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Miniolimpiadi all’Educandato di Roggiano

Il giorno 17 maggio, a partire dalla prima mattinata, si sono svolte a Roggiano, presso l’Educandato Maria Santissima Bambina, le Miniolimpiadi, una tradizione sportiva che da anni viene rispettata nella scuola e che vede competere i bambini della Scuola Primaria e i ragazzini della Secondaria di primo grado. Le diverse squadre si sfidano in gare come il vortex, il salto in alto, basket, anelli, staffetta, calcio, salto in lungo.

I ragazzi hanno partecipato con grande entusiasmo, aiutati anche dalla splendida giornata e dal tifo delle rispettive classi.

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La manifestazione ha dato la possibilità agli alunni di ritrovarsi tutti insieme, allenandosi e divertendosi e di ritrovare quel forte senso di gruppo e di appartenenza che gli eventi degli ultimi due anni avevano inevitabilmente affievolito.

Le Miniolimpiadi sono state, come ogni volta, un successo per una scuola che mette al primo posto non solo la crescita culturale dei propri allievi, ma anche quella relazionale e fisica, sostenendo l’importanza dell’esercizio fisico per una corretta maturazione anche psicologica dei ragazzi.

L’Educandato ha la fortuna di poter offrire ai propri ragazzi un ampio e meraviglioso parco in cui è possibile sfogare le proprie energie durante gli intervalli e addirittura organizzare una manifestazione significativa e importante come le Miniolimpiadi.

Le Suore di Santa Marta sono presenti a Puria dal 17 febbraio 1946, accolte dal parroco don Andrea Baj, che le aveva ripetutamente chieste, ma il primo settembre del 1947 furono ritirate dalla Congregazione, in quanto non c’era un ambiente adatto per loro e per l’asilo nascente.

Il fatto preoccupa il Parroco e la popolazione che arrivano a una azione risolutiva: fabbricare la casa per le suore con gli ambienti per l’Asilo. Don Andrea Baj aveva intuito l’esigenza e la necessità di avere un’opera educativa per i bambini e i ragazzi di questi paesi montani, sapendo che tutto sarebbe andato a vantaggio della loro formazione umana, religiosa e civile.

Vogliamo ripercorrere alcuni momenti della nascita della Scuola Materna voluta da don Baj.

Intanto il 17 ottobre 1947 le Suore ritornano e vengono accolte in modo festoso dalla popolazione che ha sfogato il suo entusiasmo, suonando a distesa le campane della Parrocchia.

Si diceva: “Sono tornate le Suore! Dio sia benedetto. Adesso non le lasceremo più scappare”.

I primi anni per le Suore sono stati duri. Scrivono: “Il nostro lavoro è faticoso, ma non ingrato; è lento, ma sicuro e si cominciano a vedere i risultati nei bimbi e nelle famiglie. Un lavoro di bonifica”.

È da tenere presente che era finita da poco la seconda guerra mondiale ed erano in grande povertà. A volte le Suore, come tante mamme, con il nulla fanno tutto e, forse, qualcosa avanza per andare avanti ancora.

Don Baj, combattuto tra il desiderio e la povertà, scrive un’accorata lettera ad un ricco amico residente in America a cui spiegava l’esigenza di avere l’Asilo Infantile: “…Abbiamo buone Suore per l’asilo e la gioventù per il doposcuola, ma non ancora l’ambiente adatto per ospitarli”.

Il 30 novembre 1947, giorno della posa della prima pietra, scrive ancora all’amico: “Siamo con l’acqua alla gola per il fabbricato promesso… Voi che conoscete la delicata situazione economica italiana e di questa Valsolda, aiutateci e aiutateci decisamente… Ascoltate questo mio grido di invocazione, voi che vi so di buon cuore… Poi avrò modo di far lavorare gli uomini di quassù… Così è stato.

Don Baj chiama tutti al lavoro: “Sono finiti gli scavi, ora c’è posto per tutti: muratori, manovali, trasportatori… Per ora dobbiamo arrivare al tetto e ci dobbiamo arrivare. Poi la Provvidenza ci aiuterà”.

Il 28 aprile 1950 don Andrea scriveva alle famiglie del paese: “Molti dissero che era una pazzia costruire la Scuola materna, invece era e fu un vero atto di fede e Dio benedisse l’atto di coraggio. Ora è finita e solo Dio sa con quante difficoltà ed amarezze. Le opere di bene sorgono e crescono sempre così, perché la Provvidenza le vuole santificare nel battesimo della sofferenza…”.

di suor Adriana Turavani Puria

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