5 minute read

Le nuove rotte dell’Alimentazione

Intervista a ELIO PISONI, presidente della Sezione Alimentazione di Confindustria Trento.

di CLAUDIA CAMPREGHER ed EDUARD MARTINELLI, Confindustria Trento

CINQUANTENNE, socio e amministratore delegato della Distilleria F.lli Pisoni Srl, da febbraio Elio Pisoni guida la Sezione Alimentazione di Confindustria Trento. La sua azienda vanta radici profonde nel territorio locale e una storia lunga 168 anni nella produzione di distillati, vini e spumante metodo classico (TrentoDoc). Socio fondatore di Confindustria Trento nel 1945, Distilleria F.lli Pisoni è anche uno dei cinque fondatori “dell’Istituto Tutela della Grappa del Trentino” e “dell’Istituto Trento Doc”.

Presidente Pisoni, quando ha accettato l’incarico conferito dai Suoi Colleghi della Sezione Alimentazione l’emergenza Covid non si era ancora manifestata, come avete affrontato questo nuovo scenario? In effetti, se torno con la memoria alla serata della mia elezione, il Covid era considerato un problema della Cina, nessuna azienda del nostro settore aveva ancora subito contraccolpi e non emergeva particolare preoccupazione per il futuro. Solo pochi giorni dopo il mondo è cambiato e abbiamo dovuto modificare completamente il nostro approccio sia nella gestione delle nostre imprese, che nella pianificazione degli obiettivi della Sezione. In questa situazione emergenziale le priorità sono inevitabilmente cambiate, abbiamo iniziato a fare i conti con problematiche che mai prima di allora ci avevano sfiorato: approvvigionamento di Dpi, protocolli aziendali, digitalizzazione, limitazioni agli spostamenti e all’operatività. Per non parlare poi della cassa integrazione. In generale ci siamo resi conto della fragilità di tante strutture economiche e sociali che davamo per scontate e abbiamo al contempo recuperato un po’ il valore dell’associazionismo e dell’aggregazione a tutela degli interessi comuni. Di certo abbiamo vissuto un periodo molto difficile e i prossimi mesi saranno probabilmente ancora più sfidanti. Per questo la Sezione Alimentazione ha organizzato vari momenti di confronto e ha avviato diverse iniziative; a tal riguardo un ringraziamento va sicuramente a tutti i collaboratori di Confindustria Trento, che da subito si sono attivati per supportare le aziende in questa difficile congiuntura “storica”.

La sezione che rappresenta racchiude al suo interno aziende eterogenee fra loro, passando dal food al beverage, ma non solo. La nostra Sezione è composta da 37 aziende, che coprono quasi tutti i settori del comparto alimentare: vini, spumanti, liquori, distillati, pasta e derivati della farina, lavorazione delle carni, lavorazioni casearie, lavorazione della frutta, gelati, olio, conserve animali e vegetali. Possiamo con orgoglio annoverare vari brand conosciuti in tutto il mondo e affermati quali vere e proprie eccellenze.

Le aziende del settore alimentare hanno due distinti canali di distribuzione, il settore legato alla ristorazione - il cosiddetto canale

Ho.Re.Ca - e la grande distribuzione organizzata (Gdo). Come stanno andando? L’industria alimentare rappresenta il secondo settore manifatturiero in Italia per valore della produzione. I vari Dpcm hanno consentito al nostro settore di lavorare anche durante il lockdown, ma le misure adottate, se da un lato si sono rivelate efficaci nella protezione dei lavoratori, dall’altro hanno inevitabilmente portato a una riduzione di produttività. Il canale Ho.Re.Ca è stato fortemente penalizzato dall’emergenza e continua a pagarne lo scotto. La perdita di fatturato e la maggior difficoltà negli incassi nei mesi di novembre e dicembre, molto significativi nei nostri bilanci, sta generando tensioni sul fronte della liquidità e una grande preoccupazione per l’impossibilità di pianificare il futuro. Il lungo periodo di scarsa attività pesa su molte imprese che hanno nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco e che devono fare i conti anche con la riduzione dell’export. Tutto ciò ha costretto molti di noi a ricorrere a misure fino ad oggi mai utilizzate, quali la cassa integrazione. Il discorso è diverso se si prende in considerazione la grande distribuzione organizzata: qui infatti il secondo trimestre del 2020 registra un aumento del valore delle vendite pari al 3,5% rispetto all’analogo trimestre del 2019. In definitiva il settore alimentare non è certamente stato immune dalla crisi, e per questo stiamo lavorando per comunicare e valorizzare la qualità delle nostre produzioni. Come imprenditori siamo coscienti di avere la responsabilità, soprattutto in questo difficile momento, di continuare a lavorare e investire per garantire il progresso e il benessere delle nostre aziende, dei lavoratori e della comunità.

Quali sono i fronti principali sui quali vi state muovendo? A parte la dovuta gestione di tutti i caotici passaggi legati al Covid (protocolli, approvvigionamento dispositivi, accesso alle misure di ristoro…), il primo fronte è stato il rinnovo del Ccnl. Diventa indispensabile, soprattutto in questo contesto, tenere sotto controllo i costi, ma al contempo gestire le relazioni con i nostri collaboratori con atteggiamento positivo e collaborativo. Oltre a ciò abbiamo avviato un dialogo con gli assessori provinciali Failoni e Zanotelli in merito ad alcune tematiche strategiche, a partire dalla promozione di prodotto: ora più che mai risulta necessario procedere con strategie di sistema per promuovere i prodotti delle aziende trentine, che incarnano i valori tipici del nostro territorio (salubrità, qualità, rispetto per il consumatore, attenzione verso i lavoratori, ecosostenibilità...). L’utilizzo di un Marchio Trentino deve riuscire a esprimere la “trentinità” delle nostre aziende e dei nostri prodotti, indipendentemente dalla materia prima utilizzata, ma nel rispetto dei valori e dei saperi che ci vengono riconosciuti sui mercati di tutto il mondo. Collegato alla promozione di prodotto emerge il tema dell’internazionalizzazione. Il settore alimentare negli ultimi anni ha notevolmente aumentato la propria quota di export e ha stabilito rapporti commerciali solidi in tutto il mondo. Tuttavia, molto si può ancora fare per valorizzare il patrimonio di contatti e conoscenze acquisiti nel tempo, incrementando la capacità di penetrazione su nuovi mercati. Sarà infine strategico sviluppare il dialogo sia con la grande distribuzione, sia con gli operatori del canale Ho.Re.Ca trentini per promuovere, anche qui, i numerosi marchi del territorio che stanno ottenendo importanti successi sui mercati internazionali, ma che a volte sono ancora poco conosciuti a livello locale. Abbiamo la certezza di poter proporre eccellenze che non temono il confronto con i concorrenti sotto il profilo qualitativo, ma che necessitano di essere supportate per recuperare l’evidente svantaggio in termini di immagine e di comunicazione rispetto a brand già affermati. Serve un’azione culturale sia sugli operatori dei canali distributivi, sia sui consumatori finali, attivando iniziative volte alla promozione delle produzioni locali. La Sezione è quindi molto attiva: ho la fortuna di poter contare su colleghi imprenditori che offrono grande disponibilità e che si dimostrano pienamente coscienti dell’importanza di impegnarsi tutti per creare condizioni idonee a consentire alle nostre imprese di non arretrare e, anzi, di guardare al futuro con rinnovato ottimismo.

This article is from: