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Con riconoscenza e disposti a una N
ei giorni scorsi, prima i membri del Consiglio Pastorale e poi i genitori dei bambini che frequentano la scuola materna di Puria sono stati partecipi di una decisione sofferta che la Congregazione delle Suore di S. Marta ha dovuto prendere e ci ha comunicato poco prima di Pasqua: a luglio, dopo oltre 70 anni di presenza preziosissima, le suore lasceranno la Valsolda.
È una notizia che ci lascia tutti tristi perchè tutti noi abbiamo goduto della loro presenza, sia per il servizio svolto e per il cuore con cui l’hanno svolto, sia per la trama di relazioni che hanno costruito e custodito e riguardo alla quale ciascuno avrebbe mille cose da raccontare.
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Sapevamo che prima o poi questa dolorosa decisione sarebbe stata presa. Era ingenuo pensare, a fronte del calo vertiginoso di vocazioni religiose che è in atto, che a Puria le suore sarebbero rimaste in eterno. Ciò nonostante, tutti speravamo che questo momento potesse avvenire “un po’ più in là”.
E forse lo pensavano anche suor Flora, suor Adriana e prima ancora suor Luigia, che alla Valsolda, e in particolare alla scuola materna, si sentono legate e qui sarebbero rimaste ancora volentieri. Se è un passaggio faticoso per noi, non dimentichiamo che lo è anche per loro. Prima di tutto a loro è chiesto un nuovo “affidarsi”. Cosa vorrà il Signore adesso da loro? Questa decisione è giunta adesso. I motivi che hanno portato la Madre Generale con il suo Consiglio a tale risoluzione possiamo anche immaginarli e certamente ha contribuito ad accelerare questa scelta anche la vicenda di suor Luigia, alla quale inizialmente è stato concesso un tempo di riposo e di cura per giungere alla valutazione che per lei non era più opportuno tornare qui. Di norma una comunità deve essere composta almeno da tre suore, sempre. La collocazione geografica di Puria, lontana dalle altre case della Congregazione, unita ad attenzioni che l’età che avanza può esigere, non ha fatto altro che confermare per la Madre Generale e il suo Consiglio la norma che una comunità non può rimanere aperta con solo due suore.
Accanto alla tristezza che inevitabilmente si prova nel cuore, invito a fare spazio ad altri due sentimenti.
Innanzitutto, quello della gratitudine. Gratitudine perché abbiamo potuto godere di 70 anni di presenza delle suore. Non sono molte le comunità che hanno potuto beneficiare di questo. E gratitudine ancora più grande perché le suore hanno fatto, e stanno facendo, più di quello che si poteva loro chiedere.
Pur essendo una comunità così piccola e isolata Puria è stata trattata con un occhio e un cuore particolare. È stata l’ultima scuola dell’infanzia dalla quale le suore si sono ritirate. Le altre scuole erano già state lasciate da tempo.