Essere Impresa - Settembre 2018

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04 • SETTEMBRE 2018 Anno 08 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale in regime libero - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Più sostegno all’impresa Confartigianato ha chiesto al Governo di mettere in campo misure in grado di superare l’attuale fase di rallentamento dell’economia, che sta interrompendo una ripresa faticosamente agganciata. A partire dalla riduzione del prelievo fiscale, che grava in misura eccessiva e squilibrata sulle attività produttive e che va ridotto e semplificato, insieme alla riconferma dell’impegno a sterilizzare le clausole di salvaguardia e a scongiurare l’aumento dell’Iva. Con la fatturazione elettronica devono essere eliminate tutte le disposizioni anti elusive che ormai non hanno più ragione di esistere, introdotta la deducibilità dell’Imu sui capannoni e riconfermati gli incentivi legati a impresa 4.0.

in evidenza L’EDITORIALE: Settori a elevato tecnicismo e specializzazione richiedono competenze qualificate e autonomia da eventuali ingerenze dei poteri forti. Hanno ancora un ruolo le Autorità indipendenti? A pagina 2

I MOVIMENTI: La convention nazionale di Donne Impresa occasione di riflessione sulle difficoltà di accesso al credito per le imprenditrici. Anche i Giovani Imprenditori protagonisti del primo forum sull’innovazione digitale realizzato a Forlì. Da pagina 8 a pagina 13

ASSOCIAZIONE: Presentato il primo bilancio sociale dell’Associazione. Una riflessione sul ruolo di Confartigianato non solo come partner dell’imprenditore, ma anche di dipendenti e famiglie. Da pagina 4

IL NOTIZIARIO TECNICO: Le news dai servizi; novità in materia fiscale, consulenza del lavoro e credito. Continua l’attività degli sportelli Energia, Privacy e Colf per affiancare gli associati in tutte le necessità. Da pagina 15 a pagina 20


associazione editoriale Tra interventismo e liberismo

Il ruolo dello Stato

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li avvenimenti di cronaca che hanno caratterizzato le ultime settimane, hanno riportato in auge il tema delle privatizzazioni di alcuni servizi, precedentemente appannaggio dell’ente pubblico e poi lasciati al libero mercato. La discussione sul ruolo dello Stato come erogatore di servizi non è una novità. Ciclicamente il dibattito si accende, con fautori e detrattori di entrambi gli orientamenti, in grado di portare interessanti tesi a supporto del proprio pensiero. Negli anni Novanta le imprese in mano pubblica divennero oggetto di critica perché ritenute non in grado di raggiungere né gli obiettivi sociali, né tantomeno quelli economici. Le motivazioni addotte riguardavano l’insufficiente esposizione al controllo dell’opinione pubblica e la tendenza di queste realtà a essere influenzate da interessi politici e sindacali. Il rischio di non rielezione, lo strumento deterrente di cui dispongono i cittadini, non fu considerato sufficiente, ritenendo preferibile sottrarre da interferenze politico-partitiche alcuni settori. Il ricorso ad Autorità garanti, in molteplici settori, ha consentito di mettere al riparo da influenze esterne settori ritenuti strategici, garantendo imparzialità e competenze in ambiti a elevata qualificazione. Dalla Consob, che per prestigio, professionalità, incidenza e storia, può essere considerata la prima Autorità, sino al famigerato Garante per la privacy. Quest’ultimo, per tutelare i dati dei cittadini, ha dovuto introdurre complicate e differenziate informative per il consenso al trattamento e per le misure di sicurezza prevedendo misure di controllo stringenti. I servizi di pubblica utilità o che generano significativi costi sociali se lasciati a se stessi e che comportano problemi la cui comprensione richiede un’elevata specializzazione, non possono, per loro stessa natura, essere amministrati normalmente, richiedendo poteri regolativi incisivi e mirati. Oggi, settori strategici sono oggetto d’analisi per comprendere quale sia la modalità più corretta per condurli. Rimane centrale la qualità dell’informazione e la capacità di selezionare le categorie informative, individuando quelle cruciali, per evitare che un surplus di dati, indebolisca o annulli la capacità di lettura, specie fra i non esperti della materia. La scelta non è scontata ma di certo non può essere effettuata sulla base dell’emotività, incarichi a elevato tecnicismo richiedono competenze e professionalità adeguate, che mal si conciliano con il populismo e la ricerca di facili consensi. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

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Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno VIII • n. 04 SETTEMBRE 2018

Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale in regime libero

redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

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il commento associazione Cosa occorre al Paese

Così si distrugge la fiducia Il peso dell’incertezza • a cura del presidente Luca Morigi

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l ferragosto del 2018 rimarrà impresso nella memoria collettiva per il terribile crollo del ponte Morandi. Quarantatre morti, vittime di un incidente che non avrebbe mai dovuto verificarsi. Mancata manutenzione, errore di progettazione, cedimento strutturale, al momento le ipotesi sulle cause si rincorrono e la ricerca di un colpevole ha tenuto banco molto più di quanto non abbia fatto il rispetto dovuto alle vittime. La straordinarietà dell’evento ha, inevitabilmente, suscitato clamore e molti cittadini, oltre a scoprirsi solidali con la città ferita, sono intervenuti, negli ambiti a loro disposizione, per addentrarsi nel merito della gestione della rete autostradale. Grazie ai social è facile formarsi la propria idea e condividerla. Leggere ogni tipo di informazione, tra cui sarebbe opportuno selezionare, frequentemente in palese contraddizione con altre, ma sempre accreditate da fonti online e illudersi di essere competenti in una pluralità di ambiti. Con la diffusione di internet l’Italia non è più unicamente la patria dei Ct della nazionale di calcio, si moltiplicano coloro, che ritengono di avere la necessaria autorevolezza, per intromettersi nei più svariati ambiti, non ultimo, quello ingegneristico. Senza sottovalutare il moltiplicarsi delle teorie complottiste, che esercitano un’influenza profonda sugli utenti della rete; esiste sempre un dettaglio poco chiaro che permette di instillare il dubbio, dando origine a una folta schiera di cittadini, che hanno perso fiducia nelle istituzioni. Coltivando la certezza che ci sia sempre qualcuno che può trarre profitto dalle sciagure altrui. Soggetti senza volto, nemici che si annidano nei palazzi del potere economico e che, nelle vesti di oscuri burattinai, guidano le sorti della società, penalizzando il popolo. Entità fumose, che non sono bene identificate e che si presume esistano, ma alle quali non si può attribuire una connotazione precisa. In questo clima di forte contrapposizione, dove il sospetto gioca un ruolo chiave, appare molto complesso costruire un contesto favorevole alla ripresa economica e al rilancio della credibilità del Paese. Gli Italiani devono recuperare la fiducia nelle istituzioni, che non si traduce nell’identificare in un politico di uno schieramento o dell’altro, il bene o il male assoluti. Implica un rapporto di reciproca collaborazione, che veda uno Stato attento a valorizzare in primis l’imprenditoria, senza soffocarla nella burocrazia penalizzando chi già opera correttamente e i cittadini rispettare la legge. Un rapporto fortemente compromesso, di cui il ponte crollato è un triste simbolo, da ricostruire su nuove e più solide basi. essere impresa • • • settembre 2018 • 3


associazione bilancio sociale La rete che collega

Costruire assieme la comunità romantica dell’associazionismo, ma siamo consapevoli che, talvolta, la complessità del lavoro richiede una consulenza personalizzata, impossibile da realizzare senza il dialogo.”

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o scorso 28 giugno, nella sede dell’associazione, è stata realizzata la presentazione del primo bilancio sociale di Confartigianato Forlì. L’incontro dal titolo “la rete che collega”, è stata l’occasione per comprendere il ruolo svolto in questi oltre settant’anni di storia come partner dell’impresa e come soggetto attivo della comunità nel quale opera. Nell’introduzione il presidente di Confartigianato Forlì, Luca Morigi, ha spiegato, infatti, che la decisione di adottare lo strumento per presentare l’attività dell’Associazione “nasce dalla volontà di farci meglio conoscere dagli associati, dagli interlocutori istituzionali e, non da ultimi, anche dai collaboratori del sistema. Per confutare l’immagine erroneamente diffusa, che relega i soggetti produttivi entro la mera sfera economica, quasi operassero su di un binario parallelo rispetto all’etica e alla società. Confartigianato Forlì non si limita a offrire consulenza agli associati negli ambiti tradizionali: fiscale, gestione del personale, sicurezza 4 • settembre 2018 • • • essere impresa

sul lavoro e ogni altro adempimento richiesto dal complesso sistema di norme che regolano gli aspetti del fare impresa. Da oltre vent’anni, affianca l’attività a favore dell’imprenditore in quanto soggetto sociale, componente di una famiglia e parte attiva della comunità in cui vive e lavora. Contribuendo alla vitalità del territorio.” Un impegno non soltanto verso l’imprenditoria, ma l’intera comunità “siamo convinti che il buon vivere non possa prescindere dalla presenza di un tessuto produttivo sano, come innesco di un circuito virtuoso, fatto di lavoro e servizi indispensabili per la collettività. Anche se, soprattutto di fronte a una crisi senza precedenti, è parso antieconomico mantenere operative sette sedi e cinque mandamenti per dare una copertura capillare al territorio, abbiamo privilegiato garantire vicinanza, anche fisica, all’impresa. In un mondo nel quale le distanze aumentano e la tecnologia ha sostituito le relazioni, continuiamo ad attribuire valore al confronto diretto. Non vogliamo dare un’immagine

Un dato emerge chiaramente, suffragato dalle numerose evidenze, che l’ufficio studi della Confederazione nazionale, settimanalmente propone. L’associazione agisce all’interno di un sistema economico in cui l’artigianato e le micro e piccole imprese sono protagoniste, occupando il 66% dei lavoratori in Italia e rappresentando il 99,4% delle attività produttive, di conseguenza cresce sempre di più il ruolo dell’associazionismo e della bilateralità come punti di contatto tra la richiesta e l’offerta di servizi di welfare, intermediando o erogandoli direttamente. Ha continuato Morigi “ci troviamo a fronteggiare una nuova fase della nostra storia, in un contesto radicalmente mutato dalla crisi - degenerata frequentemente in crisi di valori - che si caratterizza per la frammentazione della rappresentanza, osteggiata anche dalla politica, avversa ai corpi intermedi. Per questo, anche di fronte a coloro che vorrebbero la nostra scomparsa in qualità di facilitatori del dialogo fra politica e mondo imprenditoriale, continuiamo a investire in nuovi servizi, per essere partner delle aziende, per sgravarle di quella mole di adempimenti burocratici, che, malgrado i propositi, nessun governo è ancora riuscito a sfoltire. E pur continuando, anche attraverso la federazione reContinua a pagina 5 • • •


bilancio sociale associazione • • • Segue da pagina 4

Costruire assieme la comunità gionale e quella nazionale, l’attività di lobbying per semplificare la giungla di norme in cui deve districarsi chi fa impresa, soddisfiamo con celerità i bisogni dell’imprenditore, per consentirgli di continuare a lavorare nel rispetto della normativa. Servizi tradizionali, servizi innovativi e risposte ai bisogni della persona con il mondo dell’istruzione, di ogni ordine e grado, Confartigianato ha in campo con più progetti, per ridurre la distanza tra formazione e lavoro, per comunicare saperi che consentano ai giovani di individuare il percorso più consono alle proprie inclinazioni, sviluppando competenze spendibili nel mondo del lavoro, per costruire un futuro professionale. Per il presidente “siamo nel 2018 e ancora l’Italia si colloca al quarto posto in Europa per numero di giovani che hanno abbandonato prematuramente i percorsi d’istruzione, non seguono corsi di formazione professionale e non hanno un lavoro. Una classifica non lusinghiera per la capacità competitiva del Paese, ma ancora di più per i ragazzi, privati del sogno di costruire il proprio futuro. E se non vogliamo fare considerazioni di natura etica, pensiamo in termini utilitaristici al costo di quello che gli analisti definiscono drop out scolastico. Non a caso, siamo tra i promotori di progetti per sostenere l’autoimprenditorialità, per incentivare chi ha voglia di mettersi in gioco a concretizzare un’idea imprenditoriale. Percorsi formativi ad hoc, consulenti e un aiuto a comprendere meglio il significato del fare impresa, uno dei molteplici aspetti dell’essere Confartigianato.”

La storia dell’Associazione s’interseca strettamente con quella della comunità di cui è parte integrante, lavorando assieme alle istituzioni, in vari ambiti. Per esempio sul tema della sicurezza, con le iniziative messe in campo in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri per sensibilizzare i cittadini sul tema delle truffe, in casa e attraverso internet. O sul tema del caregiver, l’assistenza ai familiari bisognosi di cure. Temi che solo indirettamente attengono all’impresa, ma sono fondamentali per chi lavora, interessando donne e uomini che devono affiancare all’attività professionale l’accudimento di persone con disabilità. “Giovani, pensionati, lavoratori e lavoratrici, sono i soggetti ai quali ci rivolgiamo con le nostre iniziative, per contribuire al benessere collettivo. Welfare di comunità, che fa leva sulla socialità diffusa e che trova forza nel recupero di quel legame sociale che oggi pare essersi assottigliato. Famiglia, imprese, associazioni di categoria insieme, per collaborare a una società che possa dare risposte a tutti i cittadini. I governi rivestono un’importanza cruciale per ogni sistema economico, chiamati a raggiungere obiettivi politici ed economici, tutelando i diritti dei cittadini. Lo stato sociale è oggi in crisi, sotto il peso di un debito imponente, che, nonostante i richiami dell’Unione Europea, continua a sforare i parametri imposti dal Fiscal Compact. Diviene indispensabile una sinergia tra pubblico e privato, per

non ridurre il livello dell’offerta nei servizi sociali a scapito della persona. Le collaborazioni avviate con alcune realtà che si occupano di cura e assistenza dei malati va in questa direzione. Contribuire al benessere collettivo, impiegando energie che, se messe a sistema, possono moltiplicarsi, per garantire un aiuto concreto di fronte alla malattia e all’invalidità.” Il bilancio è stato presentato dettagliatamente dal curatore, Michele Tempera, titolare di CR41, impresa forlivese che si occupa di questa innovativa materia. Dall’incontro è emerso come il bilancio sociale 2017 sia un’istantanea dell’operato dell’Associazione, una sintesi delle cause che sono portate avanti a livello locale. Bilancio che, idealmente, si incastona e viene completato da quello presentato a Roma: il bilancio sociale della Confederazione nazionale, che ha dettagliato gli impegni adottati per le diverse categorie sindacali di cui si compone la rappresentanza. Etica ed economia non sono rette parallele. L’impegno comune deve essere rivolto al raggiungimento di una società in cui siano rimossi gli ostacoli che impediscono lo sviluppo delle persone e la partecipazione attiva al sistema democratico, lavoro, sanità, istruzione, servizi di qualità. Ed è dovere di ogni soggetto pubblico o privato contribuire alla creazione di queste condizioni. Il presidente ha concluso “è un impegno che abbiamo assunto nel 1946 e che ancora oggi abbiamo ben chiaro.” essere impresa • • • settembre 2018 • 5


associazione turismo Turismo risorsa chiave per l’economia

Trend positivo per Forlì-Cesena

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Italia conferma la propria vocazione turistica, collocandosi al primo posto nell’Unione europea per presenze turistiche nel periodo estivo, seguita da Francia, Spagna, Regno Unito e Germania. Il mese di agosto rappresenta il picco delle presenze turistiche che, lo scorso anno sono state pari a 84,3 milioni rappresentando il 20% di tutto l’anno; in particolare il mese di agosto concentra il 23,6% di flusso turistico interno, mentre per gli stranieri è luglio il mese con le maggiori presenze. Consideran-

Il Bel Paese piace ai turisti L’Italia è saldamente al primo posto nell’Ue per presenze turistiche estive negli ultimi dieci anni ed è stata seconda solo nell’estate del 2013 dietro alla Francia. Il nostro Paese nell’estate del 2017 è la seconda meta preferita dagli stranieri dopo la Spagna. Un patrimonio prezioso per la nostra economia, i numeri dell’Ufficio studi di Confartigianato parlano chiaro: sono più di 212mila le imprese artigiane potenzialmente coinvolte nelle attività turistiche, il 15,9% del totale delle imprese.

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do solo i flussi dall’estero, i turisti stranieri rappresentano una popolazione equivalente di 1,1 milioni di persone, superiore del 19% alla popolazione della città di Napoli. La fotografia scattata dall’ufficio studi di Confartigianato evidenzia che nel 2017 le presenze turistiche in Italia sono state 420,6 milioni, concentrate in particolare in Veneto (16,4%), Toscana (10,9%), Emilia Romagna (9,5%), Lombardia (9,4%), Lazio (8%) e Provincia Autonoma di Bolzano (7,7%), in queste prime sei regioni si sono concentrati quasi i due terzi delle presenze totali (62%); in particolare il Trentino-Alto Adige ha registrato l’11,9% delle presenze portandosi al secondo posto dietro al Veneto. Spiega Luca Morigi presidente di Confartigianato Forlì (nella foto) “il turismo è una risorsa cruciale per il nostro Paese, che si conferma leader fra i Paesi Europei per Continua a pagina 7 • • •


turismo associazione @ Ferdinando Scianna

Forlì ospita ancora la grande fotografia

Ferdinando Scianna inaugurata la mostra

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ino al 6 gennaio, i Musei San Domenico di Forlì ospitano la mostra “Ferdinando Scianna, viaggio, racconto, memoria”. Un percorso espositivo articolato in circa 200 scatti, suddivisi in sezioni, che rendono omaggio all’opera

dell’autore. L’audioguida racconta, attraverso la voce dello stesso Scianna, le emozioni e i ricordi che si celano dietro a ogni fotografia. Un’esposizione di grande suggestione, nella cornice del complesso museale che tanto interesse sta suscitando a livello nazionale. Il fotografo è considerato uno tra maestri della fotografia non solo italiana e ha iniziato ad appassionarsi a questo linguaggio negli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia. Come si legge nella presentazione della mostra, il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche - l’at-

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Anche Forlì-Cesena conferma un trend positivo le presenze nel periodo estivo, mentre viene battuta dalla Spagna nei dodici mesi. È indispensabile continuare a garantire un’offerta turistica di qualità, per far fronte al continuo miglioramento delle strutture ricettive negli altri paesi, che esercitano un forte fascino, non solo per le bellezze paesaggistiche. Spagna e Francia certamente, ma anche Croazia e Grecia sono mete molto gettonate, soprattutto in estate.” Il tasso di turisticità medio nazionale si attesta a 6,9 presenze/abitante con una permanenza media di 3,4 notti per turista. I valori maggiori si rintracciano nella Provincia Autonoma di Bolzano con 61,8 presenze (4,4 notti per turista), nella Provincia Autonoma di Trento con 33 (4,1 notti), in Valle d’Aosta con 28,4 (2,9 notti), nel Veneto con 14,1 (3,6 notti) e in Toscana con 12,3 presenze (3,4 notti). Da sottolineare che, fra le province con un tasso di turisticità superiore alla media si colloca anche la nostra provincia, dopo Rimini con un 47,4%, Ravenna con una percentuale del 17,1%, c’è Forlì-Cesena che fa registrare un interessante 13,6%. Conclude il presidente Morigi “la costa è sicuramente un valore aggiunto per la provincia, che offre anche un entroterra di grande fascino. Obiettivo deve essere l’integrazione dell’offerta, per far conoscere le numerose opportunità che il nostro territorio può regalare.”

tualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare - tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. In oltre 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose, da cui ha preso le mosse la sua carriera, sino all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana. Poi i reportage (fa parte dell’agenzia foto giornalistica Magnum), i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose e infine i ritratti dei suoi grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Leonardo Sciascia, Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges, solo per citarne alcuni. Ferdinando Scianna del suo lavoro scrive “come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo.” Un appuntamento da non mancare, non solo per gli appassionati di fotografia. essere impresa • • • settembre 2018 • 7


movimenti giovani imprenditori Dove va l’economia

Il futuro è digitale 0

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a combinazione e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, del machine learning e degli algoritmi applicati alla grande mole di informazioni generate nella rete dai macchinari dotati di sensori e dalle relazioni digitali di mercato, mette in discussione il futuro del lavoro, non solo quello basato su attività di routine o manuali ma anche relativo a professioni attualmente ad alto valore aggiunto, che svolgono attività cognitive complesse. Si moltiplicano gli esempi di scomparsa di lavori apparentemente qualificati che si consideravano protetti contro la meccanizzazione. Il medico svilupperà le diagnosi e l’avvocato redigerà un parere giuridico partendo da risultati elaborati da un algoritmo che esamina i dati di centinaia di migliaia di casi medici o giuridici. L’utilizzo di questi strumenti è ampio. Si potranno salvare vite, ottimizzare processi burocratici, rendere più efficienti i modelli organizzativi e creare nuovi modelli di business, generando nel sistema delle imprese un guadagno di efficienza e un incremento della produttività che garantisce una maggiore competitività nello scenario nazionale e internazionale. In tale contesto va segnalato che l’Italia è la settima nazione per intensità di robotizzazione, dietro a Corea del Sud, Giappone, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia e Repubblica Slovacca. Il cambiamento digitale determina la richiesta di competenze nuove: nel 2017 su 4,1 milioni di assunzioni, per il 62,3% è stata richiesta la capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie digitali o robotiche, big data analytics, internet of things ai processi aziendali, nel 57,7% dei casi gli assunti devono possedere competenze digitali e conoscenza degli strumenti di comunicazione visiva e multimediale, nel 50,9% deve avere capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici e nel 34,2% dei casi la capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie 4.0. L’istruzione e la formazione, tramite le quali si aggiornano e 8 • settembre 2018 • • • essere impresa

consolidano le competenze, oggi più che mai giocano un ruolo centrale, fornendo gli strumenti necessari ai lavoratori per gestire processi a maggiore intensità digitale e orientandoli ad attività creative in grado di sostituire quelle di routine e manuali che sono maggiormente esposte al rischio di automazione. Un tratto distintivo delle attività economiche che risentiranno meno dei processi di automazione è la scarsa prevedibilità, a fronte del quale la minore flessibilità delle macchine manterrà elevata la domanda di lavoro. Rimarranno attività relativamente labour intensive quelle caratterizzate da una elevata creatività e quelle culturali in cui sono necessarie costanti - e non programmabili - connessioni fra saperi diversi, l’ideazione e, in generale, i processi di conoscenza che comprendono l’analisi evoluta di dati. Risulta evidente che la trasformazione digitale dei sistemi produttivi in corso vedrà in numerose imprese la sostituzione di lavoratori con macchine ma, come chiarito, l’uomo vincerà sul robot in attività caratterizzate da relazioni interpersonali, tra i quali il turismo, da creatività e cultura, da una elevata diffusione, qualità ed efficacia del sistema formativo e dall’orientamento all’innovazione. Dalla fiorente letteratura sulla trasformazione digitale è possibile estrapolare numerosi spunti sui segni distintivi dell’essere umano che lo renderà non (o meno) sostituibile da una macchina nell’attività di impresa. L’uomo vince sul robot grazie alla sua capacità di sviluppare relazioni complesse con le persone in un contesto in cui aumenta lo spettro dei bisogni umani. Nelle città ridisegnate dalle nuove tecnologia, imprese caratterizzate da mix produttivi ad alta intensità di lavoro come le officine artigiane diventano paradigmi delle relazioni sociali. Una ulteriore caratteristica che rende la prestazione dell’uomo vincente sulla macchina è la multisensorialità e la capacità di offrire una prestazione dopo aver combinato le informazioni dei differenti canali percettivi. Queste caratteristiche relazionali sono dominanti nelle attività di servizio alla persona: nei settori del benessere, del turismo e delle attività sportive crescerà la domanda e le relazioni di mercato, a seguito del notevole incremento del tempo libero della popolazione determinato dall’automazione.


giovani imprenditori movimenti Alessio Brighi testimonial

L’Innovazione Digitale a Forlì realizzato il primo Forum

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onfartigianato di Forlì è stata tra i partner del primo Forum dell’Innovazione Digitale organizzato da Jump Group, giovane realtà del territorio forlivese. Introdotto da Francesco Ciani, Ceo dell’azienda promotrice, sono stati numerosi i contributi alla giornata di lavori, tenutasi lo scorso 15 settembre alla Fiera di Forlì. Tra le testimonianze anche quella di Alessio Brighi, presidente del gruppo Giovani Imprenditori dell’Associazione forlivese (nella foto), che ha affrontato il tema dei nuovi modelli di business, raccontando la propria esperienza all’interno dell’azienda di famiglia. Di grande rilievo, la relazione di Gabriele Micozzi, docente di marketing presso l’Università Lu-

iss e presso la Luiss Business School dove insegna marketing, comunicazione, negoziazione e psicologia di vendita, che ha posto l’accento sulla relazione tra tecnologia ed emozione, per individuare strategie di marketing realmente operative. Thomas Bandini, socio fondatore di una giovane agenzia che si chiama The Taylors, che gestisce molti social per diversi grossi clienti, fra cui alcuni con una follower base enorme ha sintetizzato il ruolo centrale del Digital Business. Alex Collina ha individuato la trasformazione digitale come uno degli obiettivi principali di tutte le aziende, dalle multinazionali alle PMI. Molti imprenditori dichiarano di aver messo in atto iniziative ad hoc, ma diversi studi dimostrano un fallimento dell’80% di queste. La causa è che, molto spesso, questi processi non partono dalla principale unità che compone le aziende e che ne determinano il successo o il fallimento: le persone. L’intervento ha messo in luce i fattori che bloccano la trasformazione digitale e sul come innescare un tipo di cambiamento radicale, con un focus sulle tecnologie, come l’AI e il Cloud, che abilitano ogni tipo di azienda a poter costruire una strategia di trasformazione realmente condivisa. Una sessione di lavoro intensa e ricca di spunti che ha permesso agli imprenditori e ai professionisti intervenuti di toccare con mano la portata del cambiamento in atto.

Occupazione giovanile

Apprendistato risorsa vincente La ripresa del mercato del lavoro nell’ultimo triennio ha riportato il tasso di occupazione sui livelli pre crisi. Al secondo trimestre 2018 il tasso di occupazione 15-64 anni è risalito al 59,1%, in salita di un punto rispetto all’anno precedente, recuperando 4 punti dal minimo del 55,1% registrato nel primo trimestre 2014 e uguagliando il massimo pre crisi del secondo trimestre 2018. L’apprendistato, dopo aver dato un apporto positivo all’andamento all’occupazione giovanile nel corso del 2017, conferma il trend di crescita. L’elaborazione dei dati sui flussi del mercato del lavoro nel settore privato forniti dall’Inps nell’Osservatorio sul precariato mostra che per il segmento dei giovani under 30 nel primo semestre 2018 il numero delle nuove assunzioni in apprendistato sono 151 mila e crescono dell’8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; i nuovi ingressi in apprendistato superano del 9,7% le 138 mila nuove assunzioni a tempo indeterminato, che salgono di un più limitato 1,8% nell’ultimo anno. Complessivamente negli ultimi dodici mesi sono 285.949 le assunzioni di giovani apprendisti, il massimo degli ultimi cinque anni. Sul buon andamento degli ingressi sul mercato del lavoro dei giovani con questa tipologia contrattuale influiscono gli interventi di decontribuzione dell’apprendistato della Legge di bilancio 2018. essere impresa • • • settembre 2018 • 9


movimenti anap Partecipato convegno a Reggio Emilia

Anap e Anci unite impegno per la Terza età

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mpegno alla sottoscrizione di un Protocollo d’intesa per sviluppare il confronto a livello nazionale e locale sui temi del welfare che interessano gli anziani, sinergie per iniziativa politiche che affrontino il grave problema della non autosufficienza in Italia, convergenze e integrazioni attraverso la messa a disposizione da parte dell’Anap delle proprie strutture associative per finalità comuni: sono i principali aspetti affrontati nell’incontro che si è tenuto a Reggio Emilia tra l’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia) e Anap Confartigianato su iniziativa dell’Anap dell’Emilia Romagna e del suo presidente Gian Lauro Rossi.

Samantha Palombo, responsabile Dipartimento Welfare sempre di Anci e per l’Anap Fabio Menicacci segretario nazionale e Claudio D’Antonangelo della segreteria nazionale. La riunione si è svolta in un clima di grande cordialità e ha posto le basi per un progressivo impegno comune che, partendo dalla firma del protocollo d’intesa, da estendere a tutte le organizzazioni dei pensionati dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura, unite sotto la sigla del CUPLA, si concretizzi in politiche e servizi più avanzati e mirati alle necessità degli anziani.

All’incontro hanno partecipato, oltre a Rossi, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, che è anche delegato del Welfare per L’Anci, Luca Pacini, responsabile dell’Area Welfare e Immigrazione,

Gestione rifiuti

Un aiuto per i pensionati Anche il punto Anap di Forlì si è attivato per aiutare gli anziani in difficoltà con la nuova modalità di gestione dei rifiuti. Giuseppe Mercatali è a disposizione degli utenti che hanno necessità di chiarimenti, collaborando con il Punto Alea per la distribuzione dei raccoglitori per il porta a porta.

Centro Difesa Consumatori Continua la collaborazione con il Centro Difesa Consumatori di Faenza per aiutare pensionati e cittadini a risolvere eventuali controversie con compagnie telefoniche, società erogatrici di servizi e altre difficoltà che possono insorgere quotidianamente. Grazie all’accordo sarà possibile usufruire di condizioni di favore. Per informazioni rivolgersi a Giuseppe Mercatali, all’ufficio Anap di Forlì.

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Anap aderisce a Farmaco Amico Farmaco Amico è il progetto per raccogliere medicinali non scaduti e creare una rete solidale sul territorio. I farmaci con ancora almeno 6 mesi di validità e in uno stato di conservazione adeguato vengono riutilizzati da enti non profit per progetti locali di assistenza alle fasce deboli della comunità o di cooperazione decentrata. Il progetto ha come obiettivi specifici prevenire e ridurre la produzione di rifiuti, sostenere gli enti che assistono le fasce deboli della comunità, diffondere buone pratiche di prevenzione dei rifiuti e riduzione dello spreco. Per contribuire al progetto, nella sede Anap di Forlì viene realizzata la raccolta dei farmaci, così da favorirne la diffusione.


associazione

SPORTELLO COLF E BADANTI Un supporto alle famiglie Lo sportello colf e badanti di Confartigianato Forlì nasce per offrire una consulenza qualificata sulla gestione del rapporto di lavoro di colf, badanti, assistenti familiari e baby sitter. I servizi offerti attengono a ogni fase del rapporto di lavoro, offrendo garanzie sia al datore di lavoro, sia al lavoratore domestico, nel rispetto del Contratto Collettivo di Lavoro di riferimento.

Tra i servizi offerti ➜ definizione del contratto nel rispetto del CCNL del lavoro domestico ➜ elaborazione dei prospetti paga mensili, calcolo della tredicesima ed elaborazione del modello CUD ➜ calcolo dei contributi previdenziali e compilazione della modulistica per il versamento all’INPS ➜ conteggio di ferie, malattia, maternità, infortunio ➜ calcolo di TFR e liquidazione ➜ compilazione dei documenti necessari per accedere alle agevolazioni fiscali previste per il datore di lavoro Per richiedere un preventivo gratuito e una consulenza personalizzata è possibile rivolgersi al Caaf di Confartigianato Forlì, in viale Oriani 1 a Forlì, allo 0543 452811. Trasparenza, professionalità, attenzione alle esigenze del datore di lavoro e a quelle del lavoratore sono i punti di forza del servizio. essere impresa • • • settembre 2018 • 11


movimenti donne impresa Le imprenditrici e il credito

Alla Convention di Donne Impresa offerti molteplici spunti

I

l credito e gli interventi per le piccole imprese nella legge di bilancio sono stati i temi dominanti della XXIII Convention di Donne Impresa Confartigianato dal titolo ‘DiamoCi credito’ svoltasi il 25 settembre a Roma. Davanti a oltre cento rappresentanti del Movimento provenienti da tutta Italia, tra cui la presidente di Forlì, Patrizia Carpi e la consigliera Ana Isabel Perez Alvarez (nelle foto) si sono alternati sul palco esponenti del Governo, del Parlamento, del mondo bancario e della finanza. Al centro del confronto le nuove frontiere dell’accesso al credito, gli effetti sull’attività d’impresa e le novità in tema di strumenti digitali, declinati sull’impresa femminile. Tra gli interventi quello di Marco Granelli vicepresidente vicario della Confederazione e del segretario generale Cesare Fumagalli. “Le imprenditrici - ha detto Daniela Rader, Presidente di Donne Impresa Confartigianato - sono convinte della necessità di affrontare la sfida del credito con strumenti di conoscenza che le rendano informate e consapevoli nella gestione finanziaria della propria azienda”. Un percorso di educazione che vede al loro fianco Artigiancassa, la banca di riferimento dell’artigianato e delle piccole imprese, che ha presentato il progetto di una community dedicata alle associate di Confartigianato in possesso di specifici requisiti che consentirà loro di relazionarsi con il credito con iniziative differenziate, sia per nuovi progetti d’impresa sia per nuove modalità di comunicazione e relazione. Il progetto, illustrato dal direttore generale di Artigiancassa Francesco

Simone, testimonia la vicinanza della banca alle esigenze di innovazione espresse dalle piccole imprese guidate da donne. Che puntano anche alla sostenibilità per costruire un modello imprenditoriale capace di reggere le nuove sfide dell’economia e della società. E proprio su questo aspetto si è concentrato l’intervento di Giuliana Coccia, del Segretariato dell’ASVIS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile cui aderisce Confartigianato, che ha sottolineato l’importanza dell’impegno di Donne Impresa per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo ‘Uguaglianza di genere’ indicato nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Sui nuovi strumenti finanziari per gestire le imprese è intervenuto Roberto Nicastro, senior advisor Europa di Cerberus, leader globale nelle soluzioni di investimento alternativo, mentre la situazione dei finanziamenti alle imprese femminili a dieci anni dallo scoppio della Grande crisi è stata ‘fotografata’ da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, nel 15° Osservatorio sull’imprenditoria femminile artigiana in Italia. Ne emerge che, a fronte dei 516,9 miliardi di euro di valore aggiunto al femminile, pari a un terzo del valore aggiunto totale, i finanziamenti alle imprenditrici rimangono in territorio negativo: tra giugno 2012 e luglio 2018 i prestiti lordi alle aziende guidate da donne hanno fatto segnare un calo del 2,2%. Alle criticità sul fronte del credito si sommano i tanti problemi strutturali delle imprese italiane. A cominciare dal peso del fisco e della burocrazia. E proprio su questi aspetti sono state incentrate le testimonianze di impegno dei rappreContinua a pagina 13 • • •

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donne impresa movimenti La Convention: i dati emersi

Occupazione difficile al Sud

L’

appuntamento con la convention è un’opportunità per fare il punto sulla condizione del lavoro femminile in Italia, anche in prospettiva col resto dell’Europa. In Italia le imprese femminili attive rappresentano il 22,6% del totale, malgrado questo la donna nel nostro Paese incontra ancora molteplici difficoltà ad affermarsi nel mondo del lavoro. A guidare la classifica europea della maggiore partecipazione al mercato produttivo, la Svezia, in cui otto donne su dieci sono

disponibili a trovare un’occupazione (tasso del 79,9%), seguono la Danimarca con il 76,3%, l’Estonia e la Finlandia, entrambe con il 75,7%, la Lettonia e i Paesi Bassi con il 75,1%. Tra le regioni e le province autonome italiane il tasso di attività femminile più alto è della Valle d’Aosta che si posiziona al 14° posto nella speciale classifica con un tasso pari al 70,2%, valore superiore al 68,5% della Spagna ed al 67,9% della media Ue. Al contrario è più bassa la partecipazione delle donne al merca-

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Alla Convention di Donne Impresa offerti molteplici spunti sentanti dell’Esecutivo e del Parlamento. Il ministro dei Beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli ha sottolineato i valori delle imprenditrici, “determinate, coraggiose, concrete”, e ha assicurato che “le Pmi sono al centro dell’attenzione del programma del Governo”. Attenzione analoga a quella del Parlamento, secondo quanto hanno dichiarato gli onorevoli Alberto Gusmeroli (Lega-SP) vice presidente della Commissione Finanze della Camera, Andrea Mandelli (Forza Italia) Capogruppo in Commissione Bilancio della Camera e Raffaele Trano (M5S) della Commissione Finanze della Camera. I tre parlamentari hanno sottolineato il ruolo fondamentale della micro e piccola impresa nell’economia italiana e la necessità di liberarla da oneri e vincoli. E proprio da questo obiettivo nasce la proposta di legge, firmata tra gli altri dagli onorevoli Gusmeroli e Trano, presentata a metà settembre, contenente “Misure di semplificazione fiscale, sostegno all’economia reale e contrasto all’evasione fiscale”. Una battaglia anti-burocrazia e per un fisco più equo che - hanno sottolineato i due deputati - si esprimerà anche con le misure, come la flat tax, in preparazione con la Legge di bilancio. Donne Impresa ha, inoltre, consegnato il Premio ‘Heart Work and Love’ 2018 a Maruska Nava, imprenditrice di Como, con la seguente motivazione: “Imprenditrice capace di esprimere ed esaltare, con sensibilità e passione, i valori dell’artigianato italiano. Con generosità e tenacia, ha posto il proprio lavoro al servizio delle donne e della comunità, facendosi promotrice di molteplici iniziative con le quali ha testimoniato concretamente la funzione sociale dell’artigianato quale strumento di solidarietà ed integrazione.

to del lavoro nel Mezzogiorno: le regioni si posizionano tutte agli ultimi posti dopo la Romania (57,2%): Calabria (38%), Sicilia (39,2%), Campania (40,5%), Puglia (40,9%), Basilicata (44,1%), Molise (48,5%), Sardegna (49,4%) e Abruzzo (53,5%). Queste performance contribuiscono a posizionare l’Italia all’ultimo posto nell’Unione con un tasso di attività femminile del 56,2%, 11,7 punti percentuali sotto la media europea. Da precisare che il tasso di occupazione vede prima regione italiana la Provincia Autonoma di Bolzano, all’undicesimo posto in Europa, con un tasso del 67,7%, mentre i valori minori sono quelli di sette delle otto regioni del Mezzogiorno Molise (41,3%), Sardegna (39,7%), Basilicata (38,4%), Puglia (31,4%), Campania (30,2%), Sicilia e Calabria con 29%, valori più bassi rispetto alla Grecia, fanalino di coda in Europa con il tasso di occupazione più basso, pari al 43,7% di poco inferiore al 48,9% dell’Italia. Dati che rendono evidente quanto ancora siano ancora limitanti i retaggi culturali e il sessismo del passato che vedono penalizzate le donne, relegate ai ruoli domestici. Eppure l’incidenza delle imprenditrici e lavoratrici indipendenti sul totale delle donne occupate, nel confronto coi principali paesi europei, mostra il primato dell’Italia: la quota nel nostro Paese è pari infatti al 15,2%, superiore a quella registrata dalla Spagna (11,6%), dal Regno Unito (10,7%), dalla Francia (7,9%) e dalla Germania (6,6%).

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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Francesco Bandini F24 CON COMPENSAZIONE A RISCHIO Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 28 agosto 2018 da attuazione alla disposizione introdotta dalla legge di bilancio 2018 secondo cui, allo scopo di contrastare il fenomeno delle indebite compensazioni di crediti d’imposta, l’Agenzia delle Entrate può sospendere, fino a trenta giorni, l’esecuzione delle deleghe di pagamento che presentano profili di rischio. Se a seguito del controllo il credito risulta correttamente utilizzato, ovvero decorsi trenta giorni dalla data di presentazione dell’F24, la delega viene regolarmente eseguita; in caso contrario, i versamenti e le compensazioni si considerano non effettuati. Il provvedimento innanzitutto individua i criteri da utilizzare per la selezione delle deleghe a rischio che faranno riferimento:  alla tipologia dei debiti pagati  alla tipologia dei crediti compensati  alla coerenza dei dati indicati nell’F24  ai dati presenti in Anagrafe tributaria (o resi disponibili da altri enti pubblici) relativi ai soggetti indicati nell’F24  ad analoghe compensazioni effettuate in precedenza dai soggetti indicati nell’F24  al pagamento di debiti iscritti a ruolo, di cui all’articolo 31 (“Preclusione alla autocompensazione in presenza di debito su ruoli definitivi”), comma 1, Dl 78/2010. Per quanto riguarda in particolare quest’ultimo punto, viene stabilito che, dal 29 ottobre 2018 (data di decorrenza delle disposizioni contenute nel provvedimento), i relativi modelli F24 dovranno essere presentati esclusivamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, pena il rifiuto della delega di pagamento. L’eventuale sospensione della delega trasmessa attraverso i servizi telematici dell’Agenzia riguarda il suo intero contenuto e viene comunicata tramite apposita ricevuta a chi ha inviato il modello F24, con indicazione della data in cui la stessa ha termine (comunque, non oltre trenta giorni dalla data di invio della delega). Durante il periodo di operatività della sospensione:  l’eventuale saldo positivo dell’F24 non viene addebitato  la delega di pagamento può essere annullata secondo le ordinarie procedure telematiche  il contribuente può inviare le informazioni ritenute necessarie per sbloccare la delega sospesa. Se a seguito delle verifiche risulta che il credito non

è stato correttamente utilizzato, l’Agenzia, con apposita ricevuta, comunica lo scarto dell’F24 e la relativa motivazione a chi ha inviato il file; pagamenti e compensazioni si considerano non eseguiti. Se, invece, il credito risulta correttamente utilizzato, la delega si considera effettuata nella data indicata nel file inviato: in caso di F24 a saldo zero, l’Agenzia ne comunica l’avvenuto perfezionamento; in caso di F24 con saldo positivo, l’Agenzia invia la richiesta di addebito sul conto indicato, dandone notizia a chi ha trasmesso il file.

L’IMPOSTA DI BOLLO SULLE FATTURE (CARTACEE ED ELETTRONICHE) Al fine di determinare l’ambito di applicazione dell’imposta di bollo sulle fatture, va fatto riferimento al DPR n. 642/72 ed in particolare:  all’art. 13 della Tariffa, Parte I che stabilisce l’assoggettamento all’imposta di bollo per le “fatture, note, conti e simili documenti, recanti addebitamenti o accreditamenti, anche non sottoscritti, ma spediti o consegnati pure tramite terzi”;  all’art. 6 della Tabella di cui all’Allegato B ai sensi del quale sono esenti da imposta di bollo le fatture, note, conti, ecc. relative ad operazioni assoggettate ad IVA, considerando tali quelle per le quali è “effettivamente dovuto il tributo”, ferme restando alcune specifiche fattispecie di esenzione, di seguito evidenziate. A decorrere dal 26.6.2013 per effetto dell’art. 7-bis, comma 3, DL n. 43/2013 l’imposta di bollo da applicare alle fatture, di importo superiore a € 77,47, è pari a € 2 (in precedenza € 1,81). Quanto sopra trova applicazione con riferimento sia alle fatture cartacee / analogiche che a quelle elettroniche.

L’ALTERNATIVITÀ TRA IMPOSTA DI BOLLO E IVA In applicazione del citato principio di alternatività tra l’IVA e l’imposta di bollo, quest’ultima va applicata alle fatture, ricevute, note, ecc. concernenti operazioni che non scontano l’IVA, in quanto:  esenti ex art. 10, DPR n. 633/72;  non imponibili (salvo le specifiche ipotesi di esenzione);  escluse dalla base imponibile IVA ex art. 15, DPR n. 633/72 (ad esempio, riaddebito di spese sostenute in nome e per conto della controparte) ovvero escluse dal campo IVA ex artt. 2, 3, 4, 5 e 7, DPR n. 633/72 (ad esempio, cessione d’azienda / terreno non edificabile). Continua a pagina 16 • • • essere impresa • • • settembre 2018 • 15


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Analogamente, sono soggette ad imposta di bollo le note di accredito e di addebito senza indicazione dell’IVA.

FATTURE “MISTE” Se una fattura riporta sia importi assoggettati ad IVA sia importi non assoggettati, l’imposta di bollo si applica se questi ultimi risultano di ammontare superiore a € 77,47 (RM 3.7.2001, n. 98/E).

COPIE CONFORMI DELLE FATTURE Secondo quanto affermato nella CM 1.8.73, n. 415755, le copie conformi delle fatture, rilasciate ad esempio a causa dello smarrimento dell’originale da parte del cliente, seguono il medesimo trattamento ai fini dell’imposta di bollo previsto per la fattura originale. Così, ad esempio, la copia conforme di una fattura esente IVA è assoggettata ad imposta di bollo, mentre la copia conforme di una fattura imponibile IVA è esente dal bollo.

CONTRIBUENTI MINIMI - FORFETARI Come affermato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 28.1.2008, n. 7/E, considerato che le fatture emesse dai contribuenti minimi si riferiscono ad operazioni per le quali non è applicata l’IVA, le stesse, se di importo superiore a € 77,47, devono essere assoggettate all’imposta di bollo. Sono, invece, esenti da bollo le fatture riguardanti gli acquisti intraUE e le operazioni per le quali il contribuente minimo assume la veste di debitore di imposta (come, ad esempio, nel caso di acquisti soggetti al reverse charge). Quanto sopra trova applicazione anche con riferimento ai contribuenti forfetari.

FATTURE RELATIVE A ESPORTAZIONI E OPERAZIONI ASSIMILATE L’art. 15 della citata Tabella al DPR n. 642/72 dispone l’esenzione dall’imposta di bollo per le fatture emesse in relazione alle esportazioni di beni. Tale esenzione riguarda le esportazioni di cui all’art. 8, comma 1, lett. a) e b), DPR n. 633/72. Secondo quanto affermato nella RM 27.7.85, n. 426767, le fatture emesse nei confronti degli esportatori abituali senza applicazione dell’IVA ex art. 8, comma 1, lett. c), DPR n. 633/72 per effetto del c.d. plafond, vanno assoggettate all’imposta di bollo. Tuttavia, dalla citata CM n. 415755 si evince che alle stesse fatture non si applica l’imposta di bollo qualora riportino l’indicazione che si tratta di beni destinati all’esportazione. In base a quanto stabilito dall’art. 66, comma 5, DL n. 331/93 l’esenzione prevista per le fatture e gli altri documenti

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relativi ad importazioni / esportazioni è applicabile anche alle fatture ed agli altri documenti relativi alle operazioni intraUE. Va tenuto altresì presente che, come affermato nella citata CM n. 415755, le fatture relative ad operazioni assimilate alle esportazioni (artt. 8-bis, 9, 72, DPR n. 633/72, ecc.) non possono usufruire dell’esenzione dall’imposta di bollo di cui al citato art. 15, in quanto l’assimilazione ai fini IVA ha carattere autonomo e non può essere considerata di valenza generale, mentre l’esenzione dall’imposta di bollo attiene le fatture emesse in relazione alle esportazioni di beni e “non può avere efficacia per quei documenti emessi per operazioni economiche assimilate alle esportazioni ai soli effetti dell’applicazione dell’IVA”. Per quanto attiene le fatture:  emesse ai sensi dell’art. 8-bis, DPR n. 633/72 nei confronti degli armatori, come evidenziato nella citata CM n. 415755, beneficiano dell’esenzione dall’imposta di bollo se riguardanti beni destinati a dotazione o provvista di bordo;  emesse ai sensi dell’art. 9, DPR n. 633/72 (servizi internazionali), come affermato nella RM 6.6.78, n. 290586, sono esenti dall’imposta di bollo qualora riferite a prestazioni di trasporto dirette esclusivamente alla realizzazione di un’esportazione di beni, con esclusione, quindi, dei servizi relativi ai beni in transito doganale, ai trasporti di persone, ecc.

FATTURE CON REVERSE CHARGE Considerato che le operazioni soggette a reverse charge sono assoggettate ad IVA, ancorché non esposta in fattura in quanto assolta dall’acquirente / committente anziché dal cedente / prestatore, le relative fatture sono esenti dall’imposta di bollo. Come evidenziato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 29.12.2006, n. 37/E, rientrano in tale fattispecie anche le ipotesi di reverse charge previste dall’art. 17, comma 6, DPR 633/72 (subappalti nel settore edile, opere di completamento / installazione impianti / servizi di pulizia di edifici, ecc.).

FATTURE CON SPLIT PAYMENT Sempre nel rispetto del principio di alternatività in esame, anche le fatture con IVA non esposta a seguito dell’applicazione dello split payment di cui all’art. 17ter, DPR n. 633/72, non sono soggette ad imposta di bollo. Si tratta infatti di operazioni “ordinariamente” assoggettate ad IVA, il cui assolvimento è a carico dell’Ente acquirente / committente.

FATTURE CON IVA ASSOLTA ALL’ORIGINE Ai sensi della Nota 2, lett. b) dell’art. 13, comma 1 della Tariffa, Parte I le quietanze rilasciate per vendita Continua a pagina 17 • • •


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 16

di tabacchi, fiammiferi, valori bollati e biglietti delle lotterie nazionali sono esenti dall’imposta di bollo. Tale esenzione vale, in generale, per le operazioni dell’art. 74, DPR n. 633/72 con IVA assolta all’origine, come ad esempio per il settore dell’editoria (le fatture recano la dicitura che l’IVA è stata assolta dall’editore).

NOTE DI VARIAZIONE Per quanto attiene le note di variazione emesse ai sensi dell’art. 26, DPR n. 633/72, è necessario distinguere le seguenti ipotesi:  qualora venga indicata l’IVA ovvero venga specificato che il documento cui si riferiscono è stato assoggettato ad IVA, le stesse sono esenti dall’imposta di bollo;  nei casi diversi da quelli sopra menzionati (sempreché di importo superiore a € 77,47) sono soggette all’imposta di bollo.

MODALITÀ DI ASSOLVIMENTO DELL’IMPOSTA DI BOLLO Al fine di individuare le possibili modalità di assolvimento dell’imposta di bollo è necessario differenziare a seconda della modalità di emissione della fattura, cartacea o elettronica. Infatti:  per l’assolvimento dell’imposta di bollo relativa alle fatture cartacee / analogiche va fatto riferimento all’art. 3 se il pagamento è effettuato tramite apposizione del contrassegno ovvero agli artt. 15 e 15-bis in caso di pagamento in modo “virtuale”;  per l’assolvimento dell’imposta di bollo relativa alle fatture elettroniche va fatto riferimento all’art. 6, DM 17.6.2014 che disciplina l’assolvimento dell’imposta di “bollo virtuale” (differente dall’assolvimento virtuale di cui al punto precedente, relativo alle fatture cartacee).

PAGAMENTO IMPOSTA DI BOLLO FATTURE CARTACEE Come sopra accennato se l’imposta di bollo dovuta è relativa ad una fattura cartacea, la stessa può essere assolta tramite contrassegno ovvero con pagamento del bollo in modo “virtuale”.

Contrassegno Il contrassegno (adesivo) è rilasciato, con modalità telematiche, dagli intermediari convenzionati con l’Agenzia delle Entrate (tabaccai). In linea generale, lo stesso va applicato sull’originale della fattura consegnata all’acquirente /committente.

Sulla copia conservata dal cedente / prestatore va riportata la dicitura “Imposta di bollo assolta sull’originale con contrassegno ID … (numero identificativo del contrassegno telematico)”, posto sopra il codice a barre nella parte bassa del contrassegno. Tale dicitura consente, tramite l’apposita interrogazione disponibile sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, di verificare la “correttezza” del contrassegno telematico. Va peraltro evidenziato che, nel caso in cui la fattura sia inviata alla controparte tramite email è possibile applicare il contrassegno sulla fattura originale dell’emittente e riportare sulla copia inviata all’acquirente / committente la dicitura “Imposta di bollo assolta sull’originale”; anche in tal caso si consiglia di completare con il numero identificativo del contrassegno.

Pagamento in modo “virtuale” In caso di pagamento del bollo in modo “virtuale”, ai sensi dei citati artt. 15 e 15-bis:  è necessario richiedere la specifica autorizzazione al competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate corredata da una dichiarazione contenente l’indicazione del numero presunto degli atti e documenti emessi / ricevuti durante l’anno;  l’Ufficio, in base alla predetta richiesta procede alla liquidazione provvisoria dell’imposta per il periodo compreso tra la data di decorrenza dell’autorizzazione e il 31.12. Tale ammontare è ripartito in tante rate quanti sono i bimestri del periodo;  sugli atti / documenti, per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione, va riportata l’indicazione che l’imposta di bollo è assolta in modo virtuale e gli estremi della relativa autorizzazione;  entro il 31.1 dell’anno successivo al pagamento provvisorio dell’imposta di bollo, va presentata al competente Ufficio una dichiarazione annuale, al fine della liquidazione definitiva della stessa in base al numero degli atti e documenti effettivamente emessi nell’anno di riferimento;  quanto determinato “a consuntivo” rappresenta l’importo da versare per l’anno successivo.

PAGAMENTO IMPOSTA DI BOLLO FATTURE ELETTRONICHE Come sopra accennato se l’imposta di bollo dovuta è relativa ad una fattura elettronica, la stessa può essere assolta esclusivamente con modalità virtuale. L’assolvimento dell’imposta di bollo virtuale relativa alle fatture elettroniche non corrisponde al pagamento dell’imposta di bollo virtuale previsto per le fatture cartacee. In presenza di fatture elettroniche, infatti, per l’assolvimento dell’imposta in esame va fatto rifeContinua a pagina 18 • • • essere impresa • • • settembre 2018 • 17


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rimento a quanto disposta dal citato DM 17.6.2014. In particolare, ai sensi dell’art. 6 e l’imposta di bollo va versata:  in un’unica soluzione ;  entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio ;  tramite il mod. F24, esclusivamente telematico, utilizzando il codice tributo “2501”; Sulla fattura elettronica va apposta la dicitura “assolvimento virtuale dell’imposta ai sensi del DM 17.6.2014”. A tal fine è necessario compilare il campo “Dati bollo” presente nella sezione “Dati generali” della fattura elettronica.

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani LA CONVERSIONE IN LEGGE DEL C.D. “DECRETO DIGNITA’” In data 12 agosto u.s.. è entrata in vigore la Legge n. 96/2018 di Conversione del D.L. n. 87/2018 (c.d. “Decreto Dignità”), introducendo importanti modifiche ed integrazioni al testo del Decreto (in vigore dallo scorso 14 luglio), soprattutto in merito al contratto di lavoro a tempo determinato e alla somministrazione di lavoro. Questi i principali aspetti della nuova normativa.

CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO La nuova disciplina attua un profondo cambiamento in materia di apposizione del termine e durata massima del contratto, stabilendo che nel contratto subordinato a tempo determinato il termine di durata massimo può essere di:  12 mesi in caso di contratto “acausale” ;  24 mesi se sussiste una delle seguenti causali espressamente indicate nel contratto: - esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, ovvero esigenze sostitutive di altri lavoratori; - esigenze connesse ad incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria. Inoltre, in caso di successione di contratti a termine, la durata dei rapporti di lavoro a tempo determinato tra stesso datore di lavoro e stesso lavoratore, non può comunque essere superiore a 24 mesi comples-

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sivi, pena la trasformazione del contratto in rapporto subordinato a tempo indeterminato. Sono fatte salve le diverse disposizioni previste nei contratti collettivi e sono escluse le attività stagionali.

Proroghe e Rinnovi Importanti novità sono previste anche per le eventuali proroghe e i rinnovi:  Il contratto può essere rinnovato solo in presenza di esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività ovvero per esigenze sostitutive di altri lavoratori, oppure per esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria.  La proroga del contratto può essere fatta liberamente nei primi 12 mesi e, successivamente, solo in presenza delle suddette esigenze. Inoltre, il termine del contratto può essere prorogato, con il consenso del lavoratore, solo quando la durata iniziale del contratto sia inferiore a 24 mesi, e, comunque, per un massimo di 4 volte nell’arco di 24 mesi. Cambia poi anche il termine dell’impugnazione del contratto da parte del lavoratore, che ora è prevista entro 180 giorni dalla cessazione del singolo contratto. Infine, si segnala che il Decreto provvede ad aumentare gli importi dovuti a titolo di contributo addizionale per le prestazioni di lavoro a termine, incrementando l’importo dell’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali - previsto dall’art. 2, comma 28, L. 92/2012 - di “0,5 punti percentuali in occasione di ciascun rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione.”

Periodo transitorio La Legge n. 96/2018 ha introdotto un periodo transitorio, fino al 31 ottobre 2018, durante il quale la nuova disciplina prevista dal Decreto Dignità non trova applicazione nel caso di proroghe e rinnovi di contratti a termine stipulati precedentemente al 14 luglio 2018. In tali casi, quindi, continueranno a valere le disposizioni in vigore all’entrata in vigore del Decreto:  numero di proroghe ammesse: 5 (e non 4 come previsto dal D.L. 87/2018);  limite massimo di durata pari a 36 mesi (e non 24);  assenza di una causale per le proroghe oltre i 12 mesi ed i rinnovi. Al termine del periodo transitorio, quindi a far data dal prossimo 1° novembre, tale deroga verrà meno e di conseguenza le nuove regole del Decreto Dignità, come convertito in legge, troveranno applicazione per Continua a pagina 19 • • •


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tutte le proroghe e per tutti i rinnovi di contratti a termine. Perciò, dal 14 luglio 2018 sono vigenti i limiti imposti dal decreto Dignità esclusivamente per i nuovi contratti a tempo determinato, con ciò identificando i contratti a termine stipulati con lavoratori che non hanno mai avuto precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato con quello specifico datore di lavoro. Tutt’altro che chiara la disciplina applicabile ai contratti prorogati / rinnovati nel periodo compreso tra l’entrata in vigore del decreto (14 luglio) e la data di entrata in vigore della legge di conversione dello stesso (12 agosto). Il Ministero del Lavoro ha “rassicurato” circa il fatto che tali dubbi saranno oggetto di chiarimento in via di prassi attraverso l’emanazione di una circolare esplicativa.

SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO Dal 14 luglio 2018 (data di entrata in vigore del Decreto Dignità) ai contratti di somministrazione stipulati a tempo determinato si applicano le nuove regole vigenti per contratti a termine, inclusa la maggiorazione del contributo addizionale (0,50%) a carico del datore di lavoro. Con la Legge di Conversione, in vigore dal 12 agosto 2018, sono state introdotte le seguenti ulteriori modifiche in materia:  salvo diversa previsione dei contratti collettivi applicati dall’utilizzatore e fermo restando il limite legale del 20%, il numero dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato ovvero con contratto di somministrazione a tempo determinato non può eccedere complessivamente il 30% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza presso l’utilizzatore al 1° gennaio dell’anno di stipula del suddetto contratto (con un arrotondamento del decimale all’unità superiore qualora esso sia eguale o superiore a 0,5). Sono esclusi dall’applicazione dei suddetti limiti quantitativi per la somministrazione di lavoro a tempo determinato, i lavoratori in mobilità, i soggetti disoccupati che beneficiano, da almeno sei mesi, di trattamenti di disoccupazione non agricola o di ammortizzatori sociali e ai lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati. La norma introduce, quindi, un nuovo parametro di contingentamento fissando un limite legale del 30% quale sommatoria tra contratti a termine e contratti di somministrazione a tempo determinato;  viene precisato che, nell’ambito del contratto di somministrazione, le condizioni previste dall’art. 19, comma 1, del D.Lgs. n. 81/2015 (nella formulazione modificata dal Decreto Dignità) si applicano esclusivamente all’utilizzatore. Dalla formulazione della norma (che si riferisce ge-

nericamente alle “condizioni” di cui all’art. 19, comma 1) sembra, quindi, conseguire che le disposizioni relative ai limiti di durata e alle causali debbano essere rispettati solo dall’utilizzatore. A titolo esemplificativo, risulterebbe che il limite dei 12 mesi per il contratto acausale debba essere calcolato con riferimento all’utilizzatore e non al rapporto tra lavoratore e agenzia di somministrazione o, ancora, che la causale debba essere indicata tenendo conto della specifica esigenza dell’utilizzatore. Si tratta, comunque, di aspetti che necessitano di ulteriori chiarimenti anche in merito alle conseguenze di tale previsione sulla disciplina delle proroghe e dei rinnovi;  viene reintrodotta la fattispecie della somministrazione fraudolenta, prevedendo che quando la somministrazione di lavoro è posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicate al lavoratore, il somministratore e l’utilizzatore sono puniti con un’ammenda di 20 euro per ciascun lavoratore coinvolto e ciascun giorno di somministrazione.

ESONERO CONTRIBUTIVO PER FAVORIRE L’OCCUPAZIONE GIOVANILE Il nuovo articolo 1-bis prevede un esonero dal versamento dei contributi previdenziali, con esclusione dei premi INAIL, in favore dei datori di lavoro privati:  con riferimento alle assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, effettuate nel biennio 2019 - 2020,  di soggetti aventi meno di 35 anni alla data delle prima assunzione incentivata e che non abbiano avuto, neanche con altri datori, precedenti rapporti di lavoro a tempo indeterminato. A tal fine i periodi di apprendistato svolti presso altri datori di lavoro, qualora non siano proseguiti in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, non sono ostativi al riconoscimento dell’esonero. L’esonero, applicato su base mensile per un periodo massimo di 36 mesi, è pari al 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di importo pari a 3.000 euro su base annua. Le modalità di fruizione dell’incentivo sono demandate ad un apposito decreto interministeriale, da emanarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Conversione. Fermo restando tale delega, l’incentivo in parola ricalca l’impostazione data all’incentivo strutturale all’occupazione giovanile stabile dalla Legge di Bilancio 2018, ed è pertanto lecito attendersi delle indicazioni operative da parte degli enti preposti in linea con quelle date a suo tempo con riferimento all’incentivo strutturale. Continua a pagina 20 • • • essere impresa • • • settembre 2018 • 19


notiziario tecnico • • • Segue da pagina 19

INDENNITÀ PER LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI In materia di licenziamenti illegittimi la conversione in Legge del Decreto Dignità ha confermato la tutela solo economica per gli assunti con il contratto a tutele crescenti, il cui impianto non viene alterato, ma ha alzato l’indennità minima e massima spettante al licenziato, che per le imprese con più di 15 dipendenti su base locale (o 60 complessivamente) passano rispettivamente da 4 a 6 mensilità (nel minimo) e da 24 a 36 (nel massimo). Nel caso di imprese fino a 15 dipendenti, invece, l’indennizzo minimo passa da una soglia di 2 mensilità a 3, mentre è confermato il tetto massimo di 6 mensilità. Per effetto di tale intervento, in sede di conversione del Decreto sono stati introdotti incrementi anche dell’eventuale offerta di conciliazione, pari alla metà dei precedenti valori espressi dal Decreto 25/2015. Così, se prima si partiva da una soglia minima di due e massima di 18 mensilità, oggi la misura minima sale a 3 mensilità e quella massima viene aggiornata a 27 mensilità. Nelle imprese fino a 15 dipendenti, invece, l’importo per l’offerta di conciliazione non potrà essere inferiore a 1,5 mensilità e non superiore a 6 mensilità. Tuttavia, si segnala che, con recentissima pronuncia del 26 settembre u.s,. la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle rigide modalità di determinazione dell’indennità spettante al lavoratore assunto a tempo indeterminato a tutele crescenti (Jobs Act) in caso di licenziamento illegittimo.

PRESTAZIONI OCCASIONALI L’articolo 2-bis introduce modifiche alla disciplina delle prestazioni occasionali, rendendo più fruibili i c.d. “nuovi voucher”, ma solo per il settore agricolo e per alberghi e strutture ricettive che occupano fino a 8 dipendenti. In pratica queste imprese nella comunicazione possono fare riferimento a una durata fino a dieci giorni (e non più a tre). Inoltre, ora devono indicare il monte ore complessivo presunto. I voucher possono essere usati solo per pagare “le prestazioni rese da pensionati, studenti under 25, disoccupati e percettori del reddito di inclusione o di altre forme di sostegno al reddito”. A richiesta del prestatore il pagamento del compenso al prestatore può essere effettuato, decorsi 15 giorni dal momento in cui la prestazione lavorativa inserita nella procedura informatica è consolidata, tramite qualsiasi sportello postale a fronte della generazione e presentazione di univoco mandato ovvero di autorizzazione di pagamento emesso dalla piattafor-

20 • settembre 2018 • • • essere impresa

ma informatica INPS e stampato dall’utilizzatore, che identifica le parti, il luogo, la durata della prestazione e l’importo del corrispettivo. II versamento anticipato all’INPS per l’acquisto dei voucher può essere effettuato anche tramite i soggetti abilitati alla consulenza del lavoro.

Credito • a cura di Collabora Da ormai alcuni mesi, la Federazione Regionale si è adoperata, sia autonomamente, sia in coordinamento con le associazioni del Tavolo Regionale dell’imprenditoria, per chiedere alla Regione di mettere in campo risorse destinate alla sostituzione degli autoveicoli commerciali inquinanti oggetto dei blocchi alla circolazione del 1° ottobre. Finalmente l’assessora regionale Paola Gazzolo ha annunciato per il mese di ottobre la deliberazione del bando che metterà a disposizione 3.850.000 euro di risorse destinate a tale scopo. Le risorse provengono nella misura di 2milioni di euro da trasferimenti statali e per 1.850.000 euro da finanziamento regionale. Riteniamo che questa iniziativa sia frutto dell’azione mirata e costante portata avanti dalla Federazione che, da una parte ha reso possibile lo slittamento di un anno dal 1° ottobre 2017 al 1° ottobre 2018 del blocco della circolazione dei veicoli diesel Euro 4, dall’altra ha sensibilizzato la Regione a intervenire a sostegno delle imprese per supportarle finanziariamente nell’investimento di automezzi compatibili con le nuove regole introdotte dal PAIR 2020 (Piano dell’Aria Integrato Regionale). Il bando è rivolto alle micro, piccole e medie imprese e consente al massimo 2 domande per impresa (a fronte della rottamazione di 2 veicoli) solo per mezzi commerciali destinati al trasporto in conto proprio, è escluso il conto terzi. L’accesso al finanziamento, in regime di de minimis, è riservato all’acquisto di mezzi N1 (max 3,5t) ed N2 (da 3,6 a 12T) di nuova immatricolazione e rottamazione di veicoli di pari categoria diesel pre euro, euro 1,2,3,4. Il contributo è rivolto all’acquisto di mezzi ad alimentazione: Elettrica, Ibrido elettrico - benzina, Metano (Mono o bifuel benzina) Euro 6 GPL (Mono o bifuel benzina) Euro 6. Sono esclusi dal finanziamento i veicoli diesel. È ammesso al contributo l’acquisto in leasing. L’elenco di queste caratteristiche consente di effettuare delle verifiche per individuare le aziende che hanno i requisiti per fare domanda ed essere pronti alla pubblicazione della chiamata pubblica per inserire telematicamente le domande. La Regione ha aperto un tavolo con i rappresentanti delle case automobilistiche per chiedere un loro intervento incentivante sul piano della scontistica per le imprese che sostituiscono i loro mezzi.


categorie e mercato Dieci anni di crisi

Uno scenario nuovo per l’economia Il 15 settembre 2008 l’indice Dow Jones toccò il minimo dal settembre 2001 dopo che la banca d’affari Lehman Brothers chiede di essere ammessa alla procedura di Chapter 11, la ristrutturazione dopo il dissesto finanziario. Con un passivo di oltre 600 miliardi di dollari e con una esposizione di 60 miliardi di dollari sull’immobiliare ad alto rischio, ciò che è avvenuto alla società americana simboleggia l’inizio della crisi. I due cicli recessivi (2008-2009 e 2012-2013) innescati in quel settembre nero di dieci anni fa hanno manifestato effetti pesanti sull’economia italiana, solo in parte recuperati. Sul mercato del lavoro l’analisi degli ultimi dati mensili evidenzia che a luglio 2018 il tasso di occupazione si colloca al 58,7%, riprendendo il massimo di 58,9% di aprile 2008. In ritardo il recupero nel Mezzogiorno dove il tasso di occupazione nel secondo trimestre 2018 rimane ancora inferiore di

1,5 punti al livello di dieci anni prima. Il secondo ciclo recessivo ha colpito in modo particolare l’edilizia: in dieci anni nelle Costruzioni si perde mezzo milione di posti di lavoro, con 555 mila occupati in meno tra secondo trimestre 2008 e secondo trimestre 2018. Il Prodotto interno lordo in Italia non ha completato recupero: nel confronto tra alcune maggiori economie avanzate il PIL pro capite in Italia rimane inferiore del 6,9% ai massimi pre crisi (2007), mentre è superiore del 2,4% in Spagna, del 3,7% in Francia del 4,5% nel Regno Unito; al di fuori dell’Unione europea si trova un livello superiore del 7,8% in Giappone e dell’8,6% negli Stati Uniti. All’interno dell’UE risulta fortemente divaricata la crescita della Germania che nel 2018 mostra un PIL pro capite del 12,2% superiore ai livelli del 2007. Nel decennio in esame si è assistito ad una accentuata selezione delle imprese: le imprese attive

negli archivi camerali ad agosto 2018 sono 5.157.962, quasi centomila in meno (-97.268) del livello di settembre 2008. Nei dieci anni in esame l’artigianato - maggiormente concentrato in manifattura e costruzioni, settori più esposti nei due cicli recessivi - perde oltre un decimo delle aziende, con un calo cumulato di 181 mila imprese artigiane, pari al -12,1% ed equivalente a 51 aziende in meno al giorno. Le imprese italiane hanno reagito al calo della domanda interna aumentando la competitività sui mercati esteri e nel secondo trimestre 2018 il volume delle esportazioni - a prezzi costanti e al netto della stagionalità - è del 9,4% superiore ai livelli di dieci anni prima.

Orari di apertura

Confartigianato chiede regole chiare La riforma degli orari di apertura degli esercizi commerciali va realizzata garantendo condizioni di equilibrio della concorrenza tra grandi operatori e piccole attività, regole quadro semplici, chiare e omogenee nelle diverse aree del Paese, libertà di orario di apertura e chiusura anche nei giorni festivi per gli operatori senza dipendenti, conferma dell’esclusione dell’artigianato dal regime di regolazione degli orari, salvaguardia dell’autonomia contrattuale nelle relazioni sindacali per assicurare alle parti sociali la disciplina autonoma del rapporto di lavoro. Confartigianato è intervenuta all’audizione presso la X Commissione Attività produttive della Camera sulle proposte di modica alla legge del 2006 in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Secondo la Confederazione, la proposta di riforma deve prevedere un sistema di incentivi e premialità per temperare gli effetti della posizione dominante dei grandi operatori, valorizzando la capacità innovativa delle attività di piccola dimensione. Confartigianato ritiene necessario prevedere, nell’ambito della concertazione tra i diversi livelli istituzionali e la consultazione delle parti sociali, un piano di regolazione degli orari di apertura e chiusura con turni a rotazione per l’apertura nelle domeniche e negli altri giorni festivi, un calendario omogeneo di chiusure relative alle ‘super festività’, la salvaguardia degli esercizi operanti nei comuni turistici e nelle città d’arte con ampie possibilità di deroga in relazione all’afflusso dei consumatori, la possibilità di chiusura infrasettimanale per gli operatori aperti nelle giornate domenicali/festive. essere impresa • • • settembre 2018 • 21


categorie e mercato Netta presa di posizione di Rete Imprese Italia

Il sostegno alle rinnovabili non può essere un costo per le imprese Per poter raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione definiti dalla Strategia economica nazionale 2017, è necessario avviare una nuova stagione di sostegno alle fonti rinnovabili per stimolare gli investimenti destinati all’autoconsumo di energia da parte delle micro, piccole e medie imprese. Ma per finanziarli non si può continuare ad appesantire la bolletta elettrica. Il supporto alle rinnovabili, infatti, ha contribuito negli anni ad accrescere in modo ormai insostenibile gli oneri generali di sistema che gravano sulla bolletta e, in particolare, sulla bolletta delle micro e piccole imprese. Le micro, piccole e medie imprese italiane pagano circa 6 miliardi di euro all’anno, su 13 miliardi complessivi di oneri generali di sistema, a fronte di consumi ridotti e in spregio al principio del chi inquina paga. Al contrario, il supporto alle rinnovabili, e quindi all’autoconsumo, deve poter trovare forme di finanziamento più eque e sostenibili, privilegiando la leva fiscale e alleggerendo in tal modo le micro e piccole imprese dal peso della contribuzione, così da renderle più competitive. Lo stimolo all’autoproduzione energetica previsto dalla Sen non solo sottolinea il ruolo attivo delle imprese quali vettori di sostenibilità nel percorso

virtuoso verso la decarbonizzazione intrapreso dall’Italia ma rappresenta anche una opportunità per l’abbattimento dei consumi energetici e, di conseguenza, dei costi sostenuti per l’energia. In questa ottica di ulteriore sviluppo delle energie rinnovabili è fondamentale il coinvolgimento sistemico delle imprese, e delle micro e piccole imprese in special modo. Si tratta di centinaia di migliaia di soggetti che, diventando autoproduttori, fornirebbero un contributo essenziale per la transizione energetica.

Maggior tutela luce e gas

Slitta di un anno il termine per il mantenimento delle utenze A differenza di quanto previsto dalla legge concorrenza, che aveva fissato come termine ultimo il 1 luglio 2019, sarà possibile usufruire del mercato tutelato fino al primo luglio 2020. Per qualsiasi informazione in merito, contattare l’ufficio energia dell’associazione, dott.ssa Fabiola Foschi 0543.452844 per valutazioni su bollette luce e gas sia delle aziende sia del domestico.

I costi dell’energia

L’incidenza degli oneri fiscali L’estate del 2018 è stata caratterizzata da un sensibile aumento del costo dell’energia elettrica per le piccole imprese, con l’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica sul mercato di maggior tutela di una Micro-piccola impresa (MPI) che al terzo trimestre 2018 ha fatto registrare un aumento del 7,6% rispetto al trimestre precedente, collocandosi vicino ai massimi di fine 2014. Nella media dei primi tre trimestri del 2018 si registra un aumento del 6% e queste tensioni sul lato dei costi potrebbero tornare ad allargare il divario di competitività delle piccole imprese in termini di maggiore costo dell’energia elettrica, nonostante l’apprezzabile discesa del 2017. L’analisi dei prezzi dell’energia elettrica delle imprese, al netto dell’Iva, pubblicati da Eurostat indica nel 2017 per la classe 22 • settembre 2018 • • • essere impresa

di consumo fino a 20 MWh un divario di 2,76 c€ al kWh (+14,2%) e per quella tra 20 e 500 MWh di 2,50 c€/kWh (+17%); il segmento di mercato di riferimento della piccola impresa - fino a 500 MWh - paga in media l’energia elettrica 18,52 c€/ kWh, il 16,1% in più di un competitor europeo di analoga dimensione. Il prezzo dell’energia elettrica per la piccola impresa in Italia è il secondo nell’Unione europea, dietro alla Germania che registra un gap con la media dell’Euro zona del 18,1%; ed è proprio nel 2017 che l’Italia viene superata dalla Germania nel livello dei prezzi dell’energia elettrica nel segmento di piccola impresa. Nel 2017 il divario dei prezzi Italia-Europa ha registrato un’accentuata discesa, oltre dieci punti rispetto al 26,4% dell’anno precedente.


CON LO SPORTELLO ENERGIA DI CONFARTIGIANATO RISPARMI SUI CONSUMI di CASA e in AZIENDA VERIFICA GRATUITAMENTE LE TUE BOLLETTE di LUCE e GAS RIVOLGITI ALLA REFERENTE: Fabiola Foschi • Tel. 0543 452844 • ffoschi@confartigianato.fo.it

essere impresa • • • settembre 2018 • 23


categorie e mercato

Orafi: in vigore le nuove norme sui compro oro Il 17 luglio 2018 sono entrate in vigore le nuove norme sui compro oro, che coinvolgono direttamente anche gli orafi artigiani. Dopo le polemiche dei mesi scorsi e gli incontri di Confartigianato con il MEF, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del 25 maggio 2017 ed è pronto a disciplinare il settore. Per la completa operatività delle nuove norme, però, si deve aspettare la definizione delle regole per l’iscrizione e la gestione del Registro degli operatori del settore. Una piccola rivoluzione normativa dal sapore agrodolce per gli orafi artigiani, finiti in un impianto normativo che vuole smantellare le attività illecite esercitate troppo spesso dai compro oro, nonostante questa sia soltanto una parte marginale del lavoro quotidiano degli artigiani. Una battaglia che Confartigianato e il settore dell’oreficeria hanno combattuto per mesi, riuscendo a ottenere la modulazione dei contributi sulla base della complessità organiz-

zativa dell’impresa e sull’attività principale esercitata. Pur lontani dall’obiettivo finale di esonerare completamente gli orafi artigiani da queste norme, si è riusciti a ottenere che siano tarati i costi dei nuovi adempimenti, un risultato che permetterà alle piccole imprese di scaricare una parte del carico burocratico in arrivo. Impegni e costi aggiuntivi che vanno dalla licenza di pubblica sicurezza, peraltro non prevista dalla legge per le imprese artigiane, all’obbligo di utilizzare un conto corrente riservato all’attività di compro oro. Oltre, ovviamente, all’iscrizione al registro degli operatori del settore, gestito dall’Organismo degli Agenti e dei Mediatori creditizi, e a tutte le comunicazioni di dati, informazioni e variazioni, per cui le imprese avranno a disposizione soltanto dieci giorni di tempo, troppo poco per evitare di incappare in multe e sanzioni amministrative.

Compro oro: gli obblighi degli operatori Con il D.lgs. 92/2017 sono stati definiti gli obblighi cui gli operatori compro oro devono attenersi per esercitare la loro attività. La nuova regolamentazione mira arginare il fenomeno del sommerso e delle attività criminali. Tra le novità più importanti l’introduzione del Registro degli operatori compro oro, cui è obbligatorio iscriversi per esercitare l’attività, dall’ OAM (Organismo degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi). L’iscrizione al Registro è necessaria per poter esercitare l’attività di compro oro, richeide innanzitutto la PEC e la registrazione al portale OAM. Il decreto fissa determinati obblighi in capo agli operatori compro oro: l’identificazione della clientela, per la quale gli operatori compro oro, prima di eseguire l’operazione, devono identificare il cliente, secondo le modalità previste dal decreto antiriciclaggio (D.lgs. 231/2007). Il limite uso contante, per le operazioni di importo pari o superiore a 500 euro è necessario utilizzare esclusivamente mezzi di pagamento diversi dal denaro contante, che garantiscano la tracciabilità dell’operazione e la sua univoca riconducibilità al disponente. L’obbligo in questo caso sussiste indipendentemente dal fatto che l’acquisto o vendita dell’oggetto prezioso sia effettuato in un’uni24 • settembre 2018 • • • essere impresa

ca operazione, o con più operazioni frazionate. Gli operatori di compro oro sono obbligati all’utilizzo di un conto corrente (bancario o postale) dedicato esclusivamente all’attività di compro oro. Per ogni operazione eseguita gli operatori devono predisporre una scheda (numerata progressivamente) i cui indicare i dati identificativi del cliente, gli estremi della transazione effettuata con mezzi diversi dal denaro contante, una descrizione sulle caratteristiche dell’oggetto prezioso, sulla sua natura e qualità; la quotazione dell’oro e dei metalli preziosi contenuti nell’oggetto, due fotografie in formato digitale dell’oggetto prezioso (con prospettive diverse), la data e l’ora dell’operazione, l’importo corrisposto e il mezzo di pagamento usato, la destinazione data all’oggetto completa dei dati identificativi: dell’altro operatore compro oro o cliente a cui l’oggetto è stato ceduto, dell’operatore professionale a cui l’oggetto è stato venduto o ceduto per altre trasformazioni, delle fonderie/ aziende specializzate nel recupero di materiali preziosi a cui l’oggetto è stato ceduto. Al termine dell’operazione l’operatore rilascia al cliente una ricevuta riepilogativa delle informazioni acquisite; conservazione: gli operatori devono conservare i dati acquisiti per un periodo di 10 anni.


categorie e mercato La vetrina internazionale

Torna Maison et Objet L’ICE organizza, in collaborazione con Confartigianato la Fiera Maison et Objet, che si terrà a Parigi dal 18 al 22 gennaio 2019, presso il Parco delle Esposizioni di Paris Nord Villepinte. Da settembre la Fiera Maison et Objet ha riposizionato le aree nei padiglioni e pertanto la presenza nella prossima edizione sarà in due nuovi spazi dedicati all’eccellenza dell’artigianato, complemento d’arredo e arredo. Uno all’interno della Hall 6 “Today” dedicata ai prodotti di design legato all’abitare, con un carattere contemporaneo/innovativo; l’altro nella Hall 5A “Unique&Eclectic” dedicata ai

prodotti dell’abitare caratterizzati da unicità e creatività. Per mantenere un’immagine di alto livello, come imposto dall’Ente Fiera, la selezione delle aziende e dei prodotti da esporre, verrà effettuata da una commissione appositamente costituita presso ICE nell’ottica di garantire l’armonizzazione e diversificazione delle produzioni presentate. Come è ormai consuetudine lo Studio Lavanguardia curerà il progetto espositivo, il dossier di presentazione delle imprese italiane e si occuperà delle imprese. Le aziende interessate possono quindi usufruire di una consulenza per la scelta dei prodotti

e dell’immagine contattando lo Studio al seguente indirizzo email: eventi@studiolavanguardia.it. L’offerta dell’ICE-Agenzia comprende l’affitto area con allestimento e arredo degli spazi espositivi, l’inserimento delle aziende partecipanti nel catalogo generale della fiera e nel catalogo ICE della collettiva italiana, le azioni di comunicazione, l’assicurazione campionari esposti e il kit informativo sul mercato e assistenza in fiera. Per informazioni sulla partecipazione è possibile rivolgersi a Fabiola Foschi allo 0543452844.

Ecobonus, allarme dei produttori di finestre

No a penalizzazioni del made in Italy Novità in vista con la revisione allo studio dei requisiti tecnici e dei massimali di costo dei serramenti che accedono all’ecobonus. L’ipotesi sul tavolo del governo sarebbe quella di introdurre dei limiti di spesa «parcellizzati»: non sarà, così, possibile spendere più di 350 o 450 euro al metro quadro, a seconda delle zone climatiche dove si trovano gli immobili. Anche se questa impostazione rischia di penalizzare le Pmi italiane. A sollevare la questione sono state proprio le associazioni rappresentative della filiera dei serramenti che, in una lettera aperta indirizzata al governo, hanno denunciato: «Il ministero dello Sviluppo economico avrebbe predisposto un testo in fase di concerto con gli altri ministeri competenti». Si tratta del provvedimento che attua la legge di Bilancio 2018 (comma 3 dell’articolo 1), nella parte in cui prevede una revisione dei requisiti tecnici e dei massimali di costo che accedono alle agevolazioni. Questo testo, prosegue la lettera, «introdurrebbe requisiti tecnici che sarebbero penalizzanti per il settore in quanto volti a premiare esclusivamente serramenti per lo più importati dall’estero, con un’evidente distorsione del mercato a scapito di tutta la filiera

di qualità delle nostre imprese fino al consumatore finale». Un’ipotesi che «ci vede particolarmente preoccupati e ci ha, pertanto, indotto» a richiedere di aprire un nuovo confronto per «valutare gli strumenti più opportuni che sappiano coniugare il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale con la valorizzazione dei prodotti di qualità tipicamente offerti dalle Pmi italiane». L’ipotesi che c’è dietro queste parole è dirompente. Allo studio, infatti, ci sarebbe l’introduzione di una nuova famiglia di massimali al metro quadrato. Quindi, a guidare le scelte di investimento dei privati non sarebbe più soltanto il tetto di detrazione complessivo (oggi fissato a 60mila euro), ma un tetto «parcellizzato» che fissa un limite massimo oltre il quale non è possibile recuperare quanto speso. Si tratta di un modello già applicato per un’altra agevolazione, il conto termico. E che, nello specifico, dovrebbe prevedere due limiti di costo: 350 e 450 euro. Il primo per le zone climatiche A, B e C e il secondo per le altre (D, E ed F). Semplificando, vuol dire che a Torino si avrà diritto a spendere 100 euro al metro quadro in più rispetto a Palermo e, quindi, a portare in detrazione 50 euro in più. essere impresa • • • settembre 2018 • 25


categorie e mercato autotrasporto

Confartigianato incontra il ministro Toninelli Confartigianato Trasporti lancia al Governo la proposta di un patto per un autotrasporto merci sicuro, competitivo, meno inquinante e più efficiente. Accolta dal ministro dei Trasporti e Infrastrutture Danilo Toninelli, che accetta e condivide il piano di Confartigianato Trasporti. Teatro dell’incontro la Convention nazionale di Confartigianato Trasporti dal titolo: ‘Innovazione tecnologica e normativa per un moderno assetto dell’impresa di autotrasporto’ organizzata a Roma, a cui ha preso parte anche una delegazione dell’associazione forlivese. Piena sintonia, quindi, tra il ministro e la Confederazione che propone un piano di rilancio della competitività, per il recupero della dignità e redditività delle imprese italiane di autotrasporto che punta sull’innovazione tecnologica e sulla sicurezza dei veicoli. Il presidente nazionale di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani rivolgendosi al ministro Toninelli ha chiesto l’istituzione di

un fondo ad hoc che finanzi un piano quinquennale di incentivi per la sostituzione degli attuali camion (il 65% dei quali sono Euro3 e classi inferiori) con veicoli Euro 6 e a trazioni alternative. Sul fronte della sicurezza, inoltre, ha sollecitato l’affidamento delle revisioni dei mezzi pesanti alle officine private autorizzate dallo Stato, l’informatizzazione del sistema viario, l’obbligo di investimenti per la manutenzione costante a carico dei concessionari. Per tutelare le piccole imprese del settore, vanno garantiti tempi certi di pagamento da parte dei committenti e la ripubblicazione dei valori indicativi dei costi di esercizio. Il presidente di Confartigianato

26 • settembre 2018 • • • essere impresa

Trasporti ha sollecitato al ministro Toninelli una serie di impegni: aumentare l’importo di 38 euro delle deduzioni forfetarie per le spese non documentate, contrastare il contingentamento imposto dall’Austria ai camion in uscita dall’Italia, confermare per il 2019 i rimborsi agli autotrasportatori di una quota delle accise sul gasolio e le compensazioni per i pedaggi autostradali, iniziative per contrastare la concorrenza sleale dei vettori stranieri con controlli mirati per tutelare la sicurezza stradale. A queste proposte Toninelli ha risposto puntualmente con una serie di impegni: “Farò di tutto Continua a pagina 27 • • •


categorie e mercato • • • Segue da pagina 26

Confartigianato incontra il ministro Toninelli per difendere la dignità degli autotrasportatori. La prima cosa da fare è interloquire costantemente: ci sono molti argomenti sul tavolo, li stiamo portando avanti tutti, alcuni da fare immediatamente come i rimborsi, ma anche altri che ridiano dignità e tutela ai nostri autotrasportatori”. Il ministro ha detto che «una riflessione è aperta sui tagli per il 2019 al rimborso accise gasolio, fra i più cari d’Europa, e sulle compensazioni per i pedaggi autostradali. Chiaramente dobbiamo muoverci verso un rinnovo graduale, senza strappi, del parco veicolare per rendere la mobilità più pulita e sostenibile. In questo senso la leva fiscale va usata in modo illuminato e concertato. Abbiamo una interlocuzione stringente e stiamo mettendo grande impegno nei rapporti con il Mef per reperire piu’ risorse, cosi’ da aumentare i rimborsi forfettari per le trasferte. Non so se arriveremo a equiparare il rimborso a quello dei dipendenti autisti - e sto parlando della trasferta che vale 46 euro - ma spero di poter arrivare alla soglia di 40 euro, e arrivare almeno a 42 a partire dall’esercizio 2017. “Per il prossimo anno - ha aggiunto - è evidente che solo 60 milioni sui 240 del fondo autotrasporto non bastano. Per questo lavoreremo per reperire maggiori risorse, anche se servono vincoli e paletti per evitare gli abusi”.” “Va anche ripensata - ha detto il ministro - la normativa degli aiuti di Stato, notificando alla Commissione europea l’attivazione di tale misura pluriennale per ragioni ambientali. Sul fronte dei pedaggi - ha aggiunto

Toninelli - questo Governo sta portando avanti una battaglia di giustizia senza precedenti nei confronti dei concessionari autostradali”. E ancora “per il distacco, in attesa della revisione del Pacchetto mobilità, dobbiamo fare come la Francia e la Germania che tutelano il loro trasporto nazionale: la direttiva Ue sul distacco prevede che se un impresa utilizza un lavoratore e lo manda in uno Stato membro, si debba poi rispettare la tutela del lavoro prevista da quello Stato. È necessario adeguarsi alle leggi dei Paesi in cui si va a operare per evitare la concorrenza sleale. Francia e Germania lo hanno fatto, sia sul cabotaggio che sui trasporti internazionali. Vogliamo difendere i principi della Road Alliance ed evitare le furberie di chi disloca un’impresa all’estero e poi la fa lavorare regolarmente nel nostro Paese”. L’intervento del ministro si è concluso con l’annuncio della convocazione a breve di un tavolo di confronto con il settore. Secondo una rilevazione di Confartigianato, illustrata nel corso della Convention dal responsabile dell’Ufficio studi Enrico Quintavalle, l’autotrasporto italiano - in cui operano 91.838 imprese (di

cui oltre il 65% sono artigiane e micro imprese) con 325.032 addetti, che trasportano 901,5 milioni di tonnellate di merci subisce una serie di condizioni penalizzanti. A cominciare dalla situazione delle infrastrutture: la spesa pubblica in opere stradali è diminuita del 10,9% in un anno e l’incidenza degli investimenti e manutenzioni sui ricavi netti da pedaggi delle autostrade in concessione è ai minimi, pari al 29,9%. Gli autotrasportatori subiscono anche l’impennata del prezzo del gasolio che è aumentato ad agosto 2018 su base annua del 25,4% ed il più alto in Europa anche a causa del peso delle accise. Inoltre, la concorrenza sleale dei vettori stranieri ha fatto precipitare al 20,2% la quota di mercato degli autotrasportatori italiani nel trasporto internazionale delle merci.

I numeri chiave dell’autotrasporto Sono 91.838 sono le imprese registrate nel trasporto merci, a cui si aggiungono per trasloco e logistica 11.922. La quota di imprese artigiane, 51.800 imprese pari al 56,4% il trasporto merci al 49.41%. Gli addetti 325.032, di cui 110.632 nell’artigianato (34%), 76,9% gli addetti in piccole imprese e 901,5 milioni di tonnellate trasportate su strada. Il settore del trasporto merci in Italia registra la predominanza del trasporto merci su strada: nei primi due mesi del 2018 il traffico autostradale di veicoli pesanti segna un aumento tendenziale del 5,4%, rafforzando l’aumento del 2,8% registrato un anno prima. Nel primo trimestre del 2018 il fatturato del settore merci su strada sale del 4% - si tratta del quinto aumento consecutivo - decelerando rispetto il +5% registrato nello stesso periodo del 2017 e facendo peggio dell’Eurozona a 19 Paesi (+4,7%), ma meglio dell’Unione Europea a 28 Paesi (+3,8%). essere impresa • • • settembre 2018 • 27


categorie e mercato Fare impresa, missione impossibile

Burocrazia asfissiante Le complessità burocratiche e la lunghezza delle procedure nei servizi pubblici essenziali determina un habitat poco favorevole all’attività di impresa. Nell’aggiornamento Doing Business 2018 della Banca Mondiale l’Italia è al 46° posto nel mondo per condizioni favorevoli a ‘fare impresa’, 26 posizioni dietro alla Germania (20° posto), 18 posizioni dietro alla Spagna (28°) e 15 posti dietro alla Francia (31°). La distanza si amplia nei confronti del mondo anglosassone ed il gap arriva a 40 posizioni di ritardo rispetto agli Stati Uniti (6°) e 39 rispetto al Regno Unito (7°). In un anno si rileva comunque un miglioramento del posizionamento dell’Italia di 4 posizioni, che passa, infatti, dal 50° al 46° posto. La posizione dell’Italia si associa ad un evidente ritardo in merito ad importanti servizi pubblici: il nostro Paese si posiziona, infatti, nella parte bassa della classifica per l’ottenimento di permessi di costruzione (96° posto vs 24° posto Germania), per la risoluzione di dispute commerciali (108° posto vs 22° posto Germania) e per il pagamento delle imposte (112° posto vs 41° posto Germania). La non brillante performance dell’Italia nella qualità dei servizi pubblici non è giustificata da una minore spesa pubblica: l’ultimo confronto europeo indica che nel 2017 la spesa primaria corrente (al netto degli interessi) in Italia - nonostante l’avviato percorso di discesa, come abbiamo evidenziato all’inizio di questo capitolo - è pari al 41,7% del PIL, valore in linea con la media dell’Euro zona (41,6%), ma superiore di 1,4 punti percentuali alla media Ue (40,3%); in particolare per l’Italia la spesa corrente primaria supera di 2,1 punti di PIL quella della Germania e di ben 6,6 punti quella del Regno Unito. La posizione dell’Italia si associa ad un evidente ritardo in merito ad importanti servizi pubblici: il nostro Paese si posiziona,

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infatti, nella parte bassa della classifica per l’ottenimento di permessi di costruzione (96° posto vs 24° posto Germania), per la risoluzione di dispute commerciali (108° posto vs 22° posto Germania) e per il pagamento delle imposte (112° posto vs 41° posto Germania). La non brillante performance dell’Italia nella qualità dei servizi pubblici non è giustificata da una minore spesa pubblica: l’ultimo confronto europeo indica che nel 2017 la spesa primaria corrente (al netto degli interessi) in Italia - nonostante l’avviato percorso di discesa, come abbiamo evidenziato all’inizio di questo capitolo - è pari al 41,7% del PIL, valore in linea con la media dell’Euro zona (41,6%), ma superiore di 1,4 punti percentuali alla media Ue (40,3%); in particolare per l’Italia la spesa corrente primaria supera di 2,1 punti di PIL quella della Germania e di ben 6,6 punti quella del Regno Unito.

Intervento della Confederazione

Compensazione debiti contro i cattivi pagatori I cattivi pagatori sono la bestia nera per le imprese di tutta Europa. Ma l’Italia batte tutti con i tempi biblici impiegati dalla pubblica amministrazione e dai privati per saldare le fatture agli imprenditori. Le nostre imprese devono aspettare in media 95 giorni per essere pagate dagli Enti pubblici cui forniscono beni e servizi e nelle transazioni tra aziende i tempi per incassare il dovuto si attestano a 56 giorni. Siamo quindi ancora lontani dai 30 giorni imposti dalla legge del 2013 che recepisce la Direttiva europea 2011/7/UE. Continua a pagina 29 • • •


categorie e mercato Confartigianato propone la semplificazione

Indagine effettuata presso tutte le associazioni italiane

In cifre

Burocrazia Occorrono in media 1.311 giorni per completare un procedimento di giustizia civile (di cui 507 giorni in primo grado e 804 giorni in secondo). In media in 1.516 giorni si conclude un contenzioso tributario (di cui 603 giorni presso la Commissione Provinciale Tributaria e 913 giorni presso la Commissione Regionale Tributaria) L’incidenza dei dipendenti pubblici su popolazione si attesta al 4,6%, mentre la quota di servizi erogati dai Comuni interamente gestibili online è del 3,1%.

240 ore all’anno perse a inseguire i mille adempimenti che costellano la normativa fiscale. Sei settimane lavorative buttate perché in Italia, il problema non è soltanto quanto ma anche come si pagano le tasse. La burocrazia fiscale è una giungla piena di insidie, un labirinto dove le imprese incontrano 210 scadenze da rispettare ogni anno. Confartigianato, che da sempre combatte contro il ‘burofisco’, torna alla carica e lancia un’iniziativa che punta a semplificare la vita degli imprenditori. Attraverso la raccolta di indicazioni da parte delle Associazioni del Sistema Confederale, verrà pre-

disposto un documento di proposte per un fisco più semplice che sarà presentato alle istituzioni. Confartigianato è convinta che migliorare il rapporto tra le imprese e l’amministrazione finanziaria si può e anche a costo zero per le casse dello Stato. Basta eliminare adempimenti superflui e norme inutili, ridurre il numero delle scadenze, modificare la struttura dei tributi, rendere più efficiente il rapporto con gli uffici fiscali. In poche parole, si tratta di mandare in soffitta la cultura delle carte, dei bolli, della burocrazia fine a se stessa che caratterizza il fisco italiano. Tutto questo è ancor

più necessario in vista dell’avvio della fatturazione elettronica per tutti gli imprenditori a partire dal 1° gennaio 2019.

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E le vittime di questo malcostume sono sempre i piccoli imprenditori. Per rispettare il diritto delle imprese a essere pagate dagli enti pubblici in tempi certi, c’è una soluzione semplice che Confartigianato indica da sempre: applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori verso la pubblica amministrazione. Equivarrebbe a una iniezione di liquidità e consentirebbe di allentare la morsa in cui si trovano stretti gli imprenditori: da una parte clienti morosi, dall’altra

credito difficile da ottenere dalle banche. Diviene necessario rafforzare l’attuale normativa con regole di garanzia a favore dei subfornitori, strumenti dissuasivi come indicatori reputazionali pubblici sui comportamenti dei debitori, misure che risolvano criticità specifiche dei singoli Stati. Tra queste, in Italia, spicca l’inefficienza della giustizia civile nei procedimenti di accertamento e recupero dei crediti. Senza dimenticare che i ritardi di pagamento sono la causa di 1 fallimento su 4 in Europa.

Compensazione debiti contro i cattivi pagatori Confartigianato torna a denunciare il fenomeno dei ritardi di pagamento sullo stato e sull’impatto dell’implementazione della direttiva apposita negli Stati membri monitorando costantemente i tempi di pagamento e il rispetto della legge. Risultato: in Italia non si riesce a superare il malcostume dei ritardi o dei mancati pagamenti ai creditori.

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categorie e mercato Accordo Confartigianato Amazon

Le piccole imprese sbarcano sul web Amazon, il più grande marketplace del mondo, ha da diverso tempo inaugurato il negozio Made in Italy, iniziando dai prodotti delle PMI toscane. In tre anni il progetto si è ampliato e oggi la sezione ospita i produttori di Sicilia, Piemonte, Calabria, Campania, Firenze e Toscana, Bergamo, Vicenza e dintorni. Attualmente sta raccogliendo le manifestazione d’interesse per la nuova sezione dedicata all’Emilia-Romagna. Confartigianato ha dunque stretto un accordo col colosso di vendita on-line che ha come obiettivo il rilancio di un settore dalle potenzialità illimitate, per storia e tradizioni, ma anche alle prese con limiti dimensionali, che la rete può abbattere. Come spiegano i vertici di Confartigianato Emilia Romagna “l’accordo rappresenta un’occasione di sviluppo commerciale importante per tante piccole imprese del made in Italy, che grazie ad Amazon possono accedere a una piattaforma capace di servire 19,5 milioni di clienti al giorno in tutto il mondo ed entrare nel commercio elettronico, che oggi vale il 7,4% del mercato mondiale della vendita al dettaglio”. Tramite l’accordo il potenziale cliente può curiosare nelle “botteghe” delle eccellenze italiane divise non solo per località, ma anche per categorie merceologiche: arredamento, abbigliamento, oreficeria, calzature, ceramiche, cartoleria, borse, prodotti per l’infanzia. Potrà inoltre navigare tra le eccellenze alimentari italiane della “selezione gourmet” e della “selezione vini e bevande”. Grazie alla convenzione con Confartigianato, i primi sei mesi di iscrizione

alla piattaforma del Made in Italy saranno gratuiti e le imprese pagheranno una solo una commissione sulle vendite. Per Confartigianato “il vero investimento per le aziende è relativo alla creazione del catalogo con foto e descrizioni dei prodotti adeguati. Descrizioni che devono essere fatte anche in lingua straniera, considerato che i prodotti vengono pubblicati anche sui portali di Regno Unito, Germania, Francia, Usa e Giappone. Amazon metterà a disposizione video e guide su come realizzare le principali azioni.” Tra i requisiti indispensabili, la produzione realizzata al 100% sul territorio italiano e artigianale, cioè almeno una parte della lavorazione dovrà avvenire manualmente. Tra le clausole anche impiegare

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un numero massimo di 20 dipendenti. Per poter realizzare al meglio la propria vetrina serviranno: fotografie dei propri prodotti (da 1 a un massimo di 8 per ciascun prodotto, di cui una obbligatoriamente con sfondo bianco). Traduzione dei contenuti editoriali (titolo, descrizione e caratteristiche del prodotto) in inglese, tedesco, francese, spagnolo e giapponese. Per i primi 6 mesi il costo dell’iscrizione è pari a zero, versando ad Amazon solo la commissione, che varia dal 10% al 20% sulla eventuale vendita effettuata. Dopo tale periodo di prova si potrà anche chiudere l’account senza aggravio alcuno. Se si deciderà invece di mantenere la vetrina il costo sarà di 39 euro al mese più le suddette commissioni sulla vendita. Amazon è disponibile a svolgere anche servizi aggiuntivi a pagamento di logistica, marketing e Servizio Clienti comunque a prezzi vantaggiosi. Confartigianato rimane a disposizione per ulteriori informazioni. Chiunque sia interessato a partecipare all’iniziativa può contattare i nostri uffici al numero 0543-452844 Fabiola Foschi.

Ceramica

Proroga di 4 mesi per adeguarsi alle norme sui Moca Nel Decreto Milleproroghe del 20 settembre, sono stati prorogati i termini per adeguarsi alla norma che disciplina i materiali e gli oggetti destinati alla conservazione e all’uso di prodotti alimentari, i cosiddetti Moca. Grazie all’azione condotta in Parlamento da Confartigianato, le imprese avranno 4 mesi in più per poter comunicare alle Asl competenti per territorio l’attività degli stabilimenti presenti ed evitare così le rigide sanzioni previste dalla legge del 2017.


SPORTELLO PRIVACY Cosa deve fare l’impresa? Mappare i trattamenti ovvero verificare la sua situazione attuale rispetto al trattamento dei dati personali. Ciò consentirà di avere una fotografia dell’impresa rispetto a: le tipologie di trattamenti (ad es. raccolta, archiviazione, etc.); le tipologie dei dati trattati (che potranno essere dati personali comuni o sensibili); le finalità dei trattamenti (ad esempio la gestione delle relazioni commerciali); i soggetti che trattano i dati; il flusso dei dati (in entrata e in uscita); la durata dei trattamenti; la base giuridica del trattamento (contratto, consenso, obbligo di legge).

Con quali strumenti? Check-list dei trattamenti Individuare le azioni per essere in regola con la nuova normativa: la minimizzazione dei dati (l’impresa dovrà limitarsi a trattare solo i dati strettamente necessari alla finalità perseguita); l’identificazione per ogni trattamento della base giuridica (ad es. un contratto o un obbligo legale); la revisione della modulistica (informativa, consenso, etc.); il controllo delle misure tecnico-organizzative (sono adeguate alla protezione effettiva ed efficace dei dati in base anche al rischio connesso ai tipi di dati (soprattutto sensibili) e al trattamento effettuato?); la verifica dell’esistenza di trattamenti automatizzati (ad es. profilazione) che richiedono particolare attenzione e misure di protezione più elevate; l’eventuale trasferimento di dati al di fuori dell’UE; la designazione del responsabile del trattamento; la redazione del registro dei trattamenti. Con quali strumenti? Misure tecniche ed organizzative (es. adeguata formazione del personale che tratta i dati, misure di sicurezza in termini di accessibilità ai dati, di sicurezza cartacea e informatica); modulo informativa; modulo consenso.

Documentare la conformità alla nuova disciplina Registro dei trattamenti nel quale sono contenute una serie di informazioni relative ai vari trattamenti effettuati (ad es. chi è il titolare o il responsabile, la finalità e la durata, la base giuridica). Modulistica aggiornata; consenso al trattamento; contratto o un atto di designazione del responsabile del trattamento; procedure specifiche in caso di data breach (perdita, distruzione o diffusione indebita dei dati posseduti dall’impresa); procedure in caso di esercizio dei diritti dell’interessato previsti dal regolamento (ad esempio il diritto di accesso, o di rettifica o cancellazione dei dati). Contatta lo sportello Privacy allo 0543 452866

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Confartigianato incontra gli associati

• Fatturazione elettronica • Rifiuti • Privacy Niente più carta per concludere le compravendite di prodotti e servizi tra privati. Da gennaio 2019, gli imprenditori, per farsi pagare dai clienti e per pagare i fornitori, dovranno per forza emettere e ricevere una fattura elettronica. Il Governo ha stilato il decreto per adattare all’Italia le nuove stringenti regole privacy europee (note con il nome GDPR). La raccolta dei rifiuti spinge verso una razionalizzazione delle risorse che incrementi il riciclo e riduca l’incenerimento delle stesse. Tre cambiamenti che hanno investito le aziende del territorio e che richiedono un approfondimento per essere meglio comprese. Le novità interessano, infatti, tutte le imprese: la fatturazione elettronica, il nuovo regolamento privacy e il sistema di raccolta dei rifiuti sono una realtà. Per chiarire eventuali dubbi e per illustrare questi cambiamenti, i funzionari di Confartigianato Forlì organizzano un ciclo di confronti con gli associati. Gli incontri, organizzati nei territori del forlivese per consentire la più ampia partecipazione, permetteranno di conoscere i principali adempimenti e i cambiamenti che coinvolgeranno le aziende.

Introdotti da Mauro Collina Francesco Bandini • La fatturazione elettronica Alberto Camporesi • Il nuovo sistema di raccolta rifiuti Marco Valenti • Privacy, l’adozione del regolamento europeo Lunedì 15 OTTOBRE

Ore 17.30

Modigliana Sala Bernabei - Piazza Matteotti, 3

Mercoledì 17 OTTOBRE

Ore 17.30

Rocca San Casciano - Ex Colonia Fluviale

Lunedì 22 OTTOBRE

Ore 17.30

Mercoledì 24 OTTOBRE

Ore 17.30

Lunedì 29 OTTOBRE

Ore 17.30

Lunedì 5 NOVEMBRE

Ore 17.30

Giovedì 8 NOVEMBRE

Ore 17.30

Castrocaro Terme e Terra del Sole Sala Consiliare del Comune - Viale Marconi, 8 Predappio - Sala Europa Presso il Teatro Comunale Via Marconi, 13-17 Civitella di Romagna Sala Comunale - Largo Medaglie D’Oro Ang. V.le Roma, 19 Meldola - Sede del Comune Piazza Orsini, 29 (Arena Comunale HESPERIA) Sala punto informazione turistica Forlimpopoli Sala del Consiglio Comunale (Interno Rocca) Piazza Fratti, 2


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