganali relative ai beni e ai servizi acquistati o importati nell’esercizio dell’impresa, arte o professione  detrazione dell’Iva - si prevede che entro il giorno 16 di ciascun mese può essere esercitato il diritto alla detrazione dell’Iva relativa ai documenti di acquisto ricevuti e annotati entro il 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, fatta eccezione per i documenti di acquisto relativi a operazioni effettuate nell’anno precedente  giustizia tributaria digitale - si prevede l’obbligo per le parti, i consulenti e gli organi tecnici, di notificare e depositare gli atti processuali, i documenti e i provvedimenti giurisdizionali esclusivamente con modalità telematiche a partire dal 1° luglio 2019.

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Altre disposizioni fiscali (Capo III - articoli da 17 a 20) Le ulteriori misure previste dal decreto riguardano:  obbligo della memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi - per coloro che esercitano il commercio al minuto e attività assimilate, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2020 e sostituirà gli obblighi di registrazione dei corrispettivi (previste dall’articolo 24, primo comma, Dpr 633/1972); l’obbligo, però, scatta dal 1° luglio 2019 per i soggetti con volume di affari superiore a 400mila euro. Inoltre, si prevede che per il 2019 restano valide le opzioni per la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi esercitate entro il 31 dicembre 2018  lotteria dei corrispettivi - viene posticipata al 1° gennaio 2020 l’entrata in vigore della lotteria dei corrispettivi  gruppo Iva - la possibilità di esercitare l’opzione per la costituzione del Gruppo Iva viene estesa ai gruppi bancari cooperativi.

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani “DECRETO DIGNITÀ” TERMINE DEL PERIODO TRANSITORIO PER I CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO Il Decreto Legge n. 87 del 12 luglio 2018, c.d. “Decreto Dignità”, convertito con modifiche in Legge n. 96 del 9 agosto 2018, ha apportato significative novità in materia di contratti a tempo determinato. In sede di conversione il legislatore aveva introdotto un periodo transitorio in cui, fino al 31 ottobre 2018, per le proroghe e i rinnovi dei contratti a tempo determinato stipulati prima dell’entrata in vigore del Decreto (14 luglio 2018) non si sarebbe applicata la nuova disciplina. Dal 1° novembre, terminato detto periodo transitorio, diventano quindi definitivamente applicabili le nuove disposizioni anche a tutte le proroghe e i rinnovi che verranno stipulati da tale data. Brevemente si ricorda di seguito quanto previsto dalla nuova normativa, rimandando per i dettagli a quanto indicato nelle precedenti edizioni dei notiziari. Continua a pagina 17 • • •


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Durata massima  12 mesi in caso di contratto “acausale” ;  24 mesi se sussiste una delle seguenti causali espressamente indicate nel contratto: ✓ esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività per esigenze sostitutive di altri lavoratori; ✓ esigenze connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria. Inoltre, in caso di successione di contratti a termine, la durata dei rapporti di lavoro a tempo determinato tra stesso datore di lavoro e stesso lavoratore, non potrà comunque essere superiore a 24 mesi complessivi, pena la trasformazione del contratto in rapporto subordinato a tempo indeterminato. Sono fatte salve le diverse disposizioni previste nei contratti collettivi e sono escluse le attività stagionali.

Proroga In materia di proroga del contratto a termine la norma riformata dispone che:  il numero massimo di proroghe è 4, e in caso di superamento il rapporto si trasforma in rapporto a tempo indeterminato a far data dalla quinta proroga;  il rapporto a termine tra stesso datore di lavoro e stesso lavoratore, per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale, può essere prorogato fino al raggiungimento della durata complessiva di 24 mesi.  la proroga del contratto può essere fatta liberamente nei primi 12 mesi e, successivamente, solo in presenza delle suddette esigenze.

Rinnovi E’ possibile rinnovare i contratti a termine solo in presenza di esigenze aziendali di seguito indicate:  esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività ovvero per esigenze di sostituzione di altri lavoratori;  esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria. Pertanto, a prescindere dalla durata complessiva del rapporto, in occasione di ogni rinnovo il datore di lavoro è sempre tenuto a indicare una motivazione alla stipula del nuovo contratto. I rinnovi, purché ovviamente sussista effettivamente una esigenza che li giustifichi, non sono sottoposti a limiti numerici come invece avviene per le proroghe.

Credito • a cura di Collabora Imprese e banche siglano l’accordo per il credito 2019 È stato sottoscritto l’Accordo per il credito 2019. L’Accordo prevede misure di sospensione e allungamento dei finanziamenti alle PMI, alla luce del nuovo contesto di mercato e regolamentare. Le misure di moratoria, a partire dal 2009, hanno consentito alle PMI di ottenere liquidità aggiuntiva per circa 25 miliardi di euro. La sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti può essere chiesta per un anno e il tasso di interesse può essere aumentato, rispetto a quello previsto nel contratto originario, in funzione esclusivamente degli eventuali maggiori costi sostenuti dalla banca ai fini della realizzazione dell’operazione. In ogni caso, il nuovo tasso di interesse del finanziamento non può essere superiore a quello originario di 60 basis point. La sospensione è applicabile ai finanziamenti a medio lungo termine, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie e alle operazioni di leasing. In questo secondo caso, la sospensione riguarda la quota capitale implicita dei canoni di leasing. Per le operazioni di allungamento, è invece previsto che l’estensione della durata del finanziamento può arrivare fino al 100% della durata residua dell’ammortamento. Nell’Accordo è specificato che tale operazione deve determinare una riduzione della rata di ammortamento del finanziamento in misura apprezzabile rispetto a quella originaria. Le banche possono applicare misure di maggior favore per le imprese rispetto a quelle previste nell’Accordo. Il nuovo Accordo, che è applicabile ai finanziamenti in essere alla data di firma dello stesso, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2019. Nel frattempo, le banche continueranno a realizzare le operazioni di sospensione e allungamento dei finanziamenti, secondo le regole dell’Accordo per il Credito 2015 al fine di garantire le misure di sostegno alle imprese senza soluzione di continuità. Con il nuovo Accordo si rafforza la collaborazione tra banche e imprese, per svolgere un’azione comune per l’analisi e la definizione di posizioni condivise su iniziative normative e regolamentari di matrice europea e internazionale che impattano sull’accesso al credito per le imprese. In ambito nazionale, c’è inoltre la volontà di definire un documento comune sulle misure necessarie per sostenere lo sviluppo del finanziamento alle imprese, sul quale aprire eventualmente un confronto con i diversi soggetti interessati. Tra i temi principali, l’accordo individua in particolare la riforma del Fondo di garanzia per le PMI, lo sviluppo e la valorizzazione della rete delle garanzie private, l’ottimizzazione dell’impiego dei fondi strutturali. Continua a pagina 18 • • • essere impresa • • • novembre 2018 • 17


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In sintesi, l’accordo ha per oggetto:  la sospensione, per un periodo massimo di 12 mesi, del rimborso della quota capitale dei finanziamenti/leasing;  l’allungamento della scadenza dei finanziamenti fino al massimo del 100% della durata residua del piano di ammortamento. Per ottenere la sospensione/allungamento del finanziamento:  l’impresa deve essere in bonis (non avere posizioni debitorie classificate dalla banca come non performing, e non avere rate scadute e non pagate da più di 90 giorni).  l’impresa non deve aver ottenuto, nell’arco dei 24 mesi precedenti, la sospensione/allungamento sullo stesso finanziamento. Le domande possono essere presentate alle banche a partire dal 01/01/2019 e fino al 31/12/2020, in relazione a finanziamenti in essere al 15 novembre 2018. La banca è tenuta a fornire la risposta entro 30 giorni lavorativi, attenendosi al principio di sana e prudente gestione e nel rispetto delle proprie procedure. In caso di accettazione della richiesta di moratoria, il tasso di interesse può essere aumentato rispetto al contratto originario. Per le sospensioni, l’eventuale incremento non può comunque superare i 60 punti base.

Bando ecobonus per la sostituzione di veicoli commerciali inquinanti La Regione Emilia-Romagna promuove un insieme di azioni volte a sostenere la diffusione di metodologie a minor impatto ambientale nei processi organizzativi e produttivi alle imprese. Gli investimenti ammessi al contributo riguarderanno la sostituzione di veicoli commerciali diesel con veicoli nuovi con alimentazione:  Elettrica  Ibrido elettrica/benzina (esclusivamente Full Hybrid o Hybrid Plug In*) Euro 6  Metano (mono o bifuel benzina) Euro 6  GPL (mono o bifuel benzina) Euro 6

 N2 (massa massima superiore a 3,5 t ma non superiore a 12 t) da destinare alla rottamazione ed appartenente ad una delle seguenti categorie: ✓ classe pre-euro - diesel; ✓ classe Euro 1 - diesel; ✓ classe Euro 2 - diesel; ✓ classe Euro 3 - diesel; ✓ classe Euro 4 - diesel. Gli investimenti riguarderanno la sostituzione dei veicoli inquinanti con:  veicoli nuovi, immatricolati per la prima volta a nome dell’impresa stessa;  veicoli acquistati nella forma del leasing con obbligo di riscatto che deve essere indicata già al momento dell’ordine di acquisto da stipulare successivamente al 15 ottobre 2018.

Sono quindi esclusi:  i veicoli usati,  i veicoli a “chilometri zero”  i veicoli acquistati in leasing con l’eccezione di quelli con obbligo di riscatto. Ciascuna impresa potrà presentare fino ad un massimo di due domande di contributo, una per ogni veicolo rottamato.

Soggetti esclusi  Le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura e nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli facenti parte della sezione A: AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA della classificazione delle attività economiche Ateco 2007;  I trasportatori conto terzi, iscritti al relativo albo.

Contributi previsti L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto concesso in regime de minimis, collegato alla massa del veicolo (categoria N1 o N2) e al sistema di alimentazione del veicolo acquistato:

CONTRIBUTI PREVISTI CAT.

Destinatari Sono ammesse al contributo le spese effettuate a partire dal 15 ottobre 2018 intendendo questa data come data di sottoscrizione del contratto di acquisto del nuovo veicolo. Possono accedere al contributo le PMI proprietarie di un veicolo commerciale di categoria:  N1 (massa massima non superiore a 3,5 t)

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N1

N2

Massa (t)

Elettrico

(Ibrido elettrico) - benzina* (Full hybrid o Hybrid Plug In) / Metano (mono e bifuel benzina) Euro 6 / GPL (mono e bifuel benzina) Euro 6

1 - 1,49 1,5 - 2,49 2,50 - 2,99 3 - 3,5 > 3,5 - ≤ 7 > 7 - ≤ 12

€ 6.000 € 7.000 € 7.500 € 8.000 € 9.000 € 10.000

€ 4.000 € 4.500 € 5.000 € 6.000 € 7.000 € 8.000 Continua a pagina 19 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 18

Risorse disponibili Le risorse a disposizione ammontano a €. 3.850.000. In caso di esaurimento del plafond le imprese potranno comunque inviare le richieste di contributo, che saranno inserite in “lista d’attesa” con la possibilità di essere ammesse qualora si rendessero disponibili ulteriori risorse finanziarie anche a seguito di rinunce o revoche.

Presentazione delle domande Sono ammesse al contributo le spese effettuate a partire dal 15 ottobre 2018 intendendo questa data come data di sottoscrizione del contratto di acquisto del nuovo veicolo. Le domande potranno essere presentate dalle ore 14:00 del 15 novembre 2018 alle ore 16:00 del 15 ottobre 2019 esclusivamente attraverso l’applicativo informatico predisposto dalla Regione. Per accede all’applicativo è necessario acquisire le credenziali di identità digitale FedERa (livello alto) o SPID. FedERa è il sistema di identità digitale che consente ai cittadini di accedere a tutti i servizi online degli Enti e dei soggetti pubblici della Regione Emilia-Romagna tramite un’unica credenziale di accesso. Le informazioni per acquisire un account FedERa di livello alto sono reperibili qui: http:// federazione.lepida.it. Nella medesima pagina web è inoltre disponibile l’elenco degli enti abilitati a rilasciare le credenziali, fra cui i Comuni della regione EmiliaRomagna. Ulteriori informazioni sulla gestione dei livelli delle credenziali FedERa per l’accesso all’applicativo informatico sono disponibili nella sezione “Link utili” di questa pagina. SPID è il Sistema Pubblico di Identità Digitale che permette a cittadini ed imprese di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione con un’identità digitale unica su tutto il territorio nazionale. Tutte le informazioni per acquisire un account SPID sono reperibili collegandosi alla pagina web: https://www. spid.gov.it/richiedi-spid.

Restauro • a cura di Fabiola Foschi Restauratore di Beni Culturali La nota del Ministero È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 240 del 15 ottobre 2018, “Ministero Per I Beni e le Attività Culturali” la seguente nota relativa al bando pubblico per l’acquisizione della qualifica di restauratore di beni culturali. “Visto il bando pubblico del 22 giugno 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, Serie generale, n. 215 del 16 settembre 2015, per l’acquisizione della qualifica di restauratore di beni culturali, secondo quanto disposto dall’art. 182, commi 1 -bis , 1 -ter e 1

-quater , del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante Codice dei beni culturali e del paesaggio, visti i principi guida dell’amministrazione digitale e tenuto conto delle esigenze di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa, si rende noto che, ricevuto l’esito dei lavori della Commissione, sul sito web del Ministero dei beni e delle attività culturali all’indirizzo www. beniculturali.it/qualificherestauratori sono pubblicate le modalità di accesso per la consultazione della posizione di ogni singolo istante.” Sul sito MiBAC si legge “in riferimento al bando pubblico per l’acquisizione della qualifica di restauratore di beni culturali del 22 giugno 2015, all’esito della consegna lavori della Commissione del 31 maggio 2018 e delle rettifiche conseguenti alle risposte nel frattempo pervenute dagli uffici periferici del Ministero, la Direzione Generale Educazione e Ricerca comunica che i singoli candidati potranno verificare esclusivamente la propria posizione a partire dal 22 ottobre 2018 all’indirizzo: https://ibox.beniculturali.it” L’accesso potrà essere effettuato mediante le credenziali già utilizzate per l’invio dell’istanza. Il candidato potrà trovarsi in una delle tre posizioni di seguito elencate: 1) In possesso dei requisiti ex art. 182 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. 2) Non in possesso dei requisiti ex articolo 182 del decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42. Nella casella del singolo istante è inserita la/e motivazione/i del preavviso di rigetto, rispetto al quale lo stesso ha facoltà di presentare, secondo le indicazioni fornite nel preavviso, osservazioni e controdeduzioni, ma non integrazioni documentali, le eventuali osservazioni/controdeduzioni saranno valutate per determinare l’adozione dei provvedimenti definitivi. 3) Inammissibile per incompletezza. L’elenco definitivo dei restauratori qualificati all’esercizio della professione, con i rispettivi settori disciplinari di competenza, di cui agli articoli 29 e 182 del decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42, sarà pubblicato a seguito della conclusione della procedura di cui al punto 2) dell’elenco sopra indicato. » Per assistenza tecnica il recapito di riferimento è: restauratori@beniculturali.it » Per informazioni sul procedimento il recapito di riferimento è: urp@beniculturali.it INFORMAZIONI GENERALI: 1) È attivo il servizio di recupero password. 2) La validità della password è stata comunque prolungata per tutti gli istanti. 3) Se al momento della candidatura sul portale è stato inserito un indirizzo e-mail oggi non più attivo, lo stesso può comunque essere utilizzato ai soli fini dell’accesso alla piattaforma per la consultazione della propria posizione. 4) L’eventuale cambio di domicilio o l’aggiornamento dei dati del documento di riconoscimento non incidono sulla procedura di consultazione della propria posizione. Per informazioni contattare Fabiola Foschi allo 0543 452844. essere impresa • • • novembre 2018 • 19


movimenti anap Impegno continuo a tutela dei più deboli

Non autosufficienza: raggiunto l’accordo con Anci

D

a ormai alcuni mesi Anap Nazionale e Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, hanno avviato una collaborazione sui temi che interessano gli anziani, per sviluppare iniziative politiche che affrontino il grave problema della non autosufficienza. La sinergia è il primo frutto di un importante lavoro che Anap, attraverso la Commissione Politiche Sindacali, ha avviato e che è riassunto in un documento che stabilisce le tappe per il prossimo futuro. Partendo dal quadro attuale della situazione il movimento pensionati di Confartigianato evidenzia che la normativa è frammentata e comunque inadeguata alle necessità delle persone non autosufficienti, che sono in grandissima parte persone anziane, nonché delle loro famiglie. È importante indagare su quali siano le risorse pubbliche messe a disposizione e come siano impegnate, nella consapevolezza che i costi maggiori sono a carico delle famiglie, che devono supplire alle carenze dei fondi. Secondo i vertici Anap è necessaria una revisione organica della normativa nazionale razionalizzando, integrando e semplificando il variegato ventaglio delle provvidenze per le persone con invalidità, inabilità e non autosufficienza. L’obiettivo è di rispondere con maggiore accuratezza alle esigenze delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, utilizzando al meglio le risorse dedicate e incrementandone l’ammontare, con criteri di maggiore equità e

verifica nella concessione delle provvidenze. Anap elenca alcuni temi che saranno sviluppati per elaborare una proposta politica, come l’uniformità dell’applicazione delle normative a livello territoriale, con l’erogazione di standard minimi e la scelta di privilegiare l’erogazione di servizi socio-sanitari, anziché i trasferimenti monetari. Per quanto riguarda i servizi (domiciliari, residenziali, sanitari), occorre prevedere una partecipazione alla spesa in funzione del reddito ISEE del soggetto beneficiario. Per quanto concerne i trasferimenti monetari, come I’indennità di accompagnamento e gli aiuti economici alle famiglie dei disabili, l’importo dell’intervento potrebbe essere differenziato

20 • novembre 2018 • • • essere impresa

in base al reddito ISEE, favorendo l’uso delle scarse risorse a quanti sono in stato di disagio economico e non possono permettere di ricevere, anche privatamente, un’assistenza adeguata. Anap punta inoltre a differenziare il tipo di intervento pubblico in base al grado di non autosufficienza. L’Associazione, infine, non esclude l’ipotesi di reperire ulteriori risorse attraverso un sistema di assicurazione pubblica obbligatoria dedicato al rischio di non autosufficienza.

Punto di ascolto a Forlì

Anap sempre vicino ai soci In occasione del rinnovo delle cariche del consiglio direttivo di Anap Forlì, che avverrà nei prossimi giorni, è stato tracciato il bilancio dell’attività del punto di ascolto gestito dal responsabile Giuseppe Mercatali, nell’ambito della pluralità di offerte di Confartigianato Persone. Grazie alla collaborazione con lo studio legale dell’avvocato Alessandra Bucchi e del Centro difesa consumatori di Faenza sono diverse centinaia le persone che si sono rivolte alla sede forlivese per avere una risposta ai numerosi problemi che quotidianamente vengono affrontati dagli anziani e pensionati, spesso soli e con difficoltà a seguire il dialogo con le istituzioni o con i fornitori di servizio. Grazie al punto d’ascolto è stato possibile aiutare l’utenza più debole e dare una risposta alle più varie problematiche. Come chiarito da Mercatali “l’aiuto concreto agli anziani è una priorità che verrà mantenuta anche dal prossimo Consiglio dell’Associazione che riunisce i pensionati dell’artigianato, da sempre molto attivo e attento alle esigenze di tutti coloro che, per diversi motivi, si trovano a non poter contare sull’aiuto e il sostegno di altri. Obiettivo del punto d’ascolto è di offrire un sostegno pratico, anche grazie alla sinergia con gli altri servizi offerti da Confartigianato: dalla consulenza pensionistica allo sportello badanti sino al servizio successioni.”


anap movimenti In crescita la povertà assoluta

La diffusione dell’indigenza in Italia

L

e stime diffuse dal report Istat sulla povertà si riferiscono a due distinte misure di questa: assoluta e relativa, che derivano da due diverse definizioni e sono elaborate con metodologie diverse, utilizzando i dati dell’indagine campionaria sulle spese per consumi delle famiglie. Nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778 mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui; rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui. L’incidenza di povertà assoluta è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4% per gli individui (da 7,9%). Due decimi di punto della crescita rispetto al 2016 sia per le famiglie sia per gli individui si devono all’inflazione registrata nel 2017. Entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005. Nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta fra i minori permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208 mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%). L’incidenza della povertà assoluta si estende prevalentemente nel Mezzogior-

no sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). L’indigenza si intensifica anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord, l’incidenza diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento. Il valore minimo, pari a 4,6%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (9,6%). A testimonianza del ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale, la povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) ed è in salita tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento operaio, l’incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%). Cresce rispetto al 2016 l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie col capofamiglia che ha conseguito al massimo la licenza elementare: dall’8,2% del 2016 si

porta al 10,7%. Le famiglie guidate da individuo almeno diplomato, mostrano valori dell’incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%. Anche la povertà relativa riprende a correre rispetto al 2016. Nel 2017 riguarda 3 milioni 171 mila famiglie residenti (12,3%, contro 10,6% nel 2016), e 9 milioni 368 mila individui (15,6% contro 14,0% dell’anno precedente). Come per quella assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se a guidare la famiglia è un under35, mentre scende al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne. L’incidenza di quella relativa si mantiene elevata per le famiglie di operai e assimilati (19,5%) e per quelle con familiare in cerca di occupazione (37%), queste ultime in peggioramento rispetto al 31% del 2016. 47121 Forlì (FC) • Via Martin Luther King, 5 Tel. +39 0543 480580 • Fax +39 0543 561906 www.citienne.com • info@citienne.com

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associazione

SPORTELLO COLF E BADANTI Un supporto alle famiglie Lo sportello colf e badanti di Confartigianato Forlì nasce per offrire una consulenza qualificata sulla gestione del rapporto di lavoro di colf, badanti, assistenti familiari e baby sitter. I servizi offerti attengono a ogni fase del rapporto di lavoro, offrendo garanzie sia al datore di lavoro, sia al lavoratore domestico, nel rispetto del Contratto Collettivo di Lavoro di riferimento.

Tra i servizi offerti ➜ definizione del contratto nel rispetto del CCNL del lavoro domestico ➜ elaborazione dei prospetti paga mensili, calcolo della tredicesima ed elaborazione del modello CUD ➜ calcolo dei contributi previdenziali e compilazione della modulistica per il versamento all’INPS ➜ conteggio di ferie, malattia, maternità, infortunio ➜ calcolo di TFR e liquidazione ➜ compilazione dei documenti necessari per accedere alle agevolazioni fiscali previste per il datore di lavoro Per richiedere un preventivo gratuito e una consulenza personalizzata è possibile rivolgersi al Caaf di Confartigianato Forlì, in viale Oriani 1 a Forlì, allo 0543 452811. Trasparenza, professionalità, attenzione alle esigenze del datore di lavoro e a quelle del lavoratore sono i punti di forza del servizio. 22 • novembre 2018 • • • essere impresa


anap movimenti Donne e credito

Per le imprese femminili permangono le criticità

L’

ufficio studi di Confartigianato ha posto l’attenzione sul credito erogato alle micro e piccole imprese con particolare attenzione a quelle femminili. L’aumento dell’1,2% dei prestiti alle imprese, segna un rallentamento rispetto al +2,1% di aprile 2018 ed è trainato dalla crescita dell’1,5% delle realtà medio-grandi (tre volte il +0,3% di quasi un anno prima a giugno 2017); al contrario i prestiti alle aziende con meno di 20 addetti ristagnano (-0,1%, era -1,3% a giugno 2017), dopo esser tornati temporaneamente in territorio positivo ad aprile 2018: era da sei anni e mezzo (79 mesi) che il trend del credito alle piccole imprese non registrava un aumento tendenziale. Per le sole società non finanziarie è possibile analizzare la dinamica dei prestiti per settore: a marzo 2018 erano in crescita del 3,9% i Servizi e del 3,1% il manifatturiero mentre permanevano in calo le costruzioni e le attività immobiliari, rispettivamente del 3,1% e del 4,4%. L’analisi in serie storica evidenzia che nel 2014 tutti i settori erano in flessione. Lo scarso dinamismo del mercato del credito nella fase di ripresa determina una diminuzione del peso dei prestiti alle imprese sia in rapporto agli investimenti sia al PIL. Nel dettaglio, nell’arco di sette anni il rapporto tra credito alle imprese e PIL ha cumulato un calo di 15,6 punti percentuali, passando dal 60,6% del 2011 al 45 % del 2018; cede anche il rapporto tra credito e investimenti che scende dal massimo di 5,5 del 2013 al 4,2 del 2017. Situazione ancora più grave, in Italia per le imprese femminili. Solo il 4,5% delle donne ritiene di poter ottenere finanziamenti qualora volesse iniziare o sviluppare un’attività economica; si tratta del valore più basso tra i Paesi Ocse dove in media una donna su quattro (26,3%) pensa di poter accedere al credito. Va peraltro ricordato che gli italiani ritengono maggiormente difficile l’accesso al credito: se gli uomini registrano, infatti, un valore superiore rispetto alle donne e pari al 10,2%, si posizionano al penultimo posto tra i Paesi Ocse. Un rilevante intervento pubblico che sostiene l’accesso al credito delle donne imprenditrici è costituito dal Fondo di garanzia per le PMI, operativo dal 2000, allo scopo di incentivare l’imprenditoria concedendo

una garanzia pubblica alle imprese e ai professionisti che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario per finalità legate all’attività di impresa in quanto non dispongono di sufficienti garanzie. Dal 2000 al giugno 2018 le imprese a prevalente partecipazione femminile garantite sono state quasi centomila (99.925), per un ammontare di finanziamenti accolti pari a 7.758 milioni di euro e un importo garantito di 4.955 milioni di euro. Da notare che le piccole imprese mostrano una qualità del credito maggiore rispetto alle aziende di dimensioni maggiori. In quattordici regioni, a fronte di una quota di crediti deteriorarti per le piccole imprese inferiore di 2 punti percentuali rispetto a quella delle imprese più strutturate, i gap più alti si rilevano in Liguria con 11,6 punti percentuali, Molise con 10,2 punti percentuali, Sardegna con 7,6 punti percentuali, Campania con 5,8 punti percentuali ed Emilia-Romagna con 5,7 punti percentuali. Come messo in luce dallo studio di Confartigianato le piccole imprese pagano tassi più elevati e il divario non è sempre determinato dalla rischiosità. Il costo del credito resta strutturalmente superiore per le imprese di minor dimensione, spesso giustificato dalla percezione di maggiore rischiosità delle piccole realtà imprenditoriali anche se tecnicamente “sana”. Una microimpresa sana paga, infatti, un tasso del 5,7% quasi doppio rispetto al 3,24% pagato da una grande impresa, pur se rischiosa. essere impresa • • • novembre 2018 • 23


movimenti giovani imprenditori Digitale

La piccola impresa vince la sfida

I

l numero delle piccole imprese digitali italiane sta crescendo a ritmi vertiginosi, come indicato dalle rilevazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato. Negli ultimi tre anni, infatti, le imprese artigiane che producono siti, software e sistemi digitali integrati, sono cresciute del 2,8%, in netto contrasto con la media delle pmi italiane, in calo del 3,9% nello stesso periodo. Al Sud Italia, inoltre, la percentuale di nuove imprese digitali è in crescita fino a raggiungere il 10,6%, dimostrando come il Mezzogiorno stia sfruttando la rivoluzione digitale per una nuova stagione di sviluppo economico. Per Confartigianato il digitale è ormai è diventato una dimensione stabile e fondamentale dell’economia e del sistema produttivo italiano, sia in termini di adozione di tecnologie da parte delle imprese, e soprattutto delle micro e piccole imprese artigiane, sia dal punto di vista della crescita di nuove imprese artigiane che si occupano di ICT e di servizi avanzati. Quello che prima era una prerogativa solo delle grandi multinazionali, cosa che determinava anche una distanza tra le soluzioni proposte e le esigenze delle imprese, oggi è una rete capillare su tutto il territorio nazionale. Rete che lavora a stretto contatto con le imprese ed è sempre più in grado di rispondere alle esigenze di trasformazione digitale delle imprese artigiane, di quelle micro e piccole che spesso non entrano all’interno dei formati standard proposti dalle multinazionali. Dati importanti che, insieme all’aumento del commercio elettronico, dimostra come l’Italia si stia digitalizzando, passo dopo passo, imprese, cittadini e pubblica amministrazione. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato, infatti, soltanto nei primi otto mesi dell’anno, gli acquisti online sono aumentati dell’11,8%, dimostrando come gli italiani abbiano ormai rotto definitivamente il tabù del commercio digitale. In un’Italia più digitale, anche Confartigianato sta facendo la sua parte, per accompagnare imprese e imprenditori in un futuro fatto di bit e linguaggio binario. La Confederazione sta lavorando per far crescere la domanda di innovazione del sistema delle micro e piccole imprese artigiane, che per molto tempo è stata una mancanza dell’innovazione italiana. Al contempo, con i Digital Innovation Hub, Confartigianato ha creato dei luoghi in cui le imprese possono trovare servizi e contenuti per 24 • novembre 2018 • • • essere impresa

l’innovazione, luoghi che danno un apporto fondamentale alle imprese dell’ICT.

Emilia Romagna tra le regioni più vivaci

In crescita le imprese che innovano Il mix di concorrenza internazionale e digitalizzazione dei processi produttivi ha visto aumentare la presenza di piccole imprese innovatrici e della relativa spesa orientata all’innovazione, la quale presenta un ritmo di crescita superiore a quella delle imprese medio-grandi. Nei territori maggiormente presenti sui mercati esteri è più elevata la propensione a innovare del sistema produttivo. L’analisi dei recenti dati pubblicati dall’Istat evidenzia che nel triennio 2014-2016 il 45,6% delle piccole imprese ha svolto attività finalizzate a introdurre innovazioni di prodotto o processo e ha introdotto innovazioni organizzative o di marketing, segnando un aumento di 4,3 punti rispetto al 41,3% rilevato due anni prima. L’intensità dell’innovazione delle piccole imprese è più elevata nel manifatturiero con una quota del 53,3% e in aumento di 7 punti rispetto al 2014; seguono le piccole imprese dei Servizi con il 42,5%, in salita di 2,7 punti e quelle delle Costruzioni con il 29,7%, la cui quota che rimane stazionaria (+0,1 punti). La propensione a innovare nel territorio evidenzia come le quote di imprese con attività innovative più elevate si registrano in corrispondenza delle regioni maggiormente esportatrici e quindi esposte alla concorrenza internazionale. La propensione all’innovazione del sistema delle imprese è più elevato – e superiore alla media – in Lombardia con il 54,9%, Emilia-Romagna con 54,7%, Veneto con 52,5%, Friuli-Venezia Giulia con 52,0% e Piemonte con 50,6%. I maggiori aumenti della quota di imprese innovative nel biennio che intercorre rispetto alla precedente rilevazione si registrano in Emilia-Romagna. Nelle piccole imprese prevalgono attività innovative di tipo integrato e la crescita della propensione a innovare è tutta determinata da questi interventi ad ampio spettro: il Continua a pagina 25 • • •


giovani imprenditori movimenti Una due giorni formativa a Milano

Strategie digitali Giovani Imprenditori a lezione

I

l 27 e 28 ottobre si è tenuto a Milano il meeting formativo dei Giovani Imprenditori “Comunicare bene per competere meglio”. Per i Giovani del movimento il successo di un’azienda si misura anche dalla sua capacità di utilizzare al meglio gli strumenti di comunicazione digitale. A Milano, gli under40 si sono dati appuntamento per una nuova edizione del meeting formativo dedicato alla Digital Business Strategy.

• • • Segue da pagina 24

In crescita le imprese che innovano 51% delle piccole imprese con attività innovative sviluppa nuovi prodotti e/o processi e in parallelo introduce innovazioni organizzative o di marketing, quota che sale di 7,5 punti nel biennio in esame. L’innovazione, come molte attività aziendali, beneficia di fisiologiche economie di scala che determinano una propensione all’innovazione che cresce con la dimensione di impresa. Va peraltro segnalato che le piccole imprese con attività innovative presentano una spesa in innovazione per addetto pari a 8.900 euro e superiore del 14,1% rispetto alla media delle imprese, pari a 2.100 euro in più rispetto al valore medio di 7.800 euro. La spesa per innovazione per addetto di una piccola impresa supera del 15,6% quella delle grandi imprese con almeno 250 addetti. Nell'ultima rilevazione la spesa per l’innovazione delle piccole imprese ammonta a 7,8 miliardi di euro, con una prevalenza pari al 44,2% della spesa totale, ampiamente superiore al 27,3% della media per l’acquisizione di macchinari, attrezzature, software e fabbricati finalizzati all’innovazione.

Due giorni di full immersion per impadronirsi degli strumenti indispensabili a migliorare la competitività della propria azienda. Guidati dagli esperti di Search On Media Group, hanno approfondito le opportunità e i segreti per promuovere la propria attività: dall’email marketing all’ottimizzazione dell’utilizzo dei motori di ricerca, dai social media al content marketing fino alla web analytics. Strumenti molto potenti per raggiungere precisi obiettivi, ha spiegato Damiano Pietri, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato (nella foto con Ana Isabel Perez Alvarez): “L’obiettivo di questa due giorni consiste nel dare una sorta di cassetta degli attrezzi ai giovani imprenditori affinché possano crescere professionalmente sotto il profilo della comunicazione e, rientrando nelle loro aziende, possano trovare nuovi modi per comunicare i prodotti e i servizi, il proprio saper fare ai clienti. L’altro obiettivo è quello di crescere come dirigenti della propria associazione. In questo meeting abbiamo incontrato 150 capitani d’azienda che, oltre a essere tali, sono dirigenti associativi che rientreranno nella propria associazione con maggiori strumenti e conoscenze su come comunicare meglio la bellissima attività che si fa nei nostri territori. E questo è un valore aggiunto che vogliamo trasmettere ai nostri giovani imprenditori”. La comunicazione digitale non si improvvisa. Servono una formazione e una consulenza mirata sulle esigenze degli imprenditori, a misura di artigiano. E le imprese devono essere pronte a cambiare rapidamente la propria strategia. Una corretta gestione digitale dell’azienda è utile anche per adempiere a obblighi di legge come la tutela della privacy. essere impresa • • • novembre 2018 • 25


categorie e mercato autotrasporto Class action: riprendiamoci il maltolto

Costruttori di tir azione collettiva europea contro il cartello Nell’ultima Assemblea Nazionale della categoria autotrasporto, il presidente nazionale Amedeo Genedani ha consentito di fare chiarezza sulle azioni da porre in essere nei confronti del cartello dei produttori di autoveicoli commerciali, già condannato dalla Corte di Giustizia Europea. Confartigianato trasporti, fin dal momento in cui fu nota la sanzione, ha sempre tenuto un atteggiamento prudente, evitando di fare facili promesse o di creare aspettative eccessive. L’obiettivo è stato quello di effettuare tutte le verifiche per valutare possibili azioni di recupero, che fossero credibili, non illusorie e orientate all’effettiva tutela delle imprese associate, finalizzata a recuperare le somme che sono state prelevate alle imprese in occasione degli acquisiti di autoveicoli effettuati da gennaio 1997 a gennaio 2011, con una maggiorazione di costi di circa il 15% . Dopo che la condanna dei costruttori da parte dell’Europa è divenuta pubblica ed effettiva, possiamo oggi avere la speranza di recuperare sovrapprezzi pagati in maniera occulta, grazie all’accordo sottoscritto da Confartigianato, insieme alla quasi totalità delle Associazioni dei trasportatori italiani, con la Omni Bridgeway, società specializzata nelle Class Action a livello Europeo. Questa società ha già incardinato la causa sul foro di Amsterdam, avendo raccolto l’adesione

26 • novembre 2018 • • • essere impresa

di migliaia di imprese europee e presenterà a breve il primo pacchetto di rivendicazioni. Dal momento che altri paesi europei hanno aderito a questa azione, la Confederazione, favorirà la partecipazione sia delle imprese di autotrasporto sia di quelle che hanno veicoli in conto proprio di peso uguale o superiore a 6 tonnellate. Possono aderire anche le aziende che hanno acquistato veicoli usati per la prima volta, anche di importazione. Spiega Alberto Camporesi responsabile di categoria “essere associati consente di evitare i costi legali o peritale per le imprese, derivanti dalla causa. Nessun rischio sarà a carico dell’imprenditore, incluso il rischio di rimborsare le spese alle controparti in caso di sconfitta, senza dimenticare la garanzia che l’azione verà portata avanti da avvocati ed economisti di spessore sulla scena internazionale. L’azione, inoltre, è instaurata presso il Tribunale di Amsterdam, il migliore in Europa in termini di celerità e di precedenti favorevoli ai ricorrenti tramite Class Action. Tutte le imprese che hanno acquistato (o avuto in leasing) nuovi di fabbrica o di seconda mano, i propri autocarri da 6 tonnellate in su nel periodo che va dal gennaio 1997 a gennaio 2011 possono partecipare alla Class Action recuperando il maggio prezzo sostenuto.” Continua a pagina 27 • • •


autotrasporto categorie e mercato • • • Segue da pagina 26

Costruttori di tir azione collettiva europea contro il cartello Il risarcimento medio è stimabile in cifre variabili che possono arrivare fino a 10.000 euro ad automezzo della massima portata (incremento del 15% del prezzo di mercato, la cui somma potrà essere incrementata per lucro cessante e interessi). Ciò non implica avere comunque la garanzia di vedersi risarcire per queste cifre, in quanto il danno subito va comprovato caso per caso, tuttavia il team messo in campo da Confartigianato è in grado di portare avanti un’azione di questo tipo verso controparti molto solide, finanziariamente e legalmente e che comporterebbero alti costi. Conclude Camporesi “Confartigianato offrirà a tutte le imprese un’assistenza e una analisi sui veicoli che potranno essere ammessi alla class action, compresa la valutazione di tutti i documenti necessari per ottenere il massimo rimborso possibile. Provvederà inoltre al caricamento delle relative pratiche nella piattaforma dedicata allegando tutti i documenti e le descrizioni necessarie. A tal fine chiediamo di recuperare i documenti relativi agli acquisti di autoveicoli nel periodo considerato (fatture, contratti d’acquisto, libretti di circolazione, estratti cronologici P.R.A.) per velocizzare le pratiche d’inserimento nel Portale.” Confartigianato Forlì ha già attivato il servizio; per prendere appuntamento per definire le procedure utili ad aderire all’azione di richiesta di risarcimento contattare Daniela Ramenghi allo 0543/452866, e-mail ramenghi@confartigianato.fo.it

La vicenda La Commissione europea ha accertato che i costruttori MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF hanno violato la normativa antitrust dell’UE. Per 14 anni i citati costruttori di autocarri hanno stretto accordi collusivi in materia di prezzi degli autocarri e sul trasferimento ai clienti dei costi per conformarsi a norme più rigorose in materia di emissioni. La Commissione ha comminato un’ammenda record di 2 926 499 000 euro. All’impresa MAN non è stata comminata un’ammenda in quanto ha rivelato alla Commissione l’esistenza del cartello. Tutti i costruttori citati hanno riconosciuto gli addebiti e hanno convenuto di regolare la controversia. Margrethe Vestager, commissaria

responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato: “abbiamo inviato un messaggio chiarissimo, comminando ammende record a seguito di gravi infrazioni. Sulle strade europee circolano in tutto più di 30 milioni di autocarri, che effettuano circa i tre quarti del trasporto di merci su gomma in Europa e svolgono un ruolo vitale per l’economia europea. È inaccettabile che i costruttori MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF, che insieme producono i nove decimi degli autocarri medi e pesanti costruiti in Europa, facessero parte di un cartello anziché essere in concorrenza tra di loro. Per 14 anni hanno stretto accordi collusivi in materia di prezzi e di trasferimento ai clienti dei costi per adeguarsi alla normativa ambientale. In questo modo inviamo un chiaro messaggio alle imprese: i cartelli sono inaccettabili.” Il trasporto di merci su strada costituisce una parte essenziale del settore europeo dei trasporti e la sua competitività è strettamente legata al prezzo dei veicoli usati dai trasportatori. La decisione si riferisce in particolare al mercato della costruzione di autocarri medi (di peso compreso tra 6 e 16 tonnellate) e pesanti (di peso superiore a 16 tonnellate). L’inchiesta della Commissione ha rivelato che MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF avevano costituito un cartello in relazione al coordinamento dei prezzi dei “listini all’ingrosso” degli autocarri medi e pesanti nello Spazio economico europeo (SEE). I prezzi del “listino all’ingrosso” si riferiscono ai prezzi di fabbrica degli autocarri fissati da ciascun costruttore. In generale i prezzi di listino all’ingrosso costituiscono la base per la fissazione dei prezzi nell’industria degli autocarri. Il prezzo finale pagato dagli acquirenti si basa poi su ulteriori adeguamenti, apportati a livello nazionale e locale, dei prezzi di listino all’ingrosso, alla tempistica di introduzione delle tecnologie di riduzione delle emissioni per autocarri medi e pesanti al fine di renderli conformi alle sempre più rigorose norme europee sulle emissioni (da Euro III fino a Euro VI attualmente in vigore) e al trasferimento ai clienti dei costi delle tecnologie di riduzione delle emissioni necessarie per conformarsi alle sempre più rigorose norme europee sulle emissioni. Le violazioni, che hanno interessato tutto lo spazio economico europeo, sono sino al 2011, anno in cui la Commissione ha effettuato ispezioni senza preavviso presso le imprese. Tra il 1997 e il 2004 le imprese hanno tenuto riunioni a livello di alti dirigenti, talvolta al margine di fiere o eventi di altro tipo e hanno intrattenuto contatti telefonici. essere impresa • • • novembre 2018 • 27


categorie e mercato Rivedere il complesso apparato normativo

Appalti non penalizzino le micro e piccole imprese Da ormai diversi anni, Confartigianato denuncia che partecipare a una gara d’appalto pubblico sia quasi impossibile per una piccola impresa. A bloccare l’accesso la complessità di norme, che continuano ad aumentare. Come i criteri ambientali minimi, requisiti imposti da decreti del Ministero dell’ambiente e inseriti nel nuovo Codice dei contratti pubblici per attuare il Piano nazionale sugli acquisti verdi della Pubblica amministrazione. In pratica, secondo la nuova disciplina, che recepisce disposizioni europee del 2003, le pubbliche amministrazioni devono scegliere di acquistare beni e servizi tenendo conto del loro impatto ambientale e sociale nelle fasi di produzione, utilizzo e smaltimento. Marco Valenti, vicesegretario di Confartigianato Forlì spiega “le imprese che vogliono lavorare con il Sistema Pubblico devono disporre di prodotti, servizi e organizzazioni che rispettino i criteri ambientali minimi stabiliti e conformarsi alle prescrizioni previste. Ma tutto ciò, come spesso accade in Italia, si è trasformato in una sorta di barriera di oneri burocratici pressoché invalicabile per i piccoli imprenditori. Con il risultato che l’accesso alle gare pubbliche è possibile soltanto per una manciata di aziende. Una situazione insostenibile per settori come quello delle costruzioni che soffre ancora pesantemente gli effetti della crisi.” Confartigianato è l’unica Organizzazione ad aver denunciato, da tempo e in ogni sede di confronto, i problemi degli imprenditori e l’urgenza di modificare i criteri ambientali minimi. Perché se il principio di rispettare l’ambiente è indispensabile non si può trasformarlo in una strettoia di oneri burocratici che di fatto esclude le piccole imprese dal mercato degli appalti pubblici. Continua Valenti “finalmente, la battaglia della Confederazione ha ottenuto la necessaria attenzione. Le segnalazioni di Confartigianato sono state recepite dall’Autorità Antitrust che le ha ritenute fondate avviando

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un’istruttoria di approfondimento. Confartigianato ha quindi colto nel segno.” A questo primo risultato, se ne aggiunge un altro: la denuncia di Confartigianato ha convinto anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione ad aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni d’impresa per analizzare tutti gli aspetti critici nell’applicazione dei criteri minimi ambientali e, in particolare, quelli che introducono clausole inique e sproporzionate per le imprese. L’Anac riconosce la giustezza della denuncia di Confartigianato e annuncia l’impegno a individuare soluzioni semplificate per garantire la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese alle gare pubbliche assicurando, al tempo stesso, il raggiungimento degli obiettivi del Piano d’azione nazionale per la sostenibilità ambientale degli acquisti della Pubblica amministrazione.

Beni culturali da proteggere

Le imprese artigiane e la tutela del patrimonio artistico I beni culturali rappresentano un asset chiave anche per l’economia italiana, determinando l’attrattività turistica del nostro Paese. Nel 2018 l’Italia ha ottenuto la leadership mondiale per siti del Patrimonio Mondiale UNESCO: su 1.092 siti, nel mondo, con le sue 54 unità l’Italia è davanti a Cina (53 siti), Spagna (47 siti), Germania e Francia (entrambe con 44 siti). L’offerta culturale del nostro Paese annovera inoltre 4.976 musei e istituti culturali e si tratta nel dettaglio di: 4.158 Continua a pagina 29 • • •


categorie e mercato

Impiantisti: giornata formativa Confartigianato ha realizzato lo scorso 17 novembre nella sede dell’Associazione un seminario informativo sulle novità legislative e normative in materia di impianti termici, idrici, sulla prevenzione della legionella, nonché modalità di installazione e gestione. In collaborazione con TeKnologica e con la presenza dei relatori Paolo e Roberto Zecchini l’incontro è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione del comparto.

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Le imprese artigiane e la tutela del patrimonio artistico musei, gallerie e raccolte di opere d’arte, 536 monumenti o complessi monumentali e 282 aree o parchi archeologici. L’ultimo dato disponibile indica che questi gioielli culturali hanno attratto un totale di 110.567.265 visitatori. La crescita della domanda turistica può avvenire intercettando una crescente quota di turismo straniero, che è la componente maggiormente dinamica e in espansione grazie alla crescita delle economie emergenti. Complessivamente si contano 123.195.556 arrivi negli esercizi ricettivi di cui poco meno della metà (49,1%) è rappresentato da stranieri. I beni culturali richiedono manutenzione e restauro, attività che interessano un ampio tessuto imprenditoriale rappresentato da 549.559 imprese che si occupano di installazione di impianti, completamento e finitura di edifici, attività di conservazione e restauro di opere pubbliche e attività di servizi per edifici e paesaggio, di cui 3 su 4 (77,0%), pari a 422.982 unità, sono artigiane. In questa prospettiva sono vitali gli investimenti pubblici in interventi di manutenzione, protezione e restauro

dei beni culturali e ricreativi di proprietà pubblica che, oltre a contribuire alla crescita del flusso di turisti, in particolare stranieri, genera un importante ritorno in termini di occupazione e crescita economica. Su questo fronte la spesa pubblica per attività culturali dell’Italia è dello 0,3% del PIL, meno della metà dello 0,7% della Francia, uno dei maggiori competitor europei per offerta di beni culturali, oltre che per presenze turistiche. Gli ultimi dati territoriali disponibili relativi alla media del triennio 2014 e il 2016 indicano che la spesa media per beni culturali e servizi ricreativi ammonta a 7.130 milioni di euro, pari a 117 euro pro capite. In chiave territoriale si registra un generale migliore posizionamento delle regioni a statuto speciale. Tra il 2009 e il 2016 (in media triennale) la spesa per cultura e servizi ricreativi, seguendo la dinamica negativa rilevata per gli investimenti pubblici, cumula una calo del 26,8%, riducendosi al ritmo del -4,4% all’anno. In chiave territoriale l’unico spunto positivo che si registra è il +9,3% della Basilicata. In particolare tra 2009 e 2016 è diminuita del 22,1% (528 milioni di euro in meno) la spesa per l’acquisto di beni e servizi, in cui rientrano le spese per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali. essere impresa • • • novembre 2018 • 29


categorie e mercato Pressing sul governo

Energia elettrica, le piccole imprese ancora penalizzate Meno consumi, più paghi: è la strana anomalia che costringe le piccole imprese italiane a sborsare per l’energia elettrica 1,3 miliardi in più rispetto alle aziende più grandi. I maggiori costi sono stati calcolati da Confartigianato che torna alla carica per denunciare lo squilibrio nell’imposizione di tasse e oneri generali di sistema sulle bollette degli imprenditori italiani. Spiega Marco Valenti, vicesegretario dell’Associazione forlivese “la pressione fiscale italiana superiore di un punto alla media europea deriva da una maggiore tassazione energetica che, secondo gli ultimi dati disponibili, in Italia vale il 2,8% del PIL, di 0,9 punti superiore all’1,9% della media europea e quasi il doppio dell’1,5% della Germania e della Spagna.” In dieci anni la tassazione energetica è cresciuta di mezzo punto di PIL, incremento tutto derivante dal maggior prelievo sull’energia elettrica connesso agli oneri per finanziamento della produzione da rinnovabili, mentre la tassazione su prodotti petroliferi e gas è rimasta sostanzialmente stabile. “E la situazione è ancora più onerosa per le piccole imprese.” Continua Valenti “le attività più piccole, quelle in bassa tensione, consumano poco più di un terzo dell’energia, ma pagano il 46,3% degli oneri generali di sistema. Nel frattempo, le grandi imprese in alta tensione consumano il 19,2% dell’energia ma pagano soltanto il 9,3% degli oneri. Bollette alla mano, il paradosso è ancora più evidente: una piccola impresa in bassa tensione sborsa 7,1 euro di oneri ogni 100 kWh, mentre una grande azienda, in alta o altissima tensione, paga soltanto 2,6 euro. Ed ecco spiegato il maggiore costo di oltre 1 miliardo di euro a carico dei piccoli imprenditori. Un divario che lievita addirittura a 2 miliardi nel confronto con la media delle piccole imprese europee.” Il problema non è nuovo e Confartigianato lo ha indicato al Governo tra quelli più urgenti da risolvere per contribuire a ridurre la tassazione sui consumi energetici delle imprese. Oneri generali di sistema e accisa pesano per il 38% sull’importo finale delle loro bollette elettriche. Conclude il vicesegretario “per una piccola impresa italiana il carico rappresentato da queste voci pesa per il 37,8% del costo totale. Il gettito degli oneri generali di sistema sull’energia elettrica presenta una distribuzione caratterizzata 30 • novembre 2018 • • • essere impresa

da un evidente squilibrio a svantaggio delle piccole imprese: in media, una piccola impresa in bassa tensione paga 7,1 euro di oneri ogni 100 kWh consumati a fronte dei 5 della media delle imprese, dei 5 euro di una impresa in media tensione e dei 2,6 euro per una in alta e altissima tensione; questo gap, in rapporto ai consumi, determina un extra costo di 1.280 milioni di euro.”

Situazione in evoluzione

Il mercato energetico italiano alla prova degli scenari internazionali La stabilità politica in Libia e la realizzazione del TAP, il gasdotto che dal Mar Caspio dovrebbe arrivare in Puglia, hanno riportato l’attenzione italiana sul fabbisogno energetico del Paese e sul costo della bolletta per imprese e cittadini. Gli scenari economici internazionali sono diventati così lo spunto per analizzare la situazione italiana, dove da sempre, per le piccole imprese, il gas ha un costo maggiore rispetto alla media europea: il 16,3% per l’esattezza, come ha stimato l’Ufficio studi di Confartigianato, pari a 415 milioni di euro nel 2017. A questo va aggiunto il 16,1% di sovrapprezzo che le piccole imprese italiane pagano per l’energia elettrica. Negli ultimi 12 mesi, l’Italia ha importato quasi 14 miliardi di euro di gas, in aumento del 12,8% rispetto all’anno precedente, soprattutto a causa del rialzo dei prezzi di quello che rappresenta un quarto delle nostri importazioni di energia. Dall’analisi dei fornitori italiani di gas emerge lo stretto rapporto tra l’Italia e la Libia, che oggi è il quarto paese da cui importiamo energia, dopo la Russia, l’Algeria e l’Azerbaigian. Un rapporto confermato anche dal primato italiano come principale esportatore europeo del paese nordafricano, con un volume d’affari tra le due rive del Mediterraneo che sfiora i 5 miliardi di euro. Le tensioni in Libia degli ultimi anni, ovviamente, hanno limitato gli scambi commerciali tra due paesi da sempre vicini, per struttura economica e posizione geografica.


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essere impresa • • • novembre 2018 • 31


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Castrocaro Terme e Terra del Sole - Piazza Mazzini, 11 Castrocaro Tel 0543 452950 - Fax 0543 766742 Civitella di Romagna - Piazza Matteotti, 6 - Tel 0543 452980 - Fax 0543 983733 Forlimpopoli e Bertinoro - Via Montegrappa, 5 Forlimpopoli Tel 0543 452937 - Fax 0543 742750 Galeata - Via IV Novembre, 12/A - Tel 0543 981240 - Fax 0543 981240 Meldola - Viale Roma, 172 - Tel 0543 452910 - Fax 0543 490568 Modigliana - Corso Garibaldi, 67 - Tel 0543 452960 - Fax 0546 940285 Predappio - Via Roma, 100/B - Tel 0543 452921 - Fax 0543 921584 Premilcuore - Piazza Caduti, 3 - Tel 0543 452920 - Fax 0543 921584 Rocca San Casciano - Piazza Garibaldi, 53 - Tel 0543 452970 - Fax 0543 960068 Santa Sofia - Via Giovannetti, 6 - Tel 0543 452980 - Fax 0543 970170 Tredozio - Via XX Settembre - angolo Vicolo Biscanto, 1 Tel 0546 943493 - Fax 0546 943493


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