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Periferie resilienti, un patrimonio nascosto

Recenti fenomeni come la pandemia globale hanno richiamato l’attenzione su queste aree, riserve di un potenziale inespresso da valorizzare mediante politiche adeguate.

“PERIFERIE resilienti: opportunità e sfi de post- quella di queste aree, che può essere defi nita traCovid” è il titolo dell’intervento che Alessandra sformativa. “Resilienza ‘trasformativa’ – prosegue Faggian terrà in occasione del terzo appuntamen- – richiama una delle interpretazioni del concetto to del ciclo “Una certa idea di futuro” in pro- di resilienza, quella di tipo adattivo, per cui il gramma per il 24 novembre. Dopo l’intervento sistema contiene in sé le capacità adattive che gli di Edoardo Narduzzi che ha analizzato il tema consentono di riorganizzare spontaneamente, a della predittività fi nanziaria e quello di Alberto seguito di uno shock, la sua struttura e di trovare Sangiovanni Vincentelli che ha approfondito il nuove traiettorie di crescita. La resilienza adattiva ruolo dell’innovazione nei nuovi scenari, Ales- può essere letta come un processo di tipo dinamisandra Faggian, Professoressa Ordinaria Direttrice co defi nito in termini di possibilità di rimbalzare dell’Area di Scienze Sociali e Prorettrice presso il in avanti, anziché in termini di ripristino di una Gran Sasso Science Institute a L’Aquila, si soffer- situazione precedente”. Queste realtà rappresentamerà sulla resilienza delle aree periferiche. “Par- no un importante patrimonio da valorizzare meliamo di periferie resilienti – spiega Faggian – con diante politiche adeguate. riferimento alle aree interne perché si tratta di “A fronte di una condizione di vulnerabilità concontesti tendenzialmente sottoposti a composite nessa ad un declino (economico e demografi co) e perduranti sollecitazioni di "combustione len- prolungato e in alcuni casi accelerato da disastri ta" (spopolamento, invecchiamento della popola- naturali, – precisa Faggian – recenti fenomeni zione, deindustrializzazione) che richiedono una come la crescita del populismo, testimonianza di certa capacità di adattamento”. Una resilienza, un certo malcontento di territori che si sentono abbandonati, e la pandemia globale hanno posto con ancora più forza l’attenzione su queste aree, che necessitano di interventi di policy e di una visione ampia in ottica di valorizzazione del loro potenziale inespresso. La principale sfi da che interessa le aree interne, divenuta quanto mai indifferibile e a cui oggi una politica come la Strategia Nazionale per le Aree Interne tenta di rispondere, è lo spopolamento e il conseguente abbandono di un’estesa porzione del Paese. Le recenti crisi, con il ripensamento di alcuni modelli di crescita che hanno comportato, possono rappresentare l’opportunità di riorientare le traiettorie di sviluppo di questi territori, puntando alla messa in valore di un patrimonio locale vasto ma non sempre pienamente riconosciuto”.

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