Essere Impresa Ottobre 2019

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Anno 09 - Direttore Responsabile Marco Valenti - Mensile di informazione tecnica, economica, professionale - Forlì, viale Oriani, 1 Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale in regime libero D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Informati e pronti al cambiamento Confartigianato di Forlì ha promosso un partecipato approfondimento sul tema delle novità connesse alla trasmissione telematica dei corrispettivi. Dopo l’introduzione della fatturazione elettronica, questo si profila come nuovo adempimento per le imprese. Dal 1° luglio 2019 i soggetti, che intrattengono rapporti con i privati ed effettuano operazioni per un volume d’affari superiore a 400mila euro, hanno l’obbligo di memorizzare elettronicamente i corrispettivi e di trasmetterli in via telematica all’Agenzia delle entrate. Per i contribuenti con volumi d’affari inferiori le disposizioni saranno applicate a decorrere dal 1° gennaio 2020. L’EDITORIALE: Una riflessione del presidente Luca Morigi sulla qualità del lavoro, le prospettive occupazionali per i giovani e le opportunità offerte dal lavoro autonomo. E sull’incertezza del futuro che alimenta le paure. A pagina 3

IL NOTIZIARIO TECNICO: Tutte le novità in materia di consulenza fiscale e del lavoro. Il punto sulla sicurezza sul lavoro. I bandi del credito per l’installazione di sistemi di sicurezza antirapina e per l’innovazione. Da pagina 15 a pagina 21

ASSOCIAZIONE: La risposta di Confartigianato Forlì alla polemica sul centro storico sollevata in queste ultime settimane. Le imprese chiedono progetti concreti e non sterili prese di posizione. Da pagina 8

CATEGORIE E MERCATO: Il punto sull’autotrasporto alla convention nazionale. Debutta ComprArtigiano, l’iniziativa promossa da Confartigianato per far conoscere e incentivare l’acquisto delle eccellenze dei prodotti alimentari regionali. Da pagina 26


editoriale

Cambiamento climatico e politiche di investimento

Serve un nuovo modello

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na ragazzina di sedici anni ha riportato all’attenzione del mondo il tema dell’ambiente. L’impatto dell’irrompere di questa studentessa svedese nei consessi internazionali più prestigiosi ha avuto un effetto trainante sui coetanei. La massiccia adesione agli scioperi in occasione dei Fridays for future è indice della volontà dei ragazzi di impegnarsi per fare la differenza. Il messaggio che sta diffondendosi è che la costruzione di un futuro sostenibile passa dalla collaborazione di tutti, ogni contributo è necessario per invertire la rotta. Al di là delle polemiche su presunte manipolazioni della giovane simbolo di questa rinnovata coscienza ecologista, o, viceversa evitando di caricare di troppi significati questo fenomeno, il messaggio che merita di essere preservato è proprio questo: nessuno può essere esonerato dal fare la propria parte. E se non per motivi etici, per interesse economico. Le conseguenze dei cambiamenti climatici interessano tutte le regioni del mondo, dall’aumento del livello dei mari, alla diffusione di precipitazioni e fenomeni meteorologici estremi, con un impatto pesante sull’economia. Alluvioni, smottamenti, tempeste, ondate di freddo o di caldo, eventi siccitosi e incendi boschivi hanno provocato, nella sola Unione europea, costi economici, nel periodo tra il 1980 e il 2017, per 425,7 miliardi di euro. Le perdite economiche da disastri legati al maltempo e alle modificazioni del clima cumulate dal 1980 in poi valgono in Italia 1.072 euro per abitante, il 25,8% in più degli 852 euro della media europea. Dati allarmanti e che rendono indispensabili politiche degli investimenti che prevengano e contrastino gli effetti del cambiamento climatico sul territorio. Eppure, su questo fronte, l’Italia evidenzia una situazione critica, con un rapporto tra investimenti pubblici sul PIL tra i più bassi dell’Unione europea. Per converso, l’economia circolare italiana registra un fatturato di 55,8 miliardi di euro; le attività di riciclo, riuso e riparazione sviluppano 2,2 miliardi di euro di investimenti e un’occupazione di oltre mezzo milione di addetti. Ancora una volta, il sistema imprenditoriale eccelle, ma viene frenato dalla burocrazia; l’ostacolo maggiore evidenziato dalle nostre imprese nell’attivazione di interventi per l’economia circolare è, infatti, quello delle complessità delle procedure amministrative e vincoli legislativi. Non è più il momento di attendere, le imprese sono pronte, la politica deve esserlo altrettanto.

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Anno IX • n. 05 OTTOBRE 2019 redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it

essere impresa

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Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Marco Valenti

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Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978 Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale in regime libero D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento

Senza lavoro non c’è futuro

Crescono di pari passo inattività e sfiducia › a cura del presidente Luca Morigi

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l tasso di occupazione giovanile è uno degli indicatori della salute dell’economia del paese. La sicurezza di trovare un impiego stabile garantisce ai giovani di potersi realizzare non solo dal punto di vista professionale, ma di conseguire l’indipendenza economica necessaria per smarcarsi dalla famiglia d’origine, eventualmente creandone una propria. Il lavoro, non precario, è alla base della prospettiva di futuro per le giovani generazioni e di conseguenza per l’intera società. Per questo è preoccupante leggere i più recenti dati Istat che attribuiscono all’Italia l’ultimo posto, per tasso di occupazione della fascia 25-34 anni, in Europa. Elemento a cui si aggiunge il gap di genere, che allontana ancora di più il nostro paese dai competitor europei. La crisi ha quindi colpito particolarmente donne e giovani, con tassi molto negativi soprattutto al Sud. Esiste, inoltre, un problema di qualità del lavoro: il part time non è una scelta e i contratti sono a termine, spesso l’occupazione non è adeguata al titolo di studio. Addirittura un laureato su tre è sottoccupato, con un’incidenza maggiore tra le giovani donne, situazione che crea insoddisfazione e scarso attaccamento alla professione. Non si può attribuire la responsabilità della situazione unicamente alla mancanza di un dialogo proficuo tra mondo dell’istruzione e del lavoro, che sicuramente deve essere incrementato, affinché le figure professionali formate siano maggiormente rispondenti alle richieste del mercato. È evidente che non è più procrastinabile una politica organica, che contribuisca a ridare dignità al lavoro dei giovani, perché, come scritto dal sociologo Zygmunt Bauman “la paura è probabilmente il più sinistro dei tanti demoni che si annidano nelle società aperte del nostro tempo. Ma sono l’insicurezza del presente e l’incertezza sul futuro a covare e alimentare le nostre paure più tremende e meno sopportabili.” Viviamo in un paradosso, la nostra società è quella meglio equipaggiata tecnologicamente eppure è quella che più soffre la precarietà. Il lavoro autonomo costituisce una risposta. Tuttavia, prima di poter concretizzare il proprio sogno imprenditoriale, sono indispensabili un percorso di studi adeguato e un periodo di apprendistato in azienda, un affiancamento con chi ha maturato esperienza e può trasmettere conoscenze. La detassazione per chi fa attività di tutoring sarebbe una prima coraggiosa risposta, affinché i costi legati all’affiancamento delle nuove risorse non gravino troppo sull’azienda, disincentivando le assunzioni. Ma sono molte le sfide che devono essere affrontate perché l’Italia torni a essere un Paese per giovani. essere impresa

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associazione

Forlimpopoli, non solo Pellegrino Artusi

Una città che si candida a essere fulcro del buon vivere

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l comune di Forlimpopoli, da alcuni anni, si è dato una forte identità artusiana. Nel nome di Pellegrino Artusi, suo cittadino più famoso, da ventitré anni viene promossa la festa Artusiana, la kermesse che, ogni estate, anima per nove giorni le vie cittadine ed è apprezzata anche oltre i confini italiani. Casa Artusi, inoltre, costituisce un’eccellenza del nostro territorio, un centro, dedicato alla cultura gastronomica, che valorizza la cucina domestica italiana. Ma non solo, l’Istituto Alberghiero completa idealmente il quadro, candidando il comune a città del buon cibo e del benessere. “Non solo eventi, dunque, ma un progetto identitario sociale ed economico che nasce dalla figura di Pellegrino Artusi”. Spiega il sindaco Milena Garavini, a capo dell’amministrazione locale dallo scorso maggio. “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene è il primo libro identitario della cucina italiana, il primo a valorizzare i prodotti locali e il benessere legato al cibo. Una cucina innovativa che conserva il legame con la tradizione locale. L’arte culinaria diventa il traino del benessere, per innescare un interesse verso il nostro comune di cui Casa Artusi è il punto di partenza.” Nel 2020 si terranno le celebrazioni per il bicentenario della nascita del famoso gastronomo, con iniziative e progetti pensati in collaborazione con Unioncamere e la regione Emilia Romagna. Fra i primi interventi

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della nuova amministrazione è il nuovo allestimento di via Andrea Costa, in cui ha sede Casa Artusi, ma l’obiettivo è la riqualificazione dell’area ex Orbat, che ridisegnerebbe l’immagine della città. Puntare sul turismo gastronomico è un volano per valorizzare anche le imprese che realizzano artigianato di qualità e per i negozi che commercializzano questi prodotti. Per questo l’amministrazione comunale mira a mettere in sinergia tutte le attività promosse dalle associazioni del territorio, per collaborare alla realizzazione di eventi che animino la vita della città. “Vogliamo cercare di rendere più agevole la parte burocratica, per favorire il coinvolgimento dei cittadini all’artusiana o per concedere spazi agli eventi culturali promossi dalle numerose associazioni.” La vitalità del territorio di Forlimpopoli è acclarata, un calendario di attività che si

completa con l’offerta del cinema teatro Verdi, ristrutturato per ospitare concerti e rappresentazioni teatrali, con le esposizioni permanente e temporanee al museo archeologico e della Fondazione Rosetti. “Attualmente in città ci sono solo due alberghi, dobbiamo potenziare il versante ricettivo, bed and breakfast e un’area attrezzata per camper possono incrementare l’offerta.” Grande attenzione viene riservata all’ambiente, non solo al parco urbano, ma anche quello fluviale del Ronco con la promozione della struttura di Spinadello e poi l’allungamento del percorso ciclabile, che già congiunge Forlimpopoli a Forlì, sino a Cesena. Senza dimenticare che il comune artusiano è stato precursore del porta a porta, per una più sostenibile gestione dei rifiuti,con grande attenzione all’economia circolare. Ma non si punta solo al turismo, l’area artigianale del Melatello, posta lungo la via Emilia è di sicuro interesse per le imprese, sia per il prossimo collegamento veloce con Forlì, sia a livello logistico per la vicinanza con l’area di Villa Selva e lo scalo merci. Come assicurato dal primo cittadino, continuerà il confronto con le associazioni di categoria per garantire un clima favorevole alle imprese che già operano nell’area e a quelle che sceglieranno di insediarvisi. “Nel rispetto delle norme che disciplinano gli appalti, vogliamo Continua a pagina 5 ›››


associazione

Il Museo Archeologico Civico Tobia Aldini ospita una mostra fotografica

Pietro Zangheri e la natura della Romagna

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l naturalista Pietro Zangheri è protagonista di una mostra, aperta sino al 10 novembre, in cui vengono presentati alcuni suoi scatti originali, che ritraggono i paesaggi dell’Appennino, realizzati dagli anni venti agli anni quaranta, messi a confronto con foto degli stessi luoghi, recentemente scattate, per indagare il rapporto fra uomo e natura. La mostra “Pietro Zangheri e la natura della Romagna” inaugura la nuova stagione espositiva del Museo Archeologico di Forlimpopoli, che, accanto alle collezioni permanenti sulla storia della città, ospita esposizioni temporanee dedicate alla promozione del patrimonio stortico-artistico e culturale del territorio. Come ha chiarito, nel corso della presentazione della mostra, l’assessore alla Cultu-

ra del comune Artusiano, Paolo Rambelli (nella foto) “il Maf non è un archivio della memoria, è uno spazio vivo, un cantiere aperto in cui si produce cultura. La collezione archeologica permanente viene affiancata da una programmazione continua e di alto livello.” Il museo della città vuole essere un punto di incontro, nel quale realizzare conversazioni legate all’attività della rivista “Forlimpopoli. Documenti e studi”, per promuovere convegni e dibattiti che contribuiscano a dare vitalità allo spazio. Un luogo, che ha un forte legame con la città e, al contempo, costituisce un’apertura al territorio. La mostra su Zangheri nasce in collaborazione con l’Ente Parco con la volontà di evidenziare l’impatto dell’uomo sull’ambiente naturale. I confronti fotografici metto-

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Una città che si candida a essere fulcro del buon vivere condividere con le associazioni le procedure per semplificarne la concessione, per evitare che le piccole realtà del territorio ne siano escluse. Le nostre aziende garantiscono sia ricadute positive sull’indotto, sia la qualità del lavoro, continuando a operare sul territorio anche alla chiusura del cantiere.” Confartigianato considera strategico il territorio di Forlimpopoli, come chiarito dal presidente Luca Morigi, non a caso l’associazione ha deciso

di potenziare la sede locale, acquistando un immobile che sarà inaugurato a inizio 2020. Per il presidente “Forlimpopoli è punto di raccordo fra i comuni della collina e quelli della pianura, con un ottimo potenziale di sviluppo, anche in vista dei migliori collegamenti viari già programmati. Per questo confermiamo, al sindaco Garavini, la nostra piena disponibilità per continuare a confrontarci sui temi dell’impresa.”

no in luce il grado di antropizzazione delle aree, consentendo di scoprire che, in alcuni casi, la natura si è ripresa ciò che l’uomo ha abbandonato, a seguito dello spopolamento delle aree montane negli anni sessanta del secolo scorso. A impreziosire il percorso narrativo, lo stereoscopio originale utilizzato dal naturalista, macchine fotografiche d’epoca e i negativi utilizzati per la realizzazione dell’archivio oggi gestito dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Un’opportunità per conoscere uno spaccato della nostra recente storia attraverso le immagini; di grande impatto le foto che ritraggono l’area della diga di Ridracoli, prima insediamento abitativo e oggi invaso che garantisce l’approvvigionamento idrico dei comuni della Romagna. Un’ulteriore opportunità è garantita dall’accordo fatto con i musei San Domenico, i visitatori della mostra dedicata a Zangheri potranno avere una riduzione sull’ingresso alla mostra “Cibo” di Steve McCurry. essere impresa

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associazione

Nuova giunta per Predappio

Turismo volano per l’economia

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oberto Canali è il nuovo Sindaco di Predappio, il primo a guidare la città a capo di una giunta di centrodestra. A pochi mesi dall’insediamento, l’amministrazione comunale ha, fra le priorità, il supporto ai timidi segnali positivi di ripresa dell’economia, dopo la lunga crisi che ha colpito duramente l’intera provincia. Le due zone artigianali dell’area, presenti a Fiumana e a Predappio, stanno tornando a essere attrattive, con la coesistenza di aziende storiche e nuovi marchi che hanno scelto di investire qui. Come spiega lo stesso Canali “l’economia del territorio è composta prevalentemente da piccole imprese che occupano da due a otto dipendenti, a cui si affiancano alcune grosse realtà.

Non c’è un settore trainante, le aziende operano in una pluralità di settori.” E proprio questa varietà ha consentito all’economia locale di reggere meglio alla crisi. Il primo cittadino, imprenditore lui stesso, ci tiene a sottolineare il coraggio di chi, nei momenti più difficili della crisi, non si è arreso, mettendosi in gioco per tutelare l’occupazione e la propria attività. Continua il primo cittadino “l’amministrazione comunale si è impegnata a migliorare il collegamento viario con Forlì. A oggi, infatti, i tratti tra Fiumana e Predappio e da San Lorenzo a Fiumana non sono all’altezza dei tempi. È impossibile fare promesse, non dipendendo unicamente dalla nostra amministrazione, ma è nostro obiettivo riportare essere impresa

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il focus sul tema della viabilità. Con un ammodernamento l’appetibilità del territorio migliorerebbe”. Lo scopo è attrarre nuovi insediamenti negli spazi ancora disponibili all’interno delle aree artigianali, in cui sono presenti anche capannoni liberi che potrebbero facilitare l’installazione di nuove aziende. Soprattutto l’area di Fiumana è di notevole interesse, tanto che recentemente ha visto l’insediamento di un importante brand attivo nel settore dell’abbigliamento. Il comprensorio comunale, in questi anni ha subito un calo demografico, un trend che si vuole interrompere investendo sui servizi essenziali, in primo luogo asili e scuole elementari e medie. Ma non solo, il comune è il terzo in provincia dopo Forlì e Cesena per numeri di immobili di edilizia pubblica, una risposta concreta anche alle fasce più deboli. “Con la crisi dell’edilizia e il generale abbassamento del costo degli

immobili il differenziale fra Forlì e Predappio si è molto ridotto, penalizzando la scelta di abitare fuori dal capoluogo. Migliorando la qualità dei servizi si punta a invertire la lenta emorragia che sta colpendo il comune”. Lavoro ed efficienza dei servizi sono risposte attuabili, così come la volontà di continuare i progetti che sono stati avviati dalla precedente amministrazione per ridare una nuova connotazione a Predappio. “Il recupero della casa del Fascio è un progetto già avviato che ha sicuramente un futuro. Per troppi anni è stato un monumento all’incuria, ma essendo di proprietà del demanio era impossibile intervenire. Speriamo che possa diventare un simbolo della riconciliazione, grazie all’occhio critico della storia.” Fra i progetti trovano spazio la cultura e la valorizzazione dell’architettura razionalista e delle piccole realtà che meritano di essere promosse turisticamente come la Rocca di Predappio Alta, la chiesa di Sant’Agostino o l’asilo e oratorio Santa Rosa, allargando l’offerta turistica. “L’enogastronomia è un punto di forza dell’intero territorio, a cui la zona di Predappio coniuga l’eccellenza dei vini locali. La produzione vitivinicola è un fiore all’occhiello della nostra economia.” È importante creare un circuito che consenta ai turisti di conoscere i molteplici aspetti di questa area, per superare le fratture ideologiche che relegano il comune a luogo di nascita di Benito Mussolini.


cultura

Editoria e artigianato

In crescita la lettura

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el 2017, sono 23 milioni e mezzo coloro che hanno letto almeno un libro per motivi non professionali, il 41% delle persone di 6 anni e più, con la popolazione femminile che mostra una maggiore inclinazione alla lettura di libri: complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 34,5% degli uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell’anno. La lettura presenta persistenti e ampi divari territoriali: legge meno di una persona su tre nelle regioni del Sud (28,3%) a fronte di quasi una su due in quelle del Nord-est (49%). L’abitudine alla lettura si acquisisce in famiglia. Tra i ragazzi di 11-14 anni legge l’80% di chi ha madre e padre lettori e solo il 39,8% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori. Sul fronte della produzione libraria sono rilevati 1.459 editori attivi e oltre la metà (54%, pari a 788 unità) sono piccoli editori, con un massimo di 10 opere in un anno, mentre il 31% sono medi editori, che producono da 11 a 50 opere in un anno. Oltre la metà (53,7%) degli editori attivi ha sede nel Nord del Paese. Se si riconosce il valore economico della cultura, bisogna essere disposti a valorizzare chi la produce, offrendo le condizioni migliori in cui operare, ridando dignità a questo settore. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2017 si rileva un segnale di ri-

presa della produzione editoriale: rispetto all’anno precedente i titoli pubblicati aumentano del 9,3% e le copie stampate del 14,5%. Continua a crescere il mercato digitale: circa 27 mila titoli pubblicati nel 2017 sono disponibili anche in formato e-book. La quota di opere pubblicate a stampa e anche in formato e-book sale di 23,1 punti dal 2011 al 2017 passando dal 15,2% al 38,3%. Stessa evidenza la si coglie anche per il segmento dei piccoli editori: la quota di coloro che hanno pubblicato opere anche in formato digitale passa dal 4,7% all’11,9% aumentando di 7,2 punti nel corso di 6 anni. In Italia le imprese registrate al secondo trimestre dell’anno in corso nei settori attività editoriali e stampa e riproduzione di supporti registrati sono complessivamente 32.561, il 62,2% pari a 20.264 unità operano nella stampa, mentre il 37,8% del totale, pari a 12.297 unità, opera nell’attività di editoria. Circa una impresa su 3 nel settore è artigiana, pari a 10.915 unità (33,5% del settore) di cui 220 svolgono attività editoriale e 10.695, pari al 98% del totale, svolgono attività di stampa. Per i due settori legati al mondo del libro si evidenzia una spiccata vocazione alla micro-piccola impresa: il 98,7% delle imprese della stampa ed editoria hanno meno di 50 addetti e occupano il 65,6% degli addetti.

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qui Forlì

Centro storico

Indispensabile uscire dalla polemica per progettare seriamente il futuro

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n queste settimane è stata riportata all’attenzione dei media locali, la questione del centro storico di Forlì. Confartigianato non è avvezza a fomentare polemiche, né a voler cercare facile rilievo mediatico attraverso gli attacchi all’operato altrui. Tuttavia, in questo specifico caso, siamo stati chiamati direttamente in causa da un’altra Associazione di categoria e per questo è stato doveroso rispondere. Il tema è complesso e non deve essere liquidato con vuoti proclami o sterili prese di posizione che poi non sfociano in una progettualità condivisa e Confartigianato ha sempre offerto il proprio contributo, partecipando a tutti i tavoli istituzionali, per portare la voce dell’artigianato all’attenzione dei decisori pubblici. Come chiarito dal presidente Luca Morigi (nella foto) “sul tema della riqualificazione del centro storico, abbiamo sempre ribadito che non fosse un pro-

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blema concernente la sola realtà forlivese, poiché la maggior parte dei centri storici italiani, che hanno caratteristiche storiche e urbanistiche simili, finiscono con l’essere afflitti dalle stesse criticità.” La dimensione del nostro centro è tale da rendere difficoltoso un intervento univoco, per questo, con lungimiranza, anche in vista dell’attuazione del PAIR 2020, Confartigianato Forlì ha più volte ribadito la necessità di un progetto all’interno del quale fossero previsti interventi coerenti, riconoscendo particolare rilievo ai problemi del traffico, della mobilità e della sosta, ma non solo. È sicuramente necessario ripensare alla circolazione degli autobus fino a Piazza Saffi, indispensabile per favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici, ritenendo al contempo imprescindibile continuare a lavorare sul progetto della creazione di piste ciclabili, nella convinzione che l’area debba essere fruibile da qualsiasi tipologia di utente. Una rete di mezzi dotati di motori ecologici e di dimensioni tali da potersi muovere agevolmente per i corsi del centro, potrebbe rappresentare una soluzione efficace. Continua Morigi “il problema dei parcheggi e del caro sosta, più volte sollevato, in realtà diverrebbe marginale se si incentivasse l’utilizzo di mezzi alternativi, maggiormente attenti all’ambiente.” E ancora “il distretto del commercio urbano viene considerato la forma più evoluta di considerare piazze e strade,

storicamente caratterizzate dalla presenza di negozi, botteghe artigiane, servizi e agenzie, bar, ristoranti e attività per il tempo libero. Ma è impossibile attrarre attività produttive se non si favorisce l’insediamento di nuclei familiari in centro. Sono i cittadini che vivono il centro 24 ore su 24 i primi fruitori delle attività produttive, dell’artigianato di servizio o degli esercizi commerciali, sono i residenti che presidiano l’area e che ne costituiscono l’anima. Per questo anche alla precedente amministrazione avevamo proposto, come soluzione di più rapida realizzazione per ridare lustro alla zona, la riduzione di Tasi e Tari per chi recupera immobili ubicati in centro, così da favorire ristrutturazioni e riqualificazioni. Riteniamo, inoltre, fondamentale e incentivante la semplificazione delle procedure per l’apertura di nuove attività, soprattutto per quelle che prevedono l’utilizzo di dehors. I tempi di attesa che attualmente devono sopportare le aziende che decidono di investire in centro storico, sono un forte disincentivo allo sviluppo delle attività, indispensabili per garantire la vitalità di Forlì. Siamo consapevoli che il centro sia il biglietto da visita della città e che abbia grandi potenzialità. Per questo siamo, e non da oggi, sempre disponibili alla collaborazione e al dialogo costruttivo, intervenendo ai tavoli istituzionali, per poter ridare respiro al centro storico.” Il Continua a pagina 9 ›››


qui Forlì

Steve McCurry torna ai musei San Domenico

Dopo Icons, una mostra sul cibo

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orna l’appuntamento con la grande fotografia. È stata inaugurata la mostra Cibo ai musei San Domenico, che raccoglie 80 scatti del famoso fotografo americano Steve McCurry e rimarrà aperta sino al 6 gennaio. Un racconto fotografico sul cibo come elemento universale, pur così diverso da Paese a Paese, un giro del mondo sui modi di produrlo, trasformarlo e consumarlo evidenziando il suo valore, senza sottovalutare l’attenzione al non spreco e della cultura a cui lo stesso rimanda, ponte di conoscenza tra i popoli. Scatti di grande impatto, per la maggior parte inediti, scelti per realizzare un viaggio tra le diverse tradizioni. L’allestimento, ideato da Peter Bottazzi, si sviluppa in cinque sezioni che seguono il ciclo di vita del cibo. Le fotografie, scattate dal fotografo, noto per le suggestive copertine della rivista National Geographic, tra America Latina, Asia ed Europa nel corso della sua carriera ultratrentennale, sono accompagnate da strutture scenografiche e da video che rendono la visita un’esperienza unica dal punto di vista fisico ed emozionale. Dopo la prima sezione che introduce al ciclo di vita del cibo, la seconda mostra il pane come alimento primario, linguaggio universale. La terza sezione è dedicata alla produzione del cibo e quindi al lavoro nei campi, nelle piantagioni e in mare. La quarta è fo‹‹‹ Segue da pagina 8

Indispensabile uscire dalla polemica per progettare seriamente il futuro segretario Marco Valenti conclude “l’Associazione non ha mai smesso di cercare la via del dialogo, con la convinzione che il futuro si costruisca unicamente con la collaborazione di tutti. Non vogliamo alimentare speculazioni, piuttosto sbloccare una situazione che vede Forlì meno attrattiva rispetto ai comuni vicini. Dobbiamo lavorare assieme affinché il nostro comune possa giovarsi di un’offerta integrata che, partendo dal complesso museale del San Domenico e dalle sue mostre prestigiose, restituisca il giusto ruolo alla città nel circuito delle bellezze dell’Emilia-Romagna.”

calizzata sulla trasformazione del cibo, mentre la quinta è dedicata alla coesione che questo genera, allo stare insieme nel consumarlo, nello sfamarsi, nel non sprecarlo, il cibo riportato al suo valore centrale di vita. Un messaggio quanto mai attuale, in un momento storico nel quale la sensibilità ambientale e l’attenzione a nuovi modelli produttivi meno impattanti sull’ambiente si scontrano con le logiche di profitto di soggetti che non prestano attenzione al delicato equilibrio naturale. La mostra rappresenta un gradito ritorno, a Forlì, dell’artista quattro volte vincitore del World Press Photo, fu proprio McCurry, nel 2015, a inaugurare le mostre dedicate alla fotografia ospitate al San Domenico, che hanno visto avvicendarsi altri grandi nomi del panorama mondiale. La fotografia ha trovato nel complesso museale del San Domenico la propria collocazione ideale e oggi anche la nostra città si candida a essere uno dei grandi centri dedicati a questa arte. Interessante notare che, proprio per rafforzare il legame fra il tema oggetto della mostra e il nostro territorio, un ulteriore omaggio al fotografo è presente alla Chiesa dei Servi di Forlimpopoli con sei scatti inediti di McCurry esposti fino al 6 gennaio. Le fotografie vanno a completare il percorso espositivo sviluppato ai Musei San Domenico di Forlì. Un’occasione unica per scoprire altre foto di Steve McCurry in un contesto di grande fascino come la chiesa quattrocentesca dei Servi di Maria, che conserva importanti opere del Rinascimento romagnolo di autori come Marco Palmezzano e Livio Modigliani. essere impresa

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i numeri dell’economia

Credito: segnali negativi anche in Emilia-Romagna

Piccole imprese ancora penalizzate

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n un contesto caratterizzato da forti segnali recessivi internazionali, su cui pesa la crisi della manifattura tedesca e da numerose incertezze sull’evoluzione della domanda che influiscono sulle scelte di investimento, perdura il calo dei prestiti alle imprese, particolarmente per le micro e piccole, nonostante i bassi tassi di interesse e il miglioramento della qualità del credito. Spiega Mauro Collina vicesegretario di Confartigianato Forlì (nella foto) “nell’ultimo Bollettino della Banca d’Italia si conferma un irrigidimento delle condizioni di accesso al credito per le imprese di minore dimensione. Il 2019 ha visto l’entrata in campo negativo dei prestiti alle imprese che a giugno 2019 diminuiscono dello 0,7%, in linea con il -0,6% del trimestre precedente ma in controtendenza rispetto al +0,5% di un anno prima. Le maggiori criticità sul mercato del credito al sistema produttivo si osservano per i prestiti alle piccole imprese che a metà anno diminuiscono del 2,7%, peggiorando sia rispetto al -2,3% del trimestre

precedente sia al -1% di un anno prima.” Una situazione che penalizza le aziende dell’artigianato. I dati di dettaglio regionale evidenziano una flessione dei prestiti alle piccole imprese in tutte le regioni con i cali meno intensi, inferiori al punto percentuale, per il Lazio con il -0,4%, la Calabria e la Sardegna, entrambe con il -0,5%, la Campania con il -0,6%, la Basilicata con il -0,7% e la Provincia Autonoma di Bolzano con il -0,9%. All’opposto le diminuzioni più importanti si rilevano in Friuli-Venezia Giulia con il -4,9%, Valle d’Aosta con il -4,3%, Veneto con il -4,2%, Umbria con -3,9%, Marche con -3,8% ed Emilia Romagna con -3,6%. Continua Collina “tra le maggiori regioni si osservano diffuse performance negative per i prestiti alle piccole imprese, con cali più accentuati rispetto al totale in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana”. Nelle stime del quadro macro economico programmatico gli investimenti dell’economia italiana salgono del 2,2% per quest’anno e nella previsione 2020 non segnano una accelerazione (+2,3%); tuttavia, su tale andamento potrebbe influire negativamente il calo dei prestiti alle piccole imprese che, da sole, garantiscono 36,6 miliardi di euro di investimenti lordi in beni materiali. Conclude il vicesegretario “un minore tasso di investimento si rifletterebbe negativamente sulla propensione all’innovazione e sulla dinamica della produttività, rendendo meno agevoli i processi di trasformazione digitale in corso nelle imprese. Senza sottovalu-

tare gli effetti sulla domanda di lavoro e l’occupazione, che potrebbero peggiorare significativamente. Segnali negativi per il credito possono appesantire la dinamica degli investimenti, nonostante la reintroduzione del super ammortamento e una politica monetaria che rimane accomodante.” Come indicato dai report dell’Istat sul clima di fiducia si evidenzia il persistere del saldo negativo dell’indicatore di accesso al credito per le piccole imprese manifatturiere. Un cambio di tendenza negli investimenti privati sarebbe particolarmente grave per l’economia italiana, caratterizzata da una discesa degli investimenti pubblici.

Solidarietà Confartigianato di Forlì sostiene la lotteria della solidarietà promossa dall’Associazione Amici di Don Dario. In palio 150 premi e con ogni biglietto 12 omaggi per accedere a sei musei locali e gustare deliziose leccornie. essere impresa

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privacy

Attenzione alle transazioni finanziarie

Banche, chiavette e sicurezza dati

L

a privacy è un tema molto sentito dagli utenti del web, sia quando fanno shopping online, sia quando gestiscono il proprio conto in rete. Il 14 settembre è entrata vigore la novità prevista dalla direttiva europea PSD2. Da questa data le banche sono obbligate a condividere con terze parti tutte le informazioni che hanno sui propri correntisti, previa autorizzazione del cliente. I Pisp (Payment Initiation Service Providers) sono società intermediarie tra il pagatore (consumatori o aziende) e la propria banca che hanno lo scopo di versare denaro a un terzo soggetto. Grazie ai Pisp è possibile effettuare un pagamento su un sito di ecommerce senza inserire i dati della propria carta di credito o bancomat, perché sarà il venditore ad accedere direttamente al conto dell’acquirente previa autorizzazione e prelevare. Altri giganti del panorama digitale, come Google e Facebook, potranno beneficiare di questa nuova opportunità addebitando ai clienti senza passare per il tramite di alcuna carta. Per accedere al conto del cliente i Pisp devono comunque usare procedure di autenticazione e devono mettere a disposizione del cliente tutte le informazioni relative a quell’operazione. Gli Aisp (Account Information Service Provider) sono servizi che monitorano, sempre previo consenso, i conti correnti e le carte, analizzano e aggregano questi dati per fornirci un quadro complessivo delle nostre finanze in un’unica schermata. Un report sul nostro patrimonio complessivo, le entrate e le uscite del mese. In base a questi dati possono fornire consigli su come investire ma non possono operare sul conto corrente o detenere i essere impresa

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soldi del cliente. I Cisp (Card Issuer Service Providers) sono invece soggetti che emettono carte di pagamento. Solo che, a differenza delle prepagate (che il cliente può ricaricare di volta in volta prelevando denaro dal proprio conto corrente), queste sono direttamente collegate al conto corrente, anche se è stato aperto in una banca differente. I Cisp forniscono la carta ma non detengono il denaro del cliente, hanno però un canale privilegiato per accedervi. Il tema della privacy online non è un tema messo in evidenza dall’entrata in vigore del GDPR, ma dalla diffusione crescente del mercato digitale. La protezione dei dati degli utenti è oggi una delle principali sfide che le banche devono affrontare. Spiega il coordinatore del servizio privacy di Confartigianato Forlì, Luca Gaspari “un altro grande nodo concerne gli strumenti di sicurezza per pagare online. La direttiva rafforza le misure a tutela dei risparmiatori, per prevenire frodi e furti di identità. La sicurezza dei clienti si basa su tre principi, le procedure di autenticazione delle banche devono prevedere almeno due di questi, password conosciuta solo dal cliente, uno strumento che possiede solo l’utente, come smartphone o token, oppure qualcosa che l’utente è, come l’impronta o il riconoscimento facciale. Il problema dei token attuali è che generano un codice, definito one time password, che dura pochi secondi ma non esclude la possibilità che un hacker possa utilizzarlo per compiere una seconda operazionelampo, stornando denaro dal conto del cliente. Con le nuove regole, invece, il codice comunicato al cliente è valido soltanto per quella operazione.” In Italia la consapevolezza dell’importanza di proteggere i dati personali sta crescendo, tuttavia ci sono ampi margini di miglioramento: una recente indagine rivela che circa la metà del campione usa password specifiche per ciascuno dei servizi online, il 38% degli intervistati dichiara di utilizzare la stessa password per diversi servizi online o addirittura per effettuare tutti gli accessi. Quando si tratta di aggiornare le credenziali di accesso, circa un terzo degli intervistati (32%) cambia le proprie password ogni sei o dodici mesi, il 27% invece ogni 2 o 5 mesi. Solo il 21% le cambia con frequenza mensile e il 14% addirittura mai.


SPORTELLO PRIVACY Cosa deve fare l’impresa? Mappare i trattamenti ovvero verificare la sua situazione attuale rispetto al trattamento dei dati personali. Ciò consentirà di avere una fotografia dell’impresa rispetto a: le tipologie di trattamenti (ad es. raccolta, archiviazione, etc.); le tipologie dei dati trattati (che potranno essere dati personali comuni o sensibili); le finalità dei trattamenti (ad esempio la gestione delle relazioni commerciali); i soggetti che trattano i dati; il flusso dei dati (in entrata e in uscita); la durata dei trattamenti; la base giuridica del trattamento (contratto, consenso, obbligo di legge).

Con quali strumenti? Check-list dei trattamenti Individuare le azioni per essere in regola con la nuova normativa: la minimizzazione dei dati (l’impresa dovrà limitarsi a trattare solo i dati strettamente necessari alla finalità perseguita); l’identificazione per ogni trattamento della base giuridica (ad es. un contratto o un obbligo legale); la revisione della modulistica (informativa, consenso, etc.); il controllo delle misure tecnico-organizzative (sono adeguate alla protezione effettiva ed efficace dei dati in base anche al rischio connesso ai tipi di dati (soprattutto sensibili) e al trattamento effettuato?); la verifica dell’esistenza di trattamenti automatizzati (ad es. profilazione) che richiedono particolare attenzione e misure di protezione più elevate; l’eventuale trasferimento di dati al di fuori dell’UE; la designazione del responsabile del trattamento; la redazione del registro dei trattamenti. Con quali strumenti? Misure tecniche ed organizzative (es. adeguata formazione del personale che tratta i dati, misure di sicurezza in termini di accessibilità ai dati, di sicurezza cartacea e informatica); modulo informativa; modulo consenso.

Documentare la conformità alla nuova disciplina Registro dei trattamenti nel quale sono contenute una serie di informazioni relative ai vari trattamenti effettuati (ad es. chi è il titolare o il responsabile, la finalità e la durata, la base giuridica). Modulistica aggiornata; consenso al trattamento; contratto o un atto di designazione del responsabile del trattamento; procedure specifiche in caso di data breach (perdita, distruzione o diffusione indebita dei dati posseduti dall’impresa); procedure in caso di esercizio dei diritti dell’interessato previsti dal regolamento (ad esempio il diritto di accesso, o di rettifica o cancellazione dei dati). Contatta lo sportello Privacy allo 0543 452866 essere impresa

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notiziario tecnico

Consulenza fiscale › a cura di Francesco Bandini FATTURA DIFFERITA CON DATA ULTIMO GIORNO DEL MESE L’Agenzia delle Entrate ha accolto la richiesta della Confederazione che risolve le complicazioni relative alla gestione della data da indicare sulle fatture differite. La data della fattura differita può coincidere con quella di emissione dell’ultimo DDT o è comunque possibile indicare convenzionalmente la data di fine mese, rappresentativa del momento di esigibilità dell’imposta. È questa l’importante precisazione che emerge dalla lettura della risposta dell’Agenzia delle Entrate all’istanza di interpello n. 389 pubblicata il 24 settembre 2019, a maggior chiarimento della precedente circolare n. 14/E/2019 che lasciava irrisolti alcuni dubbi. In tale circolare, infatti, l’Agenzia aveva sostenuto che la data da indicare nella fattura differita poteva coincidere con quella di emissione dell’ultimo DDT del mese di riferimento, con la conseguenza che non pareva possibile (se non con contestuale invio della fattura allo SDI) inserire nel campo “data” della fattura l’ultimo giorno del mese ed inviare la stessa entro il giorno 15 del mese successivo. Ora, con la risposta in commento, a fronte di più cessioni effettuate nel mese di settembre 2019 accompagnate dai relativi DDT (datati 10, 20 e 28 settembre), nel campo “data” può essere indicato:  un giorno qualsiasi tra il 28 settembre ed il 15 ottobre 2019, qualora la data di predisposizione sia contestuale a quella di invio allo SDI (data emissione);  la data di almeno una delle operazioni (10, 20 o 28 settembre) e, come chiarito nella circolare n. 14/E/2019, preferibilmente la data dell’ultima operazione (28 settembre). E’ consentito, comunque, indicare convenzionalmente la data di fine mese (30 settembre 2019) rappresentativa del momento di esigibilità dell’imposta, fermo restando che

la fattura potrà essere inviata allo SDI entro il 15 ottobre 2019.

CONSULTAZIONE FATTURE SITO AGENZIA DELLE ENTRATE Il 31 ottobre 2019 sarà l’ultimo giorno utile per aderire online al servizio di consultazione delle fatture elettroniche ricevute a partire dal 1° gennaio di quest’anno. Chi non esprime la “volontà” entro tale data potrà visualizzare solo le e-fatture ricevute dopo il consenso al servizio di consultazione. Tutti i cittadini possono vedere online dal 1° novembre le fatture elettroniche ricevute ma per farlo devono espressamente aderire al servizio di “Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici” nell’area riservata del sito internet dell’Agenzia delle entrate. Questa regola è in linea con le indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali. Coloro che aderiscono al servizio entro il 31 ottobre 2019 - durante il periodo transitorio iniziato il 1° luglio - potranno consultare e scaricare tutte le fatture ricevute a partire da inizio anno. Chi, invece, comunica la propria adesione dal 1° novembre - quando il servizio sarà a regime - potrà consultare o scaricare solamente i file delle fatture ricevute dopo il consenso espresso. In ogni caso, chiunque è libero in ogni momento di recedere dal servizio, ma dal giorno successivo alla scelta di non aderire non potrà più consultare né scaricare i file delle proprie fatture elettroniche.

SCUOLE GUIDA E APPLICAZIONE DELL’IVA CON EFFETTO RETROATTIVO Con la recente risoluzione n. 79/E del 2 settembre 2019 l’Agenzia delle Entrate ha fornito un nuovo indirizzo sul regime Iva applicabile alle lezioni di guida fornite dalle scuole guida. La vicenda trae origine dalla sentenza C-449/17 del 14 marzo 2019 con cui la Corte di Giustizia Ue ha interpretato la nozione di “insegnamento scolastico o universitario” in tema di esenzione Iva in quanto seContinua a pagina 17 ›››

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notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 15

condo i giudici, alle attività di insegnamento fornite dalle scuole guida non può applicarsi il regime di esenzione Iva, atteso che i termini con i quali sono state designate le esenzioni “devono essere interpretati restrittivamente, dato che tali esenzioni costituiscono deroghe al principio generale …, secondo cui l’Iva è riscossa per ogni prestazione di servizi effettuata a titolo oneroso da un soggetto passivo”. L’Agenzia delle Entrate si è adeguata all’indirizzo espresso dalla suddetta sentenza con efficacia retroattiva ovvero alle attività avente ad oggetto lo svolgimento di corsi teorici e pratici necessari al rilascio delle patenti di guida deve considerarsi imponibile agli effetti dell’Iva con impatto, non solo sulle operazioni effettuate successivamente alla pubblicazione della risoluzione in commento, ma anche sulle operazioni pregresse, effettuate e registrate in annualità ancora accertabili ai fini Iva. Su richiesta delle Associazioni il 25 settembre 2019 il Governo ha risposto al question time presentato in Commissione Finanze della Camera (n. 5-02751 e 5-02752) sull’applicazione dell’IVA alle prestazioni didattiche rese dalle autoscuole, a seguito della risoluzione n. 79/E del 2 settembre 2019 (si veda News n. 62 /2019). Il Governo fa presente che è allo studio l’emanazione di una norma finalizzata a ridefinire l’ambito applicativo dell’esenzione attualmente prevista per le prestazioni didattiche di ogni genere, compresi quindi gli insegnamenti specifici quali quelli impartiti dalle scuole guida, in considerazione del fatto che la sentenza della Corte di Giustizia europea (del 14 marzo 2019, C-449/17), ha fatto venire meno le condizioni di compatibilità dell’art. 10, n. 20), DPR 633/72 con l’articolo 132, c.1, lett. i), direttiva 2006/112/CE. La norma, che dovrebbe essere inserita nel primo provvedimento utile dovrà, quindi, sostanzialmente attribuire efficacia non retroattiva alla sentenza C-449/2017 proprio per garantire il legittimo affidamento dei contribuenti che hanno reso prestazioni in esenzione IVA (come chiarito nella precedente prassi). Nel frattempo, fino all’emanazione della specifica norma di legge:

 si conferma che le prestazioni didattiche rese dalle autoscuole, a decorrere dal 2 settembre 2019, prudenzialmente vanno assoggettate ad IVA: anche se sarà emanata una norma specifica, si ritiene che il contribuente non possa disconoscere l’indirizzo espresso dall’Agenzia delle entrate nella risoluzione n. 79/E/2019.  Nessuna variazione deve essere effettuata per le operazioni poste in essere fino al 1° settembre 2019: la norma in via di emanazione, come detto, dovrà garantire il legittimo affidamento del contribuente.

TRASMISSIONE TELEMATICA DEI CORRISPETTIVI E LE REGOLE PER L’INVIO NEI SEI MESI DI MORATORIA L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 15 del 29 giugno 2019, ha fornito gli attesi chiarimenti sulla inapplicabilità delle sanzioni in sede di avvio dell’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi dopo la modifica normativa inserita nell’articolo 12-quinques in sede di conversione del decreto legge n. 34/2019 (decreto legge “crescita”, convertito in legge n. 58 del 28 giugno 2019 e pubblicato nel S.O. n. 26/L alla G.U. n. 151 del 29 giugno 2019). Innanzitutto la disposizione ha introdotto a regime un maggior arco temporale (12 giorni) entro cui i dati relativi ai corrispettivi giornalieri sono trasmessi telematicamente all’Agenzia delle Entrate, fermo restando l’obbligo di memorizzazione giornaliera dei dati relativi ai corrispettivi e i termini di liquidazione dell’IVA. Inoltre, ha previsto una “moratoria dalle sanzioni” nel primo semestre di vigenza dell’obbligo (quindi, fino al 31 dicembre 2019 per i soggetti tenuti all’avvio dal 1° luglio 2019; fino al 30 giugno 2020 per i soggetti tenuti all’avvio dal 1° gennaio 2020). In particolare: a) i soggetti che alla data del 1° luglio 2019 (o 1° gennaio 2020) non hanno la disponibilità di un Registratore Telematico (RT) devono: Continua a pagina 18 ›››

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notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 17

- continuare a certificare i corrispettivi mediante scontrini o ricevute fiscali fino alla messa in uso del Registratore Telematico e comunque per un periodo non superiore ai sei mesi; - annotare i dati dei corrispettivi nel registro dei corrispettivi (ex art. 24 DPR 633/72); - trasmettere i dati relativi ai corrispettivi giornalieri entro la fine del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione (con le modalità che saranno stabilite con apposito provvedimento direttoriale); - liquidare l’IVA del periodo nei termini ordinari. b) I soggetti che alla data del 1° luglio 2019 (o 1° gennaio 2020) hanno tempestivamente “messo in servizio” il Registratore Telematico: - devono memorizzare il corrispettivo mediante il RT e rilasciare il documento commerciale; - possono trasmettere i dati relativi ai corrispettivi giornalieri entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione; - liquidano l’IVA del periodo nei termini ordinari. Infine, si fa presente che l’Agenzia delle Entrate ha attivato la procedura web gratuita per la memorizzazione e trasmissione dei dati dei corrispettivi, accessibile all’interno dell’area riservata del portale Fatture e Corrispettivi ed i dati dei corrispettivi giornalieri possono essere inviati direttamente dal contribuente o da un intermediario abilitato. In quest’ultimo caso, gli intermediari incaricati della trasmissione telematica rilasciano al contribuente copia della comunicazione trasmessa e della ricevuta, che ne attesta il ricevimento da parte dell’Agenzia delle Entrate e costituisce prova dell’avvenuta presentazione. La Confederazione ha rappresentato all’Amministrazione finanziaria la necessità di una proroga del termine relativo al primo invio, scadente il 2 settembre 2019

(per i corrispettivi del mese di luglio 2019 realizzati dal soggetto che non ha attivato il RT), chiedendo di accorpare al 30 settembre 2019 il termine per l’invio dei corrispettivi di luglio e agosto 2019.

Ambiente e Sicurezza › a cura di Alberto Camporesi Sicurezza sul lavoro, la richiesta di Confartigianato

“LAVORARE PER RIDURRE LA BUROCRAZIA E RENDERE PIÙ INCISIVI GLI ADEMPIMENTI” Confartigianato ha partecipato a un incontro sulla sicurezza convocato dal neoministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Nel corso dell’incontro i rappresentanti della Confederazione hanno evidenziato che la normativa italiana in materia di salute e sicurezza si caratterizza per la sua eccessiva complessità, privilegiando spesso l’adempimento formale rispetto a quello sostanziale, con un apparato sanzionatorio eccessivamente prescrittivo e punitivo. Al contempo, Confartigianato ha ribadito l’impegno pluriennale in materia di sicurezza, attestato, tra l’altro, dalla costituzione, oltre 20 anni fa, assieme alle Organizzazioni sindacali, della rete degli Organismi paritetici, sede di confronto e di individuazione di soluzioni di prevenzione efficaci e condivise fra datori di lavoro e lavoratori, evidenziando anche il capillare impegno a favorire la diffusione della cultura della legalità e della sicurezza nelle imprese associate. “Nell’impresa artigiana - ha sottolineato Confartigianato - il tema della sicurezza sul lavoro riguarda allo stesso modo il datore di lavoro e i collaboratori, lavorando gomito a gomito e condiviContinua a pagina 19 ›››

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notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 18

dendo tutti i rischi. L’obiettivo è ridurre al minimo gli infortuni e azzerare quelli mortali, per questo occorre contrastare l’idea che la sicurezza sul lavoro si realizzi con più burocrazia. Al contrario, le norme vanno semplificate, rese più chiare e semplici da applicare. E la cultura delle carte a posto va sostituita con quella degli adempimenti e comportamenti sostanziali realmente utili a prevenire gli infortuni sul lavoro.” Confartigianato ha quindi chiesto un confronto sulla riforma del D.Lgs. n. 81/2008 finalizzato a semplificare e sburocratizzare la materia, a dare maggiori certezze alle imprese sulla corretta interpretazione delle norme, a sostenere le piccole imprese nella fondamentale attività di prevenzione.

Evento formativo per gli associati

SEMINARIO REGISTRO TELEMATICO F-GAS Per scoprire le novità e le modalità di compilazione della nuova banca dati degli F-Gas Confartigianato Forlì ha organizzato un seminario sabato 19 ottobre nella sede forlivese dell’associazione. Il corso illustra gli obblighi che valgono per tutti gli imprenditori, che lavorano con i gas fluorurati e che sono chiamati a caricare le informazioni relative alle apparecchiature e agli interventi di installazione, assistenza e manutenzione effettuati. Entro 30 giorni dall’intervento, bisogna inserire nella banca dati tutte le installazioni, le manutenzioni e le dismissioni che verranno effettuate sulle macchine che contengono i gas fluorurati. Tutto sarà tracciato nella banca dati e non più sul registro cartaceo tenuto fino a oggi. Qualsiasi impianto di climatizzazione, piccolo o grande, verrà tracciato dalla messa in esercizio fino al momento dello smaltimento. Con questa novità, gli installatori divengono gli attori principali di tutta la filiera dei gas refrigeranti, della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e di chi vive a contatto con queste apparecchiature. Un cambiamento che punta tutto sulla qualificazione e sulla certificazione di impiantisti e manutentori, mettendo definitivamente al bando gli abusivi. Gli artigiani del settore dovranno imparare a gestire e a utilizzare la piattaforma della banca dati degli F-Gas, sviluppata affinché sia di agevole utilizzo, accessibile quindi anche alle strutture di piccolissime dimensioni, che dovranno comunicare i dati degli interventi alla banca dati. Gli imprenditori dovranno imparare ad utilizzare questo nuovo sistema informatico ma saranno novità semplici e facilmente fruibili per essere rese immediatamente operative. Il prossimo passaggio sarà l’emanazione del decreto sanzioni, che definirà le multe per gli imprenditori che lavorano senza

certificazione e per i cittadini che affideranno i propri impianti agli operatori improvvisati.

Credito › a cura di Collabora CCIAA: BANDO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI PER L’ISTALLAZIONE DI SISTEMI DI SICUREZZA ANTIRAPINA Le microimprese e le PMI delle province di Forlì-Cesena e Rimini possono beneficiare dei contributi messi a disposizione dall’Ente Camerale. Sono ammissibili le spese (al netto di IVA e di altre imposte e tasse) relative all’acquisto e all’istallazione di sistemi di video allarme antirapina in grado di interagire direttamente con gli apparati in essere presso le sale e le centrali operative della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri o degli Istituti di Vigilanza, conformemente ai principi predisposti dal Garante per la protezione dei dati personali in materia di videosorveglianza, e che siano conformi al disciplinare tecnico di cui Protocollo d’intesa siglato il 14 luglio 2009 tra il Ministero dell’Interno e le Associazioni imprenditoriali di categoria, rinnovato il 12 novembre 2013; Sistemi di video allarme antirapina a circuito chiuso, sistemi biometrici per l’accesso a locali protetti, sistemi antintrusione con allarme acustico e nebbiogeni. Gli impianti devono essere nuovi, sono quindi esclusi gli ampliamenti e gli adeguamenti di impianti preesistenti. Le spese devono fare riferimento ad interventi realizzati a partire dal 1° ottobre 2019 e fino al 15 febbraio 2020 (farà fede la data del documento di spesa). Il contributo, in regime “de minimis”, è pari al 50% delle spese ammesse, fino ad un massimo di euro 2.500 ad impresa. Non sono concessi contributi per interventi le cui spese ammissibili siano di importo inferiore a euro 1.000. Documenti necessari per la compilazione delle domande:  Elenco aiuti in regime “de minimis” ottenuti dall’impresa nel triennio,  preventivi di spesa,  breve descrizione dell’intervento. Le domande di contributo devono essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica, con firma digitale, attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco di Infocamere - Servizi e-gov, dalle ore 8:00 del 07/10/2019 Continua a pagina 20 ››› essere impresa

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notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 19

alle ore 21:00 del 16/12/2019. Per informazioni potete contattare i nostri uffici, oppure scrivere a credito@ confartigianato.fo.it

VOUCHER PER CONSULENZA ALL’INNOVAZIONE La misura Voucher per consulenza in innovazione è l’intervento che, in coerenza con il Piano nazionale “Impresa 4.0”, sostiene i processi di trasformazione tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale attraverso l’introduzione in azienda di figure manageriali in grado di implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. Possono beneficiare delle agevolazioni di cui al Voucher per consulenza in innovazione le micro e PMI operanti sul territorio nazionale, iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio competente, in possesso dei seguenti requisiti: non rientrare tra le imprese attive nei settori esclusi dall’articolo 1 del Regolamento UE n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013 “De Minimis”; non essere destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e risultare in regola con il versamento dei contributi previdenziali; non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente ai sensi della normativa vigente; non aver ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato aiuti sui quali pende un ordine di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione Europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune. Possono inoltre beneficiare del Voucher anche le reti d’impresa composte da un numero non inferiore a tre PMI in possesso dei requisiti descritti, purché il contratto di rete configuri una collaborazione effettiva e stabile e sia caratterizzato dagli elementi di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto 7 maggio 2019. Si considerano ammissibili al contributo le spese sostenute a fronte di prestazioni di consulenza specialistica rese da un manager dell’innovazione iscritto nell’elenco costituito dal MiSE, inserito in azienda, con un contratto di consulenza di durata non inferiore a nove mesi. La consulenza deve essere finalizzata a indirizzare e supportare i processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e delle reti attraverso l’applicazione di una o più delle tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0: essere impresa

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 big data e analisi dei dati;  cloud, fog e quantum computing;  cyber security;  integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;  simulazione e sistemi cyber-fisici;  prototipazione rapida;  sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);  robotica avanzata e collaborativa;  interfaccia uomo-macchina;  manifattura additiva e stampa tridimensionale;  internet delle cose e delle macchine;  integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;  programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati;  programmi di open innovation. Gli incarichi manageriali possono inoltre indirizzare e supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali, attraverso: l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa; l’avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati, alla partecipazione al Programma Elite, all’apertura del capitale di rischio a investitori indipendenti specializzati nel private equity o nel venture capital, all’utilizzo dei nuovi strumenti di finanza alternativa e digitale quali, a titolo esemplificativo, l’equity crowdfunding, l’invoice financing, l’emissione di minibond. Le specifiche circa contenuto e finalità delle prestazioni consulenziali, nonché durata e compenso, devono risultare da un contratto di consulenza sottoscritto successivamente alla data di presentazione della domanda. L’agevolazione è costituita da un contributo, in regime “de minimis” sotto forma di voucher il cui importo massimo è così differenziato:  Micro e piccole: contributo pari al 50% dei costi soContinua a pagina 21 ›››


notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 20

stenuti fino ad un massimo di 40 mila euro  Medie imprese: contributo pari al 30% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 25 mila euro  Reti di imprese: contributo pari al 50% dei costi sostenuti fino ad un massimo di 80 mila euro Termini e modalità di presentazione delle domande da parte delle imprese e delle reti. L’iter di presentazione delle domande di agevolazione è articolato nelle seguenti fasi: verifica preliminare del possesso dei requisiti di accesso alla procedura informatica, a partire dalle ore 10.00 del 31 ottobre 2019; compilazione della domanda di accesso alle agevolazioni, a partire dalle ore 10.00 del 7 novembre 2019 e fino alle ore 17.00 del 26 novembre 2019; invio della domanda di accesso alle agevolazioni, a partire dalle ore 10.00 del 3 dicembre 2019. Al raggiungimento del tetto di 50 milioni di euro, lo sportello verrà chiuso e le domande rimaste senza copertura saranno considerate decadute. Per ulteriori informazioni potete contattare l’Ufficio Credito: credito@confartigianato.fo.it

Consulenza del lavoro › a cura di Susi Silvani BENEFICI NORMATIVI E CONTRIBUTIVI E RISPETTO DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA Con la Circolare n. 9 del 10 settembre 2019, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro fornisce precisazioni sulla non revocabilità dei benefici normativi e contributivi goduti dai datori di lavoro che riconoscono ai dipendenti un trattamento normativo e retributivo uguale, se non migliore, a quanto previsto dalla contrattazione collettiva chiarendo quanto già affermato nelle circolari n. 7/2019 e n. 3/2018, che fanno sempre riferimento ai benefici normativi e contributivi nonché al rispetto della contrattazione collettiva. La circolare fa particolare riferimento alla corretta applicazione all’art.1, c.1175 della Legge n. 296/2006, che prescrive, ai fini del riconoscimento dei suddetti benefici, “il rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali, laddove sottoscritti, stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale” chiarendo che

con il termine “rispetto” deve intendersi, al solo fine della fruizione dei benefici suddetti, all’osservanza da parte del datore di lavoro dei contenuti normativi e retributivi dei contratti stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello nazionale. E’ dunque irrevocabile il diritto ai benefici descritti se il datore riconosce ai lavoratori un trattamento normativo e retributivo identico, se non migliore, rispetto a quello previsto dal contratto stipulato dalle OO.SS. comparativamente più rappresentative, a prescindere dal contratto collettivo applicato.

INPS: PROROGATO IL TERMINE DI VERSAMENTO L’INPS ha emanato il messaggio n. 3447 del 24 settembre 2019, con il quale comunica la proroga del termine di versamento della maggiorazione (0,50%) del contributo addizionale NASpI, per i contratti a tempo determinato e le somministrazioni a termine effettuate nel periodo compreso tra il 14 luglio 2018 e l’agosto 2019. Il termine di esposizione della suddetta contribuzione, relativa al periodo compreso tra il 14 luglio 2018 (data di entrata in vigore del Decreto Legge n. 87/2018) ed agosto 2019, è prorogato al mese di ottobre 2019.

DISPOSIZIONI URGENTI PER LA TUTELA DEL LAVORO Il decreto introduce nuove disposizioni in materia di tutela dei lavoratori delle piattaforme digitali (c.d. Riders); ampliamento delle tutele per gli iscritti alla Gestione Separata INPS; modifica dei requisiti di accesso alla DIS-COLL; versamenti a titolo di liberalità da parte di privati al Fondo per il diritto al lavoro dei disabili; assegnazione di ulteriori risorse per la risoluzione di crisi aziendali e la conservazione dei livelli occupazionali in alcune aree geografiche; esonero dal contributo addizionale previsto a carico delle imprese che presentano domanda di integrazione salariale a favore delle imprese del settore della fabbricazione di elettrodomestici il Decreto è entrato in vigore il 5 settembre 2019.

INCENTIVO ASSUNZIONE DISABILI L’incentivo inerente all’assunzione dei disabili è stato rifinanziato con Decreto del 3 luglio 2019 (pubblicato il 26 settembre 2019), il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha previsto il rifinanziamento, per l’anno 2019, dell’incentivo per l’assunzione di lavoratori disabili. essere impresa

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donne impresa

Imprese in rosa leader in Europa

Non decolla la conciliazione

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e donne italiane sono tra le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro Paese è agli ultimi posti nell’Ue per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia. È questo, in estrema sintesi ciò che è emerso dalla due giorni di lavoro promosso dal movimento Donne Impresa realizzata a Roma, a cui ha preso parte anche una delegazione forlivese. Nel corso della Convention, Confartigianato ha presentato un rapporto sull’imprenditoria femminile dal quale emerge che l’Italia conta 1.510.600 donne che svolgono attività indipendenti e che sono aumentate del 3,3% nell’ultimo anno. Per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome l’Italia è al secondo posto in Europa, preceduta soltanto dal Regno Unito che raggiunge quota 1.621.000. A trainare il lavoro indipendente femminile sono le 182.853 titolari di imprese individuali artigiane il cui numero è aumentato del 2,6% negli ultimi 10 anni. Insieme a socie e collaboratrici costituiscono un piccolo esercito di 350.405 donne d’impresa, con una presenza prevalente in Lombardia (66.763), seguita da Emilia Romagna (36.757), Veneto (36.991), Piemonte (31.995), Toscana (30.981). La classifica provinciale vede in testa Milano, con 18.151 imprenditrici. Secondo posto per Torino (15.769), seguita da Roma (14.829). Le donne italiane superano gli uomini nella vocazione imprenditoriale: nel 2018 sono nate 95.672 imprese femminili, 368 al giorno, con un tasso di natalità del 7,2% a fronte del 5,3% delle imprese maschili. Le imprenditrici, inoltre, sono sempre più giovani, istruite e hi tech. E conquistano settori tipicamente maschili. Le attività guidate da giovani donne un-

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der 35 sono 165.985, pari al 12,4% del totale delle imprese femminili, una quota superiore del 3,8% rispetto all’incidenza degli imprenditori under 35 nelle imprese guidate da uomini. Il tasso di natalità delle imprenditrici under 35 è del 19,4%, mentre per i giovani imprenditori è al 17,9%. Le donne superano gli uomini anche nella corsa all’istruzione universitaria: tra il 2000 e il 2018 le imprenditrici laureate sono aumentate del 16,4%, mentre i loro colleghi laureati sono diminuiti della medesima percentuale. Si consolida anche la presenza femminile nei settori ad alta tecnologia: sono 34.141, il 16% del totale delle aziende hi tech, le imprenditrici impegnate in attività che vanno dalle telecomunicazioni alla farmaceutica, dalla produzione di software alla ricerca scientifica. Le imprese femminili artigiane hi tech sono 5.748. la partecipazione femminile si moltiplica anche nei mestieri tipicamente maschili: sono 101.262 le imprese femminili che svolgono attività di trasporto merci, autoriparazione, edilizia, produzione di macchine e prodotti in metallo, falegnameria. Le imprese femminili artigiane in settori ‘da uomini’ sono 24.830. Le imprenditrici offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale: si attesta, infatti, a 290 miliardi di euro il valore aggiunto prodotto dalle imprese guidate da donne. A questa cifra si aggiungono i 219 miliardi realizzato dalle lavoratrici dipendenti in imprese maschili. Se nelle attività indipendenti le donne italiane primeggiano in Europa, il nostro Paese si conferma ultimo per il tasso di occupazione femminile. Le imprenditrici devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. L’Osservatorio di Confartigianato mette in luce che la spesa pubblica italiana è fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani mentre quella per le famiglie e i giovani si ferma a 26,9 miliardi, pari al 3,2% della spesa totale della PA (rispetto al 3,8% della media Ue) e all’1,6% del Pil (rispetto all’1,7% della media Ue). Percentuali che collocano l’Italia rispettivamente al 18° posto e al 15° posto tra i 28 Paesi europei. Confartigianato ha analizzato anche la disponibilità dei servizi per la famiglia messi in campo dagli Enti loContinua a pagina 23 ›››


donne impresa

Un bivio per le donne

Maternità o professione?

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a difficoltà delle donne nel conciliare la vita lavorativa con l’essere madri viene misurata dal rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare fino a 5 anni e delle donne senza figli che è pari, nel 2018, al 73,8%. La dinamica di tale indicatore mostra un peggioramento negli ultimi tre anni, dopo un costante miglioramento iniziato nel 2011. Dati che indicano quanta strada sia ancora da percorrere affinché anche le donne possano essere contemporaneamente professioniste affermate e genitori. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro vede le donne penalizzate rispetto agli uomini in tutte le regioni. I valori più bassi per le donne sono quelli registrati dalla Provincia Autonoma di Bolzano (4,9% con il gap minimo di 1,1 punti percentuali con il valore degli uomini), dalla Provincia Autono-

ma di Trento (10,6%), in Valle d’Aosta (11,4%), Emilia Romagna (12,8%) e Lombardia (13,2%).

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delle donne a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Confartigianato ha calcolato infatti che il tasso di occupazione delle donne single tra 25 e 49 anni è pari al 78,1% ma scende al 60% per le donne in coppia. La percentuale precipita poi al 57,7% per le donne in coppia con figli. Si tratta del valore più basso nell’Unione europea dove la media del tasso di occupazione delle donne tra 25 e 49 anni in coppia e con figli a carico è del 73%. Per supplire alle carenze dei servizi pubblici, le donne si caricano di una notevole mole di impegni, tra cura della famiglia e attività domestiche, cui dedicano in media 3 ore e 45 minuti al giorno di lavoro non retribuito, pari ad un valore complessivo annuo di 100,2 miliardi di euro, di cui 18,5 miliardi attribuibile alle imprenditrici e 81,7 miliardi alle lavoratrici dipendenti. Il valore del lavoro non retribuito delle lavoratrici artigiane autonome è pari a 3,7 miliardi.

Non decolla la conciliazione cali. Si scopre così che soltanto il 56,7% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi integrativi per l’infanzia e che l’utilizzo di queste strutture è molto basso: a livello nazionale soltanto il 13% dei bambini con meno di 2 anni ha usufruito di tali servizi. Tutto ciò si riflette, inevitabilmente, sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato rileva infatti che il nostro Paese rimane ultimo nell’Ue per il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni: nel 2018 si attesta al 49,5% a fronte di una media del 63,3% nell’Ue a 28. Fa peggio di noi soltanto la Grecia con un tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni del 45,3%. Siamo ben lontani dal primato della Svezia (76%). Le cose peggiorano per la difficoltà

Da evidenziare che le donne di 25-44 anni senza figli sono maggiormente presenti nel mercato del lavoro mostrando un tasso di attività pari all’83,4%, superiore di ben 20,6 punti percentuali rispetto al 62,8% delle donne della stessa età che hanno figli. Con un dimezzamento del gap del tasso di attività conseguente a un contesto più favorevole all’offerta di lavoro femminile e a un incremento del livello dei servizi per la famiglia e per l’infanzia che riesca a far crescere il tasso di attività delle donne con figli, si otterrebbe un incremento dell’offerta di lavoro di 434.200 donne tra 25 e 44 anni con figli, pari a un aumento del 16,3% per le donne attive con figli che determinano un aumento del 10,7% per il totale delle donne attive in questa classe di età. Se, in analogia, applicassimo il dimezzamento del gap tra il tasso di occupazione delle donne con figli e quello delle donne senza figli, si registrerebbe una maggiore occupazione per 422.400 donne con figli in età compresa tra 25 e 44 anni, pari a un incremento del 18,1% per le donne occupate con figli che determinano un incremento dell’11,8% per il totale delle occupate di questa classe di età.

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anap

Più sicuri insieme

Difendersi dalle truffe coi consigli di Anap

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no dei problemi più avvertiti dalla popolazione anziana attiene alla sicurezza: sicurezza in casa e fuori di casa. Molto spesso gli anziani vivono da soli e questo aumenta il loro desiderio di sentirsi protetti. Tra i motivi che minano questa esigenza primaria vi sono la microcriminalità e le truffe alle quali possono essere soggetti. Truffe purtroppo sempre più raffinate ed evolute per la capacità di chi le mette in atto di adeguare le modalità di agire. Sebbene le truffe tradizionali continuino a mietere numerose vittime, si profila un nuovo rischio legato alle nuove tecnologie. Con internet, la rete e i servizi online si sono moltiplicati gli strumenti a disposizione dei criminali. Per questo l’Anap, assieme al Ministero dell’Interno e alle forze dell’Ordine, ha, ormai da diversi anni avviato una campagna sulla sicurezza contro le truffe agli anziani e non solo, un’attività di sensibilizzazione che ha avuto un notevole riscontro positivo in tutte le provincie italiane. Anche nel comprensorio forlivese sono stati molteplici i contributi forniti da Anap e Confartigianato in collaborazione con le forze dell’Ordine. Informare sui rischi è la prima forma di prevenzione, per questo giovedì 10 ottobre, nella sede di Confartigianato di Forlì, è stato organizzato un confronto con gli esperti per spiegare ai cittadini quali siano i rischi e le più recenti forme di raggiro studiate dai delinquenti per cercare di far cadere nella propria trappola le persone prese di mira. Come spiega Giu-

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seppe Mercatali, coordinatore Anap “ci troviamo a fronteggiare un’emergenza silenziosa. Spesso chi viene raggirato ha timore di denunciare perché si sente umiliato dal fatto di aver dato fiducia a chi non la meritava. È fondamentale essere informati sulle diverse tecniche che possono essere utilizzate dai truffatori, elaborando e facendo proprie strategie di prevenzione e di difesa. Ciò che risulta veramente odioso è che per lo più vengono sfruttati valori e comportamenti positivi delle vittime per circuirle e defraudarle. E le vittime devono sempre aver chiaro che sono persone per bene e che i loro buoni sentimenti vengono strumentalizzati, indebitamente e in modo subdolo, dal malintenzionato di turno.” Come rivelano numerosi studi il truffato può sperimentare un forte sentimento di “sconfitta” che si associa a sensazioni di abbandono e di solitudine. Ciò può essere combattuto grazie al supporto di chi affianca la persona, al rapporto con i parenti, i familiari, gli amici. Ma anche le associazioni, come Anap, possono essere d’aiuto, anzi, la testimonianza di chi ha vissuto un’esperienza negativa può essere un contributo prezioso per evitare che altri incorrano nella medesima situazione.

Intervista a Mario Zecchini

Il Cupla promuove un corso di memory training Il Cupla (Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo) è la sigla che riunisce otto Associazioni Nazionali dei Pensionati e che rappresenta oltre 5 milioni di pensionati del mondo del lavoro autonomo. La compagine provinciale è attualmente presieduta da Mario Zecchini, che ha tenuto a battesimo il primo corso dedicato al memory training, mirante a prevenire problemi di memoria, per mantenere attive le funzioni cognitive anche in età avanzata. Il progetto prende le mosse il 7 ottobre a Modigliana, dove, per 10 incontri, i partecipanti hanno l’opportunità di frequentare le lezioni della psicologa Sonia Sassi che aiuterà gli Continua a pagina 25 ›››


anap

Gita sociale

Anap alla scoperta di Matera Capitale Europea della Cultura 2019

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na nutrita delegazione di soci e familiari dei soci dell’Anap di Forlì si è recata in gita a Matera per tre giorni, per visitare la bellissima città della Basilicata, diventata capitale Europea dell Cultura. Un luogo ricco di fascino e di bellezza ha accolto i quarantotto visitatori, che, accompagnati da una guida esperta, hanno potuto conoscere la storia della città, apprezzando, al contempo, le delizie enogastronomiche locali. Dopo la Basilicata, il gruppo si è recato in Puglia, ammirando Ostuni e Bari. Come chiarito dal coordinatore del movimento, Giuseppe Mercatali “oltre ad aver potuto vivere un’esperienza culturalmente stimolante e di grande impatto, i partecipanti hanno fatto gruppo, dando vita a un bel clima di condivisione, nonostante l’eterogeneità della compagine

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Il Cupla promuove un corso di memory training iscritti ad allenare il cervello, stimolando l’attenzione, la memoria e la concentrazione. Rivolto agli over 50, l’appuntamento di Modigliana rappresenta il primo ciclo di incontri, che saranno poi replicati negli altri comuni del comprensorio. Come spiega il presidente Zecchini “il corso nasce dalla collaborazione del Cupla con la Rete Magica e il Comitato Consultivo Misto distretto di Forlì dell’Unità Sanitaria Locale della Romagna ed è la prima risposta per combattere le malattie connesse all’invecchiamento. L’innalzamento dell’età nella nostra società, fattore sicuramente positivo, comporta anche un incremento delle patologie senili, come l’Alzheimer o la demenza. Acquisire tecniche di comprovata efficacia per facilitare il ricordo e la memorizzazione è sicuramente una prima risposta. Il benessere mentale può essere mantenuto, esattamente come quello fisico, con l’allenamento.” Da sottolineare che il progetto, grazie al contributo del Cupla e della BCC Ravennate, Forlivese, Imolese è completamente gratuito per i partecipanti. Sono molteplici

che ha visto assieme pensionati, artigiani ancora in attività e i loro familiari. Fra gli obiettivi di Anap c’è anche la creazione di appuntamenti di condivisione e di svago.”

i progetti a favore della terza età che hanno visto il Cupla in prima linea in questi anni. Continua Zecchini “tra i punti fermi della nostra attività c’è la battaglia affinché venga promulgata una legislazione specifica sulle case famiglia. Fino a poco tempo fa le strutture di accoglienza dovevano rispondere a pochi requisiti, sottostando unicamente all’autorizzazione comunale per accogliere fino a sei persone autosufficienti o lievemente non autosufficienti. Oggi, a seguito degli scandali che hanno portato all’emersione di gravi irregolarità nella gestione, è in corso un dibattito per giungere alla definizione di una regolamentazione nazionale o almeno regionale, che delinei gli standard di efficienza di queste strutture.” Sebbene l’Asl stia lavorando attivamente per effettuare i controlli, tra le proposte del Cupla c’è un maggiore coinvolgimento dei medici di base, che, grazie alla conoscenza dei pazienti, possono fungere da sentinelle per monitorare la sicurezza dell’anziano. Conclude il presidente “siamo consapevoli che il pubblico non possa far fronte alle massicce richieste da parte dell’utenza, in costante crescita, per questo diviene fondamentale il ruolo delle case famiglia: strutture adeguate con personale qualificato, in grado di garantire un elevato livello di accoglienza.” essere impresa

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categorie e mercato

Una fotografia dell’autotrasporto

La convention nazionale momento di confronto Dalla crisi sono uscite imprese di autotrasporto merci che continuano a lottare per essere competitive. E oggi la sfida della competitività, della redditività e della dignità si vince puntando anche sulla sostenibilità ambientale e sulla riqualificazione delle imprese nella filiera logistica. Sono questi i temi che hanno dominato la Convention nazionale di Confartigianato Trasporti organizzata a Roma il 13 settembre e che ha riunito dirigenti e funzionari territoriali, tra cui Alberto Camporesi in rappresentanza di Forlì, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, partner e operatori del settore. Ai lavori, introdotti dal Segretario di Confartigianato Trasporti Sergio Lo Monte, è intervenuto Filippo Ribisi, Vice Presidente di Confartigianato, che alla Convention ha portato il saluto della Confederazione e che ha detto “bisogna riaccendere i motori del trasporto merci”. Per farlo il Presidente di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani sollecita al nuovo Governo continuità di impegno su più fronti. A cominciare dagli incentivi per rinnovare il parco veicolare e ridurre l’impatto ambientale favorendo la transizione ecologica del settore. Per Genedani non è ammissibile perdere le risorse che abbiamo ottenuto negli ultimi anni. Ma servono anche controlli severi e mirati per contrastare la concorrenza sleale degli operatori irregolari, così

come una semplificazione delle regole. Le imprese stanno subendo le inefficienze di tutta la filiera del trasporto: per reagire e trovare soluzioni è necessaria maggiore coesione fra gli operatori del settore e anche in seno all’Associazione stessa. In risposta alle parole del presidente, rassicurando sugli impegni del Ministero dei Trasporti è intervenuta alla Convention la Presidente dell’Albo Nazionale Autotrasporto Maria Teresa Di Matteo. “Il Ministero è da sempre al fianco delle imprese e collabora con le Associazioni che le rappresentano” ha detto Di Matteo citando le verifiche sulla regolarità delle imprese, le risorse e i progetti dedicati alla formazione professionale. “Ma la vera sfida - ha sottolineato la dirigente del Ministero - consiste nel rinnovo del parco veicolare con la rottamazione dei vecchi automezzi e l’acquisto di nuovi. Per il 2019 è stato disciplinato lo stanziamento di 25 milioni di euro di contributi per l’acquisto di veicoli Euro6 e a trazione alternativa. Si tratta di somme che vanno implementate insieme con le misure ferrobonus e marebonus”. La Presidente dell’Albo Autotrasporto ha inoltre assicurato la presenza del Ministero in tutte le sedi in cui si discuterà il Pacchetto Mobilità per rappresentare le aspettative delle imprese di

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essere impresa

26 › ottobre 2019

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categorie e mercato

Filiera dell’auto

In Italia scende il fatturato dell’autoriparazione Nei primi 5 mesi dell’anno le vendite sui mercati esteri di prodotti dell’automotive (autoveicoli, carrozzerie e parti accessorie) made in Italy segnano una diminuzione del 4,2%. Dinamica negativa influenzata dal calo della domanda estera di autoveicoli (-9,0%) da cui si ricava il 57% del valore delle vendite estere del settore, realizzate principalmente verso il mercato degli Stati Uniti che mostra un’accentuata flessione dell’export (-23,9%). Senza sottovalutare il fatto che il 40,5% delle vendite oltre confine di beni dell’automotive riguardano pro‹‹‹ Segue da pagina 26

La convention nazionale momento di confronto autotrasporto ed ha sottolineato l’impegno a lavorare insieme con Confartigianato per sostenere il settore, che ha definito “trainante di tutta l’economia nazionale”. L’ufficio studi della Confederazione ha presentato i più recenti dati sul comparto. Come spiegato dal responsabile dell’Ufficio Studi, Enrico Quintavalle, il report propone una analisi dei dati chiave del settore su imprese, occupazione, fatturato e valore aggiunto, individuando le tendenze della congiuntura sulla domanda di investimenti, fatturato, aspettative, traffico autostradale nel contesto di bassa crescita e rischio recessione su cui pesa la caduta della produzione manifatturiera in Germania e i rischi di hard Brexit. Su alcuni temi caldi relativi alla competitività di impresa è stato, inoltre, esaminato il trend della quota di mercato, il confronto internazionale sul costo del lavoro delle imprese di autotrasporto, il peso delle esportazioni veicolate attraverso il Brennero e infine la risposta delle piccole imprese consistente in un aumento del 21,3% della produttività in 4 anni, chiudendo il gap con le omologhe tedesche. La questione ambientale e il ruolo dell’autotrasporto merci sono stati al centro dell’intervento di Emanuele Peschi, del Dipartimento sostenibilità ambientale dell’Ispra, il quale, nel sottolineare che il trasporto merci non è la fonte più inquinante, ha invitato le imprese a investire in conoscenza, nuove tecnologie, massima collaborazione tra settori della filiera.

dotti della componentistica auto, in salita del 3,3% a maggio 2019 e più richiesti da Germania, Francia e Polonia. In Italia la filiera dell’auto conta 536.811 addetti, di cui 7 su 10 (69,7%), equivalenti a 374.135 addetti, lavorano in imprese con meno di 50 addetti. Oltre un terzo degli addetti della filiera, il 34,2% pari 185.485 occupati, sono impiegati nell’artigianato. Al II trimestre 2019 sono 175.173 le imprese che operano nella filiera auto, di cui 77.260 unità, pari al 44,1%, sono artigiane. La quasi totalità delle imprese artigiane dell’autoriparazione (93%) appartengono al settore manutenzione e riparazione di autoveicoli. Dell’intera filiera auto oltre la metà (52,8%) delle imprese opera nel settore manutenzione e riparazione di autoveicoli. Nello specifico si occupano principalmente di effettuare riparazioni meccaniche di autoveicoli (54,4%) e riparazione di carrozzerie di autoveicoli (27,7%). Inoltre 1 impresa su 7 (77%) delle 92.418 dell’autoriparazione è artigiana (71.851). Nel comparto, inoltre, si osserva una elevata concentrazione di piccole imprese che occupano il 98,3% degli addetti. A giugno 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 le imprese totali del settore manutenzione e riparazione registrano una tenuta con una variazione tendenziale del -0,4%. A livello regionale mostrano un incremento del numero di imprese del settore Lazio (+1,2%), Valle d’Aosta (+1,1%) e Trentino Alto Adige (+1,0%); mentre all’opposto registrano cali più accentuati Marche (-1%), Abruzzo (-1,2%) e Sicilia (-1,6%). Per l’artigianato la variazione media nell’ultimo anno (II trimestre 2019 su II trimestre 2018) si attesta al -1,4%. A livello regionale registrano variazioni tendenziali positive Valle d’Aosta (+1,8%) e Trentino - Alto Adige (+0,2%) e fortemente negative Abruzzo (-2,2%) e Sicilia (-2,4%). Per il 2019 viene stimato un fatturato del comparto Manutenzione e riparazione autoveicoli pari a 14.223 milioni di euro. Nel II trimestre 2019 il valore delle vendite del settore della manutenzione e riparazione di autoveicoli segna un +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2018 risultato positivo ma inferiore al +2,1% registrato nella media dei 4 paesi dell’Eurozona. Nel complesso nei primi sei mesi di quest’anno il fatturato dell’autoriparazione in Italia scende leggermente. essere impresa

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categorie e mercato

ComprArtigiano: inaugura il primo punto vendita

Le eccellenze della produzione alimentare garantite da Confartigianato

Soltanto prodotti alimentari rigorosamente artigiani, 100% made in Italy, garantiti da Confartigianato. Il meglio della nostra qualità alimentare prodotta dagli artigiani italiani del gusto è ora disponibile per i consumatori di tutto il mondo grazie all’iniziativa ‘ComprArtigiano’ promossa da Confartigianato Imprese e nata dalla collaborazione tra Confartigianato Alimentazione e la società Made in Italy SLC.

‘ComprArtigiano’ ha debuttato a Roma con il primo punto vendita in Italia, ubicato in viale Giulio Cesare 74, dove, in uno spazio di 200 metri quadri, è possibile assaggiare, conoscere e acquistare l’eccellenza dei prodotti realizzati dagli artigiani del settore alimentare di tutte le regioni. Il responsabile del comparto alimentazione di Confartigianato Forlì, Gianluigi Bandini (nella foto), ha preso parte all’incontro

inaugurale “allo store di Roma si aggiungeranno a breve altri punti vendita in tutto il Paese. Ma, oltre che negli negozi fisici, la qualità dei prodotti artigiani sarà in vetrina sul portale comprartigiano.shop e su un’app dedicata. Su queste piattaforme digitali i consumatori potranno scegliere ed acquistare le specialità alimentari italiane offerte dalle aziende di tutti settori.” Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti all’inaugurazione ha sottolineato che la Confederazione intende valorizzare e proporre ai consumatori di tutto il mondo l’Italia del buon cibo, rappresentata dai prodotti artigiani che sono un piacere per il palato e che generano occupazione, reddito e ricchezza per il Paese. “Nel settore alimentare operano 89.000 aziende artigiane con Continua a pagina 29 ›››

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Segnali positivi per eccellenze made in Italy

Aziende dell’alimentare sostengono l’export Il cibo made in Italy conquista un nuovo record sui mercati internazionali: nei primi sei mesi dell’anno l’export di alimenti e bevande è cresciuto del 6,9%, a fronte del +2,5% del totale dell’export manifatturiero, portando a 35,3 miliardi (pari al 2% del Pil) il valore, su base annua, delle nostre vendite di beni alimentari di qualità all’estero. Lo rileva un rapporto di Confartigianato secondo il quale tra i nostri migliori clienti vi sono il Giappone, che fa segnare un aumento del 12,5% di acquisti di alimenti made in Italy, e gli Stati Uniti con +12,4%. Crescono anche le esportazioni in Germania (+9,3%), Regno Unito (7,7%), Paesi Bassi (+7,1%), Francia (+6,6%). Al buon andamento del nostro export si associa la tenuta della produzione di alimentare e bevande: sempre nel primo semestre 2019 mostra una crescita del 2,5%, in controtendenza rispetto al calo dell’1,2% della produzione del totale delle imprese manifatturiere. Se il cibo italiano piace all’estero il merito, sottolinea Confartigianato, è soprattutto delle piccole imprese: dei 445.665 addetti del settore alimentare e bevande, infatti, il 61,3% (pari a 273.263)

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Le eccellenze della produzione alimentare garantite da Confartigianato 156.000 addetti. Nell’ultimo anno l’Italia ha esportato prodotti alimentari per un valore di 35,3 miliardi e l’occupazione del settore, negli ultimi cinque anni, è cresciuta del 12,9%”. Ha poi concluso “ComprArtigiano certifica la qualità delle nostre produzioni alimentari, un patrimonio di bontà, varietà e tradizione unico al mondo. Impariamo a esserne orgogliosi e a difendere, tutti insieme, chi lo produce. In questo modo difendiamo il futuro dei nostri territori, delle nostre famiglie e delle nostre imprese e offriamo opportunità di lavoro per i giovani.”

lavora in piccole imprese e il 35% (156.095) opera in imprese artigiane. Secondo Confartigianato è proprio il trend dell’occupazione un altro record della produzione alimentare made in Italy: negli ultimi cinque anni è cresciuta del 12,9%, un ritmo più che doppio rispetto al +5,1% della media dell’Unione Europea. Una tendenza che si conferma nel trimestre agosto-ottobre 2019 con le imprese del settore che prevedono l’assunzione di 34.650 lavoratori. Di questi 11.780 sono operai e artigiani specializzati nelle lavorazioni alimentari, di cui però le imprese segnalano una difficoltà di reperimento del 51,1%, di gran lunga superiore al 29,7% della media indicata dal totale delle imprese.

Novità per le imprese

Corsi di formazione alimentaristi Confartigianato Forlì ha ottenuto dal Servizio Sanitario Regionale Emilia - Romagna Dipartimento di Sanità Pubblica l’accreditamento per svolgere i Corsi di Formazione e aggiornamento in materia di igiene degli alimenti per gli alimentaristi, ai sensi della L.R. 11/2003 e della DGR 311/19. Pertanto, a partire da settembre 2019, l’Ausl non procederà più in maniera regolare a svolgere questo tipo di corsi e comunque non più gratuitamente. Confartigianato di Forlì per andare incontro alle esigenze delle imprese che producono, manipolano e commercializzano prodotti alimentari, a far data dal mese di settembre inizierà a calendarizzare tali corsi. I corsi si svolgeranno nelle aule nella sede principale di Forlì in Via Oriani n. 1, ma anche in sale attrezzate nei comuni del comprensorio Forlivese. Al termine del corso, della durata di 3 ore, verrà svolto, e successivamente corretto, il questionario di verifica con rilascio immediato dell’attestato a tutti i partecipanti che avranno superato la prova. Chi fosse interessato può compilare la scheda disponibile sul sito internet dell’associazione ww.confartigianato.fo.it e inviare a sicurezza@confartigianato.fo.it oppure telefonando al numero 0543/452820 e sarà ricontattato per concordare le modalità. essere impresa

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categorie e mercato

Meno rifiuti a Forlì

Food bag, zero spreco

Un progetto pensato per ridurre lo spreco di alimenti. Arriva anche a Forlì l’iniziativa “Qui zero spreco” volta a incentivare la diffusione del messaggio che il cibo non debba essere sprecato. Il kit antispreco consegnato ai ristoranti aderenti all’iniziativa, che ha visto il coinvolgimento delle associazioni di categoria, fra le quali Confartigianato Forlì, comprende una sportina di carta, una vaschetta riutilizzabile e un kit divulgativo. La sporta di carta viene stampata coi loghi dei promotori e con le informazioni per il cliente, mentre la smart box per il cibo consente di scaldare il cibo in forno a microonde, conservarlo in frigo o in freezer e il lavaggio in lavastoviglie per successivi usi. Un modo per sensibilizzare i clienti

affinché non contribuiscano allo spreco di cibo, che in Italia ha raggiunto un valore annuo di 16 miliardi di euro. Il progetto, presentato a Forlì dalla nuova amministrazione comunale lo scorso 16 settembre dispone, inoltre, di una pagina Facebook nella quale sono indicati i numerosi esercizi aderenti. Per Confartigianato, che sostiene il progetto favorendone la diffusione tra i propri associati “negli ultimi anni è notevolmente cresciuta la sensibilità dell’opinione pubblica sul tema dello spreco alimentare. È cambiato l’approccio delle istituzioni, che si sono mobilitate sul piano legislativo con l’approvazione di specifiche norme e, al contempo, gli operatori della ristorazione si stanno adoperando per ridurre gli sprechi. Gli utenti sono ancora restii a utilizzare le cosiddette doggy bag, ovvero i contenitori utilizzati per portare a casa cibo o bevande avanzati durante il pasto al ristorante, probabilmente per imbarazzo e perché si teme di essere giudicati negativamente. Incentivare, da parte dei ristoratori, la pratica, potrà portare significativi benefici, con un incremento di questo sistema.”

Buona notizia per i panificatori

Decade l’obbligo di ritiro del pane invenduto L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha recentemente sanzionato con un’ammenda severa, 680mila euro, alcune catene di supermercati, in quanto ha ritenuto vessatoria la pratica di imporre nei confronti dei fornitori di pane fresco, soprattutto imprese artigiane, il ritiro del prodotto rimasto invenduto a fine giornata. L’indagine, partita nel settembre 2018, ha coinvolto Coop, Conad, Esselunga, Eurospin, Auchan e Carrefour. È stato quindi accertato dall’Antitrust che per imporre tale obbligo, che a volte veniva esteso anche ad altri prodotti quali focacce e pizze, essere impresa

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le catene della GDO ricorrevano a una posizione di forza che si esplicitava oltre all’obbligo del ritiro anche al riaccredito a favore dei supermercati del valore del prodotto ritirato, sottraendolo al prezzo della fornitura successiva. Questa pratica rappresentativa di uno squilibrio contrattuale tra le catene della GDO e le imprese di panificazione artigiane con pochi dipendenti, in quanto avvantaggiava esclusivamente le prime trasferendo il rischio d’impresa relativo alla mancata vendita di pane già ordinato e acquistato sul contraente più debole, è stata considerata illecita in quanto

viola la legge del 2012 sulle relazioni commerciali che tutela le parti più deboli della filiera agroalimentare. Veniva, inoltre, scaricato sempre sui fornitori il peso dello smaltimento di un prodotto difficilmente recuperabile e che per la maggior parte doveva essere smaltito nella frazione organica dei rifiuti, quando non veniva ceduto a titolo gratuito come mangime animale. Confartigianato Alimentazione verificherà lo stato delle cose sui territori a seguito della sentenza con le ripercussioni sulle relazioni commerciali tra le parti e le auspicabili modifiche contrattuali.


categorie e mercato

Ambiente: più attenzione al futuro

Una nuova sensibilità da parte dei Governi Segnali positivi per l’ambiente, i decisori pubblici manifestano una crescente attenzione verso politiche per la sostenibilità ambientale e una riduzione nella produzione di rifiuti. In Italia, nel discorso di insediamento del nuovo governo, il Presidente del consiglio Giuseppe Conte indica la necessità che il sistema produttivo promuova prassi socialmente responsabili che valgano a rendere quanto più efficace la “transizione ecologica” e indirizzino il sistema produttivo verso un’economia circolare, che favorisca la cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto. La gestione dei rifiuti - sempre più centrata sul recupero e riciclo dei materiali - assume una significativa rilevanza nell’economia italiana: nell’ambito delle attività per la protezione dell’ambiente e la gestione delle risorse naturali, la gestione dei rifiuti realizza una produzione valutata pari a 25 miliardi di euro, generando 7,1 miliardi di euro di valore aggiunto, pari allo 0,4% del PIL. L’Italia si presenta alle nuove sfide della sostenibilità ambientale con numerose criticità ma anche con alcuni indicatori più performanti, in particolare il tasso di circolarità. Questo dato misura la quota delle risorse materiali domestiche utilizzate provenienti da prodotti riciclati e materiali di recupero e quello dell’Unione europea nel 2016 è stato, in media, solo dell’11,7%. Al crescere del tasso di circolarità sale l’utilizzo di materie secondarie, che sostituiscono quelle primarie, riducendo così l’impatto ambientale derivante dall’estrazione di materia prima. In questo ambito il confronto internazionale colloca l’Italia tra i paesi europei con la migliore performance: il tasso di circolarità in Italia sale al 17,1%, ben 5,4 punti sopra alla media dell’Unione Europea, collocando il nostro paese al 4° posto per apporto di materiali riciclati, dietro a

Olanda, Francia, Belgio e Regno Unito e davanti a maggiori paesi dell’Unione quali Germania (11,4%) e Spagna (8,2%). Sulla performance del tasso di circolarità influiscono anche fattori strutturali quali il minore consumo di materiale domestico (come in Italia, Spagna e Regno Unito) e la maggiore capacità di recupero (come in Olanda e Belgio). Nel 2010 il tasso di circolarità della Germania (11%) era in linea con quello dell’Italia (11,6%); in sei anni l’Italia ha aumentato il tasso di utilizzo circolare di 5,5 punti, mentre la Germania limita l’aumento a meno di mezzo punto percentuale (+0,4%). Nel confronto europeo il miglioramento registrato dell’Italia è secondo solo a quello del Belgio (+6,3 punti) ed è più ampio di quello della media Ue a 28 (+0,7%). Il miglioramento nel recupero e riciclo dell’economia europea appare troppo lento: tra il 2004 e il 2016 il tasso di circolarità nell’Unione europea è salito di 0,3 punti all’anno: a questo ritmo servirebbero cento anni per raggiungerebbe un tasso di circolarità del 40%. L’analisi di dettaglio mostra ampie differenze per categoria di materiale. In particolare si osserva un tasso di circolarità più elevato, pari al 25,2%, per i minerali metallici; seguono, con il 15,2%, i minerali non metallici (come vetro e cemento), con il 9% le biomasse (comprendono carta, legno, tessuti, ecc.) mentre si limita al 3% per materiali di energia fossile (comprendono plastica e combustibili fossili). I combustibili fossili e la biomassa (legno) immettono emissioni nell’aria a seguito della combustione per produrre energia. Alle emissioni contribuisce l’incenerimento dei rifiuti. I materiali a base di combustibili fossili, meno adatti al riciclaggio in quanto principalmente utilizzati a fini energetici, determinanos un maggiore impatto in termini di emissioni nell’atmosfera.

GREEN FOCUS SRL al servizio dell’economia circolare “FAI LA DIFFERENZA” scegliamo la strada giusta Un progetto innovativo di educazione civica col coinvolgimento dei cittadini nel compiere un gesto utile che procura benefici. Prevede l’installazione nel territorio di Riciclatori-Incentivanti chiamati ECO-COMPATTATORI, progettati per rilasciare coupon e benefit, per ogni rifiuto conferito. SCONTI RISERVATI AGLI ASSOCIATI CONFARTIGIANATO

Via M. Sauli, 1/E - 47122 Forlì - p.iva: 04416720409 - info@greenfocus.it - Cell. 348 08 14 653 - 371 37 81 605

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• Forlì - Via Oriani, 1 - Tel 0543 452811 - Fax 0543 452852 www.confartigianato.fo.it • • • • • • • • • • •

Castrocaro Terme e Terra del Sole - Piazza Mazzini, 11 Castrocaro Tel 0543 452950 - Fax 0543 766742 Civitella di Romagna - Piazza Matteotti, 6 - Tel 0543 452980 - Fax 0543 983733 Forlimpopoli e Bertinoro - Via Montegrappa, 5 Forlimpopoli Tel 0543 452937 - Fax 0543 742750 Galeata - Via IV Novembre, 12/A - Tel 0543 981240 - Fax 0543 981240 Meldola - Viale Roma, 172 - Tel 0543 452910 - Fax 0543 490568 Modigliana - Corso Garibaldi, 67 - Tel 0543 452960 - Fax 0546 940285 Predappio - Via Roma, 100/B - Tel 0543 452921 - Fax 0543 921584 Premilcuore - Piazza Caduti, 3 - Tel 0543 452920 - Fax 0543 921584 Rocca San Casciano - Piazza Garibaldi, 53 - Tel 0543 452970 - Fax 0543 960068 Santa Sofia - Via Giovannetti, 6 - Tel 0543 452980 - Fax 0543 970170 Tredozio - Via XX Settembre - angolo Vicolo Biscanto, 1 Tel 0546 943493 - Fax 0546 943493


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