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Carte speciali, e pure esclusive
A Condino ha sede lo stabilimento trentino del Gruppo Sappi, un colosso globale di origine sudafricana che qui vanta la produzione con i maggiori margini di profittabilità.
"ABBIAMO tre gruppi produttivi – spiega Misa Bursac, direttore generale della cartiera Condino Mill, storico stabilimento della Valle del Chiese – così suddivisi. Il 77% del nostro core business è orientato verso la produzione di carte base per siliconatura, dove siamo protagonisti nei mercati dell’automotive e dell’aereospaziale, disponendo di un’offerta ad altissimo contenuto tecnologico con prodotti estremamente innovativi. Il 12% è destinato alle carte da imballaggio fl essibili, destinate al mercato del packaging di qualità.
Il restante 11% si concentra nella produzione di soluzioni digitali, con una vasta gamma di proposte personalizzabili per ogni tipo di esigenza e necessità”. Condino Mill è una cartiera che impiega quasi 140 dipendenti, provenienti prevalentemente dalla Valle del Chiese o dalle aree limitrofe. Molto radicata sul territorio, è una realtà consolidata e di lungo corso, un punto di riferimento per la vallata. Le origini risalgono alla seconda metà del secolo scorso. Nel 1963 un gruppo di azionisti costituì la Cartiere Trentine Spa, con sede a Rovereto. Intenzionati ad avviare uno stabilimento nel Chiese, l’anno successivo costruirono a Condino una cartiera, che entrò in funzione nel 1965. Fin dall’inizio, l’azienda maturò un legame stretto con il territorio, assumendo il personale – tra cui fi gurava anche una cospicua presenza di manodopera femminile – tra la popolazione locale. Successivamente, lo stabilimento fu acquisito nel 1985 dalla Cartiera di Carmignano Spa, un’azienda del padovano, che rilevò
la sede di Condino. Nel corso degli anni Novanta seguirono una serie di investimenti con lavori di ampliamento e il sostanziale rifacimento delle linee produttive. L’azienda si aprì a nuovi mercati e intraprese un processo di internazionalizzazione, che interessò tutta la struttura. Divenuta sempre più appetibile, nel 1993 fu nuovamente acquistata, questa volta dal Gruppo svizzero Cham, cambiando poi il nome in Cham Paper Group Italia Spa nel 2009. Infi ne, in tempi più recenti, nel 2018 lo stabilimento viene incorporato dal Gruppo Sappi, l’attuale proprietario. Il sito industriale di Condino appartiene ora a questo colosso: un gruppo globale diversifi cato, di origine sudafricana, protagonista nel settore delle fi bre di legno e focalizzato sulla fornitura di pasta di cellulosa, carta da imballaggio, carte speciali, carte grafi che, biomateriali e sostanze biochimiche. Ogni anno il Gruppo Sappi produce 5,7 milioni di tonnellate di carta, 2,6 milioni di tonnellate di pasta di carta e 1,4 milioni di tonnellate di polpa disciolta. In tutto il mondo, Sappi conta complessivamente 12.800 dipendenti distribuiti in 35 Paesi differenti con siti e attività in 3 continenti: 10 stabilimenti di produzione si trovano in Europa occidentale, 4 in Nord America e 5 in Sud Africa. La gamma di prodotti viene venduta in 150 Stati diversi. Misa Bursac è direttore dello stabilimento di Condino dal 2015. “Siamo stati acquisiti da Sappi – continua Bursac – con l’obbiettivo di far entrare il Gruppo nel mercato delle carte speciali. Sappi non disponeva delle nostre tecnologie. Nell’economia del gruppo non siamo ausiliari di altre aziende controllate, ma vantiamo una produzione esclusiva. Siamo il più piccolo tra i 10 stabilimenti, e l’ultimo a essere stato acquisito, ma siamo tra quelli con il maggior margine di guadagno. Soltanto il 7% del nostro fatturato è realizzato in Italia. Il nostro business è all’estero, sui mercati di tutto il mondo, soprattutto in Europa, dalla Germania alla Francia, dalla Spagna all’Olanda all’Inghilterra. Lavoriamo bene nei paesi dell’Est e in Russia. Oltre oceano guardiamo ai mercati asiatici, dove siamo ben posizionati in Cina, in Giappone, in Vietnam e in altri Paesi. Siamo inoltre presenti con quote ormai consolidate in Nord America e in Sud America”. La differenziazione della gamma di prodotti, la presenza in diversi settori e la grande percentuale di fatturato realizzato all’estero hanno decisamente attutito gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria internazionale. “Stiamo superando bene la crisi – conclude il direttore – che ci ha toccato solo in parte. L’emergenza Covid-19 ha rallentato molto l’industria dell’automotive e il settore dell’aerospaziale, dove siamo presenti, ma non ci sono stati contraccolpi nei settori alimentare e farmaceutico, che ci impegnano su più fronti. Abbiamo inoltre potenziato mercati e prodotti di nicchia, principalmente nell’alimentare, dove raccogliamo importanti riscontri”. (adb)