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dell’allegria” verdeggiante Valsolda

Il 14 maggio 1950, la scuola viene inaugurata e venne organizzata una festa grandissima con la partecipazione di tante autorità religiose e civili.

Nel Manifesto col Programma della celebrazione si legge:

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Valsoldesi!

Salite tutti a Puria ad ammirare ciò che ha fatto la buona volontà, la tenacia, la concordia e la cooperazione dei frazionisti di Puria e di Dasio. Ne sarete contenti.

In una breve relazione le Suore, con poche parole, mettono in evidenza il loro stile di lavoro tra la buona gente di Puria: “Il Padre Fondatore ci ha chiamate ad un umile lavoro… in questo paese della Valsolda che si adagia sulle rocce delle Alpi Lepontine. In questa quiete che ha dell’infinito silenzio e nel verde che si riflette nel sottostante lago di Lugano malinconico, qui si avverte la presenza di Dio.

Partecipiamo alla vita parrocchiale, inserendoci nella comunità, disponibili a condividere le gioie, ma soprattutto le difficoltà, le pene, le sofferenze, recando ad ognuno la certezza che il Signore conosce anche la lacrima più nascosta e anche il dolore più grande che, con Lui, può diventare fonte di gioia”.

Nella Festa del 25° di Fondazione, le autorità locali dissero:

“Un ringraziamento è doveroso farlo alle suore di Santa Marta, che hanno prestato la loro opera per la Scuola Materna e quindi hanno contribuito in modo determinante al buon esito della stessa.

Ora noi, Suor Flora e suor Adriana, provenienti da esperienze comuni in grandi centri come Chiavari, Firenze, Viareggio e Ventimiglia, in cui il nostro apostolato era tra fanciulli e adolescenti con i loro piccoli o grandi problemi, in obbedienza, siamo inviate a Puria, dove abbiamo ereditato ciò che le consorelle hanno costruito in tanti anni di apostolato. Rispettiamo e seguiamo le loro orme.

Qui ci troviamo in mezzo a pargoletti vocianti, e di fronte a tante personalità in fieri e a volti nuovi.

Il paesaggio verdeggiante ci ha richiamato i nostri paesi di origine: ubertosa Lugugnana (Ve) e San Pio, un Borgo medioevale (Aq) tra il Gran Sasso e il parco del Sirente. Entriamo subito in sintonia con l’ambiente.

La relazione con i piccoli non è un problema per noi, perchè loro chiedono affetto, consolazione per il distacco dalla mamma o per un giocattolo conteso e poi ti salgono in braccio spontaneamente.

La popolazione vuole molto bene alle Suore, hanno sempre detto tutte le consorelle che ci hanno preceduto.

Così è stato anche per noi, che siamo arrivate in questi ultimi anni. Gente di paese, gente speciale, semplice, genuina, sempre pronta ad accogliere e a offrire il prezioso dono di un sorriso dato e ricevuto; un ciao dalle terrazze con l’esplosione del colore dei gerani, in questo periodo.

Abbiamo incontrato persone che hanno considerato le Suore “Sorelle-Figlie”: Le primizie dei vostri orti, qualche fagottino tolto dal carrello della propria spesa, il pranzo in casa per qualche ricorrenza, gli accompagnamenti per le nostre necessità, e alla stazione di Lugano per i viaggi, l’aiuto per la manutenzione della casa. Tutta grazia di Dio!

Noi, ultime Suore, vi assicuriamo che “non scappiamo” per nostra decisione, ma è la storia, la situazione di oggi che ci strappa dalla Valsolda. Ma tutto finisce nell’archivio del cuore, dove nulla invecchia e quando riemerge ti accorgi che ha conservato la freschezza delle origini, in tutte le sue parti.

Ora un saluto affettuoso, da parte nostra, da tutte le consorelle che hanno svolto il loro apostolato a Puria e dai nostri Superiori Maggiori che stanno soffrendo per la decisione presa.

Grazie verdeggiante Valsolda che deve continuare a ossigenare e a custodire l’Isola dell’Allegria;

Grazie a tutte le generazioni che hanno frequentato questa scuola e a tutte le persone che l’hanno aiutata a crescere, anche ai primi amministratori che, con saggezza, l’hanno amministrata;

Grazie ai nostri genitori di oggi… per la stima, il rispetto, l’aiuto e la collaborazione nelle fatiche;

Grazie ai nostri bimbi: ci avete donato tanta gioia con la vostra freschezza;

Grazie ai nostri Sacerdoti: Don Cesare, don

Romeo, don Gabriele, don Enrico… per la stima e la fiducia;

Grazie a tutte le Autorità, alla Sindaca Laura Romanò e collaboratori;

Grazie alle maestre Catia, Cristina, Denise nostre strette collaboratrici con cui è stato bello lavorare insieme.

E ora affidiamoci tutti alla Madonna della Caravina, che pianse l’undici maggio 1562 nella rozza Cappelletta campestre.

Poi, nel Santuario voluto da san Carlo Borromeo, non ha più pianto perchè consolata dalla preghiera quotidiana del suo popolo, che la invoca con tutto il cuore:

Alla Madonna Della Caravina

Tu, Regina d’amore e di dolore Tu, nel tempo, presenza materna e dolcissima, testimone silenziosa e attenta della vita che fiorisce, della vita che matura, della vita che si dona. Tu continua a posare il tuo sguardo sulle gioie e sui dolori di tutti; guida quanti si mettono in cammino, aiuta a comprendere che nulla finisce per chi sa ricominciare, abbraccia con l’infinita tenerezza che tu solo puoi offrire, chi parte e chi rimane.

In Lei ancora uniti! Buona gente della Valsolda.

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