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Marco Taddei Laura Ansaloni Raffaella Mazzali Marianna Saguatti Generoso Verrusio

2HIGH, LE MANUTENZIONI “IN ALTEZZA” DELLO SPIN-OFF DI GICO SYSTEMS

“2HIGH si pone come unico fornitore per tutte le manutenzioni ‘in altezza’ degli involucri degli immobili (tipicamente grattacieli e immobili di grandi dimensioni), dei grandi impianti produttivi e delle infrastrutture, proponendo un approccio progettuale alla manutenzione che garantisca al cliente conformità alle norme tecniche e di sicurezza, affidabilità, sostenibilità economica e il mantenimento del valore dei propri assets nel tempo”. Si presenta con queste parole 2HIGH, realtà con sede a Sasso Marconi, in provincia di Bologna, che ha fatto il proprio ingresso ufficiale nel mercato italiano ed europeo lo scorso 1° dicembre. Nata dallo spin-off della divisione “Safety & vertical solutions” di Gico Systems per la volontà dei suoi soci più rappresentativi di creare un campione nazionale in questa importante nicchia di mercato, l’azienda, che oltre a quella bolognese ha una sede già operativa nella provincia di Milano, si pone come obiettivo la crescita capillare nel territorio italiano e non solo. Al suo interno confluiscono competenze a livello tecnico, operativo e commerciale, oltre che a livello progettuale, anche grazie alla presenza nella compagine sociale di Galileo Ingegneria, società con esperienza ventennale nell’ambito della progettazione integrata e della sicurezza. “2HIGH eccelle, inoltre, nel tema ‘ricerca e sviluppo’: al nostro interno abbiamo creato l’Innovation Technology Lab, che vanta il brevetto per l’ideazione e la realizzazione di una speciale gru in carbonio e alluminio, quindi particolarmente leggera e facilmente manovrabile, appositamente progettata per interventi di manutenzione straordinaria in altezza, come ad esempio la sostituzione di vetri, il cui primo esemplare è stato installato sul tetto di un grattacielo di Milano”, spiegano dall’azienda bolognese. Nonostante la sua giovane età, 2HIGH ha già affermato la sua presenza nel mercato con la partecipazione a progetti di grande rilievo nel territorio bolognese, quali la progettazione e installazione dei sistemi anticaduta dell’immobile Liber Paradisus, sede del Comune di Bologna; manutenzioni programmate dei sistemi anticaduta degli immobili di Herambiente; manutenzioni programmate dei coperti per AIMAG. Del portfolio di 2HIGH fanno parte, inoltre, progetti speciali nel territorio nazionale e all’estero, tra i quali la progettazione e l’installazione dei sistemi anticaduta della nuova metropolitana di Riyadh, in Arabia Saudita. “Il vantaggio offerto da un sistema di manutenzioni programmate è la possibilità di rivolgersi a un unico fornitore per le diverse problematiche che riguardano l’involucro edilizio. Questo permette di raggiungere almeno tre obiettivi: una riduzione dei costi di manutenzione di impianti e immobili; un drastico aumento del coefficiente di sicurezza nell’esecuzione di interventi manutentivi; la garanzia di preservare il valore dei propri immobili nel tempo”, riassumono da 2HIGH.

Da sinistra: Michele Bugetti, direttore tecnico, Alessandro Michelini, membro del Consiglio di Amministrazione, Stefano Guerzoni, CEO, Fabiano Bondioli, membro del Comitato Esecutivo e Lorenzo Dallaturca, operation manager di 2HIGH

ACQUAINBRICK, GRANDE SUCCESSO PER LA CAMPAGNA DI CROWDFUNDING

Una cifra complessiva di 500.000 euro raccolti e oltre 380 nuovi soci presi a bordo. È l’importante risultato portato a casa dopo 60 giorni di campagna da Acquainbrick, che ha lanciato e chiuso la sua prima raccolta fondi su Mamacrowd, la prima piattaforma italiana di equity crowdfunding per capitale raccolto, per portare l’acqua sostenibile in tutta Italia. “Un capitale economico e umano che abbiamo il dovere di non disperdere e mettere a frutto nel migliore dei modi. Grazie alle ricompense che abbiamo promesso per i nuovi soci, verranno piantati, in collaborazione con ZeroCO2, oltre 400 alberi che produrranno un primo risultato: l’abbattimento di CO2. Ogni socio inizierà a bere acqua in cartone, come fornitura di cortesia, e diventerà ambassador entusiasta del nostro marchio”, commenta Christian Creati, CEO di Acquainbrick. L’azienda modenese a matrice green, che eleva il brick in cartone a icona della rivoluzione plastic-free, ha l’obiettivo di intervenire sulla ridefinizione del concetto di ‘acqua da passeggio’, in gergo on-the-go, e sensibilizzare le scelte dei consumatori grazie a un semplice e pratico contenitore totalmente riciclabile e personalizzabile, composto per oltre il 70% da materia prima di origine vegetale: questa è la risposta alle bottigliette di plastica fossile attualmente in commercio. “La visione che sta alla base di questo progetto, che possiamo catalogare come socioculturale, sta nel definire nuovi canoni del consumo per il settore beverage, sdoganando definitivamente un packaging già riconosciuto come il ‘tetrapak’ anche per contenere un bene semplice come l’acqua. Cercando prima di tutto di produrre

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Christian Creati, CEO di Acquainbrick

una buona comunicazione delle sue caratteristiche, maggiormente sostenibili rispetto ad altri materiali, e successivamente innestare l’acqua in cartone in un contesto lifestyle sempre più aderente ai cambiamenti della nostra società”, continua Creati. Partorita da quattro imprenditori modenesi nel novembre 2019 insieme con la prima azienda al mondo che commercializza acqua in cartone, l’iberica LY Company, che ha creduto fortemente nello sviluppo di un mercato italiano e ha scommesso tutto sulla nuova startup, Acquainbrick ha mire ambiziose. Dopo aver abbattuto il traguardo del milione e duecentomila brick diffusi solo nel primo anno di lavoro, l’obiettivo dei prossimi mesi è quello di aprire la produzione italiana nelle colline tosco-romagnole di Marradi, per garantire una maggior diffusione del prodotto, parallelamente aumentando il volume della comunicazione a supporto della cultura di questo moderno approccio all’idratazione in movimento. Sostenere questo passaggio è stato l’obiettivo della raccolta di equity crowdfunding avviata lo scorso novembre su Mamacrowd, un canale di connessione con nuovi potenziali investitori che, attraverso la conoscenza del progetto, hanno scelto di partecipare concretamente allo sviluppo economico ed essere essi stessi marketing booster proattivi. La raccolta fondi si aggiunge ai tanti traguardi già conquistati da un’azienda giovane e in continua crescita, che ha saputo resistere e proseguire nel suo corso nonostante il momento storico attuale abbia messo a dura prova le imprese di qualsiasi settore, in particolare quelle appena nate. Per Acquainbrick la qualità del prodotto, la volontà di cambiamento, la tutela del territorio e il riciclo di materiali sono capisaldi per fare la differenza in un mondo da preservare.

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AMMAGAMMA SBARCA IN ISRAELE

Il nuovo anno di Ammagamma, società modenese di data science e intelligenza artificiale, è iniziato con l’annuncio dell’apertura della prima sede estera a Haifa, in Israele, uno dei Paesi leader nel settore dell’intelligenza artificiale a livello mondiale. Lo scorso 7 gennaio la nuova sede è stata ufficialmente aperta in collaborazione con il partner Interprocess, azienda israeliana che opera dal 1974 per favorire la cooperazione industriale e la diffusione sul mercato israeliano di prodotti e tecnologie da Europa, Canada e Stati Uniti. La partnership tra Ammagamma e Interprocess è attiva già dal 2019 e si inserisce nella dimensione della continuità di un rapporto costruttivo tra Modena e Israele, che affonda le sue radici in una storia condivisa: le radici ebraiche di Modena e le radici italiane dell’ebraismo moderno si intersecano, infatti, nella costruzione di un progetto imprenditoriale fondato su una profonda affinità culturale. Questa lunga relazione di reciproca contaminazione rappresenta, oggi, uno scenario di forte ispirazione per un futuro potenziale di cooperazione sempre più stretta. I molteplici settori di interesse condiviso tra Italia e Israele, in campo scientifico, tecnologico e culturale, permettono di immaginare opportunità e di disegnare strategie sempre più ambiziose di collaborazione tra i due Paesi, di fronte alle sfide poste da scenari sempre più estesi di applicazione dell’intelligenza artificiale. Con l’apertura di questa nuova sede israeliana, oggi, Ammagamma compie un altro passo avanti nella volontà di sviluppare modelli di matematica applicata e intelligenza artificiale sempre più competitivi e sempre più capaci di supportare i clienti in un processo di innovazione, tecnologica e culturale. L’ambizione della società di data science è quella di portare nuove soluzioni alle aziende israeliane con l’intento di generare valore comune, come racconta David Bevilacqua, CEO di Ammagamma: “Non potremmo essere più felici ed entusiasti di annunciare l’apertura del nostro primo ufficio internazionale proprio a Haifa, in Israele. In Israele si dice che ‘A Gerusalemme si prega, a Tel Aviv ci si diverte e a Haifa si lavora’. Questa apertura rappresenta per noi un passo avanti fondamentale, che pone le basi per nuovi scenari di business e di ricerca. Al di là della retorica della startup Nation, Israele sarà per noi una grande sfida, e sicuramente un contesto di grande ispirazione”.

Dalla supply chain al food, dalle multiutility al settore plastico, le molte industries coinvolte per lo sviluppo di progetti di IA in Israele descrivono la vivacità di un mercato attento e maturo. Ammagamma sta già lavorando con diverse aziende per ottimizzare processi industriali attraverso modelli di matematica applicata, e presto si apriranno opportunità presso nuovi importanti clienti. “Siamo orgogliosi di annunciare l’apertura della prima sede estera di Ammagamma in Israele. Il nostro Paese è considerato uno dei più importanti centri mondiali, nel campo dell’intelligenza artificiale. Siamo davvero entusiasti di poter promuovere le nostre soluzioni sul mercato israeliano, assieme al nostro partner italiano. Mai come oggi abbiamo bisogno di un nuovo concetto di innovazione, che sono certo potremo promuovere insieme”, commenta Asaf Budin, co-fondatore della società israeliana Interprocess. Per info: www.ammagamma.com

COVID-19, ANNOVI REVERBERI PREMIATA IN CINA

Annovi Reverberi, azienda modenese specializzata nella produzione di pompe a membrana per agricoltura, pompe ad alta pressione per utilizzi industriali e idropulitrici, aspiratori e pompe sommerse per il settore cleaning, è stata premiata a gennaio scorso dal governo cinese per avere contribuito con i propri prodotti a fermare la diffusione del Covid-19. A ricevere il premio è stato il direttore generale della filiale di Shanghai, Manuel Tassinari, originario di XII Morelli, in provincia di Ferrara. “Sono in Cina da dieci anni e da sette rivesto il ruolo di direttore generale”, ha ricordato Manuel Tassinari al Resto del Carlino di Ferrara, “ma voglio sottolineare che questo è un risultato aziendale, frutto degli sforzi di tutti e della tecnologia italiana. Ogni anno il governo sceglie le aziende top di ogni settore e per me è stata una grande soddisfazione ritirare quel premio, perché ripaga dei tanti sacrifici fatti, in un anno difficile a causa del Coronavirus e lontano da casa. Sono contento per questo riconoscimento che non avrei mai pensato si potesse raggiungere”. La tecnologia italiana è stata preziosa nella lotta della Cina contro il Covid. Il bisogno di prodotti di alta qualità e di massima affidabilità è stato massimo nei mesi più duri della pandemia. “Lavoriamo nell’ambito delle pompe per lavaggi industriali e siamo riusciti a fornire a tutto lo Stato le pompe per le apparecchiature di disinfezione massiva per strade, hotel e altro, riuscendo a organizzarci e a superare gli ostacoli. Il nostro è un prodotto high-tech e il premio consegnato dal Major è per noi un onore ma anche un riconoscimento della nostra qualità”, continua Tassinari. Fondata nel 1958 a Modena, nel cuore del distretto metalmeccanico italiano, Annovi Reverberi è una azienda moderna, flessibile e in costante espansione. Un’importante realtà produttiva e commerciale che trova forza nel suo Dna. “In un ‘saper fare’ che affonda le radici nell’eredità e nell’esperienza personale del suo fondatore, nella vivacità del distretto produttivo italiano in cui è nata e si è sviluppata, nelle persone di talento che vi lavorano, nella pluralità ed eccellenza delle competenze professionali sempre coinvolte”, come recita il sito aziendale. Punto di riferimento internazionale del settore con le divisioni agricoltura e industria, vanta oggi un’importante presenza anche nel settore cleaning con idropulitrici a marchio AR Blue Clean e in licensing, a uso sia privato sia professionale, che rappresentano soluzioni d’avanguardia sul mercato globale. Annovi Reverberi è presente in cinque continenti e oltre cento Paesi con una rete di insediamenti produttivi e commerciali che posizionano l’azienda direttamente sui mercati locali, in una strategia di totale attenzione alle esigenze dei clienti finali. La sua forza crescente è basata sull’innovazione permanente, sulla costante ricerca delle soluzioni più efficienti, sulla capacità di anticipare e accogliere le sfide del mercato.

Sopra: La filiale Annovi & Reverberi a Shanghai. Sotto: Manuel Tassinari direttore generale della filiale di Shanghai premiato da Zou Ruyi, Major di Jinhui Town

AQUASOL, INNOVAZIONE SOSTENIBILE A TUTELA DI AMBIENTE E SALUTE SUL LAVORO

Oggi più che mai, per le aziende virtuose la Certificazione del Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza del Lavoro ISO 45001 (che andrà a sostituire la OHSAS 18001) è un traguardo importante. Aquasol, fondata a Bologna nel 2013, con lo scopo di immettere sul mercato soluzioni sostenibili per il trattamento dell’acqua e realizzare applicazioni professionali per il settore zootecnico e agricolo, oggi è attiva anche nei settori industriali della pulizia tecnica e del facility management e si pone l’obiettivo di dimostrare che è possibile creare un ambiente di lavoro produttivo ed efficiente, tutelando nel contempo la salute del lavoratore e l’ambiente. “La ISO 45001 consente alle imprese di attuare un controllo responsabile dei rischi e di aumentare costantemente la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, al fine di proteggere il personale da eventuali pericoli. La certificazione accreditata rappresenta un investimen-

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to per l’imprenditore, in termini di gestione e mantenimento nel tempo della conformità alle norme, di miglioramento progressivo delle performance aziendali e di maggiore efficienza dei processi, con ricadute positive sia all’interno dell’azienda che nell’immagine che questa proietta sul mercato”, evidenziano da Aquasol. “Per i lavoratori, al tempo stesso, l’applicazione di un sistema di gestione certificato sotto accreditamento costituisce la garanzia di un contesto lavorativo che considera centrale la salute e la sicurezza. Crea un maggiore coinvolgimento, rafforza la motivazione, con potenziali effetti positivi sulla produttività”. In questo senso, la linea di prodotti Aquasol è pensata per mettere le aziende nelle condizioni di dare un significativo contributo alla salvaguardia dell’ambiente senza sacrificare l’efficacia e la qualità del proprio lavoro, tutelando allo stesso tempo la salute dei lavoratori. Si tratta di prodotti sanificanti, sgrassanti, detergenti e antiodoranti. Sui metalli rallentano la formazione della ruggine, non contengono tensioattivi, solventi, composti del cloro, né altri inquinanti ambientali e, come spiegano da Aquasol, possono essere utilizzati nei settori industriale, alimentare e del Facility e sono particolarmente indicati nelle pulizie tecniche e nei pre/post trattamenti dei metalli, in sostituzione di diluenti, solventi o detergenti con tensioattivi. “Proponiamo innovazioni che consentono sia una miglior difesa della salute del lavoratore che il miglioramento del bilancio di sostenibilità aziendale”, aggiungono dall’azienda bolognese. La linea di prodotti Aquasol è composta al 99,83% di acqua pura e dallo 0,17% di idrossido di potassio KOH ed è generata attraverso un processo elettrochimico brevettato a livello mondiale che utilizza acqua di rete idrica resa pura a seguito di pre-trattamento in osmosi inversa (RO), e successivamente processata utilizzando come elettrolita il carbonato di potassio (K2CO3). “Nell’idea generale che ‘il 90% dello sporco può essere lavato via con acqua’, gli sforzi nella promozione della tecnologia di pulizia sostenibile Aquasol, che non danneggia l’ambiente e non deve utilizzare acqua per il risciacquo, contribuiranno notevolmente al raggiungimento di numerosi SDG – Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata al vertice delle Nazioni Unite a settembre 2015. Aquasol concorda con i principi e gli obiettivi degli SDG e contribuirà attivamente alla realizzazione di una società sostenibile”, concludono dall’azienda.

IL 2020 DA RECORD DI AUTOMOBILI LAMBORGHINI TRA SFIDE VINTE E SPIRITO DI SQUADRA

In un anno di grandi sfide come il 2020, segnato dalla diffusione della pandemia a livello mondiale, Automobili Lamborghini ha saputo reagire con grande energia e determinazione al contesto, impegnandosi in una intensa fase di lanci di nuovi prodotti, ben sei in dodici Paesi, accogliendo nuovamente in squadra il nuovo presidente e AD Stephan Winkelmann, succeduto nel mese di dicembre a Stefano Domenicali, e confermando un’ottima performance di vendita nonostante lo stop produttivo di 70 giorni della scorsa primavera, durante la prima fase di emergenza. Sono state infatti 7.430 le consegne di vetture a livello globale, diminuite del solo 9% rispetto all’anno precedente. In compenso, il secondo semestre ha fatto registrare numeri record di vendite, risultando il miglior secondo semestre di tutta la lunga storia di Automobili Lamborghini. Nel dettaglio, con 2.224 vetture, gli Stati Uniti si confermano il primo mercato, seguiti da Germania (607), mainland China, Hong Kong e Macao (604), Giappone (600), Regno Unito (517) e Italia (347). I due Paesi che hanno registrato la più alta crescita sono stati la Corea del Sud (303 unità, + 75%) e la Germania (607 unità, +8%). Sotto il profilo commerciale il nuovo anno si apre con prospettive positive, grazie a un portafoglio ordini robusto, tale da coprire già oltre la metà della produzione pianificata nel 2021. “I risultati 2020 sono la dimostrazione di un grande lavoro che, al netto delle difficoltà di un anno di sfide globali, è stato portato avanti da tutta la squadra Lamborghini con grande dedizione e spirito di resilienza.

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Il presidente e AD di Automobili Lamborghini, Stephan Winkelmann

Per me è un grande onore essere tornato a farne parte. Il senso di comunità sperimentato così forte nel corso dell’anno appena trascorso, insieme ai valori di responsabilità sociale e la spinta all’innovazione che da sempre contraddistingue Lamborghini, saranno le basi per affrontare un 2021 sfidante”, commenta Stephan Winkelmann, presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini. La Casa del Toro ha reagito prontamente alla prima fase della pandemia e portato avanti anche importanti iniziative di responsabilità sociale lungo tutto il 2020. Tra queste, la riconversione di alcuni suoi reparti per la produzione di mascherine e visiere mediche per l’Ospedale S. Orsola di Bologna e la collaborazione con SIARE Engineering International Group per il co-engineering e produzione di simulatori polmonari; il lancio del progetto culturale e artistico “With Italy, for Italy”, che ha coinvolto 21 talenti italiani della fotografia contemporanea chiamati a interpretare e celebrare la bellezza e unicità delle regioni italiane insieme a modelli Lamborghini del passato e del presente; la collaborazione con la cantante americana Lady Gaga, volta al sostegno delle comunità colpite dalle disparità per la diffusione della pandemia. Infine, il 2020 è stato un anno di grandi partnership per la Casa del Toro, capace di creare connessioni con partner significativi con l’obiettivo di offrire prodotti di altissima qualità realizzati in co-branding. Tra le partnership più apprezzate quella con Ducati, altra eccellenza italiana nel settore dei motori, che ha dato vita alla Ducati Diavel 1260 Lamborghini, una moto ispirata alla Lamborghini Sián e realizzata in un’edizione limitata di 630 esemplari, appassionando motociclisti e collezionisti di tutto il mondo.

BEPOOLER AL SERVIZIO DEL PERSONALE SANITARIO BOLOGNESE

L’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia globale del 2020 ha imposto ad amministrazioni e aziende pubbliche di fare cambiamenti rilevanti anche sul fronte trasporti e mobilità. Ed è stato il riconoscimento dell’efficacia del servizio offerto da BePooler, la più avanzata piattaforma oggi disponibile in Europa per la mobilità condivisa, nata in Svizzera nel 2015 e pienamente operativa in Italia dal 2017, che ha portato l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna-Policlinico Sant’Orsola-Malpighi a concludere con la società di carpooling un accordo, grazie al quale gli ottomila dipendenti e altri operatori che gravitano attorno all’Azienda Ospedaliera si sono aggiunti ai circa dodicimila degli altri ospedali bolognesi che già avevano scelto questo servizio. “L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna-Policlinico di Sant’Orsola incentiva da anni la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico locale, in linea con le politiche di ‘qualità urbana’ dell’amministrazione comunale e metropolitana”, spiega Daniela Pedrini, mobility manager e direttore dipartimento tecnico, progettazione, sviluppo e investimenti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna. “Abbiamo quindi promosso, da un lato, azioni per incrementare l’acquisto degli abbonamenti ai mezzi pubblici da parte dei propri dipendenti e iniziative sulla mobilità ciclopedonale per incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti casa-lavoro sulle tratte brevi e, dall’altro, sulle tratte più lunghe è stato promosso il carpooling, anche per sollecitare l’utilizzo ‘virtuoso’ dei parcheggi (già molto limitati nel Policlinico) e diminuire l’impatto dell’uso ‘esasperato’ dei veicoli privati”. I benefici ottenuti dai lavoratori che utilizzano il corporate carpooling sono stati immediati e importanti sia per i lavoratori, sia per l’Azienda Ospedaliera sia, infine, per l’ambiente: 88 lavoratori utilizzano stabilmente la piattaforma e da ottobre sono stati condivisi 226 viaggi, per quasi tremila chilometri. Inoltre, i lavoratori che hanno condiviso la stessa auto negli spostamenti casa-lavoro hanno avuto la possibilità di avere un parcheggio riservato (prenotabile tramite l’App) e anche un benefit in funzione del chilometraggio percorso. “In questa emergenza sanitaria, con le adeguate precauzioni, il carpooling è sicuro e permette di viaggiare con un numero ridotto di persone, a differenza dei mezzi pubblici. Bepooler, peraltro, traccia ogni singolo viaggio e lo certifica rendendo possibile, nella ma-

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A.I.M.E. CELEBRA 40 ANNI DI AUTOMAZIONI PER L’INDUSTRIA

Festeggia 40 anni di attività nel 2021 A.I.M.E. (Automazioni Industriali Meccaniche Elettriche), azienda fondata nel 1981 da due giovani progettisti con la passione per la meccanica e l’elettronica. Dopo gli inizi in un piccolo studio a Modena, nel giro di pochi anni A.I.M.E. affianca allo studio di progettazione il reparto produttivo e nel 1995 realizza un nuovo edificio di 2mila metri quadri, dove nascono le prime automazioni industriali, meccaniche ed elettriche. Le conoscenze tecniche, le capacità creative e innovative, ma soprattutto un lavoro portato avanti con passione e tenace dedizione hanno permesso all’imprenditore Elis Berselli di progettare automazioni all’avanguardia e completamente customizzate, partendo dalle esigenze di produzione del cliente per arrivare alla realizzazione di soluzioni uniche. “Le idee sulle quali sviluppiamo i progetti nascono dall’esigenza di qualificare e quantificare i processi produttivi per una gestione più semplice ed efficiente, studiando soluzioni multifunzionali totalmente integrate con i sistemi esistenti, che consentono di ridurre spazi, risorse e aumentare la produzione”, spiega con orgoglio l’imprenditore. Da qui la progettazione e la realizzazione di automazioni industriali continuo oggetto di ricerca e innovazione, per differenti settori dell’industria. In particolare, nel settore delle bombole ad alta pressione per gas tecnici, metano per autotrazione e bombole a bassa pressione, A.I.M.E. ha progettato e realizzato impianti per eseguire in modo completamente automatico e sequenziale tutte le fasi di manutenzione e le prove di idoneità, oltre ad accatastamenti automatici fino a 40mila bombole. Di grande importanza anche il settore della logistica. Grazie alla lunga collaborazione con una società di logistica e trasporti leader a livello internazionale, infatti, A.I.M.E. ha realizzato soluzioni completamente customizzate per il trasporto di moto e autovetture, linee per la gestione completa del processo produttivo, progettando ad hoc impianti per l’imballo automatico delle moto, maschere robotizzate di saldatura per box contenitivi in ferro e dispositivi per il carico e lo scarico. Nel settore alimentare sono stati realizzati una serie di dispositivi automatici che consentono di trasformare uno o più prosciutti in una forma rettangolare perfetta, lunga fino a 1,2 metri, pronta per essere affettata e imbustata. Il funzionamento collegiale, parziale o singolo dei dispositivi automatici determina i tempi e i metodi di produzione che la qualità del prodotto richiede. Tra gli impianti più recenti di A.I.M.E., un magazzino automatico per lo stoccaggio di 50.000 boiler collegato alla linea produttiva esistente, realizzato appositamente per una azienda indiana. La continua ricerca e la capacità di innovazione portano A.I.M.E., nel 2016, ad ampliare l’azienda trasferendola in un’area di 11mila metri quadri, ma sempre fedele alle sue radici nel territorio di Modena e ai suoi principi cardine. “Rimanere piccoli è il nostro punto di forza: riusciamo a essere flessibili ed efficienti, creiamo rapporti di vera e propria partnership con i nostri clienti, con loro studiamo il progetto e lo realizziamo nel pieno rispetto della loro realtà operativa. Il valore fondamentale che ha da sempre caratterizzato A.I.M.E. sono le persone: lavorare qui è come far parte di una grande famiglia”, sottolinea ancora Berselli. I figli Luca e Giulia entrano in società aprendo la strada del futuro: portano le automazioni del padre oltreoceano, insieme a lui sviluppano nuove idee, innovazione, nuovi progetti e prodotti per valorizzare una realtà dinamica in continua evoluzione. “Voglio ringraziare i miei dipendenti, i miei fornitori e i miei collaboratori, i miei clienti e tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo incredibile, bellissimo viaggio. Come cinque anni fa, durante la festa di inaugurazione della nuova sede di A.I.M.E. nonché per i 35 anni di attività, oggi lo ripeto: questo è un viaggio, non una meta, da proseguire insieme a voi. Grazie di cuore”, conclude Elis Berselli.

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laugurata ipotesi di contagio, di un’impresa ci sono le persone”, rimarcano informare l’equipaggio per le dalla società ferrarese. verifiche immediate. I risultati In quest’ottica, Campagnoli ha scelto di indi questi primi mesi di servi- vestire nelle competenze professionali di un zio sono molto soddisfacenti, team altamente specializzato e oggi guarda perché i sette parcheggi riser- con fiducia al futuro, consapevole delle enorvati al carpooling risultano mi possibilità offerte dai recenti interventi quasi sempre occupati e si legislativi che sostengono il settore edilizio e sono create le prime flotte di impiantistico e di rigenerazione urbana. Le lavoratori che utilizzano il ser- risorse per l’efficientamento energetico e la vizio con costanza, per cui se messa in sicurezza del patrimonio immobiliail servizio continuerà ad essere re hanno infatti fortemente inciso sulla vitautilizzato in maniera crescen- lità di un settore cruciale come quello delle te si potranno riservare altri costruzioni, che nella seconda metà del 2020 parcheggi agli utilizzatori con ha segnato un incremento dello 0,6% su base possibilità, in futuro, di estenLa sede dell'impresa di costruzioni Campagnoli a Ferrara trimestrale, il doppio rispetto allo stesso pedere l’utilizzo dei parcheggi anche ai tanti dipendenti delle ditte di servizi esternalizzati dall’Azienda ospedaliera”, conclude Pedrini. Per info: www.bepooler.com 19.05.2020”, spiegano da Campagnoli. L’impresa, improntata alla qualità grazie all’utilizzo di materiali di prima scelta e alle competenze professionali di uno staff tecnico in grado di supportare le dinamiche e continue evoluzioni dei sistemi di costruzione e i conriodo del 2019 (fonti: Sole 24 ore – report Unioncamere-Infocamere). Una crescita dovuta sostanzialmente alle piccole realtà individuali e imprenditoriali e alle imprese di costruzione su base territoriale, proprio come Campagnoli. CAMPAGNOLI, OLTRE 70 ANNI tinui aggiornamenti in ambito normativo, ha DI STORIA FAMILIARE ottenuto inoltre la massima categoria di qualificazione SOA per la realizzazione di opere NELLE COSTRUZIONI pubbliche civili. “Ogni cantiere è seguito con esperienza e Ha festeggiato 70 anni di storia nel 2020 passione, in un’ottica di cura per il dettaglio e l’impresa di costruzioni Campagnoli, fondata spirito di squadra quale fattore determinante a Ferrara nel 1950 da Giancarlo Campagnoli e vincente del nostro team. L’obiettivo princie che continua oggi con la gestione appassio- pale è la soddisfazione del cliente, attraverso nata dei figli Massimo, Alberto, Roberto ed la proposta di soluzioni personalizzate, sia per Erichetta. Quella di Campagnoli Costruzio- la realizzazione di immobili nuovi sia per inni, che oggi ha sede a Cento, in provincia di terventi di ristrutturazione più specifici”, eviFerrara, è soprattutto la storia di una fami- denziano ancora da Campagnoli. glia che, passo dopo passo, ha saputo creare “La filosofia dell’azienda è riassunta in poche un’impresa, portando avanti i presupposti e i e semplici parole: bisogna arrivare per primi e valori del fondatore, imponendosi con deter- farlo bene, poiché ci sarà sempre qualcun altro minazione nel tessuto socioeconomico della prima di te. E seguire poche semplici regole. zona, proponendo soluzioni innovative e La trasparenza, prima di tutto. L’innovazione, qualità costruttiva. cercando di ascoltare i bisogni dei clienti e di “La nostra impresa, dal carattere giovane e rispondere fornendo le giuste soludinamico, opera con impegno e competenza zioni, come un sarto farebbe con nell’ambito dell’edilizia, attraverso vari livel- un vestito cucito su misura. Anli di intervento. Dal settore immobiliare, in cora, la specializzazione; per essere ambito di costruzione e vendita diretta, a competitivi è fondamentale indiquello degli appalti civili e industriali, dalle viduare i settori in cui operare. Per demolizioni, lottizzazioni e movimenti ter- risultare riconoscibili, affinché il re agli interventi per il recupero degli edifici modus operandi dell’azienda venga danneggiati dagli eventi sismici del maggio percepito come il migliore del set2012, fino allo sviluppo di interventi e pre- tore. E, infine, l’attenzione al gioco stazioni tecniche finalizzate alla riqualifica- di squadra, alla valorizzazione dei zione energetica e all’ottenimento degli in- collaboratori, per renderli partecicentivi “Superbonus 110% ex DL n. 34 del pi di un progetto. Perché alla base

“VENTIVENTI”, A MEDOLLA LA CANTINA BIOLOGICA CHE GUARDA AL FUTURO

Un progetto nato un po’ in sordina, nel 2014, con la costituzione della società agricola “Il Borghetto”. Nel 2015 l’acquisto del primo terreno: 20 ettari dei quali 18,7 vitati. Nel 2019 l’aggiunta di altri 25 ettari, dei quali 11,5 vitati, oltre alla registrazione del marchio e all’ottenimento della certificazione biologica. Nel 2020, infine, nonostante la pandemia da Coronavirus, l’anno della consacrazione e della piena operatività: il vero inizio di questa storia imprenditoriale, insomma. Ventiventi (o nella variante numerica 2020)

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è una cantina vitivinicola biologica che ha dietro di sé la passione e l’impegno della famiglia Razzaboni di Mirandola, in provincia di Modena, la stessa che ha le redini di Cima, l’azienda che progetta e produce dispositivi di sicurezza per la gestione del denaro. Vittorio Razzaboni, insieme ai figli Riccardo, Andrea e Tommaso, ha dato vita a una realtà nuova e differente nel distretto viticolo a nord di Modena, che mira a intercettare quel turismo enogastronomico tanto caro alla nostra provincia. Ventiventi è un marchio che è stato depositato e registrato in diversi Paesi nel mondo. “La nostra fantasia è servita per immaginarla, la praticità per darle forma, la tenacia per realizzare quel sogno”, sottolinea Andrea Razzaboni. L’azienda agricola si estende su 45 ettari di terreno, con vitigni locali come Sorbara, Salamino di Santa Croce, Pignoletto e Ancellotta, oltre a vitigni internazionali quali Pinot Bianco e Cabernet Sauvignon. “Grazie all’alto contenuto di argilla”, evidenzia ancora Andrea Razzaboni, “i terreni danno vita a vini di carattere e buona struttura, sempre bilanciati dalla spiccata acidità che caratterizza i prodotti del nostro territorio”. Andrea, 24 anni e una laurea in enologia e viticoltura, è il membro della famiglia Razzaboni che segue più da vicino l’intero processo di coltura e vinificazione. “Ventiventi crede in un’agricoltura sana e rispettosa dell’ambiente”, continua Andrea Razzaboni. “Siamo convinti che la sostenibilità sia l’unica strada percorribile ed è per questo che il biologico è un imprescindibile punto fermo, fin dalla messa a dimora del primo vigneto nel 2016. Non ci affidiamo alla chimica ma all’equilibrio della natura, grazie alla tecnologia riduciamo sensibilmente l’utilizzo del rame e dello zolfo. Gestiamo la vendemmia grazie a una vendemmiatrice di ultima generazione che ci permette di portare l’uva in cantina nelle migliori condizioni possibili”. L’azienda agricola, grazie al fotovoltaico, dalla fine del 2020 produce 50 kw, e cercherà di diventare il più possibile autosufficiente dal punto di vista energetico. “Pensiamo che la modernità”, conclude Razzaboni, “passi da razionalità e buonsenso, senza mai perdere di vista il rispetto della tradizione”.

Da sinistra, Tommaso, Riccardo, Andrea e Vittorio Razzaboni

IL GRUPPO CAPRARI INAUGURA LA DIGITAL HOUSE

Uno spazio virtuale dedicato a ospitare eventi, webinar e a presentare le ultime novità sui prodotti: si chiama Caprari Digital House ed è la nuova piattaforma realizzata dal Gruppo industriale modenese Caprari, specializzato nelle soluzioni di pompaggio a elevate prestazioni per il ciclo integrato dell’acqua. Caprari Digital House è la risposta efficace a un momento storico in cui, a causa del Covid-19, sono in atto grandi cambiamenti nel modo di vivere e lavorare. Cambiamenti che hanno spinto fortemente il Gruppo Caprari a cogliere l’opportunità di realizzare un innovativo stand virtuale, online da febbraio scorso. Alla base di questo particolare progetto digitale ci sono due parole: flessibilità e

digitalizzazione. La Digital House, infatti, rientra nel programma più ampio di trasformazione tecnologica, denominato Caprari 5.0, iniziato nel 2019 con l’obiettivo di ottimizzare e rendere più efficiente tutti i processi del Gruppo in ottica Customer Centric. Caprari Digital House rappresenta un nuovo modo per servire e supportare i clienti anche da remoto, in grado di offrire un’esperienza autentica a coloro che desiderano entrare nel mondo Caprari, conoscerne il know-how sviluppato in oltre 75 anni di esperienza, partecipare a eventi online e promozioni speciali. “Caprari Digital House non è un semplice ambiente espositivo, è molto di più: è un luogo interattivo dove scoprire i nostri prodotti in 3D, vedere e condividere video tecnici e in più iscriversi a webinar realizzati direttamente dai product manager. Questo virtual booth è uno spazio multilingua, sempre disponibile e accessibile da qualunque dispositivo e in qualsiasi momento, predisposto per accogliere e dialogare in diretta live chat con i clienti, che possono confrontarsi in tempo reale con lo staff commerciale e scoprire velocemente tutti i plus e le caratteristiche eccezionali che rendono le soluzioni per la gestione dell’acqua progettate da Caprari affidabili ed estremamente competitive, davvero al top del settore”, spiegano dall’azienda modenese. Marcello Petrucci, corporate sales and marketing director di Caprari, aggiunge: “Siamo soddisfatti di poter offrire un’esperienza digitale completa ai nostri clienti. Caprari Digital House rappresenta un canale aggiuntivo a quelli tradizionali, che rafforza le relazioni con i nostri clienti e ci offre un’ulteriore possibilità per continuare a essere protagonisti nel comparto delle soluzioni per il ciclo dell’acqua. Visitare la Caprari Digital House dà la possibilità agli utenti online di passeggiare per fare 17 vita industriale

lo stand in cui troveranno i nostri prodotti affiancati da una serie di video e informazioni tecniche. Non solo: per rendere la visita virtuale ancora più efficace, si potrà prenotare una video call e dunque dialogare da remoto con gli esperti di Caprari, siano essi venditori o product manager. Questo per noi è solo l’inizio, nel 2021 abbiamo in programma di ampliare ancora di più la nostra offerta di presidi digitali, ad esempio stiamo progettando un factory tour virtuale per permettere ai clienti di entrare in stabilimento e conoscere direttamente come nascono i nostri prodotti. Un approccio strategico alla digitalizzazione che ci permetterà di rafforzare ulteriormente la nostra presenza worldwide”.

CENTROGEST INCORPORA LA CENTRALE E TECHNOGROUP INTERNATIONAL

Dalla fusione per incorporazione da parte di Centrogest, società bolognese operante nel settore dei servizi alle imprese, delle aziende La Centrale e Technogroup International, efficace dal 1° gennaio scorso, è nata una società da 3.000 dipendenti, presente in 8 Paesi europei oltre all’Italia, con 11 sedi e 30 anni di storia. “L’operazione è una tappa fondamentale nel percorso di crescita dell’azienda, la cui mission è quella di costituire un punto di riferimento nel mercato del facility management italiano. L’integrazione, operativa e giuridica, con La Centrale e Technogroup International, costituisce un elemento indispensabile in questo disegno, in quanto le due società sono portatrici di specializzazioni e know-how preziosi in questo mercato”, dichiara l’amministratore delegato di Centrogest, Filippa Arena. In particolare, Technogroup International rappresenterà la divisione tecnologica specializzata nel settore security e impianti speciali, ambito di importanza strategica nel mercato “post Covid”, che impone alle imprese di aumentare la propria flessibilità attraverso l’organizzazione e la tecnologia sia nel proprio core business sia nella gestione del no core e delle facilities. Centrogest considera fondamentale nel proprio percorso di miglioramento la leva delle M&A. A tal proposito, nel 2019 è stata acquisita anche la maggioranza della boutique riminese Secchiaroli Elettronica, anch’essa specializzata nel settore della security e degli impianti speciali. Questa operazione è stata possibile grazie al profondo rapporto professionale e umano che lega Sergio Pazzaglia (socio di maggioranza di Centrogest e La Centrale), Filippa Arena (amministratore delegato di Centrogest e La Centrale) e Maurizio Marinangeli (proprietario e amministratore unico di Technogroup). Costituita in società per azioni all’inizio degli anni Novanta, in breve tempo Centrogest si impone nel campo delle soft activities. “Il mercato, nel frattempo, si è rapidamente evoluto e le aziende del settore hanno cominciato ad offrire ai clienti molti più servizi, secondo il modello del global service. Per questo motivo il management ha pensato di offrire ai propri clienti servizi a 360°, dalla gestione di edifici alla installazione e manutenzione di impianti elettrici, di condizionamento, raffrescamento, antincendio, impianti di sollevamento, impianti speciali. Per fare questo, nel 2000 è stata creata un’apposita società posseduta al 100% da Centrogest, nominata La Centrale”, spiegano dall’azienda bolognese. La collaborazione tra Centrogest, La Centrale e Technogroup si è fatta sempre più intensa tanto che da anni le aziende hanno iniziato a presentarsi presso i clienti utilizzando il marchio appositamente ideato: “Gruppo La Centrale”. In questi ultimi anni è sorta l’esigenza, commerciale e operativa, di aumentare ulteriormente il livello di integrazione. Di qui la fusione, deliberata il 28 settembre 2020, che ha effetto giuridico dallo scorso 1° gennaio. Centrogest è oggi un gruppo da 45 milioni di euro di fatturato, presente su tutto il territorio nazionale, con 12 sedi operative, che gestisce 5.000 siti tra Italia, Spagna, Francia, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Danimarca, Austria, Olanda, Repubblica Ceca, Svizzera e Principato di Monaco.

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Filippa Arena, amministratore delegato di Centrogest e La Centrale

NASCE LA ACADEMY CENTRUM: LABORATORIO PER DIFFONDERE LA CULTURA DELLA SICUREZZA

Investire sulla formazione: è questo l’obiettivo 2021 di Centrum, azienda di Carpi, in provincia di Modena, specializzata nel settore della sicurezza per aziende, attività commerciali e privati. Centrum ha infatti creato una vera e propria Academy, che si pone come obiettivo la diffusione della cultura della sicurezza. “Coinvolgeremo in primis le risorse interne, permettendo ai nostri dipendenti di acquisire ulteriore professionalità da mettere al servizio della clientela, poi metteremo a disposizione la struttura per corsi di formazione sempre più qualificati rivolti a terzi, partner o installatori”, spiega il direttore generale Giacomo Ferraresi. Da sinistra, Andrea Guandalini, Giacomo Ferraresi e Giacomo Grazioli

CRIT, 20 ANNI DI RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA A SERVIZIO DELL’INDUSTRIA

Da Vignola al mondo supportando le aziende manifatturiere nei percorsi di ricerca e innovazione di processo e prodotto e favorendo il trasferimento di conoscenze tecnologiche. È nella località modenese al confine tra la pianura e le prime colline, infatti, che ha sede Crit (Centro di ricerca e innovazione tecnologica), la società specializzata nell’analisi di informazioni tecnico-scientifiche e nello sviluppo di innovativi progetti di ricerca, che ha celebrato nel 2020 i suoi primi venti anni di attività. Nata nel 2000 dall’intuizione di 14 top aziende del territorio (Beghelli, Carpigiani, Cnh, Datalogic, Ducati Energia, Ferrari, G.D, Fabbri Group, Ima, Itm, Rossi, Selcom, System, Tetra Pak) per fornire ai tecnici delle aziende associate un luogo dove incontrarsi, scambiare esperienze e approfondire argomenti legati all’innovazione e alla tecnologia, nel corso degli anni Crit ha sviluppato nuove competenze e servizi. Oggi le aziende socie sono diventate 27, mentre il network fornitori accreditati conta 41 società e sono 112 i partner internazionali, con collaborazioni attive in sette nazioni dell’Unione europea. “Crediamo fortemente nell’innovazione come strumento per migliorare la vita delle aziende e delle persone. La nostra mission è quella di facilitare il percorso verso un’innovazione aperta e collaborativa, sviluppando competenze, condividendo conoscenze e valorizzando esperienze per supportare le imprese. In quest’ottica, la crescita della nostra azienda, sia in termini di fatturato che di personale, è stata decisiva per affiancare al meglio le aziende del network e i clienti esterni da un punto di vista tecnologico e collaborativo”, afferma Marco Baracchi, direttore generale di Crit. Grazie a un team giovane e altamente specializzato (età media 36 anni, tutti laureati STEM), Crit declina a 360 gradi il termine innovazione: dall’attività di scouting tecnologico (la ricerca di informazioni tecnico-scientifiche) e di Due Diligence (l’analisi del livello tecnologico di un’azienda) all’individuazione e gestione di finanziamenti tramite bandi regionali, nazionali o europei; dalla certificazione per il Piano Industria 4.0 all’analisi brevettuale, passando per l’organizzazione di eventi e attività formative personalizzate. “L’adesione a diversi network legati all’innovazione (Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna, Spire, Effra) ha allargato ulteriormente il network a livello transnazionale e creato nuove opportunità per i clienti di Crit”, spiegano dalla società. Sono diversi gli ambiti di ricerca e scouting tecnologico che vedono attualmente impegnati i ricercatori di Crit: dalla robotica collaborativa in ambito industriale all’impiego delle tecnologie di stampa additiva (stampa 3D) nelle realtà manufatturiere alla collaborazione con Hera per realizzare contatori di gas innovativi, in grado di fornire misure più precise, ma anche di prevenire o supportare gli utenti in situazioni critiche. Un centro di ricerca nato e progredito in un territorio storicamente vocato all’industria automobilistica, infine, non può non essere coinvolto in un progetto strategico della Motor Valley: Crit, infatti, gestirà la creazione di un acceleratore di startup per il settore automotive e mobility, un luogo in cui investitori istituzionali (Cassa Depositi e Prestiti, Fondazione di Modena, Unicredit) e imprese si incontreranno per sviluppare nuova imprenditorialità, migliorare la competitività ed apprendere metodologie di open innovation. L’acceleratore farà incontrare le migliori startup italiane ed internazionali, avvalendosi anche della partnership con un leader mondiale come Plug&Play. “Siamo orgogliosi di essere stati scelti per gestire questo importante programma nazionale dedicato all’automotive, in virtù della conoscenza tecnologica e della propensione ad applicazioni concrete che abbiamo sviluppato in due decadi di collaborazione con il mondo industriale. Questa nuova sfida costituirà senz’altro uno degli ambiti principali di intervento per il prossimo futuro”, sottolinea Marco Baracchi.

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“Il nostro obiettivo è fare cultura della sicurezza; il settore sta mutando e le normative sono in via di aggiornamento, in primis la regolamentazione dei sistemi di rivelazione incendio e la relativa manutenzione periodica di legge. Fare cultura è quindi diventato un obbligo, e la responsabilità primaria del nostro ruolo di consulenti”, prosegue Ferraresi. L’attenzione di Centrum si rivolge anche al mondo scolastico, nel solco di un’esperienza iniziata già diversi anni fa attraverso la collaborazione con l’Itis di Carpi, realtà con la quale organizza percorsi di formazione legati all’alternanza scuola/lavoro. “Anche in questo anno così complicato non abbiamo smesso di credere in questa collaborazione e abbiamo accolto in azienda giovani studenti coinvolgendoli in un processo di acquisizione di competenze che potrà essere loro molto utile”, continua ancora Ferraresi. La novità del 2021 è la decisione di Centrum di istituire due borse di studio che copriranno il primo anno di iscrizione alla facoltà di ingegneria elettronica di Unimore: ciò avverrà in seguito a un concorso nel quale gli studenti gareggeranno sullo studio e la realizzazione di un vero e proprio progetto incentrato su tematiche elettroniche connesse al mondo dei sistemi di sicurezza. Andrea Guandalini, socio e responsabile commerciale di Centrum, spiega: “Il nostro lavoro quotidiano consiste nel progettare e installare impianti anti-intrusione e nulla di ciò che facciamo potrebbe essere realizzato senza l’apporto della tecnologia, l’analisi dei dati e i sistemi di controllo che ci permettono di tenere al sicuro i nostri clienti, perciò investiamo sul futuro degli ingegneri del territorio. Le tecnologie sul mercato stanno attraversando un upgrade importante e trasversale, i sistemi sono sempre più informatizzati e predisposti a una gestione remotizzata e fruibile tramite i moderni devices; inoltre, è in atto una vera e propria migrazione verso piattaforme di centralizzazione degli apparati e di tutta la gamma di dati e informazioni che questi ultimi costantemente forniscono”. Nel 2020 si è completato il ricambio generazionale con l’ingresso in azienda della terza generazione della famiglia Guandalini: accanto al direttore tecnico e fondatore Remo Guandalini è arrivato, infatti, il nipote Matteo, social media manager e data analyst, figlio di Andrea; un segno di continuità che spinge nel futuro l’azienda fondata nel 1993, continuità che si rispecchia anche nella presenza tra i titolari di Giacomo Grazioli, socio e co-responsabile commerciale, e del fratello Giulio, agente di vendita, figli dell’altro socio fondatore dell’azienda. Il 2021 sarà inoltre l’anno del consolidamento della collaborazione con CyberKube, partner che ha permesso a Centrum di entrare a pieno titolo nel campo della sicurezza informatica e della protezione dei dati. “Fornire sicurezza a 360 gradi è il nostro scopo principale e non potevamo non fornire ai clienti la protezione delle informazioni più sensibili che oggi devono essere gestite giocoforza anche lontano dalla sicurezza dei server aziendali”, chiosa Giacomo Grazioli.

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CRP MECCANICA PORTA IN EUROPA UN’INNOVATIVA TECNOLOGIA DI STAMPA 3D

Grazie all’accordo commerciale siglato nei mesi scorsi tra l’azienda modenese CRP Meccanica, attiva nel campo delle lavorazioni meccaniche di alta precisione a CNC con 20 anni di esperienza nel campo delle tecnologie additive in metallo, e la realtà californiana VELO3D sbarca in Europa un innovativo sistema di stampa 3D laser per metallo che permette di realizzare parti senza supporto, e con un flusso di lavoro integrato end-to-end. Con questa intesa, CRP Meccanica diventa distributore esclusivo per l’Italia e distributore per l’Europa dei sistemi di stampa 3D in metallo support-less Sapphire® e fornirà inoltre l’assistenza sulle macchine installate, costante affiancamento al cliente e supporto anche per il backup in caso di fermi o picchi di produzione. “Lavoreremo al fianco del cliente dalla consulenza di prevendita fino all’assistenza post-vendita, service e manutenzione, offrendo anche supporto durante la fase produttiva”, dichiara il direttore tecnico e presidente di CRP Meccanica, Franco Cevolini. “Stiamo attuando una rivoluzione nella tecnologia produttiva. L’esperienza e la credibilità che tutto il mondo riconosce a CRP Meccanica, aiuteranno VELO3D a mutare radicalmente il mercato italiano ed europeo della stampa 3D in metallo. Siamo pronti ad abbracciare questa nuova avventura e a mettere a frutto l’expertise maturata in oltre mezzo secolo di attività a servizio dei settori industriali più esigenti. Le competenze delle aziende della famiglia Cevolini unite alla tecnologia di VELO3D daranno vita ad un unicum senza precedenti al mondo. Credo molto in questo progetto, la tecnologia di VELO3D è un vero e proprio game changer che supera tutti i sistemi di stampa 3D in metallo, e può fare la differenza in molti ambiti industriali avanzati”, rimarca Cevolini. “CRP Meccanica è un’azienda unica con i suoi 50 anni di esperienza nel campo delle lavorazioni meccaniche di alta precisione a CNC maturati al fianco delle maggiori industrie high-tech e vanta, inoltre, un’importante pratica ventennale nell’ambito delle tecnologie additive in metallo, che l’ha portata ad apprezzare i significativi vantaggi tecnologici e i benefit per i clienti del nostro sistema Sapphire®. CRP Meccanica è dunque il partner eccellente per sfondare nel mercato italiano ed europeo”, afferma Benny Buller, fondatore e CEO di VELO3D . “Spesso i sistemi di costruzione tradizionali richiedono dei supporti per le geometrie inferiori a 45 gradi. Questo ha sempre rappresentato un vincolo pressoché insormontabile, creando quelle limitazioni in fase progettuale che si traducevano in incertezze qualitative e ritardi: molte geometrie, e quindi forme e strutture, non si potevano realizzare per l’im-

possibilità di rimozione dei supporti. Dunque, l’intero processo di costruzione ha sempre richiesto del tempo extra: il design del pezzo doveva essere ottimizzato per la stampa, i supporti dovevano essere costruiti durante la realizzazione del pezzo stesso, e poi essere rimossi nella fase di post-processo, con il conseguente aumento dei tempi di produzione e dei costi. VELO3D ha reso la stampa 3D in metallo una tecnologia supportfreeTM, più veloce, più performante e adatta ai settori industriali più esigenti che devono produrre pezzi di altissimo livello”, spiega ancora Franco Cevolini. Le stampanti Sapphire® di VELO3D possono trovare applicazione, solo per citare qualche esempio, in ambito aerospaziale e difesa, per realizzare microturbine, bruciatori, turbopompe, scambiatori di calore, nell’oil&gas e anche nel motorsport.

DANFOSS POWER SOLUTIONS, A BOLOGNA UNA DELLE ECCELLENZE DEL LEAN MANUFACTURING

Un importante riconoscimento, volto a premiare gli esempi più virtuosi di applicazione dei principi e della cultura Lean. È il concorso LEANICON, indetto anche quest’anno dall’Associazione Europea Lean Managers (ALES), l’ente più importante sul miglioramento continuo in Europa, con sede a Bruxelles, che ha visto lo stabilimento Danfoss Power Solutions di Castel San Pietro Terme, alle porte di Bologna, aggiudicarsi il secondo premio distinguendosi tra le 120 aziende partecipanti da tutto il Vecchio Continente per l’iconicità, la misurabilità delle performance aziendali e l’approccio verso il miglioramento continuo semplice ed inclusivo. Danfoss Group è una multinazionale danese che opera nell’ambito dei sistemi di controllo climatico, energetico e dei componenti e sistemi oleodinamici ed elettrici; la sua presenza nel mondo occupa oltre 28.000 addetti, producendo un fatturato che nel 2019 si è attestato intorno a 6,3 miliardi di euro. In Italia Danfoss Power Solutions, il segmento oleodinamico del gruppo, è presente con un organico di circa 250 dipendenti dislocati tra i due stabilimenti di Reggio Emilia e Bologna, quest’ultimo dedicato alla produzione di pompe e motori oleodinamici ad ingranaggi. “Il premio LEANICON è un grande riconoscimento, ottenuto in seguito ad anni di costante impegno quotidiano profuso nell’ottimizzazione dei nostri processi produttivi. Un modello di business di comprovato successo globale, che ci garantisce il massimo grado di flessibilità ed efficienza produttiva”, commenta Domenico Traverso, presidente della divisione Work Function, in cui opera la business unit di Bologna. “Il livello di prestazioni operative raggiunto in termini di sicurezza, qualità, consegna ed efficienza, unitamente a una cultura aziendale basata sul miglioramento continuo, ci permettono di affrontare con più consapevolezza le sfide del mercato e di rispondere in modo più rapido alle esigenze dei nostri clienti”, evidenzia Kaj Vaataja, vicepresidente e general manager della business unit. “Il Lean manufacturing fu introdotto in azienda nel 2015, ovvero quando ci trasferimmo dallo stabilimento di Villanova di Castenaso in quello attuale, più moderno e flessibile e che oggi ci permette di fornire ai nostri clienti innovazione di prodotto e servizio ai più alti standard di efficienza operativa”, dichiara Giulio Stella, direttore dello stabilimento di Bologna. “Danfoss è un’azienda d’eccellenza che crede profondamente nel miglioramento continuo e Bologna è un ottimo esempio di cultura propensa al miglioramento e al cambiamento, terreno molto fertile per il successo e per la sostenibilità nel tempo”, conclude Sarah Dal Prà, Danfoss continuous improvement expert.

DOTENV, PROGETTI DIGITALI CON METODO SARTORIALE

Una squadra giovane e appassionata formata per rispondere alle esigenze tecnologiche dei clienti. Così è nata a gennaio 2020 DotEnv, realtà ferrarese che offre web software solution costruite intorno al cliente, su misura al punto da dare vita a un minuzioso lavoro di squadra che vede una accurata analisi della richiesta e la personalizzazione di ogni soluzione. “Per questo parliamo di progetti digitali e metodo sartoriale. Si lavora per realizzare ciò di cui il cliente ha bisogno: vengono analizzate le esigenze e le richieste, condividendo gli obiettivi e fornendo l’assistenza necessaria per sviluppare la migliore soluzione software personalizzata”, dichiarano da DotEnv. Core business dell’azienda è la creazione di soluzioni informatiche, ex novo o tramite l’integrazione con gestionali preesistenti.

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Quindi di base applicativi desktop, web e app, con la possibilità di realizzare soluzioni personalizzate e personali. DotEnv accompagna le aziende in un percorso di digital transformation, creando anche soluzioni hardware per acquisire dati e informazioni da macchine, operatori e zone produttive, e li mette rapidamente a disposizione degli strumenti digitali. Il motto dell’azienda è ‘Insieme è meglio’: “Scegliendo di fare squadra con il team di professionisti e partner tecnologici DotEnv, il cliente è certo di entrare in un processo di lavorazione che gli permetterà di ottenere un servizio di assistenza anche dopo la realizzazione del progetto desiderato”, sottolineano da DotEnv. Il team è formato da otto persone, di cui cinque in ambito tecnico e sviluppo, e le restanti tre in servizi amministrativi. DotEnv si avvale inoltre di collaboratori ad hoc per alcuni progetti, in base alle necessità risultanti dal brief con il cliente. Il manifesto del gruppo, che viene virtualmente sottoscritto da ogni componente, è basato su quattro punti fondamentali per svolgere un lavoro professionale e di qualità: ascolto tramite il confronto con il cliente, per costruire e sviluppare la soluzione più adeguata; integrazione con i gestionali già in uso nei sistemi del cliente, potenziandoli per i nuovi obiettivi; personalizzazione dei progetti sulla base di ogni specifica esigenza, creando prodotti unici; risultato ottenuto dal lavoro in sinergia con le persone. L’azienda si trova a Ferrara presso le Corti di Medoro, una zona riqualificata e inaugurata lo scorso ottobre che ha dato vita a un complesso residenziale di proprietà di Investire e gestito da ACER, nel quale diverse attività hanno potuto mettere radici. “In un periodo storico di totale incertezza, avere la sicurezza di un luogo in cui ritrovarsi e fare squadra era importante per tutto il gruppo. Un luogo di creazione di nuovi progetti, consolidamento dei rapporti già costruiti, uno spazio per rispondere alle necessità dei clienti e per condividere la giornata tra una programmazione e l’altra”, concludono da DotEnv.

Claudio Alberghini, general manager di Dr. Safety

DR SAFETY, PIATTAFORMA “ALL INCLUSIVE” PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Da Dr Fire® a Dr Safety®: non è una semplice modifica di brand, ma un cambiamento di visione rispetto a tutto quanto riguarda la sicurezza per le aziende, offrendo le soluzioni necessarie a garantirla nel modo più efficace ed efficiente. “È il primo network dedicato al mondo della sicurezza sul lavoro che mette in collegamento aziende, lavoratori, professionisti, produttori e distributori”, spiega Claudio Alberghini, general manager di Dr. Safety. “Siamo un gruppo di imprenditori che vogliono distinguersi per visione e capacità di competere e crescere, perseguendo la quarta rivoluzione industriale, la ‘digitalizzazione dei processi’. Già prima del Covid-19 ci occupavamo di sicurezza, realizzando soluzioni innovative. Eravamo impegnati prevalentemente sulla prevenzione incendi, ma le soluzioni per aumentare la sicurezza sul lavoro crescevano, garantendo una sempre più performante gestione digitalizzata, mentre, parallelamente, le soluzioni IoT garantivano una costante verifica delle attività svolte”. La sfida è diventata, appunto, creare un sistema che andasse oltre Dr Fire®. “Abbiamo individuato uno spazio di business inespresso”, spiega Alberghini. “Per essere protagonisti e costruire il futuro del settore, oggi molto disgregato, abbiamo impiegato diverso tempo, ma siamo riusciti a dare vita a una piattaforma che digitalizza i processi attraverso un format ‘all inclusive’ strategico che rivoluziona completamente la filiera e il modo di fornire sicurezza sul lavoro al mercato delle imprese e dei consumatori finali. Abbiamo unito visione strategica, innovazione tecnologica e di business, specializzazione settoriale, forte orientamento al networking, multicanalità distributiva, efficienza e sostenibilità economica, per creare un vantaggio competitivo forte, distintivo, difficilmente replicabile, dalle innumerevoli potenzialità. Ed ecco il nuovo brand, Dr Safety®”. Il cliente, acquistando la piattaforma Dr Safety Smart System®, si troverà automaticamente connesso al network. I professionisti qualificati di Dr Safety® sono riconoscibili grazie a un tesserino identificativo (Skill Card©) munito di sensoristica, indispensabile per connettersi con le soluzioni IoT presenti sui dispositivi Dr Safety®. Tale connessione consente di verificare il rispetto delle scadenze per sorveglianza visiva, controllo periodico e manutenzione programmata dei dispositivi, che quindi può avvenire solo attraverso personale qualificato. La ‘catena degli obblighi’ prevede che il datore di lavoro si attivi per ridurre al minimo i rischi sul lavoro, per salvaguardare la sicurezza dei dipendenti. “Abbiamo brevettato un sistema di controllo di prossimità che riconosce il manutentore o l’incaricato alla sorveglianza, che sorveglia o controlla lo stato di efficienza dei dispositivi, mentre l’App registra su una piattaforma crittografata tutte le attività effettuate. Le verifiche vengono registrate sul registro dei controlli (obbligatorio), che è disponibile alle aziende e agli organi di controllo e, in caso di mancata sorveglianza nei tempi stabiliti dalle normative vigenti, grazie all’App, un segnale di allarme avviserà tutta la filiera dei responsabili della sicurezza in tempo reale, percorrendola fino all’RSPP e al titolare o all’amministratore delegato. Grazie a questa ‘catena di responsabilità’ si avrà il controllo di ciò che accade in tempo reale e si potrà intervenire con tempestività, avendo la garanzia che l’impianto sia in totale efficienza e sicurezza. Per questo la piattaforma si chiama ‘no alert no problem’”, conclude Claudio Alberghini.

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I.C.O.S. FESTEGGIA 70 ANNI DI QUALITÀ NELLA LAVORAZIONE DELLA LAMIERA

Settant’anni nel campo delle tecnologie di lavora- un’area nella zona industriale di Zola Prezione della lamiera. A contraddistinguere la storia dosa, in via Curiel, 4. I lavori di costruzione di I.C.O.S. - Industria Costruzione Oggetti Stampati, terminarono l’anno successivo e, agli albori oltre alla ammirevole longevità, è la volontà dell’a- degli anni ’70, l’azienda si affacciò sul merzienda bolognese, rimasta immutata nel corso de- cato. Oltre alla mission industriale e mecgli anni, di guardare al futuro con determinazione canica, nel Dna di nostro padre, che era un ed entusiasmo, sempre alla ricerca di nuove solu- uomo dai molti interessi, c’era la passione zioni tecnologiche con le quali potersi distinguere legata alla terra e alla natura e il desideper una produzione all’insegna dell’alta qualità. Marino Leonelli, fondatore di I.C.O.S. rio di fare del buon vino. Per questo, negli La storia di I.C.O.S., che nel dicembre 2020 ha cele- anni successivi creò anche una bellissima brato la ricorrenza del proprio settantesimo anniversario nel cor- azienda vitivinicola sulle colline di Castelvetro di Modena, la Teso di una cerimonia con cui il Comune di Zola Predosa, alle porte nuta Galvana Superiore, che oggi produce ottimi vini”, continua di Bologna, ha voluto onorare la longevità e l’eccellenza di alcune Leonelli. Nel pieno del successo e dell’impegno imprenditoriale realtà del territorio, è indissolubilmente legata a quella del suo di Marino Leonelli, l’attività di I.C.O.S. nella nuova sede si rivelò fondatore, Marino Leonelli, e alla sua passione per la meccanica, fin da subito profittevole, portando a immediate collaborazioni tramandata ai figli Piero, Paolo e Carmen che oggi proseguono il con nuovi clienti e a un ampliamento dei settori merceologici, che percorso intrapreso con la stessa cura e dedizione. spaziavano dalla componentistica per i carburatori al settore del“Tutto ha preso avvio in un piccolo paesino nelle colline modene- le macchine automatiche, fino a quello dei piccoli elettrodomestisi, dove nostro padre nacque nel 1925”, racconta Paolo Leonelli. ci e dell’automotive. “Il suo primo lavoro fu presso la ditta Alfieri Maserati ed è lì che “Gli anni successivi sono stati contraddistinti da una continua iniziò a coltivare il proprio interesse per la meccanica. Alcuni anni crescita: l’azienda si è evoluta ed è divenuta sempre più moderdopo, nel 1948, si trasferì a Bologna e cominciò a lavorare in un’a- na e tecnologica mediante un continuo aggiornamento del parco zienda di macchine automatiche per la produzione e confeziona- mezzi di produzione, ottenendo nel 1998 la Certificazione di Quamento di fiammiferi”. lità ISO 9000 e a tutt’oggi anche la Certificazione ISO 3834-4. Dal Fu nel 1950, all’età di 25 anni, che Marino decise di mettersi in 2010 partecipiamo a un’aggregazione di 11 imprese nel campo proprio e fondare la I.C.O.S. nella sua prima sede, un capannone della subfornitura meccanica che hanno costituito il contratto di di via Emilia Ponente. Nata come subfornitrice nel tessuto indu- rete RaceBO. Questo team di aziende, che presenta attività comstriale bolognese, l’impresa si è via via distinta per la capacità plementari e fortemente specializzate, è in grado di offrire prodotti di offrire un servizio a 360 gradi che si sviluppa in quattro aree finiti con standard elevati di qualità a costi competitivi, elementi, produttive, ovvero taglio e piega lamiere, carpenteria meccanica, questi ultimi, che sono l’essenza della sfida che, nel mercato glodeformazione-stampaggio lamiere a freddo, attrezzeria e costru- balizzato, attende un po’ tutte le industrie. A gennaio di quest’anzione stampi. no, inoltre, abbiamo acquisito un nuovo sito di 2.000 metri quadri in “Quando gli affari iniziarono ad andare bene, l’attività venne di- via Curiel, 5, che ci permetterà di espandere e migliorare la nostra versificata tramite l’affitto di altri locali, destinati alla costruzione produzione”, conclude con orgoglio Piero Leonelli, oggi alla guida di gabbie per il settore avicolo. Il punto di svolta per la storia del- dell’azienda con i fratelli Paolo e Carmen, nel segno della tradiziola I.C.O.S. fu nel 1968, quando nostro padre decise di acquistare ne ma con lo sguardo proiettato al futuro.

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DUCATI CHIUDE IL 2020 CON UN SECONDO SEMESTRE DA RECORD

“Il 2020 è stato un anno complesso sotto tanti aspetti e una sfida tutta nuova per chiunque nel mondo. Inevitabilmente si è chiuso in modo diverso da come avremmo voluto, ma Ducati ha saputo sfruttare al meglio il trend di recupero del mercato delle due ruote iniziato a giugno, ottenendo un’eccellente seconda parte dell’anno con un risultato finale migliore rispetto alle previsioni di marzo. Ridefinendo modalità e processi lavorativi siamo riusciti a mantenere la sicurezza dei nostri dipendenti, a stare vicini agli appassionati e a consolidare il brand Ducati nel mondo crescendo in alcuni mercati come la Cina. Abbiamo inoltre conquistato per la seconda volta nella nostra storia il Titolo Mondiale Costruttori in MotoGP”. Sono le parole con cui Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Motor Holding, riassume un 2020 caratterizzato da una complessa situazione globale. Nonostante il fermo produttivo di sette settimane proprio nel picco di stagione, che ha pesantemente impattato i primi sei mesi, Ducati ha chiuso il 2020 con un secondo semestre da record. Grazie ai risultati ottenuti da luglio a dicembre, l’azienda è riuscita a consegnare nel corso dell’anno un totale di 48.042 moto, contenendo il differenziale di vendite rispetto al 2019 al -9,7%. È inoltre proseguito il trend di crescita degli ultimi anni in Cina, che con 4.041 moto vendute (+26%) diventa il 4° mercato per l’azienda di Borgo Panigale, in Germania, con 5.490 unità (+6,7%), e in Svizzera (+11,1%), mentre il primo mercato a livello mondiale si conferma l’Italia con 7.100 moto. Il 2020 è stato contraddistinto anche dalla conquista del Titolo Mondiale Costruttori MotoGP, dal proseguimento del processo di rafforzamento della rete vendita, dall’apertura della nuova filiale australiana e dall’avvio della produzione di esemplari unici in serie limitata quali la Superleggera V4 e il Diavel 1260 Lamborghini. “Nel corso del 2020 Ducati si è inoltre impegnata a supportare la propria rete vendita in tutto il mondo, sviluppando il programma Ducati Cares, che ha permesso ai Ducatisti di visitare i propri concessionari di fiducia in assoluta sicurezza, di poter interagire digitalmente per prenotare un appuntamento e valutare l’acquisto di una moto da remoto. Il tutto senza cessare il processo di espansione che è proseguito con l’apertura di nuovi concessionari e della nuova filiale australiana”, aggiunge Francesco Milicia, vicepresident and global sales director di Ducati. Il trend positivo che ha contrassegnato la chiusura del 2020 permette a una solida Ducati di guardare al futuro con ottimismo e fiducia: “Iniziamo il 2021 con la certezza di una gamma sempre più completa e attenta a soddisfare le esigenze di diverse tipologie di motociclisti. I nuovi prodotti hanno segnato un portfolio ordini all’inizio dell’anno molto positivo ed è un chiaro segnale dell’apprezzamento dei nostri appassionati. Moto come la nuova Multistrada V4, che con la sua tecnologia segna un nuovo traguardo per il mondo delle due ruote, o il Monster, che rappresenta tutta l’essenza Ducati nella forma più compatta, essenziale e leggera possibile per divertirsi ogni giorno. Anche la stagione sportiva che è alle porte ci vede partecipare in MotoGP e Superbike con piloti giovani e di talento, che ci fanno guardare al futuro con ottimismo e una costante voglia di migliorarci”, conclude Claudio Domenicali.

Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Motor Holding

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DELTA AIR LINES SCEGLIE EASYSNAP TECHNOLOGY

Easysnap Technology, con le sue bustine di gel igienizzante, è entrata nel “care kit” di Delta Air Lines, la migliore compagnia aerea statunitense nel business travel, confermando un trend di grande crescita, soprattutto nelle vendite online, per l’azienda modenese. Innovative, pratiche e facili da usare: sono le soluzioni di packaging di Easysnap Technology che, ideate e sviluppate a Modena, si sono fatte strada nel mondo perché scelte dalle più importanti aziende farmaceutiche, cosmetiche e alimentari per distribuire i propri prodotti. “Si tratta di confezioni semirigide monodose per sostanze liquide e cremose che si aprono con l’utilizzo di una sola mano”, spiega il CEO Andrea Taglini. “Niente più linguette

Andrea Taglini, CEO di Easysnap Technology da strappare o parti da scartare, niente più tappi da svitare, basta semplicemente piegarle a metà”. Queste soluzioni basate sul principio del “one hand opening” nascono dall’intuizione dell’azienda modenese Easysnap Technology, da cui prendono il nome anche le unità di confezionamento, il cui obiettivo è creare un nuovo modo di aprire le cose. Obiettivo pienamente raggiunto: lo studio e l’attenzione dell’azienda hanno portato alla creazione di questo pack accessibile a tutti: bambini, anziani, persone con disabilità. “Altamente intuitivi, estremamente semplici e leggeri ma anche resistenti, gli Easysnap sono inoltre in grado di erogare il contenuto in modo preciso, pulito e senza sprechi, garantendo le giuste quantità e un’altissima restituzione di prodotto”, ricorda Taglini. Grazie a questa nuova soluzione, l’azienda con sede nel cuore della Packaging Valley è riuscita ad affermarsi a livello globale, sia confezionando prodotti per altri colossi mondiali, sia vendendo le macchine progettate per realizzare il confezionamento in Easysnap. Una straordinaria accelerazione alla diffusione degli Easysnap l’hanno data le nuove prescrizioni connesse all’emergenza sanitaria. Questo packaging pensato per le soluzioni liquide e semiliquide ha trovato infatti una perfetta applicazione nel mercato dell’igienizzante mani: pratico, sicuro e comodo da trasportare e da usare, è stato scelto da grandi marchi per confezionare i propri gel, ma è stato anche impiegato dall’azienda stessa per creare un proprio corporate brand di igienizzante “Snap for Clean”. E non a caso la compagnia aerea statunitense Delta Air Lines ha scelto proprio i monodose Easysnap per il gel igienizzante incluso nel “care kit” per i passeggeri. Così, ogni giorno, milioni di viaggiatori hanno occasione di sperimentare questo modo rivoluzionario di aprire le confezioni: piegandole con le dita di una mano sola. Anche gli acquisti sulle grandi piattaforme online hanno preso il volo toccando numeri da record e ottenendo un ottimo riscontro dagli utenti che valutano a pieni voti gli Easysnap di gel igienizzante, che nell’era Covid ha trovato un consumo eccezionale. Ma sono numerosi i prodotti e i settori ai quali l’azienda ha riservato attenzioni: il pack Easysnap ha infatti trovato applicazione anche nell’ambito alimentare per salse, miele, condimenti vari e integratori, nel settore farmaceutico per diversi farmaci in forma liquida, e in quello cosmetico per creme e make-up. Easysnap Technology è il proprietario e titolare dei diritti del marchio Easysnap in tutto il mondo ed è produttore e costruttore di macchine automatiche per confezionamento nella tecnologia monodose Easysnap.

ELECNOR APPRODA A BOLOGNA

Elecnor approda a Bologna con un nuovo contratto di manutenzione per E-distribuzione. L’investimento in Emilia-Romagna del gruppo spagnolo, leader nelle infrastrutture, energia, servizi e telecomunicazioni, avrà importanti ripercussioni locali in termini di assunzioni e formazione di nuove figure professionali. Attraverso Elecnor Italia, la succursale specializzata nelle telecomunicazioni e nella trasmissione di energia elettrica, il Gruppo impiega attualmente 500 persone, principalmente in Piemonte e Lombardia. Il progetto

in Emilia comprenderà lavori di progettazione, installazione e manutenzione di linee aeree e interrate in bassa e media tensione, sottostazioni secondarie e lavori su gruppi di misura elettrici, con/senza tensione, interventi su chiamata per guasti, oltre ad altre attività quali la realizzazione di infrastrutture di rete in fibra ottica e manutenzione ed efficienza energetica con soluzioni personalizzate. Per il progetto di Bologna, Elecnor assumerà diversi profili professionali: elettricisti, personale specializzato nel lavoro in quota, operai generici di scavo, progettisti e tecnici di cantiere. In azienda saranno previsti percorsi di formazione in ambito operativo e piani di carriera per il personale specializzato sia in Emilia che nel resto del nord Italia. Con oltre 60 anni di storia, Elecnor nasce nel 1958 su iniziativa di un gruppo di imprenditori spagnoli, ancora oggi azionisti di riferimento. Inizialmente focalizzata sul settore elettrico, nel giro di pochi anni amplia il campo d’azione alle telecomunicazioni e inizia la propria espansione con la creazione della prima filiale in Spagna, dedicata alla progettazione e realizzazione di opere prefabbricate. Quasi contestualmente nasce in Venezuela la prima filiale estera, considerata la prima pietra miliare del percorso di espansione internazionale del Gruppo, seguita dalla realizzazione di impianti in Brasile e in Cile, dall’acquisizione di società in Scozia, negli Stati Uniti e in Francia e dal rafforzamento nei mercati dell’energia elettrica, del gas, delle telecomunicazioni e delle energie rinnovabili. Elecnor opera oggi su diversi settori quali: gas, impianti industriali, ferrovie, telecomunicazioni, sistemi idrici, costruzioni, ambiente, manutenzione di impianti, e ingegneria aerospaziale. Presente in 53 Paesi, la forte vocazione internazionale dell’azienda l’ha portata negli anni ad un continuo processo di espansione che le ha aperto le porte di nuovi mercati in tutto il mondo, in particolare l’Europa, il Nord America, il Centro America, il Sud America, l’Africa, l’Australia e il Medio Oriente. Quotata nella borsa spagnola, Elecnor ha un team di professionisti altamente qualificati e una forza lavoro di oltre 18.000 dipendenti diversificati per competenze e fascia generazionale, nell’ottica di garantire negli anni il mantenimento costante del know-how, della professionalità e della qualità dei servizi, oltre che di assicurare un costante ed efficiente ricambio generazionale. fare 27 vita industriale

IL GRUPPO ZENIT SCEGLIE I SERVIZI CLOUD DI ELOGIC

Zenit, azienda modenese specializzata nel settore del trattamento delle acque reflue, ha riorganizzato la propria infrastruttura IT in un ambiente Cloud tutto italiano: il Private Cloud di eLogic, Cloud Service Provider bolognese del Gruppo Maggioli, ospita infatti l’articolata infrastruttura tecnologica del Gruppo. Per una realtà aziendale come il Gruppo Zenit, con sedi in Europa, Cina e Asia, è di fondamentale importanza l’affidabilità dell’intero sistema informativo che rende fruibili alla rete commerciale dei vari Paesi il sistema ERP SAP, la piattaforma di gestione contenuti Kentico Xperience, gli applicativi verticali e il CRM. “Come la maggior parte delle aziende italiane, anche Zenit nel corso degli anni aveva sviluppato la propria infrastruttura su hardware fisico di proprietà, organizzato su più server presso il proprio CED in colocation su Data Center esterno; l’obsolescenza dell’infrastruttura tecnologia di proprietà ha posto l’azienda davanti a una scelta progettuale importante: investire nell’acquisto di nuovo hardware e software di base per sopperire alle necessità informatiche aziendali attuali e, possibilmente, capace di gestire esigenze a medio termine oppure migrare gradualmente la propria infrastruttura in Cloud, esternalizzando i server e delegando le problematiche di acquisto e gestione operativa degli stessi ad altri”, spiegano le due aziende emiliane. Zenit ha optato per la completa riorganizzazione tecnologica e applicativa in ambiente Cloud, affidandosi alla divisione Cloud Services di eLogic che mette a disposizione dei propri clienti un’infrastruttura tecnologica di proprietà all’avanguardia che risiede presso i più importanti Data Center italiani a garanzia di prestazioni di alto livello e massima qualità. Lo staff tecnico eLogic, inoltre, fornisce presidio e affiancamento consulenziale, sollevando Zenit dagli oneri di gestione. “La nuova architettura di Cloud computing realizzata garantisce migliore affidabilità, riduzione dei potenziali punti di vulnerabilità, un accesso efficiente dalle varie sedi internazionali e facile espansione delle risorse computazionali. Scegliere la nostra soluzione Cloud ha permesso al Gruppo Zenit di superare i vincoli tecnici, dettati dalle diverse politiche di utilizzo della rete Internet vigenti nei vari Paesi, attraverso una consulenza ad hoc ed un utilizzo di specifici apparati di networking”, afferma Marco Musolesi, responsabile area Cloud Services di eLogic. “Grazie all’adozione dei servizi di Private Cloud eLogic, abbiamo riorganizzato e garantito il futuro dell’infrastruttura informatica del Gruppo, senza effettuare progetti interni di aggiornamento tecnologico particolarmente invasivi ed economicamente gravosi”, dichiara Massimo Fini, IT manager del Gruppo Zenit. “In questi ultimi anni sono sempre di più le aziende che scelgono di virtualizzare i sistemi informativi migrandoli in Cloud: contenimento dei costi, miglioramento della connettività, salvaguardia dei dati, sicurezza, alta scalabilità e presidio tecnico sono dei reali vantaggi che come Cloud service provider offriamo ai nostri clienti. Investiamo continuamente sui nostri servizi Cloud per migliorarli e le certificazioni ISO 9001 e ISO/IEC 27001 ne sono una conferma”, conclude Mirko Sancassani, CEO di eLogic.

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LE MASCHERINE PER CHI NON SENTE DISTRIBUITE DA ENCAPLAST

L’appello è stato lanciato nei mesi scorsi: le persone con problemi di udito hanno bisogno di leggere le labbra e l’obbligo della mascherina rendeva tutto molto più difficile. “Servono negli ospedali, nelle scuole, negli uffici pubblici, ma c’è grande difficoltà nel reperirle”: spiegava Renato di Carlo, coordinatore dell’Associazione Nazionale sordi. A rispondere all’appello è stata Encaplast, azienda di Mirandola, in provincia di Modena, specializzata da oltre 40 anni nel settore del packaging biomedicale, che ha deciso di contribuire e collaborare con Renometal, azienda emiliana proveniente dall’industria fashion, e il designer Matteo Martinelli, diventando distributore di “WeAre”, la mascherina trasparente indispensabile per chi non sente ed è costretto a leggere il labiale. “WeAre permette di respirare bene e di proteggersi grazie al suo flusso d’aria innovativo e al suo filtro protettivo, che nella versione ‘Baby’ sembra proprio il naso di un clown. WeAre rende tutto trasparente, anche l’acqua, perché è quasi totalmente riciclabile (96,4%) e il filtro può essere riutilizzato previo lavaggio fino a 20 volte, rendendola eco-friendly e pocket-friendly. Siamo davvero entusiasti di questo nuovo progetto, che tocca temi a noi molto cari come sostenibilità e inclusività”, dichiara Elena Poltronieri, key account manager e responsabile di Encaplast. Encaplast è un’azienda fondata nei primi anni Ottanta dalla famiglia Neri a Mirandola e sin da allora ha intrapreso un percorso mirato allo studio e alla realizzazione di soluzioni

Elena Poltronieri, key account manager e responsabile di Encaplast

packaging specifiche per il settore medicale e farmaceutico. L’essere al centro di uno dei più importanti distretti biomedicali del mondo ha sicuramente giocato un ruolo importante, consentendo di sviluppare tecniche e prodotti costantemente in linea con le esigenze del settore. Come spiegano da Encaplast “l’ufficio tecnico studia la soluzione migliore per le esigenze del cliente, rispettando rigorosamente normative e standard qualitativi. Taglio del materiale, stampa, accoppiamento/laminazione e saldatura sono i punti principali del processo produttivo, tramite il quale prendono vita le soluzioni packaging che rispondono a tutte le richieste. Elevati standard qualitativi ci hanno poi spinto a realizzare una camera bianca a triplo turno di lavoro, dove vengono prodotte sia soluzioni packaging medicale e farmaceutico in grandi serie, sia piccoli lotti per particolari esigenze aziendali. In effetti, qualità del prodotto per il settore medicale e farmaceutico significa soprattutto produzioni in ambienti protetti e altamente puliti. Negli ultimi anni la camera bianca è stata completamente modernizzata: è altamente innovativa, con particolare attenzione ai flussi delle merci e in costante aggiornamento con tecniche e macchinari all’avanguardia. Inoltre, gli standard qualitativi elevati sono resi possibili anche dall’accuratezza con cui il personale controlla ogni singolo packaging prodotto”. “Encaplast è una grande famiglia”, sottolineano Patrizia e Mario Neri, amministratori dell’azienda biomedicale mirandolese. “Ormai 40 anni fa i nostri genitori fondarono questa azienda, ora diventata una realtà internazionale. Tutto questo grazie al prezioso supporto dei nostri collaboratori che non hanno mai smesso di condividere e credere alle ambizioni della famiglia Neri. Un team collaudato in costante aumento, unitamente a una struttura moderna e all’avanguardia, ci permettono di collaborare con partner di caratura internazionale. L’inserimento all’interno dell’esclusiva associazione di categoria SBA è motivo di grande orgoglio per noi: da sempre visto come traguardo è ora un nuovo punto di partenza per rafforzare la nostra presenza sul mercato mondiale”.

Patrizia e Mario Neri, amministratori di Encaplast

ECM INAUGURA IL SUO TERZO LABORATORIO DI PROVA

Ente Certificazione Macchine, realtà di Valsamoggia, in provincia di Bologna, che da più di 20 anni opera nell’attività di certificazione, testing, ispezione e formazione, ha annunciato nel febbraio scorso l’apertura di un terzo laboratorio di prova, per una gamma ancora più ampia di servizi di testing, dedicati in particolare alle batterie al litio. In un’ottica di crescita e miglioramento costanti, ECM ha investito importanti risorse ed energie per estendere ulteriormente le proprie competenze e fornire a imprese e professionisti di tutto il mondo servizi sempre all’avanguardia e in linea con i più recenti sviluppi tecnologici e normativi. Accanto al laboratorio di prova già accreditato 17025, che vanta una lunga e consolidata esperienza a livello internazionale, e all’area prove sita nella nuova sede della divisione dispositivi medici, dove è installata una camera anecoica di ultima generazione per prove di compatibilità elettromagnetica, si aggiunge ora un nuovissimo spazio dedicato alle attività di testing. Questo terzo laboratorio, che si trova in una nuova struttura ed è equipaggiato con le attrezzature più sofisticate, sarà dedicato principalmente all’attività di testing sulle batterie al litio. Alla luce dei grandi investimenti previsti a livello nazionale e internazionale – dal progetto europeo IPCEI per le batterie di nuova generazione alla joint venture Cina-USA per la progettazione e produzione di vetture innovative nel cuore della Motor Valley emiliano-romagnola – il settore delle batterie al litio rappresenta un business estremamente attuale, che tuttavia richiede attenti controlli e verifiche dal punto di vista della sicurezza. “La tecnologia al litio rappresenta una vera e propria innovazione nel campo dell’energia, tuttavia, accanto ai vantaggi in termini di efficienza e sostenibilità, bisogna prestare grande attenzione ai requisiti di sicurezza che devono essere rispettati, prima di mettere in commercio queste batterie”, spiega il direttore generale di Ente Certificazione Macchine, Luca Bedonni. Dalla mobilità elettrica al fotovoltaico, dall’elettronica di consumo ai macchinari industriali, le batterie al litio sono utilizzate ormai in ogni ambito della vita quotidiana. Per questo è fondamentale che vengano prodotte, impiegate e vendute in conformità a quanto previsto dalle normative applicabili, anche alla luce della loro pericolosità intrinseca in caso di incidenti. Il processo di verifica della conformità delle batterie al litio è molto complesso. A seconda della destinazione d’uso della batteria, si vanno ad applicare standard diversi, che prevedono il superamento di un iter di prova di diversa natura. “ECM ha deciso di specializzarsi in questo tipo di attività proprio perché il mercato ce lo richiede. La nostra mission aziendale è fornire servizi utili affinché siano immessi in commercio soltanto prodotti e attrezzature che rispettino i requisiti di sicurezza, a tutela del mercato”, spiega Bedonni. Grazie alle avanzate strumentazioni in dotazione, inoltre, nella nuova area prove sarà possibile svolgere una rinnovata gamma di test e prove meccaniche di varia natura, su diverse tipologie di prodotti e attrezzature.

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ESTECOM, NUOVO PERCORSO PER IL CYBERSECURITY CONTROL AZIENDALE

Gli esperti di cybersecurity ritengono che l’esposizione al rischio informatico sia aumentato per le aziende con collaboratori che lavorano da casa. Personale che riceve una formazione frettolosa, meno supervisione e supporto tecnico, utilizzo di dispositivi personali e reti domestiche sono tutti elementi che facilitano truffe di phishing e malware. È così che molte organizzazioni stanno scoprendo di essere impreparate ad affrontare una nuova realtà e quanto sia importante educare i collaboratori alla sicurezza informatica. La pandemia ha costretto infatti molte aziende, che in precedenza supportavano poco o nulla il lavoro da casa, a offrire questa possibilità a molti o alla maggior parte dei loro dipendenti, in alcuni casi anche in modo permanente. Per questo, è ancora più semplice diventare vittime: dall’impiegato all’imprenditore, nessuno è escluso, i danni possono coinvolgere persone, processi e tecnologie aziendali ed essere di natura economica e reputazionale. “Un imprenditore deve sempre considerare un insieme di fattori a protezione dell’azienda, perché la sicurezza informatica non è solo tecnologie di qualità studiate per l’ambiente di lavoro in cui vengono implementate. La sicurezza informatica è anche attenzione al fattore umano e studio dell’esposizione al rischio”, spiega Nicola Bosello, chairman & sales director del gruppo Eurosystem, di cui Estecom fa parte dal 2018. Va ricordato, infatti, che più della metà degli attacchi informatici è riconducibile a cause interne all’azienda, ovvero comportamenti poco sicuri con i quali le risorse introducono inconsapevolmente delle minacce. Per questo, investire nella formazione è compito di chi vuole educare i propri collaboratori ai rischi che possono correre e far correre all’organizzazione, aumentando la possibilità di attacchi. L’altro aspetto da considerare sono le superfici sulle quali l’azienda si rende vulnerabile, sia online che offline, e che molto spesso sono rappresentate dai canali utilizzati per la promozione. “Noi di Estecom, insieme ai colleghi del gruppo Eurosystem, abbiamo sviluppato un nuovo percorso di consulenza fatto di servizi, soluzioni e formazione per la sicurezza informatica, con lo scopo di prevenire e mitigare gli attacchi. L’obiettivo è consentire il cybersecurity control dell’azienda attraverso un approccio corretto e consapevole. Stiamo ricevendo feedback positivi dai clienti: i nostri servizi gestiti di security awareness, ad esempio, permettono di avviare un percorso strutturato insieme al team per istruire il personale su come non cadere vittima di attacchi hacker. Mentre per valutare l’esposizione al rischio, aiutiamo le aziende ad individuare le superfici su cui si dimostrano vulnerabili e che possono essere utilizzate dagli hacker per raccogliere informazioni sensibili da sfruttare a danno delle stesse. Magari attraverso un utente inconsapevole”, conclude l’account manager di Estecom, Alessandro Pastore. Per info: marketing@eurosystem.it

Alessandro Pastore, account manager di Estecom, e Nicola Bosello, chairman & sales director del gruppo Eurosystem

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EUROSETS INAUGURA L'INNOVATIVA OBEYA ROOM

Una stanza per agevolare il brainstorming e la condivisione di idee migliorando i processi decisionali, la creatività e il lavoro di squadra. A realizzarla è stata Eurosets, azienda di Medolla, in provincia di Modena, specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di dispositivi biomedicali. L’efficienza organizzativa di Eurosets, la cui area scientifica prende in carico diversi progetti ogni anno, tra nuovi prodotti, aggiornamenti tecnologici e nuovi brevetti, è stata implementata nei mesi scorsi grazie all’innovativa Sala Obeya, uno spazio che aiuta a migliorare organizzazione e performance in un mercato sempre più esigente e complesso. “Obeya in giapponese significa grande stanza: un luogo per coltivare le idee in gruppo, una cabina di regia dove le persone coinvolte in un progetto si riuniscono condividendo competenze e proposte nel rispetto dei tempi prefissati. Abbiamo voluto dotarci di questo spazio apposito per perseguire l’obiettivo di poter gestire un maggior numero di progetti di ricerca e sviluppo, per offrire sul mercato un più ampio portafoglio di prodotti innovativi”, spiega Antonio Petralia, amministratore delegato di Eurosets. Il metodo messo in campo da Eurosets grazie all’Obeya Room è semplice e si struttura di pochi capisaldi, capaci però di andare a cogliere i punti salienti di un progetto: le specifiche di un lavoro, gli obiettivi intermedi e finale del progetto stesso, l’analisi delle criticità previste, la definizione delle tempistiche. Questi elementi consentono di avere un quadro chiaro e aggiornato relativo allo stato di avanzamento di ogni singolo progetto e, contemporaneamente, tutto il team coinvolto viene informato sulle criticità in corso d’opera e sulle ricadute che potrebbero esserci. “L’Obeya Room è uno strumento funzionale anche all’ottimizzazione dei rapporti professionali: consente infatti una trasparenza nella condivisione delle informazioni in maniera trasversale ai diversi reparti aziendali, riconoscendo il valore aggiunto di ciascuna risorsa coinvolta nella produzione di idee. I meeting nella sala Obeya coinvolgono oltre alle aree

tecnico-scientifiche, anche il reparto marketing, l’ufficio tecnico, le risorse umane e altri settori aziendali in funzione della tipologia e dell’avanzamento del progetto”, continuano da Eurosets. “Le riunioni hanno inoltre delle caratteristiche particolari: un’alta frequenza settimanale, quasi con cadenza giornaliera, ma una durata breve, di massimo 10-15 minuti. Per questo motivo vi si trovano semplici sgabelli, a rappresentare la dinamicità dell’incontro e delle idee scambiate, e una grande lavagna per evidenziare in maniera impattante il focus del meeting”, evidenziano ancora dall’azienda del distretto biomedicale. La sala Obeya di Eurosets è intitolata alla memoria di Gianni Piccinelli, primo tecnico della macchina cuore-polmone a esercitare la sua attività negli anni Ottanta al Maria Cecilia Hospital di Cotignola, in provincia di Ravenna, consentendo di effettuare i primi interventi di cardiochirurgia a cuore aperto. Successivamente, Piccinelli entrò a fare parte del Consiglio di Amministrazione di Eurosets. L’attuale stabilimento di Eurosets, inaugurato nel 2016 in seguito al sisma che colpì la regione, si sviluppa su un’area di oltre 30mila metri quadrati di cui 12,5 adibiti alla produzione. Una struttura innovativa che guarda alla sostenibilità ambientale (l’80% dell’energia elettrica è autoprodotta grazie all’impianto fotovoltaico e all’innovativo impianto di trigenerazione a gas) e alla qualità dei rapporti professionali e del tempo lavorativo trascorso in azienda.

F.T.P. SI AGGIUDICA IL “PREMIO INNOVATORI RESPONSABILI 2020”

“Una sfida che abbiamo scelto di cogliere quest’anno per mettere in gioco le nostre competenze di information technology a contributo dell’innovazione responsabile in un mondo che richiede la massima attenzione e cura verso il rispetto dell’ambiente, la promozione dell’uguaglianza di genere, l’uso delle tecnologie al servizio della collettività”. Sono queste le parole con cui da F.T.P., azienda informatica di Formigine, alle porte di Modena, commentano la vittoria nella sesta edizione del “Premio Innovatori Responsabili” promosso dalla Regione Emilia-Romagna a cui hanno partecipato imprese, professionisti, associazioni, istituzioni scolastiche e università che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. F.T.P. ha ottenuto il primo premio nella categoria medie imprese (fino a 250 dipendenti) con il progetto “La sfida dell’IT per un mondo più sostenibile”, mettendo al centro della propria strategia d’impresa una prospettiva integrata di sostenibilità economica, ambientale, sociale e digitale. “Innovare responsabilmente significa, attraverso la tecnologia digitale, semplificare e rendere più sicuro il lavoro umano e migliorare il benessere della comunità. I nostri obiettivi riflettono le ‘missioni’ da compiere ogni giorno mettendo in campo competenze e grande impegno per assicurare ai nostri clienti la ‘business continuity’, promuovere la gestione di soluzioni ‘as a service’ in modo da dematerializzare e rendere più veloci e tracciabili i processi aziendali, garantire procedure avanzate di cybersecurity che rendono più resilienti le infrastrutture informatiche”, spiegano dall’azienda modenese. L’evento di premiazione si è svolto il 22 dicembre scorso in diretta streaming a causa dell’emergenza sanitaria. Tra i 141 progetti ammessi e candidati da tutta l’Emilia-Romagna, sono 89 quelli che provengono da imprese di ogni settore. Sulla base della graduatoria approvata, sono stati nominati sette vincitori di categoria, 13 menzioni speciali, ed è stato assegnato anche il premio Ged – Gender equality and diversity label a cinque progetti e due menzioni speciali. Quest’anno sono stati inoltre assegnati due nuovi premi speciali: il premio Resilienza Covid-19, riservato alle sette migliori esperienze di innovazione nate in risposta all’emergenza sanitaria, e il premio 2030 GiuntaER, che è stato assegnato ai progetti maggiormente rispondenti ai quattro pilastri del Programma di governo della XI legislatura. I risultati e i protagonisti della sesta edizione del premio sono riassunti nel Volume Innovatori Responsabili, e in una serie di video realizzati per promuovere i progetti vincitori. “Vogliamo contribuire a creare un futuro in cui si riduca il divario tra donne e uomini in ogni ambito e in cui le città siano sempre più resilienti dal punto di vista ambientale e sociale offrendo alla cittadinanza maggiori opportunità per vivere la comunità in maniera partecipativa grazie ad un uso etico e responsabile delle tecnologie. Ringraziamo di cuore tutte le nostre risorse interne, la nostra consulente di strategie di sostenibilità Lara Benazzi, e tutti i nostri partner di progetto, nello specifico Fondazione MAW - Officina Futuro, Sfridoo, DAXO Group, Econsulting - SostenAbility. Un grande grazie va anche alla Regione Emilia-Romagna per il riconoscimento che abbiamo ricevuto", concludono dal quartier generale di F.T.P..

FAAC ACQUISISCE TIBA PARKING SYSTEMS

Si è completata lo scorso 4 gennaio l’acquisizione da parte di FAAC, multinazionale bolognese punto di riferimento nel settore dell’automazione e controllo accessi veicolari e pedonali, della totalità delle azioni del gruppo TIBA, primario operatore internazionale nel settore della fornitura di sistemi completi di gestione dei parcheggi con esazione, dal fondo di private equity israeliano TENE Capital, dal gruppo Afcon e da una serie di azionisti di minoranza. Il gruppo TIBA progetta, produce, distribuisce e supporta soluzioni flessibili, affidabili e all’avanguardia per ogni esigenza di gestione dei parcheggi off-street a pagamento. Ha il proprio quartier generale a Tel Aviv, in Israele, dove ha sede anche il suo importante centro di ricerca e sviluppo, ma produce la maggior parte dei propri ricavi nel mercato del Nord fare 33 vita industriale

ITALMEC ELETTRONICA SPEGNE 50 CANDELINE

Cinquant’anni di eccellenza nel campo del controllo elettronico dei processi industriali. A festeggiare l’importante traguardo nel 2020 è stata ITM - Italmec Elettronica, che lo scorso 17 dicembre ha ricevuto da parte del Comune di Zola Predosa, alle porte di Bologna, un riconoscimento alla longevità e alla capacità industriale nel corso di una cerimonia che si è svolta alla presenza del sindaco Davide Dall’Omo, dell’assessora alle attività produttive Norma Bai e del presidente del consiglio comunale Lidia Rosa Pischedda. “Un traguardo reso possibile grazie alla lungimiranza e alla capacità imprenditoriale di mio padre, Bruno Campanella”, commenta Serena Campanella, oggi alla guida dell’azienda bolognese. Fondata a Zola Predosa il 1° gennaio 1970 da Clara Mattioli, Italmec Elettronica viene acquisita nel 1984 da Bruno Campanella e dalla moglie Giovanna, a cui pochi anni dopo si unisce la figlia Serena, che muove i primi passi all’interno dell’impresa di famiglia nel reparto tecnico, poi in amministrazione e acquisti, fino a prenderne in mano le redini all’inizio del 2018, quando ne diviene direttore generale e poi, nel 2020, amministratore. Realtà all’avanguardia fin dalla sua fondazione, negli anni Settanta Italmec è la prima azienda in Italia a progettare termoregolatori analogici per soddisfare le esigenze del distretto industriale locale di macchine automatiche per il packaging, a quei tempi alla ricerca di un modo per controllare la temperatura della colla utilizzata per chiudere i diversi modelli di imballaggio. “In seguito all’avvento delle materie plastiche di avvolgimento del package, i termoregolatori sono stati utilizzati per misurare e controllare la temperatura delle barre di saldatura (termosaldatura) delle macchine che utilizzavano materiali plastici termosensibili”, evidenzia Serena Campanella. A dover gestire il difficile passaggio dalla strumentazione elettronica analogica a quella digitale, con programmazione software su microprocessore, è negli anni Ottanta il nuovo proprietario Bruno Campanella: “Il 1984 fu l’anno in cui la Apple Computer presentò il Macintosh 128k; l’evoluzione tecnologica di quel periodo fu davvero impattante e comportò per la nostra azienda ingenti investimenti in ricerca e sviluppo, in nuovi sistemi di progettazione e in personale specializzato, che ci aprirono molte strade in diversi settori merceologici”, continua Serena Campanella. Negli anni Italmec Elettronica ha sostenuto un rapido sviluppo nella produzione di centraline touch-pad e in seguito con tecnologia touch-screen, programmate sia con software standard che custom, secondo le esigenze di ciascun cliente, capaci di comandare e controllare l’intero ciclo di lavorazione della macchina. Oggi l’azienda fornisce una ampia gamma di prodotti che abbracciano l’intero universo del controllo elettronico, quali sonde di temperatura e umidità e strumentazione elettronica, come termoregolatori, programmatori, indicatori, pannelli di comando e controllo, quadri elettrici, che distribuisce in Italia e all’estero in numerosi settori industriali quali packaging, food&beverage, macchine tessili, macchine lavorazione legno, impianti di verniciatura, impianti di innevamento e impianti di emulsione bituminosa. “Perseguiamo una politica di affidabilità e qualità sia per quanto riguarda il prodotto, che fruisce di una garanzia fino a tre anni, sia per quanto riguarda il sistema, che è certificato ISO 9001:2015. Sviluppiamo inoltre un professionale e attento servizio di consulenza e assistenza al cliente in sede di progettazione, test e lancio nel mercato di nuovi prodotti”, conclude Serena Campanella.

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America, dove è riuscita in pochi anni di attività a conquistare la leadership con oltre il 20% di quota di mercato. Come spiegano dall’azienda bolognese, la strategia commerciale del gruppo TIBA, basata su un modello prevalentemente indiretto che fa leva sulla collaborazione con una collaudata rete di distributori e installatori indipendenti, si sposa perfettamente con la presenza di FAAC nel Paese, basata su un modello prevalentemente diretto e operante, con la propria divisione HUB Parking Technology, in aree del tutto complementari a quelle della società acquisita. “L’acquisizione di TIBA ha per noi una fortissima valenza strategica, che ci consente di intensificare gli investimenti in un segmento di business dai volumi per noi sinora subottimali, ma dal nostro punto di vista fondamentale in quanto ci consentirà di rafforzarci nel mercato più grande e redditizio al mondo, riequilibrando così nel nostro portafoglio la centralità del business storico dell’automazione accessi e dei mercati maturi europei”, commenta il CEO di FAAC, Andrea Marcellan. “Un’altra grande operazione per il gruppo in un anno difficilissimo per tutta la business community, fortemente voluta però in quanto assolutamente sinergica con la nostra visione strategica e con la mission che ci è stata assegnata, ovvero continuare a crescere con un ruolo primario a livello globale nella fornitura di soluzioni all’avanguardia per una mobilità sostenibile, nel rispetto delle persone, dell’ambiente e dei più rigorosi standard etici”, aggiunge il presidente di FAAC, Andrea Moschetti. L’operazione, che comporterà un esborso di 135 milioni di dollari oltre alla cassa netta acquisita, è stata finanziata in parte con mezzi propri e in parte a leva. “Non poteva esserci momento migliore per avviare il ricorso alla leva, con condizioni del mercato del debito senza precedenti e straordinariamente favorevoli. Nel complesso il gruppo rimane in solido equilibrio finanziario, anzi con l’operazione di leva prospettata miglioriamo la capital structure, sinora molto sbilanciata lato equity, e il potenziale per un ulteriore ricorso al debito rimane in buona parte inutilizzato”, sottolinea il CFO dell’azienda, Ezechiele Galloni. Con questa acquisizione FAAC aggiunge un ulteriore tassello al suo importante track record di crescita registrato nel corso degli anni sia per linee interne che per linee esterne, giungendo a contare oggi ricavi stimati consolidati per oltre 620 milioni di euro e un organico di oltre 3.400 dipendenti, operativo in 27 Paesi con oltre 50 società e 8 siti produttivi principali.

GIULIO BARBIERI, NEI GAZEBO UNA RISPOSTA AL COVID

La pandemia Covid-19 ha modificato temporaneamente la socialità nel mondo intero: da una parte c’è stata la chiusura forzata di ristoranti, pizzerie, alberghi e altri luoghi di ritrovo, dall’altra si è trovata una risposta nell’uso degli spazi aperti, con i dovuti regolamenti e le autorizzazioni da parte delle amministrazioni pubbliche in termini di protocolli Covid, ampliando sensibilmente le superfici messe a disposizione degli esercenti. Questo apre nuovi scenari che, nonostante il momento difficile, di fatto diventano delle opportunità per avviare un restyling introducendo nuove soluzioni e contenuti di design come spiegano dalla Giulio Barbieri Outdoor Solutions, azienda di Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, specializzata nella produzione di coperture per esterni in allumini: “Questa fase evolutiva ha favorito i nostri prodotti che sono selezionati per il loro valore percepito che potrebbe essere definito ‘etico’ e ‘democratico’, ovvero in linea con le nuove tendenze stilistiche, nelle quali il rapporto qualità prezzo è del tutto vantaggioso”. L’azienda ha continuato a registrare una forte domanda nel settore delle coperture per esterni implementando l’entità delle esportazioni in diverse metropoli internazionali: per fare qualche esempio, i locali della BBC di Londra, in Inghilterra, e il prestigioso ristorante Mezzaluna, proprio nel cuore di Manhattan, a New York, negli Stati Uniti. “In quest’ultimo lavoro, in particolare, il modello Qzebo è stato il protagonista. Si tratta dell’ultimo nato della gamma gazebo Giulio Barbieri, che si pone nel panorama internazionale quale unicum nel settore delle coperture per esterni. Il suo design abbandona definitivamente la forma del gazebo tradizionale per abbracciare le linee minimaliste e pure dell’architettura contemporanea, rientrando a pieno titolo tra le soluzioni outdoor più apprezzate nel settore privato e HORECA”, commentano dall’azienda. “Nonostante la recessione dovuta alla pandemia, siamo riusciti a chiudere il bilancio 2020 in crescita rispetto al 2019. Siamo fieri di poter offrire prodotti capaci di aiutare davvero gli operatori del settore della ristorazione e quindi indirettamente l’economia dei paesi colpiti dalla pandemia. Appena scattato il lockdown abbiamo trasformato i nostri tunnel estensibili in tunnel igienizzanti per abbattere la carica virale e aumentare la sicurezza dei luoghi pubblici. Questo prodotto, insieme a tutta la gamma outdoor, ci ha permesso di essere presenti e di costituire un tassello utile a contrastare la crisi sanitaria e quella

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economica che ne consegue. Ora siamo concentrati sulla progettazione di nuovi modelli e sul potenziamento della rete distributiva, sia in Italia che all’estero. Sarà un 2021 pieno di novità”, afferma Giulio Barbieri, fondatore dell’azienda che porta il suo nome. Le novità che riguardano la gamma outdoor Giulio Barbieri non si limitano alla grande rivoluzione stilistica applicata al gazebo, un archetipo rimasto uguale a se stesso negli anni, ma nel 2021 è prevista la presentazione di altre strutture estremamente innovative per il settore outdoor, le uniche ad avere un’autentica impronta green, requisito che sarà fondamentale per incontrare le esigenze del mercato futuro. L’azienda ferrarese già da tempo aveva rivolto la propria attenzione alle rinnovabili, e nel 2010 aveva presentato le prime pensiline fotovoltaiche per auto, perfezionando l’offerta e ampliandola con le colonnine di ricarica, suscitando la curiosità della cancelliera tedesca Angela Merkel in persona, durante la sua visita al progetto ecosostenibile di Rügen, isola del Nord della Germania, nel quale le stazioni di ricarica Giulio Barbieri erano presenti tra i molti prodotti innovativi dedicati all’eco-mobilità.

“LEADER DELLA CRESCITA 2021” GRUPPO DEL BARBA TRA LE MIGLIORI AZIENDE IN ITALIA

Per il secondo anno consecutivo, Gruppo Del Barba Consulting entra nella classifica “Leader della Crescita”, dedicata alle aziende italiane con le migliori performance nel triennio precedente, dal 2016 al 2019. Dopo il risultato eccezionale dello scorso anno, che ha visto la società di consulenza di Carpi, alle porte di Modena, punto di riferimento nel settore della finanza agevolata da oltre vent’anni, posizionarsi al 33° posto assoluto e prima tra le imprese dell’Emilia-Romagna, il nuovo ranking elaborato da Statista e Il Sole 24 Ore vede Gruppo Del Barba tra i primi 100, in 88^ posizione, e al primo posto nella categoria specifica dei ‘Servizi finanziari’. Le aziende Leader della Crescita 2021 sono quest’anno ben 450, 50 in più rispetto alla scorsa edizione. “Entrare in questa prestigiosa classifica per due anni di fila è entusiasmante e ci aiuta a guardare al futuro con ottimismo, soprattutto dopo un anno come questo, in cui il mondo del business è stato stravolto da eventi che non avremmo mai potuto immaginare. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo intensificato i nostri sforzi per aiutare le imprese italiane a orientarsi nel nuovo mercato che si è venuto a creare, un contesto decisamente più complicato anche per quanto riguarda le agevolazioni e gli incentivi che, grazie alla nostra ventennale esperienza, siamo e saremo in grado di intercettare e di rendere fruibili ai nostri clienti. Questo ci rende consapevoli del fatto che saremo pronti a guidare le imprese verso una nuova fase di crescita già nei prossimi mesi”, commenta Marco Barbieri, amministratore unico di Gruppo Del Barba Consulting. “Il nostro staff è il vero artefice di questo risultato incredibile e sono certo che avremo ulteriori soddisfazioni. Il team si è infatti dimostrato ancora una volta straordinario nell’adattamento alle difficoltà e nell’operare con estrema professionalità in condizioni non ottimali; non posso che ringraziare tutti per il contributo fondamentale”, conclude Barbieri. Per essere inclusi nella classifica è necessario rispettare alcuni criteri, quali un fatturato di almeno 100mila euro nell’anno 2016 e di almeno 1,5 milioni di euro nel 2019; essere una realtà indipendente; avere il domicilio fiscale in Italia; soddisfare la “clausola di onorabilità”, cioè non trovarsi in nessuna delle condizioni previste dall’articolo 80 del decreto legislativo 50/2016; avere avuto una crescita prevalentemente organica. Già a seguito della classifica dello scorso anno, Gruppo Del Barba ha deciso di creare il suo primo progetto ambientale, per celebrare con un’azione concreta il titolo di Leader della Crescita. È nata così la partnership con Treedom, che ha portato alla nascita di una foresta di 500 alberi di cacao, in cui sono coinvolti dipendenti, collaboratori e clienti.

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Sopra: Marco Barbieri, amministratore unico di Gruppo Del Barba Consulting Sotto: la sede del gruppo

CON GRUPPO FABBRI IL PACKAGING DIVENTA “HYBRID”

È stata presentata a fine gennaio “Fabbri Hybrid”, la nuova gamma di avvolgitrici per prodotti freschi e freschissimi di Gruppo Fabbri, realtà industriale di Vignola, in provincia di Modena, specializzata nella produzione e vendita di macchine e film per il confezionamento alimentare. Grazie alla sua storica esperienza di oltre 70 anni nella produzione di confezionatrici e pellicole per il mercato alimentare, Gruppo Fabbri ha introdotto nel mondo del packaging l’innovativo concetto di “Hybrid” attraverso il lancio delle nuove macchine Automac Dual, Automac Industrial e Automac Ultra, tre avvolgitrici ad alta produttività che garantiscono il perfetto confezionamento di

prodotti freschi e freschissimi con qualsiasi tipo di film stretch, in formato sia neutro, sia stampato: film a base PVC, a base PE, film biobased e film compostabile. Un progetto che ha anche ottenuto il riconoscimento del programma UE per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020. Per l’azienda modenese sostenibilità, convenienza e performance delle soluzioni proposte sono un must: Gruppo Fabbri destina il 3-5% del proprio fatturato annuale alla ricerca e sviluppo e conta oggi più di 120 brevetti attivi in vari Paesi del mondo. “Tutti i film che produciamo sono caratterizzati da spessori ridotti e alte prestazioni, garantendo un bassissimo utilizzo di materie prime e il packaging più leggero possibile”, spiega Stefano Mele, CEO del Gruppo, che continua: “Anche l’efficace gestione del fine vita della confezione è oggetto di grande attenzione da parte di Gruppo Fabbri: l’innovativo film Nature Fresh, certificato come compostabile, ad esempio, può essere gettato direttamente nella compostiera domestica senza generare rifiuti da imballaggio”. Daniele Fusi, product manager macchine, aggiunge un altro aspetto fondamentale: “La perfetta sinergia tra le avvolgitrici ‘Hybrid’ e le pellicole da noi prodotte è garanzia di risultati ottimali, ma le nuove macchine sono state progettate per assicurare un confezionamento di qualità anche con pellicole alternative. Inoltre, prossimamente entreranno a far parte della famiglia Fabbri Hybrid anche avvolgitrici della serie Elixa”. In un momento in cui il dibattito sulla conciliazione tra le politiche di sostenibilità e l’efficienza dell’organizzazione produttiva risulta ancora estremamente attuale, cambiare il film utilizzato a seconda delle richieste dei propri clienti non sarà quindi più un problema: “Grazie a un’unica avvolgitrice in grado di servirsi di più pellicole, i retailer e i confezionatori industriali potranno mantenere l’operatività senza interruzioni, senza la necessità di adattamenti tecnici e, soprattutto, senza costi aggiuntivi” conclude, riassumendo, Massimo Zaccaria, direttore commerciale. In questo modo Gruppo Fabbri, storico fornitore sul mercato mondiale di soluzioni complete per il confezionamento, conferma ancora una volta la propria capacità di rispondere proattivamente alle richieste di un mercato sempre più esigente com’è quello del terzo millennio: produttività non-stop, facilità di utilizzo, sostenibilità, protezione della freschezza e delle proprietà degli alimenti da ogni tipo di contaminazione esterna, possibilità aggiuntive di comunicazione e branding sulla confezione tramite l’utilizzo di film stampato.

INGEGNERI RIUNITI, RIQUALIFICATA L’AREA INDUSTRIALE DEL BARGELLINO

È giunto al termine il progetto di riqualificazione del Bargellino, il quartiere industriale di Calderara di Reno, alle porte di Bologna, affidato a Ingegneri Riuniti, società modenese di ingegneria e architettura che nel 2017 aveva vinto la gara pubblica e l’affidamento dei lavori di progettazione definitiva ed esecutiva, coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, direzione lavori e assistenza al collaudo. L’area del Bargellino, confinante con la pista di atterraggio dell’Aeroporto Marconi e con la Persicetana, crocevia della provincia bolognese, ha caratteristiche peculiari. “Abbiamo raccolto la sfida di ricerca dell’identità di un quartiere considerato estremamente delicato a causa del frequente passaggio di aerei a bassa quota, della quasi totale assenza di residenze e di una scarsa qualità urbana; tuttavia, si tratta di un’area dalle grandi potenzialità in quanto vi sono insediate numerose aziende considerate eccellenze del territorio, il sistema di connessione della mobilità è completo e integrato grazie anche alla presenza della stazione dei treni e il tessuto edificato è intervallato da numerose aree verdi”, spiegano da Ingegneri Riuniti. Il progetto di riqualificazione ha coinvolto l’intero quartiere, creando un network integrato di piste ciclabili, migliorando la qualità dei parchi con arredamento e percorsi fitness, organizzando il sistema dei parcheggi e inserendo due grandi poli attrattivi: uno skatepark, il più grande dell’Europa meridionale, e un Fablab, un edificio laboratorio per startup e smart working. “Il progetto del Fablab risulta fortemente espressivo e si distingue per assetto planimetrico e volumetrie di notevole peculiarità, ottenute con tecnologie costruttive semplici. Questo nuovo spazio dedicato allo studio di tecnologie innovative sorge sul sedime di un edificio pericolante che è stato demolito e condivide il lotto con un altro fabbricato, destinato a foresteria e completamente ristrutturato nell’intervento. La superficie è di circa 220 metri quadrati, un grande monovolume, con pianta libera e versatile”, continuano dalla società modenese. L’assetto planimetrico è generato da due archi di circonferenza a diverso raggio non concentrici, che si aprono verso la strada e cingono virtualmente l’edificio foresteria. La struttura è realizzata con setti in calcestruzzo armato bianchi che esternamente creano un disegno architettonico a “costoloni”, generando una scansione trasversale, collegati tra loro da tamponamenti rivestiti in lamiera grecata blu, colore caratterizzante del quartiere Bargellino. La copertura, costituita da una soletta in calcestruzzo armato gettato in opera, nasce da una doppia inclinata che si innalza sia verso la strada che verso l’edificio accanto. Sono presenti due importanti superfici vetrate: la principale verso la strada pubblica, che costituisce un elemento di grande riconoscibilità e ospita l’ingresso al laboratorio; la seconda verso la foresteria, affacciata sulla zona verde a giardino e fondamentale per garantire l’illuminazione naturale interna. “Terminati i lavori di riqualificazione, una delle nostre maggiori fonti di soddisfazione è la fruizione continua dell’area: sia durante la settimana che nel weekend, i lavoratori della

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MINUTECNICA BOLOGNESE FESTEGGIA MEZZO SECOLO DI ATTIVITÀ

Realizzare particolari complessi ad alto contenuto tecnologico e di elevata qualità per medie e grandi serie, richiede grande esperienza, dinamismo, flessibilità, costanza, dedizione e la capacità di essere al servizio di svariati settori. Lo sa bene Minutecnica Bolognese, azienda di Pianoro, alle porte di Bologna, che nel 2021 celebra il suo primo mezzo secolo di attività. “In questi 50 anni di esperienza abbiamo cercato di fare tutto questo e oggi annoveriamo tra i nostri clienti anche importanti gruppi multinazionali produttori di componenti oleodinamici e automobilistici”, spiega il titolare Andrea Martello, ingegnere. L’azienda è nata nel 1971 come torneria meccanica di precisione per conto terzi, e ha lavorato sin dall’inizio della sua attività per importanti clienti nel panorama industriale della produzione di carburatori e di macchine agricole. “Abbiamo vissuto un importante processo di crescita che ci ha consentito di ampliare il nostro raggio d’azione. Dal settore dell’automobile siamo arrivati a operare anche nel comparto dell’oleodinamica e del taglio plasma”, continua Andrea Martello. Accanto alla produzione opera anche un team di lavoro dedicato alla progettazione e alla modifica dei particolari in accordo con l’ufficio tecnico dei clienti. “Un’attività di co-design e di co-engineering che garantisce l’apprezzamento di questo servizio, permette di accrescere trasversalmente competenze e know-how e di realizzare nel tempo un costante miglioramento del processo produttivo per rendere funzionale ed economicamente vantaggioso il prodotto”, precisa il titolare di Minutecnica Bolognese. L’azienda bolognese cresce anche grazie alla forte attenzione che riserva alla qualità di prodotto e di processo. “Abbiamo deciso di iniziare l’iter di gestione del sistema qualità, ottenendo la prima certificazione nel 2001, attualmente rinnovata e aggiornata secondo la norma UNI EN ISO 9001:2015”, sottolinea Andrea Martello. A mezzo secolo dalla sua nascita, Minutecnica Bolognese svolge la sua attività nella sede di Pianoro su una superficie produttiva di circa 2.000 metri quadri, con il prezioso contributo di un qualificato staff composto da 15 addetti, esperti nella lavorazione di particolari meccanici torniti realizzati con torni automatici a CNC e a camme, mono e plurimandrino, caratterizzati da tolleranze e geometrie complesse e realizzati in diversi materiali. Su richiesta del cliente, gli stessi componenti possono essere forniti in ‘free pass’, controllati al 100 per cento, testati su appositi banchi prova e assemblati con altri particolari. “Non realizziamo solo lavorazioni da barra. Per soddisfare più richieste abbiamo da tempo allestito un reparto dedicato alle lavorazioni di ripresa con transfer, rettifiche e macchine per le finiture superficiali. Il servizio è poi completato grazie a un parco fornitori selezionato e qualificato che da anni opera nel settore nell’ambito dei trattamenti termici e superficiali, dei rivestimenti chimici e galvanici. Abbiamo cioè cercato di realizzare nel tempo un costante miglioramento sia in termini di qualità, che di flessibilità e di versatilità per rendere sempre più funzionale ed economicamente vantaggioso il prodotto”, evidenzia ancora Andrea Martello. Minutecnica Bolognese è sponsor tecnico di Onda Solare, associazione vincitrice del World solar challenger 2018, e mantiene un’attenzione anche al sociale, che ritiene un valore aggiunto, perché fa parte della Rete delle aziende inclusive della Città Metropolitana di Bologna, imprese atte a promuovere percorsi di inclusione lavorativa di persone svantaggiate, aziende capaci non solo di essere competitive sul mercato ma anche di saper coniugare queste capacità con un impegno nel sociale. Da questa visione dinamica nasce una sinergia vincente con la quale Minutecnica Bolognese riesce a proporsi come interlocutore e partner efficiente, qualificato e competitivo. “A confermarlo sono anche alcuni dei più importanti gruppi multinazionali produttori di componenti oleodinamici e automobilistici, che da anni si rivolgono a noi per soddisfare le loro esigenze. È una soddisfazione vedere come la professionalità del nostro lavoro sia apprezzata anche oltre confine. Abbiamo un’importante quota export in Germania, Polonia, Svizzera e Australia”, conclude Andrea Martello.

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zona e giovani sportivi trovano la possibilità di sfruttare le aree verdi, lo skatepark e il campo da basket. Durante il 2020, inoltre, a causa dell’emergenza sanitaria, lo spazio ampio e versatile del Fablab ha permesso alla Protezione Civile di usufruire di un prezioso appoggio logistico per le proprie attività”, concludono da Ingegneri Riuniti.

LAIRT E PRONI: UN CONNUBIO CHE VALORIZZA INNOVAZIONE E TRADIZIONE

Lairt, azienda bolognese specializzata nella produzione di articoli stampati a iniezione in materiale plastico prevalentemente tecnico, assemblaggi e costruzione stampi, annuncia l’acquisizione di Proni avvenuta a dicembre 2020: un’operazione che consentirà di ampliare la gamma di prodotti e servizi offerti ai clienti delle due aziende e valorizzerà le competenze maturate in oltre mezzo secolo di storia. Proni è una realtà con sede a Castenaso, alle porte di Bologna: nata negli anni Cinquanta, come produttrice di accessori per serramenti di qualità, oggi si distingue nella progettazione e produzione di prodotti e accessori per serramenti in alluminio, legno e PVC e ha investito in attrezzature e competenze nello stampaggio di particolari in plastica in camera bianca. Lairt venne fondata nel 1957 da Athos Belelli per la produzione di mollette da bucato: presto l’attività si estese alla produzione e all’assemblaggio di molteplici articoli in materiale plastico stampato a iniezione. Dal 1967 l’attività passò a Paolo e Valeria, figlio e nuora del fondatore, che accrebbero l’esperienza dell’azienda moltiplicando la rosa di prodotti e servizi offerti ai clienti nel settore plastico. Oggi, Lairt è alla terza generazione e opera prevalentemente nei settori automotive, medicale, elettronico. Per soddisfare le richieste di una clientela esigente e selettiva Lairt ha sviluppato anche servizi complementari allo stampaggio plastico: assemblaggio, saldatura a ultrasuoni, vibrazione e infrarosso e finitura superficiali, supporto per il reverse engineering, industrializzazione prodotto, progettazione e realizzazione prototipi e costruzione stampi. “Siamo da molto tempo legati all’azienda Proni con cui abbiamo sempre collaborato in maniera proficua. Grazie all’esperienza di Proni nel settore della camera bianca, saremo in grado di potenziare e ampliare i nostri servizi per il settore del medicale, ottico ed estetico. Abbiamo intenzione di rilanciare Proni come marchio storico di produttore di componenti per serramenti, valorizzando le competenze delle maestranze”, dichiara l’azienda Lairt. A ottobre 2020, Lairt ha approvato il proprio Codice Etico che recepisce i valori e gli impegni dell’azienda nella conduzione degli affari e delle relazioni aziendali. Lairt, infatti, è da sempre proiettata all’innovazione, al costante miglioramento dell’efficienza dei processi aziendali, al rispetto dell’ambiente e degli aspetti etico-sociali, così come alla qualità delle relazioni con i propri dipendenti, con i clienti e con i fornitori: poiché comunicare e condividere i valori aziendali con i propri partners è ormai diventata una buona consuetudine nel settore meccanico, presto anche Proni adotterà il Codice Etico del gruppo.

LT ENERRAY, UN APPROCCIO INTEGRATO PER GLI IMPIANTI A FONTI RINNOVABILI

Investire in tecnologia ed innovazione è uno degli aspetti fondamentali per poter rimanere competitivi sul mercato. Lo sa bene LT Enerray, realtà bolognese nata dall’unione di LT Rinnovabili ed Enerray e specializzata nella manutenzione di impianti a fonti rinnovabili, con oltre 500 MWp in gestione, che prosegue il proprio percorso di crescita focalizzando le risorse in figure altamente specializzate, fornendo e sviluppando strumenti digitali e piattaforme software proprietarie ad alto contenuto tecnologico. L’ottimizzazione delle performance di un impianto necessita di un’analisi che comincia dai dati raccolti e prosegue attraverso il confronto costante con le esigenze e le disponibilità del cliente, grazie a tecnologie e strumenti di monitoraggio facilmente fruibili. “È per questo che è nato il dipartimento R&D-Performance Analysis”, afferma Corrado Giancaspro, CTO dell’azienda, continuando con quanto segue: “Sfruttiamo le potenzialità della nuova piattaforma di monitoraggio ‘web-based’, interfacciabile e compatibile con ogni dispositivo in campo, per effettuare servizi specializzati, tra i quali: il rilevamento, l’analisi e il consuntivo dei dati di produzione e di performance dell’impianto (indice PR); le diagnosi specialistiche delle principali cause di guasto nonché l’implementazione di procedure avanzate di ‘troubleshooting’ (WARNING, segnalazione di anomalie operative, o FAULT, fermi macchina/guasti provenienti dall’impianto); l’applicazione di algoritmi predittivi al fine fare 39 vita industriale

di anticipare eventuali rotture; lo sviluppo di proposte di miglioramento delle performance in collaborazione con il service manager; la reportistica mensile di produzione; la gestione dello stato d’avanzamento ticket interventi manutentivi, l’analisi dei KPI contrattuali; la gestione di documentazione di sicurezza H&S”. LT ha anche implementato un sistema gestionale proprietario di ‘troubleticketing’ per migliorare la pianificazione degli interventi di manutenzione straordinaria e per velocizzare sempre di più la risoluzione dei guasti. “La digitalizzazione di questo processo consente la comunicazione istantanea dell’intervento, dell’allarme e del tipo di guasto dalla control room al tecnico, nonché l’archiviazione automatica di dati e documenti. L’accesso al portale permette di consultare e monitorare i diversi step evolutivi dei tickets generati, dalla loro apertura ed assegnazione al service manager di competenza, alle fasi di lavorazione e successiva chiusura, nonché la consultazione dei report di intervento prodotti dai field manager”, aggiungono dall’azienda, facendo anche presente che “tutti i dati registrati dalle piattaforme possono essere consultati dal cliente, aspetto che evidenzia la trasparenza della società”. Questi investimenti in tecnologia si vanno ad inserire nel processo di crescita dell’azienda, oggi tra i primi 20 operatori O&M in Europa anche grazie all’acquisizione dei rami d’azienda EPC ed O&M di Enerray, finalizzata lo scorso dicembre. “L’unione di due importanti società come LT ed Enerray, ex società del Gruppo Industriale Maccaferri e importante realtà di Bologna nel campo delle energie rinnovabili, ha portato alla creazione di un gruppo che coniuga competenze diversificate, esperienze pluriennali e tecnologie all’avanguardia nel campo delle energie rinnovabili. Grazie agli investimenti fatti nel biennio 2019-2020 e a quelli che intendiamo realizzare nei prossimi tre anni, con particolare focus a sistemi tecnologici innovativi come piattaforme per analisi predittive e realtà aumentata, intendiamo consolidare la nostra leadership nel settore”, dichiara Massimo La Gioia, amministratore delegato di LT Rinnovabili.

MONARI FEDERZONI ACQUISISCE FATTORIE GIACOBAZZI

Lo scorso 24 dicembre, Monari Federzoni, storica realtà di Solara di Bomporto, alle porte di Modena, che produce e commercializza Aceto Balsamico di Modena Igp, ha siglato con Granarolo l’accordo per l’acquisizione del 100% di Fattorie Giacobazzi di Nonantola, in provincia di Modena. La decisione di rilevare una delle realtà più prestigiose nel settore dell’aceto balsamico di Modena rappresenta per Monari Federzoni un segno di continuità nel percorso di valorizzazione di una delle eccellenze agroalimentari più apprezzate del territorio modenese in cui, sottolinea il presidente e amministratore delegato Sabrina Federzoni, “la nostra famiglia ha origine e opera da oltre cento anni”. Quello con Modena e il suo territorio rappresenta per Monari Federzoni un legame profondo, “che dal 1912 guida e orienta il nostro lavoro e a questo conferisce sempre rinnovato valore. Nel segno della tradizione, tramandata di generazione in generazione, Monari Federzoni guarda al futuro con impegno e competenza, e con la volontà di contribuire in maniera fattiva a innovare e sviluppare il settore dell’aceto balsamico di Modena”, continua Sabrina Federzoni. L’accordo siglato darà vita a uno dei poli più importanti per l’aceto balsamico di Modena con 84 dipendenti nelle sedi e negli stabilimenti, tutti situati in provincia di Modena (Solara di Bomporto e Nonantola), 18 milioni di bottiglie esportate in oltre 55 Paesi, una produzione aggregata pari all’11% del totale di Aceto Balsamico di Modena Igp venduto in Italia e all’estero, e 5.500 barrique/botti per una capacità produttiva che copre circa il 25% delle vendite totali del prodotto invecchiato nel mondo. Il fatturato aggregato delle due aziende è pari a 32 milioni di euro. Monari Federzoni e Fattorie Giacobazzi sono due realtà sinergiche dal punto di vista della tradizione produttiva, dei canali di vendita e della presenza sui mercati, nazionale ed estero. Due identità ben definite e riconosciute che manterranno le rispettive specificità e competenze, creando un sistema di eccellenza, continua il presidente di Monari Federzoni, “che ci permetterà di continuare a condividere, con maggiore forza, la cultura dell’aceto balsamico di Modena in Italia e nel mondo”. Monari Federzoni nasce nel 1912 al tempo in cui la signora Elena Monari gestiva un

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negozio di generi alimentari a Modena, coltivando la passione per il prodotto principe del territorio: l’aceto balsamico di Modena. Il 12 gennaio 1912 la signora Monari richiede al Ministero l’autorizzazione a rivendere l’aceto balsamico all’interno del suo negozio. Le autorità rilasciano la prima licenza commerciale inaugurando così l’inizio di una grande storia di qualità e passione. A poco a poco, l’interesse per la tradizione dei sapori locali si trasforma in una vera attività imprenditoriale. Dalla vendita dell’aceto sfuso, si passa alla vendita in bottiglia con l’apposizione di un’etichetta che riporta il primo logo ideato combinando graficamente i tre simboli del prodotto: il grappolo d’uva, la ragnatela che simboleggia l’invecchiamento e il catenaccio, per tutelare la segretezza della ricetta. Da semplice iniziativa familiare, forte dell’impegno di quattro generazioni e di esperienza e del lavoro di più di 37 dipendenti, la Monari Federzoni oggi “dimostra di aver saputo coniugare l’esperienza degli anni alla passione di sempre, distinguendosi per primati produttivi e organizzativi come eccellenza del territorio e del Made in Italy sul mercato nazionale e internazionale”, conclude Sabrina Federzoni.

NANOPROM CHEMICALS PREMIATA PER LE SUE INNOVATIVE MASCHERINE

È stato un impegno concreto contro l’emergenza sanitaria quello che in questi mesi ha portato avanti Nanoprom Chemicals, azienda di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, specializzata nella produzione di vernici leggere per diversi settori, dall’aeronautica alla Formula 1. Fin dal primo lockdown, nella primavera 2020, Nanoprom ha infatti convertito parte della propria produzione per la realizzazione di mascherine arrivando a produrre 2,5 milioni di pezzi al mese al prezzo di 0,40 centesimi l’una (anziché i 0,50 centesimi del prezzo ‘politico’). E proprio per questa attività si è aggiudicata, lo scorso novembre, la quarta edizione dell’Open Innovative PMI, il premio che Bernoni Grant Thornthon (“member firm” di Grant Thornton International Ltd, network presente in oltre 140 Paesi nel mondo) assegna annualmente alle innovazioni provenienti dalle piccole medie imprese italiane. Nanoprom ha vinto nella categoria “Sostenibilità Ambientale” con la seguente motivazione ufficiale: “Per l’ideazione e la realizzazione di mascherine chirurgiche con un impatto nettamente minore rispetto a quelle tradizionali”. “Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento perché rende merito a un progetto sul quale abbiamo investito notevoli risorse; fin dall’inizio della pandemia, decidemmo di investire in ricerca sulle mascherine per creare indipendenza produttiva e innovazione. Gli sviluppi di questi mesi sono stati tanti, il riconoscimento ricevuto si riferisce alle nostre mascherine chirurgiche monovelo che, in quanto tali, hanno un impatto ambientale quattro volte minore rispetto a quelle tradizionali, oltre a essere più leggere e a garantire un maggiore comfort nella respirazione. La riduzione di materiale per le nostre mascherine è possibile grazie alla ricerca che abbiamo realizzato sui materiali, sviluppando una mascherina certificata CE in poliestere e cellulosa, anziché in polipropilene come quelle tradizionali”, commenta Gianluca Falleti, fondatore e titolare di Nanoprom. Sempre in tema di mascherine, l’azienda ha sviluppato anche un “francobollo antivirale” che permette al personale sanitario di indossare solo le mascherine FFP2 senza un’ulteriore mascherina chirurgica. Le FFP2 sono infatti definite “mascherine opportuniste”, perché non fanno entrare virus e batteri ma lasciano uscire tutto. Di qui la necessità, normalmente, di associarle alle mascherine chirurgiche. Il “francobollo” Nanoprom, invece, essendo trattato con una speciale vernice antibatterica e antivirale, già certificata dal Tecnopolo di Mirandola, in provincia di Modena, permette di non dovere utilizzare la mascherina chirurgica, con il risultato di maggiore leggerezza per chi la indossa (0,5 grammi contro 3,5 grammi) e un impatto ambientale otto volte inferiore rispetto a una protezione tradizionale. E i riconoscimenti non si sono fermati qui: all’inizio del 2021, con una cerimonia ufficiale, il sindaco di Casalgrande Giuseppe Daviddi ha infatti consegnato una targa di merito al fondatore Gianluca Falleti per il lavoro svolto in tutti questi mesi nel contrasto alla pandemia. Nel ritirare il riconoscimento, Gianluca Falleti ha dichiarato: “Sono onorato del riconoscimento ricevuto e ringrazio il Sindaco, l’amministrazione e tutta la comunità locale per avermi accolto così calorosamente. La nostra attività di ricerca volta al contrasto del Coronavirus e dei virus in genere non si ferma. Con la pandemia che stiamo affrontando abbiamo infatti aperto una divisione biomedicale e, presto, lanceremo altre importanti novità”.

Gianluca Falleti, fondatore di Nanoprom, riceve la targa dalle mani di Giuseppe Daviddi, sindaco di Casalgrande

NCG, ESPERTI DI GESTIONE AZIENDALE NELLE PMI

Aiutare le piccole e medie imprese a operare e crescere anche in tempi difficili come quello che stiamo vivendo in questi anni, tra crisi economiche e catastrofi sanitarie. È il compito che si è dato NCG (Network Consulting Group), che dal 1997 si occupa di organizzazione aziendale, con un team di esperti da sempre impegnati nella ricerca continua di metodologie ed innovazioni di servizio da applicare in particolar modo sulle Pmi. “Vantiamo una lunga esperienza iniziata dentro le aziende e collaboriamo con partner di eccellenza e associazioni di categoria”, spiega fare 43 vita industriale

Alberto Mari, fondatore della società e attuale presidente, come consulente di gestione aziendale ed esperto di sistemi qualità nelle Pmi. “La situazione delle nostre Pmi, già difficile prima del Covid-19, ora è critica. Non è pensabile perdere tempo o investire in modo sbagliato le poche risorse disponibili. Adesso serve avere le idee chiare sulle priorità e gli obiettivi. Possiamo dare qualche stimolo alla riflessione su tecniche organizzative semplici ed efficaci utili per le aziende. La prima cosa da fare è chiedersi: chi siamo? Che vendiamo? A chi? Perché noi? Partire da queste riflessioni ci costringe a chiarire quali sono i fattori critici di successo che ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi. I fattori critici sono le caratteristiche distintive che dobbiamo presidiare maggiormente. Capirlo ci permette di assegnare un’importanza ai singoli aspetti, che poi possono essere approfonditi. La diagnosi organizzativa è importante per scaricare a terra idee e spunti di miglioramento”. L’obiettivo successivo è definire le priorità di intervento per garantire la continuità aziendale. “Il primo passo è quello di valutare l’adeguatezza dell’assetto organizzativo aziendale, utile anche ai fini delle recenti responsabilità richiamate dalla riforma della cosiddetta ‘crisi d’impresa’; il secondo consiste nell’analisi dei bilanci comparata con quelli dei migliori competitor. Questo approccio di diagnosi organizzativa ed economico-finanziaria comparata permette, anche ai non addetti ai lavori, di comprendere chiaramente e velocemente gli aspetti nei quali l’azienda deve concentrare l’attenzione. Una visione di insieme integrata e necessaria per poter agire sugli aspetti che oggi più che mai incidono sull’efficacia, sulla produttività e sulla marginalità delle nostre imprese”, prosegue Mari. Sul proprio sito NCG mette a disposizione anche pubblicazioni per contestualizzare le priorità delle Pmi in questa fase. “Un recente lavoro finito a febbraio 2020 evidenzia in modo chiaro quali sono le principali problematiche sulle quali concentrarsi”, afferma il presidente. “La ricerca si è basata su un campione di aziende presso le quali sono state condotte delle diagnosi organizzative con modelli testati e consolidati nel tempo. Il modello utilizzato è stato messo a punto da NCG negli anni, sulla scia di importanti lavori svolti anche in collaborazione con Confindustria Emilia, l’università, gli imprenditori e i consulenti. Quanto emerge evidenzia come, già prima del Covid-19,

la situazione fosse critica e indicativa di interventi necessari soprattutto per le piccole e medie imprese”, conclude Mari. La società bolognese, per aiutare le aziende in questo periodo, ha messo a punto una specifica convenzione per gli associati di Confindustria Emilia, che riguarda delle promozioni mirate. Per info: https://www.ncg.it/promo_ncg

LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SCEGLIE LA TECNOLOGIA DI NET SERVICE

Una piattaforma tecnologica che contribuirà ad accelerare e velocizzare l’informatizzazione e digitalizzazione dei processi interni ed esterni della giustizia in Italia e in Europa. Si chiama ASTREA ed è valsa a Net Service, realtà bolognese dal 1997 attiva nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni IT e servizi tecnologici su misura, la vittoria di un importante bando internazionale da 26 milioni di euro indetto nel 2019 dalla Corte di Giustizia Europea. Obiettivo dell’appalto per un sistema integrato di gestione (Adaptive Case Management System), che vedrà Net Service curare per cinque anni le attività di progettazione, realizzazione e messa in produzione, è aumentare l’efficienza di tutta l’Istituzione, limitare la duplicazione delle operazioni e potenziare il sistema di interoperabilità tra la Corte e gli attori esterni. “Siamo enormemente orgogliosi di questo successo. Dopo un lungo e impegnativo processo di selezione, la Corte di Giustizia europea ha riposto la propria fiducia nei nostri team di specialisti e nelle nostre piattaforme. Questo endorsement, ricevuto dalla più alta Istituzione di Garanzia d’Europa, riconosce il duro lavoro svolto negli anni dal nostro Gruppo che ad oggi può ritenersi tra i principali player nel panorama e-Justice”, commenta Gianluca Ortolani, amministratore delegato di Net Service. “Siamo fiduciosi che questo sia l’inizio di una lunga e proficua partnership con la Corte di Giustizia dell’Unione europea, un cliente le cui esigenze e obiettivi sono disegnate proprio per il dna del nostro Gruppo”, dichiara Cristiano Morganti, CEO di Net Service Lux. “L’affermazione di Net Service come capofila per la realizzazione di questo ambizioso progetto conferma le capacità e l’eccellenza dell’imprenditoria italiana nei settori innovativi più avanzati, in grado di competere con le maggiori aziende di informatica globali. Grazie al potenziamento e alla inno-

Gianluca Ortolani, amministratore delegato di Net Service

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MOTORI MINARELLI RITORNA IN MANI ITALIANE: DA YAMAHA A FANTIC MOTOR

Una lunga gestazione ha portato a fine 2020 un risultato importante per le aziende coinvolte e per il territorio emiliano: Fantic Motor e Yamaha Motor Europe hanno firmato un accordo che rafforza la loro partnership strategica, basata sull’acquisizione da parte di Fantic Motor del 100% delle azioni di Motori Minarelli. “Il rafforzamento della partnership con Yamaha Motor Europe e l’acquisizione di Motori Minarelli rappresentano per Fantic Motor un passo importante per rafforzare ulteriormente la nostra posizione di leader tecnologico nella produzione di moto, e-bike e prodotti per la mobilità elettrica in Italia”, dichiara Mariano Roman, CEO di Fantic Motor. L’azienda di Calderara di Reno, alle porte di Bologna, che festeggia quest’anno i 70 anni di attività, essendo nata nel 1951 come Fabbrica Bolognese Motocicli, torna così in mani italiane, dopo una lunga e importante fase di collaborazione con Yamaha, iniziata negli anni Novanta, e proseguita nel tempo fino a che nel 2002 il colosso giapponese ne prese il pieno controllo societario. Dopo un lungo periodo di crescita, gli ultimi anni hanno visto un ridimensionamento dell’attività di Motori Minarelli, che attualmente impiega circa 180 dipendenti. Ma la qualità resta indiscussa: la forza dei numeri è sostituita dalla forza delle idee, con la intatta capacità di soddisfare le nuove richieste di innovazione e progettazione. La storia di Fantic Motor inizia, invece a Barzago, in provincia di Lecco, nel 1968, dove produce mini-bikes, go-kart, enduro. Nella produzione di serie, il modello che più di ogni altro ha lasciato il segno è stato il Caballero, che aveva il motore Minarelli: presentata alla fine degli anni Sessanta, fu una delle motociclette più ambite dai giovani italiani. Dopo il fallimento dell’azienda nel 1995 e la chiusura della fabbrica, il marchio viene rilevato dall’imprenditore trevigiano Federico Fregnan nel 2003, e la produzione riavviata nel 2005 a Dosson di Casier, in provincia di Treviso. Dall’ottobre 2014 è stata acquistata per intero da VeNetWork, una rete composta da 57 imprenditori e 220 società, per un fatturato aggregato che si aggira sui tre miliardi di euro. L’obiettivo della dirigenza, guidata da Mariano Roman, è far rinascere l’impresa agli passati splendori sportivi e commerciali: nel 2014 in forza all’azienda vi sono sei persone e il fatturato è di meno di un milione di euro; nel 2019 il fatturato è salito a 40 milioni e i dipendenti a 120. “In questi anni Fantic Motor è riuscita a risalire la china”, commenta Roman, “da una parte ricostruendo al meglio l’eredità offroad, e quindi lanciando una gamma di offroad professionale, con la creazione di un racing team ed eccellendo nelle gare, dall’altra puntando con forza sulle nuove tendenze, entrando quindi nel settore delle biciclette a pedalata assistita, con la divisione Fantic Bikes che progetta e realizza e-bike cittadine ed e-mtb”. I successi nelle gare e i riconoscimenti alle e-bike sono indiscussi: Fantic è campione italiano ed europeo Motocross 2020 ed è anche campione e vicecampione Mondiale Enduro nella classe 125; inoltre, l’azienda trevigiana ha appena vinto il Campionato Italiano e Mondiale Enduro di e-bike 2020. Fantic si è inoltre distinta per la sua capacità di innovazione vincendo l’Innovation Award nel 2018, l’Euro-bike Award nel 2019 e il German Design Award nel 2021. Il progetto che coinvolge la bolognese Motori Minarelli rientra nei progetti di espansione di Fantic: “L’acquisizione di Motori Minarelli lancia il gruppo Fantic-Minarelli a previsioni di oltre 200 milioni nel 2024”, spiega il direttore generale di Motori Minarelli, Vittorino Filippas. “Per l’azienda bolognese gli obiettivi centrati sono, oggi, il mantenimento dell’organico; più a lungo termine si tratta di passare dalla stabilità alla crescita, attraverso la diversificazione e l’innovazione. Lavoreremo insieme per aumentare ulteriormente la capacità progettuale di Motori Minarelli sui motori termici per poter offrire ai clienti attuali e futuri nuovi propulsori competitivi e tecnologicamente all’avanguardia. Produrremo inoltre in Motori Minarelli moto a propulsione tradizionale e veicoli elettrici per la mobilità urbana”. “Come ha sottolineato anche Eric de Seynes, presidente di Yamaha Motor Europe”, conclude Roman, “la partnership a lungo termine tra Yamaha Motor Europe e Fantic Motor creerà le condizioni per un’agevole transizione al nuovo business plan e permetterà a Motori Minarelli di continuare nella sua missione mantenendo la sua identità”.

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vazione del settore e-Justice confidiamo di poter contribuire al perseguimento dell’obiettivo di una giustizia più rapida ed efficiente nel quadro delle istituzioni nazionali ed internazionali. Siamo grati alle nostre autorità diplomatiche e in particolare alla nostra Ambasciata in Lussemburgo per il supporto a sostegno delle imprese italiane operanti nei settori di punta”, conclude Rocco Antonio Cangelosi, presidente del gruppo. Net Service ha sviluppato un posizionamento primario nel settore della Giustizia Digitale nazionale operando sin dal 2001 quale partner del Ministero della Giustizia italiano, poi in ambito internazionale prendendo parte a svariate iniziative europee in materia di e-Justice. L’azienda bolognese è, inoltre, fornitore di riferimento della nascente Corte europea dei Marchi e Brevetti (Unified Patent Court) a seguito dell’aggiudicazione della gara internazionale per la fornitura del sistema informativo gestionale integrato di cui proprio ASTREA è la piattaforma di riferimento.

OPEN PROJECT, APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE PER DUE OPERE SUI WORKSPACE

Ripensare i luoghi di lavoro alla luce della rivoluzione globale che ha sovvertito tutte le consuetudini del vivere, condividere, progettare gli spazi, per realizzare un’opera in grado di rispondere alle richieste del presente e, allo stesso tempo, accogliere e appagare le esigenze in divenire di chi li abita. Questo il cuore della riflessione di Open Project, lo studio con sede a Bologna composto da un team multidisciplinare di 45 professionisti guidato da Francesco Conserva e Maurizio Piolanti che, dalla sua fondazione nel 1984 a oggi, conta numerosi progetti di rilievo nel panorama nazionale e internazionale, assestandosi tra i primi 30 posti per fatturato nella classifica del Sole24Ore degli studi di architettura in Italia. L’attività di Open Project riserva particolare attenzione ai workspace, pur contando numerose realizzazioni nell’ambito residenziale, ricettivo e degli studentati, com’è il caso del progetto di The Student Hotel a Bologna, recentemente inaugurato. Una cifra comune lega tutti i progetti di Open Project, pur nella loro complessità, a un unico core tematico, che mette l’essere umano al centro del progetto, con la sua qualità della vita, la necessità di relazione con gli altri, il benessere, la bellezza. Tra i progetti di recente realizzazione, lo studio annovera la smart factory a misura umana di Bonfiglioli Riduttori a Calderara di Reno, alle porte di Bologna, e la nuova sede di Teapak a Imola. Ultimato nel 2020, lo stabilimento produttivo Nzeb di Bonfiglioli rappresenta la summa dei principi fondamentali che lo studio mette al centro della propria ricerca e attività, progettando e realizzando uno spazio che è sia fabbrica sia centro direzionale di una business unit dell’azienda bolognese. Alla base dell’opera c’è l’intenzione di creare uno spazio che da un lato migliori i cicli produttivi, dall’altro sia un ambiente libero da barriere fra funzioni e ruoli differenti. Si fa strada così una concezione del tutto nuova di fabbrica, non più corpo slegato dagli uffici e dall’headquarter, ma elemento integrante dell’identità e della funzionalità aziendale, in continuità visiva e fisica con essa. Solo una parete vetrata, infatti, separa gli uffici dall’area produttiva, la cui attività è ben visibile dalle sale. La fabbrica diventa così un luogo di innovazione, un hub di ricerca e sviluppo, in cui la tecnologia è al servizio dell’individuo. Assimilare e interpretare le esigenze, la cultura e gli obiettivi alla base della richiesta del committente, per poi restituire un progetto che lo rappresenti, è l’obiettivo con cui Open Project ha progettato anche il nuovo stabilimento di Teapak, un caso di produzione internazionale nel cuore della Packaging Valley emiliano-romagnola. La sede appena inaugurata, ultimata nel tempo record di undici mesi e conclusa in piena pandemia, permette nell’immediato un raddoppio dell’attuale produzione consentendo, in un secondo momento, di quadruplicare la capacità produttiva. L’investimento trova profonde radici nel territorio grazie anche alla tecnologia sviluppata in questo distretto da aziende leader mondiali per un’opera, realizzata da Cefla in qualità di general contractor, che rinnova in maniera misurata il tipo edilizio dello stabilimento produttivo e non manca di colpire per il suo aspetto altamente rappresentativo del brand. “Abbiamo tradotto in linguaggio architettonico i principi su cui l’azienda poggia il suo operato. L’uso mirato dei materiali e dei colori ha permesso di consolidare il valore identitario dello spazio di lavoro, che diventa così anche il luogo dove esprimere al meglio le potenzialità e lo spirito di ognuno”, commentano da Open Project.

La smart factory di Bonfiglioli Riduttori realizzata da Open Project (foto Andrea Brintazzoli) Un ufficio della nuova sede Teapak. (foto Andrea Brintazzoli)

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OTTICA GIULIANELLI, UNA PASSIONE LUNGA TRE GENERAZIONI

Oltre un secolo di storia familiare e imprenditoriale. Un indirizzo di una strada di Ferrara, via Borgo dei Leoni 42, mai variato dal 1914 a oggi. E una famiglia che tiene saldamente in mano le redini dell’attività. La continuità, seppur strettamente legata all’innovazione e alla tecnologia, è il tratto principale che caratterizza Ottica Giulianelli. Situata nel cuore della città estense, Ottica Giulianelli nasce per opera di Alberto Giulianelli, storico fotografo ferrarese, che nel 1914 inaugura il proprio studio dopo aver svolto cinque anni di apprendistato presso alcuni dei più celebri fotografi dell’epoca. “Alla fine dell’800 la fotografia ha avuto una grandissima diffusione. In questa stessa via c’erano già numerosi studi, anche antecedenti a quello di mio nonno. Poi, con il passare del tempo, hanno chiuso e il suo è rimasto l’unico”, dichiara Giampiero Giulianelli, oggi alla guida del negozio insieme alla moglie Rula e alla cognata Vivianne. A rischiare di insidiare la storia di successo che aveva caratterizzato i tre decenni di vita dello studio, durante i quali Alberto aveva conquistato una clientela affezionata e affiancato alla ritrattistica anche l’attività documentaria, sono gli eventi bellici: “Nel gennaio del ’44 un bombardamento alleato ha colpito lo Studio Giulianelli, provocando 80 morti e mutando per sempre la fisionomia della via. Il nonno però non si è perso d’animo, nonostante il negozio fosse andato distrutto, insieme agli strumenti e all’archivio storico. Ha ripreso l’attività ricostruendolo sempre nello stesso posto, con l’aiuto generoso di clienti e amici”, continua Giulianelli. Ed è proprio negli anni di rinascita successivi al secondo conflitto mondiale che Alberto lascia al figlio Giorgio, diplomatosi nel 1950 all’Istituto Nazionale di Ottica di Arcetri, il compito di sviluppare la divisione ottica, che diventa gradualmente preponderante e poi, dagli anni ’80, esclusiva dell’attività aziendale e passione di famiglia, ereditata anche dalla terza generazione Giulianelli con Giampiero, che dopo alcuni anni dal suo ingresso nell’attività eredita la gestione del negozio. “Mio padre è stato nominato ‘Maestro Ottico’ nel 1982, riconoscimento che ho avuto anche io, e ha sempre portato avanti l’aspetto fotografico oltre a quello dell’ottica. Da ragazzino lo guardavo realizzare gli scatti, ma anche effettuare gli esami per fare gli occhiali, vedevo le lenti, i campionari: respiravo quest’aria tutti i giorni, così ho deciso di diventare ottico”, ricorda Giampiero Giulianelli. È lui a condurre lo studio al successo attuale, coniugando la tradizione con la modernità delle nuove tecnologie: “Quando mio padre ha iniziato a ritirarsi dall’attività abbiamo dato un taglio netto alla fotografia: non era un settore di nostro interesse né commercialmente proficuo, dato l’avvento del digitale. Quindi abbiamo ristrutturato il negozio, che dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti è rimasto sempre così, trasformandosi ed evolvendosi all’interno. Negli anni ho aperto il mio primo ambulatorio, ritagliandomi uno spazio dove poter fare i controlli e le applicazioni di lenti a contatto. Dopo il ritiro di papà abbiamo dato una svolta decisa, allargando moltissimo la parte di vendita e aprendo una terza vetrina laterale. Ora si può circolare nel 90% del negozio, di oltre 250 mq; stiamo pensando di espanderci un po’ di fianco per creare magazzino e ufficio e valutando se creare sinergie con altri professionisti, anche per differenziarci. Guardiamo al futuro con ottimismo grazie anche al grande impegno profuso da mia moglie Rula Karaman e sua sorella Vivianne, senza le quali mai avrei potuto arrivare a oggi proprio per il loro insostituibile contributo e specifico talento”, conclude Giulianelli.

Alberto Giulianelli, fotografo, fondatore di Ottica Giulianelli

Giampiero Giulianelli, oggi alla guida di Ottica Giulianelli

“OGGETTI D’AUTORE”, L’OMAGGIO A MORANDI FIRMATO PAOLO CASTELLI

Oggetti e complementi si vestono d’arte, colore e creatività nella capsule “Oggetti d’autore: Omaggio a Morandi” firmata da Paolo Castelli per Istituzione Bologna Musei. Un sodalizio creativo e di successo, quello tra il designer e imprenditore emiliano e l’Istituzione Bologna Musei, iniziato da un incontro fortuito avvenuto nel 2009 durante i lavori di riallestimento - curati da Massimo Iosa Ghini, architetto e designer bolognese - di Casa Morandi, la dimora in via Fondazza 36 a Bologna dove l’artista visse dal 1910 al 1964. “Ringrazio Paolo Castelli e il suo team che hanno lavorato a questo progetto. Un omaggio importante a Giorgio Morandi, uno dei grandi protagonisti della pittura italiana del Novecento, fra i nostri artisti più conosciuti e apprezzati al mondo”, afferma Matteo Lepore, assessore alla cultura e promozione della città del Comune di Bologna. La collezione si ispira all’artista e alla sua poetica: a partire dagli oggetti presenti nelfare 47 vita industriale

lo studio, per Morandi centro di un’osservazione minuziosa, contemplativa e reiterata nel tempo, per soffermarsi sugli elementi formali e cromatici di questi protagonisti assoluti della ricerca artistica morandiana. Nasce così una collezione di oggetti permeati di sofisticata eleganza, che raccontano mondi simbolici con decori e palette mai eccessivi. Da Casa Morandi alle nostre case, questa collezione ci propone accessori e complementi d’arredo con un forte valore identitario. “Volevo realizzare un sogno: dare vita a una collezione sublimata dallo sguardo creativo di Giorgio Morandi e, al tempo stesso, celebrare la nostra città: Bologna”, afferma Paolo Castelli. “Giorgio Morandi è sempre più ispirazione di molti artisti in tutto il mondo. C’è chi lo incontra a inizio carriera, chi in maniera inaspettata in fasi diverse del processo di creazione artistica. Più volte abbiamo ospitato al Museo Morandi gli esiti di questi dialoghi silenziosi. La collezione Oggetti d’Autore. Omaggio a Morandi è una ulteriore bella e significativa tappa. Grazie al digitale e alla rete questi oggetti viaggeranno in tutto il mondo a testimonianza della attualità della grandezza del Maestro e del suo rapporto con la città di Bologna”, aggiunge Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei. La collezione, il cui range varia da sedute, tavolini a lampade e oggetti per la casa dal design minimal, offre un assortimento eclettico di arredamento contemporaneo, che si abbina armoniosamente alle sofisticate collezioni già a catalogo: Inspiration e Greenkiss. Questa commistione è parte di un’operazione di qualità a completamento di un progetto già avviato dall’azienda a inizio 2020 per creare una stratificazione di marchi complementari che si integrano al meglio per offrire un’esperienza completa dell’abitare. Paolo Castelli e Istituzione Bologna Musei hanno conferito ad Artemest, piattaforma di e-commerce con sedi a Milano e a New York, specializzata in prodotti di design di alta gamma nelle categorie di arredo, illuminazione, home décor e lifestyle, l’esclusiva della vendita online della collezione. Una scelta strategica e ben definita, che pone al centro la volontà di abbracciare i contemporanei modelli di business e di sedurre un nuovo segmento di mercato. “Questi oggetti nascono dopo la mia visita alla casa del Maestro, dove sono stato travolto da una insolita emozione. Gli oggetti creati sono un 3D della sua vita, spero vengano accolti nelle case come tracce che possano avvicinare le persone alle sue opere”, conclude Paolo Castelli.

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PROMETHEUS LANCIA LA CAMPAGNA PER EMATIK, IL CEROTTO PER LE FERITE CRONICHE

L’avvio di nuove assunzioni, il potenziamento della rete commerciale veterinaria, l’adeguamento degli impianti produttivi e l’ottenimento del marchio CE per rendere il prodotto utilizzabile anche nelle strutture ospedaliere e facilitare la guarigione dei pazienti. Sono i principali obiettivi della campagna di equity crowdfunding lanciata lo scorso 4 febbraio dalla startup Prometheus sulla piattaforma MamaCrowd, per portare il cerotto Ematik nel mercato della cura delle ferite croniche dell’uomo. “Finora applicato con efficacia in ambito veterinario, Ematik accelera il processo di guarigione delle ferite croniche come piaghe da decubito e ustioni, che colpiscono 1 paziente su 5 negli ospedali e affliggono ogni anno 20 milioni di persone nel mondo”, dichiarano da Prometheus. Ideato da tre giovani biotecnologi under 30, Alice Michelangeli, Valentina Menozzi e Riccardo Della Ragione, che nel 2017 hanno fondato la startup a Mirandola, in provincia di Modena, nel cuore del distretto medicale emiliano, Ematik è un cerotto bioriassorbibile e altamente personalizzato sulle caratteristiche del paziente, perché combina il suo sangue con biopolimeri ed è in grado di dimezzare i tempi di guarigione senza lasciare cicatrici. Per la sua portata rivoluzionaria, Ematik ha ottenuto in pochi anni diversi riconoscimenti quali lo SME Instrument (Horizon 2020), la Startcup Emilia-Romagna, l’Unicredit Start Lab e il Seal of Excellence della Commissione Europea. Prometheus, che vanta collaborazioni con diversi atenei, come l’Università di Parma e l’Università di Perugia, è stata inoltre tra i finalisti dell’edizione 2019 del Premio Gaetano Marzotto. “Abbiamo dimostrato l’efficacia di Ematik nel settore veterinario. È arrivato il momento per il passo successivo e per questo siamo alla ricerca di investitori che credano nel nostro progetto”, evidenzia Valentina Menozzi, CTO di Prometheus. La nuova campagna, destinata a chiudersi il 31 marzo, mira a raccogliere investimenti per circa 600mila euro. “Tutti gli investitori che avevano preso parte al primo aumento di capitale da 250mila euro

REDI CELEBRA 60 ANNI DI CRESCITA E SGUARDO INTERNAZIONALE

Ben visibili da tutte le direzioni, in particolare dal tratto autostradale che collega Valsamoggia a Casalecchio, si stagliano gli imponenti silos che contengono la materia prima di una delle realtà produttive storiche del territorio bolognese, REDI, specializzata nei raccordi per l’edilizia e oggi punto di riferimento, con il gruppo Aliaxis, dei sistemi di scarico in plastica. È proprio da quella materia prima che derivano i prodotti realizzati nel sito di Zola Predosa, in provincia di Bologna, oggi commercializzati sul mercato italiano e internazionale. La storia dell’azienda è la sua forza e il suo cuore pulsante e, proprio in un anno difficile come il 2020, Aliaxis Zola Predosa, come oggi REDI viene definita, ha festeggiato 60 anni di attività: un traguardo importante, che ha visto il marchio REDI evolversi e acquisire importanza a livello mondiale. In occasione dell’importante ricorrenza, lo scorso 17 dicembre il Comune di Zola Predosa ha voluto insignire la storica realtà di una targa celebrativa, consegnata al direttore marketing di Aliaxis Italia, Maurizio Carano, per mano del sindaco Davide Dall’Omo e dell’assessora alle attività produttive Norma Bai. “Durante questi 60 anni ci sono state fasi di crescita e anche, ovviamente, periodi più sfidanti, come quello della crisi del 2008, in seguito al quale l’azienda è riuscita a risollevarsi, riposizionandosi sul mercato ancora più forte e produttiva. Il gesto del Comune ha avuto per noi un significato doppiamente importante, perché senza dubbio sancisce, una volta di più, come impegno, passione, dedizione e collaborazione, ancora oggi valori alla base dei piani di crescita aziendali per un futuro di successo, siano gli ingredienti essenziali che hanno reso possibile scrivere 60 anni di storia”, evidenziano da Aliaxis Zola Predosa. Da sempre fortemente radicata nel territorio in cui si trova, l’azienda rappresenta un punto di riferimento per la comunità locale, ma, grazie all’appartenenza al gruppo multinazionale Aliaxis, si colloca anche in un contesto internazionale e globale; questo background e il contributo dei suoi 250 dipendenti permettono ad Aliaxis Zola Predosa un vantaggio competitivo sui mercati odierni. Il gruppo Aliaxis, presente in tutti i continenti, con sede centrale a Bruxelles, in Belgio, è un punto di riferimento a livello mondiale nei sistemi avanzati di tubazioni in plastica per applicazioni edili, infrastrutturali, industriali e agricole. Fornisce alle comunità di tutto il mondo soluzioni innovative sostenibili per l’acqua e l’energia, anticipando le esigenze in rapida evoluzione dei suoi clienti e della società. Con una forza lavoro globale di circa 16.000 dipendenti, Aliaxis offre soluzioni specifiche in grado di soddisfare le richieste più disparate. Attiva attraverso marchi storici di prodotti nei diversi segmenti di applicazione, opera in oltre 45 Paesi combinando soluzioni locali con innovazione globale ed eccellenza operativa. Aliaxis Zola Predosa, con il suo marchio di prodotto REDI, rientra all’interno di Aliaxis Italia, una nuova realtà che rappresenta il gruppo multinazionale a livello italiano e che si sta sempre di più consolidando in un “quadrato industriale” che, oltre a quello di Zola Predosa, unisce i siti produttivi di Guardamiglio, in provincia di Lodi, Casella, in provincia di Genova, e Piombino, alle porte di Livorno. “Aliaxis Italia raggruppa sotto di sé aziende storiche i cui prodotti hanno reso possibili applicazioni civili e industriali oggi divenute uno standard sul mercato nazionale e internazionale. Forti di una storia di oltre 65 anni, i siti produttivi di Aliaxis Italia rappresentano passato, presente e futuro della gestione sostenibile delle risorse idriche”, sottolineano dal gruppo, che oggi produce marchi storici come REDI, FIP, ISEA, Nicoll, ASTORE e commercializza numerosi altri prodotti provenienti da stabilimenti europei ed extra europei del gruppo Aliaxis.

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nel 2018, come Nathura Holding, hanno già rinnovato la fiducia nel progetto”, continua Menozzi. Per la produzione del cerotto, Prometheus mette a disposizione degli ospedali una macchina automatizzata che estrae le molecole attive dal sangue del paziente e le combina con i biomateriali: “Una volta disponibile per cliniche e ospedali, renderà il cerotto un dispositivo medico alla portata di tutti, consentendo una rivoluzione nel trattamento delle ferite”, dichiara Riccardo Della Ragione, CEO di Prometheus. Con la concessione in comodato gratuito dei macchinari e la fornitura dei kit monouso contenenti la miscela polimerica brevettata, la startup è dunque in grado di far ottenere in 40 minuti un cerotto pronto all’uso su misura delle esigenze di trattamento del paziente. “Il nostro cerotto sblocca e favorisce il processo di rigenerazione dei tessuti e, col fatto che i biopolimeri in esso contenuti sono biodegradabili, rilasciano nel tempo in modo controllato e costante i fattori di crescita prelevati dal sangue, andando a sbloccare le situazioni cliniche stagnanti”, conclude Alice Michelangeli, CSO di Prometheus.

NUOVA BUSINESS UNIT PER PRO-VISION

Innovarsi per continuare a crescere: è la mission del Gruppo Pro-Vision di Carpi, in provincia di Modena, che dal 2019 ha costituito una nuova business unit (denominata Pro-Vision Tech), espressamente dedicata allo sviluppo di nuove e innovative soluzioni d’Intelligenza Artificiale in grado di favorire la trasformazione digitale in ambito logistico. La trasformazione digitale rappresenta infatti uno dei principali obiettivi e priorità delle aziende che intendono crescere. In ambito logistico la scelta del fornitore di sistemi informatizzati assume un ruolo ancor più strategico poiché, essendo la vita media dei sistemi di gestione dei magazzini e della supply chain superiore al decennio, il partner tecnologico dovrà fornire, oltre al supporto tecnico, gli stimoli e i suggerimenti per un continuo e sistematico miglioramento aziendale. “È così che ragioniamo in Pro-Vision”, spiega Mario Ascari, CEO e presidente del Gruppo, storica software house modenese che da oltre vent’anni opera nel settore dell’Information Technology realizzando sistemi informatizzati per la gestione dei magazzini WMS (Warehouse Management System) e l’organizzazione dei reparti produttivi (MES). “Grazie all’esperienza maturata in oltre vent’anni d’attività in innumerevoli comparti merceologici, Pro-Vision è considerata uno dei principali fornitori di WMS. In particolare, DynamicStore® è il WMS sviluppato da Pro-Vision ed è costituito da un sistema informatizzato integrato (che comprende e integra software, hardware, sistemi d’identificazione e localizzazione) in grado di gestire e coordinare le attività logistiche, nonché di garantire la raccolta dei dati, la tracciabilità dei flussi e la rintracciabilità di ogni prodotto e movimentazione. Un esempio del lavoro su cui è impegnata la nuova business unit sono le nuove e innovative soluzioni tecnologiche come i sistemi RTLS (Real Time Location System), algoritmi d’Intelligenza Artificiale, avanzate soluzioni di picking automatizzato e l’utilizzo di dispositivi indossabili come gli occhiali dotati di visione artificiale, grazie ai quali si possono ottenere ottime prestazioni di picking. Già dall’anno scorso abbiamo avviato una importante collaborazione con una società leader nel mondo della produzione di occhiali da lavoro con la quale abbiamo sviluppato una nuova soluzione per l’esecuzione dell’attività di picking mediante un innovativo occhiale con integrata una piccola telecamera collegata a un device portato in cintura. Una soluzione simile ai Google Glass ma espressamente sviluppata per la logistica”, prosegue Ascari. Un altro esempio sono i sistemi RTLS (Real Time Location System) con tecnologia UWB. “Si tratta di una soluzione che, secondo me, è tra le più interessanti, e che nei prossimi anni vedrà un grande sviluppo”, commenta ancora Ascari. “La tecnologia Ultra Wide Band (UWB) permette d’identificare e tracciare, in tempo reale, la posizione e gli spostamenti delle merci, dei mezzi di movimentazione, dei pallet, ecc., con ottime prestazioni in termini di precisione e velocità di aggiornamento. La tecnologia UWB sfrutta la trasmissione di onde radio ad altissima frequenza per localizzare oggetti e mezzi”. Ci sono già aziende che stanno adottando queste nuove soluzioni: “Quest’anno, abbiamo portato a termine due nuovi progetti con sistema RTLS con tecnologia UWB in due aziende del settore dell’acciaieria”, conferma il presidente di Pro-Vision. “Le nuove tecnologie esistono e si possono utilizzare con grandi vantaggi. È chiaro che bisogna attrezzarsi e svilupparsi con le competenze adeguate”. Per info: www.pro-vision.it

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SCAM FESTEGGIA 70 ANNI DI ATTIVITÀ ED È PRONTA PER LE NUOVE SFIDE

SCAM, azienda modenese specializzata nel settore dell’agrochimica, si appresta a festeggiare i 70 anni di attività con un progetto di nutrizione sostenibile a basso impatto ambientale delle colture agrarie, che la vedrà impegnata nei prossimi anni a implementare varie partnership sul territorio nazionale e internazionale mirate allo sviluppo dei concimi organo-minerali a matrice umificata. Fin dalla nascita SCAM è stata pioniera nei temi di rispetto della fertilità del suolo e della biodiversità, nel miglioramento quanti-qualitativo delle coltivazioni e nella salubrità dei prodotti agricoli. La sede produttiva e direzionale di Modena si sviluppa su una superficie di circa 15 ettari e impiega oggi 100 addetti impegnati nella produzione di fertilizzanti e agrofarmaci, due business completamente diversi che richiedono culture industriali e commerciali profondamente differenti. “L’attività principale di SCAM risiede nella produzione dei concimi organo-minerali granulari che si caratterizzano per le componenti organiche umificate e per il processo produttivo per reazione naturale che consente di ottenere granuli a elevata prestazione agronomica, contraddistinti dalla certificazione ambientale EPD (Environmental Product Declaration). La continua attività di ricerca e innovazione fatta in collaborazione con Università e centri di sperimentazione, le certificazioni, gli investimenti e i miglioramenti della parte produttiva dello stabilimento, hanno portato SCAM ad essere l’azienda di riferimento di settore”, spiega l’azienda. SCAM è socio fondatore e aderente delle associazioni Agrofarma e Assofertilizzanti (Federchimica), dell’associazione europea dei produttori di fertilizzanti a base organica (ECOFI) ed è attiva in campo istituzionale come membro dei tavoli tecnici europei di settore (CEN, UNI, TC 260 e TC 455). L’offerta commerciale SCAM è ampia e diversificata, oltre ai concimi organo-minerali comprende agrofarmaci, fertirriganti, biostimolanti e prodotti per agricoltura biologica, per garantire produzioni agricole sane e di qualità. “I buoni risultati economici e patrimoniali raggiunti da SCAM non hanno penalizzato altre scelte impegnative fatte nel corso degli anni, dove cultura d’impresa, responsabilità sociale, etica, trasparenza e confronto hanno messo l’azienda in condizione di creare e nel tempo consolidare un rapporto di fiducia, affidabilità e credibilità fra l’industria chimica, la comunità locale e le filiere agroalimentari”, evidenzia il presidente di SCAM, Marco Pirani. “Per SCAM i concimi organo-minerali rappresentano ancora oggi il core business aziendale, grazie alla ‘formula originale’ che li contraddistingue e che li rende unici. L’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sui fertilizzanti dal 2022 e le indicazioni agronomiche definite dal Green New Deal – Farm to Fork aiuteranno l’azienda nel processo di internazionalizzazione e consentiranno di veicolare anche le altre specialità ad alto valore aggiunto”, sottolinea il direttore generale di SCAM, Felice Lo Faso. “L’impegno di SCAM per il futuro è garantire ai propri partner e agli operatori delle filiere agroalimentari la migliore offerta di mezzi tecnici, per portare nelle nostre case e su quelle di tutto il mondo i cibi ottenuti con una agricoltura virtuosa, ad alta produttività e qualità, ma al più basso impatto ambientale. È l’agricoltura integrata del Made in Italy che, per SCAM, è una vocazione fin dalla propria nascita”, conclude l’azienda modenese.

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REJOINT, FINANZIATO DAL MISE IL PROGETTO “SMART BI-UNI KNEE”

Il Ministero dello Sviluppo economico ha firmato a fine gennaio i decreti che autorizzano gli Accordi per l’Innovazione tra Mise, aziende che hanno presentato i progetti e varie Regioni, tra cui l’Emilia-Romagna. “Tra le imprese che vedranno finanziato il proprio progetto c’è anche Rejoint, con il progetto Smart Bi-Uni Knee da realizzare nei siti produttivi emiliani. I costi complessivi del progetto relativo al settore Scienze della vita ammontano a circa 9,2 milioni di euro, di cui 3,7 milioni finanziati dal Mise”, spiega l’azienda bolognese nata cinque anni fa che opera nel medtech-ortopedia. Gli Accordi puntano a favorire la competitività del territorio e l’occupazione attraverso gli investimenti delle imprese in progetti produttivi e di ricerca e sviluppo di rilevante impatto tecnologico. Per la realizzazione di prodotti e processi produttivi innovativi sono previsti investimenti complessivi pari a circa 270 milioni di euro, a sostegno dei quali il Mise ha messo a disposizione circa 70 milioni di euro di agevolazioni. “Siamo stati selezionati insieme ad aziende del calibro di Ferrero, Vodafone, Pirelli, STMicroelectronics e poche altre. Ci riempie d’orgoglio vedere ancora una volta premiata la nostra essenza innovativa e il nostro costante impegno di migliorare la soddisfazione e la qualità della vita dei pazienti che si sottopongono all’operazione chirurgica per la sostituzione articolare del ginocchio, divenuta ormai di routine”, commentano da Rejoint. Alcune delle tecnologie su cui sta lavorando Rejoint fanno immaginare un futuro ‘da fantascienza’, come le operazioni tramite robot a distanza, per esempio. In realtà, secondo l’azienda si tratta di possibilità più vicine di quanto si pensi. “Quando si introducono le tecnologie legate a Industry 4.0 in settori conservativi si riesce a stravolgere i processi di business e offrire prodotti qualitativamente migliori. Operiamo in un settore, quello del medtech-ortopedia, notoriamente maturo, e siamo nati per risolvere problematiche evidenziate dai pazienti sempre più giovani e ‘demanding’, fornendo quindi soluzioni chirurgiche personalizzate con prestazioni decisamente superiori in termini sia cinematici che di soddisfazione del paziente”, spiegano dal quartier generale bolognese. Per raggiungere questo obiettivo, Rejoint sviluppa e si fa supportare dalla tecnologia: simula la ricostruzione articolare attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale e processi di machine learning che scelgono, disegnano e posizionano le protesi su modelli virtuali dell’articolazione del singolo paziente; produce i componenti protesici con l’utilizzo e lo sviluppo delle più avanzate tecnologie produttive additive e segue poi il paziente attraverso la trasmissione di dati da specifici wearable device indossati dal paziente durante la riabilitazione. “Siamo in grado di mettere in costante comunicazione il chirurgo con il paziente e raccogliere dati di funzionalità e soddisfazione da parte del paziente”, avverte l’azienda. “È una vera novità nel mondo dei dispositivi medici, perché permette di tracciare, senza alcuna intermediazione, la bontà e funzionalità del prodotto e collezionare ed analizzare un’enorme quantità di dati”. Rejoint sta anche lavorando per lo sviluppo di sistemi robotici d’ausilio alla chirurgia, semi attivi e connessi 5G a chirurghi che potranno operare o tutorare in remoto più chirurgie simultaneamente. Questo sviluppo tecnologico avrà un orizzonte temporale di tre anni. “Questa sarà realmente una grande innovazione e ci avvicinerà a scenari in cui i robot saranno attivi, apprenderanno costantemente e, in futuro, potranno realizzare le chirurgie in modalità indipendente sulla base di un planning deciso dal chirurgo e sulla base del patrimonio esperienziale della macchina”, concludono dall’azienda.

SAIET PUNTA SUGLI SMARTPHONE PER IL MERCATO SENIOR

Saiet, azienda bolognese attiva nel mondo della telefonia da quasi sessant’anni, punta sempre più su un mercato di nicchia: i telefoni cellulari e gli smartphone per i senior. “Il modello Smart Senior STS550 è arrivato sul mercato a ottobre, prima in sordina e successivamente accompagnato da una campagna pubblicitaria nell’area test dell’Emilia-Romagna, sia sui quotidiani sia sulle reti televisive regionali”, ricorda il direttore commerciale Claudio Furlanetto. “Si tratta di un prodotto particolarmente innovativo che si affianca alla nostra storica proposta di telefoni cellulari per il mondo senior. È destinato al mondo degli anziani che si sta via via evolvendo verso la telefonia mobile più articolata rappresentata dagli smartphone. Inoltre, a questo modello, da gennaio abbiamo affiancato anche un secondo prodotto più

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economico (Smart Senior STS502) che segue la stessa filosofia del fratello più grande, per allargare ulteriormente l’utenza potenziale”. “Il problema che abbiamo voluto risolvere”, prosegue Furlanetto, “è stato rendere semplice un prodotto complesso. Abbiamo aggiunto alcuni tasti di apertura e chiusura della chiamata, per risolvere l’annoso problema dello strisciamento che spesso non va a buon fine. È stato inserito un tasto Sos associato a cinque numeri prefissati per eventuali chiamate di emergenza, ed è stato modificato il software per introdurre icone molto grandi per accedere facilmente alle funzioni principali (chiamata, messaggi, WhatsApp, eventuali altre app, fotocamera). L’audio è stato potenziato, così come la luminosità del display per una migliore visibilità. Infine, il prodotto è dotato di una originale base di appoggio e di ricarica orizzontale che consente di migliorare la video chiamata e, allo stesso tempo, mantenere in carica lo smartphone”. Il 2020 è stato reso difficile dalla pandemia anche per Saiet. “Però, grazie ai nostri prodotti, che andavano incontro alle esigenze manifestatesi durante il lockdown di sentirsi più spesso attraverso la voce e le immagini, siamo riusciti a mantenere i nostri livelli di fatturato”, conferma Furlanetto. “A questo ha contribuito anche la nostra attuale clientela, prevalentemente costituita da rivenditori specializzati di telefonia, i cosiddetti negozi di prossimità. Inoltre, ci ha dato una mano importante l’introduzione del nuovo prodotto e almeno altri cinque modelli che siamo comunque riusciti a lanciare nel primo semestre dell’anno scorso, nell’ambito della proposta di cellulari tradizionali che rappresenta per noi ancora una quota significativa di fatturato”. Per il futuro, Saiet continua a lavorare sempre per il mercato senior, che storicamente ha visto l’azienda bolognese presente fin dal lontano progetto “In Sip”, i primi punti vendita specializzati creati dall’allora gestore telefonico Sip all’interno dei quali Saiet aveva inserito quattro prodotti nella specifica linea denominata Argento (telefoni con tasti grandi con visualizzatore luminoso, potenti suonerie da affiancare al telefono, segreteria telefonica). “Pensiamo di rafforzare la gamma degli smartphone a prestazioni maggiori (display grandi per migliori video chiamate), App specifiche per controllo a distanza e quindi per migliorare la sicurezza degli anziani magari soli. Stiamo anche ragionando su alcuni prodotti collaterali che possono essere collegati allo smartphone, sempre però destinati al mondo senior e quindi rivolti a soddisfare nuove esigenze”, conclude Claudio Furlanetto.

SCHNEIDER ELECTRIC, AL TOP NELLA SOSTENIBILITÀ SECONDO CORPORATE KNIGHTS

Schneider Electric, punto di riferimento nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, rilancia con forza la sua strategia di lungo termine per integrare aspetti ambientali, sociali e di governance in tutti gli ambiti della sua attività e per aiutare i propri clienti e partner a raggiungere i rispettivi obiettivi di sostenibilità. L’annuncio coincide con la notizia che Corporate Knights, società media e di ricerca canadese che realizza classifiche e valutazioni su prodotti finanziari basate sulle performance di sostenibilità aziendali, ha posto per la prima volta Schneider Electric al vertice dell’indice annuale delle “Global 100 most sustainable corporations in the world”. Un grande balzo dal 29° posto dello scorso anno, che porta l’azienda in vetta e rappresenta un importante riconoscimento esterno dell’impegno di lunga data di Schneider Electric sui temi di governance ambientale e sociale. Il risultato mette inoltre in evidenza come l’azienda, che nel 2018 ha inaugurato un Innovation Hub nella propria sede di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, si sia trasformata in un player di grande rilievo nel campo delle soluzioni digitali che rendono possibile l’efficienza energetica e la sostenibilità. “Essere un’azienda sostenibile, con un business sostenibile, è il perno della nostra strategia. Schneider si è fatta carico dei temi di governance ambientale e sociale da tanto tempo e continuiamo a individuare obiettivi sempre più ambiziosi”, commenta il presidente e CEO di Schneider Electric, Jean-Pascal Tricoire. “Quando abbiamo attivato il nostro primo ‘barometro di sostenibilità’ nel 2005 siamo stati tra i primi a scegliere di farci guidare da un approccio attento alla governance ambientale e sociale; i nostri obiettivi al riguardo non potevano essere sempre gli stessi, e infatti ogni tre anni li abbiamo resi più stringenti. Tutti noi - aziende, governi, individui - possiamo contribuire per rendere il nostro mondo più sostenibile e inclusivo. I nuovi impegni che annunciamo oggi definiscono l’evoluzione del nostro percorso”. Il nuovo programma Schneider Sustainability Impact (SSI) copre il periodo 2021-2025 e porta con sé un’accelerazione significativa rispetto agli obiettivi preesistenti. Si basa su sei impegni di lungo termine, pensati per dare un contributo a ognuno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: agire con un approccio climate-positive; usare in modo efficiente le risorse; essere all’altezza dei propri principi di fiducia; creare pari opportunità; fare spazio al potenziale di tutte le generazioni; fornire strumenti di crescita alle comunità locali. “Avere la capacità e la volontà di rendere il mondo più sostenibile e equo non è semplicemente una responsabilità morale: è una scelta aziendale sensata”, aggiunge Olivier Blum, chief strategy and sustainability officer di Schneider Electric. “Quello che è accaduto nel 2020, segnato da eventi quali il Covid-19, una serie di disastri legati al cambiamento climatico, ma anche dal quinto anniversario degli Accordi di Parigi, rende ancora più urgente agire; inoltre, ha rafforzato la volontà

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no al 19% in più di fatturato rispetto al 2019. in sospeso e anticipare anche quelli a scadenza più flessibili, siamo diventati più efficienti, in A trainare tale risultato, in Europa, Paesi Bassi, più lunga: in pratica quando abbiamo chiuso, grado di adattare tutti i nostri processi alle necessi-SIMONI, DA 190 ANNI “I CAVALIERI DELLA SPAZZOLA ROTONDA” Bel - tà dei gio e Lussemburgo seguiti da Francia, Ger- il nostro magazzino era Il passaggio alle spazzole industriali arriva negli anni ‘50: “Almermania e Inghilterra. Il prodotto più richiesto vuoto. A macchine fer- lora si producevano, soprattutto in Romagna, molte macchine cati le cucine da esterno, sulle quali Steel ha pun- me, ci siamo concentrati per il trattamento della frutta post-raccolta, quindi lavaggio, con tato moltissimo nell’ultimo biennio: non solo sulle relazioni: il marke- ceratura e selezione”, si legge nel libro. “In tutte queste fasi si cui barbecue, ma vere e proprie cucine in accia- ting ha lavorato moltissi- utilizzavano spazzole in notevole quantità. La spazzola a rullo ha ci inio inox (lo stesso acciaio in uso nei cantieri mo per implementare la rappresentato per l’azienda il primo caso di industrializzazione ter navali) destinate a resistere anche ai climi più digital strategy e il com- del processo produttivo, con la standardizzazione dei moduli e fac rigidi. merciale si è dedicato alla un’ottima riproducibilità del prodotto”. cia “Il mercato interno ci ha dato grandi soddisfa- rete vendite e a sviluppa- Fino alla metà degli anni ‘70 si continuarono a fabbricare, anche mo”. zioni”, afferma Auro Po, CEO di Steel, “no- re nuovi contatti. A set- se sempre meno, anche le spazzole tradizionali ad uso manuale nostante i tanti mesi di chiusura e il lockdown tembre abbiamo aperto e spazzole per ferramenta, finché si decise di seguire prevaveramente duro che tutti abbiamo affrontato tra marzo e maggio, siamo riusciti a mantenere il primo show-room monomarca a Roma e spelentemente le spazzole industriali speciali, cioè su richiesta del cliente. “Agli inizi degli anni ‘80, quando sono entrato in fabbri- TE gli stessi volumi del 2019 e persino a registra- riamo di poter comuni- ca, la logica della specializzazione è stata ancora di più per- CHre una cre care preQuando si dice Simoni si dice spazzole, da ben sei generazioni, precisamente dal 1830. L’attività inizia con Costante Simoni a Calseguita e concretizzata”, ricorda Franco Simoni. “Attualmente vengono prodotte sia spazzole strip che punzonate, con parti- BOscita cara, passa a Crespellano, dove si sposta il figlio Paolo, per ar-sto colare specializzazione per queste ultime. Disponiamo infatti di del nuorivare a Zola Predosa, poi a Bologna, e tornando a Zola Predosa - numerose macchine a controllo numerico, molto diversificate 3%. v i alla metà degli anni Settanta dove il bisnipote Paolo costruisce tra loro per coprire una gamma veramente vasta di richieste Ciò è inve-la nuova fabbrica nella zona industriale. E Franco Simoni, figlio di speciali”. stato Paolo e attuale presidente dell’azienda, è tra i diversi imprendi-sti - Dopo gli anni ‘90 grande impegno è stato posto nell’organizzare pos -tori che sono stati premiati, a fine 2020 in una cerimonia in mu- il reparto “preparazione nuclei”, cioè la lavorazione all’utensile sibile nicipio, dal sindaco di Zola Davide Dall'Omo, che ha voluto dare delle basi spazzola. L’azienda ha aperto all’interno un’officina, gra -un riconoscimento alle imprese che da tempo rendono vitale il introducendo torni, fresatrici, un centro di lavoro automatico e zie al paese. un tornio a controllo numerico. “Ciò ci ha consentito di renderci gran-“Sei generazioni di imprenditori: non è un caso unico, però rap- in buona parte indipendenti dalle lavorazioni esterne”, spiega dis -presenta un traguardo raro, che soltanto la passione che i miei Simoni, “con maggiore controllo dei tempi di produzione e dei simo antenati avevano per il proprio lavoro ha consentito di raggiun- relativi costi. Da noi si sente dire di frequente che ‘più le rilavo-gere”, commenta Franco Simoni. “Questa tradizione ha rischiato chieste sono impossibili e più ci divertiamo’. Questa è forse la ro di di rompersi alla quinta generazione, quella di mio padre Paolo, migliore sintesi della nostra politica aziendale. Pur cercando squa-perché io dopo la laurea in ingegneria meccanica ho oscillato sempre di andare verso la massima semplificazione, accettiadra per diversi anni tra fabbrica e Università nell’incertezza della mo di buon grado di valutare ogni proposta del cliente. Spesso svolto scelta. Mescolando ricerca (in acustica industriale), produzione da una richiesta ‘impossibile’ è scaturita una soluzione interesd a di spazzole e lezioni (agli studenti di fisica tecnica di ingegneria sante che ha poi avuto sviluppi anche in altre applicazioni”. tutti: elettronica) alla fine ho deciso di continuare l’antico mestiere”. “In tempi difficili come questi”, conclude Franco Simoni, “il mio a feb-Questo aneddoto e tanti altri, all’interno di una storia di 190 anni impegno è rivolto a proseguire nella tradizione, se possibile braio di impegno e creatività, si possono trovare in un volume che introducendo in fabbrica alcune innovazioni e ben ricordando ab -Franco Simoni aveva realizzato nel 2010, dal simpatico titolo “I gli insegnamenti di mio padre Paolo, che voleva prima di tutto bia -cavalieri della spazzola rotonda”. “Inizialmente, l’intento era un’azienda basata su onestà e lealtà verso gli altri”. m o quello di raccogliere tutte quelle informazioni che, in mancanza lavo-di documentazione, inevitabilmente sarebbero andate disperse. rato senza sosta menti nel nostro Paese. Il Covid”, conclude Po, “non ha rappresentato Già dagli anni Ottanta avevo acquisito, con una serie di interviste a mio padre, molte informazioni derivate dalla tradizione orale, unitamente a numerose immagini, video e oggetti di epoche pasARD GROUP, L’ASSISTENZA È IN REMOTO per eva una svolta, ma ha accelerato una tendenza già esisate. Tutto questo materiale è stato ordinato in modo sistematico in questo volume. Ora il libro è stato rieditato e aggiornato, CON GLI SMART GLASSES dere tutti gli ordini stente per quanto concerne la vita aziendale: dalla digitalizzazione all’adozione di orari di lavoro perché mio figlio Andrea Simoni, che rappresenta la settima generazione dell’azienda, si è laureato in economics and finance all’Università di Bologna proprio nel 2020”. Sembra d’assistere a una scena del film Minority Report, ma in questo caso tutto è straordinariamente concreto. Da una parte una persona indossa un paio di leggerissimi

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dei nostri clienti di accelerare la transizione in ottica di riduzione delle emissioni. Le nostre soluzioni possono aiutarli anche a raggiungere i loro obiettivi”. Gli impegni presi sono sostenuti da 11 obiettivi concreti, da raggiungere entro il 2025. Per la prima volta, in ognuno degli oltre 100 Paesi in cui Schneider Electric opera, saranno stabiliti degli obiettivi specifici, volti ad affrontare “dal basso” le esigenze espresse dalla comunità locale.

POGGIPOLINI E GELLIFY LANCIANO LA VITE ‘INTELLIGENTE’

Una soluzione tecnologica innovativa, che applica l’intelligenza artificiale al settore delle viti e dei fissaggi, in grado di avere un impatto positivo su tutta la comunità. È quella proposta da Sens-In, la startup ad alto potenziale tecnologico nata a dicembre 2019 come spin-off di Poggipolini, azienda bolognese da tre generazioni attiva nella progettazione e produzione di fissaggi critici, e dallo scorso novembre partecipata dalla piattaforma di innovazione GELLIFY. I nuovi elementi di fissaggio sono dotati di sensori brevettati ad altissima tecnologia e connettività che li rendono sempre connessi. Saranno impiegati, oltre che nei mercati storici di Poggipolini (aeronautica, automotive e industriale) anche in nuovi settori fondamentali quali le infrastrutture (ponti) e la sanità (protesi mediche). Sens-In è un progetto di ‘Venture Building industriale’ che vede coinvolte le due realtà bolognesi in un innovativo modello di coinvestimento in un business innovativo che nasce all’interno di una azienda già consolidata. Una soluzione che permetterà di concentrare investimenti e risorse dedicate allo sviluppo di questo specifico prodotto, pensato per diventare protagonista della digital transformation. “Sens-In è nata a fine 2019 come nostro spin-off. Una soluzione che abbiamo deciso di sviluppare quattro anni fa per rendere intelligenti i nostri fissaggi, lavorando in costante contatto con le ingegnerie di ogni nostro cliente e in open innovation con startup, Università e centri di ricerca. I bulloni, oltre ad assolvere le loro funzioni meccaniche, avrebbero potuto prendere vita, diventando intelligenti e comunicando dati mai acquisiti prima. Un design migliorato per ogni singola vite e allo stesso tempo un controllo per l’intero sistema. Da qui la nascita del termine Internet of Fasteners”, spiega Michele Poggipolini, founder and CEO di Sens-In, CEO di Poggipolini e presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia. “Sono felice di annunciare la partnership con GELLIFY, perché potremo contare sulla loro esperienza per sviluppare tutte le soluzioni digitali legate ai dati che acquisiremo. Punteremo quindi su progettazione, sviluppo e realizzazione degli elementi sensibili e di tutta la piattaforma digitale che si occuperà della gestione e della rielaborazione dei dati acquisiti, attraverso intelligenza artificiale e offrendo ai nostri clienti un servizio strategico e unico. È ormai evidente come una semplice vite, penso a particolari applicazioni sui ponti, possa realmente cambiare la vita delle persone”, continua Poggipolini. “Sens-In è un progetto dal potenziale dirompente nell’ambito industriale. La visione di Michele Poggipolini, imprenditore che proviene dal mondo fisico e produttivo, ci ha subito convinto, perché ha una comprensione molto chiara di come il digitale possa incrementare il valore in ogni prodotto a condizione che con questo sia facilmente integrabile. Trasformare ogni vite in un sensore va oltre lo stato dell’arte nella capacità del digitale di essere davvero parte del mondo fisico durante tutta la vita del prodotto e in tutti i relativi processi, dall’R&D alla pre-vendita, dal monitoraggio dell’utilizzo all’assistenza sia field che remota”, aggiunge Michele Giordani, founder and managing partner di GELLIFY.

SIFIR FIDUCIARIA, DA OLTRE 40 ANNI AL FIANCO DELLE IMPRESE

Il particolare periodo storico che stiamo vivendo e le nuove sfide che ci attendono nel prossimo futuro stanno portando le imprese e gli imprenditori a ricorrere sempre più ai servizi prestati dalle società fiduciarie, servizi che garantiscono opportunità uniche con vantaggi esclusivi. Proprio di questo si è parlato lo scorso 22 dicembre nell’incontro “Società fiduciaria: utile strumento di supporto alle imprese”, organizzato dalla società bolognese SIFIR Fiduciaria nell’ambito dell’iniziativa Associati per Associati. “L’attuale situazione dovuta alla diffusione della pandemia da Covid-19 ha indubbiamente incrementato l’esigenza da parte di imprese e imprenditori di usufruire di servizi fiduciari personalizzati e utili sia a far fronte alla crisi sistemica degli ultimi mesi sia a programmare il momento della ripartenza. Riservatezza rispetto all’assetto proprietario e partecipativo, tutela della segretezza dei nuovi investimenti (joint venture, startup e operazioni di private equity), stabilità dei rapporti tra i soci e tutela del passaggio generazionale, garanzia e sicurezza nei pagamenti commerciali, protezione del patrimonio del socio e dell’impresa. Sono questi alcuni dei servizi prestati da oltre 40 anni da SIFIR Fiduciaria, volti a far fronte a esigenze di sempre più grande attualità”, sottolinea Leonardo Arienti, amministratore della società. “La riservatezza e l’anonimato rispetto all’assetto proprietario della società vengono ga-

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Leonardo Arienti, amministratore di SIFIR Fiduciaria

rantite attraverso l’intestazione fiduciaria di partecipazioni. In tale ambito, le partecipazioni sociali vengono intestate formalmente alla società fiduciaria, in modo che il nome del reale proprietario non sia individuabile dai terzi. Ciò permette un ampio grado di riservatezza rispetto a tutte le operazioni che un’impresa o imprenditore può effettuare con le proprie partecipazioni. In questo modo, ad esempio, non saranno conoscibili ai terzi le operazioni di cessione di parte o della totalità delle partecipazioni intestate fiduciariamente, l’ingresso di un nuovo socio nella società ovvero la cessione della nuda proprietà o dell’usufrutto a un terzo. Tale servizio è particolarmente impiegato nel corso delle operazioni di riassetto societario (cessione, passaggio generazionale, acquisto di azioni proprie o operazioni di private equity) e nelle operazioni di investimento, quando è interesse dell’imprenditore o dell’impresa non rivelare ai terzi tali attività”, spiega Arienti. Sotto il profilo commerciale, la garanzia di sicurezza dei pagamenti nazionali ed esteri viene raggiunta mediante l’impiego dell’istituto di origine statunitense del deposito a garanzia (escrow). “In sostanza, le parti contrattuali sottoscrivono un contratto di deposito a garanzia (escrow agreement), mediante il quale una parte consegna denaro o altri documenti a un depositario fiduciario (escow agent), il quale ha l’obbligo a sua volta di consegnarli all’altra parte solo qualora questa abbia adempiuto correttamente al contratto, secondo i termini e le condizioni previste. L’escrow viene molto utilizzato in ambito commerciale sia per le transazioni nazionali che internazionali, perché garantisce il corretto adempimento delle prestazioni di tutte le parti coinvolte e le loro assoluta tutela”, conclude Arienti.

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SITMA MACHINERY, AL VIA LA COLLABORAZIONE CON L’OLANDESE VMS

Una partnership promettente, nata per cogliere in maniera efficace le opportunità legate all’esigenza di confezionamento in ambito logistico che derivano da un trend di crescita in questo specifico mercato. È quella avviata recentemente da Sitma Machinery, azienda di Spilamberto, in provincia di Modena, specializzata nella progettazione e realizzazione di macchine e sistemi automatici per la produzione in linea di packaging di distribuzione, e VMS, dinamica realtà olandese attiva nel campo dell’automazione dei flussi logistici e di supply chain. L’Olanda è uno dei paesi europei in cui il settore dell’elogistics sta facendo registrare tra i maggiori tassi di crescita in Europa, grazie all’aumento esponenziale del mercato dell’ecommerce che, secondo Statista, vale oggi oltre 25 miliardi di euro. Complice la forte spinta data dalla pandemia da Covid-19, ormai oltre l’80% della popolazione olandese nell’età compresa tra i 12 e i 65 anni acquista regolarmente on line e si conta che il numero di web shop e aziende con possibilità di acquisto per corrispondenza siano passate da 5.195 nel 2007 a ben 49.415 nel 2020. Tuttavia, non sono solo web stores, e-retailers e marketplaces nazionali a essere privilegiati dall’aumento delle proprie vendite, ma anche i loro simili oltre confine hanno avuto una sorte analoga, provocando una vera e propria impennata in termini di crescita dei volumi delle spedizioni provenienti da diversi Paesi dell’Unione Europea, in particolar modo Germania e Danimarca, e fuori dall’UE, soprattutto Cina, Regno Unito, Canada e Stati Uniti. Tutto questo Sitma e VMS lo sanno molto bene ed è proprio dall’incontro di esigenze complementari che è nata una partnership che consentirà a Sitma di rafforzare la propria presenza su questo importante mercato e a VMS di completare la propria offerta di soluzioni per la supply chain dell’intralogistica. Grazie anche alla condivisione di un percorso evolutivo similare e di valori comuni, Sitma e VMS hanno deciso di avviare una collaborazione che trova una specifica applicazione nello sviluppo di soluzioni dedicate al mondo del packaging per l’ecommerce. Le due realtà stanno già lavorando intensamente a un programma di azioni congiunte in area marketing e sales, implementate ufficialmente a partire dallo scorso gennaio

Sopra: Gianluca Rossi, direttore sales & marketing di Sitma. Sotto: Niels van der Sloot, proprietario e fondatore di VMS

quando VMS è diventata a tutti gli effetti agente Sitma in Olanda e nelle Fiandre per l’elogistics e il packaging per ecommerce. “Le soluzioni Sitma si collocano perfettamente nel contesto dell’integrazione tecnologica per il settore intralogistico che in VMS abbiamo costruito negli ultimi dieci anni, attraverso l’offerta di pacchetti completi per rispondere alle esigenze di confezionamento e automazione dei processi produttivi e logistici. Una serie di soluzioni che vanno dalla robotica allo smistamento e dalla palettizzazione agli AGV”, commenta Niels van der Sloot, proprietario e fondatore di VMS. “Il know-how e la competenza del team tecnico di VMS saranno in grado di fornire un aiuto per la manutenzione delle macchine ad alta velocità destinate ai mercati più esigenti. Al contempo il supporto a livello di back office e la capacità nel gestire la fornitura di parti di ricambio rappresentano ulteriori plus, andandosi ad aggiungere alla profonda conoscenza del mercato logistico espressa da VMS, che subito ci ha fatto propendere per questa collaborazione. Per noi è estremamente importante far conoscere Sitma e le nostre soluzioni, ma ancora più importante è esserci, anche dopo la vendita”, afferma Gianluca Rossi, direttore sales & marketing di Sitma.

CONAI PREMIA DUE PROGETTI SMURFIT KAPPA ITALIA

Smurfit Kappa Italia, multinazionale del packaging a base carta, con 26 sedi italiane quattro delle quali in Emilia-Romagna, si è aggiudicata nel dicembre scorso due dei premi messi in palio da Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, per valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballi. I riconoscimenti sono stati assegnati alle innovative soluzioni realizzate per l’azienda alimentare Bottoli e l'industria chimica Carima rispettivamente dai team di Camposanto sul Panaro, in provincia di Modena, e di Pastrengo, alle porte di Verona. A contendersi il montepremi di 500.000 euro sono stati 160 progetti, frutto di una selezione che è partita da un totale di 289 soluzioni presentate. Famosa per le schiacciatine, la realtà mantovana Bottoli ha richiesto a Smurfit Kappa un packaging che raggiungesse tre obiettivi: ridurre lo spazio a magazzino delle scatole in attesa della produzione, tagliare i tempi di confezionamento, creare una linea di imballi riconoscibili a scaffale, facili e veloci da aprire. La soluzione creata da Smurfit Kappa passa da una scatola composta da due pezzi a una scatola unica di tipo ‘wrap shelf ready packaging’: un solo fustellato di cartone che avvolge e fascia il contenuto ma è anche adatto all’esposizione sul punto vendita. “Un’innovazione che ha portato una riduzione del peso del packaging secondario pari all’8,5%; inoltre, il nuovo imballo elimina un passaggio di trasformazione con benefici in termini logistici, di processo e un risparmio energetico. Grazie a un software specifico, siamo in grado di calcolare l’impatto che il nuovo imballo avrà sull’ambiente attraverso una serie di parametri come le ridotte emissioni di CO₂ e la riduzione degli scarti”, spiegano da Smurfit Kappa. All’azienda chimica milanese Carima, specializzata in lubrificanti per la posa di cavi in fibra ottica, il team Smurfit Kappa ha invece proposto un nuovo imballo che passa da una scatola in cartone ondulato a doppia onda con uso di carte vergini a una scatola a onda singola con uso di carta 100% riciclata, garantendo la stessa robustezza e resistenza. “Un risultato ottenuto tramite l’uso di software specifici che analizzano la catena logistica del cliente, dallo stoccaggio in magazzino al trasporto via mare, con la possibilità di variare i parametri di umidità e capire se la composizione è adatta agli ambienti refrigerati. A parità di design abbiamo ottenuto una riduzione del peso, di spazio e costi sia in magazzino che in trasporto, e anche in questo caso un significativo abbattimento delle emissioni di CO₂”, continuano da Smurfit Kappa. “Il premio Conai ci rende molto orgogliosi e ci fa piacere condividerlo con i nostri clienti, alla continua ricerca di soluzioni più sostenibili, più facili da smaltire e riciclare. Le aziende sono infatti sempre più consapevoli dell’importanza del packaging in una visione di business più responsabile. E questo grazie anche all’attività di Conai mirata a un interesse collettivo, quello di un ambiente migliore in cui vivere”, commenta Gianluca Castellini, CEO di Smurfit Kappa Italia. Sempre in tema di riconoscimenti, il 2021 si è aperto per Smurfit Kappa Italia con un risultato importante: per il secondo anno consecutivo, l’azienda è stata certificata Top Employer ed entra nuovamente nel club delle 100 migliori realtà italiane per l’eccellenza nei processi di gestione e sviluppo delle risorse umane.

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STEEL, NEL 2020 FATTURATO IN CRESCITA DEL 19%

Per Steel, azienda con sede a Carpi, in provincia di Modena, specializzata nella produzione di cucine semi professionali per uso domestico, il 2020 che ha stravolto l’economia globale e in cui si è combattuta una battaglia senza precedente, sarà ricordato però anche come l’anno in cui, quando tutto sembrava doversi bloccare, ciò che è stato seminato è stato raccolto. Il prodotto, quell’idea su cui si è investito per anni e che è diventata espressione del proprio lavoro in tutto il mondo, le cucine Steel, non solo infatti hanno continuato a essere richieste ma, in molti mercati, hanno fatto registrare una crescita importante. “Da un lato, dobbiamo ammettere di essere stati fortunati. Noi produciamo cucine e, dai single alle famiglie numerose, durante il lockdown tutti ci siamo scoperti un pò chef. ma ti permettono di scegliere la funzione perfetta per la pietanza in preparazione”, commenta Martina Po, direttore marketing di Steel. Una crescita sostanziale per l’azienda carpigiana nata circa venti anni fa, che si assesta intorno al 19% in più di fatturato rispetto al 2019. A trainare tale risultato, in Europa, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo seguiti da Francia, Germania e Inghilterra. Il prodotto più richiesto le cucine da esterno, sulle quali Steel ha puntato moltissimo nell’ultimo biennio: non solo barbecue, ma vere e proprie cucine in acciaio inox (lo stesso acciaio in uso nei cantieri navali) destinate a resistere anche ai climi più rigidi. “Il mercato interno ci ha dato grandi soddisfazioni”, afferma Auro Po, CEO di Steel, “nonostante i tanti mesi di chiusura e il lockdown veramente duro che tutti abbiamo affrontato tra marzo e maggio, siamo riusciti a mantenere gli stessi volumi del 2019 e persino a registrare una crescita del 3%. Ciò è stato possibile grazie al grandissimo lavoro di squadra svolto da tutti: a febbraio abbiamo lavorato senza sosta per evadere tutti gli ordini in sospeso e anticipare anche quelli a scadenza più lunga: in pratica quando abbiamo chiuso, il nostro magazzino era vuoto. A macchine ferme, ci siamo concentrati sulle relazioni: il marketing ha lavorato moltissimo per implementare la digital strategy e il commerciale si è dedicato alla rete vendite e a sviluppare nuovi contatti. A settembre abbiamo aperto il primo show-room monomarca a Roma e speriamo di poter comunicare presto nuovi investimenti nel nostro Paese. Il Covid”, conclude Po, “non ha rappresentato una svolta, ma ha accelerato una tendenza già esistente per quanto concerne la vita aziendale: dalla digitalizzazione all’adozione di orari di lavoro più flessibili, siamo diventati più efficienti, in grado di adattare tutti i nostri processi alle necessità dei mercati con cui ci interfacciamo”.

Martina Po, direttore marketing, e Auro Po, CEO di Steel

Tuttavia, il nostro è un prodotto semi professionale, non parliamo al grande pubblico ma a un gruppo di consumatori ben definito, disposto a investire qualcosa in più per un elettrodomestico in grado di offrire performance più alte dello standard. Se durante il 2020 questi consumatori ci hanno scelto, è perché negli anni abbiamo saputo raccontarci, perché abbiamo preferito mantenere una gestione diretta della rete commerciale e perché non ci siamo fatti travolgere dai trend del nostro settore: i nostri forni non si accendono con un’app, 58 fare

TECHBOARD GROUP, L’ASSISTENZA È IN REMOTO CON GLI SMART GLASSES

Sembra d’assistere a una scena del film Minority Report, ma in questo caso tutto è straordinariamente concreto. Da una parte una persona indossa un paio di leggerissimi smart glasses dotati di una minuscola telecamera che permettono di visualizzare davanti a sé uno schermo virtuale; dall’altra, anche a centinaia di migliaia di chilometri, un suo collega, collegato via internet, lo guida nella esecuzione di compiti che da solo non sarebbe in grado di compiere correttamente. È questo il risultato sorprendente ottenuto da due aziende modenesi, Techboard Group, azienda specializzata nel mercato dell’elettronica e della video sorveglianza, e Holomask, innovativa startup che opera nell’ambito della realtà estesa. Due realtà imprenditoriali che hanno unito le loro competenze dando vita a una soluzione dal contenuto fortemente innovativo: una piattaforma digitale che, grazie anche all’impiego di smart glasses, consente di effettuare, ad esempio, la manutenzione a distanza. Un’opportunità che, soprattutto in periodo di Covid, offre innumerevoli vantaggi, a partire dalla drastica riduzione degli spostamenti di personale, senza però dover rinunciare all’assistenza che, in molti casi, solo pochi tecnici specializzati possono assicurare. Il fidanzamento, ora sbocciato in una solida partnership con un importante investimento di Techboard nel capitale di Holomask, è iniziato circa un anno fa quando è nato l’incubatore E-HUB di Techboard Group, dedicato alle imprese innovative nel campo dell’elettronica. Holomask, startup fondata da Enzo Francesca, è stata infatti una delle prime aziende ad essere ospitate negli spazi creati in via della Scienza, a Modena. “L’integrazione è stata naturale. Nel 2018 abbiamo messo a punto un nuovissimo sistema di video sorveglianza, PROD@ EYE, dedicato al controllo dell’efficienza e del corretto funzionamento degli impianti produttivi. Ora, con l’integrazione resa possibile grazie al software messo a punto da Holomask, offriamo l’opportunità ad

settore dell’automazione Bolzano, i professionisti di svariati settori industriale e del compar- hanno portato le loro conoscenze e il loro to ceramico. La versati- know-how, spaziando dalla tutela ambienlità della piattaforma è tale alle nuove frontiere dell’architettura molto ampia e di conse- eco-sostenibile, anche alla luce delle recenti guenza anche gli ambiti misure introdotte in materia di sostenibilidi utilizzo possono esse- tà, come il Superbonus 110% che premia re i più vari. L’esempio gli interventi di riqualificazione energetica/ classico è quello dell’as- sismica degli edifici con sgravi fiscali fino sistenza in remoto, per il al 110%. collaudo, la riparazione, “ISOLA URSA anche quest’anno ha vola manutenzione di un luto sottolineare che occorre prendere seimpianto di automazio- riamente in mano la questione ambientale, ne, o, più semplicemen- mettendo in campo la responsabilità. Il te, di una fotocopiatrice, cambiamento climatico è una sfida globale una caldaia o il motore che chiama all’appello tutte le nostre risordi un’automobile. In for- se e certamente tutto il nostro buon senso, Enzo Francesca, fondatore di Holomask, e Fabio Malagoli, presidente di Techboard Group te crescita sono anche le scevro da grandi proclami. Il tema della sorichieste di applicazioni stenibilità tocca certamente il mondo delle un operatore di collegarsi in remoto e vedere con grandissima precisione, anche se a distanza, esattamente la stessa situazione presente nel luogo in cui si rende necessario l’intervento”, spiega Fabio Malagoli, presidente di Techboard Group e fondatore di E-HUB. “Il segreto sta nella semplicità della piattaforma e nell’ampia possibilità di dialogo e nel campo della telemedicina. “La soluzione che abbiamo presentato è sicuramente il prodotto più maturo che in un anno di vita è uscito dall’incubatore E-HUB. L’idea di accogliere sta funzionando molto bene e non a caso stiamo raddoppiando gli spazi per ospitare diverse altre promettenti startup che ci hanno contattato”, conclude Fabio Malagoli. costruzioni: interrogarsi su che cosa sarà di quello che viene progettato, come resisterà nel tempo, in pratica porre l’attenzione sul ciclo di vita degli edifici è diventato di primaria importanza. Così pure quindi la scelta dei materiali con cui gli immobili vengono realizzati, affinché ottime performance vadano di pari passo con la durevolezza della materia prima utilizzata e la salvaguardia di interattività: oltre a video e audio, è possibile scambiare in tempo reale documenti, disegni, utilizzare una lavagna virtuale per GRANDE SUCCESSO scrivere”, prosegue Enzo Francesca, sviluppatore dell’applicazione denominata TEPER L’EDIZIONE 2021 AMXR che guida gli smart glasses. DI ISOLA URSA La soluzione è già perfettamente funzionante ed è utilizzata, con ottimi risultati, da Quarantadue contributor, tra progettisti alcune importanti aziende del territorio del e testimonial di fama internazionale, 38 video pillole realizzate e oltre 1.700 studenti collegati dagli Istituti superiori di otto regioni d’Italia. Sono questi i numeri principali della quarta edizione di “ISOLA URSA - La cultura della sostenibilità ambientale”, l’evento promosso dall’azienda URSA Italia, con stabilimento produttivo a Bondeno, in provincia di Ferrara, che si è svolto quest’anno nell’ambito di Klimahouse Digital Edition 2021, dal 27 al 29 gennaio scorsi. L’iniziativa si è confermata come uno spazio dedicato alla cultura della sostenibilità ambientale, stimolando idee ed esperienze e facilitando lo scambio di informazioni: attraverso conferenze online e pillole video proiettate durante le giornate della Fiera di

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ambientale”, spiegano dall’organizzazione. Destinatari del progetto sono stati professionisti, comunicatori, insegnanti e, in particolar modo, studenti: i ragazzi degli Istituti Scolastici Superiori hanno assistito, sfruttando la piattaforma Google Meet, da diverse parti d’Italia, al ciclo di conferenze pensato appositamente per loro. Tra i relatori Salvatore Magliozzi, ingegnere e travel blogger per la sostenibilità, l’architetto Mariadonata Bancher, da tempo impegnata a sostenere un approccio più attento al tema della qualità degli ambienti negli edifici scolastici attraverso un protocollo di certificazione dedicato specificatamente alle scuole, e Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, con la sua case history di efficientamento energetico in Alta Val di Susa. “È stata un’edizione davvero insolita, ma nonostante tutto credo che sia emersa la nostra volontà di mantenere alto l’interesse verso i temi della sostenibilità. Da diversi anni la nostra azienda, che produce isolanti e si occupa quindi di ridurre il consumo di energia degli edifici, cerca al contempo di portare avanti le politiche ambientali anche attraverso questi strumenti. Un ringraziamento va certamente a tutti i contributor che hanno accettato di realizzare il video per divulgare i loro messaggi, materiale prezioso che intendiamo mantenere visibile sul sito dell’iniziativa affinché siano raggiungibili anche nei giorni a venire. Grande soddisfazione, inoltre, per il coinvolgimento delle scuole che quest’anno nei numeri hanno raggiunto un traguardo impensato”, commenta Pasquale D’Andria, direttore tecnico e marketing di URSA Italia. Per info: www.isolaursa.it

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VARVEL È “MARCHIO STORICO DI INTERESSE NAZIONALE”

Una conquista che testimonia l’eccellenza e la continuità di un Gruppo italiano attivo dal 1955. Il “Marchio Storico di interesse nazionale” ottenuto da Varvel lo scorso 18 gennaio è una attestazione promossa dallo Stato italiano e gestita dall’Ufficio Marchi e Brevetti, che premia i marchi d’impresa registrati o attivi da almeno 50 anni. “È con orgoglio che noi del Gruppo Varvel accogliamo il riconoscimento, che ci attesta a tutti gli effetti come eccellenza storica. Questo riconoscimento sarà uno strumento di marketing per rafforzare l’immagine del Gruppo sul mercato, ma testimonia anche la validità del lungo percorso intrapreso nella ricerca della qualità. Il segno distintivo del nostro Gruppo potrà così essere accompagnato dal simbolo dell’iniziativa, che consiste nell’immagine dell’Italia racchiusa nella scritta ‘Marchio Storico’”, commentano dall’azienda bolognese, attiva nel campo della progettazione e realizzazione di sistemi di trasmissione di potenza impiegati in numerose applicazioni industriali e nei sistemi innovativi come i generatori eolici e gli impianti fotovoltaici. A poter beneficiare del ‘Marchio Storico di interesse nazionale’ sono quelle aziende tradizionalmente legate al territorio italiano che hanno registrato il marchio d’impresa da almeno 50 anni, o per le quali sia possibile dimostrare l’uso continuativo del marchio in associazione ai propri prodotti o servizi per lo stesso periodo. Operativo dall’aprile 2020, il ‘Marchio Storico’ vuole essere un nuovo strumento di marketing per veicolare know‐how e italianità, particolarmente utile per la brand image delle imprese che si trovano a competere in un mutato contesto economico e sociale. L’acquisizione del riconoscimento di ‘Marchio Storico’ è soggetta ad apposita iscrizione nel Registro speciale istituito presso l’UIBM, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Dal 1955 Varvel progetta e produce motoriduttori, riduttori e variatori di velocità per applicazioni fisse di piccola e media potenza. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, il Gruppo si è internazionalizzato fino a essere presente in 65 Paesi del mondo con due filiali in India e Stati Uniti. “Il marchio Varvel compare da oltre 60 anni su tutti i nostri prodotti, progettati e realizzati esclusivamente in Italia, per garantire unicità e qualità della produzione. Qualità che è assicurata anche dal sistema di gestione per la qualità, certificato dal 1995 secondo la norma UNI EN ISO 9001, a cui si sono aggiunte anche le certificazioni del Sistema Ambientale UNI EN ISO 14001 (2001) e del Sistema di Gestione per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro UNI ISO 45001 (2018)”, dichiarano dall’azienda. “Da oltre 60 anni, il Gruppo Varvel è un partner riconosciuto a livello internazionale nel settore delle trasmissioni di potenza. Una storicità che viviamo come un patrimonio da riprodurre nel tempo: facendo tesoro della nostra esperienza sviluppiamo soluzioni sempre nuove e, grazie al reparto Ricerca e sviluppo, puntiamo al miglioramento continuo e all’innovazione”, concludono da Varvel.

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