Essere Impresa - febbraio 2020

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01 › FEBBRAIO 2020

Anno 10 - Direttore Responsabile Marco Valenti - Mensile di informazione tecnica, economica, professionale - Forlì, viale Oriani, 1 Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale in regime libero D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Un nuovo anno ha inizio e Confartigianato nazionale sceglie per la propria campagna tesseramento uno slogan che recita “Legati al territorio. Liberi di fare impresa”. Un messaggio che Confartigianato di Forlì promuove con orgoglio, perché in linea con quanto ribadiamo da tempo, la vicinanza al territorio e alle imprese che lo animano deve essere una priorità per le istituzioni. Un punto su cui teniamo alta l’attenzione perché proprio il territorio incarna il legame con la storia e con le tradizioni, rappresentando il luogo da cui partire e attingere le risorse, le tradizioni, i saperi che rendono il lavoro artigiano il punto di forza della nostra economia. L’EDITORIALE: A conclusione della tornata elettorale di gennaio, il segretario Marco Valenti chiede al riconfermato presidente Bonaccini di non mettere in secondo piano la Romagna, sottorappresentata in Consiglio regionale. A pagina 2

IL NOTIZIARIO TECNICO: Tutte le novità in materia di consulenza fiscale e del lavoro. Un approfondimento sulla legge di Bilancio 2020. I finanziamenti per gli interventi in materia di salute e sicurezza. Da pagina 13 a pagina 19

ASSOCIAZIONE: Obiettivo Sicurezza. Confartigianato ha donato un computer di ultima generazione alla polizia scientifica per coadiuvare il personale tecnico nell’attività investigativa. Da pagina 6

I MOVIMENTI: Avvicendamento alla presidenza nazionale di Anap, Celaschi succede a Palazzi, presidente regionale del movimento. I giovani imprenditori a Bruxelles per confrontarsi con le istituzioni europee. Da pagina 20 a pagina 24


editoriale

Elezioni regionali

La Romagna non sia dimenticata

È

stata una lunghissima campagna elettorale quella che ha preceduto il 26 gennaio, per il rinnovo del governo della regione Emilia-Romagna. Una campagna vissuta come un test per la politica nazionale, e caricata di significati che hanno riportato la nostra regione al centro delle cronache. Al di là dell’esito, che ha visto la riconferma alla presidenza di Stefano Bonaccini, ciò che preme sottolineare è un dato evidente: meno di un quinto dei consiglieri proviene dall’area romagnola. A seguito di questi risultati che, evidentemente, penalizzano la Romagna, con solo nove eletti, è tornata sotto ai riflettori la necessità di riformare la legge che disciplina il voto per il Consiglio regionale. Un tema che le Confartigianato romagnole avevano già sollevato, prima della tornata del 2020. La sottorappresentanza dell’area romagnola rispetto a quella emiliana è frutto della legge elettorale approvata nel 2014 che prevede un sistema proporzionale, con un premio di maggioranza per la lista o le liste che appoggiano il candidato presidente più votato e che era già stata utilizzata per le precedenti votazioni. Le Confartigianato romagnole, già nel 2018, presentarono un nuovo patto di comunità che permettesse di tenere conto del contributo del sistema Romagna alla crescita dell’intera economia regionale. Nonostante la vitalità del territorio, frequentemente la nostra area passa in subordine su temi chiave, come la viabilità e l’ammodernamento delle infrastrutture viarie e digitali o il turismo. La differenza fra le due anime della regione è evidente, ma la politica regionale si deve impegnare per uno sviluppo equilibrato e omogeneo di tutto il territorio regionale. Pur essendo certi dell’impegno e della sensibilità dei nove eletti, non vorremmo che l’esiguità della rappresentanza pesasse nel momento della determinazione delle politiche e delle risorse regionali creando ulteriori squilibri territoriali a svantaggio delle imprese e dei cittadini dell’area romagnola. Indipendentemente dall’appartenenza partitica dei rappresentanti, quello che le Associazioni chiedono è che il nostro territorio e le sue esigenze non passino in subordine, rappresentando una parte fondamentale dell’economia dell’intera regione. La speranza è che, nel corso di questa legislatura, tutte le forze politiche s’impegnino per ovviare a questa stortura, modificando la legge elettorale.

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Anno X • n. 01 FEBBRAIO 2020 redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it

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Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Marco Valenti

tel 0543 452811 • fax 0543 452852

Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978 Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale in regime libero D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

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il commento

Rocca San Casciano

Presidio di Polizia stradale fondamentale per l’area › a cura del presidente Luca Morigi

“V

iabilità che non riveste più interesse strategico”. Suona come una condanna per una arteria fondamentale della viabilità forlivese quale la Strada Statale 67, la riorganizzazione voluta dal Ministero dell’Interno che priverebbe Rocca San Casciano del distaccamento della polizia stradale. Un provvedimento non solo inaspettato, ma addirittura incomprensibile, anche alla luce della concessione, in comodato gratuito, da parte della locale amministrazione, degli ambienti per la caserma. Eppure, anche in occasione del confronto realizzato a dicembre con il presidente della Regione Stefano Bonaccini sul tema della montagna, Confartigianato di Forlì aveva posto l’accento sulla centralità dello snodo viario, che, da troppo tempo ormai necessita di un ammodernamento. Focalizzando l’attenzione sulle infrastrutture materiali era stata chiesta maggiore attenzione alla statale dei due mari, su cui i riflettori si accendono solo in occasione delle emergenze senza mai essere oggetto di interventi realmente efficaci, per cittadini e imprese. E oggi i riflettori rischiano di spegnersi per sempre, isolando definitivamente chi vive e opera in quei territori. Durante il convegno, i relatori furono concordi nel ribadire che fare impresa in montagna è la vera sfida per tutti i comuni delle aree interne, perché solo mantenendo attive le attività artigiane e le piccole imprese che offrono servizi e lavoro alla popolazione, distribuendo ricchezza nelle aree collinari e montane è possibile contrastare lo spopolamento e la desertificazione di queste realtà. Belle parole, che oggi paiono essere smentite da un documento della Polizia di Stato. L’inverno, finora particolarmente mite, ha evitato il ripetersi di situazioni note: con le precipitazioni nevose, senza l’intervento della polizia stradale, la paralisi del traffico diviene inevitabile e la 67 si trasforma in una trappola per chi, inconsapevole dello stato in cui versa, crede di poter percorrere una strada statale degna di tale definizione. Senza dimenticare che il collegamento è famoso per le sue bellezze paesaggistiche, che si snodano tra la Romagna e la campagna fiorentina e meta turistica soprattutto per gli appassionati di motociclismo. In una fase in cui si parla di rilancio turistico delle aree più lontane dalla costa, privare la Tosco Romagnola di un presidio di polizia comporta il concreto rischio che aumenti il tasso di incidentalità, soprattutto fra i centauri. In un momento in cui si chiede alle aziende di investire in montagna, per mantenere vive e vitali queste aree, l’azione dello Stato è sinonimo di abbandono per chi, come noi, nonostante le difficoltà della crisi, ha scelto di credere nel territorio. essere impresa

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associazione

Elezioni regionali 2020

Il confronto coi candidati

C

onfartigianato di Forlì ha incontrato i candidati al Consiglio regionale. Il primo confronto è stato coi candidati della Lega Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale uscente e Andrea Cintorino, assessore del Comune di Forlì. Dopo la presentazione dei punti salienti per la piccola impresa locale, da parte del segretario dell’associazione forlivese Marco Valenti, che ha concentrato l’attenzione degli ospiti su infrastrutture, appalti, lavoro nero, riduzione dell’Irap e sulla necessità di incrementare il dialogo fra mondo del lavoro e istruzione, i candidati hanno inquadrato la situazione. Nella sua veste di consigliere regionale, Pompi-

gnoli, presidente della Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali ha spiegato che l’Emilia-Romagna è una regione sana, che si caratterizza per la vitalità e l’abnegazione al lavoro dei cittadini, ma che, sicuramente, possono essere introdotti correttivi affinché la macchina amministrativa sia maggiormente efficiente. Ha poi sottolineato come la Romagna sia spesso in subordine all’Emilia nelle politiche della Regione, soprattutto in tema di infrastrutture viarie e utilizzata come cavia sia per il progetto dell’Ausl unica, sia sul tema della riorganizzazione del trasporto locale. La razionalizzazione delle spese, la sburocratizzazione dei processi sono tra le priorità dei candidati della Lega. Cintorino ha sottolineato, grazie all’esperienza maturata in questi mesi come amministratrice comunale come, nonostante i tempi lunghi del cambiamento, i traguardi possono essere conseguiti, citando a esempio il rilancio del centro storico oggi più vitale. A seguire, i delegati di Confartigianato di Forlì hanno incontrato i candidati del PD: il consigliere regionale Paolo Zoffoli, Sara Samorì e Rosa Grasso,

entrambe amministratrici comunali. Tra i temi portati all’attenzione dei candidati, il presidente dell’Associazione, Luca Morigi, ha voluto evidenziare anche il welfare e la sanità. Zoffoli presidente uscente della Commissione regionale Politiche per la salute e Politiche sociali ha riassunto le criticità incontrate dalla Ausl unica, sfida che oggi, pur da ultimare, sta funzionando. Zoffoli ha ribadito l’importanza della coprogettazione, della condivisione e del gioco di squadra per poter portare a termine i numerosi percorsi già avviati in Regione. Samorì ha ribadito che il buon livello di qualità della vita in Emilia-Romagna è uno stimolo a migliorare sempre, con una cura particolare verso la micro e piccola impresa, vero cardine del sistema produttivo. Grasso ha posto l’accento sulle politiche di sviluppo per le aree montane e per quelle più distanti dall’asse viario della Via Emilia, confermando che l’adeguamento delle infrastrutture materiali e immateriali è una priorità. A conclusione degli incontri, i vertici di Confartigianato hanno riaffermato che, al di là degli orientamenti politici, l’obiettivo deve essere il benessere dei cittadini, strettamente legato allo stato di salute del sistema produttivo, chiedendo politiche che sostengano il lavoro della piccola e micro impresa. Il valore artigiano per Confartigianato è quell’insieme di valori storici, ancora di grande attualità, che ispirano il lavoro, Continua a pagina 5 ›››

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La Giunta incontra la lista civica di Bonaccini

L

a Giunta di Confartigianato di Forlì ha incontrato Claudio Vicini, candidato per la lista civica del presidente Bonaccini. I vertici dell’associazione hanno illustrato le priorità dell’artigianato e della piccola impresa. Tra le questioni sollevate, il rischio dell’isolamento del nostro territorio, stretto tra la costa, da sempre molto attrattiva e l’Emilia, caratterizzata da un’economia maggiormente orientata ai grandi gruppi industriali. Il segretario Marco Valenti ha ricordato come la micro e piccola impresa rappresentino un elemento fondante della nostra economia, modello che ha resistito, in questi anni, pur fortemente minato dalla crisi e che oggi chiede adeguate politiche per continuare a operare. È, infatti, indispensabile provvedere all’efficientamento della viabilità, con la messa in sicurezza della Strada Statale 67, asse viario fondamentale sia per i comuni che operano in collina e in montagna, sia per il collegamento con Ravenna. Ma non solo

le infrastrutture materiali sono centrali per le imprese, anche le dotazioni tecnologiche, come la banda ultralarga, devono essere rese fruibili per chi opera nelle aree maggiormente distanti dal comune capofila. Tra i temi caldi anche la riapertura dell’aeroporto Ridolfi, che potrebbe fungere da traino non solo per l’economia forlivese, ma anche per quella cesenate e ravennate, mettendo a sistema le potenzialità dello scalo merci ferroviario, dell’autoporto e del porto. Vicini, rispondendo alla sollecitazione di Valenti, ha portato a esempio l’hub pugliese di Ryanair, la cui creazione ha portato a un poderoso incremento turistico nella regione, oggi tra le più attrattive del nostro Paese. Ha poi aggiunto un ulteriore punto alla conversazione, le difficoltà per chi usa il trasporto ferroviario, con la scarsa presenza di treni ad alta velocità disponibili per i pendolari forlivesi. Altro nodo sollevato dal presidente dell’Associazione, Luca Morigi (nella foto) attiene all’importanza di

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Il confronto coi candidati consentendo all’Associazione di rappresentare gli interessi generali del ceto medio produttivo, delle comunità e società locali, per vincere le sfide poste dalla modernità. Il ruolo svolto da Confartigianato si esprime attraverso un nuovo modello di rap-

presentanza di artigiani e micro e piccole imprese. Realtà che non si arrendono alle incertezze del futuro e alle difficoltà del cambiamento e che, attraverso Confartigianato, chiedono a chi governa maggiore attenzione al mondo produttivo.

superare le ideologie, per introdurre soluzioni realmente efficaci. Per Morigi, i consiglieri espressione di un territorio dovrebbero essere in grado di rappresentare le istanze dei cittadini, indipendentemente dal colore politico, lavorando per il bene della comunità. Vicini ha garantito che, qualora ottenesse un incarico, lavorerà per essere tramite col collegio che rappresenta, per portare nel consesso regionale le istanze di chi vive e anima il nostro territorio. Confartigianato nel ringraziare i candidati per la disponibilità al confronto, ha rimarcato che il lavoro che attende il governo regionale, nel prossimo quinquennio, prende le mosse da basi solide, grazie al lavoro svolto in questi anni, frutto del confronto continuo con gli attori protagonisti della regione, cittadini e imprese, tramite le associazioni e i corpi intermedi che li rappresentano. E proprio la disponibilità al dialogo e al confronto è ciò che non verrà mai meno da parte di Confartigianato e del mondo che essa incarna. essere impresa

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associazione

A tutela della comunità

Un PC per la polizia scientifica

I

l presidente di Confartigianato di Forlì, Luca Morigi, assieme al segretario Marco Valenti, ha consegnato, lo scorso 23 gennaio, al vice Questore Primo Dirigente Andrea Massimo Zeloni, dirigente della Divisione Polizia Anticrimine, un personal computer di ultima generazione per coadiuvare le forze dell’ordine nelle indagini. Presenti alla consegna, il Sostituto Commissario Coordinatore Gianni Grilanda responsabile del Gabinetto provinciale della Polizia Scientifica e Marco Stanghellini responsabile dei Sistemi Informativi dell’associazione forlivese. La dotazione tecnologica, appositamente predisposta con i requisiti richiesti dai tecnici della polizia, è stata donata per testimoniare l’attenzio-

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ne di Confartigianato al tema della sicurezza delle imprese e della comunità in cui operano. Nel ringraziare le forze di polizia per l’impegno costante, il presidente Morigi ha aggiunto “Un comprensorio sano, in cui non trovano spazio abusivismo, lavoro nero e i reati vengono efficacemente contrastati è la base essenziale per lo sviluppo della nostra economia, basata prevalentemente su artigianato e piccola impresa.” Dello stesso segno il contributo di Valenti, che ha voluto rimarcare l’impegno dell’associazione nel contrasto alle truffe, soprattutto nei confronti di anziani e fasce più deboli della popolazione, con l’iniziativa “più sicuri insieme” promossa su tutto il territorio nazionale in collaborazione con le forze dell’Ordine, per sensibilizzare sulle modalità utilizzate dai malfattori per far cadere in trappola il malcapitato. Il vice Questore Zeloni ha sottolineato il dialogo continuo con la popolazione, evidenziando l’ottima collaborazione con la cittadinanza, pronta a segnalare eventuali criticità riscontrate e con i soggetti che operano in provincia, come Confartigianato. La tecnologia è fondamentale per svolgere le indagini: la diffusione dei sistemi di videosorveglianza produce una notevole quantità di materiale, che deve essere confrontato coi dati in possesso dalle forze di polizia, richiedendo una strumentazione adeguata.


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Promuovere la propria azienda sul web Sede di Confartigianato Forlì • Viale Oriani 1 Forlì • Sala Corsi 3° piano Confartigianato di Forlì, in collaborazione con l’azienda associata LOGICAMENTE SRL, promuove due approfondimenti dedicati alla promozione dell’impresa attraverso il web.

Giovedì 12 Marzo ➜ Workshop sulla Segnaletica Digitale Giovedì 2 Aprile ➜ Workshop sui Social Network Con il Local web Marketing anche una micro o piccola azienda può promuoversi all’interno dell’area in cui opera integrando gli strumenti del marketing tradizionale con le strategie, le opportunità e la velocità del web marketing. I due appuntamenti vogliono fornire una panoramica dei mezzi più efficaci per promuoversi nel web. I formatori appartengono al team di Logicamente Srl che si propone di aiutare le aziende ad acquisire nuovi clienti ed incrementare il proprio fatturato rendendo visibile l’azienda ed i suoi prodotti/ servizi, attraverso il Web Marketing, sul proprio Target di mercato o di clienti. Per confermare la partecipazione inviare la scheda all’indirizzo email: confartigianato@confartigianato.fo.it Nome azienda ........................................................................................................................................................................................................................ Nominativi partecipanti .................................................................................................................................................................................................... Indirizzo email ........................................................................................................................................................................................................................

Segreteria Organizzativa Confartigianato Forlì: Tel. 0543 452811 • Fax 0543 452852 confartigianato@confartigianato.fo.it • www.confartigianato.fo.it essere impresa

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8 › febbraio 2020


privacy

Videosorveglianza

Chi può effettuare i controlli di illecito amministrativo

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n questi giorni è stata riportata dai media la notizia di una pattuglia della Polizia Territoriale di Salvario Caporetto Borgo Po che, nell’espletamento delle quotidiane incombenze e verifiche, in un esercizio di vendita al dettaglio, ha redatto un “Verbale di accertamento di illecito amministrativo”, sulla base del codice in materia di protezione dei dati personali con sanzione di 12mila euro, per l’installazione di un impianto di videosorveglianza che, pare non rispettasse tutte le normative del caso. Dai rilievi risulta che l’azienda sanzionata utilizzasse il sistema di video sorveglianza in modo erroneo, facendo rientrare nel cono videoripreso il marciapiede al di fuori del perimetro aziendale, senza alcuna giustificata motivazione e senza in-

formare con apposita cartellonistica i passanti. La notizia è stata ripresa dagli organi di informazione in quanto l’accertamento è stato eseguito dalla polizia locale, che non avendo la competenza per sanzionare relativamente al GDPR o D.lgs. 196/2003, non avrebbe potuto elevare alcun verbale, il quale è illegittimo e impugnabile. Legittimati a sanzionare lato Privacy sono unicamente il personale del Garante o su loro mandato la Guardia di Finanza. Tuttavia preme ricordare che, per l’installazione di videocamere da parte di un imprenditore, oltre agli adempimenti relativi alla normativa privacy, deve essere richiesta autorizzazione alla sede territoriale competente dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. In assenza di tale richiesta, l’istituto potrebbe sanzionare l’impresa in violazione dello Statuto dei lavoratori, con una pena stabilita, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, nell’ammenda da 154 a 1.549 euro o nell’arresto da 15 giorni a un anno. Nei casi più gravi le pene dell’arresto e dell’ammenda sono applicate congiuntamente.

Intervento del Garante italiano

Social network e privacy Il Garante della Privacy interviene per mettere in luce i rischi per la privacy che pone Tik Tok, il social network che consente di creare e condividere audio, video e immagini, usato da milioni di utenti, in gran parte giovanissimi. Dall’Italia è partita infatti la richiesta al Comitato europeo per la protezione dei dati personali (Edpb), che riunisce tutte le Autorità privacy dell’Unione, di attivare una specifica task force. Nella lettera inviata al Comitato, il Presidente dell’Autorità Garante, Antonello Soro, sottolinea come siano già pervenute all’Autorità italiana alcune segnalazioni in merito alle possibili vulnerabilità che presenta questa app per smartphone e come anche altre Autorità, come l’Ico inglese e l’Ftc americana, abbiano già proceduto ad avviare indagini autonome. Il Garante italiano segnala dunque

agli altri partner europei la necessità di procedere in maniera forte e coordinata, anche in considerazione della delicatezza e della rilevanza di questo tipo di piattaforme, rivolte soprattutto alle fasce di utenti più giovani. Come emerge da un recente studio sui nuovi strumenti di comunicazione, la ricerca “Retail Transformation 2.0”, realizzata da Digital Transformation Institute e Cfmt, dedicata al rapporto tra persone e tecnologie, risulta che gli utenti dei social valutino di conoscerli a fondo per il semplice fatto di avere un account. Questa percezione distorta di consapevolezza, come chiariscono gli autori della ricerca, fa abbassare le difese dell’utente di fronte alla convinzione di sapere qualcosa, rendendo più vulnerabili valori come la privacy. essere impresa

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i numeri dell’economia

Migliora la qualità del credito ma situazione ancora difficile

Persi 15 miliardi per l’artigianato

I

n un contesto di incertezza caratterizzato dalla Brexit, dalle tensioni geopolitiche e dal rallentamento della manifattura in Germania, persiste una bassa crescita dell’economia italiana. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, recentemente diffuse, indicano per l’Italia una crescita nel 2020 dello 0,5%, la più bassa tra le maggiori economie avanzate e solo in lieve miglioramento rispetto al +0,2% dell’anno precedente. In un quadro di stagnazione e nel quale si delinea un crescente rischio di recessione, perdura il calo dei prestiti alle imprese, nonostante i tassi di interesse restino bassi e continui il miglioramento della qualità del credito, in termini di percentuale di crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti. I più recenti dati diffusi da Banca d’Italia relativi alla dinamica dei prestiti indicano a novembre 2019 un calo del 2% per le società non finanziarie, in controtendenza rispetto al +1% di un anno prima. La flessione è diffusa settorialmente, con il Manifatturiero che registra una maggiore tenuta (-0,5%) mentre il calo si amplia nei Servizi (-1,7%) e nelle Costruzioni (-4,3%). L’ufficio studi ha analizzato gli ultimi dati disponibili sul mercato del credito per dimensione di impresa: a settembre 2019 i prestiti alle micro e piccole imprese hanno registrato un calo del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una flessione di intensità più che doppia rispetto al calo dell’1% del totale imprese; il trend per le MPI migliora di tre decimi di punto il calo del 2,7% del trimestre precedente ma peggiora sensibilmente rispetto al -0,9% di un anno prima. I dati sui prestiti erogati all’artigianato, forniti da Artigiancassa e di fonte Banca d’Italia, continuano a evidenziare a metà 2019 un trend negativo per il comparto, seppure in leggera attenuazione rispetto al trimestre precedente. A giugno 2019 i prestiti alle imprese artigiane segnavano un calo del 10,5%, di circa due punti meno intensa rispetto al -12,3% del trimestre precedente. Nell’arco degli ultimi cinque anni l’artigianato ha cumulato una flessione dei prestiti di 15,4 miliardi di euro, pari al 31,8% in meno. Flessione diffusa in tutte le regioni: diminuzioni meno ampie in Trentino-Alto Adige (-6,8%), Campania e Sardeessere impresa

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gna (entrambe a -8,1%), mentre quelle più intense interessano Umbria (-16,4%) e Molise (-13,1%). L’attenuazione della stretta creditizia nell’artigianato si registra in 18 regioni (91,9% dei prestiti dell’artigianato) nelle quali la dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato è in miglioramento o stabile rispetto a quella rilevata nel trimestre precedente. Per quanto riguarda il peso del credito all’artigianato sull’ammontare dei prestiti erogato al totale delle imprese emerge che, in sedici regioni su venti, si supera la media nazionale (4,5%) con i valori maggiori per Molise (9,0%), Marche (7,6%), Calabria (7%) e Trentino-Alto Adige (6,9%), mentre la quota è uguale o inferiore alle media nelle regioni maggiori e precisamente in Emilia Romagna, Lombardia, Campania e Lazio. Le condizioni della politica monetaria mantengono bassi i tassi di interesse, anche se le piccole imprese pagano ancora uno spread rilevante rispetto alle imprese medio grandi. Sulla base degli ultimi rilievi disponibili a marzo 2019 le imprese pagano in media un tasso pari al 3,91% sui finanziamenti per cassa e con riferimento a rischi autoliquidanti e a revoca; permane un gap strutturale di costo del credito che sfavorisce le piccole imprese, per le quali si rileva un tasso del 6,53%, livello quasi doppio rispetto al 3,60% pagato dalle imprese medio-grandi, con un divario di 293 punti base. Il tasso pagato dalle MPI scende di 10 punti base rispetto al 6,43% di fine 2018 e nel corso del primo trimestre del 2019 lo spread si riduce di 7 punti base (era a 300 a fine 2018).


i numeri dell’economia

Economie globali

Lusso e turismo a rischio col coronavirus

L

a numero uno della BCE Christine Lagarde mette in guardia circa i possibili impatti economici dell’epidemia del coronavirus. Un report di Standard&Poor’s rivela che il settore automobilistico sarà colpito da pesanti contraccolpi. Ma non solo, lusso e turismo sono voci importanti messe a rischio dalla diffusione del morbo. Indipendentemente dalle percentuali di previsione è evidente che la nuova epidemia partita dalla Cina espone l’economia mondiale a un crescente rischio di rallentamento. Quello cinese, dopo Stati Uniti e Regno Unito, è il 3° mercato per le esportazioni dell’intera Unione europea; rappresenta il 5° mercato extra Ue per l’Italia, dietro a Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito e Polonia, ma diventa il 2° per la Germania, dietro agli Usa. Oltre alle vendite dirette delle imprese italiane sul mercato cinese, nell’ambito della catena del valore la Cina determina una domanda indiretta di semilavorati e prodotti in subfornitura provenienti dall’Italia; un rallentamento delle importazioni cinesi potrebbe appesantire ulteriormente la fase critica della manifattura tedesca. Nel 2019 l’Italia esporta in Cina 12.993 milioni di euro e importa per 31.666 milioni di euro. All’interno della distribuzione settoriale del made in Italy dominano macchinari (29,7%) e moda (18,2% la somma di tessile, abbigliamento e pelle). L’export nei settori di micro e piccola impresa (MPI) - food, moda, prodotti in metallo, legno e mobili, gioielleria e occhialeria - è pari al 29,8% del totale, per un valore di 3.875 milioni di euro. Le stime preliminari sul trend del 2019 recentemente pubblicate dall’Istat indicano che lo scorso anno l’export verso la Cina è sceso dell’1% a fronte di un aumento del 3,8% delle esportazioni nei paesi extra Ue. Migliore il trend dell’export dei settori di MPI che nei primi dieci mesi del 2019 sale del 3,3%. La regione con il maggiore grado di esposizione sul mercato cinese è l’Emilia-Romagna con esportazioni manifatturiere che valgono l’1,4% del valore aggiunto regionale; seguono Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia con 1,2% e Valle d’Aosta e Veneto con 1%, Toscana con 0,9% e Marche con 0,8%. Tra i territori provinciali più esposti

sul mercato cinese anche Piacenza con 3,5%, Reggio Emilia 3%, Parma con 1,7%, Bologna con 1,6%, Modena con 1,5%, a fronte di una media nazionale dello 0,8%. Senza sottovalutare le conseguenze della sospensione dei voli con la Cina, che influisce su missioni commerciali, incontri con buyer e visite a fiere, e penalizza i flussi turistici. La Cina è il primo paese per spesa complessiva nei viaggi internazionali: nel 2018 è salita a 234,8 miliardi di euro la spesa nel mondo che si riferisce a viaggiatori provenienti dalla Cina. Nel 2018 l’Italia è il primo paese dell’Unione europea per arrivi turistici dalla Cina, pari a 3 milioni nel 2018 e per presenze, che sono arrivate a 5,3 milioni, con una spesa stimata in 151 euro per notte, per un totale di circa 800 milioni di euro. In cinque anni le presenze di turisti dalla Cina sono quasi raddoppiate (+87% tra 2013 e 2018). Dai dati di Banca d’Italia sul turismo internazionale si evidenzia che l’81% spesa dei viaggiatori cinesi in Italia si concentra in quattro regioni: in Lombardia con 26,2% della spesa, Lazio con 19,5%, Toscana con 18,9% e Veneto con 16%.

Patente a punti in edilizia

No alla sicurezza fatta con la burocrazia Confartigianato è contraria da sempre all’istituzione di una patente a punti per le imprese dell’edilizia, misura annunciata il 6 febbraio dal Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo per gestire la qualificazione delle imprese di costruzioni. Secondo Confartigianato “il meccanismo della patente a punti previsto dal Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro si presta ad alterare il libero mercato nel settore delle costruzioni, favorendo i grandi general contractors a svantaggio delle piccole imprese. Se questo è l’intento del Governo allora è sulla strada giusta. Così non solo non si aumentano i livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro, ma si duplicano oneri e adempimenti amministrativi rispetto a quelli già esistenti”. essere impresa

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notiziario tecnico

Consulenza fiscale

Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

› a cura di Francesco Bandini

Introdotto, in sostituzione delle discipline dell’iper e del super ammortamento operative nel 2019, un credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, compresi quelli immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica secondo il modello Industria 4.0. Riguarda tutte le imprese e, con riferimento ad alcuni beni, anche i professionisti; spetta in misura diversa a seconda della tipologia di beni oggetto dell’investimento.

LEGGE DI BILANCIO 2020 Sono molte le novità fiscali introdotte con la Legge di Bilancio 2020 e di seguito si evidenziano principali misure:

Deducibilità Imu Confermata, per il 2019, la deducibilità del 50% dell’Imu sugli immobili strumentali dal reddito d’impresa o di lavoro autonomo (stessa cosa per l’Imi e l’Imis, le imposte municipali immobiliari delle province autonome di Bolzano e di Trento).

Cedolare secca per contratti a canone concordato Stabilizzata al 10% l’aliquota della cedolare secca sui canoni delle locazioni abitative a canone concordato nei comuni ad alta densità abitativa.

Sconto in fattura per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica Abrogate le disposizioni del “decreto crescita” che hanno introdotto, per gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica e per l’installazione di impianti fotovoltaici, il meccanismo dello sconto in fattura in luogo della detrazione spettante. Ora è applicabile soltanto agli interventi di ristrutturazione importante di primo livello, per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori pari almeno a 200mila euro.

Bonus ristrutturazioni, ecobonus e bonus mobili Prorogate di un anno, nella misura vigente nel 2019, le detrazioni per le spese relative a lavori di recupero edilizio, a interventi di efficienza energetica e all’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati all’arredo di immobili ristrutturati.

Credito d’imposta per la competitività delle imprese Introdotto, per il 2020, un nuovo credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e altre attività innovative, quali quelle di design e ideazione estetica svolte dalle imprese dei settori tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, mobile e arredo e della ceramica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari. La disciplina sostituisce l’attuale credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo. Un decreto Mise, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, definirà le modalità attuative della norma.

Bonus formazione 4.0 Confermato per il 2020, con alcune modifiche, il credito d’imposta per le spese di formazione del personale dipendente, finalizzate all’acquisizione e al consolidamento di competenze nelle tecnologie rilevanti per la realizzazione del processo di trasformazione delle imprese previste dal “Piano nazionale industria 4.0”. Queste le principali novità: è rimodulato il limite massimo annuale del credito; la misura del bonus è incrementata al 60% se l’attività di formazione riguarda lavoratori svantaggiati o ultra svantaggiati; il credito non spetta alle imprese destinatarie di sanzioni interdittive; scompare l’obbligo di disciplinare espressamente lo svolgimento delle attività di formazione in contratti collettivi aziendali o territoriali. Continua a pagina 15 ›››

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14 › febbraio 2020


notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 13

Bonus facciate Introdotta una detrazione del 90% per le spese del 2020 relative a interventi, inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici ubicati nella zona A o B ex Dm 1444/1968 (centri storici e parti già urbanizzate, anche se edificate in parte). Sono ammessi al beneficio i soli interventi su strutture opache della facciata, balconi, ornamenti e fregi. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Se i lavori non sono di sola pulitura o tinteggiatura esterna e influiscono dal punto di vista termico o interessano oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, devono soddisfare i requisiti energetici previsti dal decreto Mise 26 giugno 2015 e quelli della tabella 2 allegata al decreto Mise 11 marzo 2008, riguardanti i valori di trasmittanza termica.

Aiuto alla crescita economica (Ace) Ripristinata, con decorrenza dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018, la disciplina Ace, finalizzata a incentivare la patrimonializzazione delle imprese. Il meccanismo consente di dedurre un importo pari al rendimento figurativo, calcolato con l’aliquota dell’1,3%, degli incrementi di capitale effettuati mediante conferimenti in denaro e accantonamenti di utili a riserva. Contestualmente, sono abrogate le misure di riduzione dell’Ires, che erano state introdotte al posto dell’Ace.

Detrazione per spese veterinarie Innalzato a 500 euro l’importo massimo detraibile delle spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva.

Auto aziendali Modificata la tassazione dei veicoli aziendali concessi in uso promiscuo ai dipendenti, che sarà agganciata ai valori di emissione di anidride carbonica: all’aumentare di questi, aumenterà il reddito figurativo.

Il compenso in natura, attualmente, è pari al 30% dell’importo corrispondente a una percorrenza convenzionale di 15mila chilometri, calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio indicato nelle apposite tabelle dell’Aci. Invece, per i contratti stipulati a decorrere dal 1° luglio 2020: per i veicoli con CO2 entro i 60 grammi per chilometro, si assumerà il 25% del costo chilometrico ACI; per i veicoli con CO2 superiore a 60 gr per km ma non a 160, si assumerà il 30%; per i veicoli con CO2 superiore a 160 gr per km ma non a 190, si assumerà il 40% (dal 2021, il 50%); per i veicoli con CO2 oltre i 190 gr per km, si assumerà il 50% (dal 2021, il 60%).

Tracciabilità delle detrazioni Ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, la detrazione dall’imposta lorda nella misura del 19% degli oneri indicati nell’articolo 15 Tuir (interessi passivi, spese sanitarie, spese frequenza universitaria e scolastica, premi assicurativi contro il rischio morte e invalidità ecc.) e in altre disposizioni normative spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili previsti dall’articolo 23m D. Lgs. 9 luglio 1997 n. 241. La disposizione non si applica alle detrazioni spettanti in relazione alle spese sostenute per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici, nonché alle detrazioni per prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale.

Estromissione dei beni immobili imprese individuali La disciplina dell’estromissione agevolata dei beni immobili strumentali è estesa alle esclusioni dal patrimonio dell’impresa dei beni posseduti al 31 ottobre 2019, effettuate dal 1° gennaio al 31 maggio 2020. La relativa imposta sostitutiva dell’8% andrà versata entro il 30 novembre 2020 (il 60% del totale) e il 30 giugno 2021 (il rimanente 40%). Continua a pagina 16 ›››

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notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 15

Contrasto alle indebite compensazioni

Regime forfetario

Per compensare i crediti relativi alle imposte sui redditi e all’Irap per importi superiori a 5.000 euro annui, a partire da quelli maturati nel 2019 bisognerà aspettare il decimo giorno successivo alla presentazione della dichiarazione da cui il credito emerge.

Previsti: come condizione di accesso, un limite di 20mila euro di spese sostenute per il personale; l’esclusione per i redditi di lavoro dipendente superiori a 30mila euro; la riduzione di un anno dei termini di decadenza per l’accertamento, per i contribuenti forfetari che, benché non obbligati, hanno un fatturato annuo costituito esclusivamente da fatture elettroniche. Abrogata, infine, la norma che prevedeva, dal 2020, l’imposta sostitutiva al 20% per le partite Iva con ricavi o compensi tra 65.001 e 100.000 euro.

Rivalutazione terreni e partecipazioni Rivalutabili, entro il prossimo 30 giugno, terreni e partecipazioni posseduti alla data del 1° gennaio 2020. Prevista un’unica aliquota per il calcolo dell’imposta sostitutiva: 11%.

Plusvalenze immobiliari Incrementata dal 20 al 26% l’imposta sostitutiva applicabile alle plusvalenze realizzate in caso di cessione di beni immobili acquistati o costruiti da non più di cinque anni.

Rivalutazione beni d’impresa e partecipazioni Le imprese che non adottano i principi contabili internazionali possono rivalutare i beni e le partecipazioni, esclusi gli immobili alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività, risultanti dal bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2018. È previsto il pagamento di un’imposta sostitutiva con aliquota del 12% per i beni ammortizzabili e del 10% per i beni non ammortizzabili; per l’affrancamento del saldo attivo della rivalutazione, è dovuta un’imposta sostitutiva del 10%. Il versamento potrà essere frazionato fino a tre rate annuali di pari importo, se l’ammontare complessivamente dovuto non supera 3 milioni di euro, ovvero, in caso contrario, fino a sei rate.

Cinque per mille Irpef Incrementata la dotazione delle risorse destinate alla quota del 5 per mille dell’Irpef: 10 milioni per il 2020, 20 milioni per il 2021 e 25 milioni a decorrere dal 2022

IL COLLEGATO FISCALE ALLA LEGGE FINANZIARIA 2020 Il Dl n. 124/2019 “recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili” convertito dalla Legge n. 157/2019 contiene numerose novità in ambito tributario e di seguito si segnalano le principali: essere impresa

16 › febbraio 2020

Esteso ai contribuenti non titolari di partita Iva, con riferimento ai crediti maturati a decorrere dal 2019, l’obbligo di trasmettere esclusivamente attraverso i canali telematici dell’Agenzia delle entrate i modelli F24 contenenti compensazioni. Per le ipotesi di mancata esecuzione delle deleghe di pagamento a seguito delle attività di controllo sui crediti compensati, è introdotta una sanzione di 1.000 euro per ogni F24 scartato. La disposizione si applica alle deleghe presentate a partire dal mese di marzo 2020.

Ritenute e compensazioni in appalti e subappalti ed estensione del regime del reverse charge per il contrasto dell’illecita somministrazione di manodopera Per combattere il fenomeno dell’omesso versamento di ritenute da parte di imprese appaltatrici/affidatarie e subappaltatrici, viene definita una procedura che prevede il coinvolgimento del committente, chiamato a versare le ritenute operate dall’appaltatore ai dipendenti, dopo che quest’ultimo gli ha fornito la provvista o gli ha chiesto di attingere dai corrispettivi dovuti per le prestazioni ricevute. Per contrastare l’omesso versamento dell’Iva e l’utilizzo di falsi crediti, il reverse charge viene esteso alle prestazioni di servizi effettuate tramite contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente e con l’utilizzo di beni strumentali di sua proprietà.

Lotteria degli scontrini: si parte il 1° luglio, senza sanzioni per chi non acquisisce il codice Slitta di sei mesi, dal 1° gennaio al 1° luglio 2020, l’avvio della lotteria nazionale degli scontrini, cui sono ammesse a partecipare le persone fisiche maggiorenni, residenti in Italia, che effettuano acquisti di beni o servizi fuori dall’esercizio di attività di impresa, arte o professione, presso esercenti che trasmettono telematicamente i corrispettivi.

Ravvedimento extra large anche per Imu e Tasi Sono state estese a tutti i tributi, compresi quelli regionali e locali (quindi, anche a Imu e Tasi), alcune fatContinua a pagina 17 ›››


notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 16

tispecie di regolarizzazione delle violazioni tributarie previste dalla disciplina del ravvedimento operoso, fino ad oggi riservate ai tributi amministrati dall’Agenzia delle entrate nonché ai tributi doganali e alle accise amministrati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Fatturazione elettronica e imposta di bollo L’articolo 17 della legge di conversione del Decreto Fiscale 2020 stabilisce che il pagamento del bollo dovuto sulle fatture elettroniche a partire dai documenti emessi dal 1° gennaio venga effettuato a cadenza semestrale, rispettivamente entro la scadenza del 16 giugno e del 16 dicembre di ciascun anno, nel caso di importi non superiori a 1.000 euro. Relativamente alle fatture elettroniche inviate dal 1° gennaio 2020 attraverso il Sistema di interscambio, in caso di tardivo, omesso o insufficiente versamento dell’imposta di bollo, l’Agenzia delle entrate comunicherà al contribuente l’ammontare dell’imposta, della sanzione amministrativa (ordinariamente pari al 30%) ridotta a un terzo e degli interessi dovuti. Se le somme non sono pagate entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, l’ufficio procede con l’iscrizione a ruolo a titolo definitivo.

Novità in ambito Iva

Appalti e subappalti: riscritte le norme di contrasto all’omesso versamento delle ritenute Viene disposto l’obbligo, per chi affida il compimento di un’opera o un servizio di importo annuo superiore a 200.000 euro (sempre che sia sostituto d’imposta in Italia), di richiedere all’impresa appaltatrice o affidataria e alle imprese subappaltatrici, che sono obbligate a rilasciarla, copia degli attestati di versamento delle ritenute operate sulle retribuzioni corrisposte al personale impiegato nell’esecuzione delle opere o dei servizi affidati. In caso di mancata risposta oppure se risultano omessi o insufficienti versamenti, il committente deve sospendere il pagamento dei corrispettivi maturati dall’impresa. Il committente è sanzionabile se non chiede all’impresa copia degli F24 utilizzati per versare le ritenute oppure se, non avendo ricevuto le deleghe e le informazioni necessarie per verificare il versamento delle ritenute, non sospende il pagamento dei corrispettivi maturati dall’impresa per un importo pari al 20% del valore complessivo dell’opera o del servizio o, se inferiore, dell’importo relativo alle ritenute non versate.

Modifiche al regime dell’utilizzo del contante Viene ridotta di 1.000 euro la soglia che limita le transazioni in denaro contante, passando, dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, a 2.000 euro. A partire dal 1° gennaio 2022 il limite si abbasserà ulteriormente a 1.000 euro.

 L’Iva agevolata al 4% per i veicoli (di cilindrata fino a 2.000 centimetri cubici se con motore a benzina e fino a 2.800 centimetri cubici se con motore diesel) destinati a persone con disabilità spetta anche in caso di motore ibrido, con gli stessi limiti di cilindrata, e in caso di alimentazione elettrica, purché di potenza non superiore a 150 kW. I medesimi veicoli sono anche esenti dall’imposta erariale di trascrizione, dalla relativa addizionale provinciale e dall’imposta di registro sugli atti traslativi o dichiarativi.

Ambiente e Sicurezza

 Ridotta la frequenza dell’esterometro, ossia la trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate dei dati relativi alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi con soggetti non stabiliti in Italia: l’adempimento, attualmente mensile, diventa trimestrale.

Per incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché favorire le micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli per l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per abbattere in misura significativa le emissioni inquinanti, migliorare il rendimento e la sostenibilità globali e, in concomitanza, conseguire la riduzione del livello di rumorosità o del rischio infortunistico o di quello derivante dallo svolgimento di operazioni manuali è stato pubblicato il bando ISI.

 La norma dettata per adeguare l’ordinamento nazionale alla recente sentenza della Corte di giustizia Ue in tema di esenzione Iva per le prestazioni educative è stata modificata in modo da escludere in maniera esplicita dal novero delle prestazioni non soggette all’imposta esclusivamente l’insegnamento della guida automobilistica per conseguire le patenti B e C1.

› a cura di Alberto Camporesi ISI 2019 Finanziamenti alle imprese per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro

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AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA NORMA

Destinatari dei finanziamenti: le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte alla Camera di commercio industria, artigianato ed agricoltura e, per l’asse 2 di finanziamento anche gli Enti del terzo settore.

Rientrano nell’applicazione della norma tutti i contratti di appalto, subappalto affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali comunque denominati, stipulati con lo stesso committente, che hanno contemporaneamente tutte le seguenti caratteristiche:

Sono finanziabili le seguenti tipologie di progetto ricomprese in 5 Assi di finanziamento:  Progetti di investimento e Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale - Asse di finanziamento 1 (sub Assi 1.1 e 1.2)  Progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC) - Asse di finanziamento 2  Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto - Asse di finanziamento 3  Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività - Asse di finanziamento 4  Progetti per micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli  Asse di finanziamento 5 (sub Assi 5.1 e 5.2).

Calendario

 compimento di una o più opere o di uno o più servizi di importo annuo complessivo superiore a 200.000,00 Euro;  prevalente utilizzo di manodopera;  svolgimento dell’attività oggetto del contratto presso la sede del committente; utilizzo di beni strumentali di proprietà del commit tente o ad esso riconducibili in qualunque forma. Tra i committenti interessati rientrano tutti i soggetti previsti dall’art. 23 comma 1 del D.P.R. n. 600/1973, ovvero tutti i sostituti d’imposta compresi i condomini, il curatore fallimentare ed il commissario liquidatore.

ESCLUSIONE - CERTIFICAZIONE DI REGOLARITÀ È prevista un’esenzione nell’applicazione della norma per le imprese appaltatrici/subappaltatrici o affidatarie in possesso dei seguenti requisiti (anche in questo caso si devono verificare tutti):  l’impresa deve essere in attività da almeno 3 anni;

 Apertura della procedura informatica per la compilazione della domanda 16 aprile 2020

 deve essere in regola con gli obblighi dichiarativi (imposte dei redditi, irap, iva, sostituti d’imposta);

 Chiusura della procedura informatica per la compilazione della domanda 29 maggio 2020

 deve aver eseguito, nel corso delle dichiarazioni d’imposta cui si riferiscono le dichiarazione dei redditi presentate nell’ultimo triennio, complessivi versamenti registrati nel conto fiscale per un importo non inferiore al 10% dei ricavi o compensi risultanti dalle dichiarazioni medesime;

 Acquisizione codice identificativo per l’inoltro online 5 giugno 2020 e comunicazione relativa alle date di inoltro online 5 giugno 2020. Gli associati interessati possono rivolgersi all’Ufficio Ambiente e Sicurezza di Forlì, Alberto Camporesi allo 0543 452906.

Consulenza del lavoro › a cura di Susi Silvani RITENUTE E COMPENSAZIONI IN APPALTI/SUBAPPALTI E AFFIDAMENTO LAVORI A TERZI L’articolo 4, commi 1 e 2 del Decreto Legge n. 124/2019 c.d. Decreto Fiscale, reintroduce la responsabilità solidale per le ritenute fiscale nell’ambito dei contratti di appalto/subappalto e non solo. essere impresa

18 › febbraio 2020

 non debbono risultare iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito affidati agli agenti della riscossione per imposte sui redditi, IRAP, ritenute e contributi previdenziali per importi superiori ad Euro 50.000,00 per i quali i termini di pagamento risultino scaduti (salvo rateazioni non decadute). I requisiti sopra indicati dovranno essere posseduti nell’ultimo giorno del mese precedente a quello della scadenza mensile del versamento delle imposte. Il possesso dei suddetti requisiti verrà certificato dall’Agenzia delle Entrate e la certificazione avrà validità quattro mesi. In data 06/02/2020 l’Agenzia delle Entrate, con provvedimento n. 54730 ha approvato lo schema di certificato di esclusione dall’applicazione della suddetta normativa. Continua a pagina 19 ›››


notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 18

Il modello sarà disponibile a partire dal terzo giorno lavorativo di ogni mese e potrà essere ritirato presso la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate presso cui ha sede l’azienda.

ADEMPIMENTI IMPRESE APPALTATRICI, AFFIDATARIE O SUBAPPALTATRICI In caso di applicazione della norma, le imprese appaltatrici/subappaltatrici o affidatarie dovranno:  effettuare il versamento delle ritenute fiscali (IRPEF, addizionali regionali e comunali) dei propri lavoratori dipendenti o assimilati con distinte deleghe per ciascun committente. Il modello F24 dovrà contenere nel campo “codice fiscale del coobbligato...” il codice fiscale del committente e nel campo “codice identificativo” il codice 09;  inviare al Committente, entro 5 giorni lavorativi successivi alla scadenza del versamento delle ritenute fiscali, le deleghe F24 effettivamente pagate e un elenco nominativo di tutti i lavoratori occupati direttamente nell’esecuzione dell’opera o del servizio presso il Committente con indicazione delle ore di lavoro prestate nel mese, della retribuzione corrisposta e delle ritenute fiscali eseguite. È fatto divieto di assolvere all’obbligo di pagamento delle ritenute fiscali, dei contributi previdenziali ed assistenziali attraverso l’istituto della compensazione.

ADEMPIMENTI DEL COMMITTENTE Il committente è tenuto a verificare i dati forniti dalle imprese appaltatrici/subappaltatrici o affidatarie e, in caso di mancato o parziale versamento delle ritenute deve:  sospendere il pagamento dei corrispettivi maturati dalle imprese appaltatrici/subappaltatrici o affidatarie fino al perdurare dell’inadempienza, sino a concorrenza del 20% del valore complessivo dell’opera o del servizio ovvero per un importo pari alle ritenute non versate;  darne comunicazione entro 90 giorni all’Agenzia delle Entrate.

BONUS RENZI E CUNEO FISCALE Sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 2020 è stato pubblicato il Decreto Legge n.3/2020 recante “Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente”. Il decreto ha previsto modifiche strutturali a partire dall’1 Luglio 2020 al Bonus Renzi abrogando il comma 1-bis dell’articolo 13 del TUIR. Il bonus continuerà ad essere applicato così come lo

conosciamo fino al 30/06/2020 mentre dal 1° Luglio avremo due diverse misure denominate “Trattamento integrativo dei redditi di lavoro dipendente e assimilati” e “Ulteriore detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati”. La prima prevede il riconoscimento a tutti i titolari di redditi da lavoro dipendente e di alcuni tipi di redditi assimilati con reddito complessivo non superiore a 28.000,00 Euro e con imposta lorda positiva, di un importo pari ad Euro 600,00 per il 2020 (periodo luglio - dicembre) e di 1.200,00 dal 2021. Gli importi vanno rapportati al periodo di lavoro. La seconda misura riguarda i redditi tra i 28.000,00 Euro e i 40.000,00 Euro annui e viene riconosciuta sotto forma di detrazione per il solo periodo 01/07/2020 - 31/12/2020. L’importo sarà inversamente proporzionale con l’aumentare del reddito e sarà:  per reddito da 28.000,00 a 35.000,00 Euro detrazione da 600,00 a 480,00 Euro;  per redditi da 35.000,00 a 40.000,00 Euro detrazione da 480,00 a zero. Nel caso in cui, in sede di conguaglio, il sostituto d’imposta dovesse rilevare la non spettanze delle nuove misure, dovrà provvedere al recupero delle somme. Se il recupero dovesse essere superiore ad Euro 60,00 procederà a trattenere la cifra in 4 rate mensili. Il sostituto d’imposta deve procedere alla verifica di conguaglio a fine anno: qualora l’ulteriore detrazione risulti non spettante, in tutto o in parte, il recupero dell’ulteriore detrazione non spettante è effettuato in 4 rate di pari ammontare, a partire dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio, qualora lo stesso ecceda 60 euro.

ENERGIA E GAS La fine della “maggior tutela” slitta al 1 gennaio 2022 Il servizio di maggior tutela è il regime tariffario, alternativo a quello del mercato libero, stabilito dall’Autorità per l’Energia elettrica il Gas e il Sistema idrico (Aeegsi) operante in via transitoria nei settori del gas e dell’energia elettrica. Un emendamento, approvato a dicembre, fa slittare la fine della maggior tutela del gas e dell’energia elettrica, sia per privati sia per aziende, al 1° gennaio 2022 (anzichè dal 1° luglio 2020). Per tutte le informazioni e per avere una consulenza gratuita relativa ai consumi, rivolgersi al servizio Energia dell’associazione Fabiola Foschi 0543.452844 e Gianluigi Bandini 0543.452895 essere impresa

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Tasse: i pensionati chiedono più attenzione

Le parole siano seguite dai fatti

I

pensionati hanno finalmente udito parole confortanti, anche se per ora si tratta soltanto di promesse e i pensionati vogliono vedere fatti concreti. Per i vertici di ANAP Confartigianato - Associazione Nazionale Anziani e Pensionati - le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte circa il piano di riforma fiscale che dovrebbe coinvolgere anche i pensionati sono un segnale di buona volontà. Una più adeguata tassazione dei trattamenti pensionistici è una delle rivendicazioni più importanti del movimento che rappresenta gli artigiani a riposo. E questo per due ragioni. La prima è perché i pensionati italiani sono tra i più

tassati in Europa: a titolo di esempio su una pensione annua di circa 20.000 euro lordi (tre volte il minimo), in Italia si pagano quattro mila euro di Irpef (il 20 %), mentre la media in Europa è del 13 %. Il secondo motivo è perché ridurre il carico fiscale sugli assegni previdenziali è una questione di equità, visto che i pensionati subiscono paradossalmente una tassazione più pesante rispetto ai lavoratori dipendenti per effetto delle detrazioni più basse. Eppure si tratta di 16 milioni di persone. Senza dimenticare che la Legge di Bilancio riducendo il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, ma non per i pensionati, ha compiuto un’ulteriore sperequazione. Per Anap si trat-

terebbe di una forma di compensazione per la pesante perdita del potere d’acquisto delle pensioni che si è registrata in questo ultimo decennio per effetto sia degli interventi penalizzanti sulla perequazione sia proprio della pressione fiscale, soprattutto a livello locale.

Gli appuntamenti del 2020

Ritornano gli appuntamenti per gli associati Anap, la Festa del Socio si svolgerà presso il complesso Club Hotel Marina Beach Resort Golfo Di Orosei (Nu) dal 17 al 27 settembre 2020. La Festa è occasione di incontro e confronto tra i soci e anche un momento per creare coesione nel movimento. La quota di adesione prevista per ciascun parteciessere impresa

20 › febbraio 2020

pante è di 735 euro a persona in camera doppia (soci Anap/ancos e coniugi) e 765 euro a persona in camera doppia (non soci). La quota comprende il soggiorno in pensione completa e il servizio di ristorazione. Posto spiaggia assegnato (un ombrellone e due lettini per camera), uso individuale delle attrezzature sportive, partecipazione a lezioni collettive, animazione diurna/serale. Le camere disponibili sono 430 e verranno assegnate in ordine di prenotazione entro e non oltre il 31 marzo 2020. La festa dei Nonni e Nipoti si terrà presso Voi Aliminini Resort Otranto (LE) dal 7 al 14 giugno 2020. La formula prevede la possibilità di

partecipazione anche dei nipoti con offerte vantaggiose e per i quali sarà prevista animazione specifica. La quota di adesione prevista per ciascun partecipante è di € 555 a persona in camera doppia (soci Anap/ancos e coniugi) € 585 a persona in camera doppia (non soci), per i bambini sono previste specifiche scontistiche in base all’età. Soggiorno in pensione completa e servizio spiaggia attrezzata con ombrelloni e 2 lettini. Attività sportive, animazione diurna e serale per adulti e bambini. Per informazioni e per prenotazioni contattare Giuseppe Mercatali coordinatore Anap allo 0543 452960.


anap

Avvicendamento alla presidenza Anap

Celaschi sostituisce Palazzi

G

uido Celaschi è il nuovo Presidente dell’ANAP chiamato a proseguire il grande lavoro svolto dal Presidente uscente Giampaolo Palazzi che è stato alla guida dell’Anap dal 2011 e che rimane in carica in Emilia Romagna alla presidenza regionale del movimento anziani. Oltre alla nomina del nuovo Presidente Nazionale, eletto a Roma duran-

te l’Assemblea dell’Associazione a fine dicembre, sono stati nominati anche i nuovi componenti dei vari Organi dell’Associazione. Vice Presidenti sono: Adriano Sonzini (Vicario), Cecilio Testa e Giuseppe Arena. Riconfermato come Segretario Nazionale Anap Fabio Menicacci. Celaschi, ringraziando l’Assemblea per la fiducia accordatagli e sottolineato il prezioso lavoro svolto da Palazzi, ha concluso: “Avanti tutta con spirito di squadra e nel segno della continuità con le iniziative e le attività realizzate dal Presidente Giampaolo Palazzi. Dobbiamo continuare a collaborare per far crescere i Gruppi territoriali Anap in tutta Italia,

affinché si riesca a rappresentare al meglio le esigenze degli associati. È inoltre importante potenziare il ruolo di Anap quale interlocutore nei confronti delle istituzioni, dal più piccolo Comune fino al Governo nazionale. La trasmissione del saper fare, la continuità dell’esperienza artigiana che si tramanda tra generazioni sono un bene prezioso che va difeso perché costituisce le fondamenta del nostro sistema imprenditoriale e produttivo. E l’Anap, quale componente del Sistema Confartigianato, continuerà a lavorare per diffondere questi valori, per qualificare l’offerta dei servizi e per accrescere la propria rappresentatività”.

Welfare e invecchiamento

Si riducono i margini di spesa L’elevata spesa per welfare in Italia presenta un forte squilibrio influenzato dall’invecchiamento della popolazione. In Italia per 1 euro di spesa pubblica rivolta a giovani e famiglie, sono spesi 10,27 euro per pensioni e sanità destinata alla popolazione anziana; tale componente di spesa arriva al 16,1% del PIL. La spesa per welfare è caratterizzata dalla progressiva riduzione del ruolo dello Stato, come emerge dall’analisi degli ultimi dati disponibili sul tema: la quota di finanziamento pubblico della spesa per assistenza sanitaria delle famiglie passa dal 75,9% del 2012 al 73,8% del 2017, con una riduzione

di oltre due punti percentuali in soli cinque anni. In Italia e Spagna la quota di spesa a carico delle famiglie oscilla attorno al 23%, sette punti superiore al 16% della media Ue. Nell’arco di cinque anni l’importo del finanziamento pubblico della spesa per la salute delle famiglie italiane è salito del 3%, mentre la spesa diretta delle famiglie e gli altri finanziamenti (polizze volontarie, fondi privati e imprese) sale del 15%. In tale contesto cresce l’intervento delle imprese con iniziative sussidiarie di carattere contrattuale e aziendale, interventi definiti di ‘secondo welfare’, con un ampio spettro di interventi in dodici aree, sicurez-

za e prevenzione degli incidenti, polizze assicurative, formazione per i dipendenti, conciliazione vita-lavoro e sostegno ai genitori, sanità integrativa, sostegno economico ai dipendenti, previdenza integrativa, welfare allargato alla comunità, sostegno ai soggetti deboli e integrazione sociale, servizi di assistenza, cultura e tempo libero e sostegno all’istruzione di figli e familiari. La micro e la picContinua a pagina 22 ››› essere impresa

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Case della salute

Per il Cupla restano la priorità Prima della recente tornata elettorale, il Cupla di Forlì Cesena si è confrontato con il presidente uscente della Commissione Sanità della Regione Emilia-Romagna Paolo Zoffoli sul tema delle case della salute, chiarendo la centralità che esse ricoprono per la popolazione. Un luogo vicino e facilmente riconoscibile in cui coesistono professionisti sanitari e servizi. Nelle Case della Salute l’assistenza avviene attraverso l’azione congiunta dei medici di famiglia, dei pediatri, dei medici specialisti, degli infermieri, degli assistenti sociali, delle ostetriche, degli operatori socio assistenziali, del personale allo sportello, delle associazioni di pazienti e di volontariato per garantire la piena assistenza all’utenza. In Regione, dove già operative, esse offrono un contributo al miglioramento del sistema sanita‹‹‹ Segue da pagina 21

Si riducono i margini di spesa cola impresa - che per la sua natura intrinseca organizza i processi produttivi in base alla relazione stretta e personale tra imprenditore, collaboratori, clienti e fornitori - figura tra le principali protagoniste di questo processo di allargamento di azioni di tutela e protezione dei lavoratori, anche grazie agli strumenti messi a disposizione dall’associazionismo e dalla bilateralità, due hub innovativi dell’offerta di servizi di welfare. Interessante notare la crescita significativa della quota di micro e piccole imprese impegnate sul fronte del welfare aziendale: le micro imprese fino a 10 addetti che sono molto attive e realizzano interventi in almeno sei aree di welfare è passata dal 6,8% del 2017 al 12,2% nel 2019, salendo di 5,4 punti mentre nelle piccole imprese è passata dall’11% del 2016 al 24,8% del 2019, salendo di 13,8 punti, incremento superiore ai 12,4 punti in più registrati dalla media delle imprese. La collaborazione tra pubblico e privato è in crescita e mira a garantire gli elevati livelli di benessere, anche a fronte di un aumento di risorse destinate alla terza età. Confartigianato e Anap sono in prima linea per favorire il dialogo fra questi due mondi a tutela del lavoratore attivo e di quello a riposo e dei loro familiari. essere impresa

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rio regionale. Il funzionamento di queste realtà, tra il 2009 e il 2016, secondo uno studio dell’Agenzia Sanitaria Regionale, ha comportato in media una riduzione del 21% dei codici bianchi, con picchi fino al 30%. Ove presenti i medici di medicina generale si registra anche un minor ricorso ai ricoveri ospedalieri (-3,6%) per le patologie trattabili a livello ambulatoriale, come diabete o scompensi cardiaci. Nei territori in cui operano le Case della Salute, si è notevolmente intensificata nel tempo (+5,5) l’assistenza domiciliare al paziente sia infermieristica sia medica ospedaliera. L’indagine ha considerato 64 struttura operative da almeno 9 mesi nella nostra regione. Attualmente sono attive 107 realtà tra piccole, medie e grandi; erano 42 nel 2011, l’ASL della Romagna ne conta 37 , tra cui Forlimpopoli-Bertinoro, Meldola, Modigliana., Predappio, Rocca San Casciano. Mancano all’appello Forlì e Cesena. A Forlì , non si è ancora concretizzata, non per responsabilità dirette delle Regione (i fondi, pari a 9milioni di euro, sono già stati indicati); il notevole ritardo è imputabile principalmente al “tira e molla” tra Comune di Forlì e ASL Romagna. Mancano ancora un progetto esecutivo e un piano economico-finanziario, che impediscono la realizzazione della casa della salute. Per quanto attiene Cesena, la struttura non è stata ancora realizzata poiché l’amministrazione comunale, a suo tempo, interpellata dalla Regione sui tempi di realizzazione, dichiarava di voler attendere la costruzione del novo ospedale al fine di utilizzare una parte della vecchia struttura ospedaliera da trasformare in Casa delle Salute. In risposta a quanto evidenziato da Paolo Zoffoli, il presidente del Cupla, Zecchini, sollecitava la Regione a farsi carico della concretizzazione del progetto, in quanto due grandi Comuni non possono rinunciare alla realizzazione di strutture sanitarie, così fondamentali per la sanità pubblica, apportando notevoli benefici ai cittadini, come si è riscontrato nei territori dove già operano. Ha poi ringraziato la Regione per il lavoro fin qui svolto nell’interesse dei cittadini e soprattutto di tutta quella parte di popolazione non più giovane che, interfacciandosi con nuovi servizi, può beneficiare di notevoli vantaggi.


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Rendere più equa l’assistenza sanitaria

La sfida dell’Oms per gli “obiettivi di salute 2030”

L’

Oms ha definito gli obiettivi salute 2030. Tra questi merita particolare attenzione la necessità di rendere più equa l’assistenza sanitaria. I divari socioeconomici persistenti e in crescita comportano infatti notevoli discrepanze nella qualità della salute delle persone. Non c’è solo una differenza di 18 anni nell’aspettativa di vita tra paesi ricchi e poveri, ma anche un marcato divario all’interno dei paesi e persino all’interno delle città. Nel frattempo, l’aumento globale delle malattie non trasmissibili, come il cancro, le malat-

tie respiratorie croniche e il diabete, ha un onere sproporzionato nei paesi a basso e medio reddito e può drenare rapidamente le risorse delle famiglie più povere. Uno dei modi migliori per ridurre le disuguaglianze è attraverso l’assistenza sanitaria di base, che affronta la maggior parte delle esigenze di salute di una persona. L’Oms chiede a tutti i paesi di assegnare l’1% in più del loro prodotto interno lordo all’assistenza sanitaria di base, per dare a più persone l’accesso ai servizi essenziali di qualità di cui hanno bisogno, vicino a casa.

Detrazione spese mediche e sanitarie

Dalla legge di bilancio importanti novità circa la tracciabilità Dal 1° gennaio 2020, a seguito di quanto previsto dalla Legge di Bilancio, potranno essere sottoposte alle detrazioni fiscali del 19%, al netto della franchigia di 129,11 euro, tutte le spese mediche e sanitarie eseguite attraverso mezzi di pagamento tracciabili. I mezzi tracciabili indicati dalle disposizioni normative sono bancomat, carte di credito, carte prepagate, bonifici bancari, assegni bancari o circolari. Questi mezzi dovranno essere utilizzati ogni qualvolta si affrontino spese mediche o sani-

tarie presso strutture private non convenzionate con il SSN. Il contribuente potrà comunque utilizzare il contante per le spese mediche effettuate in farmacia per l’acquisto di farmaci o dispositivi o presso le sanitarie o gli ottici in quanto saranno sempre tracciati tramite lo scontrino parlante. Il contante è anche consentito per l’acquisto di prestazioni, quali visite ed esami diagnostici, rese da strutture pubbliche (ospedali e ambulatori) o private convenzionate con il SSN.

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giovani imprenditori

I Giovani Imprenditori volano a Bruxelles

Scuola di formazione politica appuntamento conclusivo

L

a Scuola di Formazione Politica dei Movimenti Donne Impresa e Giovani Imprenditori di Confartigianato si è conclusa col confronto con le istituzioni europee. Protagonisti i giovani imprenditori delle Associazioni del centro sud e dell’Emilia Romagna, tra cui una delegazione forlivese guidata dalla presidente Ana Isabel Perez Alvarez. Accompagnati da Stefania Multari, direttore delle Relazioni Istituzionali di Confartigianato Imprese, gli imprenditori hanno preso parte a due giorni di formazione e approfondimento dei dossier di maggiore interesse per le micro e piccole imprese italiane. La prima giornata è iniziata con un confronto sulle principali politiche europee a favore delle PMI, le attività di lobbying a Bruxelles e il coinvolgimento di Confartigianato Imprese e delle altre associazioni di categoria europee nelle politiche per le PMI. A lanciare la sessione formativa è stata Adriana Cerretelli, corrispondente a Bruxelles del Sole 24 Ore, che ha tracciato un

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quadro del futuro dell’Europa alla luce della Brexit e della Conferenza sul futuro dell’Europa. È poi intervenuto Fabio Donato, funzionario per la Ricerca e l’Innovazione presso la Rappresentanza Permanente dell’Italia all’UE, che ha illustrato il funzionamento della Rappresentanza nel processo decisionale europeo e il programma di ricerca e sviluppo Horizon 2020 che l’UE mette a disposizione delle PMI, oltre al futuro programma Horizon Europe. In seguito, Pietro Francesco De Lotto, Consigliere Gruppo I e Portavoce PMI al Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha presentato il ruolo del CESE nella definizione delle politiche per le MPMI. La giornata formativa ha visto poi gli interventi di un rappresentante dell’agenzia esecutiva per le PMI della CE (Anna Casagrande, Project Adviser di EASME) e l’intervento della Rappresentante del Senato Italiano presso il Parlamento Europeo (Beatrice Gianani) sul ruolo dei Parlamenti nazionali post Trattato di Lisbona, e di una funzionaria del Servizio giuridico del PE (Linda Stefani)

che ha illustrato invece il funzionamento del processo legislativo europeo post Trattato di Lisbona. Successivamente ha preso la parola un funzionario della Direzione Generale per le Politiche Regionali della Commissione Europea (Stefano Lambertucci), che ha descritto gli aspetti principali delle politiche strutturali dell’UE destinate all’Italia nel 2014-2020 in previsione anche del settennio 2021-2027. Di grande interesse il focus sulle attività di Confartigianato a Bruxelles sia come associazione di categoria che difende gli interessi dell’artigianato e delle microimprese, sia attraverso SMEunited (Organizzazione europea dell’artigianato e delle PMI), in sinergia con le altre organizzazioni imprenditoriali dei Paesi dell’UE che collaborano con Confartigianato per rappresentare gli interessi delle MPMI. Durante la riunione sono stati presentati anche i successi raggiunti negli ultimi anni, le priorità di Confartigianato per il prossimo quinquennio e l’architettura istituzionale comunitaria con i principali dossier al vaglio delle istituzioni UE.


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Turismo voce chiave della nostra economia

In crescita le vacanze invernali vernali più lunghe prevale il turismo sciistico, con Trentino Alto Adige che concentra quasi un terzo (31%) dei viaggi di 4 o più notti, seguito da Lombardia con 11,5%, Abruzzo con 11,3%, Emilia-Romagna con 11,2% e Veneto con 6,8%. Interessante notare la crescita del forlivese che fa registrare un +2,2% nelle presenze turistiche. Tra le mete più gettonate, oltre al capoluogo, Santa Sofia, Tredozio e Portico San Benedetto, assieme a Predappio e Modigliana. L’ufficio studi di Confartigianato ha presentato i dati relativi all’attrattività turistica del nostro Paese. Dall’analisi emerge chiaramente l’evoluzione della presenza turistica, oggi voce importante anche nei mesi invernali. Tra gennaio e marzo dello scorso anno, sono state registrate oltre 56 milioni di presenze turistiche, di cui il 47,9% sono straniere. Le presenze nel primo trimestre dell’anno rappresentano il 13,1% dei 426 milioni di presenze nell’arco degli ultimi dodici mesi (ottobre 2018-settembre 2019). Nell’arco di quattro anni (2015-2019) il turismo invernale è strutturalmente aumentato, con le presenze nei mesi di gennaio-marzo salite di 7,1 milioni (+14,6%). L’analisi effettuata in base ai dati resi disponibili dall’ultima indagine dell’Istat su viaggi e vacanze della popolazione residente evidenzia che nel 2018 il numero di viaggi per vacanza nei mesi invernali con pernottamento effettuati dai residenti in Italia è di 11 milioni e 722 mila, valore in notevole crescita rispetto al 2017 (+16,6%). L’aumento del numero dei viaggi per vacanza nel periodo invernale è associato a una lieve aumento della durata media, che si attesta a 4,5 notti, per un totale di 52 milioni di pernottamenti (+18,2%). Le persone che vanno in vacanza nel trimestre invernale sono 10 milioni 151 mila, di cui il 56,9% viaggiano per 1-3 notti e il 46,9% per 4 o più notti. La propensione a scegliere una vacanza invernale è più elevata nel Centro, dove effettua almeno una vacanza nel periodo il 22,5% dei residenti, seguita dal Nord Est con il 22% e dal Nord Ovest con il 19%; a distanza le Isole con il 9,8% e il Sud con l’8,9%. Tra le destinazioni del viaggio in Italia nelle vacanze invernali brevi nelle quali predomina l’attrazione delle città d’arte - troviamo la Toscana al primo posto con il 15,6% dei soggiorni effettuati in Italia, seguita da Lombardia con 15,5%, Lazio con il 13%, Veneto con l’8,8% e Trentino Alto Adige con 6,8%. Per le vacanze in-

Tra le destinazioni estere prevale la Spagna con 15,1% dei viaggi all’estero, seguita da Germania con 7,5%, Svizzera con 7,2%, Francia con 6,0% e Regno Unito con 5,5%. L’offerta turistica nei mesi invernali si rafforza grazie alla vasta rete museale: l’analisi dei dati pubblicati recentemente dall’Istat, evidenzia che nel 2018 l’Italia conta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico. I visitatori sono in forte crescita: oltre 128 milioni di persone (di cui 58,6 milioni di stranieri, il 46%) hanno visitato il patrimonio culturale italiano nel 2018, quasi 10 milioni in più (+8%) rispetto al 2017. L’incremento maggiore è registrato dai monumenti e i complessi monumentali (+11,5%) e dai musei (+9,6%). Diminuiscono i visitatori delle aree archeologiche (-11,3%). Le prime 10 città per visitatori dei siti del patrimonio culturale nazionale sono nell’ordine Roma, Firenze, Napoli, Venezia, Milano, Torino, Pisa, Pompei, Siena e Verona, nelle quali si concentra oltre la metà dei visitatori (il 55,5%). L’artigianato può intercettare una quota significativa della domanda turistica: sono oltre 207 mila le imprese artigiane operanti in settori interessati da domanda turistica e rappresentano il 16% dell’artigianato totale. Senza dimenticare che gli artigiani diventano animatori delle bellezze dei territori italiani con l’iniziativa ‘Percorsi accoglienti’ lanciata da Confartigianato per creare itinerari di valorizzazione dell’artigianato e dei luoghi in cui operano. Un’ultima nota deriva dall’analisi dei dati Eurostat, pur su ancora provvisori: emerge un segnale positivo del turismo straniero nell’estate 2019: nei tre mesi di giugno, luglio e agosto 2019 le presenze straniere sono aumentate del 2,9% in Italia, meglio del 1,7% dell’Eurozona. Per l’attrazione dei turisti stranieri l’Italia fa meglio anche di altri maggiori competitor del turismo estivo quali Croazia (+1,8%), Spagna (-0,1%), Grecia (-1,4%) e Francia (-1,6%). essere impresa

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Artigianato vincente

La gioielleria italiana leader in Europa L’Italia è leader europea nel comparto della gioielleria. L’esame degli ultimi dati resi disponibili da Eurostat evidenzia che in Italia gli occupati nelle imprese del settore della gioielleria e bigiotteria sono oltre 31mila, pari ad oltre un quarto (27,7%) dell’occupazione del settore nell’intera Unione europea, davanti ai 18 mila occupati della Francia e i 16 mila della Germania. Seguono, a distanza, la Polonia con 7.300 addetti e la Repubblica ceca con 4.600 addetti. Oltre tre quarti (77,1%) dell’occupazione della gioielleria si concentra nelle micro e piccole imprese. Il comparto è ad alta vocazione artigiana: sono 6.106 le imprese artigiane, danno lavoro a 16.633 addetti, più della metà (53,5%) del comparto, e superano per numero degli addetti dell’intera oreficeria tedesca. Le tre province di Arezzo, Alessandria - con il distretto di Valenza Po e Vicenza da sole contano 8.488 addetti nell’artigianato orafo, oltre la metà (51%) dell’occupazione di tutto l’artigianato orafo italiano. Al calo del numero delle imprese dell’oreficeria si affianca, tuttavia, una crescita della produzione: tra il 2009 e il 2018 la produzione italiana del comparto orafo aumenta del 71%, a fronte di una crescita più contenuta della media del manifatturiero, pari a +6% nello stesso periodo. In particolare si rileva un forte incremento della produzione orafa negli ultimi 2 anni con una variazione pari a +27,3%. Anche i dati più re-

centi, relativi ai primi 9 mesi del 2019, confermano la continuità di questa intensa crescita: nel periodo gennaio-settembre dell’anno la produzione orafa segna un +21,9% rispetto allo stesso periodo del 2018. Nel totale degli ultimi dodici mesi a novembre 2019 il made in Italy dell’oreficeria vale 5,5 miliardi di euro. Dopo un 2018 negativo per le esportazioni orafe italiane, che hanno subito un calo dell’1,6%, i dati relativi ai primi 9 mesi del 2019 mostrano una consistente crescita delle esportazioni pari a +9,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il trend positivo coinvolge tutte e tre le principali province esportatrici, che da sole rappresentano i tre quarti (76,5%) dell’export orafo italiano: la provincia di Arezzo nei mesi di gennaio-settembre 2019 segna un incremento delle esportazioni orafe pari a +11,9% rispetto allo stesso periodo del 2018, segue Alessandria che segna una crescita del 7,0% e Vicenza con +5,3%. Il made in Italy dell’oreficeria italiana viene venduto prevalentemente nei mercati extra europei, che rappresentano il 74,8% delle esportazioni del settore, mentre i mercati dell’Unione europea rappresentano il 25,2% dell’export. Quasi i due terzi delle esportazioni orafe (44,8%) sono destinate a cinque mercati: Svizzera con il 17,6% è il principale mercato dell’oreficeria ita-

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Il futuro della carta

Uso responsabile per difendere l’ambiente La carta è green, dà lavoro e contribuisce all’export. E può convivere con il digitale. Confartigianato vuole demolire gli stereotipi su un prodotto di eccellenza della manifattura made in Italy, considerato a torto in via di estinzione e nemico dell’ambiente. I dati dell’Osservatorio di Confartigianato dimostrano il contrario. Le imprese italiane della carta e della stampa sono oltre 18.000 con circa 156.000 addetti ed un fatturato di 33,5 miliardi. Il 58,1% degli addetti sono occupati in aziende di piccola dimensione e, in particolare, gli artigiani sono 11.000 e occupano 39.000 addetti. Numeri che superano abbondantemente quelli del settore dei prodotti elettrici ed elettronici per le telecomunicazioni dove operano 13.435 addetti di cui poco più di un terzo nelle piccole imprese. Sul fronte del commercio estero, negli ultimi dodici mesi ad agosto 2019 abbiamo esportato prodotti della filiera della carta per un valore di 6,9 miliardi di euro, con una crescita del 4,6% nel 2018. Negativo invece, per 5,2 miliardi, il saldo del nostro commercio estero per i devices elettronici. La riscossa della carta si rivela soprattutto nel suo impatto ambientale: produrre carta non ci priva del verde, secondo i dati dello studio di Confartigianato, infatti, dal 1990 al 2015 in Italia la superficie di boschi e foreste è cresciuta di quasi il 22%, a fronte del + 5,2% della media Ue. E il consumo di carta è compensato dalle ottime performance nelle attività di smaltimento e riciclo. Addirittura su questo fronte l’Italia è la più ‹‹‹ Segue da pagina 26

La gioielleria italiana leader in Europa liana, seguita da Stati Uniti con 12,8%, Francia con 11,5%, Emirati Arabi Uniti con 11,1% e Hong Kong con 11,0%. Il valore della produzione e quello delle esportazioni orafe sono influenzati dall’andamento dei prezzi. Dopo due anni di forti crescite che tra il 2014 e il 2016 avevano portato ad un aumento del +6,7%, nel 2018 l’indice dei prezzi di produzione al mercato estero cala (-2% rispetto al 2016). Da evidenziare che tale flessione si interrompe già nel 2019 che torna a mostrare segnali positivi.

virtuosa in Europa. Nel 2018 sono state raccolte e riciclate 3,4 milioni di tonnellate di carta e cartone, quasi il 4% in più rispetto al 2017. E tra il 2010 e il 2016 il volume di questo tipo di rifiuti riciclato è aumentato del 34% rispetto alla media europea del 5,5%. Nel 2018, il tasso di recupero degli imballaggi a base cellulosica è arrivato all’88,8%. Niente a che vedere con l’impatto ambientale dei rifiuti elettronici: in Italia ne ricicliamo soltanto il 34,4%, rispetto alla media europea del 41,2%. “La carta ha un futuro. Bisogna puntare sulla qualità made in Italy della produzione facendo leva anche sulla corretta informazione in materia di utilizzo e smaltimento della materia prima. Non si risolvono i problemi ambientali demonizzando o non utilizzando più la carta. Invece, deve essere usata in maniera responsabile, accertando anche la provenienza della materia prima”. Spiegano i vertici della Confederazione. Il futuro delle aziende artigiane specializzate in prodotti e servizi legati alla stampa e alla comunicazione, dai tipografi ai grafici fino ai cartotecnici, è quindi legato a un nuovo approccio che valorizza l’eccellenza della nostra antica e preziosa tradizione manifatturiera, sfruttando l’innovazione tecnologica. I nuovi filoni da percorrere sono quelli che puntano sui fattori emozionali, sugli aspetti sensoriali della carta, sulle nobilitazioni di stampa, lavorazioni aggiuntive per un mercato sempre più esigente, ad esempio per quanto riguarda la confezione cartotecnica e il packaging. Tutto questo per dare nuova vita ad un settore molto importante per la nostra economia. E concludono: “Le aziende tipografiche e grafiche ricoprono un ruolo culturale ed economico molto importante nel nostro Paese: sono tradizione, cultura, storia, economia, business, un grande indotto di posti di lavoro e fatturato. L’obiettivo dei Grafici di Confartigianato consiste nello spingere gli acquisti dei privati e soprattutto della pubblica amministrazione, che dovrebbe dare il buon esempio, verso materiali cartacei certificati che, da un lato, garantiscano la tutela dell’ambiente con criteri di rimboschimento e, dall’altro, assicurino un’ottima qualità del prodotto”. Insomma, carta e web possono convivere: l’online non può sostituire il cartaceo e viceversa. Sono due modi di comunicare complementari, che devono viaggiare in parallelo. essere impresa

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Tempi di pagamento

Ancora criticità per le imprese La Pubblica Amministrazione italiana non rispetta la legge sui tempi di pagamento nei confronti dei propri fornitori e ora subisce la condanna della Corte di giustizia europea, su ricorso della Commissione Ue. Il Governo italiano è quindi costretto a fare, sotto procedura di infrazione europea, ciò che non ha fatto di propria iniziativa in questi anni. Come spiegano i vertici dell’Associazione “è dal 2013, anno di entrata in vigore in Italia della norma di recepimento della direttiva europea del 2011 contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, che Confartigianato denuncia il problema e propone la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso l’amministrazione pubblica quale soluzione concreta ed efficace per il pagamento dei debiti della Pa.” Come sintetizzato in una nota dalla Confederazione, il ritardo dei tempi di pagamento costituisce uno dei casi in cui far parte dell’Europa si rivela vantaggioso, visto che il recepimento della direttiva europea ha consentito di ridurre, in parte, i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Un vantaggio che invece non si è ancora trasferito al settore privato dove purtroppo permane il grave malcostume di pagare in ritardo le imprese fornitrici. Secondo gli ultimi dati disponibili, per il peso dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione

verso le imprese fornitrici di beni e servizi, l’Italia nel 2018 ha detenuto il record negativo in Europa, con una quota pari al 3% del PIL, il doppio rispetto all’1,6% della media dei Paesi UE.

Un anno complesso

Frenano gli investimenti Le ultime previsioni indicano che nel 2020 le economie Ocse cresceranno dell’1,6%, in leggera decelerazione rispetto all’1,7% del 2019. L’Italia, insieme con la Germania, con un tasso di crescita del PIL dello 0,4% è all’ultimo posto tra le 35 economie che si riconoscono nella democrazia e nell’economia di mercato che aderiscono all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. La debolezza dell’economia italiana si osserva anche nel più lungo periodo: solo Grecia e Italia nel 2020 presentano ancora un livello del PIL inferiore al livello pre-crisi: per la Grecia il PIL previsto per quest’anno è inferiore del 20,7% rispetto a quello del 2008 e per l’Italia è inferiore del 2,7%. Inoltre il nostro Paese che risulta penultimo tra prime 60 economie del mondo per tasso di crescita nel quinContinua a pagina 29 ›››

I tempi di pagamento dei Comuni al primo semestre 2019 Le Amministrazioni comunali concentrano una ampia quota di forniture alla PA delle micro e piccole imprese e dell’artigianato. L’analisi dei dati su oltre 7 mila e 800 comuni per cui sono rilevati pagamenti nel corso del primo semestre 2019 evidenzia che a fronte di 4,7 milioni di fatture ricevute dai fornitori per un importo totale di 21,1 miliardi di euro, le Amministrazioni comunali hanno pagato un totale 15,5 miliardi di euro con un tempo medio di pagamento di 37 giorni, sostanzialmente in linea con il tempo medio di 39 giorni rilevato per il totale degli enti della pubblica amministrazione che hanno effettuato pagamenti. I comuni presentano un ritardo medio di tre giorni sulla scadenza delle fatture stesse. In media i Comuni rilevano una quota dell’importo pagato sul totale fatture pari al 73,6%. Il confronto con la normativa europea entrata in vigore nel nostro ordinamento dal 2013, evidenzia che il 40,6% dei comuni paga entro 30 giorni (3.196 comuni) concentrando il 42,1% dell’importo pagato (6,5 miliardi di euro) mentre il restante 59,4% paga in oltre 30 giorni (4.682 comuni) con una quota del 57,9% dell’importo pagato dal totale dei comuni (9,0 miliardi di euro); in particolare il 44,1% dei comuni impiega in media dai 31 ai 60 giorni per pagare i propri fornitori - con un forte addensamento nei giorni immediatamente successivi - mentre a distanza di oltre sei anni dall’entrata in vigore della normativa europea sui tempi di pagamento rimangono 1.207 comuni - pari al 15,3% del totale delle Amministrazioni locali e il 8,9% degli importi delle fatture - che pagano oltre i 60 giorni. Da sottolineare che l’Emilia-Romagna si attesta su una media di 35 giorni, collocandosi fra le regioni maggiormente attente ai propri fornitori. essere impresa

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Brexit

Gli effetti sull’economia italiana Dopo un lungo e continuo processo di allargamento che ha visto espandere l’Unione europea, con il raddoppio dei paesi membri in un ventennio - l’Ue è passata da 12 paesi membri nel 1994 a 28 paesi nel 2013 - si registra per la prima volta una uscita: il 31 gennaio 2020 è il termine in cui scatta la Brexit. Secondo l’ultimo accordo negoziato a ottobre 2019, dal 1° di febbraio il Regno Unito non parteciperà più alle istituzioni dell’Unione europea ma rimarrà fino alla fine del 2020 nel mercato unico e nell’Unione

doganale, nella quale vige la libera circolazione di merci. Nel corso dell’anno, quindi, dovrà essere definita la relazione futura tra Ue e Regno Unito; secondo l’ultimo testo della Dichiarazione politica il futuro delle relazioni economiche si dovrebbe basare su un accordo di libero scambio, senza dazi né contingenti. In questa prospettiva si riducono i rischi emergenti nel caso di uscita del Regno Unito senza accordo, esaminati in una nostra precedente analisi. Con l’uscita del Regno Unito, l’Unio-

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Frenano gli investimenti quennio 2019-2024. Per quest’anno, in Italia, terrà il tasso di crescita dei consumi privati (+0,4% nel 2020, come nel 2019), mentre si prevede una contrazione per il tasso di crescita degli investimenti, che passa dal +2,9% del 2019 al +0,8% del 2020. A fronte di questo rallentamento degli investimenti la manovra approvata a fine anno dal Parlamento è scarsamente espansiva. Secondo le valutazioni dell’Ocse, in Italia si rileva una invarianza del deficit (2,2% del PIL), sale di 0,3 punti di PIL il rapporto tra entrate fiscali e PIL e non diminuisce il rapporto tra debito pubblico e PIL (136,1% nel 2020, 0,1 punti superiore rispetto al 2019). Dopo aver concentrato oltre tre quarti della manovra di bilancio per il 2020 sulla disattivazione delle clausole di salvaguardia, spiazzando la spesa per investimenti, per il 2021 pendono aumenti di Iva e accise per 20,1 miliardi di euro - che per il 2022 salgono a 27,1 miliardi di euro - e la cui disattivazione condizionerà ulteriormente le scelte di politica fiscale. Sul fronte dell’export il tasso di crescita del volume di vendite all’estero si dimezza, passando dal 2,7% del 2019 all’1,3% del 2020. Il giudizio sugli ordini esteri delle imprese manifatturiere è ai minimi dell’ultimo quinquennio. Pesano il rallentamento della produzione manifatturiera in Germania e le incertezze legate alla Brexit. Dal mercato del lavoro per quest’anno si profila una crescita dell’occupazione dello 0,3% in riduzione rispetto allo 0,7% dell’anno che si è appena chiuso. Si rischia di interrompere un ciclo particolarmente favorevole per i giovani che nell’ultimo anno, secondo una nostra recente analisi, hanno registrato una flessione significativa del tasso di disoccupazione, anche grazie alla buona performance dell’apprendistato.

ne europea ridimensiona il proprio peso economico, perdendo 67,7 milioni di abitanti, il 13% dell’Ue a 28, e 2.506 miliardi di euro di Pil, pari al 15,3% dell’Ue. Il peso della Germania, la maggiore economia dell’Unione, passa dal 20,9% del Pil dell’Ue a 28 al 24,7% del Pil dell’Ue a 27. Il made in Italy verso il Regno Unito vale 24,9 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi a novembre 2019, e risulta in salita del 5,1% rispetto ai dodici mesi precedenti, il ritmo più accentuato degli ultimi quattro anni. L’analisi territoriale evidenzia che il grado di esposizione sul mercato del Regno Unito (export su valore aggiunto) è più elevato per l’Emilia-Romagna con il 3,24%, il Veneto con il 2,61%, la Toscana con il 2,34%, l’Abruzzo con il 2,34%, il Friuli-Venezia Giulia con il 2,24% ed il Piemonte con il 2,13%. I timori di una Brexit senza accordo hanno accelerato le importazioni del Regno Unito di prodotti made in Italy. Le vendite nel Regno Unito nei settori di micro e piccola impresa (MPI) - alimentare, moda, legno e mobili, prodotti in metallo e gioielleria - ammontano a 8.247 milioni di euro (ultimi dodici mesi a maggio 2019) e rappresentano il 33,5% delle esportazioni verso il paese. Nel confronto internazionale l’Italia è il terzo paese dell’UE 28 per quanto riguarda l’export nel Regno Unito dei settori di MPI. essere impresa

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Crisi mediorientale

Export ed energia sotto la lente

La Conferenza di Berlino sulla Libia si è chiusa con una dichiarazione comune, articolata in 55 punti sottoscritta dai paesi e dalle organizzazioni partecipanti - senza la firma delle parti in confitto - che riguarda, tra l’altro, la tregua e l’embargo delle armi proposto dall’Onu. Sulla base delle prime analisi sull’esito del summit persistono ancora incertezze sul processo di stabilizzazione di un primario partner dell’Italia, di particolare rilevanza per le forniture di energia. Negli ultimi dodici mesi a ottobre 2019 l’interscambio commerciale tra i due paesi sulle opposte sponde del Mediterraneo valeva 5.672 milioni di euro. Il saldo del commercio estero per l’Italia è negativo per 3.269 milioni di euro. L’export verso la Libia è pari a 1.201 milioni di euro, di cui il 56,2%, pari a 675 milioni di euro è al netto del comparto energetico (manifattura no-energy). L’Italia è il primo paese dell’Unione europea per esportazione di beni no-energy verso la Libia, con il 22,6% del totale Ue, davanti alla Germania (14,3%) e alla Spagna (12,6%). Dallo scoppio della crisi libica del 2011 le esportazio-

ni verso il paese nordafricano si sono pesantemente contratte: le vendite negli ultimi 12 mesi sono inferiori del 60% rispetto al picco massimo di 1,6 miliardi di euro di export manifatturiero non energetico del 2010. Se il mercato della Libia avesse mantenuto lo stesso trend della media dei paesi africani, tra il 2011 e il 2019 avremmo registrato 1 miliardo di export in più all’anno, per un totale di 8,9 miliardi di euro in nove anni. Nel dettaglio settoriale il made in Italy in Libia è rappresentato da prodotti alimentari per 11,8% dell’export totale, macchinari e apparecchiature per 11,4%,

apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche per 8,2%; quote più contenute per prodotti chimici per 3,8% autoveicoli per 2,9% e prodotti in metallo con 2%. In chiave energetica l’interscambio commerciale di prodotti energetici con la Libia negli ultimi 12 mesi a ottobre 2019 è pari 4.978 milioni di euro, superiore ai 3.821 milioni della Spagna, ai 3.757 milioni della Germania e ai 1.680 milioni della Francia. La Libia è il quinto fornitore di commodities energetiche dell’Italia. Il paese nordafricano è il nostro quarto fornitore di petrolio con l’11,6%.

Verifiche impianti elettrici

No a nuovi oneri per le imprese Confartigianato chiede l’abrogazione della norma introdotta dall’articolo 36, comma 4, del Decreto Milleproroghe 2020, che prevede l’informatizzazione delle verifiche che le imprese devono effettuare sugli impianti elettrici e di messa a terra per tutelare la sicurezza sul lavoro. Anziché semplificare, la disposizione crea inutili e assurde complicazioni a carico degli imprenditori. A cominciare dall’obbligo di comunicazione all’Inail del nominativo dell’organismo incaricato delle verifiche, mentre - sostiene Confartigianato - sarebbe logico che fosse l’organismo stesso a comunicare all’Inail l’esito del controllo. Gli imprenditori devono, inoltre, sobbarcarsi nuovi oneri economici a causa dell’applicazione di un tariffario di costi delle verifiche che risale addirittura al 2005 e definito in via amministrativa dall’Ispesl, un ente ormai abrogato e assorbito dall’Inail. Tariffario che oggi risulta di gran lunga più oneroso rispetto alle tariffe praticate sul mercato.

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