Essere Impresa luglio 2020

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Anno 10 - Direttore Responsabile Marco Valenti - Mensile di informazione tecnica, economica, professionale - Forlì, viale Oriani, 1 Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale in regime libero D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

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Il valore del lavoro “Favorire una maggiore partecipazione delle micro e piccole imprese nei processi di crescita locale, mediante un armonico sviluppo delle loro caratteristiche, incluse quelle urbanistiche e attrattive, attraverso la contaminazione con la piccola produzione di qualità e integrando questi interventi in un nuovo modello di organizzazione dell’accoglienza turistica.” È questa la richiesta di Confartigianato al Governo per rilanciare le nostre imprese dopo la crisi da Covid-19. La piccola impresa diffusa di territorio ha consentito all’Italia di rimanere il secondo maggior paese manifatturiero in Europa e leader globale in molti settori dall’agroalimentare, alla moda, vero punto di forza su cui fare leva per la ripresa. L’EDITORIALE: La resilienza e il coraggio delle imprese sono il vero motore del sistema produttivo italiano. Nonostante l’ennesima crisi gli imprenditori continuano a mostrare grande forza d’animo per essere sempre competitivi. A pagina 3 STORIE DI IMPRESE: Due realtà forlivesi si rinnovano e investono sul territorio, valorizzandone le tipicità. Il comparto alimentare è elemento trainante della nostra economia e sfida le criticità del periodo. Da pagina 6 IL NOTIZIARIO TECNICO: Tutte le novità in materia di consu-

lenza fiscale, del lavoro e sugli affari generali. Gli approfondimenti sui crediti d’imposta, sulla disciplina delle bilance e sul trattamento integrativo dei redditi da lavoro dipendente. Da pagina 15 a pagina 24 CATEGORIE E MERCATI: La burocrazia pesa sulla ripresa dell’attività, la fotografia di Confartigianato Emilia Romagna evidenzia l’importanza di un profondo snellimento delle lungaggini che gravano su chi fa impresa per consentire il recupero dell’economia. Da pagina 22 a pagina 30


editoriale

Il futuro possibile

L’impegno di Confartigianato

I

n queste settimane in cui cerchiamo di favorire il recupero della normalità, sono numerose le sollecitazioni che provengono dalle imprese, chiamate ad affrontare l’emergenza legata ai mancati introiti causati dal lockdown. La crisi da coronavirus è intervenuta proprio mentre il sistema produttivo stava rialzando la testa dopo un decennio di difficoltà, costringendo gli imprenditori a nuovi sacrifici. Eppure, nonostante l’ennesima sfida, la micro e piccola impresa artigiana continua a essere il vero motore produttivo del nostro Paese, contribuendo in maniera decisiva all’affermazione italiana in Europa, nel campo della manifattura, collocandola al secondo posto dopo la Germania. È evidente che il sistema produttivo italiano, fatto di piccola impresa famigliare diffusa sul territorio, abbia una straordinaria possibilità di futuro. L’imprenditore artigiano è un portatore di saperi, abilità, competenze, creatività ed è in grado di coniugare tradizione, e valori all’innovazione delle lavorazioni e dei materiali, dando vita a produzioni flessibili, in grado di rispondere alle diverse esigenze del mercato. La piccola dimensione non è un limite, ma si traduce in adattabilità che permette, in poco tempo, di convertire la produzione, come accaduto a molti nostri associati a seguito del Covid-19, diventati produttori di mascherine o di dispositivi di sicurezza. Per questo Confartigianato continua a battersi per ottenere una politica fiscale che privilegi le imprese, il lavoro e i lavoratori semplificando la giungla delle deduzioni e detrazioni e che possa, attraverso l’introduzione generalizzata del contrasto di interessi, rimuovere le sacche di evasione e contrastare l’abusivismo. Siamo presenti in tutti i tavoli di lavoro per creare il contesto favorevole al fare impresa, per chiedere un deciso taglio alla burocrazia, rendendo maggiormente efficaci le procedure, così da ridurre tempi e costi, oneri oggi insopportabili per chi cerca di far fronte all’attuale situazione, già gravata da tutte le procedure di sicurezza per contrastare il virus. Ci battiamo affinché siano favoriti gli appalti a km zero e promosso lo spacchettamento degli interventi per consentire l’affidamento dei lavori alle realtà locali. Vogliamo contribuire attivamente alla costruzione del futuro partendo da oggi e per questo non abbiamo mai smesso di lavorare. Anche di fronte a uno scenario sempre più complesso, noi ci siamo, al fianco dell’impresa.

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Anno X • n. 03 LUGLIO 2020 redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it

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2 › luglio 2020

Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Marco Valenti

tel 0543 452811 • fax 0543 452852

Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978 Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale in regime libero D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento

Le imprese non si arrendono

La voglia di ripartire più forte del Covid › a cura del presidente Luca Morigi

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a resilienza e il coraggio delle imprese sono una costante che ha permesso a molte realtà di continuare a operare malgrado le crisi che, dal 2008, si stanno susseguendo. Confartigianato nazionale ha effettuato una nuova rilevazione su un campione di imprese associate, mettendo in evidenza una attenuazione dell’impatto del Covid-19, pur registrando performance ancora fortemente negative. Se la congiuntura pesa, l’impresa comunque non si arrende. Per quanto in termini di fatturato le micro imprese indichino, a maggio 2020, un calo intenso pari al -39,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, viene sottolineato il miglioramento rispetto al -57,1% rilevato ad aprile. Senza cedere al vittimismo, chi fa impresa si sta rimboccando le maniche. Con determinazione. E anche se, formulando ipotesi sui tempi di recupero dei livelli di fatturato pre-crisi, oltre la metà (53,1%) degli imprenditori si definisce incerto rispetto all’andamento futuro del mercato, provocando un deterioramento delle aspettative su cui parametrano la domanda di lavoro e quella per investimenti, gli intervistati si dichiarano pronti a combattere anche questa nuova criticità. Le imprese non si arrendono, mostrando grande forza d’animo e l’aspetto più positivo di questa indagine sono proprio i fondamentali segnali diffusi di resilienza. Entro i prossimi 12 mesi più di una micro e piccola impresa su due (53,3%) è orientata a introdurre almeno un cambiamento reattivo; in particolare quelli maggiormente adottati sono l’attivazione di nuovi canali di vendita (26,1%),i cambiamenti dell’organizzazione interna, quali orari e modalità di lavoro (21,9%), l’ampliamento del numero dei committenti (17,4%), l’attivazione di nuove relazioni con altre imprese (14,3%) e l’ingresso in nuovi mercati (14,2%). Oltre al pesante shock economico, la crisi causata dall’epidemia ha indotto un effetto secondario sicuramente positivo: le imprese stanno accelerando sulla digital transformation, sei su dieci (56,7%) hanno, infatti, implementato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali, tra le quali sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line e e-commerce. In particolare, il 71,5% di queste realtà ha incrementato l’utilizzo di uno o più strumenti digitali, il 36,2% ne ha ampliato le funzionalità e il 29,6% ha introdotto uno o più strumenti digitali, non presenti in azienda prima del lockdown. Soprattutto i social network sono utilizzati dal 65% degli intervistati e durante la sospensione delle attività hanno rappresentano uno strumento di primaria importanza per relazionarsi e fornire informazioni a clienti, fornitori e dipendenti: oltre la metà (51%) delle imprese presenti sui social ne hanno, infatti, intensificato l’utilizzo. essere impresa

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associazione

Nuova partnership per sostenere le imprese

Assieme a Elyka srl per la ripresa

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onfartigianato di Forlì sigla una partnership con Elyka srl, realtà del territorio, che si occupa di accompagnare le imprese sui temi di internazionalizzazione, finanza agevolata e innovazione. La scelta di creare una sinergia con l’azienda, che ha sede a Forlimpopoli presso il Centro Direzionale Romagnolo e a Forlì, nasce dalla consapevolezza che la crisi post Covid-19 ha profondamente ridisegnato il contesto in cui gli imprenditori si trovano oggi a operare. Il segretario di Confartigianato di Forlì, Marco Valenti spiega i motivi alla base del progetto “dalle numerose indagini effettuate in queste settimane, dall’ufficio studi della Confederazione, per tenere monitorato l’andamento del sistema delle micro e piccole imprese, appare evidente che siano indispensabili un contesto e condizioni

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che consentano all’imprenditore di sfruttare al meglio i cambiamenti dell’ambiente in cui opera. Questo significa che l’impresa deve poter essere supportata nell’adattare, con la flessibilità che la contraddistingue, i fattori di produzione per rispondere ai mutamenti della domanda. Il mercato impone di essere pronti a riformulare la funzione di produzione della propria azienda in tempi rapidi; la piccola impresa vive e interpreta il contesto economico solo se riesce a superare le proprie debolezze, che non sono dimensionali, ma legate alle difficoltà di rigenerarsi a causa di vincoli, vecchi e nuovi, interni ed esterni, che ne condizionano l’operatività. Un cambio di passo che include anche l’innovazione tecnologica del digitale, abbracciando la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, tecnologie che rendono obsoleti

i confini concettuali, operativi e normativi tra artigianato e resto del mondo produttivo, ancora oggi così limitanti.” L’imprenditore artigiano per affrontare anche questa crisi deve sapersi rinnovare e non solo. Continua Valenti “è richiesta anche l’abilità di individuare nuovi mercati, ampliando la rete di relazioni possedute. Elyka srl affiancherà gli imprenditori associati, interessati a mettersi in gioco in questo percorso, per individuare le strategie più adatte a ogni realtà.” Per Confartigianato è indispensabile che la capacità imprenditoriale del territorio riesca a emergere, sostenute da una adeguata politica per lo sviluppo, assicurando il sostegno ai singoli settori economici anche attraverso la ricerca di effettivo e reale coinvolgimento dell’intera Continua a pagina 5 ›››


associazione

Rocca San Casciano

Al via il progetto “Cambia Vita”

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resentato il Progetto “Cambia Vita” del Comune di Rocca San Casciano, ideato in collaborazione con l’Associazione Culturale Tradizioni Acquacheta e Confedilizia Forlì-Cesena con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Gal L’Altra Romagna, Confartigianato Forlì, Confcooperative Forlì-Cesena e di due storiche realtà imprenditoriali locali Gruppo Ginestri e Fabbri Boutiques. Cambia Vita ha sede in via Cairoli 41 nel comune rocchigiano e rimarrà aperta al pubblico nei fine settimana, per far apprezzare al meglio le opportunità della vita di qualità, sperimentabile a

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Assieme a Elyka srl per la ripresa comunità. Occorre rilanciare anche tutte le attività capaci di ridare slancio, in modo non episodico o occasionale ma permanente, alla crescita. A questo deve tendere una politica economica che ricomprenda a pieno titolo anche le micro e piccole imprese, adeguatamente sostenute anche dal sistema associativo. Il primo progetto è legato al bando Digital export di Unioncamere e sta coinvolgendo alcune imprese, che rientrano nella tipologia dei potenziali beneficiari. Per sostenere la ripartenza delle imprese associate, grazie alla partnership è possibile offrire gratuitamente un’attività di valutazione commerciale a tutti gli associati che ne fanno richiesta. Elyka propone i propri modelli in ambito di sviluppo commerciale, finanza agevolata e innovazione. Dal 2020 ha reso operativo il Centro Direzionale Romagnolo, una struttura unica nel suo genere ubicata lungo l’asse della Via Emilia a Forlimpopoli. Tramite tale struttura, oltre a offrire uffici arredati a tutti gli operatori che abbiano esigenze temporanee, propone eventi, incontri e corsi di formazione. Elyka Srl svolge la funzione di Front Office territoriale per diverse Camere di Commercio Italiane all’estero tra le quali: ICCCW - Canada ICCJ - Giappone IACCW - Stati Uniti TICC - Thailandia Camcig - Guatemala ISAC - South Africa.

Rocca, capoluogo della Romagna Toscana. La casa messa a disposizione dal Comune, ha già ricevuto prenotazioni per dare l’opportunità di provare per una settimana la realtà del paese ed è a disposizione di chi voglia provare la vita a Rocca, per le settimane successive di luglio, agosto e settembre. Come spiegato dai promotori del Progetto i segnali sono incoraggianti, e confermano che la strada intrapresa è quella giusta. L’obiettivo è perseverare in questa direzione per rivitalizzare un territorio ricco di potenzialità. Confartigianato ha scelto di supportare l’idea ritenuta un interessante progetto di promozione, realizzato dall’amministrazione comunale di Rocca San Casciano, piccolo, ma vivace comune della collina forlivese. Un accogliente comune montano, seppur distante solo 20 minuti d’auto dal comune capofila, che vanta una storia importante, è stato capoluogo della Romagna Toscana, sede di Tribunale, Comando della Guardia di Finanza e persino Ufficio del Registro. Un attivismo che non è venuto meno negli anni, nemmeno con lo spopolamento della montagna a favore delle zone di pianura: i rocchigiani, forti della determinazione tipica degli emiliano romagnoli, hanno orgogliosamente mantenuto vivi gli appuntamenti dedicati all’arte che, nelle diverse edizioni, hanno ospitato personalità di spicco della cultura italiana. Uno su tutti, il premio internazionale Cappelli, che ha visto fra gli ospiti anche nomi eccellenti come Luciano Pavarotti e Katia Ricciarelli, ma numerosi sono i talenti che sono stati insigniti del premio. Oggi il comune punta al rilancio, anche grazie al Bando Regionale per ripopolare le aree montane, nella consapevolezza di avere molto da offrire, non solo in termini di bellezze paesaggistiche e di buon vivere.

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storie di imprese

Taglio del nastro per Rimorchiando

Il food truck alla romagnola

L’

emergenza sanitaria ha suggerito un nuovo modo di vivere l’estate, riscoprendo località a pochi minuti da casa, all’aria aperta, magari facendo un tuffo in piscina e godendo della bellezza dei panorami locali. È quello che accade alla Gradisca di Bertinoro, dove, accanto alla piscina, si trova Rimorchiando, il primo food truck alla romagnola. Nato da un’idea della cooperativa Amphora, il progetto, inaugurato a giugno (nelle foto), mira a valorizzare la nostra tradizione culinaria, che si caratterizza per la piadina romagnola e la buona pasta fresca, tirata al mattarello, abbinandola al concetto di street food. Rimorchiando, attrezzato con una cucina mobile, ha un’offerta molto ghiotta, a partire dai quattro tipi di pasta, tagliatelle, strozzapreti, cappelletti e tortelli da abbinare con una selezione di cinque sughi differenti, realizzati dalla cooperativa Abbraccio Verde di Modigliana, attiva nella tutela e essere impresa

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nella diffusione della conoscenza di sapori della tradizione e dei frutti antichi e dimenticati. La piadina classica può essere farcita a piacimento, completando così la scelta per una sfiziosa pausa pranzo o un aperitivo robusto. Amphora società cooperativa dal 2004 si occupa della promozione del territorio e si lancia in questa nuova avventura forte dell’esperienza maturata grazie alle numerose collaborazione con l’amministrazione comunale di Forlì e quella di Forlimpopoli e una sinergia coi Musei San Domenico, promuovendo percorsi culturali e di valorizzazione del cibo come elemento fondante della cultura locale. Il debutto nel settore dell’alimentazione è frutto di una evoluzione del percorso della cooperativa, che è attualmente impegnata ad aprire a Forlì un pastificio, sia per rifornire i food truck a marchio “Rimorchiando”, sia per la vendita diretta al pubblico. L’appuntamento è, dalle 11 alle 20 fino a settembre, in via Palazzi 630 a Bertinoro, per conoscere questa nuova realtà imprenditoriale, che ben coniuga la voglia di novità alla tradizione gastronomica romagnola. Tra le opportunità per animare l’estate

2020 anche le feste a tema, pur nel rispetto delle distanze di sicurezza, e i picnic sotto le stelle, col cestino delle delizie, preparato dal team di Rimorchiando, rigorosamente ecocompatibile ma nel pieno rispetto delle norme per la prevenzione del Covid-19. Caratteristica del food truck è infatti l’impiego di materiali usa e getta compostabili, per ridurre la produzione di rifiuti inquinanti. Un’attenzione alla sostenibilità ambientale che fa parte della filosofia della cooperativa, sin dalla sua fondazione e che dovrebbe portare alla realizzazione di un truck evoluto che impieghi solo tecnologie green. Confartigianato pone grande attenzione al settore alimentare, valutato come filone strategico, essendo quello che lega l’artigianato alla filiera turistica allargata. Le imprese artigiane della filiera turistica italiana sono le uniche in grado di offrire ai clienti un servizio personalizzato e non impattano negativamente sull’ambiente, rispettando gli equilibri delle località scelte dai turisti e mantenendone inalterata la bellezza del paesaggio. Per questa ragione Confartigianato ha lanciato nel 2018 il Progetto Percorsi Accoglienti, un modello di organizzazione e di gestione delle risorse turistiche e culturali di un territorio, nel quale hanno un ruolo fondamentale le persone e le loro competenze. Ha lo scopo di dare vita a una nuova proposta, o meglio un nuovo attrattore per i centri storici e i borghi del nostro Paese e ha come motore proprio l’attività artigiana.


storie di imprese

La scommessa del birrificio Mazapegul

Inaugurato il nuovo locale

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al 2014 si sono imposti nel mercato della birra con un marchio che rende omaggio alla Romagna e oggi i tre soci del birrificio Mazapegul si lanciano in una nuova sfida, l’apertura di un’unica struttura che accoglie l’attività produttiva e il pub in cui gustare le specialità del folletto dispettoso. Un brand che in poco tempo ha saputo farsi notare nel settore, i prodotti hanno, infatti, ricevuto importanti riconoscimenti: dal concorso birraio “Birra dell’anno” promosso da Unionbirrai all’interno della Manifestazione Beer Attraction di Rimini 2017 con il secondo posto in classifica della Millemosche e il terzo della Curva Mare nella categoria di appartenenza, successo bissato nel 2019 con il terzo posto di Befana Befana e il secondo della Pirata; alla presenza nella Guida Slow Food delle Birre Artigianali d’Italia nel 2019, in cui sono state premiate Befana Befana e Millemosche. L’edizione online del Corriere della Sera ha, inoltre inserito il Birrificio Mazapegul tra i ventidue birrifici italiani da non perdere. Una bella soddisfazione per Gianluigi Bandini, Daniel Caggianese e Mattia Cecchini, che hanno deciso di far crescere il proprio sogno dando vita, sempre a Civitella, a un locale di ispirazione nordica, genere che ancora mancava nel nostro comprensorio. Un ristorante pub e steakhouse, con una grande vetrata che si affaccia sulla parte produttiva illuminata da una suggestiva luce blu, in cui è possibile abbinare la

ricca selezione di birre sia alla pizza, sia a un assortimento di pietanze pensate per soddisfare tutti i palati. Nello staff lavorano infatti anche uno chef e un pizzaiolo, che, cucinando prodotti di qualità prevalentemente a km 0, offrono il giusto accompagnamento alle dieci specialità del birrificio, presto affiancate da altre tipologie. La passione per l’attività spinge i soci a cercare sempre nuove ricette per continuare a mietere successi, tra gli obiettivi prossimi anche la certificazione bio dei prodotti, che si caratterizzano da sempre per la qualità della materia prima impiegata. Il nuovo locale, inaugurato il 20 giugno, rappresenta la conferma del forte legame del Mazapegul con il comune bidentino, la scelta di investire nel territorio è una scommessa che, al momento, sta riscuotendo ottimi risultati, registrando apprezzamenti non solo da chi vive nella vallata, ma intercettando sia il turismo del weekend, sia gli appassionati della bevanda fermentata. Come spiegano i soci, al di là dell’aspetto romantico sentimen-

tale che li lega a Civitella, la voglia di continuare a investire nel territorio nasce dalla consapevolezza delle potenzialità dell’area, sempre più in grado di attrarre turisti, forte non solo delle bellezza paesaggistiche, ma anche della qualità delle produzioni locali che ben si sposano con la birra, carni, salumi, formaggi, ma anche verdure e frutta tipiche, come la ciliegia morandina, che potrebbe diventare protagonista di una nuova bevanda. Tra i prossimi appuntamenti previsti, non appena superata l’emergenza legata al Covid-19, c’è la volontà di organizzare visite guidate al birrificio per far conoscere le varie fasi della lavorazione accompagnate da degustazioni. Sempre in autunno sono in calendario eventi specifici dedicati alla birra e alle diverse modalità in cui questa si sposa con l’arte culinaria. Un’ultima nota riguarda l’attenzione all’ambiente, il birrificio si sta attrezzando con un impianto fotovoltaico per provvedere autonomamente al fabbisogno energetico della struttura, riducendone così l’impatto ambientale. essere impresa

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privacy

L’orientamento del Garante

Manifestazione del pensiero e diritto alla privacy

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aricare foto sui profili social senza consenso espone a rischio di sanzioni privacy? Il Garante ha precisato che le disposizioni che disciplinano la materia sono quelle di cui agli articoli 136 e seguenti del Codice concernenti «finalità giornalistiche e altre manifestazioni del pensiero». Se rientranti in questa fattispecie, dunque, non è richiesto il consenso dell’interessato, sempre che sussistano adeguate finalità di interesse pubblico. Bisogna, però, bilanciare la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela dei dati personali, sulla base del tipo di diffusione sui social media e della natura dell’informazione. I reclami e le segnalazioni in materia attengono alla sfera personale, come la diffusione di foto di minori da parte di uno dei genitori separati sui social: in questi casi il Garante ha chiesto di provvedere all’eliminazione delle foto di minori pubblicate da uno dei due genitori separati senza il consenso dell’altro. essere impresa

8 › luglio 2020

Significativa una sentenza olandese, i cui principi valgono in Italia e in tutti i paesi dell’Ue in cui si applica il Regolamento sulla protezione dei dati. La pronuncia della corte nederlandese su ricorso della mamma di un minore di 16 anni, ha ordinato a una nonna di rimuovere le foto del nipote da Facebook e da Pinterest, fissando una penale giornaliera (50 euro fino a un massimo di mille) in caso di ritardo nella cancellazione. Senza dimenticare la distinzione fra profili Facebook chiusi e aperti: per i profili chiusi il Garante ha ritenuto che non si applichi la normativa sulla protezione dei dati, reputandosi il trattamento in questione effettuato per finalità personali e domestiche. Quanto ai profili aperti, l’eliminazione è disposta per le foto e i video in cui il segnalante risulta essere riconoscibile, se questi non abbia prestato il consenso. La materia è particolarmente sentita tanto che qualcuno si interroga sulla legittimità di un intervento a opera dei gestori dei social, chiamati a eliminare contenuti caricati sui profili e account per prevenire informazioni false, o campagne diffamatorie. C’è chi invoca lo spettro della censura, a opera di un soggetto privato, ai danni della libertà di espressione del pensiero, ritenendo che, anche in caso di hater o autori di diffamazione, l’intervento spetti alla magistratura e non ai gestori dei

social. Per quest’impostazione è meglio correre il rischio di una fake news o di un discorso d’odio pubblicati, piuttosto che dare una funzione di controllo ai chi controlla la piattaforma. Così, però, in mancanza di un rapido intervento da parte degli organi preposti la notizia falsa o il messaggio che incita all’odio rimarrebbe pubblicata, esponendo a una ulteriore pubblicità negativa il soggetto che vede circolare, senza possibilità di difendersi, contenuti dannosi e mendaci. Senza sottovalutare la pervasività della rete, che fa sì che un contenuto, anche falso, ottenga una visibilità superiore rispetto a qualsiasi altro mezzo. Dall’altro lato ritiene prioritaria la verifica dei contenuti e vorrebbe ampliare il ruolo di controllore e, quindi, le responsabilità, qualora venisse omesso il controllo, da parte dei gestori dei social network, chiamati a raddrizzare la stortura, cancellando i contenuti lesivi. Rispetto al primo orientamento balza agli occhi che la funzione giudiziaria debba essere celere e pervasiva, in grado di intervenire prontamente e anche al di fuori dei confini nazionali, Se queste condizioni non si verificano l’assenza di responsabilizzazione dei gestori dei social unita all’inefficienza del servizio giudiziario diviene inevitabilmente un’opportunità di agire per hater, diffamatori e divulgatori di fake news.


SPORTELLO PRIVACY Cosa deve fare l’impresa? Mappare i trattamenti ovvero verificare la sua situazione attuale rispetto al trattamento dei dati personali. Ciò consentirà di avere una fotografia dell’impresa rispetto a: le tipologie di trattamenti (ad es. raccolta, archiviazione, etc.); le tipologie dei dati trattati (che potranno essere dati personali comuni o sensibili); le finalità dei trattamenti (ad esempio la gestione delle relazioni commerciali); i soggetti che trattano i dati; il flusso dei dati (in entrata e in uscita); la durata dei trattamenti; la base giuridica del trattamento (contratto, consenso, obbligo di legge).

Con quali strumenti? Check-list dei trattamenti Individuare le azioni per essere in regola con la nuova normativa: la minimizzazione dei dati (l’impresa dovrà limitarsi a trattare solo i dati strettamente necessari alla finalità perseguita); l’identificazione per ogni trattamento della base giuridica (ad es. un contratto o un obbligo legale); la revisione della modulistica (informativa, consenso, etc.); il controllo delle misure tecnico-organizzative (sono adeguate alla protezione effettiva ed efficace dei dati in base anche al rischio connesso ai tipi di dati (soprattutto sensibili) e al trattamento effettuato?); la verifica dell’esistenza di trattamenti automatizzati (ad es. profilazione) che richiedono particolare attenzione e misure di protezione più elevate; l’eventuale trasferimento di dati al di fuori dell’UE; la designazione del responsabile del trattamento; la redazione del registro dei trattamenti. Con quali strumenti? Misure tecniche ed organizzative (es. adeguata formazione del personale che tratta i dati, misure di sicurezza in termini di accessibilità ai dati, di sicurezza cartacea e informatica); modulo informativa; modulo consenso.

Documentare la conformità alla nuova disciplina Registro dei trattamenti nel quale sono contenute una serie di informazioni relative ai vari trattamenti effettuati (ad es. chi è il titolare o il responsabile, la finalità e la durata, la base giuridica). Modulistica aggiornata; consenso al trattamento; contratto o un atto di designazione del responsabile del trattamento; procedure specifiche in caso di data breach (perdita, distruzione o diffusione indebita dei dati posseduti dall’impresa); procedure in caso di esercizio dei diritti dell’interessato previsti dal regolamento (ad esempio il diritto di accesso, o di rettifica o cancellazione dei dati). Contatta lo sportello Privacy allo 0543 452866

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i numeri dell’economia

Gli effetti del lockdown sull’occupazione

Indispensabile la reattività nell’allocazione dei fondi

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e condizioni del mercato del lavoro appaiono critiche a livello nazionale e internazionale. Negli Stati Uniti a maggio 2020 il tasso di disoccupazione è al 13,3%, dopo aver toccato il picco del 14,7% ad aprile; tra febbraio e maggio il tasso è salito di quasi dieci punti (+9,8 punti, dal 3,5%). Nell’Unione europea, i dati pubblicati recentemente da Eurostat collocano a maggio 2020 le persone in cerca di lavoro al 7,4% della forza lavoro, in salita di 0,1 punti rispetto ad aprile. Rispetto agli Usa, la maggiore presenza di sistemi di protezione del lavoro in Europa rende meno violenta la crescita della disoccupazione. Va peggio in Italia - i dati sono stati pubblicati a inizio luglio dall’Istat - dove il tasso di disoccupazione sale al 7,8%, in sensibile aumento (+1,2 punti) rispetto ad aprile. La crescita del numero di persone in cerca di lavoro (+18,9% pari a +307 mila unità) si associa a un marcato calo dell’inattività (-1,6%, pari a -229 mila unità), dinamiche accentuate nella fase di ripartenza dopo il lockdown. A maggio 2020 si osserva una diminuzione dell’occupazione rispetto al mese precedente (-0,4% pari a -84 mila unità) anche se con ritmo meno sostenuto rispetto al calo dei mesi precedenti: si osserva una attenuazione rispetto alla riduzione dell’1,3% di aprile e dello 0,7% di marzo. La diminuzione dell’occupazione a maggio coinvolge soprattutto le donne (-0,7% contro -0,1% degli uomini, pari rispettivamente a -65 mila e -19mila) e i dipendenti a termine (-3% pari a -79mila) mentre, dopo il forte calo di aprile, aumentano leggermente gli occupati indipendenti, il tasso di occupazione complessivo scende a maggio al 57,6% (-0,2 punti percentuali). Nel complesso nel trimestre che comprende i due mesi di lockdown (marzo-aprile) e il successivo mese di riapertura (maggio) si sono persi 538 mila occupati - somma dei cali di 164 mila unità a marzo, di 291 mila ad aprile e di 84 mila di maggio - e il tasso di occupazione è sceso di 1,4 punti. Il 70,2% del calo è dovuto all’occupazione dipendente a termine (-378 mila unità, equivalente ad una riduzione del 13,9% tra febbraio e maggio), il 19,6% all’occupazione indipendente (-106 mila unità, pari al -2%), essere impresa

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mentre solo il 10,1% si riferisce all’occupazione dipendente permanente (-55 mila unita, pari al -0,4%). Secondo l’ultimo report dell’Inps le ore autorizzate di cassa integrazione ad aprile e maggio sono pari a 1681,6 milioni (849,2 milioni a maggio e 832,4 ad aprile), superando dell’83,6% il livello annuale registrato per il totale di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga nell’intero 2009, il primo anno della precedente crisi economica (916,1 milioni di ore). In queste condizioni è evidente che il trasferimento delle risorse al Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, atteso dal 19 maggio e sbloccato solo il 26 giugno, con un ritardo di oltre cinque settimane, è un fatto grave, che aumenta le incertezze di lavoratori e imprese, penalizzando la ripresa dei consumi. Per valutare l’insostenibilità di questi ritardi, è utile ricordare che nell’ultima Relazione annuale della Banca d’Italia emerge chiaramente che, in Italia, il 25,5% della popolazione non ha risparmi liquidi sufficienti per rimanere al di sopra della soglia di povertà per più di cinque settimane in cui si azzera il reddito.

Finanza ed economia reale

La proposta Ridefinire la normativa sui Confidi per ampliare il loro perimetro di operatività, mantenendo le competenze e le professionalità specifiche maturate nella gestione finanziaria e la loro conoscenza diretta e approfondita del tessuto produttivo. È questa la richiesta di Confartigianato avanzata al Governo. “I Confidi potrebbero svolgere la funzione di banca del territorio, terreno non più sufficientemente presidiato, poiché i soggetti tradizionalmente deputati allo scopo hanno assunto una articolazione operativa e organizzativa complessa per adeguarsi a una normativa e a regole di vigilanza sempre più pressanti. Sarebbe inoltre opportuno consentire ai Confidi di emettere bond di territorio per la raccolta di provvista, acquistabili dalla Banca Centrale europea sul mercato secondario.”


i numeri dell’economia

​Indagine sulla crisi di liquidità

Il 41,6% delle micro e piccole ricorre al credito bancario

I

l crollo dei ricavi a seguito dell’interruzione dell’attività produttiva durante l’emergenza sanitaria ha generato un fabbisogno di liquidità eccezionale e il 77,5% delle micro e piccole imprese ha fatto ricorso a uno o più strumenti per contrastare la crisi di liquidità. È il quadro emerso dall’indagine di Confartigianato che evidenzia come l’accensione di nuovo credito bancario, anche tramite le misure di sostegno come le garanzie pubbliche previste dal Decreto ‘Liquidità’, sia lo strumento maggiormente utilizzato, indicato dal 41,6% delle micro e piccole imprese tra 3 e 49 addetti. Il presidente di Confartigianato di Forlì, Luca Morigi (nella foto) chiarisce “l’ultimo report segnala che, tra il 17 marzo e il 30 giugno, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono oltre 742 mila, per un importo di circa 43,2 miliardi di euro. Tra le altre forme di credito bancario, il 23,2% delle imprese ha scelto di utilizzare i margini disponibili sulle linee di credito. Il differimento nei rimborsi dei debiti è la scelta compiuta dal 14,8% degli imprenditori, anche mediante la moratoria del 17 marzo. È proprio in merito a questo strumento i dati dimostrano che, al 19 giugno, sono pervenute dalle imprese domande o comunicazioni di moratoria su prestiti per circa 187 miliardi di euro.” Lo studio mette in luce come, fra gli stru-

menti non bancari, la modifica delle condizioni e dei termini di pagamento con i fornitori venga adottato dal 24,5% delle MPI; tale forma di gestione della liquidità è più diffusa nelle imprese medio-grandi (29,3%). Una quota significativa di aziende ha fronteggiato l’emergenza con mezzi propri: il 21,2% delle imprese è ricorso alle attività liquide presenti nel proprio bilancio, come i depositi bancari. L’11,4% segnala di avere modificato condizioni e termini di pagamento con i clienti, mentre l’8,7% ha rinegoziato i contratti di locazione degli immobili strumentali. Continua il presidente “con la crisi di liquidità si registra una tendenza diffusa alla crescita della domanda di credito bancario da parte delle imprese. A maggio 2020 i prestiti alle imprese in Italia salgono del 2,2%, dinamica meno accentuata rispetto al +7,4% registrato in Eurozona; nel dettaglio i prestiti

in Francia crescono dell’11,4%, in Spagna del 9,5% e in Germania del 6,9%. L’analisi dei dati relativi al nostro Paese, per dimensione d’impresa, evidenzia un miglioramento generalizzato, con un persistente ritardo per le realtà di minor dimensione: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un calo dell’1,6%, che pur migliorando il -2,2% di dicembre 2019, sono in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,2% del totale dei prestiti, trend che inverte il segno rispetto -1,8% di tre mesi prima.” Per fronteggiare le più critiche condizioni dei prestiti delle micro imprese, il Decreto Rilancio introduce una novità, fortemente sollecitata da Confartigianato, offrendo maggiore spazio operativo ai Confidi vigilati da Banca d’Italia per concedere finanziamenti diretti. Entrando nel dettaglio territoriale al primo trimestre 2020 si registra un aumento dei prestiti alle piccole imprese, con un miglioramento rispetto al trimestre precedente, per Bolzano (+1,1%), Basilicata (+0,8%) e Puglia (+0,5%). Sul versante opposto, i cali meno intensi, e in miglioramento rispetto a tre mesi prima, sono quelli di Sardegna (-0,4%), Molise e Sicilia (entrambi a -0,7%). Il calo più marcato è quello della Valle d’Aosta (6,3%); flessioni anche per l’Emilia-Romagna con un -1,5%, che la colloca all’undicesimo posto fra le regioni. essere impresa

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i numeri dell’economia

Demografia d’impresa

La crisi da Covid incide negativamente

“N

ei primi tre mesi del 2020 sono 1.215 le imprese artigiane in meno in Emilia-Romagna, contro un calo, nello stesso trimestre del 2019, di 1.056 unità”. L’ufficio studi di Confartigianato Emilia Romagna ha realizzato un report per evidenziare l’impatto del coronavirus sulla dinamica delle imprese. Come chiarisce il segretario di Confartigianato di Forlì Marco Valenti “dai dati emergono le criticità del sistema imprenditoriale. Tra gennaio e marzo in Emilia-Romagna si registrano 2.639 nuove aperture, 295 in meno rispetto all’anno precedente. In termini percentuali, nel primo trimestre 2020 lo stock delle imprese registrate è diminuito complessivamente dello 0,97% (contro il -0,83% del 2019), arrivando a contare 124.638 unità. I dati poi mettono in luce che, ad aprile, lo stock delle imprese attive in regione scende dello 0,9% su base tendenziale. I flussi di nati-mortalità delle imprese evidenziano gli effetti della crisi legata al Coronavirus: a marzo 2020 le iscrizioni scendono del 39,1% rispetto al 2019 e ad aprile il calo arriva al 61%. Nel complesso del bimestre in esame, la riduzione è del 49,1%. Da evidenziare come la provincia di ForlìCesena sia in linea con il dato medio regionale, registrando una variazione media del - 49,2%, dato che la colloca al quarto posto fra le province, che, pur con saldo negativo hanno meglio retto alla crisi, dopo Ferrara (-29,4%), Bologna (-39,3) e Ravenna (-44,5).” Anche le cessate si riducono, seppur con minore intensità rispetto alle nuove imprese. A marzo 2020 le cessazioni scendono del 25,4% rispetto a un anno fa e ad aprile 2020 scendono del 55,5%; il dato medio del bimestre è del 40,3%. Gli effetti sui saldi sono significativi: a marzo 2020 il saldo è positivo per 281 imprese a fronte del +897 di un anno prima, mentre ad aprile il saldo è di +82 imprese rispetto al +476 di un anno prima. Nel bimestre marzo-aprile la nati/ mortalità di impresa passa da un saldo positivo per 1.373 imprese nel 2019 a un saldo di 363 imprese nel 2020. Saldo che, se pur col segno più, risulta essere il meno consistente registrato dal 2010. Sulle dinamiche demografiche d’impresa influiscono, oltre ai fattori economici determinati dalla crisi Covid19, le limitazioni delle attività e dell’accesso agli sportelli del Registro imprese, nonché la posticipata chiusura di imprese in vista di annunciati contributi per le perdite. Esaminando il trend delle iscrizioni per sezione Ateco si evince che a marzo-aprile 2020 le iscrizioni

crollano in maniera più accentuata per le Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (-62,7%), le Attività manifatturiere (-60,1%), le Costruzioni (-56,6%), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-56,4%), il Trasporto e magazzinaggio (-56%) e le Attività professionali, scientifiche e tecniche (-54,3%). Conclude Valenti “ora occorre che la politica dia rapidamente risposte alle imprese. Sono indispensabili la riduzione della burocrazia e una strategia che dia fiducia ai comparti più esposti: turismo, costruzioni e attività ricettive. Misure rapide ed efficaci anche sul piano della liquidità alle aziende, per ridare ossigeno al sistema produttivo. Dopo la pandemia, che ha messo in difficoltà i territori dal punto di vista sanitario, la nuova emergenza è la crisi del sistema imprenditoriale.”

Appello di Confartigianato

Valore al lavoro Al centro della ripartenza va messa la centralità del lavoro, e non quella del reddito. Va premiato chi lavora e chi crea lavoro. Confartigianato chiede al Governo un cambio di passo “le risorse e le energie più importanti vanno allocate per creare impresa, lavoro vero e di qualità, come quello delle piccole imprese. I nostri imprenditori sono navi piccole e leggere che possono navigare velocemente e - all’occorrenza - cambiare rotta con facilità. Le grandi imprese sono galeoni difficili da manovrare quando il mare è in tempesta e incerto. Dal punto di vista normativo, invece, occorre rimuovere urgentemente gli ostacoli che scoraggiano le imprese ad assumere. Se è vero, come è vero, che gli effetti della pandemia sul mercato del lavoro sono stati pesantissimi, con un impatto particolarmente concentrato sui giovani, sui lavoratori a termine e sui lavoratori autonomi, la prima naturale misura per contrastare la forte decrescita del tasso di occupazione giovanile è quella di abbandonare l’attuale rigido assetto regolatorio dei contratti a termine, rimuovendo l’obbligo di indicare la causale per tutti i contratti a termine nell’ambito di una durata massima di 24 mesi.” essere impresa

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notiziario tecnico

Consulenza fiscale › a cura di Francesco Bandini Credito d’imposta per la sanificazione Con il provvedimento del 10 luglio 2020 l’Agenzia delle Entrate ha definito le istruzioni e le modalità di applicazione e di fruizione dei crediti d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro e per la sanificazione e l’acquisto dei dispositivi di protezione (articoli 120 e 125 del decreto “Rilancio”) e le procedure attraverso le quali i beneficiari degli sconti comunicano all’Agenzia delle Entrate, in luogo dell’utilizzo diretto del credito d’imposta, l’opzione per la cessione dei crediti stessi, anche parziale, ad altri soggetti, inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari (articolo 122). Con lo stesso provvedimento, inoltre, è approvato il modello per comunicare le spese ammissibili al credito di imposta che dovrà essere inviato esclusivamente con l’apposito servizio web presente nell’area riservata del sito internet o tramite i canali telematici dell’Agenzia. Una volta presentato, riceverà risposta entro cinque giorni da parte delle Entrate.

Split payment fino al 30 giugno 2023 Il Ministero dell’Economia e delle finanze, con il comunicato stampa del 3 luglio 2020 n. 158, ha reso noto che il Consiglio dell’Ue ha raggiunto l’accordo politico sulla proposta di decisione che proroga, sino al 30 giugno 2023, l’autorizzazione concessa all’Italia per l’applicazione dello split payment. Nel predetto comunicato stampa si precisa che “Lo split payment continuerà ad applicarsi quindi fino al 30 giugno 2023” alle operazioni effettuate nei confronti dei soggetti previsti dall’art. 17-ter del DPR 633/72 (amministrazioni pubbliche, enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, ecc.). Lo split payment (o scissione dei pagamenti) prevede che l’IVA gravante sull’operazione sia indicata in fattura dal cedente o prestatore, ma versata direttamente all’Erario dal cessionario o committente, scindendo quindi il pagamento del corrispettivo dal pagamento della relativa imposta (circ. Agenzia delle Entrate n. 1/2015). Trattandosi di una misura di deroga all’ordinario meccanismo di applicazione dell’imposta che caratterizza il sistema comune dell’IVA, è necessaria l’autorizzazione del Consiglio dell’Ue (art. 395 della direttiva 2006/112/Ce). Quest’ultima è stata concessa, inizialmente, con la decisione Ue n. 1401/2015 e, in seguito, con la decisione Ue n. 784/2017 che ha permesso di estendere l’ambito di applicazione della citata misura antievasione. essere impresa

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L’Italia sarebbe tenuta a trasmettere alla Commissione europea, entro il 30 settembre 2021, una relazione sulla situazione generale dei rimborsi IVA ai soggetti passivi interessati dalla misura e, in particolare, sulla durata media della procedura di rimborso nonché sull’efficacia di tale misura e di altre misure attuate per ridurre l’evasione fiscale nei settori interessati.

Crediti d’imposta sulle locazioni e comunicazioni delle cessioni dal 13 luglio L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento n. 250739 dell’1 luglio 2020 riguardante la cessione a terzi di crediti d’imposta per botteghe e negozi e per la locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda. La cessione dei crediti di imposta, prevista dall’articolo 122 del decreto Rilancio, consente ai soggetti beneficiari dei crediti d’imposta di optare, in luogo dell’utilizzo diretto, per la cessione, anche parziale, degli stessi crediti a soggetti terzi, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari. Per poter fruire del credito di imposta è necessario che il canone sia stato effettivamente pagato (circolari 8/E/2020 e 14/E/2020). Pertanto, nel caso in cui il pagamento non sia ancora avvenuto non è possibile fruire in via anticipata del credito. Al riguardo, con la circolare 14/E/2020 sul credito di imposta sui canoni di locazione di immobili a uso non abitativo e affitto di azienda previsto dall’articolo 28 del decreto Rilancio, l’Agenzia delle entrate ha precisato che, nel caso di cessione del credito d’imposta al locatore, il versamento del canone è da considerarsi avvenuto contestualmente al momento di efficacia della cessione. In tal caso, quindi, è possibile fruire del credito d’imposta sulle locazioni cedendolo allo stesso al locatore e pagando il canone per la differenza.

La cessione per via telematica Il nuovo provvedimento approva il modello che i beneficiari del credito d’imposta per botteghe e negozi e di quello per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda dovranno utilizzare per comunicare, a partire dal prossimo 13 luglio e fino al 31 dicembre 2021, l’opzione della cessione del credito. Il modello dovrà essere inviato tramite un’apposita funzionalità nell’area autenticata del sito dell’Agenzia delle Entrate. Un successivo provvedimento delle Entrate definirà le modalità per l’invio della comunicazione anche attraverso un intermediario. Continua a pagina 15 ›››


notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 14

Con la comunicazione devono essere specificati alcuni dati come i codici fiscali di cedente e cessionari, la tipologia del credito d’imposta ceduto, l’ammontare del credito maturato e della quota ceduta, specificando l’importo ceduto a ciascun cessionario, gli estremi di registrazione del contratto e la data di cessione del credito.

L’utilizzo dei crediti ricevuti I soggetti che hanno ricevuto il credito, anche istituti di credito e altri intermediari finanziari, tramite la propria area autenticata all’interno del sito dell’Agenzia, devono comunicare l’accettazione. Dal giorno lavorativo successivo alla comunicazione della cessione, possono quindi utilizzare il credito in compensazione tramite F24 o cederlo a loro volta ad altri soggetti entro il 31 dicembre dell’anno in cui è stata comunicata la cessione. Oltre questo termine, la quota non compensata non potrà essere utilizzata negli anni successivi, né essere richiesta a rimborso o ulteriormente ceduta.

Bonus sulle commissioni bancarie a chi accetta pagamenti elettronici Allo scopo di incentivare l’impiego di mezzi di pagamento diversi dal contante, il Dl n. 124/2019 (“decreto fiscale” collegato alla legge di bilancio 2020) ha istituito - a favore degli esercenti attività d’impresa, arte e professioni con ricavi/compensi non superiori a 400mila euro - un credito d’imposta sulle commissioni addebitate dagli intermediari per le transazioni elettroniche effettuate dai consumatori dal 1° luglio 2020. Da giovedì 1° luglio, a commercianti, artigiani e professionisti spetterà un credito d’imposta nella misura del 30% delle commissioni applicate dai prestatori di servizi di pagamento (articolo 1, comma 1, lettera g), Dlgs n. 11/2010) per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti di consumatori finali (ossia, di persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta) e regolate con

carte di credito, debito o prepagate ovvero mediante altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili. L’accesso all’incentivo fiscale è riservato ai soli operatori con ricavi o compensi, nell’anno d’imposta precedente, di ammontare non superiore a 400mila euro. Il credito d’imposta:  può essere usato esclusivamente in compensazione, tramite modello F24, dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa  va riportato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e in quelle degli anni seguenti, fino a quando se ne conclude l’utilizzo  non concorre alla formazione né della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi né del valore della produzione ai fini dell’Irap  non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 (deducibilità degli interessi passivi) e 109, comma 5 (deducibilità dei componenti negativi), del Tuir  è riconosciuto nel rispetto delle condizioni e dei limiti fissati dalle norme europee in materia di aiuti de minimis, cioè di piccola entità. A tal proposito, si ricorda che il regolamento Ue prevede, in generale, un massimale di 200mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari; il limite è più basso per i produttori agricoli (15mila euro) e per chi opera nel settore della pesca e dell’acquacoltura (30mila euro). La Banca d’Italia ha individuato i criteri e le modalità con cui i prestatori di servizi di pagamento che hanno stipulato un contratto con gli esercenti per abilitarli all’accettazione di uno strumento tracciabile (non bollettini postali e assegni) devono comunicare a questi ultimi telematicamente (via Pec o tramite pubblicazione nell’online banking), entro il 20 del mese successivo l’elenco delle operazioni tracciabili effettuate, con la specifica del numero e del valore totale di quelle complessive e di quelle riconducibili a consumatori finali e il prospetto descrittivo delle commissioni addebitate nel mese. Tali dati consentiranno a imprenditori e professionisti di determinare il bonus del 30% sulle commissioni pagate. Continua a pagina 16 ›››

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notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 15

Nuovo limite all’utilizzo del contante Il comma 3-bis dell’articolo 49 del Dlgs n. 231/2007, aggiunto dal “collegato fiscale” alla legge di bilancio 2020, ha stabilito che, dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, sono vietati i passaggi di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche, di valore complessivamente pari o superiore a 2mila euro (attualmente, il limite è 3mila euro). Il trasferimento oltre l’importo indicato - specifica la norma - è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti, inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati. Dal 1° gennaio 2022, il tetto scenderà ulteriormente a mille euro. Parallelamente, diminuisce anche il minimo edittale della sanzione amministrativa pecuniaria (da 3mila a 50mila euro) applicabile nei confronti di chi non rispetta la norma in questione: è fissato a 2mila euro per le violazioni commesse e contestate dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, a mille euro per quelle successive (articolo 63, comma 1-ter, Dlgs n. 231/2007).

Affari generali › a cura di Paolo Liverani Bilance per la vendita e controlli Obbligo di verifica periodica Dal prossimo 21 settembre, tutti i possessori di bilance utilizzate per la vendita dovranno prestare qualche attenzione in più ai loro strumenti. L’Ufficio Metrico della Camera di commercio della Romagna, fornisce alcune utili indicazioni sugli adempimenti e obblighi da rispettare. Dal 21 settembre 2017, l’entrata in vigore del “Regolamento recante la disciplina attuativa della normativa sui controlli degli strumenti di misura in servizio e sulla vigilanza sugli strumenti di misura conformi alla normativa nazionale e europea”, ha

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cambiato le modalità di detenzione e comunicazione degli strumenti metrici. L’Ufficio Metrico della Camera di commercio della Romagna, in particolare, richiama l’attenzione dei possessori di bilance utilizzate per la vendita, sull’obbligo di verifica periodica almeno ogni 3 anni. In passato, in molti casi, il possesso delle bilance non era comunicato all’Ufficio Metrico, perché è il Regolamento (adottato con Decreto Ministeriale n. 93 del 21 aprile 2017) che ha introdotto il termine di 30 giorni dalla data di inizio utilizzo per fare la comunicazione. All’Ufficio arrivano, quotidianamente, comunicazioni - provenienti da organismi di verificazione - riguardanti la verifica periodica di strumenti di misura mai dichiarati in precedenza dal titolare dello strumento (e quindi non ancora presenti nel sistema informatico). In questi casi, l’Ufficio Metrico invita l’interessato a presentare la “dichiarazione di inizio utilizzo”. Attualmente, tali dichiarazioni, anche se riferite a strumenti utilizzati prima del 21 settembre 2017, non sono considerate tardive, proprio perché fino al 20 settembre 2017 non era previsto alcun termine. Dopo il 21 settembre 2020, però, gli strumenti posseduti prima dell’entrata in vigore del Regolamento (21 settembre 2017) dovranno aver superato almeno una verificazione periodica, pertanto la relativa informazione dovrebbe già trovarsi registrata nel sistema informatico della Camera di commercio. Da qui in avanti, pertanto, a fronte di comunicazione proveniente da organismo di verificazione che attesti la verifica periodica di bilancia non ancora registrata nell’archivio informatico, l’Ufficio Metrico, come di consueto, chiederà al titolare dello strumento di presentare la “dichiarazione di inizio utilizzo”, ma, qualora nella dichiarazione sia attestato l’utilizzo della bilancia in data precedente al 21 settembre 2017, l’Ufficio sarà obbligato ad accertare in quale data è stata effettuata la precedente verifica periodica. Ciò, per controllare il rispetto delle tempistiche previste dal Regolamento ed eventualmente applicare le sanzioni pensate per verifiche richieste tardivamente. Si ricorda che se lo strumento è stato messo in servizio Continua a pagina 17 ›››


notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 16

prima del 21 settembre 2017, dovrebbe avere superato almeno un’altra verificazione periodica. Se fosse stato messo in servizio dopo quella data, varrà in ogni caso il termine di 30 giorni dalla data di inizio utilizzo, il cui mancato rispetto è parimenti sanzionato. La verifica periodica delle bilance è importante per certificare il corretto funzionamento di questi strumenti di pesatura, utilizzati nel rapporto con terzi per determinare la quantità e/o il prezzo nelle transazioni commerciali. Si mantiene inoltre nel tempo la loro affidabilità, per garantire l’utilizzo di strumenti affidabili e precisi. Per questo, conoscere le normative relative agli strumenti metrici utilizzati, come le bilance, è obbligatorio e non rispettarle può fare incorrere in sanzioni e blocchi di utilizzo. Agli Ispettori degli Uffici Metrici delle Camere di commercio è affidata la competenza per il controllo dell’avvenuta verifica periodica. Per superare senza problemi un controllo dell’Ufficio Metrico va prestata attenzione ad alcuni aspetti. Innanzitutto, va ricordato che alla Camera di commercio deve essere comunicato, non solo l’utilizzo di nuovi strumenti metrici, ma anche la dismissione degli strumenti. La comunicazione può essere fatta in via telematica tramite la modulistica presente sul sito della Camera di commercio della Romagna, e il termine previsto è sempre di 30 giorni. In generale, la periodicità delle bilance decorre dalla data della sua messa in servizio (o dalla data dell’ultima verificazione periodica per gli strumenti che abbiano alle spalle almeno una verifica periodica), e il possessore deve richiedere la verifica periodica almeno cinque giorni prima della scadenza. Si consideri inoltre che, a partire dal 21 settembre 2020, tutte le bilance utilizzate prima dell’entrata in vigore del Regolamento, normalmente dovrebbero essere dotate del “Libretto Metrologico”, un documento rilasciato dall’organismo che effettua la verifica periodica triennale e che descrive tutte le verifiche e riparazioni effettuate in precedenza. La mancanza del libretto è giustificata solo se il titolare dello strumento dimostra di avere già fatto denuncia (di smarrimento/furto/distruzione). Una raccomandazione importante è quella di controllare la continuità dei contrassegni di verifica periodica, in modo che non trascorrano mai più di tre anni tra le date apposte su due contrassegni di verificazione periodica successivi. In sintesi le bilance per la vendita al pubblico con contrassegno di verifica in scadenza, debbono essere dotate del libretto metrologico e verificate nei termini prescritti; è possibile “liberare” la bilancia dagli obblighi previsti dal Regolamento attraverso la dichiarazione di dismissione, per quegli strumenti il

cui utilizzo sia definitivamente cessato, da presentarsi entro 30 giorni dalla data di fine utilizzo.

Consulenza del lavoro › a cura di Susi Silvani NOVITA’ D.L. 52/2020 del 16/06/2020 In data 16/06/2020 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 52 entrato in vigore il 17/06/2020. L’Articolo 1 “NORME SPECIALI IN MATERIA DI TRATTAMENTO ORDINARIO DI INTEGRAZIONE SALARIALE E ASSEGNO ORDINARIO” prevede la possibilità, esclusivamente per i datori di lavoro che abbiano interamente fruito del periodo precedentemente concesso fino alla durata massima di 14 settimane, di usufruire delle ulteriori 4 settimane previste dal D.L. Rilancio anche precedentemente all’01/09/2020. Sono state inoltre previste scadenze tassative per la presentazione delle domande di cassa integrazione guadagni, di assegno ordinario e di cassa integrazione in deroga. Le stesse andranno presentate entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa ovvero, in sede di prima applicazione, entro trenta giorni dall’entrata in vigore del D.L. se tale data è posteriore.

TRATTAMENTO INTEGRATIVO DEI REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI E DELL’ULTERIORE DETRAZIONE FISCALE DAL MESE DI LUGLIO 2020 (artt. 1 e 2, DL n. 3/2020) Dal 1° luglio 2020, la normativa che disciplina il bonus 80 euro (comma 1-bis, art. 13, TUIR • c.d. bonus Renzi) risulta abrogata. Per le prestazioni di lavoro rese fino al 30 giugno 2020, il bonus 80 euro continua ad essere riconosciuto in busta paga ai lavoratori aventi diritto secondo le regole ordinarie (in misura piena per i titolari di reddito complessivo non superiore a euro 24.600, in misura ridotta per i titolari di redditi superiori a euro 24.600 e fino a euro 26.600). Per le prestazioni di lavoro rese dal 1° luglio 2020, sono previste due nuove misure di sostegno ai redditi di lavoro dipendente e assimilati, alternative tra loro: un trattamento integrativo e un’ulteriore detraContinua a pagina 18 ››› essere impresa

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notiziario tecnico ‹‹‹ Segue da pagina 17

zione fiscale (artt. 1 e 2, DL n. 3/2020). Analogamente a quanto previsto per il bonus 80 euro, anche le nuove misure spettano subordinatamente al rispetto di determinati limiti di reddito complessivo annuo prodotto dal lavoratore e sono riconosciute in automatico dal sostituto d’imposta sulla base dei dati in suo possesso.

Trattamento integrativo dei redditi di lavoro dipendente e assimilati Si tratta di un bonus che spetta, per le prestazioni di lavoro rese dal 1° luglio 2020, ai titolari di:  reddito complessivo annuo non superiore a euro 28.000;  IRPEF lorda, al netto delle Altre detrazioni (di cui all’art. 13, comma 1, TUIR), positiva. Il trattamento integrativo ammonta a:  600 euro per l’anno 2020 (semestre luglio-dicembre)  1.200 euro a decorrere dall’anno 2021 e non concorre alla formazione del reddito imponibile. L’importo spettante è rapportato al periodo di lavoro ed è erogato in via automatica dal sostituto d’imposta (datore di lavoro o committente) ripartendolo fra le retribuzioni erogate a decorrere dal 1° luglio 2020. In sede di conguaglio, il sostituto d’imposta verifica la spettanza del trattamento integrativo e, qualora rilevi la non spettanza, provvede al recupero in busta paga dell’intero importo (ove quest’ultimo superi 60 euro,

il recupero viene effettuato in otto rate di pari ammontare, a decorrere dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio).

Ulteriore detrazione fiscale Ai titolari di redditi complessivi superiori a euro 28.000 e fino a euro 40.000, per le prestazioni di lavoro rese dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2020, viene, invece, riconosciuta un’ulteriore detrazione fiscale sull’IRPEF lorda (in questo caso, il beneficio non consiste in un bonus erogato in busta paga bensì in una riduzione dell’imposta dovuta). L’importo della detrazione varia in funzione dell’ammontare del reddito complessivo: da poco meno di 100 euro mensili per redditi complessivi prossimi alla soglia inferiore (euro 28.000) si riduce progressivamente all’aumentare del reddito complessivo fino ad azzerarsi in corrispondenza di redditi pari o superiori alla soglia di euro 40.000. L’ulteriore detrazione spettante è rapportata al periodo di lavoro ed è riconosciuta in via automatica dal sostituto d’imposta (datore di lavoro o committente) ripartendola fra le retribuzioni erogate a decorrere dal 1° luglio 2020. In sede di conguaglio, il sostituto d’imposta verifica la spettanza dell’ulteriore detrazione e, qualora rilevi la non spettanza, provvede al recupero in busta paga dell’intero importo (ove quest’ultimo superi 60 euro, il recupero viene effettuato in otto rate di pari ammontare, a decorrere dalla retribuzione che sconta gli effetti del conguaglio). L’azienda, sulla base dei dati in suo possesso, provvederà quindi ad erogare automaticamente i trattamenti, salvo che il lavoratore comunichi diversamente.

Nuovo Presidente per Ebna e Fsba

Risposte più celeri per l’artigianato Dario Bruni, Delegato di Confartigianato alle Relazioni sindacali, è stato eletto Presidente di Ebna, l’Ente bilaterale nazionale dell’artigianato e di Fsba, il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato, costituiti dalle Confederazioni dell’artigianato e da Cgil, Cisl e Uil, lo scorso 30 giugno. Dario Bruni guiderà per i prossimi tre anni questi importanti strumenti della bilateralità artigiana, modello di una cultura condivisa tra le parti sociali per gestire il sostegno al reddito, il mercato del lavoro e le relazioni sindacali, il welfare integrativo all’insegna della sussidiarietà e della mutualità. In particolare, in questa difficile fase di crisi, il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato è prezioso strumento per erogare le prestazioni di sostegno al reddito ai dipendenti di tutte le imprese artigiane sospesi dal lavoro per Covid-19. “La mia massima attenzione - ha sottolineato il neoeletto Dario Bruni, che ha ringraziato il Presidente Fausto Cacciatori per l’impegno dedicato in questi ultimi tre anni alla guida di Ebna e Fsba - è rivolta a velocizzare il trasferimento a Fsba di tutti i fondi stanziati dal Decreto Rilancio affinchè possa rapidamente procedere l’erogazione delle prestazioni già da tempo avviata per i mesi di febbraio e marzo. Dopo l’immotivata attesa di ben 38 giorni per ricevere la prima tranche di risorse, non possiamo tollerare ulteriori ritardi nei trasferimenti da parte del Ministero del lavoro”. essere impresa

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movimenti

Truffe a danno di automobilisti

La denuncia è fondamentale

È

cronaca di questi giorni che i carabinieri di Roma hanno sgominato una banda di truffatori specializzata nell’estorcere denari ad automobilisti, soprattutto anziani, per presunti danneggiamenti alle loro auto. Le indagini costituiscono il frutto degli approfondimenti eseguiti all’indomani di una denuncia sporta da un 84enne, inizialmente vittima della cosiddetta truffa dello

specchietto e successivamente soggetto a estorsione. Complessivamente, nel corso dell’indagine, è stato possibile ricostruire complessivamente 22 episodi, a danno di una decina di vittime e arrestare in flagranza di reato sette persone. Il giro d’affari degli indagati è stato stimato attorno ai 30mila euro al mese. Grazie agli elementi informativi forniti dalle vittime e alle comparazioni fotografiche eseguite, è stato

quindi possibile identificare il gruppo di malviventi. Questo episodio conferma la validità della raccomandazione che l’Anap sta facendo da anni agli anziani, nell’ambito della Campagna Nazionale “Più sicuri insieme” e cioè di denunciare sempre le truffe delle quali si sia rimasti vittime, senza remore di qualsiasi natura. Solo così è possibile individuare, come dimostra l’episodio descritto, i colpevoli.

Post covid e ripresa delle visite specialistiche

La salute deve essere tutelata Anap Confartigianato solleva il tema della salute delle persone che deve essere garantita pur nell’eccezionalità della situazione. Il ritorno a una quasi normalità rischia di portare la sanità al collasso, dopo 3 mesi in cui ospedali e ambulatori hanno sospeso tutte le attività, ad eccezione delle cure urgenti e non procrastinabili. Visite specialistiche e screening sono stati bloccati per tre mesi e oggi si devono recuperare tutti i pazienti che necessitano di riprendere controlli e test, con l’allungamento dei tempi delle liste di attesa. Per i vertici Anap forlivesi “è indispensabile che i pazienti che maggiormente hanno bisogno di riprendere il percorso usuale di follow-up e controlli come i malati oncologici possano trovare celermente risposte.” Un grande problema è anche quello degli screening preventivi: il centro studi Nomisma ha calcolato che entro dicembre dovranno essere effettuati quasi 4 milioni di screening oncologici per poter garantire gli usuali controlli. “siamo consapevoli che il problema non riguardi solo l’Italia. Secondo un’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità condotta in 155 paesi, i servizi di prevenzione e cura delle malattie non trasmissibili hanno subito una grave interruzione da quando è iniziata la pandemia di Covid-19. I servizi sanitari sono stati parzialmente o completamente interrotti in molti essere impresa

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paesi e più della metà (53%) ha interrotto parzialmente o completamente quelli per il trattamento dell’ipertensione; il 49% quelli per il trattamento del diabete e delle sue complicanze; il 42% quelli per il trattamento del cancro e il 31% quelli per le emergenze cardiovascolari. I servizi di riabilitazione sono stati interrotti in quasi due terzi (63%) dei paesi.” Il tema è molto sentito eppure i provvedimenti presi da Regioni e ASL, per Anap, non sono sufficienti a dare risposte a chi attende. Occorrono direttive omogenee e concrete da parte del Ministero della Salute nonché interventi mirati da parte del Governo. “Chiediamo interventi strutturali e l’impiego di un maggior numero di medici e operatori sanitari. I fondi da destinare a questo scopo devono essere la priorità perché la salute dei cittadini viene prima di ogni altra esigenza. Non possiamo permetterci che - alle già tanto numerose vittime del Covid-19 - si aggiungano quei pazienti che necessitano di visite e cure a cui non viene data una risposta immediata ed efficace. La nostra non è una presa di posizione nei confronti del personale sanitario, che ringraziamo per quanto fatto durante l’emergenza, anzi, riconoscendo la centralità del loro lavoro, chiediamo che siano supportati con le necessarie risorse economiche e di personale.”


movimenti

Donne Impresa

Family Act, novità per gli autonomi

A

ssegno unico universale per i figli fino a 21 anni a partire dal 2021: è la prima misura del Family Act, in discussione alla Camera, su cui sembrano d’accordo maggioranza e opposizione. Non è ancora stata fissata una cifra, ma ogni mese le famiglie potrebbero ricevere una somma per ciascun figlio, con una maggiorazione dal terzo figlio. Non solo: anche le famiglie in cui sono presenti figli disabili avranno diritto a una maggiorazione che va dal 30% al 50%, estesa a tutto l’arco della vita. L’assegno

unico dovrebbe avere un carattere di universalità e le famiglie potranno contare su questa cifra, erogata con modalità semplici. Nella proposta di legge si sottolinea come il declino demografico si stia continuamente intensificando facendo risultare il tasso di natalità Italiano tra i più bassi d’Europa e si citano le rilevazioni dell’Istat, che attestano come l’incidenza della povertà aumenti all’aumentare dei figli. Complice anche la crisi economica, il trend è peggiorato nell’ultimo decennio. Ragion per cui oggi più che mai sono necessarie del-

Bonus babysitter Il decreto Rilancio recentemente approvato con le misure economiche per affrontare la crisi determinata dal coronavirus ha confermato il bonus baby sitter e lo ha raddoppiato, portandolo dai 600 euro precedentemente previsti ai 1.200 euro per figli di età inferiore ai 12 anni, limite che non sussiste in caso di figli disabili. Il bonus può anche essere utilizzato per pagare le rette dei centri estivi o strutture assimilate. Con una recente circolare l’Inps ha, tra l’altro, chiarito che il bonus può essere richiesto anche per i nonni e gli zii non conviventi. Per maggiori informazioni e per la presentazione delle eventuali domande ci si può rivolgere al patronato Inapa.

le risorse da destinare alle famiglie con figli a carico. Potrebbe essere una rivoluzione: unico, semplice, continuo e con una somma più consistente rispetto alle misure attuali. Dunque una grande sfida, che si spera di poter affrontare già nelle prossime settimane con il voto entro luglio sia alla Camera che al Senato. Il clima è positivo, anche le forze di opposizione, oltre che a quelle di maggioranza, sono molto attente alla questione della natalità e della genitorialità, lasciando ben sperare su un positivo clima di condivisione del lavoro.

Festa di fine estate La Festa del Socio 2020, in programma dal 17 al 27 settembre 2020 presso il Club Hotel Marina Beach Resort, Golfo di Orosei (NU) è stata rinviata al prossimo anno, causa emergenza Coronavirus. Anap Confartigianato promuove però un altro appuntamento dal 6 al 13 settembre 2020 al Garden Club di San Vincenzo. La struttura è adatta alla situazione sanitaria attuale in quanto dispone di ampi spazi poiché è immersa in 14 ettari di lecceto, ha riprogettato gli ambienti per far vivere agli ospiti una vacanza in piena sicurezza, garantendo il distanziamento previsto dalla normativa e anche la libertà di muoversi grazie agli ampi spazi all’aperto. È stato inoltre creato un team guidato da un medico biologo sempre pronto ad informare e rassicurare gli ospiti, una figura qualificata, che si aggiunge al medico abitualmente presente in struttura. Per informazioni in merito all’opportunità contattare Giuseppe Mercatali allo 0543 452960. essere impresa

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categorie e mercato

​Rilevazione di Confartigianato

La burocrazia pesa sulla ripresa dell’attività Incertezza e paura del futuro sono fattori comuni per il 56% degli imprenditori della provincia che hanno partecipato al sondaggio svolto dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna per fotografare la situazione delle micro e piccole imprese del territorio regionale. Dalla ricerca, realizzata nel periodo dal 5 al 15 giugno, si conferma l’impatto fortemente negativo della crisi da Covid-19. Il campione di 234 imprenditori di Forlì-Cesena segnala nel 64,4% dei casi l’assenza di nuovi ordini e nel 59,4% dei casi la mancanza di liquidità, criticità alle quali si aggiungono i mancati pagamenti per i servizi resi (45,2%) e l’assenza di rapporti commerciali legati a eventi fieristici (33,8%). Come spiega il presidente di Confartigianato di Forlì, Luca Morigi “dal sondaggio emerge una evidente difficoltà

nel valutare l’andamento futuro del mercato. Oltre il 50% dichiara incertezza mentre per il restante 46,4% i tempi di ripresa, con un recupero del livello del fatturato ai livelli pre-emergenza, si allungano fino al 2021, con una media di 12 mesi. La situazione è grave e acuita da una burocrazia invasiva, non a misura di piccola impresa.” La rilevazione infatti evidenzia un grado di complessità insostenibile per l’accesso agli uffici degli enti pubblici nel 57,8%, mentre nel 56,9% si segnala una difficoltà nella comprensione delle disposizioni, non solo nazionali. Da segnalare, anche che il 50,5% degli aderenti al sondaggio ha sottolineato la difficoltà nella compilazione della richiesta di garanzia fino a 25mila euro, mentre il 44,1% ha messo in evidenza la mancata chiarezza della documentazio-

ne richiesta per l’accesso alle misure di sostegno della liquidità e del credito. Da notare che le imprese denunciano complicazioni nell’adeguamento alle norme di sicurezza per gestire gli spazi di lavoro solo nel 8,5% dei casi. Segnale evidente che la collaborazione fra la Regione e le parti sociali per la definizione dei protocolli di sicurezza ha semplificato la ripresa delle attività dopo il lockdown. Continua il presidente Morigi “durante l’emergenza l’Associazione è stata interpellata dall’86,9% delle imprese e addirittura il 94,8% degli intervistati valuta Confartigianato come punto di riferimento e di supporto, un dato che ci riempie di orgoglio e ci spinge a lavorare con sempre maggiore impegno, per riuscire a essere sempre più vicini all’imprenditore.”

Edilizia in affanno

Indispensabile il rilancio dei lavori pubblici Nuova rilevazione dell’ufficio studi di Confartigianato, che ha dedicato un approfondimento al comparto costruzioni. Dall’analisi emerge che le perdite di ricavi durante l’emergenza Covid-19 determinano una contrazione del 54% del fatturato di marzo 2020, che si aggrava al 71,8% ad aprile 2020, cumulando un calo complessivo del 62,5% nel bimestre marzo-aprile, sulla base del quale si stima una perdita di ricavi per 13 miliardi di euro. In sintesi si tratta di una perdita di 26 mila euro di ricavi in soli due mesi, pari all’11,1% del fatturato annuo. Come chiarisce il segretario di Confartigianato di Forlì, Marco Valenti “il comparto casa riveste un ruolo chiave anche nell’economia della nostra provincia, occupando il 15,1% della forza lavoro, con essere impresa

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una prevalenza di attività artigiane, che costituiscono il 63,6% del comparto, con oltre 7200 addetti. Eppure, nonostante la crisi, la dinamica dei prezzi non ha subito significativi rincari, i prezzi dei servizi per la riparazione e manutenzione della casa - comprendente l’attività di idraulici, elettricisti, manutenzione dei sistemi di riscaldamento, pittori e carpentieri - a febbraio 2020, prima dello scoppio dell’epidemia, salivano di un limitato 0,6%, un trend che si mantiene stazionario a maggio, con i prezzi di questi servizi che, secondo le stime preliminari dell’Istat, si attestano a +0,7%”. Continua il segretario “un elemento propulsore può derivaContinua a pagina 23 ›››


categorie e mercato

Filiera dello spettacolo

Continua il blocco del comparto Confartigianato di Forlì sta valutando l’impatto della crisi da Coronavirus sui diversi settori produttivi, evidenziando situazioni di estrema criticità per quelle realtà che, dopo tre mesi di stop, continuano a non lavorare, per mancanza di committenti. “Dopo aver messo in luce le difficoltà del settore fieristico, vogliamo porre all’attenzione del Governo, quello degli imprenditori coinvolti nella filiera dello spettacolo. Concerti, rappresentazioni teatrali, spettacoli dal vivo, fino agli eventi di dimensioni più ridotte come le sagre, hanno avuto un lungo periodo di interruzione e ancora oggi faticano a riprendere a causa delle norme sul distanziamento sociale.” Sintetizza il segretario Marco Valenti ‹‹‹ Segue da pagina 22

Indispensabile il rilancio dei lavori pubblici re dai contenuti del Decreto Rilancio. Con questo provvedimento si rafforzano gli incentivi pubblici per gli interventi di riqualificazione edilizia, introducendo un aumento della detrazione per le spese sostenute tra la seconda metà del 2020 e nel 2021 per il miglioramento dell’efficienza energetica e delle caratteristiche antisismiche degli edifici.” Col decreto si definiscono nuove modalità di fruizione dell’agevolazione, estese anche alle altre spese di riqualificazione degli edifici (energetica, antisismica, di ristrutturazione, compreso il bonus facciate) sostenute nel biennio 2020-21 che non beneficiano dell’aumento della percentuale di detrazione. Le detrazioni fiscali interessano la vasta platea costituita da 1 milione di imprese del sistema della casa - di cui 500 mila nelle costruzioni, 238 mila nelle attività immobiliari e 196 mila studi di architettura, di ingegneria e tecnici - con 2,3 milioni di addetti, di cui 2 milioni, pari all’87,6%, nelle micro e piccole imprese. Conclude Valenti “per ridare slancio al settore è necessario dare seguito alla manutenzione delle infrastrutture pubbliche, da troppo tempo rimandata, ma sono indispensabili anche affidamenti veloci, la rimozione dei vincoli burocratici e tempi di pagamento brevi, altrimenti la ripartenza del Paese rimarrà solo uno slogan privo di valore.”

“è il caso di chi si occupa dell’allestimento audio o dell’impianto luci, che a seguito del lockdown ha visto azzerata la propria attività, una chiusura che ha aggravato una situazione già precaria. I lavoratori dello spettacolo, infatti, erano già stati fortemente colpiti dalla crisi, che, ancora prima che economica può essere definita culturale, con una disaffezione da parte del grande pubblico. L’avvio della fase 3, che si caratterizza per importanti restrizioni a teatri e sale concerto, non offre garanzie agli imprenditori, che vedono ridursi drasticamente le riserve di cassa, a fronte di costi fissi ineludibili.” Continua Valenti “con la chiusura forzata, il periodo d’imposta 2020 sarà, purtroppo, caratterizzato da forti perdite. Confartigianato ha chiesto, per permettere un rapido recupero delle stesse, di operare su tre linee di intervento: introdurre anche nel nostro ordinamento l’istituto del riporto all’indietro delle perdite (cosiddetto “carry back”), che consente di riliquidare l’imposta degli esercizi precedenti a quello di realizzo della perdita, ottenendo il rimborso delle somme già versate; dare la possibilità alle imprese di computare la perdita del 2020, in diminuzione dei futuri redditi imponibili, per l’intero importo che trova capienza in essi e non nel limite dell’80%; concedere la facoltà alle imprese di trasformare parte delle perdite subite in credito d’imposta immediatamente utilizzabile. Una soluzione tampone per tutte le realtà che sono state fortemente danneggiate dal fermo del 4 marzo, indispensabile per chi, ancora oggi, non riesce a riprendere il lavoro.”

essere impresa

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Fotografi

Boccata d’ossigeno dal contributo a fondo perduto L’Agenzia delle Entrate ha diffuso le istruzioni per richiedere il contributo a fondo perduto previsto dall’art.25 del DL Rilancio. La misura risulta quindi tanto più congrua quanto maggiori sono state le perdite economiche delle aziende causate dal lockdown e quindi il settore della fotografia che, per la natura dei servizi erogati, è stato tra quelli maggiormente penalizzati, potrà trarne un ristoro, ancorché limitato, rispetto al crollo pressoché totale delle commesse. Le imprese hanno infatti subito, e stanno ancora subendo, gli effetti dell’annullamento delle cerimonie, degli eventi fieristici, dell’attività di promozione pubblicitaria fino ad arrivare ai piccoli servizi, per esempio le foto tessera o i ritratti, la cui richiesta è stata praticamente azzerata a fronte dell’impossibilità da parte della clientela di recarsi presso gli studi fotografici. La Confederazione, in questi mesi, ha costantemente rappresentato in tutti i tavoli istituzionali le istanze del settore, sottolineando le particolari esigenze

delle imprese che, sebbene autorizzate a proseguire l’attività, hanno in realtà registrato un fatturato vicino allo zero, e ciononostante stanno continuando a sostenere i costi fissi. Contrariamente a quelle che vedranno una ripresa, seppur lenta, con il graduale riavvio della mobilità sociale, per il comparto dei fotografi si prospetta un intero anno di blackout a causa del rinvio al 2021 della maggior parte degli eventi come matrimoni, battesimi, comunioni ma anche di quei servizi legati alla promozione turistica del territorio, alle sfilate di moda, al lancio di nuove collezioni e agli altri eventi a carattere stagionale, che non potranno essere recuperati. Pur prendendo atto delle misure in qui adottate, pertanto, prosegue a gran voce l’appello di Confartigianato nei confronti delle istituzioni affinché il Governo potenzi i provvedimenti già varati sul piano fiscale e contributivo, individuando soluzioni in grado di corrispondere ai fabbisogni di liquidità delle imprese a rischio chiusura.

Legno e arredo in stallo

Segnali negativi per il comparto Nei settori manifatturieri del legno e mobili operano 47.447 unità locali con 234.326 addetti, con una elevata concentrazione di micro e piccole imprese: sono 46.981 le unità locali con meno di 50 addetti, rappresentano il 99% del totale e danno lavoro a 182.089 addetti, oltre i tre quarti (77,7%) del comparto. La filiera del legno e arredo arriva nel complesso a 51.089 unità locali e 240.167 addetti sommando, ai due settori manifatturieri esaminati, ulteriori 3.642 unità locali e 5.841 addetti della riparazione di mobili e di oggetti di arredamento, laboratori di tappezzeria. Nel dettaglio, la fabbricazione di mobili - con 132.595 addetti - rappresenta il 55,1% dell’intera filiera, il legno - con 101.728 addetti - rappresenta il 42,4% mentre la riparazione di mobili e tappezzeria pesa per il restante 2,4%. In Lombardia - con 22 mila addetti - e Veneto - con 19 mila addetti - si concentra il 40% dell’artigianato italiano del legno-arredo. Nel 2019 l’Italia, con vendite all’estero per 11,8 miliardi di euro, è il teressere impresa

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zo esportatore dell’Unione europea di prodotti del legno-arredo, dietro alla Germania (17,8 miliardi di euro) e Polonia (15,4 miliardi di euro). Nel dettaglio l’Italia sale al secondo posto, dopo la Germania, per esportazioni di mobili per ufficio e negozi e di mobili per cucina; l’Italia è sempre al secondo posto, ma questa seguendo la Polonia, per vendite all’estero di mobili per arredo domestico, sedie, poltrone e divani. La crisi Covid-19 ha inferto un duro colpo al comparto del legno-arredo, indebolendo sia la domanda interna che quella estera: le micro-piccole imprese del legno-arredo ad aprile hanno perso il 72,2% del fatturato, mentre a maggio la flessione, pur pesante, si attenua (-41,8%). Nel bimestre marzo-aprile 2020 le esportazioni del legno-arredo registrano una caduta del 46,3% - pari a quasi 1 miliardo di euro in meno di vendite - che porta nei primi quattro mesi dell’anno a una riduContinua a pagina 25 ›››


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Italia patria del bello

Un patrimonio da custodire

La tutela dei beni culturali rappresenta una scelta strategica per il rilancio della nostra economia. Per questo sono necessarie misure capaci di rilanciare le 4mila imprese del restauro con 12mila addetti che difendono e valorizzano la grande bellezza artistica e culturale dell’Italia. Per Confartigianato sono indispensabili interventi per l’attività delle imprese del restauro pesantemente colpite dagli effetti del lockdown ma che già negli ultimi 5 anni hanno subito una diminuzione del 33% dell’attività. La strada per ridare ossigeno agli imprenditori che operano nel restauro e contemporaneamente garantire la conservazione del nostro patrimonio artistico e culturale passa dal rifinanziamento pubblico per i beni di proprietà privata sottoposti a vincolo. Confartigianato ha chiesto di estendere la misura del superbonus previsto dal Decreto rilancio anche ai lavori di restauro e conservazione di immobili storici tutelati. Tra gli altri interventi sollecitati l’equiparazione dell’aliquota IVA sui lavori di restauro dei beni mobili pertinenziali all’immobile, ‹‹‹ Segue da pagina 24

Segnali negativi per il comparto zione delle esportazioni del 24,1%, una intensità doppia del calo del 12,1% registrata dal totale del manifatturiero. Sul fronte della domanda interna, nel trimestre marzo-maggio 2020, le vendite al dettaglio di mobili, articoli tessili e di arredamento per la casa si dimezzano (-53,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un calo decisamente più marcato rispetto a quello registrato dalla media dei prodotti non alimentari (-36,5%).

oggi fissata al 22%, all’aliquota prevista per i lavori sull’immobile che è pari al 10%. Senza dimenticare la richiesta di estendere lo strumento dell’Art Bonus ai beni ecclesiastici, una proposta finalizzata a creare opportunità di lavoro per le imprese di restauro, favorire il recupero del patrimonio artistico e architettonico di proprietà della Chiesa con un beneficio di natura fiscale per l’investitore. Confartigianato, inoltre, punta alla creazione di un “Museo diffuso” che consenta di valorizzare il ruolo degli operatori del restauro, sentinelle e custodi delle eccellenze dei territori d’Italia, attivando al contempo flussi turistici anche in siti meno conosciuti, innescando così una nuova stagione di sviluppo per il nostro Paese.

Autoriparazione

Continua la battaglia per rimodulare la scadenza delle revisioni auto Confartigianato continua la battaglia per ottenere la rimodulazione della proroga al 31 ottobre della scadenza delle revisioni dei veicoli, stabilita dal DL “Cura Italia”. L’obiettivo consiste nell’anticipare gradualmente la gestione delle operazioni di revisione ed evitare così il congestionamento del servizio che produrrebbe problemi alle imprese e ai clienti. Il problema rischia di complicarsi a causa del Regolamento Europeo 2020/698 emanato il 25 maggio, che, sul tema delle revisioni, prevede un periodo aggiuntivo di proroga. A fronte di questa novità, i Revisori auto di Confartigianato sono immediatamente intervenuti nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per chiedere di evitare ulteriori insostenibili rinvii e rimettere al più presto le imprese del settore in condizioni di operare, a tutela degli utenti e della sicurezza stradale. Il nostro Paese - secondo quanto sollecitato da Confartigianato - potrebbe avvalersi della possibilità, prevista dallo stesso Regolamento Ue, di derogare rispetto Continua a pagina 26 ››› essere impresa

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Filiera auto e mobilità elettrica

Piccola impresa protagonista Il rilancio dell’automotive italiano e gli interventi per promuovere la mobilità elettrica devono fare perno su artigiani e piccole imprese che danno lavoro al 70% degli occupati nella filiera auto. Lo sollecita Confartigianato che chiede al Governo che le micro e piccole imprese siano coinvolte e sostenu‹‹‹ Segue da pagina 24

Continua la battaglia per rimodulare la scadenza delle revisioni auto all’estensione della proroga poiché ha già adottato misure adeguate per attenuare le difficoltà collegate all’emergenza Covid-19. Anara Confartigianato Autoriparazione ha richiesto al Ministero un rinvio di almeno 6 mesi delle scadenze dei certificati di taratura per evitare che si possa ripresentare a breve il rischio di un black-out delle revisioni. Sempre sul tema delle calibrazioni, è stata sollecitata anche la correzione della periodicità annuale delle verifiche metrologiche degli impianti e apparecchiature dei centri di controllo, che andrebbe allineata al parametro biennale previsto dalla Direttiva Europea 2014/45/UE, al fine di evitare penalizzanti aggravi di costi sulle imprese del settore.

te nei programmi per promuovere prodotti e brand di filiera e per valorizzare e integrare il loro know how con nuove competenze orientate all’innovazione tecnologica. Confartigianato ritiene necessaria la piena integrazione di artigiani e piccoli imprenditori negli interventi sulla filiera automotive per favorire la trasformazione digitale, per rafforzare la cooperazione interaziendale a rete, per promuovere la ricerca di nuove soluzioni di servizio al consumatore e alla comunità, anche in prospettiva dello sviluppo della tecnologia 5G nell’ambito della rete mobile. In particolare, per favorire la diffusione della mobilità elettrica, Confartigianato sostiene la necessità di orientare gli incentivi verso le migliori tecnologie disponibili sul mercato e di allargare la platea dei fruitori, dosando le agevolazioni in base al conseguimento di obiettivi definiti e misurabili. Sollecita, inoltre, detrazioni fiscali per garantire la costante manutenzione dei veicoli, ai fini della tutela ambientale e della sicurezza stradale, interventi mirati per diffondere i veicoli elettrici per usi professionali, commerciali e produttivi, incentivi per forme innovative di car sharing sia nelle grandi aree urbane sia nei piccoli centri.

Forlì in Via Anrico Acquedotto 27 - Tel. 0543 800888

essere impresa

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Soddisfazione di Confartigianato Trasporti

Via libera definitivo dell’Europarlamento a pacchetto mobilità Finalmente approvata dalla sessione plenaria del Parlamento europeo la riforma dell’autotrasporto internazionale contenuto nel Pacchetto Mobilità. Confartigianato Trasporti esprime soddisfazione per il via libera a norme sugli aspetti sociali e di mercato per rendere il trasporto merci su strada in Europa un settore competitivo. Per Confartigianato è stata scritta una pagina storica per le nostre imprese. L’intensa attività di interlocuzione che ha accompagnato la discussione sul pacchetto mobilità in questi ultimi due anni ha permesso di raggiungere un risultato importante per le migliaia di piccole e medie imprese di autotrasporto e i loro conducenti che potranno operare in un mercato maggiormente equo e competitivo. Da non dimenticare l’impegno profuso dagli Europarlamentari italiani che hanno compreso l’importanza di questo voto e hanno recepito le sollecitazioni di Confartigianato Trasporti per definire un quadro di regole chiaro e comune per il settore dei trasporti su strada. Le nuove norme in materia di trasporto stradale mirano a porre fine alla distorsione della concorrenza nel settore offrendo al contempo migliori condizioni di lavoro ai conducenti. Si tratta di un pacchetto di regole che si auspica vengano fatte rispettare dagli organi di controllo e che adattano la legislazione di settore alle nuove sfide della mobilità, anche attraverso l’innovazione delle tecnologie

digitali. Le nuove norme sono state dapprima concordate tra i Ministri dei trasporti dell’Unione, adottate dal Consiglio il 7 aprile e ora definitivamente approvate dal Parlamento. Il pacchetto comprende tre elementi chiave: una migliore applicazione delle regole di cabotaggio, il distacco dei conducenti e i tempi di riposo. Tra le novità il tachigrafo, dispositivo che registra tutte le attività di un veicolo, come distanza, velocità, tempi di guida e periodi di riposo del conducente, reso obbligatorio da installare su nuovi veicoli merci di peso superiore a 3,5 tonnellate. Il settore del trasporto su strada è caratterizzato da una forza lavoro altamente mobile. Le norme riviste mirano a prevenire approcci nazionali diversi e garantire una remunerazione equa per i conducenti. Le nuove regole di distacco si applicheranno al cabotaggio, alle operazioni di trasporto internazionale (escluso il transito) e alle operazioni bilaterali (trasporto da uno stato membro in cui il conducente ha sede in un altro paese e viceversa). Le norme dell’Unione Europea che consentono tre operazioni di cabotaggio entro sette giorni dalla consegna internazionale rimangono invariate. Per evitare il “cabotaggio sistematico”, le nuove regole introducono un periodo di “raffreddamento” di quattro giorni prima del cabotaggio nello stesso paese, con lo stesso veicolo. I conducenti dovrebbero godere di migliori condizioni di

riposo e avere diritto a più tempo a casa. Per esempio, un riposo settimanale di oltre 45 ore non può essere svolto in un veicolo, ma in un alloggio adeguato con strutture adeguate, pagato dal datore di lavoro. Il lavoro dovrebbe essere organizzato per offrire ai conducenti più tempo a casa. Per aiutare a rilevare le violazioni delle regole, verranno utilizzati tachigrafi intelligenti per registrare i valichi di frontiera e altre attività. Al fine di interrompere l’uso delle cosiddette società “letter box” da parte degli autotrasportatori, che falsano la concorrenza e per migliorare le condizioni di lavoro per i conducenti, si prevede ora l’obbligo per le società di autotrasporto di svolgere attività principali nei paesi europei in cui sono registrate. La pratica, pur illegale, spesso non viene individuata, poiché la maggior parte dei paesi dell’Unione Europea non ha una definizione legale o operativa di tali società. Le nuove norme introducono l’obbligo per il conducente di ritornare alla sede operativa dell’azienda ogni otto settimane. È un punto su cui c’è stata battaglia fino alla fine, soprattutto con i Paesi dell’Est e che Confartigianato è riuscita a conquistare a difesa delle aziende italiane. Le regole saranno estese agli operatori dei trasporti che utilizzano veicoli commerciali leggeri di oltre 2,5 tonnellate, ivi compreso l’obbligo di equipaggiare tali mezzi con un tachigrafo. essere impresa

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Ripresa economica e tutela dell’ambiente

Sfida possibile

In Emilia-Romagna su 88.826 micro e piccole imprese, sono ben 57.388 (pari al 64,6%), quelle che, nell’ultimo anno, hanno ridotto l’impatto ambientale. Il dato evidenziato dal report dell’Ufficio Studi di Confartigianato nazionale è stato raccolto alla luce di Next Generation EU, un intervento europeo che mobilita risorse per 750 miliardi di euro, di cui 500 come sovvenzioni e 250 come prestiti accordati agli Stati membri. Il piano degli interventi, oltre a riparare i danni economici e sociali della pandemia, mira a garantire un’Unione europea “climaticamente neutra, digitale, sociale“. Per l’economia italiana le sfide di un recupero da un crisi senza precedenti si legano a quelle associate alla difesa dell’ambiente e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. In questa prospettiva è di particolare rilevanza l’orientamento delle imprese alla sostenibilità ambientale. Su un universo di un milione di imprese con 3 e più addetti, esaminato nella rilevazione dell’ultimo Censimento permanente delle imprese, vi sono 688mila imprese (pari al 66,6% del totale) che svolgono una o più azioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. Le micro e piccole imprese (MPI) presentano una propensione alle azioni green del 66,3%, praticamente 7 MPI essere impresa

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su 10. Luca Morigi, presidente di Confartigianato Forlì chiarisce qualche dato “dallo studio emerge quali siano gli interventi per ridurre i consumi energetici. Per esempio il 39,5 % delle micro e piccole imprese che riducono l’impatto ambientale ha installato macchinari e/o impianti più efficienti, che limitano il consumo energetico e in particolare il 31,9% lo ha fatto senza usufruire di incentivi; il 12,6% ha scelto l’isolamento termico degli edifici e/o la realizzazione di edifici a basso consumo energetico e il 9,2% ha sostenuto la spesa in assenza di incentivi.” Più contenuta la quota di imprese fino a 50 addetti impegnate nella produzione di energia da fonte rinnovabile elettrica (6,9%) o termica (4,5%) e nella realizzazione di impianti di cogenerazione, trigenerazione e/o per il recupero di calore (2,6%). Per queste iniziative, circa la metà degli investimenti è stata effettuata grazie all’erogazione di incentivi. Il 4,5% delle imprese del target, nel triennio 2016-2018, ha acquistato automezzi elettrici o ibridi, a fronte di una quota di immatricolazioni per questa tipologia di veicoli del 3,9% nel 2018. Continua Morigi “la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti hanno un peso determinante per l’86,8% delle imprese; seguono, indicati da oltre una impresa su due, il contenimento dei prelievi e dei consumi di acqua (60,3%) la gestione dei rifiuti finalizzata al contenimento e controllo di inquinanti (58%), il risparmio del materiale utilizzato nei pro-

cessi produttivi (52,7%). Altri interventi sono realizzati da quote significative di micro e piccole imprese, in particolare quelli relativi al contenimento dell’inquinamento acustico e/o luminoso (44,2%), al contenimento delle emissioni atmosferiche (33,8%), all’utilizzo di materie prime seconde (21,1%), al trattamento delle acque di scarico finalizzato al contenimento e controllo di inquinanti (20,5%) e al riutilizzo e riciclo delle acque di scarico (7,8%).” Conclude il presidente “la sensibilità ambientale è sempre più diffusa, le motivazioni si legano sia alla reputazione, indicata dal 31,9% del campione, sia al desiderio di fare qualcosa per la comunità in cui l’azienda opera sottolineata dal 16,5% delle realtà, interessante notare che viene valutato residuale il vantaggio per tassazione o sussidi specifici (5%).” Confartigianato ha chiesto al Governo di favorire la transizione green e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, a partire dalla riqualificazione delle scuole, nonché il recupero degli spazi culturali e del connesso patrimonio, incrementando il ricorso alle tecnologie eco-sostenibili e alla bioedilizia nel nuovo edificato.


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Economia e ambiente

Una riflessione dopo lo stop produttivo

Il sostegno alla piena ripresa delle attività produttive è una priorità, tuttavia lo stop imposto per frenare la diffusione del Coronavirus doveva essere l’occasione per ripensare al modello di crescita produttiva, contemperandolo con le esigenze dell’ambiente. È questo, in sintesi, il contenuto dell’appello che il Council IAERE (Associazione Italiana degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse Naturali) ha recentemente lanciato. Come si legge in una nota “spesso la crescita economica è stata perseguita in contrapposizione alla tutela dell’ambiente. L’espansione demografica e il diffuso miglioramento del tenore di vita hanno reso tale antitesi sempre più marcata; fenomeni quali i cambiamenti climatici, eventi estremi come gli uragani e le siccità, la deforestazione, la perdita della biodiversità, il degrado degli ecosistemi terrestri ed acquatici e l’inquinamento atmosferico sono diventati centrali nel dibattito politico e sociale in quanto costituiscono sfide cruciali per il futuro del genere umano, al punto da essere percepite in modo crescente come rilevanti fattori di rischio di lungo periodo. Ignorare le ricadute negative di na-

tura economica dei legami tra comportamenti umani, ambiente e salute può portare a fare scelte politiche miopi particolarmente dannose per l’ambiente, la cui tutela e risanamento produce risultati visibili spesso solo in un orizzonte temporale medio/lungo. Adottare scelte lungimiranti, per quanto costose nel breve periodo, può permettere di evitare danni futuri o almeno consentire di essere più preparati di fronte alle prossime crisi.” Nell’appello si legge “da una parte, la riduzione di gas serra e inquinanti locali a cui abbiamo assistito in conseguenza all’interruzione delle attività produttive e dei limiti alla mobilità non deve illudere. Dall’altra, l’accresciuto utilizzo di plastiche monouso e di acqua potabile e detergenti per la sanificazione di ambienti e persone determina ulteriori pressioni sull’ambiente, in assenza di idonee forme di smaltimento soprattutto durante la stagione estiva, con i consueti problemi di approvvigionamento idrico. Il rischio è, in ultima analisi, che si ripetano le stesse modalità di ripresa che hanno caratterizzato l’esperienza post-crisi finanziaria del 2008, in cui le fasi di “uscita” dalla crisi hanno portato ad una crescita dell’impatto ambientale, per esempio in termini di aumento delle emissioni di CO2, tale da più che compensare la riduzione legata alla contrazione dell’economia mondiale.” Per gli economisti è necessario riflettere sul significato di “normali” attività quotidiane: un mondo che continui a essere caratterizzato dal conflitto tra economia e ambien-

te o un mondo diverso, ripensato, che si incammini realmente verso un percorso convinto di sostenibilità? L’appello continua “attraverso uno sforzo sistemico, le cui basi devono essere costruite fin da subito, suggeriamo di condizionare i finanziamenti a favore di riconversioni dei processi produttivi e di riqualificazione delle competenze professionali che facilitino la transizione a un sistema sostenibile e circolare, in grado di sfruttare al massimo le possibilità di utilizzo e riutilizzo delle risorse, riducendo al contempo le pressioni sull’ambiente. Nello stesso tempo, non bisogna trascurare gli investimenti in ricerca e la necessità di ritrovare nuova competitività attraverso incentivi, anche finanziari, alla introduzione di innovazioni ambientali, in termini di prodotti e di processi produttivi e organizzativi. Questa scelta passa anche attraverso la valorizzazione delle eccellenze del nostro Paese, punti di forza su cui investire per promuovere uno sviluppo sostenibile: l’agricoltura di qualità, la bioeconomia rigenerativa, il turismo sostenibile, le interconnessioni tra il capitale culturale e il capitale naturale, di cui il nostro Paese è particolarmente ricco. L’adozione di modelli di consumo più verdi e sostenibili, sia in termini di acquisto di prodotti a minor impatto ambientale, sia in termini di maggiore attenzione alla gestione dei rifiuti, può indubbiamente contribuire a ridurre la nostra pressione sull’uso delle risorse naturali, tutelare la nostra casa comune e ridurre il rischio di future catastrofi.” essere impresa

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categorie e mercato

Decreto rilancio e pmi

La riduzione dei costi dell’energia elettrica Tra le agevolazioni previste dal decreto Rilancio per l’emergenza Covid ci sono anche gli sconti sulle bollette di energia elettrica per le piccole e medie imprese e gli esercizi come ristoranti, bar, artigiani, laboratori, professionisti. Il governo ha previsto un taglio di circa 600 milioni sulle bollette elettriche delle Piccole e medie imprese e gli sconti interesseranno una platea molto vasta di clienti danneggiati dal lockdown. Il “bonus bollette”, secondo l’Authority, dovrebbe interessare almeno 3,7 milioni di imprese. Spetta proprio all’Autorità di regolazione per

Luce e gas

Tenere alta l’attenzione contro le truffe Le segnalazioni di truffe per le forniture di energia e gas sono in continuo aumento. Per evitare di incappare in eventuali problemi, Confartigianato suggerisce di evitare di firmare documenti, non fornire mai i dati delle bollette né tanto meno i documenti personali, chiedere di inviare le proposte per iscritto così da poter contattare i nostri uffici per avere una valutazione. Si ricorda inoltre, per quanto riguarda l’energia e il gas Confartigianato Forlì, tramite il proprio consorzio CEnPI - Confartigianato Energia per le imprese e per le famiglie è possibile avere tariffe più basse (a seconda dell’entità e della tipologia del consumo); avere assistenza dedicata e continua, consigli e verifiche costanti sulle tariffe: il servizio è gratuito sia per i contratti domestici sia per contratti aziendali. Si ricorda che i preventivi sono sempre trasparenti e senza impegno. Per informazioni contattare Fabiola Foschi allo 0453 452844.

Energia, Reti e Ambiente (Arera) il compito di fissare la riduzione della spesa sostenuta dalle utenze elettriche non domestiche connesse a bassa tensione per i mesi di maggio, giugno e luglio. L’intervento, che punta ad alleggerire i costi sostenuti dalle aziende colpite dal Covid-19, riguarderà la quota fissa delle fatture elettriche delle aziende, precisamente le voci riguardanti “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali di sistema”, cioè tutte le componenti pagate in bolletta che servono a coprire i costi per attività di interesse generale. In pratica, ai piccoli esercizi commerciali, artigiani, bar, ristoranti, laboratori, professionisti (ovvero i clienti in bassa tensione non domestici) con potenza oltre i 3 KW, per il trimestre maggio, giugno, luglio, viene azzerata in bolletta la quota relativa alla potenza e applicata solo una quota fissa di importo ridotto (fissata convenzionalmente a quella corrispondente alla potenza impegnata di 3 KW), senza ridurre il servizio. Sono esclusi gli oneri di commercializzazione. Il risparmio sarà molto incisivo, sulla spesa totale e ridurrà i costi di trasporto e gestione del contatore e gli oneri generali di sistema dal 20% 30% fino al 70% per le imprese con potenze molto elevate. Se, alla data di entrata in vigore del provvedimento, fossero già state emesse fatture per maggio, i conguagli spettanti saranno a carico del fornitore di energia e dovranno essere calcolati entro la seconda fatturazione successiva.

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