Essere Impresa dicembre 2018

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Anno 08 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale in regime libero - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Ripartire dalla persona A chiusura di un anno ancora incerto, Confartigianato ha stilato un bilancio della propria attività in ambito sociale. Nel corso di un incontro con la stampa, i vertici dell’Associazione hanno presentato l’operatività di Confartigianato Persone, la sigla che racchiude tutti i servizi pensati per imprenditori, collaboratori e familiari, anche pensionati. Con la convinzione che assieme si possa essere più forti, potendo mettere a sistema risorse e pensare strategie condivise con l’ente pubblico per dare risposte concrete su tematiche quotidiane. Perché chi fa impresa è in primo luogo una persona, genitore o figlio, spesso con familiari con specifiche necessità, che entrano in contrasto coi ritmi e le performance richieste dall’attività lavorativa. Da pagina 4

in evidenza L’EDITORIALE: Il territorio come base di partenza per una progettualità romagnola che metta a sistema le eccellenze di cui ogni comune è portatore. Superando i localismi senza perdere la propria identità. A pagina 3

IL NOTIZIARIO TECNICO: Le news dai servizi. La rottamazione TER e le novità per il bonus ristrutturazioni. Incentivo all’occupazione per le giovani eccellenze. La vittoria di Confartigianato: finalmente abolito il SISTRI. Da pagina 15 a pagina 19

ASSOCIAZIONE: La persona al centro. Confartigianato continua ad ampliare la gamma di servizi pensati per l’imprenditore come soggetto sociale, per i collaboratori e i loro familiari, componenti di una società che evolve. Da pagina 4

I MOVIMENTI: Ritorna il progetto “la mia mamma è bellissima” dello IOR. Il successo dello spettacolo “Mamma a carico”. L’approfondimento sull’empowerment di genere il prossimo 24 gennaio. Da pagina 20


associazione editoriale La persona come valore

Promuoviamo il sociale

L

a recente tragedia avvenuta in una discoteca di Corinaldo, in occasione del concerto di un rapper molto in voga tra i giovanissimi, ha portato non solo a interrogarsi sull’efficacia delle normative di sicurezza e sull’opportunità o meno che i giovanissimi frequentino concerti di artisti controversi, ma sulla necessità di ripartire dall’educazione. Perché gli adolescenti si identificano e seguono un musicista che scrive testi sessisti e offensivi, incapaci di comprendere la portata del messaggio? Perché i genitori faticano a trasmettere ai ragazzi l’importanza del rispetto della persona, dell’uguaglianza fra generi? Astraendo dal singolo caso, per il quale sono già state spese molte parole sia fra i detrattori, sia da parte di coloro che sostengono che ogni generazione abbia la propria icona anticonformista o l’artista maledetto, ciò su cui vogliamo appuntare l’attenzione è il bisogno ancora diffuso di qualcuno che supporti i genitori nel ruolo educativo. Dodici anni fa, Confartigianato Forlì avviò la “scuola per genitori”, che, per sei anni, portò nella nostra città i più noti docenti, psicologi ed esperti in materia, proprio per una riflessione comune sulla genitorialità. Un’esperienza di grande respiro e molto partecipata, che ritenemmo chiusa, rendendoci conto della contaminazione positiva innescata, grazie alla quale nacquero esperienze simili, promosse da istituti scolastici e parrocchie. Da allora Confartigianato Forlì si è dedicata ad altre esperienze, continuando ad affiancare l’attività tradizionale di tutela e servizi alle imprese, con l’impegno nei confronti della persona. L’attenzione al territorio è rimasta costante, con una presenza capillare, che garantisse una vicinanza anche fisica all’imprenditore, anche quando le difficoltà di bilancio suggerivano di ridurre il numero dei mandamenti. Sono stati portati a compimento progetti mirati per le scuole elementari e per gli istituti superiori, numerose attività sono state pensate per gli anziani e i pensionati, prestando attenzione anche alle esigenze delle donne imprenditrici, impegnate al contempo in attività di cura. Bisogni che non sono strettamente connessi all’attività economica, ma che attengono alla sfera privata di chi fa impresa. E a cui l’Associazione vuole dare risposta, nella consapevolezza che, un territorio produttivo sano, può essere mantenuto in vita unicamente da imprenditori che risiedono e sono parte attiva della comunità in cui operano. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

tel 0543 452811 • fax 0543 452852

Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno VIII • n. 06 DICEMBRE 2018

Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale in regime libero

redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento associazione Il significato del sistema

Ricominciamo a pensare in grande • a cura del presidente Luca Morigi

L

o scorso 5 dicembre, con il convegno Orizzonte Romagna, le quattro Confartigianato delle province romagnole hanno presentato altrettante proposte agli amministratori locali e al presidente della Regione Stefano Bonaccini. L’occasione è stato lo spunto per riflettere sul futuro della realtà romagnola, chiamata a superare le logiche campanilistiche, senza rinunciare alle proprie identità. Una sfida cruciale, che richiede scelte coraggiose e la capacità di tutti gli attori coinvolti di mettersi in gioco. Il tema del federalismo, che da oltre vent’anni non riesce a trovare compimento, oggi non è più procrastinabile. A fronte di una diminuzione delle risorse economiche disponibili è il territorio che deve dare risposte a cittadini e imprese. Si riparte dal capitalismo territoriale, basato sulle micro e piccole imprese, che hanno fornito e forniscono un apporto fondamentale allo sviluppo e alla competitività dell’economia delle regioni del centro nord Italia. Ed è proprio il radicamento nel territorio che ha permesso alle nostre imprese di crescere, diventando il nucleo produttivo della regione. Un’interconnesione forte, che trae la sua origine dalla figura dell’imprenditore, che non solo lavora, ma vive nella stessa comunità in cui l’azienda opera. Consapevoli che si debba ripartire da questo livello per immaginare il prossimo futuro, Confartigianato Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini si sono interrogate sui nodi da risolvere per poter liberare l’impresa. Le infrastrutture viarie e digitali, ma anche l’accrescimento di competenze per la rivoluzione digitale, dai rinnovati servizi di welfare, che tengano conto dei cambiamenti sociali e demografici, al rapporto con l’interlocutore pubblico e i cambiamenti nell’erogazione dei servizi, non solo per gli anziani, ma anche per le giovani generazioni. Temi che non possono essere correttamente affrontati a livello comunale, ma che richiedono quelle che abbiamo definito reti ampie, in cui siano presenti maggiori opportunità di generare competenze e risorse. Sono maturi i tempi per un nuovo patto di comunità tra amministrazione pubblica, le imprese e chi le rappresenta. Un cambio culturale, prima ancora che di ridefinizione delle autonomie. L’area vasta implica maggiore efficienza dei servizi, l’opportunità di mettere in campo azioni di sinergia e rete fra territori, condividendo esperienze positive e risorse. Una progettazione che consenta di armonizzare le tipicità di ogni territorio, mettendole a sistema e dando vita a un insieme che dia come risultato più della somma delle singole componenti. Un’alleanza territoriale per la creazione di servizi efficienti e risultati concertati di sviluppo. Assieme, non solo un obiettivo a cui tendere, ma una necessità che non può più aspettare. essere impresa • • • dicembre 2018 • 3


associazione Una molteplicità di progetti

L’imprenditore come persona

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onfartigianato di Forlì affianca, ormai da anni, ai servizi tradizionali rivolti all’impresa, attività miranti a dare risposte all’imprenditore in quanto soggetto sociale, inserito in un contesto familiare e parte integrante di una comunità. Individui che vivono, lavorano e fruiscono di servizi in un ambito territoriale definito.

Il segretario dell’associazione forlivese, Roberto Faggiotto spiega nel corso di una conferenza stampa (nelle foto): “è indispensabile fare una premessa: il lavoro non può essere separato dal resto della vita, un imprenditore, una imprenditrice, sono persone e come tali hanno bisogni che esulano dalle necessità strettamente professionali. Al contempo, il nuovo contesto, in cui le aziende si trovano a operare, ha messo a dura prova

gli imprenditori, che hanno scoperto di necessitare di un partner capace di affiancarli nelle avversità. Tanto che, in questi ultimi dieci anni, anche per il protrarsi della crisi, l’attività nel sociale è

stata incrementata e l’operatività del patronato, oggi è inserita in un ambito più ampio, che ha assunto la denominazione di Confartigianato per il Sociale.”

All’interno di Confartigianato per il Sociale, oltre al patronato Inapa, trovano spazio lo sportello badanti, il punto d’ascolto Anap, il servizio successioni e il Caf. Chiarisce il vicesegretario Marco Valenti “abbiamo intensificato il nostro intervento a seguito della crescente richiesta da parte degli associati e dei loro dipendenti. E anche grazie alla collaborazione con l’ente pubblico, stiamo aumentando l’offerta. Tra i più recenti progetti, grazie all’attenzione di Ausl e Comune, stiamo realizzando un progetto condiviso sul fascicolo sanitario elettronico, strumento che riteniamo indispensabile non solo per anziani e malati.” Continua a pagina 5 • • •

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associazione i servizi si riducono sempre di più, sia fondamentale avere, come punto di riferimento, uno sportello dell’Associazione, nel quale trovare non solo risposte, ma anche qualcuno in grado di ascoltare e indirizzare verso il corretto interlocutore. Con la crescente digitalizzazione degli adempimenti, può apparire superflua la presenza fisica di un operatore, disponibile all’ascolto e al confronto, eppure siamo convinti che le associazioni di categoria possano e debbano concorrere al bene della comunità, tassello importante del welfare di comunità.” • • • Segue da pagina 4

L’imprenditore come persona La crescente richiesta di servizi erogati all’ente pubblico, si scontra con una realtà di risorse e stanziamenti sempre più risicati, per questo la collaborazione pubblico privato diventa vitale. Continua Valenti “pensiamo solo all’attività svolta da Anap, che rappresenta anziani e pensionati, che da cinque anni promuove una campagna sull’Alzheimer, con il supporto di altre realtà del territorio, alla quale affianca una serie di attività culturali e ludiche mirate, per promuovere uno stile di vita dinamico e una solidarietà intragenerazionale, che vede chi è in buone condizioni di salute attivarsi a favore di coetanei meno fortunati.” Gli fa eco il presidente dell’Associazione Luca Morigi “attenzione agli oversessantacinquenni e agli ammalati che si concretizza anche con la messa a disposizione di ausili per la salute, dal pulmino con pedana attrezzata per il

trasporto di disabili, concesso in comodato d’uso di un’associazione locale, al sollevatore che presto verrà consegnato a una cooperativa sociale forlivese, sino alla elargizione di due defibrillatori a realtà del comprensorio. Vogliamo ribadire con segnali concreti la nostra presenza e la volontà di concorrere a sostenere la qualità della vita, che da sempre caratterizza la Romagna”. Proprio la diffusa presenza nei comuni forlivesi è uno degli assunti di maggiore attenzione dell’attività di Confartigianato. Per Faggiotto “dal 1946 a oggi Confartigianato è diventata un punto di riferimento per il territorio, inteso come comunità di persone, insieme di realtà che operano per il benessere collettivo. Dal quale non ci siamo mai allontanati, anche quando esigenze di bilancio suggerivano di ridurre il numero delle sedi e dei mandamenti attivi. Siamo consapevoli che in alcuni piccoli comuni dell’area forlivese, dove

Fra le persone coesistono fasce d’età differenti, con bisogni diversi, che necessitano di una pluralità di risposte. Confartigianato per il Sociale è nata con lo scopo di costruire opportunità per quelle più deboli della popolazione. Anziani, familiari che si occupano di servizi di cura e tutti i cittadini che si rivolgono all’associazione, riconoscendola come interlocutore anche in materie che non attengono al fare impresa. Ultima attività promossa, ma solo in ordine di tempo, lo spettacolo teatrale “Mamma a carico” del 18 dicembre per affrontare, con delicatezza e poesia, un tema doloroso come un genitore affetto da una patologia legata all’invecchiamento quali la demenza senile o l’Alzheimer. Un dono che Confartigianato ha voluto fare ai propri associati, per trascorrere una serata diversa, accendendo una luce su un fenomeno generazionale, che coinvolge un numero crescente di persone alle prese con genitori anziani, malati, non più autosufficienti. essere impresa • • • dicembre 2018 • 5


associazione

CONFARTIGIANATO PERSONE IN NUMERI PATRONATO INAPA 1 sede provinciale a Forlì tre sedi territoriali (Rocca San Casciano, Meldola e Predappio) Pratiche patronato Inapa Forlì e comprensorio chiuse annualmente 1.700

CAAF CONFARTIGIANATO Dichiarativi 730 elaborati 3.300

Pratiche successioni 35

Dichiarazioni Imu 1.500

Bonus vari (convenzioni con comuni) 100

Modelli Icric (invalidità e accompagnamento) 230

Pratiche canone RAI 30

Modelli Red 250

Cedolini domestiche - colf 1.320 (annuali)

Pratiche Isee 800

Gestione contratti di affitti privati 700

ANAP (Associazione Nazionale Anziani Pensionati) Anap, costituita all’interno della Confartigianato quale libera organizzazione di categoria, senza finalità di lucro si propone di rappresentare, tutelare e difendere gli anziani e i pensionati. Obiettivo è garantire a tutti i cittadini anziani pensionati, senza limitazioni di sesso, età, etnia, e condizione sociale, lo sviluppo della propria personalità. Soci Anap a Forlì nel 2018 2.760 (il 12,8% degli iscritti in regione, sommando anche il cesenate la nostra provincia rappresenta il 23,6 del totale)

PUNTO DI ASCOLTO Le reti sociali sono una componente fondamentale del sistema di welfare in Italia. Da una recente rilevazione condotta dall’ufficio studi di Confartigianato risulta che il 35% delle famiglie, in cui vive un anziano di più di 80 anni, riceve una qualche forma di aiuto informale, non istituzionalizzato. Dato che trova la sua motivazione nel benessere diffuso e nella conseguente crescita delle aspettative di vita. L’aumento di popolazione anziana e l’innalzamento delle prospettive di longevità, comportano, tuttavia, l’incremento di casi di individui che sviluppano patologie legate all’invecchiamento, spesso disabilità cognitive e fisiche. Al contempo, la nostra società si caratterizza per una costante diminuzione della natalità. Da questo quadro risulta evidente che si determini uno squilibrio fra chi ha bisogno di assistenza e chi è in grado di prendersene cura. Di fronte a una richiesta di assistenza sempre più pressante, l’ente pubblico si rivela insufficiente a coprire il fabbisogno. Per questo, assume particolare rilievo la collaborazione da parte del privato, per innescare un circolo virtuoso. Il punto di ascolto, operante in sinergia con un consulente legale, offre, con discrezione, una prima risposta alle diverse problematiche che persone anziane, o sole, possono incontrare nel quotidiano.

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associazione La manifestazione di Confartigianato

4,4 milioni di piccole imprese chiedono di essere ascoltate

L’

Italia ha una dotazione infrastrutturale inferiore del 19,5% rispetto alla media UE e nelle 8 regioni più manifatturiere (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Marche) il gap di infrastrutture sale al 20,6% rispetto alle regioni competitor della Germania. Tra il 2009 e il 2017 gli investimenti pubblici sono crollati del 37,7% provocando la perdita di 122.000 posti di lavoro nel settore delle costruzioni. Nel 2018 il valore degli investimenti pubblici in Italia è inferiore di 17,1 miliardi in confronto alla media Ue. Sono i numeri dei ritardi sul fronte delle infrastrutture italiane e del loro impatto negativo sulle piccole imprese che Confartigianato ha denunciato il 13 dicembre a Milano alla manifestazione ‘Quelli del sì’, con 2.000 piccoli imprenditori arrivati da tutta Italia (nelle foto anche la delegazione forlivese), per chiedere

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il merito e le competenze incrociando le necessità competitive delle imprese (nell’ultimo anno sono 309mila gli apprendisti assunti, 132mila in più rispetto al 2015). Sì all’Europa con l’euro moneta comune (il 69% degli imprenditori italiani è favorevole all’unione economica e monetaria europea). Sì ad una giustizia civile rapida ed efficiente (oggi servono 1.120 giorni per risolvere una disputa commerciale, quasi il doppio della media dei Paesi Osce)”. politiche che rimettano in moto lo sviluppo del Paese partendo dallo sviluppo delle imprese. Il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti ha spiegato “diamo voce a 4,4 milioni di piccole imprese con 10,8 milioni di addetti. Rappresentiamo il 65% del totale degli occupati delle imprese italiane. Siamo ‘Quelli del sì’ perché vogliamo continuare a creare sviluppo e lavoro, a portare il made in Italy nel mondo. I nostri ‘sì’ sono altrettanti incitamenti al Governo a realizzare le condizioni per la crescita del Paese. Sì, quindi, agli investimenti pubblici e privati, sì a efficaci collegamenti nazionali e internazionali, alle grandi infrastrutture strategiche e alle piccole opere per far viaggiare le persone e le merci. Sì a reti e connessioni per il trasferimento dei dati. Sì ad una pubblica amministrazione che funzioni e sia attenta alle esigenze dei cittadini (oggi per l’84% delle imprese italiane la burocrazia è un ostacolo alla crescita). Sì ad un mercato del lavoro che valorizzi

Alla manifestazione, Confartigianato ha presentato il rapporto ‘La caduta’ con gli spread di investimenti pubblici e infrastrutture e ha fatto il punto su otto opere-simbolo: Nuovo collegamento ferroviario Transalpino Torino-Lione, Galleria di base del Brennero, Pedemontana Lombarda, Pedemontana Veneta, Terzo valico dei Giovi, Sistema stradario in Sicilia e linea Alta Velocità - Alta Capacità Napoli-Bari e il Passante autostradale nord Bologna. Il costo complessivo di queste opere è di 36,8 miliardi di euro, pari al 2,1% del PIL dell’Italia. “La nostra competitività - sostiene il Presidente Merletti - si gioca anche sulle infrastrutture fisiche e immateriali”. Secondo il rapporto di Confartigianato, sono 1.006.749 le piccole imprese con 3,6 milioni di addetti dei settori manifatturiero, trasporto e costruzioni interessate allo sviluppo infrastrutturale sia come utilizzatrici delle opere pubbliche sia perchè coinvolte nella Continua a pagina 9 • • •


associazione

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4,4 milioni di piccole imprese chiedono di essere ascoltate loro costruzione e manutenzione. Negli ultimi 12 mesi i settori a maggiore concentrazione di piccole imprese manifatturiere hanno esportato beni per 125,4 miliardi di euro con un trend positivo e pari al + 3%. Il 72,2% delle nostre esportazioni proviene dalle regioni del Nord. Soltanto dalla direttrice del Brennero raggiungono l’Europa merci italiane per un valore di 2.738 euro al secondo. Il trasporto su strada movimenta flussi di import/ export pari al 21,8% del Pil, seguono il trasporto via acqua con il 14,6% del Pil, il trasporto su rotaia (7,3% del Pil) ed il trasporto aereo (4,4% del Pil). Per Confartigianato è quindi fondamentale puntare sulle infrastrutture e recuperare i ritardi accumulati in questi anni. Il rapporto della Confederazione mostra infatti che nel 2017 sono 647 le opere pubbliche incompiute con investimenti bloccati per un valore di 4 miliardi di euro. I problemi riguardano anche le piccole opere. Secondo il rapporto di Confartigianato tra il 2009 e il 2017 gli investimenti delle Amministrazioni locali (Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane) sono diminuiti di 11,5 miliardi di euro (pari a -37,7%), di cui 10,2 miliardi riguardano la minore spesa di investimento in costruzioni. Il calo è maggiore, pari al 37,8%, per i progetti di opere pubbliche che interessano le piccole imprese, quelle di importo entro i 100 mila euro, e per quelle localizzate nel Mezzogiorno (-55,7%). A bloccare

o ritardare le opere pubbliche è anche la lentezza burocratica: Confartigianato ha calcolato che la durata media per la realizzazione di un progetto è di 4,4 anni, ma la metà, pari a 2,4 anni, non è operativa: langue nei tempi morti dei procedimenti burocratici e autorizzativi. La quota dei tempi morti tocca il picco massimo del 59,6% per le opere che interessano maggiormente le piccole imprese, quelle con un valore sotto i 100 mila euro. A proposito di lentezza, la nostra rete ferroviaria ad alta velocità negli ultimi 5 anni si è allungata appena del 4,7% a fronte della crescita media del 20,6% registrata nei principali Paesi dell’Eurozona. E l’alta velocità si è fermata a Eboli visto che, nel 2018, per andare da Roma a Palermo si impiegano soltanto 9 minuti in meno rispetto al 1975, mentre per andare da Roma a Milano i tempi si sono accorciati di ben 3 ore. Le cose non vanno meglio sul fronte delle infrastrutture immateriali: la disponibilità di banda ultra larga per le piccole imprese italiane è inferiore del 15,1 punti percentuali rispetto alla media delle piccole imprese europee. E nelle quattro maggiori regioni esportatrici - Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - la copertura di banda ultra larga è del 57,5%, 6,1 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale. Per rilanciare la competitività delle piccole imprese occorre agire anche sui costi dell’energia: oggi i piccoli imprenditori pagano l’elettricità il 16,1% in più rispetto alla media Ue. Con un paradosso: a fronte del 34% di consumi, sulle loro bollette grava il 46% degli oneri generali di sistema.

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vita associativa ORIZZONTE ROMAGNA

Confartigianato per un Patto di Comunità

L

e Confartigianato Romagnole hanno presentato il report “Orizzonte Romagna, nuove traiettorie, grandi obiettivi”, nel corso di un convegno realizzato a Ravenna il 5 dicembre. Il futuro del territorio è stato messo al centro della riflessione e del dibattito col presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, col sindaco di Forlì Davide Drei, col presidente della Provincia di Forlì-Cesena Gabriele Antonio Fratto e il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale. A dare il la ai lavori il report realizzato dai ricercatori di Antares che hanno fotografato la situazione attuale. In particolare il tema della rivoluzione digitale richiama la sfida dell’innovazione.

Il sistema della rete alta tecnologia della regione Emilia Romagna vive una fase di maturità con tecnopoli, Clust-ER regionali elaboratori accreditati. Permane il dubbio che l’ultimo miglio di queste politiche verso le imprese, soprattutto micro e piccole, sia ancora da scrivere. Eppure, nonostante questa concreta difficoltà, il contributo della Romagna alla crescita del sistema regionale è significativo con il 27% garantito dalle 7mila imprese esportatrici della regione, con una specializzaione nell’export agroalimentare, nel sistema moda, nella chimica e nei metalli, i sistemi maturi dell’economia italiana. La Romagna è un territorio complessivamente diviso in due, tra una componente urbana e di pianura, che beneficia della centralità della via Emilia, e le zone collinarie montane, periferiche rispetto ad accessibilità viaria e digitale. La maggiore dotazione delle aree urbane e costiere non è inserita in un sistema integrato di mobilità e accesso: ogni città capoluogo è caratterizzata da una proprie infrastrutture che le rendono autosufficienti. Dopo la presentazione del rapporto del centro di ricerca Antares sulle dotazioni e i servizi presenti sul territorio romagnolo, il dialogo con gli amministratori ha voluto rilanciare il ruolo strategico che la Romagna ha e potrà avere all’interno della Regione. La proposta di Confartigianato nasce dalla certezza che, nei prossimi anni, il ruolo della dimensione territoriale diventerà ancora più cruciale per le imprese. Numerose sono le sfide a cui le imprese, soprattutto di piccole dimensioni, dovranno fare fronte: le infrastrutture viarie e digitali, la rigenerazione e formazione di competenze per la rivoluzione digitale, l’offerta di servizi di welfare al passo con i cambiamenti sociali e demografici, il dialogo con la pubblica amministrazione e la capacità delle istituzioni di diventare intelligenti nell’erogazione di servizi sia per le generazioni anziane sia per i millennials. Criticità che esigono risposte difficilmente generabili in perimetri territoriali limitati; potendo essere affrontate meglio attraverso reti ampie di condivisione di competenze e risorse, e che potranno contemplare un nuovo tipo di patto di comunità tra la Pubblica Amministrazione, le rappresentanze economiche e le imprese. Partendo da questa premessa Confartigianato di Forlì, Cesena, Continua a pagina 11 • • •

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vita associativa

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Confartigianato per un Patto di Comunità Ravenna e Rimini, hanno avanzato una proposta di partnership tra pubblico e privato per la crescita e lo sviluppo in Emilia-Romagna, una vera e propria agenda di lavoro per una sperimentazione sul territorio romagnolo di un nuovo patto di comunità che permetta di tenere conto del contributo del sistema Romagna alla crescita dell’intera economia regionale e di costruire le basi per un sistema di infrastrutture viarie e digitali integrato, a servizio di cittadini e imprese; a sostegno dell’ultimo miglio dell’innovazione delle piccole impre-

se; di welfare di comunità che integra pubblico e privato e di governance per la programmazione economica della città funzionale romagnola. Luca Morigi, presidente di Confartigianato Forlì sintetizza: “la nostra proposta non segue una direzione autonomista, all’opposto vogliamo collaborare per mantenere i livelli di eccellenza raggiunti dalla Regione. Il rilancio dell’aeroporto di Forlì non è un’opportunità solo per il comprensorio. Può diventare uno sfogo per il Marconi, già saturo e un tassello importante del sistema di trasporti intergrandolo con il porto di Ravenna e l’interporto di Cesena.” Dello stesso segno gli interventi degli amministratori romagnoli presenti all’incontro, la condivisione, il raccordo e la comunità d’intenti, nell’ambito delle specificità di ogni territorio, rappresentano un valore fondamentale per rafforzare l’attrattività e la competitività del sistema produttivo ed economico romagnolo. Il presidente Bonaccini si è soffermato sull’importanza di una regione in grado di veicolare insieme le vocazioni, le tipicità, le specializzazioni, le eccellenze e le unicità che sono proprie sia di Emilia sia di Romagna: dalla Motor Valley alla Food Valley, quando ci si presenta di fronte ai grandi mercati internazionali, una rafforza l’altra. Così come per la ricerca e l’innovazione, solo con la collaborazione tra le Università, i tecnopoli, le aziende e il loro capitale umano e facendo sistema la nostra Regione in questi anni ha ridotto la disoccupazione dal 9 al 5,5%. Senza dimenticare che, nel Patto per lo Sviluppo ci sono le parti sociali e le Università, e non è un caso se questa Regione è indicata dal MEF come la migliore per l’utilizzo dei fondi Europei.

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i numeri dell’economia Credito, una nuova collaborazione

UniCredit Breakfast con Confartigianato: Focus su Impresa 4.0

L

o scorso 10 dicembre, nella sede dell’Associazione in viale Oriani, è stata realizzata la prima colazione di lavoro organizzata da Confartigianato Forlì e UniCredit Leasing per approfondire i temi legati alle agevolazioni a favore delle Imprese, previste dal Piano Industria 4.0, con un focus specifico sui finanziamenti per investimenti produttivi. Aperto dal segretario di Confartigianato di Forlì, Roberto Faggiotto, che ha ribadito la centralità del dialogo tra imprese e sistema bancario, ha introdotto l’incontro Letizia Sandri, Area Manager Retail Forlì Cesena UniCredit. Subito dopo, la relazione tecnica di Giandomenico Caria, Responsabile Regione Centro Nord UniCredit Leasing e l’intervento di Pio Guenzi, Referente Agevolato UniCredit Leasing. L’UniCredit Breakfast rientra tra le iniziative volute dalla banca a sostegno delle imprese del territorio. L’incontro è stato realizzato in sinergia con Confartigianato Forlì, che ritiene fondamentale per gli imprenditori la conoscenza delle dinamiche del sistema bancario. Tra le attività realizzate di recente dall’Associazione anche la predisposizione di un dizionario coi più diffusi termini del settore, distribuito ai propri soci, proprio per consentire di ridurre il rischio di fraintendimenti. L’imprenditoria - sottolinea Confartigianato - ha necessità di credito per poter continuare a operare. Un sereno dialogo fra i due interlocutori è la base essenziale per consolidare un rapporto proficuo per entrambe le parti.

Imprenditoria e investimenti

Aspettative in calo, l’economia non decolla Il deterioramento della congiuntura internazionale e i rischi di una minore crescita influenzano la fiducia delle imprese e sembrano determinare un rallentamento delle decisioni di investimento. La riduzione delle aspettative di domanda e il calo della fiducia, associati all’aumento del costo del credito, determinano un rallentamento della crescita degli investimenti privati che dovrebbe essere auspicabilmente bilanciato da una politica fiscale anticiclica imperniata su maggiori investimenti pubblici e sul rafforzamento degli incentivi agli investimenti privati. Due recenti indicatori pubblicati dall’Istat evidenziano il ristagno della crescita e il calo della fiducia delle imprese, da cui potrebbe discendere il rallentamento della crescita degli investimenti privati, amplificando i rischi derivanti da un rialzo del costo del credito. Nel terzo trimestre del 2018 il PIL indica un calo dello 0,1%, dopo 14 trimestri consecutivi in cui il Prodotto interno lordo si è mantenuto in territorio positivo. Nell’Eurozona la crescita rallenta, ma rimane in territorio positivo (0,2%).Rispetto alla media europea l’economia italiana rimane in pesante ritardo nel recupero di due pesanti fasi recessive e dal 2008 (primo trimestre 2008, massimo pre crisi) il Continua a pagina 13 • • •

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i numeri dell’economia Infrastrutture immateriali per la competitività

Il gap di banda ultralarga

Q

uali sono i fattori di impulso alla digitalizzazione? Nell’indagine effettuata da Confartigianato emerge che le imprese pongono al primo posto le agevolazioni, i finanziamenti e gli incentivi fiscali, indicati dal 45,8% degli intervistati. Il secondo fattore di sviluppo per le imprese riguarda infrastrutture e le connessioni in banda ultralarga (indicato dal 33,4%). A giugno 2018, ultimi dati disponibili forniti dall’Autorità Garante per le Telecomunicazioni, erano serviti quasi i due terzi degli abitanti (63,6%), dato composto da una quota del 34,3% relativa alla velocità 30-100 Mbps e da una quota del 29,3% relativa alla velocità 100-1.000 Mbps. Presentano una copertura più bassa della media proprio

le regioni più esposte alla concorrenza internazionale: le quattro maggiori regioni esportatrici - Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna presentano una copertura in banda ultralarga del 57,5%, inferiore di 6,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale. Entrando nello specifico, solo la quota di abitanti serviti da banda ultralarga del 65% rilevata per l’Emilia-Romagna supera la media nazionale e posiziona la regione all’ottavo posto; al di sotto della media nazionale la Lombardia con il 58,4%, il Piemonte con il 55,7% e il Veneto, che, con il 50,9%, scivola al sedicesimo posto. La rivoluzione digitale, nel mondo dell’iperconnettività, non può più attendere.

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Aspettative in calo, l’economia non decolla PIL in Italia ha cumulato un calo del 4,9% mentre in Eurozona è salito del 7,1%. Un ulteriore segnale negativo riguarda il deterioramento del clima di fiducia delle imprese. A novembre 2018 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese diminuisce per il quinto mese consecutivo, passando da 102,5 a 101,1, con una variazione dell’1,4%. Il clima di fiducia peggiora in tutti i settori, con una maggiore accentuazione nelle costruzioni (-4,6% rispetto al precedente mese di ottobre). Dalle rilevazioni effettuate il PIL segna una variazione negativa, che riduce il ritmo di crescita dell’economia italiana. L’analisi delle variabili di contabilità nazionale cumulate negli ultimi quattro trimestri evidenzia una crescita del PIL dell’1,2% trainata dall’aumento degli Investimenti fissi lordi del 4,8%, tra cui spicca la crescita del 24,7% dei mezzi di trasporto e del 9,6% dei macchinari; segno positivo anche per abitazioni (+3,6%) e fabbricati non residenziali e altre opere (+1,3%). Meno dinamica la spesa delle famiglie (+0,8%) e trascurabile l’apporto della domanda pubblica (+0,1%); si attenua il sostegno dell’export (+2,4%) e, a fronte di un aumento delle importazioni del 3,1%, l’apporto della domanda estera netta è negativo. L’analisi per settori evidenzia che, in chiave congiunturale

il manifatturiero segna un calo del valore aggiunto dello 0,3%. Calo anche per i servizi (-0,2%) mentre prosegue la lenta ripresa del settore delle costruzioni (+0,6%). Da evidenziare che nel manifatturiero si rileva un peggioramento delle attese sulla produzione e sulla situazione dell’economia italiana: su quest’ultimo indicatore le piccole imprese mostrano un saldo negativo leggermente più contenuto rispetto alle imprese medio-grandi. Nel settore delle costruzioni si registra un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle aspettative sull’occupazione. Per quanto attiene ai servizi tutte le componenti sono in calo: in particolare si segnala il deterioramento dei giudizi sull’andamento degli affari e la contrazione sia dei giudizi sia delle attese sugli ordini. Nel commercio al dettaglio, l’aumento dell’indice è dovuto principalmente al miglioramento dei giudizi sulle vendite e a una marcata contrazione del saldo relativo alle scorte di magazzino. A inizio dicembre le aspettative sulle vendite future erano in diminuzione, auspicabile che il periodo prenatalizio, nel quale le vendite registrano il picco legato alle festività, smentisca il pessismo delle previsioni. essere impresa • • • dicembre 2018 • 13


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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Francesco Bandini ROTTAMAZIONE - TER L’art 3 del Decreto Legge n. 119/2018 prevede la Definizione agevolata dei carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 (cosiddetta “rottamazione-ter”). Chi intende aderire pagherà l’importo residuo delle somme dovute senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora. Per le multe stradali, invece, non si pagheranno gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge. Non rientrano nel beneficio della Definizione agevolata alcune tipologie di carichi, esclusi in ragione della loro natura, e in particolare quelli riferiti a:  recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’Unione Europea;  crediti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei conti;  multe, ammende e sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna;  sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali. Durante l’iter parlamentare di conversione, il decreto legge 119/2018 ha subito numerose modifiche rispetto alla versione originaria, pubblicata lo scorso 23 ottobre , ed in particolare per quanto riguarda la nuova edizione della definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione (rottamazione-ter), le novità riguardano:  le modalità di pagamento rateale  gli effetti della definizione agevolata sul rilascio del documento unico di regolarità contributiva (Durc)  le conseguenze del tardivo versamento.

Pagamento rateale Rimane ferma la possibilità di pagare il dovuto in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2019. In alternativa, è possibile dilazionare il pagamento: il numero massimo delle rate viene elevato da 10 a 18, la prima e la seconda delle quali (ciascuna di importo pari al 10% delle somme complessivamente dovute) devono essere versate, rispettivamente, entro il 31 luglio e il 30 novembre 2019. Le restanti rate, invece, devono essere di pari ammontare e scadono il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a partire dal 2020.

Rilascio del Durc Si consente il rilascio del documento unico di regolarità contributiva a seguito della presentazione della domanda di definizione agevolata, purché sussistano tutti gli altri requisiti di regolarità previsti dalla disciplina vigente per il rilascio del documento.

Conseguenze del tardivo versamento In caso di tardivo versamento delle rate non superiore a cinque giorni, non scatta l’inefficacia della definizione e non sono dovuti interessi.

Soggetti che rientrano nella Definizione agevolata 2018 Possono aderire alla nuova Definizione agevolata 2018 tutti coloro che hanno carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 compresi quelli che avevano già aderito:  alla “prima rottamazione” (Definizione agevolata prevista dal D.L. n. 193/2016) e sono decaduti per non aver versato tempestivamente ed integralmente le rate del piano di definizione;  alla “rottamazione-bis” (Definizione agevolata prevista dal D.L. n. 148/2017) nel solo caso in cui risultino integralmente saldate, entro il 7 dicembre 2018, tutte le rate in scadenza nei mesi di luglio, Continua a pagina 16 • • •

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settembre e ottobre 2018. Coloro, infatti, che non pagheranno le rate scadute entro il 7 dicembre non potranno più aderire alla Definizione agevolata 2018.

Come aderire Per aderire è necessario presentare, entro il 30 aprile 2019, l’apposita domanda di adesione (DA-2018 o DA-2018-D) compilata in ogni sua parte, unitamente alla copia del documento di identità. La richiesta potrà essere consegnata presso gli sportelli di Agenzia delle Entrate-Riscossione presenti su tutto il territorio nazionale (esclusa la regione Sicilia) ovvero trasmessa alla casella pec della Direzione Regionale di Agenzia delle Entrate-Riscossione competente e l’elenco delle caselle pec è disponibile sul portale e riportato a pagina 4 dei modelli di adesione. Nella domanda di adesione, in continuità con i precedenti provvedimenti legislativi in materia, il contribuente dovrà impegnarsi a rinunciare ai giudizi pendenti relativi ai carichi indicati nella medesima dichiarazione. La presentazione della dichiarazione di adesione determinerà la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza, la sospensione degli obblighi di pagamento di dilazioni già concesse e il divieto di avviare nuove procedure cautelari (fatti salvi i fermi e le ipoteche già iscritte) ed esecutive.

Cosa accade dopo aver presentato la domanda La legge prevede che Agenzia delle entrate-Riscossione invii al contribuente entro il 30 giugno 2019 una “Comunicazione”:  di accoglimento della domanda contenente l’ammontare complessivo delle somme dovute ai fini della Definizione agevolata 2018, la scadenza delle eventuali rate e i relativi bollettini di pagamento;  di eventuale diniego. Non saranno avviate nuove procedure cautelari o esecutive, mentre resteranno i fermi amministrativi e le ipoteche già iscritti alla data di presentazione della domanda.

Si precisa che, per coloro che richiederanno di aderire alla Definizione agevolata 2018, il D.L. n. 119/2018 prevede che, indipendentemente dal fatto che verrà o meno pagata la prima/unica rata della Definizione o una delle successive rate, non sarà più possibile richiedere, per lo stesso debito, una nuova rateizzazione e, nel caso il debito fosse già rateizzato, la precedente rateizzazione sarà revocata.

RISTRUTTURAZIONE E COMUNICAZIONI ALL’ENEA PER LE DETRAZIONI FISCALI Mercoledì 28 novembre 2018 è stato presentato il portale per la trasmissione all’Enea delle informazioni necessarie a ottenere le detrazioni fiscali del 50% (“bonus ristrutturazioni”) relative agli interventi edilizi e tecnologici che comportano risparmio energetico e/o l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, realizzati a partire dall’anno 2018. La trasmissione dei dati dovrà avvenire entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo. Per gli interventi la cui data di fine lavori (come da collaudo delle opere, dal certificato di fine dei lavori o da dichiarazione di conformità) è compresa tra il 1° gennaio e il 21 novembre 2018 (data di apertura del sito), il termine dei 90 giorni decorre dallo stesso 21 novembre, con scadenza, quindi, al 19 febbraio 2019. Il nuovo adempimento è stato previsto dalla legge di bilancio 2018 “al fine di effettuare il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi…” in analogia a quanto già previsto in tema di detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici (“ecobonus”). La comunicazione non riguarda tutti gli interventi di recupero elencati all’articolo 16-bis del Tuir ma esclusivamente quelli che sono anche volti al risparmio energetico. In particolare si tratta degli interventi finalizzati alla: riduzione delle dispersioni termiche di pareti verticali, coperture e pavimenti; sostituzione di scaldacqua tradizionali con caldaie a condensazione; generatori di calore ad aria a condensazione; pompe di calore per climatizzazione degli ambienti; sistemi ibridi; microcogeneratori; sostituzione di scaldacqua Continua a pagina 17 • • •

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notiziario tecnico • • • Segue da pagina 16

tradizionali con scaldacqua a pompa di calore; installazione di generatori di calore a biomassa; installazione di sistemi di contabilizzazione del calore negli impianti centralizzati; sistemi di termoregolazione e building automazione; impianti fotovoltaici; installazione di elettrodomestici (forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici) di classe energetica A+ (per i forni, è sufficiente la A) collegati a un intervento di recupero del patrimonio edilizio iniziato a decorrere dal 1° gennaio 2017 (“bonus mobili”). Per semplificare la trasmissione delle informazioni, l’Enea fornisce anche una “Guida rapida alla trasmissione” con tutte le informazioni necessarie per l’invio dei dati, mentre, sull’ammissibilità degli interventi, si rinvia alla guida dell’Agenzia delle Entrate, “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali - edizione 2018”.

DICHIARAZIONE DEI REDDITI TARDIVA Secondo il disposto dell’articolo 2, comma 7 del D.P.R. 322/1998, si considerano valide “le dichiarazioni presentate entro 90 giorni dalla scadenza del termine, salvo restando l’applicazione delle sanzioni per il ritardo”. Il termine ordinario per la presentazione delle dichiarazioni relative all’anno d’imposta 2017 è stato il 31 ottobre 2018 e coloro che non hanno rispettato tale termine hanno la possibilità di rimediare con il ravvedimento operoso, presentando la dichiarazione entro il 29 gennaio 2019 in via telematica, direttamente o tramite intermediari abilitati o attraverso i canali Fisconline o Entratel dell’Agenzia delle entrate. Le dichiarazioni presentate con ritardo superiore a 90 giorni si considerano omesse, ma costituiscono titolo per la riscossione delle imposte dovute in base agli imponibili in esse indicati e delle ritenute indicate dai sostituti di imposta. Pertanto, seguendo una linea temporale, la dichiarazione presentata o trasmessa:  si considera valida e tempestiva, sino al termine ultimo di presentazione;  si considera valida ma “tardiva” (con conseguente

applicazione di sanzioni) se presentata con ritardo non superiore a 90 giorni rispetto alla originaria scadenza;  si considera “omessa” (pur costituendo titolo per la riscossione delle imposte e ritenute indicate), se presentata con ritardo superiore a 90 giorni dalla scadenza. La differenza tra dichiarazione tardiva e omessa rileva in sede di regolarizzazione da parte del contribuente, in quanto solo la prima può beneficiare delle riduzioni sanzionatorie previste dal ravvedimento operoso di cui all’articolo 13 del D.Lgs. 472/1997. Contestualmente alla presentazione del modello Redditi “tardivo“, il contribuente dovrà versare una sanzione pari a €. 250,00. Tale sanzione può essere ridotta utilizzando l’istituto del ravvedimento operoso. In particolare, con il ravvedimento la sanzione ridotta ad 1/10 del minimo ad è, quindi, pari a €. 25,00 e tale sanzione può essere versata utilizzando il modello F24, indicando l’anno di imposta nel quale è stata commessa la violazione ed il codice tributo “8911”. Se dalla dichiarazione tardiva risultano imposte dovute la sanzione amministrativa applicabile è pari al 30% per ogni importo non versato.

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani

Legge di Bilancio 2019 Anticipazioni sul previsto incentivo all’occupazione di “giovani eccellenze” È in fase finale di approvazione la Legge di Bilancio che, per l’anno 2019, prevede alcune misure di interesse per i datori di lavoro. Si fornisce un’anticiContinua a pagina 18 • • •

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pazione sul previsto incentivo all’occupazione delle cc.dd. “giovani eccellenze”, ricordando che si tratta di normativa non ancora in vigore e suscettibile pertanto di modifiche/integrazioni/variazioni, in quanto deve ancora essere approvata in via definitiva dal legislatore. Il disegno di legge prevede un nuovo incentivo, per un periodo massimo di 12 mesi, destinato ai datori di lavoro che, nel periodo dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019, assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche parziale, “cittadini” che:  siano in possesso di una laurea Magistrale conseguita nel periodo tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019 con la votazione di 110 e lode prima del compimento del trentesimo anno di età ed entro la durata del corso legale di studi, presso Università statali e non statali legalmente riconosciute;  siano in possesso di un dottorato di ricerca, conseguito nel periodo tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019 presso Università statali e non statali purché legalmente riconosciute ed entro il compimento del trentesimo anno di età. L’incentivo, consisterà nell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali (esclusi i premi e contributi INAIL) a carico del datore di lavoro, per un periodo massimo di 12 mesi ed entro il limite di 8.000,00 euro annui, da riparametrare e applicare su base mensile. L’agevolazione, previo possesso dei requisiti sopra elencati, è riconosciuta anche per le trasformazioni di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato e per le assunzioni a tempo parziale. L’esonero è cumulabile con altri incentivi di natura economica e contributiva (ma per i dettagli si dovranno attendere le istruzioni dell’INPS in merito) ed è sottoposto al regime degli aiuti de minimis. Il testo del disegno di legge (con le eventuali modifiche) entrerà in vigore dopo l’approvazione definitiva e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dal 1° gennaio 2019.

Affari generali • a cura di Monica Gori Appalti: un’occasione mancata “Il nuovo Codice dei contratti pubblici non è riuscito a centrare l’obiettivo che doveva caratterizzarlo, cioè attuare i principi dello Small Business Act e favorire l’accesso delle micro e piccole imprese agli appalti e alle forniture pubbliche”. Lo ha detto il Vice Presidente di Confartigianato Marco Granelli, intervenendo all’audizione svoltasi alla Commissione lavori pubblici,

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sull’indagine conoscitiva sull’applicazione del Codice dei contratti pubblici. Secondo Granelli “il Codice è un’occasione mancata, un vero e proprio boomerang che sta addirittura frenando l’avvio di nuovi cantieri in un momento congiunturale in cui, invece, l’azione pubblica potrebbe rappresentare una leva importantissima per agganciare la ripresa”. Tra i problemi denunciati da Confartigianato vi è anche il sovraffollamento delle gare che di fatto impediscono la partecipazione alle piccole imprese. Su tutto, poi, un aspetto paradossale: la frettolosa abrogazione della normativa precedente, in assenza delle norme di attuazione del Codice, ha di fatto provocato la paralisi del mercato degli appalti pubblici. “La gravità del problema - ha sottolineato il Vice Presidente Granelli - impone una serie di modifiche al Codice, a cominciare dalla sospensione della cosiddetta soft law con il ripristino urgente del Regolamento del 2010”. “I procedimenti - ha spiegato il Vice Presidente di Confartigianato - vanno resi meno lenti e farraginosi, occorre ridurre i costi burocratici ed economici per le imprese, razionalizzare le procedure di spesa, vanno attuate territorialità, filiera corta e appalti a chilometro zero, occorre migliorare efficienza e professionalità delle stazioni appaltanti”.

Ambiente e Sicurezza • a cura di Alberto Camporesi Ufficiale l’abolizione del Sistri Il Consiglio dei Ministri ha approvato il “Decreto semplificazione” che contiene all’articolo 23, la definitiva soppressione a partire dal 1 gennaio 2019 del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti Sistri. La notizia dell’abolizione è quindi ufficiale, lo riporta anche un comunicato stampa emanato direttamente dal Ministero dell’Ambiente, il quale conferma che il Sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi sarà abolito. Da gennaio non saranno pertanto dovuti i contributi previsti dalla legge. Oltre alla soddisfazione di “mandare in pensione” un sistema che non ha mai funzionato e che per anni ha gravato sulle imprese, Confartigianato è già impegnata, insieme alle altre principali associazioni di categoria, nella definizione di un nuovo sistema di digitalizzazione di tutti gli adempimenti cartacei sui rifiuti che sostituisca e superi il Sistri in maniera chiara, semplice ed economica, per garantire la tracciabilità dei rifiuti e combattere in maniera più efficace le eco-mafia. A tale scopo è già operativo il tavolo dell’Albo gestori ambientali presso il Ministero dell’Ambiente per presentare le proposte per l’implementazione del nuovo sistema. Fino alla definizione e alla piena operatività di questo nuovo sistema, i soggetti obbligati continueranno a effettuare gli adempimenti cartacei, compilando registri di carico e scarico e formulari di identificazione.


SPORTELLO PRIVACY Cosa deve fare l’impresa? Mappare i trattamenti ovvero verificare la sua situazione attuale rispetto al trattamento dei dati personali. Ciò consentirà di avere una fotografia dell’impresa rispetto a: le tipologie di trattamenti (ad es. raccolta, archiviazione, etc.); le tipologie dei dati trattati (che potranno essere dati personali comuni o sensibili); le finalità dei trattamenti (ad esempio la gestione delle relazioni commerciali); i soggetti che trattano i dati; il flusso dei dati (in entrata e in uscita); la durata dei trattamenti; la base giuridica del trattamento (contratto, consenso, obbligo di legge).

Con quali strumenti? Check-list dei trattamenti Individuare le azioni per essere in regola con la nuova normativa: la minimizzazione dei dati (l’impresa dovrà limitarsi a trattare solo i dati strettamente necessari alla finalità perseguita); l’identificazione per ogni trattamento della base giuridica (ad es. un contratto o un obbligo legale); la revisione della modulistica (informativa, consenso, etc.); il controllo delle misure tecnico-organizzative (sono adeguate alla protezione effettiva ed efficace dei dati in base anche al rischio connesso ai tipi di dati (soprattutto sensibili) e al trattamento effettuato?); la verifica dell’esistenza di trattamenti automatizzati (ad es. profilazione) che richiedono particolare attenzione e misure di protezione più elevate; l’eventuale trasferimento di dati al di fuori dell’UE; la designazione del responsabile del trattamento; la redazione del registro dei trattamenti. Con quali strumenti? Misure tecniche ed organizzative (es. adeguata formazione del personale che tratta i dati, misure di sicurezza in termini di accessibilità ai dati, di sicurezza cartacea e informatica); modulo informativa; modulo consenso.

Documentare la conformità alla nuova disciplina Registro dei trattamenti nel quale sono contenute una serie di informazioni relative ai vari trattamenti effettuati (ad es. chi è il titolare o il responsabile, la finalità e la durata, la base giuridica). Modulistica aggiornata; consenso al trattamento; contratto o un atto di designazione del responsabile del trattamento; procedure specifiche in caso di data breach (perdita, distruzione o diffusione indebita dei dati posseduti dall’impresa); procedure in caso di esercizio dei diritti dell’interessato previsti dal regolamento (ad esempio il diritto di accesso, o di rettifica o cancellazione dei dati). Contatta lo sportello Privacy allo 0543 452866

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movimenti anap Cronache forlivesi

La storia dell’acconciatura

A

fro Bagnoli non è solo un parrucchiere con una grande esperienza nell’attività. È anche autore di pubblicazioni che ripercorrono la storia dell’acconciatura, intrecciandola allo sviluppo della sua Forlì. Grande appassionato del proprio mestiere, l’imprenditore ha recentemente dato alle stampe “Cronache forlivesi”, un

fine lavoro di ricerca, in cui ripercorre la storia della moda del taglio di capelli e della barberia. Un volume di oltre 500 pagine, che dal rinascimento conduce ai giorni nostri, ricostruendo gli snodi fondamentali del costume in Romagna. Un approfondimento frutto della grande professionalità dell’acconciatore, tra l’altro vincitore del campionato mondiale di acconciatura, con Anam. Una parte del testo è proprio dedicata alla vicenda personale di Bagnoli, per diversi anni legata anche a quella di Confartigianato, di cui è stato presidente alla fine degli anni

ottanta. L’esperienza di Bagnoli è vasta e le pagine del testo, riccamente illustrato da foto d’epoca e dai disegni di Micol Sabiu, fanno emergere chiaramente questo dato. Tra le note, un fatto curioso, negli anni ottanta e novanta del secolo scorso, Forlì venne definita “capitale italiana dei Rockabilly”, punto di ritrovo degli appassionati della moda alla Elvis Presley, attirati da iniziate ad hoc, promosse proprio nella città. Un testo non solo per addetti ai lavori, ma per tutti coloro che vogliono conoscere meglio la storia della moda locale.

Uno spettacolo pieno di poesia

Mamma a Carico Gianna Coletti autrice e attrice incanta, sul palco del teatro San Luigi. Il suo monologo è pieno di ironia e di dolcezza e non lascia indifferenti gli spettatori presenti all’evento, realizzato il 18 dicembre, offerto da Confartigianato Forlì, con il patrocinio del Comune di Forlì e il Resto del Carlino e la collaborazione di Assiprov. Tratto dall’omonimo libro “Mamma a carico”, scritto dalla stessa attrice e frutto della sua esperienza personale, regala momenti che portano gli spettatori a identificarsi, commuoversi e ridere delle situazioni presentate. Merito dell’autrice, che intreccia tenerezza e ironia in una realtà che rappresenta l’affetto, ma con uguale franchezza anche la fatica e le paure di chi vive il ruolo di caregiver. La madre, Anna, idealmente sul palco con la figlia Gianna anche grazie a spezzoni di video che la ritraggono, è una novantenne che indossava un taglio di capelli sbarazzino e portava sul naso grandi occhiali 3D, benché fosse cieca da anni, perché abituata ad avere qualcosa sul naso. Dotata di una forte personalità, ribelle, generosa, egoista, come la definisce l’autrice, accompagna la bravissima attrice nel suo monologo. Una storia come quella 20 • dicembre 2018 • • • essere impresa

di tanti, che si trovano ad affrontare la malattia di un genitore anziano, raccontata con leggerezza e delicatezza. Una rappresentazione che commuove fino alle lacrime, impossibili da trattenere durante il saluto alla madre e un insegnamento prezioso, non si deve avere paura della propria debolezza di fronte all’angoscia per la malattia di un genitore, i sensi di colpa schiaccianti fanno parte della propria umanità. E, alla fine della narrazione, arriva anche un grande insegnamento: «mia madre ha lottato fino all’ultimo giorno per essere immortale. Ahimè, non le è riuscito», spiega col sorriso Gianna Coletti. Un appuntamento partecipato, che ha consentito di trascorrere una serata diversa, per riflettere insieme, ricordando un tema importante come quello delle malattie degenerative legate all’invecchiamento e alla figura del familiare che se ne prende cura.


anap movimenti Solidarietà

Progetto Margherita

L’ I momenti di aggregazione

Le feste 2019 Nuovi appuntamenti con le vacanze per i soci Anap: dal 9 al 16 giugno 2019 a San Vincenzo (LI) per ben 7 notti e 8 giorni si avrà l’attesa festa “Nonni e Nipoti”. L’evento nazionale si svolge presso il Life Resort Garden Toscana. Dal 15 al 25 settembre 2019 l’Anap festeggerà i propri soci con la Festa del Socio 2019 presso il Sibari Green Village a Cassano allo Jonio (CS). La Festa è occasione di incontro e confronto tra i soci e anche un momento per rafforzare le capacità organizzative del sistema ANAP nella sua totalità. La manifestazione intitolata “SENIOR 2019” nasce in collaborazione, con ANCoS e con artQuick società partecipata da Confartigianato e oltre al soggiorno marino offrirà tantissimi momenti di confronto e di svago. Per informazioni contattare Giuseppe Mercatali allo 0543-452960.

Istituto Oncologico Romagnolo ripropone, in collaborazione con la piattaforma Idea Ginger, l’iniziativa di crowdfunding “La mia mamma è bellissima”: una campagna di raccolta fondi a sostegno del Progetto Margherita e della fornitura di parrucche gratuite per quelle pazienti che affrontano l’effetto collaterale più riconoscibile e più temuto delle terapie, la caduta dei capelli. La caduta dei capelli rappresenta un momento particolarmente difficile da accettare, che possiede ripercussioni pesanti sul benessere psico-emotivo di una paziente. Il lancio della campagna di crowdfunding avvenuto lo scorso anno aveva come obiettivo raggiungere 10.000 euro, il successo è stato tale che la somma ricevuta ha superato di gran lunga le attese: grazie alla generosità di ben 692 donatori, al termine della campagna sono stati quasi 27.000 gli euro ricevuti, cifra che ha permesso di mettere a disposizione 330 parrucche gratuite a 330 pazienti in più. Per partecipare alla raccolta fondi a favore del Progetto Margherita e delle pazienti della Romagna collegarsi al link www.ideaginger.it/progetti/lamia-mamma-e-bellissima-2018.html ed effettuare la donazione ritenuta più opportuna. Ogni donazione effettuata prevede delle cosiddette “ricompense”: piccoli gesti con cui l’Istituto Oncologico Romagnolo vuole ringraziare tutti coloro che sosteranno questa campagna

PIANI E OFFERTE ASSICURATIVE IN CONVENZIONE PER GLI ASSOCIATI ANAP GRUPPO TERRITORIALE DI FORLÌ L’Agenzia di Generali Italia di Forlì con la stipula di questa Convenzione è in grado di offrire una serie di piani e offerte assicurative a condizioni agevolate riservate agli associati ANAP, riguardanti la persona e l’ambito familiare. Vi presentiamo le garanzie offerte: - protezione della famiglia e dell’abitazione del socio - rischi della circolazione - rischi professionali - tutela della salute. La nostra Agenzia è il punto di riferimento per offrire soluzioni dedicate a: - previdenza integrativa e complementare - prodotti assicurativi a contenuto finanziario - prodotti per il risparmio. Vieni a trovarci. Scoprirai che investire in serenità è molto più semplice di quello che immagini.

Agenzia Generale di Forlì Via A. Manzoni, 2 Tel. 0543 27 700 www.agenzie.generali.it/forli • email agenzia.forli.it@generali.com essere impresa • • • dicembre 2018 • 21


associazione

SPORTELLO COLF E BADANTI Un supporto alle famiglie Lo sportello colf e badanti di Confartigianato Forlì nasce per offrire una consulenza qualificata sulla gestione del rapporto di lavoro di colf, badanti, assistenti familiari e baby sitter. I servizi offerti attengono a ogni fase del rapporto di lavoro, offrendo garanzie sia al datore di lavoro, sia al lavoratore domestico, nel rispetto del Contratto Collettivo di Lavoro di riferimento.

Tra i servizi offerti ➜ definizione del contratto nel rispetto del CCNL del lavoro domestico ➜ elaborazione dei prospetti paga mensili, calcolo della tredicesima ed elaborazione del modello CUD ➜ calcolo dei contributi previdenziali e compilazione della modulistica per il versamento all’INPS ➜ conteggio di ferie, malattia, maternità, infortunio ➜ calcolo di TFR e liquidazione ➜ compilazione dei documenti necessari per accedere alle agevolazioni fiscali previste per il datore di lavoro Per richiedere un preventivo gratuito e una consulenza personalizzata è possibile rivolgersi al Caaf di Confartigianato Forlì, in viale Oriani 1 a Forlì, allo 0543 452811. Trasparenza, professionalità, attenzione alle esigenze del datore di lavoro e a quelle del lavoratore sono i punti di forza del servizio. 22 • dicembre 2018 • • • essere impresa


donne impresa movimenti Un pomeriggio di approfondimento

Empowerment di genere, una riflessione

G

iovedì 24 gennaio alle ore 18, nella sede di Confartigianato Forlì si terrà un approfondimento sul tema dell’empowerment di genere. Tenuto dalla presidente di Donne Impresa Forlì, Patrizia Carpi (nella foto), l’appuntamento sarà l’occasione per riflettere su questa nozione ancora poco conosciuta. Empowerment implica, infatti, il senso di “presa di potere”, pone cioè l’accento sul rafforzamento della fiducia in se stessi, l’autostima, a livello sia individuale sia collettivo, per superare la tendenza a fare delle donne le vittime della discriminazione. Con il termine di empowerment si vuole dar rilievo al protagonismo, l’esercizio di una cittadinanza piena e attiva con implicazioni di emancipazione, trasformazione della società e realizzazione dei diritti umani. Come recita la Dichiarazione di Pechino del 1995, si tratta della «partecipazione ai processi decisionali e l’accesso al potere». La filosofa Martha Nussbaum ha elencato i diritti umani espressi sotto forma di capacità fondamentali che permettono a un essere umano di rendere la sua vita degna di essere vissuta, quindi non solo buona salute e vita lunga, ma anche la possibilità di esercitare un controllo sul proprio ambiente politico e sociale. Concentrarsi anzitutto sulla gamma di possibili stili di vita tra cui ogni persona dovrebbe poter scegliere e non solo e non tanto sul risultato finale delle buone condizioni di vita. Ciò significa anche cambiare l’impostazione delle politiche pubbliche, nazionali e internazionali, che andrebbero focalizzate sul rafforzamento del protagonismo attivo delle donne, cosiddetto approccio bottom-up e non sulla “concessione” paternalistica di risultati alle donne, il noto approccio top-down. Le donne dovrebbero avere l’effettiva libertà di condurre uno stile di vita corrispondente a quel che vogliono essere o fare, posto che siano nelle condizioni di scegliere con pienezza di capacità di essere la persona che desiderano essere, di fare quel che vogliono realmente. Le discriminazioni sul mercato del lavoro e nella politica si legano alle responsabilità attribuite dalle società alle donne in casa, per attività di cura e

lavoro non retribuito: nell’Unione Europea le donne passano in media 26 ore a settimana in attività di cura e in faccende domestiche, rispetto alle 9 ore degli uomini; il divario è particolarmente elevato in Italia, dove le donne dedicano 22 ore alla settimana in più rispetto agli uomini al lavoro di cura non retribuito. Il progetto di Donne Impresa Forlì mira a offrire le conoscenze base sul tema, in vista di Matera 2019 e gli stati generali delle donne. Sta nascendo un nuovo modello di sviluppo per uscire dalla crisi con la forza delle donne. I dati testimoniano che, nei periodi difficili, le donne creano lavoro e combattono in modo positivo con idee che possono rivoluzionare la gestione del territorio. Si deve ripartire non da semplici ricette, ma da interventi legislativi ed economici che abbiano alla base valori etici che possano ricostruire un’economia sociale e finanziaria sostenibile nel rispetto delle esigenze e delle politiche di genere.

All’Oratorio di San Sebastiano

Appuntamento con l’arte Fino a martedì 8 gennaio l’Oratorio di San Sebastiano, a Forlì, ospita la suggestiva mostra di Marisa Zattini “ALBERI eretici /ermetici”. Come spiega l’artista, questo progetto nasce dal desiderio di percorrere artisticamente le energie e i segreti della Natura. Tale ricerca, avviata da ormai una decina di anni, ha portato, nel 2017, alla realizzazione di “Agricoltura Celeste”, un evento itinerante in quattro sedi pubbliche italiane, con una sezione in Germania (Castello di Fachsenfeld - Sassonia). Alberi - eretici/ermetici prosegue idealmente questo percorso artistico, ma con modalità completamente nuove. Marisa Zattini è architetto e artista, da sempre vicina ai temi dell’imprenditoria femminile e componente del consiglio di Donne Impresa a Cesena. essere impresa • • • dicembre 2018 • 23


categorie e mercato Artigianato alimentare e qualità

Le eccellenze italiane sempre ai vertici Le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di spesa dei consumatori tanto che a dicembre il valore delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari e bevande supera del 19,8% la media mensile annua. Si stima per dicembre una spesa delle famiglie in prodotti alimentari e bevande di 14.923 milioni di euro (+2.471 mln rispetto al consumo medio mensile): a livello territoriale si stima una spesa di 2.679 mln di euro in Lombardia seguita da Lazio (1.492 mln), Campania (1.325 mln), Piemonte (1.215 mln) ed Emilia-Romagna (1.154 mln). Il 95,4% (14.232 mln) della spesa riguarda prodotti alimentari e bevande analcoliche e il restante 4,6% (691 mln) le bevande alcoliche: i prodotti più acquistati sono formaggi e latticini (6,1% della spesa, pari a 913 mln di euro), salumi (4,9%, pari a 732 mln), pane (4,8%, pari a 709 mln) e altri prodotti di panetteria e pasticceria, che comprendono i dolci da ricorrenza, (4,2%, pari a 630 mln), prodotti in cui l’artigianalità rappresenta un importate fattore di qualità. La rilevazione indica inoltre che il 42,6% della spesa alimentare, pari a 6.353 milioni di euro, sia intercettabile dalle imprese artigiane che producono prodotti da forno, salumi, latticini, formaggi, olio di oliva, dolci, gelati, condimenti e alcolici; l’89,3% (5.672 mln di euro) in prodotti alimentari e analcolici mentre il restante 10,7% (681 mln) in alcolici: a livello territoriale si superano i 500 milioni di euro in Lombardia (1.201 mln), Lazio (623 mln), Piemonte (545 mln), Campania (525 mln) ed Emilia-Romagna (517 mln). Nel confronto tra le maggiori economie dell’Unione Europea, l’Italia è

I dolci da ricorrenza: gli ultimi dati L’ultima rilevazione indica che vendite all’estero per 637 milioni di euro con una crescita del 12,7%; i primi dieci Paesi importatori acquistano i tre quarti (73,4%) di dolci e prodotti da forno italiani e registrano un aumento del 9% a fronte del +24,2% degli altri Paesi. Il minore dinamismo dei dieci principali mercati è da imputarsi principalmente al Regno Unito, unico dei principali mercati a diminuire (-2,3%), ed alla Francia, prima piazza di vendita del food made in Italy, che cresce meno della media e precisamente del 5%.

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il Paese più dinamico e supera Spagna (+3,9%) e Francia (+0,2%) mentre Germania e Regno Unito sono in calo (-1,3% e -12,1%). Nel settore dell’alimentare e bevande l’artigianato conta 157.262 addetti (35,6% del settore, +10,1 punti percentuali rispetto al Manifatturiero) e le piccole imprese con meno di 50 addetti contano 274.212 addetti. Il peso dell’artigianato sull’occupazione è più elevato in Liguria (68,5%), Sicilia (57,3%), Basilicata (57,2%), Marche (55,5%) e Sardegna (54,8%). Negli ultimi 12 mesi del report, l’export di prodotti alimentari e bevande vale 33.881 milioni di euro con una incidenza dell’1,94% del PIL, valori che rappresentano entrambi massimi storici. Gli ultimi dati disponibili relativi ai primi 8 mesi del 2018 indicano che le esportazioni di prodotti alimentari e bevande rappresenta il 7,3% di quelle italiane e cresce del 3,1% su base annua (-0,8 punti percentuali rispetto al +3,9% del totale delle esportazioni). Nel dettaglio i tre quarti dell’export (75,1%) sono di prodotti alimentari (+2,1% su base annua) e il rimanente 24,9% è di bevande che crescono del 6,3% e fanno meglio del +2,1% dei primi. Il 63,5% dell’export del settore è destinato ai mercati dell’Unione Europea che crescono del 3,6% e fanno meglio del +2,2% dei mercati fuori dall’Unione (il restante 36,5% dell’export). In particolare i dolci da ricorrenza registrano esporContinua a pagina 25 • • •


categorie e mercato Occupazione e food economy

Alta vocazione artigiana nel comparto Nell’ultimo anno, la food economy mostra una robusta crescita dell’occupazione, contribuendo alla dinamica del mercato del lavoro. Il comparto di alimentari e bevande è uno dei più rilevanti della produzione made in Italy, con un fatturato delle imprese di 131,7 miliardi di euro, che per il 18,1% viene esportato, un contributo alla crescita di 24,2 miliardi di valore aggiunto. Il confronto internazionale evidenzia che nell’ultimo anno l’occupazione nell’alimentare e bevande è salita del 4,8%, di gran lunga superiore al +0,7% dell’Eurozona; l’Italia è il Paese più dinamico tra le maggiori economie dell’Unione Europea, superando la Spagna che cresce del 3,9% e la Francia a +0,2% mentre la Germania diminuisce dell’1,3% e il Regno Unito del 12,1%. Il positivo andamento dell’occupazione del settore è reso possibile dalla performance delle piccole imprese e dell’artigiana-

to alimentare. Nel settore dell’alimentare e bevande lavorano in imprese artigiane 157.262 addetti, pari al 35,6% del settore (10,1 punti percentuali superiore al 25,5% rilevato per il Manifatturiero); nelle piccole imprese con meno di 50 addetti si contano 274.212 addetti, pari al 62,1% del settore (8,1 punti percentuali superiore al 54% rilevato per il manifatturiero). L’occupazione delle piccole imprese di alimentari e bevande pesa per l’1,6% del totale degli addetti di tutti i settori. Il maggiore peso della piccola impresa sull’economia del territorio è riscontrabile nel Mezzogiorno dove è pari al 2,9%, davanti a Nord-Est (1,6%), Centro (1,3%) e Nord Ovest (1,1%).

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Le eccellenze italiane sempre ai vertici tazioni 637 milioni di euro in crescita del 12,7%. I primi 10 Paesi destinazione (73,4% dell’export) crescono del +9,0% meno del +24,2% degli altri Paesi ed aumenti a due cifre si registrano per Romania (+50,0%), Austria (+30,8%), Stati Uniti, terza piazza di vendita (+28,9%), Polonia (+20,7%), Federazione Russa (+17,1%) e Spagna (+13,5%); nel dettaglio il Regno Unito è il solo principale cliente in flessione (-2,3%) e la Francia, prima piazza di vendita, cresce meno della media (+5%). Nei primi sei mesi dell’anno le esportazioni del settore sono in crescita del 2,5% su base annua e tra le sei principali regioni - oltre 1 miliardo di euro di vendite all’estero del settore - crescono Piemonte (+9,2%), Emilia-Romagna (+4,1%), Lombardia (2,1%) e Veneto (+0,4%). Il settore dell’artigianato alimentare conta 88.961 imprese, in linea col resto dell’artigianato. In controtendenza i birrifici artigianali (+7,1%), seguiti da distillerie (+1,6%), lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi (+0,9%), produttori di cacao e cioccolato (+0,8%) e produttori di te e caffè (+0,2%). Nell’arco di 5 anni le imprese dell’artigianato alimentare registrano un calo dell’1,8% nettamente meno del -7% del totale dell’artigiana-

to. I birrifici artigianali non sono lontani dal raddoppio (+83,7%) e aumenti sostenuti si osservano per le imprese di lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi (+8,5%) e per i produttori di cacao e cioccolato (+6,1%). A inizio dicembre l’Italia conta 299 prodotti agroalimentari di qualità a denominazione di origine e a indicazione geografica ed è prima tra i 26 paesi europei che hanno ottenuto tali riconoscimenti, davanti a Francia (248 prodotti), Spagna (195), Portogallo (139) e Grecia (107) vantando oltre un quinto (21,2%) dei prodotti censiti. Nel dettaglio in Italia si contano 167 DOP - Denominazione di origine protetta - (55,9% dei prodotti), 130 IGP - Indicazione geografica protetta - (43,5%) e 2 STG - Specialità tradizionale garantita - (0,7%) cioè Mozzarella e Pizza napoletana. A marzo 2018 erano inoltre censiti 5.056 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo: primeggia la Campania con 515 prodotti (10,2%), seguita da Toscana con 461 prodotti (9,1%), Lazio con 409 prodotti (8,1%), EmiliaRomagna con 388 prodotti (7,7%) e Veneto con 376 prodotti (7,4%). essere impresa • • • dicembre 2018 • 25


categorie e mercato Lotta all’inquinamento

Intervenire sui rifiuti per tutelare l’ambiente Nel 2017 sono stati prodotti 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 489 kg pro capite, con una riduzione dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Nel confronto internazionale l’Italia evidenzia una produzione sostanzialmente in linea (+2,8%) con la media dell’Unione europea. L’esame dei dati dell’ultimo Rapporto Rifiuti dell’Ispra evidenzia che in dieci anni la produzione di rifiuti si è ridotta del 9,1%, con un calo più accentuato nel biennio 2011-2012. Nel lungo periodo, mentre le quantità prodotte di rifiuti diminuiscono, le tariffe pagate dalle famiglie per il servizio rifiuti salgono in modo consistente. Nel decennio 2007-2017 l’indice dei prezzi al consumo per la raccolta rifiuti delle famiglie italiane sale del 40%, il doppio del +19,7% registrato nella media dei Paesi dell’Eurozona e di gran lunga distante dalla crescita nel periodo dell’indice dei prezzi al consumo (+16%). La crescita in Italia si è addensata tra il 2007 e il 2014. I proventi annui da tassa e/o tariffa per la raccolta rifiuti ammontano a 10.107 milioni di euro, pari a un valore medio pro capite di 167,11 euro pro capite con una copertura dei costi quasi completa (98,3%). I proventi pro capite da tassa e/o tariffa pagati per il servizio di igiene urbana in dieci regioni sono superiori alla media nazionale di 167,11 euro pro capite. All’opposto i proventi pro capite minori sono quelli di Friuli-Venezia Giulia con 123,50 euro (-26,1% sotto la media), Molise con 128,07 euro (23,4% sotto la media), Trentino-Alto Adige con 130,73 euro (-21,8%) e Lombardia con 133,71 euro (-20%). La valutazione in rapporto al PIL evidenzia come il prelievo grava maggiormente su territori dove il reddito è più basso. In media i proventi pro capite del servizio di igiene urbana pesano per lo 0,59% sul PIL pro capite nazionale. Valori superiori alla media si osservano per la Campania (1,03% del PIL pro capite), Puglia e Sicilia (entrambe con lo 0,98%), Sardegna (0,94%) e Calabria (0,92%) mentre le incidenze minori sono quelle del Trentino-Alto Adige (0,33%), della Lombardia (0,35%) e del Friuli-Venezia Giulia (0,40%). Un report della Banca d’Italia evidenzia che l’attuale sistema di prelievo per i rifiuti sia particolarmente oneroso per le famiglie con redditi più bassi, nonostante queste non presentino una maggiore produzione di rifiuti. La distribuzione del carico fiscale per la raccolta rifiuti è influenzata da una elevata evasione del tributo. Il mix di un trend 26 • dicembre 2018 • • • essere impresa

di tariffe crescenti associato a una alta evasione genera una pressione eccessiva sui contribuenti onesti. La quota di mancata riscossione più elevata si riscontra a Napoli con 55,5%, all’opposto quote più ridotte per Macerata (8,8%), Vicenza (8,5%), Belluno (8,3%), Sondrio (6,6%) e Reggio Emilia (4,8%); infine nei tre comuni di Mantova, Trento e Parma gli incassi superano i preventivi. Le quote più basse di mancati introiti si osservano per Marche (13,6%), Veneto (13,2%), Lazio (12,2%) ed Emilia-Romagna (11,8%).

Credit crunch

Finanziamenti agli artigiani ridotti del 35% Dal 2010 a oggi il credito complessivo verso gli artigiani è passato da 57 a 37 miliardi, con una riduzione del 35% in pochi anni. Il credito alle imprese artigiane, componente fondamentale dell’aggregato delle micro imprese, mostra una riduzione di 3,4 miliardi nel 2017, a cui ha fatto seguito una ulteriore riduzione di 1,8 mld nel primo semestre del 2018. A lanciare l’allarme, supportati dai numeri, sono i Confidi di Confartigianato, Cna e Casartigiani riuniti in Fedart Fidi. Per le micro imprese fino a 10 addetti che rappresentano la base produttiva del Paese con oltre 4 milioni di unità, i dati confermano che il mercato del credito è sempre più inaccessibile, con una conclamata difficoltà spesso legata alla dimensione e non alla qualità dell’impresa. Nel corso del 2017 i 109 Confidi Fedart hanno erogato garanzie per 1,8 miliardi di euro a favore delle circa 670 mila micro e piccole imprese associate a valere su 3,3 miliardi di euro di finanziamenti concessi dalle banche. A fine 2017 il sistema deteneva 5 miliardi di euro di garanzie in essere, segnando una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente con un trend analogo a quello registrato dal credito alle imprese dovuto alla progressiva disintermediazione dal circuito del credito. Questo fenomeno ha contribuito ad accentuare ulteriormente il credit crunch sulle imprese minori in una spirale di causa effetto Continua a pagina 27 • • •


categorie e mercato Economia circolare

Si conferma la leadership dell’Italia L’Italia mantiene la leadership dell’economia circolare tra i maggiori Paesi europei. L’analisi dei dati recentemente pubblicati da Eurostat conferma l’Italia al primo posto tra i maggiori paesi europei per quota di occupati nell’economia circolare: nel settore lavora il 2,1% degli occupati di tutti i settori, superiore alla media europea ferma all’1,7%; la quota dell’Italia si colloca davanti al 2% della Spagna, all’1,6% del Regno Unito, all’1,5% della Francia e della Germania. Tra gli altri minori paesi europei una

quota di occupati nell’economia circolare superiore ai due punti percentuali si riscontra in Lettonia con il 2,9%, Lituania con il 2,7%, Croazia, Polonia con il 2,2% e Slovenia con il 2,1%. La logica dell’economia circolare prevede che i prodotti siano progettati, realizzati e gestiti in modo da trasformare i rifiuti in risorse, con interventi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e non più limitati alla sola fase finale, interessando le imprese della manifattura, della riparazione e del recupero. L’ultima rilevazione

di giugno 2018, evidenziava che sono 865.335 le imprese interessate dai processi dell’economia circolare, di cui 525.778, pari al 60,8% sono artigiane. Nel dettaglio il comparto della riparazione e recupero conta 332.928 imprese, pari al 38,5% delle imprese dell’economia circolare: l’artigianato mostra una maggior vocazione alla riparazione e recupero, contando 244.641 imprese che rappresentano il 46,5% del totale artigianato e poco meno dei tre quarti (73,5%) delle imprese del comparto.

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Finanziamenti agli artigiani ridotti del 35% preoccupante. Secondo Fedart Fidi alcune riforme finalmente avviate potrebbero imprimere una radicale e positiva svolta nell’attività dei Confidi, a condizione che siano attuate in fretta. Oltre a una ripresa del confronto sulla riforma normativa del sistema dei Confidi, in modo concreto e immediato è necessario che venga accolta la proposta che eleva fino al 49% l’attuale vincolo del 20% sull’attività residuale che i Confidi 106 - quali intermediari finanziari - possono svolgere a favore delle micro, piccole e medie imprese. Tali attività residuali, oggi fortemente limitate, consentirebbero a questi soggetti di svolgere tutte le attività riservate agli altri intermediari finanziari, oltre alla garanzia mutualistica, compreso il credito diretto di piccolo importo e le forme alternative al credito bancario che potrebbero fattivamente contribuire a smorzare il credit crunch sulle Pmi facendo leva su altri canali, nonostante il persistere della stretta creditizia da parte del sistema bancario. Fedart Fidi chiede l’approvazione della proposta di emendamento, già presentato, per impiegare le risorse residue di questo provvedimento (circa 50 milioni di euro) di nuovo a favore del sistema dei Confidi, destinandole in via prioritaria a interventi di aggregazione interni al sistema. Ciò contribui-

rebbe a rafforzare e a qualificare ulteriormente le strutture senza snaturarne la vocazione localistica, evitando che queste somme vengano di nuovo destinate in modo indistinto al Fondo Centrale e quindi in gran parte alla garanzia diretta, fatto che non ne garantirebbe la destinazione alle micro e piccole imprese che vi accedono in controgaranzia. Potrebbe altresì essere proposta una misura analoga nelle prossime Leggi di bilancio, rendendo strutturale per ciascun anno un contributo ai Confidi finalizzato a facilitare l’accesso al credito alle imprese di minori dimensioni. L’urgente necessità di rivedere la normativa sul Fondo antiusura, fondamentale strumento di prevenzione del fenomeno, che i Confidi come mission istituzionale contribuiscono da sempre a contrastare. Restano immutati i vantaggi che il sistema dei Confidi può offrire alle imprese, alle Istituzioni e alle banche attraverso trasparenti regole di mercato e grazie alla prossimità che continuano a garantire ai territori declinando in forma moderna la mutualità. Il sistema bancario deve altresì ritornare a fare credito alle micro e piccole realtà, ricercando la marginalità attraverso la capacità di selezionare in modo corretto le imprese insieme ai Confidi quali partner qualificati di prossimità ai territori. essere impresa • • • dicembre 2018 • 27


categorie e mercato autotrasporto Continua il confronto

Dal Governo le prime risposte alla categoria Si è tenuto il 6 dicembre al Ministero dei Trasporti l’atteso incontro tra Governo e Associazioni di categoria, dopo la richiesta di Unatras delle scorse settimane per proseguire il confronto sulle tematiche inerenti il settore. Il vice ministro ai Trasporti Edoardo Rixi ha illustrato l’impegno del Governo nella Manovra di Bilancio per la categoria dell’autotrasporto e annunciato quanto già trapelato a mezzo stampa, ovvero l’approvazione della norma che prevede l’eliminazione del taglio del 15% al rimborso accise, che sarebbe stato operativo dal 1 gennaio 2019. A tal riguardo, Rixi, manifestando le difficoltà per raggiungere e difendere questo risultato fondamentale per le imprese che vale 100 milioni di euro all’anno, ha precisato che è stata abrogata la precedente norma del 2013 e che viene fatto salvo il rimborso pieno per le accise non solo per il 2019 ma anche per le annualità 2020 e 2021. In tema di investimenti, confermando di voler mantenere fede alla promessa di sostenere e incentivare lo svecchiamento e l’innovazione del parco circolante, il rappresentante del Governo ha informato dell’intenzione di riproporre l’emendamento che istituisce il Fondo per il rinnovo del parco veicolare merci, che è stato ritirato durante la votazione alla Camera. Sul tema il Presidente Unatras Amedeo Genedani ha ribadito la necessità che il Governo insista in questa direzione perché strategico sostenere le PMI nel processo

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di innovazione tecnologica che avrebbe il duplice effetto benefico: maggiore sicurezza stradale e sociale e maggior tutela dell’ambiente con riduzione significativa delle emissioni inquinanti. Così come il Governo si è detto impegnato a reperire le risorse necessarie per integrare lo stanziamento delle riduzioni compensate sui pedaggi autostradali per il 2019, per cui mancano 46 milioni di euro. Si è passato poi a discutere le questioni normative a cominciare dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), per cui le Associazioni hanno ribadito l’insussistenza dell’obbligo di contribuzione da parte delle imprese di autotrasporto, nonostante la recente modifica normativa, poiché il settore è liberalizzato e l’Autorità non è mai intervenuta per regolarlo. Sui trasporti eccezionali si sta lavorando per ripresentare il provvedimento che non è passato nel Decreto Emergenze, affinché si trovi un giusto equilibrio della norma. Sulle revisioni dei veicoli pesanti e l’efficientamento delle Motorizzazioni Civili vi è stato un incremento di organico pubblico e si sta lavorando a una soluzione complessiva che comprenda anche l’affidamento a officine private, ma non è di facile e immediata soluzione. Le Associazioni hanno inoltre lamentato la mancata emanazione da parte della Agenzia delle Entrate del comunicato che stabilisce gli importi per fruire dell’integrazioContinua a pagina 29 • • •


autotrasporto categorie e mercato Autotrasporto sicuro e a basse emissioni

Indispensabile il fondo rinnovo veicoli Per superare la vetustà del parco circolante italiano serve un piano straordinario di incentivazione per l’acquisto di veicoli commerciali nuovi, ecosostenibili e sicuri. Per Confartigianato Trasporti l’emendamento alla legge di Bilancio che prevede la creazione di un fondo ad hoc per il rinnovo del parco veicolare merci è una nota sicuramente positiva. La proposta, lanciata a settembre alla Convention nazionale di Confartigianato Trasporti e condivisa dal Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, raccoglie l’esigenza improcrastinabile degli autotrasportatori che vogliono cambiare i mezzi e risponde alla necessità di tutela ambientale e della sicurezza che il Governo, così come le amministrazioni locali, intendono perseguire. L’autotrasporto italiano vuole essere pioniere nella battaglia contro l’inquinamento ambientale e per la sicurezza stradale. Per questo è necessario puntare con decisione sulla istituzione di un fondo nazionale pluriennale che finanzi un piano di incentivi per la • • • Segue da pagina 28

sostituzione degli attuali camion con veicoli a basse emissioni, più sicuri e tecnologicamente innovativi, con l’obiettivo di una transizione graduale e completa nel lungo periodo, che permetterebbero di raggiungere oltre l’80% di riduzione degli agenti inquinanti. Di questo si avvantaggerebbe l’ambiente, i cittadini e tutto il sistema economico che utilizzerebbe trasporti a basse emissioni e dotati dei più innovativi standard di controllo e sicurezza, grazie ai quali si sarebbe evitata la tragedia del tir esploso a Bologna. Tutto ciò risulta ancor più essenziale alla luce delle limitazioni alla circolazione, imposte in modo sconnesso e disomogeneo nei vari territori delle regioni firmatarie dell’Accordo del Bacino Padano, ad alcune tipologie veicoli senza tener conto delle negative conseguenze sulle imprese che trasportano e distribuiscono le merci in quelle zone, che non hanno avuto tempo e risorse necessari per l’adeguamento ed il ricambio dei propri mezzi.

Divieti per i mezzi pesanti

Dal Governo le prime risposte alla categoria

Emanato il calendario

ne delle deduzioni forfettarie delle spese non documentate relative ai redditi 2017. Il Governo ha avuto il merito di reperire 26,4 milioni di euro per recuperare il maltolto subito dalle micro imprese del settore, che purtroppo non possono ancora godere di questo beneficio. A tal proposito l’On. Rixi si è impegnato a far pressione sul MEF. In ultimo è stato discusso del Consiglio dei Ministri dei Trasporti UE in cui l’Italia ha portato avanti i principi della Road Alliance, per la tutela della sana concorrenza e la lotta al dumping, nel testo di compromesso finale. Unatras, pur riconoscendo l’importante impegno del Ministro Toninelli che ha tenuto fede ai principi della Road Alliance, ha avvertito sui rischi di alcune disposizioni che possono rendere inefficace la lotta al cabotaggio abusivo e danneggiare i vettori nazionali. Nel complesso sono state fornite le prime risposte alle questioni avanzate. È fondamentale aver abrogato il taglio al rimborso accise dimostrando grande sensibilità per la tenuta del settore che paga il più alto costo del gasolio in Europa, ma allo stesso tempo è necessario che il Governo riproponga il

È stato pubblicato il calendario dei divieti per l’anno 2019 per i veicoli pesanti.La tematica riveste particolare importanza dopo la dura presa di posizione UNATRAS / ANITA che criticava l’impostazione ormai datata del calendario dei divieti. Fra i principali punti le agevolazioni per i veicoli da/verso estero, Sardegna e Sicilia, quelle per il trasporto intermodale, le categorie dei veicoli e tipologie delle merci esentati, le condizioni per la circolazione in deroga e procedure di autorizzazione, il trasporto in regime ADR (in particolare classi 1 e 7) e porto di Genova. Da segnalare, infine, il comma 3 dell’art. 14 che, sulla base dell’accordo con le associazioni di categoria, prevede la verifica del calendario al fine di apportare modifiche ed integrazioni a favore dell’incremento della competitività dell’autotrasporto di merci.

fondo nazionale per il rinnovo del parco veicoli che stimolerebbe gli investimenti e creerebbe una strategia di sviluppo di lungo periodo per il settore. Confartigianato attende l’iter della Manovra di Bilancio, con l’auspicio che il Governo realizzi gli impegni assunti con la categoria. essere impresa • • • dicembre 2018 • 29


categorie e mercato Bonus ristrutturazioni

Gli incentivi sostengono il settore

Il disegno di legge di bilancio 2019 proroga le detrazioni per ristrutturazioni, mobili, risparmio energetico e cura del verde. L’intervento, che destina risorse per 482 milioni di euro annui nel triennio 2019-2021, incentiva la domanda che riguarda 625 mila imprese attive con 2,2 milioni di addetti. Di queste 508.696 operano nell’edilizia e installazione impianti, a cui si aggiungono 18.615 dei mobili, 15.958 della cura e manutenzione del paesaggio e 82.048 imprese della filiera dell’edilizia, operanti nei settori del vetro, ceramica, cemento e prodotti metallo. Questi settori interessati dalle detrazioni sono ad alta vocazione artigianale, comprendendo 440.623 imprese artigiane, le quali rappresentano il 70,5% del totale. Il perimetro interessato si amplierebbe ulteriormente considerando anche i professionisti e il settore immobiliare. La produzione nelle costruzioni nel terzo trimestre 2018 segna una crescita dello 0,5% sul trimestre precedente e del 2,3% su base tendenziale, un ritmo inferiore alla media dell’Eurozona (+3,5%); tuttavia il livello dell’attività nell’edilizia rimane ancora lontano dai livelli pre crisi. Gli incentivi fiscali hanno accompagnato una profonda trasformazione nell’attività delle costruzioni che nell’arco degli ultimi dieci anni ha visto salire di 16 punti la quota di produzione relativa alla manutenzione. Nel 2017 i due terzi (74,0%) del valore della produzione nel mercato delle costruzioni si riferiscono alla manutenzione ordinaria e straordinaria, pari a 123,7 miliardi di euro su un totale di 167,1 miliardi. I lavori di recupero edilizio e di riqualificazione energetica attivati con gli incentivi fiscali nel 2018 sono stimati pari a 28,6 miliardi di euro, pari al 39,4% degli investimenti totali in rinnovo; in 10 anni tale quota raddoppio (era del 18,3% nel 2008). Gli investimenti supportati dagli incentivi fiscali hanno effetti rilevanti sull’occupazione che per il 30 • dicembre 2018 • • • essere impresa

2018 si stimano pari a 427 mila occupati, di cui 284 mila diretti, a cui si sommano 142 mila occupati dell’indotto. Tra il 2011 e 2018 gli investimenti incentivati sottendono una domanda di lavoro di 378 mila occupati medi per anno. L’intensità di utilizzo delle agevolazioni fiscali per la casa mostra una ampia differenziazione sul territorio. L’importo delle detrazioni riportate nelle dichiarazioni fiscali, in rapporto al reddito complessivo, è più elevato nella Provincia Autonoma di Trento con l’1,52% del reddito, seguita da Valle d’Aosta con 1,20%, Bolzano con l’1,19%, dalla Liguria con l’1,05% e dall’Emilia Romagna con l’1%.

Confartigianato a confronto col Governo Confartigianato in questi mesi ha presentato numerose proposte al Governo: dal ricalcolo delle tariffe Inail pagate dagli artigiani, all’abolizione del Sistri, sino all’innalzamento dal 20 al 40% della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali degli imprenditori, il pagamento dei debiti della Pa verso le imprese, la modifica di alcuni aspetti del Codice degli appalti e la semplificazione degli adempimenti burocratici. Il Governo pare aver recepito queste richieste, mostrando attenzione nei confronti delle piccole imprese. Tuttavia Confartigianato ricorda che il problema dei debiti della Pa verso le imprese fornitrici di beni e sevizi si risolve solo con la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la pubblica amministrazione. Mentre, per quanto riguarda la riforma del codice degli appalti, deve essere realizzato l’affidamento delle opere alle imprese ‘a kilometro zero’ innalzando le soglie per gli affidamenti in forma diretta dagli attuali 40.000 a 200.000 euro. Confartigianato ha richiamato la necessità di affrontare il problema dei costi dell’energia a carico dei piccoli imprenditori. Va eliminato lo squilibrio nell’imposizione di tasse e oneri generali di sistema sulle bollette degli imprenditori italiani. Oggi i piccoli imprenditori consumano il 33% di energia elettrica e pagano il 45% di oneri generali di sistema e di tasse, mentre le grandi imprese energivore consumano il 19% di energia e pagano il 9% di oneri e tasse.


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