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Addio alle Suore di Santa Marta Omelia 4 giugno 2022
di don Marcello Brunini Viareggio-Varignano
Carissimi amici la celebrazione di questa sera segna un addio; una fine più dolorosa di quella che abbiamo vissuto il 27 agosto 2017. In quell’occasione salutammo le Suore di S. Marta che, dopo quasi 100 anni, lasciavano il servizio presso l’Istituto De Sortis.
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Stasera diamo l’addio definitivo alle nostre Suore, perchè, a fine mese, se ne andranno definitivamente da Viareggio, ma soprattutto dal nostro Varignano.
Salutando Suor Luciana, Suor Marietta e Suor Donata, stasera, non salutiamo solo loro, con le quali abbiamo condiviso il cammino di questi anni; salutiamo, attraverso di loro, le tante suore di S. Marta che si sono avvicendate nel servizio ai nostri ragazzi.
Certo, l’Istituto scolastico continua a operare con altra direzione, ma per noi del Varignano immaginarlo senza le Suore è quasi impossibile.
In particolare sarà difficile pensare al nostro quartiere senza le Suore. Non vederle più in Chiesa; non incontrarle più in giro per il quartiere; non sapere più che in Via S. Marta c’era un luogo e delle persone, delle donne sempre disponibili ad aprire la loro porta; a consolare i nostri dolori; a condividere la nostra gioia; a scambiare una parola sul futuro dei nostri figli.
Come dicevo le Suore di S. Marta sono qui con noi da quasi 100 anni. Hanno visto cresce- re il quartiere, hanno preso parte alle lotte dei nostri nonni e dei nostri genitori. Sono parte di noi, in una continuità ininterrotta di donne, sempre disponibili, sempre accanto a noi.
È difficile accettare che, in un attimo, tutta questa ricchezza e questa amicizia svanisca. È vero rimane il ricordo, la riconoscenza, la gratitudine, ma a noi del Varignano non basta. Questo almeno dovete dirlo alle vostre superiore. Avremmo voluto che rimaneste, ma non siamo riusciti a far niente per farvi restare.
Non ci resta che dirvi un grande grazie. Anzitutto a voi: Suor Luciana, Suor Marietta, Suor Donata che, siamo certi, vivete come noi, la tristezza del distacco. E, attraverso di voi, alle tante suore che si sono avvicendate qui al Varignano e sempre hanno aiutato e servito il quartiere e la nostra comunità parrocchiale. Un grazie non formale che si faccia almeno carico dell’eredità che voi ci lasciate. Una eredità che voglio sintetizzare in alcune parole, come già ebbi modo di sottolineare alla partenza delle Suore in servizio al De Sortis. Un’ eredità fatta di quattro atteggiamenti: affetto, servizio, crescita culturale, interiorità.
1. Affetto
Carissime suore, ora che ve ne andate definitivamente, noi vorremmo accogliere la vostra capacità di offrire “affetto”. A contatto con i ragazzi e le ragazze, il primo atteggiamento che voi avete vissuto è stato proprio l’affetto: la disponibilità accogliente del cuore; il farsi carico delle loro persone. Oggi, sempre più spesso, la maternità e la paternità sono vissute in una logica di chiusura e di possesso: “il mio figlio; la mia bambina”. Spesso i genitori vogliono che i figli ripercorrano le loro strade, non si allontanino troppo dalle loro scelte, rimangano per molto tempo nella loro orbita. Lo stile di maternità che le nostre suore ci lasciano è pervaso dalla disponibilità ad una maternità e paternità “aperte”, “ospitali”, non possessive. I ragazzi che hanno incontrato, li hanno riconosciuti come dei “doni”; autentici “doni” che non possono essere trattenuti; “doni” che non possono rimanere nelle loro mani. Le nostre suore hanno accolto con affetto e stima profonda i ragazzi e le ragazze loro consegnati, ma, al tempo stesso, sono rimaste disponibili a che ciascuno di essi potesse scoprire la sua profondità e potesse fare la sua strada, spesso decisamente accidentata. Sono state donne aperte alla gioia accogliente e disponibili al pianto degli addii. Uno stile simile potrebbe far scivolare il loro servizio in una semplice “funzione”. Ma, in tanti anni del loro servizio, questa caduta non si è mai verificata. La loro capacità materna è sempre stata “non possessiva”; sempre aperta alla cura più autentica e disposta all’addio più doloroso, ma capace di far crescere figli e genitori.
2. Servizio
Una seconda eredità che ci lasciate è rappresentata dalla vostra disponibilità al servizio disinteressato ai ragazzi e alle ragazze, in particolare a quelli più in difficoltà. Lo spirito evangelico della “Casa di Betania”, secondo l’intenzione del vostro Fondatore, il Beato Tommaso Reggio, è davvero singolare. Per voi ogni ragazzo è sempre stato prezioso, perchè è una persona con la sua caratteristica, con la sua qualità, con la sua specificità anche se spesso decisamente problematica. Per voi, i ragazzi e le ragazze con i quali condivide- te l’esistenza non sono “problemi” e neppure “hanno problemi”, sono persone che vivono momenti singolari e hanno delle opportunità nascoste, che attendono qualcuno che li aiuti a portarle alla luce per trasformarle in cammini di speranza. In altre parole, voi suore, siete come delle levatrici. Donne davvero singolari: avete rinunciato a far nascere, per aiutare a “rinascere” alla felicità. Sta qui, del resto, il segreto della vostra scelta di vita evangelica; scelta che incide con fecondità sul vostro stesso servizio. Anche noi vorremmo essere come voi: capaci, anche solo un po’, di far “rinascere” gioia là dov’è il dolore; di trasformare le ferite in feritoie, di scoprire nelle difficoltà della vita delle opportunità per un futuro più umano.
3. Crescita culturale
Una terza eredità che ci lasciate è l’educazione alla crescita culturale in un quartiere che ne ha estremo bisogno. Ma una crescita culturale globale, intesa come saper leggere, saper ascoltare, saper parlare e dialogare. Una crescita culturale che ha saputo valorizzare i tratti tipici della nostra periferia: la consapevolezza di avere dignità, anche se poveri; il desiderio di comunicare tra persone provenienti da luoghi tanto diversi; la voglia di crescere nel rispetto vicendevole. La comunità del Varignano, in questi lunghi anni di comune impegno, ha visto in voi la possibilità di una evangelica “rinascita”: passare, cioè, da una condizione di povertà ad una vita più dignitosa; affrontare le avversità del quotidiano come strade originali per inventare nuovi stili di stare insieme, valorizzando le diversità, condividendo le difficoltà. Questo è un motivo di pianto, per noi del Varignano, a causa della vostra definitiva partenza.
4. Interiorità
Dalla vostra permanenza in mezzo a noi, vogliamo trattenere una quarta eredità: l’importanza dell’interiorità vissuta nella pre - ghiera. Voi siete state per noi una “Casa di Betania” come la descrive il Vangelo: Casa accogliente, Casa di preghiera per tutti i popoli. In un quartiere e in una parrocchia come la nostra, l’intercessione orante, seppure silenziosa e quasi invisibile, è una grazia e un dono inestimabile. È da quasi cento anni che voi, al pari di Mosè, tenete le braccia alzate al cielo e invocate su di noi, nella forza e nel fuoco dello Spirito Santo, la presenza di Cristo Signore, crocifisso e risorto, perchè curi le nostre ferite, consoli i nostri cuori, inondi di speranza ogni nostra disperazione, si faccia sentire vicino, soprattutto quando il futuro si fa cupo e oscuro, come in questi tempi. Care sorelle, senza di voi ci sarà difficile mantenere i nostri cuori aperti all’intimità della preghiera. Eppure è un lascito che non vogliamo disperdere, ma alimentare e far crescere. D’altra parte, è nella preghiera che noi possiamo continuare il cammino di amicizia con voi, che oggi sembra concludersi. La preghiera è come una “casa di Betania invisibile” che tutti ci ospita e ci tiene legati come figli di Dio, amici di Gesù, fratelli e sorelle l’uno dell’altra, in qualsiasi condizione e luogo noi siamo.
Affetto, servizio, crescita culturale, interiorità sono le quattro perle che ci lasciate in eredità e che noi non vogliamo assolutamente svendere.
Care sorelle che dire ancora? Desidero, a nome di tutti, ripetere una semplice parola: grazie, grazie, grazie! E buon cammino per quelle vie che solo lo Spirito di Dio, di cui oggi celebriamo la discesa nei nostri cuori, traccia per ciascuna di voi, carissime suore di S. Marta. Vie che lo Spirito traccia anche per ciascuno di noi, per i nostri ragazzi e le loro famiglie, per la nostra comunità, per il nostro quartiere e per la nostra città. Sosteniamoci l’un l’altro “con il bacio santo” e con un grande applauso di amicizia.