4 minute read
L'ambiente naturale è in tavola
Casearia Monti Trentini è una realtà di dimensione industriali che ha mantenuto un’impronta familiare e la qualità del lavoro artigianale, per un’economia di salvaguardia della montagna.
Il paesaggio nel prodotto: Casearia Monti Trentini utilizza solo latte vaccino del territorio che proviene da 120 aziende agricole sparse sul territorio del Trentino e del Veneto entro un raggio di 90 chilometri da Grigno, in Valsugana, dove l’impresa ha la sede principale, luogo della produzione e punto vendita. L’altro stabilimento si trova a Enego, storica sede del caseificio della famiglia Finco, dove l’attività cominciò il secolo scorso.
“I nostri formaggi – spiega Maria Vittoria Finco, responsabile marketing – provengono esclusivamente da territorio montano, nei paesaggi delle Dolomiti, dove gli allevatori a cui ci rivolgiamo, con la loro presenza in montagna, si prendono cura del paesaggio preservando alpeggi e pascoli”. I caseifici Monti Trentini sono “il motore di una filiera che genera un’economia di salvaguardia della montagna, valorizza e supporta le aziende agricole, favorisce l’alpeggio e la conservazione dei pascoli, consente la cura e il mantenimento dei boschi e del paesaggio alpino a tutto vantaggio dell’equilibrio ambientale”.
La materia prima giunge nei caseifici e viene lavorata quotidianamente “dai nostri esperti casari – prosegue Maria Vittoria – nel segno di una gestione familiare di lungo corso e di grande esperienza, così come ci è stata tramandata da nostro bisnonno”. Florindo Finco, il bisnonno di Maria Vittoria, iniziò la tradizione casearia della famiglia nel 1925 sull’Altopiano di Asiago. Gli anni successivi, con le difficoltà e le fatiche dovute all’isolamento montano, il dopoguerra, l’emigrazione e le incertezze della ricostruzione, segnano le sorti della famiglia Finco e della loro impresa, che attraversa indenne un secolo di storia. Negli anni ’60 il figlio di Florindo, Gianfranco, fonda il Caseificio Finco di Enego e successivamente, verso la fine degli anni ’80, insieme ai suoi figli, la Casearia Monti Trentini. Negli anni si passa dalla forza lavoro di poche braccia a quella di quasi 120 dipendenti e collaboratori. Questa la fotografia odierna di Casearia Monti Trentini: una realtà di dimensione industriali che ha mantenuto la qualità del lavoro artigianale e una rigorosa impronta familiare.
Al timone dell’azienda ci sono oggi quattro fratelli, figli di Gianfranco: Fiorenzo, Fabio, Florindo e Federica Finco. Assieme a loro, la quarta generazione è già presente e ben radicata: quattro cugini che perpetuano la tradizione con affiatamento e passione per un lavoro prezioso, di antica memoria alpina agro-silvo-pastorale.
Le sedi di Monti Trentini sono due e ben distinte. Presso lo stabilimento di Grigno, ultramoderno e tecnologico, vengono prodotti vari formaggi con latte vaccino di tradizione alpina, trentina e veneta: “Più di 50 formaggi di nostra produzione, con oltre 300 referenze suddivise per tipologie di taglio, lavorazione e confezionamento”. Mentre a Enego, nello storico caseificio si lavora per la produzione esclusiva dell’Asiago DOP.
Il mercato di riferimento prevalente è quello nazionale, ma una percentuale significativa del fatturato è realizzata all’estero. “Circa il 20% del nostro giro di affari”, precisa Maria Vittoria Finco. “Lavoriamo bene in Europa e siamo presenti nel mondo. In America Latina: Messico, Perù e Colombia. E in Nord America: sui mercati statunitense e canadese”. A orientare la produzione di Casearia Monti Trentini sono la qualità e il rispetto dell’ambiente. Per un’azienda che mette il paesaggio nel piatto, questi sono principi cardine. “Lavoriamo per portare in tavola la qualità e la genuinità del nostro ambiente naturale – conclude Maria Vittoria – e per costruire un’impresa le cui produzioni siano sostenibili, rispettose dell’ambiente ed efficienti da un punto di vista energetico. Il nostro stabilimento principale è dotato di un impianto di cogenerazione che ci ha consentito, finora, di produrre energia per un totale di 10.096.447 kWh, equivalenti a 4.038,58 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera”. (adb)