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Le Suore di Santa Marta: missionarie ieri come oggi
L’intelligente presa di coscienza dei segni dei tempi, Tommaso Reggio cercò di infonderla anche nelle Suore di Santa Marta. Per la giovane Famiglia Religiosa non si poteva certo pensare a un salto che portasse lontano ma, già con la iniziale formazione, invitò le “sue Marte”, come amava chiamarle, ad andare ovunque fossero richieste: dall’umile ma necessario servizio ai ministri di Dio, a quello presso i malati, a far da madri ai bambini orfani, ad annunciare il Vangelo ai giovani attraverso la catechesi, ad istruire le fanciulle nelle scuole anche in “terre lontane”, come poteva essere Chiavari rispetto a Ventimiglia. Scriveva infatti: “Voleranno in aiuto dell’indigenza con tutto il loro potere e secondo lo spirito della regola” (Cfr. Regole 1900).
Il loro operare doveva essere come quello del Padre: “Vi attenderanno finché bastino loro le forze con sollecitudine, con santa allegrezza e schietto amor di Dio, al quale solo intenderanno servire e piacere lavorando” (Cfr. Regole 1885).
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“I poveri li serviranno con rispetto, riguardando in essi la persona di Gesù Cristo:
• con cordialità;
• con verità e pazienza;
• con compassione, entrando a far parte delle loro miserie;
• con prudente impegno, preferendo generosamente questo servizio anche agli esercizi di pietà prescritti dalle Regole, quando questi concorrano, in modo inevitabile, con il servizio urgente dei poveri; vuole essere una “piccola finestra” che si aprirà in ogni numero di questo notiziario e da cui si potrà “guardare” sia la vita e la spiritualità del Beato Tommaso Reggio che i cammini iniziali della Famiglia Religiosa.
• con disinteresse, nulla ricevendo da essi sotto qualsiasi pretesto, né cercando farsi da loro lodare e stimare personalmente.” (Cfr. Regole 1900).
Le nostre prime Suore non solo vissero concretamente ciò che il Padre Fondatore aveva loro suggerito ma si impegnavano anche a raccogliere aiuti per le “missioni” e soprattutto si resero conto che, la preghiera per i missionari, era un modo privilegiato di collaborazione.
La missionarietà, per Monsignor Reggio, ha le sue radici nel cuore: per lui Genova restava il luogo in cui continuare a evangelizzare secondo il suo stile.
Genova allora aveva le sue gravi esasperazioni sociali, il grido dei suoi poveri arrivava da mille mondi e l’Arcivescovo non solo “ascoltava”, ma provvedeva a soccorrere.
Le sue Suore, guardando il loro Padre, impararono che ogni luogo, anche piccolo e angusto, può essere terra di missione in cui vivere davvero il progetto di Dio.
La commissione del Beato Tommaso Reggio