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Cantieri di Betania
Il Cammino sinodale, avviato un anno fa, procede passo dopo passo pur tra difficoltà, preoccupazioni e sfide, senza retrocedere; alla pandemia si sono aggiunti altri problemi e incertezze legati alla guerra, alle risorse energetiche, ai cambiamenti climatici…
Per proseguire il cammino sinodale in questo secondo anno la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso la pubblicazione del testo “I Cantieri di Betania”, offre indicazioni e prospettive per sostenere il popolo di Dio e per raggiungere chi è seduto ai bordi della strada fermo a guardare il passo degli altri.
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Consegnato all’inizio dell’estate il testo costituisce un’opportunità per riappropriarsi della propria identità e missione: annunciare il Signore Gesù, aprirsi alla grazia che Lui offre e alla speranza che sostiene e incoraggia a non fermarsi.
La pubblicazione nelle sue linee riporta all’attenzione dei credenti anche la ricorrenza del sessantesimo anno di apertura del Concilio Vaticano II, un evento che ha segnato fortemente la Chiesa e i cui frutti si raccolgono nel tempo. Le parole di San Giovanni XXIII, pronunciate all’inizio del Concilio, sono di grande attualità ancora oggi e ci portano al cuore della sinodalità: diventare profeti di speranza, “non di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo”. Dobbiamo essere prudenti ed obiettivi per non allinearci a coloro che “vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita”.
Il primo anno del Cammino sinodale ha rappresentato per molti un’esperienza discepolare di “strada” percorsa con Gesù, un tracciato su cui si sono create preziose sinergie tra le differenti vocazioni e componenti del popolo di Dio (laici, consacrati, vescovi, presbiteri, diaconi, ecc.) e tra le diverse condizioni di vita e di età.
L’ascolto della Parola di Dio e delle varie esperienze di vita e di fede intrecciate alle risonanze interiori dei discepoli in cammino hanno creato un clima di discernimento comunitario che porta a superare logiche di contrapposizione e di tornaconto per abbracciare la ricerca di una vera sintonia e comunione dentro cui può davvero risuonare la voce dello Spirito. La sintesi del primo anno di Cammino ha permesso così di focalizzare meglio l’ascolto del secondo anno lungo alcuni assi o cantieri si-
Attualità nodali, da adattare liberamente a ciascuna realtà territoriale.
Le priorità individuate per il secondo anno del cammino sinodale, dunque, ruotano sempre attorno ad un ascolto… “orientato” a raccogliere narrazioni utili per proseguire il cammino, un ascolto che si fa riflessione, un ascolto proprio di chi cammina insieme, non da solo!
Bella e incisiva l’immagine del cantiere che riesce a trasmettere molto bene l’idea e la necessità di un lavoro che dura nel tempo, che non si limita ad organizzare semplicemente degli eventi, ma che punta sulla costruzione di percorsi di ascolto e di esperienze di sinodalità vissuta, che a loro volta possono costituire il punto di partenza per nuovi itinerari da percorrere secondo il cuore di Cristo.
È dall’ascolto della Parola che nasce l’esperienza di un incontro che lungo il cammino può cambiare la vita, che può far ardere il cuore di gioia per questa relazione di amicizia con Gesù nata o ritrovata! È l’amicizia che aleggia a Betania, nella casa di Marta, Maria e Lazzaro e per questo la casa di Betania (Lc 10,38-42) diventa l’icona per il secondo anno sinodale. Ed è proprio a partire dall’icona di Betania che scaturiscono i tre cantieri proposti.
Se accoglienza, ospitalità, servizio, ascolto, amicizia, relazioni, accompagnamento, prossimità, condivisione… sono gli atteggiamenti continuamente richiamati e ridisegnati per il sogno di una Chiesa aperta a tutti come la “casa di Betania”, nelle betanie della nostra Congregazione queste parole dovrebbero sempre prendere forma in gesti e atteggiamenti concreti quasi ad essere le esperte, per allenamento costante, di queste virtù racchiuse nel carisma delle Suore di Santa Marta.
Il documento della CEI consegnato alle Chiese locali propone:
• il cantiere della strada e del villaggio, per prestare ascolto ai diversi “mondi” in cui i cristiani vivono e lavorano, dove “camminano insieme” a tutti coloro che formano la società, curando l’ascolto di alcuni ambiti caratterizzati da disagio, abbandono, disabilità, emarginazione, sfruttamento, esclusione o discriminazione; gli ambienti della cultura (scuola, università e ricerca), delle religioni e delle fedi, delle arti e dello sport, dell’impegno politico, sociale ed economico, in tutti quegli spazi in cui la Chiesa vive e opera, attraverso l’azione personale e organizzata di tanti cristiani.
• il cantiere dell’ospitalità e della casa. Il cammino richiede ogni tanto una sosta, desidera una casa, reclama dei volti. Marta e Maria, amiche di Gesù, gli aprono la porta della loro dimora. Le comunità cristiane attraggono quando sono ospitali, quando si configurano come “case di Betania. Il cantiere dell’ospitalità e della casa dovrà approfondire l’effettiva qualità delle relazioni comunitarie e la tensione dinamica tra una ricca esperienza di fraternità e una spinta alla missione che la conduce fuori.
• il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale focalizza l’ambito dei servizi e ministeri ecclesiali, che porta a distinguere la diaconia cristiana dall’impegno professionale e umanitario.
Le numerose attività legate spesso alla burocrazia talvolta portano a far trascurare un ascolto attento e le relazioni.
Le varie vocazioni, i ministeri e i servizi ecclesiali si intrecciano per un impegno e una dedizione incondizionati. Marta e Maria diventano, perciò, figure centrali per richiamare il tema della corresponsabilità femminile all’interno della comunità cristiana.
Una miniera di spunti offre il documento, tutti utili per la costruzione di cantieri in forma laboratoriale ed esperienziale e per fornire strumenti e diversi linguaggi con cui proporre cammini significativi.